Relazione Territorio Rurale in formato A4

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Relazione Territorio Rurale in formato A4
COMUNE DI STAZZEMA
(Provincia di Lucca)
PIANO STRUTTURALE
TERRITORIO RURALE
QUADRO CONOSCITIVO
Via S. Bibbiana n. 5, 56127 Pisa
Collaboratori
Dott. Agr. Sergio Cantini
Dott. Arch. Chiara Ciampa
Pisa, marzo 2006
1.
CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO ............................................................................................ 7
INQUADRAMENTO ............................................................................................................................................... 7
GEOLOGIA ED IDROGRAFIA ................................................................................................................................ 9
2.
CENNI STORICI ........................................................................................................................................ 9
3.
GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA ............................................................................................ 25
3.1 I COMPRENSORI OMOGENEI ..................................................................................................................... 25
INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA ................................................................................ 26
PARCO DELLE ALPI APUANE .............................................................................................................................. 27
CENTRI PUBBLICI DI RIPRODUZIONE DELLA FAUNA SELVATICA ......................................................................... 27
GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEGLI UNGULATI ...................................................................................... 27
Il cinghiale....................................................................................................................................................... 28
La caccia di selezione al capriolo.......................................................................................................................... 29
I piani di immissione di fauna selvatica e relativi criteri per la programmazione e la attuazione dei ripopolamenti .................. 29
4
FLORA E VEGETAZIONE ..................................................................................................................... 32
4.1.
4.2
5.
CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO APUANO STAZZEMESE ................................................................ 32
AREE BOSCATE ......................................................................................................................................... 34
ATTIVITA’ AGRICOLE ........................................................................................................................... 39
5.1 ANALISI DEI PRINCIPALI ASPETTI SOCIO-ECONOMICI RELATIVI AL SETTORE AGRICOLO ATTRAVERSO
L'ELABORAZIONE DEI DATI ISTAT E DEI DATI A.N.C.I.T.E.L. ................................................................................ 39
Note generali.................................................................................................................................................... 39
5.2 TREND EVOLUTIVO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE ............................................................................. 40
5.3 DIMENSIONI AZIENDALI E FORME DI CONDUZIONE................................................................................. 41
5.4 GIORNATE DI LAVORO E CATEGORIE DI MANODOPERA ........................................................................... 45
5.5 UTILIZZAZIONE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA ........................................................................................ 46
5.6 DESTINAZIONE DELLE SUPERFICI AZIENDALI .......................................................................................... 50
5.7 UTILIZZAZIONE DEI MEZZI AGRICOLI ...................................................................................................... 56
5.8 AZIENDE CON ALLEVAMENTI................................................................................................................... 58
5.9 ELENCO REGIONALE DEGLI OPERATORI BIOLOGICI (AGGIORNATO AL 31/12/05) ................................... 59
5.10
LA CASTANICOLTURA A STAZZEMA ...................................................................................................... 60
6.
AGRITURISMO ........................................................................................................................................ 68
7.
SINTESI PER PIANO STRUTTURALE ............................................................................................... 70
2
INTRODUZIONE
Il P.I.T.(Piano di Indirizzo Territoriale) individua, nel territorio della Provincia di Lucca, tre
sistemi territoriali:
- il sistema territoriale dell’Appennino;
- il sistema territoriale dell’Arno;
- il sistema territoriale della Costa e dell’Arcipelago.
Il Comune di Stazzema viene fatto appartenere, da detto strumento sovracomunale, al sistema
territoriale della Costa e dell’Arcipelago e nel sistema di paesaggio delle Alpi Apuane.
Tale sistema si presenta, in Versilia, con la particolare connotazione di un insieme articolato e
interconnesso di realtà urbane consolidate (Viareggio, Pietrasanta, Camaiore), di settori produttivi
talvolta fortemente specializzati (turismo, cantieristica, lapideo), di bacini idrografici ampi e
spesso fragili (fiume Versilia, fiume di Camaiore), di ambienti naturali e paesaggi complessi (Parco
di Migliarino-S. Rossore- Massaciuccoli, Parco delle Alpi Apuane).
Questa particolare e complicata caratterizzazione morfologica della Provincia di Lucca viene
configurata dal P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento-provinciale) considerando tre estesi
ambiti territoriali distinti per caratteri storici, geografici e morfologici:
- la Versilia;
- la Piana di Lucca;
- la Valle del Serchio.
Il Comune di Stazzema ricade nell’ambito della Versilia, è compreso all’interno della fascia
costiera toscana, e rappresenta un “elemento” di questo più vasto territorio; ha relazioni di
continuità morfologica e funzionale a Nord con il territorio apuano e a Sud – attraverso le
discontinuità ambientali del Massaciuccoli e del sistema delle pinete litoranee – con l’area pisana.
3
E’ da evidenziare, come sarà dettagliato in seguito, che buona parte del territorio comunale di
Stazzema risulta compreso nel perimetro del Parco delle Apuane istituito con Legge Regionale n.
5/85 .
Come prima classificazione del territorio provinciale dal punto di vista ambientale ed economico
agrario, vengono individuati sette ambiti omogenei, distinti per "caratteristiche, frequenze e
sequenze diverse di classi di uso del suolo" che sono
complementari a precise e comuni
"caratteristiche orografiche, fisico- morfologiche, chimico-fisiche". Tali ambiti corrispondono
seguenti alle strutture territoriali:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Sistema Appenninico
Sistema Apuano
Massiccio delle Pizzorne
Colline lucchesi - Colline del Quiesa
Monti Pisani
Piana di Lucca
Fascia costiera
Il Comune di Stazzema appartiene al Sistema Apuano 2b
Sulla base della chiave di lettura per classi di uso del suolo, ogni ambito territoriale è stato
articolato in due sistemi:
A) Territorio a prevalente naturalità:
B)
Territorio di interesse agricolo:
Articolazione del territorio aperto secondo la Carta dell'uso del suolo extraurbano
ZONE
STRUTTURE
TERRITORIALI
APUANO
COMUNI
b) Stazzema
VERSILIA
FASCIA COSTIERA
4
Il Piano Territoriale di Coordinamento, sulla base del quadro conoscitivo, individua le “strutture
territoriali” cioè quelle parti di territorio che connotano e danno unicità alla provincia di Lucca
nel contesto regionale e nazionale.
Le “strutture territoriali” sono state pertanto articolate in ambiti più circoscritti denominati
“ambienti e paesaggi locali” individuati attraverso una operazione di screening tra i diversi
tematismi elaborati dal quadro conoscitivo quali quelli relativi:
- ai sistemi vegetazionali
- ai sistemi agricoli
- al sistema dei beni culturali
- al sistema insediativo concentrato e sparso.
Gli “ambienti e paesaggi locali” individuati sono 52 e costituiscono l’articolazione del Piano
Territoriale di Coordinamento quale piano urbanistico–territoriale con specifica considerazione
dei valori paesistici. Sono unità territoriali significative caratterizzate da diverse connotazioni degli
elementi che configurano il paesaggio
Il Comune di Stazzema ricade nella struttura territoriale apuana (AA) ed è caratterizzato al suo
interno da 3 “ambienti e paesaggi locali”, e precisamente:
AA6
Il gruppo delle Panie
AA7
Il monte Altissimo ed i suoi bacini
AA8
Le prealpi tirreniche
Per quanto riguarda il territorio rurale la Provincia di Lucca è stato classificata dal punto di vista
ambientale ed economico agrario in:
-
TERRITORIO A PREVALENTE NATURALITÀ
-
TERRITORIO AD INTERESSE AGRICOLO
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Un livello successivo di definizione è stato operato attraverso il riconoscimento nel territorio a
prevalente naturalità di due ambiti definiti come territorio a prevalente naturalità di crinale e
territorio a prevalente naturalità diffusa
Il territorio di interesse agricolo è articolato ai sensi dell’art. 7, punto a, della L.R.T. 64/95 e
successive modifiche, in : a) territorio di interesse agricolo primario, b) territorio di interesse
agricolo.
In sintesi il Piano Territoriale di Coordinamento individua quale primo elemento di riferimento
per l’articolazione del territorio aperto per gli strumenti urbanistici comunali la seguente
classificazione:
ƒ
territorio a prevalente naturalità di crinale
ƒ
territorio a prevalente naturalità diffusa
ƒ
territorio di interesse agricolo primario
ƒ
territorio di interesse agricolo
All’interno del territorio di interesse agricolo primario sono state riconosciute 12 zone a cui
corrispondono specifici criteri ed indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento.
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1.
CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO
Inquadramento
Il Comune di Stazzema, appartenente alla Provincia di Lucca, si estende per 80,72 Kmq nell’alta
valle del fiume Vezza; il territorio si trova nella zona più depressa della Versilia
Confina a nord con i Comuni di Vagli e Careggine, ad est con Molazzana e Vergemoli, a sud con
Pescaglia e Camaiore e ad est con i Comuni di Seravezza e Pietrasanta. Il Comune a nord-ovest,
in piccolissima parte, confina anche con la Provincia di Massa Carrara e più precisamente con il
Comune di Massa.
PROVINCIA DI
LUCCA – in grigio
il Comune di
Stazzema
Prov. di Massa Carrara
Tra il mare e l’Appennino si interpone una catena montuosa quella delle Alpi Apuane, un
complesso eccezionale dal punto di vista geologico, ambientale e paesaggistico.
Questa catena delle Alpi Apuane è la caratteristica preponderante di questo territorio: monti dalle
vette alte, dove spesso sui loro fianchi si scorgono i ravaneti, cioè affioramenti marmorei
biancastri.
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Il Comune di Stazzema ha raggiunto l’assetto attuale dal punto di vista amministrativo nel 1929,
quando gli fu aggregata la frazione di Arni, sottratta al Comune di Vagli di Sotto.
Attualmente il Comune di Stazzema risulta suddiviso in 18 frazioni: Levigliani, Arni, Pomezzana,
Retignano, Terrinca, Pruno, Volegno, Cardoso, Ruosina, Pontestazzemese, Palagnana, Stazzema,
Mulina, Gallena, Farnocchia, Sant’Anna, Culla e Campagrina.
Fonte: www.versilia.org/vacanze/ alta_versilia
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Geologia ed Idrografia
Per ulteriori dettagli si rimanda al capitolo 3 “ Sistema Suolo e Sottosuolo” della Valutazione degli
Effetti Ambientali ed alla Relazione Geologica.
2.
CENNI STORICI
Tracce della presenza umana nel territorio dell’alta Versilia risalgono al Paleolitico, poi al
Neolitico, tuttavia si ha prova delle modifiche al paesaggio a partire dall’età del bronzo, quando,
nel passare da cacciatore ad agricoltore, l’uomo iniziò l’opera di disboscamento per creare villaggi
(vicus e pagus) con intorno un anello di aree coltivate, mentre i boschi intorno venivano gestiti
9
per la produzione della legna. Più in alto c’erano i pascoli (compascua) per l’alimentazione estiva
del bestiame.
Successivamente, con la dominazione romana (II sec.a.C.), furono messe a coltura vaste pianure e
cominciò l’escavazione “industriale” del marmo, senza cambiare nulla dell’economia montana.
A partire dall’alto medioevo i boschi misti a cerro, carpino nero e roverella iniziarono a venir
sostituiti dal castagneto da frutto e l’uso delle praterie in quota venne regolamentato da statuti.
Intanto i terreni intorno agli insediamenti, opportunamente terrazzati, furono coltivati a cereali
minori come orzo, segale e farro, e, laddove l’esposizione favorevole lo consente, anche a vite e,
ancor più raramente, a olivo.
Dal punto di vista politico-amministrativo Stazzema, fino al X secolo, appartenne alla
giurisdizione della curia lucchese, solo successivamente fu ceduta dal vescovo di Lucca ai visconti
Fraolmo, dai quali discesero i nobili di Corvaia e di Vallecchia, che governarono questo territorio
nei secoli successivi.
Più tardi Stazzema fu contesa tra Genova e Firenze ed ebbe lo stesso destino della vicina
Pietrasanta, diventando nel 1484 parte della Repubblica di Firenze, con tutta la sua vicaria
composta dal paese omonimo e dalle frazioni di Cardoso, Farnocchia, Galleno, Levigliani,
Pomezzana, Pruno, Volegno, Retignano e Terrinca.
Il territorio comunale era noto, oltre che per l’attività estrattiva marmorea, anche per le sue ricche
miniere d´argento che, nel tempo, incentivarono l´allestimento di un ben organizzato sistema
difensivo.
La Torre dell´Argentiera, il Monte Rocca, il Castellaccio di Gallena e la Torre di Monte Anchiana
costituirono il più interessante punto di difesa strategica della porzione di territorio stazzemese
legato all´antica zona di estrazione mineraria dell´Argentiera di S. Anna. Proprio a S. Anna sono
ancora presenti gallerie scavate a scalpello di epoca medievale e medicea. Altri castelli e siti
fortificati del territorio comunale furono quelli di Farnocchia e Pomezzana.
10
Lo sviluppo dell’industria estrattiva, in particolare dalla fine del 500, richiedeva sempre maggiori
quantità di legna, di conseguenza, si ebbe un forte disboscamento, impoverendo il patrimonio
forestale, la formazione di aree denudate e praterie di sostituzione, nonostante i tentativi di
controllo del fenomeno.
La situazione peggiora con l’aumento della popolazione alla fine del 700,
perché il
disboscamento si rese necessario anche per avere a disposizione nuove aree da coltivare e nuovi
pascoli; tra l’altro il taglio dei boschi fu liberalizzato dalle riforme di Pietro Leopoldo di Lorena.
Risale a questo periodo la messa a coltura, soprattutto per la produzione di farro e patate, di aree
montane di alta quota, in cui, ancor oggi permangono i terrazzamenti.
Alla metà dell’800 a Stazzema la popolazione raggiunge le 6048 unità e, dice Repetti, i prodotti
agrari erano costituiti da castagni, pascoli per ovini e caprini, segale, patate e poco vino nei luoghi
più bassi e meglio esposti. Inoltre tra le attività manifatturiere vantava una tradizione secolare la
lavorazione del ferro, tanto che venivano fabbricate le canne da fucile.
Il contesto economico cambiò poco sia con la dominazione dei Fiorentini che con il Regno
d’Italia (per inciso il territorio di Stazzema fu legato alla città di Firenze fino all’Unità d’Italia;
questo legame è ricordato anche nello stemma del Comune, infatti, risulta ancora presente il
giglio d’oro nella parte centrale dello stesso).
Dopo l’800 iniziò un processo di emigrazione e di conseguente spopolamento, con conseguenze
a sfavore della castanicoltura e delle attività agricole. Certamente ancora fiorente era ed è l’attività
estrattiva e di lavorazione del marmo.
Dalla guerra l’attività di escavazione e di lavorazione del marmo iniziò ad arrestarsi, fino a quando
cessò del tutto, così agli abitanti di queste terre non rimase altro che dedicarsi alla pastorizia e
all’agricoltura, si coltivava in particolare vite ed olivo, anche se gli appezzamenti non erano molto
estesi per ragioni, ovviamente, morfologiche.
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Comunque queste attività erano sufficienti ad un mero mantenimento, tanto che, quando durante
la seconda guerra mondiale molte persone ed intere famiglie sfollarono per cercare rifugio sulle
montagne, non fu possibile soddisfare i loro bisogni minimi di sostentamento, pur incrementando
l’allevamento.
Cenni di storia del paesaggio agrario del territorio di Stazzema.
Fonti bibliografiche e storiografiche dimostrano che il paesaggio agrario dell’Alta Versilia, almeno
a partire dal 1500 era strettamente collegato alla presenza degli insediamenti, intorno ai quali si
sviluppava un anello in cui venivano coltivati i prodotti di prima necessità per la famiglia come
cereali ed ortaggi; esterno a questo era presente un secondo anello di castagni, anche questi
essenziali per l’alimentazione, poi c’erano i boschi, importanti per l’approvvigionamento del
legname, ed infine, sulle sommità dei monti, c’erano gli alpeggi, nelle cui praterie venivano portati
gli animali a pascolare in estate.
Si tratta, palesemente, di una economia di sussistenza basata sull’autoconsumo e sull’uso
collettivo di alcune risorse (usi civici).
Il castagno rivestiva una particolare importanza nell’economia della vita quotidiana in quanto il
frutto, o meglio la farina, costituiva la base dell’alimentazione, il legno era essenziale sia come
fonte di energia (per ardere) sia per materiale da costruzione, le frasche venivano usate come
foraggio e lettiera per il bestiame. I boschi servivano, oltre che per la produzione di legname,
anche per l’alimentazione del bestiame (ghiande da specie quercine). Per diminuire i fenomeni
erosivi, quando si disboscava, per mettere a coltura o per sostituire il bosco con un novellato di
castagni da frutto, venivano praticati terrazzamenti e ciglionamenti.
Tra il 1600 e l’inizio del 1800 avvennero cambiamenti in Alta Versilia poiché alla politica
immobilistica degli ultimi Medici subentrò l’attività riformistica prima dei Lorena e poi di
Napoleone.
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Tra le leggi promulgate vale la pena citare quella del 30.09.1772 mediante la quale il Capitanato di
Pietrasanta venne trasformato in Vicariato
e quella del 21.07.1776 che ridusse le nove
preesistenti Comunità a tre: Pietrasanta, Seravezza e Cappella, Vicaria (Stazzema).
La riorganizzazione politica fece emergere la necessità di conoscenza del territorio per cui presero
impulso le prime elaborazioni di catasto, proseguite successivamente da Napoleone.
Questi ed altri documenti dell’epoca hanno permesso di mettere a fuoco una realtà economica e
sociale ancora di sussistenza: l’agricoltura, già condizionata da clima e giaciture difficili, era
praticata su superfici limitate, frazionatissime, con metodi antiquati. L’attività estrattiva era
presente, tuttavia i materiali venivano esportati grezzi; non c’era attività di lavorazione. Molti
erano gli immigrati presenti in questo territorio, praticavano la pastorizia in modo irrazionale,
oppure erano impiegati nella estrazione del marmo e nella lavorazione del ferro. I commercianti
erano pochissimi, appena sufficienti a rispondere alle necessità locali. La quasi totale assenza della
rete viaria, soggetta a dilavamento, rendeva spesso la situazione impraticabile.
Entrando più specificamente nel dettaglio, di come poteva apparire il paesaggio agrario del
territorio stazzemese, tra gli anni che vanno dal 1600 al 1800, è stato opportuno trovare fonti
interessanti, riportate in bibliografia, che hanno utilizzato gli Estimi dell’epoca; importanti e
significativi sono gli ultimi, più precisi e dettagliati, oltre alla cartografia reperita in diversi archivi.
In particolare sono stati esaminate, oltre a Stazzema, alcune località maggiori come Cardoso,
Farnocchia, Gallena, Pomezzana, Ruosina e minori come Culla, Malinventre, Mulina di Stazzema,
S. Anna, oltre a Colletti di Ruosina e Valventosa che rientravano in quella di Seravezza.
Il territorio, di tipo montuoso, caratterizzato da pendii assai scoscesi, è stato utilizzato da sempre
per la coltivazione del castagno, che in molti luoghi era stato sostituito ai boschi misti autoctoni.
Riferimenti alla composizione dei quali si riscontra anche nei toponimi, ad esempio Farnocchia
(farnia, quercia). Per ragioni pedoclimatiche erano scarsamente presenti la vite, l’olivo ed il grano,
mentre diffuse erano segale e panico.
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Intorno ai paesi, ad anello, di solito in terrazzamenti, erano presenti aree coltivate con ortive,
alberi da frutto, canapa e gelsi per l’alimentazione del baco da seta; i cui centri di maggior
produzione erano soprattutto Cardoso e Stazzema ma anche Pomezzana, Farnocchia, Culla,
mentre era assente del tutto a Gallena.
Insieme al castagno l’altra attività agricola importante era l’allevamento del bestiame; rilevante era
il numero dei suini, in particolare a Farnocchia dove esisteva una lecceta comunale, in cui dal 29
settembre al 6 gennaio era proibita la raccolta ed il pascolamento, se non in giorni stabiliti.
Consistente era l’allevamento delle pecore, meno dei bovini. Limitato era il numero delle capre a
causa della loro voracità che poteva distruggere il bosco.
La protezione del patrimonio boschivo e delle selve avveniva attraverso il divieto di
pascolamento e l’istituzione di bandite nei periodi di germinazione e fruttificazione, oltre che
attraverso la regolamentazione del taglio dei boschi e della produzione di carbone.
Di seguito viene analizzata ogni singola frazione dal punto di vista geografico, storico ed
economico.
LEVIGLIANI
La frazione di Levigliani è situata, ad un’altitudine di circa 650 metri, nella valle di Cansoli che si
estende dal monte Corchia fino ad arrivare al paese di Ruosina. Le origini di questo insediamento
sembrano essere molto antiche, ciò è testimoniato dai numerosi reperti archeologici di origine
etrusca, nonché dalle necropoli dei liguri apuani. Sono emerse strette relazioni tra Levigliani e la
frazione limitrofa di Terrinca, tanto che si presume che anticamente fossero “unite”; soltanto nel
1572 si divisero. Uno tra gli elementi di maggior pregio storico-architettonico è rappresentato dalla
chiesa il cui impianto risale al 1539, mentre l’assetto attuale risale al 1700.
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Nel paese di Levigliani troviamo inoltre il famoso Antro del Corchia che, con i suoi oltre cinquanta
chilometri di cuniculi e ramificazioni sotterranei, è la più grande grotta carsica d'Europa.
Questa zona, intorno ai primi del Novecento, veniva descritta così:“(…)Estesi boschi di castagni
secolari, vigneti e altra prospera vegetazione accrescono la bellezza vergine e primitiva di questo
luogo ameno e pittorico, che forma una delle più ricercate stazioni climatiche estive”. E ancora:
“(…)Il popolo è occupato nel lavoro delle cave, nel taglio dei boschi, nella pastorizia e nelle opere
dei campi, ed è sobrio, industrie e di svegliato ingegno”1.
Attualmente l'economia prevalente nella frazione di Levigliani è l'attività estrattiva, infatti le cave
situate tutte sull'immenso bacino marmifero del monte Corchia, producono un tipo di marmo
detto Arabescato che, per le sue caratteristiche proprietà, è richiesto da un vastissimo mercato.
Gli abitanti al 1800 risultavano 1930
POMEZZANA
La frazione di Pomezzana è ubicata sul fianco occidentale del monte Gabbari, “uno de’
contrafforti meridionali dell’Alpe Apuana che stendesi sopra Camajore congiuntamente con
l’Alpe di Farnocchia e quella di Stazzema”2. Proprio presso la sommità del monte Gabbari è
stato ritrovato un’insediamento, tra quote 1050 e 1100 m.s.l.m., che ha restituito una notevole
quantità di ceramica in prevalenza grezza databile tra III e II sec a.C.; meno consistente la
percentuale di vernice nera e di anfore greco-italiche. Documenti ritrovati all’Archivio
Arcivescovile di Lucca attestano che già dal 991 si hanno notizie della villa di Pomezzana.
Attualmente l’elemento architettonico per eccellenza è rappresentato dalla Chiesa di S. Rocco con
le preziose opere di oreficeria lucchese .
Gli abitanti al 1930 risultavano 367.
1
2
Gravina. L., Forte dei Marmi Seravezza,Stazzema Arni…, Il bel paese, 1931, p.43.
Repetti
15
ARNI
La frazione di Arni è situata ad un’altitudine di circa 920 mt, al di là del Monte Altissimo. E’
separata da Massa e dalla Versilia mediante il colle del Cipollaio ed il Passo del Vestito. I monti
che circoscrivono questa porzione di territorio sono: il Sella, il Vestito, l'Altissimo, il Cipollaio, il
Corchia e il Frèddone. La valle di Arni presenta una forma longitudinale, si sviluppa da ovest ad
est, estendendosi per circa tre chilometri; la ricchezza del paesaggio è rappresentata dalle faggete,
dai castagneti, dai luoghi di pascolo ed anche dalla presenza di ottima acqua. E’ necessario
sottolineare importanza dei monti che circondano Arni dal punto di vista geolitologico ed anche
economico, infatti sono ricchi di filoni di fahlerz, di piombo argentifero, di rame piritoso, di estesi
strati di navacolite, di calciscisto, di dolemite e di marmi bianchi. Inoltre è interessante ricordare
come in questa valle il prof. Igino Cocchi, alla metà dell’Ottocento, osservò i resti di una morena
frontale, ciò ha testimoniato l'esistenza di un'antica ghiacciaia nella valle; da qui iniziarono
approfondimenti relativi ai ghiacciai in tutte le Alpi Apuane. Ad Arni la prima cava dove si
estraeva marmo fu aperta nel 1849; successivamente, nel 1861, la valle di Arni fu citata dalla
Rivista dei Comuni d'Italia; nell’articolo si sottolinea la necessità di aprire una strada di
collegamento in modo tale da incentivare il commercio dei marmi. Ancora oggi l'attività
economia prevalente è quella legata all'estrazione del marmo che vede occupati numerosi addetti.
La valle di Arni rappresenta un nodo geografico tra la Versilia, la Garfagnana e Massa. Gravina,
nel 1931, afferma: “Arni è il cuore delle Alpi Apuane ed è il centro climatico assai apprezzato, di
villeggiatura montana. E’ un cantuccio della Svizzera a due ore dal mare: il paradiso alpino
dell’Alta Versilia”3.
La popolazione nel 1931 ammontava a 848 abitanti mentre oggi se ne contano solo poco più di
300.
3
Gravina. L.,Forte dei Marmi Sewravezza,Stazzema Arni…,Il bel paese, 1931, p.48.
16
TERRINCA
Piccolo paese a mezza costa tra la Pania, la Corchia e il Monte Altissimo, adagiato ai piedi del
monte Corchia, circondato da boschi di castagno, ubicato ad una quota di circa 500 mt.
E’ considerato il paese è il più antico della Versilia, le prime testimonianze scritte risalgono al 766
d.C., periodo nel quale si affermò della dominazione Longobarda in Italia. Successivamente
diviene Comune autonomo (1376) insieme a Levigliani, risale al 1572 la separazione con
quest’ultimo. Passò poi sotto il dominio di varie casate e famiglie: Medici, Francesi, Lucchesi, fino
a divenire una frazione del Comune di Stazzema. Molte sono le testimonianze storichearchitettoniche di rilievo quali la chiesa di S. Clemente il cui impianto risale al VIII sec, inotre
sono presenti numerosi stemmi e portali Medicei, lapidi e rilievi marmorei di varie epoche
(romaniche, del 1600, del 1700 ecc). Altro elemento di rilievo è costituito dal paesaggio
circostante ricco boschi di castagno e faggio intervallati da alpeggi come Puntato e Campanice. Il
Gravina desrive Terrina come: “(…)un paesello(…) coronato da folte selve di castagni, da vigneti
e da campi ben coltivati(…) Il popolo è occupato nelle cave, nei lavori dei campi,
nell’allevamento del bestiame, nella pastorizia e nell’industria casearia. Vi è abbondante
produzione di latticini, di castagne e di vino.4”
Nel 1931 gli abitanti risultavano 1300.
PRUNO
Pruno si colloca sul lato meridionale della Pania forata, denominata l’Alpe del Pruno, ad un’
altitudine di circa 468metri. Il paese di Pruno, considerato dal Gravina “Un gruppo di umili
4
Gravina. L.,Forte dei Marmi Sewravezza,Stazzema Arni…,Il bel paese, 1931, p.45.
17
casette, ma in bell’ordine, si eleva sul colle selvoso…”,5 mantiene un impianto urbano
medioevale, particolarmente evidente nell'arroccamento centrale a torre. Il paese è ricordato in
documenti dell’804 e 823, così ci suggerisce il Repetti. La Chiesa di San Niccolò è uno tra gli
elementi architettonici di maggior rilievo l’impianto risale al 1388, tuttavia subì notevoli
interventi, tra i quali anche ampliamenti, uno dei quali risale al 1589. Ovviamente anche questa
frazione è inserita in un contesto ambientale ricco: è immersa nel verde delle Alpi Apuane con di
boschi di castagni, oltre agli alpeggi delle Caselle, della Pereta, di Rocchetta, di Poggiogo.
Quest’ultimi rappresentano i luoghi delle passate attività di transumanza per altro non del tutto
estinte. vi sono boschi di castagni, tra i quali si snoda una strada che collega Seravezza a
Stazzema. Pruno è conosciuto per la Pieve romanica di S. Niccolò e per il Presepe Vivente (è
inoltre in allestimento il Centro museale ed etnografico delle arti e dei mestieri della civiltà agreste
e apuana).
Popolazione al 1833: 659 abitanti.
RETIGNANO
La frazione di Retinano si è strutturata sotto l’Alpe della Pania o Apuana Terrina, con il torrente
della Rosina che stabiliva il confine tra la diocesi di Lucca e la diocesi di Luni.
Nel 1833 risultavano 455 e nel 1833 erano 700.
VOLEGNO
Altitudine m. 438. Oratorio del XVI secolo
5
Ivi, p.37.
18
CARDOSO
Cardoso sorge ad un’altitudine di circa mt 265; le sue origini risalgono al periodo neolitico, molti
infatti sono stati i ritrovamenti. Data significativa è il 1407, quando vennero accorpati tre villaggi:
Cardoso, Malinventre e Farneta; quest’ultime, a causa di lotte interne, intorno al 1530, si divisero.
Attualmente il paese è il risultato dell’agglomerato originario con l'aggiunta di un piccolo borgo
dell'Orzale. L’economia locale è basata sull'estrazione e sulla lavorazione della pietra del Cardoso,
pietra conosciuta fin dal X secolo, utilizzata per la realizzazione di elementi architettonici
quali:stipiti, soglie, scalini ed altro. Elemento di rilievo nel paese è la chiesa di S. Maria Assunta
anteriore al 1650, anche se è di modesta fattura, di fronte alla quale vi è una torre campanaria del
1745. Purtroppo nel giugno del 1996 il paese di Cardoso è stato quasi completamente distrutto da
una tremenda alluvione che ha comportato morti e danni in tutta la valle dalla foce del fiume
Versilia sino a Cardoso. Quest’ultimo è stato il paese più colpito, e più della metà del paese fu
distrutto da frane o portato via dalla furia delle acque. Già dal 19… la frazione di Cardoso risulta
essere ricostruita; la riedificazione è stata realizzata in conformità rispetto alle caratteristiche del
luogo.
Nel1833 contava 353 abitanti(Repetti)
RUOSINA
Ruosina è un piccola frazione posta in una vallata dell'Alta Versilia a 102 metri di quota, la prima
del Comune di Stazzema che s'incontra salendo dal litorale. Molte sono le testimonianze specie
nei secoli XVII e XVIII; infatti, Ruosina costituiva uno tra i maggiori centri della lavorazione del
ferro nella zona; ricordiamo che qui vi fu anche la dimora della Regia Magona medicea, ciò è
anche documentato dalla presenza di stemmi lapidei su alcuni paramenti murari.
19
Assunse un importante ruolo di centro amministrativo e politico dalla fine del 1700 e per quasi
tutto il 1800. Infatti il borgo è stato il centro più importante del Comune di Stazzema, in quanto
vi era la Sede Municipale, fu aperto il primo Ufficio Postale; qui si trovavano la Farmacia, il
Notaio, il Medico, il Veterinario. Questa situazione si protrasse fino al 1883, data in cui la Sede
Municipale venne trasferita a Pontestazzemese. Purtroppo da allora iniziò progressivo degrado:
delle varie strutture è rimasto, attualmente, soltanto l'ufficio postale e il monumento con la
grande trota in memoria di quella pescata da Maria Cristina di Lorena nel 1603.
PONTESTAZZEMESE
La frazione si trova ad una quota di circa 160metri, in un luogo caratterizzato della presenza del
Canale delle Mulina che confluisce nel Canale Versilia. Pontestazzemese è sede del centro
amministrativo del Comune di Stazzema. Gode di un paesaggio tipicamente montano: in primo
piano vi è il Monte Forato (1223 m.) e, sulla sua sinistra, la Pania della Croce (1859 m.). Il paese,
come tutti i luoghi montani, presenta in estate un clima fresco, mentre in inverno, trovandosi in
una valle e lungo il fiume la temperatura è fredda ed umida. La lavorazione del marmo è la
principale fonte di reddito per la popolazione. Ricordiamo che Pontestazzemese è stato
pesantemente danneggiato dall'alluvione del giugno 1996.
PALAGNANA
Il paese è ubicato ad una quota di circa 790metri nella parte inferiore del Monte Croce (1314 m.)
e del Monte Matanna (1317 m.), sembra che abbia avuto origine in quanto luogo sorto come
alpeggio estivo del borgo di Stazzema. L’edificato, che declina verso il torrente Turrite, si
sviluppa lungo il crinale della montagna; il luogo è immerso in un contesto boschivo ricco di
castagni e di faggete. Famose sono le sue Grotte del Vento, ricche di stalattiti e stalagmiti.
20
STAZZEMA
Frazione edificata ad un’altitudine di circa 450 metri, si trova su un’altura panoramica alle falde
del M. Matanna e del M. Nona e presenta un impianto che ricorda la forma di un grande
triangolo. Si hanno notizie di un castello a Stazzema mediante un documento del 1219 in cui si
attesta che i proprietari furono i nobili Torpachi di Corvaia e di Vallecchia, nel luogo in cui
adesso vi è la canonica della Pieve. Prima del X secolo risulta essere sotto la giurisdizione della
curia lucchese, venendo ceduta dal vescovo di Lucca Gherardo ai visconti Fraolmo, dai quali
discesero i nobili di Corvaia e di Vallecchia che governarono il centro nei secoli successivi. Nel
1270 vi si giurò la lega tra Pisa, Versilia e Garfagnana contro Lucca. Nel 1484 risulta sottomessa a
Firenze, diventando parte nel 1513 nel Capitanato di Pietrasanta. Nel 1776 diventa capoluogo
dell’Alta Versilia. Attualmente due sono gli elementi storico-architettonici di maggior rilievo
conservatisi: il Campanile, che si trova a picco sul fiume, e la Pieve, costruzioni entrambe erette
intorno al sec. IX. La Pieve di S.Maria Assunta, romanica, dichiarata monumento nazionale,
presenta un prospetto rivestito in marmo; la chiesa è anteriore all’800 ed è stata costruita con
materiale recuperato da rocche e castelli demoliti, come testimoniano le iscrizioni presenti nei
blocchi utilizzati. Stazzema è un centro marmifero noto fin dall’epoca romana, conosciuto anche
per le sue miniere d’argento. Infatti l’economia del luogo in passato, come oggi, era basata
sull’escavazione, sull’industria ed sul commercio del marmo, raggiungendo un notevole
incremento nel XVIsec Attualmente sembra discreto l'apporto economico del turismo almeno
nella stagione estiva. L'agricoltura, invece, che già nel dopoguerra mostrava una consistenza di
gran lunga inferiore a quella del settore industriale, è oggi attività marginale.
Il Comune di Stazzema conta, nel 1991, 3.637 residenti, con una densità di 45 abitanti per kmq.
Salita da 2.477 unità nel 1551 a 3.940 nel 1745, la popolazione del comune ha conosciuto
nell'Ottocento un rilevante incremento, passando da 5.759 unità, nel 1830, a 7.602 nel 1881. Nel
21
Novecento, invece, i rilevamenti hanno registrato una costante tendenza al declino: 7.520 abitanti
nel 1936, 7.058 nel 1951, 6.079 nel 1961, 4.895 nel 1971 e 4.145 nel 1981.
S.ANNA
S. Anna di Stazzema è una piccola frazione ubicata in una conca naturale in prossimità del monte
Lieto ad un’ altitudine di circa 660 metri. Fino a dopo la guerra non era possibile raggiungere il
paese se non mediante delle mulattiere e sentieri; in tali condizioni era difficile lo svilupparsi
economico di un centro, seppur il paesaggio circostante sia di indubbia bellezza. Ricordiamo che
anticamente S. Anna faceva parte del Comunello di Farnocchia ed era considerata l'alpeggio
estivo. La frazione di S. Anna, praticamente attraversato dalla Linea Gotica, è purtroppo legata al
barbaro massacro eseguito dalle truppe naziste il 12 agosto 1944, una fra le giornate più terribili,
tragiche, che testimoniano la disumana ferocia nazista. Attualmente il paese e i suoi dintorni sono
inseriti nel "Parco della Pace. Gli abitanti durante guerra erano 327(il doppio con gli sfollati)
MULINA
È un paese che si trova nel fondovalle ad un’altitudine di circa 240 metri, si sviluppa lungo la
strada provinciale che collega il centro amministrativo comunale di Pontestazzemese con
Stazzema. E' caratterizzato dall’attraversamento di un torrente. La frazione è suddivisa in tre
borgate: Carbonaia, Culerchio, Calcaferro; da quest’ultima è possibile raggiungere le sorgenti delle
Molinette, immerse in un suggestivo paesaggio e da cui sgorgano acque oligominerali. Le sorgenti
presenti nella zona di Mulina rappresentano un elemento di richiamo per molte persone, specie
dalla piana versiliese. Mulina, nei secoli XV e XVI, fu rinomata per la lavorazione del ferro che
veniva utilizzato per la fabbricazione di utensili e di armi nonché per l'estrazione diretta del
minerale. Gli abitanti sono circa 190
22
GALLENA
Gallena è ubicata fra boscosi monti ad un’altitudine di circa 360 metri. Il piccolo borgo ha origini
antiche: il suo nome è di origine romana ed è connesso all'escavazione e alla fusione del minerale
piombo-argentifero, che qui si estraeva e si fondeva. A testimonianza di queste attività sono sia i
profondi cunicoli, ancora esistenti, sia alcuni ferri ossidati rinvenuti sul luogo insieme a monete
dell'Impero.
FARNOCCHIA
Farnocchia si trova in una posizione panoramica in quanto da qui è possibile apprezzare, da una
quota di circa 650 metri, i monti delle Apuane: Matanna, Procinto, Forato, Pania Secca, Pania
della Croce, Corchia; poco distante è anche il Monte Gabberi, considerato una naturale terrazza
sul mare: è possibile scorgere dal Golfo della Spezia a Livorno e fino all'isola della Gorgonia.
L'etimologia è incerta, tuttavia sembra derivare da un toponimo botanico.
Farnocchia come primo nucleo abitato, si crede che abbia origine nel mondo preromano dei
Liguri Apuani. La più antica menzione risale al 789 in un documento dell'Archivio Vescovile di
Lucca.
LA CULLA
La Culla è un borgo,a quota 450 metri, costruito su un ripido pendio, interamente circondato da
uliveti. L’edificato si struttura su strati orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte
Gabberi. Gli abitanti traggono le loro risorse economiche da varie lavorazioni artigianali ed
industriali che vengono svolte nelle aziende della piana.
CAMPAGRINA
Altitudine m. 805
23
Ripartizione della popolazione per frazioni (Dati ISTAT Censimento 2001):
Frazione
Arni
Cardoso
Farnocchia
Gallena
La Culla
Levigliani
Mulina
Palagnana
Pomezzana
Pontestazzemese
Pruno
Retignano
Ruosina
S.Anna
Terrinca
Volegno
Stazzema
TOTALE
Abitanti
265
240
103
68
55
372
171
94
250
321
120
368
221
27
396
62
234
3.367
24
3.
GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA
Il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Lucca rappresenta lo strumento attraverso cui si
realizza, in materia di gestione faunistica e venatoria, il ruolo di governo della Provincia; è dunque
lo strumento di programmazione con il quale sono definiti gli obiettivi, le azioni ed i criteri di
intervento utili per giungere ad una razionale gestione del territorio e delle popolazioni animali
selvatiche che in esso vivono.
La superficie agro-silvo-pastorale utile per la programmazione faunistico-venatoria (S.A.F.) della
Provincia di Lucca si estende per 152.944 ettari, di cui 5782 ha nel Comune di Stazzema (su una
superficie comunale di 8072 ha).
Stazzema
S.A.F.
(ha)
5782
% S.A.F.
su Provincia
3,8
Le aree dove invece l'attività venatoria è vietata entrano a far parte del territorio utilizzato ai fini
della protezione della fauna selvatica, il quale può estendersi fino ad un massimo del 30% della
superficie agro-silvo-pastorale ai sensi dell’art. 9 comma 3 lett. a) della L.R. n. 3/1994.
In queste aree di salvaguardia del patrimonio faunistico rientrano i parchi, le riserve naturali, le
oasi di protezione, il demanio regionale, le zone di ripopolamento e cattura (ZRC), i fondi chiusi
e tutte quelle zone comunque interdette all’attività venatoria per effetto di altre leggi o
disposizioni.
Nei seguenti paragrafi si prenderanno in considerazione principalmente gli aspetti del Piano
Faunistico Venatorio che riguardano il Comune di Stazzema.
3.1
I comprensori omogenei
Il territorio provinciale di Lucca risulta attualmente diviso in due Comprensori Omogenei definiti
in base all’omogeneità morfologia e vocazionale per le diverse specie faunistiche:
25
Lucca 1 (interessa i Comuni di Giuncugnano e Sillano) di 7.530 ha.
Lucca 2, nel quale ricade il Comune di Stazzema (interessa anche i Comuni di Altopascio, Bagni
di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Camporgiano, Capannori, Careggine, Castelnuovo
Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Fabbriche di Vallico, Forte dei
Marmi, Fosciandora, Gallicano, Lucca, Massarosa, Minucciano, Molazzana, Montecarlo,
Pescaglia, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Pieve a Fosciana, Porcari, San Romano in Garfagnana,
Seravezza, Vagli di Sotto, Vergemoli, Viareggio, Villa Basilica, Villa Collemandina) di 145.414 ha.
Individuazione degli ambiti territoriali di caccia
Gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) rappresentano le principali strutture di gestione
faunistico - venatoria previste dalla Legge n. 157/92 e dalla L.R. n.3/1994. La realizzazione di
queste unità di gestione sulla totalità del territorio non sottoposto a regime di protezione, o di
caccia a gestione privata, costituisce uno degli elementi fondamentali della riforma della materia.
Il territorio provinciale è suddiviso in due ATC:
A.T.C. LUCCA 11 interessante il Comprensorio Omogeneo Lucca 1 ed
i
comuni di
Giuncugnano e Sillano;
A.T.C. LUCCA 12 , nel quale ricade il Comune di Stazzema ed interessante il Comprensorio
Omogeneo Lucca 2 ed anche i comuni di Altopascio, Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano,
Camaiore, Camporgiano, Capannori, Careggine, Castelnuovo Garfagnana, Castiglione di
Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Fabbriche di Vallico, Forte dei Marmi, Fosciandora,
Gallicano, Lucca, Massarosa, Minucciano, Molazzana, Montecarlo, Pescaglia, Piazza al Serchio,
Pietrasanta, Pieve a Fosciana, Porcari, San Romano in Garfagnana, Seravezza, Vagli di Sotto,
Vergemoli, Viareggio, Villa Basilica, Villa Collemandina.
26
Parco delle Alpi Apuane
Tra i parchi provinciali, con Legge Regionale n. 5/85, è stato istituito quello Regionale delle
Alpi Apuane, nel quale ricade anche il Comune di Stazzema per un totale di 3.546,73 ha (insieme
ai Comuni di Camaiore, Careggine, Fabbriche di Vallico, Gallicano, Minucciano, Molazzana,
Pescaglia, Seravezza, Vagli di Sotto, Vergemoli). La superficie attuale delle aree interdette
all’attività venatoria risulta complessivamente di 14.136 ha, a cui si devono aggiungere anche
alcune aree di cava, definite contigue o “preparco”, nelle quali l’attività venatoria è ugualmente
vietata e che assommano invece a 16.983 ettari, secondo i dati forniti dall’Ente Parco.
Centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica
Nel territorio comunale di Stazzema è presente un centro di riproduzione della fauna selvatica,
localizzato a Palagnana ed esteso per una superficie di 100 ha. Il vigente Piano Faunistico
Venatorio Regionale risalente al 1995, ha istituito altri 4 centri:
− Barga di 131 ha,
− Monto Tondo Corona (superficie da definire),
− Pieve a Fosciana di 6 ha,
− Vagli di sotto di 120 ha.
Gestione faunistico-venatoria degli ungulati
Secondo le più recenti statistiche ed analisi del patrimonio forestale regionale in Provincia di
Lucca la superficie forestale ammonta ad oltre il 70% dell'intero territorio provinciale, pari a circa
107.776 ettari (fonte: II° Inventario Forestale della Regione Toscana, 2000).
Per quanto attiene la composizione vegetazionale si evidenzia una notevole variabilità, essendo
ben rappresentate sia le associazioni dell'orizzonte montano e sub-montano (faggete e castagneti),
sia la vegetazione xerofila delle zone costiere (macchia bassa, garighe). Gli impianti artificiali
27
ormai naturalizzati sono rappresentati da fustaie di conifere (pino domestico e pino marittimo
lungo la fascia costiera, pino marittimo, pino nero, abete
bianco ed altri in prevalenza
nell'entroterra). Tuttavia le estensioni maggiori riguardano i boschi misti di specie quercine in
associazione con altre latifoglie, per lo più utilizzati a ceduo. Per gli aspetti legati alla gestione
faunistica, è da considerare sia la variabilità specifica che la composizione delle diverse
formazioni.
Si può dunque comprendere come la vocazione del territorio lucchese verso gli Ungulati sia
molto elevata, in virtù dell’elevata presenza di aree boscate all’interno della superficie agricoloforestale.
Il cinghiale
Il cinghiale risulta attualmente diffuso in tutto il territorio agro-forestale della Provincia di Lucca,
sebbene con oscillazioni annuali di densità correlate sia all’andamento della stagione riproduttiva,
sia all’intensità del prelievo venatorio effettuato.
Linee guida di gestione
Il Regolamento Regionale n. 4/96 suddivide il territorio agro-forestale della Provincia in due
settori: uno relativo alle aree in cui la presenza del cinghiale risulta compatibile con le attività
agricole e uno relativo ad aree in cui detta presenza è da considerarsi non compatibile.
In pratica la normativa attuale evidenzia su parametri specifici (in particolare in base all’estensione
delle aree boscate individuate nell’ultimo inventario forestale della Regione Toscana) la necessità
di giungere ad una netta delimitazione tra aree soggette a gestione conservativa della specie (aree
vocate) ed aree soggette a gestione non conservativa della specie (aree non vocate).
In queste ultime la presenza del cinghiale non è tollerabile e quindi la gestione deve tendere alla
sua eradicazione.
28
La caccia di selezione al capriolo
Secondo quanto previsto dal Regolamento Regionale n. 4 del 15/7/1996 l’Amministrazione
Provinciale di Lucca individuerà i territori vocati per questo Ungulato.
Sentiti gli A.T.C. competenti, il territorio “prescelto” verrà quindi suddiviso in Distretti di
Gestione e, ad ogni Distretto, verranno assegnati i cacciatori appositamente abilitati ed iscritti al
Registro provinciale.
I piani di immissione di fauna selvatica e relativi criteri per la programmazione e la
attuazione dei ripopolamenti
Innanzitutto occorre esporre una breve premessa metodologica sulla differenza che corre tra
introduzioni, reintroduzioni e ripopolamenti.
Le introduzioni, immissioni di specie alloctone (non originarie cioè di quel luogo), sono di
norma da escludere come intervento faunistico, sia perchè alterano il profilo biogeografico
dell'area interessata, sia per la probabile competizione presente o futura che potrebbero
determinare con taxa locali.
Di valore zoologico ben diverso sono le reintroduzioni, cioè le immissioni di entità faunistiche
in aree dove erano state sicuramente presenti e dalle quali erano poi scomparse in tempi storici,
per lo più per azione diretta o indiretta dell'uomo.
Per ripopolamento si intende correttamente l’immissione di individui appartenenti ad una
specie presente a densità normalmente basse. In questo caso occorre subito sottolineare come
spesso queste operazioni abbiano uno scarso valore faunistico se vengono effettuate senza aver
prima individuato e rimosso le cause che hanno indotto la bassa consistenza della popolazione.
Occorre, in altri termini, porre rimedio, attraverso opere di ripristino e miglioramento ambientale
o attraverso il contenimento di specie concorrenti o predatrici, ai fattori che limitano la presenza
dei selvatici.
29
Le seguenti informazioni sono tratte dal Piano di sviluppo Socio Economico 2003-2007 della
“Comunità Montana Alta Versilia” (n.b.La Comunità Montana Alta Versilia comprende la
parte collinare e montana della Versilia “storica” dei Comuni di Seravezza, Stazzema, Camaiore,
in provincia di Lucca, e di Montignoso, in provincia di Massa Carrara).
Descrizione faunistica
La fauna delle Apuane non annovera più i grandi mammiferi del passato, (presenza documentata
dai resti ossei di orso, lupo, lince, cervo e altri animali, ritrovati nelle varie grotte). Oggi
rimangono la Volpe (Vulpes vulpes), il Cinghiale (Suis scrofa), il Tasso (Meles meles), e, in seguito
un’opera di reintroduzione nel Parco, il Daino (Dama dama) e il Muflone.
Nella fascia collinare, si trovano specie che hanno saputo adattare le proprie esigenze di vita con
quelle dell’uomo. Tra i mammiferi, un tipico abitatore degli arbusti e dei coltivi, è il Riccio
(Erinaceus europaeus); a margine dei boschi si ritrova la Volpe , la Donnola (Mustela nivalis); nei prati,
e a volte nei coltivi, si trovano anche la Talpa (Talpa caeca) e il Toporagno (Sorex samniticus).
Sempre nella zona collinare, al limite del bosco o nei coltivi, si possono ritrovare i seguenti
uccelli: la Cinciarella (Parus caeruleus), il Fringuello (Fringilla coelebes), l’Averla (Lanius collirio), la
Civetta (Athene noctua) e il Barbagianni (Tito alba).
Tra i rettili, i più comuni sono la Lucertola muraiola (Lacerta muralis brueggemanni), il Ramarro
(Lacerta viridis), il Biacco (Coluber viridiflavus).
Nelle zone boscose della fascia pedemontana, oltre alle specie già citate, si trova lo Scoiattolo
(Sciurus vulgaris), il Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), il Tasso, il Cinghiale, la
Faina (Martes foina).
Tra gli uccelli ricordiamo la Capinera (Sylvia atricapilla), lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes), la
Cinciallegra (Parus maior). Nei castagneti nidifica la Poiana (Buteo buteo) e di notte è presente
l’Alloco (Strix aluco).
30
Tra i rettili è presente il Colubro d’Esculapio “Frustino” (Elaphe longissima) e la Vipera (Vipera
aspis), l’unico animale velenoso che può rappresentare un pericolo per l’uomo.
Nelle acque delle Apuane la fauna ittica è costituita dalla Trota (Salmo truta), dallo Scaglione o
Varione (Leuciscus souffia muticellus) e dall’Anguilla (Anguilla anguilla).
La fauna anfibia comprende esemplari come la Salamandrina dagli occhiali (Salamadrina tergiditata),
il Geotritone (Hydromantes italicus gormani) ed l’endemico Tritone delle Apuane (Tritus alpestris
apuanus).
Tra gli anfibi, ricordiamo anche il Rospo (Bufo bufo) e l’Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata
pachybus), mentre tra i serpenti, è presente la Biscia dal collare (Natrix lanzai), e tra gli uccelli è
tipica la Ballerina gialla (Motacilla cinerea).
A quote più elevate, tra le creste di roccia e pareti dirupate, il popolamento ornitico presenta, tra
le sue particolarità, il Gracchio corallino dal caratteristico becco rosso (Pyrrhocorax pyrrhocorax),
localizzato sul Monte Corchia, il Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), e il Gheppio (Falco
tinniculus).
Altre specie presenti sempre a quote alte sono il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Corvo
imperiale (Corvus carax), la Pernice rossa (Alectoris rufa), la Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris
= Hyrundo rupestris), il Sordone (Prunella collaris), la Cincia mora (Parus ater), il Culbianco (Oenanthe
oenanthe), il Codirosso spazzacamino (Phoenichurus ochurus gibaltariensis), il Picchio muraiolo
(Trichodroma muraria). Sempre in quota, si trova una interessante specie relitta dell’era glaciale,
l’Arvicola delle nevi (Microtus nivalis).
Le Apuane annoverano anche specie interessanti tra gli invertebrati quali il Crostaceo terrestre
(Speleonethes mancinii) e gli endemici Armadillium apuanum e Proasellius micropectinatus. Tra i molluschi
citiamo il Chondrina oligodonta ed il Coclhostoma montanum montanum (Lanza B., 1996).
31
Tra gli aracnidi si ricorda l’Acanthocreagris apuana ed alcuni endemismi quali i diplopodi Glomeris
ligurica apuana, Glomeris romana carrarrana, Thaumoporatia apuana, l’aracnide opilionide Ischyopsalis
apuanus.
Tra gli insetti annoveriamo l’Ortottero (Chopardius pedestris apuanus), i Coleotteri (Crhysolina osellaie),
Timarchia apuana, Pseudomeria meles, Anostirus marginatus, Lathrobium rosai.
Sintesi della Gestione Faunistica Ventatoria nel Comune di Stazzema
- Comprensorio omogeneo provinciale (definito in base all’omogeneità morfologia e vocazionale
dell’intera povincia ) LUCCA 2
- Ambito Territoriale di Caccia: A.T.C. LUCCA 12.
- Centro di riproduzione della fauna selvatica, localizzato a Palagnana ed esteso per una superficie
di 100 ha
- 2.000 Ha circa ricadenti nel Parco Regionale delle Alpi Apuane.
4
FLORA E VEGETAZIONE
4.1. Caratteristiche del territorio Apuano Stazzemese
Sulle Apuane la prevalenza di rocce metamorfiche e carbonatiche determina una morfologia
alpina con pareti in prevalenza verticali. Le rocce metamorfiche sono responsabili degli
affioramenti
climatiche
di marmo, mentre quelle carbonatiche dei fenomeni carsici. Le caratteristiche
delle Apuane sono influenzate dal Mar Tirreno, che, soprattutto sul versante
marittimo, determina un clima subatlantico con elevate precipitazioni medie. Le condizioni
fisiografiche molto differenziate creano una molteplicità di microclimi con particolari habitat
come faggete eterotope e stazioni relitte di formazioni mediterranee su rupi con Quercus ilex e
Juniperus phoenicea oltre mille metri.
32
Gli orizzonti della vegetazione mediterranea appaiono non ben individuabili nelle Apuane. Qui si
riscontrano sulle colline boschi di leccio (Quercus ilex) e di pino marittimo (Pinus pinaster), boschi di
roverella e querce-carpineti (Quercus pubescens e Ostrya carpinifolia). L’orizzonte submontano è
rappresentato da cerro-carpineti (Quercus cerris e Ostrya carpinifolia) (a volte anche presenti in
popolamenti puri), associazioni che spesso sono stati sostituite dall’uomo con castagneti da
frutto soprattutto nei secoli XIV e XV.
Il piano montano si caratterizza per la presenza di faggete, anche se non costituenti una fascia
unita, ma assai discontinua.
L’orizzonte montano più alto e il piano culminale sono caratterizzati da praterie di alta quota,
poche di origine primaria, la maggior parte derivate dalla sostituzione con altre cenosi soprattutto
a causa dell’azione antropica. Qui si trova, in genere, una flora spesso endemica o relittuale di
particolare pregio, a causa dell’apporto di elementi balcanici, alpini e atlantici ed il successivo
isolamento geografico. Molte di queste specie sono presenti sul libro rosso delle Piante d’Italia, ed
il quello della Regione Toscana. Lo stesso vale per la componente faunistica.
Ovviamente la destinazione d’uso del territorio e la struttura degli insediamenti sono il frutto di
una presenza umana che da millenni ha interagito con l’ambiente circostante.
La storia di questi luoghi si legge chiaramente anche oggi: la struttura territoriale organizzata
attraverso nuclei abitati autosufficienti che si è mantenuta a partire dal paleolitico, attraverso il
medioevo, appare evidente anche oggi: infatti gli insediamenti sono circondati da una corona di
ex-coltivi terrazzati, da castagneti, per poi sfumare nei boschi. Il tutto generalmente oggi versa in
stato di abbandono o con grado di utilizzazione basso, da agricoltura per autoconsumo familiare
o part-time. I boschi di castagno, una volta accuratamente gestiti dal punto di vista selvicolturale
in quanto produttori di legname, castagne, fronde per l’alimentazione del bestiame etc, appaiono
in stato di degrado, ed in lenta evoluzione verso il bosco originario di cerro. Questo aspetto
potrebbe sembrare solo positivo se letto esclusivamente in un’ottica naturalistica poiché conduce
33
verso associazioni autoctone che, alla fine potranno risultare più stabili dal punto di vista
climatico. Tuttavia, a tal proposito è importante tenere presente che, pur essendo in luoghi di
grande valenza naturalistica, sono comunque frutto di un’azione antropica durata e mantenuta per
millenni, e che su forme di equilibrio tra uomo e ambiente è molto delicato andare ad intervenire,
e che può essere molto pericoloso lasciare a se stesse, perché “rinaturalizzare” può appagare
molto come termine ma può andare a costituire pericoli anche molto forti per le popolazioni che
vivono a monte ed a valle di dove si lascia “dominare” la natura. Le isole di naturalità completa in
ambienti fortemente antropizzati come la nostra regione possono essere molto pericolose.
Certamente la naturalità dei luoghi deve essere tutelata e protetta, ma attraverso programmi che
ne prevedano e ne controllino l’evoluzione.
Oltre ai boschi le Apuane hanno altre grandi ricchezze naturalistiche da tutelare e valorizzare: le
praterie montane, che richiedono uno specifico capitolo di approfondimento per la loro
peculiarità.
4.2
Aree boscate
Il sistema vegetazionale (- PTC della Provincia di Lucca -).
Al fine di individuare le risorse agro-ambientali relativamente alla dotazione delle superfici
boscate, partendo dai dati della “Carta dell'uso del suolo del territorio extraurbano” della
Provincia di Lucca e dell'inventario forestale toscano (inventario forestale toscano 400) è stato
inquadrato il sistema vegetazionale delle aree boscate in funzione del rapporto di queste con le
dinamiche legate all'affermazione o regressione della presenza antropica su un determinato
territorio, nonché della sua spiccata funzione di elemento regolatore del sistema e dei fenomeni
idrologici.
Il P.T.C. della Provincia di Lucca individua le seguenti tipologie di bosco in ambito:
34
−
i boschi a prevalenza di faggio interessano una superficie di 13.600,28 ha, inclusa nelle aree
di crinale (zone corrispondenti alle fasce cacuminali dei principali sistemi montuosi) che
rappresenta il 12,3% dell’intera superficie forestale;
−
i boschi a prevalenza di castagno, roverella, cerro, carpino nero, leccio di latifoglie varie e
misti, rappresentano il 71,7% dell’intera superficie forestale;
−
i boschi puri di conifere, con 368,01 ha rappresentano solo lo 0,33% dell’intera superficie
forestale;
−
il castagneto da frutto in produzione con 4624,1 ha rappresenta il 4,2% dell'intera superficie
boscata provinciale ed il 2,5% dell'intero territorio provinciale.
Dall’analisi della Carta della Vegetazione Forestale della Regione Toscana emerge che il territorio
di Stazzema è costituito dalla seguenti tipologie forestali:
Castagneti
Castagneto neutrofilo su rocce calcaree: castagneto da frutto di modesta statura con sottobosco a
graminacee e spesso a tappeto compatto di Brachypodium rupestre , con carpino nero specialmente
negli avvallamenti freschi. Dopo l’abbandono della coltura da frutto i popolamenti di questo tipo
tendono ad essere rapidamente sostituiti dal carpino nero. Distribuzione altitudinale tra i 500 e gli
800 metri. Suoli molto evoluti anche se decapitati e brunificati in superficie, compatti, più o meno
profondi, neutro-subacidi, quasi privi di calcare libero.
Castagneto mesofilo su arenaria: castagneti da frutto con piante di grandi dimensioni ( per lo
meno diametrica), oppure cedui rigogliosi. Sottobosco con rade erbe laminifoflie esigenti o
mediamente esigenti ( Anemone nemorosa, Geranium nodosum, ecc..). Distribuzione altitudinale tra i
600 e i 1000 metri. I suoli sono molto profondi, freschi, non molto acidi-subacidi, ricchi di
humus ben distribuito nel profilo.
35
L’origine di questo tipo di boschi è sempre in castagno da frutto, che oggi però si presenta
soprattutto nella forma di castagneti abbandonati oppure di cedui derivanti dal taglio del
castagneto.
Ostrieti
Nella complessità geologica delle Alpi Apuane, la copertura a carpino nero, invece che a castagno
e/o a pino marittimo, differenzia bene, alle quote inferiori, le plaghe a rocce carbonatiche da
quelle a rocce silicatiche.
Ostrieti pioniero dei calcari duri delle Apuane: sono cedui a densità rada e fertilità modesta fino
allo stato di cespuglieti che si trovano nell’ambito di pietraie o di discariche di cave di marmo
dove hanno un notevole significato di protezione dei versanti. Hanno esposizioni
prevalentemente meridionali con una distribuzione altitudinale tra i 600 ed i 1000 metri.
Ostrieto mesofilo a Sesleria argentea della Apuane: si tratta di un bosco misto, talvolta rado, di
carpino nero con cerro, roverella, orniello, acero campestre, acero opalo, olmo campestre
arbustivo. Sottobosco dominato da graminacee, specialmente Sesleria argentea. La distribuzione
altitudinale è compresa tra i 400 ed i 900 metri; è distribuito su pendici ripide, sui suoli ricchi di
scheletro, a pH elevato, ben drenati.
Ostrieto mesofilo dei substrati silicatici: è distribuito su tutti i rilievi dove si trovano rocce
silicatiche, nelle esposizioni settentrionali ed in avvallamenti ombrosi, ad altitudini tra i 200 ed i
700 metri. E’ localizzato su suoli profondi, freschi ben drenati, ricchi di humus.
Cerrete
Cerreta acidofila submediterranea a eriche: localizzata prevalentemente su calcari, sui suoli non
molto evoluti, da acidi a subacidi.
Misti di sclerofille sempreverdi e latifoglie decidue
I boschi di latifoglie decidue mesofili costituiscono di norma la vegetazione dell’area collinare
superiore, submontana, soprattutto nelle esposizioni settentrionali. Essi sono costituiti da cerrete,
36
ostrieti, castagneti non acidofili, boschetti di carpino bianco e di aceri, boschi misti di latifoglie
mesofile. Per la loro ecologia scendono frequentemente nei fondovalle freschi ed ombrosi e fin
nell’area planiziaria non soggetta ad affioramenti invernali della falda freatica.
Le praterie montane
La vegetazione che caratterizza le Apuane sono soprattutto le praterie, presenti non solo sui
crinali ma anche a quote inferiori, laddove sono avvenuti disboscamenti per uso agricolo o
pastorale.
Le praterie montane presenti sulle Apuane stazzemesi comprendono oltre alle vere e proprie
formazioni di erbe perenni anche le praterie arborate, arbusteti, brughiere, vegetazione casmofila,
e glareicola.
Le cenosi primarie sono ormai relittuali e collocate in stazioni rifugio poco accessibili, la maggior
parte delle praterie è di origine secondaria, cioè derivanti da azioni antropiche quali gli incendi,
l’attività pastorale legata soprattutto ad ovini e caprini, il taglio delle faggete sia per procurarsi
combustibile per l’attività estrattiva sia per ottenere tronchi necessari a trasportare blocchi di
marmo. Ciò ha relegato le faggete ad aree relittuali situate nelle stazioni più impervie, infatti il
faggio non è una specie pioniera e ricolonizza con difficoltà le aree da cui è stata allontanata.
Sulle Apuane la destinazione dei terreni a pascolo ha subito un processo di compensazione, nel
senso che parte dei pascoli è stata abbandonata e quindi si è trasformata in arbusteti, poi in
boschi, mentre molti coltivi sono stati abbandonati e si sono trasformati in pascoli.
Sono riconoscibili diversi tipi di praterie, differenziabili in base alla vegetazione che le compone, e
che vengono di seguito sommariamente descritte.
-
Vegetazione soprasilvatica:
o praterie d’altitudine collocate non soltanto al di sopra il limite dei boschi ma anche al di
sotto, Esistono diversi tipi di praterie soprasilvatiche, alcune di tipo primario (acidofile o
neutrobasiche) , divenute rare e fragili a causa del pascolamento e del carico turistico.
37
Quelle più rappresentate sono in genere di origine secondaria e costituite in prevalenza
da erbe perenni tra le quali. Brachypodium genuense e numerose specie del genere
Festuca e sono originate dal pascolamento e dagli incendi.
-
Vegetazione intrasilvatica:
-
praterie arborate con copertura forestale, intercluse nel bosco. Sono cenosi secondarie
originatesi dalla eliminazione del bosco per l’utilizzo agricolo: seminativi, prati, pascoli.
Predomina il Bromus e il genere Festuca.
o praterie intrasilvatiche, in stretto rilievo con la parte cacuminale, assimilabili a quelle di
altitudine, composte da graminacee ed arbusti in successione secondaria. Si tratta di
arbusteti intrasilvatici, localizzati nelle zone più calde ed aride, o con incendi ricorrenti in
cui domina lo Pteridium aquilinum, con Erica scoparia ed arborea, Ulex europaeus e che
vanno ad interessare interi pendii. Intorno a Pruno (Stazzema) sui pascoli abbandonati c’è
una presenza mista di formazioni miste a Erica scoparla e Genista pilosa.
o Brughiere intrasilvatiche: calluneti su suoli acidi in piena fascia forestale. Scarsa presenza
di brughiere, se mai di origine secondaria, derivanti da degrado per pascolamento ovino e
caprino.
-
Vegetazione azonale:
o vegetazione casmofila, rappresentata da arbusti, frutici e erbe non graminoidi
o vegetazione glareicola, soprattutto a pteridofite.
38
5. ATTIVITA’ AGRICOLE
5.1
Analisi dei principali aspetti socio-economici relativi al settore agricolo attraverso
l'elaborazione dei dati istat e dei dati a.n.c.i.t.e.l.
Note generali
Sulla base delle fonti ISTAT (Istituto Centrale di Statistica) è stato possibile effettuare una
rielaborazione dei dati prelevati dai diversi censimenti, in modo da poter confrontare la situazione
socio-economica del Comune di Stazzema, della Versilia e dell’intera Provincia di Lucca.
La Versilia è costituita da sette Comuni (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta,
Serravezza, Stazzema e Viareggio), mentre l’intera Provincia di Pisa è formata da trentacinque
Comuni.
Di seguito riportiamo alcune utili indicazioni per la consultazione dei dati elaborati nel presente
lavoro di analisi:
1) I grafici sono stati fatti per rendere più chiara la lettura delle tabelle e allo stesso tempo
per evidenziare alcuni dati significativi;
2) all’interno delle tabelle, i dati più interessanti risultano evidenziati con il colore e quasi
sempre commentati nel testo;
3) in alcuni casi non vengono riportati tutti i censimenti o tutti i gruppi, talvolta per
mancanza di dati oppure perché il confronto non è stato ritenuto significativo.
39
5.2
Trend evolutivo della popolazione residente
Tabella 1
Grafico 1
ANDAMENTO POPOLAZIONE COMUNE DI STAZZEMA 15512001
Andamento della popolazione nel Comune di
Stazzema
8000
7000
Popolazione
1551
2477
1745
3940
1830
5759
1881
7602
1936
7520
1951
7058
1961
6079
1971
4895
1981
4145
1991
3637
2001
3367
6000
n. persone
Anni
5000
4000
3000
2000
1000
0
1551 1745 1830 1881 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001
Anni
Tabella 2
Popolazione presente al Censimento 2001
Popolazione
residente
censita al
1991
Variazione di
popolazione
1991/2001
(valori
assoluti)
Variazione di
popolazione
1991/2001
(percentuale)
COMUNI
Superficie
totale
Densità
per Kmq
Popolazione
residente censita
al 2001
Camaiore
84,6
357,1
30206
30648
-442
-1,4
Forte dei Marmi
9
938,2
8444
9514
-1070
-11,2
Massarosa
68,6
299,6
20548
18897
1651
8,7
Pietrasanta
41,8
583,4
24409
24817
-408
-1,6
Seravezza
39,4
322,7
12706
12731
-25
-0,2
Stazzema
80,7
41,7
3367
3637
-270
-7,4
Viareggio
31,9
1916,7
61103
57514
3589
6,2
Provincia di Lucca
1772,9
210
372244
377101
-4857
1,3
Fonte: elaborazione Provincia di Lucca su dati ISTAT
40
Popolazione suddivisa per fasce di età nel Comune di Stazzema al 31/12/02:
5.3
0-6 anni
7-14 anni
15-29 anni
30-65 anni
oltre i 65
143
161
608
1682
796
Dimensioni aziendali e forme di conduzione
Le aziende agricole del Comune di Stazzema sono 393, e quasi la totalità (92,9%) di queste risulta
avere una superficie inferiore ad 1 ha; questo dato evidenzia subito la scarsa importanza del
settore agricolo in questo Comune, anche se risulta giustificato anche dalla giacitura impervia che
rende limitate le superfici coltivabili.
Tabella 3
Numero aziende per classe di superficie totale e per Comune
COMUNI
< 1 ha
1-2 ha
2-5 ha
5-10 ha
10-20 ha
20-50 ha
50-100 ha
> 100 ha
Totale
Camaiore
1.829
245
96
13
4
1
0
1
2.189
Forte dei Marmi
20
2
3
0
0
1
0
0
26
Massarosa
1.015
125
69
19
10
8
3
0
1.249
Pietrasanta
593
76
41
5
5
2
0
0
722
Seravezza
378
25
7
4
0
0
0
0
414
Stazzema
365
14
9
3
1
1
0
0
393
Viareggio
337
99
38
7
4
5
1
0
491
Provincia di Lucca
11.000
2.516
1.826
567
227
111
27
12
16.286
50-100 ha
> 100 ha
Totale
Tabella 4
Numero aziende per classe di superficie totale e per Comune
COMUNI
Stazzema
< 1 ha
1-2 ha
2-5 ha
5-10 ha
10-20 ha
20-50 ha
365
14
9
3
1
1
0
0
393
92,9%
3,6%
2,3%
0,8%
0,3%
0,3%
0,0%
0,0%
100,0%
Versilia
4.537
586
263
51
24
18
4
1
5.484
82,7%
10,7%
4,8%
0,9%
0,4%
0,3%
0,1%
0,0%
100,0%
Provincia di Lucca
11.000
2.516
1.826
567
227
111
27
12
16.286
73,5%
16,8%
12,2%
3,8%
1,5%
0,7%
0,2%
0,1%
108,9%
41
Grafico 2
Aziende per classe
di sup. tot.
100,0
80,0
60,0
%
40,0
20,0
Classi di sup. tot. (ha)
50-100 ha
10-20 ha
2-5 ha
< 1 ha
0,0
Stazzema
Versilia
Provincia di Lucca
Tabella 5
Superficie totale per classe di superficie e per Comune
Classi di superficie totale
COMUNI
<1
1-2
2-5
5-10
10-20
20-50
50-100
> 100
Totale
3205,4
Camaiore
589,8
551,6
692,7
285,7
259,9
115,4
87,3
623,0
Forte dei Marmi
7,8
9,2
9,7
0,0
0,0
24,1
0,0
0,0
50,8
Massarosa
333,1
251,6
375,9
180,8
202,2
315,2
387,9
0,0
2046,7
Pietrasanta
215,0
138,4
190,1
41,0
36,6
122,2
119,3
0,0
862,7
Seravezza
130,7
123,5
158,9
48,1
44,9
48,3
0,0
932,9
1487,3
Stazzema
88,4
146,0
288,6
226,7
182,7
52,6
0,0
224,2
1209,3
Viareggio
126,8
168,4
144,8
95,2
68,7
157,8
115,0
0,0
876,6
Provincia di Lucca
3462,2
4499,3
9896,8
9526,1
9029,8
9198,1
4771,7
28813,2
79197,0
Tabella 6
Superficie totale per classe di superficie e per Comune
Classi di superficie totale
COMUNI
<1
1-2
2-5
5-10
10-20
20-50
50-100
> 100
Totale
Stazzema
88,4
146,0
288,6
226,7
182,7
52,6
0,0
224,2
1209,3
Versilia
7,3%
1491,5
12,1%
1388,8
23,9%
1860,6
18,7%
877,5
15,1%
795,1
4,3%
835,6
0,0%
709,5
18,5%
1780,0
100,0%
9738,7
Provincia di Lucca
15,3%
3462,2
14,3%
4499,3
19,1%
9896,8
9,0%
9526,1
8,2%
9029,8
8,6%
9198,1
7,3%
4771,7
18,3%
28813,2
17,2%
79197,0
1,0%
1,4%
3,0%
2,9%
2,7%
2,8%
1,4%
8,7%
23,8%
42
Grafico 3
Aziende per classe
di sup. tot.
25,0
20,0
15,0
%
10,0
5,0
0,0
< 1 1-2
2-5 510- 2050- >
10 20
50 100
100
Stazzema
Classi di sup. tot. (ha)
Versilia
Provincia di Lucca
Tabella 7
Aziende per forma di conduzione e per Comune
COMUNI
Conduzione diretta del coltivatore
solo
manodop. manodop.
manodop.
familiare
extra-fam
Totale
familiare
preval.
preval.
con
salariati
a colonia
parziaria
appoderata
altra forma
di
conduzione
Totale
generale
Camaiore
2.149
35
38
2.222
9
-
-
2.231
Forte dei Marmi
25
-
1
26
-
-
-
26
1.296
Massarosa
1.207
47
20
1.274
22
-
-
Pietrasanta
706
8
7
721
3
-
-
724
Seravezza
413
35
10
458
6
-
-
464
400
Stazzema
396
2
-
398
1
-
1
Viareggio
449
19
9
477
15
-
-
492
Provincia di Lucca
15.815
448
216
16.479
259
11
5
16.754
a colonia
parziaria
appoderata
altra forma
di
conduzione
Totale
generale
Tabella 8
Aziende per forma di conduzione e per comune
Conduzione diretta del coltivatore
COMUNI
solo
manodop.
familiare
manodop.
familiare
preval.
manodop.
extra-fam
preval.
Totale
con
salariati
Stazzema
396
2
-
398
1
-
1
400
Versilia
75,8%
5.345
13,2%
146
5,0%
85
94,0%
5.576
4,8%
56
1,2%
0
0,0%
1
100,0%
5.633
Provincia di Lucca
94,9%
15.815
2,6%
448
1,5%
216
99,0%
16.479
1,0%
259
0,0%
11
0,0%
5
100,0%
16.754
94,4%
2,7%
1,3%
98,4%
1,5%
0,1%
0,0%
100,0%
43
Grafico 4
Az i e n de pe r form a
di con du z i on e
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
% 50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
re
ilia e v al.
m
a
al . r ia ti
pr
.f
ev
a
do p ilia re m p r n s a l
ra ta
ne
o
n
a
o
m
f
a
c
a
od e du zi o
a
f
m
p
r
.
t
p
o
p
a
on
so l n od o
. ex
ria
ic
op
z ia
ad
r
m a an od
a
m
p
or
m
nia
ra f
olo
a lt
c
a
Stazzema
Versilia
Provincia di
Lucca
Tabella 9
Superficie totale per forma di conduzione e per Comune
Conduzione diretta del coltivatore
COMUNI
solo
manodop.
familiare
manodop.
familiare
preval.
manodop.
extra-fam
preval.
Camaiore
2.238,3
86,7
309,4
Totale
con
salariati
a colonia
parziaria
appoderata
altra forma
di
conduzione
Totale
generale
2.634,4
570,9
0,0
0,0
3.205,4
Forte dei Marmi
46,7
0,0
4,1
50,8
0,0
0,0
0,0
50,8
Massarosa
1.290,8
145,4
232,0
1.668,2
378,5
0,0
0,0
2.046,7
Pietrasanta
680,4
34,0
78,4
792,8
69,9
0,0
0,0
862,7
Seravezza
433,9
53,3
10,7
497,9
989,5
0,0
0,0
1.487,3
Stazzema
980,1
2,7
0,0
982,8
224,2
0,0
2,3
1.209,3
Viareggio
663,4
122,7
27,0
813,1
63,5
0,0
0,0
876,6
Provincia di Lucca
48.058,9
2.220,7
2.124,6
52.404,1
26.643,0
65,8
84,0
79.197,0
a colonia
parziaria
appoderata
altra forma
di
conduzione
Totale
generale
Tabella 10
Superficie totale per forma di conduzione e per Comune
Conduzione diretta del coltivatore
COMUNI
solo
manodop.
familiare
manodop.
familiare
preval.
manodop.
extra-fam
preval.
Totale
con
salariati
Stazzema
980,1
2,7
0,0
982,8
224,2
0,0
2,3
1.209,3
81,1%
0,2%
0,0%
81,3%
18,5%
0,0%
0,2%
100,0%
Versilia
6.333,6
444,8
661,6
7.439,9
2.296,4
0,0
2,3
9.738,7
Provincia di Lucca
65,0%
48.058,9
4,6%
2.220,7
6,8%
2.124,6
76,4%
52.404,1
23,6%
26.643,0
0,0%
65,8
0,0%
84,0
100,0%
79.197,0
60,7%
2,8%
2,7%
66,2%
33,6%
0,1%
0,1%
100,0%
44
Grafico 5
Aziende per forma
di conduzione
70,0
60,0
50,0
40,0
%
30,0
20,0
10,0
0,0
re
.
il ia
val
fam
.
pre
p.
val
re
do
o
ti
pre
ilia
an
ria
m
m
m
fa
ala
-fa
ta
o
.
l
a
r
p
o
t
ns
era
s
x
o
e
do
e
c
od
o
on
n
p.
pp
uzi
do
ma
ia a
nd
no
r
a
a
zi
m
i co
r
d
a
p
ma
nia
for
olo
ra
ac
alt
5.4
Stazzema
Versilia
Provincia di
Lucca
Giornate di lavoro e categorie di manodopera
Tabella 11
Giornate di lavoro aziendale per categoria di manodopera agricola
FAMILIARI E PARENTI DEL
CONDUTTORE
COMUNI
Conduttore
Coniuge
ALTRA MANODOPERA AZIENDALE
Altri
familiari
del
conduttore
Parenti del
conduttore
Totale
A TEMPO
INDETERMINATO
A TEMPO DETERMINATO
Dirigenti
Operai
Totale
Dirigenti
Operai
Totale
2975
Camaiore
169.022
55.921
40.295
10.373
275.611
780
3.450
4230
578
2.397
Forte dei Marmi
1.808
418
1.075
143
3.444
0
960
960
0
600
600
Massarosa
69.400
22.283
18.586
3.462
113.731
1.640
1.585
3225
977
3.116
4093
Pietrasanta
51.999
16.397
10.988
1.615
80.999
3
1.688
1691
180
671
851
Seravezza
21.942
7.512
4.548
2.101
36.103
20
210
230
685
521
1206
Stazzema
25.788
9.777
3.353
3.300
42.218
15
6
21
8
500
508
Viareggio
78.059
28.989
30.414
1.910
139.372
3.221
9.250
12471
1.111
6.557
7668
Provincia di Lucca
1.171.321
356.979
269.803
61.994
1.860.097
14.093
51.755
65848
15.901
43.850
59751
Tabella 12
Giornate di lavoro aziendale per categoria di manodopera agricola
FAMILIARI E PARENTI DEL
CONDUTTORE
COMUNI
Conduttore
Coniuge
ALTRA MANODOPERA AZIENDALE
Altri
familiari
del
conduttore
Parenti del
conduttore
Totale
A TEMPO
INDETERMINATO
A TEMPO DETERMINATO
Dirigenti
Operai
Totale
Dirigenti
Operai
Totale
Stazzema
25.788
9.777
3.353
3.300
42.218
15
6
21
8
500
508
Versilia
418.018
141.297
109.259
22.904
691.478
5.679
17.149
22.828
3.539
14.362
17.901
Provincia di Lucca
1.171.321
356.979
269.803
61.994
1.860.097
14.093
51.755
65848
15.901
43.850
59751
45
Tabella 13
Persone per categoria di manodopera agricola
FAMILIARI E PARENTI DEL
CONDUTTORE
COMUNI
Conduttore
Coniuge
ALTRA MANODOPERA AZIENDALE
Altri
familiari del
conduttore
Parenti del
conduttore
Totale
A TEMPO
INDETERMINATO
A TEMPO
DETERMINATO
Dirigenti
Operai
Totale
Dirigenti
Operai
Totale
Camaiore
2.226
908
485
150
3.769
7
35
42
19
68
87
Forte dei Marmi
26
12
10
6
54
-
4
4
-
3
3
92
Massarosa
1.293
524
365
90
2.272
8
8
16
30
62
Pietrasanta
722
264
145
34
1.165
1
10
11
2
19
21
Seravezza
458
196
109
61
824
2
7
9
17
48
65
Stazzema
398
248
56
67
769
2
1
3
1
5
6
Viareggio
486
219
190
14
909
26
35
61
9
47
56
Provincia di Lucca
16.654
6.865
4.516
1.317
29.352
111
325
436
230
964
1194
Tabella 14
Persone per categoria di manodopera agricola
FAMILIARI E PARENTI DEL
CONDUTTORE
COMUNI
Stazzema
ALTRA MANODOPERA AZIENDALE
Conduttore
Coniuge
Altri
familiari del
conduttore
Parenti del
conduttore
Totale
398
248
56
67
769
A TEMPO
INDETERMINATO
A TEMPO
DETERMINATO
Dirigenti
Operai
Totale
Dirigenti
Operai
Totale
2
1
3
1
5
6
Versilia
5.609
2.371
1.360
422
9.762
46
100
146
78
252
330
Provincia di Lucca
16.654
6.865
4.516
1.317
29.352
111
325
436
230
964
1194
5.5
Utilizzazione della superficie agricola
Analizzando l’utilizzazione dei terreni, è possibile evidenziare notevoli differenze tra i tre
comparti. Nel Comune di Stazzema l’agricoltura riveste un ruolo marginale, infatti il valore della
SAU (superficie agraria utilizzata) è soltanto del 15.9% (contro il 37% dell’intera Provincia e oltre
il 50% della Versilia); inoltre, come era logico aspettarsi, abbastanza elevato risulta il valore della
superficie agraria non utilizzata (12.2%). Questo soprattutto a causa delle non ottimali condizioni
pedo-climatiche e della giacitura prevalentemente di montagna della maggior parte dei terreni;
46
tutto questo influisce negativamente sui rendimenti di produzione e di conseguenza obbliga a
particolari scelte di coltivazioni gli imprenditori agricoli.
Nello specifico si può notare che quasi tutta la SAU di Stazzema è dedicata ai prati permanenti e
pascoli; è da segnalare, però, che la maggior parte del territorio comunale è occupata dal bosco
(71% della superficie aziendale totale). Quasi inesistenti, a causa della giacitura e delle
caratteristiche podologiche dei terreni, risultano i seminativi e le coltivazioni legnose agrarie
(1.4% e 1.2% rispettivamente).
La grande predominanza delle superfici boscate, invece, non si riscontra nella Versilia (solo il
37% della superficie totale aziendale), dove i seminativi rappresentano una realtà ben più
importante, occupando il 22.6%, seguiti dalle coltivazioni legnose agrarie (16%).
Per quanto riguarda i dati della Provincia invece è da evidenziare che la maggior parte della SAU
(15% circa) è occupata dai prati e pascoli, e una percentuale ben minore, è destinata ai seminativi
ed alle coltivazioni legnose agrarie.
Tabella 15
Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per Comune (superficie in ettari)
Superficie agricole utilizzata
Prati
permanenti
e pascoli
Totale
Arboricoltura
da legno
Boschi
Superficie
agraria
non
utilizzata
Altra
superficie
Totale
Comuni
Seminativi
Coltivazioni
legnose
agrarie
Camaiore
572,7
602,6
673,9
1.849,2
7,7
1.096,8
171,9
79,8
3.205,4
Forte dei Marmi
31,2
3,6
12,7
47,4
-
-
-
3,3
50,8
2.046,7
Massarosa
720,2
587,3
102,4
1.409,9
11,5
451,7
70,0
103,6
Pietrasanta
243,3
232,0
107,4
582,7
0,7
176,9
29,9
72,6
862,7
Seravezza
51,7
75,0
43,7
170,5
0,8
942,6
346,1
27,4
1.487,3
1.209,3
Stazzema
17,4
15,0
160,1
192,5
1,2
855,0
147,7
12,8
Viareggio
559,9
46,5
90,9
697,3
1,0
53,3
43,3
81,7
876,6
Provincia di Lucca
9.061,3
8.717,9
11.777,3
29.556,5
203,4
42.797,4
4.511,4
2.128,3
79.197,0
47
Tabella 16
Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per Comune (superficie in ettari)
Superficie agricole utilizzata
Comuni
Stazzema
Seminativi
Coltivazioni
legnose
agrarie
Prati
permanenti
e pascoli
Totale
Arboric. da
legno
Boschi
Superficie
agraria
non
utilizzata
Altra
superficie
Totale
17,4
15,0
160,1
192,5
1,2
855,0
147,7
12,8
1.209,3
1,4%
1,2%
13,2%
15,9%
0,1%
70,7%
12,2%
1,1%
100,0%
Versilia
2196,4
1561,9
1191,2
4949,5
22,9
3576,3
808,8
381,2
9738,7
22,6%
16,0%
12,2%
50,8%
0,2%
36,7%
8,3%
3,9%
100,0%
Provincia di Lucca
9.061,3
8.717,9
11.777,3
29.556,5
203,4
42.797,4
4.511,4
2.128,3
79.197,0
11,4%
11,0%
14,9%
37,3%
0,3%
54,0%
5,7%
2,7%
100,0%
Grafico 6
Stazzema
1%
13%
0%
1%
1%
72%
12%
Seminativi
Coltivazioni legnose agrarie
Prati permanenti e pascoli
Arboric. da legno
Boschi
Superficie agraria non utilizzata
Altra superficie
48
Grafico 7
Versilia
16%
23%
12%
4%
0%
Seminativi
8%
Coltivazioni legnose agrarie
Prati permanenti e pascoli
Arboric. da legno
Boschi
Superficie agraria non utilizzata
37%
Altra superficie
Grafico 8
Provincia di Lucca
6%
3%
11%
11%
Seminativi
Coltivazioni legnose agrarie
Prati permanenti e pascoli
15%
Arboric. da legno
Boschi
54%
Superficie agraria non utilizzata
0%
Altra superficie
49
5.6
Destinazione delle superfici aziendali
Facendo riferimento alla tabella delle coltivazioni legnose agrarie si evidenzia che la quasi totalità
di queste, nel Comune di Stazzema, è occupata dai fruttiferi; significativi sono i valori riferiti alle
colture “tradizionali” toscane, quali l’olivo e la vite: La prima è presente solo su 1.8 ettari
comunali, mentre la seconda è addirittura completamente assente.
La coltivazione dell’olivo invece assume ben più importanza per quanto riguarda i valori della
Versilia; la maggior parte (74%) delle coltivazioni legnose agrarie infatti è dedicata a questa
coltura; tuttavia risulta essere presente, seppur i modo molto limitato, la viticoltura. Quest’ultima
assume moderatamente più importanza per quanto riguarda la Provincia di Lucca, dove però
poco meno della metà delle coltivazioni legnose agraria è dedicata all’olivo, e circa 1/3 ai
fruttiferi.
Tabella 17
Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune
Vite
Olivo
Fruttiferi
Vivai
Altri
Totale
COMUNI
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
602,6
Camaiore
347
63,9
1.031
411,8
597
124,1
8
2,3
3
0,5
1.522
Forte dei Marmi
4
0,3
7
2,1
6
1,2
0
0,0
0
0,0
14
3,6
Massarosa
203
36,7
917
497,6
125
49,8
4
1,5
6
1,8
1.022
587,3
Pietrasanta
207
43,6
373
163,4
82
23,4
3
1,7
0
0,0
484
232,0
Seravezza
98
14,3
251
45,0
122
14,6
2
0,9
4
0,2
311
75,0
Stazzema
0
0,0
30
1,8
44
13,1
0
0,0
0
0,0
71
15,0
Viareggio
64
16,7
29
27,5
22
2,2
2
0,1
0
0,0
101
46,5
Provincia di Lucca
4.856
1.668,3
6.817
3.853,8
3.333
2.539,7
93
211,7
55
444,3
10.928
8.717,9
Tabella 18
Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune
Vite
Olivo
Fruttiferi
Vivai
Altri
Totale
COMUNI
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Stazzema
0
0,0
30
1,8
44
13,1
0
0,0
0
0,0
71
15,0
Versilia
923
175
2638
1149
998
228
19
6
13
2
3525
1562
Provincia di Lucca
4.856
1.668,3
6.817
3.853,8
3.333
2.539,7
93
211,7
55
444,3
10.928
8.717,9
50
Grafico 9
STAZZEMA
0%
0%
0%
12%
88%
vite
olivo
fruttiferi
vivai
altri
Grafico 10
VERSILIA
0%
15%
11%
0%
74%
vite
olivo
fruttiferi
vivai
altri
51
Grafico 11
PROVINCIA DI LUCCA
2%
5%
19%
29%
45%
vite
olivo
fruttiferi
vivai
altri
Il Comune di Stazzema si differenzia notevolmente dalla Versilia e dalla Provincia di Lucca
soprattutto per quanto riguarda i seminativi. Tali coltivazioni, come è stato evidenziato in
precedenza, sono scarsamente presenti nel territorio comunale e risultano distribuite quasi
esclusivamente sulla coltivazione della patata (41.6% dei seminativi totali) e negli orti familiari
(52.5%). Da notare la quasi assenza delle colture foraggere e soprattutto dei cereali ( soprattutto a
causa della giacitura di gran parte dei terreni comunali), che , invece, occupano quasi la metà degli
interi seminativi sia della Versilia che della Provincia. In questi due comparti invece le principali
destinazioni dei seminativi del Comune di Stazzema (patata e orti familiari) risultano di scarsa
importanza. Nei Comuni della Versilia c’è da notare una buona presenza di ortive in piena area e
di fiori; mentre nella Provincia si evidenzia una maggiore coltivazione di foraggere.
52
Tabella 19
Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune - superficie in ettari
Cereali
COMUNI
Legumi
Patata
Barbabietola
Piante
industriali
Ortive in piena
area
Ortive in serra
Orti familiari
Foraggere
avvicendate (a)
Fiori
Altri
TOTALE
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Camaiore
149
70,8
16
1,5
127
10,5
0
0,0
7
3,0
535
151,9
217
55,3
869
52,9
98
59,6
178
60,0
262
107,1
1.485
572,7
Forte dei
Marmi
Massarosa
11
24,8
0
0,0
0
0,0
0
0,0
0
0,0
5
1,0
0
0,0
13
1,3
1
4,1
0
0,0
0
0,0
22
31,2
128
423,3
2
0,1
6
2,4
0
0,0
6
22,2
82
62,8
30
6,4
319
17,7
71
46,9
39
30,3
128
108,3
558
720,2
Pietrasanta
130
137,8
8
1,0
19
1,5
0
0,0
0
0,0
135
50,9
14
3,8
175
11,1
10
5,2
22
21,3
37
10,7
373
243,3
Seravezza
26
19,9
55
8,2
113
4,0
0
0,0
0
0,0
101
6,9
5
0,4
187
6,6
2
0,5
11
3,8
12
1,4
276
51,7
Stazzema
8
0,2
10
0,2
219
7,2
1
0,0
0
0,0
19
0,4
0
0,0
347
9,1
0
0,0
6
0,2
0
0,0
351
17,4
Viareggio
93
275,7
0
0,0
5
1,2
0
0,0
2
160
48,5
42
13,1
49
3,9
200
168,1
39
18,2
19
11,7
433
559,9
Provincia
di Lucca
2.742
4.708,5
363
50,7
2.227
216,5
5
0,2
63
19,5
344,
9
2.032
651,0
360
86,2
7.963
384,7
618
483,3
915
915,2
1.088
1.220,3
11.394
9.061,3
Tabella 20
Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune - superficie in ettari
COMUNI
Stazzema
Versilia
Provincia
di Lucca
Cereali
Legumi
Patata
Aziende
8
Sup.
0,2
Aziende
10
Sup.
0,2
545,0
952,4
91,0
11,0
489,0
2.742
4.708,5
363
50,7
2.227
Barbabietola
Aziende Sup. Aziende
219
7,2
1
26,9
216,
5
Piante
industriali
Ortive in piena
area
Ortive in serra
Orti familiari
Foraggere
avvicendate (a)
Fiori
Altri
TOTALE
Sup.
0,0
Aziende
0
Sup.
0,0
Aziende
19
Sup.
0,4
Aziende
0
Sup.
0,0
Aziende
347
Sup.
9,1
Aziende
0
Sup.
0,0
Aziende
6
Sup.
0,2
Aziende
0
Sup.
0,0
Aziende
351
Sup.
17,4
1,0
0,0
15,0
44,7
1037,0
322,4
308,0
79,0
1959,0
102,6
382,0
284,4
295,0
133,8
458,0
239,2
3498,0
2196,4
5
0,2
63
344,9
2.032
651,0
360
86,2
7.963
384,7
618
483,3
915
915,2
1.088
1.220,3
11.394
9.061,3
53
Grafico 12
0%
1%
1%
Stazzema
1%
42%
0%
CEREALI
LEGUMI
PATATA
BARBABIETOLA
PIANTE INDUSTRIALI
ORTIVE IN PIENA AREA
0%
0%
53%
2%
0%
ORTIVE IN SERRA
ORTI FAMILIARI
FIORI
FORAGGERE AVVICENDATE
ALTRI
Grafico 13
Versilia
0% 1%
0%
2%
15%
4%
5%
CEREALI
LEGUMI
PATATA
BARBABIETOLA
PIANTE INDUSTRIALI
ORTIVE IN PIENA AREA
43%
13%
6%
ORTIVE IN SERRA
ORTI FAMILIARI
FIORI
FORAGGERE AVVICENDATE
ALTRI
11%
54
Grafico 14
Provincia di Lucca
13%
53%
10%
5%
4%
1%
1%
7%
4%
2%
CEREALI
LEGUMI
PATATA
BARBABIETOLA
PIANTE INDUSTRIALI
ORTIVE IN PIENA AREA
ORTIVE IN SERRA
ORTI FAMILIARI
FIORI
FORAGGERE AVVICENDATE
ALTRI
0%
55
5.7
Utilizzazione dei mezzi agricoli
Tabella 21
Aziende che possiedono mezzi meccanici e relativo numero di mezzi meccanici in proprietà, per Comune
MACCHINE PER LA RACCOLTA DI:
COMUNI
Trattrici
Motocoltivatori
Mietitrebbiatrici
Aziende
Mezzi
Pomodoro
Aziende
Mezzi
Patata
Aziende
Barbietola
Mezzi
Aziende
Mezzi
Altri prodotti
Aziende
Mezzi
Aziende
Mezzi
Camaiore
Aziende
357
405
1.098
1.301
3
3
0
0
0
0
0
0
Forte dei Marmi
6
9
11
15
0
0
0
0
0
0
0
0
Massarosa
172
210
545
665
4
4
0
0
1
1
0
0
1
Pietrasanta
119
138
384
451
5
5
0
0
0
0
0
0
Seravezza
28
34
191
238
0
0
0
0
0
0
0
0
Stazzema
11
16
51
65
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Macchine per la
distribuzione di
prodotti fitoiatrici
Macchine per la
fertilizzazione
Mezzi
Aziende
Mezzi
Aziende
Mezzi
2
2
33
33
21
21
0
0
0
0
0
0
1
99
103
15
16
1
1
37
39
3
4
0
0
8
8
0
0
0
0
0
0
0
Viareggio
196
241
363
431
1
1
0
0
0
0
0
0
1
2
40
46
26
36
Provincia di Lucca
4.067
5.167
8.238
11.059
132
132
0
0
5
5
0
0
44
81
794
838
230
257
Tabella 22
Aziende che possiedono mezzi meccanici e relativo numero di mezzi meccanici in proprietà, per Comune
MACCHINE PER LA RACCOLTA DI:
COMUNI
Trattrici
Stazzema
Aziende
11
Mezzi
16
Motocoltivatori
Aziende
51
Mezzi
65
Mietitrebbiatrici
Aziende
0
Mezzi
0
Pomodoro
Aziende
0
Mezzi
0
Patata
Aziende
0
Barbietola
Mezzi
0
Aziende
0
Mezzi
0
Altri prodotti
Aziende
0
Mezzi
0
Macchine per la
distribuzione di
prodotti fitoiatrici
Aziende
0
Mezzi
0
Macchine per la
fertilizzazione
Aziende
0
Mezzi
0
Versilia
889
1053
2643
3166
13
13
0
0
1
1
0
0
5
6
217
229
65
77
Provincia di Lucca
4.067
5.167
8.238
11.059
132
132
0
0
5
5
0
0
44
81
794
838
230
257
56
Tabella 23
Aziende che praticano l'irrigazione e relativa superficie irrigata per tipo di coltivazione per comune - superficie in ettari
Superficie irrigabile
Frumento
Granturco
Patata
Ortive
Foraggere
Vite
Fruttiferi
Altre coltivazioni
Superficie irrigata
COMUNI
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Camaiore
1.823
832,5
16
3,8
Forte dei Marmi
19
15,0
0
-
Aziende
Sup.
Aziende
109
44,4
93
3
5,3
-
Sup.
6,2
-
Aziende
Sup.
Aziende
504
180,6
52
0,9
0
3
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
Aziende
Sup.
15,1
194
31,0
302
37,3
799
177,5
-
1
0,0
2
0,6
10
5,1
Aziende
Sup.
1.512
495,9
17
12,0
Massarosa
389
538,5
0
-
44
252,1
1
0,0
68
44,3
11
15,6
9
1,7
17
21,7
195
88,3
293
423,7
Pietrasanta
272
202,0
1
0,3
76
68,1
10
0,8
103
43,5
4
3,3
2
0,1
4
0,3
39
22,1
183
138,3
Seravezza
199
29,9
0
-
9
4,8
12
0,2
38
3,6
0
-
10
2,0
13
1,5
47
2,7
104
14,7
Stazzema
43
2,4
0
-
0
-
13
0,3
2
0,1
0
-
0
-
0
-
29
0,9
35
1,3
Viareggio
477
528,5
0
-
44
68,2
5
1,2
168
58,8
6
3,2
38
10,9
11
0,5
224
198,3
408
341,2
Provincia di Lucca
7.587
7.416,8
90
55,0
832
1.531,1
720
59,8
1.500
454,2
140
114,1
309
62,7
550
147,6
2.659
1.137,3
5.065
3.561,8
Tabella 24
Aziende che praticano l'irrigazione e relativa superficie irrigata per tipo di coltivazione per comune - superficie in ettari
COMUNI
Superficie irrigabile
Aziende
Sup.
2,4
Frumento
Aziende
Granturco
Sup.
Aziende
Sup.
Patata
Aziende
Ortive
Sup.
0,3
Aziende
2
Foraggere
Sup.
0,1
Aziende
Vite
Sup.
Aziende
Fruttiferi
Sup.
Aziende
Altre coltivazioni
Sup.
Aziende
Sup.
0,9
Superficie irrigata
Aziende
35
Sup.
Stazzema
43
-
-
-
-
13
-
-
-
-
-
-
29
Versilia
3222,0
2148,7
17,0
4,1
285,0
442,8
134,0
8,8
886,0
331,7
73,0
37,2
254,0
45,7
349,0
61,9
1343,0
494,9
2552,0
1427,1
1,3
Provincia di Lucca
7.587
7.416,8
90
55,0
832
1.531,1
720
59,8
1.500
454,2
140
114,1
309
62,7
550
147,6
2.659
1.137,3
5.065
3.561,8
57
5.8
Aziende con allevamenti
Tabella 25
Aziende con allevamenti e relativo numero di capi per tipo di allevamento, per Comune
Bovini
Ovini
Caprini
Equini
Suini
Avicoli
Conigli
Struzzi
Capi
Totale
aziende con
allevamenti
1
5
981
0
0
13
177
COMUNE
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Camaiore
41
Forte dei Marmi
2
227
8
173
29
128
25
59
18
31
867
9.250
529
4.669
7
0
0
1
6
0
0
1
6
12
177
6
87
Aziende
Massarosa
9
302
9
1.038
4
17
9
50
3
5
148
8.617
82
961
0
0
Pietrasanta
30
125
3
119
7
40
6
10
16
179
75
1.848
71
1.238
2
14
122
Seravezza
19
50
9
81
6
101
5
8
9
64
143
2.221
88
1.301
0
0
159
Stazzema
20
46
14
270
13
84
9
13
17
41
111
1.327
134
2.349
0
0
184
Viareggio
6
60
4
740
2
24
11
51
3
7
170
12.665
108
1.352
0
0
188
740
5.902
246
14.290
271
2.635
295
929
340
1.985
5.131
170.589
3.909
68.826
11
157
6452
Provincia di Lucca
Tabella 26
Aziende con allevamenti e relativo numero di capi per tipo di allevamento, per Comune
Bovini
COMUNE
Stazzema
Ovini
Caprini
Equini
Suini
Avicoli
Conigli
Struzzi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Aziende
Capi
Totale aziende
con
allevamenti
20
46
14
270
13
84
9
13
17
41
111
1.327
134
2.349
0
0
184
Versilia
127
817
47
2421
62
400
65
191
67
333
1526
36105
1018
11957
3
19
1824
Provincia di Lucca
740
5.902
246
14.290
271
2.635
295
929
340
1.985
5.131
170.589
3.909
68.826
11
157
6452
58
5.9
Elenco regionale degli operatori biologici (aggiornato al 31/12/05)
Premessa
Nell’ambito della Regione gli operatori sono suddivisi nelle seguenti sezioni:
Sez.1: PRODUTTORI AGRICOLI:
1.1AZIENDE IN CONVERSIONE
1.2AZIENDE MISTE
1.3AZIENDE BIOLOGICHE
Sez.2 : PREPARATORI
Sez.3 : RACCOGLITORI DI PRODOTTI SPONTANEI
Nel Comune di Stazzema sono presenti i seguenti operatori biologici:
Denominazione azienda
Indirizzo azienda
Sez. 1.3
ƒ Pardini marcello
Via Frasso 451/c, Loc Querceta
ƒ Tavoni mauro
Loc. Puntato, 5
59
5.10
La castanicoltura a Stazzema
Prima di iniziare a descrivere la castanicoltura nel Comune di Stazzema si ritiene opportuno
premettere una scheda conoscitiva di questa specie che tanto rilievo ha avuto nell’economia dei
luoghi e riveste tutt’oggi in termini di paesaggio.
SCHEDA BOTANICA DEL CASTAGNO EUROPEO
Castanea sativa Mill.
FAMIGLIA: FAGACEAE
ORIGINE: il castagno ha rappresentato per lungo tempo una importante risorsa produttiva per
molti popoli dell'Europa, dell'Asia e del Nord America. Il luogo d'origine del genere Castanea,
così come 1'etimologia del nome, sono incerti. Il centro di origine del castagno è probabilmente
l’Asia Minore, da cui si sarebbe diffuso in Europa, America ed Estremo Oriente. L’origine del
castagno è fatta risalire ad oltre 60 milioni di anni fa, vale a dire alla Era Cenozoica, Periodo
Terziario. Il genere Castanea nel Miocene era largamente diffuso in Europa ed era presente anche
in Scandinavia e Groenlandia, come testimoniano i resti fossili di polline, foglie e frutti.
Nell’ultima epoca glaciale il castagno subì una notevole regressione. Il successivo miglioramento
del clima, portò ad una nuova espansione di questa pianta. Studi di paleobotanica hanno
dimostrato che in Italia centrale verso il 1000 a.C. si registrava una presenza di pollini di castagno
pari all'8% del totale della flora arborea, che aumentò fortemente con la romanizzazione fino a
raggiungere addirittura il valore del 48% all'inizio dell' era cristiana. La coltivazione del castagno
europeo si è diffusa probabilmente dall'Asia Minore in tutto il bacino del Mediterraneo. In epoca
storica il castagno è stato, in particolare modo dai Romani, portato al di fuori del proprio areale
naturale, giungendo ad essere coltivato fino nella Germania settentrionale e nella Svezia
meridionale. Il castagno è attualmente la specie forestale più ampiamente distribuita in Italia. E’
infatti presente in tutte le regioni d’Italia, essendo ampiamente diffuso nell’Appennino, nelle Isole
60
e nelle aree basali delle Alpi e Prealpi, con una distribuzione altimetrica molto ampia, oscillante
tra i 100 m s.l.m. del Nord ed i 1.500 m della Sicilia.
HABITAT: Il castagno occupa un posto di primaria importanza fra le piante economiche
dell’Europa Mediterranea, zona nella quale vanta un antichissimo indigenato, anche se tuttora
incerto è l’areale di originale diffusione. In Europa, il castagno è presente nelle regioni montuose
temperate e temperato-calde ed è coltivato fra i 300 e i 1000-1200 m s.l.m, in funzione della
latitudine e delle caratteristiche climatiche delle singole zone castanicole. Sebbene sia considerato
una pianta eminentemente eliofila, predilige esposizioni a nord-nord/est poiché meno soggette a
periodi siccitosi estivi e con minori escursioni termiche sia invernali, sia fra le differenti stagioni.
In rapporto alle precipitazioni, il castagno, specie mesofila, vive di norma in zone con una media
annua compresa fra i 600 ed i 1600 mm ed una media nei tre mesi estivi di almeno 30 mm, al di
sotto della quale la produzione può essere fortemente ridotta. Riguardo alla temperatura, il
castagno è specie mesotermica, atta a vivere in tutte quelle zone caratterizzate da una temperatura
media annua compresa fra +8°C e +15°C e da una temperatura media mensile superiore a +10°C
per almeno sei mesi. Sopporta bene le basse temperature invernali (fino a –20-25°C).
Relativamente al terreno il castagno ha esigenze particolari e precise che limitano la possibilità di
coltivazione: il pH non dovrebbe essere superiore a 6.5, rifugge tutti i terreni con presenza di
calcare attivo e scarsamente drenanti dove più frequenti sono i problemi fitosanitari. La sensibilità
a questi ultimi sembra, tuttavia, inferiore nei terreni ricchi di potassio e nelle zone molto piovose.
CARATTERISTICHE: il castagno europeo (Castanea sativa) è un albero longevo di elevato e
maestoso portamento, alto in media dai 10 ai 20 metri, capace però di raggiungere dimensioni
colossali di 30-35 m e 6-8 m di circonferenza; è dotato di una radice fittonante molto robusta ma
di limitato sviluppo in profondità, si ancora tenacemente al suolo con le sue radici laterali, poco
numerose, ma assai ramificate, che esplorano il terreno profondamente. Il fusto eretto e robusto,
per lo più tozzo, si ramifica presto a costituire una cima vigorosa, ampia ed espansa, la cui
impalcatura consta di pochi rami potenti, sinuosi, eretto-espansi, talvolta quasi orizzontali. Il
61
fusto ed i rami presentano, nei primi anni, una corteccia liscia, brillante, di colore bruno-rossastro,
volgente col tempo al grigio olivaceo, munita di lenticelle trasversali allungate. Dopo i 10-15 anni
la corteccia si presenta di color grigio-bruno con profonde screpolature in senso longitudinale. I
germogli sono a sezione rotonda o, quando molto vigorosi, angolosa e le gemme sono ovate, lisce
di color verdastro sfumato di rosso.
FOGLIE: le foglie sono caduche e alternamente disposte, di forma ellittico-lanceolata, dentate, con
apice acuminato e base leggermente cuneata, misurano da 8 a 20 cm in lunghezza e da 3 a 6 cm in
larghezza. La loro consistenza è piuttosto tenace, quasi coriacea.
Il ciclo vegetativo dura dai 140 ai 185 giorni, in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche del
sito.
INFIORESCENZE: il castagno è una pianta monoica con fiori unisessuali, monoici e poligami,
portati sulla vegetazione dell’anno, che si evolvono solo a foliazione completa; i fiori staminiferi o
maschili sono portati in infiorescenze amentiformi erette e lunghe da 10 a 20 cm (fino a 35 negli
ibridi eurogiapponesi); i fiori pistilliferi o femminili (o amenti androgini), meno numerosi, solitari
o aggregati in numero di 2-3 fino a 7, sono localizzati alla base delle infiorescenze staminifere e
sono protetti da un involucro verde, squamoso, destinato a costituire la cupola, comunemente
detta riccio, dapprima verde, quindi giallo-marrone a maturità. Le infiorescenze maschili possono
essere distinte in: astaminee, brachistaminee, mesostaminee e longistaminee a seconda della
lunghezza degli stami. Soltanto i fiori che hanno stami più lunghi di 5-7 mm con antere ben
sviluppate sono fertili. Le condizioni climatiche primaverili possono anticipare o posticipare la
fioritura che si verifica, in genere, fra inizio giugno e metà luglio in funzione della latitudine e,
come detto, delle condizioni stagionali. L’antesi dura circa 20-30 giorni e le infiorescenze maschili
fioriscono prima.
FRUTTO: le caratteristiche del frutto più salienti verranno descritte nella trattazione delle
differenze fra "Marroni" e "Castagne". Botanicamente è un achenio, incluso in un riccio molto
spinescente. La forma dei frutti è determinata, oltreché geneticamente, dalla posizione all’interno
62
del riccio: è emisferica per i frutti laterali, appiattita per quello centrale. A causa di anomalie
d’impollinazione, sono presenti, spesso, castagne "vuote" o "vane".
CULTIVAR: La diversità genetica del genere Castanea, e della specie C. sativa, è molto elevata per
certi caratteri, sebbene le differenze fra certe cultivar (per es. "Marroni") possano essere molto
limitate. Alcuni genotipi hanno pellicola membranacea (episperma) rimuovibile con facilità,
mentre in altri essa si presenta molto aderente. In generale, le castagne (acheni), non sono molto
dolci, fatta eccezione per alcune varietà, e possono perfino essere astringenti se consumate crude.
Le forme coltivate includono centinaia di varietà selezionate per specifiche qualità del frutto e
possono essere utilizzate per il consumo fresco, arrostite, bollite, essiccate, per la produzione di
farine e nell’industria dolciaria. Certe varietà e/o cloni sono stati selezionati per la qualità del
legname o per la duplice attitudine. Da un punto di vista qualitativo, il gruppo di varietà o ecotipi
più conosciuto e diffuso è il "Marrone". La definizione delle caratteristiche peculiari di questo
gruppo di ecotipi è tuttora oggetto di discussione. La definizione più semplice è quella francese
che distingue fra "Marroni" e "Castagne" semplicemente in base alla percentuale di frutti "doppi"
o "settati", cioè di frutti poliembrionici che presentano intrusione della pellicola all’interno del
frutto. Nel primo caso la percentuale di frutti doppi deve essere inferiore al 12%. Altre
caratteristiche discriminanti per i "Marroni" sono la cicatrice ilare, di forma rettangolare e di
dimensioni inferiori, il colore, in genere più chiaro, del pericarpo che si presenta solcato da strisce
più scure verticali e la facilità di rimozione della pellicola. Altri Autori aggiungono che il sapore è
più dolce e che, in linea di massima, i "Marroni" sono meno produttivi (numero di castagne per
albero) delle "Castagne" propriamente dette. Per quanto riguarda le caratteristiche dei fiori, la
maggior parte dei "Marroni" sono androsterili (non producono polline ed hanno amenti
astaminei o brachistaminei, vedi caratteristiche delle infiorescenze), mentre le "Castagne" sono
androfertili, anche se, quasi sempre, autosterili.
Da un punto di vista tecnico, tuttavia, si distinguono:
63
"MARRONI": caratterizzati da frutti grossi, di forma quadrangolare. Quando il frutto è maturo, il
riccio si apre in 3-4 valve (in genere sono presenti 1-3 frutti/riccio). La buccia è marrone più o
meno scuro con strisce evidenti. Il peso dei frutti varia da 10 a 25 g.
"CASTAGNE": di questo gruppo fanno parte numerosissime varietà, coltivate, in linea generale, in
zone ristrette, le cui caratteristiche esteriori sono simili a quelle dei "Marroni". Talvolta,
soprattutto nelle zone di origine, sono preferite a questi ultimi per le loro doti di rusticità ed
elevata produttività.
"MARRONI FRANCESI": alcuni sono di probabile origine italiana e viceversa per cui le
caratteristiche salienti sono del tutto simili a quelle riportate per i "Marroni".
CULTIVAR IBRIDE: Ottenute per ibridazione diretta o tramite incroci di ritorno fra le cultivar
europee (principalmente francesi) e il castagno giapponese (C. crenata) e, più recentemente, cinese
(C. mollissima).
UTILIZZO: Storicamente il castagno ha avuto un’importanza elevatissima come fonte primaria di
cibo per esseri umani, bestiame e animali selvatici. Un’intera catena alimentare era basata sulla
produzione annuale di castagne. Oggigiorno gran parte della produzione è destinata al mercato
del prodotto fresco ed essiccato (80% in Italia), cibo per il bestiame (5-10%, soprattutto bestiame
suino, la cui carne assume caratteristiche superiori quando viene alimentato con castagne) e per
l’industria dolciaria (10-15%). Molto limitato, rispetto al passato, è l’uso come legname da
costruzione e per la produzione di tannino, mentre tuttora molto diffusa è la tecnica del ceduo
per la produzione di pali e lanciole usati in viticoltura, frutticoltura e nel settore ornamentale
come sostegni per le giovani piante.
Il Castagno a Stazzema
In un’ottica di valorizzazione del territorio comunale di Stazzema, il recupero della coltivazione
del castagno riveste un ruolo importante.
64
Infatti il paesaggio è caratterizzato in larga parte dalla presenza di boschi e di castagneti; questi
ultimi rappresentano una coltivazione che deriva direttamente dall’agricoltura storica praticata in
Versilia, dove il castagno riscuoteva notevole successo sia per il suo frutto ( adatto sia per
l’alimentazione umana che animale), sia per le indiscusse qualità del legno. Ruolo minore ma non
meno importante era l’utilizzo da parte della popolazione per la raccolta dei funghi, dei prodotti
del sottobosco in genere ed anche per il pascolo.
Il castagno risultava fondamentale in passato soprattutto come surrogato dei cereali; nel territorio
di Stazzema, caratterizzato da forti pendenze, era pressoché impossibile la coltivazione dei cereali
e quindi l’unica fonte di carboidrati poteva essere fornita dalla lavorazione delle castagne.
Con il passare del tempo però molti di questi utilizzi sono diventati sempre meno importanti e la
coltivazione del castagno ha perso parte del proprio valore. La crisi della castanicoltura
Stazzemese però non sì può collegare solo a questi fattori; un ruolo fondamentale è stato
l’abbandono delle montagne a favore delle città. I monti di Stazzema sono stati abbandonati, e
con essi le case, i paesi e di conseguenza anche le aree coltivate.
A tutto ciò bisogna aggiungere l’avvento di attacchi antiparassitari come il “mal dell’inchiostro”
ed il “cancro della corteccia”; queste hanno inciso non tanto sulla consistenza del patrimonio
castanicolo soprattutto sulla produttività della piante.
Superficie dei castagneti da frutto, delle fustaie da legno, dei cedui semplici e composti
Anni
Superficie dei
Superfice
Superficie totale
castagni da fustaie da legno
delle fustaie
frutto (ha)
(ha)
(ha)
Superficie dei
cedui semplici
(ha)
Superficie dei
Superficie totale
cedui composti
dei cedui
(ha)
1955
Italia
Lucca
441625
41447
441625
41447
226521
2592
65365
444
291886
3036
1970
Italia
Lucca
354579
31284
354579
31284
281234
11963
60057
382
341291
12345
1990
Italia
Lucca
211771
28250
276163
28715
14013
870
14883
64392
465
Fonte: Mario Buccianti, Il Castagno in Provincia di Lucca
65
Ancora oggi però il territorio presenta un ambiente molto adatto, sia per clima che per tipo si
suolo, allo sviluppo vegetativo del castagno; a Stazzema, in particolare, è da menzionare la
presenza di una cultivar interessante, la “Politora”. Questa cultivar ha la caratteristica di avere un
fusto poco ramoso ed in genere non ha bisogno di potature, salvo il caso in cui sia necessario
eliminare la biforcazione del fusto qualora si manifesti troppo presto.
Il volume dei rami grossi, anche in piante di notevoli dimensioni, è modesto e di gran lunga
inferiore a quello di altre cultivar.
La corteccia rappresenta il 10% circa del volume del fusto, mentre cimale e ramaglia arrivano al
12.5%.
La politora è in genere poco attaccata dall’Endothia (Cancro della corteccia), però le marze
innestate lo sono in maniera quasi totale.
Questa cultivar non è quasi mai presente in esclusiva per estese superfici ma frequentemente è in
gruppi e soprattutto nelle zone più umide, ad esempio lungo i corsi d’acqua.
Il legno è di colore chiaro con venature e fibre più lunghe, con caratteristiche intermedie tra il
legno a porosità diffusa, con il legno tardivo che mantiene una porosità maggiore rispetto a quello
di altre cultivar e quindi un tipo di cerchia annuale particolarmente adatto a sostenere a lungo la
crescita nel corso della stagione vegetativa. Questo tipo di legname è molto adatto per gli interni.
Il legno della politora ha quindi un elevato interesse, mentre il frutto non presenta particolari
caratteristiche di rilievo ed è considerato scadente nei riguardi di qualsiasi impiego.
Oggi purtroppo l’abbandono ha favorito l’affermarsi di estesi tappeti di rovi, dell’edera (che
talvolta sale anche sui tronchi) e della vitalba che tendono a soffocare le piante coltivate.
66
Castagneti da frutto abbandonati
Comune
Massa per
ha
Età
N° piante
polloni e ceppaie
Im. mc
Stazzema
364
34
325
10,7
Stazzema
177,42
90
127
1,97
Stazzema
40,7
27
320
1,5
Stazzema
182,5
80
290
2,28
Note
Area con prevalenza di
cultivar di Politora 43%,
Carpinese 26, Selvatico 31.
Versante interno Apuane.
Presenze
di
pioppo
tremuilo, ciliegio, orniello,
Veronica
urticaefolia
dominante. Nel tappeto
erbaceo prevalenza di
Veronica urticaefolia
Fonte: Mario Buccianti, Il Castagno in Provincia di Lucca
I risultati della tabella sono stati ottenuti in seguito a studi effettuati su un area del Comune di
Stazzema, in località “Croce”, ad una quota compresa tra m. 570 e m. 580 slm., con una pendenza
media del 40%, su suolo bruno, mediamente profondo, caratteristiche che ben rappresentano
l’intero territorio comunale.
67
6.
AGRITURISMO
Consultando l’elenco delle aziende agrituristiche disponibile sul sito internet 6della Regione
Toscana, risultano presenti nel territorio comunale di Stazzema, n°5 aziende agrituristiche ed
esattamente:
IL PAESAGGIO – Frazione Pomezzana – San Rocchino –Stazzema (LU)
L’azienda agrituristica dell’alta Versilia, posta ad un’altitudine 800 metri, presenta un panorama
veramente suggestivo: di fronte l’ampia veduta della riviera versiliese, con sullo sfondo l’Isola di
Gorgona e di Capraia e, nelle giornate più limpide, anche la Corsica. Alle sue spalle le magnifiche
Alpi Apuane, facilmente raggiungibili con sentieristica segnata, a piedi o in mountain-bike. Cucina
casalinga, rispettosa delle antiche tradizioni locali,offre piatti tipici, quali pasta fatta in casa e carne
di propria produzione.
6
http://www.agriturismo.regione.toscana.it/index-ita.htm
68
LE COPPELLE - Via Versiliana Carducci - Pian di Lago – Terrinca - STAZZEMA (LU)
Nel nord della Toscana all’interno del Parco delle Alpi Apuane, sorge l’azienda agrituristica "Le
Coppelle". L’agriturismo è posto in un ambiente suggestivo fra mare e monti, sotto i maestosi
torrioni del Monte Corchia, in località Pian di Lago. L’agriturismo offre servizi quali ospitalità,
cucina tipica a base di prodotti aziendali, visite guidate con guida del parco naturale delle Alpi
Apuane alt. 1000 metri.
L’AGRIFOGLIO – Loc. le calde - Pomezzana - STAZZEMA (LU)
Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana
LA CAMPANELLA – Loc campanella - STAZZEMA (LU)
Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana
MONTE CROCE – Loc. campogioboli - Palagnana - STAZZEMA (LU)
Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana.
69
7.
SINTESI PER PIANO STRUTTURALE
Il Comune di Stazzema, viene collocato dal PIT nel sistema territoriale della costa e dell’arcipelago e nel
sistema di paesaggio delle Alpi Apuane.
Il suo territorio si trova in buona misura compreso nel perimetro del Parco delle Apuane.
Dal punto di vista geografico-ambientale Stazzema è caratterizzato da rilievi con pendici piuttosto
scoscese, in parte boscate ed parte ricoperte da prati pascoli di varia natura ed origine.
Gli insediamenti sono numerosi, di piccola entità e sono circondati da un anello di terrazzamenti
in cui una volta erano presenti
i coltivi ed che oggi risultano abbandonati ed in fase di
colonizzazione da parte della vegetazione circostante.
Le superfici boscate originarie, costituite da querceti, sono state storicamente sostituite in buona
misura con castagneti, più rispondenti alle esigenze produttive della popolazione. Oggi i
castagneti risultano abbandonati a causa del doppio esodo subito da queste montagne, uno di tipo
rurale, che ha portato la gente a trasferirsi nelle pianure alla ricerca di condizioni di vita più
confortevoli, ed uno di tipo agricolo, per cui la gente, pur rimanendo a vivere in loco ha lasciato
il lavoro in agricoltura o lo conduce part-time.
C’è da dire che queste montagne sono bellissime ma poco si prestano all’utilizzo, sia agricolopastorale, che forestale, per l’impervietà dei luoghi.
Il settore economico trainante consiste nell’estrazione del marmo e nella sua lavorazione.
Da quanto espresso anche se in estrema sintesi appare chiara la necessità di individuare linee di
tutela tese ad uno sviluppo integrato ed integrale di questo territorio e le metodiche per una
concreta realizzazione dello stesso.
Obiettivi:
-
Supporto ai residenti per garantire la loro permanenza in loco al fine di un concreto e reale
ruolo di presidio del territorio, già profondamente segnato dall’abbandono dei decenni
precedenti,
70
-
incentivazione delle attività agricole residuali, anche legate al part-time ed al tempo libero e
per autoconsumo, al fine del mantenimento dei piccoli spazi terrazzati ancora coltivati o,
almeno in passato, posti in prossimità degli insediamenti, che rivestono un ruolo sia di
memoria storica, che di sistemazione idraulico-agraria.
-
Tutela delle praterie montane, attraverso programmi integrati che prevedano una
valorizzazione naturalistica integrata con uno sfruttamento turistico. In quest’ottica saranno
privilegiati programmi di iniziativa pubblica o privata che prevedano interventi, corsi ed
esercitazioni di educazione ambientale volti sia a bambini che ad adulti.
-
Incentivazione delle attività selvicolturali, dotate di opportuni studi di base che ne individuino
gli obiettivi e le finalità di intervento, tese ad uno sfruttamento razionale del bosco per cui il
taglio consente economicamente e rende indispensabile per necessità tecniche, il recupero
delle sistemazioni idrauliche e della viabilità forestale. Le prime di queste rivestono un ruolo
fondamentale per la stabilità dei versanti e le seconde per la prevenzione degli incendi e per le
operazioni antincendio.
71
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Piano Faunistico Venatorio Provincia di Lucca
AA.VV.,L’ inventario Forestale – Boschi e macchie di Toscana- Regione Toscana, Giunta Regionale,
Firenze, 1998
Carta della Vegetazione Forestale della Regione Toscana
Guida d’Italia del Touring Club italiano:Toscana, Garzanti editore, Milano,1974.
D. Riannessi, B. Antonucci, i suoi taccuini: scoperte archeologiche in Versilia, Banca di credito cooperativo
della Versilia, Pietrasanta, 2000.
C. Paolicchi, Cardoso: una comunità millenaria alla ricerca del proprio futuro, Banca di credito
cooperativo della Versilia, Pietrasanta,1998.
F. Bergamini, Cronaca di un genocidio: da S. Anna di Stazzema alle fosse del Frigido, La Darsena,
Viareggio,1977.
ISTAT, Censimenti della popolazione e dell’agricoltura.
L.Gravina, Forte dei Marmi, Seravezza, Stazzema, Arni…Il bel paese, Livorno, 1931.
Parco Regionale delle Alpi Apuane, Piano per il Parco, 2002.
Piano di sviluppo Socio Economico 2003-2007 della “Comunità Montana Alta Versilia”.
PROVINCIA DI LUCCA SETTORE
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO, Piano
territoriale di
coordinamento.
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