Plana - Ferrari - Accademia delle Scienze di Torino
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Plana - Ferrari - Accademia delle Scienze di Torino
Attilio Ferrari Accademia delle Scienze 21 novembre 2014 Le origini dell’ dell’Astronomia torinese • L’Università di Torino nasce nel 1404 • La Meccanica Celeste compare nel curriculum degli insegnamenti dell’Università di Torino nel XVII secolo • Progetto per il stabilimento dell’Università de’ studi in Torino, voluto da Vittorio Amedeo II in via Po (Archivio di Stato di Torino, 1714) • Al di sopra della fabrica, e sopra il tetto d’essa una gran Camera, o osservatorio astronomico per la mathematica, cioè un belvedere grande fatto a fenestroni con li vetri. • Padre Giulio Accetta, professore di Matematica, nel 1730 pregava il Magistrato competente “a fabbricare una specola per poter fare più aggiustamente le sue osservazioni” • Giovan Battista Beccaria alloggiava sui tetti di via Po gli strumenti astronomico-geodetici che gli permisero tra il 1760 e il 1774 le operazioni di misura della lunghezza di un grado di meridiano tra Mondovì e Andrate, pubblicato nel Gradus Taurinensis, … e che ne costituiscono uno dei maggiori meriti come astronomo • Misure contestate da Delambre e Cassini • La base delle sue triangolazioni è segnata da due obelischi, uno in piazza Statuto e uno a Rivoli (11793.64 m) La Specola all all’’Accademia • La costituzione di un vero e proprio osservatorio astronomico fu annunciata da Vittorio Amedeo III nella seduta del 28 giugno 1789 dell’Accademia Reale delle Scienze, da lui stesso ufficialmente riconosciuta nel 1783 • Vittorio Amedeo III decise la costruzione di una Specola sul Palazzo del Collegio dei Nobili, oggi Palazzo dell’Accademia delle Scienze • L’inaugurazione ebbe luogo il 30 novembre 1790 e nell’anno successivo vennero in essa trasferiti gli strumenti del Beccaria • Nel 1801 fu nominato direttore dell’Osservatorio l’Abate Tommaso Valperga di Caluso, professore di Astronomia all’Università. • Valperga si dimise per lasciare il proprio posto alla stella nascente: Giovanni Plana Tempi difficili • Rivoluzione francese: Repubblica Piemontese (1798) • Napoleone: Repubblica Subalpina (1800) • Annessione del Piemonte alla Francia dal 1802 al 1814 • Restaurazione (1815): avvento di Vittorio Emanuele I • Giovanni Plana nasce a Voghera nel 1781, anno in cui muore Beccaria • Idee progressiste: l’albero della libertà • Viene mandato a studiare a Grenoble dal 1796 al 1800 (École Centrale) e quindi a Parigi dal 1800 al 1803 (École Polytechnique) • Apprende la meccanica celeste da Lagrange e Laplace Inizio degli interessi astronomici • Nominato professore alla Scuola di Artiglieria in Alessandria nel 1803 (francese) • Collaborazione con Barnaba Oriani, direttore della Specola di Brera a Milano, data la vicinanza tra il Piemonte francese e la Lombardia del Regno d’Italia napoleonico (18101811) • Nel 1811 pubblica il lavoro Sulla teoria dell’attrazione degli sferoidi ellittici, e inizia, con Francesco Carlini, a lavorare sul problema del calcolo dell’orbita lunare Infine a Torino • Nel 1811, su suggerimento di Lagrange, viene chiamato alla cattedra di Astronomia dell’Università di Torino • Nello stesso anno è nominato membro dell’Accademia e nel 1813 direttore della Specola dell’Accademia • Restaurazione: viene epurato dall’Accademia e dall’Università, ma immediatamente rinominato • Mantiene la direzione della Specola • Moti rivoluzionari del 1821: ancora qualche incertezza; lo protegge il barone di Zach, editore delle Correspondances astronomiques I grandi temi astronomici dell’inizio del 1800 • La misura della forma della Terra e la sua densità • Lo studio dei moti planetari oltre le prime approssimazioni per comprovare la teoria newtoniana • La catalogazione di stelle e nebulose con telescopi sempre più potenti • Il disegno della distribuzione spaziale della Via Lattea La forma della Terra (sulle orme di Beccaria) • La nuova misura dell’arco del meridiano terrestre di Torino tra Mondovì e Andrate presso Ivrea • Le misure geodetiche di Beccaria erano state contestate da Cassini perché si discostavano fortemente dai modelli astronomici dell’ellissoide terrestre (47 secondi d’arco) • Gli ufficiali del genio piemontese ripeterono le misure sotto la guida del Plana e nel 1820 ottennero il nuovo risultato, di soli 13 secondi d’arco differente da quello del Beccaria • Il Plana mostrò infine che la differenza tra le misure astronomiche e geodetiche era da imputarsi alla presenza dei massicci delle Alpi Marittime e delle Graie: l’attrazione di queste masse perturba la direzione del filo a piombo e porta ad una definizione dell’angolo nel modello ellissoidale del pianeta inferiore a quella geodetica Le prime imprese • Incaricato con Francesco Carlini (Osservatorio di Brera) della misura di un arco di parallelo a metà strada tra polo ed equatore attraverso lo stato sabaudo, tra l’Istria e la Francia • Completata nel 1824 con l’aiuto dei genieri piemontesi su terreni impervi • Pubblicazione dei risultati nel 182527: Opérations géodésiques et astronomiques pour la mesûre d’un arc du parallèle moyen • La parte teorica fisico-matematica e astronomica (vol II) fu opera del Plana: l’Académie des Sciences dell’Istituto di Francia lo elesse membro corrispondente nel 1826 • Nel 1828 Plana e Carlini furono insieme insigniti dall’Istituto di Francia del premio Lalande, dedicato a lavori fondamentali nel campo dell’astronomia • Plana fu decorato dall’Imperatore d’Austria con la Corona di Ferro Il premio dell’Académie des Sciences di Parigi • Il problema delle anomalie dei moti planetari • La necessità della trattazione di un problema gravitazionale a N-corpi • Ma Lagrange ha già dimostrato che non è possibile avere soluzioni analitiche (orbite caotiche) • Il caso della Luna studiato da Laplace sulla base di approssimazioni e con l’introduzione di coefficienti fenomenologici • Importanza di giungere ad una soluzione completa e soddisfacente per il moto lunare, sia per ragioni puramente teoriche, sia per questioni pratiche legate al calcolo delle eclissi, alla navigazione e alla predizione dei flussi e riflussi delle maree • Proposta di Laplace all’Académie di istituire un premio per la produzione di più accurate tavole delle effemeridi lunari per mezzo della sola teoria gravitazionale (1820) • Plana e Carlini presentano una soluzione basata sul metodo di Laplace, ma con sviluppi in serie di ordine superiore per tener conto della forma della Terra e della presenza del Sole, Giove e degli altri pianeti Divergenze • Il premio viene assegnato a Plana e Carlini, ma anche a Damoiseau • Laplace critica il metodo proposto perché troppo complicato e senza chiara convergenza • Carlini vuol pubblicare il lavoro con una semplice risposta a Laplace • Interviene qui il “caratteraccio” di Plana: non vuole cedere, ma ulteriormente estendere il metodo per provare che Laplace ha torto • La nascita di un progetto decennale, puramente teorico • Solo nel 1835 Laplace riconobbe la validità del metodo di Plana LA THÉORIE DU MOUVEMENT DE LA LUNE • L’opera astronomica fondamentale di Plana • Pubblicata in tre volumi di 2.000 pagine nel 1832 • Le coordinate usate dal Plana per descrivere il moto della Luna in funzione del tempo sono le tre coordinate polari rispetto alla Terra e al piano dell’eclittica in un determinato anno: la distanza della Luna dalla Terra, la longitudine e la latitudine rispetto all’eclittica; la longitudine rispetto alla Terra è la variabile indipendente • Nelle equazioni differenziali del second’ordine per queste coordinate Plana tenne conto tra le cause che perturbano il moto ellittico della Luna - che viene imposto all’ordine zero dall’attrazione terrestre - non solo dell’attrazione solare, ma quella di tutti gli altri pianeti e la non sfericità della Terra e della Luna stessa • Naturalmente una soluzione analitica è impossibile e Plana ricorse, come Laplace, al metodo delle approssimazioni successive con lo sviluppo dei termini che esprimono le forze perturbative in serie trigonometriche proporzionali a seni e coseni attraverso le cosiddette ineguaglianze periodiche • Operazioni particolarmente lunghe e faticose per soddisfare criteri di convergenza e uniformità • Il lavoro del Plana porta un grande miglioramento su quello del Laplace • Laplace utilizzava i valori numerici dei coefficienti delle ineguaglianze periodiche per mezzo di valori numerici delle costanti osservate • Il Plana mostrò invece che quei coefficienti potevano essere espressi in serie letterali di potenze di alcune costanti, precisamente l’eccentricità delle orbite solare (apparente) e lunare, la tangente dell’inclinazione dell’orbita lunare sul piano dell’eclittica, il rapporto tra il movimento medio della Terra e della Luna e il rapporto tra la distanze Terra– Luna e Terra–Sole « Je n’ai pu me faire aider par personne; j’ai du traverser seul cette longue chaîe de calculs, et il n’est pas étonnant si par inadvertence j’ai omis quelque termes qu’il fallait introduire pour me conformer à la riguer des mes propre principes » Il presidente della Royal Astronomical Society, Sir John Herschel, in occasione del conferimento al Plana della Medaglia d’Oro nel 1840, scrisse: “ M. Plana appears to have proposed to himself the gigantic task of revising and correcting the actual numerical calculations of the whole Mécanique Céleste [of Laplace] … M. Plana’s analysis is always graceful, his combinations well considered, and his conceptions of the ultimate results to be expected from them perfectly just, and justified by the results when obtained “ Prospettiva storica • Airy confrontò la teoria del Plana con i dati sul moto lunare misurati a Greenwich tra il 1750 e il 1830 e ottenne risultati sorprendentemente buoni, salvo una piccola correzione di circa 2 secondi d’arco della costante della parallasse lunare • Davis pubblicò nel 1853 tavole accurate del moto lunare utilizzando la teoria del Plana, ma esprimendo i coefficienti degli sviluppi e i dati in funzione del tempo solare medio invece che della longitudine vera • Delaunay, direttore dell’Osservatorio di Parigi, iniziò una sistemazione del problema nel 1860 basata proprio sull’utilizzo del tempo come variabile indipendente, al posto della longitudine vera, negli sviluppi analitici; i calcoli risultavano in tal modo meno complessi di quelli affrontati dal Plana Il lavoro del Plana rimane il primo a proporre risultati accurati con un metodo consistente Una digressione … determinismo ? I Nelle regioni caotiche i moti non sono instabili, ma impredicibili ! • Metodi numerici e supercalcolatori per lo studio dei problemi a N-corpi – 6N equazioni differenziali – simulazioni dirette, complessità O(N2) – metodi ad albero O(N logN) – particle mesh (Poisson) O(N logN) • Simulazioni di meccanica celeste • Simulazioni di sistemi stellari densi • Simulazioni cosmologiche Plana fu soprattutto un astronomo teorico Ma la sua attività scientifica ebbe interessanti risvolti Si occupò anche di fisica e di magnetismo Plana fu il vero fondatore dell’Osservatorio come istituzione scientifica: per esso ottenne dalla Corte una nuova prestigiosa sede Nel 1820 il re Vittorio Emanuele I ordinò ” que le nouvel Observatoire fût bâti, a ses frais, sur une des quatre Tours ancienne situées aux angles du Palais du Château Royal qu’on voit, isolé, au milieu de la Place dite du Castello “ La costruzione fu completata nel 1822 • Nel luglio 1822 il Plana trasferì nella nuova sede gli strumenti: – un circolo meridiano di Reichenbach, munito di quattro oculari e di due livelli di contrappesi – una macchina equatoriale, da Fraunhofer e Utzschneider, Monaco – uno strumento dei passaggi, da Lenoir, Parigi – un circolo moltiplicatore di 18 pollici di diametro, da Fortin, Parigi – un cannocchiale acromatico di Dollond di tre piedi e mezzo di fuoco – un teodolite di otto pollici di diametro, da Reichenbach – un sestante a riflessione di un piede di diametro, da Toughton, Londra – un eliostata, da Grindel, Milano – un pendolo astronomico a compensazione, da Martin, Parigi – un contatore – un comparatore composto da due microscopi mobili lungo un'asta di legno – un barometro a pozzetto – un termometro a mercurio, con scala d'ottone • Alla sistemazione dell’Osservatorio a Palazzo Madama, il Plana pose il cerchio meridiano di Reichenbach fra due colonne di marmo erette al centro della cupola e iniziò le osservazioni per definire la stazione dello strumento fissando una mira meridiana • Questa fu individuata a 4.5 km di distanza sopra un vecchio muro di cinta del borgo di Cavoretto ed era un parallelepipedo di marmo con un foro di 20 cm di diametro • Con la collaborazione di alcuni tecnici eseguì osservazioni di comete e dei moti planetari che sono raccolte nel volume 32 delle Memorie dell’Accademia • Il calendario meccanico della Cappella dei Mercanti di Via Garibaldi • Dall’anno 1 al 4000 d.C. • Plana deve essere giustamente considerato il più importante astronomo teorico classico torinese, e più in generale uno dei maggiori scienziati dell’epoca • Ebbe il titolo di Astronomo Reale dal Re Carlo Felice nel 1827 • Fu Presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino per tredici anni dal 1851 alla morte • L’Académie des Sciences di Parigi lo elesse Membro corrispondente nel 1826 e Associé étranger nel 1860 • La Royal Astronomical Society lo elesse Membro nel 1824, la Royal Society di Londra nel 1827 • Fu insignito della Medaglia Copley della Royal Society di Londra nel 1834 e della Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society nel 1840 Plana muore il 20 gennaio 1864 L’Accademia lascia l’Osservatorio • Nel 1864 il Consiglio di Amministrazione dell’Accademia decise di chiedere “al Ministero dell’Istruzione Pubblica che l’Accademia venga esonerata dell’amministrazione dell’Osservatorio, non essendovi ragione perché essa si ingerisca nelle cose di questo Stabilimento; e aggiunge essersi astenuta per lo passato di fare questa mozione per la particolare deferenza professata dall’intiero Corpo Accademico verso il compianto nostro Presidente Plana …” • Il 28 dicembre 1864 il Re Vittorio Emanuele II promulgò un Regio Decreto in cui nominava una Commissione per definire la procedura di passaggio dell’Osservatorio astronomico alla regia Università di Torino • Il passaggio di consegne tra Accademia e Università si concluse nel marzo 1867 sotto la gestione del direttore provvisorio Gilberto Govi • Il matematico Tricomi nel suo discorso commemorativo all’Accademia per il centenario della morte scrisse: • Plana è generalmente considerato uno dei maggiori scienziati italiani della sua epoca perché, in tempi in cui la qualità dell’istruzione nelle università italiane era molto decaduta, il suo insegnamento fu della più alta qualità, ben paragonabile a quello delle maggiori scuole di Parigi, alle quali egli aveva studiato. • F.G. Tricomi, Giovanni Plana (1781-1864): cenni commemorativi, Atti Acc. Sci. Torino, Cl. Sci. Fis. Mat. Natur. 99, pag. 267-279 (1964-65) • Purtroppo Plana non fu in grado di (non volle) creare una scuola, anche a causa del suo carattere molto difficile • Ricorda il suo allievo Ettore Ricotti: • “Non è qui il caso di ricercare per quali cause questo uomo, che possedette un vasto sapere e un sommo ingegno, benché se lo guastasse col renderlo violento ed esclusivo, abbia dato alla scienza risultati inferiori alle proprie forze e al continuo suo lavoro, mentre al contrario abbia goduto fama forse superiore ai risultati stessi” • Ricordi di Ettore Ricotti, pubblicati da A. Manno, Torino-Napoli, Editori Roux e Favale, 1886 Tuttavia il suo “segno” e quello di Lagrange a Torino sono rimasti … THE GUIDE STAR CATALOG GSCGSC-II THE MOST COMPLETE CATALOG IN THE WORLD Oggi GAIA Avanti con la misura dell’Universo Grazie per l’attenzione