Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Sabato, 22 febbraio 2014
Sabato, 22 febbraio 2014
Cronaca
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 9
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«Siamo stati i primi ad aprire una pizzeria da asporto Sono passati...
Cultura e turismo
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 22
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?Wake up regaz!', l' arte per i ragazzi
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19
4
Sotto i riflettori
Politica locale
22/02/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 7
5
"Una donna ha partorito in corridoio" La Lega denuncia, l' Ausl smentisce
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 23
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A Sant' Agata una via per il genio della matematica
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 5
7
Mazzuca: «Stiamo risolvendo il problema dell' illuminazione»
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3
8
San Giovanni e Decima una tradizione ricca di passione e rivalità
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3
9
Una lotteria per aiutare i bambini malati
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 22
10
L' ora della scelta dopo settimane di polemica Ad Argelato e Galliera...
22/02/2014 Corriere di Bologna Pagina 3
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Primarie, domani urne aperte per il Pd
Sport
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 20
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L' Anzolavino Calcio è nata con l'...
22/02/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 20
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TUTTO iniziò il 13 luglio 1973 quando l' allora sindaco, Tilde...
Pubblica amministrazione
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 19
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L' OFFERTA INFORMATIVA
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
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Giovani e donne: nasce il Renzi 1
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 21
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NOTIZIE In breve
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
GUIDO GENTILI
Sull' economia conta solo la prova dei fatti
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
19
Renzi: squadra mia, mi gioco la faccia
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
CARMINE FOTINA
Per la Guidi la sfida innovazione
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
DAVIDE COLOMBO, CLAUDIO TUCCI
Poletti: linea di governo condivisa Priorità a cuneo e...
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
MARCO ROGARI
Spending, spunta l' ipotesi cabina di regia a
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8
22/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 15
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Il piano regolatore blocca «Tempa Rossa»
PAOLO PANERAI
ORSI & TORI
PIERLUIGI MAGNASCHI
Un governo giovane con pochi ministri
FRANCO ADRIANO
Un governo di giovani politiche
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 5
GOFFREDO PISTELLI
Riformare la macchina pubblica
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 9
TINO OLDANI
Le scuole cadono a pezzi e i prof sono tra i peggio pagati in Europa Con...
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 26
ENZO DI GIACOMO
Rendita catastale non retroattiva
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 29
La rottamazione dei ruoli guadagna un mese in più
25
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Si riaccendono i fari sulla spesa
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 3
23
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Renzi 1 con 16 ministri, la metà sono donne Undici gli esordienti
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 2
21
27
Contratto con la Ue, la via per lo scambio tra rigore e riforme
22/02/2014 Italia Oggi Pagina 1
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VALERIO STROPPA
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22/02/2014 Italia Oggi Pagina 29
Lombardia, danni erariali boom
FRANCESCO CERISANO
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
«Siamo stati i primi ad aprire una pizzeria da asporto
Sono passati vent' anni»
Pier Luigi Trombetta I NOSTRI PRIMI venti
anni. Li ha compiuti recentemente la pizzeria
di asporto Ciao Vip 2 di Anzola i n v i a X
Settembre. Nata su intuizione dell'
imprenditore siriano Maher Hachem da molto
tempo in Italia, dall' inizio degli anni Novanta,
assieme al fratello Mohammed.
«Posso certamente dire senza ombre di
smentita ­ spiega Maher ­ di essere stato il
primo ad aprire una pizzeria da asporto qui ad
Anzola. Erano tempi in cui c' era un buon
margine e le tasse erano certamente più
basse rispetto a come lo sono ora. Insomma,
si lavorava con soddisfazione. Al giorno d'
oggi la pressione fiscale è così alta che quasi
si fa una patta. Se si volesse guadagnare
come una volta bisognerebbe mettere i prezzi
delle pizze molto più alti, cosa che però noi
non facciamo. Speriamo allora che le cose
cambino».
Maher che si avvale di diversi collaboratori
nella sua attività, è laureato così come il
fratello. E proviene da una famiglia benestante
di Damasco.
«CASA NOSTRA ­ ricordani i fratello Maher e Mohammed ­ era sempre piena di amici e di parenti a
tutte le ore. Ai miei genitori piaceva avere questo ?trambusto' in casa. Mia mamma era solita preparare
sempre qualcosa di buono per i numerosi ospiti. E tra un dolcetto e l' altro, oppure tra un piatto e l' altro,
si discuteva degli argomenti di attualità. E per anni è stato così, un gran via vai di persone. Poi il destino
della vita ci ha portato in Italia, a Bologna, dove la mia famiglia aveva degli interessi. E qui ho
conosciuto mia moglie».
Ciao Vip 2 di Anzola fa parte di una catena di pizzerie di asporto che sono presenti a Bologna in via
Caduti di Casteldebole con Ciao Vip 1 e in via Vitale da Bologna nel Centro Primavera con Ciao Vip 3.
In previsione c' è poi l' apertura di Ciao Vip 4 a Dubai.
Le pizzerie effettuano un veloce e professionale servizio di consegna a domicilio grazie all' ausilio di
diversi collaboratori. Nella pizzeria gestita da Mohammed è possibile anche gustare l' ottima cucina
siriana su ordinazione.
«LA NOSTRA tradizione gastronomica prevede piatti ­ sottolinea Mohammed ­ che richiedono molto
tempo per la loro preparazione. Quindi cuciniamo le specialità siriane e solo su prenotazione».
«Mi piace ricordare ­ aggiunge Maher ­ che abbiamo cambiato i forni elettrici e attualmente disponiamo
di un moderno forno a legna. Eppoi la qualità, elemento a cui puntiamo molto da sempre, sin dai nostri
albori. Gli ingredienti che utilizziamo sono di ottima qualità. Insieme che rende i nostri prodotti molto
buoni e tanto apprezzati dalla nostra clientela. Che fedelmente ci segue ormai da più di venti anni».
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Continua ­­>
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
Una pizza da provare al più presto, anche all' insegna dell' integrazione e, naturalmente, della bontà.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cultura e turismo
ANZOLA DELL' EMILIA.
?Wake up regaz!', l' arte per i ragazzi
CONTINUA tutti i mercoledì dalle 17 alle 19.30
presso il centro di aggregazione giovanile ?La
Saletta' di Anzola dell' Emilia (via X Settembre
1945, al civico 45), il laboratorio artistico ?
espressivo gratuito e rivolto a ragazze e
ragazzi dai 12 ai 18 anni ?Wake up regaz!
'. Partendo da esercizi teatrali collettivi, dall'
improvvisazione e dall' insegnamento di
alcune tecniche di recitazione, il laboratorio
coinvolgerà i giovani partecipanti in tutte le fasi
necessarie alla creazione di uno spettacolo
teatrale, dall' ideazione alla scrittura per
arrivare al montaggio. ?Wake up regaz!
', inserito nel progetto di Teatro delle Temperie
?Il teatro vs le mafie' con la collaborazione del
Comune di Anzola, della Compagnia Teatro
dell' Argine e associazione Addio Pizzo, si
concluderà con la presentazione dello
spettacolo creato nel corso del laboratorio sul
palcoscenico della sala polivalente ?Le notti di
Cabiria' di Anzola. Andrea Lupo insieme all'
attrice e insegnante di danza Viktoria Vandelli
sono i docenti che guideranno i ragazzi nel
corso degli incontri. Diplomato alla scuola di
Teatro di Bologna ?Garrone', Lupo ha interpretato ruoli importanti in diverse fiction televisive quali ?Un
posto al sole', ?Un medico in famiglia III', ?Incantesimo VI', ?Nebbie e delitti' e ?Un passo dal cielo'.
Informazioni: 051.963037 e 348.8738818.
Elisabetta Bacchi Lazzari.
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22 febbraio 2014
Pagina 19
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cultura e turismo
Sotto i riflettori
SABRINA Salvato, vestita da coccinella con ali
che si accendevano con le lampadine, ha vinto
il concorso de ?La più bella mascherina di
Carnevale di Anzola'. Seconda classificata
Cristina Capobianco vestita da Gran
Duchessa, terzo posto per Camilla
Montevecchi piratessa dei Carabi.
Il persicetano Marco Belinelli (sotto ) ha vinto il
Three­Point Contest, la gara dei tiri da tre
punti che si svolge nell' ambito dell' All­Star
Game di basket negli Stati Uniti.
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La Repubblica (ed.
Bologna)
Politica locale
Il caso/2 Bernardini attacca: uno scandalo. La replica: la nascita in sala travaglio.
"Una donna ha partorito in corridoio" La Lega
denuncia, l' Ausl smentisce
«UNO scandalo». «Non è vero». Botta e
risposta tra Manes Bernardini, capogruppo
della Lega Nord a Palazzo d' Accursio e
consigliere regionale, e l' Ausl di Bologna.
Origine dello scontro la denuncia sferrata ieri
con un comunicato stampa dall' esponente del
Carroccio: «Ore di attesa al pronto soccorso
della maternità dell' ospedale Maggiore, poi
una donna marocchina si accascia a terra.
Interviene il marito. La donna partorisce dopo
pochi minuti in corridoio. Fuori altre madri in
travaglio avanzato, non considerate ». Tanto
che l' esponente del Carroccio ha promesso
battaglia per la presunta odissea vissuta ieri
mattina dalla madre in questione, «costretta a
implorare un intervento tra dolori atroci e in
situazione di massimo rischio».
In serata è arrivata la risposta dell' azienda
sanitaria, affidata a un altro comunicato che
smonta le accuse. «La signora non ha partorito
in corridoio ma in sala travaglio. Residente a
San Giovanni in Persiceto, si è presentata all'
ambulatorio di primo intervento ostetrico­
ginecologico, al secondo piano della maternità
dell' Ospedale Maggiore, in mattinata alle ore
9.15. Alle 10.40, a seguito di cambiamenti
intervenuti, è stata visitata e immediatamente
trasferita in una delle stanze della sala travaglio, dove ha partorito spontaneamente alle ore 10.57,
assistita dall' ostetrica».
(r. d. r.
) © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
STRADE & STORIE di Gabriele Gallerani.
A Sant' Agata una via per il genio della matematica
IL 9 MARZO 1957 moriva a Bologna Filippo
Sibirani, un genio della matematica e della
finanza. Si era laureato nell' Alma Mater nel
1902, a soli ventidue anni, e vi rimase fino al
1906 come assistente di calcolo infinitesimale
e meccanica razionale. Nel 1907 è docente all'
Istituto tecnico commerciale di Milano, dove
rimarrà fino al 1922, e nel triennio 1909­1912 è
insegnante di geometria analitica nell'
Università di Parma e esercizi di meccanica
razionale A Bologna.
Nel 1922 entra stabilmente nella carriera
universitaria vincendo la cattedra di
matematica generale e finanziaria. Mantenne l'
incarico fino al 1935, nonostante fosse stato
chiamato a Bologna nel 1929 per fondarvi l'
Istituto superiore di Scienze economiche e
commerciali. Nominato primo Rettore dell'
Istituto, Filippo Sibirani svolse quest' ultimo
incarico con grande impegno, potenziando la
struttura scolastica fino a dotarla di una nuova,
modernissima sede. Nato a Sant' Agata il 4
febbraio 1880, l' illustre matematico non fu
solo il brillantissimo insegnante che non
mancò mai a una lezione, ma ebbe verso i suoi allievi anche un profondo interesse sociale.
Per sostenerli nello studio, aveva fondato con alcuni colleghi una ?Cassa soccorso per studenti
bolognesi'. Dopo gli anni della guerra fu nominato preside dell' ex Istituto da lui fondato, divenuto nel
1937 la facoltà di economia e commercio dell' Università.
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22 febbraio 2014
Pagina 5
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
Mazzuca: «Stiamo risolvendo il problema dell'
illuminazione»
SULLE SCOTTANTI questioni poste sul tavolo
dai commercianti e dai cittadini di via
Marzabotto, interviene il sindaco Renato
Mazzuca v i s t o c h e l ' a m m i n i s t r a z i o n e
comunale è stata chiamata in causa più volte e
con essa anche, seppur non sia mai stata
nominata, la locale Pro loco.
«Partiamo ­ spiega il primo cittadino : dall'
impianto di illuminazione pubblica. Come ho
già detto di recente nell' ambito di una
pubblica assemblea di quartiere svoltasi in un
centro sociale della zona, siamo a conoscenza
di questo annoso problema. Ma non siamo
stati con le mani in mano. Abbiamo infatti già
dato vita al progetto di realizzazione di un
nuovo e moderno impianto di illuminazione. La
predisposizione dei pali c' è già, parliamo di
lampioni intelligenti, quelli già montati sul
nostro territorio. Si tratta di lampioni che sono
in grado di dosare la luminosità e di potere
ospitare le telecamere di sicurezza.
Apparecchi molto importanti che certamente
riducono la microcriminalità e il fenomeno dei
vandalismi. Penso di realizzare il progetto
entro la fine del mio mandato, quindi entro il prossimo maggio».
Poi il sindaco pone l' attenzione sulla questione degli eventi.
«Abbiamo ­ continua Mazzuca ­ diviso il territorio di San Giovanni in Persiceto in quattro settori. E ogni
primo lunedì del mese incontriamo regolarmente negozianti e commercianti, e l' invito è rivolto a tutti
compresi quelli di via Marzabotto. Purtroppo però agli incontro dove a volte partecipo io stesso o un mio
delegato, non partecipano invece gli operatori commerciali di questa zona. Non voglio fare polemica ma
approfitto per invitarli nuovamente a venire e a illustrarci le loro problematiche. Poi, le iniziative le
organizza Pro loco e invito i commercianti di via Marzabotto a ragionare con Pro loco».
E IL PRIMO cittadino prosegue: «Tuttavia, rimane il problema di fondo che i negozi di via Marzabotto
sorgono su un' area privata. Quindi, ogni qual volta che si tenta di organizzare una iniziativa i condomini
dei palazzi sovrastanti le vetrine si lamentano e si arrabbiano per via della confusione e del chiasso che
inevitabilmente si crea. A tal proposito ricordo che in un recente passato dei residenti hanno chiamato
più volte la polizia municipale per bloccare una manifestazione che peraltro stava riuscendo molto bene.
Ecco allora che rinnovo ancora l' invito a venire alle nostre riunione per lavorare assieme e per cercare
di ovviare alle difficoltà. Da parte mia non posso far altro che aspettarli al nostro prossimo
appuntamento».
Pier Luigi Trombetta.
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22 febbraio 2014
Pagina 3
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
San Giovanni e Decima una tradizione ricca di
passione e rivalità
MA PERCHÉ i Carnevali di San Giovanni i n
Persiceto e San Matteo della Decima sono
così importanti? A parte avere oltre cento anni
di storia alle loro spalle prevedono lo Spillo.
Cos' è lo Spillo? Mettiamola così: il carro
allegorico arriva in postazione, viene letta la ?
zirudella' a Decima e la ?relazione introduttiva'
a Persiceto, i n s e g u i t o a v v i e n e u n a
trasformazione, che porta il carro a diventare
altro, o comunque a svelare il suo significato
compiuto. Ed ecco che, mentre intorno ai
mascheroni e alla struttura stessa del carro
avvengono le coreografie, appositamente
studiate per fare colpo sulla giuria, i
meccanismi che stanno all' interno delle
costruzioni di cartapesta, ferro saldato e
vernice, si iniziano a muovere ed esce il vero
soggetto che quella società carnevalesca
vuole esprimere sia al pubblico che, come
appena detto, alla giuria che segue
attentamente ogni musica, ogni mossa e ogni
aspetto di ciò che viene portato in piazza.
Scriveva Massimo Zambonelli nel suo
Carnevale a Persiceto, del 1974: «Siamo al
magico momento dello Spell. Questo dialettale vocabolo che nella sua originaria accezione significa
zampillo, sta a indicare l' esperimento mediante il quale il carro subisce una trasformazione palesando
così totalmente il suo significato e la sua allegoria».
CI VORREBBERO molte parole per descrivere davvero quel che avviene durante quei minuti, pochi ma
importanti, davanti agli occhi degli spettatori. L' unico consiglio che possiamo offrire ai lettori è quello di
partecipare ai nostri carnevali affinché possano davvero apprezzare questa caratteristica peculiare, che
fa dei nostri carnevali, i più unici d' Italia.
A ogni modo il Carnevale però avviene anche fuori da queste due cittadine, e basta spostarsi verso
Sant' Agata Bolognese, dove è previsto, per sabato primo marzo, il 35esimo Carnevale santagatese, a
partire dalle 14.30, con la partecipazione dei carri di Sant' Agata e San Giovanni, oltre a tante maschere
a piedi e gettito di caramelle e coriandoli. Sul territorio di Sala Bolognese andrà in scena, invece, il
48esimo Carnevale dei bambini.
Domani farà tappa a Sala, frazione di Sala Bolognese, e il 2 marzo a Padulle; entrambi avranno inizio
alle 14.30. Per quel che riguarda Calderar appuntamento ad aprile, esattamente il 5 con Eco Festa e
Carnevale dei Bambini.
l.s.
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22 febbraio 2014
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
Una lotteria per aiutare i bambini malati
E ANCHE la lotteria di Carnevale organizzata
dal Lions Club di Persiceto, è agli sgoccioli,
nel senso che a breve, esattamente il 2 marzo
avverrà l' estrazione dei premi in palio. Il
presidente del Lions persicetano, Italo Martini
(foto ), ha commentato: «Invito sia i persicetani
che i non persicetani ad acquistare i biglietti
rimasti, soprattutto perché il ricavato andrà al
progetto ?Io come Einstein', a favore della
costruzione di laboratori informatici all' interno
delle scuole Garagnani e Quaquarelli, per
aiutare nell' apprendimento i bambini dislessici
e affetti da Dsa».
Tra i premi in palio: bicicletta elettrica Ducati,
tre giorni e due notti, con volo da Roma o
Milano, all' hotel Esplanade, a Praga centro
più Beer adventure, per due persone.
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22 febbraio 2014
Pagina 22
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
PIANURA.
L' ora della scelta dopo settimane di polemica Ad
Argelato e Galliera sindaci 'sotto esame'
SONO STATE primarie molto combattute e
dove non sono mancati attacchi personali
quelle che si concluderanno domani in sette
Comuni della pianura. In due Comuni, Argelato
e Galliera, i sindaci uscenti, rispettivamente
Andrea Tolomelli e Teresa Vergnana, sono
stati messi in discussione dal partito e
dovranno lottare per la riconferma. I loro
sfidanti sono il renziano Maurizio Lodi, a
Galliera, e la segretaria 31enne di Funo ad
Argelato, Claudia Muzic. A San Giorgio di
Piano e Anzola sono addirittura tre per ciascun
Comune gli sfidanti per la poltrona di primo
c i t t a d i n o . I c a n d i d a t i a d Anzola s o n o
Giampiero Veronesi per il Pd, avvocato e
presidente del consiglio comunale, Stefania
Naldi per il Sel (new entry della politica locale)
e sempre per i democratici Carlo Castellucci,
assessore comunale dell' attuale giunta. A San
Giorgio di Piano si sfideranno Paolo
Crescimbeni (favorito per la vittoria finale),
vicesindaco dell' attuale giunta, Fabio Govoni,
assessore alla Cultura, e Valerio Benuzzi
(candidato per Sel) ex sindaco di dieci anni fa.
A Castel Maggiore entrambi gli sfidanti sono avvocati. Si tratta di Belinda Gottardi, attualmente
assessore alla Cultura, Istruzione e Lavoro, e il renziano Francesco Baldacci, consigliere comunale
delegato alle attività produttive. A Malalbergo le candidate sono entrambe donne. Da una parte Monia
Giovannini, capogruppo della maggioranza in consiglio comunale, e dall' altra Roberta Bonori,
vicesindaco nella vicina Minerbio. A San Pietro in Casale, invece, si voterà per il candidato sindaco il 1
marzo, dalle 8 alle 20, e il 2 marzo, dalle 8 alle 12,30. Si sfideranno Claudio Pezzoli, assessore allo
Sport e Andrea Pinardi, consigliere comunale democratico. Come detto, sono state primarie a dir poco
infuocate: in alcuni Comuni, il leit motive sono stati gli attacchi personali a colpi di volantini e durissimi
confronti nel corso delle assemblee pubbliche per presentare i candidati sindaci. Un clima che rischia di
continuare anche dopo il 23 febbraio.
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22 febbraio 2014
Pagina 3
Corriere di Bologna
Politica locale
Sindaci.
Primarie, domani urne aperte per il Pd
Ultimissimi fuochi nel centrosinistra (ieri sera
per sostenere il sindaco uscente Stefano
Sermenghi sono arrivati a Castenaso i renziani
Ivan Scalfarotto e Benedetto Zacchiroli) prima
delle primarie di domani che selezioneranno
14 candidati a sindaco nella provincia di
Bologna. È il momento dei comizi conclusivi e
degli appelli al voto. Il segretario provinciale
Raffaele Donini ha usato la sua pagina
Facebook per fare gli auguri «a tutti i
candidati» e chiamare il popolo Pd al voto. L'
auspicio è che la giornata di domani sia «di
grande partecipazione politica». Poi però,
avvisa il segretario, «tutti uniti per la sfida
elettorale del prossimo 25 maggio», il vero
obiettivo da non perdere di vista nella contesa
anche aspra delle ultime ore. Anche le donne
del Pd, per bocca della coordinatrice Federica
Mazzoni, vogliono le urne piene, ma
soprattutto chiedono «un segnale di
cambiamento» attraverso il voto a una delle
otto donne in corsa su 34 candidature (ce ne
sono sette già candidate senza primarie).
Domani, dunque, si voterà per le primarie del
Pd ad Anzola, Argelato, Casalecchio, Castel
Maggiore, Castenaso, Galliera, Malalbergo,
Monterenzio, San Giorgio di Piano, San Lazzaro, Valsamoggia, Vergato, Zola (a San Pietro in Casale
alle urne si andrà l' 1 e 2 marzo).
Ma domani non ci saranno solo le primarie per i candidati a sindaco: una fetta del partito si dividerà tra i
seggi e l' incontro convocato da Pippo Civati alle Scuderie di Piazza Verdi.
Vista la posta in palio (il voto al governo Renzi che martedì si presenterà alla Camera per la fiducia) è
evidente che lì saranno puntati i riflettori. Il presidente della direzione Pd di Bologna, il renziano
Piergiorgio Liacciardello, rilancia l' aut aut già formulato dal segretario Donini dopo l' incontro con i
parlamentari bolognesi: «La Costituzione garantisce a un parlamentare la libertà di coscienza. Ma un
voto contrario, e lo sa anche Civati, è incompatibile con la permanenza nel partito».
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22 febbraio 2014
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Sport
L' Anzolavino Calcio è nata con l' obiettivo di
sintetizzare la solidità, la dinamicità, la ...
L' Anzolavino Calcio è nata con l' obiettivo di
sintetizzare la solidità, la dinamicità, la
capacità e la coesione del paese che
rappresenta. La traduzione di questo impegno
vuole produrre un progetto che tenda ad
essere patrimonio di tutta la comunità, in una
logica di integrazione e collaborazione con le
altre componenti del mondo sportivo, le
istituzioni, i soggetti economici che in questo
territorio operano. Lavoriamo e lavoreremo
con la voglia di dimostrare che l' Anzolavino sa
e può competere ad alti livelli di qualità, con
intelligenza, progettualità, responsabilità. Con i
piedi ben piantati in terra vogliamo crescere,
cercando di meritare la fiducia della gente di
Anzola dell' Emilia e per questo abbiamo
bisogno di tutti: di tutti coloro i quali hanno a
cuore il nostro paese, la sua immagine, i suoi
giovani.
Per maggiori informazioni è possibile
chiamare lo 051­735272 , oppure facebook
attraverso asdanzolavinocalcio.
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22 febbraio 2014
Pagina 20
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Sport
TUTTO iniziò il 13 luglio 1973 quando l' allora
sindaco, Tilde Bolzani, convocò un gruppo di ...
TUTTO iniziò il 13 luglio 1973 quando l' allora
sindaco, Tilde Bolzani, convocò un gruppo di
persone per convincere le stesse a
promuovere lo sport nella frazione di Lavino di
Mezzo. I fondatori della polisportiva di Mezzo,
Cavazzoni, Filippetti, Borgatti, Rabbi, Serra,
Cangini e soprattutto quel Bacchelli ora
responsabile tecnico della società Anzolavino,
furono i primi a portare avanti questa realtà.
Oltre al settore pallavolo e ciclismo la
polisportiva vantava anche la squadra di calcio
che assunse il ruolo di protagonista per alcuni
anni nella categoria degli amatori. Da
registrare alla fine degli anni Ottanta il
tentativo di cominciare a lavorare con i giovani,
quando fu allestita la squadra degli allievi, ma
si avviò ben presto alla definizione di un unico
settore giovanile con l' Anzola Calcio del
presidente Zanasi. Il primo presidente a
formalizzare lo statuto fu Mario Cavazioni e lo
scopo principale è stato diffondere la pratica
dello sport e dell' educazione fisica dei
giovani. «Sono da ricordare gli splendidi
risultati raggiunti dalle discipline della
pallavolo e del ciclismo ­ ricordano dal direttivo ­ e un ringraziamento al lavoro dei presidenti che si
sono succeduti, fino a Mario Cavazioni perché senza il loro prezioso apporto non saremmo oggi a
decantare la storia sportiva di Lavino di Mezzo». Il settore calcio comincia così l' esperienza della terza
categoria, seguita da una squadra pregevole di volontari, di cui alcuni tuttora presenti come Franco
Gemmi e Leonardo Esposti, fino alla fantastica promozione in seconda categoria nel 1987. Il Lavino di
Mezzo rimane in seconda categoria fino al '96, anno di svolta per questa società: il presidente Franco
Bignami progetta un percorso ambizioso e stimolante per questa piccolissima e familiare società e
chiama a coordinare tale attività Stefano Rotundo giocatore che ha vestito le maglie sia dell' Anzola che
del Lavino.
IL NOME diventa Lavino Calcio e al primo anno centra l' ingresso in Promozione. Alla fine degli anni '90
il Lavino Calcio entrò di prepotenza nel gotha del calcio dilettantistico riuscendo a creare nel 2000 un
settore giovanile con le squadre degli esordienti, giovanissimi, allievi e juniores, vincitori del loro
campionato. Fu il culmine e la soddisfazione di anni di duro lavoro e sacrifici. È storia di oggi la fusione
fra l' Anzola Calcio e il Lavino Calcio e soprattutto l' unione di personaggi che hanno segnato la storia
delle rispettive società con l' auspicio di poter festeggiare insieme un grande successo per noi ma
soprattutto per il paese.
Luca Scarcelli.
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22 febbraio 2014
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
L' OFFERTA INFORMATIVA
APPRENDISTATO Le linee guida della
Conferenza Stato­Regioni per l' apprendistato
professionalizzante rimodulano gli orari di
insegnamento a carico degli enti locali in base
al titolo di studio. Si va da un monte triennale
di 120 ore per chi è privo di titoli alle 40 di un
laureato.
Giampiero Falasca u pagina 22 GLI
APPROFONDIMENTI ESCLUSIVI Tra i
contenuti esclusivi del Quotidiano del Fisco di
oggi, un approfondimento sui nuovi crediti d'
imposta su ricerca e sviluppo e un' analisi sull'
imposta di registro sui trasferimenti
immobiliari DECRETO «DESTINAZIONE
ITALIA» Mercoledì con Il Sole 24 Ore il Focus
«Il decreto sugli incentivi» dedicato al Dl
Destinazione Italia e puntato in prevalenza sui
benefici alle imprese. In versione digitale per
gli abbonati.
LA GUIDA Lunedì con Il Sole la guida «Dal
lavoro alla pensione» alla quale è abbinato un
forum online: possibile inviare domande fino
alle 18 di lunedì.
www.ilsole24ore.com/pensioni 2014.
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22 febbraio 2014
Pagina 1
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
IL NUOVO GOVERNO Un tris di tecnici per i ministeri economici: al Tesoro Padoan, Guidi allo
Sviluppo e Poletti al Lavoro.
Giovani e donne: nasce il Renzi 1
Il premier: avanti fino al 2018, ci metto la faccia ­ Napolitano: nessun braccio di ferro.
Matteo Renzi ha sciolto la riserva con cui
aveva accettato l' incarico di formare il nuovo
governo. Dopo un incontro di tre ore con il
capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha
presentato la nuova squadra del governo: solo
16 i ministri, otto dei quali donne, e un' età
media di 47 anni. Tre i tecnici, tutti nei
dicasteri economici: Pier Carlo Padoan all'
Economia, Federica Guidi allo Sviluppo e
Giuliano Poletti al Lavoro. Il premier: andremo
avanti fino al 2018, qui ci giochiamo la faccia.
Napolitano: nessun braccio di ferro con Renzi
sui ministri.
Servizi e analisi u pagine 2­8 La squadra di
Renzi ­ Ministro con portafoglio Ministro senza
portafoglio ECONOMIA Tecnico Pier Carlo
Padoan Giuliano Poletti LAVORO Tecnico
Andrea Orlando Pd Roberta Pinotti Pd
GIUSTIZIA DIFESA SVILUPPO ECONOMICO
Federica Guidi Tecnico ESTERI Federica
Mogherini Pd INFRASTRUTTURE Maurizio
Lupi Ncd BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E
TURISMO Dario Franceschini Pd
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Matteo Renzi
Pd SOTTOSEGRETARIO ALLA
PRESIDENZA Graziano Delrio Pd INTERNO
Angelino Alfano Ncd SALUTE Beatrice Lorenzin Ncd AMBIENTE Gian Luca Galletti Udc POLITICHE
AGRICOLE Maurizio Martina Pd ISTRUZIONE Stefania Giannini Sc RIFORME E RAPPORTI CON IL
PARLAMENTO Maria Elena Boschi Pd PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SEMPLIFICAZIONE
Marianna Madia Pd AFFARI REGIONALI Maria Carmela Lanzetta Pd.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
NOTIZIE In breve
GAZZETTA UFFICIALE/1 «Destinazione
I t a l i a » è l e g g e È s t a t a pubblicata s u l l a
«Gazzetta ufficiale» 43 del 21 febbraio 2014 la
legge 9/2014 di conversione del decreto legge
145/2013 «Destinazione Italia» riguardante il
contenimento delle tariffe elettriche e del gas,
la riduzione dei premi Rc auto, l'
internazionalizzazione, lo sviluppo e la
digitalizzazione delle imprese, e misure per la
realizzazione di opere pubbliche ed Expo
2015. La legge entra in vigore oggi.
GAZZETTA UFFICIALE/2 Pubblicato i l D l
svuota­carceri La legge 10/2014, di
conversione del Dl 146/2013, è stata
pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» 43 del 21
febbraio 2014 ed entra in vigore oggi.
Il decreto legge svuota­carceri introduce
alcune novità quali l' esecuzione della pena
definitiva ai domiciliari per le condanne fino a
18 mesi, la pena per le droghe leggere, l'
istituzione del Garante nazionale per i detenuti.
ENTI LOCALI Bilancio preventivo al 30 aprile
Prorogato al 30 aprile il termine per la
deliberazione del bilancio di previsione 2014
da parte degli enti locali.
Ieri è stato pubblicato sulla «Gazzetta
Ufficiale» 43 il decreto 13 febbraio 2014 del ministero dell' Interno che determina un secondo
slittamento. Infatti in base al Dlgs 267/2000 il termine per la deliberazione del bilancio di previsione dell'
anno successivo è fissato al 31 dicembre. Però già con il decreto 19 dicembre 2013 la scadenza era
stata posticipata al 28 febbraio 2014.
AGENZIA DELLE ENTRATE Elenco dei rimborsi automatizzati È disponibile sul sito dell' agenzia delle
Entrate la tabella che riepiloga l' elenco tributi il cui rimborso viene disposto con procedure
automatizzate.
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22 febbraio 2014
Pagina 1
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
LE RIFORME.
Sull' economia conta solo la prova dei fatti
Guido Gentili L' orchestra è arrivata e ora toccherà al direttore
spiegare la musica che sarà suonata e aprire le danze.
Fuori di metafora: chiuso il capitolo delle nomine dei ministri,
lunedi Matteo Renzi, terzo presidente del Consiglio in tre anni
senza mandato elettorale (secondo l' Economist, il suo
"tallone d' Achille") illustrerà al Parlamento (di cui non fa parte
e che vuole riformare radicalmente) il programma di governo.
È auspicabile che l' ex sindaco di Firenze si presenti all'
appuntamento con un discorso di svolta, tanto forte nel
messaggio politico che intende dare ­ in Italia, in Europa e sui
mercati di tutto il mondo ­ quanto snello nelle parole. Di
dichiarazioni d' intenti, effervescenze verbali e "nuovi inizi" è
lastricata la storia, passata e recentissima, dei nostri governi.
Un discorso incisivo nei contenuti e rapido nella forma, come
dovrebbe essere tra l' altro nelle corde del più giovane
Presidente del Consiglio italiano, segnerebbe esso stesso
una visibile discontinuità politica.
Ma sarà soprattutto la discontinuità programmatica il vero
banco di prova su cui Renzi dovrà spendere le sue migliori
energie. Non voleva, per iniziare, una sorta di esecutivo
"Letta bis". E nello slalom tra i paletti dei veti interni ad una
maggioranza molto frastagliata e i relativi accordi al ribasso
su snodi delicatissimi, non si può certo dire che manchino i
volti nuovi, come testimoniato dalle stesse parole del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sull' impronta
renziana nella scelta di molti ministri.
La squadra economica, a cominciare dal ministro dell'
Economia (dove però la scelta è frutto di un' intesa
complessa e fortemente sostenuta dal Quirinale), è stata
totalmente rinnovata.
Pier Carlo Padoan, numero due dell' Ocse, già direttore
esecutivo per l' Italia del Fmi e in procinto di assumere la
guida dell' Istat, transiterà direttamente al tavolo che fu di
Quintino Sella. Allo Sviluppo economico va una giovane
imprenditrice, Federica Guidi, già capo dei Giovani
Confindustria e direttore generale dell' impresa di famiglia. Al
Lavoro sale Giuliano Poletti,
leader del mondo cooperativo. Padoan è un tecnico di valore
indiscusso, ben conosciuto e apprezzato all' estero anche
come negoziatore. Professore universitario, non scende da Marte e conosce bene l' Italia, è stato
direttore della Fondazione Italianieuropei e consigliere dell' ex premier Massimo D' Alema. È un
riformista di sinistra, collocabile nello stesso filone culturale che nel 1998 lo vedeva assieme a Nicola
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Il Sole 24 Ore
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Rossi e Marcello Messori nel tridente economico d' attacco di una sinistra che provava a scardinare i
tabù d
ell' ideologismo conservatore. Il prossimo ministro dell' Economia è un sostenitore dell' idea di tagliare il
cuneo fiscale che grava su lavoro e impresa ed è favorevole ad una tassazione che passi "dalle persone
alle cose". Insomma, e l' ha spiegato più volte, sarebbe stato per esempio contrario ad alleggerire l' Imu.
Ed è quasi inutile ricordare che una (vera) spending review per finanziare la crescita è una delle sue posizioni ferme. Nel rapporto tra il presidente del Consiglio e il ministro dell' Economia,
nel quadro di una governance europea sempre più stringente e che si muove sull' asse Bruxelles­
Francoforte (vale a dire la Commissione e la Bce presieduta da Mario Draghi), si gioca una buona fetta
del successo o dell' insuccesso di un governo nazionale, come dimostra la frattura Berlusconi­Tremonti
del 2011. In calendario, nell' anno del semestre europeo a guida italiana, c' è la partita, tutta da
negoziare (e che comporta comunque ulteriori cessioni di quote di sovranità nazionale, va detto con
chiarezza) dello scambio tra riforme e meno vincoli e più aiuti con gli "accordi contrattuali". Per non dire
del Fiscal Compact che dal 2015 entrerà in pista imponendo una riduzione a tappe forzate del nostro
debito pubblico, che oggi in rapporto al Pil ­ più del 130% ­ è secon
do solo a quello della Grecia. Renzi non è un primo ministro che dispone dei poteri di un premier
britannico e la nostra Costituzione gli assegna un potere di direzione e di coordinamento della politica
generale del governo, di cui è responsabile. La sua intraprendenza e la sua innegabile determinazione
dovranno fare i conti con la realtà e non basteranno, passati i giorni dell' euforia per il cambio di passo
anagrafico, i tanti volti nuovi a realizzare da soli la svolta attesa da famiglie e imprese, oggi a corto di
fiducia. Molta attenzione, in prima persona, dovrà porla ai percorsi legislativi e burocratici, dove tutto
finisce per impantanarsi nel silenzio. Risultati certi (e accertabili in sede europea) in termini di riforme e di
ripresa, quella che manca da troppo tempo per risollevare le sorti di
un' economia reale sfiancata. L' Italia «non ha alternative», ha detto Renzi. Verissimo, lui per primo deve
esse
rne consapevole fino in fondo. [email protected] @guidogentili1 © RIPRODUZIONE
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GUIDO GENTILI
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22 febbraio 2014
Pagina 3
Il Sole 24 Ore
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Il nuovo governo IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Renzi: squadra mia, mi gioco la faccia
«Sento tutta la responsabilità» ­ Ultimi nodi su Mogherini e Guidi, poi il via libera.
Emilia Patta ROMA «Sento tutta la
responsabilità di dare all' Italia un governo di
speranza... In questa vicenda per come sono
andate le cose molti di noi si giocano la faccia,
e la faccia è molto più importante della
carriera». Quanto scende nella sala stampa
del Quirinale dopo quasi tre ore passate con il
Capo dello Stato a limare la lista dei ministri
Matteo Renzi ha poca voce ed è visibilmente
emozionato. «Dovendo fare un governo di 4
anni, l' aver impegnato due ore e mezzo è un
buon investimento». Sciolto nella giornata di
giovedì il nodo dell' Economia ­ nuovo ministro
si conferma Pier Carlo Padoan, economista
legato alla Fondazione Italianieruopei, che
rinuncia alla presidenza dell' Istat ­ molte
caselle importanti erano ancora da riempire
quando Renzi è salito al Colle. A cominciare
da quelle fondamentali degli Esteri e della
Giustizia. E poi, a cascata, tutte le altre in un
equilibrio politico che ha dovuto tenere
insieme le richieste dei piccoli alleati (a Scelta
civica va l' Istruzione con Stefania Giannini e
all' Udc l' Ambiente con Gian Luca Galletti) e la
necessità di rappresentare tutte le aree del
suo partito, il Pd. È lo stesso Giorgio
Napolitano a rivelare il retroscena delle due stanze: da una parte il Presidente a svolgere il suo abituale
lavoro d' ufficio, dall' altra Renzi al telefono per terminare le consultazioni.
In realtà un confronto serrato tra i due si è svolto soprattutto sulla Farnesina: è noto che il Capo dello
Stato avrebbe preferito la continuità con la riconferma di Emma Bonino o almeno del ministro uscente
per le Politiche comunitarie Enzo Moavero. Si può quindi considerare un ottimo risultato per Renzi, per il
quale un alto tasso di rinnovamento rispetto al governo Letta era strada politicamente obbligata, aver
accorpato Esteri e Politiche comunitarie nella persona di Federica Mogherini, nuova ministra 41enne
che lascia la segreteria del Pd dove era entrata in quota Areadem (la componente che fa capo a Dario
Franceschini, spostato dai Rapporti con il Parlamento ai Beni culturali). Quanto alla Giustizia, la
candidatura del procuratore antimafia Nicola Gratteri, quotata per tutta la giornata, si infrange alla fine di
fronte alle resistenze di Napolitano. Nuovo Guardasigilli è il "giovane turco" Andrea Orlando, che lascia
l' Ambiente. Una casella faticosa da riempire fino all' ultimo si è rivelata quella dello Sviluppo
economico, dopo alcuni tentativi non andati a buon fine come l' ad di Luxottica Andrea Guerra o il
presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Nuova ministra è alla fine l' ex presidente dei
Giovani di Confindustria Federica Guidi. Una novità da sottolineare è anche il ministero del Lavoro al
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22 febbraio 2014
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
leader della Legacoop Giuliano Poletti. Un rompicapo non da poco, infine, l' annunciata rappresentanza
"rosa".
Obiettivo centrato in pieno, con 8 donne e 8 uomini ­ un record assoluto ­ in un esecutivo molto più
snello dei precedenti: 16 ministeri contro i 21 di Letta. E con la prima volta di una donna, Roberta Pinotti
(sempre di Areadem), in un ministero maschile come la Difesa. L' attenzione di Renzi leader del Pd agli
equilibri interni è dimostrata dal fatto che dei suoi strettissimi al governo vanno solo due: Graziano
Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed Elena Maria Boschi come ministra delle
Riforme e dei Rapporti con il Parlamento. Il bersaniano Maurizio Martina va all' Agricoltura, l' ex
veltroniana Marianna Madia alla Pubblica amministrazione. E c' è addirittura una civatiana, anche se il
"dissenziente" Pippo Civati sottolinea subito di non essere stato avvertito e rimarca la sua contrarietà al
governo appena nato: Maria Carmela Lanzetta, già sindaca antimafia di un comune della Locride, agli
Affari regionali.
Al netto della riconferma ai loro posti di tre ministri del Nuovo centrodestra ­ Angelino Alfano agli Interni
ma non più vicepremier (carica che sparisce), Maurizio Lupi a Infrastrutture e Trasporti e Beatrice
Lorenzin alla Salute ­ il tasso di rinnovamento, come sottolinea davanti ai cronisti Napolitano, c' è stato:
«L' impronta di Renzi risulta evidente». A soli due mesi dalla vittoria alle primarie del Pd, 39 anni
appena compiuti, Renzi inizia ora il percorso più difficile. «Arrivo arrivo, è la volta buona», twitta con
impazienza irrituale quando ancora è con il Capo dello Stato. Stamattina il rito del giuramento al
Quirinale, poi il primo Consiglio dei ministri, che potrebbe già essere "operativo". «Renzi ­ assicurano i
suoi ­ ha già trattato fin troppo per i suoi gusti. Bisogna cominciare a fare».
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Pagina 4
Il Sole 24 Ore
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Il nuovo governo I DICASTERI ECONOMICI.
Per la Guidi la sfida innovazione
Bonus ricerca da potenziare ­ Prime mosse su energia e semplificazione.
Carmine Fotina ROMA La gestione di quasi
160 tavoli di crisi aziendale, uno sguardo
attento ai provvedimenti in attesa di attuazione
e poi rotta veloce su una nuova cura di
competitività.
Partirà da qui il nuovo ministro dello Sviluppo
economico, Federica Guidi, sulle cui spalle
grava la responsabilità di restituire smalto a un
dicastero che negli ultimi anni ha
progressivamente perso peso, complice anche
la perdita della gestione dei fondi Ue, il ciclo
economico che ha compresso i margini di
spesa per politiche attive e il conseguente
crescente potere di interdizione dei tecnici dell'
Economia.
Politiche di settore Il neoministro, da
imprenditrice, rappresenta una novità assoluta
per lo Sviluppo economico. «Proverò a
contribuire con le conoscenze maturate nel
mio mestiere» è il commento a caldo all' Ansa.
A Guidi spetterà mettere a punto politiche di
settore coerenti con il disegno
macroeconomico del Jobs act. Politiche
strettamente focalizzate sul rilancio made in
Italy, premiando i settori tradizionali della
manifattura italiana ma valorizzando anche
filiere innovative come l' economia digitale e la green economy. Una delle leve principali sarà il
sostegno all' innovazione e sembra già necessario potenziare il credito di imposta per gli investimenti in
ricerca e sviluppo, appena introdotto dal decreto Destinazione Italia, ma nato tra molte incognite:
coperture incerte, entità troppo debole, attuazione tortuosa. Un rischio, quest' ultimo, che andrà
attentamente scongiurato anche per molte altre norme del Destinazione Italia. E, allo stesso modo,
Guidi dovrà seguire con estrema cura l' attuazione della nuova Sabatini bis, in base alla quale, a partire
dal 31 marzo, le Pmi potranno presentare domande per finanziamenti agevolati finalizzati all' acquisto o
leasing di beni strumentali.
Energia e burocrazia Guidi subentra a Flavio Zanonato, ministro del Pd di area bersaniana bersagliato
di critiche per lunga parte del suo mandato. Dal ministero dello Sviluppo economico, anche per i limiti
spiegati sopra, va detto, non sono giunte riforme strutturali che consentano di cambiare passo alla
nostra industria. Sia il decreto del fare che il più recente Dl Destinazione Italia si sono rivelati
ampiamente al di sotto delle aspettative, sebbene mirino ad alcune delle priorità condivise dal sistema
industriale.
Tra queste c' è sicuramente l' energia, messa in grande evidenza anche dal premier designato Matteo
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22 febbraio 2014
Pagina 4
Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
Renzi nelle prime bozze del Jobs act. L' obiettivo che Renzi affida al nuovo titolare dello Sviluppo
economico, è giusto però osservare, è di quelli estremamente sfidanti: ridurre del 10% il costo per le
aziende, soprattutto per le Pmi. La strada appare in salita, se si pensa a quanto accaduto proprio con
Destinazione Italia, un piano partito con l' ambizione di conseguire risparmi per 3 miliardi e finito con
una stima di (potenziali) tagli per 850 milioni.
Tra le priorità che passano di mano, da Zanonato a Guidi, rientrano anche le semplificazioni, materia
che in prima battuta è tra le competenze del titolare della Pa ma che ha inevitabili ramificazioni nelle
stanze dello Sviluppo.
Difficile, ad esempio, pensare che il preannunciato progetto di ridimensionamento o addirittura di
eliminazione delle Camere di commercio non passi anche per via Molise. Renzi ha già ipotizzato l'
eliminazione dell' obbligo di iscrizione alle Camere, assegnando le funzioni a enti territoriali pubblici.
Sarà battaglia, preannunciata da una nota di Unioncamere che ricorda le attività delle Camere in diversi
campi, dall' accesso al credito all' internazionalizzazione.
@CFotina © RIPRODUZIONE RISERVATA I DOSSIER Ricerca e innovazione Al ministro Guidi
spetterà mettere a punto politiche strettamente focalizzate sul rilancio del made in Italy, puntando i
settori tradizionali della manifattura italiana ma valorizzando anche filiere innovative come l' economia
digitale e la green economy. Sul fronte innovazione, sarà necessario potenziare il credito di imposta per
gli investimenti in ricerca e sviluppo, appena introdotto dal decreto Destinazione Italia Energia Nelle
bozze del Jobs act è fissato l' obiettivo di ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le
piccole imprese. La strada appare in salita, se si pensa a quanto accaduto proprio con Destinazione
Italia, un piano partito con l' ambizione di conseguire risparmi per 3 miliardi di euro e finito con una
stima di (potenziali) tagli per 850 milioni.
Semplificazione Gli interventi anti­burocrazia, anche se la competenza diretta sarà del ministero della
Pa, coinvolgeranno da vicino il ministero dello Sviluppo. Tra le prime idee di Renzi è stato avanzato il
ridimensionamento delle Camere di commercio.
CARMINE FOTINA
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22 febbraio 2014
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Jobs Act. In agenda anche l' indennità di disoccupazione universale.
Poletti: linea di governo condivisa Priorità a cuneo e
«inserimento»
Davide Colombo Claudio Tucci ROMA Un
taglio strutturale al costo del lavoro, l' avvio del
nuovo contratto di inserimento a tutele
crescenti, la riforma degli ammortizzatori
sociali finalizzata all' introduzione di un'
indennità di disoccupazione universale e la
semplificazione della regulation lavoristica con
il varo di un Codice leggibile anche in inglese.
Restano questi i capisaldi degli interventi che il
neo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti,
lancerà nel mese di marzo. Un «lavoro
complesso», ha dichiarato Poletti, da portare
avanti «in coerenza con gli impegni
programmatici, la volontà comune del governo
e in collaborazione con parlamento e forze
sociali. Mi sarà di aiuto la mia esperienza».
Dal confronto con gli altri partner di coalizione
di sicuro hanno incassato i consensi più
convinti gli interventi previsti su Irap (taglio del
10%) e Irpef, probabilmente per via di un
rafforzamento delle detrazioni per i dipendenti
con redditi più bassi (Renzi ha parlato in
recenti interviste di benefici netti in busta
superiori ai 100 euro per redditi fino a 2mila
euro lordi). La portata del taglio potrebbe
oscillare tra i 7 e gli 8 miliardi complessivi, che
si andrebbero ad aggiungere ai primi tre miliardi annui di taglio al cuneo già garantiti a legislazione
vigente per il prossimo biennio. Due le vie indicate sulle coperture che, come il taglio di Irap e Irpef,
dovranno avere caratteristiche strutturali. Si agirà sul lato della spesa con un rafforzamento degli
interventi di spending review sulle uscite correnti (prestazioni sociali e assistenziali escluse) e si agirà
con una rimodulazione della tassazione sulle rendite finanziarie, con un' attenzione però al risparmio
degli italiani, ha detto due giorni fa Filippo Taddei, responsabile economico del Pd. I partner di governo
sarebbero d' accordo sulla necessità di valorizzare l' apprendistato. Resta però da capire come verrà
declinato l' intervento, anche per quanto riguarda il nuovo contratto a tutele crescenti che punta a
sterilizzare per i primi tre anni la tutela reale dell' articolo 18 (sostituendola con un' indennità). Nelle
bozze di «Jobs Act» si ipotizzano tre possibili ambiti di applicazione. E cioè: limitare il contratto d'
inserimento al solo primo rapporto e alle assunzioni dei disoccupati di lunga durata (oltre i 12 mesi),
oppure per gli under 35, o "generalizzarlo" indipendentemente da età e numero di rapporti di lavoro
precedenti.
Un punto di ricaduta all' interno del governo dovrà essere trovato anche sulle eventuali modifiche agli
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22 febbraio 2014
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
altri contratti, dai rapporti a termine (tra le ipotesi in campo c' è l' allungo della causalità dagli attuali 12 a
36 mesi) ai contratti a progetto, che dovrebbero sparire per far rivivere le co.co.co. Maggiori
convergenze dovrebbero esserci sul rilancio delle politiche attive in vista dell' avvio (marzo­aprile) della
«Garanzia giovani». Decisivo invece sarà il nodo risorse (quante se ne riusciranno a trovare) per
procedere all' annunciata riforma degli ammortizzatori in chiave universalistica. L' obiettivo è tutelare
anche chi oggi è sprovvisto di sussidi, superando la cassa in deroga, e limitando la cig ordinaria ai soli
casi di crisi congiunturali e temporanee dell' impresa.
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DAVIDE COLOMBO, CLAUDIO TUCCI
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22 febbraio 2014
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Revisione della spesa. Lunedì il dossier sulle scrivanie di Renzi e Padoan.
Spending, spunta l' ipotesi cabina di regia a Palazzo
Chigi
POSSIBILE RESTYLING Tra le opzioni rafforzare alla Presidenza del Consiglio il
dipartimento degli affari economici affidandone la guida a Cottarelli.
Marco Rogari ROMA Una nuova gestione della spesa,
con un' analisi attenta dei singoli "programmi"
ministeriali e l' adozione di un modello di
responsabilizzazione finanziaria per tutte le strutture
d e l l a pubblica amministrazione. E c o n u n c h i a r o
obiettivo: recuperare già nel 2014 dai 3,5 ai 5 miliardi e
almeno altri 30 miliardi nel biennio 2015­2016.
Dovrebbe snodarsi lungo queste coordinate il rapporto
che il commissario straordinario per la spending review,
Carlo Cottarelli, farà arrivare (probabilmente) lunedì a
palazzo Chigi e al ministero dell' Economia sulle
scrivanie di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan. Un
rapporto che sarà sicuramente subito visionato con
molta attenzione da Renzi.
Che punta molto sui tagli selettivi per recuperare gran
parte delle risorse necessarie per ridurre in tempi
brevissimi la tassazione su imprese e lavoro. E che
proprio per tagliare rapidamente questo traguardo
starebbe valutando l' ipotesi di attivare Palazzo Chigi
una vera e propria cabina di regia sulla "spending".
Il nuovo premier e il suo staff per rendere più fluidi e
rapidi gli interventi in cantiere per abbattere il cuneo e
favorire l' occupazione starebbero soprattutto accarezzando l' idea di cambiare la "geografia" di alcune
competenze tra Palazzo Chigi e ministero dell' Economia. Con un rafforzamento del dipartimento degli
affari economici della presidenza del Consiglio affidandone magari il timone proprio a Cottarelli.
In questo modo Renzi avrebbe sotto la sua diretta gestione, e non solo come presidente del comitato
interministeriale sulla "spending" (chiamato in ogni caso a pronunciarsi sul dossier Cottarelli), la fase
operativa del piano di tagli selettivi della spesa.
Una parziale redistribuzione delle funzioni, seppure mirata alla "spending", insomma.
Che potrebbe offrire a Renzi anche la possibilità di costringere alcune strutture del ministero dell'
Economia, come ad esempio quella "strategica" della Ragioneria generale dello Stato, a lavorare
maggiormente in sinergia con la Presidenza del Consiglio. Allo stato attuale si tratta solo di un' ipotesi
sulla quale, così come su quella di un eventuale trasferimento di Cottarelli da via XX settembre a
Palazzo Chigi, dovrebbe comunque essere presa una decisione al più tardi entro la fine del mese.
Per il momento il commissario straordinario resta a disposizione di Padoan, che succede a Saccomanni
a via XX settembre. E che dovrà immediatamente analizzare nel dettaglio il dossier­spending, anche
per rispondere alle attese di Bruxelles che ha chiesto il rispetto degli impegni presi nei mesi scorsi da
Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni sulla revisione della spesa. Un dossier che conterrà diverse
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22 febbraio 2014
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Il Sole 24 Ore
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proposte di intervento: dal pubblico impiego agli acquisti di beni e servizi passando per le società
partecipate, gli immobili, le consulenze e le auto blu.
Uno dei pilastri su cui poggerà il piano­Cottarelli è quello di un' ulteriore razionalizzazione della spesa
per le forniture della Pa rafforzando il metodo Consip. La task force sull' acquisto di beni e servizi
suggerisce tra i possibili interventi da adottare un presidio più a vasto raggio delle cosiddette gare
complesse, come ad esempio quelle sull' innovazione e l' Ict in particolare, e un sistema fluido di
controlli ex ante («cosa, quanto») ed ex post («verifiche»). In ogni caso per l' ad di Consip, Domenico
Casalino, resta anche prioritario un potenziamento dell' attuale sistema a rete fondato su un
meccanismo di collaborazione tra la stessa Consip e tutte le centrali d' acquisto regionali.
Un altro snodo cruciale del piano Cottarelli è rappresentato dagli interventi sugli statali.
A cominciare dal ricorso alla mobilità obbligatoria (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Dai sindacati arriva
subito un "no". Con il responsabile dei settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, che punta il dito contro
la riproposizione dei tagli lineari.
«Francamente non si comprende quale sarebbe la novità sostanziale dell' ennesima versione del piano
Cottarelli», afferma Gentile, che aggiunge: si tratta «di misure talmente contro i lavoratori che gli stessi
datori di lavoro privati ne sognano l' estensione ai loro settori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL DOSSIER SPENDING Gli obiettivi Il dossier del commissario
straordinario per la revisione della spesa, che sarà completato domani, conterrà un pacchetto di
proposte di intervento per recuperare almeno dai 3,5 ai 5 miliardi nel 2014 e non meno di 30 miliardi nel
biennio 2015­2016. L' obiettivo minimo fissato dal Governo Letta prevedeva una riduzione di spesa per
2 punti di Pil (circa 32 miliardi) da realizzare entro il 2016 I possibili tagli Tra le aree nel mirino
compaiono il pubblico impiego, con il ricorso alla mobilità obbligatoria, gli acquisti di beni e servizi, con
il rafforzamento del metodo Consip, le società partecipate, con un netta sfoltitura, la gestione degli
immobili, le consulenze e le auto blu.
MARCO ROGARI
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
L' agenda. A Bruxelles anche la partita investimenti.
Contratto con la Ue, la via per lo scambio tra rigore e
riforme
LA CORSA DELLA SPESA Un' accorta «due diligence» sui conti pubblici servirà a fare
chiarezza in merito ai rischi evidenziati mercoledì scorso dalla Corte dei Conti
SPENDING REVIEW E TASSE Obiettivo potenziare la dote del 2014 rispetto ai 3
miliardi indicati per rafforzare il piano di riduzione della pressione fiscale, con priorità al
cuneo.
Dino Pesole Il dossier "europeo", prima di
tutto, per provare a verificare un possibile
"scambio" tra riforme e maggiore flessibilità
sul deficit, ma anche i dossier tutti di casa
nostra, con la spending review i n v i a d i
definizione e il piano di riduzione delle tasse
sul lavoro.
Il neo ministro dell' Economia, Pier Carlo
Padoan, chiamato da Matteo Renzi d' intesa
con il Quirinale alla poltrona più importante e
scomoda del neonato governo, dovrà in breve
far fronte a scadenze e impegni di assolutà
priorità. Non è alle viste alcuno sconto da
parte di Bruxelles. Piuttosto l' abilità politico­
diplomatica di cui dovranno dotarsi Renzi e
Padoan si eserciterà sul peso specifico da
attribuire alle riforme strutturali, che il nuovo
governo dovrà a questo punto definire nei
primi cento giorni della sua attività.
Se il cronoprogramma annunciato da Renzi
sarà rispettato, l' occasione propizia è offerta
dal semestre di presidenza italiana della Ue,
che scatterà il prossimo 1° luglio.
In quella sede, si potrà provare a seguire la
strada, già tracciata dal Consiglio europeo
dello scorso dicembre, delle cosiddette
«intese contrattuali». In sostanza, qualora su base volontaria un paese decida di presentare e realizzare
un dettagliato piano di riforme strutturali, cui verrebbe attribuito un effetto moltiplicatore del Pil,
scatterebbero degli incentivi diretti a mitigare il costo di quelle riforme. Operazione che per noi potrebbe
tradursi in una sorta di «meccanismo di solidarietà», gestito dagli strumenti esistenti, tra cui il
meccanismo di stabilizzazione Esm o la Bei. In concreto, forme di garanzia che consentano a paesi
come il nostro che si finanziano sul mercato più elevati rispetto ad altri di ottenere prestiti a tassi
inferiori, alleviando in tal modo il costo delle riforme.
In questa direzione va la dichiarazione di due giorni fa del presidente dell' Eurogruppo, Jeroen
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
Dijsselbloem: possibili deroghe agli obiettivi di deficit (anche temporali dunque) a quei paesi che
avranno realizzato prima le riforme che hanno un impatto sulla diminuzione del debito. Strada che non
pare in contraddizione con quella che il governo Renzi potrebbe intraprendere, poiché é proprio l'
incremento del Pil potenziale (garantito dalle riforme) la migliore garanzia per assicurare il rientro
graduale dal nostro ingombrante debito pubblico. Occorrerà superare le obiezioni della Germania,
compito tutt' altro che agevole, ma evidentemente si tratta di una strada che varrà la pena percorrere.
Contestualmente, Renzi e Padoan potranno provare a riaprire il dossier sulla «clausola sugli
investimenti», congelata da Bruxelles in attesa di ricevere dati e misure certe sulla «spending review».
Quanto alle urgenze sul fronte interno, prima di tutto un' accorta «due diligence» sui conti pubblici potrà
servire a fare chiarezza in merito ai rischi evidenziati mercoledì scorso dalla Corte dei Conti: minori
entrate per 13,7 miliardi nel periodo 2017­2020 per effetto delle modifiche introdotte dal Parlamento alla
legge di stabilità, con la spesa che torna a crescere (4,6 miliardi nel 2014).
A metà aprile, Padoan invierà a Bruxelles il Def e il Piano nazionale di riforma, con annesse le nuove
stime macroeconomiche. Sia la Commissione europea, che l' Ocse, il Fmi, ma anche Banca d' Italia e
Istat non si spingono oltre un incremento del Pil per l' anno in corso che varia dallo 0,5 allo 0,7%, mentre
il governo Letta consegna al governo Renzi una previsione decisamente più ottimistica: 1,1 per cento.
Variazione tutt' altro che secondaria, poiché su questa previsione di incremento del Pil é costruita l'
intera manovra di bilancio.
Ecco perchè la spending review acquista una rilevanza decisiva. Se si riuscirà a potenziare la "dote" del
2014 rispetto ai 3 miliardi indicati dal governo Letta, potrà crescere di conseguenza la consistenza del
piano di riduzione della pressione fiscale, con priorità assoluta al taglio del cuneo fiscale e contributivo.
In gioco è la possibilità di realizzare tagli dai 16,6 ai 17,9 miliardi nel biennio 2014­2015, da destinare in
via prioritaria proprio alla riduzione del prelievo che grava sul lavoro.
In primo piano infine, anche per quel che riguarda i risvolti di carattere finanziario, la definizione e il
timing di attuazione del «Jobs act».
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Il nuovo governo LA SQUADRA DI RENZI.
Renzi 1 con 16 ministri, la metà sono donne Undici
gli esordienti
Tre i ministri «tecnici», tutti nei dicasteri economici.
È una squadra giovane e per metà al
femminile quella varata da Matteo Renzi ieri al
Quirinale. Sedici ministri, di cui la metà donne.
Battuto per snellezza solo da Alcide De
Gasperi nel 1947: il suo terzo governo aveva
solo 15 ministri.
Sono esordienti undici dei ministri che
giureranno alle 11,30 al Quirinale fedeltà alla
Repubblica. Di questi 11, tre sono già stati
sottosegretari in precedenti governi, mentre
otto non hanno mai avuto alcuna esperienza
governativa. Questo vale anche per ministeri
di primissimo livello come quello degli Esteri
(dove va la 41enne Federica Mogherini).
Altri due ministri (i Pd Franceschini e Orlando)
hanno traslocato di ministero passando
rispettivamente dai Rapporti con il Parlamento
ai Beni culturali e dall' Ambiente alla Giustizia.
Solo i tre ministri del Ncd sono rimasti al loro
posto, anche se Alfano non è più vicepremier.
Tre i ministri tecnici, tutti ai dicasteri
economici: Pier Carlo Padoan all' Economia,
Federica Guidi allo Sviluppo economico e
Giuliano Poletti al Lavoro. Tredici quelli politici.
Renzi è il premier più giovane di sempre (39
anni), alla guida di un esecutivo con il più alto
numero di donne nella storia Repubblicana (otto contro le 7 del Governo Letta) e l' età media più bassa
(47 anni). La squadra Renzi ha cinque ministri in meno del Governo Letta che ne contava in tutto
ventuno.
La media della compagine governativa è di 47 anni, sei anni meno del precedente governo Letta (53
anni). Gli uomini del nuovo esecutivo sono in media più grandi delle donne: 50 contro 44 anni. Il ministro
più anziano è quello dell' Economia, Pier Carlo Padoan, che ha 64 anni, mentre la più giovane della
squadra di Renzi è Maria Elena Boschi, classe 1981.
© RIPRODUZIONE RISERVATA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Matteo Renzi Segretario del Pd 39
anni CHI È Matteo Renzi è nato a Firenze nel 1975. Segretario del Pd, è il più giovane presidente del
Consiglio della storia repubblicana PRIORITÀ STRATEGICHE Cambiare entro le europee le regole su
lavoro, Pa e fisco PRIORITÀ IMMEDIATE La legge elettorale è la prima grana del nuovo premier
SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA Graziano Delrio Pd 54 anni MINISTRO CON
PORTAFOGLIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO CHI È Endocrinologo, sposato con Annamaria e
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
padre di nove figli, due volte sindaco di Reggio Emilia (2004 e 2009), Delrio ha guidato l' Anci dal 5
ottobre 2011 al 27 aprile 201 3 quando è diventato ministro agli Affari regionali PRIORITÀ
STRATEGICHE Possibile riorganizzazione della presidenza del Consiglio dei ministri sia nella
prospettiva della spending review sia in vista della riforma del Senato e del titolo V PRIORITÀ
IMMEDIATE Sicuramente la gestione dei provvedimenti ricevuti in eredità dal Governo precedente che
andranno portati in Consiglio dei ministri ECONOMIA Pier Carlo Padoan Tecnico 65 anni CHI È Capo
economista Ocse e da poco nominato, ma mai insediato, alla presidenza dell' Istat, è stato professore di
Economia alla Sapienza di Roma e consulente economico di Massimo D' Alema quando fu presidente
del Consiglio PRIORITÀ STRATEGICHE Tra i dossier principali, la spending review e il piano di
riduzione delle tasse sul lavoro PRIORITÀ IMMEDIATE La trattativa con la Ue per un possibile
"scambio" tra riforme e flessibilità sul deficit SVILUPPO ECONOMICO Federica Guidi Tecnico 45 anni
CHI È Laureata in giurisprudenza, ha lavorato come analista finanziario e poi nell' azienda di famiglia, la
Ducati Energia. Dal 2008 al 2011 è presidente dei giovani imprenditori di Confindustria PRIORITÀ
STRATEGICHE Un piano per il rilancio del made in Italy e interventi strutturali per ridurre il costo dell'
energia e sostenere la ricerca PRIORITÀ IMMEDIATE La gestione di circa 160 tavoli di crisi aziendali.
L' attuazione di provvedimenti ancora nel cassetto LAVORO Giuliano Poletti Tecnico 63 anni CHI È
Classe 1951. Presidente di Legacoop dal 2002. È stato assessore alle attività produttive del comune di
Imola PRIORITÀ STRATEGICHE Varo del pacchetto di misure individuate nel «Jobs act», con
particolare riguardo ai contratti, la riforma degli ammortizzatori e il codice del lavoro PRIORITÀ
IMMEDIATE Gestire i fabbisogni per la cassa integrazione e la mobilità in deroga 2014 e l' avvio
efficace del piano nazionale «Garanzia Giovani» INTERNO Angelino Alfano Ncd 44 anni CHI È
Avvocato, già "delfino" di Silvio Berlusconi e oggi leader di Ncd, nel Governo Letta ricopriva lo stesso
incarico, oltre a essere vicepremier PRIORITÀ STRATEGICHE C' è da individuare una strategia per
aggredire i grandi patrimoni criminali. E c' è anche la partita della definizione dei collegi elettorali dopo
la riforma della legge sul voto PRIORITÀ IMMEDIATE L' immigrazione, più che triplicata nel 2013. Sotto
la lente i centri per l' identificazione ed espulsione ESTERI Federica Mogherini Pd 41 anni CHI È È la
responsabile Esteri e Europa del Pd voluta da Renzi e presidente della delegazione italiana all'
Assemblea Nato. È esponente di Areadem, la corrente di Dario Franceschini PRIORITÀ
STRATEGICHE Il semestre europeo, ma vanno monitorati anche i dossier su Siria, Mediterraneo e altri
PRIORITÀ IMMEDIATE Urgente la soluzione del caso dei Marò trattenuti in India, giunta ormai a un
punto di rottura (è stato fatto rientrare l' ambasciatore a New Delhi) GIUSTIZIA Andrea Orlando Pd 45
anni CHI È Ministro dell' Ambiente nel governo Letta, è stato presidente del forum Giustizia Pd con la
segreteria Bersani. È esponente della minoranza dei "giovani turchi" PRIORITÀ STRATEGICHE L'
attuazione della geografia giudiziaria corre il rischio di modifiche fino a settembre PRIORITÀ
IMMEDIATE Il rilancio della giustizia civile, con la riduzione dell' arretrato e la semplificazione dei
processi, perché è il volàno della ripresa economica INFRASTRUTTURE Maurizio Lupi Ncd 55 anni
CHI È È stato ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti anche nel governo Letta. Prima nel Pdl, ha poi
aderito al Nuovo centrodestra di Alfano. È esponente di Cl PRIORITÀ STRATEGICHE Oltre alle grandi
opere (tra cui prioritarie quelle dell' Expo), anche il rilancio di quelle "piccole", come edilizia scolastica e
piani città PRIORITÀ IMMEDIATE Sul tavolo il decreto casa, che tenta il rilancio delle locazioni con
incentivi ai proprietari ISTRUZIONE Stefania Giannini Sc 53 anni CHI È Nata a Lucca, ordinaria di
glottologia e linguistica presso l' università per stranieri di Perugia, di cui è stata rettore fino a marzo
2013. Senatrice di Sc, è stata relatrice del «decreto Scuola» in Senato PRIORITÀ STRATEGICHE
Diritto allo studio e nuovi ricercatori universitari.
Valutazione delle scuole e reclutamento basato sul merito PRIORITÀ IMMEDIATE Attuare il Piano
nazionale per la ricerca (Pnr) e varare il decreto sull' apprendistato alle superiori SALUTE Beatrice
Lorenzin Ncd 43 anni CHI È Romana, 43 anni a ottobre, diploma di liceo classico, è il quinto ministro
della Salute donna e il 31° dalla nascita del ministero nel 1958.
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Il Sole 24 Ore
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PRIORITÀ STRATEGICHE Il varo del «Patto per la salute» che toccherà i punti nevralgici del Ssn:
fondi, ospedali, cure h24, personale, farmaci, livelli d' assistenza PRIORITÀ IMMEDIATE Il «Patto
salute», naturalmente, ma anche la spending review con risparmi quantificati in 8­12 miliardi da
realizzare in tre anni POLITICHE AGRICOLE Maurizio Martina Pd 36 anni CHI È Nato a Calcinate in
provincia di Bergamo, ha una lunga gavetta nel Pd lombardo. Bersaniano, era sottosegretario all'
Agricoltura nel governo Letta PRIORITÀ STRATEGICHE Dovrà seguire il dossier e la programmazione
Expo 2015, su cui aveva la delega già nell' esecutivo Letta PRIORITÀ IMMEDIATE Da seguire l'
attuazione dei nuovi indirizzi della politica agricola comunitaria e la partita dell' apertura o meno agli
Ogm DIFESA Roberta Pinotti Pd 53 anni CHI È Senatrice Pd (vicina a Franceschini), si è sempre
occupata di difesa, nel partito e in Parlamento. Già sottosegretario alla Difesa, è la prima donna titolare
di questo dicastero PRIORITÀ STRATEGICHE Dovrà guidare la trasformazione dell' esercito, con uno
spostamento di risorse dalla voce personale a quella investimenti PRIORITÀ IMMEDIATE C' è da
portare avanti il programma del caccia F35 a cui il movimento pacifista si oppone BENI E ATTIVITÀ
CULTURALI E TURISMO Dario Franceschini Pd 56 anni CHI È Nato a Ferrara, 56 anni, si è schierato
con Renzi nelle ultime primarie del Pd. È stato ministro per i Rapporti con il parlamento nel governo
uscente di Enrico Letta PRIORITÀ STRATEGICHE Da definite il rilancio del patrimonio culturale italiano
anche attraverso il coinvolgimento dei privati PRIORITÀ IMMEDIATE Va completato il progetto di
riqualificazione del sito archeologico di Pompei AMBIENTE Gianluca Galletti Udc 53 anni CHI È Nato a
Bologna, è esponente politico dell' Udc, di cui è stato capogruppo alla Camera nella scorsa legislatura.
Nel governo Letta era sottosegretario all' Istruzione PRIORITÀ STRATEGICHE Il dissesto idrogeologico
è una grande emergenza nazionale che si può prevenire solo con ingenti investimenti PRIORITÀ
IMMEDIATE C' è la partita aperta dell' emergenza rifiuti, come emerso con la vicenda della Terra dei
Fuochi RIFORME E RAPPORTI CON IL PARLAMENTO Maria Elena Boschi Pd 33 anni CHI È Deputato
Pd, avvocato, da dicembre responsabile per le Riforme nella segreteria Pd, è tra i fedelissimi di Matteo
Renzi PRIORITÀ STRATEGICHE Da portare a compimento la riforma del Senato (da trasformare in
camera delle autonomie)e la modifica del Titolo V per riportare alcune competenze dalle Regioni allo
Stato PRIORITÀ IMMEDIATE La riforma elettorale attende l' ok alla Camera, ma gli alfaniani vorrebbero
modifiche PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SEMPLIFICAZIONE Marianna Madia Pd 34 anni CHI È
Deputata al secondo mandato e membro della segreteria del Pd dove è responsabile per le politiche
del lavoro e del welfare PRIORITÀ STRATEGICHE La riforma della pubblica amministrazione è stata
indicata nel calendario Renzi per il mese di aprile PRIORITÀ IMMEDIATE Dovrà gestire gli esuberi
determinati dalla vecchia spending review e l' attuazione delle misure di semplificazione varate nel mesi
scorsi AFFARI REGIONALI Maria Carmela Lanzetta Pd 59 anni CHI È Classe 1955, è stata sindaco di
Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, distinguendosi per la lotta alla 'ndrangheta. Nelle ultime
primarie Pd ha sostenuto Pippo Civati PRIORITÀ STRATEGICHE Gestire il rapporto con le autonomie
guidando le Conferenza Stato­Regioni e unificata e presiedendo la Conferenza permanente per il
coordinamento della finanza pubblica PRIORITÀ IMMEDIATE Portare al traguardo il Ddl Delrio svuota­
province.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Sanità. Spending review e nuovo «patto» triennale per la salute i capitoli più urgenti.
Si riaccendono i fari sulla spesa
Beatrice Lorenzin 2, la continuità. Entrata e
uscita dal totoministri in una ridda di voci e di
tentativi di conquista del sua posto, l' ex
fedelissima berlusconiana ha conservato una
poltrona che resta al rango della «serie A» dei
ministeri, superando il rischio di finire
inglobato nel super Welfare. E che dunque
sarebbe finito sempre di più nella ridotta
controllata dall' Economia.
Ma proprio la "questione spesa" di un settore
che quest' anno solo di fondi pubblici vale
109,9 miliardi, per salire (forse) di altri 7,6
miliardi entro il 2016, resta la questione più
spinosa che «super Bea», come ormai
Lorenzin viene definita trasversalmente dalle
categorie dell' universo della salute, si troverà
a dover tenere a briglie corte. Come dire che
in ogni caso il ruolo del ministero dell'
Economia mai potrà essere bypassato, tanto
più sotto spending review in una fase che si
annuncia ancora di stretta della spesa
pubblica.
E questa resta infatti, anche nel suo secondo
mandato, la vera scommessa che la ministra
della Salute si trova a dover governare da
subito. Con un impegno raddoppiato.
Le carte del resto sono già tutte sul tavolo. E fanno capo a quel «Patto per la salute», con orizzonte
triennale, al quale Lorenzin e i governatori hanno lavorato a lungo nei nove mesi del primo incarico. Con
risultati non distanti e quasi a portata di mano, ma che sarebbero stati spazzati via in caso di cambio di
guardia al ministero. Finanziamento, ospedali, cure h24, personale, farmaci, ricerca, assetto delle asl:
questi i capitoli nevralgici che il «Patto» dovrà riformare.
Per non dire degli interventi sul federalismo. E di quella spending review su cui con Cottarelli non sono
mancate frizioni: Lorenzin e le regioni vogliono tenere in casa Ssn i risparmi e fare da sé la spending,
chissà che dirà e che vorrà ora, da via XX Settembre, Pier Calo Padoan.
R. Tu.
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22 febbraio 2014
Pagina 15
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
I progetti di sviluppo. Da un anno è ferma al comune la variante urbanistica per autorizzare i
lavori nel porto.
Il piano regolatore blocca «Tempa Rossa»
IL PRESIDENTE Prete (Autorità portuale): la cosa più difficile è spiegare alle imprese
estere le lungaggini burocratiche del nostro Paese.
TARANTO È un anno che il piano regolatore
del porto di Taranto è bloccato al Comune. L'
ente locale dovrebbe adottarlo, anche perché
costituisce variante al piano regolatore
g e n e r a l e , pubblicarlo, a s p e t t a r e l e
osservazioni per 60 giorni e inviarlo alla
Regione Puglia per l' approvazione definitiva.
Invece è tutto fermo. All' ordine del giorno del
Consiglio il piano regolatore del porto non
compare mai e questo tiene bloccati circa 300
milioni di euro di investimenti nella raffineria
Eni di Taranto: quelli del progetto «Tempa
Rossa».
C' è infatti un' appendice tarantina per il
giacimento della Basilicata e prevede che,
attraverso una bretella di collegamento di una
decina di chilometri, il petrolio estratto a
«Tempa Rossa» (2,7 milioni di tonnellate
annue) sia «instradato» verso l' oleodotto di
Viggiano sempre in Basilicata, già esistente, e
da qui raggiunga Taranto, il porto più vicino al
giacimento lucano e con una serie di
infrastrutture Eni già operative. Nel capoluogo
pugliese si tratterebbe di costruire due
serbatoi che funzionerebbero alternativamente
per la ricezione del greggio e il carico delle
navi, nonché di allungare, di circa 250 metri, il pontile petroli esistente. Aumenterebbe anche il traffico
navale: di un centinaio di unità rispetto al movimento attuale.
Le multinazionali Shell e Total ­ che in joint venture con la giapponese Mitsui gestiscono «Tempa
Rossa» ­ farebbero infatti affluire a Taranto le navi che devono caricare il greggio per trasferirlo poi sui
mercati. Taranto, quindi, come base logistica di «Tempa Rossa». Solo che senza il via libera al piano
regolatore portuale e senza le autorizzazioni comunali, tutto rimane fermo. Il che provoca anche
insofferenza nei manager di Shell e Total che, giorni fa, sono stati a colloquio col presidente dell'
Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, per sapere a che punto fossero i loro progetti. «La cosa più
difficile da spiegare agli emissari di grandi compagnie straniere è la complessità della nostra burocrazia
­ commenta Prete ­. A Taranto accade con gli investitori di "Tempa Rossa" ma anche con Hutchinson
ed Evergreen per il terminal container».
Al momento, nessuna previsione temporale si può fare per il Prg del porto. E questo anche se gli
investimenti legati a «Tempa Rossa» hanno ottenuto le autorizzazioni ministeriali, i progetti definiti di
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22 febbraio 2014
Pagina 15
Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
interesse strategico nazionale già dal 2001 e l' Eni a Taranto sarebbe pronto a partire con due­tre anni
di lavori.
Fra l' altro, non è l' unico stand by che riguarda la raffineria. È infatti ancora in attesa dell' ok ministeriale
il nuovo progetto della centrale turbogas da un centinaio di megawatt che servirebbe a migliorare il
fabbisogno energetico degli impianti.
D.Pa.
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22 febbraio 2014
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
ORSI & TORI
Anche Enrico Letta con l' intelligenza e l'
esperienza di governo che lo contraddistingue
aveva compreso che il maggior ostacolo al
fare è la casta dei superburocrati da cui i
ministri non possono prescindere: capi di
gabinetto, responsabili degli uffici legislativi,
direttori generali dei ministeri. Fra loro c' è
gente intelligente e capace, ma anch' essi
sono schiavi della casta a cui appartengono e
del profondo senso di autoconservazione che
hanno. Sono loro che conoscono la selva
selvaggia delle leggi esistenti, dei testi mai
chiari e definiti, per cui quando un ministro o
viceministro si insedia, si sente
immediatamente come un cittadino bianco
calato in mezzo alla foresta equatoriale, fra
scimmie e gorilla, per cui se intravede all'
orizzonte un aborigeno, anche se armato di
lancia e di intenzioni bellicose, finisce per
considerarlo la sua salvezza, e si consegna a
lui con speranza. Naturalmente l' aborigeno lo
porterà dove vuole e gli farà fare ciò che vuole.
A Letta è capitato di perdersi nella foresta pure
sull' idea che, anche a giudizio del presidente
della Bce e dell' Unione europea, avrebbe
potuto dare un forte contributo al rilancio dello
sviluppo: l' idea di Franco Bassanini
(presidente Cdp) e Marcello Messori
(economista di sinistra) era stata messa a punto per far sì che in poche settimane entrassero nelle
casse delle aziende creditrici dello Stato i 77 miliardi di crediti cosiddetti correnti; bastava che lo Stato li
riconoscesse, essendo già nella contabilità del debito calcolato da Eurostat, e li garantisse; le banche
avrebbero immediatamente scontato quei crediti a un tasso molto basso, non riducendo la loro capacità
di credito in rapporto al capitale proprio, come impongono le regole bancarie, poiché i crediti garantiti
dello Stato non assorbono capitale. Gradita sia a Letta sia al ministro Fabrizio Saccomanni, la
procedura che avrebbe consentito una poderosa iniezione di liquidità nel sistema è stata bloccata
appena trasmessa alla direzione generale del Tesoro e alla Ragioneria generale, due direzioni che
dipendevano dallo stesso Saccomanni. Né Saccomanni né Letta sono riusciti a imporsi; si sono limitati
a chiedere a Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica, un articolato per ridurre i poteri dei
burocrati del ministero dell' Economia, ma quando l' attuale presidente della Cdp glielo ha presentato, il
commento è Stato: molto interessante, ma così scoppia la guerra.
Ecco, a differenza di Letta, il nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è un guerrafondaio:
combatte da quando è nato; quindi non teme lo scontro, ma deve avere la volontà di provocarlo perché
altrimenti farà la fine degli otto presidenti del Consiglio che si sono alternati dal 1994, data teorica di
inizio della seconda Repubblica, e che non hanno cambiato di una virgola il Paese. Renzi deve ispirarsi
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22 febbraio 2014
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
al generale Charles De Gaulle, anche se lui non è generale e al massimo ha diretto una partita di calcio
come arbitro. Ma ha un' energia e una brutalità nell' esprimere e sostenere le sue idee che può riuscire,
e se non ci riuscisse lui sarebbero guai seri.
Oltre a questo giornale, a suggerirgli di rischiare appunto perfino la brutalità c' è ora anche Francesco
Giavazzi, che ha avuto modo ai tempi del ministero retto da Carlo Azeglio Ciampi, di conoscere di quale
pasta è fatta la burocrazia.
Nell' editoriale di venerdì 21 sul Corriere della Sera, scritto come al solito a due mani con Alberto
Alesina, economista di Harvard e ora visitor professor presso la cattedra della Bocconi istituita dalla Bce
per cercare di far prevalere l' idea che dalla crisi non si esce aumentando le tasse, Giavazzi ha scritto,
brutalmente, in chiusura dell' editoriale: «...Ma il governo non farà nessuna di queste cose (quelle
descritte nell' editoriale e che coincidono in larghissima parte con il programma offerto a Renzi da L'
Italia c' è, ndr) se non sostituirà radicalmente i burocrati che gestiscono i ministeri (riformando i contratti
della dirigenza pubblica e allineandoli a quelli del settore privato) cominciando dalla casta dei capi di
gabinetto. Per farlo ci vuole coraggio, perché questi signori sono depositari di dossier che tengono
segreti per proteggere il loro potere. Bisogna avere il coraggio di mandarli tutti in pensione. All' inizio i
nuovi ministri faranno molta fatica, ma l' alternativa è non riuscire a fare nulla».
Un compito così difficile con l' incarico di ministro della Semplificazione e della Pubblica
amministrazione Renzi lo ha affidato a una 34enne, bionda e carina, Marianna Madia, lanciata in
parlamento da Walter Veltroni. Subito i giornali hanno ricordato che è stata fidanzata del figlio del
presidente Giorgio Napolitano, Giulio, professore di diritto amministrativo.
E hanno aggiunto che è incinta. Se Renzi l' ha scelta, è sicuro che ha grinta e capacità di fare. Potrà non
essere un boia che taglierà le teste di tutti i dirigenti, ma sicuramente darà e farà di più di quanto hanno
fatto i numerosi ministri che si sono succeduti alla Funzione pubblica in tutti questi anni. L' unico che era
parso poter incidere un po' è stato Renato Brunetta, che tuttavia aveva cercato di farlo sui livelli più
bassi, i cosiddetti fannulloni dal certificato medico facile. Ma neppure Brunetta ha osato sfidare la casta.
La giovanissima Madia dovrà farlo, se vuole che il governo possa operare secondo le scelte del
Consiglio dei ministri e non dei componenti della casta.
L' altro ministro chiave è Pier Carlo Padoan all' Economia. Renzi avrebbe voluto un politico puro e non
era sbagliato, perché era l' unico modo per avere un controllo effettivo della burocrazia, ma fra nomi che
sono circolati (tutti tecnici) Padoan, per molti anni ai vertici dell' Ocse come economista e designato alla
presidenza dell' Istat dove non ha fatto in tempo a operare, è sicuramente il migliore. Nessuno avrebbe
potuto contestare l' altissimo livello scientifico di Guido Tabellini, che fino all' ultimo è stato in
ballottaggio con Padoan, ma sul piano pratico della gestione il professore della Bocconi non aveva dato,
a giudizio di molti, buona prova di sé come rettore dell' università milanese, tanto è vero che non è stato
rinnovato.
Padoan, che è intervenuto molto spesso da Parigi alla trasmissione Partita Doppia di Class Cnbc, ha
sempre mostrato una perfetta conoscenza della situazione economica italiana e molto equilibrio nei
giudizi. Non è quindi né un estremista né una persona che inclina al compromesso; non ritiene che la
via per rilanciare lo sviluppo passi attraverso l' inasprimento fiscale: cadono quindi le ipotesi di una
pesante patrimoniale, ma ha anche il compito di riformare il fisco secondo la ricetta di Renzi, che non
vedrebbe male l' aumento dell' aliquota che tassa le rendite finanziarie. È un' idea che Renzi ha mutuato
dal suo sedicente consulente per le attività finanziarie, il gestore a Londra di hedge fund, Davide Serra.
In linea di principio, l' aumento dell' aliquota alla fonte oggi al 20% potrebbe essere anche ritoccata per
liberare risorse da dedicare alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Ma Padoan ricorderà
sicuramente al presidente del Consiglio che il debito italiano non consente aumenti di aliquota, poiché è
evidente che se crescesse il prelievo sulle obbligazioni non statali e sulle rendite finanziarie
diventerebbe politicamente impossibile lasciare al 12,5% l' aliquota che colpisce i titoli di Stato.
Padoan ha tutte le caratteristiche per fare bene e modernizzare il ministero dell' Economia,
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specialmente se riuscirà a ridurre o a contenere il potere dei superburocrati di Tesoro e Ragioneria.
Dall' Ocse ha potuto osservare e analizzare le economie di tutto il mondo occidentale e sa bene che l'
Italia ha pesanti gap rispetto a qualsiasi altro Paese nel campo del debito e della spesa.
Entro poche settimane è in grado di prendere provvedimenti concreti sui due fronti: su quello della
spesa, perché certamente confermerà l' ex funzionario del Fondo monetario, Carlo Cottarelli, che nei
giorni scorsi aveva messo a disposizione il suo contratto (della durata di tre anni) se non avesse
ottenuto il consenso del nuovo ministro. Padoan e Cottarelli parlano lo stesso linguaggio e quindi a
breve dovrebbero avvenire i primi tagli. Che naturalmente influiranno poco, se contemporaneamente
non sarà tagliato il grande debito pubblico italiano. Non bastano certo le privatizzazioni di Poste, di
Sace e delle altre società dello Stato messe in rampa di privatizzazione da Letta. Se Renzi lo ha scelto
dopo vari suggerimenti, in particolare della presidenza della Repubblica, della Banca d' Italia e della
Bce, è tuttavia perché ha potuto accertare che Padoan è disponibile a operare in sintonia con il
presidente del Consiglio e non a essere un' alternativa potente nel governo.
Gestiranno così insieme le numerose nomine da fare entro poche settimane, per le quali i manager in
carica non hanno più certezze, neppure Paolo Scaroni che pure all' Eni ha fatto bene e in extremis ha
usato parole positive su Renzi. Renzi lo ha notato e quindi la sua sorte dipenderà da una valutazione
approfondita che il presidente del Consiglio vuole fare con le persone di cui si fida di più e con cui ha
consuetudine di rapporto ogni due settimane allo stadio di Firenze.
Il taglio deve essere secco, e insieme agli immobili saranno da mettere nel Fondo degli italiani le
società possedute dagli enti locali, secondo il programma messo a punto dal comitato di economisti de
L' Italia c' è espresso nel numero scorso.
Affatto sorprendente la nomina di Federica Guidi al ministero dello Sviluppo economico. Guidi è riuscita
a gestire con efficienza l' azienda di famiglia alla quale, in sintonia con il progresso tecnologico, ha
impresso nuovo slancio. L' essere stata presidente dei giovani imprenditori e vicepresidente della
Confindustria dà ovviamente garanzie agli imprenditori, ma sono in molti a riconoscere che è una donna
determinata, preparata e coraggiosa come piace a Renzi. Promette di affrontare bene anche l' agenda
digitale, avendo maturato esperienza imprenditoriale proprio nel settore, e saprà governare anche le
due aree estremamente delicate delle televisioni e di Telecom Italia. In privato ha espresso giudizi
positivi sulla nuova gestione di Marco Patuano e non solo perché candidato a essere ministro al suo
posto c' era Franco Bernabè, che ha lasciato in polemica la presidenza di Telecom, non in grandissima
armonia con Patuano, che in silenzio sta facendo progressi non trascurabili.
Infine il ministro del Turismo. In realtà prima di arrivare alla parola Turismo ce ne sono altre, nella carica
di Dario Franceschini, uno dei pochi sopravvissuti del precedente governo; ma da politico navigato, è
sperabile che capisca come il turismo possa essere decisivo per il rilancio del Paese. E non solo per la
prossima Expo di Milano. Deve non lasciasi ingabbiare dai problemi delle sovrintendenze, ma deve
riuscire a ricondurle a un disegno comune con lo sviluppo del turismo, per il quale occorre un piano
serio.
Non fosse altro per i milioni di cinesi che sono pronti a venire a spendere in Italia. Sarà bene che
Franceschini faccia un inventario di chi può aiutarlo concretamente in questo fondamentale compito.
Renzi sa bene tutto ciò per la sua esperienza di sindaco di Firenze, una città che senza turismo
morirebbe. E proprio come sindaco di Firenze, Renzi ha tessuto buoni rapporti con Shanghai. Ora non
dovrà rinunciare al viaggio in Cina che era stato organizzato per Letta ai primi di aprile. L' energia non
gli manca, così come l' ironia, che ha sfoderato alla grande nel breve discorso dopo la fine dell' incontro
con Napolitano e soprattutto durante le insidiose domande che gli sono state rivolte da alcuni giornalisti.
In certi momenti, per ironia spontanea sembrava Vincenzo Montella.
Naturalmente con senso politico da navigante consumato, nonostante non sia ancora quarantenne,
come si è premurato di ricordare.
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PAOLO PANERAI
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L' analisi.
Un governo giovane con pochi ministri
Pur mantenendo fede alla sua linea (pochi
ministri, molte donne, età più giovane) Renzi
non è riuscito a rispettare il ruolino di marcia
che si era dato e che prevedeva di poter
presentare agli italiani la lista dei suoi ministri
alle 16 di ieri. I nomi, invece, sono stati resi
noti dopo le 19. L' ostacolo, è inutile
nascondercelo, anche se sarà negato, è stato
quello di Pier Carlo Padoan che, in pratica, è
stato vissuto da Renzi come una sorta di
imposizione dal parte del presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano anche a nome
e per conto dell' Unione europea e della Bce.
Non è, intendiamoci bene, che Padoan non
abbia i numeri per poter assumere
egregiamente questo prestigioso incarico
(come ben dice su questo stesso numero di
ItaliaOggi Stefano Cingolani a pag. 7), ma
Padoan è anche l' ennesimo economista del
cerchio Ocse, Fmi e cosi via che approda alla
scrivania che fu di Quintino Sella. Succede al
ministro Fabrizio Saccomanni che non si può
dire che, al ministero dell' economia, abbia
dato il meglio di sé stesso (basterebbe
ricordare le sue carambole sull' Imu) e si
accompagna alla nomina di Carlo Cottarelli,
anch' esso un abile tecnocrate da
organizzazione economica internazionale, che,
nominato con pieni poteri dal governo di Enrico Letta per predisporre a tamburo battente una proposta
di spending review, si è invece perso nella nebbia dell' indecisione.
Matteo Renzi riteneva che come ministro sarebbe meglio utilizzare un politico capace di resistere alle
diverse pressioni interne: per lui ci voleva un conoscitore della macchina del potere italiano. Uno cioè
abile nel disinnescare i veti. La tecnostruttura internazionale invece preferisce avere a Roma, come
interlocutore, un italiano che parli il suo linguaggio, abbia frequentato i suoi ambienti e che, in definitiva,
sia più un uomo loro che di Renzi.
Un ministro politico, come avrebbe voluto Renzi, è un ministro che consente di mandare avanti una
macchina pubblica grippata, tentando di ripararla mentre cammina.
Non è una questione di grafici ma di fendenti. Un ministro tecnocratico, come vorrebbero le
organizzazioni internazionali, serve invece per poter ottenere, a livello comunitario, quella credibilità tra
simili che serve a ottenere agevolazioni (tipo l' eliminazione delle spese di investimento dal vincolo del
3% nel rapporto debito/pil) bilanciate dagli impegni di risanamento del Paese.
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PIERLUIGI MAGNASCHI
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Oggi giura il Renzi 1: otto uomini altrettante donne. Unico tecnico sopravvissuto Padoan.
Un governo di giovani politiche
Tre ministri a Alfano, uno a Monti, uno a Casini. Il resto è Pd.
Oggi giura il governo Renzi 1. Il Pd di Matteo
Renzi ha fatto man bassa sostituendo i ministri
tecnici del governo Letta con esponenti del
partito molti dei quali giovani: sono ascrivibili
ai democratici 11 ministri su 16. Vince, con
grave scorno di Forza Italia, anche il Ncd di
Angelino Alfano che ha difeso bene l' accordo
siglato con Renzi quando Enrico Letta era
ancora in carica, il quale prevedeva la
conferma dei suoi tre ministri uscenti
compreso lui al Viminale (possono proseguire
il loro lavoro, dunque, anche Maurizio Lupi alle
Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Salute).
Mossa del cavallo di Pier Ferdinando Casini
che nel giorno in cui ha lanciato l' ex ministro
Giampiero D' Alia nel congresso dell' Udc, ha
promosso ministro all' Ambiente: il fidatissimo
Gianluca Galletti, già sottosegretario all'
Istruzione, sacrificando di fatto il compagno di
strada (nei gruppi parlamentari di riferimento)
Mario Mauro, ministro della Difesa uscente.
Sembra aver finalmente trovato il suo schema
di gioco politico anche l' ex premier Mario
Monti che conquista con la coordinatrice del
suo movimento Stefania Giannini l' egida dell'
università e dell' istruzione pubblica.
Impressionante la falange dio giovani donne
volute al governo da Renzi, in taluni casi
passando sopra altre donne che hanno vissuto già molte stagioni politiche. É il caso di Federica
Mogherini, promossa da sottosegretario a titolare del dicastero degli Esteri al posto del suo ministro,
fino a ieri, Emma Bonino.
L' imprenditrice democratica Federica Guidi allo Sviluppo economico, poi, risponde anche al criterio di
rpovenire dalle scuderie di Confindustria, che sotto la guida di Giorgio Squinzi manifesta impazienza.
Chissà se Squinzi se l' aspettava o è rimasto sorpreso come Pippo Civati nell' ascoltare la nomina a
ministro per gli Affari regionali di Maria Carmela Lanzetta, il sindaco anti­'ndrangheta che lui durante le
primarie aveva messo nel suo personale pantheon, è corso in tv a far sapere che avrebbe gradito,
almeno, essere avvertito prima. Roberta Pinotti è la prima donna a diventare ministro della Difesa.
Marianna Madia adesso potrà spiegare all' ex direttrice di youdem Chiara Geloni perché nel gioco delle
correnti interne al Pd è passata a Renzi: il premier incaricato dopo averle affidato le politiche del lavoro
al partito l' ha eletta al dicastero della Pubblica amministrazione già di D' Alia e che fu di Renato
Brunetta. Cambio di genere anche ai Rapporti con il parlamento dove Maria Elena Boschi prende il
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posto di Dario Franceschini: Renzi ha pagato il suo impegno nei giorni caldi, che hanno portato alla
destituzione di Letta, con un ministero con portafoglio pesante (Beni culturali). Se tanto dà tanto, infine,
Giuliano Poletti al ministero del Lavoro dà l' idea di una concezione cooperativistica della riforma forse
più importante che si appresta ad affrontare Renzi. Mentre alla Giustizia la scelta di un politico come
Andrea Orlando risponde al modello Lorenzin: in certi settori dare la delega ad un tecnico è
controproducente, dandola ad un politico vero che ha fatto tutta la trafila (meglio se nemmeno laureato
in qualche materia specifica) forse si ottengono buoni risultati. Comunque Orlando è stato responsabile
Giustizia del Pd.
Almeno Maurizio Martina, già giovanissimo responsabile Agricoltura del partito, formazione all' Istituto
agrario di Bergamo, ha potuto farsi già un po' le ossa al ministero della Politiche agricole che di fatto
guida da quando il ministro Nunzia De Girolamo si è dimessa.
Nel governo dei record: età media 47 anni, premier più giovane, prima donna ministro della Difesa,
maggior numero di donne, per citarne alcuni, c' è anche una conferma. Al ministero dell' Economia, non
può essere nominato un politico puro (a meno che abbia inconfutabili capacità tecniche). No, in via XX
Settembre l' ultima parola non spetta a Renzi. Lì risiederà l' unico tecnico sopravvissuto di una
numerosa genìa: Pier Carlo Padoan, prendendo il posto di Fabrizio Saccomanni. Va detto che la
nomina di Padoan al vertice dell' Istituto di statistica nazionale (Istat) era arrivata neanche un mese fa, a
fine gennaio. Ma non è questo il punto. Perché alla fine ha prevalso Padoan perfino su Saccomanni
voluto da, si dice, da Napolitano e Mario Draghi? Per una collocazione politica oltre che per le qualità
tecniche. Economista e professore universitario, Padoan ha avuto incarichi come consulente presso la
Banca mondiale, la Commissione europea e la Banca centrale europea. Dal primo giugno 2007 è vice
segretario generale dell' Ocse, di cui due anni più tardi diviene anche Capo economista, mantenendo
entrambe le cariche. Tecnico sì, ma con un occhio alle relazioni internazionali che contano. Padoan,
infatti, è stato direttore della Fondazione Italianieuropei, un think­tank politico che si occupa di temi
economici e sociali presieduto da Massimo D' Alema e frequentato dal gotha della sinistra italiana che
tesse relazioni internazionali.
Con il tweet «Arrivo, arrivo» e con l' hashtag #èlavoltabuona, Renzi ha spezzato in modo un po' inusuale
una tensione che si stava facendo pesante al di là della loggia alla vetrata al Quirinale, ma anche nel
Paese appeso da oltre due ore ad ogni mezzo di comunicazione possibile per venire a conoscenza
della squadra di governo. Un' attesa spasmodica che sembra non rispondere alla velocità del
segretario­Speedy Gonzales con cui il futuro premier vuole caratterizzarsi. Al grido di «Arriba, arriba»
alla fine ha potuto sciogliere la riserva. Quando Renzi ha finito di leggere la lista, tenendo la giacca
slacciata sotto lo sguardo severo degli uomini del Quirinale, ha voluto stemperare la tensione: «Questa
volta non ho sbagliato l' abito», ha detto riferendosi a quando si presentò vestito di bianco a dicembre,
per una cerimonia ufficiale. No, questa volta ha sbagliato tweet, ma gli sarà perdonato. Con oggi «è
stata affidata la speranza ad una nuova generazione», alza la prospettiva rievocando John Fitzgerlad
Kennedy. Riforme in quattro mesi e governo per quattro anni. Dice che farà in modo di meritarsi la
fiducia di Napolitano, il quale per la verità prima di allontanarsi dal podio affida ai cronisti un fuori sacco
che dà da pensare: syui quattro anni «non ci metterei la mano sul fuoco». Se non altro non si può dire
che è il governo Napolitano III, ma è effettivamente il governo Renzi 1. Duri quanto deve e potrà durare.
Il presidente della repubblica ha voluto anche esprimere «sincera gratitudine» a Letta e ha voluto
escludere che le oltre due ore di colloquio siano da interpretarsi come un segno di distanza tra lui e
Palazzo Chigi. «Nessun braccio di ferro», ha sottolineato rimbrottando i retroscenisti.
Il foglio svolazzante è affisso alla bacheca di fronte al bar dei dipendenti di Montecitorio.
Sembrerebbero a prima vista le indicazioni per un' inusuale caccia al tesoro ed è così. I dipenenti della
Camera dei deputati hanno scritto un vademecum per scovare le tabelle stipendiali dei cugini
dipendenti dell' altro ramo del parlamento. Le istruzioni sono a cura della Spi, una delle innumerevoli
sigle sindacali interne all' amministrazione. «Dopo una lunga gestazione finalmente anche il Senato
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pubblica le tabelle stipendiali dei propri dipendenti», si legge, «per chi le avesse cercate invano
comunichiamo che bisogna entrare nel menù Amministrazione, evitare la voce «Stato giuridico e
trattamento economico dei dipendenti» dove non troverete nulla, ma frugare nella voce «Le carriere del
personale», entrare in ogni singola professionalità e all' interno delle declaratorie cercare il link
(generalmente verso fondo pagina) «Tre fasce stipendiali Buona fortuna!» Segue una nota intitolata
«Qualche sorpresa». Eccola. «Mentre noi discutiamo di bloccare gli scatti troppo onerosi a fine carriera,
scopriamo che un coadiutore del Senato al 36° anno guadagna 16.160 euro annui in più di un
Segretario parlamentare della Camera». Il progetto di ridimensionare il Senato ad organo poco più che
consultivo ha gettare nel panico anche i dipendenti della Camera. «Il progetto di riforma del Senato», si
legge, «porterà conseguenze inevitabili sul piano dei livelli occupazionali nella Camera alta. Che ne
sarà dei dipendenti oggi in servizio? È inevitabile infatti che molti saranno in esubero rispetto al
fabbisogno di un organismo snellito dalla cura prospettata dalle dichiarazioni ufficiali attraverso le quali
si annunciano importanti riforme. Naturalmente gli organi di direzione politica e amministrativa delle due
Camere confabulano», è la conclusione, "forse trattano, addirittura potrebbero già aver trovato delle
soluzioni». Proprio oggi il presidente Piero Grasso vanta la trasparenza del suo sito all' International
Open Data Day.
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FRANCO ADRIANO
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Questo, per l' economista Andrea Ichino, è il compito più importante per il governo Renzi.
Riformare la macchina pubblica
Bisogna renderla responsabile dei suoi freni e sprechi.
Economista allo European University Institute di Fiesole
(Firenze), Andrea Ichino, classe 1959, milanese, da alcuni anni
interviene in tema di educazione, con saggi, molto apprezzati e
dibatutti e che propugnano uno sistema scolastico ed
educativo reso autonomo dallo Stato. Alla vigilia di un governo
che si annuncia riformista, come quello di Matteo Renzi, una
voce ancor più interessante.
Domanda: Professore, Renzi punta a impostare quattro riforme
in altrettanti mesi: da quella istituzionale, già delineata, a quelle
del lavoro, della pubblica amministrazione e del fisco. Da
economista avrà sicuramente idee sulle ultime tre ma, da
cittadino, si sarà fatto un' opinione anche sulla prima.
Risposta. Qualche idea in effetti l' avrei anche sul primo punto
e proprio come economista, prima ancora che come cittadino;
ciò che caratterizza gli economisti è soprattutto un modo di
ragionare, non il campo a cui essi applicano le loro analisi.
D. Benissimo, allora. Ci dica...
R. In un recente articolo su Linkiesta, insieme ad Andrea
Mattozzi (altro economista allo Eui, ndr) abbiamo proposto un
accorgimento per migliorare la qualità dei politici che ci
rappresentano in Parlamento, qualità da cui poi, a cascata,
deriverebbe un miglioramento di molte altre istituzioni.
D. Come si potrebbe procedere?
R. L' accorgimento, abbinabile a qualsiasi legge elettorale e in
particolare anche l' Italicum di Renzi, consiste nell' imporre ai
partiti, in occasione delle elezioni, di scegliere i candidati ma
non il collegio elettorale in cui essi dovranno competere per un
posto in Parlamento, collegio che verrebbe invece sorteggiato.
D. Quali benefici ne trarremmo?
R. Con questo vincolo, il partito «Caligola» non indicherebbe il
suo «cavallo» tra i candidati prescelti, cosa che invece farebbe
se potesse scegliere di presentarlo in un collegio sicuro. Inoltre
selezionerà persone che non siano espressioni di interessi
particolari, poiché questi avrebbero buone chance di vittoria nei
collegi corrispondenti a quegli interessi ma non in altri. In terzo
luogo, non sapendo in quale collegio ciascun candidato dovrà
competere, il partito sceglierà persone con un profilo meno
estremo e più propense al dialogo e alla cooperazione. Ma c' è dell' altro...
D. Prego...
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R. Potremmo aspettarci un mutamento del tono e dello stile della campagna elettorale: i candidati
dovranno convincere gli elettori della loro effettiva capacità di risolvere i problemi della nazione e non
potranno contare su promesse clientelari.
D. Passiamo al lavoro. Si procederà sul Jobs Act che però appare come un grande cornice entro
la quale sono possibili sì miglioramenti ma anche chiusure e passi indietro. Che idea s' è fatto?
R. La difficoltà profonda di una riforma del mercato del lavoro, e lo abbiamo visto con la riforma di Elsa
Fornero, è che va fatta fino in fondo e deve permeare l' intero sistema. Se fatta a piccoli passi rischia di
lasciare il Paese in mezzo al guado, dove soffrirebbe tutti i difetti di un sistema rigido senza beneficiare
dei meriti di un sistema flessibile e viceversa.
Se non vogliamo bagnarci i piedi, dobbiamo sal
tare tutti insieme sull' altra sponda.
O altrimenti meglio restare dove siamo.
D. E dunque come si esce dal guado?
R. Per tornare a crescere abbiamo bisogno di un mercato del lavoro nel quale ciascun lavoratore sia
allocato dove può dare i migliori risultati, e questo deve valere per il massimo dirigente così come per l'
ultimo dipendente. Ciò richiede di passare da un sistema che mira a proteggere ad ogni costo ogni
posti di lavoro, anche se improduttivo, a un sistema in cui si tutelano i lavoratori aiutandoli, quando
necessario, a transitare a posti che possono far crescere i redditi individuali e di conseguenza il Paese.
D. Un passaggio difficile, in un Paese abituato alla garanzia pressoché totale...
R. Nessuna categoria di lavoratori oggi protetti vuole essere la prima a rendersi disponibile a questa
transizione, perchè teme di trovarsi poi a essere la sola ad aver pagato senza alcun beneficio. È
necessario invece capire che la perdita di un impiego non è un dramma in un sistema capace di creare
nuovi posti di lavoro in sostituzione di quelli improduttivi, che devono essere tagliati.
Ma è una tragedia in un sistema nel quale nessuno assume a tempo indeterminato perché significa «per
sempre».
D. Un sistema che fa figli e figliastri: c' è chi è protetto sempre e comunque e chi non lo è mai.
R. Esatto. A causa di questo «per sempre» il mercato del lavoro è duale ossia diviso tra i super­protetti,
come i professori universitari a cui appartengo, e coloro che invece non godono di alcuna protezione.
Sono soprattutto giovani in cerca di primo impiego, che stanno oggi sopportando tutti i costi della
flessibilità, senza godere di alcun beneficio.
D. Quindi la sfida di Renzi, quale sarà?
R. Quella più difficile sta nella necessità di convincere gli Italiani che sull' altra sponda si sta meglio se
ci andiamo tutti insieme e se lo Stato saprà predisporre un sistema di ammortizzatori sociali che renda
meno costosa la flessibilità a cui tutti dovremo abituarci per poter aspirare a redditi maggiori,
conseguibili solo con una maggiore produttività.
D. Poi c' è la grande riforma della macchina amministrativa, la semplificazione cui Renzi si richiama fin
dalle prime Leopolda. A questo tema ne è legato uno, più politico: le burocrazie, facendo leva sulla
complessità normativa, esercitano un potere di veto fortissimo.
R. L' inefficienza della pubblica amministrazione è forse il peso che maggiormente trascina a fondo il
Paese. Spesso l' inefficienza delle procedure burocratiche deriva dall' idea che ciò che importi non
siano i risultati ma la rigida soddisfazione «ex ante» di requisiti formali.
All' Estero, per esempio, non è così.
D. Vale a dire?
R. In altri Paesi, dove i risultati contano più dei requisiti formali, un dirigente che si renda conto di una
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inefficienza ha l' autonomia per cambiare ciò che non funziona e gli incentivi corretti per farlo.
D. Cosa potrebbe ricavarne, in Italia?
R. Rendere amovibili i dirigenti se non producono risultati è fondamentale, affinchè sentano la pressione
della collettività che chiede loro di far funzionare meglio ciò che a loro è stato affidato. Ma non basta
rendere amovibile il comandante della nave se non gli consentiamo di scegliersi l' equipaggio, di
decidere come retribuirlo e di poter governare il timone.
D. Veniamo al fisco. La Renzinomics, quella che si deve al mckinseiano Yoram Gudgeldt, parla di una
riduzione Irpef ai redditi fino a 2mila euro o giù di lì, in modo da rimettere nelle tasche di molti italiani
qualche centinaio di euro e contribuire a rianimare la domanda interna.
R. Ogni categoria di italiani vuole meno tasse per se, ma nessuno è disposto a rinunciare alla fetta di
spesa pubblica che in qualche modo si porta a casa. Dobbiamo invece capire che la pressione fiscale si
può ridurre solo se, al tempo stesso, si riduce la spesa pubblica.
D. Capitolo sempre molto difficile, in Italia...
R. Anche perchè lo Stato tassa con un mano i cittadini e con l' altra restitituisce servizi e trasfermenti
che, nelle intenzioni, dovrebbero ridurre iniquità e colpire rendite parassitarie. Ma l' impressione diffusa
è che, almeno nel caso italiano, il prelievo e la redistribuzione finiscano per aumentare le iniquità che lo
Stato vorrebbe combattere o comunque per favorire rendite non meno odiose di quelle che dovrebbero
essere eliminate.
D. Cosa dovrebbe fare il nuovo premier?
R. Tagliare in primo luogo queste rendite odiose che il sistema fiscale e la pubblica amministrazione
genera, in modo da fare spazio per la necessaria riduzione della pressione fiscale.
D. Cominciando da dove?
R. Due priorità. Poichè gran parte della spesa pubblica è costituita da salari e stipendi, a cui non
corrispondono servizi efficienti, è proprio da questi salari e da questi stipendi immeritati, a tutti i livelli
della gerarchia, che devono iniziare i tagli.
D. L' altra priorità?
R. In paralelo, bisogna intervenire sulle imprese: il gettito fiscale da queste generato è di un ordine di
grandezza pari ai sussidi che esse ricevono dallo Stato. Però, mentre il gettito proviene da quelle ben
amministrate e con profitti positivi, i sussidi vanno anche a quelle che sono in difficoltà perché gestite
male o comunque inefficienti e obsolete.
D. Un paradosso vero...
R. Certo e queste imprese, che nulla dovrebbero ricevere, finiscono per essere privilegiate rispetto a
quelle che vantano diritti ben più legittimi avendo fornito servizi allo Stato senza garanzia di essere
pagate in tempi brevi. L' imprenditore che evade o fa male il suo mestiere, riesce non solo a pagare
poche tasse ma anche ad ottenere maggiori sussidi e quindi ci guadagna due volte.
D. Professore, non è nelle riforme immediate, ma certo di educazione, Renzi ha parlato spesso,
insistendo sulla necessità di premiare gli insegnanti migliori e polemizzato col sindacato, reo
di difendere quelli non all' altezza. Che ne pensa?
R. Il primo Renzi, quello delle primarie perse con Pier Luigi Bersani, parlava molto di scuola e
università.
D. E quello di adesso?
R. Ora non ne parla più. Forse dobbiamo dargli credito e fiducia, perchè già parlare di una riforma al
mese potrebbe apparire ingenuamente velleitario. Figurarsi farle tutte insieme.
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Tuttavia...
D. Tuttavia...
R. Farebbe m
ale Renzi a trascurare tr
oppo scuola e università e soprattutto ad abbandonare quel «liberismo di sinistra» che caratterizzava le
sue posizioni iniziali, perché la crescita del Paese dipende sop
rattutto dall' investimento nel capitale umano e sociale che si costruisce intorno alle nuove generazioni.
D. Che si potrebbe fare? R. Liberare le forze più sane del Paese, quelle che tengono miracolosamente
in piedi la scuola e l' università nonostante le pastoie imposte dal dirigismo ministeriale. Non so se ne
avrà il coraggio, ma la strada che mi piacerebbe Renzi volesse sperimentar
e è quella dell' autonomia valutata dagli utenti adeguatamente informati da uno Stato, che diventa
appunto informatore e non gestore in prima persona di scuole e università. È la strada che insieme a Guido Tabellini e a Daniele Terlizzese
abbiamo descritto in Liberiamo la scuola e Facoltà di scelta. D. Se Tabellini avesse fatto il ministro dell'
Economia sarebbe stato più semplice. Ma più in generale, che cos
a ne pensa del fenomeno Renzi? R. Mi sembra presto per dare giudizi: mi piac
eva molto il Renzi delle prime primarie. Poi mi è sembrato preoccupato più di cercare il consenso
mediatico che della sostanza delle sue proposte. Ma forse ha ragione lui: senza consenso le proposte
rimarranno lettera morta. D. Diamogli un consiglio, visto che in tanti non si sono peritati a farlo.. R.
Spero solo che non si dimentic
hi dell' altra faccia della medaglia: il consenso si esaurisce presto se non si ottengono i risultati. E i
risultati non si improvvisano: le riforme vanno studiate bene fin nei minimi dettagli. Se vuole farne una al
mese, non può iniziare da zero buttando a mare ciò che è stato già a lungo studiato. © Riproduzione
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GOFFREDO PISTELLI
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Gli insegnanti sono pagati di meno e i dirigenti scolastici di più rispetto all' Inghilterra.
Le scuole cadono a pezzi e i prof sono tra i peggio
pagati in Europa Con Renzi, che sulle scuole ha
predicato bene, cambierà qualcosa?
Avremo scuole più belle, con le aule
imbiancate di fresco, soffitti che non crollano, e
insegnati pagati meglio? Matteo Renzi ha
speso diverse pagine dei suoi libri per
ricordare quanto lui creda nella scuola come
strumento di crescita di un Paese. Come
sindaco di Firenze, si vanta di avere dedicato
ogni martedì per visitare a rotazione le scuole
della città. E la cosa che più gli è dispiaciuta è
di avere toccato ogni volta con mano quanto
gli edifici scolastici siano malridotti e fatiscenti,
bisognosi più che mai di manutenzione, ma
condannati a deperimento ulteriore per
mancanza di fondi pubblici. Quanto agli
insegnanti, non ha mai dovuto muovere un
passo per sapere che sono pagati poco e
male: sua moglie Agnese è una insegnante
precaria di lettere, e guadagna 1.200 euro al
mese. Anche per questo, è molto probabile
che nella stesura del programma di governo
Renzi si guarderà bene dal fare un copia­
incolla dell' alluvione di ricette economiche che
gli vengono suggerite da più parti (un esempio
per tutti, l' editoriale di Alberto Alesina e
Francesco Giavazzi sul Corsera di ieri), e farà
di testa sua, mettendo la scuola tra i
primissimi interventi.
Vale a dire: subito qualche miliardo di euro da
investire nella manutenzione degli edifici scolastici, con una ricaduta positiva sia sulla ripresa che sul
pil, e a seguire un cambio di rotta graduale anche sul fronte delle retribuzioni.
A fargli da bussola su questo secondo punto, oltre allo stipendio della moglie Agnese, è arrivato l' ultimo
studio dell' economista Roberto Perotti, bocconiano, che da mesi coordina un gruppo di studio sulla
spesa pubblica su incarico di Renzi. Dopo essersi dedicato agli stipendi d' oro degli ambasciatori, dei
super­burocrati e dei manager delle aziende pubbliche, Perotti ha messo sotto la lente due categorie
del pubblico impiego, gli insegnanti ed i vigili del fuoco, e confrontato le loro retribuzioni con quelle dei
loro colleghi inglesi. Il risultato della ricerca, pubblicato appena due giorni fa sul sito lavoce.info, ha
scatenato un autentico putiferio di commenti, soprattutto da parte degli insegnanti. Ma andiamo con
ordine.
Per Perotti, i privilegi scandalosi di cui godono i vertici della pubblica amministrazione non valgono per i
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22 febbraio 2014
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livelli più bassi. Anzi, i due casi da lui studiati, insegnanti e vigili del fuoco, dimostrano il contrario. E
poiché gli insegnanti sono circa un milione, l' economista ne deduce che lo Stato italiano dà «tanto a
pochi, e poco a tanti». Qualche esempio. Un insegnante delle scuole primarie ha uno stipendio tabellare
di 21.447 euro lordi l' anno, che salgono a 24.849 sommando le indennità e le spese accessorie. Si
tratta di una retribuzione annua inferiore al pil pro capite, precisa la ricerca: lo 0,97%. Un insegnante di
pari grado inglese guadagna di più: 37.400 euro l' anno, pari all' 1,27% del pil pro capite britannico.
Anche per un insegnante delle scuole superiori la musica cambia di poco: stipendio base di 23.471
euro, che sale a 28.547 con le indennità accessorie, pari all' 1,12% del pil pro capite. Il pari grado
inglese sta certamente meglio: guadagna 41.930 euro l' anno, pari all' 1,42% del pil pro capite.
Gli unici ad avere una retribuzione decente sono i dirigenti scolastici, che sommando stipendio tabellare
e indennità accessorie arrivano a 66.963 euro l' anno, pari al 2,62% del pil pro capite. In questo caso è il
dirigente scolastico inglese a guadagnare qualcosa di meno nelle primarie (60.282 euro), e qualcosa di
più nelle secondarie (70.735 euro), pari rispettivamente al 2,05 e al 2,40% del pil pro capite. «Una parte
del differenziale potrebbe essere spiegata con il fatto che gli insegnanti britannici, al contrario di quelli
italiani, sono sottoposti a valutazione e hanno un orario contrattuale maggiore» spiega Perotti.
Ma ciò non toglie ­ è la conclusione ­ che nel pubblico impiego italiano persista una disparità eccessiva
tra i pochi che al vertice prendono tanto, mentre i tanti che stanno alla base guadagnano poco.
Benché la ricerca di Perotti dia ragione alle lamentele sollevate dagli insegnanti negli ultimi anni, il sito
lavoce.info ha ricevuto, in poche ore, una quantità di commenti critici come non si era mai visto. Due
esempi per tutti.
C' è chi considera sbagliato il confronto con gli insegnanti inglesi, poiché in Inghilterra è molto diffusa la
scuola privata. Se il paragone fosse stato compiuto con i colleghi francesi e tedeschi, allora sì che si
sarebbe toccato con mano che l' Italia ha gli insegnanti pagati peggio in Europa. «In Francia un collega
che abbia la mia stessa qualifica di docente liceale e la stessa anzianità di servizio, con tre ore in meno
alla settimana di orario e molte pause di due settimane durante l' anno scolastico, guadagna 1.600 euro
più di me» scrive Giuseppe Farinetti, 57 anni, 30 anni di servizio e 1.740 euro netti al mese. In Baviera,
aggiunge, un insegnante di liceo prende ancora di più del collega francese. Senza contare, poi, che in
Italia gli stipendi pubblici sono bloccati dal 2008.
All' opposto, c' è chi continua a considerare gli insegnanti dei privilegiati: «La disistime degli italiani
verso gli insegnanti è originata in gran parte dal loro atteggiamento vittimistico» scrive Massimo
Gandini. «La domanda per entrare nella scuola supera in modo incommensurabile l' offerta, se fosse
questo mondo infernale non sarebbe così. Io ho lavorato per 20 anni con un ingegnere che era anche
insegnante di scuola secondaria, come insegnante era talmente impegnato che poteva svolgere anche
(male) un altro lavoro. Tutti gli ingegneri che lavorano nella scuola hanno anche uno studio dove
lavorano al pomeriggio, posso assicurare che il lavoro di insegnanti non li ha mai uccisi dalla fatica». Al
di là dei pro e dei contro, resta il fatto che la scuola, a scapito del suo ruolo strategico, è un nervo
scoperto da troppo tempo. Che Renzi abbia deciso di iniziare da qui il cambiamento, sembra una
buona idea, anche se resta da vedere come lo farà in concreto.
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TINO OLDANI
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Pubblica amministrazione
Sentenza della Commissione tributaria Lazio.
Rendita catastale non retroattiva
La rendita catastale attribuita dall' ufficio può
produrre effetti nei confronti del contribuente
solo dopo la comunicazione al destinatario e
pertanto non retroattivamente. Quanto precede
è contenuto nella sent. n. 664/2014 della Ctr di
Roma da cui emerge che l' atto con cui viene
comunicata l' applicazione retroattiva della
rendita catastale è nullo, nel rispetto dei
principi contenuti nello Statuto del
contribuente.. L' art. 74, comma 1, della legge
n. 342 del 2000 ha stabilito che la rendita
attribuita decorre dalla data di notificazione all'
interessato e dalla medesima data decorre
anche il termine per l' impugnazione. Pertanto
n caso di attribuzione e conseguente notifica di
nuova rendita nasce la questione della sua
decorrenza che ha trovato soluzione con la
predetta norma secondo cui non è più
sufficiente la comunicazione ma la sua
notificazione: dalla data di effettuazione della
notifica decorre il termine di 60 giorni per la
proposizione del ricorso contro l' attribuzione
della rendita.
Nella fattispecie in esame il contribuente ha
proposto ricorso avverso l' accertamento in
rettifica dell' Ici emesso dal comune e la Ctp lo
ha respinto. Lo stesso contribuente ha
proposto appello eccependo l' omessa notifica
da parte dell' ente locale del provvedimento di variazione della rendita catastale e la non retroattività
della rendita attribuita.
I giudici della Ctr hanno accolto le doglianze del contribuente affermando che la rendita catastale
attribuita dall' ufficio «può produrre effetti nei confronti del contribuente solo successivamente alla sua
comunicazione al destinatario e, quindi, non retroattivamente».
Quanto sopra trova rispondenza nei principi sanciti dallo Statuto del contribuente e nel principio
generale secondo cui deve riconoscersi al contribuente il diritto a conoscere un atto che determina
effetti nella propria sfera giuridica.
Pertanto l' atto di variazione della rendita catastale emesso dal comune è stato ritenuto illegittimo in
quanto prevedeva l' applicazione retroattiva della rendita catastale modificata dall' ufficio nel 1999 e
notificata al contribuente sette anni dopo, con richiesta di pagamento della differenza di imposta
accertata. Tale orientamento è suffragato dalla Suprema corte secondo cui la modificazione o
attribuzione definitiva di rendita catastale è efficace solo a partire dalla notificazione del relativo atto, con
conseguente nullità degli accertamenti e liquidazione relativi a periodi di imposta anteriori alla notifica
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Pubblica amministrazione
dell' atto di modificazione della rendita (Cass. n. 3233/2005).
ENZO DI GIACOMO
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22 febbraio 2014
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Proroga al 31 marzo. Sconto esteso anche agli esattori locali.
La rottamazione dei ruoli guadagna un mese in più
Un mese in più per la rottamazione dei ruoli.
Per pagare ci sarà tempo fino al prossimo 31
marzo. E lo sconto sugli interessi sarà esteso
anche alle ingiunzioni fiscali notificate da
società che riscuotono tributi locali diverse da
Equitalia. È quanto prevede il decreto Salva­
Roma dopo le modifiche apportate dal senato.
Il dl n.
151/2013, nei prossimi giorni all' esame della
camera, amplia così il perimetro della mini­
sanatoria introdotta dalla legge di stabilità
2014. L' articolo 1, commi da 618 a 624 della
legge n. 147/2013 ha infatti dato facoltà di
chiusura agevolata ai debitori iscritti nei ruoli
emessi da uffici statali, agenzie fiscali ed enti
locali affidati agli agenti della riscossione entro
il 31 ottobre 2013. L' estinzione del debito può
avvenire pagando il quantum dovuto all' erario
senza corrispondere gli interessi di ritardata
iscrizione a ruolo (ex articolo 20 del dpr n.
602/1973), né quelli di mora contemplati dall'
articolo 30 del medesimo dpr.
Secondo la norma originaria la definizione si
sarebbe perfezionata versando in unica
soluzione l' importo totale, comprensivo dell'
aggio, entro il 28 febbraio 2014. Con l'
emendamento proposto a palazzo Madama
dal Gruppo per le autonomie (primo firmatario
Vittorio Fravezzi) il termine per il pagamento è stato rinviato al 31 marzo 2014. Non solo. A poter essere
regolarizzate senza interessi saranno anche le ingiunzioni fiscali emesse dalle società di riscossione
diverse da Equitalia. Una modifica che, secondo lo stesso Fravezzi, garantisce ora a tutti i cittadini
parità di trattamento.
Dal punto di vista operativo nulla cambia per quanto riguarda gli importi di pertinenza dell'
amministrazione finanziaria e degli enti territoriali. Le istruzioni fornite da Equitalia con la direttiva n.
37/2014 restano integralmente confermate (si veda ItaliaOggi del 24 gennaio scorso).
Le cartelle derivanti dal mancato pagamento di multe stradali potranno essere estinte risparmiando solo
gli interessi di mora. Nulla da fare, invece, per le somme dovute agli enti previdenziali (Inps e Inail).
Così come rimangono escluse dalla sanatoria le somme derivanti da sentenze di condanna della Corte
dei conti.
Resta fermo che la procedura potrà essere azionata solo su input del contribuente. Per capire se i debiti
richiesti con le cartelle/ingiunzioni rientrano nella definizione agevolata, i soggetti interessati dovranno
prendere contatto con l' ufficio competente e verificare la propria situazione (con riferimento a Equitalia
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Pubblica amministrazione
tutti i dati utili sono contenuti nell' estratto di ruolo richiedibile agli sportelli, mentre le altre società locali
seguono le proprie procedure interne).
Gli unici contribuenti che saranno contattati dagli agenti della riscossione sono quelli che, oltre a essere
debitori, vantano anche crediti verso la p.a. Ai sensi dell' articolo 48­bis del dpr n. 602/1973, l' ente
pubblico, prima di effettuare il pagamento, deve verificare la presenza di eventuali debiti con lo stato
per importi superiori a 10 mila euro. Il contatto diretto con i contribuenti interessati è stato voluto da
Equitalia per consentire loro di saldare le cartelle/avvisi avvalendosi del pagamento agevolato entro la
scadenza, permettendo così il rapido incasso del credito senza risentire di eventuali ritardi dovuti ai
tempi tecnici legati alle operazioni della sanatoria.
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VALERIO STROPPA
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22 febbraio 2014
Pagina 29
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Al via l' anno giudiziario della procura lombarda. Legge 190 attuata da un ente su tre.
Lombardia, danni erariali boom
La Corte conti reclama 180 mln. Anticorruzione a rilento.
La legge anticorruzione stenta a essere
applicata negli enti locali.
Basti pensare che al 30 novembre 2013 (ossia
a un anno dall' entrata in vigore della legge n.
190/2012) solo il 34% dei comuni italiani ha
nominato il responsabile anticorruzione. La
Lombardia ha fatto meglio della media
nazionale (626 comuni su 1.544, ossia il 41%
del totale, si sono dotati di questa figura) ma la
strada da percorrere è ancora molto lunga,
perché «la velenosa pianta corruttiva è tuttora
ben lungi dall' essere non solo estirpata ma
anche più semplicemente ridotta in modo
apprezzabile».
A parlare è Antonio Caruso, capo della
procura della Corte conti Lombardia che nel
2013 ha vissuto un anno particolarmente
intenso. Un dato su tutti: la procura contabile
lombarda ha accertato danni erariali per circa
180 milioni di euro. Nel 2012 la cifra chiesta
indietro dallo stato era stata di 11 milioni. Un
risultato che, anche al netto dei 119 milioni di
presunto danno erariale contestati alla
provincia di Milano per l' acquisto a prezzi
ritenuti «incongrui ed eccessivi rispetto al
mercato» del 15% del capitale della società
Milano Serravalle, rappresenta un dato su cui
riflettere. Perché è il frutto del boom degli atti
di citazione, ma anche delle denunce dei privati cittadini che vedono nella Corte conti una sorta di
giustiziere delle malefatte della p.a.
Le pubbliche amministrazioni, le regioni e gli enti locali continuano infatti a prodursi in una serie infinita
di irregolarità. E il nodo, irrisolto, resta sempre la mancanza di relazioni trasparenti tra amministrazioni
controllanti e società partecipate. Ancora oggi, la Corte conti non riesce ad accendere adeguatamente i
riflettori sugli intrecci tra enti e partecipate e la ragione è da attribuire a «interventi normativi
frammentari e incoerenti», come ha rimarcato il presidente della Corte lombarda Claudio Galtieri. Certo,
un grande aiuto ai giudici contabili è arrivato dalle sezioni unite della Cassazione che hanno
riconosciuto la giurisdizione della Corte conti nei confronti delle società «in house», un modello di
governance molto diffuso in Lombardia. Una buona notizia, ma non certo sufficiente a stanare la
corruzione che, secondo il procuratore generale Salvatore Nottola, intervenuto alla cerimonia, «si annida
proprio nelle partecipate», assumendo i connotati più disparati: dalle consulenze esterne illegittime alle
assunzioni senza concorso e in violazione del patto d i stabilità fino alla vera e propria distrazioni di
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22 febbraio 2014
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Pubblica amministrazione
fondi.
«La Corte conti difende la propria giurisdizione sulle partecipate non per capriccio», ha osservato
Nottola, «ma perché non si è mai visto un sindaco chiamare a giudizio per azione di responsabilità l'
amministratore di una partecipata».
Anzi, spesso accade il contrario e cioè che vengano mantenuti in vita inutili carrozzoni mangiasoldi che
producono ogni anno perdite puntualmente ripianate dai comuni controllanti attraverso aumenti di
capitale. Per la Corte conti Lombardia questa prassi costituisce danno erariale perché se la
ricapitalizzazione è continua e le perdite si cumulano di anno in anno non c' è «una reale prospettiva di
riequilibrio di bilancio della partecipata».
Che infatti, nel caso di specie, dopo un po' è stata posta in liquidazione.
Il campionario di irregolarità messo in campo dagli enti locali lombardi è stato molto ampio anche nel
2013. Tra le anomalie più frequenti in materia di personale si segnala l' attribuzione al segretario
comunale delle funzioni di direttore generale (specialmente nei mini enti), l' affidamento di incarichi
senza concorso e a soggetti privi di titoli, il riconoscimento di progressioni economiche illegittime. In
materia contabile, invece, le note dolenti continuano a essere rappresentate dall' indebita
contabilizzazione di residui attivi (per esempio, crediti tributari di improbabile riscossione), dall'
illegittimo utilizzo degli avanzi di amministrazione oltre che dalla falsa attestazione del rispetto del patto
di stabilità per evitare le sanzioni (blocco delle assunzioni e taglio ai trasferimenti).
«Sugli enti locali c' è ancora molto da lavorare», ammette Caruso che traccia però la strada da
percorrere. «Il raccordo tra la sezione di controllo e la procura è essenziale. Perché se, per esempio, la
sezione di controllo blocca il programma di spesa di un comune e l' amministrazione non si adegua, a
quel punto spetta alla procura avviare le indagini».
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FRANCESCO CERISANO
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