in primo piano Lecompagnie:«Speculazionideiconsumatori»

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in primo piano Lecompagnie:«Speculazionideiconsumatori»
MERCOLEDÌ
5 AGOSTO
2
2009
in primo piano
IL CARO­VITA
GLI ANDAMENTI DI DIESEL E BENZINA
diesel
benzina
06/07/2009
1,132
1,312
1,312
10/07/2009
1,102
1,285
diesel
benzina
1,285
13/07/2009
1,099
1,282
17/07/2009
1,089
1,270
1,282
diesel
benzina
20/07/2009
1,094
1,277
1,277
1,270
24/07/2009
1,118
1,291
diesel
benzina
27/07/2009
1,134
1,308
1,308
1,291
1,134
1,132
1,099
1,102
1,094
1,089
06/07/2009
13/07/2009
1,118
17/07/2009
1,307
1,135
27/07/2009
20/07/2009
10/07/2009
31/07/2009
1,135
1,307
31/07/2009
24/07/2009
GRAFICI IL SECOLO XIX
Benzina,arriva
lastangatad’agosto
L’ANALISI
Le compagnie: «Speculazioni dei consumatori»
I PREZZI CITTÀ PER CITTÀ - Media giugno 2009
Napoli
Caserta
Bari
Campobasso
Genova
Genova
Aosta
Ancona
Milano
Ascoli
La Spezia
Piacenza
Bologna
Parma
Roma
R. Calabria
Bolzano
Potenza
Bergamo
Rimini
Venezia
Brescia
Cagliari
Torino
Trento
Pisa
Belluno
Forlì
Palermo
Vercelli
Verona
Biella
Vicenza
Pavia
Alessandria
Grosseto
Novara
Modena
Cremona
Ravenna
Pistoia
Siena
Arezzo
Padova
Lecco
Lodi
Asti
Ferrara
Firenze
Treviso
Terni
Rovigo
Verbania
Poedenone
Como
Gorizia
Trieste
Udine
Varese
1,171
1,167
1,165
1,1
1,136
1,175
1,359
1,351
1,345
1,333
1,333
1,329
1,324
1,323
1,322
1,322
1,319
1,318
1,317
1,317
1,314
1,313
1,311
1,309
1,309
1,309
1,308
1,308
1,308
1,308
1,306
1,305
1,305
1,305
1,305
1,305
1,304
1,304
1,302
1,301
1,301
1,301
1,298
1,296
1,295
1,294
1,292
1,291
1,290
1,288
1,288
1,287
1,279
1,277
1,277
1,272
1,254
1,233
1,225
1,202
1,252
1,325
GRAFICI IL SECOLO XIX
GENOVA. Con la colonnina di
mercurio, anche la benzina torna a
crescere. Tre centesimi di euro, per la
precisione, dopo un periodo di calma
che si prolungava dal 24 luglio scorso.
Il primo colosso petrolifero ad al­
zareilprezzoèstatol’Eni.Ierimattina,
chi si avvicinava a un distributore di
carburante della controllata Agip, do­
veva fare i conti con un prezzo di 1,340
euro al litro per la verde, e di 1,162 euro
al litro per il gasolio. Il fatto che questo
aumentoarriviguardacasoconl’esodo
di agosto, con strade e autostrade gre­
mite di auto assetate, a molti non è an­
dato giù. Le associazioni dei consuma­
tori sono furenti, e avanzano più di un
dubbio in merito all’opportunità della
datasceltadallecompagniepetrolifere
­chearuotasonoandatedietroallavo­
latatiratadall’Agip.Rincariunpo’“pe­
losi”, se si passa il termine, decisi
quando tutti, ma proprio tutti, in que­
sto periodo almeno una volta la mac­
china la prendono, vuoi per andare al
mare o fare un giro alla domenica con
lafamiglia.Ilfattopoichesiastatapro­
prio l’Agip a decidere il rincaro, è stata
lagocciachehafattotraboccareilvaso:
«Ma come ­ si sono chiesti ad esempio
all’Adoc,ilsindacatodeiconsumatori­
proprio l’Eni aveva promesso di man­
tenerefermiiprezzideicarburantidu­
rante l’esodo estivo, e invece sono i
primi ad aumentarli?». L’Adoc sottoli­
nea come dal 2007 ad oggi a ridosso
delle partenze estive «il prezzo di ben­
zina e gasolio aumenta in modo repen­
tino e immotivato». Mediamente, un
litro di benzina rincara del 2,9 per
cento, uno di gasolio del 2,7 per cento.
Fruttando almeno 40 milioni di euro,
considerando due pieni a viaggio per
10 milioni di automobilisti. Que­
st’anno, a ridosso del primo esodo, «la
benzina è improvvisamente salita di
quattro centesimi, passando da 1,26
euroa1,30euroallitro.Ora,invistadel
secondo dell`8 agosto, registriamo un
ulteriore rialzo medio dell`1,7 per
cento, la verde ha raggiunto un costo
medio di 1,32 euro al litro» dicono
dall’associazione. Complessivamente,
da fine luglio a ieri, in due settimane la
benzina è aumentata del 4,7 per cento,
perunesborsomaggioratoditreeuroa
pieno. Mentre il gasolio è addirittura
salito del 5,3 per cento. Federconsu­
matori e Adusbef puntano il dito con­
tro la speculazione: le compagnie pe­
trolifere sarebbero velocissime ad al­
zare il prezzo appena il petrolio au­
menta, e molto lente «ad adeguarsi
1,4
quandoquesteultimesonoalribasso».
Il Codacons vorrebbe vedere i vertici
dell’Eni («la compagnia che dovrebbe
mostrare un comportamento più re­
sponsabile, sapendo che poi le altre
compagnie si adeguano agli au­
menti»), convocati al tavolo del mini­
stro dello Sviluppo Economico, Clau­
dio Scajola. Ma dall’altra parte, le com­
pagnie non se ne stanno con le mani in
mano, e si gettano anima e corpo nella
polemica estiva. L’Unione Petrolifera
conferma «l’assoluta correttezza di
comportamento delle aziende il cui ri­
ferimento restano i mercati interna­
zionali», dove negli ultimi giorni si è
registrato un aumento del prezzo del
petrolio e dei prodotti raffinati. «Que­
ste e non altre ­ sottolineano dall’Up ­
sono le motivazioni alla base dei re­
centi aumenti dei prezzi dei carbu­
ranti, sistematicamente ignorate dalle
associazioni dei consumatori che,
comepurtroppopiùvolteabbiamodo­
vuto rilevare, proseguono nella loro
opera di disinformazione producendo
dati basati sulle sensazioni e non su ri­
ferimenti oggettivi». Per quanto ri­
guardailpetrolio,osserval’UnionePe­
trolifera, «va rilevato che il valore del
Platts (l’indice dei prodotti finiti:
quindi anche benzina e gasolio), si se­
gnala che la benzina nello stesso peri­
odo ha mostrato un progresso di quasi
cinque centesimi euro al litro tor­
nando anch’essa sui valori dell’ottobre
2008. Analogo discorso si può fare per
il gasolio. Sicuramente più cauto è
stato l’andamento del prezzo interno
(al netto delle tasse) le cui variazioni,
sia per benzina che gasolio, nell’arco di
tempo considerato sono state inferiori
a quelle registrate dalle analoghe quo­
tazioni internazionali». E i gestori
delle pompe? «Senta, facciamo una
scommessa ­ dice Luca Squeri, della
Figisc ­ scommettiamo che quando il
prezzo del carburante si abbassa lei
non mi chiama, e non usciranno co­
municati,associazioniequant’altro?Il
prezzo del carburante è pubblicato più
volte al giorno, è il più trasparente che
c’è, ma dipende da delle transazioni di
Borsa». Un maggiore controllo da
parte del governo? «Al momento ci
sonoduemeccanismidicontrollo,uno
dell’Antitrust e uno del ministero del
Tesoro.Mabenvenganoitavoli,specie
se riusciamo a metterci d’accordo su
terminieparametridiquestaazionedi
controllo»
ALBERTO QUARATI
[email protected]
IL MERCATO
E intanto il petrolio riprende a volare: ieri era a quota 71 dollari
Alla fine di luglio un barile
di Brent costava 66 dollari.
Alcuni giorni fa, il picco
di 73. L’aumento è stato
superiore all’11 per cento
ROMA. Sorpresa:ilpetrolio,piano
piano, sta recuperando quota. Lo ha
fatto notare ieri l’Unione Petrolifera,
cheraccoglietutteleindustriedelset­
tore petrolifero in Italia. Nel detta­
glio, sottolineano i rappresentanti
dell’Up, va rilevato che il valore del
Brent, quel petrolio greggio estratto
al largo della Scozia, il cui prezzo de­
termina il 60 per cento del petrolio
estratto in tutto il mondo «è tornato
per la prima volta dall’ottobre 2008 a
superare i 73 dollari al barile, rispetto
ai66dollarialbariledifineluglio,pari
ad un progresso di oltre l’11 per
cento».
Ieri, ad esempio, le contrattazioni
del petrolio al Nymex (New York
Mercantile Exchange, cioè il princi­
pale mercato mondiale per futures
suiprodottienergetici,comeappunto
petrolio e gas naturale) non ha rag­
giunto il picco dei 73 dollari di qual­
che giorno fa, ma ha comunque
chiuso al di sopra di una rispettabile
quota di 71 dollari, con una diminu­
zione, rispetto a lunedì, di 16 cente­
simi (­0,22 per cento).
Il prezzo di benzina e gasolio, ricor­
dano però spesso gli operatori del set­
tore,nonèlegatotantoagliscambidel
greggio, quanto piuttosto all’indice
Platts, che è un’agenzia che si occupa
di valutare le quotazioni dei prodotti
finiti. Quindi, il valore del petrolio si
può dire che è solo una delle compo­
nenti ­ comunque pesante ­ che
vanno a comporre il prezzo del carbu­
rante al distributore. Il prezzo di ga­
solio e benzina varia diverse volte al
giorno. All’interno di uno Stato, è di
solito la compagnia leader di mercato
a tirare verso l’alto la quotazione,
come è successo giusto ieri nel caso
dell’Agip.
Balzo in avanti dei prezzi della benzina
ECCO PERCHÉ IN LIGURIA
CI SONO I DISTRIBUTORI
PIÙ CARI DI TUTTA ITALIA
CARLO STAGNARO
FARE IL PIENO costa in Italia più che in Europa, e a Genova
più che in Italia. Nel capoluogo ligure un litro di benzina a giu­
gno costava 1,333 euro, servizio compreso. Alla Spezia, 1,322.
Per confronto, nella provincia limitrofa di Alessandria 1,301; a Piacenza
1,319; a Milano 1,323.
Naturalmente i dati – forniti dall’Osservatorio sui prezzi del ministero
dello Sviluppo economico – non sono univoci. Per il diesel, per esempio, gli
stacchi sono meno significativi, talvolta favorevoli. Resta però il tarlo del
perché. In passato, la variabilità dei prezzi era assai inferiore: infatti le com­
pagnie petrolifere consigliavano ai distributori un prezzo nazionale, ri­
spetto al quale loro potevano applicare sconti o aumenti entro una banda
predefinita. Nel 2007, però, l’Antitrust ha ritenuto proprio il prezzo nazio­
nale uno degli strumenti della presunta collusione tra i petrolieri, e ne ha
imposto il superamento tramite un sistema di prezzi più articolato.
Oggi, quindi, emergono con più chiarezza le specificità locali. Tra queste,
la più clamorosa sta nella fiscalità: la Liguria è, assieme a Campania e Mo­
lise, l’unica regione italiana ad aver applicato all’accisa l’addizionale di 2,58
centesimi (il massimo consentito). Considerando l’Iva al 20 per cento,
fanno 3,10 centesimi in più, che spiegano almeno in parte – ma non del tutto
– lo stacco. Oltre a questo fattore, che è ovvio, diventa più difficile decifrare
le ragioni del “delta”, perché qualunque valutazione perde di oggettività e si
riduce a una mera interpretazione di un fenomeno complesso, che dipende
da un grande numero di variabili. È però
piuttosto chiaro che, sotto il profilo com­
petitivo, la nostra regione è deficitaria.
QUESTIONE DI FISCO
Nel 2008, dei 592 impianti esistenti,
solo 16 erano pompe bianche, cioè quelle
che non appartengono ai grandi marchi e
applicano listini sensibilmente inferiori
rispetto ai distributori abituali (in provin­
cia di Genova il rapporto era 275 contro
cinque). Inoltre, i punti di rifornimento
sono ancora molto focalizzati sul loro core
business, cioè la vendita dei carburanti, e
non sono riusciti a diversificare la gamma
di prodotti offerti ai cosiddetti “non oil”: a
Genova, su 275 stazioni solo 13 hanno
anche un bar, nove il ristorante, sette ven­
donoigiornali.Larisultantediquestarigi­
dità è che, in risposta al calo della domanda determinato prima dal caro­pe­
trolio e poi dalla crisi, l’erogato medio si è contratto visibilmente, costrin­
gendo i gestori a cercare di guadagnare sui margini unitari anziché sui vo­
lumi. In questo contesto, cosa si può fare per migliorare la situazione?
Nell’immediato, nulla. La rete di distribuzione dei carburanti è una fac­
cenda complessa e carica di costi e conseguenze anche umane: razionaliz­
zarnelacomposizione,perdire,significafarchiuderediversiimpianti,prin­
cipalmente chioschetti isolati con poche vendite e nessun servizio in più. La
transizione va gestita attentamente. Ciò nonostante, occorre cercare di
consentire una maggior concorrenza nel settore e rimuovere tutti gli osta­
coli o le fonti di rincaro – a partire dall’addizionale regionale. La Liguria ha
recentementeapprovatounanorma,contestatadall’Antitrustperlasuana­
tura discriminatoria, che impone ai nuovi impianti di essere attrezzati
anche per il metano o il Gpl. In un ambiente come il nostro, con spazi ri­
stretti e bassa domanda, questo equivale ad alzare l’asticella dei costi, pro­
teggere gli impianti esistenti e mettere i bastoni tra le ruote ai concorrenti.
Può essere un fine ritenuto di superiore interesse dalla politica: ma centi­
naia di migliaia di consumatori, ed elettori, preferirebbero risparmiare gra­
zie agli spiriti animali del mercato.
n
La regione ha,
con Campania
e Molise, l’accisa
addizionale più
alta in assoluto