Premi di risultato, la parità di trattamento è un tuo diritto Al via la

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Premi di risultato, la parità di trattamento è un tuo diritto Al via la
Ufficio stampa
Nidil Cgil nazionale
Comunicato Stampa
Premi di risultato, la parità di trattamento è un tuo diritto
Al via la seconda parte della campagna NidiL Cgil
“Stessa azienda, stesso lavoro, stesso stipendio!”
6 ottobre 2016
ROMA - Stessa azienda, stesso lavoro, stesso stipendio. La parità di trattamento è un diritto, anche
quando si parla di premi di risultato aziendali. E’ stata lanciata in queste ore la seconda parte della
campagna di Nidil Cgil nazionale sul diritto alla “Parità di trattamento” nei luoghi di lavoro.
Questa volta, il sindacato che organizza lavoratori atipici e in somministrazione punta l’attenzione
sulla disparità riscontrata nel mondo del lavoro quando si parla di premi di produzione e di risultato.
Una parte variabile del salario che vede ancora oggi forti e ingiuste discriminazioni per i lavoratori
in somministrazione.
Sull’onda del successo registrato dal primo video lanciato in rete lo scorso aprile, diventato virale e
condiviso centinaia di volte, ecco arrivare una nuova versione che punta a sensibilizzare il mondo
del lavoro sulla parità di trattamento nell’elargizione dei premi di risultato (i video sono visibili sul
sito http://www.nidil.cgil.it/somministrazione/parita-di-trattamento e sulla pagina Facebook
NidilCgil). Se nel primo video animato i protagonisti erano due lavoratori che lamentavano una
differenza di trattamento economico, dovuta a scorretto inquadramento, in busta paga a fine mese impiegati uno direttamente dall’azienda e l’altro attraverso un’agenzia per i lavoro -, nell’ultimo
video si vedono due lavoratrici donne che rappresentano un'altra, ingiusta, disparità da correggere.
A un primo sguardo, infatti, le due protagoniste del nuovo video sembrano uguali in tutto e per
tutto. Dal percorso formativo che le porta a varcare la soglia del mondo del lavoro fino
all’assegnazione di qualifiche e mansioni. Identiche, dicevamo, ma fino ad un certo punto.
Quando si tratta di ricevere il “premio di risultato”, per una – quella assunta direttamente
dall’azienda - sono gioie, mentre per l’altra – assunta tramite agenzia - possono essere dolori.
“E’ un trattamento iniquo e ingiusto: le due lavoratrici hanno diritto alla parità di trattamento
anche quando viene corrisposto il premio di risultato” spiegano da Nidil in occasione del lancio
della seconda parte della campagna.
La trilateralità del rapporto di lavoro presente nella somministrazione (dipendente-azienda
utilizzatrice-agenzia) rischia di essere un perimetro che comprime i diritti.
“Si persegue così una riduzione dei costi in cui in molti casi le aziende utilizzatrici e le agenzie di
somministrazione eludono il diritto alla parità di trattamento attraverso un inquadramento
scorretto e il mancato pagamento dei premi di risultato e di produttività” ha spiegato Claudio
Treves, segretario generale Nidil, sottolineando come il sindacato degli atipici stia portando avanti
“sia sul piano vertenziale, sia su quello politico sindacale l’obiettivo della parità di retribuzione. Un
versante fondamentale – spiegano dalla Segreteria nazionale Nidil – per ottenere la parità di
trattamento”.
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