SIMBOLOGIA DELLA CROCE

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SIMBOLOGIA DELLA CROCE
SIMBOLOGIA DELLA CROCE
Antonio Biviano
La Croce è uno sei simboli universali più antichi e più diffusi al
mondo. E’ un simbolo che ritroviamo in tutte le tradizioni antiche, con
significati molteplici, ed ecco perché Essa non può essere considerata
solo come un simbolo cristiano.
Simbolo antichissimo, ne sono stati rinvenuti reperti preistorici
anche dell’era neolitica (10.000 a.C.), per poi arrivare alla croce Ansata
dell’antico Egitto (Ankh ☥), che rappresentava e rappresenta tutt’oggi
la vita eterna, ed ancora dello Svastica che appare nelle aree Indomediterranee dell’epoca tardo Neolitica (circa 4000 a.C.) prima e
dell’area egeo-anatolica dopo.
Da qui, si arriva, nei secoli susseguenti, ad indicare la manifestazione di tutte le cose, nel
buddismo, da un punto centrale generatore, o ancora la croce azteca di Tlaloc, detta la croce di
Quetzalcoatl, nel 200 d.C.; ed ancora presso i Celti, la Croce è iscritta in un cerchio, a rappresentare
il rapporto esistente tra macrocosmo e microcosmo, e cioè il rapporto tra Dio e Uomo, propria della
religione Druidica.
Sull’origine e sull’attribuzione cristiana, possiamo dire che nei primi secoli d.C. il simbolo del
Cristianesimo era il pesce - Ichthys oIchthus
in Greco - ma è dal II secolo, con gli scritti di
Marco Minucio Felice, che essa viene associata come simbolo di Cristianesimo, come appare in dei
papiri del 200 d.C., dove appare lo staurogramma formato da Tau e Rho
.
Preferiamo a questo punto non dilungarci in una più lunga disamina storica sui molteplici
significati attribuiti nell’antichità alla Croce, e diciamo che: come per ogni simbolo, il suo
significato è percepito in funzione delle posizioni filosofiche e religiose di ciascuno di noi. A nostro
avviso il simbolo che meglio di ogni altro, svela il mistero della divinità.
La realizzazione dell’uomo universale, è infatti simboleggiata in tutto il mondo, dalla maggior
parte delle dottrine tradizionali, sempre col medesimo segno: il Segno della Croce. Esso si ricollega
alla tradizione primordiale, e rappresenta come gli stati dell’essere orizzontale, materiale,
appartenenti al mondo reale e tangibile, si colleghino all’asse discendente, verticale della
spiritualità, in cui il verbo si cala in noi qualora lo evochiamo, incrociandosi nel punto di maggiore
importanza, sul cuore.
La dimensione orizzontale rappresenta quindi l’ampiezza , la base terrena della realizzazione
individuale durante lo scorrere della sua esistenza; mentre la dimensione verticale, rappresenta una
molteplicità di mondi possibili e di stati interiori via via sempre più spiritualmente elevati.
Per il Cavaliere il simbolo della Croce deve essere considerato come la rappresentazione
dell’uomo universale. L’orizzontalità corrisponde all’ampiezza o estensione, come base
dell’individualità umana, mentre la verticale corrisponde alla gerarchia di molteplici mondi
spirituali e cognitivi, all’insieme di tutte le possibilità che l’universo può offrire.
Ed ecco quindi che la Croce è l’Uomo, ed il suo asse lungo, quello attivo, spirituale, sacro, che
discende come Verbo in Lui e come tale lo rende elevabile verso l’alto, in una rappresentazione che
come la scala, che secondo Cusano, può essere al tempo stesso discesa o risalita; Uomo che però
possiede anche un asse orizzontale, passivo, legato ai metalli, alla sua vita quotidiana, alle sue
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incertezze, alle sue paure, ai suoi bisogni, alle sue passioni. La Croce ci rappresenta perfettamente,
la Croce è l’Uomo Universale.
Ma la Croce è costituita da due segmenti posti a 90°: quello orizzontale rappresenta il negativo,
la terra. Quello verticale mette in comunicazione il mondo celeste con quello terreno, congiungendo
l’alto con il basso. Dio che si unisce con la natura, come il Verbo che discende per emanare la
Parola Vivifica. Il punto centrale è il luogo del principio Universale, il Cuore, il Graal. Essa può
ancora essere intesa come l’albero della vita dei cabalisti, ed ancora, in essa vi sono forze
centrifughe e centripete, poiché da essa si diffonde e verso essa si ricapitola.
Altro significato importante è quello dell’ascensione e quindi la simbologia legata al ponte e
alla scala. I due assi della Croce possono ancora essere intesi come, la virtù, l’asse verticale, e la
conoscenza, l’asse orizzontale. Essi devono sempre essere nel giusto equilibrio fra loro, pena una
disarmonia della figura e quindi dell’Uomo stesso. Infatti l’armonia deve essere sempre perfetta,
con equilibrio tra l’essere ed il divenire.
Dal punto di vista strettamente Cristiano, Essa è legata al numero 3 ed al principio di Trinità. Ed
ecco che quando il cristiano traccia con le mani il segno della Croce, pronunciando la fatidica frase
“in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, procede con la mano destra, quella che opera
attivamente, congiungendo il capo col ventre, e quindi la spalla sn con quella dx.
Simbolicamente egli rievoca la discesa di Dio dal cielo alla terra, che si esprime con la venuta
del Figlio , opera che si espleta con l’intervento dello Spirito Santo e cioè il Verbo stesso di Dio,
che compiendo il gesto orizzontale, si diffonde sulla terra quale logos vivifico di Dio stesso. Ed
ecco come in questo semplice gesto , possiamo ritrovare un intero concetto sul significato del
Nuovo Testamento, dove, il Padre, cioè la Coscienza Universale, si fa Verbo, o Logos, cioè Cristo,
per discendere su tutte le cose, sotto forma di energia vitale, azione stessa di Dio. Ed ecco che
possiamo concludere tale ipotesi con la tesi che :la Croce è Dio sotto forma di Suo Pensiero, Sua
Parola e Sua Azione.
Dal punto di vista Massonico, possiamo ancora dire che la linea verticale è un simbolo di vita,
mentre la linea orizzontale che la attraversa è un simbolo di morte; e quindi, si potrà dire che
l’iniziato non potrà accedere alla vita eterna se non dopo avere superato la barriera della morte. Con
la morte, egli vince la morte stessa.
Ed ancora che l’asse verticale rappresenta allora il luogo metafisico della manifestazione della
volontà Divina, la quale interseca ciascun piano orizzontale nel suo centro. L’asse verticale, quindi
nella sua discesa può essere inteso come la parola vivifica che ci investe singolarmente, creando,
per ognuno di noi massoni, il nostro destino su questa terra. Ma l’asse verticale lo si deve anche
intendere come la via iniziatica, la via personale, la via del samurai. E cioè gli stati crescenti
dell’essere, lungo l’incessante via della ricerca della perfezione.
Indicheremo allora come perfezione passiva, quella che ci discende dal Cielo come asse
verticale divino, il destino di ognuno di noi; e perfezione attiva, quella che mettiamo in atto
quotidianamente nel perseguire la nostra via iniziatica.
Ed ecco che la frase che un sacerdote ebbe a dare in risposta ad un bambino che gli chiedeva
“cosa vuol dire farsi il segno della Croce ”, fu: per significare la discesa di Cristo in noi. Tale frase
può essere, da noi Cavalieri e Massoni del terzo millennio, perfezionata col dire che, fare il segno
della Croce rappresenta “la discesa di Cristo in Noi ci stimola nella ricerca di perfezione lungo
un'ascesa mistica degli stati superiori del nostro essere, che tale ascesa è attiva e consapevole.
Giammai una semplice accettazione di una dogmatica dottrina cristiana che ci discende dall’alto e
che dobbiamo accettare passivamente e inconsapevolmente.
Un ultima considerazione, prima di concludere: la Croce, nella sua rappresentazione ideale è
raffigurata con una linea verticale che è di circa tre quinti di quella orizzontale. Tale proporzione è
una proporzione aurea. Essa infatti ricade nell’equazione di circa 1.618, tipica delle cose perfette
della natura, quale la periodicità con cui si dipartono le foglie del ramo, la rotazione della spirale del
nautilus.
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Tale proporzione aurea, no è a caso, ma vuole rappresentare, a nostro avviso, che ci deve
sempre e comunque essere una giusta proporzione tra il braccio materialista e quello spiritualista
nell’Uomo che la incarna. In egli, i due bracci dovranno quindi conservare tale divina proporzione,
in un perfetto equilibrio, dove la spiritualità sia sempre 3/5 e la materialità non dovrà mai superare i
2/5. Riteniamo quindi che tutti Noi dobbiamo aspirare a divenire come l’Uomo Ideale o Aureo,
colui che idealmente rientra nella proporzione di 1.618.
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