Cristina Coltelli
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Cristina Coltelli www.herlaking.it CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI www.herlaking.it Doc: Cristina Coltelli e Virgilio Rattoballi “Il Teatro e i suoi giochi sono questione di esperienza, di trasmissione orale, fisica e di tempo. Indispensabili per l’iniziazione (…) solo il corpo coinvolto nel lavoro può veramente cogliere l’esattezza di un movimento, l’evidenza di uno spazio (…) i personaggi sono continuamente sottoposti all’emergenza per vivere.” Jacques LeCoq, il Corpo Poetico Il corso si propone di trasmettere agli allievi gli strumenti fondamentali del mestiere dell’attore, seguendo una pedagogia rigorosa che tiene sempre il performer al centro del processo creativo. Attraverso lo studio della fisicità e del concetto di pre-espressività, gli allievi impareranno come riconoscere e creare un personaggio e “usarlo” nella giusta condizione scenica. Lo studio e la pratica delle tecniche di improvvisazione riveleranno alcune leggi fondamentali della composizione scenica dando la possibilità al performer di creare una scena nel momento esatto in cui avviene, unendo ed esercitando intuizione/attenzione del singolo attore insieme ad una rigorosa forma compositiva. Ad ampliare e fortificare questo percorso l’allievo troverà le Maschere Larvali, prezioso strumento legato a tutta la pedagogia del teatro maschera, col quale si affronteranno i temi dell’Assurdo in scena dal punto di vista attoriale: Quando si parla di Teatro dell’Assurdo la prima cosa che emerge è la potente drammaturgia. Ma un testo “Assurdo” pone all’attore/regista una serie di questioni cruciali sulla sua messa in scena, su come darvi corpo. Il lavoro che svolgeremo vuole scandagliare gli approcci, analizzare l radici sceniche di questo affascinante quanto complesso genere, attraverso uno scrupoloso lavoro sul campo Materie: Il programma d’insegnamento si articolerà su due livelli: uno orizzontale, riguardante le singole materie studiate intese come tappe conoscitive, e uno verticale che corrisponde all’innalzamento del livello del gioco teatrale. Il lavoro si svolgerà lungo il seguente canovaccio: • Studio e sviluppo della ricerca teatrale silenziosa (metodo evolutivo, che va da ciò che è più semplice a ciò che è più complesso) • Sviluppo dell’espressività corporea attraverso l’uso della maschera • Presenza scenica e pre-espressività • • • • • • Economia dei movimenti; imprevisti e derive (passaggio dal reale all’immaginario) Scoperta del gioco teatrale e delle sue regole Alterazione del comportamento quotidiano per lo sviluppo di una presenza scenica efficace La Forma del Personaggio e il suo rapporto con gli oggetti, il pubblico, gli altri personaggi. L’uso della Musica La Maschera e l’Assurdo Orario delle Lezioni Sab 6 15:00 – 19:00 Dom 7 15:00 – 19:00 Lun 8 15:00 – 18:00 Mart 9 15:00 – 19:00 Merc 10 15:00 – 19:00 Giov 11 Libero Dal 6 al 15 Novembre 2010 Ven 12 19:30 – 23:00 Sab 13 15:00 – 19:00 Circolo arci TAVOLA TONDA Dom 14 15:00 – 19:00 Piazza Tavola Tonda, 21 Lun 15 15:00 – 18:00 Quota di iscrizione: 185 Euro Scadenza Iscrizioni: 4 Novembre 2010 Info e iscrizioni: [email protected] Tel:3471069827 CRISTINA COLTELLI Herlaking www.herlaking.it IL PRIMO CENTRO DI FORMAZIONE DELL’ATTORE CON PEDAGOGIA EUROPEA IN TUTTA LA SICILIA. Herlaking nasce dal viaggio e dall'incontro di Commedianti professionisti, capitanati sul territorio siciliano dall’attrice/regista CRISTINA COLTELLI, e accomunati da un'instancabile curiosità, spirito di bottega, e una concezione del teatro come arte totale basata su un attento lavoro artigianale. Cristina Coltelli, è nata a Palermo. Nel ’97 si diploma presso la Scuola di Teatro di Bologna (dir. A. Galante Garrone), contemporaneamente inizia gli studi sulla Commedia dell’Arte e il teatro popolare con la compagnia Attori e Cantori di Pordenone e Ariane Mnouchkine; debutta nei panni di Arlecchino con la commedia “Le 99 fatiche di Arlecchino”, di cui è anche autrice e regista. Nel ’96 la troviamo a fianco di Andrea Jonasson, Paola Quattrini, Ugo Pagliai e Paola Gassman nel ruolo di Francesca da Rimini in Inferno, per la regia di Lorenzo Salveti. Lavora con lo stabile di Parma sotto la guida di Walter le Moli col quale interpreta la balia in “Romeo e Giulietta” e sotto la guida di Gigi Dell’Aglio che la dirige ne “L’angelo sterminatore” di Buñuel. Nell’estate del 2000 è a Londra presso la Royal Academy of Dramatic Art. Attrice, autrice, cantante e insegnante, fonda nel 2006 l’Associazione HERLAKING, dedicandosi alla pedagogia, agli scambi internazionali e alla produzione di spettacoli. Cristina Coltelli ha tenuto corsi e lezioni di Commedia dell’Arte e uso della maschera in Italia e in Europa presso il Trinity College in Irlanda, Laghborough, Inghilterra, e Copenhagen. La Coltelli ha inoltre incoraggiato e formato giovani studenti locali che attualmente frequentano scuole di teatro nazionali (Accademia di Roma e Genova)e internazionali (école des Arts – Paris),o collaborano con strutture locali quali il Teatro Libero e il Teatro Massimo. Ha inoltre aperto la strada ad altri artisti legati al physical theatre e al teatro maschera, tra i quali Finbarr Ryan e Masquerade Studio chiamati a insegnare sul territorio. L’ultimo progetto realizzato è il CORSO INTERNAZIONALE La Commedia dell’Arte and the Grotesque, al quale hanno partecipato ben 8 paesi europei ed extra europei, confermando la capacità di Cristina Coltelli di offrire una didattica formativa completa e di portare il resto del mondo nella sua isola. Virgilio Rattoballi nasce a Palermo nell’82. Nel 2004 entra nella scuola di cirko di Torino “Vertigo”, affrontando un percorso formativo sulle discipline del circo contemporaneo (acrobatica a terra, teatro fisico,danza, discipline aeree,clownerie, giocoleria, mimo etc.), formandosi all’interno della struttura della scuola con artisti di fama internazionale nel settore circense (Irene Veglia, Igor Matyushenko, Luisella Tamietto, Eleonora Moro, Giorgia Martina, Franco Cardellino, Zygmund Biegaj, Leo Bassi, Camilla Sarrazin, Vicente Espinoza Moreno, Jay Gilligan, Alexa Lecompte, Pierre Byland etc). Nell’estate del 2005 lavora come stagista presso il Circo Acquatico Zoppis, dove oltre mettere in pratica le tecniche relative allo spettacolo, apprende le tecniche di montaggio e smontaggio di tensostrutture e tendoni da circo. Nel 2006 ritorna a Palermo fonda ed entra a far parte della Compagnia Tanto di Cappello, con loro produce 5 spettacoli, partecipa a diverse e svariate rassegne teatrali, festival di arte di strada e vince il festival international des art de la scene de l’artois Arras (france) il 28 marzo del 2010. Durante gli anni a Palermo continua ad arrichire il suo bagaglio formativo seguendo diversi stage con svariati artisti nel settore danza e teatrale (Alessandra Razzino, Alessandra Luberti, Emmanuell Gallot Lavalle e Andrea Kaemmerle). Nel 2008 inizia a collaborare con la Compagnia Prese Fuoco diretta da Claudia Puglisi, partecipa con loro al festival internazionale di regia Fantasio Piccoli aggiudicandosi il primo premio giuria tecnica, il primo premio giuria giovani e il premio pubblico, con una rielaborazione dell’Amleto di Shakespeare . Nel 2009 partecipa come formatore presso il progetto di formazione artistico teatrale focus, diretto da Claudio Collovà, finanziato dall’associazione Euro, presso la struttura dell’istituto penitenziario minorile “Malaspina”, destinato ai detenuti. Attualmente direttore artistico del festival internazionale delle arti di strada Valdemone Festival Il Racconto Muto Laboratorio d’Arte Teatrale Doc. Cristina Coltelli Relazione Pedagogico – Informativa Cosa vuol dire Racconto “muto”, una riflessione sul linguaggio: Quando ad un allievo viene chiesto di “fare” qualcosa in scena, una qualsiasi, in libertà, istintivamente questi si metterà a parlare. Cercherà di riempire quel silenzio imbarazzante, quell’ansia da prestazione, con il maggior numero di parole, battute e repertori celebri che conosce o ricorda. Eppure gli si era chiesto di “fare”, non di “dire”. Spesso si cade nell’equivoco che stare su un palco significhi dire bene e a tempo le battute. Questo senz’altro. Ma non bisogna mai perdere di vista il perché si dicano determinate battute anziché altre. La parola, il linguaggio, sono il risultato, sempre in evoluzione, di un processo di necessità. Le parole “ti amo” sono state create e vengono pronunciate per dare un codice universalmente comprensibile a un fenomeno sia spirituale che fisico, che viene prima della parola stessa. E dunque non può esserci parola che abbia peso o che risulti “ben detta” se manca di quella necessità fisica ed emotiva che ne giustifica l’esistenza. Scopo del laboratorio è riportare l’allievo ad uno stato di attenzione e necessità, nell’esplorazione di tutto ciò che precede, giustifica, crea e innalza la parola. Quale Metodo: L’obbiettivo di questo percorso è la realizzazione di un giovane teatro di creazione, saldamente ancorato a solide tradizioni, portatore di linguaggi in cui il “gioco” fisico degli attori sia sempre presente. L’atto della creazione è cercato e stimolato continuamente attraverso l’improvvisazione, prima traccia fondamentale di qualsiasi scrittura drammaturgica. Il corpo diventa primo elemento di riconoscimento della realtà che poi andrà in scena. Questo permette ad ogni allievo di fare un percorso collettivo ma anche molto personale, mettendolo nelle condizioni di comprendere, modificare e scegliere le strategie da usare nel processo creativo (sia comico che tragico). La Pedagogia della Maschera: La Maschera e il Teatro sono concetti indivisibili. Il teatro nasce con e dalle maschere. Se ne trovano in qualsiasi civiltà, sono alla base di qualsiasi forma di rituale collettivo e manifestazione drammaturgica, si pensi al NO giapponese, il Kathakali e il teatro popolare balinese, le maschere della tragedia greca, alla Commedia dell’Arte, tanto per citare le più importanti. La maschera racchiude la sintesi del teatro, è gioco puro. Quando un attore usa (bene…) una maschera sta dichiarando al pubblico che è tutto falso. Tutto un gioco. Tutta una maschera. E il pubblico lo sa. Ma allo stesso modo, con quella maschera l’attore sta creando con la gente un codice preciso, lo sta invitando a giocare, gli chiede un atto di fede, di fare “come se fosse”, come non potrebbe mai essere nella realtà, o forse si, chi lo sa… andiamo…per sentieri che mai potrebbero essere percorsi senza una maschera in faccia. L’oggetto maschera è dunque uno strumento e un alleato prezioso del teatro e soprattutto dei suoi attori che sono costretti a re-inventare il loro comportamento scenico secondo le leggi che la maschera impone. Ho detto impone. Perché se non la si usa correttamente o sottovalutando lo strumento, il risultato è, sempre, ridicolo. L’atto di fede richiesto si trasforma in un tradimento che il pubblico non perdonerà. La Maschera neanche. La Maschera Neutra “La straordinaria intuizione” Negli anni 30 a Parigi, al Teatro Vieux Colombier, lavorava un acuto regista che si chiamava Jaques Coupeau. Era solito fare improvvisare i suoi attori bendando loro non solo gli occhi, ma tutta la faccia. Non aveva altri mezzi per esplorare la sua intuizione… Dalla fine del 700 ai primi del 900 il teatro occidentale aveva progressivamente messo da parte il teatro fatto con le maschere fino addirittura a perderne coscienza e metodi artigianali. Il tutto a vantaggio e sviluppo di altri stili, come il melodramma. Tuttavia Coupeau notava che i suoi attori quando erano bendati lavoravano meglio. Erano più reattivi, dalla testa ai piedi. Recepivano gli stimoli che lui dava loro, non solo con la testa, ma con tutto il corpo. “Amleto e gli altri due…” Gli “altri due” sono nientepopodimenocché Giorgio Streheler e Jaques Lecoq, rispettivamente tra i più importanti registi e pedagoghi conosciuti. Entrambi, per realizzare i loro sogni geniali, hanno avuto bisogno di un piccolo uomo, che aveva tutti i requisiti per entrare zitto zitto in una delle favole più commoventi del teatro moderno: Quest’uomo era di Padova (città dove si rinviene il primo atto di costituzione di una compagnia di Commedia dell’Arte), faceva lo scultore e si chiamava Amleto. A lui fu affidato il compito di recuperare la maestranza artigianale della fabbricazione delle maschere, in un viaggio straordinario che purtroppo non sta in questa relazione. Insieme a Jaques Lecoq, Amleto Sartori crea la maschera neutra, una maschera senza espressione, senza psicologia, senza paura, che sopprime sul nascere il pensiero pesticida dell’attore. “La seconda nascita” Da allieva, da insegnante e da attrice dico che, ogni volta che ho visto un compagno, un collega o un allievo usare per la prima volta la maschera neutra questa ha sempre avuto un forte impatto sul suo esecutore. Come se si fosse ricordato di qualcosa di atavico che aveva completamente dimenticato, ma che è lì, sotto le braci, pronto a essere risvegliato e addestrato al gioco del teatro. Le Maschere Larvali: Sempre Lecoq, in quel di Basilea, Svizzera, si imbatte nel suo carnevale storico, popolato da maschere surreali e colorate. Private del loro colore, tutte bianche, a Jaques sembrano ancora più interessanti e se ne porta un po’ nella sua scuola…il risultato è un sogno… “La surreale concretezza” le maschere larvali hanno una loro psicologia, accennata in tratti grotteschi che forniscono all’attore una traccia da seguire e da completare col proprio corpo. Sono maschere intere, non si può parlare sotto, e dunque si esprimono in una surreale sospensione dove il corpo dell’attore, unito alle sue intuizioni, è il concreto motore drammaturgico della scena. Difficilissime da usare a causa della visibilità limitata, le maschere larvali spingono l’allievo a sviluppare il processo creativo all’interno di una rigida disciplina esecutiva. “…and on we merrily go...” Cristina Coltelli Per ulteriori informazioni www.herlaking.it