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l`editoriale
Mensile della FIALS
ANNO XXIV , numero 3-4 Maggio-Giugno 2014
Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità
NON SE NE PUO’ PIU’ DEL
BLOCCO DEI CONTRATTI!
Indice
Editoriale 1
Lorenzin 3
3
Lotta alle truffe e
alla corruzione
4
Rinnovo contratto
5
Patto della salute
6
Convenzioni FIALS
7
Lo sapevate che?
9
Copertura sanitaria
all’estero
9
Precari sanità
10
Lavoro notturno
10
Concorsi FIALS
11
Sentenze
11
Dalle Sedi Regionali e
Provinciali FIALS
12
Da tempo affermiamo che con il recupero di risorse economiche con la lotta agli
sprechi e alla corruzione nella sanità, vi
sono, da subito, notevoli margini non
solo per il rinnovo economico del contratto nazionale di lavoro per tutti i dipendenti
bloccato dal 2010, ma anche risorse per
rendere più efficiente il servizio sanitario
nazionale. Così Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS, alle recenti dichiarazioni del Ministro della Funzione
Pubblica Marianna Madia.
Il blocco del contratto continuerà sino al
2014, ha dichiarato Madia ma senza allungarsi al 2020. Bisognerà, successivamente recuperare risorse per sbloccare
i contratti. Per il ministro il blocco dei
contratti pubblici dal 2009 è un’ingiustizia, come è una grandissima ingiustizia
quella dei tantissimi precari che ci sono
nella pubblica amministrazione. Rimane una ingiustizia, replica Carbone, il
blocco del rinnovo contrattuale.
Un rinnovo che i dipendenti ce lo chiedono a chiare lettere. Fino ad oggi vi è stata
una perdita economica media oltre i 7 mila
euro solo per il personale del comparto sanità. Sempre sul tema sanità, collegato al
rinnovo contrattuale, Carbone chiarisce
che rimane possibile garantire una buona
sanità evitando gli sprechi e quindi liberando risorse economiche per migliorare
il sistema sanitario pubblico e le motivazioni del personale del Servizio Sanitario
Nazionale.
Una motivazione di carattere economico
che comprenda, soprattutto, il riconoscimento delle diverse professionalità e del
lavoro svolto. I risultati da raggiungere,
prosegue Carbone, sono quelli di rende
re più efficiente e qualificante il sistema
sanitario, stabilireparametri flessibili di
recupero della spesa sanitaria in tutte le
regioni, fissare, concretamente, obiettividi
investimento dei risparmi nella sanità e
nelle retribuzioni dei dipendenti stessi.
Lo spreco in sanità è il risultato di cattiva gestione delle risor se economiche, che
non è accettabile in questo periodo di crisi
globale.
L’illecito nella sanità, continua Carbone, è enorme ed è in crescita costante.
Non esiste una sanità privata visto che
l’attuale sistema sanitario nazionale mette sullo stesso piano pubblico e privato
convenzionato e non presenta alcuna
concorrenza o alternativa. Non vi è alcun
obiettivo comune di competizione positiva
al fine di esprimere al meglio la “produzione sanitaria”. I DRG corrisposti sono gli
stessi della sanità pubblica.
I privati hanno interesse a fare utili, così si
concentrano sulle attività che consentono
i maggiori rimborsi dalle regioni: penso a
chirurgia, trapianti, ortopedia, al fiume di
introiti nelle riabilitazioni e geriatrie. Da
una clinica all’altra, un viaggio continuo
per gli anziani, ma quando il caso diventa
acuto subito la corsa in ospedale pubblico.
La pediatria che consente di guadagnare
molto meno non è appetitosa dai privati.
Gli interessi economici che si toccano nella sanità privata sono enormi e le cronache quotidiane, riportate dai mass media
nelle varie regioni, derivanti dagli accreditamenti facili, alle stesse fatturazioni,
sono la dimostrazione di un giro vorticoso, immorale ed inaccettabile. Se la sanità
privata è divenuta il pozzo di San Patrizio
nell’accaparrarsi una grossa fetta delle
risorse economiche, la sanità pubblica,
per Carbone, non è da meno negli sprechi, nella inefficienza e nella stessa immoralità. Mentre il personale opera “con
dedizione“ nella sanità, vi sono caste che
arrecano danni patrimoniali ingenti.
L’attività illecita nel settore della Sanità si manifesta attraverso molteplici tipologie di condotte i
L’EDITORIALE
Lotta agli sprechi
NON SE NE PUO’ PIÙ DEL BLOCCO DEL
CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO.
BASTA CON GLI SPRECHI E LA CORRUZIONE NELLA SANITA’. PER LA FIALS
VI SONO LE RISORSE ECONOMICHE
PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE. 2
Maggio - Giugno 2014
Federazione Italiana Autonomie
Locali e Sanità
ANNO XXIV, numero 3-4 Maggio-Giugno 2014
Aut. Trib. di Brindisi n. 11/91 del 24/6/91
illecite, come ad esempio strutture specializzate costruite e mai usate, acquisto di sofisticate apparecchiature lasciate inutilizzate per anni, talvolta sino al
loro degrado, lavori infiniti per ristrutturare ospedali, i mancati completamenti
oppure le mancate o inadeguate ristrutturazion o spesse volte la mancata
loro utilizzazione, tangenti per appalti,
incarichi illegittimi conferiti a personale
estraneo alle aziende sanitarie, le irregolarità sulle doppie e/o fraudolenti fatturazioni, la politica di spesa dei medici di
base che, a volte, é fonte incontrollabile
DIRETTORE RESPONSABILE
Antonio Grimaldi
EDITO DALLA FIALS
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ROMA
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PROGETTO GRAFICO
Giada Monti
Chiuso in redazione il 02.06.2014
Il contratto subito, per la FIALS, rimane un’azione qualificante del Governo Renzi che non si può contraccambiare con gli sgravi fiscali (80 euro mensili
non per tutti).
Giuseppe Carbone
Segretario Generale FIALS
RINNOVO
CONTRATTUALE
DIRETTORE
Giuseppe Carbone
REDAZIONE
Ciro Balzano
Daniele Bedetti
Francesco D’Angelo
Bruno Ferraro
Massimo Ferrucci
Sandro Idonea
Michele Losacco
Cristina Magnocavallo
Roberto Maraniello
Massimo Mincuzzi
Fabio Pototshnig
Gianni Recchia
Santo Salvatore
Salvatore Stabile
protagonisti in ogni singola amministrazione e responsabili delle scelte operate con i vertici aziendali ed assumersi
anche tali responsabilità anche a livello
economico così come professionale.
in quella farmaceutica e nella diagnostica strumentale, le irregolari concessioni
di accreditamento e gestioni di case di
cura convenzionate, gli irregolari rimborsi alla sanità privata convenzionata
(case di cura, laboratori di diagnostica strumentale, ecc), sulle prestazioni erogate oltre il tetto finanziato di
spesa, il fenomeno, economicamente
voraginoso, delle esternalizzazione dei
servizi di pulizia, portierato, lavanderia,
mensa, smaltimento dei rifiuti speciali,
l’abuso di incarichi illegittimi ai dirigenti
medici,ecc..
MADIA: CONTRATTI
PUBBLICI BLOCCATI FINO
AL 2014, POI CERCHIAMO
RISORSE
I contratti nazionali nella pubblica
amministrazione “nel Def non si dice
Le ultime stime, prosegue il Segre- assolutamente che sono bloccati fino
tario Generale della FIALS, preve- al 2020.
dono un minimo di 20 miliardi di
euro all’anno di spreco nella sanità.
Il Ministro Madia deve avere il coraggio di confrontarsi, prima del 13 giugno
(seduta del Consiglio dei Ministri) per
il varo delle norme sulla riforma della
pubblica amministrazione, con tutte le
OO.SS., comprese la FIALS, poiché riteniamo, seguita Carbone, che in un
confronto serrato sia possibile definire
nuovi sistemi strutturali organizzativi
nella pubblica amministrazione ed in
particolare anche nella sanità, e stabilire obiettivi di recupero di risorse economiche per destinarle, in percentuale, al
miglioramento dell’efficienza della sanità pubblica e all’aumento degli stipendi
dei dipendenti della sanità.
Riteniamo, conclude Carbone che i dipendenti pubblici, per il tramite delle
proprie rappresentanze sindacali, devono essere messi in grado di essere
C’è scritto che sono bloccati fino alla
fine del 2014”. Lo dice il Ministro
della Funzione pubblica, Marianna Madia, parlando oggi (27 maggio)
con le agenzie di stampa.
Dopo quella data, spiega, si possono
“recuperare risorse per sbloccarli” attraverso le riforme, per questo la riforma della pubblica amministrazione
va fatta “bene e velocemente”.
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Maggio - Giugno 2014
LORENZIN
TROPPI POTERI AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E
FINANZE PER CONTRARRE LA SPESA SANITARIA.
L’AFFONDO DEL MINISTRO DELLA SALUTE
LORENZIN: COSÌ NON PUÒ ANDARE.
LOTTA
AGLI
SPRECHI
Rimane necessario uscire
da una logica ragionieristica della sanità. Questo il pensiero politico
espresso ieri in un convegno dal Ministro della
Salute Beatrice Lorenzin.
SOLO ELIMINANDO GLI SPRECHI RIUSCIREMO A
RENDERE SOSTENIBILE LA SANITÀ DEL FUTURO.
Da sempre, ha proseguito il Ministro, ed ancor di più
negli ultimi anni, le politiche sanitarie sono state ad appannaggio del Ministro dell’Economia e Finanze, all’insegna del tentativo di contrarre la spesa e con l’obiettivo di un adeguato livello di assistenza ai cittadini.
Obiettivo quest’ultimo mai definito concretamente poiché il controllo della spesa, con i soli e ripetuti tagli lineari, ha influito negativamente con il concetto di assistenza ed organizzazione efficiente del sistema salute.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale, ispirato ai principi
di universalità, uguaglianza e globalità, è riconosciuto tra
i primi nel mondo. Rispetto ad analoghe realtà europee
dispone infatti di elevatissime professionalità, di centri
ospedalieri, universitari, di alta specializzazione, di Istituti
di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici e privati e Centri di Ricerca assolutamente competitivi”. È quanto scrive il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin nel
suo editoriale pubblicato sul secondo numero della nuova
newsletter del Ministero della Salute “Salute Informa +”.
E’ arrivato il momento di restituire al Ministero della Salute il suo ruolo legittimo di effettiva gestione della politica
sanitaria poiché in caso contrario è preferibile abolirlo.
Secondo il ministro, un sistema sanitario che funzioni in
modo più efficace rimane possibile solo recuperando una
visione di insieme che uniformi i meccanismi di valutazione
e che elimini le enormi difformità che caratterizzano il nostro territorio, spesso anche all’interno delle singole regioni.
Un nuovo sistema di governance che consenta un’effettiva ed efficace selezione dei manager sanitari poiché, allo stato attuale, circolano sempre gli stessi nomi.
Rimane necessario intervenire, introducendo nuovi
meccanismi di reclutamento, magari tramite l’utilizzo di un albo nazionale da cui attingere quando serve.
Prosegue il Ministro dichiarando che è indispensabile, soprattutto, pensare ad importanti investimenti
nel SSN che devono riguardare soprattutto le infrastrutture tecnologiche, l’innovazione, la ricerca e lo
sblocco del turn over del personale e pensare, anche, ai percorsi di carriere dello stesso personale.
Gli investimenti sono possibili recuperando risorse
all’interno del sistema, abbandonando integralmente
l’idea dei tagli lineari. E per farlo è indispensabile un
processo di trasformazione misurabile e quantificabile, incentrato su un meccanismo nazionale di verifica.
Il Ministro conclude dichiarando che rimane possibile un recupero di risorse economiche nell’attuale sistema sanitario quantificabile in 10 miliardi di euro.
Alle dichiarazioni del Ministro Lorenzin seguono quelle del
Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone, che rimarca la assoluta possibilità di risparmiare in
sanità ma il Ministro deve avere il coraggio di confrontarsi con le forze sindacali e con gli operatori della sanità.
Il sistema sanitario con le implicazioni di carattere economico, in linea con il pensiero della Lorenzin, prosegue Carbone, deve essere gestito direttamente dal Ministro della
Salute e il confronto con le forze sociali e le Regioni deve
determinare un nuovo sistema strutturale per gestire la
riqualificazione della spesa, eliminare i notevoli sprechi
e decidere le modalità con cui investire le risorse
che si libereranno tra esigenze del servizio sanitario nazionale e quelle proprie degli operatori.
UNA SANITÀ PUBBLICA E UNIVERSALE CHE TUTELI
I CITTADINI E GARANTISCA I DIRITTI ECONOMICI E
PROFESSIONALI DEI DIPENDENTI, QUESTA LA
POSIZIONE FIALS.
“La trasformazione e l’evoluzione dei bisogni di salute - specifica il Ministro - alla luce dell’impatto della crisi
economica sui sistemi di welfare europei rendono però
ineludibile il tema del cambiamento in sanità, diventato
centrale per la sostenibilità stessa del sistema sanitario
affinché anche le prossime generazioni possano contare
su un’assistenza nazionale pubblica e universale. Occorre porre in essere una politica fondata non sui tagli ma
sull’eliminazione degli sprechi e sulla giusta allocazione
delle risorse. In questo contesto per quanto riguarda il
nostro Paese sarà proprio il Patto per la Salute che stiamo definendo con le Regioni lo strumento di garanzia per
un uso razionale delle risorse nel settore sanitario e per
l’eliminazione degli sprechi nel sistema. Il nuovo Patto e
il programma di revisione della spesa vanno nella stessa
direzione”. Immediata la presa di posizione del Segretario
Generale della FIALS, Giuseppe Carbone. “Risparmiare
in sanità si può ma bisogna avere il coraggio di confrontarsi con le forze sindacali e con gli operatori della sanità”, non solo prosegue Carbone, dove operare i tagli che
non possono e non devono essere lineari, ma anche e
soprattutto per gestire al meglio la riqualificazione della
spesa, ma anche per decidere le modalità con cui investire le risorse che si libereranno tra esigenze del
servizio sanitario nazionale e quelle proprie degli
operatori che contribuiscono, di fatto, a tali risparmi e all’efficienza dei servizi ai cittadini/pazienti.
Se il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha quantificato in dieci miliardi di euro i possibili risparmi strutturali
che si potranno ottenere dalla sanità e che andranno reinvestiti nello stesso Ssn, secondo le stime della FIALS non
sono inferiori a venti miliardi. La strada giusta da percorrere, dichiara Carbone, non è certamente tagliare il livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale ma
mettere in campo azioni di efficientamento e qualificazione della spesa attraverso la lotta agli sprechi ed una
convincente programmazione sociosanitaria nazionale.
Non siamo convinti, come ha dichiarato la Lorenzin,
che tra i principali interventi vi è quello di spostare il
baricentro dell’assistenza dall’ospedale al territorio, ma
secondo Carbone, rimane necessario che vi sia la contemporaneità tra riorganizzazione dell’offerta ospedaliera
ed il potenziamento dell’assistenza territoriale, per evitare vuoti assistenziali e un depotenziamento dei servizi.
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Maggio - Giugno 2014
LOTTA ALLE TRUFFE
E ALLA CORRUZIONE
informativo e l’attivazione delle ispezioni». I dati forniscono il
quadro: nel 2013 sono stati compiuti 10.333 controlli e 1.173
sono state le persone denunciate per un valore che supera i
23 milioni di euro.
Ben più grave il capitolo delle richieste di risarcimento avanzate dalla Corte dei Conti: sono 177 le verifiche, 742 i funzionari pubblici sottoposti a procedimento, un miliardo e 5
milioni di euro il totale delle contestazioni.
I FALSI DRG E IL DAY HOSPITAL
Si chiamano “Raggruppamenti omogenei di diagnosi” e servono a stabilire le tariffe per le prestazioni che vengono caricate sul Servizio Sanitario Nazionale. Proprio “truccando” i
referti e quindi «facendo rientrare l’intervento nella categoria autorizzata oppure per la quale è previsto un rimborso
superiore al dovuto» sono stati drenati centinaia di milioni di
euro alle casse statali.
TRUFFE RECORD E FRODI ALLA SANITÀ.
LA CARICA DELLE FALSE ESENZIONI.
DAGLI APPALTI AI FALSI RICOVERI, AI
TICKET. STIMATO UN DANNO ERARIALE DI
UN MILIARDO DI EURO. INTERVENTI DI
CHIRURGIA ESTETICA
PRESENTATI COME SALVA-VITA
IL DOSSIER DELLA GUARDIA DI FINANZA
C’è una voragine nei conti dello Stato provocata dalle truffe
al servizio sanitario nazionale. Oltre un miliardo di euro di
danni erariali causati dalle irregolarità compiute da medici
e operatori, spesso d’accordo con i pazienti oppure con gli
agenti assicurativi. Ma anche con le società farmaceutiche e
con le aziende private che si occupano di commercializzazione di macchinari.
E’ il clamoroso risultato dei controlli compiuti dalla Guardia
di Finanza nell’ultimo anno. E le verifiche dei primi due mesi
del 2014 sembrano confermare il trend visto che fino al 28
febbraio scorso sono già state segnalate alla Corte dei Conti
104 persone e l’ammontare delle perdite supera i 150 milioni
di euro. Sono decine le tipologie degli illeciti e le più frequenti
riguardano gli interventi di chirurgia estetica spacciati per
operazioni su gravi patologie, i finti ricoveri di pronto soccorso nelle strutture private, le iperprescrizioni di farmaci.
SCOPERTI OLTRE 700 FUNZIONARI INFEDELI
Il dossier dell’Ufficio Tutela e mercato delle Fiamme Gialle
guidato dal colonnello Giovanni Avitabile fornisce numeri e
casi di un fenomeno che viene costantemente monitorato
perché, come si sottolinea nella relazione «il controllo della
spesa vista la sua particolare importanza nell’ambito del bilancio pubblico e le sue preoccupanti dinamiche di crescita,
rappresenta una delle priorità inderogabili per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica».
E perché «la necessità di risanare i conti pubblici impone
un’oculata attività di contenimento e razionalizzazione della spesa anche con una mirata attività di verifica finalizzata all’individuazione delle condotte negligenti o illecite che,
consentendo sprechi, diseconomie o inefficienze, possono
rappresentare una variabile sensibile nelle funzione di crescita delle uscite». I controlli si muovono sul doppio binario:
all’indagine affidata ai nuclei territoriali, si affiancano i «protocolli di collaborazione con le Aziende sanitarie locali per
ottenere uno scambio
Il caso più eclatante riguarda le operazioni di chirurgia estetica che invece vengono spacciate per interventi su gravi
patologie, spesso addirittura tumorali. Le rinoplastiche fatte passare come settoplastica sono certa mente frequenti,
ma c’è anche chi si è rifatto il seno, le cosce, l’addome sostenendo di essere molto malato, addirittura in pericolo di
vita. Qualche settimana fa sono stati indagati il primario
dell’ospedale Villa Sofia di Palermo e alcuni alti dirigenti del
nosocomio proprio con l’accusa di aver falsificato le cartelle
cliniche di una decina di pazienti.Tecnica usata per ottenere
illecitamentei rimborsi è anche l’attestazione di ricoveri in
realtà mai avvenuti oppure gli interventi effettuati in ambulatorio per i quali si richiede invece il rimborso di day hospital. Sono escamotage apparentemente da poche migliaia
di euro, ma moltiplicati per centinaia di migliaia di cittadini
determinano un esborso spropositato
FARMACI E TICKET SEMPRE GRATIS
Un’indagine effettuata due anni fa in Lombardia dimostrò
che a Milano un cittadino su cinque non pagava il ticket pur
non avendo diritto all’esonero. Alla fine ben il 20 per cento
degli assistiti risultò non in regola.
La maggior parte aveva contraffatto i dati dell’autocertificazioni, il resto aveva ottenuto una attestazione compiacente.
Il quadro fornito dagli analisti della Guardia di Finanza prova
che a livello nazionale la situazione è analoga se non peggiore. Basti pensare che su 9.936 controlli effettuati, sono state
trovate ben 7.972 posizioni “fuorilegge” che hanno provocato un “buco” nel bilancio statale di circa un milione di euro.
Vuol dire 8 su 10, quindi una percentuale clamorosa. Ben più
alto è il volume delle “uscite” causate dalla iperprescrizione
di farmaci da parte dei medici di base. Storia emblematica
è quella di Catania dove si è scoperto che «la emissione di
ricette è di 7 punti superiore alla media nazionale senza che
questo sia supportato da un quadro epidemiologico tale da
poter giustificare l’eccessivo consumo». In cima all’elenco ci
sono gli inibitori di pompa, le statine e gli antidiabetici, ma
sono decine e decine le confezioni acquistate con l’esenzione
senza che i pazienti ne avessero effettiva necessità.
Nessuno eguaglia il dottore che ha prescritto 700 fiale di antibiotico alla moglie, ma a scorrere le denunce i casi eclatanti sono davvero tantissimi. Da tempo l’attività dei medici di
base viene monitorata anche per quanto riguarda il numero
dei “clienti”. Le verifiche per tutelare il settore della spesa
pubblica hanno infatti evidenziato la presenza negli elenchi
di persone emigrate all’estero o decedute. Secondo il rapporto stilato dal colonnello Avitabile «è necessario stimolare
ulteriormente le competenti strutture sanitarie ad avviare in
modo sistematico, a livello nazionale, una opportuna opera
di bonifica e aggiornamento delle liste degli assistiti con conseguente rideterminazione degli importi spettanti ai medici
e il recupero delle somme già percepite senza titolo dagli
stessi»
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Maggio - Giugno 2014
LA LUNGODEGENZA E LE FINTE EMERGENZE
Il limite massimo stabilito dalla legge per la degenza parla
di 60 giorni, dopo scatta la tariffa più bassa per il rimborso.
Ma aggirare l’ostacolo per ospedali e cliniche convenzionate
è evidentemente molto facile. Basta “frazionare” il ricovero
e per il paziente a carico dello Stato la tariffa rimarrà sempre
al massimo. Si tratta di un “sistema” illecito non facile da
scoprire che provoca danni da milioni di euro.
Prima della scadenza dei due mesi, il malato viene “dimesso” e accettato nuovamente qualche giorno dopo. In realtà in
alcuni casi è accaduto che non si sia addirittura mosso dalla
struttura. Ma le vie della truffa appaiono infinite. E così ci
sono anche i «finti ricoveri eseguiti in regime d’emergenza
da case di cura che sulla base del Piano sanitario Regionale non risultano in realtà abilitate. Numerose degenze sono
state attivate in questo modo nonostante la clinica non fosse
dotata di servizio di pronto soccorso. E nonostante la legge
imponga questo tipo di reparto come condizione indispensabile per poter ricorrere a questa tipologia di ricovero».
MACCHINARI E APPALTI TRUCCATI
Ci sono medici che utilizzano privatamente, facendosi pagare profumate parcelle, i macchinari comprati dalle strutture
pubbliche. Uno dei casi più eclatanti, con un danno che supera i 200 mila euro, è stato scoperto in Abruzzo ed è stato
citato dal procuratore regionale Fausta Di Grazia nella sua
relazione di apertura dell’anno giudiziario. La magistratura
contabile «ha agito nei confronti di un medico, docente universitario, per aver utilizzato privatamente, per alcuni anni,
attrezzature diagnostiche acquisite con fondi della Regione
e da quest’ultima rese disponibili all’Università de L’Aquila.
Il danno complessivo attiene ai profili strettamente patrimoniali, al disservizio arrecato all’Università e all’Asl oltre che
al pregiudizio d’immagine per la risonanza mediatica avuta
dalla vicenda, a seguito della quale il convenuto è stato condannato anche in sede penale».
Un capitolo che naturalmente provoca esborsi da milioni di
euro è quello degli appalti pubblici. Sono decine e decine le
inchieste aperte in tutta Italia, prima fra tutte spicca quella sulla Regione Lombardia con il disvelamento dell’accordo tra politica e imprenditoria. Tra i casi citati nel rapporto della Guardia di Finanza c’è quello che riguarda la Asl di
Brindisi dove la Corte dei Conti ha evidenziato «l’alterazione,
mediante vari e, a volte, sofisticati meccanismi fraudolenti,
della libera concorrenza tra le imprese partecipanti alle gare
per l’aggiudicazione dei lavori, con immediata ripercussione
sull’entità della spesa sostenuta, a tutto personale vantaggio
degli agenti pubblici coinvolti e delle imprese conniventi e
a corrispondente grave detrimento del patrimonio pubblico,
ove si consideri il cospicuo valore complessivo (circa 35 milioni di Euro) degli appalti oggetto di indagine».
Fonte: www.corriere.it/economia/14_aprile_14
RINNOVO CONTRATTO
LE LINEE PROGRAMMATICHE
PROPOSITIVE DELLA FIALS E DELLA UNSA
CONFSAL
La FIALS congiuntamente
con l’UNSA Confsal – rappresentativa nel vigente comparto
ministeriali – hanno elaborato le
linee guida programmatiche per il
rinnovo dei contratti collettivi
nazionali di lavoro del pubblico impiego e nello specifico
per i comparti Stato, Regioni
e Sanità, Autonomie Locali.
Un’azione comune FIALS e l’UNSA Confsal, hanno dichiarato i
rispettivi Segretari Generali Giuseppe Carbone e Massimo
Battaglia, quale segno tangibile
della possibilità, all’interno dei sindacati di categoria della
medesima Confederazione, promuovere nel pubblico impiego, coesioni che puntano a definire e raggiungere obiettivi
comuni, tesi a sollecitare, in primis, il Governo ed i Ministeri
competenti, come la stessa ARAN e i Comitati di Settore dei
relativi Comparti, all’avvio dei rinnovi contrattuali del
pubblico impiego fermi dal dicembre 2009.
Contratti Nazionali per i nuovi 4 comparti e rispettive
Aree Dirigenziali (questi ultimi da definire prioritariamente
da parte del Ministero della Funzione Pubblica), che a parere
della FIALS ed UNSA Confsal, devono essere preceduti da
un contratto collettivo nazionale quadro, da valere per
tutto il pubblico impiego, che:
- riconosca, oltre ai principi generali delle modifiche della
parte normativa, soprattutto il riconoscimento della parte economica stipendiale a partire, almeno, dal 2015 e
quella accessoria anche retroattivamente dal 2014 con il
recupero di risorse con la spending review nelle singole amministrazioni;
- definisca la “centralità” delle risorse umane nella Pubblica Amministrazione, consentendo ai singoli dipendenti una informazione e partecipazione nella gestione
della singola Amministrazione, tesa a promuovere azioni che
incidano sulla spending review per il rilancio e l’efficienza dei
servizi pubblici a favore dei cittadini ed investire ed incentivare, con il recupero di risorse economiche derivanti dal
taglio degli sprechi, i premi di produttività e l’accessorio
economico per gli stessi dipendenti; - vada a modificare strutturalmente l’attuale sistema delle relazioni sindacali che vede, al momento, soccombere il
sindacato sulle Parti Datoriali;
- riconosca al sindacato un ruolo più partecipativo sulle
scelte organizzative, di recupero, di efficienza e produttività,
di premialità e di investimento sulle professionalità (contrattazione e concertazione) e di verifica e controllo (impegni di spesa, programmi di abbattimento degli sprechi e
reinvestimento dei risparmi prodotti) nella pubblica amministrazione.
Rimane utile un tuo parere sul documento ma anche e soprattutto sia proposizioni integrative sui singoli capitoli illustrati
ma anche proposte analitiche sulle “specificità” da presentare e sostenere nella successiva presentazione alle Parti per
il rinnovo del contratto collettivo nazionale per il “Comparto
Regioni e Sanità”. Ogni tua osservazione e proposta potrà
essere trasmessa tramite l’apposita sessione del nostro sito
che vede nella homepage un’apposito spazio nella sessione
“linee programmatiche rinnovi contrattuali”.
6
Maggio - Giugno 2014
PATTO DELLA
SALUTE
PATTO DELLA SALUTE, ANCORA LA
PAVENTATA CHIUSURA DI 72 OSPEDALI
Sono 72 le strutture ospedaliere con meno di 60 posti
letto destinate a chiudere, per un totale di 2837 posti
letto in meno. La regione con più strutture in via di chiusura
è la Sicilia, dove sono 23 i presidi ospedalieri per 946 posti
letto in meno. Segue la Lombardia, con 10 strutture e 355
posti letto.
Il Patto per la Salute prevede infatti il taglio di ospedali,
lo stop al rimborso delle prescrizione “inappropriate” e
la riforma del ticket,
che pagheranno tutti
ma sarà meno caro. Un
patto che il ministero
della salute sarebbe
pronto a chiudere entro
giugno. Oltre al taglio
degli ospedali, novità
arrivano dunque anche sui ticket:
“Metà degli italiani è esente dal ticket e sono quelli che consumano l’80% delle prestazioni sanitarie. In compenso chi
li paga si svena per visite specialistiche e diagnostica, alle
quali, per questo motivo, rinunciano ogni anno 6 milioni di
italiani. Di qui l’idea, ancora da mettere nero su bianco, di
ridurli drasticamente, rivedendo però le esenzioni, non più
agganciate al reddito Irpef, che premia gli evasori, ma a
quell’indicatore più reale della ricchezza che è l’Isee. Corretto in questo caso premiando chi ha più familiari a carico,
anziani e malati cronici.
Questi ultimi non sarebbero però più esentati se hanno un
reddito Isee alto”.
Ecco l’elenco delle strutture ospedaliere destinate a chiudere:
Piemonte: 2 stabilimenti, 74 posti letto in meno
-Oftalmico: 44 posti letto;
-Evangelico Valdese: 30 posti letto;
Lombardia: 10 stabilimenti, 355 posti letto in meno
- Ospedale di Cuasso al Monte: 58 posti letto;
- Ospedale di Circolo Umberto I a Bellano: 42 posti letto;
- Ospedale civile di Morbegno: 47 posti letto;
- Ospedale Crotta Oltrocchi a Vaprio D’Adda: 20 posti letto;
- P.O. Anastasi Zappatoni a Cassano d’Adda: 46 posti letto;
- Ospedale di Circolo Serbelloni a Gorgonzola: 29 posti letto;
- Ospedale F.M. Passi a Calcinate: 58 posti letto;- Ospedale di
Leno: 16 posti letto;
- Presidio Ospedaliero di Salò: 15 posti letto;
- Ospedale Ss. Annunziata a Varzi: 24 posti letto;
Provincia autonoma di Bolzano: 2 strutture, 109 posti
in meno
- Ospedale di base di Vitipeno: 58 posti letto;
- Ospedale di base di San Candido: 51 posti letto;
Emilia Romagna: 1 struttura, 22 posti letto in meno
-Ospedale Bobbio: 22 posti letto;
Marche: 1 struttura, 59 posti
- Ospedale Ss Donnino e Carlo: 59 posti letto;
Toscana: 5 strutture, 231 posti letto in meno
- P. O. S. Maria Maddalena a Borgo San Lazzaro Volterra: 55
posti letto;
- Ospedale del Casentino a Bibbena: 57 posti letto;
- Ospedale della Valtiberina a Sansepolcro: 54 posti letto;
- Ospedale civile di Castel del Piano Grosseto: 39 posti letto;
- P. O. Amiata Senese a Abbadia San Salvatore: 26 posti letto;
Lazio: 6 strutture, 168 posti letto in meno
- Ospedale di Acquapendente: 8 posti letto;
- Ospedale Regionale Oftalmico a Roma: 14 posti letto;
- Ospedale Villa Albani ad Anzio: 35 posti letto;
- Ospedale Ariccia: 25 posti letto;
- Ospedale Padre Pio di Bracciano: 58 posti letto;
- Centro Paraplegici Ostia Gennario di Ro a Roma: 28 posti
letto;
Abruzzo: 3 strutture, 134 posti letto in meno
- P.O. Castel di Sangro: 37 posti letto;
- P.O. Tagliacozzo Umberto I: 40 posti letto;
- P.O. M. Ss. Immacolata di GuardiaGrele: 57 posti letto;
Campania: 6 strutture, 247 posti letto in meno
- P.O.S. Alfonso Maria Dè Liguori Sant’Agata dé Goti: 57 posti
letto;
- Ospedale di Bisaccia: 50 posti letto;
- P.O. Mauro Scarlato Scafati: 43 posti letto;
- Ospedale Civile Gaetanina Scotto a Procida: 6 posti letto;
- Ospedale Civile di Agropoli: 45 posti letto;
- P.O.S. Felice a Cancello: 46 posti letto;
Basilicata: 1 struttura
- P.O. di Chiaromonte
Calabria: 4 strutture, 167 posti letto in meno
- Ospedale Civile San Giovanni in Fiore Cosenza: 52 posti letto;
- P.O. Tropea: 40 posti letto;
- P.O. Serra San Bruno: 28 posti letto;
- P.O. Giovanni XXIII a Gioia Tauro: 42 posti letto;
Sardegna: 8 strutture, 281 posti letto in meno
- Ospedale Marino Regina Margherita ad Alghero: 43 posti
letto;
- P.O. Paolo Merlo a La Maddalena: 30 posti letto;
- P. O. C. Zonchello a Nuoro: 44 posti letto;
- P. O. San Camillo a Sorgono: 36 posti letto;
- P.O.S. Giuseppe a Isili: 34 posti letto;
- P. O. Cto a Iglesias: 36 posti letto;
- P.O. San Marcellino a Muravera Cagliari: 36 posti letto;
- P. O. Microcitemico a Cagliari: 22 posti letto;
Sicilia: 23 strutture, 946 posti letto in meno
- P.O. F.lli Parlapiano a Ribera: 36 posti letto;
- P. O. M. Immacolata Longo a Mussomeli: 47 posti letto;
- P. O. Maddalena Raimondi a San Cataldo: 43 posti letto;
- P. O. Santo Stefano a Mazzarino: 25 posti letto;
- P. O. Suor Cecilia Basarocco a Niscemi: 41 posti letto;
- S. Giovanni di Dio e S. Isidoro a Giarre: 35 posti letto;
- P. O. Maria Ss. Addolorata a Biancavilla: 52 posti letto;
- P. O. Castiglione Prestianni a Bronte: 51 posti letto;
- P. O. Ss. Salvatore a Paternò: 55 posti letto;
- P. O. Basso Ragusa Militello in Val di Catania: 47 posti letto;
- P. O. M. Chiello a Piazza Armerina: 51 posti letto;
- P. O. Ferro-Capra-Branciforte a Leonforte: 57 posti letto;
- P. O. Lipari: 25 posti letto;
- P. O. Dei Bianchi Corleone: 58 posti letto;
- P. O. Madonna dell’Alto a Petralia Sottana: 38 posti letto;
- Ospedale Regina Margherita a Comiso: 46 posti letto;
- Ospedale Busacca a Scicli: 51 posti letto;
- P. O. Trigona a Noto: 54 posti letto;
- P. O. A. Rizza a Siracusa: 24 posti letto;
- Ospedale San Vito e Santo Spirito ad Alcamo: 50 posti letto;
- P. O. B. Nagar a Pantelleria: 18 posti letto;
- P. O. Abele Ajello a mazara del Vallo: 18 posti letto;
- P. O. Vittorio Emanuele III a Salemi: 24 posti letto.
7
Maggio - Giugno 2014
CONVENZIONI FIALS
La Segreteria Generale FIALS ha siglato una convenzione con l'Università Telematica TELMA che
prevede la possibilità di conseguire titoli accademici, anche mediante la valorizzazione degli studi
compiuti e delle attività formative effettuate tramite FIALS Formazione.
Per la recente normativa “Legge 43/06” il Master e’ il titolo di studio obbligatorio per esercitare le
funzioni di coordinamento nelle Aziende Sanitarie Locali dopo i vari decreti attuativi.
Master Riconosciuto così come previsto dall’accordo stato regioni del 01/08/2007
I PUNTI DI FORZA DELLA CONVENZIONE
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Master in modalità E-Learning;
Lo stage verrà effettuato in Azienda Sanitarie della Regione
Sconto del 50% delle tasse Universitarie per gli Associati FIALS
La durata del corso è di un solo anno
Frequenza Telematica
Il pagamento delle tasse universitarie, può essere rateizzato.
Il "manager sanitario"
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¾
¾
¾
¾
formato attraverso il Master può operare:
nelle aziende sanitarie pubbliche;
nelle aziende sanitarie private e negli enti non profit;
negli assessorati regionali alla sanità e nelle agenzie sanitarie regionali;
nel settore della consulenza di direzione e d’organizzazione in ambito sanitario ;
nel settore della ricerca sanitaria ed in quello della formazione universitaria.
Destinatari:
I destinatari del Master sono coloro che possiedono una laurea di primo livello o specialistica
secondo il vigente ordinamento afferente ad una professione sanitaria , si intendono ricompresse
professioni di cui alla Legge 01.02.06 n 43.
Ai sensi e per gli effetti dell'Art 1, punto 10 della Legge 08 gennaio 2002 , n. 1 , al corso possono
essere ammessi anche coloro che sono in possesso di diplomi, conseguiti in base alla normativa
precedente, dagli appartenenti alle professioni sanitarie di cui alle leggi 26 febbraio 1999, n. 42,
e 10 agosto 2000, n. 251 e 01 febbraio 2006 n 43 .
Maggiori informazioni sul sito: contattare il Vostro Rappresentante FIALS, oppure
contattare i recapiti qui sotto.
………………………………………………………………………………………………………...................
FIALS Segreteria Generale :
Largo Angioli 12 – 72100 BRINDISI
Tel. 0831/568356 Fax. 0831/564124
e-mail: [email protected]
Università Telematica TELMA:
Via di S. C. da Siena n° 57, 00186 Roma
Tel. 0669190797 Fax 066792048
e-mail: [email protected]
Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità
8
Gennaio - Febbraio 2014
CONVENZIONI FIALS
Master Universitario di 1° livello in Funzioni Specialistiche
“MANAGEMENT DELLA FORMAZIONE IN AMBITO SANITARIO”
ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera “c” della legge 43/2006
Il corso ha la finalità di formare Managers e specialisti nelle attività di programmazione, direzione,
gestione, monitoraggio di sistemi e piani di formazione in ambito sanitario ai sensi dell’art. 6, comma 1,
lettera “c” della legge 43/2006 per l’accesso alle funzioni specialistiche (ivi comprese tutte le funzioni
previste dai contratti collettivi vigenti).
Il master intende formare in particolare professionisti che operano nelle aziende sanitarie nel settore
della formazione,sia a livello di management formativo,sia a livello di coordinamento dei servizi formativi,
sia per attività di tutoraggio delle stesse attività formative.
PUNTI DI FORZA
9 Master ed esami in modalità E-Learning;
9 Lo stage verrà effettuato in Aziende
Sanitarie Regionali;
9 Sconto del 50% delle tasse Universitarie
per gli Associati FIALS;
9 La durata del corso è di un solo anno;
9 Frequenza Telematica;
9 Il pagamento delle tasse universitarie può
essere rateizzato;
9 l’attribuzione di 60 crediti formativi
Sbocchi Professionali
Direzione e coordinamento dei piani di
formazione nelle aziende sanitari; attività di
tutoraggio dei corsi di formazione; esperto
in metodi e tecniche di formazione nel
settore sanitario; esperto in metodi e
tecniche di e-learning.Tutte le funzioni di
cui all’art. 6, comma 1, lettera c della legge
43/2006.
Destinatari
I destinatari del Master sono coloro che
possiedono una laurea di primo livello o
specialistica secondo il vigente ordinamento
afferente ad una professione sanitaria, si
intendono ricompresse professioni di cui alla
Legge 01.02.06 n 43.
Ai sensi e per gli effetti dell’Art 1, punto 10
della Legge 08 gennaio 2002, n. 1, al corso
sono ammessi anche coloro che sono in
possesso di diplomi conseguiti in base alla
normativa precedente
Il manager e/o il tutor di sistemi formativi nel settore socio-sanitario si occupa di:
9 analisi dei bisogni formativi;
9 verificare la congruità del piano formativo rispetto alle esigenze dei diversi profili professionali;
9 metodologie e tecniche di formazione e di valutazione;
9 progettazione di percorsi formativi;
9 supportare le politiche formative del management aziendale;
9 monitoraggio e valutazione degli interventi formativi;
9 garantire le attività di tutoraggio nell’attuazione del piano e dei corsi;
9 assicurare un supporto sistematico di assistenza ai neoassunti.
Il Master ha la durata di 12 mesi per un totale di 1500 ore complessive (lezioni;studio individuale; prove di
sperimentazione; ricerche; elaborato finale; assistenza; tutoraggio).
Il corso sarà erogato totalmente in rete ai sensi del Decreto interministeriale del 17 marzo 2003, che ha
istituito le università telematiche, ed ai sensi del DM 7.5.2004 che ha istituito l’università telematica
TEL.M.A.
Le lezioni digitali ed il tutoraggio in rete saranno erogati e fruibili secondo quanto stabilito dall’Ateneo e
come indicato nella Carta dei servizi consultabile sul sito dell’Ateneo (www.unitelma.it).
Riconoscimento di 30 crediti Formativi Universitari per coloro che hanno
già frequentato il “Master universitario di I livello in Management e funzioni
di coordinamento delle professioni sanitarie” presso l’università TEL.MA
Diploma di master
Il master prevede l’attribuzione di 60 crediti formativi. Al termine del corso e con la valutazione
dell’elaborato finale (project work) sarà rilasciato il diploma di master universitario di secondo livello in
“Management della formazione in ambito sanitario” con l’attribuzione di 60 crediti formativi universitari.
La scelta dell’argomento dell’elaborato finale sarà effettuata con riferimento ai moduli del Master.
FIALS Segreteria Generale Largo Angioli 12 – 72100 Brindisi Tel. 0831568356 Fax 0831564124 Sito: www. fials.it e‐mail: [email protected] UNITELMA UNIVERSITA’ TELEMATICA TELMA Via Santa Caterina da Siena n. 57 00186 Roma Tel. 06 69190798 www.unitelma.it 9
Maggio - Giugno 2014
no all’estero nei Paesi dell’Unione Europea (UE), Spazio Economico Europeo e Svizzera (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro
(solo parte greca e non turca), Croazia, Danimarca, Estonia,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi (Olanda), Polonia, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna,
Svezia, Svizzera, Ungheria) è sufficiente essere in possesso
della nuova TS-TEAM, Tessera Sanitaria - Tessera Europea di
Assicurazione Malattia.
La T.E.A.M. ha una validità di cinque anni e sarà automaticamente rinnovata.
BOLLETTE E FATTURE LUCE, GAS,
TELEFONO, ACQUA: QUANTO TEMPO
VANNO CONSERVATE?
La prescrizione dei pagamenti da effettuare periodicamente nell’anno o nella frazione di un anno è di cinque anni.
Le ricevute di pagamento delle bollette della luce, del gas e
del telefono vanno conservate per massimo cinque anni.
Dopo tale periodo possono anche essere buttate. Infatti, la
società erogatrice del servizio non può esigere pagamenti
più vecchi di cinque anni.
Se lo fa, l’utente può rilevare che tali crediti sono prescritti e, pertanto, non è tenuto a versare alcun importo. Il codice
civile [1] stabilisce che ogni diritto (di cui si può disporre) si
estingue se il titolare dello stesso non lo esercita per un certo
periodo di tempo. Il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni, e vale anche con riferimento alla conservazione
della documentazione.
La nuova tessera non contiene i dati sanitari e non sostituisce la tessera sanitaria attualmente in possesso del cittadino
che deve comunque essere conservata.
Il cittadino che non ha ancora ricevuto la Tessera Sanitaria
Europea può verificare lo stato di emissione della stessa
andando sul sito web dell’Agenzia delle Entrate o avere informazioni circa il mancato invio a un qualsiasi Ufficio delle
Entrate oppure chiamare il numero verde 800.030.070.
Per l’attivazione della tessera TEAM, la richiesta di duplicato e/o il certificato sostitutivo provvisorio occorre rivolgersi
agli sportelli amministrativi di scelta e revoca.
Paesi extra UE con i quali esistono accordi bilaterali
Argentina, Australia, Brasile, Capoverde, Bosnia Erzegovina,
Macedonia, Serbia - Montenegro, Principato di Monaco, San
Marino, Tunisia
Qualora ci si rechi in uno di questi Paesi, si può godere
dell’assistenza sanitaria solamente se si rientra nelle categorie e nelle situazioni previste dalle convenzioni. E’ dunque
opportuno informarsi presso l’ASL di residenza.
Tuttavia, vi sono casi in cui la legge dispone termini diversi
da quello ordinario, in base al tipo di atto e di documento. Per
quanto concerne le fatture di pagamento delle utenze domestiche (acqua, gas, luce, telefono), il termine è di cinque
anni dalla data di scadenza del pagamento [2].
Per chi non rientra nelle categorie e nelle situazioni previste
dalle convenzioni è consigliabile stipulare un’apposita polizza sanitaria prima della partenza.
Paesi extra UE con i quali non esistono accordi
bilaterali
Secondo la Cass. [3], anche per i tributi locali (v. tassa sui
rifiuti) il termine di prescrizione è di cinque anni, ma sul
punto non vi è molta chiarezza.
Infine, per il bollo auto il termine è di tre anni dalla data di
scadenza, anche se l’autovettura è stata venduta: tale termine, tuttavia, dev’essere considerato in pratica di quattro
anni, perché cade alla fine del terzo anno successivo a quello
in cui doveva avvenire il versamento.
Ogni prestazione sanitaria dovrà essere pagata interamente,
a costi che possono essere elevatissimi. Poiché non è previsto il rimborso è consigliabile stipulare un’apposita polizza
sanitaria prima della partenza.
Vista la complessità della materia è opportuno prima
di partire:
[1] Art. 2934 cod. civ.
[2] Poiché si tratta di pagamenti da effettuare periodicamente in
riferimento all’anno o alla frazione di anno, ai sensi dell’articolo
2948, n. 4, cod. civ.
[3] Cass. sent. n. n. 4283 del 23.02.2010.
COPERTURA
SANITARIA
ALL’ESTERO
In partenza per l’estero? Non dimenticate la Tessera
Sanitaria
Con la giusta informazione sanitaria si viaggia sereni
in Europa e in tutto il mondo.
Paesi Unione Europea (UE)
Per ottenere le cure necessarie per un temporaneo soggior
Informarsi presso l’Ufficio Assistenza Estero dell’ASL TO1
Consultare il sito www.salute.gov.it alla voce assistenza sanitaria all’estero, con la possibilità di simulare la propria situazione (“Se parto per”)
RICOVERI PRESSO CENTRI DI ALTISSIMA
SPECIALIZZAZIONE ALL’ESTERO
Per quanto riguarda il trasferimento per cure all’estero presso centri di altissima specializzazione, il
cittadino deve presentarsi
presso l’Ufficio Assistenza
Estero della propria ASL. La
richiesta di autorizzazione
presentata dal cittadino,
preventivamente al ricovero,
deve essere accompagnata da una motivata proposta del
medico specialista. La domanda, la proposta e l’eventuale
documentazione clinica, verranno trasmesse dall’Ufficio al
Centro Regionale di Riferimento Ospedaliero per la valutazione e l’eventuale autorizzazione. Per ulteriori approfondimenti, vista la varietà delle casistiche, consigliamo di rivolgersi all’Ufficio Estero.
10
Maggio - Giugno 2014
PRECARI SANITA’
NUOVA BOZZA DEL DPCM: SI AVVICINA LA
STABILIZZAZIONE DI 35.000 PRECARI DELLA
SANITÀ. CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO
PROROGATI AL 2016 Si tratta di un importante decreto che disciplina le procedure
concorsuali riservate alle assunzioni presso gli Enti del SSN
e prevede specifiche disposizioni per il personale dedicato
alla ricerca. Il nuovo testo torna all’esame del Ministero della
Salute e verrà esaminato dai Sindacati (presenti la FIALS,
FIALS Medici e FIALS Dirigenti) convocati in data 29 Maggio 2014. Il testo modificato rispetto a quello del dicembre
2013, prevede che, ferme restando le graduatorie dei
concorsi pubblici a tempo indeterminato, gli Enti, entro
il 31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato
del personale. Per tali bandi si dovrà tenere conto anche della riserva del personale del comparto sanità
e delle aree dirigenziali che alla data del 30 ottobre
2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre
anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti del
medesimo ambito regionale diversi da quello che indice la
procedura.
Le procedure concorsuali sono avviate, fermi restando
gli obiettivi di contenimento della spesa complessiva di personale, a valere sulle risorse assunzionali relative agli anni
2013, 2014, 2015 e 2016 anche complessivamente considerate, nel rispetto della programmazione del fabbisogno,
nonché, a garanzia dell’adeguato accesso dall’esterno, nel
limite massimo complessivo del 50%, in alternativa a quelle
di cui all’art. 35, comma 3- bis, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165 o in maniera complementare purché nel
limite della predetta percentuale. Si specifica che l’avvio di
queste procedure deve poi tener conto anche del blocco del
turnover e degli eventuali vincoli assunzionali presenti nelle Regioni sottoposte a Piani di rientro”. Il decreto esprime
la possibilità di stabilizzazione per chi ha un lavoro precario
non solo a tempo determinato, ma anche con contratto di
collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di
lavoro flessibile o con convenzioni. Poi il richiamo alla legge
125/2013, nella parte in cui si specifica che il Dpcm disciplina le procedure concorsuali per l’assunzione «a livello di
ciascun profilo riservate indette dagli Enti del Servizio sanitario nazionale. Inoltre viene stabilito che gli Enti, entro il
31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali
per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato del
personale.
Le procedure concorsuali sono riservate al personale del
comparto sanità nonché a quello appartenente alle aree
dirigenziali in servizio a tempo determinato da almeno tre
anni, anche non continuativo, nel quinquennio anteriore alla
data di entrata in vigore della Finanziaria 2007 e al personale
che al 30 ottobre 2013 abbia maturato nel quinquennio. Per
quello che concerne il personale dedicato alla ricerca, sono
ammessi alle procedure concorsuali tutti coloro che hanno
un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato dedicato alla ricerca in sanità. Tutti coloro che con tale contratto, hanno maturato alla data di pubblicazione della legge
n. 125 del 30 ottobre 2013, nell’ente che intende effettuare
le procedure concorsuali, o in altri enti del Servizio Sanitario regionale, almeno tre anni di servizio, potranno essere
prorogati fino al completamento delle medesime procedure
concorsuali e non oltre il 31 dicembre 2016.
TRATTATIVA SUL DPCM PER LA STABILIZZAZIONDEI PRECARI IN SANITA’. RINVIO AL 3 GIUGNO Purtroppo è stata rinviata a martedì 3 giugno la trattativa del
29 maggio presso il Ministero della Salute riferita alla definizione delle regole, tramite un DPCM, per la stabilizzazione
dei precari in sanità. Come abbiamo già riferito, la nuova
bozza del DPCM redatta successivamente al parere del MEF
e della Funzione Pubblica, non risolve minimamente la stabilizzazione del personale precario ma anzi lo aggrava con
forti ripercussioni sui livelli essenziali di assistenza. Lacci e
lacciuoli sono stati posti dal MEF che vanno ad annullare le
linee guida del 10 febbraio del 2011 della Conferenza delle
Regioni e delle Province Autonome e dalla Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative regionali che consentivano alle Regioni, nell’ambito della propria programmazione
finanziaria, di garantire obiettivi di risparmi complessivi con
la possibilità di investirli sulle spese di personale anche con
percentuali di risparmio in misura diversa rispetto a quelle
previste. Ma le penalizzazioni più drammatiche, riportate
nella nuova bozza del nuovo DPCM, dichiara il Segretario
Generale della FIALS,Giuseppe Carbone, sono quelle riservate alle Regioni con piani di rientro che non avranno alcuna
possibilità, stante le scarse risorse economiche e la impossibilità alle assunzioni a stabilizzare il personale precario.
Per la FIALS resta irricevibile e da ritrasmettere al mittente
la nuova versione del DPCM. Nella riunione del 3 giugno, la
delegazione FIALS, conclude Carbone, non solo segnalerà il
disaccordo ma chiederà una inversione e correzione del testo
per la stabilizzazione dei precari e per non esporre il servizio
sanitario nazionale ad una interruzione dei servizi erogati.
LAVORO NOTTURNO
Lavoro notturno, rischio danni a lungo termine
Il lavoro notturno getta il corpo nel caos e potrebbe
causare danni alla salute a lungo termine. Uno studio
che arriva dalla Gran Bretagna, a cura dei ricercatori
dello Sleep Research Centre del Surrey. C’è più rischio
di diabete e attacchi cardiaci
Il lavoro notturno getta il corpo nel caos e potrebbe causare danni alla salute
a lungo termine,
avvertono i ricercatori dello Sleep Research Centre del
Surrey (Gb) sulla
rivista ‘Proceedings
of the National Academy of Sciences’.
Già in passato era stato dimostrato che svolgere il proprio
mestiere dopo una certa ora comporta tassi più alti di diabete di tipo 2, attacchi cardiaci e cancro. Ora gli scienziati
britannici hanno scoperto che il lavoro notturno turba il nostro organismo a un livello molecolare ancora più profondo.
Il corpo umano ha un proprio ritmo naturale, il noto ‘orologio
biologico’ che fa in modo che si dorma la notte e si sia attivi
durante il giorno.
Questo consente che si regolino correttamente gli ormoni,
la temperatura corporea, le capacità atletiche, l’umore e la
funzione del cervello. Lo studio ha seguito 22 persone il cui
corpo è stato ‘sconvolto’ dal passaggio a un stile di vita normale a quello di un lavoratore assegnato al turno di notte.
Gli esami del sangue hanno mostrato che normalmente il 6%
dei geni sono ‘settati’ per essere più o meno attivi in momenti specifici della giornata. Ma dopo che i volontari hanno
lavorato tutta la notte, “oltre il 97% dei geni sono andati fuori sincronia e questo spiega anche perché ci sentiamo così
male per il jet lag dovuto a un lungo viaggio, oppure se dobbiamo lavorare a turni irregolari”, spiega Simon Archer, uno
dei ricercatori dell’Università del Surrey. Secondo gli esperti
tutti i tessuti del corpo hanno il loro ritmo quotidiano, ma con
i turni di notte questo viene ‘scombussolato’, con il cuore che
lavora in modo non sincronizzato ai reni, per esempio, o al
cervello. “E’ come vivere in una cosa dove c’è un orologio
che segna un’ora diversa in ogni stanza, cosa che ovviamente porta al caos”, spiegano, puntualizzando che anche se il
loro è uno studio a breve termine, “si può immaginare cosa
questo possa comportare per la salute”.
Fonte: Adnkronos Salute
11
Maggio - Giugno 2014
SERVIZIO
CONCORSI FIALS
Vi ricordiamo che nel nostro sito www.fials.it oltre a trovare molte interessanti ed utili notizie è presente e scaricabile
direttamente sul vostro PC e/o smatphone il SERVIZIO CONCORSI FIALS, cioè l’elenco di tutti i concorsi per tutti i profili
professionali del comparto, della dirigenza medica e della
dirigenza non medica emessi da tutte le ASL italiane.
L’aggiornamento dei concorsi avviene, di norma, ogni 2 settimane. Dall’inizio dell’anno sono già 18 gli aggiornamenti.
La Segreteria Nazionale FIALS
SENTENZE
ASSENZA DEL LAVORATORE MALATO DAL
DOMICILIO: LEGITTIMA IN CASO DI E
MERGENZA
Con l’interessante ordinanza n. 2047 del
30 gennaio 2014, la
Suprema Corte ha affermato che l’assenza
del lavoratore ammalato dal domicilio e la
mancata
preventiva
comunicazione dell’allontanamento al suo
datore di lavoro è legittima, ove si accerti la
recrudescenza della patologia che rende indifferibile l’uscita
dall’abitazione per recarsi dal medico curante e impraticabile
la preventiva comunicazione dell’assenza al datore di lavoro.
Il caso trae origine dall’accoglimento da parte del giudice
di gravame dell’appello proposto da un lavoratore nei confronti del suo datore di lavoro, con cui era stato chiesto di
restituire la somma di poco più di 600 euro, trattenutagli per
essere risultato assente dal domicilio in sede di visita di controllo durante la fascia oraria di reperibilità nonché l’annullamento della sanzione disciplinare dell’ammonizione scritta
irrogata per non aver preventivamente avvisato la società
dell’allontanamento dal domicilio durante detta fascia oraria
di reperibilità.
Il datore di lavoro, però, decideva di ricorrere per cassazione,
sostenendo, anzitutto, che il dipendente era decaduto dal
diritto al trattamento economico di malattia per il periodo
di dieci giorni per essere risultato assente alla visita domiciliare di controllo senza giustificato motivo; in secondo luogo,
che, sul piano disciplinare, la norma del C.C.N.L., in caso di
assenza del lavoratore dal lavoro per malattia, sanziona, in
mancanza di idonea giustificazione, l’ipotesi di assenza dal
domicilio in sede di visita di controllo, senza la preventiva
comunicazione della stessa alla società.
La Cassazione ha, però, dato ragione al dipendente, ritenendone giustificata l’assenza dal domicilio, in ragione dell’urgenza indotta dall’improvviso acutizzarsi della patologia dolorosa che aveva reso indifferibile l’uscita dall’abitazione
per recarsi dal medico curante e impraticabile la preventiva
comunicazione dell’assenza alla datrice di lavoro.
Di estremo interesse le conseguenze pratiche della sentenza,
in quanto la Corte di Cassazione chiarisce inequivocabilmente che non è sufficiente, per sanzionare il dipendente ammalato, assente dall’abitazione nella fascia oraria di reperibilità,
che questi non abbia comunicato tempestivamente di doversi allontanare, in quanto ove l’irreperibilità del dipendente,
nella fascia oraria, sia dovuta a un’emergenza provocata dalla recrudescenza della malattia che lo obblighi ad andare di
corsa dal medico curante, questi non può essere sanzionato
né può essere trattenuto il relativo trattamento economico
(v. art. 5, comma 14, legge 11 novembre 1983 n. 638).
INDENNITA’ DI RICHIO RADIOLOGICO.
INTERVENTO DELLA CORTE DEI CONTI
PERCHE’ PERCEPITA ILLEGITTIMAMENTE
Con atto di citazione la competente Procura Regionale presso
la Corte dei Conti chiamava in giudizio alcuni medici dipendenti per sentirli condannare al pagamento in favore dell’Erario di una somma superiore ad euro 30 mila.
Secondo la Procura, il danno erariale derivava dall’avere il
dipendente ottenuto anche grazie ad un collega l’indennità e il congedo annuale per rischio radiologico in assenza
delle condizioni previste dalla
legge. La Procura riportava una
se rie di rilevamenti effettuati
dai Carabinieri. Nella sostanza,
i NAS accertavano che la dipendente aveva fruito dei benefici
connessi all’esposizione al rischio radiologico senza che la
certificazione che la riguardava
fosse veritiera. Per poter fruire
dell’indennità di rischio radiologico è richiesto di avanzare
specifica istanza, compilando e
firmando un apposito modulo, che viene poi controfirmato
dal responsabile. In tale documento sono riportate le mansioni che comportano esposizione a radiazioni ionizzanti, la
frequenza delle stesse e se tale attività viene eseguita nelle
cosiddette “zone controllate”.
In giurisprudenza si è anche affermato che per il personale sanitario diverso dai medici e dai tecnici di radiologia è
necessario (ed imprescindibile) un accertamento sulle singole situazioni concrete (modalità e orario di lavoro, intensità dell’esposizione) a cura della apposita Commissione, che
deve procedere all’accertamento basandosi su dati formali
certi, quanto alla rilevazione e all’interpretazione, e idonei a
rappresentare con continuità il concreto svolgimento dell’attività degli interessati comportante una esposizione (anche
non continuativa) alle radiazioni ionizzanti, gravando su di
essa la responsabilità degli esborsi conseguenti all’eventuale riconoscimento dei presupposti per l’attribuzione dell’indennità. Nel caso specifico l’azienda sanitaria, discostandosi
dalla giurisprudenza citata, aveva erogato detti benefici e
riconosciuto il congedo aggiuntivo senza che fosse intervenuto l’accertamento tecnico della Commissione. In ogni caso
la dipendente è stata condannata al risarcimento del danno
a titolo di dolo.
La versione integrale della sentenza è disponibile sul
sito www.fials.it
CASSAZIONE, OBBLIGO DI INTERVENTI E
MISURE DIFFERENZIATE NEL PRONTO
SOCCORSO
Nel considerare gli obblighi gravanti sul medico e sulla struttura sanitaria, occorre considerare il tipo di struttura alla
quale ci si rivolge e la patologia prospettata dal paziente.
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Maggio - Giugno 2014
Nel caso si acceda ad
un Pronto Soccorso, non
si può prescindere dal
considerare il tipo di urgenza rappresentata dal
paziente, qualificata nella
sua gravità dai medici del
pronto soccorso, ma in relazione alla cui tipologia si
ha ragione di pretendere
dalla struttura ospedaliera che vengano realizzati
interventi e misure differenziate.
Non solo il profilo terapeutico è differente a seconda della
patologia lamentata dal singolo paziente che si presenta al
pronto soccorso, ma necessariamente differenziato deve
essere anche l’atteggiamento di protezione che la struttura
deve svolgere fin dal primo intervento.
Non appare pertanto idonea ad escludere l’inadempimento
della struttura sanitaria di pronto soccorso, nel vigilare sulla sicurezza di paziente psichiatrica in menomate condizioni
di intendere e volere, la circostanza che questa sia lasciata
sola in una stanza d’ospedale, affidata esclusivamente alla
vigilanza di una parente.
La versione integrale della sentenza è disponibile sul
sito www.fials.it
CASSAZIONE CIVILE, NULLITÀ DEL
PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE PER DIFETTO
DI MOTIVAZIONE
Il fatto
Un dentista ha proposto ricorso contro la decisione della
competente Commissione Odontoiatri che aveva irrogato nei
suoi confronti la sanzione disciplinare della “cesura” per violazione dei doveri inerenti alla professione medica in relazione ad un volantino pubblicitario diffuso dalla struttura in cui
rivestiva il ruolo di Direttore sanitario.
La CEPPS chiamata a decidere la questione ha rigettato il
ricorso e il sanitario ha agito dinanzi alla Suprema Corte.
Profili giuridici
La Corte di Cassazione ha evidenziato che il provvedimento
sanzionatorio
impugnato è del tutto
carente di motivazione ed è quindi
radicalmente nullo.
La necessità della motivazione dei
provvedimenti in genere è un principio
cardine nel nostro
ordinamento giuridico e, ancor più in
generale dello Stato moderno inteso
come Stato di diritto. L’obbligo di motivazione in linea generale trova il suo
fondamento nelle norme di legge che regolano le varie tipologie di processo: civile, penale, amministrativo, disciplinare,
tributario, arbitrale. Vi sono tuttavia particolari norme che
prevedono siffatto obbligo espressamente per determinati
settori. Nella fattispecie tale obbligo è previsto dal D.P.R. 5
aprile 1950, n. 221, art. 47 (Approvazione del regolamento..
sulla ricostituzione degli Ordini delle Professioni sanitarie e
per la disciplina dell’esercizio delle professioni stesse) che
commina la nullità del provvedimento che infligge la sanzione disciplinare se non contiene “l’esposizione dei motivi”.
La versione integrale della sentenza è disponibile sul
sito www.fials.it
DALLE SEDI
REGIONALI E
PROVINCIALI FIALS
FIALS LAZIO 1: FIALS SODDISFATTA PER
CONDANNA ANTISINDACALITA’ REGIONE
“Ci diciamo pienamente soddisfatti per la condanna inflitta alla Regione Lazio dalla I sezione del Tribunale civile di
Roma che descrive il comportamento della Regione Lazio come antisindacale non avendo convocato al tavolo di concertazione, per la stesura definitiva dell’accordo sul precariato, la Nostra
Organizzazione”.
Lo dichiara in una nota la Segreteria provinciale di Roma di FIALS specificando anche l’importanza del tavolo regionale. “Avremmo dovuto partecipare e quindi sottoscrivere il Verbale di accordo per il superamento del
precariato in Sanità, documento che è stato firmato da altre organizzazioni il 5 dicembre 2013, ma così non è stato. Infatti – si precisa nella nota
– “La FIALS si duole dell’antisindacalità della condotta della Regione Lazio
nell’aver sottoscritto con le sole altre Organizzazione sindacali un verbale
di accordo definitivo, in data 05 dicembre 2013, relativo al personale precario nell’ambito della sanità, omettendo di convocare preventivamente o
comunque consultare l’associazione sindacale ricorrente”.
“L’esclusione della FIALS da una successiva fase di trattative finalizzate
alla modifica di una bozza di accordo raggiunto, anche, con la suddetta
Organizzazione non può che considerarsi ingiustificatamente discriminatoria nei confronti della FIALS, ricorrente, e potenzialmente lesivo della
sua capacità di negoziazione e della sua credibilità nei confronti degli
iscritti – aggiunge la nota -. Per questo il Tribunale, alla quale ci siamo rivolti per la grave lesione subita, ha ritenuto che la condotta della Regione
Lazio debba ritenersi antisindacale in quanto oggettivamente adottata in
violazione degli obblighi di correttezza e buona fede che, ai sensi dell’art.
1337 codice civile , vincolano qualsiasi trattativa contrattuale ivi compresa quella adottata in sede sindacale.
Pertanto il Giudice del Lavoro accoglie il ricorso della FIALS visto l’ art. 28
Statuto dei Lavoratori e condanna la Regione Lazio per condotta antisindacale”. “Nel verbale in questione veniva annunciata l’adozione, in ambito sanitario, di una serie di misure finalizzate al graduale superamento
del precariato, tra cui la proroga o il rinnovo di contratti di lavoro a tempo
determinato o di contratti di collaborazione e l’introduzione di vincoli finalizzati ad evitare l’uso improprio dei rapporti di lavoro flessibile e le parti
concordavano la definizione di standard ‘quanti-qualitativi’ del personale
di ruolo l’istituzione di un tavolo congiunto di verifica della situazione del
personale – conclude la nota FIALS -. Tanto con riferimento ai lavoratori a
tempo indeterminato che con riferimento ai contratti di lavoro precario.
Temi tutti di cui ci stiamo occupando da anni e ce sono centrali per la
nostra linea di azione e di tutele dei lavoratori”. FIALS LAZIO 2: LA REGIONE CONCORDI NUOVO
PIANO OPERATIVO CON NOI
“Il programma operativo che vorrebbe rivoluzionare il settore sanitario
e assistenziale deve essere presentato e concertato con le parti sociali.
Soprattutto nel caso specifico in cui le strutture saranno chiuse, ristrutturate, accorpate e riorganizzate. Tutto questo fino a oggi non è stato fatto:
FIALS non ha ricevuto alcuna convocazione tantomeno il documento sottoscritto dal commissario Zingaretti. Non per questo non l’ha letto, studiato e commentato. Tutt’altro. Ci accingiamo infatti a rilevare parecchie
criticità su interventi, modalità e tempistica”.
Lo dichiara in una nota la Segreteria provinciale di Roma commentando il
Programma Operativo 2013-2015 che il presidente del Lazio e commissario ad acta per il rientro dal debito Nicola Zingaretti ha sottoscritto negli
ultimi giorni e notificato a Mef e ministero della Salute. “Sarebbe irragionevole infatti per la Regione procedere con la chiusura di taluni presidi e
non avviare tavoli appositi per la mobilità dei dipendenti.
Senza contare che il riordino messo su carta dal presidente Zingaretti
contempla solo tagli, accorpamenti e chiusure. Primo fra tutti – precisa
la nota - l’accorpamento dell’Asl Roma A con l’Asl Roma E e la riduzione
dell’ospedale San Filippo Neri a mero presidio. Unificando le tre entità si
andrà incontro solo a un esiguo risparmio sugli emolumenti dei vertici
apicali. Ma non è questo il risparmio di cui il Lazio ha bisogno per rientrare
del deficit”. “Diversamente – prosegue la nota - non sono previste affatto
le riconversioni delle strutture in chiusura in case della salute. Vale a dire
che le case della Salute non sono ancora diventate realtà. Specificatamente per quanto riguarda il presidio Nuovo Regina Margherita declassato da ospedale e pronto soccorso otorino nel 2008 a punto di primo
soccorso, oggi, lo ritroviamo nel piano del governatore da riconvertire
di nuovo. Altrettanto si parla di ridare una nuova destinazione d’uso al
Forlanini quando questa struttura è sotto stretto vincolo architettonico e
funzionale. Similmente troviamo poco proponibile l’accorpamento dei tre
grandi Irccs: Spallanzani che si occupa di malattie infettive, del centro dei
tumori Regina Elena e del San Gallicano.
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Preoccupante anche la chiusura degli Ospedali Riuniti di Albano e Genzano e dell’ospedale Luigi Spolverini di Ariccia che potrebbe avvenire prima
che il nuovo Ospedale dei Castelli venga edificato. Insomma in definitiva
non vediamo garanzie nella programmazione né verso i cittadini utenti né
verso i lavoratori. Non crediamo infatti che queste chiusure e accorpamenti porteranno risparmi piuttosto invece tagli all’offerta e conseguente
sminuimento della qualità e dell’eccellenza. Restano in piedi le consulenze, i contratti fiduciari e le collaborazioni eccezionali in campo non sanitario che sono il vero dispendio di risorse dal quale invece – conclude la
nota - si dovrebbe uscire per ritrovare un po’ di serenità gestionale ed
economica. Aspettiamo a questo proposito che il governatore ci dia conto
delle nostre affermazioni”.
FIALS LOMBARDIA: LA REGIONE PRESENTA
LA PROPOSTA PER LE RISORSE
AGGIUNTIVE. LA POSIZIONE DELLA FIALS
Si è concluso, da poco, l’incontro di trattativa all’Assessorato
Regionale alla Salute con le OO.SS., di cui la FIALS Regionale, per la definizione dell’accordo relativo agli obiettivi delle risorse aggiuntive regionali
anno 2014 (RAR).
La Direzione Generale Regionale Sanità, ha formulato alla parte sindacale, in sintesi richiamata, la seguente proposta:
- parte economica: la disponibilità di un fondo regionale per le RAR pari
al 65% delle risorse rispetto all’anno 2013;
- parte normativa obiettivi da raggiungere a livello aziendale: n.
6 specifici macro obiettivi regionali, di comune rilevanza per Dirigenza e
Comparto, il cui sviluppo dovrà avvenire nel secondo semestre dell’anno
2014;
- ulteriore parte economica per l’anno 2014 (residuo max 35% RAR
2013): fermo restando il non superamento del tetto massimo delle quote
annue definite nell’accordo RAR del 2013 legato a progetti che comportino un effettivo contenimento dei costi di tutto il personale in servizio (qualsiasi tipologia di rapporto di lavoro).
L’ipotesi dell’accordo regionale, per le RAR 2014, - max valore economico
65% del valore del 2013 - prevede il seguente cronogramma:
- le Aziende Sanitarie, entro e non oltre il 31 luglio 2014, sono tenute
a definire, previa contrattazione integrativa con le OO.SS. di ciascuna area negoziale, progetti aziendali, di loro competenza, tenendo
ben presente i tre macro obiettivi regionali da raggiungere. Gli stessi
saranno validati dal Nucleo di Valutazione o Organismo Indipendente di
Valutazione, sempre a livello aziendale, e non necessitano di trasmissione
alla Direzione Generale Sanità;
- i progetti aziendali ed i relativi obiettivi da raggiungere, devono,
obbligatoriamente, essere partecipati a tutti i singoli dipendenti in
modo che gli spessi siano, preventivamente, responsabilizzati sul raggiungimento degli stessi;
- gli obiettivi di ciascun progetto aziendale devono essere tarati in
rapporto alla competenza e responsabilità di ciascuna unità operativa e
degli stessi operatori in attività;
- i progetti ed obiettivi, definiti in contrattazione integrativa aziendale,
devono contenere gli specifici indicatori riferiti al raggiungimento dei medesimi obiettivi e i criteri di valutazione di ciascun dipendente coinvolto.
Questi ultimi dovranno tener conto anche dell’apporto dato da ogni singolo dipendente all’interno dell’équipe di cui fa parte;
- ogni singolo progetto aziendale deve essere presentato ai dipendenti interessati e gli stessi, obbligatoriamente,attraverso il sistema delle relazioni sindacali, devono essere monitorati attraverso
una verifica intermedia ( per eventuali correttivi) e finale;
- ogni dipendente, nessuno escluso, deve essere coinvolto nei progetti obiettivi aziendali;
Quote economiche da distribuire ai singoli dipendenti e diverse professionalità: la proposta regionale, in sintesi prevede:
- singolo dipendente: attribuzione di una quota RAR;
- personale infermieristico: ulteriore quota da sommare a quella del
punto precedente;
- personale turnista: ulteriore quota aggiuntiva.
Tempistica distribuzione quote RAR 2014, previa verifica del Nucleo
di Valutazione o O.I.V. aziendale del raggiungimento degli obiettivi:
- settembre 2014: erogazione di una quota pari al 50% dell’importo dovuto;
- febbraio 2015: saldo RAR 2014.
L’accordo delle RAR 2014 ha durata fino al 31 dicembre 2014.
Sintesi dei macro obiettivi regionali proposti nell’accordo e da concretizzare e configurare, a livello di ciascuna Azienda, previa contrattazione
integrativa:
A. riferiti alle Aziende Ospedaliere e le Fondazioni IRCCS di diritto pubblico:
1. Controllo delle infezioni correlate all’assistenza;
2. Promozione delle azioni di prevenzione per tutte le fasce di età, volte
a sostenere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute con particolare
riferimento a sana alimentazione, stile di vita, cessazione tabagica;
3. Revisione dei protocolli di pronta disponibilità – guardia igienica per
manente aziendali e verifica dell’efficienza dell’attivazione: effettuazione
di simulazione nei differenti scenari.
B. Riferiti alle Aziende Sanitarie Locali:
1. Promozione delle azioni di prevenzione per tutte le fasce di età volte
a sostenere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute con particolare
riferimento a sana alimentazione, stile di vita, cessazione tabagica;
2. Promozione delle attività di promozione e controllo: perseguimento
di livelli aziendali adeguati ed omogenei per le prestazioni di prevenzione;
3. Razionalizzazione delle risorse strumentali: definizione ed adozione di
procedure aziendali, nel rispetto della normativa sulla tutela della privacy,
tese al miglioramento del livello di economicità dei sevizi attraverso la
diminuzione dell’utilizzo degli strumenti tradizionali di lavoro attraverso
il maggior utilizzo dei dispositivi informatici, con relativa evidenza della
semplificazione attuata.
Per quanto attiene, invece, gli ulteriori progetti aziendali, riferiti alla
quota max 35% delle risorse RAR 2013 - fermo restando il non superamento del tetto massimo delle quote annue definite nell’accordo RAR del
2013 legati ad obiettivi che comportino un effettivo contenimento dei
costi di tutto il personale in servizio (qualsiasi tipologia di rapporto
di lavoro), gli stessi:
· dovranno essere predisposti dalle singole relative aziende, entro e
non oltre il 30 settembre 2014, previo confronto negoziale con le OO.SS.
di ciascuna area negoziale;
· dovranno essere preventivamente validati dal Nucleo di Valutazione
o O.I.V. aziendale e dallo stesso Collegio dei Revisori dei Conti e certificati
a consuntivo;
· la predetta certificazione, unitamente ad una dichiarazione di
ciascun Direttore Generale di azienda Sanitaria, dovrà essere inviata ai
competenti uffici regionali per l’autorizzazione.
L’ipotesi di accordo, per quanto attiene questi ultimi progetti, non definisce alcun crono programma circa le fasi di pagamento delle quote ai
dipendenti. Un aspetto che certo non sfugge alla FIALS.
Proprio sugli aspetti degli ulteriori progetti aziendali, il Segretario Regionale della FIALS, Roberto Gentile, non solo ha chiesto alla Direzione Generale Sanità di riscrivere la parte relativa al 35% per meglio “ponderarla
sul territorio e quindi presso i vari Enti”, ma soprattutto ha dichiarato
irricevibile la decurtazione del 35% del fondo RAR 2014 che abbatterebbe la quota dei singoli dipendenti rispetto al 2013, in un momento
in cui tutti gli operatori non hanno un rinnovo contrattuale dal 2010 con
un impoverimento totale delle retribuzioni, ma anche perché si vuole costringere tutti i singoli dipendenti ad un lavoro “a cottimo” sviluppando ulteriori progetti aziendali tesi all’obiettivo del contenimento del costo del
personale che, in somma sintesi, vuole dire minore personale,nessuna
sostituzione di personale proprio nel periodo delle ferie, nessuna assunzione, a fronte di una attività quotidiana maggiore.
A tutto ciò si collega, anche, ha proseguito Gentile, il recente decreto
“Renzi” che ha concesso solo ad una minima parte di dipendenti i famosi
80 euro mensili creando ulteriori demotivazioni per la maggior parte dei
professionisti e dipendenti. Un gioco al massacro che certo non ci vede in
linea con gli obiettivi regionali RAR 2014.
La FIALS ha chiesto alla Regione di rivedere le proprie posizioni. La trattativa è stata aggiornata a data da definirsi. Rimane per la FIALS lo stato
di agitazione.
FIALS BERGAMO: LA FIALS PROCLAMA LO
STATO DI AGITAZIONE
Al sig. Prefetto della provincia di Bergamo
ill.ma Dott.ssa Francesca Ferrandino
R.R n.13492319636-1
Alla direzione provinciale del Lavoro
di Bergamo
via Ermete Novelli, 2 - Bergamo
R.R n.12769355261 -5
Al Direttore Generale A.S.L di Bergamo
Gent.ma Dott. Mara Azzi
RR n. 13170654850 -1.
Pc. Alla Segreteria Nazionale FIALS
Al Segretario Responsabile FIALS Lombardia
Egr. Dott. Roberto Gentile.
Loro Sedi :
Oggetto: Proclamazione dello stato di agitazione presso l’A.O Bolognini
di Seriate.
Uso irregolare e difforme delle prestazioni lavorative imposte al
personale dipendente afferente all’area Medica
e del Comparto.
Visti gli inutili e numerosi tentativi da noi espletati per sensibilizzare la dirigenza aziendale al rispetto delle norme contrattuali e
delle Leggi vigenti che disciplinano il rapporto di lavoro del personale dipendente, contemplate nell’art. 2103 c.c., e dall’ art. 52 del testo unico 165/2001, nonché dall’art 13 dello Statuto dei lavoratori.
Nel constatare, che le nostre legittime richieste sulla questione in oggetto
sono a tutt’oggi rimaste inascoltate, anzi oserei dire la situazione evidenziata come già insostenibile è peggiorata, ci vediamo costretti, nostro mal
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grado, ad intraprendere le iniziative di lotta previste dalle norme vigenti.
A tal fine la segreteria provinciale della Federazione Italiana Autonomie
Locali e Sanità della provincia di Bergamo, a seguito del mandato accordatoci da numerosi lavoratori si vede costretta ad intraprendere le iniziative
di lotta previste dall’articolo 2 comma 11, della legge n. 146 e successive
modifiche ed integrazioni, proclamando lo stato di agitazione. Contestualmente si richiedere all’ufficio ispettivo della D.P.L di Bergamo, nonché all’ufficio controllo e qualità della ASL della provincia di Bergamo una ponderata e puntale verifica ricognitiva di quanto portato alla nostra conoscenza.
L’iniziativa è richiesta dall’ormai cronica carenza di personale, dove,
per garantire almeno i livelli minimi d’assistenza quantificata in Lea
minuti, vengono imposte al personale dipendente prestazioni lavorative, che vanno ben oltre la soglia massima consentita legalmente.
Le turnazioni di pronta disponibilità, in alcuni casi arrivate ad essere 15/20
al mese, vengono espletate continuative in aggiunta al normale orario di
lavoro (specialmente risulterebbe questo accadere nelle camere operatorie) e sui riposi.
Il personale infermieristico, quello tecnico e quello medico, in alcuni casi
ha oltre 2000 ore straordinarie accumulate, dove fisiologicamente è impossibile si possa riuscire a smaltire e neanche ad essere riconosciuta la
corresponsione economica. (A tal proposito il Tribunale di Bergamo con
sentenza n. 973/2011 ha condannato l’A.O Bolognini).
Ulteriori prestazioni lavorative vengono espletate con il sistema premiante o incentivante, rientri urgenti ecc. ecc.
La nostra fondata preoccupazione è legata essenzialmente ai termini di
prevenzione e sicurezza sia per gli utenti, che per il personale dipendente
sottoposto a serio rischio di errori contravvenendo ai basilari principi del
total management quality e della disciplina di risoluzione dei problemi
nota come risk cause analysis.
Basti citare l’antipaticissima vicenda della paziente di Foresto Sparso, soccorsa dal 118 viene portata al PS di Seriate, dopo una prima visita viene
inviata a fare gli accertamenti radiografici dove le veniva diagnosticata la
frattura del tronchiate omerale scapolo omerale alla spalla destra, rimanendo inascoltati i dolori lancinanti avvertiti alla spalla sinistra dalla paziente. Veniva medicata applicando un apposito tutore alla spalla destra.
Fin qui se tutto possa sembrare ancora “normale” giova ricordare che
altermine dei dieci giorni prescritti, la malcapitata paziente in occasione
della visita di controllo, con sommo stupore apprese dal personale medico
che la spalla fratturata non era la destra, bensì la sinistra. Serve anche
forse ricordare della giovane paziente psichiatrica in fase acuta, gettatasi
dalla finestra dei locali del reparto dove era ricoverata, della stessa sorte
accaduta ad una paziente ricoverata presso il centro Alzheimer di Gazzaniga, che dire dell’infermiera dipendente gettatasi dal quarto piano, o del
giovane medico deceduto in ospedale per cause a noi del tutto sconosciute.
Purtroppo questi sono solo alcuni episodi portati a conoscenza dell’opinione pubblica dalla stampa locale e c’è da sperare ulteriori eventi non siano
rimasti nascosti o erroneamente ricondotti ad altre cause.
Questi spiacevoli episodi sono dovuti alla fatalità, risponderanno le menti
più acute, questo però non esclude di lasciarci ritenere legittimo a questo
punto chiedersi del perché avvengono queste fatalità? come è possibile
che un personale altamente qualificato e preparato possa incorrere in errori diagnostici di tale portata?; siamo sicuri che le inidonee disposizioni
organizzative, che impongono eccessivi carichi di lavoro non possano essere concause in formulare tali errori diagnostici. Forse anche concausa
di azioni tanto estreme e irreparabili? Preme inoltre evidenziare come tale
organizzazione esponga gli inconsapevoli operatori tecnici a notevoli responsabilità civili e penali nel malaugurato caso di verificarsi di possibili
errori clinici, non solo; espone altresì la stessa amministrazione ospedaliera a serio rischio di rilevanti richieste risarcitorie per non avere messo in
atto idonee condizioni lavorative in sicurezza e salubrità la cui mancanza
di adeguate misure si traduce nel porre il personale tutto ad eccessivi carichi di lavoro di vario genere, nonché turnazioni di P.D., in palese violazione
delle disposizioni contrattuali che dispongono:
-
i turni di PD possono essere svolti per sei giorni al mese;
-
non può durare più di 12 ore e non possono essere svolti più
turni consecutivi;
-
non possono svolti nei giorni feriali in orari diurni, ma bensì
dalle ore 22 alle ore 6.
-
il dipendente che svolge la P.D. nella giornata festiva ha diritto
a un giorno di riposo compensativo.
Numerose sentenze della magistrature Italiana si sono espresse in tal senso, sia consentito citarne alcune: Tribunale di Milano: Sentenza n. 2210 del
18 /06/2006; Tribunale di Milano: Sentenza n. 89 del 14/11/2007; Tribunale
di Milano: Sentenza n. 11869 del 3/05/2007; Tribunale di Milano: Sentenza
n.170 del 26/10/2006; Tribunale di Bari: Sentenza n. 1476 del 2/10/2006;
Tribunale di Rimini: Sentenza n. 320 del 4/10/2012.
Lo stesso Tribunale di Milano con sentenza n. 89 del 14/11/2007 e sentenza n. 2210 del 18/06/2006 ribadiscono inoltre, che neppure i sindacati
possono siglare accordi aziendali per derogare l’articolo 7 comma 6 del
CCNL 2001 comparto Sanità che regola l’istituto della P.D..
Ma non solo, la stessa Direzione Generale Sanità della Lombardia, alla
luce delle numerose sentenze pronunciate è dovuta intervenire, invitando
tutte le Aziende Ospedaliere ad attenersi ad una turnistica programmata
come dalle indicazioni contrattuali e del D.lgs. n. 66 dell’8/04/2003.
Per quanto sopra evidenziato, la scrivente Segreteria Provinciale, invita
pertanto formalmente gli organismi preposti in indirizzo ad accertare le
anomale e preoccupanti condizioni di lavoro esistenti presso la Bolognini
di Seriate. Successivamente si invita il massimo organo di Governo della Provincia di Bergamo ad attivare la procedura di raffreddamento dei
conflitti.
Nell’attesa di cortese riscontro scritto, si porgono vigili e distinti saluti.
Il segretario Provinciale FIALS
Alfredo De marchi.
FEDERAZIONE ITALIANA AUTONOMIE LOCALI E SANITA’
FIALS CASERTA: ORGANIZZAZIONE DEL
LAVORO AL “MOSCATI”, LA PROTESTA DEI
SINDACATI
Protestano i rappresentanti sindacali dell’ospedale “Moscati” per
la mancanza di riscontro delle osservazioni presentate alla direzione sanitaria in merito all’organizzazione del lavoro.
Per gli esponenti di CGIL-Fp, UIL-Fpl, FIALS e UGL il mancato confrontoProtestano i rappresentanti sindacali dell’ospedale “Moscati” per la mancanza di riscontro delle osservazioni presentate alla direzione sanitaria in
merito all’organizzazione del lavoro. Per gli esponenti di CGIL-Fp, UIL-Fpl,
FIALS e UGL il mancato confronto creerebbe problematiche circa il corretto
funzionamento dei servizi. Da qui la necessità di segnalare il problema alla
Direzione Generale dell’Asl.
“Il sindacato – si legge nella nota trasmessa anche alla direzione sanitaria
del Moscati – esprime forte preoccupazione per l’andamento generale che
viene ulteriormente compromesso da un recente provvedimento della D.S.
che impone il recupero con turni compensativi del lavoro effettuato in regime di straordinario. Infatti esso è del tutto immotivato visto che il budget
assegnato al presidio ospedaliero di Aversa è di 1 milione e 644mila euro,
inferiore solo del 5% rispetto all’anno 2013, per cui può solo pensare che
tali decisioni, autoritarie ed arbitrarie, siano il frutto di uno stato di saturazione che non gli consente più di assolvere con equilibrio alle sue funzioni”.
“A ben vedere – continua la nota – le croniche e non più sostenibili carenze di personale del Reparto di Medicina, soffocato dall’enorme numero di “barelle” che determinano un’inadeguata assistenza
alberghiera e di privacy ai pazienti stessi cosi come il dissesto del
Pronto Soccorso dovuto all’atavica carenza di personale infermieristico e Oss, segnalata a più riprese dal direttore dell’U.O. e dal coordinatore, sono certamente problemi che non lo lasciano tranquilli”.
“A tal proposito –ricordano i rappresentanti sindacali – si segnala la recente nota del coordinatore del Pronto soccorso, indirizzata alla direzione
sanitaria del presidio, che dichiara di declinare ogni responsabilità nella
mancata predisposizione dei turni stante l’attuale numero di personale, dei 30 infermieri disponibili sono presenti solo 23; dei 20 Oss sono
presenti 17 e di questi ultimi almeno 3 affetti da patologie limitative”.
“Ma questo sottolinea la nota- è solo la punta dell’iceberg. Motive
per il quale le scriventi apprezzerebbero un gesto risolutivo di dimissioni dall’incarico del detto dirigente che si libererebbe da pesanti incombenze e consentirebbe ad un altro Dirigente di affrontarle con più equilibrio mentre già incombe la prossima estate dove
bisognerà fare i conti anche con la fruizione di ferie al personale”.
“Probabilmente – sottolineano i firmatari della nota- si conta molto su uno
pseudo-progetto di lavoro che in verità non si è capito chi deve organizzarlo”. “Le scriventi organizzazione aziendali, stante la voluta assenza di riscontro alle richieste sindacali da parte del direttore sanitario del
presidio, invitano – conclude la nota – la direzione generale dell’Asl ad
intervenire per il ripristino di corrette relazioni sindacali nella struttura”.
FIALS CATANZARO: LETTERA APERTA DELLA
FIALS AL DG ASP MANCUSO
Pubblichiamo la lettera aperta del sindacato catanzarese della
FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità), a firma del segretario provinciale Irene Torchia in cui si chiedono
spiegazioni al direttore dell’Asp di Catanzaro Mancuso sulla mancata riunione per discutere dei fondi aziendali. La lettera propone anche una
riflessione del sindacato sul nuovo atto aziendale dell’Asp catanzarese.
“In riscontro alla nota trasmessa via email dal Dirigente UO.RS (Prot.
n. 193/UORS del 24/03/2014 di pari oggetto) con la quale si inviava a
codesta OO.SS. convocazione per il giorno 07 aprile 2014 si fa presente
che l’incontro è andato defezionato senza avere avuto nessuna comunicazione in merito. Non si è avuta un’ulteriore convocazione immediata
ed urgente per concludere un iter di una prolissità infinita, a garanzia
dei lavoratori che sono in attesa da molto tempo delle proprie spettanze
retributive di produttività e che da tempo Lei ha promesso ma che non
ha a tutt’oggi onorato. La scrivente O.S. è costretta a rimarcare l’importanza di una nuova data di convocazione ufficiale istituzionale con
tempestiva urgenza per la concertazione sui Fondi Aziendali. Le comunico
inoltre che dopo una lettura attenta della copia dell’Atto Aziendale da
Lei inviatoci per informativa istituzionale/sociale e per quanto di propria
competenza e appartenenza, Le si invia la nostra riflessione che può cestinare o sostenere: faccia un po’ Lei! La nostra Tesi è che si tratti di
un Atto Aziendale che di fatto annulla con un colpo di spugna tutte le
battaglie da noi intraprese nel 2007 (accorpamento ex ASL di Lamezia
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Terme) per salvaguardare l’Azienda Sanitaria Lametia, con una Riorganizzazione costruita con Strutture Complesse, Semplici Dipartimentali e
Strutture di sub-articolazioni che di fatto declassano le specialità intensive
e sub-intensive di Lamezia quali Utic, Oculistica, Dialisi, TIN, Malattie Infettive ecc.. senza più primariati e personale, ovvero che sia ritorno all’antico
“Spoke” tanto decantato dalla politica regionale passata e presente. È un
Atto dove si evince che il Dipartimento di Medicina la farà da padrone con
oltre 25 strutture afferenti (con super Direttore di Dipartimento), che ambulatori funzionali territoriali diventeranno strutture semplici ospedaliere
dipartimentali; che vi sarà declassamento-depotenziamento dell’attività
chirurgica specialistica, con un ritorno a nuove “attività” senza personale
sanitario e dulcis in fundo con la disarticolazione dell’attività territoriale.
La scrivente O.S. Le comunica in modo ufficiale/istituzionale la propria
riflessione politica sindacale affinché sia chiaro che Lei non ha avuto
l’avallo della nostra O.S nel nuovo ”Atto Aziendale” e che le affermazioni di alcuni politici/associazioni locali sui quotidiani e mass-media
di un silenzio assordante da parte dei Sindacati quasi ci fosse un assenso da parte nostra, sono state gratuite. La scrivente O.S. ribadisce
e afferma la propria autonomia di pensiero e di opinione, non avendo
imbavagliamenti da nessuno e le conferma, per quanto possa servire, in merito all’Atto Aziendale propinato,non discusso e non concertato che così com’è non piace e risulta proprio inopportuno e poco lungimirante, per come già esplicitato sopra in generale e in particolare”.
FIALS FERRARA: AUMETARE I POSTI DEGLI
OSS…
Dall’1 giugno 2014, a Copparo, spiega la dirigente del sindacato
della sanità FIALS, «i 26 posti letto di Area medica si ridurranno a
20 posti a gestiti di medicina generale con 9 infermieri e 11 oss
(operatori socio sanitari, ndr) che però sono 6 a fronte dei 10 effettivi».
La FIALS ribadisce «che non si può continuare a perseguire la riduzione
dei costi del personale penalizzando sempre le ultime “ruote del carro”.
Per ridurre i costi basterebbe entrare nel merito di alcuni incarichi dirigenziali di unità operativa e moduli organizzativi - prosegue Mirella Boschetti,
della FIALS - Gli oss fanno un lavoro estremamente faticoso: mobilitazione
e alzata dei pazienti non autosufficenti rendono il loro lavoro, per quanto
riguarda le patologie del rachide, più a rischio dei facchini e degli edili.
Meno oss nella lungodegenze significa allungare i tempi di mobilitazione
ed alzata dei pazienti riducendo il tempo per l’attività riabilitativa degli
stessi. L’età media degli oss (tutte donne) è compresa tra i 50/60 anni e le
ripetute chiamate in servizio per coprire le assenze e la mancata programmazione estiva delle ferie ovviamente creano stress».
La FIALS, infine, vorrebbe sapere quale sarà il destino del servizio di Riabilitazione di Copparo».
FIALS FROSINONE: LA ASL SPENDE 46.000
EURO PER UN MACCHINARIO MAI
UTILIZZATO
Un macchinario di alta tecnologia acquistato dalla Asl per oltre
46.000 euro da anni è depositato nel reparto di Otorinolaringoiatria dello Spaziani di Frosinone senza che sia mai stato utilizzato. Per
questo motivo il sindacato FIALS ha presentato un esposto alla Corte dei
conti e alla Regione per chiedere che si faccia chiarezza sul caso e per
accertare eventuali profili di responsabilità.
Parliamo nello specifico di un Simulatore chirurgico computerizzato che la
direzione sanitaria dell’ospedale nel 2012 ha acquistato su richiesta del
primario, per “accrescere le capacità diagnostiche e tecniche dell’equipe che si dedica alla chirurgia dell’orecchio medio, fornendo infatti tale
strumento la possibilità di esercitarsi anticipatamente sull’anatomia del
paziente prima dell’intervento chirurgico”. La Asl acquistò lo strumento,
rifornendosi dall’unica società che lo commercializza in Italia, per 22.990
euro.
“Ma in realtà - spiega l’avvocato Giuseppe Tomasso per la FIALS - dalla
data di acquisizione tale apparecchiatura non risulterebbe essere stata
utilizzata né si sarebbe provveduto alla formazione del personale”. Né del
resto si sarebbe potuto, visto che lo strumento è stato comprato senza
il relativo software. Acquistato solo nel gennaio 2014 per 19.000 euro.
Complessivamente quindi 46.180 euro di spesa.
Ma il macchinario dal 2012 ad oggi non sarebbe mai stato utilizzato.
“Tale situazione - continua la FIALS - potrebbe configurare personali e
concorrenti profili di responsabilità per chi ha consentito l’acquisto senza
accertarsi che la strumentazione potesse essere utilizzata o per chi ha
proceduto a distanza di due anni all’acquisto del software senza adottare
alcuna iniziativa per contestare l’omessa utilizzazione”.
Per lo Spaziani di Frosinone, in termini di strumentistica, non è un momento felice.
Durante il ponte del primo maggio, infatti, ignoti si sono introdotti nel re
parto di Gastroenterologia dello Spaziani hanno trafugato, complici anchele telecamere di vigilanza fuori uso, nove endoscopi per un valore di
circa 300.000 euro.
Un colpo durissimo all’attività del reparto che da ieri ha sospeso le visite e
gli interventi a tempo indeterminato in attesa di “rifornire” gli ambulatori.
Nel frattempo il servizio è garantito agli ospedali di Sora e Cassino ma le
liste di attesa si allungheranno notevolmente. Sul caso indaga la Polizia.
FIALS L’AQUILA: I SINDACATI PROTESTANO
CONTRO MANAGEr ASL L’AQUILA
Ancora proteste dei sindacati FIALS, Fsi, Nursind e Usb contro il direttore generale della Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila,
Giancarlo Silveri, tacciato di «problematiche all’organizzazione
del lavoro». I sindacati dopo la seconda convocazione da parte
del prefetto dell’Aquila per procedere al tentativo di conciliazione stigmatizzano la reiterata assenza del direttore generale Giancar lo Silveri: «è un
atto di grave scorrettezza», hanno protestato. Era presente invece per la
Asl Stefano Di Rocco, direttore del personale che all’apertura della seduta
ha annunciato di non essere in possesso di una formale delega del dg. Di Rocca ha comunque reso nota la disponibilità dell’azienda a convocare per
maggio un tavolo esteso a tutte le sigle per analizzare i problemi. I sindacati
hanno denunciato l’«atteggiamento antisindacale» dell’Asl che continuerebbe a non dare applicazione alle norme che regolano la contrattazione decentrata, come ad esempio in materia di definizione delle piante organiche.
Lamentano che la mancanza di regole all’interno dell’azienda non può
«avere gravi ricadute sulla organizzazione del lavoro e conseguentemente sulla qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini». Ma i sindacati
hanno denunciato anche un «comportamento discriminatorio» della direzione generale che avrebbe interloquito solo con alcune sigle sindacali
«La preoccupazione non nasce solo per una questione squisitamente formale, in quanto non applicato il contratto nei luoghi di lavoro, ma comporta, altresì, inevitabilmente la creazione di problematiche all’organizzazione
del lavoro da cui discende la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini»,
proseguono. Le quattro sigle sindacali «comunicano altresì di non aver interrotto lo stato di agitazione, pertanto, si preparano a intraprendere ogni
azione utile, non escluse azioni legali, a tutela dei dipendenti e dell’utenza».
FIALS MILANO: RACCOLA FIRME DELLA
FIALS PER I PARCHEGGI DELL’OSPEDALE
Il disagio della zona parcheggio per i dipendenti della struttura di Sesto San Giovanni cerca, attraverso una petizione popolare, di smuovere l’opinione pubblica. In meno di
20 giorni il sindacato autonomo FILAS raccoglie piu di 700 firme.
A Sesto San Giovanni, già in passato, la problematica legata all’assenza
di parcheggi per la zona dell’ospedale era stata sollevata. A cercare di
trovare una soluzione anche Vincenzo De Martino (Federazione Italiana
Autonoma Lavoratori Sanitari) che ha istituito una raccolta firme: oltre
700 adesioni in mendo di 20 giorni. “La raccolta firme - ha dichiarato il rappresentate della FIALS - ha evidenziato un disagio evidente per
tutti i lavoratori, utenti e cittadini che l’amministrazione sestese ignora. No alla strumentalizzazione politica dei disagi della cittadinanza”.
“Sono certo - ha continuato De Martino - che solo con una collaborazione attiva tra comune, azienda e sindacato si riuscirà a trovare una soluzione a questa problematica che perdura da tanti anni”.
FIALS NAPOLI: TRASFERIMENTI NELLA
BUFERA, L’ASL 3: NESSUNA SCELTA
ELETTORALE
Il sindacato autonomo Fials aveva spedito una denuncia
in Procura contro il trasferimento, definito “elettorale”,
di alcuni medici dell’ospedale di Nola. Ma la direzione sanitaria
dell’Asl 3 sud smentisce l’accusa.
Due provvedimenti della direzione sanitaria dell’ospedale di Nola, risalenti
alla metà di aprile, sono finiti nella polemica più dura. Provvedimenti con
cui è stato disposto il trasferimento ad altre sedi di due medici dell’ospedale di Nola, nosocomio da tempo immemore al centro di critiche a causa
di evidenti carenze di uomini e mezzi.
Intanto un camice bianco è stato aggregato a tre distretti sanitari del Nolano. Il secondo medico, invece, è stato inviato al reparto day surgery dell’ospedale Apicella di Pollena, altra struttura molto zoppicante. Ma la Fials ha
tuonato contro questi spostamenti, che ha giudicato sostanzialmente dettati da una matrice politica, a sua volta mossa da esclusive mire elettorali.
16
Maggio - Giugno 2014
La Fials ha anche sporto denuncia in Procura. Poi però, a distanza di qualche giorno, il direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 sud,
Giuseppe Russo, ha replicato alle accuse. “Il direttore sanitario
dell’ospedale di Nola con una nota del 10 aprile 2014, numero di
protocollo 1818 - scrive il dirigente - ha rappresentato alla direzione sanitaria aziendale alcune criticità che rendevano opportuna l’assegnazione, in via temporanea, ai distretti sanitari 49,
50 e 52, di un medico in servizio presso il presidio ospedaliero.
L’ordine di servizio consequenziale è partito il giorno 15 aprile. Allo
stesso modo - racconta ancora Russo - il 10 aprile 2014, con numero di
protocollo1821, il direttore sanitario dell’ospedale nolano ha chiesto,
dato le criticità esistenti, l’assegnazione di un’unità medica in pianta
stabile al day surgery di chirurgia presso l’ospedale di Pollena Trocchia:
in data 15 aprile sono state effettuate le disposizioni consequenziali”.
Quindi, la smentita: “Dalla cronologia degli atti citati - spiega il direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud - emerge in tutta chiarezza
che i trasferimenti sono dovuti a delle semplici scelte organizzative e gestionali riconducibili a delle situazioni di oggettiva difficoltà operativa in cui versavano le strutture distrettuali e con l’unico
obiettivo di garantire i livelli essenziali di assistenza. Scelte comunque operate in date di molto antecedenti le consultazioni elettorali”.
Infine, la stoccata alla Fials. “Rilevo da notizie informali – conclude Russo - che uno dei firmatari dell’esposto pare sia candidato in occasione delle prossime consultazioni elettorali”.
Si tratta di un dipendente dell’ospedale Santa Maria della Pietà,
candidato al consiglio comunale di Nola nella lista di uno dei maggiori partiti nazionali. Dunque, l’Asl tenta di far passare come una
strumentalizzazione politica una precisa accusa di clientelismo. Resta però il dato oggettivo di una sanità campana e, più in generale, italiana, ancora troppo ancorata al potere gestionale dei partiti. FIALS POTENZA: VERTENZA DON UVA,
INTERVENGONO I SINDACATI
Fp Cgil , Cisl Fp, Uil Fpl, Ugl FIALS denunciano in una nota stampa lo stato di abbandono in cui versa il Don Uva di Potenza.
Regione Basilicata e Commissario Straordinario avrebbero il compito
di trovare soluzioni. Sono mesi – si legge nella nota – che chiediamo la
revoca dei contratti di solidarietà, la riorganizzazione complessiva e la
concreta definizione dei percorsi per l’autonomia giuridica ed economica
della struttura potentina ma sia il Commissario che la Regione continuano
a perdere tempo.
Dopo l’ultimo incontro sul tema contratti di solidarietà, dove le Organizzazioni Sindacali hanno ribadito la necessità di procedere immediatamente
alla revoca degli stessi e hanno chiesto di conoscere i dati relativi ai ri
sparmi avuti per effetto della stessa solidarietà e di tutte le fuoriuscite di
personale (pensionamenti e mobilità volontarie), la documentazione che è
stata trasmessa in seguito alle OO.SS. non solo non risponde a quanto richiesto ma si ripropongono i dati dei primi esuberi dichiarati dall’azienda.
Ognuno deve assumersi la propria responsabilità e la Regione non può
continuare solo ad assistere senza intervenire ma deve rispettare gli impegni assunti da un intero Consiglio Regionale.
FIALS VARESE: LA RSU NON SOTTOSCRIVE
L’ACCORDO PER RIDURRE I PROBLEMI NEGLI
OSPEDALI
In un comunicato, la rappresentanza di base spiega i motivi del
“No” all’intesa che metteva a disposizione 450.000 euro in due
anni per migliorare alcune criticità.
Nessun accordo. Le RSU, i sindacati di base dell’Azienda ospedaliera di Varese, si sono rifiutati di sottoscrivere l’intesa siglata lo
scorso 15 aprile tra direzione e le sigle del comparto ( Cgil, Cisl, Uil,
Fsi, FIALS e Nursing up ). In un comunicato le rappresentanze di base criticano il piano scritto per
risolvere, con un riconoscimento economico di 450.000 euro nel
biennio 2013-2014, le criticità presenti nei diversi ospedali: «Dopo
un’attenta e discussa analisi del progetto, la Rsu, che ribadiamo rappresentativa di tutti i lavoratori, ha deciso, a maggioranza, la non sottoscrizione di tale intesa.
La scelta la si può riassumere in due punti importanti: rispetto al primo
punto riteniamo che i disagi e le criticità, ad oggi presenti in azienda, non possono, per principio, essere monetizzabili, tenuto conto
che la somma, messa a disposizione dall’azienda “una tantum”, a fronte
di una minaccia di sciopero, ha solo un effetto di un misero contentino, lasciando insoluti gran parte dei problemi, se pur con l’impegno della stessa
a nuove assunzioni e coperture dei turnover. Relativamente al secondo punto, la distribuzione di tali risorse economiche non è prevista per tutti i lavoratori, con l’evidente rischio
che tutto questo generi una inutile e pericolosa divisione che la Rsu non
vuole alimentare. Riconoscendo infatti che le difficoltà sono presenti in
tutti i settori: da quelli amministrativi, tecnico- economali a quelli sanitari,
con gli opportuni distinguo, da qui la nostra decisione.
Consci del fatto, anche, che in precedenti occasioni la politica dell’azienda
è sempre stata quella di ricondurre il tutto a riconoscimenti economici
“una tantum” senza mai affrontate seriamente i problemi che da anni
interessano la nostra azienda. Con il nostro no auspichiamo invece, che a fronte dei molteplici dati
trasmessi dall’azienda, che analizzeremo con attenzione e con i tempi
dovuti, e non finalizzati al progetto, ma con la consapevolezza che gli
strumenti di lotta e rivendicazione non passano solo attraverso un mero
riconoscimento economico, cio’ possa consentire di sbloccare le rigidita’ aziendali e della direzione e dare risposte strutturali ai
problemi.
SPAZIO RISERVATO ALLE STRUTTURE PROVINCIALI
Arrivederci al prossimo numero di
: se volete scriverci o richiederci argomenti da
approfondire, o semplice curiosità, potete scriverci al seguente indirizzo: [email protected]