controllo del liquido
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Acqua, elettroliti ed equilibrio acido-base L’adattamento dei mammiferi alla vita terrestre ha comportato lo sviluppo di complessi meccanismi fisiologici di controllo dell’omeostasi che includono diversi sistemi tampone e di regolazione dell’acqua, degli elettroliti e del pH a livello intracellulare ed extracellulare. L’acqua svolge un ruolo essenziale nel mantenimento di tale omeostasi: attraverso il trasporto di sostanze nutritive, elettroliti ed ossigeno alle cellule; attraverso l’escrezione di cataboliti; attraverso la regolazione della temperatura corporea. Distribuzione dell’acqua nell’organismo Uomo 70 kg: in media possiede 42 litri di acqua (60-70% del peso corporeo) ICF, LIC ECF, LEC BILANCIO IDRICO BILANCIO ELETTROLITICO Il mantenimento dell’omeostasi dell’acqua è fondamentale per la sopravvivenza di tutti gli organismi. Nei mammiferi la preservazione della costanza della PRESSIONE OSMOTICA e della distribuzione dell’acqua nei diversi compartimenti corporei è intimamente associata alla regolazione di SODIO, POTASSIO, CLORURO e BICARBONATO Anche per gli elettroliti, l’equilibrio si instaura quando la quantità di elettroliti assunta da tutte le fonti è uguale alla quantità persa. Distribuzione degli elettroliti nell’organismo Il sodio (Na+) è il principale catione extracellulare; Presenti in forma ‘libera’ Il potassio (K+) è il principale catione intracellulare; I principali anioni extracellularI sono il cloruro (Cl-) e bicarbonato (HCO3-) I principali anioni intracellulari sono le proteine e il fosfato; Gli anioni non misurabili direttamente costituiscono l’anion gap (fosfato, solfato, proteine, acidi organici) PROFILO ELETTROLITICO [Na+] + [K+] = [Cl-] + [HCO3-] + [gap anionico] BILANCIO IDRO-ELETTROLITICO I reni svolgono un ruolo chiave nel bilancio dei fluidi corporei e degli elettroliti anche se essi possono solo conservare liquidi ma non possono rigenerare il volume perduto. BILANCIO IDRO-ELETTROLITICO Uno squilibrio tra quantità di acqua e Na+ nel fluido extracellulare porta a variazioni di osmolalità. Il movimento di acqua che ne consegue determina la contrazione o l’espansione del volume cellulare ed è causa di alcuni disordini clinici. Quando due soluzioni con composizione diversa sono separate da una membrana permeabile, soluti e solvente la possono attraversare liberamente ed abbiamo il fenomeno della Diffusione; se invece la membrana è semipermeabile, i soluti non la possono attraversare ed abbiamo il fenomeno dell’Osmosi L’OSMOSI è il processo attraverso il quale molecole di solvente liquido passano attraverso una membrana con fori di dimensioni tali da impedire il passaggio del soluto La PRESSIONE OSMOTICA è la pressione π che si deve esercitare per raggiungere l’equilibrio osmotico (cioè per FERMARE il flusso di solvente) Osmolalità = numero di molecole disciolte in 1Kg di solvente. È una misura della concentrazione di una soluzione, sottolineando il numero di particelle disciolte in un liquido, indipendentemente dalla carica e dalle dimensioni: una soluzione 1 Osm contiene il numero di particelle di una mole di sostanza non dissociabile disciolta in 1 Kg di acqua distillata. Indipendente dalla t. Preferibile nei sistemi biologici, per le soluzioni fisiologiche si esprime in mOsm/Kg H2O. Osmolarità (Osm/L) = pressione osmotica generata dalle molecole di soluto disciolte in 1L di solvente. Dipende dalla temperatura che modifica il volume (↑T ↑V). Per soluzioni molto diluite - come quelle corporee - le differenze quantitative tra osmolarità ed osmolalità sono al di sotto dell'1% (perché solo una piccola parte del loro peso deriva dal soluto). Per questo i due termini sono spesso usati indifferentemente come sinonimi Osmolarità dei fluidi biologici Sia la membrana capillare che quasi tutte le membrane cellulari sono liberamente permeabili all’acqua, ma sono permeabili solo ad alcuni soluti. I soluti che non possono entrare liberamente nelle membrane dei compartimenti vengono chiamati sostanze osmolari effettive mentre quelle che possono attraversare liberamente la membrana cellulare vengono chiamate non effettive. Le sostanze osmolari effettive determinano la distribuzione dell’acqua tra i compartimenti. Un qualsiasi cambiamento nella concentrazione di soluti osmoticamente attivi su di un lato della membrana crea un gradiente osmotico: ne consegue che l’acqua verrà ridistribuita tra i compartimenti finché sarà nuovamente raggiunta la medesima osmolarità (isosmolarità) tra i compartimenti. (Nelle soluzioni diluite, come i fluidi corporei, dove il volume occupato dai soluti è piccolo, si preferisce calcolare la concentrazione delle particelle in termini di osmolarità) La composizione dei compartimenti liquidi regola gli scambi di acqua e soluti La pressione osmotica del plasma è dunque: P = 0.30 [osmol/l]· 0.082 [atm·l/mol·K] · (273 + 37 °)[K] = 7.6 atm La P oncotica del plasma (+ ~20 mmHg), determinata dalle proteine che non diffondono attraverso la parete capillare, è solo un duecentesimo della totale, ma è fondamentale per gli scambi con l’interstizio. Osmolalitàplasmatica(mmoli/kg): 1,863 x Na (mmol/l) glicemia(mg/dl) urea (mg/dl) 18 2,8 Per il calcolo dell’osmolalità è possibile usare questa formula. Si noti che, nella formula, il sodio si moltiplica x 2, perché l’effetto osmotico esercitato da una mole di cloruro di sodio è doppio (2 osmoli), in quanto sodio e cloro si dissociano. Il glucosio viene diviso per 18 e l’azoto ureico per 2,8 per convertire i valori da mg/decilitro a mEq/Litro; infatti, il peso molecolare del glucosio è 180 e il peso atomico dell’azoto è 28 e, come è noto, la conversione in mEq/Litro utilizza la seguente formula: mEq/Litro = (mg/Litro) × Valenza/Peso atomico. Dal momento che i valori di glucosio e azoto ureico vengono di norma forniti in mg/decilitro, il loro impiego nella formula in mg/Litro richiede che entrambi vengano divisi per 10. Alla necessità di questa conversione si deve il fatto che il peso molecolare del glucosio venga espresso nella formula come 18 (e non 180) e quello atomico dell’azoto ureico come 2,8 (e non 28). Applicando la formula riportata, l’osmolalità del LEC risulta essere pari a 290 mOsm/kg H2O. Il parametro ‘calcolato’ STIMA l’osmolalità, ma non ne riflette il reale valore globale, in quanto non considera le eventuali altre sostanze attive presenti in soluzione (oltre a sodio, glucosio e urea) GAP OSMOLALE Riassumendo: L’acqua si muove rapidamente tra i diversi compartimenti liquidi dell’organismo. Il movimento di acqua attraverso le membrane cellulari dipende dalla differenza di osmolalità tra LIC e LEC. Osmolalità di ciascun compartimento ~280 mOsm/Kg H2O. Nel LEC (liquido interstiziale e plasma), l’osmolalità è determinata per il 90% da ioni Na+ Cl- e HCO3-. Nel LIC l’osmolalità è determinata per il 50% da ioni K+ e per il resto da altre sostanze presenti nelle cellule.. PRESSIONE OSMOTICA DEI LIQUIDI BIOLOGICI: SOLUZIONI ISOTONICHE Una soluzione che ha la stessa pressione osmotica totale del sangue si definisce isotonica. Sono esempi di soluzioni isotoniche la soluzione di NaCl allo 0,9% peso/volume (soluzione fisiologica) o quella di glucosio al 5% peso/volume (soluzione glucosata); entrambe hanno concentrazione pari a 0,28 - 0,30 OsM e π = 7,6 atm a 37 ℃. Soluzioni a concentrazione maggiore sono definite ipertoniche, a concentrazione minore ipotoniche. Soltanto soluzioni isotoniche o molto prossime all'isotonicita' possono essere impiegate per l'infusione endovenosa: infatti le cellule ematiche confrontate con soluzioni ipotoniche si rigonfiano d'acqua fino a scoppiare (flusso osmotico dall'esterno verso l'interno della cellula); confrontate con soluzioni ipertoniche perdono acqua, si raggrinziscono e diventano non funzionali (questo danno e' in genere reversibile). I meccanismi atti a mantenere l’omeostasi dell’acqua originano nell’ipotalamo: in presenza di aumenti dell’osmolarità, in primo luogo viene indotta la sensazione della sete, che induce un maggior consumo di acqua ed una relativa espansione dei fluidi extracellulari, con conseguente diluizione delle sostanze ad attività osmotica. Secondariamente, l’ipotalamo induce la secrezione di ormone antidiuretico (AVP o ADH) da parte dell’ipofisi posteriore, che a sua volta stimola il riassorbimento di acqua da parte delle cellule dei dotti collettori renali, con conseguente riduzione dell’osmolarità plasmatica (e produzione di urine concentrate). ADH (ormone antidiuretico), o AVP E’ un peptide (9 aa) sintetizzato dall’ipotalamo ed immagazzinato nell’ipofisi posteriore, da cui viene rilasciato; un’osmolalità plasmatica aumentata (anche solo del 2%) stimola gli osmorecettori dell’ipotalamo a produrre ADH, che viene rilasciato verso il rene e che favorisce il riassorbimento dell’acqua nei reni (le cellule dei dotti collettori distali dei reni, normalmente impermeabili all’acqua, divengono permeabili); con osmolalità diminuita, avvengono eventi opposti Aumento osmolalità plasmatica Diminuzione osmolalità plasmatica Uno squilibrio tra quantità di acqua e Na+ nel fluido extracellulare porta a variazioni di osmolalità e il movimento di acqua che ne consegue determina la contrazione o l’espansione del volume cellulare ed è causa di alcuni disordini clinici L’escrezione di acqua dal rene è controllata dalla vasopressina (AVP) o ADH (ormone antidiuretico), visto prima, mentre i livelli di sodio sono regolati dal sistema renina-angiotensina, che a sua volta regola la secrezione di aldosterone, e da un terzo fattore, il peptide atriale natriuretico SODIO Valori normali nell’ECF : 135-145 mmoli/l Assunzione variabile: 120mmoli - 300 mmoli/die (4-6 g al giorno) In una persona sana, il sodio totale corporeo non cambia, anche se l’assunzione diminuisce fino a 5 mmoli o aumenta fino a 750 mmoli Perdite: urine sudorazione gastrointestinale (nei malati) L’escrezione di Na+ urinario è regolata da: aldosterone peptide natriuretico (ANP) Funzioni del Sodio Regola l'osmolarità del plasma e del liquido extracellulare: se presente in concentrazioni eccessive, richiama, per ragioni di osmosi, notevoli quantità di acqua, causando edema ed ipertensione (a causa dell'aumento di volume ematico); al contrario, in presenza di deficit di sodio, si assiste ad una diminuzione del volume di sangue e di liquido interstiziale. Forma gradienti elettrochimici a livello della membrana cellulare, che sono molto importanti per la trasmissione dell'impulso nervoso, per la contrazione muscolare e per gli scambi cellulari (nutrienti, ioni, acqua ecc.). Regola l’equilibrio acido-base Il sodio è completamente filtrato dai glomeruli Una frazione variabile fra il 70 e l’80% del sodio presente nella preurina è RIASSORBITA dal tubulo contorto prossimale, insieme ad acqua e cloruro Una frazione del 20-25% è riassorbita a livello dell’ansa di Henle ascendente A livello del tubulo contorto distale viene riassorbito il rimanente 5-10% del sodio filtrato. A questo livello il meccanismo di riassorbimento è governato dalle pompe Na+/K+ e Na+/H+, regolate dall’aldosterone. Il riassorbimento distale è la componente maggiormente implicata nel determinare la quantità di sodio escreta nelle urine. Il rene ha una capacità molto ampia di gestire il meccanismo e il grado di concentrazione delle urine, da 50 mOsm/l a 1200 mOsm/l, a seconda delle necessità Sistema RENINA-ANGIOTENSINA Angiotensinogeno (452 aminoacidi) Renina Angiotensina I ACE (10 aminoacidi) Angiotensina II (8 aminoacidi) vasocostrittore Angiotensin converting enzyme Il ruolo fisiopatologico di tale sistema è quello di mantenere entro limiti normali la pressione del sangue, agendo sul volume plasmatico, sul bilancio salino, sulla pressione di perfusione renale, eventualmente modificandoli Surrenali (…ma anche: stimola rilascio di catecolamine, norepinefrina e vasopressina) Aldosterone Pressione ACE inibitori, anti-ipertensivi Lisinopril Benazepril Ramipril Enalaprilat Captopril Aldosterone Ormone steroideo (mineralcorticoide) prodotto nelle surrenali; Diminuisce la secrezione di Na+ urinario, aumentandone il riassorbimento nei tubuli renali distali, a spese degli ioni H+ e K+ Uno stimolo importante alla secrezione di aldosterone è il volume ECF: Un calo di pressione viene avvertito dalle cellule iuxtaglomerulali che secernono renina e viene innescata la sequenza che porta alla secrezione di aldosterone Target: epitelio del dotto collettore renale: attività di Na/K-ATPasi riassorbimento di Na+ escrezione di K+ e H+ Patologie correlate: Iperaldosteronismo (sindrome di Conn): produzione di renina e ipertensione Morbo di Addison: distruzione delle ghiandole surrenali, aldosterone, secrezione renale di K, iperkalemia Tumore delle ghiandole surrenali: aldosterone, secrezione renale di K, ipokalemia RITENZIONE DI ACQUA ESCREZIONE DI ACQUA Uno stimolo importante per la secrezione di aldosterone è il volume di ECF Peptide natriuretico atriale (ANP, terzo fattore) Ormone polipeptidico prodotto da cellule specializzate dell’atrio destro del cuore Viene secreto come conseguenza di un eccessivo aumento della pressione sanguigna. Antagonista dell'aldosterone, ne inibisce la sintesi. A livello dei reni, fa aumentare l’escrezione di sodio urinario per ridurre l'acqua e i carichi adiposi nel sistema circolatorio, abbassando per questo la pressione sanguigna Pro-ANP ANP (126 aminoacidi) (28 aminoacidi) Rene escrezione Na Muscolo liscio contrazione Ipertensione Valutazioni di laboratorio Pressione osmotica: metodo diretto, effettuato mediante osmometri, basato sulla misura dell’innalzamento della tensione di vapore o sull’abbassamento del punto di congelamento (tecnica crioscopica); Renina-angiotensina: dopo incubazione del plasma a 37° si misura con tecnica RIA l’angiotensina I; Aldosterone: si misura con tecnica RIA o con tecnica immunometrica con marcatori non radioattivi; Ormone antidiuretico (ADH): si misura con immunometrica con marcatori non radioattivi; tecnica RIA o con tecnica Sodio: I campioni in cui è possibile dosare il sodio sono siero, plasma eparinato, sangue intero, sudore, urine, feci, liquidi gastroenterici e liquor. L’emolisi non induce alterazioni rilevanti nella concentrazione plasmatica di Na+ poiché gli eritrociti contengono solo un decimo del Na+ presente nel plasma Si usa la fotometria a fiamma o la potenziometria con elettrodi iono-selettivi (ISE) Un siero lipemico può risultare una significativa fonte di errore quando non vengono utilizzati elettrodi ioni-selettivi (pseudoiponatriemia) Intervalli di riferimento Siero: 135-145 mmol/l Urine: 80 – 250 mEq/l in 24h Liquor: 136-150 mmol/l Feci: <10 mmol in 24h Alterazioni del metabolismo idrico e del sodio IPONATRIEMIA (o iposodiemia): La concentrazione di Na+ <135-145 mmoli/l. Può insorgere o perché c’è una perdita di ioni sodio o perché c’è ritenzione di acqua (diluizione dei componenti dell’ECF). Cause di iponatriemia: Iponatremia ipovolemica: causata da assunzione di diuretici, perdita mineralcorticoidi, renale diarrea, di sali, vomito, deficit ustioni di gravi, pancreatite, traumatismi Iponatriemia euvolemica: causata da sindrome da ipersecrezione inappropriata dell'ormone antidiuretico (SIADH), ipotiroidismo, insufficienza surrenalica, polidipsia Iponatriemia ipervolemica: causata da insufficienza cardiaca congestizia, malattie renali insufficienza epatica, cirrosi, La pseudoiponatremia risulta da un artefatto nel quale la concentrazione di sodio risulta falsamente ridotta dallo ‘spiazzamento’ della fase acquosa del plasma da parte di lipidi (per es. ipertrigliceridemia severa) o proteine (per es. mieloma multiplo e macroglobulinemia di Waldenström). Questo problema può essere evitato con l’utilizzo di un elettrodo selettivo per il sodio, che ne misura la concentrazione direttamente senza essere influenzato da cambiamenti nella proporzione relativa della fase acquosa e non acquosa del plasma. Valutata solo la frazione acquosa Sul siero intero: con metodi spettrofotometrici ho problemi dalle alte conc. di trigliceridi o proteine, che occupano un certo volume Sulla fase acquosa si procede con elettrodi iono-selettivi, che mi danno un risultato univoco in entrambi i casi (campioni normali/campioni iperlipemici) Valutato tutto il siero Valutato tutto il siero Valutazione clinica e trattamento dell’iponatriemia Per valori di sodiemia minori di 135 mmol/L, ma superiori a 125 mmol/L (iponatriemia lieve) i sintomi sono leggeri, vaghi, o del tutto assenti (essenzialmente di natura gastrointestinale, specie nausea e vomito). A concentrazioni inferiori di sodio, i sintomi si accentuano: allucinazioni, convulsioni, crampi muscolari, debolezza muscolare, epilessia, secchezza delle fauci, rallentamento dei riflessi, ecc ecc. Nei casi più gravi, l'iponatriemia può indurre coma, depressione respiratoria e morte. Trattamenti: › Senza edema (valori normali di urea, creatinina, pressione sanguigna): Riduzione apporto di fluidi › Con edema (sovraccarico di acqua e Na+): Diuretici Riduzione apporto fluidi IPERNATRIEMIA (> 145 mmol/l) Sviluppato o per incremento del sodio o per perdita di acqua (molto meno comune) Trattamento dell’ipernatriemia: Ipernatriemia ipovolemica: correzione del deficit di volume mediante somministrazione di soluzioni saline ipotoniche Ipernatriemia ipervolemica: occorre rimuovere il sodio in eccesso tramite diuretici (furosemide) associati a reintegro con liquidi ipotonici; POTASSIO Principale mmoli/l) catione variabile intracellulare (98%, in dell’attività funzione 160 metabolica); Concentrazione extracellulare : 2% (4-5 mmol/l)(poco influenzata dall’equilibrio idrico) Valori riferimento (siero): 3.5-5.2 mmoli/l Assunzione variabile: 50 mmoli-150 mmoli/die (4-6 g al giorno) Perdite: urine (30-90 mmol/die) feci e sudore (5 mmol/die) Riserve modeste deplezione) (soggette a rapida Funzioni del Potassio Regolazione dell’osmolalità e del volume intracellulare; Ruolo nell’equilibrio acido-base (spostamento attraverso le membrane cellulari); Cofattore di enzimi in diversi processi metabolici; Il rapporto tra potassio intracellulare ed extracellulare è il fattore principale nel determinare il potenziale di membrana nei tessuti suscettibili di stimolazione. Regolazione dell’eccitabilità delle fibrocellule in generale, e del miocardio e dei muscoli in particolare, risultando essenziale per la contrazione delle stesse; Il potassio extracellulare, pur essendo una piccola frazione del totale, influenza notevolmente la funzione neuromuscolare; RENE fulcro dell’omeostasi del potassio nell’organismo Il potassio filtrato è quasi completamente riassorbito (60-70%) nei segmenti prossimali Il potassio nelle urine deriva quasi interamente dal potassio escreto a livello del tubulo contorto distale e del tubulo collettore, sotto regolazione aldosteronica e scambiato con Na+ riassorbito. Dosaggio del Potassio: Le piastrine possono rilasciare potassio durante la formazione del coagulo, dando per il siero risultati da 0,2 a 0,5 mmol/l maggiori rispetto al plasma ed al sangue intero, per cui il plasma è il campione di scelta per il dosaggio del K+ Necessario l’utilizzo di metodiche che minimizzino l’emolisi, in quanto il rilascio di potassio anche solo da parte dello 0,5% degli eritrociti aumenta i valori di potassiemia di 0,5 mmol/l Se utilizzati elettrodi iono-selettivi (ISE) su sangue intero c’è rischio di sovrastima della potassiemia in quanto non monitorabile macroscopicamente l’emolisi Intervalli di riferimento Siero: 3,5 - 5 mmol/l Plasma: 3,4 – 4,8 mEq/l in 24h Liquor: 70% dei livelli plasmatici Urine: 25 – 125 mmol/l in 24h Feci: 60 mmol in 24h (diarree) POTASSIO ed EQUILIBRIO ACIDO-BASE: Di particolare importanza è la relazione tra ioni potassio e idrogeno, tamponati all’interno della cellula. Se la [H+] aumenta (sviluppo di acidosi), un certo numero di ioni K+ viene escreto dalla cellula per mantenere la neutralità causando iperkaliemia. L’opposto avviene in presenza di alcalosi metabolica. Equilibrio acido-base: • Acidosi: iperpotassiemia (IPERKALIEMIA) • Alcalosi: ipopotassiemia (IPOKALIEMIA) Alterazioni del metabolismo del potassio IPERPOTASSIEMIA (o IPERKALIEMIA): la concentrazione di K+ >5.2 mmoli/l Cause: Ridotta escrezione urinaria: Insufficienza renale, acuta e cronica (quando la velocità di filtrazione glomerulare è molto bassa); Farmaci possono come antiinfiammatori non steroidei (FANS), beta-bloccanti o spironolattone ridurre l’escrezione urinaria; ACE-inibitori (angiotensin-converting-enzyme inhibitors), sartani (antagonisti del recettore per l'angiotensina II); anti-aldosteronici Funzione renale normale o lievemente compromessa: Diuretici risparmiatori di potassio possono far aumentare il livello plasmatico di K+ (spironolattone, amiloride, triamterene); Deficienza mineralcorticoide antagonisti dell’aldosterone) (malattia di Addison (ipoaldosteronismo), o con l’uso di Ridistribuzione (fuoriuscita del potassio dai tessuti/cellule): Acidosi (ridistribuzione di K+ dal fluido intracellulare a quello extracellulare) Rilascio di K+ da cellule danneggiate (versamento di K+ intracellulare: tumori, traumi, sindrome da schiacciamento muscolare, emolisi intra- vascolare, emorragia interna ecc.) Iperosmolarità Deficit di insulina (viene a mancare l'azione dell'insulina che favorisce lo spostamento del potassio verso l'interno delle cellule muscolari); Farmaci (alterando la captazione tissutale di potassio) Eccesso di somministrazione (terapia con dosaggi eccessivi). La gravità dell'iper- kaliemia causata da eccessivo apporto di potassio, per via orale o endovenosa, è influenzata da fattori che modulano la captazione tissutale e l'escrezione renale del potassio. PSEUDOIPERPOTASSIEMIA (o iperpotassemia spuria) Prima di interpretare come patologico un elevato valore della potassiemia occorre escludere le cause di pseudo-iperpotassiemia dovuta a : Fenomeni di emolisi in vitro; Nella coagulazione in vitro, vi è rilascio nel siero di K+ dalle piastrine e dai globuli bianchi (in caso di leucocitosi o trombocitosi, il fenomeno aumenta); il fenomeno è più probabile in corso di terapia citotossica anti-leucemica a causa dell'elevato numero di leucociti neoplastici che vanno incontro a lisi intra-vascolare Rilascio di K+ durante l’esercizio fisico; Prolungata applicazione del laccio emostatico (se il sangue viene prelevato dopo una ripetuta chiusura del pugno della mano fatta eseguire per rendere prominenti i vasi venosi durante l'applicazione del laccio emostatico; ciò è dovuto alla perdita di potassio dal muscolo in esercizio). CONSIDERAZIONI CLINICHE NELL’IPERKALIEMIA Gli effetti tossici più importanti dell'iperkaliemia sono le aritmie cardiache: nelle fasi finali si può avere fibrillazione atriale e arresto cardiaco. Serio rischio di arresto cardiaco quando K+ raggiunge >7mmoli/l (alterazioni dell’ECG). Importante controllare la conc. K+ dopo l’arresto cardiaco. Talvolta l'iper-kaliemia moderata o grave ha effetti diretti sui muscoli periferici: ci può essere astenia muscolare ascendente che può arrivare alla quadriplegia flaccida e alla paralisi respiratoria Trattamento: Infusione di insulina e glucosio (spingere K+ nelle cellule) Somministrazione di gluconato di calcio (controbilanciare K+) Dialisi (casi molto gravi) Somministrazione orale di una resina a scambio cationico IPOPOTASSIEMIA (o IPOKALIEMIA): la concentrazione di K+ < 3.5 mmoli/l Cause: Assunzione inadeguata Perdite gastrointestinali (vomito, diarrea, adenomi villosi, fistole) Perdite renali (alcalosi metabolica, diuretici, diuresi osmotica, eccessivi effetti mineralcorticoidi (iper-aldosteronismo primario, secondario ed ingestione di liquirizia), eccesso di glucocorticoidi (morbo di Cushing, steroidi esogeni, produzione ectopica di ACTH), malattie tubulari renali, deplezione di magnesio) Spostamento all’interno delle cellule (effetto insulinico, paralisi periodica ipokaliemica, alcalosi, aumento attività α-adrenergica) Sintomi: Debolezza muscolare, mancanza di riflessi, alterazioni neuromuscolari fino alla paralisi ipo-kaliemica Compromissione della funzione del tubulo renale Aritmie cardiache: cambiamenti nell’ ECG; arresto cardiaco Trattamento: Somministrazione di K+ per endovena (casi gravi) e non deve essere somministrato a una velocità maggiore di 20 mmoli/ora, eccetto in casi gravissimi e sotto monitoraggio ECG. K+ plasmatico dovrebbe essere monitorato nei pazienti in terapia insulinica Omeostasi degli ioni idrogeno nell’organismo – Gas ematici La concentrazione di ioni H+ nel sangue si mantiene entro ristretti margini: 35-45 nmoli/l (pH compreso tra 7,35 - 7,43) >120 nmoli/l e < 20nmoli/l sono incompatibili con la vita (range di sopravvivenza: pH 6,8 - 8,0) Il pH del sangue, così come altri parametri dell’equilibrio acido-base, sono influenzati dall’età, dal sesso, dalla posizione del corpo, dall’alimentazione, dalla digestione, ecc. L’organismo umano è capace di produrre ogni giorno elevate quantità di composti acidi: ACIDI VOLATILI: acido carbonico (20.000 mmol/die); ACIDI FISSI (NON VOLATILI): 80 mmol/die, prodotti dal metabolismo delle proteine introdotte con la dieta, degli zuccheri e dei grassi, dai composti organici fosforati, dalle nucleoproteine: • Acido solforico (metabolismo proteico: metionina, cisteina) • Acido lattico (acido organico) • Acido fosforico (metabolismo fosfolipidi) • Corpi chetonici (Acido acetoacetico, • Acido cloridrico (conversione cloruro di ammonio in urea) β-idrossibutirrico) Sistemi tampone nell’organismo Sistemi tampone nei liquidi corporei (si combinano istantaneamente con acidi e basi per impedire variazioni consistenti del pH): risposta immediata Sistemi tampone nel sangue: Il plasma (ECF/LEC) contiene 4 sistemi tamponi importanti: Acido carbonico-Bicarbonato di sodio (H2CO3 - NaHCO3); Fosfato monosodico-Fosfato bisodico (NaH2PO4 - Na2HPO4); Proteina-Proteinato di sodio (HProt- NaProt); Acidi organici-Sali di sodio degli acidi organici. Gli eritrociti (ICF/LIC) contengono 4 sistemi tamponi importanti: Acido carbonico-Bicarbonato di potassio (H2CO3 - KHCO3); Fosfato monopotassico-Fosfato bipotassico (KH2PO4 - K2HPO4); Proteina-Proteinato di potassio (HHb- KHb; HHbO2-KHbO2); Acidi organici-Sali di potassio degli acidi organici. Equazione di Henderson-Hasselbach per il bicarbonato La concentrazione del bicarbonato è sotto controllo renale, mentre la pressione parziale di CO2 nell’ECF è sotto controllo del sistema respiratorio: TALE TAMPONE HA IL VANTAGGIO DI ESSERE SOTTO IL CONTROLLO DI DUE SISTEMI NELLA REGOLAZIONE DEL pH. Gli H+ generati dal metabolismo cellulare (ICF) sono quindi: • Immediatamente tamponati dalle proteine cellulari : H+ + Prot.- → H-Prot. (nell’ICF) • Successivamente, gli H+ passano ai liquidi extracellulari e vengono intercettati dai bicarbonati: H+ + HCO3- → H2CO3 ⇄ CO2 + H2O (in TESSUTI/ECF) PCO2 45 mmHg PCO2 40 mmHg nel sangue arterioso Diffusione nel plasma di HCO3- in scambio con ioni Cl- nei GR (shift dei cloruri) gradiente pressorio Se la CO2 penetra nel sangue, in presenza di acqua avviene la reazione: CO2 + H2O → H2CO3 → H+ + HCO3- (nell’ECF, plasma) (8% CO2) Nel plasma tale reazione è molto lenta (8% CO2 totale), e solo una piccola parte di CO2 forma H2CO3 che, decomponendosi, libera H+ tamponati poi da proteine. Negli eritrociti, invece, tale reazione è molto rapida per la presenza di ANIDRASI CARBONICA : CO2 + H2O ⇄ H2CO3 ⇄ H+ + HCO3- (nell’ICF, per diffusione di CO2 negli eritrociti) (65% CO2) Gli H+ prodotti vengono tamponati dall’emoglobina: H+ + O2Hb ⇄ H-Hb + O2 (nell’ICF dei GR) (dal 65% CO2) L’emoglobina possiede capacità tamponante, che aumenta quando si libera O2, per la presenza di gruppi acidi e basici: O2Hb- + CO2 + ⇄ CO2 -Hb (carbaminoemoglobina, nell’ICF) (27% CO2) L'EMOGLOBINA (HB) È RESPONSABILE DEL TRASPORTO DELLA CO2 DAI TESSUTI PERIFERICI AI CAPILLARI ALVEOLARI DA DOVE VIENE POI ESPULSA ATTRAVERSO L'ESPIRAZIONE (65%+27% di CO2 eliminata) (ovviamente, distribuisce O2 ai tessuti!!!!) Attraverso il meccanismo respiratorio (O2 dai polmoni ai tessuti e CO2 dai tessuti ai polmoni) sia l’aumento che la diminuzione del pH sono compensati rapidamente modificando la frequenza respiratoria, e il pH del sangue, in condizioni normali, è costante. Il rene nella omeostasi degli H+ Si è visto che gli ioni H+ provenienti dal metabolismo sono tamponati dai bicarbonati: H+ + HCO3- → H2CO3 ⇄ CO2 + H2O (nell’ECF) E’ un sistema tamponante molto efficiente, sia per l’elevata concentrazione di questi anioni rispetto ad altri (fosfati e proteine), e poi perché la CO2 prodotta è efficacemente eliminata tramite il sistema respiratorio.....TUTTAVIA..... Elevate quantità di H+ prodotti dal metabolismo, anche non ‘volatili’..... ...... quindi sistema bicarbonato destinato ad esaurirsi..... NECESSITA’ DI RIGENERAZIONE DI HCO3-, DI RIASSORBIMENTO DEL BICARBONATO ESISTENTE E DI ELIMINAZIONE DI H+ COMPITO SVOLTO DAI RENI pH URINA: 6.0 pH PLASMA: 7.4 Urina consente di eliminare sostanze acide Tragitto....... 1. H+ + HCO3- → H2CO3 ⇄ CO2 + H2O (nel PLASMA, ECF) Passa nelle cellule tubulari renali 2. CO2 + H2O ⇄ H2CO3 ⇄ H+ + HCO3- 4400 mmol/die SECRETI nel lume Una parte (80 mmol/die) è ESCRETA nel lume tubulare N.B. Il Na+ è scambiato con H+ (nel TUBULO PROSSIMALE, dove c’è molta AC) passa nel plasma: RIGENERAZIONE HCO3- Tragitto....... 1. H+ + HCO3- → H2CO3 ⇄ CO2 + H2O (nel PLASMA, ECF) Passa nelle cellule tubulari renali 2. CO2 + H2O ⇄ H2CO3 ⇄ H+ + HCO3- 4400 mmol/die SECRETI nel lume Una parte (80 mmol/die) è ESCRETA nel lume tubulare (nel TUBULO PROSSIMALE, dove c’è molta AC) passa nel plasma: RIGENERAZIONE HCO3- Risultato netto: riassorbimento HCO3- nel La gran parte (4320 mmol/die) reagisce con HCO3- filtrato nel lume tubulare per RIASSORBIRE HCO3- plasma, con ripristino della capacità tamponante H+ + HCO3- ⇄ H2CO3 ⇄ CO2 + H2O nel lume dell’ECF Dal fegato Interessante è anche il ruolo svolto dal fegato.......... ALTERAZIONI EQUILIBRIO ACIDO-BASE ACIDOSI Condizione patologica che produrrebbe un abbassamento del pH (per aggiunta di acidi o rimozione di alcali) del sangue, qualora non intervengano meccanismi di compensazione per riportare alla normalità il pH dei fluidi biologici. Acidosi metabolica Processo eziologico primario, in cui l’alterazione principale è a carico della concentrazione di HCO3-. Cause (acidosi acute e croniche): Aumentata produzione di acidi fissi (chetoacidi, acido acetacetico e acido betaidrossibutirrico nell’acidosi diabetica; acido lattico nell’ipossia severa); Perdita di alcali e generale diminuzione di bicarbonati ematici; Aumentata ingestione di NH4+, ad es. come sale di ammonio, (a livello epatico l’ammonio è metabolizzato producendo urea, con formazione di una mole di H+ per ogni mole di NH4+); Diarrea o perdita di liquidi intestinali attraverso fistole comportano perdite di bicarbonati o di altre basi coniugate; Nelle malattie renali croniche si ha deficienza di secrezione di ammoniaca o scarso riassorbimento di bicarbonati delle urine Meccanismi di compensazione: il sistema neurale, che controlla la ventilazione alveolare, è sensibile all’aumento di H+ e di PCO2 e determina rapidamente (minuti) l’aumento nella frequenza e nel volume del respiro Dati di laboratorio: Riduzione del bicarbonato plasmatico (al di sotto di 24 mEq/l); Riduzione del pH ematico (valori inferiori a 7,4); Riduzione (compensatoria) della PCO2 (valori inferiori a 40 mmHg); Iperpotassiemia; Con funzione renale normale, in acidosi metabolica si ha un aumento dell’escrezione di H+, che inizialmente coinvolge il fosfato urinario, e che poi comporta l’aumentata produzione di ioni ammonio Acidosi respiratoria Processo eziologico primario, in cui l’alterazione principale è a carico della ventilazione alveolare. Tale diminuzione provoca l’aumento della PCO2, e dell’acido carbonico: la CO2 in eccesso, infatti, diffonde nelle emazie, dove, idratata, diventa ac. carbonico. L’ac. respiratoria acuta si manifesta per improvvisa depressione del centro respiratorio (per overdose di narcotici, anestesia, disordini del SNC, paralisi dei muscoli respiratori, ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, asma, trauma toracico). Dati di laboratorio: • Riduzione del pH ematico (valori inferiori a 7,4) • Aumento della PCO2 (valori superiori a 40 mmHg) • Bicarbonato plasmatico normali (al di sopra di 24 mEq/l) L’ac. respiratoria cronica si manifesta nelle malattie polmonari croniche (enfisema); l’aumento di PCO2 a livello renale determina un aumento dei bicarbonati. Il rene tende a compensare aumentando l’escrezione con fosfati e ione ammonio. Dati di laboratorio: • pH ematico normale all’inizio (di compenso), diminuito successivamente • Aumento della PCO2 (valori superiori a 40 mmHg) • Bicarbonato plasmatico aumentati ALCALOSI Condizione patologica che produrrebbe un aumento del pH (per diminuzione di acidi o aumento di alcali) del sangue, qualora non intervengano meccanismi di compensazione per riportare alla normalità il pH dei fluidi biologici. Alcalosi metabolica L’alterazione principale è a carico della concentrazione di HCO3-. Cause: Diminuita concentrazione di H+ nell’ECF, causata da diminuzione di acidi fissi sia da un aumento delle basi, per: • Diminuita produzione di acidi fissi (meno rilevante); • Aumentata perdita di acidi (molto più rilevante, ad es. col vomito); • Eccesso di bicarbonati o di altre basi coniugate. Dati di laboratorio: • Aumento del bicarbonato plasmatico (al di sopra di 24 mEq/l) • Aumento della PCO2 (valori superiori a 40 mmHg) • Ipopotassiemia Alcalosi respiratoria Ventilazione alveolare in eccesso, rispetto al bisogno di eliminazione di CO2 dall’organismo. Sono svariate le cause che determinano iperventilazione: Durante i primi minuti di iperventilazione si ha rapida perdita di CO2 dal sangue, con innalzamento del pH; il tamponamento extracellulare viene attuato mediante passaggio in senso inverso di Na+ e K+. Contemporaneamente, si ha aumento di produzione di acido lattico e calo dei carbonati. Persistendo per alcune ore, il rene compensa diminuendo l’escrezione urinaria di H+ ed aumentando quella dei bicarbonati. Emogasanalisi Perché fare il test? Per valutare la funzionalità polmonare misurando il pH, l’ossigeno (O2) e l’anidride carbonica (CO2); per monitorare il trattamento delle patologie polmonari; per determinare la presenza di uno squilibrio acido-base nel sangue, che può indicare patologie respiratorie, metaboliche o renali; per valutare l’efficacia dell’ossigenoterapia. Campione di scelta: è quasi sempre usato il sangue arterioso ma, in alcuni casi, come nei bambini, viene raccolto al suo posto, sangue capillare dal tallone. Il sangue può essere raccolto inoltre dal cordone ombelicale dei neonati. Un campione di sangue arterioso viene di solito raccolto dalle arterie radiali del polso, localizzate all’interno del polso, sotto al pollice, dove si può sentire il battito. Il test di circolazione, chiamato test di Allen, deve essere eseguito prima del prelievo per essere sicuri che ci sia un’adeguata circolazione nel polso del soggetto. Dopo il prelievo arterioso, deve essere applicata una pressione nella zona del prelievo per almeno 5 minuti. Dal momento che il sangue viene pompato attraverso le arterie, la puntura richiede un pò di tempo per smettere di sanguinare. Se l’individuo sta prendendo dei fluidificanti del sangue o l’aspirina, il sanguinamento può durare anche 10-15 minuti. pO2 sangue venoso inferiore di 60-70 mmHg rispetto a quello arterioso, mentre la pCO2 è superiore di 2-8 mmHg Eliminare tutta l’aria dalla siringa (contiene un po’ di eparina). Minimo contatto con l’aria atmosferica (la PCO2 dell’aria è molto inferiore a quella del sangue, la pO2 dell’aria è di 150 mmHg e supera di 60 mmHg quella del sangue arterioso e di 120 mmHg quella del sangue venoso. Conservare in ghiaccio durante il trasporto. E’ sufficiente misurare H+ e la PCO2 (HCO3- si può ricavare dall’equazione di HendersonHasselbach). METODI DI MISURA pH Valori di riferimento: 7.35-7.43 Tecnica potenziometrica (elettrodo a vetro combinato) PCO2 Valori di riferimento: 35-45 mmHg Tecnica potenziometrica: elettrodo a vetro, immerso in una soluzione salina contenente bicarbonato e separato dal sangue da una membrana in teflon permeabile alla CO2; all’equilibrio c’è una variazione di pH nella soluzione salina proporzionale al valore della PCO2. PO2 Valori di riferimento: 83-108 mmHg Tecnica amperometrica (elettrodo di Clarke). HCO3 Valori di riferimento: 22-26 mEq/L I bicarbonati possono essere misurati o indirettamente o direttamente previa alcalinizzazione del campione oppure misurando la CO2 rilasciata dopo acidificazione I disordini acido-base vanno curati trattando la malattia che c’è alla base: Terapia idrica e insulina nella chetoacidosi diabetica Ventilazione artificiale nello stato asmatico acuto Miglioramento della GFR mediante ripristino del volume di sangue in un soggetto che ha avuto gravi perdite di sangue Nei casi gravi può essere presa in considerazione la somministrazione di HCO3-