LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM

Transcript

LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM
La Grande
Bellezza
dell’Oscar
www.primissima.it
rivista programma dei cinema
GGIO
OMA
MARZO 2014
Noah
CAPTAIN AMERICA:
THE WINTER SOLDIER
300 - L'ALBA
DI UN IMPERO
47 RONIN
MR. PEABODY
E SHERMAN
LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM
6 I FILM DI MARZO
peabody e
18 mr.
sherman
CALENDARIO
8
Scheda film
I FILM DI MARZO
CALENDARIO
10 FRANCESCO BRUNI
l'alba
20 300:
di un impero
Scheda film
INTERVISTA
22 47 ronin
tutti
12 OSCAR:
i vincitori
Scheda film
ATTUALITA'
14 amazzonia
24 noi 4
15 need for speed
buttiamoci
26 non
giu'
Scheda film
Scheda film
Scheda film
30
Scheda film
16 allacciate
le cinture
america:
28 captain
the winter soldier
Scheda film
Scheda film
30 NOAH
17 ferzan ozpetek
Scheda film
intervista
10
15
14
16
24
rivista programmma dei cinema • anno 25 n.3 - MARZO 2014
Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane
Direttore responsabile
Piero Cinelli
Direttore editoriale
Paolo Sivori
Editore
Multivision S.r.l.
Via Fabio Massimo, 107 • 00192 Roma
tel. fax. +39 0645437670
[email protected]
Reg. Trib. Roma n. 73/90 del
1/2/1990
P.Iva 07210901000
Art direction e Grafica
Multivision S.r.l.
hanno collaborato a
questo numero
Marco Spagnoli,
Federica Eusebio
stampa PFG • Ariccia (RM)
distribuzione nazionale Bartolini
I Film di Marzo
Un ragionevole dubbio
Tarzan 3D
6 MARZO
(Germania, 2013)
Regia Reinhard Klooss
94’, Medusa, Animazione-avventura
Dopo la morte dei genitori in un incidente aereo nel cielo africano il piccolo Tarzan, unico sopravvissuto, viene cresciuto
dai gorilla. Il primo essere umano che
incontra, dieci anni dopo, è una giovane
ambientalista con cui è amore a prima
vista. Ma la loro felicità è minacciata
dall’arrivo di un capitalista senza scrupoli
che con un esercito di mercenari sta setacciando la giungla alla ricerca di fonti
energetiche alternative.
(Reasonable doubt, Germania, 2014) Regia
Peter P. Croudins Con Dominic Cooper, Gloria
Reuben, Ryan Robbins, Samuel L. Jackson.
93’, Adler, Thriller
Dopo aver assistito pavidamente all’arresto di
un’altra persona per un incidente mortale provocato da lui stesso, un giovane avvocato riesce
a far scarcerare il malcapitato. Ma ben presto
dovrà pentirsi della sua azione.
Felice chi è diverso
6 MARZO
(Italia, 2014) Regia Gianni Amelio
93’, Cinecittà Luce, Documentario
Più che una storia dell’omosessualità in Italia, dai primi
del secolo agli anni ‘80, questo straordinario documentario di Gianni Amelio racconta attraverso una serie di interviste come la comunità gay ha convissuto con la diffusa
omofobia e con l’ostilità dell’opinione pubblica.
La mossa del pinguino
6 MARZO
(Italia, 2014) Regia Claudio Amendola Con Edoardo Leo,
Ricky Memphis, Antonello Fassari, Ennio Fantastichini.
Videa, Commedia.
Quattro uomini qualunque, un po’ sfigati ma dal cuore
grande, scoprono per caso il gioco del curling e si convincono di poter partecipare alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 dove l’Italia, paese ospitante, avrà di diritto una
squadra qualificata. Riuscirà l’armata Brancaleone delle
piste di ghiaccio a coronare il sogno impossibile?
Amici come noi
20 MARZO
6 MARZO
Lei
(Her, Usa, 2013) Regia Spike Jonze Con Amy
Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Joaquin
Phoenix. Scarlett Johansson. 120’, Bim, Commedia-Drammatico.
In un futuro molto prossimo un uomo che si
guadagna da vivere scrivendo lettere personali
e toccanti per conto di altre persone, distrutto
dalla fine di una lunga relazione, acquista un
sistema informatico di nuova generazione. Un
sistema intuitivo in grado di ascoltare, comprendere e conoscere l’utente. Il nome della
voce del sistema operativo è Samantha, che si
dimostra sensibile, profonda e divertente. Ben
presto Theodore finirà per innamorarsi del suo
computer…
13 MARZO
(Italia, 2014) Regia Enrico Lando Con Pio e Amedeo, Alessandra Mastronardi, Massimo Popolizio,
Medusa, Commedia
Due amici inseparabili foggiani, costretti a
lasciare la loro amata città per sfuggire a una
situazione piuttosto imbarazzante, affrontano
un rocambolesco viaggio on the road... Esordio
al cinema delle ex iene Pio e Amedeo.
Supercondriaco Ridere fa bene alla
salute
13 MARZO
(Supercondriaque, Francia, 2013) Regia Dany Boon Con Dany Boon,
Kad Merad, Alice Pol, Jean-Yves Berteloot.
109’, Eagle, Commedia
All’alba dei 40 anni, Romain Faubert non è ancora sposato e non ha
figli. Fotografo per un dizionario medico online, Romain è un ipocondriaco ossessivo. Il suo unico amico è il dottor Dimitri Zvenka, suo
medico curante, che farebbe qualsiasi cosa per sbarazzarsi di questa
ingombrante e ingestibile amicizia. Zvenka pensa, però, di aver trovato
il rimedio che lo libererà definitivamente, ma senza traumi, da Romain
Faubert: lo aiuterà a trovare la donna della sua vita.
I Film di Marzo
Maldamore
(Italia, 2014) Regia Angelo Longoni Con
Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni, Luca Zingaretti. 101’, Bolero, Commedia
Un interfono per bambini lasciato acceso
per sbaglio, mentre nella stanza due persone si rivelano segreti inconfessabili ai
reciproci partner, crea una vera e propria
deflagrazione nella vita di una famiglia.
Tutti prenderanno atto dell’esistenza di
compromessi, di segreti, tradimenti e dovranno ricominciare la loro vita imparando
a perdonare se stessi e gli altri.
MARZO
2113novembre
Storia di una ladra di libri
27 MARZO
(The book thief, Uk, 2013) Regia Brian Percival Con
Emily Watson, Geoffrey Rush, Sophie Nélisse, Ben
Schnetzer. 125’, 20th Century Fox, Drammatico
Nella Germania nazista una bambina affidata a genitori adottivi impara a leggere con l’aiuto del suo nuovo papà, che le
trasmette l’amore per i libri. Una passione che la piccola condivide con un ebreo tedesco che i suoi genitori nascondono
nel sottoscala della loro cantina. Insieme a quest’ultimo legge i
romanzi che salva dai roghi nazisti o ruba dalle biblioteche.
27 MARZO
27 MARZO
21 novembre
Yves Saint Laurent
In grazia di Dio
(Francia, 2014) Regia Jalil Lespert Con
Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Lebon. Lucky Red, Biografico
Nel 1957 a Parigi il ventunenne Yves Saint Laurent
è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso. Da quel
momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su
di lui: il promettente stilista che lo stesso Dior aveva
scelto. Durante la presentazione della sua prima
collezione Yves conosce Pierre Bergé che da quel
momento diventerà suo compagno di vita e di affari. A tre anni da quel magico incontro i due fondano
insieme la Yves Saint Laurent Company, destinata a
divenire uno dei marchi di moda più famosi.
(Italia, 2014) Regia Edoardo Winspeare
Con Celeste Casciaro, Laura Licchetta,
Barbara De Matteis.
127’, Good Film, Drammatico
La storia di quattro donne e tre generazioni
di una stessa famiglia in un piccolo paese del
Salento ai giorni nostri. Il fallimento dell’impresa familiare e il pignoramento della casa
sembra distruggere tutto, anche i legami di
affetto. L’unico modo per uscirne è trasferirsi
in campagna, lavorare la terra e vivere con il
baratto dei loro prodotti. Una scelta obbligata
che porterà le protagoniste a riconsiderare il
loro stile di vita e le loro relazioni affettive.
Quando c’era Berlinguer
(Italia, 2014) Regia Walter Veltroni
Bim, documentario
27 MARZO
In occasione del trentennale della morte, Walter Veltroni
racconta Enrico Berlinguer, l’uomo che negli anni della
Guerra fredda ha traghettato un partito comunista filosovietico in un partito di massa che ottenne un consenso
inimmaginabile.
13 MARZO
Piccola patria
(Italia, 2013) Regia Alessandro Rossetto Con Maria Roveran, Vladimir Doda, Lucia Mascino, Mirko
Artuso. 100’, Cinecittà Luce, Drammatico.
In un paesino di provincia del Nordest due ragazze
vogliono racimolare un po’ di soldi per andarsene.
Luisa ha un ragazzo albanese, che coinvolge a sua
insaputa in rapporti erotici voyeristici a pagamento. Insieme all’amica Renata cerca di ricattare il
voyeur, ma quest’ultimo trova un alleato nel padre
xenofobo e forcaiolo di Luisa…
IL RICATTO
Un talentuoso pianista si è
ritirato dalle scene a causa
di una grave fobia da palcoscenico. Dopo anni di cure
è pronto a tornare sul palco
per il concerto che segnerà
il suo attesissimo ritorno,
dove, sul suo spartito trova
il messaggio “Sbaglia una
nota e morirai”. Seduto al
pianoforte, il giovane pianista è costretto a suonare
un brano difficilissimo e,
allo stesso tempo, a cercare
di smascherare il cecchino
che gli parla attraverso
l’auricolare.
C
M
Y
CM
MY
20 MARZO
CY
CMY
(Grand Piano, 2013)
K
Regia Eugenio Mira
Con Elijah Wood,
John Cusack, Allen
Leech, Kerry Bishe.
90’, M2 Pictures,
Thriller.
Cuccioli il paese del
vento
27 MARZO
(Italia, 2014) Regia Sergio Manfio
80’, 01 Distribution, Animazione
I Cuccioli abitano a Soffio, il Paese del Vento, un
piccolo paese dove tutto funziona grazie all’energia eolica. La perfida Maga Cornacchia, storica
antagonista dei Cuccioli, vuole impossessarsi della
“Giraventola” che genera il vento, prendendo così
il controllo della città. Ma prima di tutto dovrà
sbarazzarsi dei Cuccioli…
Intervista
Francesco Bruni
Un caleidoscopio di emozioni
“E’ una storia fondata su un grande umorismo, ma che – al
tempo stesso – vuole essere un po’ più struggente di quanto
fosse Scialla!. Roma è, poi, il quinto personaggio del film che
è girato per la grande maggioranza in esterni.” Francesco Bruni
racconta così il suo ritorno dietro alla macchina da presa per
dirigere Fabrizio Gifuni, Ksenya Rapaport, Francesco Bracci e
Lucrezia Guidone in Noi Quattro. Il film scritto e diretto dallo
sceneggiatore di tutti i lavori di Paolo Virzì è un racconto intimo di ‘una giornata particolare’ di una famiglia italiana nel
giorno degli esami di licenza media del figlio più piccolo. Una
commedia agrodolce che Bruni ha realizzato sulla scia dell’esordio fortunato con Fabrizio Bentivoglio, Filippo Scicchitano
e Barbora Boboulova “Ho, però, fatto un film molto diverso
da Scialla!” puntualizza Bruni “La libertà che mi ha dato il
successo di quella storia mi ha permesso di affrontare qualcosa
di completamente differente, perché, avendo esordito a cinquant’anni, desidero realizzare pellicole molto diverse tra loro.
Non mi va di ripetermi.”
Anche qui troviamo un cast molto interessante…
Il rapporto con gli attori rappresenta uno dei miei punti di forza,
perché mi piace molto sceglierli e potere lavorare con loro in maniera attenta e curata. Avendo una formazione teatrale e sentendomi uno scrittore propenso a creare delle psicologie complesse,
fondo il mio lavoro essenzialmente sull’intesa e sulla precisione
della messa a fuoco del copione insieme al cast. Per me la
resa dei personaggi e delle loro sfumature psicologiche
è sempre molto importante, in particolare, in questo
film dove tutti i protagonisti rivelano sfaccettature
diverse a seconda di come si relazionano agli altri
membri della famiglia. Una caratteristica di Noi Quattro è proprio quella di volere essere un caleidoscopio
di emozioni e di atteggiamenti.
La famiglia è uno dei temi caratterizzanti il cinema italiano:
cosa l’affascina di potere affrontare dal suo punto di vista un
argomento come questo?
L’immagine della famiglia italiana borghese, metropolitana e
progressista non sia stata affrontata sufficientemente dal nostro
cinema e quasi per nulla in televisione dove siamo fermi alla
‘famiglia di mio nonno’. Io frequento persone che hanno famiglie molto più complesse e frastagliate di quelle che sono
state raccontate, in genere, fino ad oggi. Famiglie che
mi sembrano frammentate, spezzate e scomposte dove,
però, permane un sentimento di complicità e affetto.
In questo film tento di rispondere alla domanda se
queste persone non abbiamo, forse, buttato via tutto
troppo in fretta. Non amo molto il ‘consumismo dei
sentimenti’, e mi chiedo se abbiamo perso la capacità
di sopportare le frustrazioni dei rapporti sentimentali.
Oggi se si guasta qualcosa a casa lo buttiamo, mentre forse, così come succede
per gli elettrodomestici, forse sarebbe meglio provare a riparare dei
rapporti e di tentare di aggiustare
dei sentimenti. Come scrittore e
come autore non credo si possano concepire personaggi del
tutto negativi o positivi. Mi
piacciono esseri umani più o
meno consapevoli della propria contraddittorietà con
sé stessi e con gli altri. Io
provo grande affetto nei
confronti delle figure che
popolano le storie che ho
scritto anche quando sono
“fortemente difettose” proprio come in Noi Quattro.
Come sceglie gli attori?
Seguendo il desiderio di avere degli interpreti in grado
di rendere al meglio i personaggi che ho scritto.
Non amo i volti particolarmente noti e preferisco concentrarmi su attori e attrici di
talento in grado di restituire un senso di
autenticità e originalità, nonché – perfino – di sorpresa. La scelta del cast
seguendo questa idea mi permette di
soddisfare la voglia di vedere qualcosa di nuovo e di inedito: Fabrizio
Gifuni in questo film è particolarmente ‘incredibile’soprattutto
se paragonato al lavoro che ha
fatto ne Il Capitale Umano. Se lì
era un uomo freddo e calcolatore,
qui interpreta un cialtrone inaffidabile e
simpaticissimo. E’ un interprete elegante
e incapace di volgarità: due qualità che
apprezzo molto.
10
Marco Spagnoli
Oscar
Hanno prevalso, come sempre,le buone intenzioni, i personaggi positivi
o comunque da assolvere, rispetto a quelli ambigui o addirittura negativi,
come il lupo Leonardo Di Caprio.
Oscar dovuto alla grandissima Cate Blanchett di Blue Jasmine, un Oscar
che sembrava traballare, coinvolto indirettamente nella faida familiare del
regista Woody Allen. La sua magnifica interpretazione di una donna annientata dall’improvvisa povertà ha sbaragliato la splendida Amy Adams
di American Hustle, la tostissima Sandra Bullock di Gravity, la adorabile
Judi Dench di Philomena e la sempre perfetta Meryl Streep. Migliore
protagonista Mattew McConaughey, dimagrito 23 chili per interpretare
Ron Woodroof in Dallas Buyers Club, l’uomo che ha sfidato il sistema
sanitario americano per legalizzare le medicine che gli permisero di sopravvivere all’Aids. Una interpretazione formidabile, e comunque un eroe
positivo nella sua fragilità, che è stato preferito al magnifico dannato
Jordan Belfort, interpretato in modo altrettanto formidabile da Leonardo
Di Caprio, il suo più agguerrito rivale della vigilia.
Il piccolo film indipendente Dallas Buyers Club conquista anche l’Oscar
per l’ attore non protagonista assegnato al trangender Jared Leto, ed infine un terzo Oscar per il trucco. Lo stesso numero di Oscar ottenuto da 12
anni schiavo che oltre alla statuetta più importante, riceve il premio della
migliore attrice non protagonista a Lupita Nyong’o: “Non pensavo che un
momento di gioia come questo potesse nascere da un dolore così grande
come quello subito da Patsey, il personaggio che ho interpretato”, ha commentato, commossa, l’attrice. Oltre ad un terzo Oscar per la sceneggiatura
non originale di John Ridley (tratta dalle memorie di Solomon Northup).
Commosso anche il gigante Steve McQueen, il regista di 12 anni schiavo,
abbracciato ad un raggiante Brad Pitt, uno dei suoi produttori, e che ha
commentato: “La vera eredità lasciatoci da Solomon Northup è quella di
averci insegnato che dobbiamo vivere e non sopravvivere. L’Oscar lo dedico
a chi ha sofferto e soffre ancora oggi la schiavitù”.
La grande
bellezza
dell’Oscar
E’
andato tutto come previsto, ed è andato tutto come doveva andare, perché, diciamocelo, se 12 anni schiavo non avesse vinto sarebbe stato un
ulteriore oltraggio alla memoria dei milioni di schiavi che il cinema americano sta molto tardivamente riscoprendo dopo l’ipocrisia o peggio la condanna
all’oblio che ha caratterizzato il ‘racconto’, con esempi clamorosi come Via col
vento premiato con l’Oscar nel 1940. Adesso, con una durezza quasi insostenibile
il film di Steve McQueen assesta un pugno nello stomaco nella coscienza di un
industria e di un paese, sfidandoli a fare i conti fino in fondo con la propria storia.
Non ce l’ha fatta la leggerezza altrettanto insostenibile di American Hustle, completamente ignorato dagli Oscar, e la visionarietà di Gravity, che invece, a parte
la statuetta più importante, ha raccolto il maggior numero di Oscar, dagli effetti
speciali, suono, montaggio suono, fotografia, montaggio, colonna sonora, per
finire con il premio come miglior regista, anche questo assolutamente dovuto, al
messicano Alfonso Cuaron. che ha avuto il coraggio di immaginare un film che un
regista come James Cameron ha definito “il miglior film ‘spaziale’ di tutti i tempi.”
Due i grandi sconfitti: American Hustle di David O Russell e The Wolf
of Wall Street di Martin Scorsese, completamente ignorati dal verdetto
finale dell’Academy, ma comunque ampiamente premiati dal pubblico.
La grande bellezza di Paolo Sorrentino conquista l’Oscar per il miglior film
straniero.
Il regista italiano, riporta la statuetta nel nostro paese dopo 15 anni (l’ultimo era stato Roberto Benigni con “La vita è bella” nel ‘99).
“Ringrazio i Talking Heads, Fellini, Scorsese e Maradona”, ha dichiarato il
regista napoletano nel ritirare il premio assieme a Toni Servillo e Nicola Giuliano. E noi ringraziamo lui per aver riportato la statuetta nel nostro paese.
Piero Cinelli
Ecco tutti i vincitori
Miglior film: 12 Years a Slave
Miglior attore: Matthew McConaughey
(Dallas Buyers Club)
Miglior attrice: Cate Blanchett (Blue Jasmine)
Miglior regia: Gravity (Alfonso Cuarón)
Miglior attore non protagonista: Jared
Leto (Dallas Buyers Club)
Miglior attrice non protagonista: Lupita
Nyong’o (12 Years a Slave)
Miglior sceneggiatura non originale: 12
anni schiavo (John Ridley)
Miglior sceneggiatura originale: Her
(Spike Jonze)
Migliore film d’animazione: Frozen
(Chris Buck, Jennifer Lee, Peter Del Vecho)
Migliori effetti speciali: Gravity (Tim
Webber, Chris Lawrence)
Miglior fotografia: Gravity (Emmanuel
Lubezki)
Miglior documentario: 20 Feet from
Stardom (Nominees to be determined)
Miglior montaggio: Gravity (Alfonso
Cuarón, Mark Sanger)
Miglior film straniero: La Grande Bellezza (Italy)
Miglior colonna sonora: Gravity (Steven
Price)
Miglior canzone: Let it go (Frozen) Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez
Dal più celebre dei videogiochi sulle corse d'auto, con oltre 150 milioni di unità vendute,
arriva una pellicola che celebra i grandi film action & speed degli anni ‘60 e '70, riportando sullo schermo la passione per le corse su strada
Amazzonia
Girato direttamente in 3D nella più grande foresta pluviale
al mondo, un viaggio di scoperta sensoriale, un film intenso,
divertente e a tratti commovente, con una straordinaria protagonista, la scimmietta cappuccino Saï.
In seguito a un disastro aereo, la scimmia cappuccino Saï, allevata in cattività,
precipita accidentalmente nella natura
selvaggia della Foresta Amazzonica che
stava sorvolando con la famiglia della
sua padroncina.
Del tutto impreparata ad affrontare un
mondo sconosciuto e pieno di pericoli,
la piccola scimmia si ritrova sola e smarrita a fare i conti con la sua improvvisa
libertà, priva di qualsiasi aiuto e degli
strumenti utili a sopravvivere in un habitat inospitale, dominato da belve selvagge e da una vegetazione lussureggiante
e fittissima.
Esplorando timidamente i dintorni alla
ricerca di cibo e di un riparo, la scimmietta si ritroverà faccia a faccia con
specie animali mai incontrate prima e
di cui non immagina le reazioni: dai
giaguari ai coccodrilli, dai boa ai tapiri
alle lontre giganti… Presto Saï scoprirà
che la sola speranza di sopravvivere è
rappresentata dal branco di scimmie della sua stessa specie in cui si imbatterà
fortuitamente durante il suo peregrinare
e da cui conviene forse farsi adottare. Il
suo peregrinare alla ricerca della chiave
per la sopravvivenza la condurrà a ristabilire il naturale vincolo con Madre
Natura e a testimoniare una volta in più
come quest’ultima, apparentemente ostile e inaffidabile per chi non sia in grado
di decodificarla, si riveli la prima e più
importante fonte di vita per chi si sforzi
di interpretarla.
14
“Il nostro obiettivo era
di mostrare i meccanismi
di questo incredibile ecosistema, che ospita oltre il
10% delle specie animali al
mondo, con una modalità narrativa nuova, in grado di immergesse lo
spettatore in un’esperienza pressoché
fisica, tuffandolo nei suoni, colori e
odori della foresta, nella sua umidità,
regalandogli quella sensazione di essere
sovrastato dalla sua possenza -inevitabile al primo impatto-, quel particolare
timore che incute una fauna che più
che vedere si percepisce, tutt’intorno,
continuamente. A tale scopo, era fondamentale ricorrere all’ausilio di un personaggio capace di suscitare l’empatia
necessaria per condividere al massimo
un’esperienza da vivere attraverso di
esso. C’era bisogno di un animale naïf,
impreparato e spontaneo, che affrontasse per noi la grande avventura di uno
straordinario “apprendistato” nella foresta inesplorata.”
Thierry Ragobert (Regista)
D
E
E
P
S
R
O
F
NEED
Tobey Marshall (Aaron Paul) è un meccanico e pilota automobilistico che,
incastrato per un crimine che non ha
commesso, è costretto a scontare una
pena di due anni. Uscito di prigione,
Tobey ha un unico obiettivo: saldare
i conti con l’uomo responsabile della
sua ingiusta detenzione, l’ex- pilota
NASCAR Dino Brewster (Dominic Cooper). Tobey sa bene però che per battere il suo rivale deve sconfiggerlo in
una gara all’ultimo respiro, la De Leon,
il Mondiale delle corse clandestine. Per
arrivare in tempo all’appuntamento, il
protagonista dovrà sfidare ogni limite
di velocità in un epico viaggio che attraversa gli Stati Uniti.
Una corsa piena di imprevisti e colpi
di scena che celebra il senso di libertà del mito americano del road trip, e
che inizia come missione di vendetta e
termina come percorso di redenzione.
Diretto da Scott Waugh, sceneggiato da
George Gatins, da una storia di George Gatins & John Gatins, ispirata alla
serie del videogame omonimo realizzato da Electronic Arts, il film ha come
protagonisti-rivali Aaron Paul e Domi-
Amazzonia
(FranciaBrasile, 2013)
Regia di Thierry
Ragobert
85’, The
Space, DocuFiction
23 MARZO
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
nic Cooper, oltre a Dakota Johnson,
Michael Keaton, Imogen Poots. Ramon
Rodriguez, Rami Malek e Scott Mescudi.
Tra i protagonisti vanno citate a tutti
gli effetti anche le auto da corsa: una
McLaren P1, tre Koenigsegg Agera, una
Saleen S7, una GTA Spano, una Shelby
Mustangelaborata, una Lamborghini
Sesto Elemento ed una Bugatti Veyron.
Aaron Paul, protagonista principale del
film, in una recente intervista ha detto:
“…non è solo un film sulle auto ma
è un ritorno ai film sulla cultura delle
auto. Quando ho incontrato Scott Waugh, il regista, mi ha dato questo incredibile stimolo: ha detto che sarebbe
stato come un film dell’epoca di Steve
McQueen… È fantastico perché penso
che gli appassionati di car movie meritino qualcosa di simile. Non è solo un
film di auto appariscenti, ha anche una
storia incredibilmente interessante alle
spalle. Quindi sì, è stato emozionante fare tutte queste ricerche, guardare
i film di Steve McQueen e anche solo
guardare film classici sulle auto e sugli
inseguimenti d’auto.”
15
Need for speed
(Danimarca, 2013)
Regia di Scott Waugh con Aaraon Paul,
Dominic Cooper,
Dakota Johnson,
Micahel Keaton,
Imogen Poots
130’,
01Distribution,
AzioneDrammatico
13 MARZO
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
intervista
Dopo Mine Vaganti, Ferzan
Ozpetek torna a Lecce per
dirigere unA storia che prova a rispondere a domande
complesse legate all’evoluzione dell’amore nonostante
il trascorrere del tempo
P
Allacciate le cinture
(Italia, 2014)
Regia di Ferzan Ozpetek
con Kasia Smutniak,
Francesco Arca, Filippo
Scicchitano, Carolina
Crescentini, Francesco
Scianna, Elena Sofia Ricci,
Carla Signoris, Paola
Minaccioni, Giulia Michelini,
Luisa Ranieri
110’, 01distribution.
Commedia
6 MARZO
Allacciate
le cinture
er la prima volta Ferzan Ozpetek affronta una storia
d’amore tra un uomo e una donna. Il regista italo –
turco lo fa attraverso le vicende di una coppia chiamata ad affrontare varie prove nell’arco di tredici anni. Nella
prima parte della vicenda, ambientata nel 2000, incontriamo
la protagonista Elena (Kasia Smutniak), una bella ragazza
di buona famiglia che ha deciso di lasciare l’Università e
di arrangiarsi autonomamente andando a lavorare in un
pub. La giovane donna ha un fidanzato, Giorgio (Francesco
Scianna), un’amica intima (Carolina Crescentini) a sua volta fidanzata con Antonio (Francesco Arca), un meccanico
toscano maschilista che, pur lontanissimo da Elena per mentalità e per classe sociale, prova un’irresistibile attrazione
– ricambiata - verso di lei.
Un sentimento destinato a sfociare in un grande amore passionale e burrascoso a causa dei loro caratteri diversi e delle
diverse visioni del mondo. Ma è estremamente importante
anche l’amore platonico, dettato da un’amicizia profonda
e pura, che Elena coltiva con il suo migliore amico Fabio
(Filippo Scicchitano), un ragazzo tenero e sensibile che lavora con lei nel pub: in fondo, come nel rapporto tra Elena
e Fabio, quando l’amicizia raggiunge livelli molto profondi
finisce col diventare a sua volta una forma d’amore. I due
uomini saranno spesso in contrasto tra loro, anche a causa
della marcata omofobia di Antonio. Entrambi segneranno
inesorabilmente la vita di Elena intorno alla quale ruotano
diversi personaggi che animano i vari rapporti familiari e
d’amicizia: Allacciate le cinture è un altro film corale che
prende il titolo dal fatto che nella vita di tutte queste persone a un certo punto arriverà una forte turbolenza destinata a passare, ma anche a lasciare qualche traccia nelle
vite di tutti.
16
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Ferzan Ozpetek
Le turbolenze dell'amore
“Ho avvertito l’esigenza di raccontare una storia
d’amore potente, la passione e le frustrazioni
sentimentali, il bisogno a volte inespresso di
tenerezza e l’elemento perturbante che sconvolge
le vite dei protagonisti, mettendoli di fronte a
scelte che cambiano il loro destino e di chi li
circonda. La trama di Allacciate le cinture in un
primo tempo sembra essere leggera, poi con
lo spostamento dell’azione ai nostri giorni le
cose cambiano. Vedremo i vari personaggi alle
prese con avvenimenti sorprendenti e diversi
cambiamenti importanti.” Il regista Ferzan
Ozpetek prevede ‘turbolenze’ sul percorso umano
ed emotivo dei protagonisti del suo nuovo film
intitolato significativamente Allacciate le
cinture ed interpretato da un altro cast
importantissimo in cui troviamo Kasia
Smutniak, Francesco Arca, Carolina
Crescentini, Francesco Scianna. Una
pellicola che vuole riflettere sull’amore
e sui cambiamenti imposti dal tempo
che Ozpetek racconta con la grazia e
la sincerità che contraddistinguono
da sempre il suo cinema. “Sono
stati tutti molto bravi: in particolare
sono particolarmente soddisfatto
dell’interpretazione di Francesco Arca
che ho seguito con grande attenzione
e cura. Penso sia un interprete davvero
capace, quando mi hanno detto che era
un ‘tronista’ non sapevo nemmeno di cosa
stavano parlando.”
Quale qualità che cerca negli attori che sceglie
oltre, ovviamente, l’aderenza al personaggio
che ha immaginato?
Senza dubbio la capacità di mettersi sull’onda
delle emozioni della storia che io voglio
raccontare. Bisogna lavorare molto insieme,
incontrarsi a casa prima delle riprese, andare a
cena e discutere costantemente ogni dettaglio
del copione e della storia. Io provo a lavorare
in maniera ‘totale’ coinvolgendo tutti: poi,
prima di alcune scene particolari, cerco di
lavorare con l’attore o con l’attrice
per tirare fuori delle emozioni
particolari che, poi, anche qualche
ora dopo saranno ‘catturate’ dalla
macchina da presa. Desidero
vedere davanti a me mescolarsi
l’attore e il personaggio, il
ruolo e il suo interprete. Ad un
certo punto, senza rendermi
conto o senza che se ne renda
contro l’interprete, realtà e finzione
si mischiano.
Il suo è un cinema sempre molto personale…
L’ispirazione per questa storia viene da lontano:
da una serata con una mia amica malata e alla
riflessione di come cambiano i rapporti tra le
persone a fronte del passare del tempo, delle
gioie, dei dolori e della malattia. Metto sempre
qualcosa di mio nel cinema che faccio: sia si tratti
di cose che mi appartengono, che ho vissuto o che
semplicemente conosco attraverso gli anni. Non si
tratta di autobiografismo, ma quasi di ‘alchimia’.
Trasformazioni, mescolamenti e innovazioni sono
alla base della mia scrittura e del mio amore per
le storie che racconto.
Qual è la sua sfida adesso?
Mi piacerebbe raccontare una storia ambientata
ad Istanbul con un cast internazionale. Desidero
uscire dalla mia confort zone e provare a cambiare.
Fino a poco tempo fa giravo i miei film solo a
Roma, mentre poi, andando per la prima volta a
Lecce con Mine Vaganti, è successo qualcosa che
mi spinge a mettermi in gioco. Desidero essere
meno pigro e mettermi alla prova.
Lei è anche un grande utilizzatore di Facebook
e di Twitter…
Mi piace condividere pensieri, foto e riflessioni con
le persone che mi seguono e che, evidentemente,
da anni sono fedeli spettatori del mio cinema.
Adoro la condivisione di qualcosa di personale,
che porta allo scambio di emozioni e di idee.
Negli anni ci sono persone che mi hanno sempre
seguito e che incontro durante i tour promozionali
o – in estate – alle arene. Mi diverte l’idea dello
scambio dei ruoli del regista e del pubblico.
Questo mi aiuta a prevedere quello che il pubblico
apprezzerà dei miei film, anche se – alla fine –
sono sempre io a scegliere come raccontare le mie
storie e che cosa volere dire attraverso questi film.
Lei resta ‘il narratore’…
Mi piace guidare il gioco delle emozioni
Nel suo cinema tutto è sempre molto
bello…
E’ vero, ma forse è anche un mio
difetto quello di volere mostrare
sempre una bellezza intrigante.
Del resto sono convinto che se
il pubblico fa uno sforzo per
venire al cinema io lo debba
ripagare con qualcosa di
bello e diverso che andare
a vedere qualcuno che
assomiglia al vicino di casa.
Io faccio i film che vorrei
vedere come spettatore.
Marco Spagnoli
eamwor
alla Dr
d
a
t
t
l
o
d
u
s
Pro
roda
tion, app
ks Anima
la stoschermo
e
d
n
a
r
g
iglia
mini-fam
a
n
u
i
d
ria
i dagli
nte fuor
same
i
ie,
ec
d
gerarch
alle
d
e
i
schem
bino: il
e un bam
e
n
ca
n
u
ottivo
papà ad
l
i
è
o
m
pri
ndo.
del seco
Mr. Peabody
e Sherman
Mr. Peabody è un maniaco del lavoro, inventore, scienziato, premio
Nobel, buongustaio, vincitore di due medaglie olimpiche, un genio… che si dà il caso sia un cane. Utilizzando la sua invenzione
più ingegnosa, la “Wayback Machine“, una straordinaria macchina del tempo, Mr. Peabody e Sherman, il ragazzo da lui
adottato, tornano indietro nel tempo e vivono in prima
persona alcuni eventi epocali, oltre a interagire con alcune delle maggiori personalità del passato. Ma
quando Sherman trasgredisce le regole dei viaggi
nel tempo, i nostri due eroi devono correre ai
ripari per ripristinare la storia e salvare il futuro,
mentre Mr. Peabody deve affrontare la maggiore sfida della sua vita: diventare padre.
Al centro della storia c’è un cane molto
speciale, laureato, scienziato, occhialuto ma
campione olmpico di vari sport, chef provetto nonché adorabile papà, che inventa una
macchina del tempo per insegnare la storia
al figlio adottivo, Sherman. Il quale, deci-
samente birichino, la usa per portare a spasso nel
tempo l’amichetta Penny. Finendo per combinare un
pasticcio di proporzioni ‘storiche’ visto che potrebbe
cambiare gli eventi più importanti della storia mondiale, facendo saltare gli equilibri tra presente, passato e
futuro. Riuscirà Mr. Peabody a impedire la catastrofe, e riuscirà soprattutto ad aiutare il piccolo
Sherman dimostrandogli tutto l’affetto che lo
lega al suo figlio adottivo?
Mr. Peabody e Sherman
Diretto da Rob Minkoff (il Re Leone, Stuart
Little), Mr. Peabody & Sherman è ispirato a Peabody’s Improbable History, serie
prodotta per la TV americana da Jay Ward
utilizzando i personaggi creati da Ted Key, e
andata in onda negli anni 60/70 all’interno
del programma Rocky e Bullwinkle, che vedeva protagonisti uno scoiattolo e un alce.
19
(Mr. Peabody &
Sherman Usa,
2014)
Regia di
Rob Minkoff
82’, 20th Century Fox,
Animazione
13 MARZO
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Torna il respiro epico
di 300, con un sequel
altrettanto curato esteticamente, che sposta l’azione su un nuovo campo
di battaglia —il mare—
dove L'AMMIRAGLIO greco
Temistocle tenta di unire
tutto il suo popolo, per
respingere l’invasione
dell’immenso esercito
persiano, guidato dal Re
Serse, che nel frattempo
è stato trasformato in
Dio, e dalla sua feroce
alleata, Artemisia, vendicativa comandante della
Marina persiana.
300
L'alba di un impero
D
opo l’infame vittoria sui 300
condotti dal Re di Sparta Leonida, l’immenso esercito
persiano condotto dal semidio Serse, dilaga nel territorio greco, marciando direttamente verso Atene.
Parallelamente la sua armata navale
naviga per raggiungere la città stato
ateniese per distruggerne la flotta,
che costituisce l’arma principale
della città greca. Al largo di Capo
Artemisio l'ammiraglio Temistocle riceve la notizia della sconfitta
delle Termopili, e si appresta ad
affrontare una battaglia impari che
potrà vincere soltanto se riuscirà a
riunire le forze di tutta la Grecia e
soprattutto ad allearsi con la rivale
di sempre, Sparta.
Tratto dall’ultimo romanzo a fumetti
di Frank Miller, Xerxes, e raccontato
nello stesso stile visivo mozzafiato
del primo capitolo, campione d’incassi del 2006, questo sequel della
saga epica è diretto da Noam Murro,
da una sceneggiatura di Zack Snyder
& Kurt Johnstad.
La star di film d’azione Sullivan
Stapleton (“Gangster Squad”) è Temistocle ed Eva Green (“Dark Shadows,” “Casino Royale”) è Artemesia.
Lena Headey riprende il ruolo interpretato nel film “300” della Regina spartana Gorgo; Hans Matheson
(“Scontro tra titani”) è Eschilo e Rodrigo Santoro interpreta nuovamente
il ruolo del Re persiano Serse.
300 L’alba di un Impero
(300: Rise of an Empire, Usa, 2014)
Regia Noam Murro
Con Sullivan Stapleton, Eva Green, Lena
Headey, Andrei Claude, Mark Killeen
Warner Bros. Azione, Storico
6 MARZO
21
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Tra storia e leggenda un colossal fantasy e visionario,
un’avventura epica ambientata nel Giappone del 1700, che
mette in scena la ribellione di
una banda di samurai per vendicare la morte e l’ onore del
loro Maestro.
47 Ronin
Tratto da uno dei
più celebri racconti
dell’antico Giappone,
narra la storica vicenda di 47 Ronin (samurai decaduti in seguito
alla morte o alla confisca
dei beni del padrone), che si
unirono per vendicarsi dell’uomo
che aveva provocato la morte del
loro leader. Una storia che si
confonde con la leggenda e
che è diventata emblematica dello spirito
guerriero e dei valori
Dopo Il cavaliere Oscuro era difficile volare
più alto.
Nolan c’è riuscito, realizzando il più colossale, emozionante e
intenso film della storia dei supereroi. Una
d eg n a
di onore e lealtà che caratterizzano la
tradizione giapponese. Nel film viene
inserito un nuovo personaggio, di cui
non c’è traccia nelle cronache dell’epoca, quello di un uomo metà giapponese e metà inglese, che accomunato
dalla devozione per il comune maestro, quando quest’ultimo commette
seppuku (suicidio rituale) a seguito
di una umiliazione progettata dal malvagio Signore Kira (Tadanobu Asano),
si unisce alla banda dei ronin guidata
da Oishi (Hiroyuki Sanada) in una ricerca di vendetta contro Kira ed i suoi
servi.
Keanu Reeves, che ha recentemente esplorato questo territorio nel suo debutto alla
regia, Man Of Tai Chi, è Kai, un uomo disprezzato e trattato brutalmente in una
società di rigide caste, e che trova il suo
riscatto in una vendetta, che per quanto
eticamente giusta, viola le leggi feudali
secondo le quali i ‘Signori’ non possono
essere giudicati da persone di caste inferiori.
L’attrice giapponese candidata all’oscar
per il film Babel, Rinko Kikuchi, interpreta
il ruolo di una strega mutante, che a volte
assume la forma di una volpe ed è la più
preziosa alleata del malvagio Signore Kira.
Con un budget mastodontico superiore ai
170 milioni di dollari, 47 Ronin ha avuto
una gestazione molto lunga e difficile per
una ricostruzione fedele sia delle scenografie dell’epoca ed una attenzione quasi
maniacale allo spirito ed agli ideali che la
leggenda dei 47 Ronin rappresenta nella
cultura nipponica.
47 Ronin
(Usa, 2014)
Regia di Carl Rinsch
Con Keanu Reeves, Cary-Hiroyuki Tagawa, Hiroyuki Sanada, Rinko Kikuchi
118’, Universal, Azione, Fantasy,
Storico
13 MARZO
23
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Noi 4
Una giornata particolare di inizio estate
Dopo il fortunato esordio dietro la macchina da
presa con ‘Scialla!’ e il recente successo de ‘Il
Capitale Umano’ di Paolo Virzì, lo sceneggiatore
Francesco Bruni torna dietro alla macchina da
presa per un’altra commedia complessa e coinvolgente
Il 13 giugno 2013 è una giornata qualsiasi, ma è anche una giornata diversa da
tutte le altre: Giacomo, il figlio più piccolo di Ettore e Lara, ha gli orali degli esami
di terza media. Se fosse un’altra famiglia,
questa sarebbe l’occasione per stare tutti
insieme a incoraggiare e sostenere il ragazzino. Non è però il caso dei quattro
protagonisti, perché il padre e la madre
di Giacomo, sua sorella Emma, ventenne,
insieme non riescono a stare. Paola ed Ettore sono separati da anni, e i figli si sono
da tempo adeguati, ma i loro rapporti non
sono né sereni né pacificati. Questa giornata di giugno funziona su di loro come
un reagente chimico, che li manda in sub-
buglio. Infatti, nell’arco di queste ventiquattro ore i nostri quattro, amandosi e
odiandosi, si incontreranno (e si scontreranno) più volte fra loro, formando coppie
sempre diverse. È come se, brancolando
in una nebbia di risentimenti, frustrazioni e nostalgia, non potessero però fare a
meno di cercarsi, nel tentativo di ritrovare l’unità e la felicità perdute. E come se
non bastasse in questo giorno, oltre alle
tensioni familiari, ognuno di loro dovrà
affrontare una sua piccola, grande sfida
personale. Il tutto nella cornice di una
Roma abbacinante e soffocante, sotto il
sole di una giornata di inizio estate.
Interpretato da due attori di immenso
talento e fascino come Fabrizio Gifuni e
Ksenya Rapaport, il film propone la presenza di Francesco Bracci e della notevolissima Lucrezia Guidone, molto apprezzata in teatro, nei ruoli dei due figli.
Un altro lavoro personale per Francesco
Bruni che prosegue il suo percorso divertente e disincantato, ma anche tenero e
compassionevole alla scoperta della nuova famiglia italiana e del suo racconto. Un
film importante per lo sceneggiatore e regista toscano che prosegue una riflessione intima declinata attraverso il cinema
dell’amico di sempre Paolo Virzì, ma anche
tramite lavori più personali proprio come
Noi Quattro.
Noi Quattro
(Italia, 2014)
Regia di Francesco
Bruni con Fabrizio Gifuni, Ksenya
Rapaport, Lucrezia
Guidone, Francesco
Bracci
110', 01 distribution. Commedia
20 MARZO
25
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Dal Best Seller di Nick Hornby , una commedia sull’’’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con
cui condividere qualsiasi cosa,
anche il tetto di un grattacielo...
Non Buttiamoci Giù
Quattro sconosciuti durante la notte di Capodanno si incontrano in cima al grattacielo
più alto di Londra, con lo stesso intento:
quello di saltare giù. Questa coincidenza è
talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno
dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane. Fino alla notte di San Valentino,
quando si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione delle
loro vite.
Martin, sposato con figli, è un conduttore televisivo di successo. O meglio lo era.
Adesso è un uomo finito, che non riesce a
reggere la vergogna dell’accusa più infamante, quella di pedofilia, per essere andato a
letto con una ragazzina di sedici anni (anche se ne dimostra molti di più).
Maureen è la madre single e disperata di
un ragazzo affetto da una grave forma di
paralisi celebrale.
JJ è un musicista americano fallito che
sbarca a malapena il lunario facendo il
pizza-pony,. Jess è instabile e asociale, una
persona che passa da un intenso sconvolgimento ad una sorta di gioia frenetica.
Si può scherzare e ridere su una storia che
gira intorno alla sofferenza ed al tabù del
suicidio?
Tratto da un romanzo di Nick Hornby (“About
a Boy”, “Alta Fedeltà”), il film racconta le
disavventure e le imprevedibili dinamiche di
gruppo di un quartetto di aspiranti suicidi,
che finiscono per sospendere il loro piano,
creando un nucleo familiare disfunzionale e
scegliendo di darsi un’altra possibilità.
Il ruolo di Brosnan è quello di Martin Sharp
che, agli occhi dei giudici britannici, è un
pedofilo. “È un noto presentatore televisivo che ha avuto rapporti sessuali con una
minorenne”, dice l’attore. “Sembrava una di
25 anni, ma come poteva saperlo?” Dopo aver
passato la vita a creare una carriera di successo
nei talk-show, tutto svanisce in uno scandalo.
“JJ è un ragazzo perduto che lotta per trovare uno scopo nella vita”, dice il suo interprete Aaron Paul. “È in un
buco nero quando lo
incontriamo.È stanco
di essere sempre spaventato, ed è stanco
di cercare di cambiare e
non sapere come farlo”.
Toni Colette dà vita al
personaggio di Maureen:
“Emotivamente dilaniata,
è molto isolata, ed è totalmente innamorata del
figlio. Ha deciso di farla finita perché è convinta che suo figlio avrà una vita migliore senza di
lei”. Imogen Poots ovvero Jess, è la più giovane
del quartetto, ed apparentemente è quella che
ha le idee più chiare: “Non mi sarei mai uccisa
con delle pillole. Buttarsi da un grattacielo è
molto, molto più figo”. Anche se sarà proprio
lei a decidere di prendere tempo.
C’è qualcosa di quasi assurdo nel fatto che
quattro persone vogliano suicidarsi nella stessa
notte e vadano nello stesso posto: è un’idea
forte e audace. Ed è un buon inizio per una storia che può avere degli sviluppi imprevedibili”,
aggiunge il regista, il francese Pascal Chaumeil
(Il truffacuori).
Non buttiamoci giù
27
(A long way down, UK, 2014)
Regia di Pascal Chaumeil
con Pierce
Brosnan, Toni
Colette, Aaron
Paul, Imogen
poots
96’, Notorious,
CommediaDrammatico.
20 MARZO
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Il ritorno sul grande schermo
di Capitan America, il ‘Primo
Vendicatore’, dopo il successo
di Avengers
U
n anno dopo Iron Man e a solo qualche
mese dal secondo capitolo della saga di
Thor, ecco un altro Vendicatore tornare al cinema – momentaneamente – separato
dagli altri Avengers: Capitan America che nel
primo film avevamo visto alle prese con le difficoltà di adattarsi al nuovo mondo, dopo essere
rimasto ibernato per quasi mezzo secolo.
Dietro la macchina da presa i fratelli Anthony e
Joe Russo che ad oltre un decennio dall’esordio
in Welcome to Collinwood remake americano
de I soliti ignoti con George Clooney hanno
sviluppato un’ottima carriera da registi
di fortunati serie televisive da Happy
Endings a Arrested Development.
Nel cast ritroviamo la
Vedova Nera interpretata da
CAPTAIN
AMERICA
The Winter Soldier
Scarlett Johansson e Samuel L.Jackson dietro la benda di Nick
Fury che aiutano l’eroe americano per eccellenza a ritrovare
un posto nel mondo di oggi e a reclamare il ruolo di icona.
Non solo: incontriamo anche nuovi personaggi interpretati
da attori dal talento consolidato come Robert Redford e dal
futuro roseo come l’Emily VanCamp di Revenge in un complicato intreccio tra passato e presente, con Capitan America
che dovrà vedersela con un avversario molto pericoloso, un
ex agente sovietico legato al KGB, denominato “Il Soldato
d’Inverno” con cui il supereroe sembra avere molto più in comune di quello che lui può pensare inizialmente. Apparentemente imprendibile, l’uomo nasconde un segreto che proviene
anch’egli dagli anni Quaranta e da quando Steve Rogers era
appena diventato l’eroe conosciuto con il nome e lo scudo di
Capitan America. “Le difficoltà di Rogers in questo film non
riguardano tanto la tecnologia.” Spiega l’attore Chris Evans
che interpreta Capitan America per la terza volta “Quanto
piuttosto adattarsi alle differenze sociali e politiche tra il
mondo che aveva lasciato e quello che ha ritrovato ai giorni
nostri.”
Da notare che nel film vengono introdotti anche altri personaggi dell’universo Marvel molto popolari tra i lettori dei fumetti e – più in generale – tra i fans: il criminale Crossbones e il supereroe Falcon interpretato da Anthony Mackie.
Captain America –
The Winter Soldier
(Captain America – The Winter
Soldier, USA, 2014)
Regia di Anthony & Joe Russo
con Chris Evans, Scarlett Johansson,
Samuel L.Jackson, Robert Redford,
Emily VanCamp, Sebastian Stan
128’, The Walt Disney Company
Italia Fantasy
26 MARZO
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER
Noah
i che per
cattolic
i
r
pe
sia
ofeta.
triarca
i è un pr
pa
ic
n
u
è
islam
è
i
No
i,
e per gl
religion
i, mentr
tutte le
in
gli ebre
e
r
a miura compa
ifferenz
d
ig
f
e
h
a
u
s
alc
La
con qu
o dopo il
ntando,
re uman
e
n
ge
rapprese
el
ad
rinascit
nore, la
.
universale
diluvio
Il pastore Noè (Russell Crowe), nipote di Matusalemme
(Anthony Hopkins), riceve
attraverso visioni e sogni
la parola di Dio che preannuncia un Diluvio universale che monderà la Terra dai
peccatori. In vista dell’imminente diluvio Noè deve
costruire un’immensa arca
che oltre alla sua famiglia
possa ospitare una coppia
per ogni specie animale, la
fauna destinata a ripopolare
la Terra, ma contemporaneamente dovrà lottare con il
mondo che lo circonda abbrutito da guerre, violenza e
depravazione.
E’ un eco-patriarca, questo
Noè interpretato dal ‘gladiatore’ Premio Oscar Russell
Crowe e diretto dal visionario Darren Aronofsky, che
sebbene abbia dichiarato di
voler fare un adattamento
fedele al Vecchio Testamento
ha affidato la sceneggiatura
a John Logan (Il gladiatore,
The Aviator). Un personaggio
complesso, un uomo prescelto da Dio per la sua fede e la
sua rettitudine, condannato
prima a non essere creduto ed essere boicottato dai
suoi contemporanei, e dopo
a sopportare il senso di colpa per essere l’unico soprav-
vissuto, con la sua famiglia,
della razza umana. E non è
un caso forse, che discendiamo tutti da lui.
Colossal da 130 milioni di
dollari, con scene apocalittiche ricostruite magistralmente in CGI, l’Arca è stata
costruita realmente a Oyster
Bay, New York, ed ha ospitato uno dei set del film, che è
stato girato prevalentemente in Islanda. Noah è uno dei
titoli di punta del ritorno al
‘peplum’, che caratterizzerà
questo 2014, con una serie
di blockbuster in costume di
argomento biblico o mitologicio. Oltre a questo Noah
firmato da Darren Aronofsky,
e ad un paio di Ercoli, ritornano i 300 eroi greci contro
i persiani, e a fine anno un
Mosè firmato da Ridley Scott.
Nel cast, oltre a Russell Crowe, anche Emma Watson (la
figlia adottiva di Noé), Jennifer Connelly (la moglie Naameh), Logan Lerman e Douglas Booth (i figli), Ray Winstone (il nemico
di Noè Tubal-Cain), Anthony
Hopkins (Matusalemme), Kevin Durand, Marton Csokas e Dakota Goyo. Jóhannes
Haukur Jóhannesson e Arnar
Dan nei panni di Caino e
Abele.
Noah
(Usa, 2014)
Regia di Darren Aronofsky
Con Russell Crowe, Jennifer Connelly,
Anthony Hopkins, Ray Winstone,
Emma Watson, Logan Lerman
Universal, Fantasy-biblico
10 APRILE
SCATTA IL QR CODE
E GUARDA IL TRAILER