Introduzione

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Introduzione
Introduzione
Il presente lavoro illustra e sintetizza i principali risultati di un progetto di ricerca che è stato avviato alcuni anni fa su iniziativa della Libera Università di
Lingue e Comunicazione IULM di Milano dal titolo “Redditività e crescita
delle imprese italiane: un’indagine fra le imprese di marca e del Made in Italy”.
Si tratta di un progetto di ricerca cosiddetto “speciale”, in quanto totalmente finanziato dall’Università in ragione della rilevanza riconosciuta al tema
di indagine. Crescita e redditività, infatti, sono due caratteri essenziali delle
aziende di successo, capaci di creare valore economico nel medio-lungo periodo.
La redditività è intesa come misura della competitività aziendale e della
sua capacità di estrarre valore dalle attività aziendali. Per questa ragione si è
scelto di misura la competitività aziendale attraverso un indice sintetico che
confronta i margini operativi prodotti con il capitale impiegato, riuscendo così
ad apprezzare i rendimenti lordi prodotti nel tempo dalle aziende. Nella letteratura di management sono numerosissimi i contributi che indicano nella capacità - strutturale e superiore alla media di settore - di un’impresa di produrre
ricchezza economica l’indicatore per esprimere un giudizio positivo sulla capacità di governo e di gestione dell’azienda.
Allo stesso modo, in misura crescente nel tempo gli studiosi di impresa
concordano nel ritenere che la capacità e la volontà di crescere, infatti, costituiscono due caratteri essenziali nelle aziende che mirano all’eccellenza, tanto
strategica quanto operativa. La crescita profittevole, sostenibile ed autonoma è
infatti condizione di successo nel medio-lungo termine per le imprese, indipendentemente dal settore in cui esse operano e dalla classe dimensione alla quale
appartengono.
Ai temi della competitività e, in particola modo, della crescita, delle sue
possibili direttrici, delle modalità attuative e delle implicazioni gestionali viene
dedicata attenzione nella letteratura di management italiana e straniera ormai
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da molti anni, con una progressiva intensificazione nei tempi più recenti, in ragione di una sempre più diffusa consapevolezza della rilevanza da essi ricoperti.
Queste ragioni, unitamente alla convinzione che la crescita rappresenti
una delle sfide culturali e manageriali con le quali si deve confrontare il nostro
Paese, a molti e differenti livelli, è stato deciso di sviluppare un progetto di ricerca ad hoc sui temi della competitività e, soprattutto, della crescita aziendale.
E’ nostra opinione che chi ha la responsabilità del governo e della gestione di
un’impresa debba sì conseguire adeguati livelli di competitività rispetto alla
concorrenza, ma debba anche e sempre più concentrarsi sulla capacità di percorrere sentieri di crescita quantitativa e qualitativa.
Se da un lato molti hanno sostenuto che un problema strutturale della
economia italiana e delle imprese nostrali è rappresentato per l’appunto dalle
dimensioni relativamente minori rispetto a molti concorrenti stranieri, con
conseguenze sulla competitività di lungo termine e sulla capacità di creazione
di valore economico, dall’altro lato sempre più spesso in letteratura e nel dibattito nazionale si rimarca l’importanza della crescita aziendale per le sue implicazioni, dirette e indirette, sullo sviluppo economico e sociale del Paese e
delle aree locali.
La crescita quantitativa, misurata in genere dallo sviluppo del fatturato
e dei volumi di produzione e vendita, nel lungo periodo non è sostenibile in assenza di una crescita qualitativa dell’azienda, fatta di modelli e tecniche manageriali avanzati e da soluzioni operative e organizzative innovative e vincenti.
Le imprese che sono capaci di crescere senza danneggiare la propria redditività e senza pregiudicare la sostenibilità finanziaria e l’indipendenza economica e finanziaria sono aziende che raggiungono maggiori dimensioni operative, dando luogo in genere a ricadute positive sull’occupazione propria e
delle aziende con cui interagiscono e sviluppano rapporti virtuosi di fornitura e
di collaborazione. Le imprese capaci di crescere sono motore dello sviluppo
economico e sociale delle aree geografiche in cui operano e, in via diretta,
dell’intero sistema nazionale.
Le imprese capaci di crescere sono spesso aziende che hanno saputo confrontarsi con successo con sfide competitive che hanno messo alla prova con
successo la loro capacità di soddisfare clienti sempre più esigenti e creare valore economico per sé e per gli stakeholder coinvolti, identificando soluzioni
strategiche, operative e organizzative vincenti.
Le imprese capaci di crescere sono fonte di sviluppo anche perché rappresentano esempi con cui confrontarsi e cimentarsi, definendo più avanzati
punti di riferimento ai quali allinearsi, prima, e da superare, poi.
La tensione alla crescita quantitativa e qualitativa costituisce un carattere di eccellenza delle imprese di successo indipendentemente dalle condizioni di
mercato e dai cicli e congiunture economiche. A ben vedere, però, la volontà di
crescere diviene ancora più importante nelle fasi di difficoltà e persino di stallo,
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come quella che l’Italia sperimenta ormai da anni, prevalentemente per motivi
strutturali, acuiti da fattori congiunturali. Proprio in momenti come questo è la
spinta verso la crescita e la ricerca comunque di opportunità di sviluppo che fanno
delle imprese capaci di crescere il punto di riferimento imprenditoriale al quale
guardare per non perdere la capacità di creare valore economico.
Sono queste considerazioni che hanno portato alla decisione di sviluppare un progetto di ricerca pluriennale sul tema della crescita proprio
all’indomani della crisi del 2008. Si è deciso di farlo concentrando l’attenzione
sulle medie imprese, quelle cioè che, secondo la classificazione proposta da
Mediobanca nel 2002, presentano un fatturato compreso tra i 13 e i 260 milioni di euro. Sono esse infatti che, più di altre, sono capaci di coniugare lo spirito
imprenditoriale tipico della piccola dimensione con modelli di gestione manageriali propri delle aziende di maggiori dimensioni, non avendo timore di
esporsi alla competizione internazionale e avendo già avviato un percorso di
sviluppo quantitativo e qualitativo.
Al fine di circoscrivere il perimetro di analisi si è concentrata l’indagine
su tre settori portanti dell’economia italiana e per i quali all’Italia viene spesso
riconosciuto un primato culturale oltre che imprenditoriale: l’arredamento,
l’abbigliamento (in senso ampio, ricomprendendo anche il tessile e la produzione di altre materie prime) e l’arredamento. Si tratta dei settori che nella letteratura manageriale internazionale sono indicati come i settori dalle 3 F: fashion, food, forniture.
Detta scelta di ambito di analisi è da ricondurre alla volontà di dedicarsi
a settori che hanno saputo e – sperabilmente - sappiano anche in futuro fare da
traino per l’economia nazionale, non tanto perché essenziali per il “made-inItaly”, quanto perché settori in cui si ritiene che anche in futuro vi possano essere significative opportunità di crescita e l’Italia, in ragione del suo recente
passato e del suo presente, possa continuare ad avere un ruolo di primaria importanza nello scenario internazionale.
Per quanto attiene alla metodologia di ricerca, si è deciso di combinare
approcci quantitativi, capaci di fornire spunti per un’attenta ed utile generalizzazione dei risultati, con metodi qualitativi, volti a identificare casi di eccellenza ed esempi di soluzioni interessanti tratti da quelle aziende che più di altre
hanno saputo, nei rispettivi settori, coniugare crescita e profittabilità in un arco temporale sufficientemente lungo da considerare i risultati frutto della bontà della strategia posta in essere e delle soluzioni operative adottate. Come
esplicitato più dettagliatamente nel capitolo 2, si è dunque definita una popolazione di 986 imprese, delle quali ne sono state esaminate 145, con approfondimenti qualitativi su 9 di esse.
Alcuni dei risultati conseguiti con la ricerca sono stati presentati a seminari di studio in Italia e all’estero, riscuotendo interesse e giudizi positivi. In
particolare, al “1st Annual Corporate Entrepreneurship Workshop” di Lione
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in data 20 e 21 giugno 2011 è stato presentato il working paper dal titolo“Entrepreneurial Orientation and Performance: The Moderating Role of Absorptive Capacity”. Al “3° Workshop sui I processi innovativi nelle piccole imprese. Le sfide oltre la crisi”, tenutosi ad Urbino in data 16 e 17 settembre
2011, è stato presentato il working paper dal titolo “Stairway to Heaven: Exploring Successful Growth Strategies In Mature Industries”. Alla 31ma conferenza annuale internazionale della Strategic Management Society “Strategies
for a Multi-Polar World: National Institutions and Global Competition”, tenutasi a Miami dal 6 al 9 novembre 2011, è stato presentato il working paper
dal titolo “Entrepreneurial Orientation and Performance: The Moderating Role
of Absorptive Capacity”. In linea con gli sforzi di affinamento della ricerca sul
piano metodologico e di interpretazione dei risultati emersi, una versione aggiornata e arricchita del working paper “Entrepreneurial Orientation, Absortive
Capacity and Performance in Low- and Medium-Tech Industries” è stata presentata al Meeting Annuale della Academy of Management, tenutosi a Boston
dal 3 al 7 agosto 2012.
Il team di ricerca ha operato congiuntamente in tutte le fasi della ricerca
e della stesura di questa sintesi, così come per la scrittura dell’Introduzione; in
particolare, però, Massimiliano Bruni e Laura D’Oria hanno redatto il capitolo 1, Laura D’Oria e Salvatore Sciascia il capitolo 2, Laura D’Oria e Angela
Amodio il capitolo 3 e Salvatore Sciascia e Massimiliano Bruni il capitolo 4
dedicato alle conclusioni.
Ringraziamenti
Sono molte le persone alle quali l’intero gruppo di ricerca deve un sincero sentimento di gratitudine, tanto colleghi quanto uomini e donne d’azienda.
In primo luogo un sentimento di gratitudine va all’Università IULM e in
particolare al Suo Rettore, il Prof. Giovanni Puglisi, per aver creduto e sostenuto questo progetto di ricerca, finanziandolo e mettendoci in condizione di
portarlo a termine, anche attraverso visite in azienda per interviste dirette e la
partecipazione a convegni internazionali in cui presentare i primi risultati di
ricerca e raccogliere preziosi feedback metodologici e spunti di approfondimento.
In secondo luogo sentiamo il desiderio di ringraziare il collega e amico
Prof. Pietro Mazzola, che guida il nostro gruppo di lavoro presso l’Università
IULM e che da anni ormai ci stimola a coniugare metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa, nel tentativo lungimirante di poter partecipare al dibattito internazionale senza far venire meno il contributo di idee al mondo economico, sociale e imprenditoriale del nostro Paese.
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Un senso di sincera gratitudine va a quanti, uomini e donne d’impresa,
hanno dedicato una parte, per quanto piccola, del loro tempo a compilare il
lungo questionario di ricerca e ci hanno concesso il piacere di poterli incontrare ed intervistare, confrontandosi con noi e presentandoci le loro scelte e opinioni sia sui temi della competitività che della crescita delle loro aziende, anche
in una fase economica non facile e non sempre ricca di soddisfazioni.
Da ultimo, ma certamente non meno importante, ci piace ringraziare e
ricordare la dottoressa Greta Finesso, che al termine del Corso di Laurea Magistrale in Strategia e Comunicazione della Marca della nostra Università ha
deciso di trascorrere un periodo presso l’Istituto di Economia e Marketing e
prendere parte a questo progetto di ricerca. E’ opinione dell’intero gruppo di
lavoro che senza la sua pazienza e determinazione non avremmo raccolto un
numero così ampio di questionari e di interviste.
Malgrado i numerosi contributi qui ricordati, eventuali limiti e manchevolezze presenti nel lavoro sono responsabilità unicamente del nostro team.
Gli Autori
Università IULM, maggio 2014
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