I QUADRI CI PARLANO

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I QUADRI CI PARLANO
Prof.ssa Daniela Tinelli
VASILIJ KANDINSKIJ
Vecchia Russia, 1904,
Parigi, Musèe national d’art moderne
Il cavallo con il suo cavaliere
"Come tutti i bambini, mi piaceva enormemente cavalcare. Per accontentarmi, il
nostro cocchiere mi foggiava a guisa di cavallo bastoni sottili da cui
ritagliava strisce di corteccia a spirale. (...)
Quando mia zia giocava insieme a me con i cavallini, avevamo entrambi una
preferenza spiccata per un cavallo color Isabella macchiato di ocra e con
una criniera gialla chiara. Seguivamo un severo regolamento che ci dava a
turno il diritto di farlo correre, una volta con il suo fantino e una volta con il
mio.
Ancora oggi la mia passione per i cavalli di quel pelame non è scemata e provo
sempre lo stesso piacere a vederne uno che ritorna tutti gli anni nelle vie di
Monaco. Compare quando si cominci a inaffiare le strade. Sveglia il sole
che vi è in me...
E' immortale. Lo conosco da quindici anni e non diventa mai vecchio. E' una
delle prime impressioni, la più intensa da quando mi sono fermato a
Monaco. Me ne stavo a seguirlo con lo sguardo e una promessa inconscia
ma piena di sole vibrava nel mio cuore. Trasformava il cavallino di piombo
della mia infanzia in una creatura viva, collegando così Monaco con i miei
primi anni di vita"
E il cavallo col suo cavaliere
comparirà
spesso
nella
pittura di Vasily Kandinsky.
Egli intendeva il rapporto
cavallo-cavaliere come una
simbiosi perfetta:
"Il cavallo trascina l'artista
con forza e velocità, ma il
cavaliere guida il cavallo.
Il talento trascina l'artista, ma
l'artista conduce il suo
talento”.
Nella “Coppia a cavallo”, appaiono elementi di
fiaba nel paesaggio russo. Il quadro si riferisce
a una vecchia fiaba russa in cui il cavaliere
riporta a casa la bella Elena, dopo averla
liberata dalla prigionia dell'uccello di fuoco.
Coppia a cavallo, 1906,
San Giorgio, il santo cavaliere che uccide il drago:il cavaliere appare come "il messaggero della nuova era in cui il bene trionfa sul male, il rinnovamento sulla
tradizione, lo spiritualismo sul materialismo". Ma non è solo un eroe romantico: è il simbolo stesso della missione dell'artista, che lotta contro le convenzioni
artistiche in favore della libertà dell'arte astratta.
“una volta ancora fanciullo, stavo dipingendo un cavalluccio sauro pomellato. Avevo lavorato molto ed era quasi
finito mancavano gli zoccoli. Presi un pennello e lo intrinsi di nero. Un secondo dopo vidi quattro macchie nere,
abominevoli, sulle zampe del cavallo. Per tutta la mia vita, il puro nero e il puro bianco hanno suscitato in me
emozioni fortissime e completamente opposte.
Senza titolo (primo acquerello astratto), 1910, Parigi, Musèe national d’art moderne Pompidou
GLI ANNI VENTI:
IL BAUHAUS
Su bianco II, 1923, olio su tela, Parigi,
Museo d’arte moderna
Composizione VIII, 1923, New York, Guggenheim Museum
PITTURA BIOMORFA
Esseri fantastici
volteggiano liberamente
in un cielo vaporoso
“Quanto più il blu è profondo, tanto più
richiama l’uomo verso l’infinito, suscita in
lui la nostalgia della purezza e infine del
sopranaturale.
Esso è il colore del cielo, come ce lo
immaginiamo quando sentiamo il suono
della parola “cielo”.
Il blu è il tipico colore del cielo. Andando
molto in profondità, il blu sviluppa
l’elemento della quite.
Blu cielo, 1940, Parigi, Musèe
national d’art moderne Pompidou
Marcella Silvestri, il mio mondo
M. Silvestri, Lucchio
Ciao a tutti e ….. Buon viaggio!!