306 Fantasticamente Gaudì - Fondazione Internazionale Menarini

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306 Fantasticamente Gaudì - Fondazione Internazionale Menarini
n° 306 - luglio 2002
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Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
Fantasticamente Gaudì
Del tutto originale, nel
primo Novecento, a Barcellona, è stata l’esperienza architettonica di
Antoni Gaudì, nella
quale all’impiego di tecniche moderne si contrappone un ripiegarsi
mistico e quasi visionario su esperienze culturali del passato, sia gotiche che rinascimentali.
Un’esperienza di vita e
di arte, quella di Gaudì,
infatti, che ha lasciato
un alone di misticismo
che gli è valso nel 1992
la richiesta di beatificazione presso la Santa Sede
e la fama di “architetto
di Dio”.
Eppure Gaudì, l’architetto catalano per eccellenza, è stato interpretato come un genio visionario, discusso ancor
oggi, «capace di segnare
il volto di una città dinamica come Barcellona
- scrive Paolo Tomasetti
- in un’epoca frenetica,
di gettare il germe per
molte esperienze artistiche successive, come
l’Espressionismo, il Dadaismo, il Surrealismo
e l’architettura Organica, pur rimanendo un
unicum».
Nato a Reus il 25 giugno 1852 e morto il 10
giugno 1926 in un tragico incidente, viene oggi
celebrato da Barcellona,
la sua grande musa ispiratrice, che gli dedica
esposizioni, feste incontri, mostre.
Nella figura di Gaudì
emerge prepotentemente
e si riassume emblematicamente la vicenda del
modernismo catalano,
uno degli aspetti più singolari e autonomi dell’arte del decadentismo
europeo.
Gaudì non si mosse quasi
mai dalla Catalogna, ma
nonostante il fortissimo
attaccamento alla sua
terra, il suo apporto al
Modernismo - il movimento catalano che in
parallelo alle Arts and
Crafts inglesi proponeva
un ritorno alle forme medievali vedendo in esse
l’espressione più genuina
della tradizione popolare spagnola - è cosi straordinariamente personale che risultava impossibile inserirlo in un
coerente iter di un qualsivoglia sviluppo stilistico.
Certo è che già nelle sue
prime opere a Barcellona, città dove si concentra quasi totalmente
la sua attività, come nella
Casa Vicens (1878-80),
egli usa con spregiudicatezza i più diversi stili
storici, dal romanico, al
gotico, al barocco, contaminandoli con audacia e trasformandoli sempre con una fantasia senza
confini e una vitalità inesauribile.
Su una base strutturale
stabile e solida Gaudì
crea forme straordinarie
e imprevedibili, trattando con uguale maestria i più diversi materiali come mattone, pietra, ferro, vetro, ceramica. Da essi trae le
estreme possibilità espressive: la cosiddetta progettazione “globale” di
Gaudì che allarga la sua
progettazione anche a
La Sacrada familia con la facciata della passione - Barcellona
mobili e arredi (discende
da una famiglia di artigiani; suo padre era ramaio).
Tra i suoi capolavori,
sempre a Barcellona, che
esprimono una concezione spaziale dinamica
e originale, sono da ricordare la Casa Güell
(1885-89) ( il conte Guell
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Divano per la Casa Calvet
era un ricchissimo e colto
industriale ammiratore
di Ruskin e Wagner), la
chiesa di S. Coloma de Cervello (1898-1915), il Parco
Güell (1900-1914), vivacissimo esempio composto da grotte, fontane,
parapetti, di trasfigurazione fantastica dei materiali ( originariamente
doveva far parte di una
vasta sistemazione urbanistica delle pendici
del monte Tibidabo); la
Casa Batlò (1904-1907);
la Casa Milà (906-1914),
che, per la volumetria
deformata, viene chiamata La Pedrera ( il suo
interno è caratterizzato
da un’estrema libertà
compositiva), e infine
l’incompiuto tempio
della Sagrada Familia
(1883-1926) che sarebbe
dovuto essere una grande
foresta di pietra viva, cui
Gaudì si dedicò, con intensità sempre più ossessiva, sino alla morte.
La Casa Batlló, un lussuoso complesso adibito
ad abitazioni, vede la
mano di Gaudì intervenire su un edificio preesistente costruito su un
terreno stretto e lungo,
stravolgendo con la decorazione ogni schema
compositivo tradizionale.
L’opera di Gaudì, come
è stato scritto, costruttore per istinto e per pratica, immaginoso e barocco nella sensibilità,
innamorato dei colori
vivi e delle forme plastiche della tradizione mediterranea, proprio a
causa del suo creare senza
confini, non è stata subito riconosciuta dalla
critica ufficiale nella sua
grandezza e nel suo valore profetico.
Oggi, nella ricorrenza
dei 150 anni dalla sua
nascita, la genialità dell’architetto di Barcellona, la teoria e la pratica artistica, le sue splendide architetture sono
inserite a pieno titolo
nelle contemporanee linee di sviluppo del Movimento moderno.
Uno sviluppo che oggi
si legge allineato, ma la
cui smodata fantasia diverge sino a far diventare Gaudì fantastico mistero di pietra.
Padiglione del parco Güell - Barcellona
maria siponta de salvia
Facciata di Casa Batlló