la chiesa della madonna della misericordia

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la chiesa della madonna della misericordia
LA CHIESA DELLA MADONNA DELLA MISERICORDIA
Nel tempo gli abitanti hanno erroneamente associato questa chiesa a quella distrutta di San
Donino ( forse perchè al suo interno vi è l’antica statua del santo ), che si trovava a qualche
centinaia di metri, nei pressi dell’ingresso del Parco del Monte Montone.
Nell’ ottobre del 1776 il Vescovo Dondi in visita pastorale vedendo le pessime condizioni in
cui versava la chiesa di San Donino decretò la chiusura ai fedeli in attesa o di farla
ricostruire, altrimenti di abbatterla.
Ordinò di portare la statua del Santo nella chiesa della Madonna della Misericordia al
castello e di posizionarla a sinistra dalla parte del Vangelo.
La leggenda narra che questa statua se ne ritornava nel luogo originario.
Da delibera comunale e dai documenti conservati nell’archivio della Diocesi, si apprende
che la chiesa della Madonna della Misericordia sita all’ interno del castello fu abbattuta nel
1830 per poi essere ricostruita nei quattro anni e 4 mesi successivi incastonando le pietre
nella stessa posizione originale, a Villagrande.
Un ulteriore conferma la si trova in una delibera del consiglio comunale datata 1678 dove i
24 consiglieri con voto unanime decisero di ricostruire il campanile crollato della chiesa al
castello e portare la campana danneggiata a Pennabilli per un restauro.
Le campane sono due, la più grande porta i segni di un restauro e una scritta in latino “
JESUS MARIA MENTEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIE LIBERATIONEM
UNIVERSITAS MONTIS CUPIOLI BIS RESTAURAM CURAVIT ANNO 1678.
Inoltre sulla campana sono incise due figure, S.Cristoforo protettore dei viandanti che
attraversa un fiume con in braccio un bambino, come raffigurato nel dipinto nella Chiesetta
di Campo D’Arco, l’altra San Michele Arcangelo.
Questa è l’antica chiesa della Madonna della Misericordia che era adiacente all’ ingresso del
Castello di Montecopiolo, ed oltre che alle funzioni una parte detta “ Il lazzaretto “, era
adibita al ricovero dei viandanti, pellegrini e degli ammalati il 28 ottobre1834 fu benedetta.
La statue della Madonna e di San Donino sono le stesse che erano presenti nella chiesa al
castello e si precisa che storicamente San Donino viene raffigurato in due modi, una da
giovane con il cane ai suoi piedi e un ramo di palma nella mano, l’ altra dopo il martirio
decapitato con la testa in mano.
Con il contributo del documentario, “ Montecopiolo, la sua storia, le sue bellezze, …. “
All’ interno della chiesa al lato sinistro è posta a ricordo di un illustre personaggio Don
Bernardino Latini Ripa che nacque a Villagrande di Montecopiolo il 23 luglio 1798 .
Completati gli studi nel seminario Diocesano del Montefeltro e di filosofia in quello di
Rimini, si trasferì ad Urbino in un collegio di gesuiti.
Fu prescelto per riaprire il convitto dei Nobili di Napoli e fondò vari collegi nel sud Italia.
Per questo riuscì ad entrare nelle grazie della famiglia reale Borbonica e divenne il
confessore personale della Regina Isabella di Spagna, madre di Re Ferdinando.
Fu sostenitore della costruzione dei cimiteri prendendo atto della legge napoleonica già
operante al nord Italia e fu lui nel 1858 a volere la costruzione e a benedire il piccolo
Cimitero di Montecopiolo dove questa lapide ne ricorda la sepoltura.
La sua cappella privata ancora esistente a Villagrande.
Nel 1848 in seguito alla rivoluzione contro i Borboni fuggi da Napoli travestendosi,
abbandonando scritti di letteratura e storia e molti inediti, in parte oggi recuperati.
Divenne poi Rettore del Seminario Diocesano e Canonico di Rimini
Nel 1875 alla sua morte il Duca di Castellaneta Francesco de Mari pubblicò a Napoli un
volume di trenta pagine in memoria di quello che fu suo maestro dal titolo: “di Bernardino
Latini cenni”.
In uno scritto loda Vittorio Emanuele di Savoia e i valori sabaudi, e definisce Napoleone III “
il traditore francese” quando a Villafranca nel 1859 firmò l’armistizio contro l’Austria.
Le lodi su altre scritture per i Savoia proseguono almeno fino a quando nell’ intento di unire
l’Italia non viene minacciato lo Stato della Chiesa.
Poi Don Bernardino cambia totalmente opinione quando vede la Roma dei Papi e della
Chiesa soccombere ai Piemontesi si rivolge a Vittorio Emanuele II in modo a dir poco
irriguardoso.
Con il contributo del documentario, “ Montecopiolo, la sua storia, le sue bellezze, …. “