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“potremmo dirti non correre” di potremmo dirti di non correre La velocità, difficile percepirla. Andare a sbattere a 50 km/h è come cadere con l’automobile dal terzo piano di un palazzo... S 30 econdo alcuni studiosi, il concetto di velocità viene acquisito dal bambino prima ancora di acquisire quello di spazio e di tempo. Ma la velocità viene sempre percepita correttamente? In fisica la velocità media di un oggetto è definita come rapporto tra la distanza percorsa da un qualunque corpo (variazione spaziale) e il tempo impiegato per percorrerla (variazione temporale). Data una certa distanza, meno tempo un corpo impiega a percorrerla, maggiore è la sua velocità. La guida di un veicolo è un compito assai complesso, centrato sul- l’interazione di tre elementi principali: Uomo-Ambiente-Veicolo (UAV). La sicurezza di guida si realizza quando questa interazione dinamica si mantiene entro limiti di bilanciamento, determinati in gran parte, momento per momento, da opportune azioni-reazioni del conducente. In primo luogo bisogna percepire: e questo non è sempre detto che avvenga (ad esempio, tra noi e quello che dovremmo percepire potrebbe esserci un ostacolo). Una volta percepito qualcosa, il nostro cervello deve “riconoscere”, cioè categorizzare, il percepito. Riconosciuti i I tempi della frenata VELOCITÀ caratteri salienti del segnale, bisogna poi decidere il da farsi, magari rapidamente se si è identificata una situazione di pericolo: non sempre questo è immediato, ognuno può in certe condizioni “esitare”. Bisogna poi dar corpo alla decisione, agire. E anche questo richiede del tempo. In relazione alla velocità, il rischio percepito viene talora influenzato dalle unità di misura usate. Esprimere la velocità in km/h può essere utile per stimare la durata di un viaggio, non per dare una percezione adeguata del rischio. Quello che invece può far riflettere TEMPI DI REAZIONE 1,5 sec. 1 sec. SPAZIO 0,8 sec. DI FRENATA SPAZIO DI ARRESTO TOTALE Km/h Metri/sec 50 13,90 100 27,88 27,88 22,30 56,24 84,12 78,54 150 41,70 41,70 33,36 126,55 168,25 159,91 20,85 Metri percorsi Metri MAX MIN 13,90 14,06 34,91 27,96 e percepire maggiormente lo stato delle cose è usare i metri al secondo (m/s). Dunque, un tranquillo signore che viaggia ad 80 km/h, e nel pieno rispetto dei limiti imposti dal Codice della Strada, sta procedendo a 22 metri al secondo! In città, immaginando di guidare a 30 km/h, si stanno percorrendo più di 8 metri al secondo. A quanti metri al secondo procede un veicolo che va a 130 km/h? Risposta: 36,4. Possiamo definire la velocità come un concetto cinematico, relativo cioè alla descrizione del moto. L'energia di movimento dunque, o anche energia cinetica, è quella posseduta da un qualunque corpo dotato di massa che si muove raggiungendo una certa velocità. Le leggi della fisica ci dicono anche che l’energia è proporzionale al quadrato della velocità: questo è il motivo per cui se a 50 km/h lo spazio di arresto è mediamente di 30 metri, a 100 km/h diventa di 80 metri e non 60. Guidare un veicolo significa effettuare continuamente una serie di scelte, la maggior parte delle quali mentre si è in movimen- 31 32 to, in velocità. Alcune di queste devono tener conto proprio della velocità raggiunta. Diventa così fondamentale lo spazio di arresto di un veicolo, che non è altro che la somma di due componenti: lo spazio di frenata (che dipende dall’efficienza dell’impianto frenante del veicolo e dalle condizioni della strada) e lo spazio percorso nel tempo di reazione (strettamente legato alle caratteristiche psicofisiche del conducente). Il tempo medio di reazione di una persona in condizioni normali è pari a circa 8 decimi di secondo, un tempo apparentemente basso, durante il quale tuttavia viaggiando a 80 km/h si percorrono ben 18 metri. Dopo 18 metri, insomma, cominciamo l’effettiva frenata. Per questo la distanza di sicurezza dal veicolo che ci precede, dettata dal buon senso, in autostrada a 130 km/h dovrà essere almeno di 40-45 metri. E poiché, come già detto, l’energia è proporzionale alla massa del corpo in movimento e al quadrato della velocità (e=1/2 mv2), maggiore è la velocità tenuta, più impegnativi diventano i problemi di sicurezza e di arresto del veicolo, ben al di là del rischio "percepibile". Di fronte allo smaltimento dell’energia cinetica, che ci serve per rallentare e fermare il nostro veicolo, siamo tutti uguali. Non c’è il il “drago del volante”, la fisica è totalmente democratica, non fa distinzioni. Un'altra regola incontestabile: più contenuta sarà la velocità del veicolo, meno avremo problemi nello smaltire l’energia accumulata. Ovviamente, sempre tutto in relazione al contesto. Se in autostrada occupiamo la prima o la seconda corsia, non possiamo assumere un'andatura troppo lenta: rappresenteremmo un fattore di rischio per gli altri utenti della strada. VELOCITA’ MASSIMA E VELOCITA’ PERICOLOSA Non tutti sanno che esiste una significativa differenza tra “velocità massima” e “velocità pericolosa”. La “velocità massima” è più semplicemente il limite di velocità da non superare prevista dall’art. 142 sarà mediamente di circa 22 metri. Per consentire il totale arresto del veicolo non bisogna mai trascurare eventuali aspetti negativi legati sia al veicolo che all’ambiente. PIU’ VELOCI DI QUANTO SEMBRI del Codice della Strada, al di sotto del quale l’utente deve scegliere a quanto andare, e varia secondo il tipo di strada. Entrano in gioco, in questo caso, alcune condizioni generali da tenere sempre ben presenti: le condizioni del manto stradale, la luminosità, la visibilità, il traffico, ecc.. Ma attenzione, la velocità massima non è assolutamente la velocità cui si è obbligati ad andare o che conviene mantenere, ma solo il limite da non superare. Buona parte dei conducenti, se vede un limite di 80 km/h si sente quasi in dovere di viaggiare proprio a quella velocità, magari anche a 90 km/h, tanto più o meno siamo lì. Così come la “velocità pericolosa”, non è solo una velocità superiore a quella massima, come siamo invece portati a pensare, bensì una velocità "non congrua", non adatta a determinate condizioni di sicurezza. Anche percorrere un tratto di strada a 40 km/h in città, in alcuni casi, o meglio in alcuni punti, può essere pericoloso: di fronte ad una scuola, o anche in prossimità di incroci, strisce pedonali, curve pericolose. A quella velocità si percorrono infatti circa 12 metri al secondo e lo spazio totale di arresto in questo caso Ti lasceresti mai cadere a testa in giù, dall’altezza di soli 10 centimetri, sul pavimento di casa? Probabilmente no. Una simile proposta suggerisce decisamente una spiacevole sensazione di pericolo, anche nei riguardi di una modestissima altezza. Eppure, la velocità che si raggiungerebbe nel toccare il suolo sarebbe di appena 5 km/h, semplicemente quella tenuta in media da chi cammina senza troppa fretta. Esempi che aiutano a capire, a "conoscere" la velocità. Eccone altri. Saltando da un muretto alto 1 metro e 60 centimetri si tocca terra con una veloci- 33 34 tà di circa 20 km/h, che poi corrispondono a 5,6 metri al secondo: l'andatura media del cicloturista. Per arrivare invece a toccare il suolo ad una velocità di 50 km/h (circa 14 metri al secondo) bisogna lasciarsi cadere da poco meno di 10 metri, più o meno il terzo piano di un palazzo. Chiunque, in questa situazione, percepirebbe una situazione di reale pericolo. Coloro che invece sfrecciano per le nostre strade su motociclette, autovetture, autocarri, autotreni, ad una velocità ben maggiore dei 50 km/h, non hanno la stessa percezione. La specie umana non ha ancora interiorizzato il senso di pericolo connesso con la velocità. I suoi movimenti su mezzi di trasporto veloci avvengono da troppi pochi anni. Nella scala dei tempi, infatti, l’uomo sa ormai da centomila anni cosa vuol dire cadere in verticale da un albero oppure da un muretto. E’ invece da "appena" un secolo che ha cominciato, purtroppo, a speri- mentare le conseguenze dell’urto in velocità orizzontale contro un qualsiasi tipo di ostacolo. LA VELOCITA’ E IL CODICE DELLA STRADA L’Istat censisce oltre 40 tipi diversi d’incidenti stradali, ma l’attenzione si può concentrare solo su 7 tipo- logie d’incidente, tutte riconducibili ad un comportamento scorretto dell’uomo. L’eccesso di velocità è la prima di queste sette categorie. E’ la causa degli incidenti più pericolosi con il più alto numero di morti (5,4 ogni 100 incidenti), un dato peraltro in continua crescita, conseguenza, sicuramente, delle maggiori prestazioni dei veicoli moderni, ma anche, della non capacità valutativa (spazio temporale) del guidatore. L’articolo 141 del Codice della Strada, sulla velocità, detta: 1. E’ obbligo del conducente regolare la velocità del veicolo in modo che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione. 2. Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio vei- colo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specie l’arresto tempestivo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile. 3. In particolare, il conducente deve regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole o di altri luoghi frequentati da fanciulli indicati dagli appositi segnali, nelle forti discese, nei passaggi stretti o ingombrati, nelle ore notturne, nei casi di insufficiente visibilità per condizioni atmosferiche o per altre cause, nell’attraversamento degli abitati o comunque nei tratti di strada fiancheggiati da edifici. 4. Il conducente deve, altresì, ridurre la velocità e, occorrendo, anche fermarsi quando riesce malagevole l’incrocio con altri veicoli, in prossimità degli attraversamenti pedonali e, in ogni caso, quando i pedoni che si trovino sul percorso tardino a scansarsi. 5. Il conducente non deve gareggiare in velocità. 6. Il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione. 35 VELOCITA’ E SANZIONI 36 E’ uno dei grandi misteri del mercato dell’automobile: l’esistenza di vetture che raggiungono, sempre più, velocità straordinarie, di gran lunga maggiori ai limiti massimi previsti dalla legge. I 160-170 km/h sono oggi, in pratica, la velocità di crociera di molti veicoli, troppi. Eppure il Codice della Strada parla chiaro. Per esempio, l‘articolo 142 stabilisce che: “Ai fini della sicurezza della circolazione e della tutela della vita umana la velocità massima non può superare i 130 km/h per le autostrade, i 110 km/h per le strade extraurbane principali, i 90 km/h per le strade extraurbane secondarie e i 50 km/h in città”. E anche la patente a punti è chiarissima in merito alla questione: detrazione di due punti dalla patente per un superamento dei limiti massimi di velocità che va dai 10 ai 40 km/h, su qualsiasi tratto di strada. Superare di oltre 40 km/h i limiti massimi significa invece perdere 10 punti, così come in occasione di gare di velocità. I neopatentati, o anche i recidivi, sono soggetti a sanzioni più pesanti. Per chi possiede la patente da meno di 3 anni e viene fermato per eccesso di velocità superiore ai 40 km/h, i punti persi si raddoppiano: sottrazione di 20 punti e sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Oltre alla decurtazione dei punti, il superamento dei limiti prevede anche sanzioni pecuniarie salatissime. Superare il limite di velocità di oltre 10 km/h, e fino a 40 km/h significa anche dover pagare una sanzione che va da 135,55 a 550,20 euro. Per un superamento di oltre 40 km/h della velocità massima prevista si può arrivare addirittura ad una sanzione di 1.376,55 euro. Gareggiare in velocità può infine costarci una sanzione che va da 516,00 a 5.164 euro, oltre alla confisca del veicolo e alla sospensione della patente fino a 6 mesi (articolo 141, comma 9 del Codice della Strada). “potremmo dirti di rispettare tutte le regole della strada” potremmo dirti di rispettare tutte le regole della strada Il casco, la cintura, il telefonino: sono i nostri compagni di viaggio. Scopriamo come usarli e in che modo condizionano la nostra guida. I 38 giovani e la sicurezza stradale, un binomio possibile. Sì, perché - lo dicono le statistiche le nuove generazioni rispettano le regole della strada più dei loro genitori e manifestano un desiderio di informazione più forte. Ecco allora alcune delle principali regole dettate dal codice della strada, pescate tra quelle che più interessano i ragazzi. La legge entrata in vigore il 30 marzo 2000 ha esteso l’obbligo dell’uso del casco su ciclomotore anche ai maggiorenni. Andare in moto, in ciclomotore, in bicicletta, è un’esperienza che molti conside- rano entusiasmante. Tuttavia, questi mezzi sono intrinsecamente pericolosi, perché instabili per loro natura e non protettivi come le automobili. È bene, quindi, cautelarsi il più possibile, guidando con prudenza e proteggendosi a dovere. Soprattutto la testa, la nostra parte più delicata. Come? Con l’uso di un casco omologato. Il discorso vale anche se siamo guidatori esperti e navigati: sulla strada ci sono anche gli altri e non sempre la loro abilità, le loro condizioni fisiche e la loro attenzione sono quelle desiderabili. Per scoraggiare eventuali trasgressori e cercare di garantire la sicurezza anche ai più svogliati, il Codice della Strada recita (articolo 171) obbliga “conducenti ed eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli ad indossare e tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati. Chiunque viola le presenti norme è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10. Quando il mancato uso del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente”. D’altra parte, un incidente in ciclomotore provoca una caduta 99 volte su 100. Il casco, solo se correttamente allacciato, può salvare la vita. Per questo è obbligatorio indossarlo. Un casco sicuro deve riportare il marchio di omologazione “Ece 22-04” per l’Italia e per il resto d’Europa. Il casco non deve essere né troppo grande, né troppo piccolo: indossandolo e scuotendo la testa a destra e sinistra, non deve muoversi. Il casco integrale è il migliore: è l’unico che protegge anche volto e mento e ha un efficace sistema di ventilazione interna. Se si subisce un incidente, anche piccolo, con il casco, si deve cambiarlo: la seconda volta potrebbe non funzionare così bene. L’uso corretto del casco, così come tutti i dispositivi di sicurezza passiva, è particolarmente importante nei centri urbani, dove la velocità (anche quella d’impatto) è più moderata e dove si verificano il maggior numero di incidenti. Il casco è obbligatorio anche per i ciclisti, categoria che tragicamente conta ogni anno sulle strade circa 250 vittime. Tante, ma mai come i pedoni. Non ci crederete, ma in dodici mesi, nel 2004, in 700 hanno perso la vita attraversando la strada o investiti sul ciglio. PER CIRCOLARE SICURI SUL CICLOMOTORE Bastano poche precauzioni, piccoli gesti, per aumentare il livello di sicurezza in motorino. Indossate il casco e allacciatelo correttamente. Usate i guanti in pelle resistente, 39 40 per ripararvi dal freddo in inverno e dalle cadute tutto l’anno. Regolate gli specchietti retrovisori. Controllate che vi sia carburante nel serbatoio. Di sera, verificate fari e luci di posizione anteriori e posteriori e indossate preferibilmente indumenti chiari, facilmente visibili. Provate l’efficienza di freni e clacson a motore avviato. Periodicamente, verificate che il battistrada dei pneumatici non sia consumato. I pneumatici lisci rappresentano un fattore di rischio. Controllate la pressione dei pneumatici, sempre a freddo: dev’essere quella consigliata dal costruttore. Se è troppo bassa, il pneumatico si schiaccia, si solleva al centro e lavora solo sui fianchi: si usura rapidamente, può surriscaldarsi causando il distacco del battistrada e comunque provoca un maggiore consumo di carburante. Se invece è troppo gonfia, riduce l’aderenza e c’è il rischio che scoppi. Ingrassate la catena di trasmissione e accerta- tevi che sia in tensione. Infine, assicuratevi che il silenziatore (la “marmitta”) sia del tipo omologato e che non sia forato, provocherebbe un aumento del rumore e delle emissioni di gas di scarico inquinanti, con il rischio di incorrere in sanzioni pecuniarie. CINTURE DI SICUREZZA Se sulle due ruote il casco è il nostro angelo custode, in macchina la nostra principale protettrice si chiama cintura di sicurezza. Il suo uso è fondamentale per la nostra salute, in tante situazioni di guida. Spesso salva la vita o limita i danni di un incidente. Per quanto si sia prudenti, sulla strada ci sono anche gli altri; e magari hanno anche bevuto un po’ troppo, o sono particolarmente aggressivi per aver litigato col capoufficio o con la suocera. In certi casi, a fronte di comportamenti scriteriati di altri conducenti, l’incidente è inevitabile. Già, inevitabile anche per i più bravi. La prudenza alla guida limita il rischio di incorrere in un incidente stradale; ma se l’incidente si realizza, la nostra migliore alleata diventa la cintura. Secondo il primo comma dell’articolo 172 (“Uso delle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini”) del Codice della Strada: • Il conducente ed i passeggeri degli autoveicoli muniti di cintura di sicurezza, hanno l'obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia; ma anche i passeggeri dei posti posteriori sono obbligati ad allacciare le cinture. I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative stabilite dal Ministero dei Trasporti. Le cinture di sicurezza scaricano l’energia del moto (energia cinetica) in modo che questa ci danneggi il meno possibile; e ci evitano contatti spiacevoli con le strutture dell’abitacolo. Ad esempio, quando dobbiamo arrestare improvvisamente la nostra auto (e freniamo), in quel momento di fatto stiamo rallentando solo il veicolo e non gli occupanti. Se non abbiamo la cin- tura, per il principio di inerzia noi continuiamo a muoverci alla velocità che il veicolo aveva inizialmente, prima della frenata, e andiamo a colpire volante, cruscotto, parabrezza e altro ancora. Questo fenomeno (l’inerzia) non è confinato nei laboratori di fisica, ma fa parte della nostra esperienza di vita quotidiana: ad esempio, quando un tram rallenta bruscamente, siamo proiettati improvvisamente in avanti. La cosa deriva dal fatto che il tram ora si muove ad una velocità minore, mentre noi continuiamo a muoverci alla velocità di prima. L’inerzia è un principio fisico cono- sciuto come Prima Legge di Newton (“Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze inespresse”). L’uso delle cinture di sicurezza riduce consistentemente il numero di morti e feriti in incidenti stradali e limita il numero di accessi al Pronto Soccorso, poiché molti soggetti pur essendo incorsi in incidenti non riportano lesioni di rilievo. Le cinture sono utili non solo fuori città, ma anche e soprattutto in città, dove avviene oltre il 75% degli incidenti. In città, le velocità 41 42 sono in genere più contenute e l’efficacia delle cinture è massima. L’uso delle cinture aumenta la probabilità di rimanere coscienti dopo un incidente stradale, fatto determinante per salvarsi la vita in alcune situazioni specifiche (incendio dell’auto, caduta in acqua). Le cinture evitano in particolare traumi molto gravi (per esempio al torace, al cranio o alle gambe) o assai drammatici per la qualità di vita dell’individuo (es. lesioni deturpanti al viso). L’uso delle cinture è fondamentale nella parte posteriore dell’autoveicolo: dopo l’impatto si tende infatti ad essere proiettati in avanti e si rischia anche di impattare su guidatore o passeggero anteriore; oppure contro il poggiatesta, con conseguenze disastrose, per esempio per il maxillo-facciale. Anche l’airbag è un importante sistema di sicurezza passiva, da combinare con la cintura. L’airbag è una sorta di sacco ripiegato, in attesa dinamica: se riceve un segnale di urto, una carica di gas compresso esplode e fa sì che l’airbag si gonfi in un tempo rapidissimo e costituisca un cuscinetto per attutire l’urto. Proprio per la presenza di questo dispositivo, è assolutamente necessario indossare la cintura (a parte gli obblighi di legge), senza la quale l’airbag rappresenta un pericolo: il cuscinetto può infatti provocare seri danni sul volto. L’airbag congiuntamente all’uso della cintura di sicurezza è invece la migliore assicurazione sulla vita. Più o meno, nello sfortunato caso che l’incidente si realizzi, se l’uso della cintura porta a ridurre del 50% la probabilità di morte e la gravità delle lesioni, quando è presente anche l’airbag l’efficacia può arrivare al 60-70%. Un ultimo accenno merita il poggiatesta, elemento dell’automobile poco considerato. Il suo compito è proteggere il nostro collo in caso di urto, specie nei tamponamenti. Il bordo superiore del poggiatesta va posto in corrispondenza del bordo superiore della nostra testa, non più in basso. Il poggiatesta è utilissimo contro il “colpo di frusta”. Da sottolineare, comunque, che nessun dispositivo può essere efficace come la nostra prudenza. CELLULARE E GUIDA La vertiginosa crescita della telefonia cellulare ha visto di recente in Italia il sorpasso sulla telefonia fissa. Questa capillare diffusione pone l’accento su nuove problematiche legate all’uso del telefono cellulare. Se diversi ricercatori hanno posto la loro attenzione sulle eventuali conseguenze per la salute dovute all’emissione elettromagnetica dell’apparecchio, altri hanno cercato di indagare sul possibile rischio di incidente stradale associato all’utilizzo del telefonino durante la guida. L’articolo 173 del Nuovo Codice della Strada riporta nel comma 2 quanto segue: “È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici o di usare cuffie sonore. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani”. L’uso del cellulare durante la guida, come quello di tutti gli altri dispositivi elettronici vietati di fatto (i-Pod, tv-fonini ecc.), è un riconosciuto fattore di rischio di incidente stradale. In base a questa affermazione si possono fare una serie di considerazioni. L’uso del cellulare, come pure una serie di aspetti legati a forme diverse di intrattenimento all’interno del veicolo, quali sintonizzare una stazione radio, cambiare un CD, seguire le indicazioni di un navigatore, accendersi una sigaretta e simili, impegna certamente l’attenzione del conducente. Chi utilizza un cellulare a mano tende ad una guida maggiormente erratica, con spostamenti laterali pericolosi. Comporre un numero per chiamare, come anche cercare il cellulare per rispondere, distoglie considerevolmente l’attenzione dalla strada. Se impegnati col cellulare, si valutano meno bene le distanze e si reagisce meno prontamente a cambiamenti di velocità dell’eventuale veicolo che ci precede. La condotta di guida di chi usa il viva-voce è più regolare di quella di coloro che usano il cellulare a mano. Colui che usa il cellulare tende ad utilizzare meno lo specchietto retrovisore. Con il cellulare i tempi di percezione e reazione in genere si allungano. Con l’uso dei nuovi videofonini e tv-fonini il sistema cognitivo del conducente sarà sottoposto ad un maggiore carico nella gestione e divisione dell’attenzione, essendo ora presente oltre alla conversazione anche l’immagine. Se si guarda nel videofonino non si guarda la strada. E se un nostro amico, 43 mostrandoci l’apparecchio, ci dirà: “È Chiara!”, e Chiara ci sta a cuore, noi molto probabilmente guarderemo Chiara e non la strada. Appare quindi necessario che le persone, specie i ragazzi, siano ben consapevoli che il videofonino può agire sul livello della percezione e rappresentare un grosso rischio per chi guida. Non bisogna sottovalutare, infine, il pericolo che deriva dall’accoppiata pedone-telefono cellulare. Non è raro vedere un pedone che attraversa la strada mentre sta parlando al cellulare, spesso totalmente distaccato dal contesto. LA PATENTE A PUNTI 44 patente a punti, qual è il bilancio? Prima ripassiamo le regole. Al momento del rilascio della patente si parte con un punteggio di 20 punti, che però può subire decurtazioni, se attestato dal verbale di contestazione, in caso di violazioni delle principali norme stradali. Con un unico comportamento scorretto, possono essere tolti un massimo di 15 punti, a meno ché il conducente non abbia violato norme particolarmente gravi. Da ricordare che per i patentati da meno di 3 anni, il punteggio da decurtare si raddoppia. E’ possibile recuperare i punti persi frequentando corsi specifici. Per coloro che, invece, mantengono inalterato il loro punteggio sulla patente per 2 anni, viene assegnato automaticamente un credito di 2 punti fino ad un massimo di 10. Mancato uso delle cinture di sicurezza, passaggio con semaforo rosso, uso del telefonino durante la guida e superamento dei limiti massimi di velocità rappresentano le infrazioni che hanno determinato finora la maggiore detrazione di punti. Gli utenti più indisciplinati? I giovani, dai 20 ai 44 anni, in particolare di sesso maschile. E’ possibile controllare lo stato dei propri punti sulla patente telefonando al num. 848 782782 oppure collegandosi al sito www.ilportaledellautomobilista.it L’istituto della Patente a punti è previsto e disciplinato dall’art. 126bis del Codice della Strada. Patente a punti, le principali detrazioni • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Circolare a velocità non commisurata alle particolari condizioni in cui si svolge la circolazione Superare i limiti di velocità di oltre 40 km/h Superare i limiti di velocità di oltre 10 km/h e non superiore a 40 km/h Circolare contromano in curve, dossi, in condizioni di limitata visibilità o su strada divisa in carreggiate Circolare contromano (non in curva) Omettere di occupare la corsia più libera a destra, sulle strade con carreggiata a due o più corsie Mancata osservanza allo stop Violare gli obblighi relativi alla precedenza Passaggio nonostante divieto imposto da semaforo o agente del traffico Mancato rispetto della segnaletica, ad eccezione dei segnali di divieto di sosta e di fermata Violare gli obblighi di comportamento ai passaggi a livello Sorpasso effettuato in situazioni gravi e pericolose (curve, dossi, incroci ecc). Sorpasso per veicoli pesanti (> 3.5t); sorpasso di veicoli fermi ai semafori, ai passaggi a livello o incolonnati, di tram o filobus fermi; sorpasso di veicolo che sta a sua volta già sorpassando Mancato rispetto delle regole di sorpasso Sorpasso a sinistra di un tram in fermata in sede stradale non riservata Non osservare le distanze di sicurezza con conseguente collisione e gravi danni ai veicoli Mancato rispetto della distanza di sicurezza che abbia causato un incidente con lesioni gravi a persone Non osservare le distanze di sicurezza nei confronti di determinate categorie di veicoli, non osservare la distanza di sicurezza con conseguente collisione con soli danni a cose Non far uso dei dispositivi di illuminazione o segnalazione visiva quando è prescritto Far uso dei fari abbaglianti in condizioni vietate Fare inversione di marcia in prossimità o in corrispondenza degli incroci, delle curve o dei dossi Effettuare cambiamenti di direzione o di corsia per inversione di marcia o svolte senza osservare le prescrizioni imposte Sosta nelle corsie riservate al transito degli autobus o veicoli su rotaia; sosta o fermata negli spazi riservati a veicoli per persone invalide o in corrispondenza di rampe, scivoli o corridoi di transito; sosta negli spazi riservati alla fermata degli autobus o dei taxi Omettere di segnalare il veicolo fermo sulla carreggiata, fuori dei centri abitati con l’apposito segnale di triangolo; 5 10 2 10 4 4 6 5 6 2 6 10 5 2 5 8 3 1 3 8 2 2 45 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 46 non utilizzare i dispositivi di protezione rifrangenti individuali 2 Trainare veicoli in avaria senza adeguata segnalazione o violando le altre prescrizioni 2 Trasportare persone in soprannumero sui veicoli adibiti abusivamente a taxi o a noleggio 4 Trasportare persone in soprannumero sulle autovetture 2 Trasportare persone in soprannumero sui veicoli a due ruote, ovvero violare le prescrizioni relative al trasporto di oggetti o trainare o farsi trainare con veicoli a due ruote 1 Condurre un ciclomotore o motoveicoli a due, tre o quattro ruote senza casco, con casco irregolare o non allacciato, ovvero trasportare altro passeggero in tali condizioni 5 Mancato allacciamento delle cinture del conducente e/o del trasportato minorenne o mancato uso dei seggiolini per bambini 5 Alterare il corretto uso delle cinture 5 Usare cuffie o apparecchi radiotelefonici durante la guida e mancato utilizzo delle lenti se prescritte 5 Fare inversione di marcia in autostrada o sulle strade extraurbane principali o procedervi in contromano 10 Circolare in autostrada o sulle strade extraurbane principali sulle corsie di emergenza e d’immissione ed uscita fuori dai casi previsti 10 Effettuare retromarcia in autostrada 10 Ostacolo alla circolazione o accodamento alla marcia dei mezzi adibiti a servizi di polizia, antincendio e autoambulanze 2 Guidare in stato di ebbrezza 10 Guida in condizioni di alterazione fisica e psichica correlata a sostanze stupefacenti 10 Darsi alla fuga in incidente con lesioni a persone o con gravi danni ai veicoli causato dal proprio comportamento 10 Non fermarsi in incidente con soli danni a cose causato dal proprio comportamento 4 Non osservare gli obblighi previsti in caso di incidente, come la salvaguardia, la sicurezza della circolazione ed il mantenimento dello stato dei luoghi e delle tracce; in incidente con soli danni a cose evitare intralcio alla circolazione; fornire le proprie generalità; ecc. 2 Violazione dell’obbligo di precedenza ai pedoni 5 Non dare la precedenza a pedoni che abbiano già intrapreso l’attraversamento di una strada senza strisce pedonali 2 Non dare la precedenza a pedoni in stato di invalidità, a bambini e anziani nell’attraversamento di una strada senza strisce pedonali 5 (per i neopatentati nei primi 3 anni i punti vengono raddoppiati) NOTE BIBLIOGRAFICHE 1. Codice della strada e regolamento di attuazione (D.Lgs. 30 aprile 1992, n.285 e DPR 16 dicembre 1992, n.495) 2. Statistica degli incidenti stradali, ISTAT, 2003-2004 3. Sicurezza stradale verso il 2010, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti, 2005 4. Aspetti socio-sanitari della sicurezza stradale, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti, 2003 5. Percezione del rischio e rischio della percezione: il caso della sicurezza stradale, di F. Taggi & P. Marturano, rapporto DATIS, 2003 6. Il sistema ULISSE, monitoraggio delle cinture di sicurezza e del casco in Italia, Ministero dei Trasporti – Istituto Superiore di Sanità, aprile 2005 7. Gli incidenti stradali in Italia dopo l’applicazione della patente a punti, di P. Marturano, TRAS - Trasporti Ambiente e Sicurezza, Anno I n.zero, CAFI Editore 8. Il Patentino - Guida per l’insegnamento nei corsi, Fondazione per la sicurezza stradale, Ministero dell’istruzione – Ministero dei Trasporti, 2004 SITI WEB DI INTERESSE 1. www.infrastrutturetrasporti.it 2. www.ilportaledellautomobilista.it 3. www.iss.it/stra 4. http://www.istruzione.it/dg_studente/ufficio6/ed_stradale.shtml 5. http://www.istruzione.it/patentino/index.shtml 6. http://www.poliziadistato.it/pds/stradale/stradale.htm 7. http://www.unasca.it 8. http://www.confedertaai.it Consulenza tecnico-scientifica: Pietro Marturano - Ministero dei Trasporti - Direzione Generale per la Motorizzazione Progetto grafico: Master 2000 Communication - Stampa: Xxx xx www.lasicurezzanoneunlimite.it