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Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Poste Italiane Spa
Spedizione In Abbonamento Postale 70% (Trento)
contiene I.R. e I.P.
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE
Pensieri
e Parole..
Primo piano Anap in giro per il Trentino
Associazione Le 100 tasse tutte italiane
DELLA PROVINCIA DI TRENTO - CONFARTIGIANATO
sommario
DELLA PROVINCIA DI TRENTO - CONFARTIGIANATO
RIVISTA MENSILE
DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
E PICCOLE IMPRESE
DELLA PROVINCIA DI TRENTO
ADERENTE A CONFARTIGIANATO
Se lo dicono loro…
ANNO LXVI N. 12 DICEMBRE 2015
Editoriale
Direttore responsabile
Stefano Frigo
Comitato di redazione
Paolo Aldi, Giancarlo Berardi,
Alberto Dalla Pellegrina, Samantha Lira,
Guido Radoani
Impaginazione e stampa
Publistampa Arti grafiche, Pergine Valsugana
Pensieri e Parole.. (Roberto De Laurentis)
3
Primo piano
ANAP
Manifestazione Anap campagna antitruffa
4
Associazione
Autorizzazione del Tribunale di Trento
n. 20 del 19.7.1949
IMPRESE
La natimortalità delle imprese trentine (Stefano Frigo)
Atto di giustizia per le piccole imprese travolte dai “cattivi pagatori”
6
6
Iscrizione all’ex Registro Nazionale
della Stampa/ROC n. 5534
CAMERA DI COMMERCIO DI TRENTO
Le inchieste congiunturali sugli investimenti - 2014 (Stefano Frigo)
Italia primo paese europeo per occupati stranieri extracomunitari
8
9
Tiratura 6.300 copie
Online 4.747 copie
TASSE
La Cgia di Mestre: l’Italia delle tasse (da www.ilgazzettino.it)
Le 5 tasse che strangolano le micro-imprese italiane (S.F.)
10
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FINANZA
Un patto per lo sviluppo tra Comuni e Provincia (fm)
13
FATTURE ELETTRONICHE
GSE: conservazione delle fatture elettroniche (Alessandro Tonina)
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PAGAMENTI
Scendono i tempi di pagamento tra famiglie e imprese (Stefano Frigo)
15
NOTE DI VIAGGIO 1/3: CHI È “BIRRA PEJO”
15
DONNE IMPRESA
Occupazione femminile penalizzata (S.F.)
16
Sito internet
ISTAT
L’Italia fuori dalla deflazione
18
www.artigiani.tn.it
NOTE DI VIAGGIO 2/3: CHI È “AGOCAP”
18
TRENTINO IN NUMERI
Il Trentino invecchia. In calo i residenti stranieri (Stefano Frigo)
19
CONFARTIGIANATO
Record per export delle piccole imprese (Ufficio Studi Confartigianato)
Pressione fiscale in calo. Ma è ancora al 43,2%
Viaggi con gli associati di Riva del Garda
20
20
21
CONSUMI
La spesa delle famiglie: un divario Nord-Sud (Stefano Frigo)
22
NOTE DI VIAGGIO 3/3: CHI È “PHOENIX”
22
ECONOMIA
L’economia ancora vicina alla deflazione (Stefano Frigo)
Le costruzioni tornano a salire
24
25
CULTURA
26
CATEGORIE
28
Chiusura in redazione
16 dicembre 2015
Direzione, redazione,
amministrazione
Associazione Artigiani e Piccole Imprese
della Provincia di Trento
Via Brennero, 182 - 38121 Trento
tel. 0461.803800 - fax 0461.824315
Posta elettronica
[email protected]
Concessionaria esclusiva
per la pubblicità
Südtiroler Studio S.r.l.
Trento - Via Ghiaie, 15
tel. 0461.934494
[email protected]
Direzione pubblicità: Rosario Genovese
Bolzano - Via Bari, 15
tel. 0471.914776
Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese
Rubriche
Carta proveniente da foreste
gestite responsabilmente
AVVISI
32
Ho contributi sufficienti per andare in pensione?
Come devo fare per presentare la domanda?
Quale sarà l’importo che mi spetta?
Se subisco un infortunio
cosa devo fare?
IL PATRONATO DEGLI ARTIGIANI
Il Patronato INAPA
una risposta
a tutte
le tue domande
inapa
Il Patronato INAPA
mette a tua disposizione
la consulenza
di medici ed avvocati
Sono andato in pensione ma lavoro ancora.
Pago sempre gli stessi contributi?
Qualcuno mi ha parlato di un supplemento di pensione.
Di cosa si tratta?
Che cos’è il Pacchetto Famiglia?
A chi posso rivolgermi per avere informazioni
editoriale
Pensieri
e Parole..
di Roberto De Laurentis
S
eduto al computer per buttare giù le mie abituali
due righe, sto pensando che troppi sarebbero gli argomenti da trattare in questo dicembre 2015 che si
sta consumando. Tutti importanti in uguale misura. Dalla
legge finanziaria provinciale (con i milioni di euro che sbucano fuori, all’improvviso, per adeguare le retribuzioni dei
dipendenti pubblici) alla legge finanziaria nazionale (con
l’annunciato e sbandierato calo delle imposte, ma ne pagavamo meno due anni fa), dalle norme sul credito (con chi
si toglie la vita dopo che gli è stato tolto il frutto del lavoro
pulito di una vita) alle imprese migratrici (da una zona all’altra del Trentino.. che so.. dalla Val di Ledro a Rovereto,
tanto per dire, naturalmente con i denari nostri), per prose-
guire con gli occupati che aumentano, esattamente come i
disoccupati. Con ventimila persone negli ammortizzatori
sociali, che non sembrano affatto dannarsi l’anima in cerca
di un posto di lavoro. E via elencando..
Ma poiché tra qualche giorno è Natale – e, per definizione, siamo tutti un po’ più buoni – sto pensando di rinviare ogni ragionamento al 2016 e di esprimere al lettore solo
il più sincero augurio di Buone Feste. A modo mio. Attraverso quegli aforismi che tanto amo. I quali, da una parte,
sono fonte di ispirazione dei miei comportamenti e, dall’altra, esprimono in una sola battuta quanto non riuscirebbero ad esprimere lunghi, articolati, pesanti discorsi. B enedetti coloro che non hanno niente da dire, e non si lasciano convincere a dirlo
[James Russell Lowell]
U n banchiere è uno che vi presta l’ombrello quando c’è il sole e lo rivuole indietro appena
incomincia a piovere [Mark Twain]
O ccorre convincersi che il discorso lungo e il discorso breve arrivano al medesimo fine [Epicuro]
N on sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee
[Leo Longanesi]
N on dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno bisogno ed i tuoi nemici non
ci crederanno mai [Elbert Hubbard]
A nche sul più alto trono della terra non siamo seduti che sul nostro culo [Michel de Montaigne]
T utti dicono che l’onore non conta niente ed invece conta più della vita. Senza onore
nessuno ti rispetta [Goffredo Parise]
A lla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici
[Martin Luther King]
L a punizione del successo consiste nel fatto di dover frequentare delle persone che prima
si potevano evitare [Norman Mailer]
E ssere un uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno [Ernst Hemingway]
Roberto De Laurentis
Presidente dell’Associazione
Artigiani e Piccole Imprese della
Provincia di Trento.
E d è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio [Albert Einstein]
B eato chi non si aspetta nulla, perché non rimarrà mai deluso [Alexander Pope]
U na conferenza è un’assemblea di persone importanti che, singolarmente, non possono fare
niente ma che, insieme, possono decidere che niente deve essere fatto [Fred Allen]
O gni volta che si fa una cosa stupidissima si è sempre mossi dai motivi più nobili [Oscar Wilde]
N on c’è nulla di così umiliante come vedere gli sciocchi riuscire nelle imprese in cui noi
siamo falliti [Gustave Flaubert]
A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre… [Ennio Flaiano]
N elle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede
un grande talento è ipocrisia [Arthur Schopenhauer]
N on vivo per me, ma per la generazione che verrà... [Vincent van Gogh]
O ggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti
i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi [Ernst Hemingway]
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato
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primo piano
anap
Manifestazione Anap
campagna antitruffa
per gli anziani
A Ponte Arche, Cunevo, Levico Terme, Tesero, Malé, Fiera di Primiero,
Vattaro, Tenno, Ponte Arche, Isera si sono svolti i tradizionali incontri con
i soci Anap.
Trento
Giudicarie
C
di organizzazione dei vari presidenti comprensoriali:
Albino Iob, Giovanni Anzelini, coadiuvati da Mario
Bonanno per la Valle di Non, Annarosa Sandri e Umberto Trintinaglia di Borgo Valsugana, Pietro Deflorian, Luigi Dell’Antonio ed Elio Defrancesco per le
valli di Fiemme e Fassa, Ivaldo Angeli per la Valle di
Sole, Graziano Gaio di Fiera di Primiero, Norberto
Foletti di Riva del Garda, Valentino Zendri e Alberto
Dalla Pellegrina per il comprensorio di Rovereto. Un
grazie particolare anche ai presidenti comprensoriali
dell’Associazione Artigiani che hanno partecipato
alle manifestazioni, a tutto il personale degli uffici
om’è tradizione l’attività dell’Anap nei vari
comprensori si è sviluppata anche quest’anno con una serie d’incontri, che accanto a
momenti conviviali hanno consentito di sviluppare
tematiche di carattere sociale e organizzativo, di
fronte ad una vasta platea di soci e simpatizzanti. In
particolare quest’anno è stato sviluppato, con l’ausilio di rappresentanti delle forze dell’ordine, il tema
della “sicurezza per gli anziani”. Circa 1.300 soci
hanno partecipato alle manifestazioni che si concluderanno con il tradizionale incontro di fine anno
con gli iscritti dell’Alta Valsugana. Preziosa l’opera
Alto Garda e Ledro
4
l’Artigianato
Bassa Valsugana
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Valle di Sole
primo piano
anap
Fiemme e Fassa
Fiemme e Fassa
dell’Associazione Artigiani che si è prestato nel raccogliere le adesioni e ha partecipato alle manifestazioni, al Direttore dell’Associazione Nicola Berardi,
al coordinatore Anap Walter Tamanini e a quei segretari che hanno capito l’importanza del lavoro
dell’Anap.
Ancora una volta i partecipanti ai vari incontri
hanno potuto apprezzare la presenza del Presidente
dell’Associazione Artigiani Roberto De Laurentis, del
Presidente delle categorie Armando Maistri, della vice
Presidente provinciale dell’Anap Sonia Appoloni,
punto di riferimento da molti anni dell’Anap delle
Giudicarie e di tutto il Trentino e di Claudio Cocco
Presidente Provinciale, fondatore dell’Anap trentina e
cofondatore di quella nazionale. La presenza soprattutto dei massimi vertici dell’Associazione è la chiara
dimostrazione di quel legame indissolubile che lega
gli artigiani di ieri a quelli di oggi. Artigiani si nasce e
lo si rimane per tutta la vita, e questo è un concetto
non solo teorico, ma che si realizza quotidianamente
e concretamente nel lavoro dell’Anap; naturale continuazione dell’Associazione Artigiani, che opera a favore di chi è in pensione, artigiani in particolare.
che è di circa 16 miliardi. Minimo lasciamo in tasse
circa 1 miliardo di euro, più dell’industria. Questi dati
danno l’esatta misura del nostro ruolo nella società
trentina.
Sono inoltre orgoglioso di affermare che quando
gli altri finiscono il lavoro noi continuiamo comunque a rimanere in attività perché essere artigiani non
è solo un modo di lavorare, ma è anche un modo di
vivere. L’artigiano rischia del suo, non avendo alle
spalle capitali o banche che elargiscono prestiti ma
solo la sua famiglia, moglie e figli che lo sostengono
moralmente e concretamente nel lavoro, ne condividono gioie e dolori.
Lavorando in silenzio, senza tanti clamori ci sono
aziende che operano ad altissimo livello, come ad
esempio ho avuto modo di constatare recentemente,
visitando una ditta che allestisce in tutto il mondo i
negozi della casa automobilistica Ferrari. Ma tutti i
lavori sono importanti, anche quelli che possono apparire più umili, ma che sono importantissimi per la
comunità.
La parola artigiano deriva da ars e genius, cioè generatore di arte. Il primo uomo fu artigiano, il padre
di Gesù fu artigiano e tra duemila anni si parlerà ancora degli artigiani.
Tutti gli artigiani sono generatori di arte e una
società in continua evoluzione non può esistere e
prosperare senza il lavoro degli artigiani, nel solco e
nei valori che voi anziani dell’artigianato avete
tracciato. Alcuni concetti espressi
dal Presidente De Laurentis durante gli incontri
L’artigianato nel Trentino con più di 36mila addetti contribuisce con 3 miliardi di euro al Pil provinciale
Primiero e Vanoi
Vallagarina
Valle di Non
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato
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associazione
imprese
La natimortalità
delle imprese trentine
La riduzione delle cancellazioni
genera un saldo positivo
incoraggiante.
di Stefano Frigo
S
ulla base dei dati del Registro imprese della
Camera di Commercio di Trento, al 30 settembre 2015 la provincia contava 51.479 imprese registrate, di cui 46.955 attive.
Il trimestre estivo ha visto la nascita di 657 imprese, pari al 28,6% in più rispetto alle imprese nate
nell’analogo periodo dell’anno precedente, mentre le
cessazioni sono state 409, con una contrazione del
3,1% rispetto a quanto rilevato nel 2014. Il saldo tra
iscrizioni e cessazioni nette risulta pari a 280 unità
che, in rapporto alle imprese registrate di inizio periodo, danno un tasso di crescita trimestrale dello 0,5%,
superiore alla media nazionale (+0,3%).
Il quadro che emerge, simile a quello rilevato nel
trimestre precedente, vede una riduzione delle chiusure di impresa che, in rapporto con le aperture, determina un saldo positivo incoraggiante per la nostra
provincia.
CONFARTIGIANATO
Atto di giustizia
per le piccole imprese
travolte dai “cattivi pagatori”
«La Commissione Bilancio del Senato ha recepito le
nostre sollecitazioni e ha compiuto un atto di giustizia
nei confronti delle tante, troppe piccole imprese vittime
dei mancati pagamenti di aziende che dichiarano finti
fallimenti».
Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti
commenta con soddisfazione l’emendamento alla
Legge di Stabilità, di cui è primo firmatario il Senatore
Mario Dalla Tor, approvato lo scorso 18 novembre
in Commissione Bilancio che istituisce presso
il Ministero dello Sviluppo economico un Fondo per
il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti,
con una dotazione di 10 milioni di euro annui per
il triennio 2016-2018.
6
l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Tra i settori che nel trimestre in esame hanno registrato il maggior numero di iscrizioni si segnalano
l’agricoltura, silvicoltura e pesca (146), il commercio
all’ingrosso e al dettaglio (63) e le costruzioni (58).
Vi è poi un rilevante numero di imprese (210) che,
pur essendosi iscritte, non hanno ancora dichiarato
l’attività che andranno a svolgere e per le quali non
è attualmente possibile indicare il settore di appartenenza. I settori connotati dal maggior numero di
cancellazioni sono risultati il commercio all’ingrosso
e al dettaglio (111), le costruzioni (74) e l’agricoltura,
silvicoltura e pesca (46).
Con riferimento all’universo delle sole imprese artigiane, si segnalano 134 iscrizioni e 158 cessazioni.
Il saldo negativo è dovuto alle contrazioni intervenute soprattutto nel settore delle costruzioni (28 unità
in meno in tre mesi). Al 30 settembre 2015 il numero
totale delle imprese artigiane registrate in provincia di
Trento si attesta sulle 12.899 unità, pari al 25,0%
dell’universo imprenditoriale. Su base tendenziale,
ossia rispetto allo stesso trimestre del 2014, le imprese
artigiane hanno subito un calo complessivo di 100
unità (-0,8%). Tuttavia, se il confronto viene fatto con
il dato del 2009, l’erosione subita dal comparto risulta
molto più rilevante; infatti, in questi anni di crisi il
numero di imprese si è ridotto di 968 unità (-7,0%).
«L’emendamento approvato oggi – sottolinea
il Presidente Merletti – è il primo, importante risultato
di una battaglia che Confartigianato conduce in difesa
dei diritti di tanti piccoli imprenditori subfornitori
travolti dai debiti e dai fallimenti delle aziende
committenti. Come Serenella Antoniazzi, imprenditrice
veneziana, che nel libro “Io non voglio fallire” ha narrato
la sua drammatica vicenda ed è il simbolo di chi non
si arrende per vedersi riconosciute giuste regole per
continuare a lavorare».
«Ora però – aggiunge il Presidente Merletti –
la battaglia non è finita. Confartigianato continuerà a
porre con forza al Governo e al Parlamento la necessità
di superare l’odiosa asimmetria tra imprese che
sfruttano le pieghe della legge per sottrarsi agli obblighi
di pagamento e le tante, troppe piccole imprese che,
non pagate, vengono trascinate a loro volta verso
il fallimento. Confidiamo che la Commissione promossa
dal Ministero della Giustizia su questo tema possa
rapidamente dare il via a modifiche delle norme sulle
procedure concorsuali».
associazione
imprese
L’analisi delle forme giuridiche evidenzia che le
società di capitale, come succede da alcuni anni,
hanno fatto registrare il più alto tasso di crescita
(+1,2%). In particolare, nel terzo trimestre 2015 sono
nate 155 società di capitale (pari al 23,6% di tutte le
nuove iscrizioni), mentre ne sono cessate solo 42 (pari all’10,3% di tutte le cessazioni). Le società di persone hanno evidenziato un tasso di crescita dello
0,1%, le imprese individuali dello 0,4% e le altre forme dello 0,8%. Il tessuto imprenditoriale della provincia è fortemente caratterizzato dalla presenza di
imprese individuali che ne costituiscono il 55,8%, le
società di persone rappresentano la seconda tipologia d’impresa per numerosità con il 23,1%, mentre le
società di persone raggiungono il 18,6%. Le altre forme giuridiche sono il gruppo meno numeroso e incidono per il 2,5%.
Le imprese gestite da stranieri provenienti da
Paesi extra-Ue sono 2.564 e incidono sul tessuto imprenditoriale trentino per il 5,0%. Nel trimestre considerato si sono verificate 70 nuove iscrizioni e 50
cancellazioni, con un saldo netto positivo di 20 unità.
Il numero delle imprese straniere iscritte al Registro
nei primi nove mesi di quest’anno risulta in sensibile
riduzione rispetto a quanto verificatosi nell’anno precedente (-11,9%) e in controtendenza rispetto al valore nazionale (+4,4%).
Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile,
al 30 settembre risultano registrate 8.990 aziende. Le
iscrizioni rilevate nel terzo trimestre sono state 151
(pari al 23,0% del totale delle iscrizioni), in aumento
del 26,9% rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo del 2014. Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
associazione
camera di commercio di trento
Le inchieste congiunturali
sugli investimenti - 2014
La sintesi dei risultati dell’indagine realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche
della Camera di Commercio di Trento.
di Stefano Frigo
L’
indagine, realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Trento, interessa gli stessi settori economici considerati dalla ricerca sulla congiuntura e raccoglie i
dati sugli investimenti fissi lordi, sugli investimenti
immateriali e sulle loro finalità. L’elaborazione e la
successiva analisi dei dati – riferiti al periodo 20132014 – è stata effettuata in base a un campione costante, considerando cioè le aziende presenti in entrambi gli anni di riferimento, e sulla base dei valori
per addetto, al fine di rendere più omogeneo il confronto tra le due annate.
Questa, la sintesi dell’indagine.
I risultati
Nel 2014 il 20,2% delle imprese del campione indagato non ha effettuato alcun investimento. Si tratta
generalmente di imprese piccole o medio-piccole con
un fatturato medio pari a circa 158mila euro.
Un altro 19,0% ha effettuato interventi sotto i mille euro per addetto (mediamente 441 euro per addetto) e si contraddistingue per valori di fatturato per addetto molto contenuti, poco più di 76mila euro.
Solo il 7,4% delle imprese supera i 20mila euro di
investimenti per addetto con una media di 50.659 euro e un fatturato di 272mila euro, con un’incidenza
degli investimenti sul fatturato pari al 18,6%.
Nel confronto tra gli anni di riferimento, gli investimenti totali per addetto sono ammontati mediamente nel 2014 a 7.935 euro (6.769 euro per investimenti fissi e 1.165 per investimenti immateriali) a
fronte di 8.216 euro nel 2013 (7.113 euro per investimenti fissi e 1.103 per investimenti immateriali).
Rispetto al 2014 gli investimenti totali sono diminuiti del 3,4%. In particolare, gli investimenti fissi sono calati del 4,8%, mentre quelli immateriali sono aumentati del 5,6%.
Entrando più nel dettaglio, presentano una dinamica negativa tutti i settori a eccezione del manifatturiero e delle costruzioni.
8
l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Per classi dimensionali, presentano una dinamica
positiva le unità più piccole (1-10 addetti) e quelle
con 21-50 addetti, mentre le altre classi evidenziano
variazioni di segno negativo.
Il rapporto investimenti su fatturato è risultato pari al 2,5% nel 2013 e al 2,3% nel 2014.
Gli investimenti fissi lordi
Impianti, macchine e attrezzature per la produzione sono fattori cruciali per l’attività d’impresa, per
questo ogni anno le aziende vi convogliano gran parte delle risorse finanziarie a disposizione.
Nel 2014 sono confluiti in quest’ambito 2.898 euro per addetto, a fronte dei 3.214 del 2013, con una
riduzione del 9,8%. I valori più significativi nel 2014
spettano al manifatturiero industriale e all’artigianato manifatturiero e dei servizi. Per dimensione aziendale il valore più elevato è stato evidenziato dalle imprese con 21-50 addetti.
In decisa diminuzione risultano gli interventi in costruzioni, fabbricati e terreni con 957 euro per addetto
nel 2014 e 2.301 nel 2013, con una variazione negativa
del 58,4%. Per questa voce gli interventi più cospicui
nel 2014 sono stati realizzati dalle imprese edili.
Per i mezzi di trasporto si contano 1.100 euro per
addetto nel 2014 e 1.011 nel 2013, con un aumento
dell’8,9%, e si evidenzia per un impegno più consistente il settore del commercio al dettaglio, seguito
dall’autotrasporto merci.
Infine 232 euro per addetto, nel 2014, hanno interessato i mobili e macchine per ufficio contro i 275
del 2013 (-15,7%).
Gli investimenti immateriali
Gli investimenti immateriali realizzati nel corso
del 2014 sono ammontati a 1.165 euro per addetto.
Le priorità d’intervento delle imprese considerate
sono state informatica e software con 360 euro per addetto, la ricerca e sviluppo (214) e il marketing (149)
mentre alla voce “altro” sono andati 380 euro. Tale
categoria include, tra gli altri, i lavori di miglioria su
associazione
beni di terzi e gli oneri pluriennali. La formazione del
personale e l’organizzazione del lavoro sono considerati campi d’intervento di minor rilievo.
Nel 2013 l’intervento complessivo era ammontato
a 1.103 euro per addetto e vi è stato quindi un aumento nell’anno esaminato del 5,6% che ha riguardato in
particolare la voce “informatica e software” (+19,0%).
La finalizzazione degli investimenti
Per quanto riguarda gli effetti attesi dagli interventi realizzati e rammentando che erano possibili anche
più segnalazioni, la ricerca della competitività da parte delle imprese trentine coinvolte dall’indagine si è
indirizzata in primo luogo al miglioramento di alcune
qualità rilevanti dei prodotti esistenti (30,7%). Seguono, per frequenza, l’ampliamento della capacità produttiva (25,2%), il miglioramento della flessibilità dei
processi produttivi (24,8%) e l’introduzione di innovazioni organizzative (18,9%). Anche la categoria residuale “altro” ha ricevuto numerose segnalazioni
(22,7%), riferite in particolare a rinnovo e sostituzione di attrezzature e automezzi. La pubblicazione integrale “Le inchieste congiunturali
sugli investimenti 2013-2014” è disponibile
on-line all’indirizzo http://www.tn.camcom.it
/8248/pdf/investimenti_2013-2014.res
camera di commercio di trento
Italia primo Paese europeo
per occupati stranieri
extracomunitari
La turbolenza dei flussi migratori verso l’Unione
europea vede l’Italia in una posizione centrale
non solo geograficamente ma anche in relazione
alla struttura del mercato del lavoro. Se prendiamo
a riferimento le prime quindici economie europee
per numero di occupati, si osserva che al primo
trimestre 2015 l’Italia presenta la quota più elevata
di occupati extracomunitari: su 21.680.500 occupati,
il 10,4% sono stranieri, pari a 2.261.300 unità;
tale rapporto è determinato da 1.525.000 occupati
extracomunitari che pesano per il 7,0% del totale
e da 736.300 stranieri comunitari che pesano per
il rimanente 3,4%.
La quota degli occupati extracomunitari in Italia
è pressoché doppia rispetto al 3,7% della media
dei 28 Paesi dell’Ue. Dietro al nostro Paese per quota
di stranieri extracomunitari si trova la Spagna con
il 6,3%, la Grecia con il 5,5%, l’Austria con il 5,4%,
la Germania con il 4,7%, la Danimarca con il 4,2%
e il Regno Unito con il 3,9%.
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
associazione
tasse
La Cgia di Mestre:
l’Italia delle tasse
Ecco i 100 balzelli che paghiamo; ci sono anche quelli su spiriti e fiammiferi.
Nel 2014 il gettito tributario ha toccato i 486,6 miliardi di euro. Irpef e Iva
quelle che più gravano sulle nostre tasche. Nel 2015 ogni cittadino
sborserà in media ottomila euro a testa.
tratto da www.ilgazzettino.it
T
asse, tasse e ancora tasse: la Cgia di Mestre ne
elenca 100 che gli italiani pagano, e la lunga
lista include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute, eccetera, eccetera, eccetera.
A un sistema tributario frammentato, che vessa
cittadini e imprese con le sue tante scadenze fiscali
– si legge nel comunicato della Cgia –, si accompagna
invece un gettito estremamente concentrato: le prime
10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l’86% del gettito tributario complessivo che nel
2014 si è attestato a 486,6 miliardi di euro.
Le tasse più “pesanti” per le nostre tasche
Le imposte che gravano di più sulle tasche dei cittadini italiani sono due e rappresentano più della
metà del gettito (il 53,1%): si chiamano Irpef e Iva.
La prima (Imposta sul reddito delle persone fisiche)
garantisce alle casse dello Stato un gettito che supera
i 161 miliardi di euro (il 33,2% ovvero un terzo del
gettito) mentre la seconda sfiora i 97 miliardi di euro
(19,9% del gettito).
Aziende sotto torchio
Per le aziende le imposte che pesano di più sono
l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2014
ha consentito all’erario di incassare 31 miliardi di euro, e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 30,4 miliardi di gettito (di cui
20,9 miliardi in capo alle imprese e la rimanente parte
alle Pubbliche Amministrazioni).
«Nel 2015 – sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore
dell’Ufficio Studi Cgia – ciascun italiano pagherà
mediamente 8mila euro di imposte e tasse, importo
che sale a quasi 12mila euro considerando anche i
contributi previdenziali. E la serie storica indica che
negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto di più rispetto all’inflazione che, invece, è salita del 47%».
10 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Pressione tributaria:
siamo al terzo posto in europa
Va anche tenuto conto che la pressione tributaria
(imposte, tasse e tributi sul Pil) in Italia (30,1%) è la
terza più elevata dell’Area Euro dopo Finlandia e Belgio, superiore di sette punti percentuali rispetto a
quella tedesca (22,9%).
Le 10 tasse più conosciute e stravaganti
1. quella più elevata: l’Irpef;
2. quella che paghiamo tutti i giorni: l’Iva;
3. la più pagata dalle società: l’Ires;
4. la più odiata dalle imprese: l’Irap;
5. la più singolare: quella applicata dalle regioni sulle
emissioni sonore degli aeromobili;
6. la più lunga (come dicitura): imposta sostitutiva
imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato;
7. la più corta (acronimi esclusi): bollo auto;
8. l’ultima grande imposta introdotta: la Tasi;
9. la più odiata dalle famiglie (fino al 2015): l’Imu/Tasi;
10. le più stravaganti: le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e
sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse
su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). La tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le
sovraimposte di confine applicate dalla dogana
(sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili).
Le 100 tasse che paghiamo
1 Addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri negli aeromobili
2 Addizionale comunale sull’Irpef
3 Addizionale erariale tassa automobilistica per auto
di potenza sup 185 kw
4 Addizionale regionale all’accisa sul gas naturale
5 Addizionale regionale sull’Irpef
6 Bollo auto
associazione
7 Canoni su telecomunicazioni e Rai Tv
8 Cedolare secca sugli affitti
9 Concessioni governative
10 Contributo Ambientale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi)
11 Contributi concessioni edilizie
12 Contributi consorzi di bonifica
13 Contributo SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti)
14 Contributo solidarietà sui redditi elevati (1)
15 Contributo SSN sui premi RC auto
16 Contributo unificato di iscrizione a ruolo (2)
17 Contributo unificato processo tributario
18 Diritto Albo Nazionale Gestori Ambientali
19 Diritti archivi notarili
20 Diritti catastali
21 Diritti delle Camere di commercio
22 Diritti di magazzinaggio
23 Diritti erariali su pubblici spettacoli
24 Diritti per contrassegni apposti alle merci
25 Diritti SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori)
26 Imposta catastale
27 Imposta di bollo
28 Imposta di bollo sui capitali all’estero
29 Imposta di bollo sulla secretazione dei capitali scudati
30 Imposta di registro e sostitutiva
31 Imposta di scopo
32 Imposta di soggiorno
33 Imposta erariale sugli aeromobili privati
34 Imposta erariale sui voli passeggeri aerotaxi
35 Imposta ipotecaria
36 Imposta municipale propria (Imu)
37 Imposta per l’adeguamento dei principi contabili (Ias)
38 Imposta plusvalenze cessioni azioni (capital gain)
39 Imposta provinciale di trascrizione
40 Imposta regionale sulle attività produttive (Irap)
41 Imposta regionale sulla benzina per autotrazione
42 Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili
43 Imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato
44 Imposta sostitutiva sui premi e vincite
45 Imposta sulla sigaretta elettronica (3)
46 Imposta su immobili all’estero
47 Imposta sugli oli minerali e derivati
48 Imposta sugli spiriti (distillazione alcolica)
49 Imposta sui gas incondensabili
50 Imposta sui giuochi, abilità e concorsi pronostici
51 Imposta sui tabacchi
52 Imposta sul gas metano
53 Imposta sul gioco del Totocalcio e dell’Enalotto
54 Imposta sul gioco Totip e sulle scommesse Unire
55 Imposta sul lotto e le lotterie
56 Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)
tasse
57 Imposta sul valore aggiunto (Iva)
58 Imposta sulla birra
59 Imposta sulle assicurazioni
60 Imposta sulle assicurazioni Rc auto
61 Imposta regionale sulle concessioni statali dei beni
del demanio e patrimonio indisponibile
62 Imposta sulle patenti
63 Imposta sulle riserve matematiche di assicurazione
64 Imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax)
65 Imposta sull’energia elettrica
66 Imposte comunali sulla pubblicità e sulle affissioni
67 Imposte sostitutive su risparmio gestito
68 Imposte su assicurazione vita e previdenza complementare
69 Imposte sul reddito delle società (Ires)
70 Imposte sulle successioni e donazioni
71 Maggiorazione IRES Società di comodo
72 Nuova imposta sostitutiva rivalutazione beni aziendali
73 Proventi dei Casinò
74 Imposta sostitutiva rivalutazione del TFR
75 Ritenute sugli interessi e su altri redditi da capitale
76 Ritenute sugli utili distribuiti dalle società
77 Sovraimposta di confine su gas incondensabili (4)
78 Sovraimposta di confine su gas metano (5)
79 Sovraimposta di confine sugli spiriti
80 Sovraimposta di confine sui fiammiferi
81 Sovraimposta di confine sui sacchetti di plastica
non biodegradabili
82 Sovraimposta di confine sulla birra
83 Sovrimposta di confine sugli oli minerali
84 Tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili
85 Tassa annuale unità da diporto
86 Tassa erariale sulle merci imbarcate e sbarcate nei
porti, rade e spiagge dello Stato
87 Tassa emissione di anidride solforosa e di ossidi di
azoto
88 Tassa erariale e sbarco merci trasportate per via aerea
89 Tassa occupazione di spazi e aree pubbliche TOSAP
(comunale)
90 Tassa portuale sulle merci imbarcate e sbarcate nei
porti dello Stato
91 Tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale
92 Tassa regionale per il diritto allo studio universitario
93 Tassa smaltimento rifiuti (TARI)
94 Tassa sulle concessioni regionali
95 Tassazione addizionale stock option settore finanziario
96 Tasse e contributi universitari
97 Tasse scolastiche (iscrizione, frequenza, tassa esame, tassa diploma)
98 Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente
99 Tributo per i servizi indivisibili (TASI)
100 Tributo speciale discarica Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato
11
associazione
tasse
Le 5 tasse che strangolano
le micro-imprese italiane
Secondo Confartigianato, Irap, Imu,
Tasi e le addizionali costano in
media 11mila euro. I settanta miliardi
di euro di imposte all’anno rischiano
di mandare in crisi i piccoli artigiani.
posseduti da soggetti diversi dalle persone fisiche
(67,9% del valore sotteso alla rendita catastale), evidenzia Confartigianato. Per cui si capisce come, in vista della riforma del catasto e del varo della “local tax”,
a preoccupare i piccoli imprenditori sia il rischio di altri aumenti.
T
Odiatissima Imu
ra Irap, addizionali Irpef (comunale e regionale), Imu e Tasi ogni piccola impresa paga
in media 11.164 euro di tasse locali all’anno,
ovvero 2.233 euro per addetto. Il prelievo complessivo per una impresa tipo con 5 dipendenti oscilla dai
2.509 euro per addetto in Campania ai 1.643 euro in
Valle d’Aosta. In tutto parliamo di circa 70 miliardi
l’anno di tasse. Una cifra insostenibile per tanti piccoli imprenditori, artigiani e non, che tra il 2011 e il
2014 hanno visto questi tipi di prelievo aumentare
del 76,8%, certifica uno studio della Confartigianato
che La Stampa pubblica in anteprima.
Quattro anni di aumenti
Nell’arco dell’ultimo decennio l’Italia è il Paese
europeo che ha registrato la più alta crescita della
pressione fiscale, con un aumento di 4,2 punti arrivando nel 2015 al 43,4% del Pil. È vero che dal 2016
il governo si è impegnato a proseguire nel cammino di
discesa, ma intanto i numeri ci dicono che tra il 2011
e il 2014 le imposte prelevate dalle amministrazioni
pubbliche sono salite di 20,93 miliardi, di cui i tre quarti (16 miliardi) derivano dalle 5 principali imposte locali: Irap, le due addizionali Irpef, l’Imu e la Tasi. In particolare le addizionali Irpef sono salite del 31,7%, con
un maggiore gettito di 3,7 miliardi, addirittura 12,8
(+496,8%) se il raffronto parte dal 1999, anno della loro
introduzione. Il totale fa 70,5 miliardi: 30,5 di Irap (che
da sola vale il 43,2% del totale), 20,4 di Imu, 11 di addizionale regionale Irpef, 4,6 di Tasi e 4,2 di addizionale
comunale Irpef. Per il 77,2% caricato su dipendenti del
settore privato e autonomi.
La “tassa sulla tassa”
La crescita del prelievo fiscale locale è stata trainata
dal boom della tassazione immobiliare che ha interessato in modo prevalente imprese di piccola dimensione a cui fa capo il 53,3% degli immobili strumentali
12 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
Per questo Confartigianato punta il dito contro l’impossibilità di dedurre completamente l’Imu, definita
una “tassa sulla tassa”, che comporta ben l’8,9% di prelievo aggiuntivo («una tassa occulta da 1,4 miliardi all’anno»), e continua a chiedere una riforma per ridurre
la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese,
quelle che meno beneficiano dal taglio Irap. «Si metta
mano subito alla detassazione degli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature)
che non possono essere tassati come beni di lusso»,
chiede Merletti, dando priorità «all’abolizione del groviglio Imu/Tasi/Tari». Poi occorre «rispettare le promesse fatte» e quindi consentire di pagare le imposte sulle
fatture incassate e non su quelle emesse come succede
oggi e introdurre rapidamente la nuova imposta sul reddito di impresa (Iri), che consentirebbe anche ai “piccoli” di avere un’aliquota fissa al 27,5% uguale all’Ires.
Testa coda Aosta-Napoli
A conti fatti tra Nord e Sud, tra la Valle d’Aosta e la
Campania, per l’impresa tipo individuata nella ricerca
(composta da due lavoratori indipendenti e tre dipendenti a tempo indeterminato con un immobile produttivo di proprietà) c’è una differenza di ben 4.331
euro (866 euro per addetto). Stando ai dati raccolti da
ITWorking, ed elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, la regione col maggior prelievo complessivo è
infatti la Campania con 12.547 euro seguita da Calabria
(12.466) e Lazio (12.305). Emilia, Liguria, Piemonte e
Lombardia stanno a metà classifica, mentre le regioni
col minor prelievo complessivo sono Valle d’Aosta
(8.216 euro), Sardegna e Friuli. La provincia “più cara”
è Napoli con 12.613 euro di prelievo, seguita da Salerno
(12.560) e Reggio Calabria (12.518). Il minor prelievo
complessivo si rileva invece ad Aosta (8.216). Da sola la
tassa sulla tassa pesa in media per 916 euro, ovvero 183
euro ogni addetto. Una enormità. [S.F.]
associazione
finanza
Un patto per lo sviluppo
tra Comuni e Provincia
Il protocollo firmato lo scorso 9 novembre rafforza l’autonomia decisionale e
gestionale dei Comuni attribuendo loro la libertà di individuare gli strumenti
e le misure da introdurre per raggiungere l’obiettivo di riduzione della
spesa pubblica e in particolare quella spesa corrente.
I
l protocollo firmato lo scorso 9 novembre, in
continuità con quello dello scorso anno, rafforza
l’autonomia decisionale e gestionale dei Comuni, in un’ottica di responsabilizzazione, attribuendo
loro la libertà di individuare gli strumenti e le misure
da introdurre per raggiungere l’obiettivo di riduzione
della spesa pubblica e in particolare nell’impegno a
ridurre significativamente la spesa corrente, 30,6 milioni di euro in meno nel periodo 2013-2017. Per il
2016 resta in vigore il blocco delle assunzioni di ruolo per i Comuni e le comunità: è possibile assumere
solo per sostituire personale cessato dal servizio nella
misura complessiva del 25% della spesa corrispondente alle cessazioni dal servizio che si sono verificate nell’anno precedente.
Nel 2016 i Comuni potranno anche disporre delle
risorse che sui bilanci comunali si sono liberate a seguito dell’operazione di estinzione anticipata dei mutui (quota interessi e quota capitale delle rate di ammortamento), che, come previsto nell’ambito del
protocollo d’intesa per il 2015, dovranno prioritariamente essere destinate per la realizzazione di investimenti.
Nonostante il calo delle risorse disponibili, la Provincia, nell’ambito di una manovra di bilancio per il
2016 fortemente espansiva, ha deciso di preservare e
anzi di aumentare l’attuale volume complessivo delle
agevolazioni fiscali in favore delle imprese e dei cittadini. Questo scelta comporta un minor gettito anche
per i Comuni che la Provincia si impegna a controbilanciare. In particolare saranno stanziati:
• 8,1 milioni di euro da attribuire ai Comuni a titolo
di compensazione del minor gettito relativo alla
manovra IMIS riferita alle abitazioni principali;
• 3,5 milioni di euro da attribuire ai Comuni a titolo
di compensazione del minor gettito relativo all’esenzione dei fabbricati appartenenti agli enti strumentali provinciali;
• 6 milioni di euro da attribuire ai Comuni a titolo di
compensazione del minor gettito relativo alla revisione delle rendite riferite ai cosiddetti “imbullonati”.
A questi si aggiungono 13,5 milioni di euro con
cui verrà incrementato lo stanziamento del fondo di
solidarietà. Una cifra pari al costo stimato per la manovra IMIS riferita alle attività produttive.
Per quanto riguarda gli accantonamenti sul bilancio statale previsti dal “Patto di Garanzia”, nell’ambito degli impegni assunti dall’Autonomia trentina per
il risanamento della finanza pubblica, la Provincia necessita di recuperare nel 2016 dai bilanci comunali
126,1 milioni di euro, che sono ripartiti tra i Comuni
sulla base della loro capacità fiscale. Si tratta di 9 milioni in più rispetto allo scorso anno. Di questi, 4 milioni di euro sono a carico della Provincia, anche al fine di mitigare l’eventuale rischio connesso a un
minor gettito effettivo IMIS con particolare riferimento alle categorie produttive. [fm]
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato
13
associazione
fatture elettroniche
GSE: conservazione
delle fatture elettroniche
Hai installato un impianto fotovoltaico? Sei un fornitore del GSE (Gestore
Servizi Energetici)? Utilizzi il portale GSE per l’emissione delle fatture
elettroniche? Stai cercando una soluzione di conservazione a norma di tali
fatture?
di Alessandro Tonina
R
ivolgiti a Trentino Imprese, società di servizi
dell’Associazione Artigiani di Trento, per la
conservazione sostitutiva delle fatture del GSE.
Il servizio prevede un canone di abbonamento
annuo in base al numero delle fatture da conservare;
l’archiviazione sarà a norma di legge e consultabile
direttamente dal tuo pc.
Per eventuali informazioni contattare:
• Trento, Luciano Tomasi
tel. 0461.803840 - [email protected]
• Borgo Valsugana, Giovanni Avanzo
tel. 0461.751913 - [email protected]
• Cavalese, Michele Turrini
tel. 0461.241820 - [email protected]
• Cembra, Mario Favaron
tel. 0461.681112 - [email protected]
• Cles, Cristina Recla
tel. 0463.601221 - [email protected]
• Fiera di Primiero, Stefano Bertocco
tel. 0439.610112 - [email protected]
• Malé, Alessandro leuzzi
tel. 0463.909618 - [email protected]
• Mezzolombardo, Mario Favaron
tel. 0461.610515 - [email protected]
• Pergine Valsugana, Paola Vicentini
tel. 0461.500002 - [email protected]
• Pozza di Fassa, Gianluca Monsorno
tel. 0462.763133 - [email protected]
• Predazzo, Michele Turrini
tel. 0462.508422 - [email protected]
Gianluca Monsorno
tel. 0462.508421 - [email protected]
• Riva del Garda, Marica Bortolameotti
tel. 0464.571921 - [email protected]
• Rovereto, Roberto Della Valentina
tel. 0464.402611 - [email protected]
• Sarche, Luciano Tomasi
tel. 0461.803840 - [email protected]
• Storo, Mirella Cosi
tel. 0465.681313 - [email protected]
• Tione di Trento, Marta Nicolli
tel. 0465.338833 - [email protected]
• Contenzioso Fiscale, Pier Giuseppe Gasperetti
tel. 0461.803892 - [email protected]
• Contenzioso Fiscale, Paola Vicentini
tel. 0461.500002 - [email protected]
• Segreteria Direzione, Stefania Degasperi
tel. 0461.803997 - [email protected]
• Staff di Direzione, Roberto Poletti
tel. 0461.803899 - [email protected]
• Ammin. Delegato, Alessandro Tonina
tel. 0461.803995 - [email protected] NUOVI SERVIZI
FATTURA ELETTRONICA ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
PRATICHE RELATIVE AI FALLIMENTI E CONCORDATI
PRATICHE INPS
ISCRIZIONE PASSOE, MEPAT (provinciale)
CERTIFICAZIONE CREDITI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
CONTROLLO COSTI BANCARI
RILASCIO DISPOSITIVO DI FIRMA DIGITALE
14 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
associazione
pagamenti
Scendono i tempi
di pagamento
tra famiglie e imprese
Nel 2015 il saldo della fattura/ricevuta avviene dopo 48 giorni dall’emissione,
oltre il doppio rispetto alla media europea. Imprese più prudenti: nei lavori
con i privati è consuetudine richiedere il pagamento anticipato delle
forniture o dei pezzi di ricambio.
di Stefano Frigo
N
elle transazioni commerciali tra famiglie e
imprese che avvengono nel nostro Paese, il
tempo medio di pagamento registrato quest’anno è di 48 giorni. Rispetto al 2014 la scadenza
del saldo fattura/ricevuta è scesa di 27 giorni. Sebbene sia in forte calo, l’Italia mantiene anche nei rapporti commerciali tra privati e imprese un deprecabile record: nessun altro Paese in Europa presenta una
situazione peggiore della nostra.
I dati emergono da una elaborazione realizzata
dall’Ufficio studi Cgia su dati Intrum Justitia.
Come si giustifica la riduzione dei tempi
di pagamento tra privati e imprese?
«Al netto delle prestazioni che vengono pagate a
vista, in questi ultimi anni – segnala il Coordinatore
dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – le imprese,
principalmente quelle artigiane, sono diventate più
prudenti. Innanzitutto hanno cominciato a selezionare la clientela e in secondo luogo hanno investito
1/3
parecchio nel recupero crediti. Nel settore dell’edilizia e dell’autoriparazione, in particolar modo, è diventata una consuetudine farsi anticipare alcune spese dai nuovi clienti, come ad esempio l’acquisto dei
materiali e dei pezzi di ricambio. Grazie a questi accorgimenti molte aziende sono riuscite ad accorciare
i tempi e, soprattutto, i mancati pagamenti».
Come sostenuto in precedenza, sia nelle
transazioni commerciali tra Pubblica
amministrazione e fornitori sia in quelle
tra imprese private, l’Italia presenta i tempi
di pagamento medi più lunghi d’Europa:
rispettivamente 144 e 80 giorni medi.
«Seppur in netto miglioramento, anche nei rapporti tra privati e imprese la situazione rimane difficile. Se in Italia i tempi medi di pagamento sono 48
giorni (oltre il doppio della media europea che è pari
a 23), in Spagna le fatture si saldano dopo 45 giorni,
in Francia dopo 33, nel Regno Unito dopo 15 e in
Germania dopo 13». NOTE DI VIAGGIO
di GIANLUCA ORTOLANI, PROMOTER
CHI È “BIRRA PEJO”
di Marco Framba
Via delle Roge, 11
Cogolo TN
tel. 377.4386829
e-mail [email protected]
BIRRIFICIO ARTIGIANALE
Marco dopo aver ottenuto diploma di Enotecnico
all’Istituto Agrario di San Michele a. Adige in Trentino,
ha lavorato in cantine vinicole in Italia, Francia,
Australia, Nuova Zelanda e Cile.
Oggi, visto l’ottima acqua di sorgente che Pejo offre
ha deciso di utilizzare le sue competenze aprendo
il Birrificio Artigianale a Pejo
Il giovane Birraio è sempre alla ricerca dei migliori malti,
lieviti e luppoli, per avere un prodotto eccellente,
che si distingue e che si fa ricordare.
Buona Birra a tutti (Artigianale naturalmente…)
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato
15
associazione
donne impresa
Occupazione femminile
penalizzata
da bassa spesa pubblica per la famiglia
Il basso livello di spesa per la famiglia colloca l’Italia al 22° posto tra i
Paesi Ue per la quantità di risorse dedicate a questo capitolo di interventi
pubblici che si attesta all’1,7% del Pil.
I
l welfare italiano non aiuta le donne che lavorano a far nascere e crescere i figli. La spesa
pubblica per la famiglia, pari a 16,5 miliardi, è
appena l’1% del Pil, a fronte degli interventi per gli
anziani che, tra pensioni e spesa per la salute, corrispondono al 20% del Pil. In pratica, per 1 euro speso
a favore della famiglia se ne dedicano 20 agli over
65. I dati emergono dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato e presentato oggi, a Roma, alla Convention di Donne Impresa Confartigianato, che
rappresenta le 359.500 imprenditrici artigiane attive in Italia.
Il basso livello di spesa per la famiglia colloca l’Italia al 22° posto tra i Paesi Ue per la quantità di risorse
dedicate a questo capitolo di interventi pubblici che,
nella media dei Paesi europei, si attesta all’1,7% del
Pil. Al contrario, la spesa pubblica per anziani in Italia
supera del 4,9% la media europea che si attesta a una
quota pari al 15,1% del Pil.
L’esigua quantità di spesa pubblica in servizi per la
famiglia incide negativamente sulla natalità e penalizza l’occupazione femminile. Secondo lo studio
di Confartigianato, infatti, per le donne tra 25 e 44
anni senza figli il tasso di attività lavorativa è
dell’82,1%, ma scende al 63% per le donne della stessa età con figli, con un gap di oltre il 19%. Segno che
lo Stato non offre quei servizi che consentono alle
madri di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Infatti, il 42,7% delle madri occupate segnala di
avere difficoltà a coniugare l’attività professionale
con gli impegni familiari. E per la cura dei figli si affidano soprattutto a reti di aiuto informale con il
51,4% dei bambini con meno di 2 anni accudito dai
nonni, mentre il 37,8% frequenta un asilo nido. La
baby sitter viene scelta come modalità di affido prevalente soltanto dal 4,2% delle madri lavoratrici.
Confartigianato ha analizzato anche la qualità dei
servizi messi in campo dai singoli Comuni che,
16 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
complessivamente, dedicano alle famiglie e ai minori
il 40% della spesa totale per interventi e servizi sociali.
Una quota media nazionale superata però da Umbria,
con il 55,7%, Emilia Romagna (49,8%), Liguria e Molise (entrambe con il 49,6%). La spesa media pro capite dei Comuni per famiglie e minori è di 113 euro,
ma viene superata in Emilia Romagna con 237 euro,
Trentino Alto Adige (198 euro), Valle d’Aosta (194 euro), Liguria (187 euro).
Rimane comunque molto basso l’utilizzo degli asili nido: a livello nazionale soltanto l’11,9% dei bambini fino a 2 anni ha usufruito di questo servizio. Le
cose vanno un po’ meglio in Emilia Romagna con una
quota del 24,8%, Toscana (19,6%), Lazio (16,8%), Valle d’Aosta (16,7%).
«Le donne italiane – sottolinea Edgarda Fiorini,
Presidente di Donne Impresa Confartigianato – sono sull’orlo di una crisi di… welfare. L’Italia, infatti, non sembra essere un Paese per mamme che lavorano. E lo è ancor meno per le imprenditrici le
quali sono escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti. Risultato:
tra crisi economica e carenze dei servizi pubblici per
la famiglia, il numero delle donne che svolgono attività indipendenti tra il 2005 e il 2015 è diminuito del
5,6%. Per conciliare lavoro e famiglia, sollecitiamo
per le imprenditrici una serie di interventi: la possibilità di utilizzare voucher babysitting integrati da
voucher per l’assistenza ai familiari anziani e ai disabili; un voucher per formare i collaboratori chiamati a
sostituire temporaneamente la titolare nell’attività
d’impresa; un credito d’imposta per incentivare la
creazione di attività d’impresa nei servizi di welfare
per la famiglia e per l’infanzia; sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli
minori o parenti anziani; l’istituzione, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di un Fondo per
l’imprenditoria femminile». [S.F.]
associazione
istat
L’Italia fuori
dalla
deflazione
Stop recessione, il Pil torna
a crescere: confermato +0,3%
nel primo trimestre.
Rialzo più forte da 4 anni.
A
maggio l’indice dei prezzi torna a salire dopo 4
segni meno consecutivi. L’Istat certifica così
che l’Italia è fuori dalla deflazione. Le buone
notizie non finiscono qui. Il nostro Paese è anche fuori
dalla recessione, con il Pil del primo trimestre tornato
positivo. Stop alla deflazione. A maggio l’indice annuo
dei prezzi risale infatti al +0,2% dal -0,1% di aprile. Lo
rileva l’Istat nelle stime preliminari. Il segno più arriva
dopo quattro mesi consecutivi di valori negativi, in altre parole è il primo tasso positivo dall’inizio del 2015.
Il +0,2% annuo è anche il valore più alto da novembre del 2014, sei mesi fa. Inoltre lo stesso aumento dei prezzi al consumo (+0,2%) si registra anche nel
confronto con aprile. La ripresa dell’inflazione è dovuta principalmente, spiega l’Istat, «all’ulteriore ridimensionamento della flessione su base annua dei
prezzi dei beni energetici non regolamentati (-7,2%,
da -8,7% di aprile)», ovvero dei carburanti, «e all’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei
servizi» causata in particolare dall’inversione della
tendenza annua «dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,8%, da -0,6% di aprile) e dalla crescita di
2/3 NOTE
quelli dei servizi ricreativi, culturali e della cura della
persona (+0,9%, da +0,7% di aprile)». L’inflazione acquisita per il 2015 è pari allo 0,1% (era “zero” ad aprile). Quanto all’indice Ipca, il tasso armonizzato a livello europeo, risulta in linea con l’indice nazionale
(+0,2% sia in termini congiunturali che tendenziali).
Il cosiddetto “carrello della spesa” resta ancora su valori superiori rispetto al livello generale dei prezzi, confermandosi anche a maggio in crescita dello 0,8% su base annua (come ad aprile e marzo). Lo rileva l’Istat,
riferendosi ai prezzi dei beni alimentari, per la cura della
casa e della persona. Italia fuori dalla recessione: nel primo trimestre 2015 il Pil è tornato a crescere, con un aumento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre 2014. Lo
rileva l’Istat, confermando le stime sul dato congiunturale. Si tratta del rialzo maggiore da 4 anni. Il livello del
Prodotto interno lordo resta comunque, spiegano i tecnici dell’Istat, «intorno ai livelli di inizio 2000». Quanto
alla crescita acquisita del Pil per il 2015, quella che si otterrebbe cioè in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno, risulta pari allo
0,2%. Rispetto al trimestre precedente, prosegue l’Istituto, «i principali aggregati della domanda interna mostrano andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in lieve diminuzione (-0,1%) e gli investimenti fissi
lordi che crescono dell’1,5%». Dal lato degli scambi con
l’estero, aggiunge, «le importazioni sono aumentate
(1,4%) e le esportazioni sono rimaste stazionarie». Nel
dettaglio, «la domanda nazionale al netto delle scorte ha
contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,2
punti percentuali (+0,3 punti gli investimenti fissi lordi,
-0,1 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali
Private e un contributo nullo della spesa della Pubblica
Amministrazione). La variazione delle scorte ha fornito – sottolinea – un apporto positivo di 0,5 punti percentuali. Per contro, il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,4 punti». Nel primo trimestre
del 2015 il Prodotto interno lordo è salito dello 0,1% su
base annua. L’Istat rivede al rialzo il dato tendenziale
precedentemente stimato (variazione nulla). È il primo
segno più in termini tendenziali dopo 13 trimestri. DI VIAGGIO
di GIANLUCA ORTOLANI, PROMOTER
CHI È “AGOCAP”
di Alessandra Tenni
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Chi lavora con passione ha una forte
motivazione dentro di sé, la molla che
18 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
spinge Alessandra è in primo luogo il piacere,
la soddisfazione che prova nel compiere al meglio
il proprio lavoro. I soldi, chiaramente sempre graditi,
ma vengono al secondo posto.
Oggi Agocap gestisce una flotta di 11 camion, trasporta
frutta, verdura, carne e prodotti industriali in Austria,
Germania, Slovacchia, Ungheria, Paesi Bassi, Belgio,
Lussemburgo, Marocco e Russia. Fondata nel 1965,
è sempre rimasta una società a gestione familiare.
Avanti tutta!!!
associazione
trentino in numeri
Il Trentino invecchia
In calo i residenti stranieri
di Stefano Frigo
zione trentina si mostra soddisfatta delle relazioni
con familiari e amici, mentre evidenzia qualche insoddisfazione maggiore rispetto al tempo libero.
Negli anni si è assistito a un costante e progressivo
innalzamento del livello di istruzione della popolazione residente: gli analfabeti e gli alfabeti privi del
titolo di studio sono meno dell’1% della popolazione, mentre la quota di diplomati e laureati è pari al
56% (era il 15% nel 1981).
Circa il 30% degli studenti si muove verso le rispettive destinazioni a piedi e il 72% con un mezzo, privilegiando il mezzo pubblico (52%).
O
ltre 537mila abitanti, con un’età media in
crescita, pari a 43 anni (erano 38 nel 1986),
un buon livello di istruzione e salute, soddisfatti della propria vita ma con poco tempo libero.
Ecco il quadro del Trentino tracciato dai numeri del
quinto rapporto “Conoscere il Trentino”, elaborato e
diffuso dall’Istituto di statistica della Provincia di
Trento. Sul piano economico crescono i servizi – in
particolare nel settore del turismo – come pure l’imprenditoria femminile e le imprese aperte da persone
non nate in Italia (di provenienza comunitaria ed extracomunitaria). Ma usiamo poco i mezzi pubblici:
7 persone su 10 vanno al lavoro in macchina.
Negli spostamenti degli adulti solo il 15% delle persone si reca a piedi al lavoro, mentre ben l’85% utilizza un mezzo, preferendo l’automobile (71%). Solo
l’8% dei lavoratori si muove con un mezzo pubblico.
Il numero di imprese attive in Trentino la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in
prevalenza da persone non nate in Italia si attesta intorno alle 3mila unità, di cui circa 700 con imprenditore
cittadino dell’Unione Europea. Per quanto riguarda
l’imprenditoria femminile sono circa 9mila le imprese
registrate in cui la percentuale di partecipazione femminile risulta superiore al 50%, e rappresentano circa il
17% del totale delle imprese registrate in Trentino.
Si è rilevata una leggera riduzione di operatori
agroalimentari di qualità D.O.P. e I.G.P. dal 2004 ad
oggi. Nel 2013 sono circa 4.500 i produttori, più di
700 gli allevatori e la superficie interessata è pari a circa 6mila ettari.
I dati
Al 31 dicembre 2014 la popolazione residente in
Trentino ammonta a 537.416 abitanti, distribuiti in
217 comuni. In poco meno di un secolo la popolazione è cresciuta di circa il 32% (nel 1921 la popolazione
residente era pari a 409.845 abitanti) e il numero dei
comuni si è ridotto del 41% (erano 370 nel 1921).
Parallelamente all’aumentare della popolazione è
cresciuta l’età mediadella stessa, che è passata dai 38
anni del 1986 ai 43 anni del 2014. Nonostante l’invecchiamento progressivo, l’80% circa della popolazione dichiara di godere di buona salute. La popola-
Tra i servizi privati un notevole sviluppo lo ha fatto registrare il turismo, elemento di specializzazione
dell’economia del Trentino: dal 1986 ad oggi i posti
letto negli esercizi alberghieri e complementari sono
cresciuti del 23% e quelli degli alloggi privati e nelle
seconde case del 20%. Nello stesso periodo le presenze sono aumentate del 50% circa negli esercizi alberghieri e complementari e del 30% nelle seconde case,
mentre sono calate del 34% negli alloggi privati. Il
trend di crescita delle presenze è stato determinato in
maniera consistente dalla componente straniera, il
cui peso percentuale è passato dal 20% degli anni Novanta a poco più del 40% degli anni recenti. Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato 19
associazione
confartigianato
Record per export
delle piccole imprese
113,8 miliardi in un anno, +4,2%
Primi in Ue per vendite in Usa, Hong Kong, Giappone, EAU, Corea del Sud.
“Brillano” Piemonte e Alessandria.
di Ufficio Studi Confartigianato
Pressione fiscale in calo
Ma è ancora al 43,2%
La pressione fiscale nel secondo trimestre si è attestata
al 43,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Lo rileva l'Istat, segnalando per il complesso dei primi
sei mesi un valore pari al 41,1%, lo stesso registrato
anche per la prima parte dello scorso anno.
Deficit giù, secondo trimestre a 0,9% Il rapporto
deficit Pil nel secondo trimestre è risultato pari allo
0,9%, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto
allo stesso periodo del 2014. Lo rileva l'Istat, che nel
complesso registra per i primi sei mesi del 2015
un indebitamento netto pari al 3,2% del Prodotto
interno lordo, anche in questo caso in calo (dal 3,5%).
Giù spesa interessi passivi e redditi La spesa per
interessi passivi sul debito pubblico nel secondo
trimestre è scesa del 3,5% su base annua, ovvero
di 746 milioni di euro. Lo rileva l'Istat, che guardando
a tutto il primo semestre registra un calo ancora più
forte (-8,1%). In riduzione anche gli esborsi per i
redditi da lavoro dipendente (-1% il trimestre, -0,8%
il semestre). In generale nel secondo trimestre
le uscite totali sono aumentate dello 0,3% in termini
tendenziali, spinte dai consumi intermedi e dalle
prestazioni sociali in denaro.
20 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
E
xport da record per le piccole imprese italiane: negli ultimi 4 trimestri ha toccato quota
113,8 miliardi, pari al 7,1% del Pil, con un
aumento di 4,6 miliardi, vale a dire il 4,2% in più, rispetto all’anno precedente. Soltanto nei primi sei
mesi del 2015 le esportazioni di prodotti realizzati
dalle piccole aziende ammontano a 57,1 miliardi, in
crescita di 2,6 miliardi (+4,9%) in confronto al primo
semestre del 2014.
I risultati delle vendite all’estero ottenuti dai settori con la maggiore presenza di micro e piccole
imprese emergono da un rapporto di Confartigianato.
Il Presidente della Confederazione, Giorgio Merletti, rileva che «i piccoli imprenditori sono campioni della qualità manifatturiera italiana e contribuiscono a mantenere in attivo la nostra bilancia
associazione
confartigianato
Viaggi con gli associati
di Riva del Garda
Da 12 anni gli associati della zona di Riva del Garda
organizzano delle gite.
Quest’anno i fortunati partecipanti hanno potuto
visitare più zone della Polonia, per esattezza:
• Varsavia
• Cracovia
• Saline di Wieliczka [nella foto]
• Auschwitz
commerciale. L’Expo di Milano – aggiunge – ha potenziato la propensione delle imprese artigianali a
lavorare sui mercati esteri. C’è ancora molto da fare
per rilanciare la nostra economia e rivitalizzare i
consumi interni, ma i risultati che presentiamo oggi
per l’export realizzato dalle piccole imprese devono
richiamare l’attenzione del Governo: la Legge di stabilità ha aperto la strada che ora va percorsa con decisione soprattutto sul fronte della diminuzione del
carico fiscale sulle imprese».
Secondo il rapporto di Confartigianato, nel 2014,
l’Italia è al primo posto tra i Paesi dell’Unione europea per il maggior valore di prodotti delle piccole
imprese esportati negli Stati Uniti (8,4 miliardi), a
Hong Kong (3,8 miliardi), in Giappone (2,5 miliardi), negli Emirati Arabi (2,2 miliardi), in Corea del
Sud (1,4 miliardi).
Fashion, food e furniture, le tre F del made in
Italy, sono sempre le più apprezzate nel mondo. Nel
primo semestre di quest’anno, infatti, a tenere alta
la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti alimentari che, rispetto al 2014, mostrano un aumento del 6,7% del valore delle esportazioni. Bene anche i settori dei mobili (+5,7%),
degli articoli in pelle (+4,5%) e dell’abbigliamento (+3,7%).
L’80,1% dell’export delle piccole imprese si concentra in quattro regioni: in testa la Lombardia con
il 24,9% (pari a 14.226 milioni di euro), Veneto con
il 21,4% (pari a 12.249 milioni), Toscana con il
12,5% (pari a 7.153 milioni), Emilia-Romagna con il
12,2% (pari a 6.953 milioni) e Piemonte con il 9,0%
(pari a 5.150 milioni).
Ma, rileva Confartigianato, al vertice della classifica regionale per l’aumento, nei primi sei mesi del
2015, di esportazioni di prodotti realizzati dalle piccole imprese si colloca il Piemonte con una crescita
del 12,8%. Secondo posto per il Veneto, che registra
un incremento del 7,5%, e terza posizione per l’Emilia-Romagna che fa segnare un +4,2%. Seguono la
Toscana (+4%) e la Lombardia (+1,2%).
A livello provinciale la migliore performance per
le vendite all’estero di made in Italy proveniente dalle piccole imprese è quella di Alessandria che, tra il
primo semestre 2014 e i primi sei mesi del 2015, ha
visto crescere le esportazioni del 35,5%. Al secondo
posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Napoli (+16,4%), seguono Belluno (+14,4%), Treviso (10,5%), Torino
(9,6%), Modena (9,2%), Salerno (9,2%), Vicenza
(8,8%), Lecco (8%). Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
associazione
consumi
La spesa delle famiglie:
un divario Nord-Sud
Al Nord la spesa per le famiglie costa 831 euro più che al Sud. Tra Trentino
Alto Adige e Calabria la differenza sale al 75%.
di Stefano Frigo
L
a spesa media mensile delle famiglie italiane si
attesa a 2.489 euro: ma anche il “carrello” (alimentare e non) nel Belpaese continua a segnare
un divario Nord-Sud. Nel Mezzogiorno, infatti, secondo i dati Istat contenuti nel volume “Italia in cifre”, riferiti al 2014, la spesa media mensile risulta di
1.959 euro, al Nord di 2.790 euro, un valore più alto
del 42,4%. La differenza è di ben 831 euro.
Guardando alla composizione della famiglia sono
naturalmente le coppie con due e più figli quelle che
più mettono mano al portafoglio: per loro la spesa media mensile a livello nazionale oscilla infatti intorno ai
3.230 euro. Al contrario, quella più bassa si registra per
la persona sola con più di 64 anni (1.630 euro).
Livelli di spesa altrettanto bassi per gli under-35
che vivono da soli (1.753 euro in media). A pesare di
3/3 NOTE
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22 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
più per tutti sono le spese per l’abitazione (che rappresentano in media il 36,7% del totale) mentre le spese
alimentari sono il 17,5%; poi i trasporti (10,3%), il
tempo libero (4,9%) e il vestiario (4,6%). Così la spesa
alimentare viaggia mediamente sui 436 euro al mese.
Dagli ultimi dati dell’Istituto di statistica si evince,
inoltre, che le famiglie composte solamente da stranieri spendono mediamente 1.645 euro al mese, 844
euro in meno delle famiglie di soli italiani. E ancora:
se si guarda alle differenze tra le regioni, si riscontrano
i valori massimi della spesa media mensile delle famiglie in Trentino Alto Adige (3.073,54 euro) e in Emilia
Romagna (2.883,27 euro) e, all’opposto, i valori minimi in Sicilia (1.778,86 euro) e in Calabria (1.757,82
euro). Si tratta di una differenza tra i valori medi che
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economia
L’economia ancora
vicina alla deflazione
Prezzi alla produzione ancora vicini alla deflazione (+0,2%). Costo del
lavoro a +1,1%.
di Stefano Frigo
L’
economia italiana rimane ancora vicina alla
deflazione: ad agosto 2015 l’indice dei prezzi
al consumo varia dello 0,2%, confermando il
dato dei due mesi precedenti. Nel confronto europeo
– in cui viene elaborato da Eurostat l’indice armonizzato che considera il prezzo effettivamente pagato dal
consumatore, considerando saldi e promozioni – l’inflazione in Italia è allo 0,4%, maggiore dello 0,1%
dell’Eurozona. Dallo scorso febbraio – mese precedente l’avvio del Quantitative easing da parte della Bce – il
tasso di inflazione dell’Eurozona è passato da -0,3% a
+0,1, la componente di fondo è salita dallo 0,6% allo
0,9%, il capitolo Energia attenua leggermente la diminuzione dei prezzi passando dal -7,9% al -7,2%.
Tornando all’Italia, l’analisi dei prezzi al consumo
evidenzia che la contenuta dinamica è determinata
dalla deflazione energetica: ad agosto i prezzi del capitolo Energia segnano una flessione del 6,3%, in accentuazione rispetto al -5,5% di luglio.
Sul fronte dei prezzi alla produzione del comparto manifatturiero non energetico l’ultimo dato di-
24 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
sponibile relativo a giugno 2015 segna una variazione
dello 0,2%; la dinamica dei prezzi alla produzione è
tornata in territorio positivo da metà dello scorso anno ma non si registra ancora un apprezzabile allontanamento dall’area di deflazione. Persiste una dinamica del costo del lavoro superiore a quella dei prezzi
alla produzione, anche se si osserva una tendenza alla
riduzione del divario: al secondo trimestre 2015 il costo
del lavoro nel settore manifatturiero cresce dell’1,1%
rispetto a un anno prima; l’aumento è composto da
una crescita dello 0,2% degli oneri sociali e dell’1,6%
delle retribuzioni lorde.
Focalizzando l’analisi della dinamica dei prezzi nei
settori manifatturieri più rilevanti per la presenza di
imprese artigiane – nelle prime 14 divisioni Ateco
2007 si concentra il 95,7% dell’occupazione nelle imprese artigiane manifatturiere – la dinamica dei prezzi
alla produzione più accentuata è il 2,0% della Pelle, seguito dall’1,7% delle App. elettriche, 1,5% della Riparazione Macchine, 1,1% dei Macchinari e 1,0% delle altre
manifatturiere. Dinamica dei prezzi alla produzione inferiore al punto percentuale con lo 0,8% dei Mobili,
0,7% di Gomma e plastica, 0,6% del Tessile, 0,6% del
Metallo, 0,1% del Legno. Invariati i prezzi per Stampa
mentre persistono condizioni di deflazione in tre settori: nel dettaglio si tratta del -0,1% per Abbigliamento,
-0,2% Alimentare e -0,4% per Vetro, ceramica.
La tendenza dell’economia alla deflazione determina conseguenze anche sul quadro macroeconomico: la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2015 varata dal Governo venerdì
scorso revisiona il tasso di crescita del Pil reale del 2015
allo 0,9% (era 0,7% nel DEF di aprile) ma la più bassa
inflazione realizzata nel corso del 2015 determina una
variazione del deflatore del Pil dello 0,3% rispetto allo
0,7% previsto ad aprile. La combinazione di crescita
reale e inflazione determina una crescita nominale del
Prodotto interno lordo dell’1,2%, inferiore all’1,4%
previsto nel DEF di aprile: a parità di tasso di crescita la
più bassa inflazione si traduce in 6,6 miliardi in meno
del livello previsto del Pil nominale. associazione
economia
Le costruzioni
tornano a salire
Torna a crescere l’attività delle costruzioni dopo 54 mesi (+0,4% a
settembre 2015); sale anche l’indotto.
N
el mese di settembre 2015 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni
in Italia ha registrato, rispetto al mese precedente, una riduzione dello 0,3%, mentre l’indice corretto per gli effetti di calendario è aumentato in termini tendenziali dello 0,4%, tornando a crescere per
la prima volta da marzo 2011, dopo 54 mesi. Nella
media dei primi nove mesi dell’anno persiste ancora
una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nell’Eurozona a settembre si registra un calo congiunturale dell’indice della produzione dello 0,4%
mentre su base tendenziale l’indice sale dell’1,8%.
Segnale positivo anche dalla filiera manifatturiera di 20 settori che forniscono prodotti per l’edilizia dove la produzione a settembre cresce del 4,6%,
anche se persiste un calo del 3,2% nel totale dei primi
9 mesi del 2015.
Il segnale della produzione di settembre si associa
alla crescita dell’occupazione nelle Costruzioni che
nel secondo trimestre 2015, dopo quasi cinque anni
(diciannove trimestri), segna un aumento del 2,3%,
pari a 34mila occupati in più in un anno. Sul fronte
della azioni di politica fiscale a favore del settore,
mentre la Legge di stabilità 2016 conferma gli incentivi alla domanda privata, si registra una grave carenza della domanda pubblica: la spesa delle Amministrazioni pubbliche per fabbricati, opere stradali e
altre opere del genio civile, quali porti, condotte, opere per la difesa del suolo, linee ferroviarie, ecc. nella
media degli ultimi cinque anni è pari a 24.762 milioni
di euro, di 5.092 milioni inferiore (-17,1%) ai 29.854
milioni della media dei cinque anni precedenti; nel
2014 la spesa crolla a 20.864 milioni, inferiore al livello del 2000.
I primi – e ancora deboli – segnali di ripresa non
devono far dimenticare che la strada per il recupero
è lunga e impervia: basti considerare che i livelli di
produzione delle Costruzioni di settembre 2015 sono
inferiori del 28,9% a quelli dello stesso mese del 2011
– all’inizio della crisi del debito sovrano e precedente
agli shock sui tassi di interesse e tassazione immobiliare – e addirittura inferiore del 41,8% ai massimi di
settembre 2007. Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato 25
cultura
Aiuto, non andiamo
a vedere mostre e musei
Nel 2014 il 72% degli italiani non è mai entrato
in un museo o in una mostra.
di Paolo Aldi
S
econdo i più recenti dati Istat nel 2014 il
72% degli italiani non è mai entrato in un
museo o in una mostra. Questa percentuale
si riferisce a persone di sei anni e più che hanno visitato musei e mostre almeno una volta negli ultimi dodici mesi nell’anno 2014 ed è rilevata dall’Istat, all’interno dell’indagine multiscopo sulle famiglie in
“Aspetti della vita quotidiana”.
La regione più virtuosa è il Trentino-Alto Adige. In
provincia di Trento il 46,1% ha visitato, almeno una
volta nel 2014, un museo o una mostra, in Alto Adige
il 43,7%. Segue il Friuli Venezia Giulia con il 37,5%. In
fondo alla classifica il Sud e ultima la Calabria con un
disperante 14,1%. Quasi tre italiani su quattro, in un
anno intero, non hanno trovato la voglia, il tempo, lo
stimolo, la curiosità per andare a vedere una mostra o
entrare in un museo. Nella regione migliore più della
metà della popolazione oltre i sei anni si è comportata
nello stesso modo. C’è da preoccuparsi. Il patrimonio
26 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
culturale della nostra nazione,
una dei più grandi del globo, dimostra tutta la sua debolezza.
Esso è un immenso tesoro nascosto ai più di noi, sconosciuto. Gemme che i nostri occhi
non guardano. Uno sconfinato
tesoro che non è in comunicazione con la maggioranza degli
italiani, non è valorizzato in
modo adeguato e non è goduto.
Colpa di una popolazione
“poco attenta” a queste attività
culturali? Certamente, ma ancor più del sistema arte e musei, degli addetti ai lavori presi
nel loro insieme, nell’organizzazione, o disorganizzazione,
nazionale.
I musei per esempio sono le
sedi della conservazione delle
opere d’arte, le devono rendere
fruibili alla gente. E non basta mettere in mostra le
opere possedute, quando non sono tenute chiuse nei
caveau, ma bisogna renderle veramente fruibili e qui
entrano in gioco altri fattori. Per esempio si potrebbe
optare per l’entrata gratuita ai musei come succede in
alcune nazioni all’estero. Qui il dibattito è stato recentemente riaperto in alcune sedi con opinioni differenti e opposte. Ora facciamo finta che l’aspetto del
costo del biglietto d’entrata non sia la questione principale ma rimane il problema che ciò che è disponibile sia capito, sia comprensibile, altrimenti rimane
estraneo e non interessante. Ci sono problemi divulgativi, educativi e didattici da affronatre e risolvere.
Il problema di una didattica dell’arte emerse in
Italia nell’immediato secondo dopoguerra e molti furono gli studi, gli esperimenti, i programmi e le iniziative in questo senso: grande attenzione ai bambini
e ai ragazzi, nuove metodologie nelle visite guidate,
gratuità dell’entrata la domenica mattina.
cultura
In provincia di Trento il 46,1%
ha visitato, almeno una volta
nel 2014, un museo o una mostra,
in Alto Adige il 43,7%
I musei, come tutti sappiamo, non sono soltanto
le sedi che accolgono e conservano le opere d’arte, ma
hanno, nell’insieme delle funzioni che svolgono, un
valore educativo fondante che si traduce nella capacità di rendere i beni accessibili a chiunque. Rendere
fruibile un’opera, però, non vuol dire necessariamente renderla comprensibile ai più. Qui entra in gioco la
didattica dell’arte, intendendo con essa l’insieme di
strumenti e metodologie finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo appena esposto. Incontri, dibatti,
esperimenti, iniziative ministeriali come la Commissione per la didattica nei musei (1969) avviarono i dipartimenti di educazione. Si andò sviluppando il concetto di museo come esperienza sociale. Si sviluppò
l’attività di laboratorio facendo partecipare e interagire i ragazzi, ed è uguale con gli adulti, non solo trasmettendo contenuti e conoscenze ma anche sviluppare capacità e abilità tecno-artistiche. L’obiettivo
non è quello del risultato tangibile ottenuto da queste
esperienze ma bensì lo sviluppo di capacità creative,
immaginative, relazionali e progettuali. In quegli anni si sviluppò chiaramente il concetto del “fare per capire”, percorsi mirati per ogni fascia di età, dal bambino all’adulto.
E oggi? I dipartimenti di educazione esistono nei
più importanti musei ma spesso e volentieri non hanno sufficienti fondi e questi ultimi sono i primi a essere “tagliati” per la restrizione del budget. Budget o
non budget il problema evidenziato va affrontato se
vogliamo che i nostri tesori culturali siano visitati e
diventino veramente patrimonio della nazione considerata come la gente che la popola.
Intanto, se potete, andate al Mart di Rovereto, le
nuove mostre proposte sono diverse, non troppo lunghe da vedere e spaziano dall’ottocento al contemporaneo. Ce n’è per tutti i gusti e ne vale la pena. IN TRENTINO QUESTO MESE
VI CONSIGLIAMO DI VISITARE:
MAG - Museo Alto Garda - Arco
Segantini e Arco - sino a 17 gennaio 2016
Casa d’Arte Futurista Depero - Rovereto
Manifesto 100. Ricostruzione futurista dell’universo
sino a 3 aprile 2016
Fondazione Opera Campana dei Caduti Rovereto
Il Mondo Alla Campana - mostra permanente
Mart - Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea - Rovereto
La coscienza del vero. Capolavori dell’Ottocento
sino a 3 aprile 2016
The medium is the message - sino a 14 febbraio 2016
Devalle 1940-2013 - sino a 14 febbraio 2016
Galleria Civica - Trento Nature. Arte ed ecologia - sino a 31 gennaio 2016
Arte Sella - Malga Costa, Val di Sella
Peter Randall-Page - sino a 31 marzo 2016
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato 27
associazione
RIPARATORI
categorie
IV Tecnico Riparatore
di veicoli a motore
La nuova Norma CEI 34-132 - CEI
UNI 11222:2013-02 in italiano,
dal titolo “Impianti di illuminazione
di sicurezza degli edifici
- Procedure per la verifica
e la manutenzione periodica”.
di Franco Zecchini
D
opo la classica fase di inchiesta pubblica il CEI
ha pubblicato, nel mese di febbraio, la nuova
Norma CEI 34-132 - CEI UNI 11222:2013-02
in italiano, dal titolo “Impianti di illuminazione di sicurezza degli edifici - Procedure per la verifica e la manutenzione periodica”.
La Norma indica le procedure per eseguire le verifiche, la manutenzione periodica, la revisione e il registro degli impianti di illuminazione di sicurezza, costituiti da apparecchi per illuminazione di emergenza, sia
di tipo autonomo sia ad alimentazione centralizzata e
di altri eventuali componenti utilizzati nei sistemi, al
fine di garantirne l’efficienza operativa. La Norma in
CRONOTACHIGRAFO
Significato di “arco di 24 ore”
e “situazioni eccezionali in cui
è consentita la guida senza carta
del conducente”
NOTA ORIENTATIVA N. 7 DELLA COMMISSIONE
EUROPEA: SIGNIFICATO DI “ARCO DI 24 ORE”
La Commissione Europea ha pubblicato la Nota orientativa
n. 7 con oggetto: “significato di arco di 24 ore” circa l’approccio da seguire in merito all’articolo 8, paragrafi 2 e 5
del Regolamento (CE) n. 561/2006 (tempi di riposo giornalieri e multipresenza) che qui riportiamo:
Articolo 8 comma 2. I conducenti devono aver effettuato
un nuovo periodo di riposo giornaliero nell’arco di 24 ore
dal termine del precedente periodo di riposo giornaliero o
settimanale. Se la parte di periodo di riposo giornaliero effettuata entro le previste 24 ore è di almeno 9 ore ma inferiore a 11, tale periodo di riposo è considerato un riposo
giornaliero ridotto.
Articolo 8 comma 5. In deroga alle disposizioni del paragrafo 2, in caso di multipresenza i conducenti devono aver
effettuato un nuovo periodo di riposo giornaliero di alme-
28 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
oggetto sostituisce completamente la Norma CEI UNI
11222 (CEI34-132):2010-09.
Occorre però specificare che certi tipi di disservizi
che si possono presentare all’interno di un luogo di
lavoro possono creare forti disagi alle persone e, in alcuni casi, essere anche molto pericolosi; per esempio:
il mancato funzionamento di un differenziale, di un
magneto-termico, o il non corretto serraggio dei morsetti in un quadro possono creare inefficienza dell’impianto rivelazione fumi e soprattutto dell’impianto di
illuminazione di sicurezza.
Per quanto concerne quest’ultima problematica,
possiamo finalmente avere con questa nuova normativa le indicazioni precise di quali siano gli interventi
che devono essere necessariamente fatti al fine di
mantenere in efficienza l’impianto:
• verifiche periodiche (operazioni che servono per
accertare il funzionamento dei componenti dell’impianto);
• manutenzione periodica;
• revisione;
• registro.
Parlando invece dell’argomento verifiche periodiche, la Norma nello specifico nell’art. 4, mette in
no 9 ore nell’arco di 30 ore dal termine di un periodo di riposo giornaliero o settimanale.
Nella nota si introduce la definizione di periodo di riposo
“qualificabile come tale” , ossia un periodo di riposo di durata minima legale effettuato nell’arco di 24 ore dal termine del precedente periodo di riposo qualificabile come tale e tale riposo può aver termine dopo l’arco di 24 ore dal
termine del precedente periodo di riposo se la sua durata
totale è superiore al minimo prescritto dalla normativa.
È raccomandato, nella nota, ai soggetti preposti al controllo, nel caso di periodi di attività successivi a un periodo di riposo giornaliero o settimanale qualificabile come
tale, durante i quali i conducenti non effettuano un periodo di riposo giornaliero (qualificabile come tale), di
suddividere i suddetti periodi di attività in archi consecutivi di 24 ore , a partire dalla fine dell’ultimo periodo di
riposo giornaliero o settimanale e di applicare le disposizioni in materia di periodi di riposo giornalieri a ciascuno
di questi periodi di riferimento di 24 ore.
Se la fine dell’arco di 24 ore cade in un periodo di riposo
in corso la cui durata minima legale non è stata completata entro l’arco di 24 ore (ma continua nel successivo arco di 24 ore e raggiunge in un momento successivo la durata minima prescritta), il calcolo del successivo arco di
RIPARATORI
evidenza che occorre sia disponibile documentazione tecnica e progetto dell’impianto, successivamente elenca una serie di operazioni da svolgere, in
particolare evidenzia, e questo lo possiamo notare in
parecchi punti della norma, il fatto che l’impianto
debba sempre corrispondere al progetto che a sua
volta debba seguire quanto sancito in normativa e
legislazione vigente.
Un altro comune denominatore è il fatto che, dopo una verifica, se dovessero venire alla luce eventuali
anomalie, queste dovranno essere prontamente annotate e quindi eliminate se possibile con un’azione
correttiva immediata, diversamente dovranno essere
tempestivamente segnalate al responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Le verifiche periodiche vengono divise in tre parti:
• Verifica generale che consiste nella verifica complessiva dell’efficienza degli apparecchi di sicurezza
o dell’alimentazione centralizzata (gruppo soccorritore) e del rispetto dei requisiti illuminotecnici di
progetto mediante esecuzione di alcune operazioni.
• Verifica di funzionamento con frequenza almeno
semestrale (ad eccezione di specifiche leggi) che
consiste nella valutazione del corretto funzionamento dell’impianto di illuminazione, in caso di
mancanza di alimentazione ordinaria.
• Verifica dell’autonomia con frequenza almeno annuale (consigliata semestrale) che consiste nel misurare l’autonomia dell’impianto sia come illuminazione del tipo autonomo o del tipo centralizzato
tramite alcune operazioni.
Anche per questa verifica il normatore sottolinea
l’importanza del rispetto della normativa e della legislazione vigente.
24 ore inizia dal momento in cui un conducente termina il suo periodo di riposo (ricordiamo di almeno 11 ore
giornaliere consecutive oppure di almeno 9 ore consecutive nei casi previsti dal Regolamento CE 561/2006) e riprende il suo periodo di lavoro giornaliero.
Per i conducenti in caso di multipresenza dovrebbe essere
utilizzato un metodo di calcolo analogo, sostituendo l’arco
di riferimento di 24 ore con un arco di 30 ore, come stabilito
all’articolo 8, paragrafo 5, del Regolamento di cui sopra.
NOTA ORIENTATIVA N. 8 DELLA COMMISSIONE
EUROPEA: SITUAZIONI ECCEZIONALI
IN CUI È CONSENTITA LA GUIDA SENZA CARTA
DEL CONDUCENTE
La Commissione Europea ha pubblicato la Nota orientativa
n. 8 circa l’approccio da seguire in merito a situazioni eccezionali in cui è consentita la guida senza carta del conducente - vedasi all’articolo 29 del regolamento (UE) n.
165/2014 (articolo 16 del Regolamento 3821/85 abrogato)
e l’articolo 13, paragrafo 3, dell’allegato A dell’Accordo europeo relativo alle prestazioni lavorative degli equipaggi dei
veicoli addetti ai trasporti internazionali su strada (AETR).
In sintesi, premesso che il suddetto articolo 29 del regolamento (UE) n. 165/2014 stabilisce che in caso di danneg-
associazione
categorie
Per quanto riguarda la manutenzione periodica
l’art. 5 secondo la norma sancisce quali siano le operazioni da svolgere con frequenza semestrale, con lo
scopo di mantenere le apparecchiature in condizioni
di perfetta efficienza e di conseguenza far sì che l’impianto assicuri le proprie funzioni di sicurezza nel
tempo e si riducano le probabilità che insorgano
eventuali condizioni di guasto e/o pericolo, tramite
delle operazioni.
Alcuni interventi di manutenzione periodica devono essere eseguiti da personale qualificato in possesso di adeguata formazione anche per ciò che riguarda i lavori elettrici PES-PAV o PEI e di conoscenze
specifiche della manutenzione elettrica.
Per quanto concerne la revisione la norma afferma che bisogna eseguire un processo di revisione che
consiste nel verificare e rendere efficienti i dispositivi
che realizzano l’impianto di illuminazione e segnalazione di sicurezza, tramite l’effettuazione di accertamenti e interventi.
Si ricorda che gran parte delle leggi e delle norme
che si occupano di illuminazione di sicurezza obbligano i responsabili a tenere una documentazione dell’impianto tramite un registro che deve essere eseguito
in maniera tale da poter essere utilizzato per più anni
in cui devono essere riportate delle informazioni:
• data di messa in funzione dell’impianto di illuminazione di emergenza e documentazione tecnica relativa ad eventuali modifiche dello stesso;
• identificazione della singola apparecchiatura (matricola);
• estremi del manutentore che segue le verifiche;
• firma del manutentore. giamento, cattivo funzionamento, smarrimento o furto
della carta del conducente, il conducente deve chiederne,
entro sette giorni di calendario, la sostituzione presso le
autorità competenti dello Stato membro della sua residenza normale. Tali autorità forniscono una carta sostitutiva entro otto giorni lavorativi (questa disposizione
si applicherà però a decorrere dal 2 marzo 2016) dal
momento della ricezione della domanda. La nota specifica, inoltre, che, anche se il periodo di quindici giorni di calendario può essere superato qualora una
domanda per la sostituzione di una carta del conducente
venga presentata alla fine del periodo di sette giorni di calendario e successivamente le autorità competenti forniscano la carta sostitutiva alla scadenza alla fine del periodo di otto giorni lavorativi, ciò non modifica il periodo di
quindici giorni di calendario previsto all’articolo 29, paragrafo 5, del regolamento (UE) n. 165/2014 in cui il conducente può continuare a guidare senza la carta personale,
o per un periodo più lungo, ove ciò sia indispensabile per
riportare il veicolo alla sua sede.
Si ricorda, però, che devono comunque essere rispettate
tutte le altre garanzie (come i documenti stampati e registrazioni manuali) specifiche per la guida senza carta del
conducente.
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
l’Artigianato 29
associazione
categorie
AUTOTRASPORTATORI
Risorse
per gli investimenti
N
ella Gazzetta Ufficiale n. 257 del 4 novembre
2015, sono stati pubblicati il Decreto 29 settembre 2015 del Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti: “Modalità di ripartizione e di erogazione delle risorse finanziarie destinate agli investimenti nel settore dell’autotrasporto” e il Decreto 21
ottobre 2015 del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti: “Disposizioni di attuazione del decreto 29
settembre 2015, recante modalità di ripartizione e di
erogazione delle risorse finanziarie destinate agli investimenti nel settore dell’autotrasporto”.
Nel Decreto 21 ottobre 2015 sono disciplinate le
modalità di gestione della misura d’incentivazione di cui al decreto prot. 322 del 29 settembre 2015
con riferimento alle modalità e ai termini di presentazione delle domande di ammissione ai benefici, alla
dimostrazione dei requisiti previsti, al riconoscimento delle maggiorazioni, nonché agli adempimenti gestionali relativi all’attività istruttoria.
In sintesi, le domande possono essere presentate
a partire dalla data di pubblicazione in G.U. compilando il modello di domanda in formato Word
sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e devono essere presentate, esclusivamente
ad avvenuto perfezionamento dell’investimento, a
partire dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale ed entro il termine
perentorio del 31 marzo 2016, al MIT tramite raccomandata con avviso di ricevimento, ovvero mediante
consegna a mano, presso la stessa Direzione generale
(vedasi articolo 2, comma 3).
mente protocollata dall’ufficio motorizzazione
civile competente) ai fini della dimostrazione
che l’immatricolazione sia avvenuta in data successiva all’entrata in vigore del presente decreto;
- documentazione del costruttore attestante la sussistenza delle caratteristiche tecniche previste.
All’articolo 3 del suddetto decreto sono stabilite
le modalità di dimostrazione dei requisiti tecnici richiesti:
2 Acquisizione anche mediante locazione finanziaria, di semirimorchi, nuovi di fabbrica, per il
trasporto combinato ferroviario rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di dispositivi
innovativi volti a conseguire maggiori standard di
sicurezza e di efficienza energetica: gli aspiranti ai
benefici hanno l’onere di fornire, a pena di inammissibilità, la seguente prova documentale:
- indicazione del numero di targa (ovvero trasmissione di copia della ricevuta attestante la presentazione dell’istanza di immatricolazione debitamente protocollata dall’ufficio motorizzazione
civile competente) ai fini della dimostrazione
che l’immatricolazione sia avvenuta in data successiva all’entrata in vigore del presente decreto;
- attestazione rilasciata dal costruttore circa la sussistenza delle caratteristiche tecniche dei semirimorchi e in particolare, a seconda dei casi, della
rispondenza alla normativa UIC 596-5 per il trasporto combinato ferroviario, ovvero dotati di
ganci nave rispondenti alla normativa IMO per
il trasporto combinato marittimo;
- documentazione comprovante l’installazione di
almeno uno dei dispositivi di cui all’allegato 1 al
decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti prot. 322 del 29 settembre 2015.
1. Acquisizione anche mediante locazione finanziaria, di autoveicoli, nuovi di fabbrica, adibiti
al trasporto di merci di massa complessiva a pieno
carico da 3,5 a 7 tonnellate, nonché pari o superiori a 16 tonnellate, a trazione alternativa a metano
CNG e gas naturale liquefatto LNG: gli aspiranti ai
benefici hanno l’onere di fornire, a pena di inammissibilità, la seguente prova documentale:
- indicazione del numero di targa (ovvero trasmissione di copia della ricevuta attestante la presentazione dell’istanza di immatricolazione debita-
3. Acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di container e casse mobili: gli aspiranti ai
benefici hanno l’onere di produrre, a pena di
inammissibilità, la seguente documentazione:
- documentazione da cui risulti che la consegna
del bene è avvenuta in data successiva all’entrata
in vigore del presente decreto;
- attestazione rilasciata esclusivamente dal costruttore circa la sussistenza dei requisiti tecnici
delle U.T.I. e la rispondenza alla normativa internazionale in materia.
30 l’Artigianato
Anno LXVI N. 12 Dicembre 2015
AUTOTRASPORTATORI
Nel decreto è poi specificato che la concessione
del contributo è subordinata alla dimostrazione
che la data di prima immatricolazione dei veicoli,
o la data di consegna dei beni nel caso di container
e casse mobili, sia avvenuta in Italia fra la data di
pubblicazione del decreto prot. 322 del 29 settembre 2015 e il termine stabilito per la conclusione
dell’investimento (31 marzo 2016).
Non saranno prese in considerazione le acquisizioni effettuate all’estero, né i veicoli immatricolati
all’estero, anche se successivamente reimmatricolati in Italia a km zero.
Per ottenere la maggiorazione del 10% riservata alle piccole e medie imprese, gli interessati dovranno
trasmettere, in allegato alla domanda, la dichiarazione sostitutiva redatta ai sensi e per gli effetti del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre
2000, n. 445 attestante il numero delle unità di lavoro
dipendenti (ULA) e il volume del fatturato conseguito
nell’ultimo esercizio fiscale.
Ai fini del riconoscimento della maggiorazione del
15% per l’acquisizione di semirimorchi, di container
e di casse mobili (di cui all’art. 2, comma 5, lett. b) del
decreto del MIT prot. 322 del 29 settembre 2015) effettuate da imprese aderenti a una rete di imprese, gli
interessati dovranno trasmettere, all’atto della pre-
associazione
categorie
sentazione della domanda di ammissione ai benefici,
copia del contratto di rete.
Per la prova del perfezionamento dell’investimento, i soggetti che richiedono il beneficio hanno l’onere di trasmettere, a pena di inammissibilità, inoltre,
il contratto di acquisizione debitamente sottoscritto
e in data non anteriore alla data di pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale del Decreto prot. 322 del 29
settembre 2015, nonché prova dell’integrale pagamento del prezzo attraverso la produzione della/e relativa/e fattura/e debitamente quietanzata/e.
In caso di contratto di leasing finanziario, dovrà dimostrarsi il pagamento dei canoni in scadenza alla data
dell’invio della domanda. La prova del pagamento dei
canoni può essere fornita con la fattura rilasciata dalla
società di leasing quietanzata, ovvero con copia della ricevuta dei bonifici bancari effettuati a favore della suddetta società. Dovrà, inoltre, dimostrarsi la piena disponibilità del bene attraverso la produzione di copia del
verbale di presa in consegna del bene.
La mancanza di anche uno solo di tali documenti
comporterà l’esclusione dell’impresa dal beneficio.
Il Decreto 21 ottobre 2015 entra in vigore il giorno
successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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l’Artigianato
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