Quando sono gli italiani a «far paura» agli stranieri
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Quando sono gli italiani a «far paura» agli stranieri
Giovedì 18 novembre 2004 7 ATTUALITÀ L’INCHIESTA Viaggio tra i giornali etnici pubblicati in Italia: sono 21, in 15 lingue diverse, hanno una tiratura in costante crescita Quando sono gli italiani a «far paura» agli stranieri L’integrazione è ancora lontana: i musulmani hanno il terrore di essere bollati come i «nemici» fondamentalisti ■ Souad Sbai è il diretto- essere musulmani è già pachistana, Azad, che il al terrorismo, lo scambio quelle di tre poeti pachire editoriale di Al Maghre- una colpa. E questi giova- italiano vuol dire libertà. sul terreno del turismo e i stani che si sono integrati biya, il mensile della co- ni non hanno alternative. Ejaz è del Punjab ed è arri- nuovi accordi nel settore ad Arezzo, Brescia e Bolmunità marocchina in Ita- Anch’io ho paura, forse ne vato in Italia 15 anni fa. industriale. Posso dire che zano e sono apprezzati lia, una tiratura di 22.000 ho di più di altri. Mi senti- Faceva il giornalista nel Azad è un giornale di ser- per quello che scrivono, copie ma un numero di vo integrata e mi sono ri- suo paese ma è fuggito vizio, e lo è diventato an- come quelle di immigrati, lettori infinitamente supe- trovata, da cittadina italia- perché voleva poter lavo- cora di più dopo i fatti partiti con nulla in mano, solo con i debiti e che qui riore. Souad, di Casa- na, quale sono da molti rare senza censura, senza dell’11 settembre». I cittadini pachistani so- hanno fatto fortuna».. blanca, è arrivata nel no- anni ( ho sposato un italia- minacce. Ci racconta che Anche Stetnen Ogongo, stro paese 24 anni fa, è no e i miei figli sono nati la sua storia è identica a no stati sottoposti a conuna ricercatrice dell’Uni- qui) , ad essere una stra- quelli di tanti altri: prima trolli e attenzioni esaspe- caporedattore centrale di niera, peggio clandestino, poi immigra- rate soprattutversità di CaAfrica News, una musul- to, poi cittadino italiano. to alle frontieserta, facoltà nel mensile mana, forse Giornalista e mediatore re, agli aerodi diritto che coordiEjaz Ahmes Souad Sbai, un’islamica». interculturale nelle scuole porti, spesso ci comparato. na, cerca dirige il mensile direttore di «Al Non manca e nelle carceri Ejaz dirige sono stati casi «Sapete che sempre più un po’ d’ama- un giornale che ha una di arresti per cosa sento di spesso di ofdei pachistani: Maghrebiya»: problemi di rezza nelle diffusione di 5000 copie più dai miei frire alla coi nostri lettori l’informazione parole di ma nelle comunità dei pa- identificazione, lettori? La munità afrinon vogliono non è solo Al Souad. chistani, circa 45mila per- di omonimie. paura, perché cana in Ita«Come sape«Sì, perché sone, è quasi l’unico strulia (più di marocchini e essere scambiati Jazira, gli italiani te spesso i nonoi siamo mento informativo. «Cer200mila permusulmani, per terroristi non lo capiscono quelli che co l’integrazione, è il mio stro documenti sone) modi essere hanno lavora- unico scopo. E do notizie, non hanno la delli di conidentificati to per il dia- tante sull’Italia perché la data di nascita vivenza, stotutti nel nemico, nel fondamentali- logo e il rispetto recipro- gran parte dei miei lettori precisa, non hanno il co- rie positive. Ogongo è keco. Abbiamo lottato per non parla italiano ma solo gnome perché da noi non niota, vive in Italia da 9 sta. Tutto questo non c’era andare avanti. Lo faccia- urdu e quello che possono esiste - racconta Ejaz Ah- anni, è giornalista, sta prima dell’11 settembre. mo ancora, il giornale ne è conoscere e capire del med - Problemi che sem- conseguendo il dottorato Io vivo in Italia da più di una prova, ma è sempre paese che li accolti glielo brano piccoli ma che in un di ricerca alla Pontificia clima di sospetto genera- Università Gregoriana. due decenni, ho lottato e più faticoso, sempre più racconta quasi solo Azad. Il mensile parla di poli- lizzato possono distrugge«Ogni mese Africa news lavorato per l’integrazio- difficile». Parole amare quelle del tica, in prima pagina que- re la vita di una persona raggiunge 30 mila persone, ci siamo stati vicini ma adesso abbiamo fatto direttore editoriale del sto mese ho la visita del per bene. Azad si occupa ne, e il 70 per cento di loro pachistano anche di questo. Di aiutare ha notizie del suo paese mensile marocchino, a cui presidente dieci passi indietro». Per molti italiani l’infor- fanno eco, seppure in toni Parvez Musharraf in Ita- gli immigrati a capire, a attraverso noi. I nostri letmazione in lingua araba è diversi quelle di Ejaz Ah- lia, i tre grandi contratti si- muoversi secondo le leggi tori sono cattolici, proteAl Jazira. E Souad spiega: med, suo omologo per il glati tra noi e il governo italiane. Diano spazio an- stanti e musulmani. Spes«Noi con il nostro giorna- mensile della comunità italiano: la lotta comune che a storie positive.Come so le famiglie africane sono esempi di dialogo inle cerchiamo di essere terreligioso: padre cattoliun’alternativa ad Al Jazico, madre musulmana, fira, ma è una battaglia diffiglio protestante. Sono abicile, quasi impossibile. tuati a convivere. Possono Tutti guardano quel tipo essere un modello di tolledi informazione, quei moranza. Debbo dire che andelli. Noi siamo in mezzo che la nostra comunità ha a chi in Italia esaspera risentito di quello che è l’intolleranza e chi nel accaduto dopo l’11 setmondo arabo fa la stessa tembre. I lettori segnalano cosa». casi di intolleranza che Cosa cercano i lettori? prima non si rilevavano, «Su Al Magrebija ci sono episodi di paura dello le notizie del Marocco, straniero. L’Italia era ed è dell’Italia e del mondo ma un paese accogliente verso ci sono anche le battaglie lo straniero ma ora c’e’ un di civiltà, quelle per i diclima di maggiore sospetritti, c’è la cultura, c’è il to». dialogo. Sono molto Quanto alle notizie preoccupata soprattutto «questo mese la prima paper i marocchini di secongina di Africa news si ocda generazione, migliaia cupa di immigrati e sindadi giovani nati qui, che cati, poi un articolo sul mangiano italiano, vestopremio nobel africano e, no italiano e sognano itaper restare sull’attualità liano ma sono schiacciati: italiana ed europea, la preda una parte le loro famisa di posizione di condanglie che stanno ritornando na del presidente nigeriaindietro, che sentono forte no Olusegun Obasanjo sui la pressione e scelgono matrimoni tra gay». modelli islamici, dall’altra Integrazione non facile per i giovani stranieri: nella foto due ragazzi africani parte una società per cui Gianluigi Bertolini IL RAPPORTO Aumenta il vizio del fumo tra le ragazze, tra le nuove «dipendenze» arriva quella da messaggini telefonici Troppi i giovani schiavi di alcol, sigarette e cellulari ROMA Lo stile di vita dei giovani? All’insegna di lavoro e famiglia, ma anche contaminato da cellulari, alcol e sigarette. A rilevarlo è il Rapporto dell’Iss, l’istituto superiore di sanità, con un dato allarmante: il 67% dei giovani intervistati fa uso di bevande alcoliche, in testa la birra, pur ritenendone in larga percentuale dannoso il consumo. Altro dato che fa pensare è l’uso sconsiderato del telefonino, utilizzato ormai da tutti e forse anche quando non ce m’è bisogno. E che dire delle norme del codice della strada? Snobbate alla grande, soprattutto al sud dove ancora troppi giovani non conoscono l’uso del casco in scooter e delle cinture al volante dell’auto. GIOVANI E ALCOL Il 67% degli intervistati fa uso di bevande alcoliche: più i ragazzi (75%) che le ragazze (60%). Nell’abitudine al bere, la percentuale aumenta con l’età: per le femmine si passa dal 35.4 al 59.8% da 14 a 19 anni, mentre per i maschi dal 45.5 al 74.3%. La birra si colloca al primo posto con il 51% delle preferenze, seguono il vino con il 38% e i superalcolici con il 31%. L’indagine mostra, inoltre, che LA FOTOGRAFIA DELL'ISS I ragazzi italiani secondo un rapporto dell'Istituto superiore di sanità GLI AFFETTI 34% ha con la famiglia un buon rapporto 55% quanti definiscono la famiglia la cosa più importante L'AMORE Ragazzi Ragazze 30% IL LAVORO I VALORI ALIMENTAZIONE Vuole Presta PIÙ IMPORTANTE un'occupazione sicura È più importante attenzione alle calorie Salute 62% Cultura 60% 30% 57% 8% 66% Impegno 30% Denaro 13% sociale 12% 30% ha un partner stabile è deluso da precedenti esperienze Non ha una relazione stabile 34% preferisce gli amici 68% 49% cerca una professione che porti al successo Fede religiosa quelli a cui fa gola il potere Intelligenza Bellezza 70% fa attività fisica 2-3 volte alla settimana Tra le qualità Generosità 8% 9% 55% 31% Fa attività per dimagrire 14% 35% 29% TEMPO LIBERO Hobby preferito Tv Radio Videogame Lettura PC/Internet 63% 58% 26% 24% 20% ANSA-CENTIMETRI al Nord si beve di più che al Sud. Si inizia a bere a casa di amici, meglio se di nascosto dai genitori, pur essendo spesso consapevoli dei pericoli legati all’alcol. Sebbene la metà dei giovani che assume alcol ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta, il 20-30% del campione ritiene infatti dannoso il consumo. Al 21% dei maggiorenni, poi, soprattutto maschi, è capitato di guidare l’auto in stato di ebbrezza. MALATI DI CELLULARE Ormai il cellulare, in circa dieci anni, si è diffuso al punto che i giovani, soprattutto loro, non riescono più a farne a mano. Si abbassa anche l’età: già a 10,12 anni c’è chi ha il suo telefonino nello zaino. Ormai il 95% dei ragazzi e il 98% delle ragazze usa un telefono cellulare. I giovani amano soprattutto comunicare tramite Sms, i messaggini, tanto che la frequenza dell’invio e/o ricezione dei messaggi supera le 15 volte al giorno per il 30% del campione. LE SIGARETTE Sono le ragazze a fumare di più, anche se aspirano un numero inferiore di sigarette al giorno: il 45% di loro fuma fino a 5 sigarette, mentre il 34% dei maschi oltre 10 sigarette al giorno. Con l’età i giovani fumatori aumentano: a 14 anni sono il 13% dei maschi e il 16% delle femmine; intorno ai 19 anni si arriva al 49% dei maschi e al 51% delle femmine. SULLA STRADA Sono ancora tanti i ra- gazzi, soprattutto nelle regioni del sud, che non usano la dovuta prudenza sulla strada e che quindi si sottopongono al rischio di gravi incidenti. In città, le ragazze sono le più giudiziose nell’uso del casco (lo utilizza oltre l’80% nelle regioni del nord), ma al Sud il casco viene usato solo dal 42.9% di esse. Per i maschi, sempre al sud, si scende ancora fino al 35.1%. Le cose non vanno meglio con le cinture di sicurezza i auto: le usa solamente il 46% del campione. ■ SCUOLA Studenti in piazza: ieri cortei e proteste ROMA - Da Nord a Sud gli studenti della penisola - 300 mila secondo gli organizzatori - sono scesi ieri in piazza per difendere la scuola pubblica. Una protesta che non è solo made in Italy: centinaia di migliaia di giovani in Europa (11 i Paesi coinvolti) ma anche a Cuba, in India, in Brasile hanno sfilato per sostenere gli stessi obiettivi nell’ambito di una Giornata mondiale di mobilitazione studentesca indetta al Social Forum di Mumbay e rilanciata al social Forum di Londra. In Italia l’appello è stato raccolto dall’Unione degli studenti e dall’Unione degli universitari che hanno promosso cortei in quasi un centinaio di città, grandi e piccole. Partecipatissima l’iniziativa romana.Trentamila secondo gli organizzatori i ragazzi, liceali e universitari, che hanno sfilato per le vie dalla Capitale uniti in un unico slogan: «Liberi saperi per libere persone». Accompagnati dalle note di Manu Chao hanno sventolato cartelli con eloquenti scritte, tipo «la Moratti non capisce una y, fermiamo la controriforma». A Milano sono stati soprattutto gli studenti delle scuole superiori ad alimentare il corteo che è approdato a piazza Fontana, alle spalle del Duomo. I ragazzi hanno manifestato pacificamente. I soli disagi si sono registrati per la circolazione. Molto affollato il corteo torinese (10.000 studenti secondo Uds e Udu) che aveva in testa uno striscione con l’immagine di Arafat. Circa un migliaio gli studenti che hanno partecipato al corteo organizzato a Trieste. Diverse migliaia anche gli studenti che hanno sfilato a Palermo (alla loro protesta si è unito anche l’ex sindaco Leoluca Orlando). UN BOOM NEGLI ULTIMI 5 ANNI Una realtà editoriale di 250mila copie al mese ■ (g.b.) Si chiamano Al Maghrebya, Punjab Express, Nasz Swiat, Africa News, Azad, Ako ay Pilipino. Sono 21, in 15 lingue diverse, 250 mila copie mensili di tiratura. Sono i numeri della stampa extracomunitaria in Italia: 15 delle pubblicazioni sono mensili, 4 sono quindicinali e due bisettimanali. Non sono gli unici giornali per stranieri in Italia, ma solo quelli che vengono pubblicati regolarmente. Li chiamano giornali etnici e sono una realtà che è cresciuta in maniera impressionante negli ultimi 5 anni. Del resto la comunità degli stranieri residente in italia è in continua crescita (+15,3%) e rappresenta ormai quasi il 5% della popolazione residente complessiva. E’ una crescita non solo numerica ma economica, la capacità degli stranieri di creare reddito, è aumentata in senso esponenziale. Un dato su tutti: in 5 anni il contributo alla ricchezza nazionale è quasi raddoppiato, e rappresenta quasi il 4 % del Pil del nostro paese. Secondo il rapporto più aggiornato, quello della Isi-Etnocommunication, si moltiplicano anche i programmi dedicati al mondo degli extracomunitari. Le radio che ospitano trasmissioni per gli stranieri sono 46, per un totale di 86 programmi. Ci sono anche 9 rotocalchi culturali e 4 di carattere religioso. Le 26 emittenti televisive attente al pubblico degli stranieri mandano in onda altrettante trasmissioni etniche in 17 lingue. L’offerta si focalizza soprattutto su programmi generalisti (ne sono previsti 13) e sui notiziari (ne vengono trasmessi 12). L’informazione per i cittadini stranieri viaggia anche sul web. La realtà più significativa è Stranieri in Italia, portale con 120mila accessi singoli e 1.700.000 pagine visitate al mese. Il ritratto degli extracomunitari residenti in Italia Le radio con disegna un idenprogrammi tikit di uomini e per donne pronti ad entrare o ad usustranieri fruire del mondo sono 46. della comunicaE non zione, sono in larga maggioranza manca un diplomati o lauportale reati, uno su tre usa il computer e uno su dieci fa acquisti in rete, come spiega Gianluca Luciano, l’amministratore unico di Isi-Etnocommunication: «Spendono molto per il telefono e nelle agenzie di viaggi ma non solo quasi uno straniero su due ha una polizza assicurativa in famiglia e un conto in banca. Ci sono 124 mila imprese registrate a nome di stranieri. Una popolazione che rappresenta una nuova frontiere in termini di business. L’editoria etnica né è una prova». Stranieri in Italia è il colosso che pubblica dodici delle testate etniche. L’ultima nata e Punjab Express, un mensile in lingua punjabi per immigrati indiani. «In Italia non esisteva ancora niente di simile - racconta Balraj Singh, direttore della nuova testata - abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di dare voce alla nostra comunità, che conta ormai più di 70mila persone». Dello stesso gruppo editoriale anche il primo giornale dedicato alla comunità filippina, Ako ay Pilipino. Uno delle testate con maggiore anzianita’ (1996) é Ou hua Shi Bao, il Tempo Europa Cina. Comunicare su questo periodico significa entrare in contatto con il mercato cinese, in particolare in aree fortemente strategiche come Shangai e tutta la provincia dello Zhejiang. Nato solo un anno fa, ma già in rapida affermazione, Al Maghrebya. mensile in lingua araba, è il primo ed unico giornale destinato alla comunità straniera più numerosa in Italia: la comunità magrebina (Marocco, Algeria, Tunisia) - circa 300 mila presenze. Due le pubblicazione per la comunità albanese,un mensile Shqiptaret ne Itali, albanesi in Italia, e Bota Shqiptare, il mondo albanese, un quindicinale. Gli albanesi, dopo la comunità marocchina sono il secondo gruppo di cittadini stranieri presenti in Italia. La stampa etnica ha prezzi che variano da 1 euro a 2,20 ma si trova anche, gratuitamente, nei punti vendita Western Union e nei centri di incontro.