INTRODUZIONE ALLA BIBBIA 2 - portale formazione cristiana

Transcript

INTRODUZIONE ALLA BIBBIA 2 - portale formazione cristiana
Facoltà di Teologia Biblica “Gesù è il Signore”
INTRODUZIONE ALLA BIBBIA II
STORIA, GEOGRAFIA E ARCHEOLOGIA BIBLICA
a cura di Claudio Borrelli e Geoffrey Allen
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO E APPROFONDIMENTO:
Marshall, I.H. et al.
Dizionario Biblico (GBU)
Alexander, D. e P.
Guida alla Bibbia (Paoline)
Camera / Fabietti
Oriente e Grecia (Zanichelli)
Vardiman, E.E.
La grande svolta (Garzanti)
Grant, Michael
La civiltà ellenistica (Rizzoli)
E.Charpentier
Per leggere l’Antico Testamento e Per leggere il Nuovo Testamento (Borla)
Parrot, A.
Babilonia e l’Antico Testamento e Ninive e l’Antico Testamento (Paoline)
Parrot, A.
Il Tempio di Gerusalemme (Paoline)
Guthrie, D. / Motyer, J.A.
Commentario Biblico vol. III (Voce della Bibbia) (fuori stampa)
Halley, H.H.
Commentario Biblico abbreviato (Centro Biblico)
Walton, J.H.
Tavole sinottiche cronologiche dell’Antico Testamento (Casa Biblica, Vicenza)
Gower, Ralph
Usi e costumi dei tempi della Bibbia (Elledici)
Valente, Davide
Archeologia dell’Antico Testamento e Archeologia del Nuovo Testamento (CDB)
(fuori stampa)
I PATRIARCHI: 2200-1850 ca.
40 ANNI NEL
DESERTO
1445-1405
I PERIODI STORICI DELL’ANTICO TESTAMENTO
ISRAELE IN EGITTO: 1875-1445
GIOSUÈ e i GIUDICI:
1405-1050
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2200
2100
2000
1900
1800
1700
1600
1500
1400
1300
1200
I GIUDICI:
1405-1050
MONARCHIA
UNITA:
1050-930
MONARCHIA DIVISA:
ISRAELE e GIUDA
930-722
ESILIO
BABILONESE:
604-538
|
GIUDA da sola:
722-587
GIUDEI sotto i Persiani:
538-331
GIUDEI sotto i Greci:
331-63
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1200
1100
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
1.
CRONOLOGIA BIBLICA
1.1
Importanza della cronologia
Per porre gli avvenimenti descritti nei libri narrativi della Bibbia nel loro contesto e in relazione storica tra loro, e
per poter interpretare il contenuto degli altri libri nel loro contesto, è necessario stabilire, almeno a grandi linee, la
successione storica o cronologia.
Il testo biblico però non dà da solo dati sufficienti per stabilire date precise per tutti gli avvenimenti raccontati. In
particolare:
a) i dati numerici sono intrinsecamente più soggetti a errori di copiatura del resto del testo, dal momento che
l’errore non è subito evidente dal contesto. Infatti le versioni antiche, in particolare la LXX, a volte danno cifre
diverse dal testo ebraico;
b) alcuni avvenimenti possono essere contemporanei anziché consecutivi: in particolare, la durata dei regni
registrati nei libri storici spesso comprende un periodo di “co-reggenza”.
Perciò è necessario a volte ricorrere anche a punti di riferimento esterni.
1.2
Cronologia dell’Antico Testamento
Dal 620 a.C. circa in avanti, le date possono essere confermate da cronologie egiziane e babilonesi che concordano
tra di loro. Così la caduta di Gerusalemme ai Babilonesi (2° Re 24:12-17) è datata precisamente al 15/16 marzo
597, e la sua distruzione definitiva (2° Re 25:8-10) al 587. (Si noti comunque che molte date possono variare di
almeno un anno, in quanto i vari calendari in uso iniziano l’anno in date diverse.)
Prima di allora, fino al tempo di Davide, è possibile stabilire una cronologia abbastanza precisa: gli studiosi
concordano nello stabilire il regno di Davide (40 anni) al periodo 1011/10-971/70 a.C., e quindi l’accessione di
Saul intorno al 1050 (il testo di 1° Sam. 13:1 è purtroppo corrotto).
Prima di tale data, la cronologia diventa molto più incerta. Ci sono due scuole di pensiero sulla data dell’Esodo:
l’interpretazione più naturale dei dati biblici (vedi 1° Re 6:1) lo metterebbe intorno al 1446 a.C. (“cronologia
lunga”). Ma la maggior parte degli studiosi, per motivi collegati con la cronologia egiziana e l’identificazione del
Faraone dell’Esodo con Rameses II, lo colloca invece nel 1280 circa (“cronologia corta”). Questo comporta una
notevole “compressione” del periodo dei Giudici, dove comunque le cifre bibliche non costituiscono una
cronologia completa.
La durata della cattività egiziana, 430 anni (Es. 12:40), consente di stabilire la data della discesa di Giacobbe e
famiglia in Egitto in base alla data preferita per l’Esodo, e quindi di stabilire il periodo dei Patriarchi intorno al
2200-1800 a.C. (cronologia lunga) oppure 2050-1650 (cronologia corta).
Prima di Abramo, il racconto biblico non consente di stabilire date sicure: oltre all’incertezza delle cifre riferite (la
LXX differisce notevolmente dal testo masoretico ebraico), le genealogie contengono molto probabilmente dei
“vuoti”.
Per un panorama della cronologia dell’A.T., si veda il grafico allegato, o quello incluso in molte edizioni della
Bibbia o nelle opere di studio biblico.
Notiamo che gran parte dell’Antico Testamento si concentra su tre periodi relativamente brevi:
• l’Esodo e la conquista di Canaan – 50 anni ca. (Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè);
• l’inizio della monarchia sotto Saul, Davide e Salomone – 100 anni ca. (1° e 2° Samuele, 1° Re, 1° Cronache,
Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici);
• la caduta di Gerusalemme e l’esilio babilonese – 100 anni ca. (fine di 2° Re, Geremia, Ezechiele, Daniele,
inizio di Esdra, Neemia, Aggeo, Zaccaria).
1.3
Cronologia del Nuovo Testamento
Gli avvenimenti del Nuovo Testamento hanno luogo in un tempo molto più ristretto dell’Antico (meno di un
secolo), per cui la questione cronologica è molto meno complesso, ma forse più importante.
La nascita di Gesù ha luogo sicuramente prima dell’“anno 1”, dal momento che Erode il Grande morì nel 4 a.C. (il
calcolo dell’inizio dell’epoca cristiana, fatto molti secoli più tardi, fu errato). È posta dagli studiosi probabilmente
intorno al 6 o 5 a.C.
La durata del suo ministero pubblico è stato calcolata in modi diversi: il riferimenti più solido è alle varie salite a
Gerusalemme per le feste di Pasqua (cfr. Gv. 2:13, 6:4, 9:55). Ci sono studiosi che sostengono una durata di due o
di tre anni. Quest’ultima cifra, sostenuta per primo da Melitone di Sardi e popolarizzata da Eusebio (autore dei
“canoni eusebiani” o “armonia dei quattro Vangeli”), è la più verosimile ma non può essere data per sicura.
Anche la data della Crocifissione è incerta. La Bibbia e la tradizione cristiana unanime indicano che avvenne sotto
Ponzio Pilato, cioè tra il 26 e il 36. Secondo Lc. 3:23, Gesù aveva “circa trent’anni” quando iniziò il ministero
pubblico, che indicherebbe una data intorno al 29 o 30; altri sostengono la data del 33. Vari tentativi sono stati fatti
di stabilire la data con maggiore precisione dai dati astronomici che determinano la data della Pasqua ebraica, ma
non si riesce ad arrivare alla certezza.
Un caposaldo della cronologia degli Atti è stabilito dal proconsolato di Gallione in Acaia (Atti 18:12), fissato da
iscrizioni contemporanee al 52. Perciò il Concilio di Gerusalemme ebbe luogo nel 48; la conversione di Paolo è da
datare intorno al 34-35, e il suo arrivo a Roma (Atti 28) nel 62.
La data di composizione dei vari libri del Nuovo Testamento viene stabilita in base a testimonianze interne ed
esterne con vari gradi di sicurezza; i primi sono Galati e 1° Tessalonicesi (dal 47 al 50) e l’ultimo probabilmente
Apocalisse (intorno al 90).
(Si vedano anche le tabelle cronologiche incluse nel Panorama del Nuovo Testamento all’inizio degli Atti e delle
Epistole di Paolo).
2.
PAESI E POPOLI DELLA BIBBIA
2.1
L’EGITTO
2.1.1 Il paese
Nell’antichità l’Egitto era costituito dalla valle in cui scorre il Nilo e dal territorio bagnato dal delta del fiume.
Inoltre ad ovest del fiume c’erano alcune oasi e a nord-est si estendeva fino allo Wadi el-Arish (nell’A.T. chiamato
“Fiume d’Egitto”). Il territorio circostante era deserto. Anche la penisola del Sinai fu soggetta agli Egiziani che ne
sfruttavano le miniere.
2.1.2 Il nome
Gli Ebrei lo chiamavano Mitsraim dal nome del figlio di Cam che abitò quel paese (1 Cronache 1:8-11). Gli
Egiziani lo chiamavano Kemet (= paese nero), per il colore scuro che il limo del Nilo dava alla terra, o più
comunemente Toui (= i due paesi), riferendosi all’antica divisione del paese in Alto Egitto e Basso Egitto.
2.1.3 La lingua
Anche se con cambiamenti, la prima lingua si è perpetuata fino ai nostri giorni. La storia filologica si può dividere
in diversi periodi:
a. il vecchio egiziano, dei testi scoperti nelle piramidi;
b. il medio egiziano, lingua letteraria e popolare;
c. il tardo egiziano, documenti commerciali e lettere;
d. il demotico (700 a.C.-470 d.C.), caratteri semplificati;
e. il copto (200 d.C.-1500 circa).
La Bibbia è stata tradotta in diversi dialetti copti, di cui uno, il boharico, è ancora in uso per la liturgia copta.
I geroglifici si dividono in due categorie:
1. ideogrammi, segni che rappresentano oggetti o esprimono idee collegati ad essi;
2. segni fonetici: sono ideogrammi che non indicano più l’oggetto rappresentato, ma un suono; accostando vari di
questi segni si formavano parole nuove. Già prima del 3000 a.C. gli Egiziani avevano elaborato 24 lettere
consonanti (le vocali non erano scritte), quindi un alfabeto usato all’inizio come complemento ai geroglifici. Gli
scrivani già nell’impero antico avevano cominciato a semplificare i geroglifici. Nasceva così la scrittura
ieratica, e successivamente fu inventato una specie di corsivo di questa scrittura, il demotico.
4
La decifrazione degli antichi geroglifici rimase a lungo un problema. Ma nel 1799 i soldati di Napoleone trovarono
a Rosetta una pietra recante un’iscrizione in tre lingue: geroglifici, demotico e greco. Era un editto del 196 a.C. in
onore di Tolomeo Epifane. Nel 1815 fu scoperta a Filae un’altra iscrizione in due lingue – geroglifici e greco –
riguardante Tolomeo Fisicon e le due Cleopatre. Nel 1822 lo studioso francese Champollion, facendo uso delle due
precedenti scoperte, riuscì a decifrare pienamente gli antichi geroglifici.
2.1.4 Il Nilo
È la sorgente di vita del paese. L’inondazione annuale (19 luglio) porta concime, il limo, sulla terra circostante, ma
una scarsa inondazione significava uno scarso raccolto e una violenta inondazione significava distruzione e morte.
Oggi grandi dighe controllano le inondazioni.
2.1.5 Mezzi di trasporto
Barche di papiro e di legno permisero di risalire il corso del Nilo, dal mare fino alla prima cateratta. Il fiume era la
“autostrada” dell’Egitto, percorrendo tutto il paese.
2.1.6 Storia
Uno storico egiziano degli anni 305-285 a.C., certo Manetone, scrisse in greco la storia del suo paese dividendo la
lunga lista di faraoni in 30 dinastie a partire dal 2900 a.C. circa fino al 332 a.C.
L’epoca preistorica (5000-2900 a.C.) viene illuminata dagli scavi archeologici. Le diversi popolazioni si coalizzano
e l’unità si consolida fornendo la base economica, sociale e politica che diede vita alla prima dinastia. I due potenti
stati che avevano preso vita, l’Alto Egitto nella valle e il Basso Egitto nel delta (simboleggiati dal loto e dal papiro)
furono unificati da Menes che fondò la prima dinastia verso l’anno 2900 a.C.
Il periodo successivo ci è descritto meglio dai ritrovamenti di antiche iscrizioni e scritti.
Il seguente grafico renderà più chiara la successione delle dinastie, le date e le correlazioni con i personaggi della
Bibbia:
Thinita
Dinastie
1–2
3000
Faraoni
Personaggi
biblici
Menfitico
3–6
2500
Regno
medio
Medio
tebano
2° periodo
intermedio
Periodo
Regno antico
(“Periodo delle
piramidi”)
1° periodo
intermedio
Età preistorica
(leggendaria)
7–10 11 – 12
1500
Hyksos
(“re
pastori”)
Abramo Giuseppe
Nuovo
tebano
18 – 20
2000
Cheope,
Kefren,
Micerino
Impero
Ramses II
(“Abiru”
e “’Ir”)
Amenofis II
Merneptah
(1232-1222)
Mosè
d ec l
ino
Epoca tarda
(“declino”)
Delta
Saitico
…e
esa
Asc
Persiano
21 – 24 – 25 – 27 – 30
1000
Scishak
500
Neco II
Tirhaka
Salomone
Giosia
Geroboamo Geremia
2.1.7 Punti di contatto con l’Antico Testamento
A. La prima menzione biblica dell’Egitto si ha in Genesi 12:10, dove rappresenta un luogo di rifugio dalla carestia,
dal momento che l’Egitto (grazie al Nilo) non aveva bisogno delle piogge, invece vitali per la Siria e la
Palestina. Abramo vi si rifugia con la propria famiglia (sec. XXII-XXI, secondo la “cronologia lunga”, o XIXXVIII secondo la “cronologia breve”).
B. Nella prima parte del sec. XIX (“cronologia lunga”) oppure durante la dinastia degli Hyksos (sec. XVII-XVI,
“cronologia breve”) Giuseppe viene venduto schiavo in Egitto. Gli Hyksos erano di origine asiatica e
permettevano che gli stranieri risiedessero sul loro territorio. Molti stranieri erano ammessi alle più alte cariche
dell’Impero.
5
• Un’iscrizione del 1600 a.C. attesta che la regione del delta era ricercata dai pastori per i suoi ricchi pascoli.
Questo corrisponde con il fatto che Giacobbe si sia stanziato nel paese di Goscen ad est (Genesi 46:34).
• Moltissimi dipinti rappresentano i tipi di vestiti indossati da Giuseppe in qualità di ufficiale (Genesi 41:42).
• L’imbalsamazione (mummificazione) cui furono sottoposti Giacobbe e Giuseppe è rimasta famosa fino ad
oggi (Genesi 50:2-3,26).
C. Al tempo del faraone Ramses II (1290-1224 a.C.) è possibile che gli Israeliti fossero impiegati per costruire due
città di approvvigionamento, Pithom e Ramses (Esodo 1:11) (da questa identificazione deriva la “cronologia
breve”, cioè l’Esodo datato nel 1215 a.C. ca.)
• Alcuni papiri di quest’epoca menzionano gli “Abiru”, che alcuni studiosi identificano con gli Ebrei,
impiegati per le costruzioni grandiose dei faraoni; parlano inoltre di uomini “che fabbricavano ogni giorno la
loro quota di mattoni” e di funzionari che non avevano né uomini né paglia per fabbricare mattoni (Esodo
5:7).
• Nella parte ovest di Tebe sono stati ritrovati “cartellini di lavoro” scritti su cocci che registrano le giornate di
lavoro e i motivi per le assenze: alcuni gruppi di persone ricevevano giorni di permesso in occasione di feste
religiose locali.
• La stele di Merneptah (Museo del Cairo) del 1232-1222 menziona gli Israeliti come abitanti della Palestina.
D. Il faraone Scishak, o Sisac (925 a.C.) sottomise Roboamo e Geroboamo e fece registrare la sua vittoria nel
tempio di Karnak (1 Re 14:25; 2 Cronache 12:2,9-11). Delle iscrizioni trovate a Karnak e a Meghiddo
testimoniano di questa vittoria.
E. Quando Sennacherib, re d’Assiria, marciò contro Giuda (sec. VII), a regnare in Egitto si trovava il faraone
Tirhaka (Isaia 37:9; 2 Re 18-19). I profeti esortavano a non unirsi all’Egitto, ormai una potenza in declino e non
in grado di fronteggiare i potenti Assiri.
F. Il faraone Neco II (2 Re 23:29,33-35) sconfisse e ferì a morte il re Giosia di Giuda (609-594 a.C.). La classe
dirigente di Gerusalemme rimase fedele ai faraoni, provocando l’invasione e il successivo asservimento ai
Babilonesi (2 Re 24:1,10-17; 25:1 e segg.)
G. Dopo la conquista babilonese (586), Geremia fu portato forzatamente da un gruppo di Giudei superstiti in
Egitto, dove scrisse le sue ultime profezie.
Storia successiva:
• Nel 525 a.C. il re persiano Cambise II, successore di Ciro, conquista l’Egitto.
• Nel 332 il greco Alessandro Magno libera e si sottomette l’Egitto.
• Nel 30 a.C. l’Egitto diventa provincia romana.
• Dal 395 d.C. è sotto la dominazione bizantina.
• Nel 639 d.C. è conquistata dagli Arabi musulmani.
2.1.8 Religione
In tempi remoti ciascuna città aveva la propria divinità. Come nazione gli Egiziani adoravano il Sole e il Nilo quali
donatori di vita. L’insieme di tutte le divinità e credenze era molto complesso.
Ammone o Ra o Ammon-Ra era il dio del sole; Osiride era il dio del Nilo, della fecondità e dell’aldilà; Thot e
Khons erano gli dèi della luna; Nut era la dea del cielo; Api era il dio delle inondazioni. Diversi animali erano
considerati sacri. Usavano anche portafortuna: popolare era lo scarabeo, simbolo della vita.
Il faraone era l’intermediario fra gli dèi e il popolo.
Nel XIV secolo a.C. il faraone Akhenaton cercò di unificare tutte queste credenze sottomettendole al monoteismo
solare. L’impresa riuscì solo per 10 anni, poi si ritornò alla confusione di prima.
Agli stranieri era concesso del tempo per adorare il proprio dio (Esodo 5:3). Gli Egiziani, accanto al culto delle
forze della natura, avevano il senso delle verità morali, del bene e del male; avevano anche idee nette sulla
condotta, sul peccato e la giustificazione, sull’immortalità.
2.1.9 Influenze nella letteratura biblica
• Alcuni hanno suggerito che il Salmo 104 possa essere messo in relazione con l’inno al sole del faraone Echnaton
(1364-1347 a.C.).
• Proverbi 22:17-23:12 si può mettere in relazione con la sapienza di Amenemopet (X-VII secolo).
• La burocrazia di Davide (2 Samuele 8:15-18; 20:23-26) viene considerata di origine egiziana (la città-stato di
Gerusalemme conquistata da Davide era infatti vassalla dell’Egitto).
6
2.1.10 La religione egiziana e la Bibbia
Jahveh trattava con il suo popolo nella storia. Esigeva
obbedienza e un atteggiamento giusto (1 Samuele 15:22)
Gli dèi egiziani erano da propiziare per
finalità umane.
Jahveh non aveva bisogno di mangiare (Salmo 49:11-13)
Gli dèi egiziani mangiavano e bevevano e
avevano mogli.
I riti del Tabernacolo miravano a istruire il popolo sulla
purezza di Dio ed erano semplici e seguiti da tutto il popolo.
I riti erano simbolici e fatti di atti magici;
erano complicati e riservati a pochi.
2.2
LA MESOPOTAMIA
2.2.1 Il paese e il nome
Il termine “Mesopotamia” è greco per “tra i due fiumi” ed indica il territorio compreso tra i fiumi Tigri e Eufrate,
occupato nel corso dei secoli da diverse civiltà: i Sumeri, gli Accadi, i Babilonesi, gli Assiri e i Mari.
2.2.2 La scrittura
In Babilonia, a sud della Mesopotamia, fu inventata la scrittura più antica a noi nota: la scrittura cuneiforme. Essa
all’inizio era formata da 800 o più figure che indicavano oggetti o idee. Queste figure in seguito passarono ad
indicare sillabe e furono poi usate solo per il loro valore fonico. Ancora più tardi furono introdotti segni indicanti
funzioni grammaticali. Le tavolette d’argilla redatte nella scrittura più antica non sono state decifrate, mentre lo
sono state quelle dal 3200 a.C. in poi, redatte nel cuneiforme decifrato dallo studioso Henry Rawlinson verso il
1850.
2.2.3 Il Tigri e l’Eufrate
I due fiumi sono la sorgente di vita del paese. La terra compresa tra di essi è fertile e fu oggetto di continue contese
per i popoli che abitavano zone desertiche o altipiani poco sfruttabili. Le inondazioni dei fiumi non erano
prevedibili, come invece accadeva per il Nilo.
STORIA
Tre stirpi si avvicendarono nel governo di questi territori: i Sumeri, i Semiti e gli Indoeuropei.
L’origine dei Sumeri è incerta; Semiti furono gli Accàdi, i Babilonesi e gli Assiri; Indoeuropei invece furono gli
Ittiti, i Medi e i Persiani.
2.2.4 I Sumeri (a Sud)
Già prima del 3000 a.C. alcune parti del territorio tra i due fiumi erano abitate da popoli da noi poco conosciuti: i
Sumeri (Sumer) e gli Accàdi (Akkad). Ogni città era uno stato indipendente (Ur, Uruk, Lagash, Umma, ecc.), in
continua guerra tra loro per il predominio.
Sembra che siano stati loro ad inventare la scrittura, i veicoli a ruota, la civiltà urbana, la scuola, gli assegni e le
cambiali, il parlamento (ad Uruk il re riuniva il popolo prima di prendere una decisione importante).
Alcune storie copiate verso il 2000 a.C. raccontano le gesta di eroi e di dèi sumerici; il più famoso è Gilgamesh di
Uruk del 3000 a.C., del quale si racconta che abbia incontrato un personaggio scampato al Diluvio universale.
Anche se questo popolo fu soppiantato, la sua cultura rimase ancora per secoli come substrato alle popolazioni che
si impiantavano o erano trapiantate in Mesopotamia.
2.2.5 Gli Accàdi (a Nord)
Verso il 2300 a.C. i Semiti assunsero il controllo di una parte del paese sotto il re Sargon, con capitale del regno
Akkad. Questo re estese il dominio fino alla Siria settentrionale. Un’altra dinastia di Accàdi regnò da Ur su un
vasto impero fino al 2000 a.C.
2.2.6 I Babilonesi
Il primo impero. Dopo il 2000 a.C. (alcuni precisano il 1894, altri il 1792) il re amoreo Ammurabi (6° re della I
dinastia babilonese) riunì Sumer e Akkad sotto il suo governo e il paese prese il nome di Babilonia dalla sua
capitale (un nome precedente fu “paese di Scinear”). Questo re conquistò tutta la Mesopotamia, eseguì grandi opere
pubbliche e compilò una raccolta di leggi. (Il “codice” di Ammurabi fu scoperto a Susa nel 1901. Oggi si trova
conservato nel Museo di Parigi.)
7
Dopo sei o sette secoli le continue invasioni indebolirono il regno. Ne approfittarono gli Assiri (verso il 1146 a.C.)
della Mesopotamia centrale per assumere il controllo del territorio fino al 612 a.C. circa, quando una coalizione di
popoli li sconfisse.
Nel 612 ebbe dunque inizio il secondo impero babilonese che giunse al massimo splendore sotto Nabucodonosor
(o Nebucadnetsar) (605-562). Questo re assalì due volte la Giudea, distrusse Gerusalemme e deportò i ribelli.
Daniele cap. 4 ne descrive l’abbattimento.
•
•
•
•
Nel 538 Babilonia cadde sotto il re persiano Ciro.
Nel 323 gli successe il greco Alessandro Magno.
Nel 312 seguirono i Seleucidi.
Dal 171 dominarono i Parti, fino al 226 d.C.
2.2.7 Gli Assiri
Tra i due imperi babilonesi, ebbero predominio gli Assiri (1146-612). Il massimo splendore fu raggiunto sotto
Tiglath-Pileser, che controllava tutte le strade dell’Asia occidentale. Il re Shalmaneser III (860-825) combatté
nell’854 contro Achab re d’Israele; successivamente Jehu dovette pagargli un tributo. Nel 722 conquistarono
Samaria e deportarono gli Israeliti (regno del Nord). Nel 701 Sennacherib impose un tributo a Ezechia (2 Re 18:1316) e ordinò la deportazione anche dei Giudei, e nel 688 invase di nuovo il paese; Gerusalemme però in
quell’occasione si salvò.
3000
2500
Terah
2000
Abramo
ASSIRI
Nabucadonosor (605-562)
Assurbanipal (669-626)
Ciro (539-530)
PERSIANI
Alessandro Magno
BABILONESI
(1° impero)
ACCADI
BABILONESI
(2° impero)
SUMERI
Tiglath-Pileser (754-727)
Shalmaneser V (727-722)
Sargon (722-705)
Shalmaneser III (859-824)
Achaz di Giuda cercò la protezione assira e Manasse le rimase fedele. Giosia cercò di rinforzare Giuda, ma morì in
guerra (609). I profeti Amos, Osea, Michea e Isaia parlano di queste situazioni. Una leggenda dice che Isaia fu
ucciso dal filo-assiro Manasse. Una coalizione di popoli li sconfisse nel 612 e da allora l’Assiria non fu più una
nazione indipendente.
SELEUCIDI
1500
Giuseppe
Mosè
Davide
CADUTA DI SAMARIA
(Deportazione di
Israele): 722
CADUTA DI
GERUSALEMME
(Deportazione di
Giuda): 589
N.B. In molti testi di storia Babilonesi e Assiri vengono considerati come un unico popolo e si parla di un unico
impero assiro-babilonese dal 1900 al 538. Questo perché, avendo radice comune (la cultura sumerica e
accadica), la loro lingua, religione e cultura sono simili.
2.2.8 La religione
Per entrambi i popoli è di tipo naturale, animista, che divinizza le forze e le leggi della natura; la terra e il mare, il
sole e i pianeti e un gran numero di forze occulte per lo più avverse (i demoni). Due divinità primeggiano: Marduk
(babilonese) e Assur (assiro). Altri dei: Anu – il cielo, Bel – regione abitata dall’uomo, Ea – le acque, Sin – la luna,
Shamosh – il sole, Ramma – la tempesta. Il culto per il sole e i pianeti condusse gli studiosi ad effettuare
osservazioni astronomiche, con la derivante formulazione di un calendario, il calcolo della distanza tra la terra e i
pianeti che scoprirono (astronomia). Ad alcuni pianeti consacrarono i giorni della settimana. I sacerdoti babilonesi
accoppiarono alla scienza l’arte di indovinare il futuro, convinti che le stelle influissero sull’agire umano
(astrologia). Erano socialmente più progrediti degli Egiziani per due ragione: non divinizzavano il re e non
escludevano la possibilità di ascesa nella scala sociale.
8
2.2.9 Arte e cultura
Ad essi sono attribuite la prima divisione dei pesi e delle misure, l’uso della scrittura cuneiforme, la misura degli
angoli, la divisione del cerchio in 360 gradi e il grado in 60 minuti, la divisione del giorno in 24 ore e l’ora in
minuti e secondi; l’estrazione delle radici quadrata e cubica, il calcolo di aree e di volumi, la formula risolutiva
delle equazioni e infine l’invenzione delle tabelline di moltiplicazione.
Inventarono l’arco e la volta, sconosciuti agli altri popoli; raramente invece fecero uso di colonne. Costruirono
giardini pensili. I templi (ziggurat) erano a diversi piani sovrapposti e di area decrescente (“piramide a gradini”);
dalla loro sommità i sacerdoti studiavano il cielo, diviso in 12 settori caratterizzati dai “segni dello zodiaco”; da essi
deriva la pratica superstiziosa dell’astrologia, ma anche la scienza dell’astronomia. Qualcuno pensa che la torre di
Babele fosse la più alta di queste ziggurat. Le vie commerciali correvano lungo i fiumi: l’Eufrate era infatti
navigabile per molti chilometri.
2.2.10 Punti di contatto con l’Antico Testamento
I profeti: Amos e Osea in Israele (regno del nord); Isaia emergente in Giuda (regno del sud)
Il profeta israelita Giona fu mandato a profetizzare contro Ninive, la capitale assira, probabilmente nella seconda
metà del IX secolo a.C. Ma a causa del ravvedimento del re e dei suoi abitanti, la minacciata distruzione fu rinviata
per oltre 100 anni, durante i quali gli Assiri completarono la distruzione di Israele e la deportazione della sua
popolazione.
Nel secolo VIII gli Assiri erano la maggiore potenza mondiale, e i popoli minori vivevano sotto la costante
minaccia di una loro invasione. Acaz, re di Giuda, per combattere contro Damasco e Israele, che stavano assediando Gerusalemme, cercò aiuto negli Assiri; ma Isaia profetizzò che gli stessi Assiri avrebbero sottomesso il
paese. Il re assiro Tiglath-Pileser III (745-727) accettò Acaz e Giuda come vassalli e conquistò Damasco (732) e
gran parte di Israele. Nel 722 gli Assiri debellarono Samaria e deportarono gli abitanti di Israele, ponendo fine alla
sua esistenza come nazione (2° Re 17).
Successivamente invasero anche Giuda. Gli Assiri concludevano trattati coi loro vassalli; se poi questi li infrangevano, cercavano di ripristinare la situazione prima per via diplomatica e poi con l’esercito. Così fu per Giuda.
Acaz mantenne fede al trattato, ma suo figlio e successore Ezechia prese parte a una ribellione generale alla morte
del re assiro Sargon nel 705. Il nuovo re Sennacherib, dopo aver sottomesso Babilonia, si volse verso Giuda (701)
come aveva predetto Isaia (2 Re 18 – 19:37; 2 Cronache 32). Gerusalemme però non cadde grazie alla previdenza
di Ezechia, che aveva costruito una galleria sotterranea per l’approvvigionamento dell’acqua. Nei documenti di
Sennacherib si legge: “Assediai e conquistai 46 città fortificate di Ezechia e deportai di là 200.150 persone…
Chiusi (Ezechia) come un uccello in gabbia in Gerusalemme, la sua capitale… il terribile splendore della mia
signoria lo sopraffece… egli inviò 30 talenti d’oro e 300 talenti d’argento a Ninive”.
Nel 690 una coalizione di stati mesopotamici sconfisse gli Assiri. Ne approfittò Ezechia per allearsi con l’Egitto
(cfr. Isaia capp. 30-31), ma Sennacherib si riprese e nel 688 invase di nuovo Giuda. Quando intimò la resa ad
Ezechia, Isaia profetò: “Così dice l’Eterno contro il re d’Assiria: non entrerà in questa città e non vi lancerà una
freccia… io proteggerò questa città…” E durante la notte l’angelo dell’Eterno percosse 185.000 Assiri.
Sennacherib poi sottomise l’accondiscendente Manasse, figlio e successore di Ezechia, che in questo modo poté
regnare per molti anni. Egli ripristinò il culto agli idoli.
Verso la fine del secolo VII a.C. l’Assiria fu soggiogata dai Babilonesi, che presero Ninive nel 612.
(I Babilonesi: Geremia; 2 Re 24:31 – 25:30; 2 Cronache 36:11-21; Geremia 39)
Mentre l’Assiria era ancora la potenza dominante, Isaia aveva già profetizzato la conquista di Giuda da parte dei
Babilonesi, all’epoca una potenza minore (cap. 39).
Dopo la conquista dell’Assiria, il re babilonese Nabucadonosor (605-562) domò diverse ribellioni, tra cui quella di
Giuda, il cui re Joiachim fu suo vassallo, e punì i Giudei con la deportazione di alcuni dei suoi giovani più
promettenti, fra cui il giovane Daniele (604). Nel 601, approfittando di un’importante vittoria degli Egiziani sui
Babilonesi, Joiachim si ribellò di nuovo. Nabucadonosor mandò gli eserciti dei suoi vassalli contro Giuda, che per
due anni fu devastata. Il re di Giuda morì e gli successe il figli Joiachin, che dopo aver resistito tre mesi agli
attacchi di Nabucadonosor si arrese il 15 marzo 597. Il re babilonese deportò in Babilonia un cospicuo numero di
Giudei (fu questo il “Primo esilio”), fra i quali lo stesso re e il sacerdote-profeta Ezechiele, e mise sul trono di
Giuda lo zio di Joiachin, Sedechia.
Nel frattempo Geremia chiedeva al popolo di accettare questo vassallaggio come meritato castigo di Dio per la
9
ribellione a Dio (Geremia 25-27). Ma nel 589 Sedechia dichiarò l’indipendenza provocando l’invasione dell’intero
territorio di Giuda di parte di Nabucadonosor. Le città capitolavano l’una dopo l’altra finché rimasero solo Azeka,
Lakish e Gerusalemme. Le prime due furono sopraffatte nel dicembre del 589 e rimase solo la capitale. Il faraone
Hofra attaccò alle spalle l’esercito babilonese, che ritirò l’assedio da Gerusalemme. Dopo aver sconfitto gli
Egiziani, però, i Babilonesi ritornarono ad assediare Gerusalemme, mentre ancora Geremia esortava alla resa. Nel
luglio del 587 Nabucadonosor conquistò Gerusalemme e il mese successivo fece bottino del tesoro del tempio e
della reggia e deportò gran numero di Ebrei. Geremia fu risparmiato e trasferito a Rama a nord di Gerusalemme.
Era stato nominato dal re babilonese un governatore ebreo di nome Ghedalia, ma i capitani dell’esercito di Giuda
ordirono un complotto uccidendo Ghedalia e gli Ebrei che erano rimasti in città. Poi per paura della vendetta
babilonese fuggirono in Egitto, portando a forza con loro anche Geremia. I babilonesi fecero vendetta e per la terza
volta: invasero il paese portando via molti Ebrei.
L’esilio durò circa 70 anni (dalla data del primo esilio), come aveva profetizzato Geremia.
RIASSUMENDO:
• Israele (regno del nord) viene deportato dagli Assiri nel 722;
• Giuda (regno del sud) viene deportato dai Babilonesi nel 604, nel 597 e nel 587.
2.2.11 L’esilio babilonese
Importanza – Pur se di breve durata e politicamente insignificante, per gli Ebrei esso acquista grandissima
importanza perché:
• comporta l’allontanamento dalla Terra Promessa;
• segna la fine dell’esistenza di una nazione ebraica politicamente indipendente, fino ai tempi moderni;
• rappresenta una duratura lezione, insegnando a prendere sul serio l’ira e il castigo di Dio;
• segna l’inizio della diaspora (dispersione fra gli altri popoli) che dura fino ad oggi. Fu durante l’esilio che
nacquero le istituzioni rimaste ancora oggi in vita per Israele fra i popoli.
Condizioni – Gli esuli abitavano vari luoghi dell’impero babilonese e si dedicavano al commercio, all’agricoltura,
all’industria; in ogni centro c’era una comunità con capi (gli anziani), a cui erano affidati funzioni giudiziarie sugli
esuli. È possibile che i deportati dall’Assiria si siano uniti ai deportati da Babilonia (Israele-Giuda).
Vita religiosa – C’era libertà di osservanza dei propri precetti. Fu sospeso il culto con sacrifici perché non c’era più
il Tempio, ma i Giudei continuarono a radunarsi per leggere la Torà e i profeti, guidati dagli anziani o dai profeti.
Nacque in questo modo la sinagoga come luogo di riunione, di studio e di preghiera (la preghiera pubblica sostituì i
sacrifici). Le feste, dal carattere agricolo che avevano, assunsero carattere storico. I sacerdoti, ora liberi dal rituale
dei sacrifici, divennero maestri e guide spirituali.
L’ebraico rimase come lingua biblica e liturgica, ma nell’uso quotidiano fu gradualmente soppiantata dalla lingua
internazionale, l’aramaico (lingua semitica – quindi simile all’ebraico – della Siria, ossia Aram).
Ezechiele fu tra i deportati del 597 e svolge l’intero suo ministero in esilio, in Babilonia. All’inizio del suo
ministero predica, al pari di Geremia, la distruzione. Dopo il suo messaggio diventa più consolatore e parla della
ricostruzione (ossa secche che si vivificano) a mezzo degli esuli e non di quelli rimasti in Israele, della penitenza,
del culto; le sue profezie hanno un carattere più generale (escatologico) e non concreto come quelle di Isaia e di
Geremia; le profezie più notevoli riguardano i re Gog e Magog visti come difensori del paganesimo.
Anche Daniele svolge il suo ministero in Babilonia. Fu tra gli esuli della prima ondata, dopo la battaglia di
Carchemis del 605, e diventa una figura importante nell’amministrazione imperiale, a contatto stretto con il re
Nabucadonosor; e successivamente in quella persiana, dopo la loro conquista di Babilonia nel 539.
2.3
I FENICI
Il popolo dei Fenici visse su una striscia di terra tra il Mar Mediterraneo e i monti del Libano, tra il monte Carmelo
e la Siria. Non potevano praticare l’agricoltura e la pastorizia; avevano però un’altra grande risorsa, il mare. Le città
più importanti furono Biblo, Sidone e Tiro. Essi fondarono innumerevoli colonie sulle coste dove approdavano, che
all’inizio altro non erano che posti di sbarco per la merce; la più famosa fu Cartagine, sulla costa nordafricana, a
lungo rivale di Roma per il dominio sul mondo mediterraneo.
L’importanza di questo popolo nella storia mondiale e in quella divina, e quindi nella maturazione dei tempi,
risiede in tre fatti:
1) furono un popolo marinaro e di commercianti che mise in contatto diverse civiltà;
10
2) trasformarono gli antichi alfabeti, riducendolo ad un composto da 22 segni fonetici (alfabeto fonetico);
3) svilupparono l’uso del papiro (la prima forma di carta) come materia per la scrittura, in sostituzione delle
pesanti e fragili tavolette di creta: la parola greca per “libro” (biblos, da cui “biblioteca” e “Bibbia”) deriva
dalla città fenicia omonima.
La religione fenicia seguiva idee cananee e fu introdotto anche in Israele da Jezebel, figlia di un re di Sidone,
sposata dal re Acab. Adoravano il dio della fecondità Baal, culto combattuto dal profeta Elia (1Re 18) e i suoi
successori. Da questo dio derivano nomi di origine fenicia quali Annibale, Asdrubale.
Al tempo di Davide e di Salomone, verso l’anno 1000 a.C., il re di Tiro strinse alleanza con gli Ebrei (1 Re 9:10 e
segg.); fornì il legname per la costruzione del Tempio e della reggia, e insieme a Salomone allestirono una flotta sul
Mar Rosso per commerciare oro e gioielli.
2.4
GLI ITTITI
Questo popolo si stanziò in Asia Minore, nella Turchia moderna, con capitale Hattushash, l’odierna Bogaz-Koi
(presso Ankara, capitale odierna della Turchia). Per molti secoli il ricordo di questa civiltà è continuato a esistere
solo per mezzo della Parola di Dio; solo nel 1906 essa è stata riportata alla luce. Voltaire criticava la Bibbia
dicendo che essa conteneva nomi di popoli inventati, riferendosi agli Ittiti, ma l’archeologia con Winckler lo ha
smentito. Nell’archivio di stato ittita sono state ritrovate molte tavolette d’argilla con lettere di politica interna e
estera. Il governo era monarchico-nobiliare, cioè il re governava con l’assistenza di un gruppo di nobili.
Intorno al 2000 a.C. gli Ittiti riuscirono ad assoggettare i popoli dei dintorni facendone degli alleati. Formarono un
grande impero che raggiunse il suo splendore intorno al 1500 a.C., conquistando per breve tempo anche Babilonia.
Verso il 1330 si spinsero fin verso l’Egitto e nel 1294 a Kades sul fiume Oronte vinsero gli Egiziani e firmarono un
trattato di pace con essi (il faraone sposò la figlia del re ittita). Dopo il 1200 incominciò la decadenza a causa di
divisioni interne.
Il contatto con i Babilonesi e con gli Egiziani influenzò lo sviluppo culturale degli Ittiti. Essi usarono per scrivere
sia i geroglifici egiziani che il cuneiforme babilonese; i primi furono usati dai re e dai sacerdoti, il secondo dagli
uomini colti.
Furono politeisti e adoravano le forze della natura. Le loro leggi erano superiori anche a quelle di Ammurabi, in
quanto non applicavano la legge del taglione e permettevano agli schiavi di avere proprietà. Fecero uso di carri di
guerra leggeri con ruote a raggi e trasformarono il ferro in acciaio per gli strumenti di guerra. Fu il primo stato
civile dell’antichità e favorì il contatto pacifico fra le popolazioni.
In Genesi 23 si parla di emigranti ittiti. Uria, marito di Bat-Sceba, e Ahimelec, guerrieri al servizio di Davide, erano
ittiti. Salomone commerciò con loro in cavalli e amò donne ittite (1Re 10:28 e segg.; 11:1). Al tempo di Eliseo
erano ancora presenti sulla scena militare e diplomatica mediorientale (2 Re 7:6).
2.5
ALTRI POPOLI
Aramei (Siri) – di stirpe semitica, era un popolo formato di numerose tribù ognuna incentrata su una città.
Vivevano sparsi in Siria, in Assiria, in Babilonia, in Galilea e in Damasco (il più importante regno arameo). I loro
re combatterono spesso contro Israele e Giuda: Davide li assoggettò, mentre ai tempi di Elia e di Eliseo le loro
incursioni in territorio israelita erano frequenti.
La diffusione di questo popolo permise che la loro lingua diventasse quella usata nelle relazioni con altri popoli a
partire dal 750 a.C. Solo quando sopraggiunse il greco dopo le conquiste di Alessandro Magno (330 a.C. ca.)
l’aramaico passò in secondo piano, rimanendo però la lingua parlata di una vasta zona (gli Ebrei ai tempi del N.T.
parlavano aramaico, così Gesù). Alcune espressioni aramaiche si ritrovano in Matteo 27:45; Marco 5:41, 14:36, e
alcuni brani dell’A.T. sono scritte in questa lingua (2 Re 18:26; Esdra 7:12-26; 4:7-6:18; Daniele 2:4-7:28).
Elamiti – vivevano ad est di Babilonia, con capitale Susa. Il loro re Kedorlaomer fu sconfitto da Abramo; degli
Ebrei residenti in Elam ascoltarono Pietro il giorno di Pentecoste. Genesi 14:1; Esdra 4:9; Isaia 11:11; 21:2;
Geremia 25:25; Atti 2:9.
Ammoniti – ad est del Giordano e a nord del Mar Morto (cfr. Amman, attuale capitale della Giordania), tra i fiumi
(wadi) Iabbok e Arnon. Furono quasi sempre in guerra con gli Ebrei. Interferirono nell’opera di Neemia. La loro
lingua era simile all’ebraico, erano discendenti dall’incesto di Lot. Genesi 19:38; Neemia 2:10,19; 4:1,7.
Moabiti – a sud del torrente Iabbok, erano discendenti dall’incesto di Lot, sempre in guerra con gli Ebrei,
11
adoravano il dio Chemosh, che a somiglianza di Jahveh interferiva nella storia degli uomini. Anche la loro lingua
era simile all’ebraico.
Edomiti – a sud di Moab, imparentati con gli Ebrei in quanto discendenti di Esaù, occuparono gran parte del
territorio a sud di Giuda lasciato libero dagli esiliati. Questa zona fu nota poi col nome di Idumea e fu patria della
famiglia di Erode. Genesi 36:1-19; 36:38; Geremia 49:7-22.
Amalekiti – nomadi discendenti di Esaù, sempre nemici degli Ebrei. Genesi 36:12-36; Numeri 14:43-45; Giudici
3:13; Deuteronomio 25:19; 1 Samuele 15.
Filistei – stanziatisi tra il Mediterraneo e Giuda contesero con gli Ebrei soprattutto ai tempi dei Giudici e fino a
Davide. (Sansone e Dalila, Davide e Golia).
ARABI:
Madianiti – a sud di Edom; discendevano da Abramo attraverso la seconda moglie Ketura. Mosè sposò una donna
madianita, Genesi 37:28; 25:1-6.
Dedaniti – erano madianiti della città di Dedan. Isaia 21:13; Geremia 25:23.
Nabatei – si stabilirono nel territorio edomita e madianita e formarono un regno potente con capitale Petra.
A SUD:
Cush (Sudan) – a sud dell’Egitto, il faraone Tiraqa era di Cush, così pure Ebed-Melech che salvò Geremia. La
regina ebbe il titolo di Candace: un suo cancelliere fu portato da Filippo alla fede in Cristo. 2 Re 19:19; Geremia
38:7; Atti 8:27.
ISOLE:
Cipro – Elishah in Ezechiele 27:7 e Kittim in Daniele 11:30.
Creta – Kaftor nell’A.T., sede della civiltà minoica, da lì vennero i Filistei. Geremia 47:4; Atti 18:25.
2.6
I PERSIANI
Il territorio governato dal popolo persiano – di origine indoeuropeo – all’apice del suo splendore comprendeva i
territori occupati o conquistati in precedenza dagli Egiziani, dagli Assiro-Babilonesi, dai Fenici e dagli Ittiti. Essi
quindi governarono un territorio che si estendeva dall’Egitto e dall’Asia Minore fino al fiume Indo, ai confini con
l’India, con un’estensione di 7 milioni di kmq. Esso fu diviso in 20 satrapie o province governate da satrapi
nominati dal re. Su tutti vigilavano degli ispettori chiamati “gli occhi del re”.
L’impero aveva cinque capitali: Susa, Ecbatana, Babilonia, Persepoli, Pasargade. Da queste città partivano
numerose strade che raggiungevano le parti più lontane dell’impero; la più famosa era la strada imperiale lunga
2600 km che collegava Susa con Sardi (Asia Minore). Aveva 110 stazioni per il cambio dei cavalli che
permettevano ai corrieri di coprire tutta la sua lunghezza in appena 9 giorni.
2.6.1 La lingua
Una nuova lingua era diventata ufficiale ed internazionale, il cosiddetto “aramaico d’impero”.
2.6.2 La storia
Essi formarono il primo grande impero orientale con Ciro, il quale iniziò la dinastia dei re persiani.
Ciro
539-528
Cambise
Dario I
528-522
522-486
Serse I
486-465
(detto anche Assuero)
Artaserse I
464-424
Dario II
424-405
Artaserse II 405-359
Artaserse III 359-338
unisce il regno dei Medi e dei Persiani, sottomette Babilonia, conquista l’Asia
Minore. Nel 538 permette il ritorno di un primo gruppo di Giudei con Zorobabele e
Giosuè.
sottomette l’Egitto; fa sospendere i lavori del Tempio.
estende i confini fino all’Indo, autorizza il completamento del Tempio (come
riportato nelle “iscrizioni di Behistun”).
invade la Grecia ma è respinto. Ester diventa regina e salva i Giudei dallo
sterminio.
permette a Esdra e Neemia di ritornare in patria.
fa costruire il Tempio dei Samaritani sul Monte Garizim.
Invade l’Egitto ma è pesantemente sconfitto. Ma al secondo tentativo riesce a
conquistarla.
12
Arsete
Dario III
338-336
336-331
L’impero persiano è conquistato da Alessandro Magno.
2.6.3 Religione
I Persiani praticavano la religione di Zaratustra (Zoroastro). Essa distingue Dio dalla natura, lo spirito dalla materia
e non ammette raffigurazioni della divinità. Insegna l’immortalità dell’anima e l’esistenza di due principi opposti
(dualismo o manicheismo): il bene e il male, la luce e le tenebre, e quindi due regni, uno governato dal dio saggio
Ahura-Mazda (in lingua moderna Ormzud), creatore di tutte le cose, assistito da sette spiriti che insieme governano
una gerarchia di angeli e di arcangeli e comanda 1000 spiriti benigni; l’altro governato dal dio malvagio Arimane
con i suoi angeli.
Essa propone di combattere il male e raccomanda la pratica del bene, la ricerca della purezza di pensieri, di parole e
di azioni. Questo culto, detto “mazdeico”, è ancora oggi praticato dai Parsi e dagli Irani d’India, discendenti di
antichi profughi e migranti persiani (fuggitivi dal dominio islamico sulla Persia).
Il tardo giudaismo ha assorbito alcune influenze della dominazione persiana.
2.6.4 Punti di contatto con l’Antico Testamento: Il ritorno dall’esilio
La politica persiana di larghe vedute permise ai popoli deportati dai babilonesi di ritornare nei loro paesi di origine.
Così fu anche per Israele. Il ritorno avvenne in due periodi e in tre tappe:
1) 536-516 (20 anni). Zorobabel è governatore e Giosuè sommo sacerdote. Il popolo è ora diviso in due parti: i
rimpatriati e quelli rimasti a Babilonia.
• Nel 536 Zorobabele ritorna con 49.897 persone (elencati minuziosamente);
• godono di autonomia relativa, ma devono pagare delle tasse;
• iniziano la ricostruzione del Tempio;
• i Samaritani ostacolano la ricostruzione (Esdra 4);
• incoraggiati dai profeti Aggeo e Zaccaria, riprendono i lavori nel 520, terminati nel 516 (Esdra 6:15-22).
515-456: è un periodo poco conosciuto. Nel 478 però Ester diviene regina di Persia. L’intero libro di Ester è
ambientato fra gli esuli giudei a Susa, capitale dell’impero persiano.
2) 456-432 (25 anni). Neemia è governatore, Esdra sacerdote.
• Nel 456 Esdra ritorna con 1.754 uomini.
• Nel 444 Neemia ritorna per ricostruire le mura della città. Dopo un rientro in Persia, viene per la seconda
volta nel 432.
• Esdra instaura l’autorità della Legge.
• Neemia predica lo scioglimento dei matrimoni misti e dà esempio di misericordia ai ricchi rinunciando ai
crediti presso i fratelli poveri dal momento del rimpatrio.
• Malachia – presenta un quadro molto triste della situazione in Israele: non c’è indipendenza, il sommo
sacerdote è l’unico rappresentante dell’autonomia locale, il culto del Tempio non procede regolarmente, la
famiglia è in decadenza, non si dà la decima.
RICORDIAMO:
Israele deportato dall’Assiria nel 722; Giuda deportato da Babilonia nel 597-587; ritorno dei Giudei concesso
dalla Persia nel 536.
I libri post-esilici di Esdra, Neemia ed Ester formano la parte finale della storia dell’A.T.; gli ultimi tre profeti,
Aggeo, Zaccaria e Malachia vissero in questo periodo.
2.6.5 Dopo Esdra e Neemia: Il periodo intertestamentario
Termina il racconto dei libri biblici, e anche altre fonti tacciono per oltre un secolo. Da come si sono svolte le
vicende successive si può desumere che:
•
•
•
•
•
•
la comunità giudaica, che dipende ancora dal prefetto persiano della Samaria, va consolidandosi;
si inaspriscono i conflitti con i Samaritani (che usano solo i primi cinque libri della Bibbia);
il sommo sacerdote fa da intermediario col governo persiano;
si riorganizza il culto come al tempo di Davide (custodi, cantori, musica, salmi);
la sinagoga acquista un carattere più preciso;
si inizia la successione dei “Maestri della legge” (scribi, rabbini), più simili ai profeti che non ai sacerdoti in
quanto il loro ufficio non è ereditario ma è aperto a tutti;
• cessa l’idolatria;
13
• si fa strada l’idea che Dio ha scelto Israele per predicare a tutto il mondo;
• si rafforza la credenza in esseri di natura intermedia, gli angeli (malachim), come credevano babilonesi e
persiani, e la teologia della resurrezione e del giudizio finale.
2.6.6. Le diaspore
• Babilonese: superiore per numero agli Ebrei rimasti in patria. Ci sono due tendenze, quella conservatrice e
quella assimilatrice.
• Egiziana; deportati dal faraone Neco; i papiri di Elefantina parlano di questa comunità che costruì anche un
Tempio. Qui si traduce l’Antico Testamento in greco (versione dei LXX).
• Persiana: a Susa (Ester e Mardocheo).
2.7
I GRECI
2.7.1 Le origini – Alessandro Magno
Nel 334-323 a.C., tutti i territori che prima erano stati dei Persiani furono conquistati dal macedone Alessandro, che
in più aveva la natìa Grecia.
La civiltà greca inizia con l’epoca di Micene; di questo periodo sono gli eventi raccontati da Omero (Iliade e
Odissea) che riecheggiano, romanzandoli, avvenimenti reali. Poi le città si combattono per il predominio.
Nel V secolo a.C. la città più famosa era Atene, patria di grandi pensatori, scrittori e poeti, artisti e scultori. I nomi
di Pericle, Socrate, Platone, Aristotele, Senofonte, Sofocle, Euripide, Fidia e altri sono famosi ancora oggi. Essi
hanno esercitato un grande influsso sul mondo intero. Ogni 4 anni tutte le città si incontravano ad Olimpia per
gareggiare nei famosi giochi, interrompendo tutte le guerre fra loro; altri simili giochi si tenevano a Delfi e a
Corinto.
Le rivalità locali indebolirono la Grecia e intorno al 350 il re macedone Filippo stabilì il suo dominio su di essa. Gli
successe il figlio Alessandro Magno, un grande stratega dotato di qualità straordinarie. Ebbe per tutore Aristotele;
in guerra inventò nuove armi e strategie. Per sconfiggere Tiro costruì delle torri di legno mobili su ruote, di 50m di
altezza e con 20 piani.
Nel 334 fermò l’avanzata dell’esercito persiano sul fiume Granico e poi ancora ad Isso (battaglia raffigurata in un
bellissimo mosaico proveniente da Pompei conservato al Museo Archeologico di Napoli). Conquistò la Siria, la
Fenicia, la Palestina ed entrò in Egitto, dove fondò la città di Alessandria nel 331. Combatté di nuovo contro i
Persiani a Gaugamela oltre il Tigri e quindi le grandi capitali furono sue: Babilonia, Susa, Persepoli. Nel 327 con
100.000 uomini arrivò fino ai confini con l’India. Lo sforzo per penetrare in India sarebbe stato troppo grande per
le sue truppe e così nel 324 se ne ritornò a Susa per organizzare il suo impero. Ampliò la rete stradale e incoraggiò i
matrimoni misti per accelerare la fusione dei diversi popoli facenti parte del vasto impero. Morì di febbre nel 323 a
soli 33 anni: in 10 anni aveva formato un impero enorme.
2.7.2 L’impero diviso – Il periodo intertestamentario
Alla morte di Alessandro Magno i suoi generali si combatterono per il titolo di imperatore, ma alla fine l’impero si
divise in tre parti governati da questi successori (chiamati diadochi):
• Antigono regnò sulla Macedonia, nel nord della Grecia;
• Seleuco prese la Siria (Tracia, Asia Minore, Siria e fino all’India) con capitale Antiochia;
• Tolomeo regnò sull’Egitto con capitale Alessandria (Cleopatra è l’ultima rappresentante del regno tolomaico).
Essi fondarono tre dinastie in lotta fra loro, che alla fine furono abbattute dall’impero crescente di Roma.
La storia di Israele in questo periodo è raccontata nei libri apocrifi dei Maccabei. La Giudea è contesa tra i
Seleucidi e dai Tolomei: si possono distinguere due periodi:
Periodo egiziano o dei Tolomei:
• Tolomeo I (323-285): Alessandria è in competizione con la Grecia.
• Tolomeo II Filadelfo (285-247) raccoglie una grande biblioteca di 1000 volumi; ai suoi tempi l’A.T. viene
tradotto in greco da studiosi giudaici di Alessandria (LXX).
• Tolomeo III Euergete (247-221) lotta con i Seleucidi. In Israele ci sono partiti a favore di entrambi.
• Tolomeo IV Filopatore (221-204) lotta con Antioco III.
• Tolomeo V Epifane (204-198) sconfitto da Antioco III.
14
Periodo siriano o dei Seleucidi:
• Antioco III (198-187) prende la Giudea dai Tolomei, combatte contro Roma a cui versa poi un tributo, restaura
Gerusalemme e il Tempio. Annienta il partito tolomaico, si arroga il diritto di entrare negli affari dei Giudei e di
eleggere il Sommo Sacerdote; compie saccheggi nei santuari.
• Seleuco IV (187-175)
• Antioco IV Epifane (175-163) nel 168 saccheggia il Tempio di Gerusalemme e ordina l’obbedienza alle leggi
elleniche. Introduce la statua di Zeus nel Tempio di Jahveh, sacrifica un maiale sull’altare per profanarlo,
decreta la pena di morte per gli Ebrei praticanti e distrugge i libri sacri. È la prima persecuzione contro gli Ebrei,
che adempie la profezia di Daniele 8:23.
Antioco fa costruire palestre anche in Gerusalemme, fra cui una vicina al Tempio. La palestra in greco era
chiamata gymnasion che letteralmente significa “luogo dove ci si denuda”: gli atleti in effetti si allenavano
completamente nudi. Alcuni Ebrei e sacerdoti partecipano a questi giochi, anzi alcuni Ebrei si erano addirittura
fatto fare una plastica per nascondere la vergogna della circoncisione. Questi fatti erano abominevoli per gli
Ebrei pii.
Antioco manda messaggeri in tutti i paesi perché gli Ebrei adorino gli dèi greci, ma nel villaggio di Modien fra
Gerusalemme e Lidda Mattatia Asmoneo, sacerdote poi morto nel 166, si ribella insieme ai suoi cinque figli
Jokanan, Simeone, Giuda, Gionatan (sommo sacerdote) e Eleazar. Giuda viene soprannominato “martello” (ebr.
maqqaba) e tutta la famiglia fu in seguito conosciuto col nome di Maccabei. A loro si uniscono altri ribelli e sui
monti di Giuda riportano parecchie vittorie. Nel 165 Giuda Maccabeo libera Gerusalemme e ristabilisce l’ordine
nel Tempio. Poi i ribelli giungono in Galilea e in Transgiordania, combattono contro gli Ammoniti e contro i
Filistei di Asdod. Giuda muore in battaglia nel 161.
• Antioco V Eupatore (164-162) impiega gli elefanti nel tentativo di sconfiggere i Giudei, ma richiamato da altri
problemi conclude con Giuda un trattato che abroga le disposizioni di Antioco IV: gli Ebrei hanno riavuto la
libertà religiosa. Gionathan si allea con Roma, i suoi fratelli proseguono la battaglia e nel 142 ottengono anche
la libertà politica dalla Siria.
I libri dei Maccabei terminano con l’uccisione di Simeone, assassinato dal genero. La direzione spirituale e
politica con la carica di Sommo Sacerdote passano a suo figlio Giovanni Ircano (135-105). L’espansione
continua, con l’appoggio di Roma, fino a comprendere tutto l’Israele storico, più l’Idumea, i cui abitanti si
convertono al giudaismo, e la Samaria.
I Farisei, detti prima Hasidim che significa “pii”, non appoggiano Giovanni Ircano per le sue tendenze
ellenizzanti, mentre gli sono favorevoli i Sadducei, la classe nobile.
Gli ultimi Maccabei diedero discredito alla famiglia:
• Aristobulo I (105-104) prende il titolo di re, uccide la madre e uno dei fratelli.
• Alessandro Ianneo (104-78) è crudele, dissoluto e dominatore. Durante il suo regno Israele è più esteso che al
tempo delle 12 tribù. C’è guerra civile per 6 anni, è detestato dai Farisei, crocifigge 800 Ebrei.
• Alessandra vedova di Ianneo (78-69) è un governante saggia.
Il trono è conteso dai suoi figli Ircano II e Aristobulo II. Interviene l’Idumeo Antipatro e il romano Pompeo
Magno fa da arbitro (massacra 12.000 Ebrei, entra nel luogo santissimo); alla fine parteggia per il debole Ircano
II.
• Ircano II (63-40) cambia il titolo da “re” a “etnarca” e si accontenta di governare solo la Giudea. La Galilea e la
Samaria diventano regioni separate. Pompeo porta prigioniero a Roma Aristobulo II e nomina procuratore
Antipatro.
• Antigono (40-37), figlio di Aristobulo II, si impone per breve tempo.
• Erode il Grande (37-4 a.C.), figlio di Antipatro, è nominato dai Romani re della Giudea e fa decapitare
Antigono. I tre ultimi Maccabei pure periscono e così finisce questa illustre famiglia.
2.7.3 Influenze greche
In questo periodo il greco diventa la lingua della cultura e degli scambi internazionali. Nel II secolo l’A.T. fu
tradotto in greco (versione dei LXX, secondo tradizione fatta da 70 studiosi ebrei di Alessandria d’Egitto). Il N.T. a
volte usa il termine “Greci” per significare gli abitanti del vasto impero. Paolo, nato nella città greca di Tarso,
conosceva bene la cultura e la mentalità dei Greci: cita i loro poeti e filosofi e usa immagini tratte dalla vita greca
per comunicare il Vangelo. Ad Atene Paolo osserva il pantheon degli dèi greci, ma vede che hanno lasciato spazio
per un dio sconosciuto.
15
2.8
ROMA
La leggenda fa risalire la fondazione di Roma all’anno 752 a.C. da parte di Romolo, i cui antenati erano sfuggiti
alla distruzione di Troia. Roma fu una piccola città-stato bellicosa. La monarchia cede il posto alla repubblica,
governata da due consoli eletti annualmente dal Senato.
I Romani non erano originali, ma in compenso erano pratici, leali verso lo stato, grandi lavoratori e disciplinati.
Subirono l’influenza culturale dei Greci in modo molto profondo.
Verso il 275 a.C. Roma assume il controllo di quasi tutta l’Italia. La lotta con Cartagine dura oltre un secolo,
finendo nel 146 con la distruzione del nemico. Nel 133 l’ultimo re di Pergamo lascia in eredità a Roma i propri
territori che vengono a costituire la provincia romana dell’Asia. L’impero andava espandendosi sempre di più. Nel
63 Pompeo occupa Gerusalemme e da allora la Palestina fu sotto il controllo di Roma.
L’impero era grande per essere governato bene. I suoi funzionari si arricchivano con tasse gravose per il popolo.
Ma unificò tutti i paesi del Mediterraneo e costruì una rete di strade, a scopo militare ma che poi ebbero uso anche
commerciale, anche se nel bacino del Mediterraneo la via di comunicazione preferita rimaneva il mare. Si poteva
viaggiare per tutto il vasto territorio senza timore (pax romana): ciò valse la gratitudine universale.
Ottaviano, nipote di Giulio Cesare, sconfitto il rivale Marco Antonio, assunse il potere trasformando la forma di
governo da repubblica a una forma di monarchia ufficiosa. Diede pace all’impero e nel 27 a.C. ricevette il titolo di
Augusto; morì nel 14 d.C. Gesù nacque sotto il suo impero (Luca 2:1), mentre svolse il suo ministero, morte e
risurrezione sotto Tiberio (14-37 d.C.). Paolo viaggiò sotto Claudio (41-54) e Nerone (54-68) al quale si appellò
(Atti 25:11).
All’inizio i Romani cercarono di governare la Palestina attraverso la famiglia degli Erodi, dividendola tra i figli di
Erode il Grande:
• Archelao regnò sulla Giudea e la Samaria (4 a.C.-6 d.C.), ma dopo aver compiuto una strage di Giudei
dentro il Tempio fu rimosso dai Romani e sostituito da un procuratore romano; il quinto ad occupare questo
ufficio fu Ponzio Pilato (26-36 d.C.).
• Erode Antipa (nei Vangeli chiamato “Erode il tetrarca”) regnò sulla Galilea e la Perea (regione della
Transgiordania) dal 4 a.C. al 39 d.C. Fu lui ad arrestare e uccidere Giovanni Battista. Suo figlio Erode
Agrippa I (39-44) fu nominato re di tutta la Palestina (41) e ordinò l’uccisione dell’apostolo Giacomo figlio
di Zebedeo (Atti 12:1-2); fu seguito dal figlio Erode Agrippa II (nipote di Antipa e pronipote di Erode il
Grande), colui che interroga Paolo prigioniero a Cesarea (Atti capp. 25-26).
• Filippo, l’unico buon governatore tra gli Erodi, regnò sull’Iturea, a nord del Lago di Galilea, stabilendo
come sua capitale Cesarea Filippi.
Nel 66 d.C. gli Ebrei si ribellarono a Roma e Tito, figlio di Vespasiano, li sconfisse nel 70 d.C. distruggendo
Gerusalemme e il Tempio (fatto commemorato nel Arco trionfale di Tito a Roma).
L’imperatore Domiziano (81-96) pretese di essere adorato come dio. I cristiani si rifiutarono e furono perseguitati.
Il libro dell’Apocalisse fu scritto per incoraggiare i cristiani che dovevano affrontare la persecuzione romana: Roma
fu assimilata a Babilonia (Apocalisse 17:9).
16