LA RIVINCITA DEL FICO Chic

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LA RIVINCITA DEL FICO Chic
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0828. 1991330 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa);
Sede Redazionale: Viale della Repubblica, 177 Capaccio Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a. p. 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
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Anno XV
n° 09 del 15 Marzo 2014
Cilento, il vero lupo e i
danni da fauna
Nel triennio 2009 - 2012 il parco del Cilento
ha indennizzato per complessivi 106.269
euro gli allevatori che hanno documentato
aggressioni ai propri animali. Duecentocinquantasei le denunce sfociate in risarcimenti.
Nel 2013 sono stati dichiarati 91 casi di predazione, indennizzati con 37.000 euro. Un
decimo circa dei 300.000 euro di danni provocati ogni anno dai cinghiali. Non sempre,
peraltro, i responsabili sono i lupi. Accade,
più spesso, che le aggressioni siano perpetrate da cani rinselvatichiti o da ibridi, frutto
di accoppiamenti tra lupi e cani. "La strategia
del Parco", dice il veterinario Sabatino
Troisi, esperto di fauna selvatica"è di risarcire gli allevatori, qualora il danno sia provato, senza distinguere tra aggressione da
lupo o da cane". Serve ad evitare tensioni e
conflitti dei quali farebbero le spese gli animali selvatici. Ciononostante, perfino nel
parco nazionale accade talvolta che i lupi
siano avvelenati od impallinati. L’ultimo episodio è recente."L’otto marzo", racconta
Triosi, " è stato ritrovato ucciso un maschio
di due anni e di 28 chili. Lo ha avvistato in
un area impervia del monte Ausinito il responsabile della stazione forestale di Piaggine, Gildo Infante. Seguivo quel lupo
dall'estate scorsa. L'ho consegnato alla sezione di Avellino dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, dove i
dottori D'Alessio e Di Prisco hanno effettuato l’autopsia ed hanno avviato tutti gli
esami, compresi quelli tossicologici".
ESCHE AVVELENATE
Nei parchi regionali o nel resto della Campania, dove Regione e Provincia rimborsano
in tempi ben più lunghi e dove lo smaltimento della carcassa è a carico dell’allevatore, va anche peggio: le vendette a suon di
fucilate o di esche avvelenate sono tutt’altro
che rare. Retaggi di un passato di persecuzioni, che aveva portato i lupi italiani, negli
anni settanta, alla soglia dell’estinzione
LA RIVINCITA
DEL FICO Chic...
[Or. Mot] Non ci sono più i fichi secchi del Cilento, una volta simbolo e sapore delle assolate e
povere estati cilentane. Ricoperti di cioccolato o
mandorle, sciroppati, o consumati freschi, sono
diventati un sofisticato dolce da pasto. Al “fico
bianco del Cilento” è stata appena riconosciuta
la dop, la denominazione di origine protetta.
Oggi se ne producono dagli 80mila ai 100mila
quintali. Il frutto, che ha un sapore dolciastro, si
distingue per qualità, sapore ed alto valore nutritivo. Si consuma fresco durante la cosiddetta
“stagione” (estate- autunno). E’ uno straordinario “spegni – fame”. E’ raccolto ed essiccato, con
le stesse antiche tecniche dei Greci, farcito poi
con le mandorle, o ricoperto al cioccolato, diventa
frutta secca e dolce da pasto. Sul mercato si sono
già affermati i Fornellini, i deliziosi fichi di una
delle località di Montecorice, raccolti, concentrati
ed impacchettati, da una piccola azienda cilentana. Sono soprattutto i tanti emigranti partiti dal
Cilento a consumarli: una madeleine per risentire
gli odori della terra d’origine.
ALTRO ARTCOLO A PAGINA 7
Parco, i sindaci decidono
di non decidere...
I sindaci che si aggirano o fanno capannelli tra il corridoi del piano rosso della
sede del centro ricerca per la biodiversità,
sede provvisoria del Parco del Cilento,
Diano e Alburni, rende plasticamente evidente l'impotenza di una classe dirigente
naufragata su se stessa da tempo. Sono lì
per eleggere i loro rappresentanti nel consiglio direttivo dell’ente. Impiegano il
tempo a raccontare agli altri cose che già
sanno. Infatti, durante l'ora di “tolleranza”
canonica che intercorre tra l'ora di convocazione dell'assemblea della Comunità del
SCANDIZZO A PAGINA 3
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N° 09
15 Marzo 2014
PADULA / SALA CONSILINA
Violenza sulle donne, il rifugio degli incapaci
Incontro a Padula Per sradicare una tara atavica
Sabato 8 marzo in occasione
della Giornata Internazionale
della donna, presso l’Aula Consiliare in Piazza Umberto I a Padula, si è svolto l’incontro
pubblico “La violenza sulle
donne – il rifugio degli incapaci”, patrocinato dal locale Assessorato alla Cultura, Turismo e
Spettacolo in collaborazione con
il “ Circolo Sociale Carlo Alberto 1886” e l’Associazione
“La tua solidarietà”, è stato moderato dalla giornalista Fiorella
Loffredo che ha introdotto a sua
volta un video su Filomena
Lamberti di Salerno sfigurata
con l’acido dal marito possessivo
e Lea Garofalo, vittima della
‘ndrangheta e del suo ex marito.
Due testimonial di eccezione
della giornata che ha visto giungere dalla cronaca altri due casi
di femminicidio. Ad aprire l’assise i saluti del sindaco Paolo
Imparato, dell’Assessore alle Pari
opportunità di Padula Michela
Cimino, dei presidenti Felice
Tierno e Rosapia Mangieri,
dell’On. Donato Pica.
L’Assessore Tiziana Bove Ferrigno ha rimarcato quanto sia importante discutere sulla violenza
di genere che comprende la sfera
fisica e anche psicologica per
uscire dal tunnel della solitudine
e del sentirsi inutilmente in
colpa. E il potere sta proprio nel
denunciare questi atti violenti e
immotivati che spesso provengono da chi conosciamo meglio
o pensiamo di conoscere. Interventi e testimonianze sono
giunti da Mariangela Petruzzelli
giornalista Presidente Premio
“Miss Chef ” ufficio stampa nazionale associazione “Libere
donne”, da Pina Esposito Assessore alle Pari Opportunità della
Provincia di Salerno, da Maria
Anna Fanelli Consigliera di Pari
Opportunità della Regione Basi-
licata. Questione “quote rosa”,
parità di genere e infinito coraggio sensibilità e tenacia delle
donne che non si arrendono
mai: questo il focus della tavola
rotonda.
La conclusione è stata introdotta
dalla psicologa Fosca Pinto, la
scrittrice Rosanna Filomena ha
presentato in anteprima nazionale il suo libro “Lo scettro del
re”: quattro storie di donne che
raccontano una violenza subita
ma riescono a reagire.
Tra un intervento e un altro
qualche intermezzo musicale
eseguito dai Maestri Antonio Cimino e Francesco Langone.
Ottimo spunto di riflessione
tutto al femminile, un dibattito
sempre vivo che conduce a considerare ancora più il valore della
donna che, meritatamente da
madre compagna professionista,
sale sul podio più alto della vita.
Antonella Citr o
MUCCIOLO: COLPEVOLE DISINTERESSE DI CALDORO PER LA
SOPPRESSIONE DEL TRIBUNALE DI SALA CONSILINA
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È stata presentata dall’On. Mucciolo interrogazione urgente al
presidente Caldoro per conoscere i motivi per cui non ha
mosso un dito per far si che il
tribunale di Sala Consilina, con la
sezione staccata di Sapri, non venisse accorpata al tribunale di Lagonegro, fuori Regione oltre che
fuori provincia, in contrasto con
la stessa legge 148/2011, che
prevede la razionalizzazione e
riorganizzazione delle strutture
giudiziarie nell’ambito delle
stesse aree provinciali. “Che vergogna! –afferma Mucciolo – La
distribuzione degli uffici giudiziari avverrebbe in violazione del
principio del giudice naturale
precostituito per legge e in violazione del territorio in quanto il
tribunale delle imprese divente-
rebbe Bari (ora Napoli), il TAR
resterebbe Salerno, la commissione tributaria Salerno, la Corte
di Appello Potenza. Un vero e
proprio disastro”! Tra l’altro è da
far presente che Sala Consilina è
sede di Casa circondariale mentre Lagonegro no, il che comporterà non pochi problemi di
carattere logistico, oltre che di
notevoli costi aggiuntivi. E poi,
essendo il tribunale di Lagonegro più piccolo, con un apparato
giudiziario di territorio minore,
non può sopportare il sovraccarico di lavoro del tribunale di Sala
Consilina. Già da ora infatti, si
sta assistendo a seri e gravi problemi di inefficienza e funzionalità
della
giustizia
che
danneggiano non solo i cittadini
dei territori del Vallo di Diano e
del Golfo di Policastro, ma
anche dei territori dello stesso distretto di Lagonegro. Per questo
ed altri motivi Mucciolo chiede a
Caldoro di sapere “come mai
abbia potuto consentire che un
tribunale della sua Regione, il tribunale di Sala Consilina , unico
caso in Italia, venisse accorpato
ad altra Regione…!” Per cui invita Caldoro, “per riparare a
questo colpevole disinteresse,”
ad assumere iniziative, e quali,
perché il decreto legislativo
“nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del
pubblico Ministero” venga modificato”per restituire – conclude
Mucciolo – ad un vasto territorio
della Campania il tribunale di
Sala Consilina, ingiustamente
soppresso e contro ogni logica”.
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CILENTO
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Ancora un rinvio alla Comunità del Parco del Cilento, Diano e Alburni
Niente elezioni per la componente territoriale nel Consiglio dell’ente
DALLA PRIMA
Parco e l'appello che verifica il
numero legale, tutti sanno che il
tempo passerà inutilmente e l'assemblea non si terrà.
La componente del PD, etereo
diretta e maggioritaria, ha deciso
di disertare l'appuntamento per
l'elezione dei quattro rappresentanti dei sindaci nel consiglio direttivo dell'ente.
Sarebbe stato veramente strano
che fosse accaduto il contrario,
visti i precedenti ...
Da tempo denunciamo che la
mancata nomina (tre anni son
passati dalla tragica morte di Angelo Vassallo) del presidente
della CdP (Comunità del Parco)
è un sintomo di ben altro malessere che pervade la classe politica del Cilento. Si tratta
dell'incapacità di mettere al
primo posto gli interessi generali
rispetto alle dinamiche interne
dei partiti. Purtroppo, è un tarlo
che ha perforato anche la gio-
vane generazione di sindaci e
amministratori scelti con il sistema elettorale che dà loro poteri e responsabilità che nessun
capo bastone gli può sottrarre se
non si comporta secondo il dettato proveniente dall'alto.
Il vecchio sistema fagocita ogni
nuovo approccio per evitare di
scomparire, ma il nuovo si trova
a suo agio ad essere "coccolato"
dai più esperti che hanno una
storia da far valere.
Ecco perché accade che in privato i giovani sindaci imprecano
contro il sistema e in pubblico si
acconciano alla necessità di non
mettersi contro chi ancora
muove le fila da dietro le quinte
per togliere energia e forza al
nuovo che non avanza … anzi
arretra! Infatti, a sentire le giustificazioni che adduce Antonio
Radano, sindaco di Stella Cilento
e attuale presidente facente funzioni della CdP, sembra che ci sia
una regressione: "sarebbe sba-
gliato eleggere i quattro prima
della nomina del nuovo presidente del parco! Farlo a ridosso
delle elezioni (amministrative ed
europee ndr) lo sarebbe ancora
di più perché non si potrebbe
garantire la necessaria serenità.
Inoltre, siamo in attesa di possibili modifiche della legge sulla
composizione e sulle competenze che devono avere del consiglio direttivo".
Il quadro è questo: la cornice è
la stessa, il Cilento "terra dei tristi"; il pennello è sempre nelle
stesse mani, "vecchie"; i colori si
fanno impastare e combinare
docilmente "sperando che prima
o poi possa essere estratto il proprio dalla tavolozza".
I giovani sindaci si auto convochino, affrontino la battaglia in
campo aperto, si impongano all'attenzione di quella poca opinione pubblica che ancora non è
assuefatta all'oblio e tengano il
punto che è ora è l’ora di cam-
ANTONIO RADANO
biare. ...
Se non sapranno cogliere questa
occasione che ha visto proprio
un loro coetaneo sindaco arrivare ai vertici del potere nazionale, allora quando sapranno
alzarsi e far valere le proprie
idee. Altrimenti, potrebbe essere
che ne hanno talmente poche e
insignificanti che non vale la
pena battersi per affermarle.
Bar tolo Scandizz o
bscandizz [email protected]
Premio Erica Fraiese, scadenza fissata per il 31 marzo
Tel 0828. 1991330
Fax 0828. 1991331
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Direttore Responsabile
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Il N° 09 di Unico è stato
chiuso in redazione il 12/03/2014
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 14/03/2014
presso il CPO di Salerno
Uno dei brani più amati da Erica
era l'assolo per clarinetto della
Tosca, l'addio alla vita del pittore
Cavaradossi: "e lucean le stelle..
svanì per sempre il sogno mio
d'amore, l'ora è sfuggita e muoio
disperato!". Oggi Erica, scomparsa prematuramente, è una
stella che indica la necessità di
un rapporto più equilibrato con
la natura. A suo nome c’è il premio, nel nome della coccinella
blu, per i ragazzi che si misurano
con il tema del mondo naturale
intorno a noi. . La scadenza per
presentare gli elaborati all’undicesima edizione edizione del
premio Erica Fraiese è fissata
per il 31 marzo 2014. Come è
noto il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni,
in collaborazione con l’associazione culturale “Erica Fraiese”,
bandisce l' undicesima edizione
del “Premio Erica Fraiese” quest’anno dedicata al monfo degli
INSETTI. Possono partecipare
al premio gli alunni delle classi
IV -V delle scuole elementari,
delle scuole medie e delle scuole
superiori, nonché altri organismi
ed enti che si occupano di assistenza e solidarietà all’infanzia,
in particolare ai bambini disagiati o affetti da particolari malattie. E’possibile iscriversi o
come classe intera o con lavori
di gruppo. I partecipanti do-
vranno far pervenire gli elaborati
entro e non oltre il 31.03.2014,
direttamente a mano o inviati a
mezzo posta con raccomandata
A/R (farà fede il timbro postale
di partenza) presso la Segreteria
del premio. Su ogni elaborato
devono essere indicati: classe, sezione e scuola di appartenenza,
nome e cognome del docente,
timbro della scuola e dichiarazione del Dirigente Scolastico
attestante l’originalità del lavoro.
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N° 09
15 Marzo 2014
“Speed date” del turismo
La Bcc di Capaccio-Paestum offre un’opportunità innovativa agli albergatori del territorio
L’ istituto di credito, nell’ambito
delle nuove iniziative a sostegno
dell’economia locale, ha attivato
una collaborazione con il GP.
Studios (www.gpstudios.it) per
organizzare una giornata di consulenza specializzata riservata
alle strutture turistiche del nostro territorio.
Resta intenzione della Bcc investire sulle attività trainanti attraverso un impegno diretto,
perseguendo progetti che mirano all’evoluzione economica e
culturale.
L’evento, che sarà preceduto da
una conferenza stampa, sarà
ospitato all’interno dei locali
della stessa Bcc e si svolgerà
nella seconda settimana di aprile.
L’idea è quella di supportare
convenientemente le aziende a
vocazione turistica nella ricerca
di offerte avvincenti e di richiamo.
In un comparto ad alta competizione, dove il cliente si trova a
scegliere tra mille soluzioni,
come può, ad esempio, un albergo a gestione familiare ritagliarsi la propria fetta di mercato
e gestire l’attività in maniera ben
organizzata e redditizia? L’offerta, come è noto, è superiore
alla domanda: motivo per cui occorre necessariamente fare innovazione, differenziarsi, essere
competitivi e, soprattutto, creare
valore aggiunto rispetto ai competitor, aprendosi a nuovi target
che possono occupare periodi
dell’anno normalmente considerati “stanchi”.
Per riuscire nell’intento, gli imprenditori avvertono il bisogno
di approcciare il mercato in
modo manageriale, imparare a
sfruttare al massimo le potenzialità ed ogni dettaglio delle proprie strutture, familiarizzare con
il marketing, con la corretta gestione dei costi, con la strategia
commerciale: da qui, nasce lo
“Speed Date del Turismo”,
un’occasione pratica e concreta,
pensata e sviluppata per andare
incontro alle esigenze degli operatori del settore.
Pertanto, coloro che parteciperanno all’evento, riceveranno
una consulenza personalizzata,
utile, qualificata. Un’opportunità
unica, in special modo per le
aziende dal fatturato ridotto, che
in linea di massima avrebbero
difficoltà ad accedere ad un
team di consulenti come quello
a disposizione nell’occasione.
Il format dello “Speed Date” si
traduce in un workshop, al quale
si possono accreditare, per giornata, 25 gestori di strutture ricettive, e avrà i seguenti obiettivi:
1) Dare una indicazione concreta per soddisfare le esigenze
degli imprenditori.
2) Fornire ai partecipanti strumenti efficaci da poter utilizzare
nell’immediato.
3) Avvicinare una classe di imprenditori ad una nuova visione
manageriale.
4) Riposizionare l’offerta turistica del territorio.
5) Creare le condizioni per competere con le dinamiche concorrenziali
dei
mercati
internazionali.
Un’iniziativa, dunque, di grande
impatto, volta a trovare le soluzioni più immediate e adeguate
per rilanciare le piccole e medie
imprese del turismo.
Oscar Nico demo
Coordinator e comunicaz ione
BCC Capaccio - Paestum
SOLIDARIETA’. Parte la raccolta fondi per Emanuele Scifo
Lotta con il sorriso sulle labbra
per la sua vita. Ma non è solo,
anche la sua ragazza Maria è con
lui e non si dà per vinta, forte e
speranzosa nella vita più che
mai. Emanuele Scifo, un ragazzo
di 33 anni della provincia di Salerno, ha una patologia: pseudo
ostruzione intestinale cronica
aggravata da una gastroparesi.
Nonostante gli interventi chirurgici non è regredita anzi è peggiorata e deve trapiantare subito
5 organi.
Dal 2005 combatte con una patologia che lo ha consumato.
Barba curata, occhialini da pensatore che avrà indagato tanto
sul suo caso, e tanto garbo nello
spiegare la sua storia ricca di capitoli duri a digerirsi, declamati
con pudore e serenità. Pesava
circa 98 kg, ma avendo fatto uso
di farmaci per una patologia renale pregressa, era quasi normale. “Un giorno incomincio ad
avere un forte senso di nausea e
vomito, accompagnato da tremendi dolori all'addome. Da al-
lora ad oggi che peso 44 chili, ne
è passato di tempo, forse il più
trascorso in sala operatoria e nei
reparti di degenza dell'ospedale
S. Orsola di Bologna”. Siccome
l'unico centro in Italia che effettua questo trapianto è Bologna
e l'intervento è
ad alto rischio con una tempi-
stica incerta. L'unica alternativa
sarebbe quella di Miami, dove
sebbene le possibilità di vita o
morte sono forti, presso il centro del Jackson Memorial Hospital sicuramente l'incidenza
dell'intervento è più alta e questo
potrebbe giocare a suo favore.
Il preventivo di un intervento
del genere è altissimo, si parla di
900000euro. Emanuele e la sua
ragazza, una cilentana, volontaria dell’Unitalsi, sono infermieri
e studiano a Vallo della Lucania.
Da lì parte la campagna di informazione che sta toccando anche
la sua città, Battipaglia, e il salernitano intero. “Possiamo fare un
appello per una raccolta di fondi
per una caso di una malattia
rara?”, senti dire ai negozianti
che espongono nel Cilento la
sua foto su un giornale.
Da sette mesi è inserito in una
lista per un trapianto multivisceralestomaco
(duodeno-pancreas-milza-intestino
tenuee
crasso) che rappresenterebbe
l'ultima chance. Questo tipo di
trapianto è molto raro, 40 in
tutto il mondo e purtroppo ha
un alto tasso di mortalità. “Oggi
vivo, nonostante sia laureato in
Infermieristica, una vita da disabile, libero tra virgolette sino alle
19, per poi essere schiavo di
un'infusione notturna di 12 ore,
che sostituisce la mia nutrizione”, scrive nel suo blog e
nella pagina fb.
A volte i miracoli esistono davvero. La speranza e la forza di
lottare, queste non devono morire mai anche di fronte alla fragilità della vita.
SCIFO EMANUELE
VIALE MANFREDI N. 13
CAP 84091 BATTIPAGLIA
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Intesa S. Paolo
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SPORT
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Mastrangelo, altavillese campione nazionale di campestre
Corrado tra i templi ha trovato una marcia in più...
Domenica 09/03/2014 si sono
svolti i campionati italiani di
corsa campestre cross 6 km a
Paestum, dove il nostro concittadino Daniele Mastrangelo si è
confermato Campione Italiano
assoluto in questa disciplina , ricevendo glli auguri da parte del
Sindaco e di tutta l'amministrazione Comunale. “Sappiamo che
questo prestigioso risultato, solo
ultimo di una lunga serie di vittorie importanti , è il frutto di un
lunghissimo e durissimo lavoro
fatto di impegno e di sacrificio
quotidiano. Daniele Mastrangelo
deve rappresentare un punto di
riferimento per tutti coloro che
fanno sport a livello agonistico e
che vogliono raggiungere im-
portanti obiettivi senza scorciatoie. Ancora Auguri al nostro
campione”. Fin qui il sindaco. Al
47° campionato di corsa campestre assoluto (Aics) svolto a Paestum,
l’altavillese Daniele
Mastrangelo , si laurea neo campione nazionale assoluto a ben
20 anni , strepitoso e dai grandi
margini di miglioramento. Mastrangelo , fa una gara esemplare
sfruttando i due atleti extracommunitari facendosi trasportare
per prendere margine sui due livornesi che , non inseguono il
gruppo di testa, restando ad osservare , Mastrangelo prende
margine e tentano un inseguimento impossibile e impensabile
da compiere . Mastrangelo effet-
tua dei passaggi gara estremamente forti e a metà gara , resosi conto del vantaggio
ottenuto , inizia a gestire la gara
ed energie , portandola sulla tattica. Mastrangelo vola al traguardo con oltre un minuto di
distacco regalando alla sua terra
il suo primo titolo italiano assoluto. Il giovane altavillese vince
il doppio titolo quello di categoria PROMESSA , con quello, più
prestigioso ASSOLUTO. A
vent'anni Daniele Mastrangelo
(mapei) si laurea CAMPIONE
NAZIONALE ASSOLUTO ,
ATLETA PIU' FORTE D'ITALIA. Nel prossimo numero pubblicheremo un’intervista con
l’atleta altavillese.
CALCIO. LA CALPAZIO VINCE IL DERBY
Herajon in rimonta. Fonte sconfitto in Terza categoria
Settimana caratterizzata dal
derby di Eccellenza tra Poseidon
e Calpazio. Match che oltre a
mettere in palio il prestigio, era
di fondamentale importanza per
la classifica e la salvezza delle
due compagini. Vincono i collinari, 3 a 1 in trasferta e lumicino
della salvezza che inizia a brillare, mentre i pestani sono relegati ultimi in classifica, con la
prossima partita che deciderà
probabilmente il tutto per tutto.
In Prima categoria, soffre, rimonta e vince la squadra dell’Herajon, impegnata nella
trasferta non proprio proibitiva
contro il Cardile. 3 a 1 e gromolesi che continuano a vagare tra
le prime della classifica. In Terza
categoria arriva la sorpresa, con
la prima sconfitta stagionale
della capolista Fonte. K.O. che
arriva nel derby contro il Tempalta, vinto da questi ultimi in
versione casalinga per 1 a 0 e avvicinatisi alla vetta, distante soltanto di tre punti. Terza resta lo
Scigliati, con il pareggio a reti inviolate in casa del Caput Acquae
Soccer, inseguita dal Real Laura,
che nonostante la sconfitta casa-
linga per 3 a 0 contro il Borgo
Gromola, mantiene un punto di
vantaggio su quest’ultima, dopo
la sentenza del giudice sportivo
che ha ribaltato la partita contro
il Fasanella, con la sconfitta per
3 a 0 a tavolino. Pareggio invece
per la Licinella, 2 a 2 in trasferta
contro l’Atletico Saracena, mentre il Cafasso 100% cede anch’esso in trasferta per 4 a 2,
battuto dal Real Torchiara che
scavalca così il Vuccolo Maiorano, sconfitto in casa per 2 a 1
dal Fasanella.
Pasquale Quaglia
COSIMO SANTOMAURO
TEMPALTA
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15 Marzo 2014
CILENTO
LOPINIONE DEL... CAPO
Cilento…quante braccia strappate all’agricoltura
La riscoperta di antiche attività può essere un’opportunità
Migliaia sono quelli che potrebbero dare un valido contributo
“…A cessellar zolle”, e, invece
cazzeggiano dalla mattina alla
sera senza fare un beata m……
… Stancachiazze professionisti
che potrebbero zappettare,
“muoi e muoi” di terra “sauza”,
e, riprendersi cura della propria
terra. “Più zapp’ e forbc’ r’
puta”, per ritornare alla terra
d’appartenenza, in un percorso
di condivisione. Superare le diversità, nella consapevolezza di
essere parte del pianeta Terra, e
di far parte di un luogo nel quale
viviamo ed abitiamo, di cui prenderci cura in condivisione comune e collettiva. L’Agricoltura
quale senso d’appartenenza ai
luoghi. L’inizio del terzo millennio vede nel neo-ruralismo un
“ritorno alla terra” crescente. Ma
le buone pratiche, le esperienze
positive, le azioni dal basso, le
iniziative dei singoli, non bastano, per trasformare il local in
glocal ci vuole una grande politica agricola nazionale. Il ritorno
al bucolico, non è una scelta solo
di pochi radical-chic, ma la necessità di ritrovare nel paesaggio
costruito le forme e le attività
proprie del paesaggio agricolo,
ricostruendo un rapporto con la
terra che non ha solo un valore
produttivo, ma soprattutto sociale, culturale, antropologico.
Qualcuno potrebbe obbiettare, è
tutto bello e poetico ma come la
mettiamo con la produzione
agricola intensiva fatta di plastica, chimica e genetica modificata. La domanda nasce
scontata: come fanno gli agricoltori a tornare alla terra, se sono
le stesse leggi a dissuaderli dal
farlo? La risposta più che scontata è aperta alla nostra coscienza
e “Capiscienza”, si potrebbe cominciare ad essere consumatori
intelligenti, ad esempio: privilegiando l’acquisto direttamente
dal contadino, scegliendo di consumare frutta e verdura di stagione, organizzare dei gruppi di
acquisto solidali, accettare un
prezzo leggermente più alto,
scegliere di mangiare prodotti
biologici o biodinamici, ecc……
”Se l’intero territorio fosse trattato con le metodologia dell’agricoltura
biodinamica,
quando piove potremmo stare
tutti quanti più sereni”. “Siamo
da tempo impegnati contro gli
OGM e a favore della tutela del
paesaggio e dell’ambiente. Se la
legge presentata in Consiglio
sarà approvata, sul nostro territorio non si potrà più costruire
in zone agricole: se vogliamo che
la terra torni a respirare dobbiamo smettere di costruire, di
riempirla di cemento”. “Vogliamo muoverci insieme a tutti
per riconsiderare il modello agricolo”. “Auspichiamo un lavoro
comune per creare distretti della
conoscenza in agricoltura e puntare a ritrovare un equilibrio perduto”. “Apprezzo le parole di
Fulco Pratesi sulla battaglia contro il consumo di suolo - uccidere la terra significa uccidere la
vita – e le considerazione di Giulia Maria Crespi sul mondo rurale – Agricoltura vuol dire cibo,
salute, paesaggio, turismo, lavoro, attività produttive sostenibili, contrasto al dissesto
idrogeologico – “. Secondo voi
quale Sindaco del Cilento o Presidente di Provincia Campana o
Governatore della Campania, ha
proferito le citazioni virgolettate,
di cui sopra? Coloro che risponderanno correttamente po-
tranno vivere, volontariamente,
la ruralità in modo totalizzante
in tre realtà del Cilento. 1) Scegliere di donare la propria opera
volontaria di zappatori, seminatori e raccoglitori nei campi di
Tempa del Fico in Pruno di Laurino, nel cuore del Parco del Cilento, dove Angelo, Donatella,
Annarita e Mariantonia, si occupano di biodiversità colturale e
culturale, salvano e recuperano
antiche varietà di grani autoctoni
sopravvissuti alle manipolazioni
genetiche: la Carusedda, la Saragolla, la Solina, il Gentile Rosso,
la Risciola. 2)Adoperarsi nell’antico mestiere del pastore, dando
una mano a Nicola ad accudire,
pascolare e mungere le centoventi capre di “Cilentana Nera”.
Antichissima razza di capra cilentana tornata a brucar l’erbetta
fresca del bosco del Centauro.
Salvata dal rischio d’estinzione
da un “vaccaro” che ha abbandonato la stalla per i pascoli solitari del Cervati, lungo rii e
pendii di montagna. Se sceglierete questa seconda opzione
oltre alla vita da pastorello, imparerete a fare il “Caso”, un Cacioricotta di qualità insuperabile.
3) Dulcis in fundo,la terza possibilità di ritorno alla terra vi è
data da Pietro che nella sua pasticceria agricola, in quel di Valle
dell’Angelo nel cuore del Cilento, delizia il palato con dolci
d’esposizione. L’ultimo è la pastiera 100% fatta con materie
prime del Cilento. Grani antichi
e rari di Pruno moliti a pietra, cicerchia antico legume del Cilento, burro di bufala del piana
del Sele , ricotta di bufala e se
proprio vogliamo esagerare ricotta di capra “Cilentana Nera”.
Mediante l’agricoltore pasticcere, imparerete a pasticciare volontariamente, con prodotti della
terra unici e naturali. Vi ricordo
che la vostra volontà supera ogni
difficoltà. La fine della storia è
segnata dal “Bisinisss”, il grano,
il formaggio e i dolci si pagano,
non solo col sudore della fronte
ma con euro sonanti.
“Se volete andar pel Pruno a veder
del rio bruno a falciar la carusedda.
Se vuliti vidiri pasculi ri capri nivuri
nella valle dei Centauri. O spiar le
mani in pasta di palomma a metà
tra susamielli e morzelletti. Prendete
immantinente or subito velocemente
la via de’lo Ciliento” “
Poeta rural-indigenobiodinamico”
Lucio Capo
lucio [email protected]
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AGRICOLTURA CILENTO
N° 09
15 Marzo 2014
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Greco, quanto cammino dai fichi impaccati a quelli chic
Da 40 anni a Montecorice si coniuga artigianalità e tradizione
Quanta artigianalità c’è ancora
nella lavorazione di prodotti gastronomici che portano il Cilento in Italia e nel mondo? Le
macchine hanno soppiantato del
tutto il contatto con gli alimenti
o sono semplici strumenti che
collaborano alla manifattura dei
prodotti? Domandare è lecito.
Trovare delle risposte lo è ancor
di più. Per questo, tra le varie
piccole-medie realtà che fortunatamente sono presenti nel Cilento, cerco di esplorare meglio
l’“universo” dell’Azienda Dolciaria M.Greco sita a Fornelli Cilento, frazione di Montecorice.
È Domenico Greco a dar vita a
questa attività nel 1973. Domenico decide di puntare su un
frutto presente in notevoli quantità nella terra cilentana: il fico.
Attenendosi ai dettami della tradizione inizia così la produzione
artigianale di fichi secchi o, per
dirla nel dialetto del Cilento, di
‘fichi ‘mpaccati’. Oggi è Mario, il
figlio di Domenico, a condurre
l’azienda. “All’inizio”, spiega
Mario, “era una piccolissima realtà con pochi lavoranti. Poi, col
passare del tempo, è cresciuta e
la produzione è aumentata.
Adesso, dopo 40 anni, produciamo un discreto quantitativo di
frutta secca, cioccolata, frutta disidratata, praline…” Infatti dall’intuizione iniziale di Domenico
l’azienda ha fatto tanti passi
avanti ampliando anche la
gamma dei suoi prodotti. Il fico,
però, continua ad essere il vero
protagonista
dell’Azienda
Greco. Ai semplici ‘fichi ‘mpaccati’ si sono aggiunti i fichi mandorlati, i fichi ripieni, i fichi
secchi sciroppati. Il lavoro che si
svolge in azienda è stagionale ed
è dedicato da settembre a dicembre ai fichi e alla frutta secca e da
gennaio ad aprile alla cioccolata
e alle uova di cioccolato. Il punto
vendita, vicino all’azienda, dà ai
suoi clienti l’opportunità di acquistare tutte le golosità prodotte. I fichi vengono ritirati da
aziende cilentane a settembre,
poi vengono sterilizzati ed essiccati. Successivamente si ha la calibratura e la selezione manuale
dei fichi. Poi, iniziano le varie lavorazioni in base a quale dovrà
essere il prodotto finale (fichi ricoperti di cioccolata, ripieni, sci-
roppati ecc.). A proposito dell’artigianalità e/o dell’industrializzazione
presente
nella
lavorazione di questi frutti Mario
spiega: “Il processo di lavorazione si è evoluto con delle macchine, ma la produzione di per
sé è rimasta invariata. Mi spiego
con un esempio: per mettere la
mandorla in un fico c’è bisogno
di aprirlo con il coltello e di inserirvela. Questa operazione è la
stessa che veniva fatta 40 anni fa.
Per questo più che di industrializzazione io parlerei di semplice
ausilio delle macchine perché,
oggi, è impensabile che alcune
operazioni possano svolgersi
come quando mio padre fondò
l’azienda. Ad esempio”, continua, “quarant’anni fa per ricoprire i fichi di cioccolato, ad uno
ad uno si infilavano in una forchetta e poi si calavano nel cioccolato. Oggi, con ritmi diversi e
produzione aumentata, sarebbe
impensabile continuare a fare
quel tipo di operazione”. I prodotti dell’Azienda Greco varcano i confini del Cilento per
essere venduti in tutta Italia e ad
alcuni clienti all’estero e, nono-
stante il brutto periodo che sta
attraversando il nostro Paese
“resistiamo”, dice Mario. “Cerchiamo di lavorare seriamente
nonostante le difficoltà che ci
sono”. Mario ha numerosi progetti per il futuro, come è giusto
che sia per tutti coloro che conducono un’attività simile, ma il
domani è purtroppo legato a ciò
che avverrà in quest’Italia della
crisi e dell’incertezza. E mentre
si attendono giorni migliori
l’unico augurio che si può fare a
questa realtà che cerca di coniugare artigianalità e tradizione è
quello di continuare su questa
strada e di far scoprire a nuovi
mercati il sapore del fico cilentano.
Ilaria Lo ngo
[email protected]
CERVATI. Le libere capre cilentane di Nicola D’Aguanno
Era scomparsa da circa vent’anni dai pianori alle falde della
vetta più alta della Campania, il
Monte Cervati, la Capra Cilentana molto diffusa nelle aree interne del Cilento ma pressoché
inesistente nella piana del Vallo
di Diano. Ora, grazie al paziente
e laborioso lavoro di un giovane
nuovo imprenditore agricolo, il
41enne Nicola D’Aguanno, centoventi splendidi esemplari della
"Cilentana Nera”, una delle tre
diverse varianti di razza dell’antichissima capra del Cilento,
sono ritornate al pascolo nel
bosco Centaurino.Caratteristica
fondamentale di questo magnifico animale infatti è proprio
l’adattabilità alla montagna, diversamente dalla “Cilentana
Fulva” e dalla “Grigia” che si
trovano facilmente nelle colline
interne del Cilento. “Il latte di
capra è il più digeribile di tutti,
molto più di quello vaccino – afferma con una vena d’orgoglio
D’Aguanno (nella foto) – il suo
colore bianco intenso, che rimane anche nei formaggi freschi, è una caratteristica
straordinaria di altissima qualità
grazie anche alla forte presenza
della vitamina A che lo rendono
un prodotto particolarissimo”.
Nicola non è uno sprovveduto.
Un diploma da agrotecnico ed
una precedente esperienza con
l’allevamento delle vacche da
latte. “La capra è diversa; è diverso il modo di fare allevamento.
Poi ora sono libero di andare per
pascoli; prima con l’allevamento
delle vacche ero costretto a stare
ogni giorno rinchiuso nella
stalla. Ho riscoperto il piacere
della montagna e della solitudine
– aggiunge Nicola – qui i pascoli
non sono molto produttivi e di
facile accesso. Occorre fare
molti chilometri al giorno per
scovare i pascoli migliori; però la
qualità è assolutamente inarrivabile. Stranamente si pensa che le
capre Cilentana Nera, prevalen-
temente allevata per il consumo
di carne, sia poco adatta per la
produzione dei formaggi. In realtà non è così. La nostra produzione di Cacioricotta Caprino
del Salernitano è un vero prodotto tipico ottenuto con il solo
latte della Cilentana e per il quale
abbiamo conquistato una fetta
di mercato importante. Ma non
solo il Cacioricotta; con le nostre
lavorazioni, e con un processo
lungo ed impegnativo di stagio-
natura, abbiamo ottenuto un
formaggio dal gusto delicato e
poco marcato” conclude Nicola.
Ritorno alla pastorizia dunque;
sembra esser questa la ricetta
proposta da questo nuovo pastore che ha trovato la sua realizzazione
professionale
mitigando la conoscenza con la
tradizione. E’ questo il valore
sconosciuto del Cilento che resiste.
Lorenzo Peluso
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N° 09
15 Marzo 2014
Conto Pos, la Bcc Aquara anticipa gli incassi
Cidec: “Si tratta di un’ottima iniziativa, molto utile”
La Bcc Aquara si dimostra davvero al fianco dei commercianti.
Incassa il sostegno e il favore dei
rappresentanti degli operatori salernitani la nuova iniziativa
Conto Anticipo Pos con cui la
Bcc Aquara viene incontro alle
esigenze dei titolari delle attività
commerciali del territorio.
Un conto corrente che ha lo
scopo di anticipare la somma incassata con il Pos durante il mese
precedente.
“E’ un’ottima operazione - commenta Mario Arciuolo, direttore
provinciale della Cidec Salerno,
che riunisce in particolare i commercianti della zona orientale de
capoluogo Siamo soddisfatti di questa iniziativa che è fatta per il territorio
e che dimostra la vicinanza della
Bcc Aquara agli operatori salernitani. Speriamo arrivino altre
iniziativa a sostegno delle attività
commerciali.
Di certo non è la prima volta che
registriamo l’interesse, con iniziative concrete sul territorio, da
parte della Bcc Aquara”.
“E’ un’iniziativa buona ed utile. afferma Antonio Ventre, dell’Associazione dei commercianti del
Centro storico di Salerno La difficoltà dei negozianti è proprio quella di rispettare i pagamenti delle scadenze di fine mese
ai fornitori oppure le tasse.
Queste difficoltà sono ancora
più sentite oggi con questa crisi.
Si prova davvero da parte nostra
l’esigenza di iniziative come
quella messa in campo dalla Bcc
Aquara”.
Parole positive per l’iniziativa
messa in campo dalla Bcc
Aquara giungono dallo storico
commerciante salernitano Giuseppe Rubino: “In effetti credo
che a distanza di anni, e pur con
tante proposte che nel tempo
sono state a noi commercianti
rapppresentate, certamente il
servizio offerto dalla Bcc Aquara
con il conto Pos rappresenta un
atto positivo che raccoglie al meglio le istanze provenienti dall’intero comparto che di certo non
vive momenti d’oro per la crisi
economica che attanaglia tutti”.
“Apri un conto corrente alla Bcc Aquara
e cogli tutti i vantaggi per ogni esigenza”
L’uso sempre più frequente della
moneta elettronica (Bancomat e
carte di credito) fa si che molti
più negozianti ricevono pagamenti attraverso il POS (point of
sale). Ebbene la BCC di Aquara,
di cui è direttore generale Antonio Marino, ha quindi messo in
campo il Conto Anticipo POS.
Un conto molto semplice che ha
lo scopo di anticipare al negoziante la somma che prevede di
incassare col POS durante il
mese. Ad inizio di ogni mese, in-
fatti, automaticamente dal conto
anticipo POS viene trasferita al
conto ordinario la somma che si
prevede di incassare durante il
mese. Così il negoziante può
usare subito questa somma per
effettuare dei pagamenti in contanti ai propri fornitori ed ottenere in questa maniera uno
sconto maggiore sulle forniture.
Il tasso debitore sul conto anticipo POS è uguale a quello praticato per il conto anticipo
fatture ed è molto inferiore a
quello praticato normalmente
sulle aperture di credito ordinarie.Inoltre, in caso di domiciliazione (gratuita) di tutte le utenze
dell’azienda (rid Enel, telecom,
gas, azienda francising,tasse,
ecc.ecc.) sul conto ordinario, il
tasso debitore sul conto anticipo
POS si riduce di mezzo punto.
Che ne dite? E’ il caso di provarlo?
Antonio Marino
Direttore
generale Bcc Aquara
ALBANELLA E ROCCADASPIDE. Cori in sostegno di Telethon
Albanella. Si terrà sabato 22
marzo alle ore 19:30, presso il
Santuario di Santa Sofia, un concerto di beneficenza tenuto dal
“Coro Lirico Sinfonico – Città di
Albanella”.
L’associazione culturale ha aderito alla richiesta di cooperazione
giunta da Telethon e Avis per la
campagna 2013-2014 volta alla
raccolta di fondi destinati alla ricerca denominata “1000 cori per
Telethon”.
L’evento è promosso dalla Feniarco e, grazie alla sensibilità di
chi ha sempre partecipato a manifestazioni benefiche, il coro è
riuscito a raggruppare diversi
gruppi di cantori che si esibiranno per l’occasione.
Maria Gorrasi, presidente dell’associazione, è felice di poter affermare che “nessuno si è tirato
indietro nonostante il periodo di
crisi” quindi c’è stata tanta collaborazione per la buona riuscita
dell’evento.
Per qualsiasi informazione
basta inviare una e-mail a: [email protected].
Katia Lettieri
[email protected]
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FELITTO
N° 09
15 Marzo 2014
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L’omaggio a zia Grazia, giovane e libera donna
Uno slancio di quotidiano candore materno.
volta sceglieremo di concederci un gioiosa e incosciente matrimonio con la
vita, come facesti tu.
Ora che tu non ci sei più, abbiamo afferrato la tua silenziosa lezione: non
siamo esseri immortali, e da questo momento, abbiamo iniziato a tremare un
po' anche noi.
Monica Acito
"Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue": così scriveva Eugenio Montale, nella sua lirica più
struggente ma anche più abusata. Le
pupille che molto spesso noi abbiamo
scelto di chiudere ermeticamente, per
vigliaccheria, codardia o debolezza,Zia
Grazia le aveva spalancate generosamente alla vita,
sprezzante del pericolo di potersi bruciare lo sguardo, noncurante del tempo
che passava e le scavava solchi sulla
pelle, impietoso e crudele. Forse la
carta stampata non potrà essere abbastanza eloquente nel narrare ciò che
questa donna rappresentava per la
quotidianità di questo paese, non potrà
essere abbastanza precisa nel raccontare l'ansia di vita che consumava questa donna, la disperazione vitale che le
ardeva dentro, come un'arcaica
fiamma che incendiava questa minuscola figura femminile, che era diventata compagna di ogni felittese.
Come diceva Gabriel Garcìa Marquez, non tutti nasciamo quando affioriamo dal ventre di nostra madre,
ma la vita costringe spesso taluni individui a partorirsi da sè, una seconda
volta. Zia Grazia aveva saputo darsi
la vita da sola, rigenerarsi dalle proprie ceneri, dopo un'intera esistenza
aveva sentito la necessità di cambiare
pelle, di mutare forma, e di dare spazio al germe di vita che le germogliava
da dentro, rivivendo quasi un'arcaica
e primitiva giovinezza nella vecchiaia.
In molti la deridevano, sbeffeggiavano
a fin di bene, in molti guardavano
quasi con diffidenza questa donna che
succhiava il midollo della vita, in molti
la guardavano quasi con timore e invidia da borghesi, forse vedendo in lei
la realizzazione della vera libertà interiore, quella libertà talmente sconfinata che portava zia Grazia a sfidare
ogni genere di "tabù" o modello di vecchiaia preconfezionato e prestabilito,e
la portava a perdersi tra i sentieri, tra
i vicoli del paese, a qualsiasi ora del
giorno della notte, la portava a urlare
e cantare con ansia primordiale, la
portava a riversare su chiunque ciò che
pensava , senza il filtro della ragione
e del declamato "buon costume",giacchè soltanto chi non ha più niente da
perdere può dirsi veramente libero. Lei
non aveva niente da perdere, era presente a ogni evento di questo paese,
come una trottola impazzita e smaniosa di vita, assetata di guizzi vitali,
di musica, movimenti, luci e slanci ,
nonostante i suoi 89 anni , anni che
LO TROVI IN
TUTTE LE
EDICOLE DELLA
TUA CITTA’
FAI CONOSCERE
LA TUA AZIENDA.
PUBBLICIZZALA
SU UNICO
non hanno mai costituito un ostacolo,
ma un elemento a suo favore, una garanzia di libertà . Zia Grazia era
diventata quasi un'immagine stilizzata di questo paese, un'immagine
"tòpica" , alla stregua del ponte medievale o del fusillo,un'immagine culto
che rimandava vaghi ricordi e reminiscenze di uno spirito arcaico e perduto nel tempo e un'ansia di vita
ancestrale. Senza nessuna retorica,
mancherà uno slancio di quotidiano
candore e follia quotidiana, una compagnia quasi materna che , come appunto la madre terra, era lì a
ricordarci che noi siamo fatti di terra,
acqua e sangue e che siamo esseri corruttibili, e che la vita ci aspetta, ci attende e palpita in noi; una compagnia
irrinunciabile che ci ricordava quanto
avessimo sbagliato a chiudere le nostre
pupille all'immensità della vita e a
riempirle di polvere accecante. Zia
Grazia, mancherai a questa comunità, ma sentiremo il tuo slancio vitale
penetrare nelle nostre ossa ogni qual-
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N° 09
15 Marzo 2014
CILENTO
Novità su Majorana in Calabria, valide le ricerche nel Cilento
Il pronipote Roncoroni conferma l’ipotesi del passaggio a Perdifumo nel 1938
“E’ morto in Calabria nel 1939.
Prima però soggiornò lungamente nel Cilento.
A casa ho trovato le tracce delle
ricerche effettuate a Perdifumo
dai fratelli dello scienziato scomparso”. E’ quanto rende noto
Stefano Roncoroni, che durante
‘’estate del 2013 è arrivato nel
paese cilentano per ripercorrere
tutti i momenti della voluminosa
ricerca portata avanti dal 1993
ad oggi dal giornalista Oreste
Mottola. Roncoroni, pronipote
di Ettore Majorana, è autore del
libro: “Ettore Majorana, lo
scomparso e la decisione irrevocabile” pubblicato da Editori Internazionali Riuniti nella collana
Navigazioni. Roncoroni ha verificato personalmente a una una
le testimonianze raccolte da
Mottola, di fatto validandole. Il
personaggio s’intende di “gialli”.
Dopo una lunga carriera di critico cinematografico e regista televisivo, dal 1962 ha avuto
accesso ai documenti familiari
relativi alla scomparsa di Ettore
e alle testimonianze dirette dei
parenti che parteciparono alle ricerche. - “Ettore Majorana fu ritrovato dalla famiglia poco
dopo la sua scomparsa avvenuta
nel 1938, ma lui non volle saperne di ritornare. Nell’estate del
’39 morì in Calabria.
Alle novità che cambiano il
punto d’osservazione sulla
scomparsa di Mayorana, contenute in un libro di recente pubblicazione (“Ettore Majorana, lo
scomparso e la decisione irrevocabile”), scritto da un membro
della famiglia Majorana, in cui si
sostiene che Ettore Majorana,
rintracciato subito dopo la sua
scomparsa non ha desistito dal
suo proposito di sparire e che sarebbe morto nel 1939, si aggiungono ora le puntualizzazioni di
Giovanni Forte.
Secondo cui, partendo da
quando si sostiene nel libro di
Roncoroni (Majorana ha trovato
rifugio in un vallone boscoso
della provincia di Catanzaro) il
luogo prescelto da Ettore Mayorana fu Chiaravalle, non Serra
San Bruno, e che la malattia di
cui lo scienziato soffriva non era
la sindrome di Asperger (una variante dell’autismo), come riferito da Roncoroni. Giovanni
Forte, escludendo, motivatamente, il suicidio, l’uccisione o l
incidente, spiega che Il contesto
deporrebbe per una malattia
non acuta, influenza, tifo, polmonite: “La presenza di un’in-
fermiera regolarmente presente
nella vita di Ettore ci fa pensare
a qualche terapia iniettiva, visto
che la terapia orale può essere
assunta direttamente dal paziente. Una malattia aggravatasi
progressivamente e che lo portò
alla morte poco più di un anno
dopo la fuga. Ettore, consapevole delle sue serie condizioni di
salute, decise di sottrarsi al
mondo, ai colleghi, agli studenti,
a tutti, per vivere dignitosamente
e riservatamente il tempo che gli
rimaneva. I familiari non condivisero la sua fuga, preferendo
che lui continuasse a presidiare
il piedistallo raggiunto che era
fonte di onore grandissimo per
tutti loro”. Ma quale malattia?
“In assenza di dati clinici certi,
rimarrebbe quasi una esercitazione di fantasia. Tra l’altro, i
vaghi disturbi a lui attribuiti, da
quelli digestivi a quelli nervosi e
all’astenia, sono perfettamente
compatibili con tutte le gravi
malattie in stato avanzato. Tuttavia, da un punto di vista statistico, in quegli anni, una delle
principali cause di morte per
malattia era la tubercolosi. Soprattutto nelle regioni meridionali, si faceva di tutto per
mantenere il segreto e non far
uscire fuori dall’ambito strettamente familiare informazioni
del genere.
E potrebbe starci anche con la
giovane età del soggetto, una costituzione fisica di uomo alto e
molto magro e il fatto di essere
forte fumatore.
Ma, ripeto, sono solo considerazioni induttive, anche se verosimili, non essendo documentati
sintomi o dati specifici in merito
che riguardassero Ettore Majorana”. Perché esclude che il
luogo prescelto sia stata la Certosa di Brunone di Colonia?
“Intanto l’ipotesi Certosa di
Serra San Bruno nasce da
un’idea, quella della fuga dal
mondo di questo genio della fisica che aveva intuito le terribili
possibilità applicative delle scoperte nucleari di quegli anni e
delle quali non voleva sentirsi
corresponsabile. Per cui si rifugia in un luogo, dove la vita di
preghiera e di contemplazione
redime o addirittura modifica gli
stessi processi storici. Interrogativi ancora senza risposta. Intanto
sul
soggiorno
a
Perdifumo, prima tappa dopo la
fuga da Napoli, alla fine del
marzo 1938, ecco messo un
primo punto di certezza.
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CAPACCIO / LETTERATURA
N° 09
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Ho conosciuto i tanti Jep Gambardella che danno vita ai film
“La grande bellezza” Sfida alla mediocrità e decadenza
Jep Gambardella lo conosco. È
cugino stretto a Titta Di Girolamo (Le conseguenze dell’amore – 2005;
Paolo
Sorrentino).
Abitano a Salerno uno al Torrione un altro a Pastena. Ma abitano anche al quartiere Stella di
Battipaglia, ad Agropoli, Roccadaspide, Angri, Sala Consilina.
Fanno gli impiegati, chi al Catasto, chi al Comune, al Consorzio
di bacino, all’ufficio dell’entrate.
Hanno un sogno nel cassetto, un
libro scritto e riposto, una sceneggiatura sgrammaticata, una
commedia per una compagnia
locale, una canzone da far sentire a Fiorella Mannoia nell’imminente concerto estivo nei
paraggi. Vegetano nel loro lavoro aspettando che qualcuno si
accorga della loro creatività. La
giacca è la stessa, pettinata, colori sgargianti, elegante e cafona
al tempo stesso, ma con una
forte valenza identitaria: l’acqua
di colonia degli anni ’70-’80 che
per una specie di sortilegio non
si riesce mai a consumare del
tutto.
JEP esiste e vive in ognuno di
noi.
Il film “La grande Bellezza” è
una grande visione onirica. Ha
vinto l’Oscar perché gli americani quello vogliono vedere di
noi. Il sequel della “Dolce vita”
Felliniana, un sogno premonitore di bellezza scaturita da un
grande benessere sociale. Se
avessimo presentato, noi Italia,
un film su l’Ilva di Taranto, col
cavolo ce lo davano.
L’Oscar non l’ha vinto Sorrentino, l’ha vinto Geppino (Jep)
Gambardella.
Il personaggio è stato pescato in
quell’humus della Campania del
piano di sotto dove Sorrentino
si è foraggiato. Dove si foraggia
a sua volta anche la malavita,
(Titta Di Girolamo lavorava con
loro). È il racconto di una realtà,
molte volte, a tratti giornalistica
che riesce ad aprire le prime
porte della storia. Per raccontare
la decadenza della nostra civiltà,
e della nostra Italica società, Sorrentino è partito dai piani alti,
nobiltà e borghesia in declino,
partendo dal racconto di Gambardella, elegante arbitro cinico
e disilluso di una Roma sguaiata
e guascona; un personaggio che
proviene dalle nostre parti e
dalla nostra estrazione sociale.
Una Campania abbandonata da
tempo allontanandosi da paure e
fobie esorcizzate nel film.
È un discernere la realtà dal personaggio ma è anche un incontro tra character e reality. Se solo
al posto di quella camminata sul
lungotevere, Jep, l’avrebbe fatta
nel viale della stazione Ostiense
tra stanchi (ma anche vivi) pendolari e suggestivi, affamati clochard, avrei amato di più questo
film. Avrebbe accentuato la dicotomia ricchezza-povertà che è
la vera realtà della città di Roma
(ma credo, anche, della maggior
parte delle città Italiane). “Se
questa è la miseria mi ci tuffo
con dignità da Re” affermava
Capossela in una famosa canzone. Quella borghesia (nobile?)
e quei salotti non sono lo specchio dell’Italia. Quei salotti sono
soltanto una parte dell’Italia in
declino, e che, forse, solo loro
poi alla fine si salveranno. Perché
quelli si salvano sempre, statene
certi.
La sceneggiatura è stata scritta
da Sorrentino assieme a Umberto Contarello, altro genio Italico sconosciuto alla grande
massa. Molte visioni di Conta-
rello gli sono state trasmesse
dalla genialità di Carlo Mazzacurati morto da poco più di un
mese.
Contarello le ha trasportate, queste visioni, ne “La grande bellezza” facendo sì, che quest’
Oscar appartenga di qualche
grammo anche a Carlo Mazzacurati indiscusso poeta del Cinema Italiano. D’altronde
Contarello le ossa se l’era fatte
proprio in quel cinema della
bassa Veneta dove per anni ha
imperversato la narrazione cinica e spietata del cinema di
Mazzacurati raccontando una
società in via di smarrimento.
Una delle scene più importanti,
secondo il mio parere, è quella
ragazzina che sbatte il colore
sulla tela con ardore, rabbia e
violenza, ti trasmette emozioni
forti, ti tremano le palle, ti lascia
un timbro come l’ufficiale postale sulla raccomandata, ti dimentichi che la parte del padre
la fa un demente come Lillo
(quello di Lillo e Greg) e pensi
che solo quella scena vale la statuetta.
E poi: le musiche? Ingarratissime. Sorrentino ha dato tutto in
mano a Lele Marchitelli? Un
genio. Pezzi della tradizione clas-
sica, la musica colta del Kronos
quartet, hit pacchiani da discoteca e pezzi suoi originali. Il cinema è questo: una sinergia di
varie personalità. Crediamoci
nella nostra creatività, facciamo
“software” di qualità, emozioni
di genio.
L’”hardware”, l’acciaio, le macchine industriali, il ferro, lasciamoli fare ai tedeschi. Questo, il
cinema, l’arte, il lavoro di fantasia, il gesto creativo lo sappiamo
fare noi. Siamo i migliori, crediamoci. È il nostro futuro la creatività. Se solo qualche governo
investisse in cultura. Ce la invidiano tutti.
Il prossimo lavoro di Sorrentino? Scriverà il libro “L’apparato
umano”
sotto
lo
pseudonimo di Jep Gambardella. Scommetto che lo farà.
“Qua la vera religione è che se
non posso avere io una cosa non
la deve avere nessuno” dice Jep
in un’ipotetica e surreale intervista allo scrittore Giuseppe Montesano. Questa è la vera
condanna del nostro paese.
“Volete un po’ di pizza con le
scarole? Non vi mettète
scuòrno, assaggiatela”.
Tonino Pecorar o
car [email protected]
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ROSCIGNO
Intanto si sprecano i soldi dei cittadini in contenziosi giuridici
In una Roscigno Vecchia, ancora non recuperata, si sogna con i soldi degli “Americani”
Gli “Americani” salveranno Roscigno Vecchia?
Tutto nasce dalla conferenza
stampa di presentazione dell'evento “Cilento No Limits”
presso la sede della stampa estera
a Roma e dopo la comparsa di alcune notizie su alcuni quotidiani
online. Il resto è tutto merito
della nota trasmissione “Ambiente Italia” su RAI 3
dell'8.03.2014 che parla del recupero dell'antico centro storico di
Roscigno..
Nasce così il mito degli “Americani” che salveranno Roscigno
Vecchia. L'apparato mediatico si
mette in moto, accompagnato
dalle struggenti immagini di repertorio registrate dalla RAI nel
2000 di zia Dorina, ultima abitante di Roscigno Vecchia. Il sindaco di Roscigno durante la
trasmissione televisiva parlando
dell'intervento degli “Americani”, dei contributi e dei fondi
europei ricevuti per salvare Roscigno Vecchia rafforza il mito
americano.
In collegamento con la trasmissione “Ambiente Italia”, tramite
collegamento Skype, infatti, Armando Mazzei, sindaco del comune alburnino, ha dichiarato:
<<Sono gli americani di terza e
quarta generazione che vengono
qui per visitare Roscigno, per ritornare alle origini ed hanno
visto questo paese che purtroppo ha bisogno d'interventi
ed hanno deciso di mettere in sicurezza qualche edificio. Sono
italo-americani che hanno fondato una Fondazione, “Roscigno
Foundation”, e vogliono mettere
a disposizione quelle poche risorse che hanno>>.
Incalzato dal presentatore sulle
risorse messe a disposizione
dagli “Americani”, il sindaco di
Roscigno, inoltre, dichiara:
<<...qualche centinaio di migliaia di euro, ci arriveranno!.>>.
Nel comune di Roscigno, dove
ancora non sono stati completati
i lavori per il recupero di “Casa
Dorina”, molti cittadini, dopo
aver ascoltato le parole del primo
cittadino in tv, continuano a rimanere scettici sull'arrivo immediato di contributi così corposi
dagli “Americani” in questo particolare momento storico, anche
perché a Roscigno, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, si respira sempre più il clima della
competizione elettorale.
Per il momento le uniche donazioni (scritte in documenti ufficiali pubblici), giunte nelle casse
del comune per salvare immobili
a Roscigno Vecchia, sono quelle
documentate sul conto corrente
(aperto con delibera del sindaco
n. 60 del 28.11.2012) per la
messa in sicurezza ed il recupero
di “Casa Dorina ed ammontano
a “220/230 euro circa”, secondo
quanto scritto in un'interrogazione fatta durante il consiglio
comunale del 26.09.2013, a cui
bisogna aggiungere il “contributo a fondo perduto di 5.000
euro” messo a disposizione dalla
BCC Monte Pruno di Roscigno
e Laurino “per sostenere spese e
manutenzione” della casa dell'ultima abitante di Roscigno Vec-
chia. Intanto, però, che si aspettano i soldi del miracolo americano, continuano gli sprechi di
risorse del comune di Roscigno
a causa di contenziosi pregressi
riguardanti vecchi decreti ingiuntivi emessi per ritardi nei pagamenti di lavori pubblici effettuati
in Roscigno Vecchia.
Infatti con la determinazione
n.18 del 04.02.2014 del responsabile dell'area economica-finanziaria
è stato autorizzato
l'impegno di spesa sull'intervento “LITI, ARBITRAGGI,
RISARCIMENTI “PRESTAZIONE DI SERVIZI” e sono
stati imputati 14.727,03 euro sul
redigente bilancio di previsione
2014 a seguito di un accordo
transattivo tra il comune di Roscigno e l'impresa del geom. A.
L. su un contenzioso presso il
Tribunale di Salerno per ritardi
nel pagamento di lavori pubblici
finalizzati alla messa in sicurezza
e conservazione di fabbricati in
Roscigno Vecchia.
Vito Gerardo Roberto
vitor [email protected]
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LA LETTERA
Appello di un lettore, vogliamo informazioni
più complete sugli eventi…
Spett. Redazione di Unico, mi
permetto rivolgermi a voi per
ottenere dei chiarimenti circa la
vostra politica di informazione
nei confronii dei lettori.
Mi chiamo Enzo Millich, sono
residente a Paestum da alcuni
anni e sono abbonato a Unico
da un anno circa. Mi sono abbonato su suggerimento di Tonino
Pecoraro e devo dire che non
rimpiango di averlo fatto; trovo
il vostro settimanale molto interessante, aperto ad ogni tipo di
intervento, diverso dai soliti
giornali di provincia…
Nel mio caso poi, la lettura di
Unico mi permette di meglio
comprendere le opinioni, il comportamento e le aspirazioni degli
abitanti del luogo. Un aspetto
che riveste per me grande importanza è quello di essere informato sugli avvenimenti che
periodicamente si svolgono sul
territorio. Ed è a questo proposito che vorrei segnalarvi la mia
piccola delusione. Ho notato infatti che sulla stampa locale, regionale e talvolta nazionale le
informazioni relative alla Campania, alle sue provincie e ai suoi
comuni non sono abbastanza
tempestive e quindi la loro pubblicazione non raggiunge molto
spesso lo scopo inizialmente
prefisso. Mi spiego meglio con
un esempio:
nel numero 07 di Unico con data
1° marzo 2014, alla pagina 5 figura un testo molto interessante
dal titolo “Paestum wine festival
– Premiata l’eccellenza Campana”. L’articolo riporta che i
migliori vini della Campania saranno protagonisti al Paestum
Wine Festival dal 28 febbraio al
2 marzo 2014. La manifestazione verrà aperta il 28 febbraio
con uno spettacolo e con la pre-
miazione dei migliori produttori
della Regione Campania, alla
presenza della stampa specializzata, degli opinion leaders, dei
VIP, e della classe politica e dirigenziale di Regione, Provincia e
Comune. Prenotazione sul sito
web.
Domanda: come si può prenotare la partecipazione ad un
evento molto interessante se
l’informazione arriva alla fine
dell’avvenimento stesso? Se invece l’annuncio fosse stato pubblicato sul numero precedente di
Unico, ecco che gli interessati
avrebbero avuto la possibilità di
accedere alla manifestazione.
Non vi pare?
Continuando la lettura di Unico
del 1° marzo scorso, alla pagina
15 figura l’articolo “Gran successo la presentazione dell’Associazione
pestana
‘Dieta
Mediterranea“, ospite principale
il convegno ha visto la partecipazione del prof. Jeremiah Stamler , seguace e continuatore degli
studi di Ancel Keys sulla Dieta
mediterranea, nonché di un numero importante di relatori e di
altre personalità di spicco. Il
convegno si è concluso con un
buffet allestito da chef rinomati
con preparazioni che esaltavano
la dieta mediterranea. L’articolo
di Unico non indica il giorno in
cui il convegno ha avuto luogo
ma si capisce che ne era il resoconto…Domanda n° 2: come fa
un abitante di Capaccio ad essere informato in anticipo dell’evento in questione ? Esiste
forse una rete privilegiata di informazioni “da bocca a orecchio” ? Oppure siamo in regime
di “numerus clausus” ?
Per concludere, non sarebbe opportuno aprire un angolino del
giornale e dedicarlo a delle anti-
cipazioni sugli avvenimenti importanti che avranno luogo sul
territorio ? Credo che gli organizzatori di tali manifestazioni
sarebbero felicissimi di dare
ampie informazioni sugli eventi
che promuovono ed il vostro
giornale sarebbe veramente
(scusatemi il gioco di parole) L’
UNICO a fornirle. Se non ci
credete, provate a trovare una
informazione di questo tipo
sulla “Città”, sul Corriere del
Mezzogiorno, o quant’altro foglio campano. Questo tipo di
informazione preventiva semplicemente NON ESISTE in
Campania. Potrei portarvi degli
esempi incredibili…
Cordiali saluti.
Dott. Enz o Millich
Capaccio Paestum.
[Redaz io ne] Una volta abbiamo
ragione noi, nel senso che il giornale a
Capaccio normalmente lo distribuiamo tre giorni prima della data indicata, mentre nell’altra no, e facciamo
ammenda.
Ringraziamo il lettore del suggerimento e ci stiamo attrezzando per essere più puntuali e completi nel fornire
queste informazioni di servizio ai nostri lettori.
Per la trasparenza, sempre.
Chiedici l’amicizia su faceb o o k h t t p s : / / w w w. f a c e book.com/redazione.unico
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BATTIPAGLIA / CILENTO
Addio a Salvatore Gatto, spirito critico della sinistra
Era una delle figure storiche di Battipaglia, protagonista delle lotte sindacali
“Ti devi occupare più della
Piana. Scendi dalle tue colline
e lascia stare il Cilento, terra
bella ma che non conta”. Ogni
volta che mi vedeva Salvatore
Gatto non mancava di farmi
questo amichevole rabbuffo.
Ex ferroviere, fu a capo dell’al-
lora potente Cgil della Piana del
Sele quand’era piena di moderne
fabbriche e di aziende agricole
dove l’occupazione, era allora
tutta italiana, veniva perfino dalla
Lucania e non si sottraeva alla
lotta di quello che allora chiamavano con il loro nome, sì il caporalato. Poi alla fine degli anni
Ottanta lasciò tutto e transitò
nella più strana, fascinosa, e
piena di diversità culturali, politiche e generazionali, redazione
che la storia ricordi: quella di Telelibera Battipaglia. Salvatore,
dall’eloquio lento ma preciso, era
uno che contava. Comunista
non organico o ottuso. Un dialogante. Fece notizia quando decise di passare dalla parte di chi,
allora più d’ora, faceva notizia.
Poi passò alla carta stampata, alla
redazione di Salerno del “Giornale di Napoli”, dove ritrovò un
altro sindacalista diventato giornalista, Nicola Nigro. Mi ricordo che non finì bene, e
Salvatore ci imbastì una vertenza
privata, facendo causa agli editori. Mi sembra di vederlo, con il
loden e il borsello, i baffi eleganti, erede di un’aristocrazia
operaia che con la cultura s’interfacciava volentieri e non in
maniera stupidamente antagonista. Così quando su un quotidiano ho visto la notizia della
sua scomparsa, mi ha colpito.
“Era una delle figure storiche di
Battipaglia, da protagonista e
militante aveva vissuto i forti
cambiamenti in seno alla sinistra,
non smarrendo mai la passione
per le proprie idee”. Salvatore
Gatto è deceduto all’età di 68
anni. Ha lasciato una moglie,
Nunzia, e due figli. Pensionato,
ex Cgil e con un passato da giornalista, Gatto era cresciuto tra le
fila del Pci, aveva militato nel
IN FARMACIA.
INTERAZIONI TRA FARMACI E FUMO
Pds, nei Ds e nel Pd. Fino agli
ultimi anni è stato con i giovani
per tentare di recuperare i valori
della politica, sostenendo il partito ad ogni evento, manifestazione, iniziativa, mettendo la sua
energia al servizio della comunità. Di recente aveva accusato il
Pd locale di essersi mummificato, provando a spronare i dirigenti ad una maggiore vitalità
politica. Aveva mantenuto uno
sguardo critico nei confronti dell’amministrazione dell’ex sindaco Santomauro. Il Pd
battipagliese ha voluto ricordare
Salvatore Gatto come “un compagno con cui abbiamo condiviso tante battaglie, che ha
sempre vissuto il suo essere
uomo di sinistra con impegno e
grande passione, e che ha sempre trasmesso a tutti il suo
amore per la politica”. Io voglio
testimoniare che non è stato il
“totus politicus” o sindacalista,
ma ha avuto gli orizzonti vasti
del combattente libero che ha
un’idea non faziosa del mondo.
Ciao, Salvatore!
Or este Mottola
Il fumo di tabacco può modificare l’efficacia e la tollerabilità di numerosi farmaci, agendo sulle loro caratteristiche
farmacodinamiche e farmacocinetiche.
La principale interazione tra fumo di
tabacco e farmaci è a livello farmacocinetico. La modifica di assorbimento, distribuzione,
metabolismo
ed
eliminazione di un farmaco può portare non solo a una efficacia modificata,
per esempio un effetto terapeutico ridotto,ma anche a un’alterata tollerabilità, con aumentata incidenza di eventi
avversi. Numerose sono le interazioni
tra farmaci e fumo a causa degli effetti
di quest’ultimo sull’attività degli isoenzimi metabolici del citocromo P450.
L’effetto più caratterizzato del fumo è
l’induzione dell’isoenzima CYP1A2. il
farmaco che va incontro all’interazione
più importante è l’antipsicotico clozapina. Bastano anche 7-12 sigarette al
giorno per raggiungere la massima induzione e quindi la necessità di un aumento del 50% del dosaggio di
clozapina per mantenerne le concentrazioni plasmatiche. Di converso si è
osservato come alla cessazione dal
fumo i livelli plasmatici di clozapina possano aumentare del 72%. Precauzioni
simili di monitoraggio sono raccomandate per antidepressivi (per esempio
fluvoxamina),ansiolitici e warfarin.Una
recente metanalisi ha mostrato come
il dosaggio di warfarin dovrebbe essere
aumentato del 12% in chi fuma rispetto
a quello usato nei non fumatori. La lista
di interazioni farmacologiche mediata
dal fumo di sigaretta a livello del citocromo P è lunga e ancora in divenire:
betabloccanti,calcioantagonisti,furosemide,teofillina,cortisonici per via inalatoria, contraccettivi. Comunque, la
cessazione dal fumo deve essere sempre considerata una priorità.Certo non
è facile, ma oggi sono diffusi sul territorio numerosi “centro antifumo” che
possono offrire un valido aiuto.
Alberto Di Muria
[email protected]
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GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora
[email protected]
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Castellabate: l’Approdo Resort, “la Spa più innovativa d’Italia”
Generalmente su questa pagina
mi occupo di enogastronomia.
Questa settimana, mi sono permesso, perché mi viene spontaneo,
di
scrivere
dell’
“Approdo-Thalasso Spa Resort”
di San Marco di Castellabate, definita dal Corriere della Sera
come “ la Spa più innovativa
d’Italia”. Sono stato invitato alla
conferenza stampa di presentazione della nuova struttura, che
ha aperto i battenti lo scorso 8
marzo. Sono rimasto allibito e
stupefatto per la bellezza e la
funzionalità del tutto. È
un’opera che può fare solo del
bene al Cilento e alla provincia
di Salerno. Alla conferenza
stampa erano presenti il sindaco
di Castellabate, Costabile Spinelli, il presidente della BCC Comuni Cilentani, Lucio Alfieri e il
proprietario della struttura, Nicola Rizzo, coordinati da Anna
Luisa Buongiorno dell’agenzia
Giannacomunica e dal giornalista Antonio Vuolo.
Nell’incontro si è parlato di sviluppo per il territorio, di iniziative in essere per la promozione
turistica del Cilento e di sinergie
possibili per una terra dalle potenzialità da valorizzare. Dopo la
conferenza stampa, ai numerosi
presenti, tra giornalisti, blogger
e autorità, è stato offerto un gradito e ben presentato buffet di
stuzzichini, finger food e dolcini.
Successivamente, alcuni di noi,
accompagnati dal titolare, hanno
LA RICETTA
Orata del Tirreno al limone
IL TEAM DELL’APPRODO RESORT THALASSO SPA
fatto un giro della struttura nei
2500 mq tutti da scoprire e da
godere. Siamo a pochi metri dal
porticciolo turistico di San
Marco di Castellabate, quindi è
facile alimentare le vasche, le piscine e le docce con le acque cristalline dell’adiacente mare, da
anni considerate tra le più limpide d’Europa. L’“ApprodoThalasso Spa Resort” è un’opera
architettonica ispirata ai principi
del Movimento Moderno di Le
Corbusier e richiama la tolda
delle imbarcazioni presenti nel
porticciolo prospiciente, divenendo una sintesi osmotica perfetta tra interno ed esterno in
relazione a continui rimandi con
l’ambiente circostante. Tra le
proposte e le offerte del centro
abbiamo ammirato un percorso
d’acqua di mare con 5 piscine.
Abbiamo visto attrazioni come
“bolle blu con acqua di mare
calda”, “spiaggia salina con bio
sauna e mare in grotta”, “il mare
dentro” (piscina interna a 32°
con 20 diverse postazioni idromassaggio talassoterapeutico),
“coccole di mare” (piscina interna rilassante a 35° con musica
subacquea) e “il mare sospeso”
(piscina esterna a 32° con sdraio
idro-stimolanti e fiume lento).
Vedendo le tariffe, risultano particolarmente convenienti ed i
pacchetti sono studiati da un
personale esperto e professionale, in un’ottica low cost per
estendere a tutti la possibilità di
un benessere innovativo e di
qualità. L’Approdo Resort Thalasso Spa è aperto tutti i giorni,
dalle ore 10,00 alle 20,00, fino al
4 novembre prossimo.
Durante l’inverno, invece, resterà aperta tutti i weekend e i
giorni festivi. Per informazioni:
0974.966002 – [email protected]
"Naturalmente di vino" alle Bevande Vitantonio
Lunedì 24 marzo, la “Bevande Vitantonio” organizza l’evento “Naturalmente di vino”. Dalle 14 e 30
fino alle ore 20, in località Malagenia, zona industriale di Ogliastro Cilento (info: 0974.833483),
si potranno degustare i vini e le
birre artigianali commercializzati
dalla nota azienda distributrice di
bevande, che ha oltre mezzo secolo di attività. La “Bevande Vitantonio” è attualmente gestita da
Luigi, Antonietta e Luca Di Stasi,
figli di Vitantonio che nel 1963
fondò l’azienda come ditta individuale. Nel 1993 la ditta individuale
si trasforma in "Il Birraio S.r.l." e
si trasferisce nella zona industriale
di Ogliastro Cilento (SA) in un capannone di 850 mq. adibito a deposito, 120 mq. in uffici, 6000 mq.
in piazzali. Nel 1996 viene a man-
care il fondatore Di Stasi Vitantonio, i figli decidono di creare in ricordo la "Bevande Vitantonio
S.r.l.". Nella struttura c’è una sala
degustazione, dove vengono effettuati corsi di formazione riguardanti la conoscenza e la
preparazione degli spirits, del
caffè e della birra artigianale.
L’evento "Naturalmente di vino"
Lʼassociazione “Culinary Team
Costa del Cilento”, in collaborazione
con il Maestro Pasticciere Francesco
Boccia, organizza a Salerno, presso
il Centro De Luca, nei giorni 24 e 25
marzo, un corso di pasticceria. Gli
argomenti saranno il primo giorno
“torte da buffet innovative” e il secondo “dessert al piatto”. Info:
331.1972221 (Matteo Sangiovanni).
Per segnalare news enogastronomiche: [email protected] o telefonare al 338 9426245.
è anche una grande festa dove i
clienti e gli amici si rilassano bevendo degli ottimi vini e degustando specialità culinarie.
Dibbì
Ingredienti per 4 persone: 1
orata fresca non allevata di circa
kg 1,200, 2 limoni non trattati, 2
cucchiai di pangrattato, una
manciata di olive nere, olio extravergine d’oliva del Cilento, 1
cucchiaio di farina, sale.
Preparazione: lavate accuratamente i limoni e grattate la buccia di uno, avendo cura di non
prelevare la parte bianca amara.
Mescolate il pan grattato con la
buccia del limone, il sale e un
po’ d’olio extravergine di oliva
per rendere il composto omogeneo. Tagliate a fettine sottili il
secondo limone e disponete le
fette in una teglia da forno unta.
Squamate, sventrate e lavate
l’orata farcendola con il ripieno
preparato. Adagiatela delicatamente su metà delle fette di limone e ricopritela con le fette
restanti. Spremete il limone di
cui avete utilizzato solo la scorza
e condite l’orata con un po’ di
succo di limone emulsionato
all’olio. Cuocete in forno già
caldo per circa 30 minuti a 180
gradi controllando, di tanto in
tanto, la cottura e bagnandola
col suo sughetto. Nel frattempo
preparate la salsa d’accompagnamento: amalgamate lentamente, facendo attenzione che
non si formino grumi, in un
pentolino la farina con il succo
di limone. Girate bene e mettete
a cuocere a fiamma bassa continuando a girare per evitare che
si attacchi al fondo. Deve cuocere qualche minuto finché
abbia una consistenza vellutata
e non sappia più di farina. Controllate ogni tanto la cottura
dell’orata e quando sarà pronta
servitela adagiandola sulle fette
di limone che sono state cotte
nella teglia e irroratela con la salsina dove avrete aggiunto le olive
nere. In abbinamento: Nirvana
Gold Ale, Birrificio dell’Aspide,
Roccadaspide (SA)
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sconti dal 30% al 70% tutto l’anno
shopping
democratico