alcol e stigma

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alcol e stigma
Scuola estiva 2010
Forum Droghe - C.N.C.A.
Nuovi consumi di una droga antica.
Letture sociali, approcci teorici, interventi sul
consumo di alcol a confronto
Ipruneta, 2/4 settembre 2010
Alcol e stigma
Vanna Cerrato
Psicoterapeuta Padova
Stigma
(Erving Goffman)
I greci, che sembra fossero molto versati nell’uso dei mezzi di comunicazione visiva, furono i
primi a servirsi della parola “stigma” per indicare quei segni fisici che vengono associati agli
aspetti insoliti e criticabili della condizione morale di chi li ha. Questi segni venivano incisi col
coltello o impressi a fuoco nel corpo e rendevano chiaro a tutti che chi li portava era uno
schiavo, un criminale, un traditore, o comunque una persona segnata, un paria che doveva
essere evitato, specialmente nei luoghi pubblici. Più tardi, dopo il sorgere del Cristianesimo, a
questo termine vennero ad aggiungersi due livelli metaforici. Il primo si riferisce ai segni
corporei della Grazia, che prendevano la forma di sfoghi della pelle, e il secondo ai segni
corporei del disordine fisico. Era quest’ultimo un’allusione medica alla allusione religiosa. Oggi
il termine è largamente usato in quello che potremmo chiamare il suo originario senso letterale,
ma si applica più alla menomazione che alle prove fisiche di essa. Inoltre ci sono stati dei
cambiamenti nel tipo di minorazione che suscita ribrezzo e preoccupazione. Comunque gli
Studiosi, non hanno fatto grandi sforzi per descrivere le premesse strutturali dello stigma,
né per dare una definizione del concetto stesso.
Stigma
Una valutazione/giudizio negativo di
una dimensione (comportamento/
attributo) che in se contiene la messa
in evidenza della necessità del suo
superamento
Categorizzazione
Lo stigma è la forma disdicevole della categoria, ma, per quanto
detestabile, appartiene al procedimento logico della costruzione
categoriale che tanta fortuna assume nella costruzione del discorso
scientifico. Fermiamoci solo per un istante sull’alcol e osserviamo le
relative categorie:
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
7. 
8. 
9. 
10. 
Alcolisti
Alcol dipendenti
Alcol abusatori
Bevitori problematici
Bevitori occasionali/intossicazione
Binge drinkers
Bevitori moderati
Bevitori sensibili
Bevitori normali
Bevitori consapevoli/responsabili
Cura/trattamento/riabilitazione
Counselling/brief intervention
Educazione, prevenzione
La categorizzazione elude inoltre la continuità
dei fenomeni e la irriducibile singolarità degli
stessi, ponendo una identificazione tra la
persona ed una forzatura sul suo
comportamento.
Nel caso specifico dell’alcol, comportamento
legittimo e scarsamente regolamentato, lo
stereotipo cristallizzato nello stigma ha fin qui
riguardato le forme del degrado sociale ed
economico e le patologie organiche, per
estendersi poi agli stili di consumo che
accompagnano comportamenti trasgressivi.
Come ogni stigma sociale vi è naturalmente
un suo corrispettivo che lo rafforza ed è
costituito dal bere controllato, paradigma
che sancisce il punto di passaggio tra
normalità e devianza.
Dunque l’alcol pone il problema del
controllo e della relativa epistemologia
costruita intorno all’dea di controllo ed ai
processi decisionali governati dall’Io e dalla
coscienza soggettiva.
Classificazioni di alcolismo
I sistemi di classificazione di alcolismo, problemi
alcol correlati e alcoldipendenza sono almeno
6, ognuno ritaglia in termini qualitativi e
quantitativi una diversa tipologia di
popolazione con evidenti sovrapposizioni
Alcolismo:
Qualsiasi uso di alcol
che produca
un problema
(Jellinek)
Vista l’inconsistenza delle categorie,
vista l’inscindibilità tra stigma e categorizzazione,
la considerazione che intendo porre si sposta
sul comportamento del bere, che è il tratto comune
tra gli insiemi categoriali e l’universo della popolazione.
L’attenzione sul bere non rientra
né in una prospettiva proibizionista,
né in una prospettive di normalizzazione selettiva.
La prospettiva scelta è quella della constatazione delle
“evidenti aporie: cercando di tradurle in contraddizioni,
aperte, esplicite e quindi produttive di vita, di
cambiamenti, di emancipazione”
(Franco Rotelli, aut-aut, 342)
Così come per la psichiatria, anche per l’alcologia,
che non ha un ambito disciplinare definito, si pone lo
stesso problema che ha valenza analoga all’urgenza
vissuta di superamento del manicomio “oggi il tema
della psichiatria è altro, è il tema della malattia.
Sorgerà pian piano forse solo ad alcuni un dubbio,
come un tarlo: e se quello fosse ancora il luogo
tematico del praticamente vero e quest’altro, della
malattia, il luogo ideologico del travisamento, lo
specchietto per le allodole dove si è di nuovo smarrito
il filo delle questioni?”. “E se l’unica psichiatria
accettabile non possa che essere altro dalla
psichiatria?”. (Franco Rotelli, aut-aut, 342)
Analogamente l’unica alcologia accettabile
è quella che si pone altro dall’alcologia
attualmente schiacciata nella logica
istituzionale della malattia.
La prospettiva è inevitabilmente culturale ed
esistenziale di fronte ad un comportamento,
quello del bere, che necessita una risposta
alle seguenti domande
2 domande
  Chi deve o si deve liberare dallo
stigma?
  Da che cosa si deve o deve
liberare?
Prima domanda
 Gli alcolisti (qualunque cosa siano)
 I non alcolisti
 I professionisti/studiosi del fenomeno
 Gli astemi
Seconda domanda
 Dall’equivoco di quel comportamento
del bere, che stabilisce arbitrariamente
ed erroneamente una linea di
demarcazione tra normalità e devianza.
 La metafora più efficace di riferimento è
quella della “maggioranza deviante”.
 I bevitori tutti sono devianti rispetto
all’evidenza di un rischio.
Riassunto
 
L’alcol etilico fa male a tutti
 
Tutti possono bere
 
A tutti è consigliabile di non farlo
Bere scomodo senza giustificazioni
auto/etero dirette
 
Spostamento dalla dicotomia
proibizione/antiproibizione (selettiva)
alla dimensione etica
 
Etica
(Michel Foucault)
Il rapporto che l’individuo ha con se
stesso quando agisce
Piano etico
  Definire il proprio comportamento
  Accettare la contraddizione
  Non fermarsi alla contraddizione
  Aprirsi al cambiamento a partire dalla
sofferenza generata dalla
contraddizione
Piano etico e idea di controllo
•  Etica dell’umiltà vs morale della
presunzione
•  Etica dell’autonomia/legame vs morale
dell’indipendenza egocentrica
•  Etica della sobrietà vs morale
dell’astinenza/controllo
•  “Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte
all’alcol – che la nostra vita era divenuta
ingovernabile. Siamo giunti a credere che un Potere
più grande di noi potrebbe renderci la salute”. A.A.
L’uso di alcol come paradigma
L’uso di alcol con le sue contraddizioni apre
una critica serrata all’epistemologia
positivista che prevede:
  categorizzazione
  educazione al bere
  astinenza
  bere controllato
  ineludibilità dello stigma
PROPOSTA
Approccio Ecologico Sociale
che si fonda sull’epistemologia della
cibernetica secondo il pensiero di Gregory
Bateson che prevede:
 superamento del pensiero categoriale
 eliminazione dell’idea del controllo
dell’io
 etica della responsabilità e
dell’appartenenza