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“potremmo
dirti
non
correre”
di
potremmo
dirti
di non
correre
La velocità, difficile percepirla.
Andare a sbattere a 50 km/h
è come cadere con l’automobile
dal terzo piano di un palazzo...
S
30
econdo alcuni studiosi, il
concetto di velocità viene
acquisito dal bambino prima
ancora di acquisire quello di spazio
e di tempo. Ma la velocità viene
sempre percepita correttamente?
In fisica la velocità media di un
oggetto è definita come rapporto
tra la distanza percorsa da un qualunque corpo (variazione spaziale)
e il tempo impiegato per percorrerla (variazione temporale). Data una
certa distanza, meno tempo un
corpo impiega a percorrerla, maggiore è la sua velocità.
La guida di un veicolo è un compito assai complesso, centrato sul-
l’interazione di tre elementi principali: Uomo-Ambiente-Veicolo
(UAV). La sicurezza di guida si realizza quando questa interazione
dinamica si mantiene entro limiti
di bilanciamento, determinati in
gran parte, momento per momento, da opportune azioni-reazioni
del conducente. In primo luogo
bisogna percepire: e questo non è
sempre detto che avvenga (ad
esempio, tra noi e quello che
dovremmo percepire potrebbe
esserci un ostacolo). Una volta percepito qualcosa, il nostro cervello
deve “riconoscere”, cioè categorizzare, il percepito. Riconosciuti i
I tempi della frenata
VELOCITÀ
caratteri salienti del segnale, bisogna poi decidere il da farsi, magari
rapidamente se si è identificata
una situazione di pericolo: non
sempre questo è immediato, ognuno può in certe condizioni “esitare”. Bisogna poi dar corpo alla
decisione, agire. E anche questo
richiede del tempo.
In relazione alla velocità, il rischio
percepito viene talora influenzato
dalle unità di misura usate.
Esprimere la velocità in km/h può
essere utile per stimare la durata di
un viaggio, non per dare una percezione adeguata del rischio.
Quello che invece può far riflettere
TEMPI DI REAZIONE
1,5 sec.
1 sec.
SPAZIO
0,8 sec. DI FRENATA
SPAZIO DI
ARRESTO TOTALE
Km/h
Metri/sec
50
13,90
100
27,88
27,88
22,30
56,24
84,12
78,54
150
41,70
41,70
33,36
126,55
168,25
159,91
20,85
Metri percorsi
Metri
MAX
MIN
13,90
14,06
34,91
27,96
e percepire maggiormente lo stato
delle cose è usare i metri al secondo (m/s). Dunque, un tranquillo
signore che viaggia ad 80 km/h, e
nel pieno rispetto dei limiti imposti
dal Codice della Strada, sta procedendo a 22 metri al secondo! In
città, immaginando di guidare a 30
km/h, si stanno percorrendo più di
8 metri al secondo. A quanti metri
al secondo procede un veicolo che
va a 130 km/h? Risposta: 36,4.
Possiamo definire la velocità come
un concetto cinematico, relativo
cioè alla descrizione del moto.
L'energia di movimento dunque, o
anche energia cinetica, è quella
posseduta da un qualunque corpo
dotato di massa che si muove raggiungendo una certa velocità. Le
leggi della fisica ci dicono anche
che l’energia è proporzionale al
quadrato della velocità: questo è il
motivo per cui se a 50 km/h lo spazio di arresto è mediamente di 30
metri, a 100 km/h diventa di 80
metri e non 60. Guidare un veicolo
significa effettuare continuamente
una serie di scelte, la maggior parte
delle quali mentre si è in movimen-
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to, in velocità. Alcune di queste
devono tener conto proprio della
velocità raggiunta. Diventa così
fondamentale lo spazio di arresto
di un veicolo, che non è altro che
la somma di due componenti: lo
spazio di frenata (che dipende dall’efficienza dell’impianto frenante
del veicolo e dalle condizioni della
strada) e lo spazio percorso nel
tempo di reazione (strettamente
legato alle caratteristiche psicofisiche del conducente).
Il tempo medio di reazione di una
persona in condizioni normali è
pari a circa 8 decimi di secondo, un
tempo apparentemente basso,
durante il quale tuttavia viaggiando a 80 km/h si percorrono ben 18
metri. Dopo 18 metri, insomma,
cominciamo l’effettiva frenata. Per
questo la distanza di sicurezza dal
veicolo che ci precede, dettata dal
buon senso, in autostrada a 130
km/h dovrà essere almeno di 40-45
metri. E poiché, come già detto,
l’energia è proporzionale alla
massa del corpo in movimento e al
quadrato della velocità (e=1/2
mv2), maggiore è la velocità tenuta, più impegnativi diventano i
problemi di sicurezza e di arresto
del veicolo, ben al di là del rischio
"percepibile". Di fronte allo smaltimento dell’energia cinetica, che ci
serve per rallentare e fermare il
nostro veicolo, siamo tutti uguali.
Non c’è il il “drago del volante”, la
fisica è totalmente democratica,
non fa distinzioni.
Un'altra regola incontestabile: più
contenuta sarà la velocità del veicolo, meno avremo problemi nello
smaltire l’energia accumulata.
Ovviamente, sempre tutto in relazione al contesto. Se in autostrada
occupiamo la prima o la seconda
corsia, non possiamo assumere
un'andatura troppo lenta: rappresenteremmo un fattore di rischio
per gli altri utenti della strada.
VELOCITA’ MASSIMA
E VELOCITA’ PERICOLOSA
Non tutti sanno che esiste una
significativa differenza tra “velocità massima” e “velocità pericolosa”.
La “velocità massima” è più semplicemente il limite di velocità da
non superare prevista dall’art. 142
sarà mediamente di circa 22 metri.
Per consentire il totale arresto del
veicolo non bisogna mai trascurare
eventuali aspetti negativi legati sia
al veicolo che all’ambiente.
PIU’ VELOCI DI QUANTO
SEMBRI
del Codice della Strada, al di sotto
del quale l’utente deve scegliere a
quanto andare, e varia secondo il
tipo di strada. Entrano in gioco, in
questo caso, alcune condizioni
generali da tenere sempre ben presenti: le condizioni del manto stradale, la luminosità, la visibilità, il
traffico, ecc.. Ma attenzione, la
velocità massima non è assolutamente la velocità cui si è obbligati
ad andare o che conviene mantenere, ma solo il limite da non superare. Buona parte dei conducenti,
se vede un limite di 80 km/h si
sente quasi in dovere di viaggiare
proprio a quella velocità, magari
anche a 90 km/h, tanto più o
meno siamo lì. Così come la “velocità pericolosa”, non è solo una
velocità superiore a quella massima, come siamo invece portati a
pensare, bensì una velocità "non
congrua", non adatta a determinate condizioni di sicurezza. Anche
percorrere un tratto di strada a 40
km/h in città, in alcuni casi, o
meglio in alcuni punti, può essere
pericoloso: di fronte ad una scuola, o anche in prossimità di incroci,
strisce pedonali, curve pericolose. A
quella velocità si percorrono infatti
circa 12 metri al secondo e lo spazio totale di arresto in questo caso
Ti lasceresti mai cadere a testa in
giù, dall’altezza di soli 10 centimetri, sul pavimento di casa?
Probabilmente no. Una simile proposta suggerisce decisamente una
spiacevole sensazione di pericolo,
anche nei riguardi di una modestissima altezza. Eppure, la velocità
che si raggiungerebbe nel toccare il
suolo sarebbe di appena 5 km/h,
semplicemente quella tenuta in
media da chi cammina senza troppa fretta. Esempi che aiutano a
capire, a "conoscere" la velocità.
Eccone altri. Saltando da un
muretto alto 1 metro e 60 centimetri si tocca terra con una veloci-
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tà di circa 20 km/h, che poi corrispondono a 5,6 metri al secondo:
l'andatura media del cicloturista.
Per arrivare invece a toccare il
suolo ad una velocità di 50 km/h
(circa 14 metri al secondo) bisogna
lasciarsi cadere da poco meno di 10
metri, più o meno il terzo piano di
un palazzo. Chiunque, in questa
situazione, percepirebbe una situazione di reale pericolo. Coloro che
invece sfrecciano per le nostre strade su motociclette, autovetture,
autocarri, autotreni, ad una velocità ben maggiore dei 50 km/h, non
hanno la stessa percezione.
La specie umana non ha ancora
interiorizzato il senso di pericolo
connesso con la velocità. I suoi
movimenti su mezzi di trasporto
veloci avvengono da troppi pochi
anni. Nella scala dei tempi, infatti,
l’uomo sa ormai da centomila anni
cosa vuol dire cadere in verticale da
un albero oppure da un muretto. E’
invece da "appena" un secolo che
ha cominciato, purtroppo, a speri-
mentare le conseguenze dell’urto
in velocità orizzontale contro un
qualsiasi tipo di ostacolo.
LA VELOCITA’
E IL CODICE DELLA STRADA
L’Istat censisce oltre 40 tipi diversi
d’incidenti stradali, ma l’attenzione
si può concentrare solo su 7 tipo-
logie d’incidente, tutte riconducibili ad un comportamento scorretto dell’uomo.
L’eccesso di velocità è la prima di
queste sette categorie. E’ la causa
degli incidenti più pericolosi con il
più alto numero di morti (5,4 ogni
100 incidenti), un dato peraltro in
continua crescita, conseguenza,
sicuramente, delle maggiori prestazioni dei veicoli moderni, ma
anche, della non capacità valutativa (spazio temporale) del guidatore. L’articolo 141 del Codice della
Strada, sulla velocità, detta:
1. E’ obbligo del conducente regolare la velocità del veicolo in modo
che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle
condizioni della strada e del traffico
e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e
delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione.
2. Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio vei-
colo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in
condizione di sicurezza, specie l’arresto tempestivo entro i limiti del
suo campo di visibilità e dinanzi a
qualsiasi ostacolo prevedibile.
3. In particolare, il conducente
deve regolare la velocità nei tratti
di strada a visibilità limitata, nelle
curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole o di altri luoghi
frequentati da fanciulli indicati
dagli appositi segnali, nelle forti
discese, nei passaggi stretti o
ingombrati, nelle ore notturne, nei
casi di insufficiente visibilità per
condizioni atmosferiche o per altre
cause, nell’attraversamento degli
abitati o comunque nei tratti di
strada fiancheggiati da edifici.
4. Il conducente deve, altresì,
ridurre la velocità e, occorrendo,
anche fermarsi quando riesce
malagevole l’incrocio con altri veicoli, in prossimità degli attraversamenti pedonali e, in ogni caso,
quando i pedoni che si trovino sul
percorso tardino a scansarsi.
5. Il conducente non deve gareggiare in velocità.
6. Il conducente non deve circolare
a velocità talmente ridotta da
costituire intralcio o pericolo per il
normale flusso della circolazione.
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VELOCITA’ E SANZIONI
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E’ uno dei grandi misteri del mercato dell’automobile: l’esistenza di
vetture che raggiungono, sempre
più, velocità straordinarie, di gran
lunga maggiori ai limiti massimi
previsti dalla legge. I 160-170
km/h sono oggi, in pratica, la velocità di crociera di molti veicoli,
troppi. Eppure il Codice della
Strada parla chiaro.
Per esempio, l‘articolo 142 stabilisce che: “Ai fini della sicurezza
della circolazione e della tutela
della vita umana la velocità massima non può superare i 130 km/h
per le autostrade, i 110 km/h per le
strade extraurbane principali, i 90
km/h per le strade extraurbane
secondarie e i 50 km/h in città”. E
anche la patente a punti è chiarissima in merito alla questione:
detrazione di due punti dalla
patente per un superamento dei
limiti massimi di velocità che va dai
10 ai 40 km/h, su qualsiasi tratto di
strada. Superare di oltre 40 km/h i
limiti massimi significa invece perdere 10 punti, così come in occasione di gare di velocità.
I neopatentati, o anche i recidivi,
sono soggetti a sanzioni più
pesanti. Per chi possiede la patente
da meno di 3 anni e viene fermato
per eccesso di velocità superiore ai
40 km/h, i punti persi si raddoppiano: sottrazione di 20 punti e
sospensione della patente da 3 a 6
mesi. Oltre alla decurtazione dei
punti, il superamento dei limiti
prevede anche sanzioni pecuniarie
salatissime. Superare il limite di
velocità di oltre 10 km/h, e fino a
40 km/h significa anche dover
pagare una sanzione che va da
135,55 a 550,20 euro. Per un
superamento di oltre 40 km/h della
velocità massima prevista si può
arrivare addirittura ad una sanzione di 1.376,55 euro. Gareggiare in
velocità può infine costarci una
sanzione che va da 516,00 a 5.164
euro, oltre alla confisca del veicolo
e alla sospensione della patente
fino a 6 mesi (articolo 141, comma
9 del Codice della Strada).
“potremmo
dirti
di
rispettare
tutte
le regole
della strada”
potremmo dirti
di rispettare
tutte le regole
della strada
Il casco, la cintura, il telefonino:
sono i nostri compagni di viaggio.
Scopriamo come usarli e in che modo
condizionano la nostra guida.
I
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giovani e la sicurezza stradale,
un binomio possibile. Sì, perché - lo dicono le statistiche le nuove generazioni rispettano le
regole della strada più dei loro
genitori e manifestano un desiderio di informazione più forte. Ecco
allora alcune delle principali regole dettate dal codice della strada,
pescate tra quelle che più interessano i ragazzi.
La legge entrata in vigore il 30
marzo 2000 ha esteso l’obbligo
dell’uso del casco su ciclomotore
anche ai maggiorenni. Andare in
moto, in ciclomotore, in bicicletta,
è un’esperienza che molti conside-
rano entusiasmante. Tuttavia,
questi mezzi sono intrinsecamente
pericolosi, perché instabili per loro
natura e non protettivi come le
automobili. È bene, quindi, cautelarsi il più possibile, guidando con
prudenza e proteggendosi a dovere. Soprattutto la testa, la nostra
parte più delicata. Come? Con
l’uso di un casco omologato.
Il discorso vale anche se siamo
guidatori esperti e navigati: sulla
strada ci sono anche gli altri e non
sempre la loro abilità, le loro condizioni fisiche e la loro attenzione
sono quelle desiderabili. Per scoraggiare eventuali trasgressori e
cercare di garantire la sicurezza
anche ai più svogliati, il Codice
della Strada recita (articolo 171)
obbliga “conducenti ed eventuali
passeggeri di ciclomotori e motoveicoli ad indossare e tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati.
Chiunque viola le presenti norme è
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da euro 68,25 a euro 275,10.
Quando il mancato uso del casco
riguarda un minore trasportato,
della violazione risponde il conducente”. D’altra parte, un incidente
in ciclomotore provoca una caduta
99 volte su 100. Il casco, solo se
correttamente allacciato, può salvare la vita. Per questo è obbligatorio indossarlo. Un casco sicuro
deve riportare il marchio di omologazione “Ece 22-04” per l’Italia e
per il resto d’Europa.
Il casco non deve essere né troppo
grande, né troppo piccolo: indossandolo e scuotendo la testa a
destra e sinistra, non deve muoversi. Il casco integrale è il migliore: è
l’unico che protegge anche volto e
mento e ha un efficace sistema di
ventilazione interna. Se si subisce
un incidente, anche piccolo, con il
casco, si deve cambiarlo: la seconda volta potrebbe non funzionare
così bene.
L’uso corretto del casco, così come
tutti i dispositivi di sicurezza passiva, è particolarmente importante
nei centri urbani, dove la velocità
(anche quella d’impatto) è più
moderata e dove si verificano il
maggior numero di incidenti.
Il casco è obbligatorio anche per i
ciclisti, categoria che tragicamente
conta ogni anno sulle strade circa
250 vittime. Tante, ma mai come i
pedoni. Non ci crederete, ma in
dodici mesi, nel 2004, in 700
hanno perso la vita attraversando
la strada o investiti sul ciglio.
PER CIRCOLARE SICURI
SUL CICLOMOTORE
Bastano poche precauzioni, piccoli
gesti, per aumentare il livello di
sicurezza in motorino. Indossate il
casco e allacciatelo correttamente.
Usate i guanti in pelle resistente,
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per ripararvi dal freddo in inverno e
dalle cadute tutto l’anno. Regolate
gli specchietti retrovisori.
Controllate che vi sia carburante
nel serbatoio. Di sera, verificate fari
e luci di posizione anteriori e
posteriori e indossate preferibilmente indumenti chiari, facilmente
visibili. Provate l’efficienza di freni
e clacson a motore avviato.
Periodicamente, verificate che il
battistrada dei pneumatici non sia
consumato. I pneumatici lisci rappresentano un fattore di rischio.
Controllate la pressione dei pneumatici, sempre a freddo: dev’essere
quella consigliata dal costruttore.
Se è troppo bassa, il pneumatico si
schiaccia, si solleva al centro e
lavora solo sui fianchi: si usura
rapidamente, può surriscaldarsi
causando il distacco del battistrada
e comunque provoca un maggiore
consumo di carburante. Se invece è
troppo gonfia, riduce l’aderenza e
c’è il rischio che scoppi. Ingrassate
la catena di trasmissione e accerta-
tevi che sia in tensione. Infine,
assicuratevi che il silenziatore (la
“marmitta”) sia del tipo omologato
e che non sia forato, provocherebbe un aumento del rumore e delle
emissioni di gas di scarico inquinanti, con il rischio di incorrere in
sanzioni pecuniarie.
CINTURE DI SICUREZZA
Se sulle due ruote il casco è il
nostro angelo custode, in macchina la nostra principale protettrice si
chiama cintura di sicurezza. Il suo
uso è fondamentale per la nostra
salute, in tante situazioni di guida.
Spesso salva la vita o limita i danni
di un incidente. Per quanto si sia
prudenti, sulla strada ci sono anche
gli altri; e magari hanno anche
bevuto un po’ troppo, o sono particolarmente aggressivi per aver
litigato col capoufficio o con la
suocera. In certi casi, a fronte di
comportamenti scriteriati di altri
conducenti, l’incidente è inevitabile. Già, inevitabile anche per i più
bravi. La prudenza alla guida limita il rischio di incorrere in un incidente stradale; ma se l’incidente si
realizza, la nostra migliore alleata
diventa la cintura. Secondo il
primo comma dell’articolo 172
(“Uso delle cinture di sicurezza e
sistemi di ritenuta per bambini”)
del Codice della Strada:
• Il conducente ed i passeggeri
degli autoveicoli muniti di cintura
di sicurezza, hanno l'obbligo di
utilizzarle in qualsiasi situazione di
marcia; ma anche i passeggeri dei
posti posteriori sono obbligati ad
allacciare le cinture. I bambini di
statura inferiore a 1,50 m devono
essere assicurati al sedile con un
sistema di ritenuta per bambini,
adeguato al loro peso, di tipo
omologato secondo le normative
stabilite dal Ministero dei Trasporti.
Le cinture di sicurezza scaricano
l’energia del moto (energia cinetica) in modo che questa ci danneggi il meno possibile; e ci evitano
contatti spiacevoli con le strutture
dell’abitacolo. Ad esempio, quando
dobbiamo arrestare improvvisamente la nostra auto (e freniamo),
in quel momento di fatto stiamo
rallentando solo il veicolo e non gli
occupanti. Se non abbiamo la cin-
tura, per il principio di inerzia noi
continuiamo a muoverci alla velocità che il veicolo aveva inizialmente, prima della frenata, e andiamo
a colpire volante, cruscotto, parabrezza e altro ancora. Questo fenomeno (l’inerzia) non è confinato
nei laboratori di fisica, ma fa parte
della nostra esperienza di vita quotidiana: ad esempio, quando un
tram rallenta bruscamente, siamo
proiettati improvvisamente in
avanti. La cosa deriva dal fatto che
il tram ora si muove ad una velocità minore, mentre noi continuiamo
a muoverci alla velocità di prima.
L’inerzia è un principio fisico cono-
sciuto come Prima Legge di
Newton (“Ciascun corpo persevera
nel suo stato di quiete o di moto
rettilineo uniforme, salvo che sia
costretto a mutare quello stato da
forze inespresse”). L’uso delle cinture di sicurezza riduce consistentemente il numero di morti e feriti
in incidenti stradali e limita il
numero di accessi al Pronto
Soccorso, poiché molti soggetti pur
essendo incorsi in incidenti non
riportano lesioni di rilievo.
Le cinture sono utili non solo fuori
città, ma anche e soprattutto in
città, dove avviene oltre il 75%
degli incidenti. In città, le velocità
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sono in genere più contenute e
l’efficacia delle cinture è massima.
L’uso delle cinture aumenta la probabilità di rimanere coscienti dopo
un incidente stradale, fatto determinante per salvarsi la vita in alcune situazioni specifiche (incendio
dell’auto, caduta in acqua). Le cinture evitano in particolare traumi
molto gravi (per esempio al torace,
al cranio o alle gambe) o assai
drammatici per la qualità di vita
dell’individuo (es. lesioni deturpanti al viso). L’uso delle cinture è fondamentale nella parte posteriore
dell’autoveicolo: dopo l’impatto si
tende infatti ad essere proiettati in
avanti e si rischia anche di impattare su guidatore o passeggero
anteriore; oppure contro il poggiatesta, con conseguenze disastrose,
per esempio per il maxillo-facciale.
Anche l’airbag è un importante
sistema di sicurezza passiva, da
combinare con la cintura. L’airbag
è una sorta di sacco ripiegato, in
attesa dinamica: se riceve un
segnale di urto, una carica di gas
compresso esplode e fa sì che l’airbag si gonfi in un tempo rapidissimo e costituisca un cuscinetto per
attutire l’urto. Proprio per la presenza di questo dispositivo, è assolutamente necessario indossare la
cintura (a parte gli obblighi di
legge), senza la quale l’airbag rappresenta un pericolo: il cuscinetto
può infatti provocare seri danni sul
volto. L’airbag congiuntamente
all’uso della cintura di sicurezza è
invece la migliore assicurazione
sulla vita. Più o meno, nello sfortunato caso che l’incidente si realizzi, se l’uso della cintura porta a
ridurre del 50% la probabilità di
morte e la gravità delle lesioni,
quando è presente anche l’airbag
l’efficacia può arrivare al 60-70%.
Un ultimo accenno merita il poggiatesta, elemento dell’automobile
poco considerato. Il suo compito è
proteggere il nostro collo in caso di
urto, specie nei tamponamenti. Il
bordo superiore del poggiatesta va
posto in corrispondenza del bordo
superiore della nostra testa, non
più in basso. Il poggiatesta è utilissimo contro il “colpo di frusta”. Da
sottolineare, comunque, che nessun dispositivo può essere efficace
come la nostra prudenza.
CELLULARE E GUIDA
La vertiginosa crescita della telefonia cellulare ha visto di recente in
Italia il sorpasso sulla telefonia
fissa. Questa capillare diffusione
pone l’accento su nuove problematiche legate all’uso del telefono
cellulare. Se diversi ricercatori
hanno posto la loro attenzione
sulle eventuali conseguenze per la
salute dovute all’emissione elettromagnetica dell’apparecchio, altri
hanno cercato di indagare sul possibile rischio di incidente stradale
associato all’utilizzo del telefonino
durante la guida. L’articolo 173 del
Nuovo Codice della Strada riporta
nel comma 2 quanto segue: “È vietato al conducente di far uso
durante la marcia di apparecchi
radiotelefonici o di usare cuffie
sonore. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare che non richiedono per il
loro funzionamento l’uso delle
mani”. L’uso del cellulare durante la
guida, come quello di tutti gli altri
dispositivi elettronici vietati di
fatto (i-Pod, tv-fonini ecc.), è un
riconosciuto fattore di rischio di
incidente stradale. In base a questa
affermazione si possono fare una
serie di considerazioni. L’uso del
cellulare, come pure una serie di
aspetti legati a forme diverse di
intrattenimento all’interno del veicolo, quali sintonizzare una stazione radio, cambiare un CD, seguire
le indicazioni di un navigatore,
accendersi una sigaretta e simili,
impegna certamente l’attenzione
del conducente. Chi utilizza un
cellulare a mano tende ad una
guida maggiormente erratica, con
spostamenti laterali pericolosi.
Comporre un numero per chiamare, come anche cercare il cellulare
per rispondere, distoglie considerevolmente l’attenzione dalla strada.
Se impegnati col cellulare, si valutano meno bene le distanze e si
reagisce meno prontamente a cambiamenti di velocità dell’eventuale
veicolo che ci precede. La condotta
di guida di chi usa il viva-voce è
più regolare di quella di coloro che
usano il cellulare a mano. Colui che
usa il cellulare tende ad utilizzare
meno lo specchietto retrovisore.
Con il cellulare i tempi di percezione e reazione in genere si allungano. Con l’uso dei nuovi videofonini e tv-fonini il sistema cognitivo
del conducente sarà sottoposto ad
un maggiore carico nella gestione
e divisione dell’attenzione, essendo
ora presente oltre alla conversazione anche l’immagine. Se si guarda
nel videofonino non si guarda la
strada. E se un nostro amico,
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mostrandoci l’apparecchio, ci dirà:
“È Chiara!”, e Chiara ci sta a cuore,
noi molto probabilmente guarderemo Chiara e non la strada. Appare
quindi necessario che le persone,
specie i ragazzi, siano ben consapevoli che il videofonino può agire
sul livello della percezione e rappresentare un grosso rischio per chi
guida. Non bisogna sottovalutare,
infine, il pericolo che deriva dall’accoppiata pedone-telefono cellulare. Non è raro vedere un pedone che attraversa la strada mentre
sta parlando al cellulare, spesso
totalmente distaccato dal contesto.
LA PATENTE A PUNTI
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patente a punti, qual è il bilancio?
Prima ripassiamo le regole. Al
momento del rilascio della patente
si parte con un punteggio di 20
punti, che però può subire decurtazioni, se attestato dal verbale di
contestazione, in caso di violazioni
delle principali norme stradali. Con
un unico comportamento scorretto, possono essere tolti un massimo di 15 punti, a meno ché il conducente non abbia violato norme
particolarmente gravi. Da ricordare
che per i patentati da meno di 3
anni, il punteggio da decurtare si
raddoppia. E’ possibile recuperare i
punti persi frequentando corsi specifici. Per coloro che, invece, mantengono inalterato il loro punteggio sulla patente per 2 anni, viene
assegnato automaticamente un
credito di 2 punti fino ad un massimo di 10. Mancato uso delle cinture di sicurezza, passaggio con
semaforo rosso, uso del telefonino
durante la guida e superamento dei
limiti massimi di velocità rappresentano le infrazioni che hanno
determinato finora la maggiore
detrazione di punti. Gli utenti più
indisciplinati? I giovani, dai 20 ai
44 anni, in particolare di sesso
maschile. E’ possibile controllare lo
stato dei propri punti sulla patente
telefonando al num. 848 782782
oppure collegandosi al sito
www.ilportaledellautomobilista.it
L’istituto della Patente a punti è
previsto e disciplinato dall’art.
126bis del Codice della Strada.
Patente a punti, le principali detrazioni
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Circolare a velocità non commisurata alle particolari condizioni in cui si svolge la circolazione
Superare i limiti di velocità di oltre 40 km/h
Superare i limiti di velocità di oltre 10 km/h e non superiore a 40 km/h
Circolare contromano in curve, dossi, in condizioni di limitata visibilità o su strada divisa in carreggiate
Circolare contromano (non in curva)
Omettere di occupare la corsia più libera a destra, sulle strade con carreggiata a due o più corsie
Mancata osservanza allo stop
Violare gli obblighi relativi alla precedenza
Passaggio nonostante divieto imposto da semaforo o agente del traffico
Mancato rispetto della segnaletica, ad eccezione dei segnali di divieto di sosta e di fermata
Violare gli obblighi di comportamento ai passaggi a livello
Sorpasso effettuato in situazioni gravi e pericolose (curve, dossi, incroci ecc). Sorpasso per veicoli pesanti (> 3.5t);
sorpasso di veicoli fermi ai semafori, ai passaggi a livello o incolonnati, di tram o filobus fermi; sorpasso di veicolo
che sta a sua volta già sorpassando
Mancato rispetto delle regole di sorpasso
Sorpasso a sinistra di un tram in fermata in sede stradale non riservata
Non osservare le distanze di sicurezza con conseguente collisione e gravi danni ai veicoli
Mancato rispetto della distanza di sicurezza che abbia causato un incidente con lesioni gravi a persone
Non osservare le distanze di sicurezza nei confronti di determinate categorie di veicoli, non osservare la distanza
di sicurezza con conseguente collisione con soli danni a cose
Non far uso dei dispositivi di illuminazione o segnalazione visiva quando è prescritto
Far uso dei fari abbaglianti in condizioni vietate
Fare inversione di marcia in prossimità o in corrispondenza degli incroci, delle curve o dei dossi
Effettuare cambiamenti di direzione o di corsia per inversione di marcia o svolte senza osservare le prescrizioni imposte
Sosta nelle corsie riservate al transito degli autobus o veicoli su rotaia; sosta o fermata negli spazi riservati a veicoli per
persone invalide o in corrispondenza di rampe, scivoli o corridoi di transito; sosta negli spazi riservati alla fermata
degli autobus o dei taxi
Omettere di segnalare il veicolo fermo sulla carreggiata, fuori dei centri abitati con l’apposito segnale di triangolo;
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non utilizzare i dispositivi di protezione rifrangenti individuali
2
Trainare veicoli in avaria senza adeguata segnalazione o violando le altre prescrizioni
2
Trasportare persone in soprannumero sui veicoli adibiti abusivamente a taxi o a noleggio
4
Trasportare persone in soprannumero sulle autovetture
2
Trasportare persone in soprannumero sui veicoli a due ruote, ovvero violare le prescrizioni relative al trasporto di oggetti
o trainare o farsi trainare con veicoli a due ruote
1
Condurre un ciclomotore o motoveicoli a due, tre o quattro ruote senza casco, con casco irregolare o non allacciato,
ovvero trasportare altro passeggero in tali condizioni
5
Mancato allacciamento delle cinture del conducente e/o del trasportato minorenne o mancato uso dei seggiolini per
bambini
5
Alterare il corretto uso delle cinture
5
Usare cuffie o apparecchi radiotelefonici durante la guida e mancato utilizzo delle lenti se prescritte
5
Fare inversione di marcia in autostrada o sulle strade extraurbane principali o procedervi in contromano
10
Circolare in autostrada o sulle strade extraurbane principali sulle corsie di emergenza e d’immissione ed uscita fuori
dai casi previsti
10
Effettuare retromarcia in autostrada
10
Ostacolo alla circolazione o accodamento alla marcia dei mezzi adibiti a servizi di polizia, antincendio e autoambulanze 2
Guidare in stato di ebbrezza
10
Guida in condizioni di alterazione fisica e psichica correlata a sostanze stupefacenti
10
Darsi alla fuga in incidente con lesioni a persone o con gravi danni ai veicoli causato dal proprio comportamento
10
Non fermarsi in incidente con soli danni a cose causato dal proprio comportamento
4
Non osservare gli obblighi previsti in caso di incidente, come la salvaguardia, la sicurezza della circolazione ed il
mantenimento dello stato dei luoghi e delle tracce; in incidente con soli danni a cose evitare intralcio alla circolazione;
fornire le proprie generalità; ecc.
2
Violazione dell’obbligo di precedenza ai pedoni
5
Non dare la precedenza a pedoni che abbiano già intrapreso l’attraversamento di una strada senza strisce pedonali
2
Non dare la precedenza a pedoni in stato di invalidità, a bambini e anziani nell’attraversamento di una strada senza strisce
pedonali
5
(per i neopatentati nei primi 3 anni i punti vengono raddoppiati)
NOTE BIBLIOGRAFICHE
1. Codice della strada e regolamento di attuazione (D.Lgs. 30 aprile 1992, n.285 e DPR 16 dicembre 1992, n.495)
2. Statistica degli incidenti stradali, ISTAT, 2003-2004
3. Sicurezza stradale verso il 2010, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti, 2005
4. Aspetti socio-sanitari della sicurezza stradale, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti,
2003
5. Percezione del rischio e rischio della percezione: il caso della sicurezza stradale, di F. Taggi & P. Marturano,
rapporto DATIS, 2003
6. Il sistema ULISSE, monitoraggio delle cinture di sicurezza e del casco in Italia, Ministero dei Trasporti – Istituto
Superiore di Sanità, aprile 2005
7. Gli incidenti stradali in Italia dopo l’applicazione della patente a punti, di P. Marturano, TRAS - Trasporti
Ambiente e Sicurezza, Anno I n.zero, CAFI Editore
8. Il Patentino - Guida per l’insegnamento nei corsi, Fondazione per la sicurezza stradale, Ministero dell’istruzione –
Ministero dei Trasporti, 2004
SITI WEB DI INTERESSE
1. www.infrastrutturetrasporti.it
2. www.ilportaledellautomobilista.it
3. www.iss.it/stra
4. http://www.istruzione.it/dg_studente/ufficio6/ed_stradale.shtml
5. http://www.istruzione.it/patentino/index.shtml
6. http://www.poliziadistato.it/pds/stradale/stradale.htm
7. http://www.unasca.it
8. http://www.confedertaai.it
Consulenza tecnico-scientifica: Pietro Marturano - Ministero dei Trasporti - Direzione Generale per la
Motorizzazione
Progetto grafico: Master 2000 Communication - Stampa: Xxx xx
www.lasicurezzanoneunlimite.it