Lavoro in montagna Il Comune di Ornica apre un call center

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Lavoro in montagna Il Comune di Ornica apre un call center
L’ECO DI BERGAMO
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SABATO 14 GENNAIO 2017
Provincia
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Lavoro in montagna
Il Comune di Ornica
apre un call center
Nelle acque del Sebino
arriva la motonave green
Il battello ibrido pronto entro fine 2017. L’anno
scorso un milione e 800 mila passeggeri: record
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I primi giovani al lavoro al
Centro servizi di Ornica
FOTO MARIO ROTA
L’opportunità. Accordo con una società valtellinese
In municipio postazioni telefoniche e primi 4 occupati
ORNICA
GIOVANNI GHISALBERTI
«Pronto? Chiamo da
Torino. Avrei bisogno di alcune informazioni sulla mia bolletta del gas».
E dall’altra parte del telefono risponde un operatore… da
Ornica. Più o meno, il dialogo,
suona così in questi giorni in
un locale del municipio del
minuscolo (200 residenti)
centro ai piedi del Pizzo dei
Tre Signori.
Si chiama «Centro servizi
dell’alta Valle Brembana» e,
dal 2 gennaio scorso, è attivo
con quattro dipendenti assunti: tre ragazze e un ragazzo, di
Ornica e Cusio, tra i 22 e i 26
anni. Un progetto per il lavoro,
una sfida per ora ampiamente
vinta dal sindaco Gino Quarteroni che l’ha fortemente voluta e sarà inaugurata il prossimo 21 gennaio, alle 15. Soprattutto un’opportunità per
portare impiego in montagna.
L’esempio di Albaredo
L’esempio è quello di Albaredo per San Marco, Comune
della provincia di Sondrio (sul
versante valtellinese della
strada per il passo San Marco),
dove da 20 anni opera la «Alps’Word», società specializzata
in servizi alle imprese e nella
comunicazione come call center e contact center. Qui c’è un
centro servizi analogo a quello
sorto a Ornica che dà lavoro a
una ventina di persone. La so-
cietà, in base alle richieste delle imprese e formando gli operatori, offre servizi quali sondaggi d’opinione e raccolta reclami, ma anche gestione appuntamenti e prenotazioni
delle aziende ospedaliere, segreterie in remoto per aziende
e professionisti, quindi telemarketing. Ancora, informazione su concorsi, orari, tariffe
servizi e manifestazioni, gestione guasti alle strutture
n Il Centro servizi
rivolto a imprese
e professionisti.
Del paese e di Cusio
i giovani assunti
n Il sindaco: turismo
e agricoltura
non bastano più,
occorre seguire
anche queste strade
pubbliche (acquedotti, luce,
scuole), telesoccorso e assistenza.
Il Centro servizi di Ornica,
ricavato nei locali dell’ex scuola elementare, sopra gli uffici
comunali (lo stesso edificio),
ha aperto proprio grazie alla
collaborazione con la società
di Albaredo, da cui per ora di-
Simona: «Un futuro
qui nel mio paese
Sogno che si avvera»
Giovani, tutti in cerca di occupazione. E l’hanno
trovata proprio fuori casa.
Per Ornica, nemmeno 200
anime, il Centro servizi dell’alta Valle Brembana apre
prospettive importanti di lavoro. Qui si vive di agricoltura e un po’ di turismo, qualcosa di artigianato.
I giovani (i pochi rimasti
ancora in paese), il più delle
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volte, sono costretti a fare i
pendolari o a trasferirsi a valle e verso la città.
«Precaria, ora ho un futuro»
«Mai avrei pensato di trovare
lavoro a poche decine di metri da casa mia, nel mio paese
- dice Simona Sonzogni, 22
anni, diplomata ragioniera
all’istituto Turoldo di Zogno
-. Ho fatto sempre lavori di
pende (ma l’obiettivo è poi costituire una società ad hoc in
paese che possa gestire il servizio).
Obiettivo: 15-20 posti
«Volevo portare quell’esperienza positiva anche da noi
– dice il sindaco Gino Quarteroni –.Sono stati mesi di trattative, di contatti, ma alla fine
ce l’abbiamo fatta e il Centro
servizi dell’alta Valle Brembana ora è realtà. I locali, le apparecchiature telefoniche, i collegamenti, le bollette, il riscaldamento, li mette a disposizione il Comune. La società di
Albaredo si occupa di fornire
le imprese a cui dobbiamo dare i servizi. Per ora ci affidiamo
a loro che hanno vent’anni di
esperienza (oltre al call center
di Albaredo gestiscono anche
un centro servizi a Viddalba,
in provincia di Sassari, ndr). I
nostri primi quattro dipendenti sono stati affiancati da
un loro operatore. Tutti contentissimi. Si lavora su un turno di sette ore, siamo ancora
in fase di rodaggio e con alcune
cose da definire».
Il bando per individuare gli
operatori era stato pubblicato
in autunno: avevano risposto
in venti, poi in 15, tutti giovani
dell’alta valle Brembana, diplomati e laureati, in cerca di
occupazione, hanno partecipato al corso di formazione.
Quattro sono già inseriti, gli
altri attendono che il progetto
pochi mesi, con poche prospettive. Questa sembra essere la volta buona. Per me è
come un sogno che si avvera».
Per ora, essendo solo quattro i dipendenti assunti, si lavora su un solo turno, ma in
prospettiva l’orario potrebbe
ampliarsi. «E se tutto va come previsto - aggiunge il sindaco - per loro diventerà un
lavoro a tempo pieno».
Il call center di Ornica ha
aperto lo scorso 2 gennaio.
Siamo ancora in una fase sperimentale, dove gli operatori
brembani sono affiancati dal
personale della società di Albaredo.
Ma tutto sembra procedere bene. «Naturalmente siamo tutti contenti - continua
Turismo rurale e Donne di montagna
Il borgo dell’innovazione
Qui il primo albergo diffuso
Piccoli, piccolissimi. Ma sicuramente innovativi. A Ornica, tra
mille difficoltà, non manca certo
lo spirito d’iniziativa e l’originalità. Meno di 200 anime, pochi
bambini e pochi giovani, le famiglie che se ne vanno, il pendolarismo, la scuola elementare chiusa.
I soliti problemi della montagna
brembana e non solo. Ma qui, da
una decina d’anni, ci si è rimboccati le maniche. Di «morire»
senza far nulla per impedirlo,
proprio non andava giù. Motore
iniziale fu Ferdy Quarteroni, con
il suo agriturismo d’alpe, l’asinovia e il percorso in slitta come
Heidi; e poi le settimane verdi in
alpeggio, per portare i ragazzi a
vivere la natura, ma anche a fare
i conti coi sacrifici della montagna per guadagnarsi da mangiare. Si insegna a fare il formaggio,
a fare il fieno, a mungere. Un
progetto, di fatto, allargato
quindi a tutto il paese, con la
nascita della cooperativa «Donne di montagna» e l’albergo
diffuso (il primo in Lombardia),
un hotel con camere sparse nelle
case storiche del paese e un
unico ristorante. Soprattutto un
modo di fare turismo rurale che
sembra piacere. Formula che non
porta palate di soldi ma funziona
(i turisti arrivano da tutta Italia),
che ha fatto conoscere il paese e
portato un po’ di lavoro. Ora il
Centro servizi dell’alta valle.
Chissà quale sarà la prossima
idea.
Sonzogni - nessuno di noi
pensava di poter lavorare così vicino a casa. Un’opportunità che, ovviamente, abbiamo preso al volo».
Inaugurazione il 21 gennaio
I quattro giovani assunti
(due di Ornica e due di Cusio)
per ora rispondono al telefono fornendo dati per bollette
gas e acqua.
«Siamo ancora in una fase
di aggiustamento del servizio
ma ormai siamo partiti e sulla buona strada», dice il sindaco.
Il 21 gennaio (l’inaugurazione è prevista alle 15) saranno gli stessi giovani assunti a raccontare queste prime tre settimane di lavoro.
L’insegna all’ingresso del Centro servizi di Ornica
G. Gh.
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Zanica, niente corse extra
ma il bus sarà più grande
Sarnico, rincaro parcheggi
Un’ora costa 50 cent in più
Pullman maxi per gli studenti diretti a Bergamo
per risolvere il problema del sovraffollamento
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Dalla primavera un euro si sale a 1,5. Nuovi orari
in base alle zone: «vista lago» si paga fino alle 22
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Quando il territorio aiuta le idee
Ecco le piccole grandi vittorie
Traguardi. La latteria sociale di Vilminore sostenuta dal territorio
A San Giovanni Bianco nel co-working è fiorita un’impresa di giovani
SARA VENCHIARUTTI
prenda ulteriormente piede.
«Abbiamo realizzato dieci postazioni – continua il sindaco
– quindi con la possibilità di
inserire venti persone. È il nostro obiettivo, ambizioso, ma a
cui stiamo lavorando. Tra le
necessità quella di fare arrivare la fibra ottica per poter aumentare le postazioni funzionanti. Telecom ci sta lavorando e abbiamo la promessa che
a presto sarà attivata».
Dal Comune locali e strumenti
«Per il Comune le spese sono
sostanzialmente fisse – prosegue il primo cittadino – legate
a bollette, apparecchiature e
riscaldamento. Affinché il
progetto decolli ulteriormente serve l’appoggio di tutti, istituzioni pubbliche comprese.
Vogliamo far sapere che, se c’è
bisogno, il Centro servizi c’è, a
Ornica». Centro che per ora risponde su servizi di autolettura di bollette gas e acqua.
La riflessione del sindaco
Quarteroni, quindi, si allarga
al lavoro e al futuro in montagna: «Turismo e agricoltura
vanno bene – dice – ma ormai
non bastano più, per il loro sviluppo, spesso, occorrono troppe risorse e non sempre portano molta occupazione. Dobbiamo puntare anche su altro».
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Un’iniziativa fra tante
o un unicum nel Bergamasco?
Andando indietro nel tempo e
scandagliando qua e là fra le varie
esperienze promosse dai Municipi di casa nostra, pare che il progetto sostenuto dal Comune di
Ornica sia davvero unico. Soprattutto per il ruolo di primo piano
rivestito dall’amministrazione.
«Un po’ tutti i Comuni bergamaschi si danno da fare per favorire
l’occupazione dei propri cittadini
– spiega Orazio Amboni della Cgil
Bergamo –, ma nella maggior parte dei casi lo fanno con iniziative
più mirate alla consulenza che
alla creazione di posti lavoro.
Penso agli sportelli che incrociano la domanda con l’offerta oppure al supporto nella compilazione
del curriculum vitae. Quello di
Ornica è, invece, un progetto lodevole che può davvero incidere
positivamente sull’occupazione
di parte della popolazione».
Fatte le dovute differenze, però, qualche precursore nella nostra provincia c’è. Ovvero qualche
Comune che, direttamente o indirettamente, è sceso in campo
per sostenere la creazione di posti di lavoro sul territorio.
Finanziamento europeo
Qualche esempio. Il primo ci porta in Valle di Scalve, fra gli anni ’70
e gli anni ’80. Quando il Comune
di Vilminore favorì la nascita
della latteria sociale montana di
Scalve: «Come la favorì? – ricorda
Guido Giudici, già sindaco di Vilminore –. Aiutando, insieme alla
Comunità montana, gli allevatori
ad ottenere un finanziamento
europeo di circa 500 milioni di
lire per la costruzione della latteria. Senza di quello, non si sarebbe fatto nulla. Così come velociz-
Uno spazio di lavoro comune, come quello avviato a San Giovanni Bianco, per attività e progetti
n A Dossena
è stata avviata
la cooperativa
di comunità
«I Raìs»
zando, snellendo e semplificando
al massimo le pratiche burocratiche per le autorizzazioni e non
solo per l’avvio dell’attività. Oggi
la latteria ha 7 dipendenti e 18
conferenti da tutta la valle: ogni
giorno arriva qualcosa come 60
quintali di latte. Insomma, l’idea
era stata vincente: senza questa
cooperativa, oggi, gli allevatori
della nostra zona non lavorerebbero».
Tornando ai giorni nostri, un
altro Comune ad avere preso a
cuore la questione dell’occupazione, soprattutto giovanile, è
quello di San Giovanni Bianco.
Dove l’amministrazione ha messo a disposizione uno spazio di
co-working: «In quella sede oggi
lavorano diversi gruppi di ragazzi
che si sono dati da fare per costruirsi autonomamente un impiego
– dice il sindaco Marco Milesi –.
Noi non abbiamo dato loro un
lavoro in senso stretto, ma abbiamo favorito la loro intraprendenza, li abbiamo sostenuti nell’avviare un’attività. Basti pensare
che, fra questi giovani, ci sono
alcuni ragazzi che hanno sviluppato un’applicazione per il car
sharing universitario. Oggi sono
una società vera e propria».
Servizi per il territorio
E, restando in tema di municipi
che favoriscono l’occupazione,
un ruolo di primo piano lo ha
avuto anche il Comune di Dossena con la sua cooperativa di comunità «I Raìs» nata lo scorso
ottobre.
«La cooperativa è nata per
soddisfare i bisogni della nostra
comunità – chiarisce il sindaco
Fabio Bonzi –. Un gruppo di giovani è sceso in campo per fornire
servizi utili al territorio: penso a
tutte le attività legate alla scuola
ma anche al Comune stesso. Un
modo per offrire lavoro, oggi ci
sono già due assunti, e al tempo
stesso incrementare i servizi a
disposizione per i cittadini di
Dossena».
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Il telecentro di Albaredo ha fatto da apripista
Ora è un modello per i territori svantaggiati
ALBAREDO PER SAN MARCO
Sedici anni di storia alle spalle, 30 dipendenti e una
mission aziendale chiara: offrire un servizio altamente specializzato valorizzando le risorse
umane di zone montane svantaggiate e puntando sull’innovazione tecnologica sviluppata
in house. Alps’ Word è l’attività
di call center, telecentro e contact center partita ad Albaredo
per San Marco nel 2000 con 5
dipendenti e arrivato oggi a
contarne 30 con otto assuzioni
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solo nell’ultimo anno, prevalentemente a tempo indeterminato e «caratterizzati – spiega il
fondatore Patrizio Del Nero –
da un’altissima specializzazione per l’assistenza alle aziende
in particolare di utilities e multi
utilities. Si tratta di giovani diplomati e laureati provenienti
da tutta la provincia di Sondrio
impiegati in un’attività che ha
consentito di valorizzare un
territorio svantaggiato. Il risultato è eccellente: siamo cresciuti, esportando anche in territori
simili (ad esempio a Viddalba in
provincia di Sassari, ndr) l’esperienza che ad Albaredo ha azzerato il tasso di disoccupazione
dando un’opportunità lavorativa di qualità ai ragazzi che hanno scelto di continuare a vivere
in paese invertendo la tendenza
allo spopolamento delle località di montagna». Due gli elementi che caratterizzano l’iniziativa di Albaredo: l’altissima
specializzazione garantita dal
livello formazione di partenza
degli impiegati incrementato
durante l’esperienza in Alps’
Word e l’innovazione tecnologica costante curata dal settore
ricerca e sviluppo gestito in
house attraverso una società
con sede in Sardegna.
«Elementi – spiega Del Nero
– che ci hanno permesso di raggiungere i vertici in Italia e non
solo con un modello virtuoso
che genera sviluppo per le aree
montane marginali e garantisce così la sopravvivenza dei paesi come il nostro».
Annalisa Acquistapace
Patrizio Del Nero, fondatore di Alp’s Word ad Albaredo