Viaggio in Abruzzo nella Pentecoste del 1871
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Viaggio in Abruzzo nella Pentecoste del 1871
Viaggiatori stranieri in terra d’Abruzzo Oggetto: Ferdinando Gregorovius Cronologia: 1871 Opera: Viaggio in Abruzzo nella Pentecoste del 1871 L’autore: Storico tedesco, nato nel 1821 a Neidenburg, nella Prussia Orientale, Ferdinand Gregorovius, dopo aver seguito a Konigsberg gli studi teologici, si dedicò alla filosofia, alla letteratura e alla storia. Nel 1852, seguendo l’onda del Grand tour che dal settecento attraeva verso i paesi del Mediterraneo viaggiatori, letterati, artisti e fotografi, arrivò in Italia per visitare molte città e alla fine si stabilì a Roma, da lui chiamata sempre "il mito della mia vita". Le sue esperienze, le impressioni, gli studi compiuti nelle biblioteche, negli archivi e nei musei italiani furono da lui riuniti nei cinque volumi dei Pellegrinaggi in Italia (Wanderjahre In Italien), scritti dal 1856 al 1877. Nel 1855 cominciò a scrivere il capolavoro in 8 volumi: Storia della città di Roma nel Medioevo (Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter, 1859-72), il primo grande lavoro su questo argomento. La vita operosa degli ultimi suoi anni è tratteggiata nei Diari Romani (Romische Tagebucher, 1852-1874), la cui prima edizione tedesca uscì postuma nel 1892. Il municipio di Roma nominò Ferdinand Gregorovius cittadino onorario e fece pubblicare a sue spese a Venezia una traduzione dell'opera (1872-76). INDICE: I paesi • • • • • • • Avezzano Corfinio L’Aquila- Il castello Popoli Scurcola Marsicana Sulmona Tagliacozzo La natura • Gran Sasso • Lago Fucino • Valle Peligna • Monte Velino Gli uomini • • • • • • • I Briganti I Cantelmi Celestino V Cola di Rienzo Ovidio I Pastori I Torlonia Centro Regionale Beni Culturali – Via Mazara, 26 Sulmona –AQ Tel/fax: 0864-211024 Le Tradizioni • • • Il Corteo nuziale Il vino La Guerra sociale I paesi • Avezzano Questa cittadina giace in piano, in un ridente e lussureggiante paesaggio, a tre quarti d’ora dal lago. Ha ancora antichi edifici di stile gotico-romanico e la bella rocca degli Orsini. Il famoso Gentil Virginio la eresse nel 1490, esso ricorda il castello di Bracciano, eretto da Napoleone, padre di Virginio. Marcantonio Colonna, il vincitore di Lepanto, ingrandì il castello, vi pose dei trofei della guerra contro i Turchi, adornò le sale con pitture, delle quali non resta più traccia. Sul portale della rocca si legge una iscrizione, nella quale egli si chiama: Marsorum Talliacotiique dux, Marchio Atisse, Albe et Manupeli Comes…. La rocca di Avezzano, oggi proprietà dei Barberini Colonna, è divenuta una miserabile caserma, e solo lo stemma degli Orsini e dei Colonna ricorda ormai il suo grande passato. • Corfinio Io non vidi mai un paesaggio così superbamente stilizzato, come questo di Corfinio, da non paragonarsi nemmeno colle famose località siciliane. ..In mezzo a questa natura grandiosa, quasi eroica, in quest’aria fresca e serena, potrebbe sorgere una forte città dalla popolazione sana ed esemplare. Vedemmo molti resti di antiche mura, ed una chiesa non vecchissima, ma di una considerevole antichità, unico particolare del quadro che ricordasse il presente ed il tempo. Essa è di travertino giallastro e brillante. Si chiama san pelino, e da essa prende il nome l’altipiano. Deve essere stata eretta verso il 1400, ama, a giudicare dalle iscrizioni, prima di essa vi doveva già essere in questo luogo un’altra chiesa, eretta sulle rovine di un tempio pagano. Il materiale da costruzione è stato preso da Corfinium, come si rileva dai frammenti di iscrizione che si trovano sulla parete esterna. … • L’Aquila- Il castello ….salimmo la vigilia del giorno della nostra partenza da L’Aquila, verso sera, sulla fortezza di questa città. Essa appartiene all’epoca di Carlo V; una possente aquila imperiale, bicipite, di pietra, ed una lunga iscrizione latina, ricordante la costruzione di questo castello per opera del vicerè don Pedro di Toledo, marchese di Villafranca, stanno ancora sul bel conservato portale di marmo, di bella architettura cinquecentesca. Questo castello, situato in piano, circondato da una fossa profonda, rammenta quello simile che si trova a Milano. Esso non ha più alcuna importanza strategica: serve solo come caserma. • Popoli …In basso si scorge Popoli, su una roccia rossastra; su di esso le torri gialle e le rovine della rocca dei Cantelmi, e dietro Sulmona, patria di Ovidio, ai piedi della Majellla che sembra serrare la valle. La strada che conduce a Popoli scende a zig zag con gomiti così bruschi e curve così forti, che rammenta la strada del Gottardo o altri passi delle Alpi. Nulla di più ridente di questa piccola antica città con i suoi frutteti e le sue vigne assolate; il fiume Aterno prende da questo punto il nome di Pescara. …Popoli, rappresentando il punto di congiunzione delle strade commerciali di L’Aquila, Pescara e Sora-Avezzano, è già oggi uno dei luoghi più popolosi e frequentati degli Abruzzi. Vi notammo infatti una animazione che ricordava Napoli e le città Meridionali. Salimmo sull’antica rocca , donde si gode un incomparabile panorama. • Scurcola Marsicana Ci affrettammo a salire alla Scurcola. Questo villaggio copre col suo labirinto di strettissime strade il dorso roccioso del monte, la cui pietra serve in parte di selciato alle vie. Sul punto più alto si trova la cattedrale, S. Maria, che sembra appoggiarsi alla torre rotonda dell’antica rocca, oggi in rovina. Gli Orsini la costruirono, secondo mi fu detto. Poi appartenne ai colonna che anche oggi portano il titolo di baroni della Scurcola…Tutto il paese è come un monumento dell’antica battaglia. Si leggono con strano stupore i nomi storici di queste strette e sporche viuzze: via Carlo d’Angiò, Via Corradino, Via Ghibellina. Gli abitanti stessi sembrano viventi tradizioni di quell’avvenimento, che è la gloria e il vanto del luogo e l’unica ragione di visitarlo…. N cortese canonico ci condusse nella chiesa. Essa ha ancora un portale gotico del tempo degli Angiò, ma nell’interno è tutta rinnovata; il sacerdote ci mostrò il tesoro più prezioso del suo natio: un’immagine della Madonna che Carlo stesso fece eseguire per S. Maria della Vittoria….L’Immagine è di legno dorato e rappresenta la madonna seduta: essa ha fra le braccia il Bambino, che tiene in mano il globo del mondo. ..Si trovò quell’immagine sotto delle rovine di quel chiostro nel 1757 e fu trasportata nella chiesa del villaggio. In questa occasione si ebbe il barbaro gusto di coronare con due laminette d’oro le due teste delle immagini. • Sulmona Ma laggiù, da un colle, si staccano cupe masse di case, e le torri di una cattedrale: è Sulmona; • Tagliacozzo Ecco Tagliacozzo! Ha un aspetto cupo, visto così in distanza, con la rocca dei Colonna in rovina, tutto raccolto sul dorso accidentato del monte rupestre!Ci aspettavamo una massiccia mole di pietra, quando passammo attraverso la grande Porta marsicana, e invece trovammo con meraviglia una piazza gradevole, con una bella fonte, circondata da pittoreschi edifici con balconi e finestre gotiche e palazzi del Rinascimento. …Il signor B. ci condusse in molte vetuste chiese e finalmente al palazzo Colonna, un palazzo che ha apparenza di fortezza, la cui parte superiore è, per le finestre, di stile gotico del secolo XIV e il portale invece appartiene al puro Rinascimento. Lo stemma d’Aragona dimostra che la costruzione del palazzo va attribuita ad un Orsini; infatti molti Orsini entrarono nella famiglia degli Aragona di Napoli. Questo castello fu forse costruito da Giordano Orsini; il nemico di Cesare Borgia, si chiamava de Aragonia, conte di Tagliacozzo. Fu nell’anno 1499 che il re Federigo di Napoli decretò che Tagliacozzo ed Alba dovessero appartenere ai Colonna, come anche la baronia di Carsoli. Nell’interno di questo palazzo trovammo grandiose sale adorne di antichi ritratti di famiglia, i cui nomi nessuno più potrebbe dire. Alcune pie suore vi tengono ora una scuola per bambine….Esse ci fecero visitare compiacentemente tutto il palazzo, e anche la cappella notevole per antiche pitture. Questi dipinti del secolo XV, sono però molto ritoccati. Fra gli altri vi è una bella adorazione della Vergine e del bambino. Anche la loggia del palazzo è degna di nota; queste logge, così belle e pittoresche, non mancano quasi mai nei palazzi baronali. Quella di Tagliacozzo mi ricordò esattamente l’altra del palazzo colonnese a Gennazzano, nella quale son dipinte le città che i Colonna possedevano. La loggia di questo castello si apre sul monte velino;poggia su colonne corinzie; ha sulle pareti affreschi della scuola toscana; immagini di imperatori romani e di generali; vi è anche il poeta Ovidio, in toga rossa come un cardinale. La natura • Gran Sasso Da Aquila vediamo questo re degli Appennini immediatamente sulla nostra sinistra… Pochi hanno asceso questa montagna, ed essa è quasi mitica e sconosciuta, come tutta la regione limitrofa. E’ un nodo montuoso di figura allungata, di forme gigantesche e massicce,almeno per quel che si può giudicare vedendolo da Aquila. Dal cento di questa massa montuosa si alza una specie di cono o di gobba, coperto di neve; questo è il Gran Sasso, il punto più alto d’Italia: 9000 piedi di altezza. • Lago Fucino ….a questo punto fui deluso dalla mia aspettativa. Mi aspettavo uno specchio d’acqua scintillante ed azzurro, e vidi un lago oscuro per l’ombra del cielo e dei monti, d’un grigio-plumbeo confuso. Mi parve un morente che prendesse congedo dalla dolce vita, e la sua vista mi depresse e mi mise di cattivo umore. Ma quando ci fummo avvicinati, a circa un’ora di distanza, esso cominciò a sorriderci azzurro, e mostrò di avere ancora un bacino abbastanza considerevole, grande all’incirca come il lago di Bracciano. Pure non potrà avere più di 21 miglia di perimetro. Quando era ancora intatto ne aveva 35. Più di 15 miglia mi parve dover essersi ristretto. ….le rive del lago non misurano più che tre miglia. Dove poco fa si agitavano le onde e i pescatori gettavano le reti, sono ora verdi seminati, campi solcati dall’aratro e divisi fra loro da segni di confine portanti lo stemma e le iniziali dei Torlonia… ….arrivammo al cantiere dei lavori, dove ci si presentò uno strano spettacolo, che in piccolo ricordava il lavori del canale di Suez. Un canale largo e profondo è stato scavato nella sponda del lago: in questo scorrerà l’acqua del lago, quando sarà compiuto il prosciugamento e quando sarà stata tagliata la diga. Delle cateratte massicce. Di pietra bianca squadrata, sono state costruite con fattura semplice e solida. Nel canale ed intorno erano centinaia di operai occupati a riempire di melma dei cesti e a portarli via su di un cole vicino. In gran parte erano donne che compivano questo lavoro. I fazzoletti rossi, le loro teste variopinte, secondo il costume di Sora, davano alla riva un aspetto straordinariamente animato. Il nuovo canale viene a trovarsi in una posizione molto più bassa dell’antico, per mezzo del quale già una parte del lago era stata prosciugata. E questo canale si dirige direttamente verso il monte Salviano, dove sono anche gli antichi emissari di Claudio. Vedemmo anche tre colossali gallerie, una sopra l’latra, parte in muratura, parte scavate nella roccia, che si trovano molto al di sopra della superficie del suolo. …L’emissario di Claudio fu già espurgato dall’imperatore Federigo II, poiché già per molti secoli d anche nell’anno 1826 era stato più volte tentato il prosciugamento del lago. Questo tentativo ebbe felice esito solo nel nostro tempo; una società di capitalisti, fra cui molti francesi, intraprese circa 121 anni fa questa grande opera. L’emissario di Claudio fu in questa occasione riattivato, approfondito ed allargato. Torlonia, finalmente, assunse per suo conto l’alta direzione di tutta l’impresa. Fra pochi anni il prosciugamento del lago sarà compiuto. • Valle Peligna Fra Collepietro e Popoli varcammo un alto passo, dal quale si gode una magnifica veduta sulla lussureggiante vallata di Sulmona, che è come un enorme giardino racchiuso in un cerchio di nevose montagne. Una volta esse racchiudevano un lago, come quello Velino presso Rieti. In tempi preistorici tutte queste valli abruzzesi erano laghi; ora non rimane che il lago Fucino, ed anche questo sarà presto prosciugato. • Monte Velino Eppure è sempre il Monte Velino quello che attira su di sé l’attenzione dello spettatore; anche se si è volto altrove lo sguardo, bisogna portarlo su di esso, tanto appare mirabile per la sua adamantina figura. Sembra che non riceva luce dal cielo, ma che risplenda di luce propria ed illumini i monti, il lago ed i piani. Gli uomini • I Briganti …fino al 1860 ne rea abbondantemente infestata, ed ancora se ne incontrano nei dintorni di Sulmona. Il vetturale non si stancava di narraci, durante il viaggio, queste storie di briganti;una l’ho ancora in mente. Sette fratelli, di forza erculea divennero un bel giorno banditi e, venuti in queste montagne, si diedero a rubare, ad uccidere, a sequestrare persone, a far bottino, di notte, di centinaia di pecore. Cinque di essi morirono, due scomparvero. Alcuni cittadini di Aquila che qualche anno dopo portarono al mercato di Trieste seta grezza da vendere, riconobbero i due malandrini in due mercanti che avevano stabilito in quella città un fiorente commercio. Il governo austriaco li consegnò a quello italiano, e quei banditi sono ora rinchiusi nelle prigioni di Aquila, dove attendono la loro condanna a morte. • I Cantelmi I Cantelmi, stirpe provenzale, la eressero; essi erano venuti a Napoli con Carlo I d’Angiò, resero grandi servigi a questo conquistatore nella lotta con Manfredi e Corradino, e, arricchiti di molti feudi nel regno di Napoli, divennero una delle più potenti famiglie feudali. I cantelmi possedettero anche per molto tempo la bella Sora sul Liri. • Celestino V Un’altra figura storica, lontana da quella di Ovidio, come la notte dal giorno, come può esserlo un ascetico santo da un sereno pagano, ci apparisce dietro Sulmona, e riempie delle fantastiche memorie medioevali l’azzurro leggermente nevoso della Maiella. Da quelle grotte un timido montanaro fu sbalzato d’uni tratto sul troni pontificio: Celestino V , predecessore di Bonifacio. In Santa Maria di Collemaggio dove egli fu condotto da re Carlo di Napoli per esservi incoronato, egli giace sepolto; ed io visitai là il suo mausoleo. La sua storia è il più strano episodio del Papato, un poema di santità, tutto fragrante di romanticismo medioevale, incomparabile ed unico negli annali della Chiesa. • Cola di Rienzo Un altro figlio diretto del medioevo lava la sua ombra sulla Maiella: Cola di Rienzo, l’ultimo tribuno di Roma, in esilio, e non più vestito di broccato e di seta bianca, ma nella cella di quei celestini che il Papa eremita aveva fondato. Anch’egli fu dunque un eremita della Maiella, cinquant’anni dopo Celstino. Dopo la sua cacciata dal Campidoglio, andò errabondo nel napoletano, e si rifugiò poi in queste solitudini, visse cogli eremiti, assorto in meditazioni sulla riforma universale, alla quale si credeva chiamato. Di là mosse verso Praga, per partecipare all’imperatore Carlo le profezie degli eremiti abruzzesi e le sue proprie idee geniali. • Ovidio …e la figura del sereno poeta delle Metamorfosi e delle Eroidi, poi esule infelice , ci si presenta: Ovidio fu proprio l’uomo creato per fare le più profonde riflessioni sull’instabilità della fortuna!Dal raffinato e luminoso mondo romano egli precipitò tra i selvaggi Sciti del Mar nero, coperti di pelli di belve! Quante volte, laggiù egli non avrà pensato con melanconica e straziante brama ai monti e alle valli floride della patria sua, ai giochi della sua giovinezza a’ piedi della Maiella! • I Pastori Andando innanzi incontrammo un numeroso gregge di pecore e di capre che i pastori, uomini giganteschi, coperte di pelli le spalle, impugnando il pungolo, conducevano lentamente alla montagna. Più oltre vedemmo i pendii tutti coperti di greggi, che vi passano l’estate. Cani dal lungo pelame, della grandezza dei san Bernardo, fanno la guardia; essi portano un collare di cuoio con punte di ferro, che li protegge dal dente dei lupi abruzzesi • I Torlonia Il re della Marsica è oggi Torlonia; egli ha denari e possiede il genio dell’industria. ..Oggi il nome, per nulla storico di Torlonia è ripetuto qui con stima e riconoscenza da poveri e ricchi, signori e plebei. Torlonia coi denari ha fatto risorgere questa regione. Egli arma migliaia di uomini di pala e di vanga: migliaia di uomini egli nutre; dà in affitto i campi a famiglie e comunità. Ha riscattato dal lago miglia e miglia di terra e vi sorgeranno nuove città; per 99 anni egli sarà il re della Marsica e possederà la nuova terra; vi avrà un monumento che tramanderà ai posteri la gloria di questo grande prosciugatore. …Torlonia, il grande seccatore della natura, è sordo all’appello delle ninfe: egli non teme neppure la vendetta dei pesci che potrebbero tormentare i suoi sogni… Le Tradizioni • Il Corteo nuziale Appena entrati in città (Popoli ndr), trovammo la popolazione in gran movimento, essa aveva aspetto contadinesco; una strana comitiva di uomini ci venne incontro suonando la fanfara: era preceduta da giovanotti che su di un’alta pertica portavano una caldaia di rame ed altri lucenti utensili da cucina, tutti adorni di bandierine, fiori e corone. Era un corteo nuziale e, secondo l’uso del luogo, la dote della sposa era portata in processione per viaggio. • Il vino I vini degli Abruzzi, o almeno quelli che si fanno là (Popoli ndr) e a Sulmona, sono celebrati in tutta la regione, e sarebbero esportati di più se fossero migliori le strade. Ci è stato detto che a Popoli si compra un litro di ottimo vino per l’inverosimile prezzo di un soldo e si piantano dei maglioli per nulla inferiori a quelli di Borgogna. • La Guerra sociale Corfinium fu per lunga serie di anni il centro della più violenta rivoluzione d’Italia, la terribile sollevazione degli alleati contro i privilegi della sovranità assoluta di Roma. In questa città gli eroici Marsi, i Sanniti e le altre popolazioni strinsero alleanza, si dichiararono indipendenti da Roma, crearono, sotto Quinto Silio, consoli e Senato, e chiamarono Corfinium Italica. In terribili guerre la comune delle popolazioni italiane lottò per la cittadinanza romana: seguirono altre guerre sociali e la grande guerra servile…