Relazione Territorio Rurale in formato A4
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Relazione Territorio Rurale in formato A4
COMUNE DI STAZZEMA (Provincia di Lucca) PIANO STRUTTURALE TERRITORIO RURALE QUADRO CONOSCITIVO Via S. Bibbiana n. 5, 56127 Pisa Collaboratori Dott. Agr. Sergio Cantini Dott. Arch. Chiara Ciampa Pisa, marzo 2006 1. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO ............................................................................................ 7 INQUADRAMENTO ............................................................................................................................................... 7 GEOLOGIA ED IDROGRAFIA ................................................................................................................................ 9 2. CENNI STORICI ........................................................................................................................................ 9 3. GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA ............................................................................................ 25 3.1 I COMPRENSORI OMOGENEI ..................................................................................................................... 25 INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA ................................................................................ 26 PARCO DELLE ALPI APUANE .............................................................................................................................. 27 CENTRI PUBBLICI DI RIPRODUZIONE DELLA FAUNA SELVATICA ......................................................................... 27 GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEGLI UNGULATI ...................................................................................... 27 Il cinghiale....................................................................................................................................................... 28 La caccia di selezione al capriolo.......................................................................................................................... 29 I piani di immissione di fauna selvatica e relativi criteri per la programmazione e la attuazione dei ripopolamenti .................. 29 4 FLORA E VEGETAZIONE ..................................................................................................................... 32 4.1. 4.2 5. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO APUANO STAZZEMESE ................................................................ 32 AREE BOSCATE ......................................................................................................................................... 34 ATTIVITA’ AGRICOLE ........................................................................................................................... 39 5.1 ANALISI DEI PRINCIPALI ASPETTI SOCIO-ECONOMICI RELATIVI AL SETTORE AGRICOLO ATTRAVERSO L'ELABORAZIONE DEI DATI ISTAT E DEI DATI A.N.C.I.T.E.L. ................................................................................ 39 Note generali.................................................................................................................................................... 39 5.2 TREND EVOLUTIVO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE ............................................................................. 40 5.3 DIMENSIONI AZIENDALI E FORME DI CONDUZIONE................................................................................. 41 5.4 GIORNATE DI LAVORO E CATEGORIE DI MANODOPERA ........................................................................... 45 5.5 UTILIZZAZIONE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA ........................................................................................ 46 5.6 DESTINAZIONE DELLE SUPERFICI AZIENDALI .......................................................................................... 50 5.7 UTILIZZAZIONE DEI MEZZI AGRICOLI ...................................................................................................... 56 5.8 AZIENDE CON ALLEVAMENTI................................................................................................................... 58 5.9 ELENCO REGIONALE DEGLI OPERATORI BIOLOGICI (AGGIORNATO AL 31/12/05) ................................... 59 5.10 LA CASTANICOLTURA A STAZZEMA ...................................................................................................... 60 6. AGRITURISMO ........................................................................................................................................ 68 7. SINTESI PER PIANO STRUTTURALE ............................................................................................... 70 2 INTRODUZIONE Il P.I.T.(Piano di Indirizzo Territoriale) individua, nel territorio della Provincia di Lucca, tre sistemi territoriali: - il sistema territoriale dell’Appennino; - il sistema territoriale dell’Arno; - il sistema territoriale della Costa e dell’Arcipelago. Il Comune di Stazzema viene fatto appartenere, da detto strumento sovracomunale, al sistema territoriale della Costa e dell’Arcipelago e nel sistema di paesaggio delle Alpi Apuane. Tale sistema si presenta, in Versilia, con la particolare connotazione di un insieme articolato e interconnesso di realtà urbane consolidate (Viareggio, Pietrasanta, Camaiore), di settori produttivi talvolta fortemente specializzati (turismo, cantieristica, lapideo), di bacini idrografici ampi e spesso fragili (fiume Versilia, fiume di Camaiore), di ambienti naturali e paesaggi complessi (Parco di Migliarino-S. Rossore- Massaciuccoli, Parco delle Alpi Apuane). Questa particolare e complicata caratterizzazione morfologica della Provincia di Lucca viene configurata dal P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento-provinciale) considerando tre estesi ambiti territoriali distinti per caratteri storici, geografici e morfologici: - la Versilia; - la Piana di Lucca; - la Valle del Serchio. Il Comune di Stazzema ricade nell’ambito della Versilia, è compreso all’interno della fascia costiera toscana, e rappresenta un “elemento” di questo più vasto territorio; ha relazioni di continuità morfologica e funzionale a Nord con il territorio apuano e a Sud – attraverso le discontinuità ambientali del Massaciuccoli e del sistema delle pinete litoranee – con l’area pisana. 3 E’ da evidenziare, come sarà dettagliato in seguito, che buona parte del territorio comunale di Stazzema risulta compreso nel perimetro del Parco delle Apuane istituito con Legge Regionale n. 5/85 . Come prima classificazione del territorio provinciale dal punto di vista ambientale ed economico agrario, vengono individuati sette ambiti omogenei, distinti per "caratteristiche, frequenze e sequenze diverse di classi di uso del suolo" che sono complementari a precise e comuni "caratteristiche orografiche, fisico- morfologiche, chimico-fisiche". Tali ambiti corrispondono seguenti alle strutture territoriali: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Sistema Appenninico Sistema Apuano Massiccio delle Pizzorne Colline lucchesi - Colline del Quiesa Monti Pisani Piana di Lucca Fascia costiera Il Comune di Stazzema appartiene al Sistema Apuano 2b Sulla base della chiave di lettura per classi di uso del suolo, ogni ambito territoriale è stato articolato in due sistemi: A) Territorio a prevalente naturalità: B) Territorio di interesse agricolo: Articolazione del territorio aperto secondo la Carta dell'uso del suolo extraurbano ZONE STRUTTURE TERRITORIALI APUANO COMUNI b) Stazzema VERSILIA FASCIA COSTIERA 4 Il Piano Territoriale di Coordinamento, sulla base del quadro conoscitivo, individua le “strutture territoriali” cioè quelle parti di territorio che connotano e danno unicità alla provincia di Lucca nel contesto regionale e nazionale. Le “strutture territoriali” sono state pertanto articolate in ambiti più circoscritti denominati “ambienti e paesaggi locali” individuati attraverso una operazione di screening tra i diversi tematismi elaborati dal quadro conoscitivo quali quelli relativi: - ai sistemi vegetazionali - ai sistemi agricoli - al sistema dei beni culturali - al sistema insediativo concentrato e sparso. Gli “ambienti e paesaggi locali” individuati sono 52 e costituiscono l’articolazione del Piano Territoriale di Coordinamento quale piano urbanistico–territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici. Sono unità territoriali significative caratterizzate da diverse connotazioni degli elementi che configurano il paesaggio Il Comune di Stazzema ricade nella struttura territoriale apuana (AA) ed è caratterizzato al suo interno da 3 “ambienti e paesaggi locali”, e precisamente: AA6 Il gruppo delle Panie AA7 Il monte Altissimo ed i suoi bacini AA8 Le prealpi tirreniche Per quanto riguarda il territorio rurale la Provincia di Lucca è stato classificata dal punto di vista ambientale ed economico agrario in: - TERRITORIO A PREVALENTE NATURALITÀ - TERRITORIO AD INTERESSE AGRICOLO 5 Un livello successivo di definizione è stato operato attraverso il riconoscimento nel territorio a prevalente naturalità di due ambiti definiti come territorio a prevalente naturalità di crinale e territorio a prevalente naturalità diffusa Il territorio di interesse agricolo è articolato ai sensi dell’art. 7, punto a, della L.R.T. 64/95 e successive modifiche, in : a) territorio di interesse agricolo primario, b) territorio di interesse agricolo. In sintesi il Piano Territoriale di Coordinamento individua quale primo elemento di riferimento per l’articolazione del territorio aperto per gli strumenti urbanistici comunali la seguente classificazione: territorio a prevalente naturalità di crinale territorio a prevalente naturalità diffusa territorio di interesse agricolo primario territorio di interesse agricolo All’interno del territorio di interesse agricolo primario sono state riconosciute 12 zone a cui corrispondono specifici criteri ed indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento. 6 1. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO Inquadramento Il Comune di Stazzema, appartenente alla Provincia di Lucca, si estende per 80,72 Kmq nell’alta valle del fiume Vezza; il territorio si trova nella zona più depressa della Versilia Confina a nord con i Comuni di Vagli e Careggine, ad est con Molazzana e Vergemoli, a sud con Pescaglia e Camaiore e ad est con i Comuni di Seravezza e Pietrasanta. Il Comune a nord-ovest, in piccolissima parte, confina anche con la Provincia di Massa Carrara e più precisamente con il Comune di Massa. PROVINCIA DI LUCCA – in grigio il Comune di Stazzema Prov. di Massa Carrara Tra il mare e l’Appennino si interpone una catena montuosa quella delle Alpi Apuane, un complesso eccezionale dal punto di vista geologico, ambientale e paesaggistico. Questa catena delle Alpi Apuane è la caratteristica preponderante di questo territorio: monti dalle vette alte, dove spesso sui loro fianchi si scorgono i ravaneti, cioè affioramenti marmorei biancastri. 7 Il Comune di Stazzema ha raggiunto l’assetto attuale dal punto di vista amministrativo nel 1929, quando gli fu aggregata la frazione di Arni, sottratta al Comune di Vagli di Sotto. Attualmente il Comune di Stazzema risulta suddiviso in 18 frazioni: Levigliani, Arni, Pomezzana, Retignano, Terrinca, Pruno, Volegno, Cardoso, Ruosina, Pontestazzemese, Palagnana, Stazzema, Mulina, Gallena, Farnocchia, Sant’Anna, Culla e Campagrina. Fonte: www.versilia.org/vacanze/ alta_versilia 8 Geologia ed Idrografia Per ulteriori dettagli si rimanda al capitolo 3 “ Sistema Suolo e Sottosuolo” della Valutazione degli Effetti Ambientali ed alla Relazione Geologica. 2. CENNI STORICI Tracce della presenza umana nel territorio dell’alta Versilia risalgono al Paleolitico, poi al Neolitico, tuttavia si ha prova delle modifiche al paesaggio a partire dall’età del bronzo, quando, nel passare da cacciatore ad agricoltore, l’uomo iniziò l’opera di disboscamento per creare villaggi (vicus e pagus) con intorno un anello di aree coltivate, mentre i boschi intorno venivano gestiti 9 per la produzione della legna. Più in alto c’erano i pascoli (compascua) per l’alimentazione estiva del bestiame. Successivamente, con la dominazione romana (II sec.a.C.), furono messe a coltura vaste pianure e cominciò l’escavazione “industriale” del marmo, senza cambiare nulla dell’economia montana. A partire dall’alto medioevo i boschi misti a cerro, carpino nero e roverella iniziarono a venir sostituiti dal castagneto da frutto e l’uso delle praterie in quota venne regolamentato da statuti. Intanto i terreni intorno agli insediamenti, opportunamente terrazzati, furono coltivati a cereali minori come orzo, segale e farro, e, laddove l’esposizione favorevole lo consente, anche a vite e, ancor più raramente, a olivo. Dal punto di vista politico-amministrativo Stazzema, fino al X secolo, appartenne alla giurisdizione della curia lucchese, solo successivamente fu ceduta dal vescovo di Lucca ai visconti Fraolmo, dai quali discesero i nobili di Corvaia e di Vallecchia, che governarono questo territorio nei secoli successivi. Più tardi Stazzema fu contesa tra Genova e Firenze ed ebbe lo stesso destino della vicina Pietrasanta, diventando nel 1484 parte della Repubblica di Firenze, con tutta la sua vicaria composta dal paese omonimo e dalle frazioni di Cardoso, Farnocchia, Galleno, Levigliani, Pomezzana, Pruno, Volegno, Retignano e Terrinca. Il territorio comunale era noto, oltre che per l’attività estrattiva marmorea, anche per le sue ricche miniere d´argento che, nel tempo, incentivarono l´allestimento di un ben organizzato sistema difensivo. La Torre dell´Argentiera, il Monte Rocca, il Castellaccio di Gallena e la Torre di Monte Anchiana costituirono il più interessante punto di difesa strategica della porzione di territorio stazzemese legato all´antica zona di estrazione mineraria dell´Argentiera di S. Anna. Proprio a S. Anna sono ancora presenti gallerie scavate a scalpello di epoca medievale e medicea. Altri castelli e siti fortificati del territorio comunale furono quelli di Farnocchia e Pomezzana. 10 Lo sviluppo dell’industria estrattiva, in particolare dalla fine del 500, richiedeva sempre maggiori quantità di legna, di conseguenza, si ebbe un forte disboscamento, impoverendo il patrimonio forestale, la formazione di aree denudate e praterie di sostituzione, nonostante i tentativi di controllo del fenomeno. La situazione peggiora con l’aumento della popolazione alla fine del 700, perché il disboscamento si rese necessario anche per avere a disposizione nuove aree da coltivare e nuovi pascoli; tra l’altro il taglio dei boschi fu liberalizzato dalle riforme di Pietro Leopoldo di Lorena. Risale a questo periodo la messa a coltura, soprattutto per la produzione di farro e patate, di aree montane di alta quota, in cui, ancor oggi permangono i terrazzamenti. Alla metà dell’800 a Stazzema la popolazione raggiunge le 6048 unità e, dice Repetti, i prodotti agrari erano costituiti da castagni, pascoli per ovini e caprini, segale, patate e poco vino nei luoghi più bassi e meglio esposti. Inoltre tra le attività manifatturiere vantava una tradizione secolare la lavorazione del ferro, tanto che venivano fabbricate le canne da fucile. Il contesto economico cambiò poco sia con la dominazione dei Fiorentini che con il Regno d’Italia (per inciso il territorio di Stazzema fu legato alla città di Firenze fino all’Unità d’Italia; questo legame è ricordato anche nello stemma del Comune, infatti, risulta ancora presente il giglio d’oro nella parte centrale dello stesso). Dopo l’800 iniziò un processo di emigrazione e di conseguente spopolamento, con conseguenze a sfavore della castanicoltura e delle attività agricole. Certamente ancora fiorente era ed è l’attività estrattiva e di lavorazione del marmo. Dalla guerra l’attività di escavazione e di lavorazione del marmo iniziò ad arrestarsi, fino a quando cessò del tutto, così agli abitanti di queste terre non rimase altro che dedicarsi alla pastorizia e all’agricoltura, si coltivava in particolare vite ed olivo, anche se gli appezzamenti non erano molto estesi per ragioni, ovviamente, morfologiche. 11 Comunque queste attività erano sufficienti ad un mero mantenimento, tanto che, quando durante la seconda guerra mondiale molte persone ed intere famiglie sfollarono per cercare rifugio sulle montagne, non fu possibile soddisfare i loro bisogni minimi di sostentamento, pur incrementando l’allevamento. Cenni di storia del paesaggio agrario del territorio di Stazzema. Fonti bibliografiche e storiografiche dimostrano che il paesaggio agrario dell’Alta Versilia, almeno a partire dal 1500 era strettamente collegato alla presenza degli insediamenti, intorno ai quali si sviluppava un anello in cui venivano coltivati i prodotti di prima necessità per la famiglia come cereali ed ortaggi; esterno a questo era presente un secondo anello di castagni, anche questi essenziali per l’alimentazione, poi c’erano i boschi, importanti per l’approvvigionamento del legname, ed infine, sulle sommità dei monti, c’erano gli alpeggi, nelle cui praterie venivano portati gli animali a pascolare in estate. Si tratta, palesemente, di una economia di sussistenza basata sull’autoconsumo e sull’uso collettivo di alcune risorse (usi civici). Il castagno rivestiva una particolare importanza nell’economia della vita quotidiana in quanto il frutto, o meglio la farina, costituiva la base dell’alimentazione, il legno era essenziale sia come fonte di energia (per ardere) sia per materiale da costruzione, le frasche venivano usate come foraggio e lettiera per il bestiame. I boschi servivano, oltre che per la produzione di legname, anche per l’alimentazione del bestiame (ghiande da specie quercine). Per diminuire i fenomeni erosivi, quando si disboscava, per mettere a coltura o per sostituire il bosco con un novellato di castagni da frutto, venivano praticati terrazzamenti e ciglionamenti. Tra il 1600 e l’inizio del 1800 avvennero cambiamenti in Alta Versilia poiché alla politica immobilistica degli ultimi Medici subentrò l’attività riformistica prima dei Lorena e poi di Napoleone. 12 Tra le leggi promulgate vale la pena citare quella del 30.09.1772 mediante la quale il Capitanato di Pietrasanta venne trasformato in Vicariato e quella del 21.07.1776 che ridusse le nove preesistenti Comunità a tre: Pietrasanta, Seravezza e Cappella, Vicaria (Stazzema). La riorganizzazione politica fece emergere la necessità di conoscenza del territorio per cui presero impulso le prime elaborazioni di catasto, proseguite successivamente da Napoleone. Questi ed altri documenti dell’epoca hanno permesso di mettere a fuoco una realtà economica e sociale ancora di sussistenza: l’agricoltura, già condizionata da clima e giaciture difficili, era praticata su superfici limitate, frazionatissime, con metodi antiquati. L’attività estrattiva era presente, tuttavia i materiali venivano esportati grezzi; non c’era attività di lavorazione. Molti erano gli immigrati presenti in questo territorio, praticavano la pastorizia in modo irrazionale, oppure erano impiegati nella estrazione del marmo e nella lavorazione del ferro. I commercianti erano pochissimi, appena sufficienti a rispondere alle necessità locali. La quasi totale assenza della rete viaria, soggetta a dilavamento, rendeva spesso la situazione impraticabile. Entrando più specificamente nel dettaglio, di come poteva apparire il paesaggio agrario del territorio stazzemese, tra gli anni che vanno dal 1600 al 1800, è stato opportuno trovare fonti interessanti, riportate in bibliografia, che hanno utilizzato gli Estimi dell’epoca; importanti e significativi sono gli ultimi, più precisi e dettagliati, oltre alla cartografia reperita in diversi archivi. In particolare sono stati esaminate, oltre a Stazzema, alcune località maggiori come Cardoso, Farnocchia, Gallena, Pomezzana, Ruosina e minori come Culla, Malinventre, Mulina di Stazzema, S. Anna, oltre a Colletti di Ruosina e Valventosa che rientravano in quella di Seravezza. Il territorio, di tipo montuoso, caratterizzato da pendii assai scoscesi, è stato utilizzato da sempre per la coltivazione del castagno, che in molti luoghi era stato sostituito ai boschi misti autoctoni. Riferimenti alla composizione dei quali si riscontra anche nei toponimi, ad esempio Farnocchia (farnia, quercia). Per ragioni pedoclimatiche erano scarsamente presenti la vite, l’olivo ed il grano, mentre diffuse erano segale e panico. 13 Intorno ai paesi, ad anello, di solito in terrazzamenti, erano presenti aree coltivate con ortive, alberi da frutto, canapa e gelsi per l’alimentazione del baco da seta; i cui centri di maggior produzione erano soprattutto Cardoso e Stazzema ma anche Pomezzana, Farnocchia, Culla, mentre era assente del tutto a Gallena. Insieme al castagno l’altra attività agricola importante era l’allevamento del bestiame; rilevante era il numero dei suini, in particolare a Farnocchia dove esisteva una lecceta comunale, in cui dal 29 settembre al 6 gennaio era proibita la raccolta ed il pascolamento, se non in giorni stabiliti. Consistente era l’allevamento delle pecore, meno dei bovini. Limitato era il numero delle capre a causa della loro voracità che poteva distruggere il bosco. La protezione del patrimonio boschivo e delle selve avveniva attraverso il divieto di pascolamento e l’istituzione di bandite nei periodi di germinazione e fruttificazione, oltre che attraverso la regolamentazione del taglio dei boschi e della produzione di carbone. Di seguito viene analizzata ogni singola frazione dal punto di vista geografico, storico ed economico. LEVIGLIANI La frazione di Levigliani è situata, ad un’altitudine di circa 650 metri, nella valle di Cansoli che si estende dal monte Corchia fino ad arrivare al paese di Ruosina. Le origini di questo insediamento sembrano essere molto antiche, ciò è testimoniato dai numerosi reperti archeologici di origine etrusca, nonché dalle necropoli dei liguri apuani. Sono emerse strette relazioni tra Levigliani e la frazione limitrofa di Terrinca, tanto che si presume che anticamente fossero “unite”; soltanto nel 1572 si divisero. Uno tra gli elementi di maggior pregio storico-architettonico è rappresentato dalla chiesa il cui impianto risale al 1539, mentre l’assetto attuale risale al 1700. 14 Nel paese di Levigliani troviamo inoltre il famoso Antro del Corchia che, con i suoi oltre cinquanta chilometri di cuniculi e ramificazioni sotterranei, è la più grande grotta carsica d'Europa. Questa zona, intorno ai primi del Novecento, veniva descritta così:“(…)Estesi boschi di castagni secolari, vigneti e altra prospera vegetazione accrescono la bellezza vergine e primitiva di questo luogo ameno e pittorico, che forma una delle più ricercate stazioni climatiche estive”. E ancora: “(…)Il popolo è occupato nel lavoro delle cave, nel taglio dei boschi, nella pastorizia e nelle opere dei campi, ed è sobrio, industrie e di svegliato ingegno”1. Attualmente l'economia prevalente nella frazione di Levigliani è l'attività estrattiva, infatti le cave situate tutte sull'immenso bacino marmifero del monte Corchia, producono un tipo di marmo detto Arabescato che, per le sue caratteristiche proprietà, è richiesto da un vastissimo mercato. Gli abitanti al 1800 risultavano 1930 POMEZZANA La frazione di Pomezzana è ubicata sul fianco occidentale del monte Gabbari, “uno de’ contrafforti meridionali dell’Alpe Apuana che stendesi sopra Camajore congiuntamente con l’Alpe di Farnocchia e quella di Stazzema”2. Proprio presso la sommità del monte Gabbari è stato ritrovato un’insediamento, tra quote 1050 e 1100 m.s.l.m., che ha restituito una notevole quantità di ceramica in prevalenza grezza databile tra III e II sec a.C.; meno consistente la percentuale di vernice nera e di anfore greco-italiche. Documenti ritrovati all’Archivio Arcivescovile di Lucca attestano che già dal 991 si hanno notizie della villa di Pomezzana. Attualmente l’elemento architettonico per eccellenza è rappresentato dalla Chiesa di S. Rocco con le preziose opere di oreficeria lucchese . Gli abitanti al 1930 risultavano 367. 1 2 Gravina. L., Forte dei Marmi Seravezza,Stazzema Arni…, Il bel paese, 1931, p.43. Repetti 15 ARNI La frazione di Arni è situata ad un’altitudine di circa 920 mt, al di là del Monte Altissimo. E’ separata da Massa e dalla Versilia mediante il colle del Cipollaio ed il Passo del Vestito. I monti che circoscrivono questa porzione di territorio sono: il Sella, il Vestito, l'Altissimo, il Cipollaio, il Corchia e il Frèddone. La valle di Arni presenta una forma longitudinale, si sviluppa da ovest ad est, estendendosi per circa tre chilometri; la ricchezza del paesaggio è rappresentata dalle faggete, dai castagneti, dai luoghi di pascolo ed anche dalla presenza di ottima acqua. E’ necessario sottolineare importanza dei monti che circondano Arni dal punto di vista geolitologico ed anche economico, infatti sono ricchi di filoni di fahlerz, di piombo argentifero, di rame piritoso, di estesi strati di navacolite, di calciscisto, di dolemite e di marmi bianchi. Inoltre è interessante ricordare come in questa valle il prof. Igino Cocchi, alla metà dell’Ottocento, osservò i resti di una morena frontale, ciò ha testimoniato l'esistenza di un'antica ghiacciaia nella valle; da qui iniziarono approfondimenti relativi ai ghiacciai in tutte le Alpi Apuane. Ad Arni la prima cava dove si estraeva marmo fu aperta nel 1849; successivamente, nel 1861, la valle di Arni fu citata dalla Rivista dei Comuni d'Italia; nell’articolo si sottolinea la necessità di aprire una strada di collegamento in modo tale da incentivare il commercio dei marmi. Ancora oggi l'attività economia prevalente è quella legata all'estrazione del marmo che vede occupati numerosi addetti. La valle di Arni rappresenta un nodo geografico tra la Versilia, la Garfagnana e Massa. Gravina, nel 1931, afferma: “Arni è il cuore delle Alpi Apuane ed è il centro climatico assai apprezzato, di villeggiatura montana. E’ un cantuccio della Svizzera a due ore dal mare: il paradiso alpino dell’Alta Versilia”3. La popolazione nel 1931 ammontava a 848 abitanti mentre oggi se ne contano solo poco più di 300. 3 Gravina. L.,Forte dei Marmi Sewravezza,Stazzema Arni…,Il bel paese, 1931, p.48. 16 TERRINCA Piccolo paese a mezza costa tra la Pania, la Corchia e il Monte Altissimo, adagiato ai piedi del monte Corchia, circondato da boschi di castagno, ubicato ad una quota di circa 500 mt. E’ considerato il paese è il più antico della Versilia, le prime testimonianze scritte risalgono al 766 d.C., periodo nel quale si affermò della dominazione Longobarda in Italia. Successivamente diviene Comune autonomo (1376) insieme a Levigliani, risale al 1572 la separazione con quest’ultimo. Passò poi sotto il dominio di varie casate e famiglie: Medici, Francesi, Lucchesi, fino a divenire una frazione del Comune di Stazzema. Molte sono le testimonianze storichearchitettoniche di rilievo quali la chiesa di S. Clemente il cui impianto risale al VIII sec, inotre sono presenti numerosi stemmi e portali Medicei, lapidi e rilievi marmorei di varie epoche (romaniche, del 1600, del 1700 ecc). Altro elemento di rilievo è costituito dal paesaggio circostante ricco boschi di castagno e faggio intervallati da alpeggi come Puntato e Campanice. Il Gravina desrive Terrina come: “(…)un paesello(…) coronato da folte selve di castagni, da vigneti e da campi ben coltivati(…) Il popolo è occupato nelle cave, nei lavori dei campi, nell’allevamento del bestiame, nella pastorizia e nell’industria casearia. Vi è abbondante produzione di latticini, di castagne e di vino.4” Nel 1931 gli abitanti risultavano 1300. PRUNO Pruno si colloca sul lato meridionale della Pania forata, denominata l’Alpe del Pruno, ad un’ altitudine di circa 468metri. Il paese di Pruno, considerato dal Gravina “Un gruppo di umili 4 Gravina. L.,Forte dei Marmi Sewravezza,Stazzema Arni…,Il bel paese, 1931, p.45. 17 casette, ma in bell’ordine, si eleva sul colle selvoso…”,5 mantiene un impianto urbano medioevale, particolarmente evidente nell'arroccamento centrale a torre. Il paese è ricordato in documenti dell’804 e 823, così ci suggerisce il Repetti. La Chiesa di San Niccolò è uno tra gli elementi architettonici di maggior rilievo l’impianto risale al 1388, tuttavia subì notevoli interventi, tra i quali anche ampliamenti, uno dei quali risale al 1589. Ovviamente anche questa frazione è inserita in un contesto ambientale ricco: è immersa nel verde delle Alpi Apuane con di boschi di castagni, oltre agli alpeggi delle Caselle, della Pereta, di Rocchetta, di Poggiogo. Quest’ultimi rappresentano i luoghi delle passate attività di transumanza per altro non del tutto estinte. vi sono boschi di castagni, tra i quali si snoda una strada che collega Seravezza a Stazzema. Pruno è conosciuto per la Pieve romanica di S. Niccolò e per il Presepe Vivente (è inoltre in allestimento il Centro museale ed etnografico delle arti e dei mestieri della civiltà agreste e apuana). Popolazione al 1833: 659 abitanti. RETIGNANO La frazione di Retinano si è strutturata sotto l’Alpe della Pania o Apuana Terrina, con il torrente della Rosina che stabiliva il confine tra la diocesi di Lucca e la diocesi di Luni. Nel 1833 risultavano 455 e nel 1833 erano 700. VOLEGNO Altitudine m. 438. Oratorio del XVI secolo 5 Ivi, p.37. 18 CARDOSO Cardoso sorge ad un’altitudine di circa mt 265; le sue origini risalgono al periodo neolitico, molti infatti sono stati i ritrovamenti. Data significativa è il 1407, quando vennero accorpati tre villaggi: Cardoso, Malinventre e Farneta; quest’ultime, a causa di lotte interne, intorno al 1530, si divisero. Attualmente il paese è il risultato dell’agglomerato originario con l'aggiunta di un piccolo borgo dell'Orzale. L’economia locale è basata sull'estrazione e sulla lavorazione della pietra del Cardoso, pietra conosciuta fin dal X secolo, utilizzata per la realizzazione di elementi architettonici quali:stipiti, soglie, scalini ed altro. Elemento di rilievo nel paese è la chiesa di S. Maria Assunta anteriore al 1650, anche se è di modesta fattura, di fronte alla quale vi è una torre campanaria del 1745. Purtroppo nel giugno del 1996 il paese di Cardoso è stato quasi completamente distrutto da una tremenda alluvione che ha comportato morti e danni in tutta la valle dalla foce del fiume Versilia sino a Cardoso. Quest’ultimo è stato il paese più colpito, e più della metà del paese fu distrutto da frane o portato via dalla furia delle acque. Già dal 19… la frazione di Cardoso risulta essere ricostruita; la riedificazione è stata realizzata in conformità rispetto alle caratteristiche del luogo. Nel1833 contava 353 abitanti(Repetti) RUOSINA Ruosina è un piccola frazione posta in una vallata dell'Alta Versilia a 102 metri di quota, la prima del Comune di Stazzema che s'incontra salendo dal litorale. Molte sono le testimonianze specie nei secoli XVII e XVIII; infatti, Ruosina costituiva uno tra i maggiori centri della lavorazione del ferro nella zona; ricordiamo che qui vi fu anche la dimora della Regia Magona medicea, ciò è anche documentato dalla presenza di stemmi lapidei su alcuni paramenti murari. 19 Assunse un importante ruolo di centro amministrativo e politico dalla fine del 1700 e per quasi tutto il 1800. Infatti il borgo è stato il centro più importante del Comune di Stazzema, in quanto vi era la Sede Municipale, fu aperto il primo Ufficio Postale; qui si trovavano la Farmacia, il Notaio, il Medico, il Veterinario. Questa situazione si protrasse fino al 1883, data in cui la Sede Municipale venne trasferita a Pontestazzemese. Purtroppo da allora iniziò progressivo degrado: delle varie strutture è rimasto, attualmente, soltanto l'ufficio postale e il monumento con la grande trota in memoria di quella pescata da Maria Cristina di Lorena nel 1603. PONTESTAZZEMESE La frazione si trova ad una quota di circa 160metri, in un luogo caratterizzato della presenza del Canale delle Mulina che confluisce nel Canale Versilia. Pontestazzemese è sede del centro amministrativo del Comune di Stazzema. Gode di un paesaggio tipicamente montano: in primo piano vi è il Monte Forato (1223 m.) e, sulla sua sinistra, la Pania della Croce (1859 m.). Il paese, come tutti i luoghi montani, presenta in estate un clima fresco, mentre in inverno, trovandosi in una valle e lungo il fiume la temperatura è fredda ed umida. La lavorazione del marmo è la principale fonte di reddito per la popolazione. Ricordiamo che Pontestazzemese è stato pesantemente danneggiato dall'alluvione del giugno 1996. PALAGNANA Il paese è ubicato ad una quota di circa 790metri nella parte inferiore del Monte Croce (1314 m.) e del Monte Matanna (1317 m.), sembra che abbia avuto origine in quanto luogo sorto come alpeggio estivo del borgo di Stazzema. L’edificato, che declina verso il torrente Turrite, si sviluppa lungo il crinale della montagna; il luogo è immerso in un contesto boschivo ricco di castagni e di faggete. Famose sono le sue Grotte del Vento, ricche di stalattiti e stalagmiti. 20 STAZZEMA Frazione edificata ad un’altitudine di circa 450 metri, si trova su un’altura panoramica alle falde del M. Matanna e del M. Nona e presenta un impianto che ricorda la forma di un grande triangolo. Si hanno notizie di un castello a Stazzema mediante un documento del 1219 in cui si attesta che i proprietari furono i nobili Torpachi di Corvaia e di Vallecchia, nel luogo in cui adesso vi è la canonica della Pieve. Prima del X secolo risulta essere sotto la giurisdizione della curia lucchese, venendo ceduta dal vescovo di Lucca Gherardo ai visconti Fraolmo, dai quali discesero i nobili di Corvaia e di Vallecchia che governarono il centro nei secoli successivi. Nel 1270 vi si giurò la lega tra Pisa, Versilia e Garfagnana contro Lucca. Nel 1484 risulta sottomessa a Firenze, diventando parte nel 1513 nel Capitanato di Pietrasanta. Nel 1776 diventa capoluogo dell’Alta Versilia. Attualmente due sono gli elementi storico-architettonici di maggior rilievo conservatisi: il Campanile, che si trova a picco sul fiume, e la Pieve, costruzioni entrambe erette intorno al sec. IX. La Pieve di S.Maria Assunta, romanica, dichiarata monumento nazionale, presenta un prospetto rivestito in marmo; la chiesa è anteriore all’800 ed è stata costruita con materiale recuperato da rocche e castelli demoliti, come testimoniano le iscrizioni presenti nei blocchi utilizzati. Stazzema è un centro marmifero noto fin dall’epoca romana, conosciuto anche per le sue miniere d’argento. Infatti l’economia del luogo in passato, come oggi, era basata sull’escavazione, sull’industria ed sul commercio del marmo, raggiungendo un notevole incremento nel XVIsec Attualmente sembra discreto l'apporto economico del turismo almeno nella stagione estiva. L'agricoltura, invece, che già nel dopoguerra mostrava una consistenza di gran lunga inferiore a quella del settore industriale, è oggi attività marginale. Il Comune di Stazzema conta, nel 1991, 3.637 residenti, con una densità di 45 abitanti per kmq. Salita da 2.477 unità nel 1551 a 3.940 nel 1745, la popolazione del comune ha conosciuto nell'Ottocento un rilevante incremento, passando da 5.759 unità, nel 1830, a 7.602 nel 1881. Nel 21 Novecento, invece, i rilevamenti hanno registrato una costante tendenza al declino: 7.520 abitanti nel 1936, 7.058 nel 1951, 6.079 nel 1961, 4.895 nel 1971 e 4.145 nel 1981. S.ANNA S. Anna di Stazzema è una piccola frazione ubicata in una conca naturale in prossimità del monte Lieto ad un’ altitudine di circa 660 metri. Fino a dopo la guerra non era possibile raggiungere il paese se non mediante delle mulattiere e sentieri; in tali condizioni era difficile lo svilupparsi economico di un centro, seppur il paesaggio circostante sia di indubbia bellezza. Ricordiamo che anticamente S. Anna faceva parte del Comunello di Farnocchia ed era considerata l'alpeggio estivo. La frazione di S. Anna, praticamente attraversato dalla Linea Gotica, è purtroppo legata al barbaro massacro eseguito dalle truppe naziste il 12 agosto 1944, una fra le giornate più terribili, tragiche, che testimoniano la disumana ferocia nazista. Attualmente il paese e i suoi dintorni sono inseriti nel "Parco della Pace. Gli abitanti durante guerra erano 327(il doppio con gli sfollati) MULINA È un paese che si trova nel fondovalle ad un’altitudine di circa 240 metri, si sviluppa lungo la strada provinciale che collega il centro amministrativo comunale di Pontestazzemese con Stazzema. E' caratterizzato dall’attraversamento di un torrente. La frazione è suddivisa in tre borgate: Carbonaia, Culerchio, Calcaferro; da quest’ultima è possibile raggiungere le sorgenti delle Molinette, immerse in un suggestivo paesaggio e da cui sgorgano acque oligominerali. Le sorgenti presenti nella zona di Mulina rappresentano un elemento di richiamo per molte persone, specie dalla piana versiliese. Mulina, nei secoli XV e XVI, fu rinomata per la lavorazione del ferro che veniva utilizzato per la fabbricazione di utensili e di armi nonché per l'estrazione diretta del minerale. Gli abitanti sono circa 190 22 GALLENA Gallena è ubicata fra boscosi monti ad un’altitudine di circa 360 metri. Il piccolo borgo ha origini antiche: il suo nome è di origine romana ed è connesso all'escavazione e alla fusione del minerale piombo-argentifero, che qui si estraeva e si fondeva. A testimonianza di queste attività sono sia i profondi cunicoli, ancora esistenti, sia alcuni ferri ossidati rinvenuti sul luogo insieme a monete dell'Impero. FARNOCCHIA Farnocchia si trova in una posizione panoramica in quanto da qui è possibile apprezzare, da una quota di circa 650 metri, i monti delle Apuane: Matanna, Procinto, Forato, Pania Secca, Pania della Croce, Corchia; poco distante è anche il Monte Gabberi, considerato una naturale terrazza sul mare: è possibile scorgere dal Golfo della Spezia a Livorno e fino all'isola della Gorgonia. L'etimologia è incerta, tuttavia sembra derivare da un toponimo botanico. Farnocchia come primo nucleo abitato, si crede che abbia origine nel mondo preromano dei Liguri Apuani. La più antica menzione risale al 789 in un documento dell'Archivio Vescovile di Lucca. LA CULLA La Culla è un borgo,a quota 450 metri, costruito su un ripido pendio, interamente circondato da uliveti. L’edificato si struttura su strati orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte Gabberi. Gli abitanti traggono le loro risorse economiche da varie lavorazioni artigianali ed industriali che vengono svolte nelle aziende della piana. CAMPAGRINA Altitudine m. 805 23 Ripartizione della popolazione per frazioni (Dati ISTAT Censimento 2001): Frazione Arni Cardoso Farnocchia Gallena La Culla Levigliani Mulina Palagnana Pomezzana Pontestazzemese Pruno Retignano Ruosina S.Anna Terrinca Volegno Stazzema TOTALE Abitanti 265 240 103 68 55 372 171 94 250 321 120 368 221 27 396 62 234 3.367 24 3. GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA Il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Lucca rappresenta lo strumento attraverso cui si realizza, in materia di gestione faunistica e venatoria, il ruolo di governo della Provincia; è dunque lo strumento di programmazione con il quale sono definiti gli obiettivi, le azioni ed i criteri di intervento utili per giungere ad una razionale gestione del territorio e delle popolazioni animali selvatiche che in esso vivono. La superficie agro-silvo-pastorale utile per la programmazione faunistico-venatoria (S.A.F.) della Provincia di Lucca si estende per 152.944 ettari, di cui 5782 ha nel Comune di Stazzema (su una superficie comunale di 8072 ha). Stazzema S.A.F. (ha) 5782 % S.A.F. su Provincia 3,8 Le aree dove invece l'attività venatoria è vietata entrano a far parte del territorio utilizzato ai fini della protezione della fauna selvatica, il quale può estendersi fino ad un massimo del 30% della superficie agro-silvo-pastorale ai sensi dell’art. 9 comma 3 lett. a) della L.R. n. 3/1994. In queste aree di salvaguardia del patrimonio faunistico rientrano i parchi, le riserve naturali, le oasi di protezione, il demanio regionale, le zone di ripopolamento e cattura (ZRC), i fondi chiusi e tutte quelle zone comunque interdette all’attività venatoria per effetto di altre leggi o disposizioni. Nei seguenti paragrafi si prenderanno in considerazione principalmente gli aspetti del Piano Faunistico Venatorio che riguardano il Comune di Stazzema. 3.1 I comprensori omogenei Il territorio provinciale di Lucca risulta attualmente diviso in due Comprensori Omogenei definiti in base all’omogeneità morfologia e vocazionale per le diverse specie faunistiche: 25 Lucca 1 (interessa i Comuni di Giuncugnano e Sillano) di 7.530 ha. Lucca 2, nel quale ricade il Comune di Stazzema (interessa anche i Comuni di Altopascio, Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Camporgiano, Capannori, Careggine, Castelnuovo Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Fabbriche di Vallico, Forte dei Marmi, Fosciandora, Gallicano, Lucca, Massarosa, Minucciano, Molazzana, Montecarlo, Pescaglia, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Pieve a Fosciana, Porcari, San Romano in Garfagnana, Seravezza, Vagli di Sotto, Vergemoli, Viareggio, Villa Basilica, Villa Collemandina) di 145.414 ha. Individuazione degli ambiti territoriali di caccia Gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) rappresentano le principali strutture di gestione faunistico - venatoria previste dalla Legge n. 157/92 e dalla L.R. n.3/1994. La realizzazione di queste unità di gestione sulla totalità del territorio non sottoposto a regime di protezione, o di caccia a gestione privata, costituisce uno degli elementi fondamentali della riforma della materia. Il territorio provinciale è suddiviso in due ATC: A.T.C. LUCCA 11 interessante il Comprensorio Omogeneo Lucca 1 ed i comuni di Giuncugnano e Sillano; A.T.C. LUCCA 12 , nel quale ricade il Comune di Stazzema ed interessante il Comprensorio Omogeneo Lucca 2 ed anche i comuni di Altopascio, Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Camporgiano, Capannori, Careggine, Castelnuovo Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Fabbriche di Vallico, Forte dei Marmi, Fosciandora, Gallicano, Lucca, Massarosa, Minucciano, Molazzana, Montecarlo, Pescaglia, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Pieve a Fosciana, Porcari, San Romano in Garfagnana, Seravezza, Vagli di Sotto, Vergemoli, Viareggio, Villa Basilica, Villa Collemandina. 26 Parco delle Alpi Apuane Tra i parchi provinciali, con Legge Regionale n. 5/85, è stato istituito quello Regionale delle Alpi Apuane, nel quale ricade anche il Comune di Stazzema per un totale di 3.546,73 ha (insieme ai Comuni di Camaiore, Careggine, Fabbriche di Vallico, Gallicano, Minucciano, Molazzana, Pescaglia, Seravezza, Vagli di Sotto, Vergemoli). La superficie attuale delle aree interdette all’attività venatoria risulta complessivamente di 14.136 ha, a cui si devono aggiungere anche alcune aree di cava, definite contigue o “preparco”, nelle quali l’attività venatoria è ugualmente vietata e che assommano invece a 16.983 ettari, secondo i dati forniti dall’Ente Parco. Centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica Nel territorio comunale di Stazzema è presente un centro di riproduzione della fauna selvatica, localizzato a Palagnana ed esteso per una superficie di 100 ha. Il vigente Piano Faunistico Venatorio Regionale risalente al 1995, ha istituito altri 4 centri: − Barga di 131 ha, − Monto Tondo Corona (superficie da definire), − Pieve a Fosciana di 6 ha, − Vagli di sotto di 120 ha. Gestione faunistico-venatoria degli ungulati Secondo le più recenti statistiche ed analisi del patrimonio forestale regionale in Provincia di Lucca la superficie forestale ammonta ad oltre il 70% dell'intero territorio provinciale, pari a circa 107.776 ettari (fonte: II° Inventario Forestale della Regione Toscana, 2000). Per quanto attiene la composizione vegetazionale si evidenzia una notevole variabilità, essendo ben rappresentate sia le associazioni dell'orizzonte montano e sub-montano (faggete e castagneti), sia la vegetazione xerofila delle zone costiere (macchia bassa, garighe). Gli impianti artificiali 27 ormai naturalizzati sono rappresentati da fustaie di conifere (pino domestico e pino marittimo lungo la fascia costiera, pino marittimo, pino nero, abete bianco ed altri in prevalenza nell'entroterra). Tuttavia le estensioni maggiori riguardano i boschi misti di specie quercine in associazione con altre latifoglie, per lo più utilizzati a ceduo. Per gli aspetti legati alla gestione faunistica, è da considerare sia la variabilità specifica che la composizione delle diverse formazioni. Si può dunque comprendere come la vocazione del territorio lucchese verso gli Ungulati sia molto elevata, in virtù dell’elevata presenza di aree boscate all’interno della superficie agricoloforestale. Il cinghiale Il cinghiale risulta attualmente diffuso in tutto il territorio agro-forestale della Provincia di Lucca, sebbene con oscillazioni annuali di densità correlate sia all’andamento della stagione riproduttiva, sia all’intensità del prelievo venatorio effettuato. Linee guida di gestione Il Regolamento Regionale n. 4/96 suddivide il territorio agro-forestale della Provincia in due settori: uno relativo alle aree in cui la presenza del cinghiale risulta compatibile con le attività agricole e uno relativo ad aree in cui detta presenza è da considerarsi non compatibile. In pratica la normativa attuale evidenzia su parametri specifici (in particolare in base all’estensione delle aree boscate individuate nell’ultimo inventario forestale della Regione Toscana) la necessità di giungere ad una netta delimitazione tra aree soggette a gestione conservativa della specie (aree vocate) ed aree soggette a gestione non conservativa della specie (aree non vocate). In queste ultime la presenza del cinghiale non è tollerabile e quindi la gestione deve tendere alla sua eradicazione. 28 La caccia di selezione al capriolo Secondo quanto previsto dal Regolamento Regionale n. 4 del 15/7/1996 l’Amministrazione Provinciale di Lucca individuerà i territori vocati per questo Ungulato. Sentiti gli A.T.C. competenti, il territorio “prescelto” verrà quindi suddiviso in Distretti di Gestione e, ad ogni Distretto, verranno assegnati i cacciatori appositamente abilitati ed iscritti al Registro provinciale. I piani di immissione di fauna selvatica e relativi criteri per la programmazione e la attuazione dei ripopolamenti Innanzitutto occorre esporre una breve premessa metodologica sulla differenza che corre tra introduzioni, reintroduzioni e ripopolamenti. Le introduzioni, immissioni di specie alloctone (non originarie cioè di quel luogo), sono di norma da escludere come intervento faunistico, sia perchè alterano il profilo biogeografico dell'area interessata, sia per la probabile competizione presente o futura che potrebbero determinare con taxa locali. Di valore zoologico ben diverso sono le reintroduzioni, cioè le immissioni di entità faunistiche in aree dove erano state sicuramente presenti e dalle quali erano poi scomparse in tempi storici, per lo più per azione diretta o indiretta dell'uomo. Per ripopolamento si intende correttamente l’immissione di individui appartenenti ad una specie presente a densità normalmente basse. In questo caso occorre subito sottolineare come spesso queste operazioni abbiano uno scarso valore faunistico se vengono effettuate senza aver prima individuato e rimosso le cause che hanno indotto la bassa consistenza della popolazione. Occorre, in altri termini, porre rimedio, attraverso opere di ripristino e miglioramento ambientale o attraverso il contenimento di specie concorrenti o predatrici, ai fattori che limitano la presenza dei selvatici. 29 Le seguenti informazioni sono tratte dal Piano di sviluppo Socio Economico 2003-2007 della “Comunità Montana Alta Versilia” (n.b.La Comunità Montana Alta Versilia comprende la parte collinare e montana della Versilia “storica” dei Comuni di Seravezza, Stazzema, Camaiore, in provincia di Lucca, e di Montignoso, in provincia di Massa Carrara). Descrizione faunistica La fauna delle Apuane non annovera più i grandi mammiferi del passato, (presenza documentata dai resti ossei di orso, lupo, lince, cervo e altri animali, ritrovati nelle varie grotte). Oggi rimangono la Volpe (Vulpes vulpes), il Cinghiale (Suis scrofa), il Tasso (Meles meles), e, in seguito un’opera di reintroduzione nel Parco, il Daino (Dama dama) e il Muflone. Nella fascia collinare, si trovano specie che hanno saputo adattare le proprie esigenze di vita con quelle dell’uomo. Tra i mammiferi, un tipico abitatore degli arbusti e dei coltivi, è il Riccio (Erinaceus europaeus); a margine dei boschi si ritrova la Volpe , la Donnola (Mustela nivalis); nei prati, e a volte nei coltivi, si trovano anche la Talpa (Talpa caeca) e il Toporagno (Sorex samniticus). Sempre nella zona collinare, al limite del bosco o nei coltivi, si possono ritrovare i seguenti uccelli: la Cinciarella (Parus caeruleus), il Fringuello (Fringilla coelebes), l’Averla (Lanius collirio), la Civetta (Athene noctua) e il Barbagianni (Tito alba). Tra i rettili, i più comuni sono la Lucertola muraiola (Lacerta muralis brueggemanni), il Ramarro (Lacerta viridis), il Biacco (Coluber viridiflavus). Nelle zone boscose della fascia pedemontana, oltre alle specie già citate, si trova lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), il Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), il Tasso, il Cinghiale, la Faina (Martes foina). Tra gli uccelli ricordiamo la Capinera (Sylvia atricapilla), lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes), la Cinciallegra (Parus maior). Nei castagneti nidifica la Poiana (Buteo buteo) e di notte è presente l’Alloco (Strix aluco). 30 Tra i rettili è presente il Colubro d’Esculapio “Frustino” (Elaphe longissima) e la Vipera (Vipera aspis), l’unico animale velenoso che può rappresentare un pericolo per l’uomo. Nelle acque delle Apuane la fauna ittica è costituita dalla Trota (Salmo truta), dallo Scaglione o Varione (Leuciscus souffia muticellus) e dall’Anguilla (Anguilla anguilla). La fauna anfibia comprende esemplari come la Salamandrina dagli occhiali (Salamadrina tergiditata), il Geotritone (Hydromantes italicus gormani) ed l’endemico Tritone delle Apuane (Tritus alpestris apuanus). Tra gli anfibi, ricordiamo anche il Rospo (Bufo bufo) e l’Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata pachybus), mentre tra i serpenti, è presente la Biscia dal collare (Natrix lanzai), e tra gli uccelli è tipica la Ballerina gialla (Motacilla cinerea). A quote più elevate, tra le creste di roccia e pareti dirupate, il popolamento ornitico presenta, tra le sue particolarità, il Gracchio corallino dal caratteristico becco rosso (Pyrrhocorax pyrrhocorax), localizzato sul Monte Corchia, il Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), e il Gheppio (Falco tinniculus). Altre specie presenti sempre a quote alte sono il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Corvo imperiale (Corvus carax), la Pernice rossa (Alectoris rufa), la Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris = Hyrundo rupestris), il Sordone (Prunella collaris), la Cincia mora (Parus ater), il Culbianco (Oenanthe oenanthe), il Codirosso spazzacamino (Phoenichurus ochurus gibaltariensis), il Picchio muraiolo (Trichodroma muraria). Sempre in quota, si trova una interessante specie relitta dell’era glaciale, l’Arvicola delle nevi (Microtus nivalis). Le Apuane annoverano anche specie interessanti tra gli invertebrati quali il Crostaceo terrestre (Speleonethes mancinii) e gli endemici Armadillium apuanum e Proasellius micropectinatus. Tra i molluschi citiamo il Chondrina oligodonta ed il Coclhostoma montanum montanum (Lanza B., 1996). 31 Tra gli aracnidi si ricorda l’Acanthocreagris apuana ed alcuni endemismi quali i diplopodi Glomeris ligurica apuana, Glomeris romana carrarrana, Thaumoporatia apuana, l’aracnide opilionide Ischyopsalis apuanus. Tra gli insetti annoveriamo l’Ortottero (Chopardius pedestris apuanus), i Coleotteri (Crhysolina osellaie), Timarchia apuana, Pseudomeria meles, Anostirus marginatus, Lathrobium rosai. Sintesi della Gestione Faunistica Ventatoria nel Comune di Stazzema - Comprensorio omogeneo provinciale (definito in base all’omogeneità morfologia e vocazionale dell’intera povincia ) LUCCA 2 - Ambito Territoriale di Caccia: A.T.C. LUCCA 12. - Centro di riproduzione della fauna selvatica, localizzato a Palagnana ed esteso per una superficie di 100 ha - 2.000 Ha circa ricadenti nel Parco Regionale delle Alpi Apuane. 4 FLORA E VEGETAZIONE 4.1. Caratteristiche del territorio Apuano Stazzemese Sulle Apuane la prevalenza di rocce metamorfiche e carbonatiche determina una morfologia alpina con pareti in prevalenza verticali. Le rocce metamorfiche sono responsabili degli affioramenti climatiche di marmo, mentre quelle carbonatiche dei fenomeni carsici. Le caratteristiche delle Apuane sono influenzate dal Mar Tirreno, che, soprattutto sul versante marittimo, determina un clima subatlantico con elevate precipitazioni medie. Le condizioni fisiografiche molto differenziate creano una molteplicità di microclimi con particolari habitat come faggete eterotope e stazioni relitte di formazioni mediterranee su rupi con Quercus ilex e Juniperus phoenicea oltre mille metri. 32 Gli orizzonti della vegetazione mediterranea appaiono non ben individuabili nelle Apuane. Qui si riscontrano sulle colline boschi di leccio (Quercus ilex) e di pino marittimo (Pinus pinaster), boschi di roverella e querce-carpineti (Quercus pubescens e Ostrya carpinifolia). L’orizzonte submontano è rappresentato da cerro-carpineti (Quercus cerris e Ostrya carpinifolia) (a volte anche presenti in popolamenti puri), associazioni che spesso sono stati sostituite dall’uomo con castagneti da frutto soprattutto nei secoli XIV e XV. Il piano montano si caratterizza per la presenza di faggete, anche se non costituenti una fascia unita, ma assai discontinua. L’orizzonte montano più alto e il piano culminale sono caratterizzati da praterie di alta quota, poche di origine primaria, la maggior parte derivate dalla sostituzione con altre cenosi soprattutto a causa dell’azione antropica. Qui si trova, in genere, una flora spesso endemica o relittuale di particolare pregio, a causa dell’apporto di elementi balcanici, alpini e atlantici ed il successivo isolamento geografico. Molte di queste specie sono presenti sul libro rosso delle Piante d’Italia, ed il quello della Regione Toscana. Lo stesso vale per la componente faunistica. Ovviamente la destinazione d’uso del territorio e la struttura degli insediamenti sono il frutto di una presenza umana che da millenni ha interagito con l’ambiente circostante. La storia di questi luoghi si legge chiaramente anche oggi: la struttura territoriale organizzata attraverso nuclei abitati autosufficienti che si è mantenuta a partire dal paleolitico, attraverso il medioevo, appare evidente anche oggi: infatti gli insediamenti sono circondati da una corona di ex-coltivi terrazzati, da castagneti, per poi sfumare nei boschi. Il tutto generalmente oggi versa in stato di abbandono o con grado di utilizzazione basso, da agricoltura per autoconsumo familiare o part-time. I boschi di castagno, una volta accuratamente gestiti dal punto di vista selvicolturale in quanto produttori di legname, castagne, fronde per l’alimentazione del bestiame etc, appaiono in stato di degrado, ed in lenta evoluzione verso il bosco originario di cerro. Questo aspetto potrebbe sembrare solo positivo se letto esclusivamente in un’ottica naturalistica poiché conduce 33 verso associazioni autoctone che, alla fine potranno risultare più stabili dal punto di vista climatico. Tuttavia, a tal proposito è importante tenere presente che, pur essendo in luoghi di grande valenza naturalistica, sono comunque frutto di un’azione antropica durata e mantenuta per millenni, e che su forme di equilibrio tra uomo e ambiente è molto delicato andare ad intervenire, e che può essere molto pericoloso lasciare a se stesse, perché “rinaturalizzare” può appagare molto come termine ma può andare a costituire pericoli anche molto forti per le popolazioni che vivono a monte ed a valle di dove si lascia “dominare” la natura. Le isole di naturalità completa in ambienti fortemente antropizzati come la nostra regione possono essere molto pericolose. Certamente la naturalità dei luoghi deve essere tutelata e protetta, ma attraverso programmi che ne prevedano e ne controllino l’evoluzione. Oltre ai boschi le Apuane hanno altre grandi ricchezze naturalistiche da tutelare e valorizzare: le praterie montane, che richiedono uno specifico capitolo di approfondimento per la loro peculiarità. 4.2 Aree boscate Il sistema vegetazionale (- PTC della Provincia di Lucca -). Al fine di individuare le risorse agro-ambientali relativamente alla dotazione delle superfici boscate, partendo dai dati della “Carta dell'uso del suolo del territorio extraurbano” della Provincia di Lucca e dell'inventario forestale toscano (inventario forestale toscano 400) è stato inquadrato il sistema vegetazionale delle aree boscate in funzione del rapporto di queste con le dinamiche legate all'affermazione o regressione della presenza antropica su un determinato territorio, nonché della sua spiccata funzione di elemento regolatore del sistema e dei fenomeni idrologici. Il P.T.C. della Provincia di Lucca individua le seguenti tipologie di bosco in ambito: 34 − i boschi a prevalenza di faggio interessano una superficie di 13.600,28 ha, inclusa nelle aree di crinale (zone corrispondenti alle fasce cacuminali dei principali sistemi montuosi) che rappresenta il 12,3% dell’intera superficie forestale; − i boschi a prevalenza di castagno, roverella, cerro, carpino nero, leccio di latifoglie varie e misti, rappresentano il 71,7% dell’intera superficie forestale; − i boschi puri di conifere, con 368,01 ha rappresentano solo lo 0,33% dell’intera superficie forestale; − il castagneto da frutto in produzione con 4624,1 ha rappresenta il 4,2% dell'intera superficie boscata provinciale ed il 2,5% dell'intero territorio provinciale. Dall’analisi della Carta della Vegetazione Forestale della Regione Toscana emerge che il territorio di Stazzema è costituito dalla seguenti tipologie forestali: Castagneti Castagneto neutrofilo su rocce calcaree: castagneto da frutto di modesta statura con sottobosco a graminacee e spesso a tappeto compatto di Brachypodium rupestre , con carpino nero specialmente negli avvallamenti freschi. Dopo l’abbandono della coltura da frutto i popolamenti di questo tipo tendono ad essere rapidamente sostituiti dal carpino nero. Distribuzione altitudinale tra i 500 e gli 800 metri. Suoli molto evoluti anche se decapitati e brunificati in superficie, compatti, più o meno profondi, neutro-subacidi, quasi privi di calcare libero. Castagneto mesofilo su arenaria: castagneti da frutto con piante di grandi dimensioni ( per lo meno diametrica), oppure cedui rigogliosi. Sottobosco con rade erbe laminifoflie esigenti o mediamente esigenti ( Anemone nemorosa, Geranium nodosum, ecc..). Distribuzione altitudinale tra i 600 e i 1000 metri. I suoli sono molto profondi, freschi, non molto acidi-subacidi, ricchi di humus ben distribuito nel profilo. 35 L’origine di questo tipo di boschi è sempre in castagno da frutto, che oggi però si presenta soprattutto nella forma di castagneti abbandonati oppure di cedui derivanti dal taglio del castagneto. Ostrieti Nella complessità geologica delle Alpi Apuane, la copertura a carpino nero, invece che a castagno e/o a pino marittimo, differenzia bene, alle quote inferiori, le plaghe a rocce carbonatiche da quelle a rocce silicatiche. Ostrieti pioniero dei calcari duri delle Apuane: sono cedui a densità rada e fertilità modesta fino allo stato di cespuglieti che si trovano nell’ambito di pietraie o di discariche di cave di marmo dove hanno un notevole significato di protezione dei versanti. Hanno esposizioni prevalentemente meridionali con una distribuzione altitudinale tra i 600 ed i 1000 metri. Ostrieto mesofilo a Sesleria argentea della Apuane: si tratta di un bosco misto, talvolta rado, di carpino nero con cerro, roverella, orniello, acero campestre, acero opalo, olmo campestre arbustivo. Sottobosco dominato da graminacee, specialmente Sesleria argentea. La distribuzione altitudinale è compresa tra i 400 ed i 900 metri; è distribuito su pendici ripide, sui suoli ricchi di scheletro, a pH elevato, ben drenati. Ostrieto mesofilo dei substrati silicatici: è distribuito su tutti i rilievi dove si trovano rocce silicatiche, nelle esposizioni settentrionali ed in avvallamenti ombrosi, ad altitudini tra i 200 ed i 700 metri. E’ localizzato su suoli profondi, freschi ben drenati, ricchi di humus. Cerrete Cerreta acidofila submediterranea a eriche: localizzata prevalentemente su calcari, sui suoli non molto evoluti, da acidi a subacidi. Misti di sclerofille sempreverdi e latifoglie decidue I boschi di latifoglie decidue mesofili costituiscono di norma la vegetazione dell’area collinare superiore, submontana, soprattutto nelle esposizioni settentrionali. Essi sono costituiti da cerrete, 36 ostrieti, castagneti non acidofili, boschetti di carpino bianco e di aceri, boschi misti di latifoglie mesofile. Per la loro ecologia scendono frequentemente nei fondovalle freschi ed ombrosi e fin nell’area planiziaria non soggetta ad affioramenti invernali della falda freatica. Le praterie montane La vegetazione che caratterizza le Apuane sono soprattutto le praterie, presenti non solo sui crinali ma anche a quote inferiori, laddove sono avvenuti disboscamenti per uso agricolo o pastorale. Le praterie montane presenti sulle Apuane stazzemesi comprendono oltre alle vere e proprie formazioni di erbe perenni anche le praterie arborate, arbusteti, brughiere, vegetazione casmofila, e glareicola. Le cenosi primarie sono ormai relittuali e collocate in stazioni rifugio poco accessibili, la maggior parte delle praterie è di origine secondaria, cioè derivanti da azioni antropiche quali gli incendi, l’attività pastorale legata soprattutto ad ovini e caprini, il taglio delle faggete sia per procurarsi combustibile per l’attività estrattiva sia per ottenere tronchi necessari a trasportare blocchi di marmo. Ciò ha relegato le faggete ad aree relittuali situate nelle stazioni più impervie, infatti il faggio non è una specie pioniera e ricolonizza con difficoltà le aree da cui è stata allontanata. Sulle Apuane la destinazione dei terreni a pascolo ha subito un processo di compensazione, nel senso che parte dei pascoli è stata abbandonata e quindi si è trasformata in arbusteti, poi in boschi, mentre molti coltivi sono stati abbandonati e si sono trasformati in pascoli. Sono riconoscibili diversi tipi di praterie, differenziabili in base alla vegetazione che le compone, e che vengono di seguito sommariamente descritte. - Vegetazione soprasilvatica: o praterie d’altitudine collocate non soltanto al di sopra il limite dei boschi ma anche al di sotto, Esistono diversi tipi di praterie soprasilvatiche, alcune di tipo primario (acidofile o neutrobasiche) , divenute rare e fragili a causa del pascolamento e del carico turistico. 37 Quelle più rappresentate sono in genere di origine secondaria e costituite in prevalenza da erbe perenni tra le quali. Brachypodium genuense e numerose specie del genere Festuca e sono originate dal pascolamento e dagli incendi. - Vegetazione intrasilvatica: - praterie arborate con copertura forestale, intercluse nel bosco. Sono cenosi secondarie originatesi dalla eliminazione del bosco per l’utilizzo agricolo: seminativi, prati, pascoli. Predomina il Bromus e il genere Festuca. o praterie intrasilvatiche, in stretto rilievo con la parte cacuminale, assimilabili a quelle di altitudine, composte da graminacee ed arbusti in successione secondaria. Si tratta di arbusteti intrasilvatici, localizzati nelle zone più calde ed aride, o con incendi ricorrenti in cui domina lo Pteridium aquilinum, con Erica scoparia ed arborea, Ulex europaeus e che vanno ad interessare interi pendii. Intorno a Pruno (Stazzema) sui pascoli abbandonati c’è una presenza mista di formazioni miste a Erica scoparla e Genista pilosa. o Brughiere intrasilvatiche: calluneti su suoli acidi in piena fascia forestale. Scarsa presenza di brughiere, se mai di origine secondaria, derivanti da degrado per pascolamento ovino e caprino. - Vegetazione azonale: o vegetazione casmofila, rappresentata da arbusti, frutici e erbe non graminoidi o vegetazione glareicola, soprattutto a pteridofite. 38 5. ATTIVITA’ AGRICOLE 5.1 Analisi dei principali aspetti socio-economici relativi al settore agricolo attraverso l'elaborazione dei dati istat e dei dati a.n.c.i.t.e.l. Note generali Sulla base delle fonti ISTAT (Istituto Centrale di Statistica) è stato possibile effettuare una rielaborazione dei dati prelevati dai diversi censimenti, in modo da poter confrontare la situazione socio-economica del Comune di Stazzema, della Versilia e dell’intera Provincia di Lucca. La Versilia è costituita da sette Comuni (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Serravezza, Stazzema e Viareggio), mentre l’intera Provincia di Pisa è formata da trentacinque Comuni. Di seguito riportiamo alcune utili indicazioni per la consultazione dei dati elaborati nel presente lavoro di analisi: 1) I grafici sono stati fatti per rendere più chiara la lettura delle tabelle e allo stesso tempo per evidenziare alcuni dati significativi; 2) all’interno delle tabelle, i dati più interessanti risultano evidenziati con il colore e quasi sempre commentati nel testo; 3) in alcuni casi non vengono riportati tutti i censimenti o tutti i gruppi, talvolta per mancanza di dati oppure perché il confronto non è stato ritenuto significativo. 39 5.2 Trend evolutivo della popolazione residente Tabella 1 Grafico 1 ANDAMENTO POPOLAZIONE COMUNE DI STAZZEMA 15512001 Andamento della popolazione nel Comune di Stazzema 8000 7000 Popolazione 1551 2477 1745 3940 1830 5759 1881 7602 1936 7520 1951 7058 1961 6079 1971 4895 1981 4145 1991 3637 2001 3367 6000 n. persone Anni 5000 4000 3000 2000 1000 0 1551 1745 1830 1881 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Anni Tabella 2 Popolazione presente al Censimento 2001 Popolazione residente censita al 1991 Variazione di popolazione 1991/2001 (valori assoluti) Variazione di popolazione 1991/2001 (percentuale) COMUNI Superficie totale Densità per Kmq Popolazione residente censita al 2001 Camaiore 84,6 357,1 30206 30648 -442 -1,4 Forte dei Marmi 9 938,2 8444 9514 -1070 -11,2 Massarosa 68,6 299,6 20548 18897 1651 8,7 Pietrasanta 41,8 583,4 24409 24817 -408 -1,6 Seravezza 39,4 322,7 12706 12731 -25 -0,2 Stazzema 80,7 41,7 3367 3637 -270 -7,4 Viareggio 31,9 1916,7 61103 57514 3589 6,2 Provincia di Lucca 1772,9 210 372244 377101 -4857 1,3 Fonte: elaborazione Provincia di Lucca su dati ISTAT 40 Popolazione suddivisa per fasce di età nel Comune di Stazzema al 31/12/02: 5.3 0-6 anni 7-14 anni 15-29 anni 30-65 anni oltre i 65 143 161 608 1682 796 Dimensioni aziendali e forme di conduzione Le aziende agricole del Comune di Stazzema sono 393, e quasi la totalità (92,9%) di queste risulta avere una superficie inferiore ad 1 ha; questo dato evidenzia subito la scarsa importanza del settore agricolo in questo Comune, anche se risulta giustificato anche dalla giacitura impervia che rende limitate le superfici coltivabili. Tabella 3 Numero aziende per classe di superficie totale e per Comune COMUNI < 1 ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 10-20 ha 20-50 ha 50-100 ha > 100 ha Totale Camaiore 1.829 245 96 13 4 1 0 1 2.189 Forte dei Marmi 20 2 3 0 0 1 0 0 26 Massarosa 1.015 125 69 19 10 8 3 0 1.249 Pietrasanta 593 76 41 5 5 2 0 0 722 Seravezza 378 25 7 4 0 0 0 0 414 Stazzema 365 14 9 3 1 1 0 0 393 Viareggio 337 99 38 7 4 5 1 0 491 Provincia di Lucca 11.000 2.516 1.826 567 227 111 27 12 16.286 50-100 ha > 100 ha Totale Tabella 4 Numero aziende per classe di superficie totale e per Comune COMUNI Stazzema < 1 ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 10-20 ha 20-50 ha 365 14 9 3 1 1 0 0 393 92,9% 3,6% 2,3% 0,8% 0,3% 0,3% 0,0% 0,0% 100,0% Versilia 4.537 586 263 51 24 18 4 1 5.484 82,7% 10,7% 4,8% 0,9% 0,4% 0,3% 0,1% 0,0% 100,0% Provincia di Lucca 11.000 2.516 1.826 567 227 111 27 12 16.286 73,5% 16,8% 12,2% 3,8% 1,5% 0,7% 0,2% 0,1% 108,9% 41 Grafico 2 Aziende per classe di sup. tot. 100,0 80,0 60,0 % 40,0 20,0 Classi di sup. tot. (ha) 50-100 ha 10-20 ha 2-5 ha < 1 ha 0,0 Stazzema Versilia Provincia di Lucca Tabella 5 Superficie totale per classe di superficie e per Comune Classi di superficie totale COMUNI <1 1-2 2-5 5-10 10-20 20-50 50-100 > 100 Totale 3205,4 Camaiore 589,8 551,6 692,7 285,7 259,9 115,4 87,3 623,0 Forte dei Marmi 7,8 9,2 9,7 0,0 0,0 24,1 0,0 0,0 50,8 Massarosa 333,1 251,6 375,9 180,8 202,2 315,2 387,9 0,0 2046,7 Pietrasanta 215,0 138,4 190,1 41,0 36,6 122,2 119,3 0,0 862,7 Seravezza 130,7 123,5 158,9 48,1 44,9 48,3 0,0 932,9 1487,3 Stazzema 88,4 146,0 288,6 226,7 182,7 52,6 0,0 224,2 1209,3 Viareggio 126,8 168,4 144,8 95,2 68,7 157,8 115,0 0,0 876,6 Provincia di Lucca 3462,2 4499,3 9896,8 9526,1 9029,8 9198,1 4771,7 28813,2 79197,0 Tabella 6 Superficie totale per classe di superficie e per Comune Classi di superficie totale COMUNI <1 1-2 2-5 5-10 10-20 20-50 50-100 > 100 Totale Stazzema 88,4 146,0 288,6 226,7 182,7 52,6 0,0 224,2 1209,3 Versilia 7,3% 1491,5 12,1% 1388,8 23,9% 1860,6 18,7% 877,5 15,1% 795,1 4,3% 835,6 0,0% 709,5 18,5% 1780,0 100,0% 9738,7 Provincia di Lucca 15,3% 3462,2 14,3% 4499,3 19,1% 9896,8 9,0% 9526,1 8,2% 9029,8 8,6% 9198,1 7,3% 4771,7 18,3% 28813,2 17,2% 79197,0 1,0% 1,4% 3,0% 2,9% 2,7% 2,8% 1,4% 8,7% 23,8% 42 Grafico 3 Aziende per classe di sup. tot. 25,0 20,0 15,0 % 10,0 5,0 0,0 < 1 1-2 2-5 510- 2050- > 10 20 50 100 100 Stazzema Classi di sup. tot. (ha) Versilia Provincia di Lucca Tabella 7 Aziende per forma di conduzione e per Comune COMUNI Conduzione diretta del coltivatore solo manodop. manodop. manodop. familiare extra-fam Totale familiare preval. preval. con salariati a colonia parziaria appoderata altra forma di conduzione Totale generale Camaiore 2.149 35 38 2.222 9 - - 2.231 Forte dei Marmi 25 - 1 26 - - - 26 1.296 Massarosa 1.207 47 20 1.274 22 - - Pietrasanta 706 8 7 721 3 - - 724 Seravezza 413 35 10 458 6 - - 464 400 Stazzema 396 2 - 398 1 - 1 Viareggio 449 19 9 477 15 - - 492 Provincia di Lucca 15.815 448 216 16.479 259 11 5 16.754 a colonia parziaria appoderata altra forma di conduzione Totale generale Tabella 8 Aziende per forma di conduzione e per comune Conduzione diretta del coltivatore COMUNI solo manodop. familiare manodop. familiare preval. manodop. extra-fam preval. Totale con salariati Stazzema 396 2 - 398 1 - 1 400 Versilia 75,8% 5.345 13,2% 146 5,0% 85 94,0% 5.576 4,8% 56 1,2% 0 0,0% 1 100,0% 5.633 Provincia di Lucca 94,9% 15.815 2,6% 448 1,5% 216 99,0% 16.479 1,0% 259 0,0% 11 0,0% 5 100,0% 16.754 94,4% 2,7% 1,3% 98,4% 1,5% 0,1% 0,0% 100,0% 43 Grafico 4 Az i e n de pe r form a di con du z i on e 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 % 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 re ilia e v al. m a al . r ia ti pr .f ev a do p ilia re m p r n s a l ra ta ne o n a o m f a c a od e du zi o a f m p r . t p o p a on so l n od o . ex ria ic op z ia ad r m a an od a m p or m nia ra f olo a lt c a Stazzema Versilia Provincia di Lucca Tabella 9 Superficie totale per forma di conduzione e per Comune Conduzione diretta del coltivatore COMUNI solo manodop. familiare manodop. familiare preval. manodop. extra-fam preval. Camaiore 2.238,3 86,7 309,4 Totale con salariati a colonia parziaria appoderata altra forma di conduzione Totale generale 2.634,4 570,9 0,0 0,0 3.205,4 Forte dei Marmi 46,7 0,0 4,1 50,8 0,0 0,0 0,0 50,8 Massarosa 1.290,8 145,4 232,0 1.668,2 378,5 0,0 0,0 2.046,7 Pietrasanta 680,4 34,0 78,4 792,8 69,9 0,0 0,0 862,7 Seravezza 433,9 53,3 10,7 497,9 989,5 0,0 0,0 1.487,3 Stazzema 980,1 2,7 0,0 982,8 224,2 0,0 2,3 1.209,3 Viareggio 663,4 122,7 27,0 813,1 63,5 0,0 0,0 876,6 Provincia di Lucca 48.058,9 2.220,7 2.124,6 52.404,1 26.643,0 65,8 84,0 79.197,0 a colonia parziaria appoderata altra forma di conduzione Totale generale Tabella 10 Superficie totale per forma di conduzione e per Comune Conduzione diretta del coltivatore COMUNI solo manodop. familiare manodop. familiare preval. manodop. extra-fam preval. Totale con salariati Stazzema 980,1 2,7 0,0 982,8 224,2 0,0 2,3 1.209,3 81,1% 0,2% 0,0% 81,3% 18,5% 0,0% 0,2% 100,0% Versilia 6.333,6 444,8 661,6 7.439,9 2.296,4 0,0 2,3 9.738,7 Provincia di Lucca 65,0% 48.058,9 4,6% 2.220,7 6,8% 2.124,6 76,4% 52.404,1 23,6% 26.643,0 0,0% 65,8 0,0% 84,0 100,0% 79.197,0 60,7% 2,8% 2,7% 66,2% 33,6% 0,1% 0,1% 100,0% 44 Grafico 5 Aziende per forma di conduzione 70,0 60,0 50,0 40,0 % 30,0 20,0 10,0 0,0 re . il ia val fam . pre p. val re do o ti pre ilia an ria m m m fa ala -fa ta o . l a r p o t ns era s x o e do e c od o on n p. pp uzi do ma ia a nd no r a a zi m i co r d a p ma nia for olo ra ac alt 5.4 Stazzema Versilia Provincia di Lucca Giornate di lavoro e categorie di manodopera Tabella 11 Giornate di lavoro aziendale per categoria di manodopera agricola FAMILIARI E PARENTI DEL CONDUTTORE COMUNI Conduttore Coniuge ALTRA MANODOPERA AZIENDALE Altri familiari del conduttore Parenti del conduttore Totale A TEMPO INDETERMINATO A TEMPO DETERMINATO Dirigenti Operai Totale Dirigenti Operai Totale 2975 Camaiore 169.022 55.921 40.295 10.373 275.611 780 3.450 4230 578 2.397 Forte dei Marmi 1.808 418 1.075 143 3.444 0 960 960 0 600 600 Massarosa 69.400 22.283 18.586 3.462 113.731 1.640 1.585 3225 977 3.116 4093 Pietrasanta 51.999 16.397 10.988 1.615 80.999 3 1.688 1691 180 671 851 Seravezza 21.942 7.512 4.548 2.101 36.103 20 210 230 685 521 1206 Stazzema 25.788 9.777 3.353 3.300 42.218 15 6 21 8 500 508 Viareggio 78.059 28.989 30.414 1.910 139.372 3.221 9.250 12471 1.111 6.557 7668 Provincia di Lucca 1.171.321 356.979 269.803 61.994 1.860.097 14.093 51.755 65848 15.901 43.850 59751 Tabella 12 Giornate di lavoro aziendale per categoria di manodopera agricola FAMILIARI E PARENTI DEL CONDUTTORE COMUNI Conduttore Coniuge ALTRA MANODOPERA AZIENDALE Altri familiari del conduttore Parenti del conduttore Totale A TEMPO INDETERMINATO A TEMPO DETERMINATO Dirigenti Operai Totale Dirigenti Operai Totale Stazzema 25.788 9.777 3.353 3.300 42.218 15 6 21 8 500 508 Versilia 418.018 141.297 109.259 22.904 691.478 5.679 17.149 22.828 3.539 14.362 17.901 Provincia di Lucca 1.171.321 356.979 269.803 61.994 1.860.097 14.093 51.755 65848 15.901 43.850 59751 45 Tabella 13 Persone per categoria di manodopera agricola FAMILIARI E PARENTI DEL CONDUTTORE COMUNI Conduttore Coniuge ALTRA MANODOPERA AZIENDALE Altri familiari del conduttore Parenti del conduttore Totale A TEMPO INDETERMINATO A TEMPO DETERMINATO Dirigenti Operai Totale Dirigenti Operai Totale Camaiore 2.226 908 485 150 3.769 7 35 42 19 68 87 Forte dei Marmi 26 12 10 6 54 - 4 4 - 3 3 92 Massarosa 1.293 524 365 90 2.272 8 8 16 30 62 Pietrasanta 722 264 145 34 1.165 1 10 11 2 19 21 Seravezza 458 196 109 61 824 2 7 9 17 48 65 Stazzema 398 248 56 67 769 2 1 3 1 5 6 Viareggio 486 219 190 14 909 26 35 61 9 47 56 Provincia di Lucca 16.654 6.865 4.516 1.317 29.352 111 325 436 230 964 1194 Tabella 14 Persone per categoria di manodopera agricola FAMILIARI E PARENTI DEL CONDUTTORE COMUNI Stazzema ALTRA MANODOPERA AZIENDALE Conduttore Coniuge Altri familiari del conduttore Parenti del conduttore Totale 398 248 56 67 769 A TEMPO INDETERMINATO A TEMPO DETERMINATO Dirigenti Operai Totale Dirigenti Operai Totale 2 1 3 1 5 6 Versilia 5.609 2.371 1.360 422 9.762 46 100 146 78 252 330 Provincia di Lucca 16.654 6.865 4.516 1.317 29.352 111 325 436 230 964 1194 5.5 Utilizzazione della superficie agricola Analizzando l’utilizzazione dei terreni, è possibile evidenziare notevoli differenze tra i tre comparti. Nel Comune di Stazzema l’agricoltura riveste un ruolo marginale, infatti il valore della SAU (superficie agraria utilizzata) è soltanto del 15.9% (contro il 37% dell’intera Provincia e oltre il 50% della Versilia); inoltre, come era logico aspettarsi, abbastanza elevato risulta il valore della superficie agraria non utilizzata (12.2%). Questo soprattutto a causa delle non ottimali condizioni pedo-climatiche e della giacitura prevalentemente di montagna della maggior parte dei terreni; 46 tutto questo influisce negativamente sui rendimenti di produzione e di conseguenza obbliga a particolari scelte di coltivazioni gli imprenditori agricoli. Nello specifico si può notare che quasi tutta la SAU di Stazzema è dedicata ai prati permanenti e pascoli; è da segnalare, però, che la maggior parte del territorio comunale è occupata dal bosco (71% della superficie aziendale totale). Quasi inesistenti, a causa della giacitura e delle caratteristiche podologiche dei terreni, risultano i seminativi e le coltivazioni legnose agrarie (1.4% e 1.2% rispettivamente). La grande predominanza delle superfici boscate, invece, non si riscontra nella Versilia (solo il 37% della superficie totale aziendale), dove i seminativi rappresentano una realtà ben più importante, occupando il 22.6%, seguiti dalle coltivazioni legnose agrarie (16%). Per quanto riguarda i dati della Provincia invece è da evidenziare che la maggior parte della SAU (15% circa) è occupata dai prati e pascoli, e una percentuale ben minore, è destinata ai seminativi ed alle coltivazioni legnose agrarie. Tabella 15 Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per Comune (superficie in ettari) Superficie agricole utilizzata Prati permanenti e pascoli Totale Arboricoltura da legno Boschi Superficie agraria non utilizzata Altra superficie Totale Comuni Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Camaiore 572,7 602,6 673,9 1.849,2 7,7 1.096,8 171,9 79,8 3.205,4 Forte dei Marmi 31,2 3,6 12,7 47,4 - - - 3,3 50,8 2.046,7 Massarosa 720,2 587,3 102,4 1.409,9 11,5 451,7 70,0 103,6 Pietrasanta 243,3 232,0 107,4 582,7 0,7 176,9 29,9 72,6 862,7 Seravezza 51,7 75,0 43,7 170,5 0,8 942,6 346,1 27,4 1.487,3 1.209,3 Stazzema 17,4 15,0 160,1 192,5 1,2 855,0 147,7 12,8 Viareggio 559,9 46,5 90,9 697,3 1,0 53,3 43,3 81,7 876,6 Provincia di Lucca 9.061,3 8.717,9 11.777,3 29.556,5 203,4 42.797,4 4.511,4 2.128,3 79.197,0 47 Tabella 16 Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per Comune (superficie in ettari) Superficie agricole utilizzata Comuni Stazzema Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Totale Arboric. da legno Boschi Superficie agraria non utilizzata Altra superficie Totale 17,4 15,0 160,1 192,5 1,2 855,0 147,7 12,8 1.209,3 1,4% 1,2% 13,2% 15,9% 0,1% 70,7% 12,2% 1,1% 100,0% Versilia 2196,4 1561,9 1191,2 4949,5 22,9 3576,3 808,8 381,2 9738,7 22,6% 16,0% 12,2% 50,8% 0,2% 36,7% 8,3% 3,9% 100,0% Provincia di Lucca 9.061,3 8.717,9 11.777,3 29.556,5 203,4 42.797,4 4.511,4 2.128,3 79.197,0 11,4% 11,0% 14,9% 37,3% 0,3% 54,0% 5,7% 2,7% 100,0% Grafico 6 Stazzema 1% 13% 0% 1% 1% 72% 12% Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Arboric. da legno Boschi Superficie agraria non utilizzata Altra superficie 48 Grafico 7 Versilia 16% 23% 12% 4% 0% Seminativi 8% Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Arboric. da legno Boschi Superficie agraria non utilizzata 37% Altra superficie Grafico 8 Provincia di Lucca 6% 3% 11% 11% Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli 15% Arboric. da legno Boschi 54% Superficie agraria non utilizzata 0% Altra superficie 49 5.6 Destinazione delle superfici aziendali Facendo riferimento alla tabella delle coltivazioni legnose agrarie si evidenzia che la quasi totalità di queste, nel Comune di Stazzema, è occupata dai fruttiferi; significativi sono i valori riferiti alle colture “tradizionali” toscane, quali l’olivo e la vite: La prima è presente solo su 1.8 ettari comunali, mentre la seconda è addirittura completamente assente. La coltivazione dell’olivo invece assume ben più importanza per quanto riguarda i valori della Versilia; la maggior parte (74%) delle coltivazioni legnose agrarie infatti è dedicata a questa coltura; tuttavia risulta essere presente, seppur i modo molto limitato, la viticoltura. Quest’ultima assume moderatamente più importanza per quanto riguarda la Provincia di Lucca, dove però poco meno della metà delle coltivazioni legnose agraria è dedicata all’olivo, e circa 1/3 ai fruttiferi. Tabella 17 Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune Vite Olivo Fruttiferi Vivai Altri Totale COMUNI Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. 602,6 Camaiore 347 63,9 1.031 411,8 597 124,1 8 2,3 3 0,5 1.522 Forte dei Marmi 4 0,3 7 2,1 6 1,2 0 0,0 0 0,0 14 3,6 Massarosa 203 36,7 917 497,6 125 49,8 4 1,5 6 1,8 1.022 587,3 Pietrasanta 207 43,6 373 163,4 82 23,4 3 1,7 0 0,0 484 232,0 Seravezza 98 14,3 251 45,0 122 14,6 2 0,9 4 0,2 311 75,0 Stazzema 0 0,0 30 1,8 44 13,1 0 0,0 0 0,0 71 15,0 Viareggio 64 16,7 29 27,5 22 2,2 2 0,1 0 0,0 101 46,5 Provincia di Lucca 4.856 1.668,3 6.817 3.853,8 3.333 2.539,7 93 211,7 55 444,3 10.928 8.717,9 Tabella 18 Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune Vite Olivo Fruttiferi Vivai Altri Totale COMUNI Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Stazzema 0 0,0 30 1,8 44 13,1 0 0,0 0 0,0 71 15,0 Versilia 923 175 2638 1149 998 228 19 6 13 2 3525 1562 Provincia di Lucca 4.856 1.668,3 6.817 3.853,8 3.333 2.539,7 93 211,7 55 444,3 10.928 8.717,9 50 Grafico 9 STAZZEMA 0% 0% 0% 12% 88% vite olivo fruttiferi vivai altri Grafico 10 VERSILIA 0% 15% 11% 0% 74% vite olivo fruttiferi vivai altri 51 Grafico 11 PROVINCIA DI LUCCA 2% 5% 19% 29% 45% vite olivo fruttiferi vivai altri Il Comune di Stazzema si differenzia notevolmente dalla Versilia e dalla Provincia di Lucca soprattutto per quanto riguarda i seminativi. Tali coltivazioni, come è stato evidenziato in precedenza, sono scarsamente presenti nel territorio comunale e risultano distribuite quasi esclusivamente sulla coltivazione della patata (41.6% dei seminativi totali) e negli orti familiari (52.5%). Da notare la quasi assenza delle colture foraggere e soprattutto dei cereali ( soprattutto a causa della giacitura di gran parte dei terreni comunali), che , invece, occupano quasi la metà degli interi seminativi sia della Versilia che della Provincia. In questi due comparti invece le principali destinazioni dei seminativi del Comune di Stazzema (patata e orti familiari) risultano di scarsa importanza. Nei Comuni della Versilia c’è da notare una buona presenza di ortive in piena area e di fiori; mentre nella Provincia si evidenzia una maggiore coltivazione di foraggere. 52 Tabella 19 Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune - superficie in ettari Cereali COMUNI Legumi Patata Barbabietola Piante industriali Ortive in piena area Ortive in serra Orti familiari Foraggere avvicendate (a) Fiori Altri TOTALE Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Camaiore 149 70,8 16 1,5 127 10,5 0 0,0 7 3,0 535 151,9 217 55,3 869 52,9 98 59,6 178 60,0 262 107,1 1.485 572,7 Forte dei Marmi Massarosa 11 24,8 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 5 1,0 0 0,0 13 1,3 1 4,1 0 0,0 0 0,0 22 31,2 128 423,3 2 0,1 6 2,4 0 0,0 6 22,2 82 62,8 30 6,4 319 17,7 71 46,9 39 30,3 128 108,3 558 720,2 Pietrasanta 130 137,8 8 1,0 19 1,5 0 0,0 0 0,0 135 50,9 14 3,8 175 11,1 10 5,2 22 21,3 37 10,7 373 243,3 Seravezza 26 19,9 55 8,2 113 4,0 0 0,0 0 0,0 101 6,9 5 0,4 187 6,6 2 0,5 11 3,8 12 1,4 276 51,7 Stazzema 8 0,2 10 0,2 219 7,2 1 0,0 0 0,0 19 0,4 0 0,0 347 9,1 0 0,0 6 0,2 0 0,0 351 17,4 Viareggio 93 275,7 0 0,0 5 1,2 0 0,0 2 160 48,5 42 13,1 49 3,9 200 168,1 39 18,2 19 11,7 433 559,9 Provincia di Lucca 2.742 4.708,5 363 50,7 2.227 216,5 5 0,2 63 19,5 344, 9 2.032 651,0 360 86,2 7.963 384,7 618 483,3 915 915,2 1.088 1.220,3 11.394 9.061,3 Tabella 20 Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate, per Comune - superficie in ettari COMUNI Stazzema Versilia Provincia di Lucca Cereali Legumi Patata Aziende 8 Sup. 0,2 Aziende 10 Sup. 0,2 545,0 952,4 91,0 11,0 489,0 2.742 4.708,5 363 50,7 2.227 Barbabietola Aziende Sup. Aziende 219 7,2 1 26,9 216, 5 Piante industriali Ortive in piena area Ortive in serra Orti familiari Foraggere avvicendate (a) Fiori Altri TOTALE Sup. 0,0 Aziende 0 Sup. 0,0 Aziende 19 Sup. 0,4 Aziende 0 Sup. 0,0 Aziende 347 Sup. 9,1 Aziende 0 Sup. 0,0 Aziende 6 Sup. 0,2 Aziende 0 Sup. 0,0 Aziende 351 Sup. 17,4 1,0 0,0 15,0 44,7 1037,0 322,4 308,0 79,0 1959,0 102,6 382,0 284,4 295,0 133,8 458,0 239,2 3498,0 2196,4 5 0,2 63 344,9 2.032 651,0 360 86,2 7.963 384,7 618 483,3 915 915,2 1.088 1.220,3 11.394 9.061,3 53 Grafico 12 0% 1% 1% Stazzema 1% 42% 0% CEREALI LEGUMI PATATA BARBABIETOLA PIANTE INDUSTRIALI ORTIVE IN PIENA AREA 0% 0% 53% 2% 0% ORTIVE IN SERRA ORTI FAMILIARI FIORI FORAGGERE AVVICENDATE ALTRI Grafico 13 Versilia 0% 1% 0% 2% 15% 4% 5% CEREALI LEGUMI PATATA BARBABIETOLA PIANTE INDUSTRIALI ORTIVE IN PIENA AREA 43% 13% 6% ORTIVE IN SERRA ORTI FAMILIARI FIORI FORAGGERE AVVICENDATE ALTRI 11% 54 Grafico 14 Provincia di Lucca 13% 53% 10% 5% 4% 1% 1% 7% 4% 2% CEREALI LEGUMI PATATA BARBABIETOLA PIANTE INDUSTRIALI ORTIVE IN PIENA AREA ORTIVE IN SERRA ORTI FAMILIARI FIORI FORAGGERE AVVICENDATE ALTRI 0% 55 5.7 Utilizzazione dei mezzi agricoli Tabella 21 Aziende che possiedono mezzi meccanici e relativo numero di mezzi meccanici in proprietà, per Comune MACCHINE PER LA RACCOLTA DI: COMUNI Trattrici Motocoltivatori Mietitrebbiatrici Aziende Mezzi Pomodoro Aziende Mezzi Patata Aziende Barbietola Mezzi Aziende Mezzi Altri prodotti Aziende Mezzi Aziende Mezzi Camaiore Aziende 357 405 1.098 1.301 3 3 0 0 0 0 0 0 Forte dei Marmi 6 9 11 15 0 0 0 0 0 0 0 0 Massarosa 172 210 545 665 4 4 0 0 1 1 0 0 1 Pietrasanta 119 138 384 451 5 5 0 0 0 0 0 0 Seravezza 28 34 191 238 0 0 0 0 0 0 0 0 Stazzema 11 16 51 65 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Macchine per la distribuzione di prodotti fitoiatrici Macchine per la fertilizzazione Mezzi Aziende Mezzi Aziende Mezzi 2 2 33 33 21 21 0 0 0 0 0 0 1 99 103 15 16 1 1 37 39 3 4 0 0 8 8 0 0 0 0 0 0 0 Viareggio 196 241 363 431 1 1 0 0 0 0 0 0 1 2 40 46 26 36 Provincia di Lucca 4.067 5.167 8.238 11.059 132 132 0 0 5 5 0 0 44 81 794 838 230 257 Tabella 22 Aziende che possiedono mezzi meccanici e relativo numero di mezzi meccanici in proprietà, per Comune MACCHINE PER LA RACCOLTA DI: COMUNI Trattrici Stazzema Aziende 11 Mezzi 16 Motocoltivatori Aziende 51 Mezzi 65 Mietitrebbiatrici Aziende 0 Mezzi 0 Pomodoro Aziende 0 Mezzi 0 Patata Aziende 0 Barbietola Mezzi 0 Aziende 0 Mezzi 0 Altri prodotti Aziende 0 Mezzi 0 Macchine per la distribuzione di prodotti fitoiatrici Aziende 0 Mezzi 0 Macchine per la fertilizzazione Aziende 0 Mezzi 0 Versilia 889 1053 2643 3166 13 13 0 0 1 1 0 0 5 6 217 229 65 77 Provincia di Lucca 4.067 5.167 8.238 11.059 132 132 0 0 5 5 0 0 44 81 794 838 230 257 56 Tabella 23 Aziende che praticano l'irrigazione e relativa superficie irrigata per tipo di coltivazione per comune - superficie in ettari Superficie irrigabile Frumento Granturco Patata Ortive Foraggere Vite Fruttiferi Altre coltivazioni Superficie irrigata COMUNI Aziende Sup. Aziende Sup. Camaiore 1.823 832,5 16 3,8 Forte dei Marmi 19 15,0 0 - Aziende Sup. Aziende 109 44,4 93 3 5,3 - Sup. 6,2 - Aziende Sup. Aziende 504 180,6 52 0,9 0 3 Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. Aziende Sup. 15,1 194 31,0 302 37,3 799 177,5 - 1 0,0 2 0,6 10 5,1 Aziende Sup. 1.512 495,9 17 12,0 Massarosa 389 538,5 0 - 44 252,1 1 0,0 68 44,3 11 15,6 9 1,7 17 21,7 195 88,3 293 423,7 Pietrasanta 272 202,0 1 0,3 76 68,1 10 0,8 103 43,5 4 3,3 2 0,1 4 0,3 39 22,1 183 138,3 Seravezza 199 29,9 0 - 9 4,8 12 0,2 38 3,6 0 - 10 2,0 13 1,5 47 2,7 104 14,7 Stazzema 43 2,4 0 - 0 - 13 0,3 2 0,1 0 - 0 - 0 - 29 0,9 35 1,3 Viareggio 477 528,5 0 - 44 68,2 5 1,2 168 58,8 6 3,2 38 10,9 11 0,5 224 198,3 408 341,2 Provincia di Lucca 7.587 7.416,8 90 55,0 832 1.531,1 720 59,8 1.500 454,2 140 114,1 309 62,7 550 147,6 2.659 1.137,3 5.065 3.561,8 Tabella 24 Aziende che praticano l'irrigazione e relativa superficie irrigata per tipo di coltivazione per comune - superficie in ettari COMUNI Superficie irrigabile Aziende Sup. 2,4 Frumento Aziende Granturco Sup. Aziende Sup. Patata Aziende Ortive Sup. 0,3 Aziende 2 Foraggere Sup. 0,1 Aziende Vite Sup. Aziende Fruttiferi Sup. Aziende Altre coltivazioni Sup. Aziende Sup. 0,9 Superficie irrigata Aziende 35 Sup. Stazzema 43 - - - - 13 - - - - - - 29 Versilia 3222,0 2148,7 17,0 4,1 285,0 442,8 134,0 8,8 886,0 331,7 73,0 37,2 254,0 45,7 349,0 61,9 1343,0 494,9 2552,0 1427,1 1,3 Provincia di Lucca 7.587 7.416,8 90 55,0 832 1.531,1 720 59,8 1.500 454,2 140 114,1 309 62,7 550 147,6 2.659 1.137,3 5.065 3.561,8 57 5.8 Aziende con allevamenti Tabella 25 Aziende con allevamenti e relativo numero di capi per tipo di allevamento, per Comune Bovini Ovini Caprini Equini Suini Avicoli Conigli Struzzi Capi Totale aziende con allevamenti 1 5 981 0 0 13 177 COMUNE Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Camaiore 41 Forte dei Marmi 2 227 8 173 29 128 25 59 18 31 867 9.250 529 4.669 7 0 0 1 6 0 0 1 6 12 177 6 87 Aziende Massarosa 9 302 9 1.038 4 17 9 50 3 5 148 8.617 82 961 0 0 Pietrasanta 30 125 3 119 7 40 6 10 16 179 75 1.848 71 1.238 2 14 122 Seravezza 19 50 9 81 6 101 5 8 9 64 143 2.221 88 1.301 0 0 159 Stazzema 20 46 14 270 13 84 9 13 17 41 111 1.327 134 2.349 0 0 184 Viareggio 6 60 4 740 2 24 11 51 3 7 170 12.665 108 1.352 0 0 188 740 5.902 246 14.290 271 2.635 295 929 340 1.985 5.131 170.589 3.909 68.826 11 157 6452 Provincia di Lucca Tabella 26 Aziende con allevamenti e relativo numero di capi per tipo di allevamento, per Comune Bovini COMUNE Stazzema Ovini Caprini Equini Suini Avicoli Conigli Struzzi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Totale aziende con allevamenti 20 46 14 270 13 84 9 13 17 41 111 1.327 134 2.349 0 0 184 Versilia 127 817 47 2421 62 400 65 191 67 333 1526 36105 1018 11957 3 19 1824 Provincia di Lucca 740 5.902 246 14.290 271 2.635 295 929 340 1.985 5.131 170.589 3.909 68.826 11 157 6452 58 5.9 Elenco regionale degli operatori biologici (aggiornato al 31/12/05) Premessa Nell’ambito della Regione gli operatori sono suddivisi nelle seguenti sezioni: Sez.1: PRODUTTORI AGRICOLI: 1.1AZIENDE IN CONVERSIONE 1.2AZIENDE MISTE 1.3AZIENDE BIOLOGICHE Sez.2 : PREPARATORI Sez.3 : RACCOGLITORI DI PRODOTTI SPONTANEI Nel Comune di Stazzema sono presenti i seguenti operatori biologici: Denominazione azienda Indirizzo azienda Sez. 1.3 Pardini marcello Via Frasso 451/c, Loc Querceta Tavoni mauro Loc. Puntato, 5 59 5.10 La castanicoltura a Stazzema Prima di iniziare a descrivere la castanicoltura nel Comune di Stazzema si ritiene opportuno premettere una scheda conoscitiva di questa specie che tanto rilievo ha avuto nell’economia dei luoghi e riveste tutt’oggi in termini di paesaggio. SCHEDA BOTANICA DEL CASTAGNO EUROPEO Castanea sativa Mill. FAMIGLIA: FAGACEAE ORIGINE: il castagno ha rappresentato per lungo tempo una importante risorsa produttiva per molti popoli dell'Europa, dell'Asia e del Nord America. Il luogo d'origine del genere Castanea, così come 1'etimologia del nome, sono incerti. Il centro di origine del castagno è probabilmente l’Asia Minore, da cui si sarebbe diffuso in Europa, America ed Estremo Oriente. L’origine del castagno è fatta risalire ad oltre 60 milioni di anni fa, vale a dire alla Era Cenozoica, Periodo Terziario. Il genere Castanea nel Miocene era largamente diffuso in Europa ed era presente anche in Scandinavia e Groenlandia, come testimoniano i resti fossili di polline, foglie e frutti. Nell’ultima epoca glaciale il castagno subì una notevole regressione. Il successivo miglioramento del clima, portò ad una nuova espansione di questa pianta. Studi di paleobotanica hanno dimostrato che in Italia centrale verso il 1000 a.C. si registrava una presenza di pollini di castagno pari all'8% del totale della flora arborea, che aumentò fortemente con la romanizzazione fino a raggiungere addirittura il valore del 48% all'inizio dell' era cristiana. La coltivazione del castagno europeo si è diffusa probabilmente dall'Asia Minore in tutto il bacino del Mediterraneo. In epoca storica il castagno è stato, in particolare modo dai Romani, portato al di fuori del proprio areale naturale, giungendo ad essere coltivato fino nella Germania settentrionale e nella Svezia meridionale. Il castagno è attualmente la specie forestale più ampiamente distribuita in Italia. E’ infatti presente in tutte le regioni d’Italia, essendo ampiamente diffuso nell’Appennino, nelle Isole 60 e nelle aree basali delle Alpi e Prealpi, con una distribuzione altimetrica molto ampia, oscillante tra i 100 m s.l.m. del Nord ed i 1.500 m della Sicilia. HABITAT: Il castagno occupa un posto di primaria importanza fra le piante economiche dell’Europa Mediterranea, zona nella quale vanta un antichissimo indigenato, anche se tuttora incerto è l’areale di originale diffusione. In Europa, il castagno è presente nelle regioni montuose temperate e temperato-calde ed è coltivato fra i 300 e i 1000-1200 m s.l.m, in funzione della latitudine e delle caratteristiche climatiche delle singole zone castanicole. Sebbene sia considerato una pianta eminentemente eliofila, predilige esposizioni a nord-nord/est poiché meno soggette a periodi siccitosi estivi e con minori escursioni termiche sia invernali, sia fra le differenti stagioni. In rapporto alle precipitazioni, il castagno, specie mesofila, vive di norma in zone con una media annua compresa fra i 600 ed i 1600 mm ed una media nei tre mesi estivi di almeno 30 mm, al di sotto della quale la produzione può essere fortemente ridotta. Riguardo alla temperatura, il castagno è specie mesotermica, atta a vivere in tutte quelle zone caratterizzate da una temperatura media annua compresa fra +8°C e +15°C e da una temperatura media mensile superiore a +10°C per almeno sei mesi. Sopporta bene le basse temperature invernali (fino a –20-25°C). Relativamente al terreno il castagno ha esigenze particolari e precise che limitano la possibilità di coltivazione: il pH non dovrebbe essere superiore a 6.5, rifugge tutti i terreni con presenza di calcare attivo e scarsamente drenanti dove più frequenti sono i problemi fitosanitari. La sensibilità a questi ultimi sembra, tuttavia, inferiore nei terreni ricchi di potassio e nelle zone molto piovose. CARATTERISTICHE: il castagno europeo (Castanea sativa) è un albero longevo di elevato e maestoso portamento, alto in media dai 10 ai 20 metri, capace però di raggiungere dimensioni colossali di 30-35 m e 6-8 m di circonferenza; è dotato di una radice fittonante molto robusta ma di limitato sviluppo in profondità, si ancora tenacemente al suolo con le sue radici laterali, poco numerose, ma assai ramificate, che esplorano il terreno profondamente. Il fusto eretto e robusto, per lo più tozzo, si ramifica presto a costituire una cima vigorosa, ampia ed espansa, la cui impalcatura consta di pochi rami potenti, sinuosi, eretto-espansi, talvolta quasi orizzontali. Il 61 fusto ed i rami presentano, nei primi anni, una corteccia liscia, brillante, di colore bruno-rossastro, volgente col tempo al grigio olivaceo, munita di lenticelle trasversali allungate. Dopo i 10-15 anni la corteccia si presenta di color grigio-bruno con profonde screpolature in senso longitudinale. I germogli sono a sezione rotonda o, quando molto vigorosi, angolosa e le gemme sono ovate, lisce di color verdastro sfumato di rosso. FOGLIE: le foglie sono caduche e alternamente disposte, di forma ellittico-lanceolata, dentate, con apice acuminato e base leggermente cuneata, misurano da 8 a 20 cm in lunghezza e da 3 a 6 cm in larghezza. La loro consistenza è piuttosto tenace, quasi coriacea. Il ciclo vegetativo dura dai 140 ai 185 giorni, in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche del sito. INFIORESCENZE: il castagno è una pianta monoica con fiori unisessuali, monoici e poligami, portati sulla vegetazione dell’anno, che si evolvono solo a foliazione completa; i fiori staminiferi o maschili sono portati in infiorescenze amentiformi erette e lunghe da 10 a 20 cm (fino a 35 negli ibridi eurogiapponesi); i fiori pistilliferi o femminili (o amenti androgini), meno numerosi, solitari o aggregati in numero di 2-3 fino a 7, sono localizzati alla base delle infiorescenze staminifere e sono protetti da un involucro verde, squamoso, destinato a costituire la cupola, comunemente detta riccio, dapprima verde, quindi giallo-marrone a maturità. Le infiorescenze maschili possono essere distinte in: astaminee, brachistaminee, mesostaminee e longistaminee a seconda della lunghezza degli stami. Soltanto i fiori che hanno stami più lunghi di 5-7 mm con antere ben sviluppate sono fertili. Le condizioni climatiche primaverili possono anticipare o posticipare la fioritura che si verifica, in genere, fra inizio giugno e metà luglio in funzione della latitudine e, come detto, delle condizioni stagionali. L’antesi dura circa 20-30 giorni e le infiorescenze maschili fioriscono prima. FRUTTO: le caratteristiche del frutto più salienti verranno descritte nella trattazione delle differenze fra "Marroni" e "Castagne". Botanicamente è un achenio, incluso in un riccio molto spinescente. La forma dei frutti è determinata, oltreché geneticamente, dalla posizione all’interno 62 del riccio: è emisferica per i frutti laterali, appiattita per quello centrale. A causa di anomalie d’impollinazione, sono presenti, spesso, castagne "vuote" o "vane". CULTIVAR: La diversità genetica del genere Castanea, e della specie C. sativa, è molto elevata per certi caratteri, sebbene le differenze fra certe cultivar (per es. "Marroni") possano essere molto limitate. Alcuni genotipi hanno pellicola membranacea (episperma) rimuovibile con facilità, mentre in altri essa si presenta molto aderente. In generale, le castagne (acheni), non sono molto dolci, fatta eccezione per alcune varietà, e possono perfino essere astringenti se consumate crude. Le forme coltivate includono centinaia di varietà selezionate per specifiche qualità del frutto e possono essere utilizzate per il consumo fresco, arrostite, bollite, essiccate, per la produzione di farine e nell’industria dolciaria. Certe varietà e/o cloni sono stati selezionati per la qualità del legname o per la duplice attitudine. Da un punto di vista qualitativo, il gruppo di varietà o ecotipi più conosciuto e diffuso è il "Marrone". La definizione delle caratteristiche peculiari di questo gruppo di ecotipi è tuttora oggetto di discussione. La definizione più semplice è quella francese che distingue fra "Marroni" e "Castagne" semplicemente in base alla percentuale di frutti "doppi" o "settati", cioè di frutti poliembrionici che presentano intrusione della pellicola all’interno del frutto. Nel primo caso la percentuale di frutti doppi deve essere inferiore al 12%. Altre caratteristiche discriminanti per i "Marroni" sono la cicatrice ilare, di forma rettangolare e di dimensioni inferiori, il colore, in genere più chiaro, del pericarpo che si presenta solcato da strisce più scure verticali e la facilità di rimozione della pellicola. Altri Autori aggiungono che il sapore è più dolce e che, in linea di massima, i "Marroni" sono meno produttivi (numero di castagne per albero) delle "Castagne" propriamente dette. Per quanto riguarda le caratteristiche dei fiori, la maggior parte dei "Marroni" sono androsterili (non producono polline ed hanno amenti astaminei o brachistaminei, vedi caratteristiche delle infiorescenze), mentre le "Castagne" sono androfertili, anche se, quasi sempre, autosterili. Da un punto di vista tecnico, tuttavia, si distinguono: 63 "MARRONI": caratterizzati da frutti grossi, di forma quadrangolare. Quando il frutto è maturo, il riccio si apre in 3-4 valve (in genere sono presenti 1-3 frutti/riccio). La buccia è marrone più o meno scuro con strisce evidenti. Il peso dei frutti varia da 10 a 25 g. "CASTAGNE": di questo gruppo fanno parte numerosissime varietà, coltivate, in linea generale, in zone ristrette, le cui caratteristiche esteriori sono simili a quelle dei "Marroni". Talvolta, soprattutto nelle zone di origine, sono preferite a questi ultimi per le loro doti di rusticità ed elevata produttività. "MARRONI FRANCESI": alcuni sono di probabile origine italiana e viceversa per cui le caratteristiche salienti sono del tutto simili a quelle riportate per i "Marroni". CULTIVAR IBRIDE: Ottenute per ibridazione diretta o tramite incroci di ritorno fra le cultivar europee (principalmente francesi) e il castagno giapponese (C. crenata) e, più recentemente, cinese (C. mollissima). UTILIZZO: Storicamente il castagno ha avuto un’importanza elevatissima come fonte primaria di cibo per esseri umani, bestiame e animali selvatici. Un’intera catena alimentare era basata sulla produzione annuale di castagne. Oggigiorno gran parte della produzione è destinata al mercato del prodotto fresco ed essiccato (80% in Italia), cibo per il bestiame (5-10%, soprattutto bestiame suino, la cui carne assume caratteristiche superiori quando viene alimentato con castagne) e per l’industria dolciaria (10-15%). Molto limitato, rispetto al passato, è l’uso come legname da costruzione e per la produzione di tannino, mentre tuttora molto diffusa è la tecnica del ceduo per la produzione di pali e lanciole usati in viticoltura, frutticoltura e nel settore ornamentale come sostegni per le giovani piante. Il Castagno a Stazzema In un’ottica di valorizzazione del territorio comunale di Stazzema, il recupero della coltivazione del castagno riveste un ruolo importante. 64 Infatti il paesaggio è caratterizzato in larga parte dalla presenza di boschi e di castagneti; questi ultimi rappresentano una coltivazione che deriva direttamente dall’agricoltura storica praticata in Versilia, dove il castagno riscuoteva notevole successo sia per il suo frutto ( adatto sia per l’alimentazione umana che animale), sia per le indiscusse qualità del legno. Ruolo minore ma non meno importante era l’utilizzo da parte della popolazione per la raccolta dei funghi, dei prodotti del sottobosco in genere ed anche per il pascolo. Il castagno risultava fondamentale in passato soprattutto come surrogato dei cereali; nel territorio di Stazzema, caratterizzato da forti pendenze, era pressoché impossibile la coltivazione dei cereali e quindi l’unica fonte di carboidrati poteva essere fornita dalla lavorazione delle castagne. Con il passare del tempo però molti di questi utilizzi sono diventati sempre meno importanti e la coltivazione del castagno ha perso parte del proprio valore. La crisi della castanicoltura Stazzemese però non sì può collegare solo a questi fattori; un ruolo fondamentale è stato l’abbandono delle montagne a favore delle città. I monti di Stazzema sono stati abbandonati, e con essi le case, i paesi e di conseguenza anche le aree coltivate. A tutto ciò bisogna aggiungere l’avvento di attacchi antiparassitari come il “mal dell’inchiostro” ed il “cancro della corteccia”; queste hanno inciso non tanto sulla consistenza del patrimonio castanicolo soprattutto sulla produttività della piante. Superficie dei castagneti da frutto, delle fustaie da legno, dei cedui semplici e composti Anni Superficie dei Superfice Superficie totale castagni da fustaie da legno delle fustaie frutto (ha) (ha) (ha) Superficie dei cedui semplici (ha) Superficie dei Superficie totale cedui composti dei cedui (ha) 1955 Italia Lucca 441625 41447 441625 41447 226521 2592 65365 444 291886 3036 1970 Italia Lucca 354579 31284 354579 31284 281234 11963 60057 382 341291 12345 1990 Italia Lucca 211771 28250 276163 28715 14013 870 14883 64392 465 Fonte: Mario Buccianti, Il Castagno in Provincia di Lucca 65 Ancora oggi però il territorio presenta un ambiente molto adatto, sia per clima che per tipo si suolo, allo sviluppo vegetativo del castagno; a Stazzema, in particolare, è da menzionare la presenza di una cultivar interessante, la “Politora”. Questa cultivar ha la caratteristica di avere un fusto poco ramoso ed in genere non ha bisogno di potature, salvo il caso in cui sia necessario eliminare la biforcazione del fusto qualora si manifesti troppo presto. Il volume dei rami grossi, anche in piante di notevoli dimensioni, è modesto e di gran lunga inferiore a quello di altre cultivar. La corteccia rappresenta il 10% circa del volume del fusto, mentre cimale e ramaglia arrivano al 12.5%. La politora è in genere poco attaccata dall’Endothia (Cancro della corteccia), però le marze innestate lo sono in maniera quasi totale. Questa cultivar non è quasi mai presente in esclusiva per estese superfici ma frequentemente è in gruppi e soprattutto nelle zone più umide, ad esempio lungo i corsi d’acqua. Il legno è di colore chiaro con venature e fibre più lunghe, con caratteristiche intermedie tra il legno a porosità diffusa, con il legno tardivo che mantiene una porosità maggiore rispetto a quello di altre cultivar e quindi un tipo di cerchia annuale particolarmente adatto a sostenere a lungo la crescita nel corso della stagione vegetativa. Questo tipo di legname è molto adatto per gli interni. Il legno della politora ha quindi un elevato interesse, mentre il frutto non presenta particolari caratteristiche di rilievo ed è considerato scadente nei riguardi di qualsiasi impiego. Oggi purtroppo l’abbandono ha favorito l’affermarsi di estesi tappeti di rovi, dell’edera (che talvolta sale anche sui tronchi) e della vitalba che tendono a soffocare le piante coltivate. 66 Castagneti da frutto abbandonati Comune Massa per ha Età N° piante polloni e ceppaie Im. mc Stazzema 364 34 325 10,7 Stazzema 177,42 90 127 1,97 Stazzema 40,7 27 320 1,5 Stazzema 182,5 80 290 2,28 Note Area con prevalenza di cultivar di Politora 43%, Carpinese 26, Selvatico 31. Versante interno Apuane. Presenze di pioppo tremuilo, ciliegio, orniello, Veronica urticaefolia dominante. Nel tappeto erbaceo prevalenza di Veronica urticaefolia Fonte: Mario Buccianti, Il Castagno in Provincia di Lucca I risultati della tabella sono stati ottenuti in seguito a studi effettuati su un area del Comune di Stazzema, in località “Croce”, ad una quota compresa tra m. 570 e m. 580 slm., con una pendenza media del 40%, su suolo bruno, mediamente profondo, caratteristiche che ben rappresentano l’intero territorio comunale. 67 6. AGRITURISMO Consultando l’elenco delle aziende agrituristiche disponibile sul sito internet 6della Regione Toscana, risultano presenti nel territorio comunale di Stazzema, n°5 aziende agrituristiche ed esattamente: IL PAESAGGIO – Frazione Pomezzana – San Rocchino –Stazzema (LU) L’azienda agrituristica dell’alta Versilia, posta ad un’altitudine 800 metri, presenta un panorama veramente suggestivo: di fronte l’ampia veduta della riviera versiliese, con sullo sfondo l’Isola di Gorgona e di Capraia e, nelle giornate più limpide, anche la Corsica. Alle sue spalle le magnifiche Alpi Apuane, facilmente raggiungibili con sentieristica segnata, a piedi o in mountain-bike. Cucina casalinga, rispettosa delle antiche tradizioni locali,offre piatti tipici, quali pasta fatta in casa e carne di propria produzione. 6 http://www.agriturismo.regione.toscana.it/index-ita.htm 68 LE COPPELLE - Via Versiliana Carducci - Pian di Lago – Terrinca - STAZZEMA (LU) Nel nord della Toscana all’interno del Parco delle Alpi Apuane, sorge l’azienda agrituristica "Le Coppelle". L’agriturismo è posto in un ambiente suggestivo fra mare e monti, sotto i maestosi torrioni del Monte Corchia, in località Pian di Lago. L’agriturismo offre servizi quali ospitalità, cucina tipica a base di prodotti aziendali, visite guidate con guida del parco naturale delle Alpi Apuane alt. 1000 metri. L’AGRIFOGLIO – Loc. le calde - Pomezzana - STAZZEMA (LU) Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana LA CAMPANELLA – Loc campanella - STAZZEMA (LU) Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana MONTE CROCE – Loc. campogioboli - Palagnana - STAZZEMA (LU) Per questo agriturismo non ci sono ulteriori informazioni sul sito della Regione Toscana. 69 7. SINTESI PER PIANO STRUTTURALE Il Comune di Stazzema, viene collocato dal PIT nel sistema territoriale della costa e dell’arcipelago e nel sistema di paesaggio delle Alpi Apuane. Il suo territorio si trova in buona misura compreso nel perimetro del Parco delle Apuane. Dal punto di vista geografico-ambientale Stazzema è caratterizzato da rilievi con pendici piuttosto scoscese, in parte boscate ed parte ricoperte da prati pascoli di varia natura ed origine. Gli insediamenti sono numerosi, di piccola entità e sono circondati da un anello di terrazzamenti in cui una volta erano presenti i coltivi ed che oggi risultano abbandonati ed in fase di colonizzazione da parte della vegetazione circostante. Le superfici boscate originarie, costituite da querceti, sono state storicamente sostituite in buona misura con castagneti, più rispondenti alle esigenze produttive della popolazione. Oggi i castagneti risultano abbandonati a causa del doppio esodo subito da queste montagne, uno di tipo rurale, che ha portato la gente a trasferirsi nelle pianure alla ricerca di condizioni di vita più confortevoli, ed uno di tipo agricolo, per cui la gente, pur rimanendo a vivere in loco ha lasciato il lavoro in agricoltura o lo conduce part-time. C’è da dire che queste montagne sono bellissime ma poco si prestano all’utilizzo, sia agricolopastorale, che forestale, per l’impervietà dei luoghi. Il settore economico trainante consiste nell’estrazione del marmo e nella sua lavorazione. Da quanto espresso anche se in estrema sintesi appare chiara la necessità di individuare linee di tutela tese ad uno sviluppo integrato ed integrale di questo territorio e le metodiche per una concreta realizzazione dello stesso. Obiettivi: - Supporto ai residenti per garantire la loro permanenza in loco al fine di un concreto e reale ruolo di presidio del territorio, già profondamente segnato dall’abbandono dei decenni precedenti, 70 - incentivazione delle attività agricole residuali, anche legate al part-time ed al tempo libero e per autoconsumo, al fine del mantenimento dei piccoli spazi terrazzati ancora coltivati o, almeno in passato, posti in prossimità degli insediamenti, che rivestono un ruolo sia di memoria storica, che di sistemazione idraulico-agraria. - Tutela delle praterie montane, attraverso programmi integrati che prevedano una valorizzazione naturalistica integrata con uno sfruttamento turistico. In quest’ottica saranno privilegiati programmi di iniziativa pubblica o privata che prevedano interventi, corsi ed esercitazioni di educazione ambientale volti sia a bambini che ad adulti. - Incentivazione delle attività selvicolturali, dotate di opportuni studi di base che ne individuino gli obiettivi e le finalità di intervento, tese ad uno sfruttamento razionale del bosco per cui il taglio consente economicamente e rende indispensabile per necessità tecniche, il recupero delle sistemazioni idrauliche e della viabilità forestale. Le prime di queste rivestono un ruolo fondamentale per la stabilità dei versanti e le seconde per la prevenzione degli incendi e per le operazioni antincendio. 71 BIBLIOGRAFIA AA.VV., Piano Faunistico Venatorio Provincia di Lucca AA.VV.,L’ inventario Forestale – Boschi e macchie di Toscana- Regione Toscana, Giunta Regionale, Firenze, 1998 Carta della Vegetazione Forestale della Regione Toscana Guida d’Italia del Touring Club italiano:Toscana, Garzanti editore, Milano,1974. D. Riannessi, B. Antonucci, i suoi taccuini: scoperte archeologiche in Versilia, Banca di credito cooperativo della Versilia, Pietrasanta, 2000. C. Paolicchi, Cardoso: una comunità millenaria alla ricerca del proprio futuro, Banca di credito cooperativo della Versilia, Pietrasanta,1998. F. Bergamini, Cronaca di un genocidio: da S. Anna di Stazzema alle fosse del Frigido, La Darsena, Viareggio,1977. ISTAT, Censimenti della popolazione e dell’agricoltura. L.Gravina, Forte dei Marmi, Seravezza, Stazzema, Arni…Il bel paese, Livorno, 1931. Parco Regionale delle Alpi Apuane, Piano per il Parco, 2002. Piano di sviluppo Socio Economico 2003-2007 della “Comunità Montana Alta Versilia”. PROVINCIA DI LUCCA SETTORE PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO, Piano territoriale di coordinamento. 72