Confimprese: bene lo shopping a Milano e Torino. Boom per

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Mercoledì
09/10/2013
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Pierluigi Magnaschi
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Confimprese: bene lo shopping a Milano e Torino. Boom per
stazioni e aeroporti Negozi, vince la formula mista Cibo con la moda
o botteghe design i format anticrisi
DI CLAUDIA CERVINI Anche
nel bel mezzo di una crisi dei
consumi ci sono negozi che, vuoi
per l'innovazione di formato e
prodotto, vuoi per la posizione
che occupano, resistono al calo
delle vendite. È Milano la città
dove, più di altre, lo shopping
tiene grazie a commercianti che
hanno scelto formule nuove
optando per esempio per
un'offerta mista di ristorazione e
abbigliamento e dove, in generale,
hanno seguito i trend di quartiere
di riqualificazione urbana. A
rivelarlo è la ricerca di Scenari
Immobiliari nelle maggiori città
italiane presentata ieri nella sede
milanese di Unicredit nel corso di
un convegno organizzato da
Confimprese. Se il commercio se
la cava bene anche a Torino, in
altre città come Roma (dove
anche i fatturati delle grandi firme
sono diminuiti) Venezia e in
ultima istanza Bari, la situazione è
più difficile. Lo stesso vale per i
centri commerciali dove si sal
va soltanto la ristorazione. Milano
si è mossa meglio della media
nazionale con 264 mila metri
quadrati di spazi ad uso
commerciale messi sul mercato e
un assorbimento che, nel primo
semestre, è stato del 18,2%. «Un
risultato raggiunto grazie
all'innovazione commerciale in
zone come Brera dove le botteghe
si sono trasformate in atelier di
design e dove sono fioriti esercizi
commerciali a offerta mista, per
esempio del tipo abbigliamentoristorazione», spiega Clara
Garibello, direttore di ricerca di
Scenari immobiliari. «Senza
dimenticare la riqualificazione di
spazi, come nel caso della Piazza
di Porta Nuova, che ha avuto
impatti positivi sulle zone
circostanti». Il tutto al netto del
fatto che a Milano i prezzi di
vendita degli immobili sono
diminuiti del 2,9% rispetto allo
stesso periodo 2012, mentre i
canoni di locazione si sono
contratti del 7,3%, meno della
media nazionale che si attesta
rispettivamente a -4,3% e a -8,6%.
A Roma invece anche i fattu-
fino ad arrivare in zone come Bari
dove sta incominciando una
graduale desertificazione
commerciale. Anche centri
commerciali sono in sofferenza.
«Quest'anno le nuove aperture
sono decisa-
mente inferiori rispetto al
passato», ha spiegato Corrado
Vismara, vice-presidente del
consiglio nazionale centri
commerciali, « nonostante un
picco ad agosto e settembre,
quando gli italiani rimasti a casa
dalle vacanze, hanno trovato nei
mall luoghi di intrattenimento».
Va meglio, invece, nelle stazioni
ferroviarie e negli aeroporti.
Secondo Grandi Stazioni,
società a capitale misto che
riqualifica e gestisce le 13
principali stazioni italiane
«sono 500 i negozi gestiti, che
diventeranno 900 alla fine del
piano di sviluppo», spiega
Stefano Mereu, direttore vendite
e media di Grandi Stazioni.
L'ottimismo si deve a un totale di
700 milioni di persone in transito
ogni anno. Gli fa eco Fulvio
Facone, direttore commerciale
Aeroporti di Roma secondo cui il
commercio legato al viaggio «da
qui al 2029 registrerà una
crescita media del 5% l'anno» il
che spiega «il piano di
investimenti in infrastrutture da
12 miliardi per i prossimi 30
anni». Al netto di queste realtà,
secondo Scenari immobiliari il
fatturato del mercato immobiliare
commerciale retail, dovrebbe
chiudere il 2013 a quota 2,3
miliardi di euro in flessione del
4,2% sul 2012. «A sostegno del
commercio servono canoni di
locazione più bassi», conclude
Mario Resca, presidente di
Confimprese, «e partnership più
flessibili tra proprietà, società di
gestione e rivenditori». ———
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rati dei negozi di grandi firme
sono diminuiti, mentre a Venezia
la situazione è più difficile
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