Comunicato Stampa

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Comunicato Stampa
Comunicato stampa congiunto
ASSTEL, SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Presentato oggi il VII Rapporto Asstel sulla filiera delle Tlc nel 2015 in Italia
TLC (2015/14): CRESCITA DEGLI INVESTIMENTI DELLE TELCO
+ 9%, SI ARRESTA LA DISCESA DEI RICAVI DELLA FILIERA +
1,0%, TENUTA DELL’OCCUPAZIONE +0,5%
Banda ultralarga fissa (> 30 Mbps): coperto il 44% delle abitazioni. Siamo ancora lontani dalla media
Ue (71%) ma il divario si è ridotto di 14 pp da dicembre 2013 a giugno 2015. Utilizzo: solo 3% delle
abitazioni, media Ue: 22%.
Banda ultralarga mobile (4 G- Lte): raggiunto il 95% della popolazione, siamo al secondo posto dopo il
Regno Unito (98%) nell’Ue5, ma la penetrazione delle Sim 4G non supera l’ 11%, media Ue5: 23%.
Traffico dati: +44% traffico dati da mobile, +27% da rete fissa, ma i volumi di traffico dati da fisso
valgono più di 10 volte quelli da mobile
Tariffe: 2010-15 -13% i prezzi di telecomunicazioni fisse, -37% per le telecomunicazioni mobili.
Roma 10/10/2016 - La crescita registrata nel 2015 dagli investimenti degli operatori telefonici di rete fissa e
mobile, + 9,0% sul 2014, pari a 21% dei ricavi, per un totale di 6,6 miliardi di euro ha consentito di accelerare
nel Paese il processo di infrastrutturazione digitale e di accorciare le distanze in termini di copertura della
banda ultralarga con il resto d’Europa. La stabilizzazione dei ricavi, dopo anni di forte discesa e la tenuta
dell’occupazione completano il quadro sintetico del settore offerto dal VII Rapporto sulla filiera delle Tlc nel
2015. Elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano sulla
base delle indicazioni delle Parti Sociali e dei dati forniti dalle imprese associate ad Asstel, il Rapporto, che
costituisce un elemento di valore nell’ambito del CCNL TLC, è stato diffuso questa mattina a Roma dal
Presidente di Asstel Dina Ravera insieme ai Segretari Generali di Slc-Cgil, Massimo Cestaro, Fistel-Cisl, Vito
Vitale, Uilcom-Uil, Salvatore Ugliarolo.
“Dopo anni di forte calo, la filiera TLC ha registrato nel 2015 una stabilizzazione dei ricavi, passati dal -5% del
2014 a +1%, a cui si è affiancato un grande sforzo di investimenti da parte degli Operatori nello sviluppo della
banda ultralarga che ha raggiunto il valore più alto dal 2008 – afferma il Presidente di Asstel Dina Ravera – Fra
i fattori principali che stanno concorrendo a produrre questo nuovo scenario, gioca un ruolo importante la
crescente attenzione del Governo sul tema, che ha condotto anche all’introduzione di misure per la
semplificazione normativa per la posa in opera della fibra ottica, che gli Operatori attendevano da tempo. A
riprova che un quadro di certezze normative è essenziale per stimolare gli investimenti. Altrettanto peso sul
quadro che emerge dal Rapporto hanno le dinamiche interne al settore, da sempre caratterizzato da elevati
livelli di concorrenza tra le imprese. Un ruolo parimenti importante è giocato dal sistema di Relazioni Industriali
tradizionalmente evoluto e partecipativo ma che deve orientarsi sempre più al raggiungimento di maggiori livelli
di produttività, competitività, efficienza e qualità dell’intera filiera spostando in avanti la frontiera delle relazioni
Industriali stesse”.
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“Nonostante rimangano ancora molte le criticità determinate dal trend fortemente negativo degli ultimi sette
anni (dal 2008 al 2015) che hanno fatto perdere alla filiera quasi 11 miliardi di euro di ricavi, pari al 20% del
valore iniziale, le Tlc si confermano protagoniste del processo di crescita e innovazione dell’economia italiana –
dichiarano congiuntamente il Presidente di Asstel Dina Ravera e i Segretari Generali di Slc-Cgil, Massimo
Cestaro, Fistel-Cisl, Vito Vitale, Uilcom-Uil, Salvatore Ugliarolo- Ma attenzione, i risultati raggiunti nel 2015
devono essere intesi come l’inizio di un percorso di nuove opportunità per l’intero Settore e, dunque, per il Paese.
Per questo è fondamentale che si completi al più presto la semplificazione del quadro normativo a favore dello
sviluppo delle reti fisse e mobili. Vanno risolti, in particolare, i nodi che imbrigliano la rete mobile, emanando le
tanto attese “Linee Guide per la rilevazione delle emissioni elettromagnetiche” e uniformando i limiti agli
standard europei. Allo stesso tempo vanno messe in atto politiche attive per il lavoro che mirino
all’aggiornamento delle competenze esistenti nel settore e all’inserimento di giovani, politiche di sviluppo per il
comparto dei call center al fine di accrescere il valore aggiunto di queste attività e sostenere l’occupazione. Il
quadro che delinea il Rapporto evidenzia la strategicità di perseguire gli obiettivi del Piano Industria 4.0 che è
volto a dotare il Paese di un piano per la trasformazione digitale delle imprese italiane, cosi come la filiera delle
Telecomunicazioni sollecitava da tempo. E' cruciale, infatti che al grande sforzo di investimenti sulle
infrastrutture a banda ultralarga fissa e mobile da parte degli Operatori, corrisponda un altrettanto significativo
incremento della domanda, che porti l'Italia sui livelli di utilizzo della rete paragonabili a quelli dei principali Paesi
europei. In particolare, consideriamo centrali da una parte il tema degli stanziamenti per i percorsi di alternanza
scuola-lavoro, come quelli per le riconversioni e le riqualificazioni professionali, indispensabili per produrre nuove
competenze e figure professionali che siano in grado di interpretare al meglio il cambiamento. Dall'altra sono
parimenti importanti le agevolazioni fiscali sul salario di produttività e l'accento sul valore della contrattazione
aziendale. E' questa la via giusta per sostenere le imprese che intraprendono processi di trasformazione digitale,
con l'obiettivo di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità”.
Il Rapporto ASSTEL sulla filiera delle Tlc 2016 in sintesi
Ricavi
La filiera italiana delle Tlc, che comprende gli operatori di rete fissa e mobile, i fornitori di terminali, di apparati e
di servizi di rete, le aziende di software per le telecomunicazioni, le infrastrutture di rete e le aziende di Contact
Center, nel 2015, dopo anni di calo, cresce dell’1% rispetto all’anno precedente, assestandosi attorno a un
valore di 42,7 miliardi di euro. E’ un segnale positivo, considerato che dal 2008 al 2014 il segno era sempre stato
negativo e sono stati “bruciati” complessivamente oltre 11 miliardi di euro (21% del valore iniziale).
Il risultato del 2015 è raggiunto principalmente grazie ad una riduzione limitata (-2,5%) dei ricavi di TLC fissa e a
una sostanziale stabilità dei ricavi di TLC mobile (+0,7%). In crescita tutte le altre categorie di attori della filiera:
+2,5% i ricavi da Contact Center da committenti TLC, +8% quelli da fornitori di apparati, +8% le vendite di
terminali, +5% i ricavi legati all’infrastruttura e +6% quelli del comparto IT.
Nello specifico i ricavi degli Operatori TLC dopo anni di forte contrazione, si avvicinano alla stabilizzazione: nel
2015 scendono dello 0,9%, perdendo circa 300 milioni di euro. Il calo è imputabile al mercato fisso (-0,4 mld €)
ed in particolare alla fonia fissa. Per gli operatori gli anni dal 2007 al 2015 hanno comportato una perdita di oltre
14 miliardi di euro, pari al 31% del valore iniziale. Il mobile ha perso il 33% pari a quasi 8 miliardi di euro; il fisso il
29% pari a 6,4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’uso della rete mobile, è interessante notare che negli ultimi due anni è in crescita costante
la componente della spesa relativa ai bundle - i pacchetti di offerta comprensivi di voce, dati ed eventuali servizi
- che nel 2015 vale da sola più della metà dei ricavi totali.
I numeri confermano quindi un cambiamento importante nei paradigmi di consumo, che premiano la
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differenziazione dell'offerta su pacchetti in grado di incontrare al meglio le preferenze dei consumatori.
Investimenti
In questo scenario, gli investimenti (Capex) degli Operatori di TLC hanno continuato a crescere: nel 2015
segnano un +9% (600 milioni in più del 2014) per un totale di 6,6 miliardi di euro. Cresce quindi anche l’incidenza
degli investimenti sui ricavi, arrivando nel 2015 al 21%, il valore più alto raggiunto da 8 anni a questa parte. Nel
2015 a tali investimenti si aggiungono circa 600 milioni di euro legati all’acquisto e al rinnovo delle licenze per la
rete. Sommando anche questa voce la quota degli investimenti aumenta del 19% e pesa il 23% dei ricavi.
Banda larga fissa base: copertura in linea con obiettivi europei, utilizzo al di sotto della media Ue28.
Secondo i dati della Commissione Europea la copertura della banda larga fissa base sul totale abitazioni a metà
2015 è pari al 99,3%, dato superiore alla media europea; è stato, quindi, di fatto raggiunto il primo obiettivo
della Agenda digitale europea.
L’utilizzo, invece, stimato come numero di sottoscrizioni sul totale popolazione, è pari al 24,1% contro una
media europea del 31,6%, mentre se si considera la percentuale di sottoscrizioni per abitazioni, l’Italia risulta
ultima in Ue28 con un valore pari al 53%, a fronte di una media europea del 72%. Va rilevato che ciò è dovuto
anche al fenomeno di sostituzione del fisso con il mobile che nel nostro Paese è particolarmente rilevante.
Banda ultralarga fissa > 30 Mbps: tasso di crescita della copertura più elevato tra i Paesi Ue5, tasso di crescita
dell’utilizzo tra i più bassi in Ue5.
Nel corso del 2014 e del 2015 gli investimenti degli Operatori sono stati significativi, permettendo di raggiungere
il 44% delle abitazioni con banda ultralarga superiore a 30 Mbps a giugno 2015. Da dicembre 2013 a giugno 2015
la copertura è aumentata di ben 23 punti percentuali, segnando una velocità di crescita più elevata rispetto alla
media Ue28 (+9 pp). Ora talloniamo la Francia, la cui copertura è pari al 45% delle abitazioni, mentre rimane il
gap di copertura rispetto alla media Ue28 (71%) e verso i principali Paesi: Regno Unito (91%), Germania (81%),
Spagna (77%).
In merito all’utilizzo, a luglio 2015 le sottoscrizioni riguardavano appena l’1,3% della popolazione e segnavano
un tasso di crescita di appena 0,8 pp rispetto all’anno precedente. Ciò a fronte di una media Ue28 che vede la
percentuale di utilizzo al 9,5% con un tasso di crescita di 2,6 pp.
Banda ultralarga mobile (4G, Lte)
Secondo i dati GSMA Intelligence la copertura della popolazione con reti Lte è arrivata nel primo trimestre del
2016 al 95% della popolazione italiana, quando l'anno precedente il valore era pari all’84%. Facendo un
confronto con i principali Paesi europei emerge che l’Italia ha un tasso di copertura nell’EU5 inferiore solo a UK
(che è arrivato al 98%), mentre supera quello della Germania (91%), della Spagna (90%) e della Francia (81%).
Questa eccellenza italiana subisce un rovescio totale nel caso della penetrazione delle sim 4G che per l’Italia è la
più bassa tra i Paesi EU5 (11% contro una media Ue5 del 23%).
Il traffico e i prezzi: aumenta il primo, crollano i secondi.
Traffico - Nel 2015 continua la crescita (+27%) dei volumi di traffico dati da rete fissa. I volumi di traffico dati da
fisso valgono più di 10 volte i volumi di traffico dati mobile, che comunque presenta trend in forte salita,
superando nel 2015 quota 750 Petabyte (+44% rispetto al 2014). Dal 2010 ad oggi il traffico dati mobile è
cresciuto di quasi il 500%. Traffico dati che viene utilizzato anche per usufruire di servizi di comunicazione via
Internet, con conseguente calo vertiginoso del numero di Sms inviati da dispositivi mobili (-27%).
Tariffe - Le telecomunicazioni sono le uniche utilities a presentare un livello dei prezzi inferiore a quello del
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2010. I dati Istat mostrano un crollo dei prezzi tra il 2010 e il 2015: -13% per i prezzi di Telecomunicazioni fisse e
ben -37% per le Telecomunicazioni mobili. In merito alla dinamica dei prezzi al consumo delle Telecomunicazioni
mobili, Asstel ha condotto un’analisi con il Centro V. Volterra dell’Università di Roma Tor Vergata nel corso del
2015, che ha permesso di ricostruire la serie storica per il periodo 2011-14 includendo nell’indice dei prezzi
anche le opzioni che permettono al cliente di acquistare un pacchetto predefinito di servizi voce e dati ad un
prezzo fissato (formule non incluse nelle rilevazioni Istat fino al 2013 e introdotte solo negli ultimi due anni
nell’indice dei prezzi) e includendo anche le tariffe del quarto operatore mobile (che Istat ha solo recentemente
incluso). Secondo questa analisi tra il 2011 ed il 2014 i prezzi delle telecomunicazioni mobili sono calati del 49%.
Contact Center in Outsourcing
Per quanto riguarda i ricavi da Contact Center in outsourcing considerando tutti i committenti e non solo il
settore TLC, questi registrano, nel 2015 una crescita, seppur molto modesta. Il comparto degli Operatori TLC nel
2015 pesa circa il 39% del totale mercato. Nel 2015 sono aumentati in maniera significativa gli investimenti dei
principali operatori di Contact Center che lavorano per committenza TLC (+17% rispetto al 2014) a
dimostrazione della volontà delle aziende di investire su soluzioni hardware e software che aumentino la
produttività della forza lavoro (ad esempio con tecnologie di automazione) e la customer experience (ad
esempio attraverso l’integrazione di nuovi canali di contatto) e garantiscano elevati standard di qualità. La
trasformazione dei Contact Center in outsourcing nella direzione dell’omnicanalità è un fenomeno positivo che
consente l’evoluzione del mercato potendosi differenziare anche l’assistenza alla clientela in direzione sempre
più coerente con le preferenze espresse dai consumatori. Peraltro, a fronte di questo, per tali operatori la
marginalità è in forte calo (-22% sul 2014) e vale il 5% dei ricavi totali.
Occupazione
Andamento - L’occupazione nella filiera delle TLC in Italia nel 2015 è cresciuta dello 0,5% per un totale di circa
123.000 addetti (il tasso era stato di -1% nel 2014). Si evidenzia in particolare, una stabilità (-0,1%)
occupazionale nel comparto degli operatori di TLC che, con poco più di 66 mila dipendenti copre poco più della
metà degli addetti al settore, un incremento degli addetti dei Contact Center (+5,6%, 23.600 addetti), legato
anche a fenomeni di consolidamento che hanno caratterizzato alcune grandi realtà che operano per le Telco, e
una riduzione invece degli addetti dei fornitori di apparati (-4,5%, 9.900 addetti).
Età anagrafica - Continua a crescere l’età anagrafica dei dipendenti della filiera TLC: più del 60% ha oltre 40 anni
(contro il 49% del 2010). Di contro si riduce la quota degli under 30: da 13% a 6% in 5 anni. Discorso analogo per
l’anzianità aziendale: il 64% dei dipendenti ha più di 10 anni di anzianità (nel 2010 era il 53%), contro solo il 13%
che è in azienda da meno di 5 anni (era il 21% nel 2010).
Smart Working - Lo Smart Working non rappresenta solo un'opportunità di business per gli Operatori TLC, in
quanto provider di servizi tecnologici che abilitano questa nuova modalità di lavoro, ma è anche un’occasione
per le aziende di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità e al tempo stesso
per i lavoratori di migliorare le condizioni di lavoro, anche attraverso la diffusione di misure di Work-life Balance.
Infatti, i progetti più estesi di Smart Working, in termini di persone coinvolte, si trovano oggi fra gli operatori
Tlc. Ads Group, Gruppo Cellnex, Ericsson, Fastweb, Vodafone, Wind, Sielte, Telecom Italia sono fra le aziende
protagoniste con i proprio progetti di Smart Working che coinvolgono già migliaia di lavoratori, alle quali si
stanno via via aggiungendo gli altri operatori della filiera.
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