Scarica il report delle Colazioni Solidali a Genova!

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REPORT COLAZIONI EQUE BOTTEGA SOLIDALE – GENOVA
FASE 1 DA GENOVA A BUTARE CON FURORE…
AEREO AMSTERDAM-NAIROBI DELLA KENYAN AIRLINES
La colazione solidale si è svolta in ora un po' anomala, nel cuore della notte, verso le ore 4,30
poco prima dell'atterraggio.
Con Maria abbiamo cercato di coinvolgere i passeggeri del nostro settore e abbiamo fatto
parecchia fatica vuoi per la naturale sonnolenza degli interlocutori (e nostra) dovuta al breve
sonno, vuoi per le barriere linguistiche, vuoi per la stranezza della proposta. Tutti erano
prontissimi a fotografare noi ma si negavano dal farsi riprendere dall'obiettivo, men che
meno mangiando biscotti (avvelenati?!?). Alla fine, dopo ampie rassicurazioni, siamo riusciti a
convincere Carlo, un giovane di Civitate del Friuli, che per festeggiare la fresca laurea stava
andando in spedizione sul Kilimangiaro; Carlo si è tranquillizzato solo quando ha capito che
avevamo a che fare con la bottega di Trento di Mandacarù, dove la sua morosa
lo aveva portato qualche volta per acquisti.
La foto ritrae, in mezzo a passeggeri semi-assopiti, Carlo che mangia le biofrolle offerte da
Ristorazione Solidale, nel pieno della sua attività statutaria ma per una volta lontana dalle
mense scolastiche, e Maria, la responsabile del progetto Rwanda di Bottega Solidale.
Un'ultima osservazione: Carlo, data l'ora, non è riuscito a mangiare più di 8 biscotti ma,
siccome gli sono piaciuti molto, si è tenuto tutto il pacchetto, in previsione delle fatiche della
scalata. Questo fatto ha tolto a Maria il sorriso smagliante della foto (ed anche quello di
Enrico che fotografava)
FASE 2 CON LE ARTIGIANE DELLA COPABU A BUTARE IN RWANDA
La foto è stata scattata a Butare nel sud del Rwanda, presso l'atelier della cooperativa
COPABU, organizzazione con cui La Bottega Solidale di Genova intrattiene un gemellaggio dal
1999. Ogni anno vengono importati e distribuiti alle BdM italiane, alcuni container di prodotti
artigianali (cesteria, legno, ceramica, cartoleria, ...).
Nella foto, accanto a Cristiano e Maria, sono state riprese alcune artigiane socie della
COPABU all'inizio della loro giornata di formazione. Queste artigiane, scelte tra le più
esperte dei 350 soci della cooperativa, si cimentano, aiutate da Maria, nella realizzazione di
nuovi prodotti di cesteria. In 2 settimane di formazione vengono messi a punto i nuovi
prodotti da aggiungere al catalogo e che le altre artigiane della COPABU impareranno a
realizzare aiutate a loro volta da queste persone. Parallelamente in una sala accanto, una
decina di artigiani sperimenta i nuovi prodotti in legno. Come si può notare nella foto, le
artigiane sono particolarmente impegnate nel loro ruolo di assaggiatrici delle prelibatezze
della colazione solidale, quindi ...... pochi sorrisi ma un grande apprezzamento dell'iniziativa.
FASE 3 TRA MOGLIE E MARITO….NON METTERE IL GUARANITO…..
….Racconta Paola collaboratrice della Bottega Solidale di Certosa
Alla riunione della Commissione Commerciale delle botteghe di Genova ci viene chiesto chi
può realizzare la colazione equa e solidale nel proprio quartiere. Noi di Certosa accettiamo
con entusiasmo; ma ahimé, non sapevo a quali ostacoli sarei andata incontro! Non è poi così
facile trovare un bar disposto a collaborare con noi e abbiamo un po’ di difficoltà a capire
come muoverci per le questioni economiche e fiscali Finalmente penso di aver trovato il bar
adatto, ma quando comunico che sarà nella giornata di sabato non se ne fa più nulla, perché la
proprietaria non se la sente di gestire l’evento in un giorno di così alta frequenza, visto che il
mercato rionale si svolge nelle vicinanze proprio di sabato… e pensare che io speravo proprio
in quella confusione per coinvolgere più persone possibili e un po’ fuori dal solito giro! Insieme
all’ R.B. ci diamo da fare per cercare altri bar e solo a circa 10 giorni dall’evento ne troviamo
uno disposto a collaborare. Ora con i volontari bisogna organizzare al meglio la giornata: chi si
occupa di portare le locandine, chi distribuisce le cartoline, chi è disposto a dare le info sulla
campagna “tessere il futuro” a coloro che verranno a fare colazione. Il CD argentino si
ascolterà al bar, mentre il video verrà proiettato in bottega; i prodotti solidali li porterò al
bar il giorno prima. Tutto sembra a posto (però che notte agitata mi attende!)…. E così arriva
sabato mattina e la colazione ha inizio.
E ora il punto di vista di Andrea, suo marito ….semplice “cliente”
Faccio colazione al bar, sono sensibile ai discorsi sul commercio equo-solidale, sono il marito
di una collaboratrice di Bottega solidale…direi di sì: sono la cavia ideale per questo
esperimento. L’attesa è vissuta da mia moglie con troppa apprensione per il risultato di questa
colazione. Secondo me viviamo in un quartiere “assopito”: poche iniziative e poche risposte da
parte delle persone che ci vivono. Ogni tentativo, ogni ventata di novità e di trasmettere idee
diverse non può che fare e farci bene. Noto lo stridore tra la proposta super pubblicizzata
dei commercianti del quartiere, che offrono un biglietto ogni 10 euro di spesa e il miraggio di
un’estrazione finale di un’auto, e la proposta della Bottega Solidale di Certosa di fare una
colazione diversa, sensibile, responsabile. Nessun concorso, nessuna promozione 3x2,
solamente la possibilità di sentire dalle volontarie, i motivi per scegliere quel tipo di colazione
e le ragioni di una nuova campagna di sensibilizzazione. Con questa premessa non mi aspetto,
essendo poi la prima volta, un grande successo. La difficoltà di reperire un bar disponibile
aumenta le mie perplessità. L’unico modo per contrastare i dubbi di un insuccesso è
attraverso un bella pubblicità, inviti agli amici, locandine nei posti più frequentati, e-mail a
conoscenti.
Sabato 25 novembre 2006:Arriva “il gran giorno”. Purtroppo piove e questo evento climatico
potrebbe aumentare le resistenze degli “assopiti”. Il bar fortunatamente è nuovo e
accogliente; il banco della Bottega con prodotti e depliant informativi è ben visibile, ma non
invadente;le volontarie che si alternano sono preparate: ci sono tutte le premesse per far
bene. La risposta, per quello che ho notato io, è abbastanza buona. Certo, amici e volontari
della Bottega hanno rappresentato la maggior parte della clientela del bar, ma altre persone
si sono avvicinate. Personalmente, e l’ho suggerito a mia moglie, la strategia per arrivare più
direttamente alla gente deve ricorrere a piccoli astuzie ed accorgimenti: preparare colazioni
più mirate, meno abbondanti; lasciare gratuitamente sul bancone del bar alcuni biscotti… che
possano essere consumati insieme alla colazione abituale del cliente; scegliere un giorno
lavorativo, quindi di maggior affluenza, per proporre questa iniziativa. Queste sono solo idee
commerciali pratiche e fredde, se rapportate al calore e all’entusiasmo che le volontarie
hanno cercato di trasmettere a chi ha scelto di fare la colazione solidale; una esperienza da
pensare, riproporre, un’occasione per scalfire certe abitudini e far diventare l’evento di una
colazione diversa, una normale abitudine.
FASE 4 COLAZIONI A PIAZZA TRUOGOLI SANTA BRIGIDA
L’occasione è speciale. Si inaugura una vecchia nuova Piazza di quel centro storico che suscita
nei genovesi sentimenti di odio / amore.
Alla faccia dei grandi centri commerciali che invadono anche il nostro territorio decidiamo di
puntare sul locale e collaborare con un nuovo consorzio di piccoli commercianti che ha deciso
di investire su un pezzo del centro storico finora decisamente poco frequentato dai genovesi.
E quale migliore occasione per affiancare la musica di De Andrè che risuona nei “carruggi”
che non quella di proporre una buona colazione solidale?
Prima colazione …primi semi…anche per questa nuova piazza!