08 - Literary

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08 - Literary
che col dim lat valgono “piccola trave”, Trabùcco “rete verticale”, con Trabucchìsta e Trabuccolànte, e Trabocchètto (già
adottato agli inizi del XVII sec, snm di Trappola già dal 1320) o un obsoleto Trabocchèllo “piccolo trabucco” dal pvz
TRABUQUET dim di TRABUC trabucco, attestatosi nel significato corrente; il trahbcchetto, per accezione, è una trappola
congegnata sul opaviumento (botola, asse o tavola a ribalta…,).
Il percorso prosegue con Trabattèllo “impalcatura”, un Trèvo o Trèo con Trevière nella terminologia marinaresca; il
tema è da TREBO che in area celt, bal e ger sta per “costruzione di legno”, cui un osco-umbro TREBULA casale, collettivo
di TREBO casa (di legno); in un certo percorso fig (osssia in riferimento scenografico), si può contare Tràbea dal lat
TRABEAM “commedia equestre” con Trabeàta dalla locuzione lat FABULA TRABEATA. L’omn Trabùcco è una
variazione di Trabòcco da Traboccare e questo, a sua volta, ha l’omn in Trabòcco dal prvz TRABUC “sorta di arma da
guerra” cui Traboccàre omn di Traboccare “straripare”.
Il lemma Trabàcca con Trabàccolo, attraverso l’ar TRABAQA tettoia, è vrs connesso con TRABS-TREBO, inc con Baracca;
in connessione il volg mer Trasanna che vale “tettoia” vrs in metaplasmo da Trabacca.
Termini alieni, ovvero non appartenenti al percorso TRABS, si conta Traboccàre “straripare” questo, diversamente a quanto
si creda composto con Boccare da Bocca, è dal prvz TRABUCAR da BUC tronco nel senso di “rompere gli argini, la diga”;
eppoi Trèbbia, con Trebbiàre, Trebbiatrìce il cui inventore pare sia stato A.Meikle nel 1786.
Il percorso conta il prefissato Strebbiàre (pref S durativo), dalla rad TERE fregare cui Tritàre da TRITARE intensivo di
TERERE col Pp TRITUS cui Trìto, Trituzzàre (sovrapposto a Sminuzzare), Trituràre inv dal lat TRITURARE denm da
TRITURA trebbiatura cui Trituramènto, Trituratòre, Trituraziòne, eppoi i prefissati Attrìto dal lat ATTRITUS Pp di
ATTERERE sfregare (sia sostantivo “sfregamento” sia fig aggettivo “logoro”) e Attriziòne, i fig Contrìre, Contrìto e
Contriziòne. Iterativo del lat TRITARE è TRITOLARE cui Stritolàre con Stritolamènto. L’omn Trèbbia vale “residuo di
ammostatura” omologismo attraverso il ted TREBER vinacce, vrs connesso con Trebbiàno “sorta di vitigno” da un diffuso
ant toponimo ital Trebula.
\ Bracciale Brachiale
Bràccio è dal BRACHIUM già gr BRAKHION cui i derivati e prefissati in linea lat quali Abbracciàre, Bràccia plur di
Bràccio 1, Bracciàle, Bracciànte con Bracciantìle, Bracciàre, il militaresco Bracciàrmi (Bracciàrm!), Bracciatèlla (focaccia),
Bracciòlo o Bracciuòlo, Imbracciàre, Sbracciàre, i composti Abbracciabòsco (caprifoglio), Abbracciafùsto snm di
Abbracciànte; derivati in linea gr, Brachiàle o Bràchico cui la locuzione anatomica Muscolo brachiale. In area glb si conta il
franc Embrassons-nous “abbracciamoci” ipirato ad un’opera di E. Labiche (1815/1888).
\ Pare che da una ricerca, l’abbracciarsi è un gesto altamente erotico.\
\ Caprifoglio Nibbio
Caprifòglio, snm di Vincibosco, è dal lat CAPRIFOLIUM questo una composizione con CAPER capro e FOLIUM foglia,
pianta ricercata appunto dalle capre, con Caprifogliàcee (la Famiglia). Un suo snm è ancora Ebbio-èbbio con la variante in
Nìbbio questo da EBULUM mentre l’omn uccello Nìbbio è dal lat volg NIBULUM variante del class MILVUS.
Alle Caprifogliacee appartiene il Sambùco dal lat SAMBUCUS donde la Sambùca “liquore”: termini alieni, Sambùca “ant
strumento musicale” dal gr SAMBYKE di genesi orientale, Sambùco “sorta di barca” omologismo dall’ar SAMBUQ.
Apparrtiene ancora, l’Abèlia, genere di piantra dal lat scientifico ABELIAS dal nome dello studioso C. Abel (1789–1826); il
relativo Abeliàno, invece, è del matematico N. H. Abel (1802–1829).
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Come il Cubito, Braccio era una unità di misura di lunghezza che assumeva a riferimento il corpo umano e corrispondeva alla lunghezza
media di un braccio, ma variabile secondo la località, la “stazza del venditore”, i limiti imposti da regolamenti; a Treviso, infatti, nella
centralissima Piazza S. Vito, l’antico mercato delle stoffe, una colonna riporta ancora una riga scanalata, stabilita dalle autorità quale
campione standard di un Braccio. Oggi, il termine Braccio è omologato in ital dal glb ingl Fathom pari a 1,8288 mt quale unità di profondità
marina da riportare sulle carte idrografiche. Il termine Fathom, tuttavia, pur di provenienza ger, è connesso, in ambito rad indoeur, con il lat
PATERE stendere-aprire in riferimento alle braccia.
\ Arco Iride
Il lat aveva il suo termine ARCUS per Arco-àrco, cui il plur Archi-àrchi che indica la famiglia di strumenti musicali a corda
con l’arco quali Viola, Violino, Violoncello e Contrabbàsso, eppoi Arcuàre inv da ARCUARE, Arcuàto con Arcuatùra, eppoi
Arcàle, Arcarèccio snm di Terzera, Arcàta col dim Arcatèlla, Arcière-Arcièro tradotto in franc ARCHIER, Arcìgno (in
relazione all’arco sopraccigliare), Arciòne con Arcionàto e il pref Disarcionàto, Arcolàio (riferito all’arco della matassa) da
un ant plur Arcora-àrcora cui Arcoràio e un ipocoristico veneto Corlo con un Corleta “Filatoio”, Arcuàto, il prefissato
Inarcàre (IN illativo) cui Inarcamènto, Inarcatùra (adottato già dal 1681) questo, nella tecnica poetica è snm del glb franc
Enjambement (XX sec), eppoi Inarcocchiàto vrs sovrapposto a Inginocchiato. I composti Arcobalèno “arco che si balena”,
Arcobalèstro, Arcosòlio o Arcosòglio (con il lat SOLIUM sepolcro, vale “nicchia ad arco”), con i trigonometrici Arcosecànte
e Arcocosecànte, Arcosèno e Acocosèno, Arcotangènte e Arcocotangènte, Arcoscènico, Arcosèno, Arcotangènte; vrs il dim
volg mer Arciolo o Arciuolo, rintracciabile nella cognomastica con la variante Urcioli.
Snm di Arcobaleno (adottato dal 1483) è Iride-ìride (dal XVI sec) dal gr-lat IRIS; Iris, infatti era la messaggera degli dei che
soleva incamminarsi lungo l’arcobaleno. Il percorso conta Iridàcee (Famiglia di piante), Iridèo e Iridescènza con Iridescènte,
l’elemento chimico Irìdio (Ir), il cristallo iridescente Iris-ìris (omn-snm del Giaggiolo) cui il minerale Irìte (composto con
Cromite), il patologico Irìte (suff medico ITE); termine alieno Irizzàre questo tratto dalla sigla IRI che vale “Istituto per la
Ricostruzione Industriale”. L’onomastico Iride è anche in richiamo alla dea della mitologia, in assonanza con Iside, ma
questo alla memoria della divinità lunare egizia, cui, attraverso il gr, l’aggettivo Isìaco da ISIAKOS e il composto Isidoro da
ISIDOROS “dono di Iside”.
\ Un intenso chiarore lunare può palesare un arcobaleno notturno \
Iride è anche parte dell’occhio, cui Iridociclìte che, col gr KYKLOS circolo (orbita oculare) e il pref medico ITE, vale
malattia acuta dell’occhio, eppoi Iridologìa, Iridoscòpio.
Snm di Arcolaio è Guìndolo (entrambi dal XIV sec) dal lat medv GUINDOLUS questo attinto al ted WINDEN avvolgere.
Il tiro con l’arco prevede un Bersàglio, questo omologismo dal franc ant BERSAIL dal verbo BERSER, cui Bersagliàre,
Bersaglière, il composto Radiobersàglio.
\ Trapezio
Trapèzio, l’attrezzo per esercizi acrobatici, cui Trapezista, è dal gr TRAPEZA tavola a quattro piedi, donde il dim
TRAPEZION che ha condotto al lat TRAPEZIUM, all’ital Trapezìta “banchiere”, eppoi Trapezòide con Trapezoidàle; una
connessione dovrebbe pur esserci tra i rad TRAB trave e TRAP tavola.
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\ Archibugio Fucile Carabina
BUS buco, questo d’origine ol e sta per scatola o buco (nessuna connessione con il lat BUS bue), diventa Buz nella
tradizione padana, Bucio in quella mer e Bugio, la predominante, in quella toscana che va a confermare la vincente lenizione
di c in g nella lingua italiana. Nel settentrione esiste ancora il termine Bùsa “pancia”, originario da Bùsa e Bùso “buca e
Buco”, cui l’attestazione Bùzzo con l’accrescitivo Buzzòne e il fig Buzzùrro “rozzo e ignorante”, snm di Tanghero, da Buz
“buco”; la pancia, infatti è allocata nell’incavo centrale dello scheletro. Buzzonaglia è una voce insulare (Sicilia e Sardegna)
per indicare una ricetta con carne sott’olio. La locuzione Filato del buso indica un seta di filamento prodotto da un mollusco
(dal suo “buco”).
Il termine toscano Bùgio per Foro è l’adattamento dell’inc lat di BUCCA con PERTUSUM forato, cui Pertùgio con
Pertugiàre e il volg mer Pertuso. Ne deriva la composizione Bugigàttolo, con il dim lat, che sta per “piccolo buco nel cui
spazio può stare solo un gatto”. Pertuso del monaco è la storica gradinata attraverso una porticina delle antiche mura di
Manfredonia, che scendeva direttamente a mare, oggi nel lungomare.
Nasce così nel XIV sec Archibùgio o Archibùso, dalla composizione fiamminga HAKE uncino dal tema del rad AK essere
appuntito (assimilando HAKE ad Arco) e BUS, attraverso il ted HAKENBCHSE arma ad uncino; in percorso il glb franc
Arquebuse che vale letteralmente “acqua d’archibugio” e serviva a curare le ferite inferte da quest’arma; oggi indica metaf un
liquore digestivo.
La locuzione Archibugio focile ha dato origine dallo stesso sec XIV alla sintesi lemmatica Fòcile, subito attestatosi in Fucìle
cui Fucilàta, Fùcilatòre, Fucilaziòne, Fucilerìa, Fucilièra, la locuzione Fucile a ripetizione, la composizione musicale
Escopetarra, uno strumento a corde da pacifisti coniato aovrapponendo Fucile e Chitarra.
Focìle, derivato da FOCUS focolare vale Acciarìno questo il dim di Acciàro dal lat tardo ACIARIUM cui la locuzione
FERRUM ACIARIUM da ACIES filo della spada di rad AK essere appuntito, dalla quale si ha Acciàio (dal XIII sec) con
Acciaiàre, Acciaiàto o Acciarìto, Acciaiatùra, Acciaierìa, Acciaìno, Acciaiòlo o Acciaiuòlo e Acciaiòso, il composto Acciaiocemento. L’Acciaio sebbene si producesse inconsapevolmente fin dall’antichità, fu considerato tale dopo gli studi di T. O.
Bergman nel 1750, il quale ne scoprì le proprietà evidenziando le funzioni del Carbonio; l’Acciaio, infatti, è Ferro
contenente Carbonio dallo 0,3 all’1,7 %.
La storia del fucile incomincia a metà del XV sec con l’adozione di un Cannone portatile, alleggerito nell’Archibugio e poi
nel Moschetto (dal XVI sec). Sorta di fucile a ripetizione è il glb ingl Winchester, l’arma resa famosa dai film western, dal
nome dell’inventore O. F. Winchester (1810/1880).
Restando in ambito, Carabìna (coniato nel XVI sec), con Carabinàta e Carabinètta, è dal franc CARABINE derivato da
CARABIN soldato di cavalleria (XVII sec) e CARABINIER armato di carabina cui Carabinière (adottato dal XVII sec),
questo anche snm di Gendarme, con deformazione in Caràmba o Caràbba e metaf in Cerbero, omologismi che non pare
abbiano progenitori rad lat; comunque dal gr KARABOS ci viene Càrabo “coleottero” e dal lat CARABUS ci viene
Carabottìno “graticolato d’imbarcazione”, dal lat GRABATUM lettuccio ci viene la corruzione in Carabàttola “masserizia” o
Garabàttola e Scarabàttola o Scarabàttolo “credenza”, tra i quali non si vedono connessioni eccetto che per l’associazione
degli ultimi tre lemmi a “mobili di casa”.
Secondo un diverso esame etim, Carabattola contiene il pref peggiorativo CA pertanto conterrebbe il valore di peggior
baratto (dim in metatesi).
Dal lat CARABUS, inoltre, il ptg ha tratto CARAVELA “sorta di piccola nave” cui l’esot Caravèlla, termine adottato nel
XIV sec e immortalato da C. Colombo per le sue tre caravelle, Nina, Pinta e Santa Maria, con le quali raggiunse il Nuovo
Mondo, oggi America, che nuovo non era affattto ma dimenticato per colpa di falsi teoremi che non sapevano di
trasmigrazioni di popoli europei attraverso lo Stretto di Bering e di incursioni vichinghe, o che non ne volevano sapere.
Da Caravella “nave”, cui l’accr Caravellòne, l’ital conta il fig Caravèlla 1 “colla resistente per carpenteria”, con un omn
Caravèlla “sorta di mela o di pera” questo omologismo dal franc CALVILLE tratto dal toponimo franc Calleville, altrimenti
Calvèlla, Calvìlla o ancora Calvìlle ma in unico riferimento alla mela. Termine alieno Caravaggèsco, relativo all’artista
Caravaggio (1573/1610) pseudonimo di Michelangelo Merisi (da Caravaggio).
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I termini quali Caccavella e Caravella possono far pensare ad un suff VELLA per diminutivi; in realtà è solo una coincidenza lemmatica, che
rintracciamo in Manovella, Pedivella, Tavella, Vedovella… ognuno con un propri derivazione etim.
\ Rad AK
Dalla rad AK essere appuntito, cui il gr AKIS punta, il lat conta ACUM ago donde il composto Acucettòre (con
RECEPTOR di RECEPIRE), ACUERE rendere aguzzo cui Acuìre e Acuità, ACULEUS cui Acùleo, Aculeàto, Aculeàti
(Sezione d’insetti), ACUMEN cui Acùme con Acuminàre e Acuminàto, ACUTUS cui Acùto con Acutamènte, Acutànza,
Acutèzza, Acutizzàre con Acutizzaziòne, Acùzie dal lat medv ACUTIES, la composizione Acutàngolo e i leniti Agùto e
Agùtoli (snm di Inchiodacristi, arbusto dai rami spinosi). In vers connesione, il lat CACUMEN punta-sommità-vetta-cima cui
Cacuminàle. Termine alieno Agùti “nome generico dei Mammiferi Roditori” dei Dasiproctidi.
Foneticamente dal gr l’ital conta il composto Achiurgìa (dal gr AKIS – ERGON), sul modello di Chirurgia, con valore di
“istruzione all’uso di strumenti adatti a interventi chirurgici”
Di rad AK si conta ancora il lemma fem Acme-àcme dal gr inv AKME erronemante tradotto ed attestatosi in Acne-àcne cui
Acnèico; fuori percorso il termine Acmòtital o Acmonitàl l’ipocoristico della lega di Acciaio, Cromo, Nichel e di Vanadio,
questo elemento chimico dal nome della divinità scandinava Vanadis (smbolo V) cui Vanadàto e Vanàdico.
In connessione il composto Aicmofobìa in complanare con Belonefobia che è la paura degli aghi o di tutto ciò che è
appuntito.
Dal lat ACUM, già gr AKIS, dunque, deriva il lenito Ago-àgo con le composizioni Agoaspiràto e Agoaspiraiòne, poi
Aghètto “cordellina-uncinetto”, il composto botanico Aghifòglio e i vari Acìcula “sorta di pianta” dal dim ACICULA
piccolo ago cui Aciculàre o Acicolàre snm di Aghiforme, Agùcchia dal dim volg ACUCULA piccolo ago cui Agucchiàre,
Agùzzo con Aguzzàre dal lat volg ACUTIARE intensivo di ACUERE da ACUTUS; altro termine in percorso è Agùglia
“ago-pinnacolo” e fig “sorta di pesce dei Beloniformi”, con Gùglia (aferesi) e Agugliàta con l’aferetico Gugliàta “quantità di
filo introdotto nell’ago” cui la locuzione Gugliata di refe, transitato dal prvz AGULHA, cui il glb franc Aiguille “monolito
(guglia) naturale”, eppoi i tessili Agugliàto e Aguglierìa, il marinaresco Agugliòtto. Dall’ingl STEEPLE guglia si conta il
composto glb Steeplechasse “gara ippica” con Chasse caccia. La locuzione Ago di Buffon è di competenza matematica quale
teorema.
L’omn Agùglia vale Aquila-àquila dal lat class AQUILA, volg ACULA, attestatosi in Aquila-àquila, cui Aquilàstro,
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Aquilìno, il fig Aquilòne “termine marinaresco-vento di tramontana cui anche con valore di settentrione” e snm di Cervo
volante cui Aquilonàre, Aquilòtto, il glb ingl Eagle “aquila” questo attestatosi in terminologia sportiva (golf). Termini alieni
Aquilàno “relativo al toponimo L’Aquila, Aquiliàno relativo alla Legge aquilia proposta a Roma mdal tribuno Aquilio (III
sec aC), in assonanza con Aquinàte che è il relativo del toiponimo Aquino.
Aguzzìno, invece, è l’omologismo dall’ar AL WAZIR luogotenente, cui lo sp ALGOZIR, comunque inc con Aguzzare.
\ Dal Duomo milanese s’innalzano ben 135 guglie.\
La rad AK s’era gà svolta nel gr KARKHAROS aguzzo, cui Carcarìno “sorta di squalo” con Carcàridi “la Famiglia” e
Carcarìnidi (altra Famiglia, col gr RHIS RHINOS naso) appartenente agli Euselaci, eppoi Carcarodònte “sorta di squalo, col
gr ODUS ODONTOS dente”.
Il rad AK (acuto in senso fig, relativo al gusto), estesosi in AKRI, ha condotto al percorso ACER ACRIS talvolta adattato cui
Acèrbo dal lat ACERBUM con Acerbamènte, Acerbèzza e Acerbità. Ha condotto al copioso percorso di Acèto da ACETUM
cui Acescènte e Acescènte da ACESCERE inacidire, Acetàto, Acètico con Acetàle, Acetièra o Acetabolo, Acetìle con
Acetìlico, Acetilàre e Acetilùro (suff URO chimico), Acetilàto e Acetilaziòne, Acetilène attraverso il franc ACETHYLENE
con Acetilènico composto con ETHYLE e il pref AC che vale acido e un suff chimico ENE, Acetòne con Acetònico e
Acetonùria (patologia, col suff gr URON urina), Acetòsa, Acetòso con Acetosèlla “sorta di erba” e Acetosità, Acetìre,
Acetìno, Acetùme (col pref UME vale”troppo aceto”); i composti Acetàbolo (col suff dal gr BOLOS metto) o Acetiera con
Acetabolàre e il fig Acetabulària (botanica), Acetammìde (Acido acetico col suff Ammide), Acetificàre con Acetificànte,
Acetificatòre e Acetificaziòne, Acetìmetro, infine i prefissati con ACETIL (Acetile) quali Acetaldèide, Acetilcellulòsa,
Acetilcolìna (doppio suff da KHOLE bile e INA per elemento chimico), Acetilsalicìlico, e con ACETO sovente adattato quali
Acesulfàme (con Solfo e Lattame), Acetacetàto con Acetacètico, Acetobattèrio, Acetofenòne, Acetonemìa. Attraverso l’ingl
ALKYD acido, l’ital conta Alchìdico. Eppoi, più fedele al gr, Ossirìna o Ossirìno (con OKSYS acuto e RHINOS naso) sorta
di squalo dell’Ordine Lamnifòrmi (col gr LAMNA pesce vorace) della Famiglia Isùridi (col gr ISOS uguale e URA coda);
eppoi Ossiùro (gr OKSYS acuto e URA coda) “verme intestinale” cui Ossiurìasi o Ossiuràsi (doppio suff patologico IASI),
i composti Ossiacetilènico (cannello) cui Ossitàglio “taglio col cannello”, Ossiàcido, Ossibenzène,
Termini alieni Ossianèsco e Ossiànico relativi al poeta bardo Ossian del III sec dC.
Eppoi Acido-àcido sia “sapore” sia “sostanza” da ACIDUS, già gr OKSYS, con, derivati e composti, Acidità, Acidificàre con
Acidificaziòne, Acidimetrìa con Acidìmetro, Acidità, la locuzione fig glb Acid music “musica elettronica ritmata”, la
locuzione Acido acetico, Acidofilìa con Acidòfilo o Ossìfilo o ancora Oxìfilo (che ama terreni acidi), Acidòlisi (sol gr LYSIS
scioglimento), Acidòlo (suff chimico OLO), Acidòsi (suff OSI), Acìdulo dal dim lat ACIDULUS con Acidolàre,
Acidoresistènza, Acidùme (suff UME vale “troppo acido”), Acidùria (suff tratto dal gr URON urina), Acìle questo un
radicale (monovalente) derivato da Acido con sostituzione del gruppo finale do con le cui Acilàre, Acilaziòne e Acìlico.
Gli Acidi grassi essenziali costituiscono la Vitamina F presente negli oli vegetali, oli di pesce e latte.
Dal rad AK, si conta ancora l’aggettivo Acre-àcre dal ACRIS cui Acrèdine o Acrimònia con Acrimoniòso, la lenizione sett
Agro-àgro già Acro-àcro (omn di Agro “campagna”) cui il sostantivo Agra-àgra, Agrètto, Agrèzza o il sostantivo Agro-àgro,
Agrìgno, Agriòtto e Agriòtta o l’aferetico Griòtta “sorta di ciliegio-ciliegia” snm di Visciolo-Visciola, Agròre da ACROR,
Agrùme cui l’aggettivo Agrumàrio, Agrumèto, Agumicoltùra con Agrumicoltòre e Agrumicultùra con Agrumicultòre, eppoi i
composti Agrocòtto, Agrodòlce, infatti, il comune superlativo di Acre-Agro è Acèrrimo. Agrifòglio è dal lat ACRIFOLIUM
pianta dalle foglie aguzze; in percorso il prefissato Disagrìre con Disagrimènto per accezione relativo ad una operazione
vinicola.
Il termine Crespìno (sorta di arbusto), cui la variante Trespìno, che pare connesso a Crespo, è invece la composizione lat
ACRISPINUM dalle spine acute del genitivo ACRIS con SPINA spina, ricalcando il gr OKSYAKANTHA questo con
AKANTHA spina rintracciabile ancora in Triacànto (pref TRI tre) “sorta di albero americano” snm di Gledìssia o Gledìccia
dal nome del botanico J. G. Gleditsch (1714/1786).
Il lemma Agrimònia non è affatto il snm lenito di Acrimonia; il termine è un’attestazione dal lat AGRIMONIA “sorta di
pianta” metaplasmo dal gr ARGEMON leucoma oculare poiché si credeva che tale pianta curasse questa patologia.
Termini pseudoetim il glb Agreement “accordo” dall’ingl TO AGREE accordarsi, l’omologismo Agremà o Agremàno o
ancora Agrimàno “sorta di passamano artistico” dal franc AGREMENT ornamento.
Il lemma Agripnìa, poi, è dal gr AGRYPNIA insonnia composto da AGREO desidero e HYPNOS sonno.
Agrìppa, infine, è composto da AGRO nel senso di punta “parte terminale” e PED piede, questo in forma espressiva PPA, e
vale “nato per i piedi”, cui Agrippina nell’onomastica. Il termine Agrippìna “sorta di divano” adottato ndal 1832 è così
indicato poiché è ispirato al gruppo statuario che raffigura Elena, consorte dell’imperatore Costantino, semisdraiata sul
divano, erroneamente creduta Agrippina questa moglie di Germanico.
MIGLIO MIGLIORE MULTA
MIGLIO
\ Miglio, che per i romani valeva MILLE PASSUUM (1478 metri), è l’unità tradizionale di misura itineraria terrestre incalzata dal
chilometro, successivamente omologata in marina ed in aviazione (qui in senso orizzontale, diversificandosi dal Piede, 30,48 cm, in senso
verticale), che muta genere al plur: 1 miglio, 2 miglia (come migliaio e migliaia). Il miglio ha diversi valori dipendenti dai luoghi in cui è
determinato; ma anche dai tempi, incominciando dagli antichi romani. Il miglio terrestre adottato nei paesi anglosassoni corrisponde a mt
1609,3 mentre il miglio marino, ormai universalizzato ed accolto, come si è detto, anche dalla navigazione aerea, a mt 1852. Il Nodo, unità di
misura delle velocità marine ed aeronautiche, equivale infatti ad 1 miglio l’ora, pari alla distanza di mt 1852 coperta in un’ora.
Molti toponimi indicano ancora la distanza storica in miglia dal centro importante più vicino, quali Quarto d’Altino nel Veneto e Tricesimo
nel Friuli, ovvero 30 miglia da Aquileia; ancora, Quinto di Treviso e Quinto Vicentino.\
Mìglio, cui il plur Mìglia con la storica corsa automobilistica Millemìglia e Centomìglia questa la regata velica
sul Garda, dal lat MILIA migliaia da MILIARIUM, ed i suoi derivati sono rimasti ottemperanti al lat, rifiutando
il gruppo GL, quali Miliàre, Miliòne con Biliòne “miliardo” (pref BIS due volte) attrraverso il franc BILLION,
Triliòne “milione di bilione” attraverso l’ingl TRILLION cui la variante Trilliòne, Miliàrdo... in connessione con
il gr MYRIAS diecimila, cui Mirìade e il pref MIRIA in termini quali Miriagràmmo, Miriàmetro.
Migliàio e il plur Migliàia si sono attestati nel gruppo GL, anche grazie a Dante “Quanto di qua per un migliaio
si conta” dal Purg XIII v.22.
L’uso improprio di Millànta, al posto di Migliaio o Migliaia, ne ha attestato il significato in “falsità, bugia”, dal
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verso di Boccacio “Hàccene più di millanta” che ne ha sostituito il corretto suff etim del lemma lat
MILIARIU(M) imponendovi l’anta delle decine (quaranta... novanta); pertanto, l’ital conta Millantàre con
Millantamènto, Millantàto, Millantatòre, Millantatùta e Millanterìa.
Il cardinale Mìlle, dal lat immutato MILLLE, parte dalla base tematica SMI-GHZ-LI, vrs paragonato al sct
SAHASRA, che deriva da SM-GHEZ-LO, e al gr KHILIOI, questo derivato da GHEZ-LYO. Nel percorso
semantico di Mille, troviamo Millenàrio con Millenarìsmo, Millenarìsta e Millenarìstico, Millènne, l’ordinale
Millèsimo 1 o Millèsmo, da MILLESIMUS, Millècuplo, il prefissato Immillàre o Imillàre e tutti i composti col
primo membro Milli (millesima parte), Millìmetro, Millimìcron e alcuni sostantivi d’immagine quali Millefiòri,
Millerìghe, ma troviamo anche i diretti discendenti dal gr KHILIOI mille, cui il pref CHILO (omn del pref
CHILO da KHEILOS labbro) o KILO nei composti in complanare, ma preferibile il gruppo letterale puramente
ital Ch, quali Chilocalorìa o Kilocalorìa, Kilobyte, Chilogràmmetro o Kilogràmmetro, Chilohèrtz o Kilohèrtz o il
snm Kilocìclo, Chilòmetro o Kilòmetro con Chilometràggio, Chilometràre, Chilomètrico o Kilometràggio,
Kilometràre e Kilomètrico, Chilomicròne (col gr MIKRON piccolo), Chilòpodi (centopiedi), il semiomologismo
Chìloton o Chilotòne con Kìloton o Kilotòne (con l’ingl TON tonnellata), in ambito elettrico Chilovòlt o
Kilovòlt con Chiloampère o Kiloampère, Chilovoltampère o Kilovoltampère, Chilowàtt e Chilowattòra o
Kilowàtt e Kilowattòra questo composto con l’unità di misura di potenza Watt e del tempo Ora.
Il Millenarìsmo è affine al Chiliàsmo, cui Chiliàsta e Chiliàstico, dal gr KHILIOI mille, ed è la dottrina che ha
mitizzato il ritorno di Cristo dopo mille anni, ma il termine non è nato in epoca cristiana: l’idea di un qualche
ritorno millenario si ritrova in epoche precedenti come nel giudaico, eppoi omologato nell’islamico. Chiliàrca è
il condottiero di mille militi, lemma composto col gr ARKHOS comandante.
L’omn sostantivo Chìlo è dal lat CHYLUS già gr KHYLOS e vale succo-linfa intestinale cui Chilòsi (suff
medico OSI), Chilòso, il prefissato Achilìa (pref A privativo), il composto Chilìfero con Chilificàre e
Chilificazione (la trasfornazione del Chimo in Chilo) o Chilòsi.
In assonanza, e null’altro, l’esot messicano Chili “sorta di peperoncino- condimento”, di genesi Nahuati.
L’omn Mìglio, dal lat MILIUM, con tema indoeur M(E)LI (questo solo omn del gr MELI miele, la cui
connessione non appare possibile), è la pianta erbacea i cui minuti frutti gialli sono usati come becchime per
uccelli, cui il fig Migliàccio con Migliacciàre, un Migliaccìno, Miglialsòle dalla locuzione Miglio al sole snm di
Migliarìno “sorta di pianta e d’uccello”, il fig Migliaròla “pallini da caccia”; è ragionevole pensare che
l’assonanza rad con MILIA sia la prova di una correlazione, mercè la grande quantità (migliaia) dei frutti; il gr
conta KENKHROS grano di miglio cui Cèncro svoltosi fig ad indicare una varietà microcristallina di diamante
altrimenti detto Bort e addirittura una sorta di serpente, vrs per il ventre screziato di piccole macchie.
\ La Capsula del Tempo del Millennio è d’idea britannica: ognuno - dietro regolare ricevuta d’attestazione di proprietà - potrà depositarvi un
apposito scrigno di sicurezza racchiudente un’importante ricordistica da tramandare ai posteri. La capsula, sigillata, sarà sotterrata in un
bunker nel 2001.\
1
L’omn Millesimo indica la data di nascita di un ottimo vino prodotto da una vendemmia particolarmente feconda; il termine nasce dalla
tradizione di indicare un determinato anno secondo l’era volgare.
\ Giudaico Islamico
Dal lat IUDA, inv dal gr, già ebr YEHUDAH, l’onomastico Giuda cui Giudèo adottato dal XIII sec assimilato ad “ebreo”
con il ted JUDISCH giudeo svoltosi nel glb YIDDISH o JIDDISCH, questo un termine diffuso dal 1932 che da “dialetto
degli ebrei europei” (Europa centro-orientale) è finito per indicare tale cultura, il cui maggiore esponente d’oggi è Moni
Ovadia; la melodia nel noto coro canto corale Bella ciao è vrs di genesi yiddish, attraverso un riadattamento nei canti delle
mondine. L’onomastico Giuda ha avviato il percorso di Giudàico (dal XIV sec), Giudaìsmo, il toponimo Giudecca
(quartiere “ghetto” di Venezia o d’altre città, adottato dal XVII sec) dal lat IUDAICA quale fem di IUDAICUS,
Judeofobìa è l’atavica e patologica paura degli ebrei.
Ebrèo, lemma contemporaneo di Giudeo, è dal lat HEBRAEUS già gr HEBRAIOS da IBRI in originale del popolo, così
indicato dagli egizi con valore di “immigrati poveri” e non quindi di popolo o di religione, cui Ebràico con Ebraicìsta,
Ebraicità, Ebraicizzàre ed Ebraicizzaziòne, Ebraìsmo con Ebraìsta, Ebraizzàre ed il prefissato in contrapposizione
Antiebraìsmo, questo neologismo del XXI sec. Ebreo s’è svolto in snm di “usuraio, avaro”, grazie ad una universale politica
antisemita che è riuscita storicamente a plagiare purtroppo i popoli. Il nome dato agli ebrei dell’Europa centro-orientale è
Ashkenazìta o Askenazìta dall’ebr ASHKENAZ che identificherebbe l’attuale Germania. Israele è lo stato fondato dagli ebrei
nel secondo dopoguerra, cui Israeliàno adottato dal 1948, eppoi Israelìta (già dal XIV sec) con Israelìtico in riferimento alla
tradizione, cultura e religione, dall’originale YSRA’EL svoltosi nel gr ISRAEL con ISRAELITES. Sionìsmo (dal 1899) è il
movimento politico che condusse alla costituzione di una patria in Palestina 1 per gli ebrei dispersi nel mondo (Diàspora),
termine in riferimento al colle Sion, in ebr Iyyon, di Gerusalemme, cui Sionìsta e Sionìstico. Semìta (coniato nel XIX sec)
identifica il gruppo etnologico, storico e culturale, che racchiude storicamente i babilonesi, gli assiri, l’ebr, l’aramaico e
l’etiopico, cui Semìtico, Semitìsta, Semitìstica e Semitizzàre, ma è finito per identificare comunemente gli ebrei, specie
nell’accezione Antisemìta, Antisemìtico, Antisemitìsmo. Il termine omn Semìta (coniato nel XIV sec) vale anche “sentiero”
inv dal lat SEMITA. Gli ebrei, poi, indicano il prossimo non appartenente alla loro identità GOY col plur GOYIM cui
l’omologismo Gòi adottato dal 1892. Il cibo ritualmente puro, in base agli insegnamenti religiosi, è definito KASHER cui il
glb Kashèr o Koshèr e l’omologismo Cascèr. Da TORAH “istruzione” si conta lomologismo Torà. Ancora dall’ebr, in area
glb si conta Shalòm quale formula di saluto” da SHALOM pace,
Dall’ar-persiano MUSLIM fedele dell’Islam, l’ital ha ricalcato l’omologismo Musulmàno o Mussulmàno adottato dal XVI
sec. Il termine Islam (pron i slàm o ì slam) diffuso dal 1879 è inv dall’ar ISLAM abbandono (alla volontà di Allah “Dio”),
cui gli omologismi Islamicità, Islàmico, Islamìsmo, Islamìsta, Islamìstica, Islamìta, Islamìtico, Islamizzàre e Islamizzaziòne.
Fondatore dell’Islam è il profeta Muhammad o Mohammed italianizzato Maometto (570\632) cui Maomettàno questo
adottato dal XIV sec sostituendosi al preecedente Saraceno, con Maomettanìsmo o Maomettìsmo; ai suoi continuatori è
assegnato il titolo di HAIFA successore cui l’omologismo Calìffo con Califfàto. Secondo la tradizione islamica, Maometto
salì al cielo cavalcando Al Buraaq, un cavallo alato, nome che avrebbe assunto un supereroe musulmano, personaggio di
353
ultima generazione (XXI sec) dei fumetti, dall’indole di rappacificazione tra le religioni.
Attraverso il turco GAVUR dall’ar KAFIR infedele, l’ital conta l’omologismo Giaùrro “ non musulmano”.
Nella terminologoa islamica si conta l’omologismo Alcoràno (già dal 1292) dall’ar AL QU’RAN lettura o semplicemente
QURAN cui il corrente Coràno (adottato dal XVIII sec) con il suo relativo Corànico; in associazione a questo, il termine
Sùra, esot inv dall’ar SURA, cosi definito ognuno dei 14 capitoli del Corano, omn dell’omologismo Sùra “tipo di stoffa”dal
toponimo ind SURAT, attraverso l’ingl SURAH.
L’insieme della Legge sacra islamica, ossia il Corano, la Sunna, il Consenso della comunità e la Deduzione analogica,
racchiusi nei quattro fondamenti del diritto, è indicata con l’ar SARI ‘A strada battuta, cui l’omologismo Sharìa.
L’espositore della legge giuridica e religiosa è indicato con Muftì, inv dall’ar MUFTI. Colui che pronuncia l’ADHAN, ossia
che invita alla preghiera, è indicato invece con MU’ADHDHIN attestatosi dal turco MUEZZIN cui Muezzìn o l’omologismo
Muezzìno adottato dal XVIII e che è andato a sostituire Talacimànno omologismo dal persiano DANISMAND dotto già
diffuso dal XV sec.
La comunità dei fedeli è detta Umma-ùmma. Infine, Ulma-ùlama o Ulema-ùlema teologo da ULAMA questo plur di ALIM
dotto, e Imàm inv dall’ar IMAM, con l’addattamento ital in Imàn o ancora in Imàno, che è il lettore dei testi sacri, in
estensione “sapiente”; IMAM, storicamente, è per gli sciiti tra i dodici eredi del Profeta mentre per i sunniti corrisponde al
califfo, cui Imamìta e Imanàto. Il Salafìta è un membro di una setta che ha adottato la lotta santa e armata contro gli
occidentali, dall’ar SALAFI devoto-pio. Salàm è l’omologismo inv dall’ar SALAM saluto-pace, con Salamelècco o
Salamelècche dalla locuzione SALAM ALAYK pace su di te.
1
Storicamente, Palestina, cui l’etnico Palestinèse (diffuso dal 1953), in lingua semitica sta per “Terra degli stranieri” in connessione rad con
Filistèo meglio Filistèi (termine già diffuso nel 1374) che sta per “popolo della Terra Promessa” antecedente agli ebrei, attrraverso il lat
PHILISTAEUS; Palestina, poi, per gli Ebrei guidati da Mosè s’è svolta in Terra promessa (da togliere agli stranieri). Dal XVII sec, poi,
Filisteo s’è svolto nel snm di “borghese gretto” attraverso il gergo studentesco in Germania, eppoi Filisteìsmo dal 1908 snm di Misoneismo.
MIGLIORE
Mèglio, dal lat MELIUS, è il neutro di MELIOR cui Migliòre, da un rad MEL meglio, cui Mòlto da MULTUS
(aggettivo) e da MULTUM (avverbio), che ritroviamo nel gr MALA molto; Migliòre, allora, vale
“abbondantemente buono” da MIGLIOREM comparativo di Buomo. In percorso, Miglioràre o il toscano
Meglioràre da MELIORARE cui Miglioràbile, Miglioramènto, Miglioràndo, Miglioratìvo, Miglioratòre,
Miglioraziòne, Migliorìa questo anche lo stato d’improvviso o inatteso benessere che precede la morte, in tal
senso molto diffuso a livello popolare cui la locuzione Miglioria della morte, Migliorìsmo (idea intermedia tra
pessimismo ed ottimismo) dalla teoria del Migliorìsmo attraverso l’ingl MELIORISM cui il termine politico
Migliorìsta che indicherebbe chi è propenso ad accogliere un miglioramento dello stato, rinunciando alle
rivoluzioni, il prefissato Immegliàrsi (IN illativo).
Da MULTUS l’ital ha ricavato Moltitùdine eppoi il pref MULTI adattato per una nutrita serie di composizioni da
Multànime a Multizonàle, compresi Moltèplice e Molteplicità col lat PLICARE piegare vale “che si piega più
volte” su calco di Duplice, Triplice… e Moltìplica con Moltiplicàre, Moltiplicatìvo, Moltiplicatòre e
Moltiplicaziòne. Il gr conta il pref intensivo ZA molto cui l’ital Zalòfo “leone marino” con LOPHOS cespopennacchio.
Il rad MEL meglio, svoltosi nella forma espressiva lat MEL MELLIS miele (ossia il meglio tra gli alimenti), già
gr MELI ha dato Mièle, con la vaiente Mèle, ma del valore di non inebriante, cui Melàrio con la locuzione
Borsa melaria “parte intestinale dell’ape contenente il miele”, Melàta (omn di Melata da Mela) con Melàto,
Melilìte “sorta di roccia, con suff ITE per minerali), Mèlleo, Mielàto, Mièlico, Mielòso, il prefissato Smielàre
con Smielatòre e Smielatùra, l’onomastico Pamela “tutta miele” (col suff PAN tutto), eppoi, attraverso il gr
MELI, Melifàgidi (Famiglia di uccelli, col gr PHAGEIN mangiare), il botanico Melilòto (composto con Loto).
Da recenti studi, oltre alle sue proprietà note sin dall’antichità, cui l’assimilazione alla rad di meglio, il miele,
oltremodo quello cosiddetto Miele di manuka (di una sorta d’arbusto esotico), contiene una accertata azione
antibiotica e cicatrizzante.
Dalla correlazione MULSUM miele con vino, si ha Mùlso, il prefissato Emulsionàre con Emulsionàbile,
Emulsinànte, Emulsionatòre, Emulsiòne, Emulsìvo e il composto Emulsiòmetro. Nel volg mer esiste il termine
Miero o Mieru per Vino, considerato una sovrapposizione del lat MEL miele con il lat TEMETUM vino; la
presente ricerca ritiene più realistica la sovrapposizione di MEL col dialettale Gnuru “nero” (o Niru e simili) del
valore di Vino nero questo affine allo sp TINTO vino rosso. La sovrapposizione con MEL, a ogni modo, è
accertata poiché era ricorrente bere il vino addolcito col miele, questo, almeno nelle consuetudini
strategicamente importate dai romani, i quali, non dimentichiamolo, erano gli americani d’allora, vedi oggi per la
Coca Cola.
Relativi al vino, il lat conta PASSUM “vino prodotto con uva secca (passa)” eppoi le locuzioni VINUM
ATRUM vino nero e VINUM CANDIDUM vino bianco.
Sempre da MELI, il lat conta MELLACEUS dolciastro-mosto (recuperando la doppia lettera l), ma che inc con
un franc MINCE sottile, è nato l’ital Melènso, forse influenzato da MEL miele, cui Melensàggine e il prefissato
Immelensìre (IN illativo). Lo stesso per Melàssa, su calco franc MELASSE, questo dallo sp MELAZA, ma
sempre dal lat MELLACEUS, cui la variante Melàsso o Melàzzo, eppoi Melassàre, Melassatùra, un forzato
Melassòso.
Il gr conta MALASSO rammollisco, vrs in connessione con Miele, cui MALAGMA svoltosi nel lat medv
AMALGAMA così entrato in ital, cui Malassàre con Malassatùra, il prefissato Amalgamàre con Amalgamànte e
Amalgamaziòne.
Si hanno ancora le composizioni col pref MELLI dal genitivo MELLIS quali il fig Mellìfero, snm di Sdolcinato,
con il lat FER porto, Mellificàre e Mellificaziòne con il lat FACERE fare, Mellìfluo con Mellifluità con il lat
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FLUERE scorrere, Mellìsuga “sorta di uccello” con il suff tratto dal lat SUGERE succhiare, fig (per il colore) il
minerale Mellìte, il chimico Mellìtico, il patologico fig Mellìto cui la locuzione Diabete mellito, Mellìvora “sorta
di carnivoro”, eppoi il pref MIELE MIELO, il suff MIELIA da MYELOS fig midollo, cui Mielìna (suff chimico
INA) con Mielìnico, il patologico Mielìte snm di Spinite (suff medico ITE) con Mielìtico, il patologico Mielòide
(suff OIDE somiglianza), Mielòma (suff medico OMA), Mielòsi (suff medico OSI), il prefissato
Demielinizzànte con Demielinizzaziòne, i composti Mielencèfalo, Mieloblàsto, Mielocìta e Mielocìto (suff che
vale “cellula”) con Mielocitòma (doppio suff medico OMA), Mielografìa, Mielomalacìa, Mielomeningìte,
Mielopatìa, Mielopuntùra, Mieloscleròsi o Mielosclèrosi (pron gr), Mielotomìa; infine Idromielìa (con IDRO
acqua) e Nanomielìa (col gr NANOS con valore di micro).
Termini alieni Melìna nella locuzione sportiva Gioco della melina legato in modo fig al gioco infantile dello
scambiarsi lanciando una piccola mela, la miscela esplosiva Melinìte (col gr LITHOS pietra) dal nome del
ministro franc F. J. Meline (1838)1925), Melitèa “sorta di farfalla” dei Ninfalidi a ricordo della mitologica
Melite una delle cinquanta figlie di Nero, citate in Nerèidi, eppoi Melitènse relativo al toponimo insulare Malta
già Melita.
\ Proprietà terapeutiche del miele
Il Miele d’Acacia disintossica ed è lassativo, d’Arancio è sedativo, di Castagno disinfetta le vie urinarie e favorisce la
circolazione del sangue, d’Erica è un ricostituente, d’Eucalipto combatte la tosse e l’asma, di Girasole rinforza le ossa e
contrasta il colesterolo cattivo, di Rododendro allevia l’artrite, di Tiglio è diuretico ed è contro l’insonnia, di Timo, infine, è
tonificante.
\ Neutro
In lat c’erano nomi di genere ibrido, in altre parole, che s’opponevano sia al mas sia al fem, definiti Neutri. Nella nostra
lingua, se ne sente talvolta la mancanza. Prendendo ad esempio i termini Sentinella, Guardia… questi sono considerati di
genere fem anche se i ruoli sono tradizionalmente svolti da un uomo; oppure i termini Avvocato, Deputato, Ministro…
considerati di genere mas pur ricoperti da donne, a meno che non vogliamo volgerli nei linguisticamente ineleganti
Avvocata-Avvocatessa, Deputatessa, Ministra-Ministressa… meglio accettabile andrebbe per Deputata.
Nèutro, quindi, dal lat NEUTER nessuno dei due, composto della particella di negazione NE e UTER, questo dal tema di
KWOTERO quale dei due. Da Neutro parte un percorso esplicito e composto, cui Neutràle, Neutralìsmo con Neutralìsta e
Neutralìstico, Neutralità, Neutralizzàre con Neutralizzàbile, Neutralizzànte, Neutralizzàto e Neutralizzaziòne, Neutrìno cui il
prefissato Antineutrìno, Neutròfilo (termine medico), Neutròne con Neutrònico.
MULTA
La semant ha irradiato, dalla stessa rad MEL di Meglio, il lemma Mùlta “pena pecuniaria”, cui Multàre, già lat
inv MULTA per indicare “abbondantemente buono” ma per chi ne beneficia; infatti, le multe vanno a totale
interesse dei comuni, dello stato.
Snm di Multa (adottato dal XIV sec) è Contravvenziòne (dal XVI sec) dal lat CONTRAVENTIO da CONTRA
VENIRE andare contro la legge, cui Contravvenìre. Venìre è inv dal lat VENIRE cui Veniènte e Venùto, i glb
franc Avenue da AVENIR venire e Parvenue dal prefissato PARVENIR arrivare, è inv dal lat VENIRE da rad
GWEM nel significato originale di andare, passato poi in enantiosemia, cui il sostantivo Ventùra dal Pf
VENTURUS da venire (quindi fig rischio) con i prefissati Sventùra e Sventuràto (S sottrattivo), la locuzione glb
ingl Venture capital “capitale a rischio”, Venturière o Venturièro, l’esot Venturina o meglio Avventurìna
(minerale) attraverso il franc AVENTURE, Ventùro “futuro”, vrs Venturòne (sorta di uccello) e Venturòso.
Il percorso prosegue con i prefissati Avvenènte ed Avvenènza questo dal prvz AVINEN che vien bene,
Avvenimènto e Avvenìre questo anche sostantivato cui Avvenirìstico, Conciòne “assemblea o discorso solenne”
con Concionàre, Concionatòre, Concionatòrio e Concionèsco dal lat CONTIO da COM VENTO di COM
VENIRE cui Convenìre con Convègno, Convenènte, Conventìcola, Convenènza Convenèvole, meglio
Convenèvoli, con Convenevolèzza, il glb ingl Convention, Conveniènte e Conveniènza, Convènto con
Conventuàle, Convenziòne con Convenzionàle, Convenzionàre e Convenzionàto; i prefissati Sconvenìre (S
sottrattivo), Sconveniènte e Sconveniènza, con Sconvenèvole o un desueto Sconvenèbole, con suff ital di
aggettivo verbale attivo EVOLE, e Sconvenevolèzza, e il doppio prefissato Disconvenìre. Eppoi Divenìre sia
aggettivo sia sostantivo cui il doppio prefissato Addivenìre (AD allativo, dal XIII sec) questo sia con valore di
“arrivare” sia di “accadere” snm di Avvenire, e il frequentativo Diventàre cui il toscano Doventàre; ancora,
Eveniènza con Evènto, Eventuàle, Eventualità e Eventualmènte dal lat EX VENIRE; il franc conta
EVENEMENT evento cin EVENEMENTIEL cui l’omologismo Evenemenziàle termine adottato in storiografia.
Il percorso prosegue con Inconveniènte con Inconveniènza (pref IN negativo), Intervenìre con Interveniènte,
Interventìsmo con Interventìsta e Interventìstico, Intervènto, Intervenùto, Intervenziòne, e Intervenzionìsmo (pref
INTER tra), Pervenìre con Pervenùto (pref PER attraverso), Prevenìre con Preveniènte, Prevenùto, Preventìvo,
Preventivàre, Preventòrio, Prevenziòne e Prevenzionìstico (pref dal lat PRAE prima), Provenìre con Proveniènza
e l’astratto Provènto (col pref PRO davanti-fuori), Rinvenìre (omn-snm di Rinvenire “riprendere i sensi”) con
Rinvenimènto e Rinvenùto nel senso di “ritrovare-ritrovarsi” col doppio pref RI IN (iterativo-illativo),
Sovvenìre con la variante Suvvenìre eppoi Sovvenèvole, Sovvenitòre, Sovventòre, Sovvenziòne, Sovvenzionàre,
Sovvenzionamènto e Sovvenzionatòre da SUB VENIRE “soccorrere”; dal franc si conta il glb Souvenir dal lat
SUB VENIRE sovvenire, traducibile ancora nel sostantivo ital Sovvenìre nel senso di “ricordo” omn-snm del
verbo. Il percorso prefissato conta ancora Svenìre con Svenimènto e Svenùto (S sottrattivo) nel senso di “perdere
i sensi” cui Rinvenìre con Rinvenimènto, Rinvenitòre e Rinvenùto nel senso di “riprendere i sensi” mutando il
pref S con il doppio RI iterativo e IN illativo, cui ancora il fig Svenèvole con Svenevolèzza, Rivenire (RI
iterativo) con il glb franc Reverant, infine Vademècum dalla locuzione VADE MECUM vieni con me, la
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locuzione Vai e vieni o Va’ e vieni.
Il gr conta ELY venire, che col pref gr PROS a-verso diventa PROSELITOS sopraggiunto, cui il lat
PROSELITUS e l’ital Prosèlite o Prosèlito, meglio al plur Prosèliti, con Proselitìsmo e Proselitìsta.
\ Avventura Invenzione
Con l’intensivo ADVENTARE di ADVENIRE, l’ital conta il percorso di Avventìzio variante di Avventìccio (che viene
fuori) con Avventiziàto, Avvènto (arrivo) con Avventìsta, Avventòre (che arriva), Avventùra (Pf lat per “ciò che accadrà”
svoltosi in “ciò che è accaduto” Ved Facere in Beneficiato…) con Avventuràre, Avventuràto, Avventurière, Avventurièro,
Avventurìsmo, Avventurìsta e Avventurìstico, Avventuròso. Inventàre è dal lat volg INVENTARE trovare dentro di sé
(un’idea), questo l’intensivo di IN-VENIRE trovare, con Inventàto, Inventìva, Inventività, Inventìvo, Invènto sostantivo da
INVENTUS ritrovato, Inventòre da INVENTOR, Invenziòne da INVENTIO INVENTIONIS “capacità di trovare (un’idea)”,
eppoi Inventàrio da INVENIRE trovare con Inventariàre, Inventariàbile e Inventariaziòne.
SASSO SESSO SESSA
SASSO
Sàsso, dal lat SAXUM di rad indoeur SEK tagliare in età litica, che ne riafferma l’uso strumentale. Derivati
espliciti di Sasso, una serie lemmatica quale Sassàia, Sassaiòla, lo zoologico Sassaiòlo “che vive tra i sassi”,
come il Sassèllo “piccolo tordo” e Sassìcolo (con pref dal lat COLERE con valore “che abita) snm di Saltimpàlo,
Sassàta, Sàsseo, Sassòso dal lat SAXOSUS, Sassìsmo con Sassìsta (termine alpinistico); il composto Sassifraga
o Sassèfriga, cui Sassifragàcee (la Famiglia) dal lat SAXUM-FRANGERE è un’erba montana anticamente
creduta terapeutica per infrangere i calcoli (sassetti) renali cui ancora Sassafràsso o Sassofràsso attraverso il
franc SASSAFRAS già sp SASAFRAS, che è un albero dell'America del nord la cui rad produce un olio
medicinale; un lemma nobile, quindi, d’antichissima stirpe, che si ritrova nel ted SAHS oggi lama, coltello
smarrendo così l’identificazione originaria della materia (pietra) con la quale si fabbricavano tali utensili o armi.
Il termine Sassolìno, oltre ad essere un dim di Sasso, è anche “minerale” relativo al toponimo Sasso (Toscana)
cui Sassolìte (suff LITE pietra e che, come in un gioco di parole vale “pietra di Sasso) e quale “anisetta” relativo
al topomimo Sassuolo nel modenese, così come Sassèlla “sorta di vino” al toponimo Sassella.
Fuori percorso da Sasso, Sàssola o Sèssola, snm di Gottazza, d’etim onomatopeico della serie S SS, che è la
grossa cucchiaia di legno utilizzata per togliere l’acqua (sgottare) dal fondo delle imbarcazioni; Sàssone,
poeticamente Sassòne, infine, è relativo alla regione della Sassonia.
Il lat conta SCRUPULUS per sassolino, questo dim di SCRUPUS sasso, cui fig Scrùpolo, Scrupolosamènte,
Scrupolosità, Scrupolòso, la locuzione Avere uno scrupolo deviando dalla locuzione Avere un sassolino nella
scarpa. L’ingl conta un TO SCRUB lavare-strofinare, e il pensiero non può che andare all’ant pretica di lavare e
strofinare sulle pietre, cui, vrs in connessione, i glb Scrub e Scrubbing in cosmetica.
Dal tema med GALA-KALA sasso, inoltre, l’ital ha coniato il nome del minerale Galèna alias Solfuro di
piombo”, questo dallo specifico tema med GALENA, il quale non è nel percorso di Galènico poiché questo è
l’aggettivo derivato dal medico gr Galeno (vissuto pressoché nel 129-200); ancora, Galèstro o Calèstro “terreno
particolare, argilloso, e nome di vino toscano dal quale si ricava” con l’aggettivo Galestròso.
Dalla rad indoeur SEK è convenuto il lat SECARE da un ant SECERE, cui il Pp SECTUS che avrebbe portato
Insètto da INSECTUM (pref IN illativo, vale “frammentato” ricalcando il gr ENTOMON) cui Insectofobìa che è
l’avversione per gli insetti, Insettàrio, Insètti (la Classe), Insetticìda, Insettìfugo, Insettìvori (Classe di
mammiferi) e Insettìvoro, Segmentàre e Segmènto questo nome di strumento di SECERE col composto
Soprasegmentàle, Sèttile “può essere reciso”, Sètto “reciso” (omn di Setto da Recinto) col prefissato Bisètto (BIS
due volte), Settòre “parte di... tagliato da...” con il pref Prosettòre e Prosettrìce, i geometrici il fem Settrìce e i
prefissati Bisettòre e Bisettrìce questo snm di Bisecante, Settoriàle con Intersettoràle, Settorialità, Settorialìsmo,
Settorializzàre e Settorializaziòne, il neologismo Settòrio, Settorìsta, Seziòne con Sezionàre e Interseziòne,
Dissecàre, Dissezionàre con Disseziòne e, ancora, Secàre con il trigonometrico Secànte cui Secantòide e
Cosecànte ellittico della locuzione lat COMPLEMENTI SECANS Secante del complemento, i prefissati
Intersecàre cui Intersecamènto e Intersecaziòne, Resecàre o Risecàre (da non equivocare con Risicare da
Rischiare), ed ancora Scùre da SECUREM derivato da SECARE già Secùre (con sincope della vocale e) cui il
composto fig Securìgera che con il lat GERERE portare vale “sorta d’erba infestante delle Papilionacee”; eppoi
Segàre col devb Sèga ottenuti con la lenizione sett di c in g da Secare, con una sfumatura semant che
orienterebbe Segare nel senso di un’azione concreta, tramite appositi utensili, e Secare in figura teorica, come le
secanti geometriche di una curva, come la funzione trigonometrica inversa del coseno. La Sega idraulica è una
delle invenzioni leonardesche. Il lat conta ancora un SERRAM sega cui Saràcco con il dim Saracchìno “sega a
mano” adottato dal 1861; da non equivocare con il lemma Saracchio adottato in botanica.
Omn di Setto ”reciso” è Sètto, come quello nasale che divide le due cavità, dal lat SAEPTUM chiusura-recinto,
forma sostantivata del verbo SAEPERE recingere, cui Sèpalo (botanica, sul modello di Petalo), il biologico
Sepimènto con Sepimentaziòne, eppoi Sièpe con Sepaiòla o Sepaiuòla (uccello delle siepi), i prefissati Assiepàre
(già nel 1321) “chiudere con la siepe” con Assiepamènto, Presèpe o Presèpio (già nel 1306) “davanti al recinto
(stalla)” cui Presepiàle con la locuzione Arte presepiale, Presepìsta in gara con Alberìsta per gli addobbi natalizi.
Il risvolto fig di Assiepare “affollare” ha trascinato il termine Presepe nella metaf “innanzi alla folla di credenti”
nel 1280,
\ Il primo presepio inanimato, ovvero composto con statuine, pare sia stato ideato da un certo Arnolfo Di Cambio; quello vivente, è noto, fu
scenografato in prima assoluta da Francesco d’Assisi.\
Il termine prefissato Transètto o Transétto “navata trasversale della chiesa” è stato coniato attraverso l’ingl
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TRANSEPT ma con il lat TRANS oltre e SAEPTUM chiusura.
Scuriàta non ha nulla della Scure, il termine è l’ipocoristico italianizzato di EX CORRIGIATA, dal lat
CORRIGIA laccio per scarpe, che oggi sta per “sferza-cinghia di cuoio”, donde è ancora pervenuto Corrèggia
(etim estraneo al percorso di Correggere) con Correggiàme (suff AME per collettivi), l’utensile Correggiàto, e i
fig Correggiòla “striscia di terra” col toponimo d’attestazione locale Corizola con Correggiòlo”cordoncino” della
rilegatura dei libri; col pref S fuori, l’omn-snm Corrèggia con Scorreggiàre (S sottrattivo) e Scorrèggia o
Scoreggiàre e Scorèggia con Scoreggiàta e Scoreggiòne, che stanno ironicamente per “ perdita della cinghiacorreggia”. Il gr conta lo specifico HIMAS correggia cui Amànte, omn di Amante da Amare, con Amantìglio.
Correggia vale Nàstro, questo dal got NASTILO correggia, cui Nastràre, Nastratùra, il composto Nastrotèca, la
locuzione Nastro di Mobius “superficie topologica non orientabile”; vale ancora Amènto dal lat AMENTUM che
da “correggia del giavellotto” s’è svolto in botanica quale infiorescenza con asse allungato.
L’ingl conta TAPE nastro cui il glb Tape (dal 1972) per accezione “nastro magnetico-nastro perforato”, ma
anche “nastro adesivo” cui l’omologismo Tapinàre “avvolgere con questo”; termine d’area indoeur rintracciabile
nella locuzione franc Tapis roulant “nastro trasportatore”.
\ Rischio Azzardo
Dal lat medv RESECLARE, iterativo di RESECARE tagliare, l’ital ha coniato Resecàre o Risecàre con Reseziòne da
RESECATIO RESECATIONIS dal Pp RESECATUS, Rischiàre con il devb Rìschio con un Rìsco e Rischiòso, continuando
la tradizione del senso dato al verbo lat, in riferimento al pericolo che incombe su ognuna delle parti tagliate in maniera
arbitraria o non corretta, cui il prefissato Arrìschio con Arrischiàre (pref AD). Esplicito dal lat RESECARE, l’ital conta
Risicàre (da non equivocare con Risecare da SECARE) con Risicàto, il devb Rìsico e il prefissato Arrisicàre (pref AD).
Snm di Rischiare è Azzardàre (entrambi dal XIV sec), questo con Azzàrdo e Azzardòso, omologismo dall’ar ZAHAR dado
cui il gioco a dadi Zàra; la voce ar prima di ricadere nell’ital era passata dal franc HASARD. L’ar ZAHAR ha un omn che sta
per fiore d’arancio connesso a ZHAR fiore cui, in omologismo, Zàgara e l’onomastico Zaira da ZAHIRAH fiorente.
\ Pietra Ciottolo Ciotola
Sasso (adottato dal XIV sec) è anche Piètra o Pètra (già dal XIII sec), termine questo giunto dittongato dal lat e dal gr
PETRA; esistono in complanare (snm) i relativi Petràia e Pietràia, Petrièra, Pètrico, Petrìgno o Pietrìgno, Petràme, Petròso e
Pietròso, Pietràme, il fig Spetràre meglio Spetràrsi “commuoversi”, il composto Petrificàre o Pietrificàre con Petrificàto e
Pietrificàto, Petrificaziòne o Pietrificaziòne, i dim Petrìna e Pietrìna questo attestatosi in “piccola pietra focaia”, Pietrìno,
Pietrìsco, Pietrìsta, Pietrèso con Pietrosità, Pietrùzza, e Petròlio “olio delle pietre (estratto dalle)”, i cui elementi più noti sono
Carbonio, Zolfo, Ossigeno ed Idrogeno, cui l’acronimo GPL che vale Gas di Petrolio Liquefatto, Petrolièra, Petrolière, il
patologico Petrolìsmo, Petrolìfero e la composizione esot ingl Pet-coke da PETROLIUM e COKE carbone cui il glb Coke
con i semiomologismi Cokificàre e Cokefaziòne o Cokificaziòne, Cokerìa, eppoi Petronciàno o Petonciàno dall’ar
BADINGIAN melanzana inc con PETRA, Prezzèmolo dal gr PETRO SELINON “sedano delle pietre” cui il lat
PETROSEMOLUM con il volg Petrosino e Petrosèllo dal medv PETROSILLUM; una pianta velenosa che pare facilmente
confondibile col prezzemolo (entrambi erbe delle Ombrellifere) è la Cicùta dal lat inv CICUT, nota per l’avvelenamento di
Socrate.
Il volg sardo conta il composto Piccapedreri che vale Cavapietre, Spaccapietre, dove il pref Picca vale “colpire”.
Pietra con Petrolio ha il suo corrispondente pref PETRO per composizioni quali Petrolchìmica, Petrolchìmico, Petrògale
“Genere di Marsupiale” col gr GALE donnola, Petrogènesi, Petròglifo “incisione su roccia” (col gr GLYPHO incido),
Petrografìa o Petrologìa con Petrogràfico e Petrògrafo, Petromizònti “Ordine ittico” col gr MYZO io succhio al quale
appartien la Lampreda; esteso nel significato di Petrolio quali Petrochìmica o Petrolchìmica, Petrochìmico o Petrolchìmico,
Petrodòllaro o Petroldòllaro.
Infine, i prefissati Impetràre snm di Impetrare “ottenere”, Inpietràre o Impietrìre (IN illativo) e il composto Cavapiètre. In
percorso l’onomastico Petronio, già assunto tra la gens romana, col dim Petronilla cui Nilla e con Petroniàno snm di
Bolognese dall’agionimo S. Petronio, patrono della città; eppoi Piero e Pietro attraverso il gr PETROS mas di PETRA.
Dall’agionimo San Pietro si contano Sampiètro “sorta di pesce degli Zeiformi” e Sampietrìno o Sanpietrìno “moneta di rame
in corso nello stato pontificio dal 1795 al 1801” oppure “operaio addetto nella basilica” o ancora “mattone per
pavimentazione stradale a Roma”. il cui onomastico è vrs conneso con Pietra come Pietro.
Sasso, dunque, è anche Piètra o Pètra, termine questo giunto dittongato dal lat e dal gr PETRA. È possibile che il termine
PADDHRY, che identifica il gioco infantile pugliese “gioco dei cinque sassolini” sia l’esito di una corruzione attraverso il
passaggio dal metaplasmo e dall’epentesi da PETRA in PATRA-PADRA-PADDHRI (plurale con rafforzativo)
Un errore comune è pronunciare o scrivere Pietralcina, il paese di nascita di Padre Pio (santificato il 16 giugno 2002); la
forma corretta è Pietrelcìna, vrs toponimo nato da un’ant composizione “pietre a terra rossa” in connessione con la rad di
Cinabrèse “terra colorante” e di Cinàbro “rosso brillante”. Esiste, tuttavia, il termine volg Elce-èlce o Elice-èlice o Ilice-ìlice,
che stanno per Lèccio “sorta di quercia”, cui Leccèta o Leccèto, dal lat ILEX, la cui ghianda è detta Lèccia omn di Leccia
“sorta di pesce” cui la corruzione Ricciòla (alterato con Riccio) snm di Seriola; Lissa poi è omn di Lissa “rabbia” dal tema
med ILEK-ELEK, pianta assimilata alla Quercia; dal lat AESCULETUM bosco di lecci si ha il toponimo medv Scledo oggi
Schio cui Scledènse. Dal lemma Elce, attraverso il lat ILEX, è stato coniato il toponimo Deliceto passando da Iliceto.
Quèrcia o Quèrce è dal lat QUERCUS donde la locuzione QUERCUS ILEX che indica un legno durissimo e utilizzato per
fabbricare bastoni, dal che sarebbe sorto l’aggettivo Elcìno, al fem Elcìna; la relazione tra Pietra ed Elce-Elcina sarebbe allora
tutta da indagare. Nel percorso di Quercia si conta Quercèta e Quercèto, Quercetìna, Quercìno sia aggettivo sia sostantivo
questo fig snm di Eliomio, Querciòla o Querciuòla snm di Camedrio.
Nel libro Cuore di E. De Amicis (1846/1908) il termine Querciola è utilizzato nella locuzione Far querciola con riferimento
ad un assembramento di ragazzi; relativo a questo scrittore, l’ital conta l’aggettivo Deamicisiàno.
Il percorso prosegue con Querciòlo o Querciuòlo, Querciòso, Quercìte (suff chimico ITE) o Quercìtolo, il composto
Quercitròne attraverso il franc QUERCITRON attraverso la composizione QUERCUS-CITRON quercia-limone cui
l’estratto glicoside Quercitrìna (suff chimico INA), Il gr conta lo specifico DRYS quercia cui il pref-suff DRIO per
composizioni quali Driopitèco “mammifero dei Pongidi” con PITHEKOS scimmia, Camèdrio “quercia nana” col gr
KHAMAI in basso, snm di Querciola.
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Il celt conta TANN quercia cui il franc TAN e il percorso ital dall’omologismo Tànno “scorza della quercia” donde l’estratto
Tannìno “composto chimico” (suff chimico INO), Tannàre con Tannàggio, Tannànte, Tannàto, Tànnico con Tannicità
Sasso è ancora Ciòttolo (coevi), questo un dim da un dimenticato Ciòtto, della serie onomatopeica C T rumore secco, dal
rumore sordo che produce percorrendolo con i carri e con le armate, cui Acciottolàto o Ciottolàto.
In associazione a Ciottolo, si conta Sèlce, già Sèlice, dal lat SILEX col genitivo SILICIS, dal significato già indoeur di
“pietra dura”, cui Selciàio, Selciaiòlo, Selciàto, Selciatòre, Selciarùra, Selcìno, Selciòso e le varianti Sèlice con Silicàto,
Sìlice, Silìceo, Silìcico, Silìcio questi più espliciti dal lat, con il composto Filosilicàto. Sorta di silicato idrato è Attapulgìte,
così indicato dal toponimo statunitense Attapulgus dove fu rintracciato.
\ Nella preistoria, la selce, tra gli innumerevoli usi, era utilizzata per realizzare rasoi, pertanto la rasatura era già una consuetudine di pulizia
personale.\
Dal gr KHALIKS ciottolo, il lat ha tratto CALX, cui Calcàre sostantivo (omografo del verbo Calcare) con Castìna “fondente
calcareo” questo dal ted KALKSTEIN calcare attraverso il franc CASTINE, e il prefissato Anticalcàre, il compostio
Calcarenìtico (con Arena e suff aggettivante), eppoi Calcàreo, Calcàra e Calcaròne, Càlce (omn di Calce “tallone”), Calcìna
“calce spenta” con Calcinàccio, Calcinàio, Calcinàre, l’aggettivo Calcinàto che indica anche il baco da seta vittima del
Calcino “fungo”, Calcinatòre, Calcinatòrio, Calcinatùra, Calcinaziòne, il fig Calcinèllo “mollusco”per il suo colore e, Calcìno
“sorta di miscela” anche fig “fungo parassita” (omn di Calcino da Calcio) cui Calcinàto (omn del già elencato), Calcinòsi
(suff OSI per patologie), Calcinòso e i prefissati Incalcinàre con Incalcinatùra, Scalcinàre (pref S sottrattivo) con Scalcinàto e
Scalcinatùra; Calcinello è snm di Tellìna, cui Tellìnidi (Famiglia di molluschi) d’etimo incerto.
Termine pseudoetim Calcedònio “sorta di minerale” cui Agata-àgata dal lat ACHATES già gr AKHATES.
In volg esiste un Ciotto per “persona grassa” o, almeno “imponente”, termine utilizzato anche come criterio di paragone
“questo più ciotto di…” nel senso di “questo è più grosso di…” Può essere vrs una connessione fig con Ciotto di Ciottolo o
una variazione dialettale ed ancora in senso fig-ironico di Chiotto che vale “sornione, rannicchiato, silenzioso”. Ciòtola è
fuori percorso, questo sorto dall’inc lat di CYATHUS coppa con COTYLA scodella; il termine lat sopravvive in Ciàto vaso.
Ancora dal gr KYMBE coppa cui KYMBALON con valore specifico di “ciotola”, il lat conta CYMBALUM, da qui il
persorso ital Cìmba questo fig “barchetta”, Cèmbalo “tamburello dotato di sonagli” (l’ant strumento era fatto con due dischi
metallici ed era indicato al plur) o le varianti Cèmbolo, Cìmbolo, Ciòmbalo e Cìmberlo con Cembalàio o Cembalàro,
Cembalìsta, Cenmalìstica e Cembalìstico, Cìmbalo “piatto” (del Gong o della Batteria) o Cìmberlo cui Cimbalàio e la
variante Cèmbano cui Cembanèlla o Cimbanèlla o amcora Cemmanèlla, vrs in connessione fig con lo sp CIMBRA curvare
cui Cèmbra o Cèmbia. Appare ancora in connessione fig il termine Cèmbro “sorta di pino” col sett Zèmbro di genesi
prelatina, cui il snm Cirmòlo questo transitato nel lat in CIRMUS, termine questo che infonde un senso di rotondità.
L’ungherese conta KYMBALON “strumento musicale a corde” cui l’adattamento ital Zìmbalon. Dal lat CYMBALUM il
prvz ha tratto CEMBEL fischio (per richiamare) donde Zimbèllo, snm di Endice, l’uccello utilizzato per richiamarne altri, ad
uso della caccia, termine attestatosi fig in riferimento ironico ad una persona, cui Zimbellàre con Zimbellatòre, Zimbellatùra,
Zimbellièra.
Dal lat MARRO col genitivo MARRONIS, in origine ciottolo, l’ital ha coniato Marròne, rad di estrazione alpina
paleoeuropea, cui fig il colore Marròne dopo il transito dal franc MARRON dal quale il glb Marron, i composti Marronsècco.
Attraverso il franc MAURE DORE (Doré) bruno dorato, l’ital conta l’omologismo Mordorè “marrone dorato”.
Il colore marrone acceso è identificato fig con Castàno o Castàneo, questo ispirato a Castàgna e Castàgno “albero delle
Fagacee” con Castanìcolo e Castanicoltùra dal lat CASTANEA già gr KASTANON, di cui ha assunto semanticamente la
snm, pertanto in percorso complanare, l’ital conta Marròne, Marronèta o Marronèto, la locuzione glb franc Marron glacé
eppoi Castagnàccio, snm di Pattona, Castagnàio o Castagnàro, Castagnatùra, Castagnèto, Castagnètta anche fig “petardo” ed
ancora “nacchera” questo attraverso lo sp CASTAÑETA dim di CASTAÑA, Castagnìno “colore”, Castagnòla o Castagnuòla
attraverso lo sp CASTAÑUELA nacchera ancora un dim di CASTAÑA, il dim Castagnòlo o Castagnuòlo con Castognolèta
(suff ETA pe collettivi).
In percorso il composto Bulbocastàno, sorta di pianta erbacea delle Ombrellifere.
Da includere, tanto per confermare l’assimilazione Castagno-Marrone, il Marrone d’India o Castagno d’India snm di
Ippocastàno questo fig col gr HIPPOS cavallo. Marròne vale anche un “grosso errore” cui Marronàre con l’intensivo
Smarronàre e Marronàta eppoi, attraverso una radiazione sinonimica 1, si ha la locuzione Prendere in castagna. Attraverso
l’ar BALLUT castagna-ghianda, l’ital conta Ballòtta snm di Caldalessa, cui Abballottolàre e Sballottolàre. L’identico
termine è dal lat volg MARRO MARRONIS magistrato, da tema med MARU magistrato, svoltosi in MARO MARONIS e
si ritrova nella cognomastica cui Virgilio Marone. Termini omn pseudoetim, dal long MARH cavallo, l’ital conta Marròne
per “bestia alla guida del branco” svoltosi in “vecchio cavallo anziano” e metaf in “consigliere-educatore”; infine, Marròne
“guida alpina del S. Bernardo” in riferimento ai Marroni, dal lat MARRONES, ant comunità alpina.
1
Dicesi Radiazione sinonimica ove un primo termine polisemico si trasferisce in un secondo, come appunto Marrone nel senso di “errore” si
svolge nel suo snm di “frutto” Castagna mantenendo in ogni caso inalterato il significato di “errore”.
\ Alpi e Appennini
Dal tema med ALBA-ALPA pietra vrs in origine con valore di bianco quindi Pietra bianca, cui il plur lat ALPES Alpi, è
derivato l’oronimo Alpi-àlpi e il percorso Alpe-àlpe, Alpeggiàre con Alpèggio (snm di Monticare e Monticazione) “pascolo
d’alta montagna”, cui la locuzione Contratto d’alpeggio (tra pastori e proprietari terrieri), l’esot ted Alpenstock “bastone per
escursioni alpine”, gli aggettivi Alpèstre o Alpèstro e Alpigiàno (in correlazione con Pianigiano “della pianura” e Valligiano
“della valle”), i prefissati Cisalpìno - La Cisalpìna è storicamente la zona tra il Po e la catena alpina, abitata dai celti, ovvero i
Galli Cisalpini, oggi Italia Settentrionale o Continentale; questi ottennero la cittadinanza romana sotto G. Cesare nel 49 aC Pedalpìno (composto con Pedemontano e Alpino), Prealpìno,Subalpìno, Transalpìno, il composto Alpicoltùra, eppoi
Alpinìsmo con Alpinìsta e Alpinìstico cui Scialpinìsmo, Scialpinìsta e Scialpinìstico dalle composizioni Sci-alpinismo, Scialpinista e Sci-alpinistico, Alpìno sia sostantivo sia aggettivo, l’esot ted Alphorn “corno delle Alpi”, tromba particolare. Il
termine Alpìnia indica una sorta di pianta delle Iridacee originaria della Cina, stessa Famiglia dello Zafferano.
Per imparare la suddivisione in oronimi delle Alpi, basta conoscere la chiave mnemonica Ma Con Gran Pena Le Reti Aldo
Cala Giù, quindi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Atesine, Dolomiti, Carniche e Giulie.
Fuori percorso gli omologisti Alpaca-àlpaca o Alpàca o ancora Alpàga dal peruviano (lingua queciua) PACO “rossastro”
attraverso lo sp americano ALPACA “ruminante dell’America mer” altrimenti detto Lama pacos, Alpàcca dal franc PACKFOND argentone.
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Termine ancora alieno nel percorso di Alpi è il coronimo Alpago, la regione veneta della provincia bellunese, che pare sia un
derivato dal lat PAGUS “circoscrizione rurale”.
Dalla divinità celtica Penn, deriverebbe l’oronimo Appennini e Monte Pennino; in percorso Appenninico,
Preappennìnico, Protoappennìnico (popolo) e Subappennìnico.
Oltre alle Alpi quali corona al confine settentrionale dello stivale e le Alpi Apuane (parte nord-occidentale degli
Appennini), si conta fuori della penisola italiana l’oronimo Alpi scandinave.
\ Spezie mediterranee
Associati a Prezzemolo, troviamo le nobili erbe aromatiche del Basilico, della Menta e dell’Origano.
Basìlico, con una variante in Bassìlico, ci viene dal gr BASILIKON erba regale appunto, svoltosi nel lat BASILICUM, in
connessione con Basìlica dal gr BASILIKE portico regio lemma composto con BASILEUS re e OIKIA casa, donde
Basilicàle, Basilìsco o Basalìschio, Basalìsco e Basilìschio dal gr BASILIKOS piccolo re, governatore cui Basilìssa o
Basìlissa “regina”, da Basilèus inv dal gr BASILEUS quale denominazione di un monarca o di un magistrato, l’onomastico
Basìlio e il toponimo Basilicata.
\ La Basilica di S. Pietrro in Roma può contenere sino a 20mila tra fedeli e visitatori. \
Mènta, invece, è dal tema med MENTA restato inv in lat ed ital, cui i dim Mentìna e Mentùccia, Mentàstro, il composto
chimico Mentòlo (suff OLO), cui l’aggettivo Mentolàto, donde la locuzione Talco mentolato e Mentène “idrocarburo”, in
connessione con Calamìnta dal gr KALAMINTHE altrimenti detta Nepitèlla o Nipitèlla dim dal lat NEPETA mentuccia.
Menta è altresì indicata con la locuzione lat Erba Sanctae Mariae, poiché secondo la leggenda, aveva profumato il cammino
della famiglia di Maria in fuga verso l’Egitto. La medicina popolare indica la Menta quale rimedio per superare le
febbri. Secondo una diversa tradizione popolare, però, la Menta rende sterile la donna e indebolisce il guerriero sul campo di
battaglia.
Orìgano, con le varianti aferetiche Règamo e Règano, cui Origanàto con il volg mer Arraganato, è dal lat ORIGANUM già gr
ORIGANON, vrs in connessione fig con ORA orlo nel senso esteso di spezia per “contornare”.
Tra le ombrellifere, oltre ancora Finocchio e Sedano, altrove analizzati, si conta Anice-ànice dal gr ANISON, questo con una
ricca serie di varianti quali Anace-ànace con Anaciàto, Anacio-ànacio, Anicio-ànicio con Anacìno, Anicìno, Aniciòne e
Anisètta questo attraverso il franc ANISETTE. Da contare ancora Caròta, con Carotàggio (estrazione di un campione di
roccia a forma di cilindro, fig “carota”), Carotàio, Carotatrìce, Carotène (un derivato) con Carotenòide, Carotièra o Carotière,
inv dal lat CAROTA già gr KAROTON, connesso con la rad KER di Coriaceo.
\ Roccia Marmo
Ròccia è da Ròcca “fortezza” d’origine preindoeur da tema med ROKKA pietra appuntita, cui il composto militaresco
Roccafòrte, i prefissati, anche fig, Arroccàre, Arroccamènto, Arròcco (termini comuni, questi, nel gioco degli scacchi); il
mas Ròcco è la torre degli scacchi omologismo dal persiano ROKH, questo il cammello che ha sulla groppa la torre con
uomini armati, e non è azzardato affermare che il termine sia connesso con il tema med. Ròcco vale anche fig pastorale
arcivescovile (Diocesi di Ravenna).
Eppoui il prefissato Diroccàre con Diroccamènto e Diroccàto; da Roccia l’ital conta Rocciatòre, Rocciòso, il glb
Rockclimbing “scalatore” (dove CLIMBING vale scalata da TO CLIMB salire), il prefissato Dirocciàre “precipitare dalla
roccia”.
L’ital conta ancora l’omografo Ròcca, questo attraverso il got RUKKA strumento per filare, cui Rocchètto – questo anche
sorta di tacco per scarpe da donna - Ròcchio, Ròccolo, la cui rad è connessa in tema med col primitivo utensile fatto di pietra
appuntita, ancora un omn Arroccàre. Il got conta lo specifico SPOLA rocchetto cui l’omologismo inv Spòla col dim Spolètta
e il denm Spolettàre, eppoi Spolatrìce, Spolatùra.
Il tema med riappare nel celt HROKR nel senso fig di “forte come una roccia” cui Rocco nell’onomastica; l’omn Rocchètto
con un raro Roccètto vale “mantellino o sopravveste” questo dal lat ROCCHETTUM già franc HROK svoltosi metaf nel
senso di un capo d’abbigliamento “simbolo di potere”.
Il termine franc Rococò, adottato in ital, è fig il vezzeggiativo di ROCAILLE roccia artificiale, ornamento caratteristico di
questo stile. Dall’inc di Rocca con un Bìca “mucchio di covoni”, cui Bicòne e i preefissati Abbicàre con Abbicatùra,
omologismi dal long BIGA mucchio, è stato coniato il termine fig Bicòcca “piccola rocca o casupola anche rudere” dal XV
sec.
L’omn lemma lat BIGA è fuori percorso, sintesi della locuzione EQUAE BIIUGAE pariglia di cavalli-a doppio giogo (con
IUGAE giogo), pervenuto inv in Bìga (pref BIS ridotto in BI) in correlazione con Triga e Quadriga; da questo è vrs la
derivazione del termine Bighellàre “gironzolare con la biga” svoltosi in “andare in giro senza alcuno scopo”, cui Bighellòne
con Bighellonàre e l’avverbio Bighellòni nella locuzione Andar bighelloni. Dalla locuzione lat BIGATIUS DENARIUS
“moneta con impressa la figura di una biga sovrastata dalla luna” si ha il termine Bigàto “moneta d’argento” adottata dal XVI
sec, successivamente effigiata con la Vittoria. Il risvolto mas Bìgo nella terminologia nautica sta per “albero di carico”,
adottato dal 1932.
Esiste un Bigodìno, con le varianti Bigodì e Bigudìno, omologismo dal franc BIGOUDI, vrs connesso in maniera fig con il
lat BIGA.
Il franc conta FLANER bighellonare cui il glb Flaneur “gironzolone” e l’omologismo Flanàre e Flanellàre con la locuzione
Fare flanella da FAIRE FLANELLE , dove Flanèlla è omn di Flanella “tessuto”, forse con una remota connessione fig alla
rad.
Rocchetto (adottato dal XIV sec) ha il snm in Bobìna (dal 1833) questo omologismo dal franc BOBINE rocchetto, cui
Bobinàre, Bobinatòre, Bobinatrìce, Bobinatùra con i opposti Sbobinàre, Sbobinamènto e Sbobinatàùra (pref S).
Màrmo è anche pietra, ma pregiata, dal lat MARMOR, questo dal gr MARMAROS connesso ad un verbo che valeva
rompersi, cui Cascata della Marmore in Umbria e l’idronimo Marmore in Valle di Aosta, eppoi Marmàre “essere freddo
come il marmo”, Marmoràre o Marmorizzàre, Marmòreo. Marmòsa, dal franc MARMOUSET figura grottesca, potrebbe
esssere connesso con la relazione pietroso-freddo-grottesco, così come il franc MARMOT scimmia cui fig Marmòcchio,
questo con un snm Rabòcchio o Rabàcchio attraverso l’emiliano Raboc o il romagnolo Rabac.
Lo specifico Scìmmia, con una desueta variante Scìmia, invece, è dal lat volg SIMJA già class SIMIA dal gr SIMOS (naso)
schiacciato, cui Scimmieggiàre, Scimmièsco, Scimmiòne, Scimmiottamènto, Scimmiottàre, Scimmiottàta, Scimmiottatòre,
Sciommiottatùra, Scimmiòtto il prefissato Proscìmmie (Sottordine di primati, con il gr PRO davanti) e Inscimmiàrsi quale
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voce del gergo giovanile adottata nel nuovo millennio. Il processo che ha condotto MARMOT a Marmocchio, s’è ripetuto col
franc ESCARBOT scarafaggio svoltosi fig in ital Scarabòcchio e Scarabocchiàre, tutti da una base onomatopeica S CC R,
che ha condotto ancora al snm Schiccheràre con Schiccheratùra; l’omn Schiccheràre bere, con Schiccheròne, invece, col pref
S estrattivo, è il devb da Chìcchera, omologismo dallo sp CHICARA attinto al messicano GICATLI d’origine azteca, al quale
è stato aggiunto un suff italianizzante ERA come in Maschera e in Zazzera. Il franc, tuttavia, per ESCARBOT aveva attinto
ad un percorso gr-lat, cui KARABOS-SCARABEUS, tradotto in ital Scarabèo, con Scarabèidi (la Famiglia) e Scarabòide
(col suff OIDE somiglianza, vale gemma a forma di scarabeo), e il lat volg SCARAFAJJUS tradotto Scarafàggio, tutti in
connessione rad indoeur col gr ESKHARA scorza.
Il gr, ancora, conta lo specifico MELOLONTHION scarabeo.
Certamente pseudoetim in questo percorso è invece Marmèggia, un termine zoologico d’estrazione padana, coniato
incrociando il lat VERMICULUS vermicello con Barba in complanare con Barbèggia bruco, snm ancora di Dermèste “che
mangia la pelle” questo dalla composizione gr DERMA pelle con ESTHIEIN mangiare. Ancora alieni, l’ital conta gli
omologismi Marmìtta dal franc MARMITE pentolone, cui Marmittòne; Marmòtta dalla locuzione lat MUS MONTANUS
topo di montagna attraverso un percorso franc di corruzione lemmatica MARMONTAINE MARMOTAINE MARMOTTE,
da altra fonte è semplicemente un derivato onomatopeico.
La roccia in mare è detta Scòglio, dal lat SCOPULUM transitato dal genovese Scogiu; sopravvive tuttavia in ital Scòpolo o
Scopulo fedele alle origini.
\ Marga Marna
Riparo di roccia è Bàlma, inv da tema med BALMA attestatosi in area alpina e in quella dalla Catalogna, alla Liguria sino al
sud della Germania, assumendo il significato di roccia, grotta, altura tondeggiante o roccia sporgente; termine vrs connesso
con un tema Bala-Pala.
Dal tema med MARGA roccia calcarea, inv nel lat MARGA, con MARGILAM d’origine celt MARGILLA, e nell’ital
Màrga, coesiste – vrs da un precedente rad comune MAR pietra - in complanare il lemma Màrna, cui Marnàre, Marnatùra,
Marnièra, Marnòso rintracciabile nel franc MARNE con vrs toponimo del dipartimento Marne e con l’idronimo del fiume
Marne (Marna). In Italia, la connessione con Marna dovrebbe esserci col toponimo Marnate (Va). Ancora, in connessione la
voce trentina Maròcca “accumulo di pietre da glaciazioni”.
Fuori percorso il termine Margarìna dal franc MARGARINE derivato dalla locuzione ACIDE MARGARIQUE, nondimeno
dal gr MARGARON perla (di colore), cui il percorso Margàrico, Margarinàre, Margarinatùra, Margarìte, passato ad indicare
il nome del fiore Margherìta cui l’onomastico Margherita quindi “perla” o “il noto fiore” secondo le preferenze, con il dim
Rita e l’ipocoristico Greta attraverso lo scandinavo MARGARETHE.
Vrs una connessione di MARGARON col toponimo veneziano Marghera, qui preferita dall’autore di queste pagine, ma
incalzata da altre teorie quali l’agglutinazione della locuzione veneta Mar gh’era “(qui) c’era il mare” o da Merghèra
“deposito di letame”. Dal toponimo, il termine Margheròtta, l’imbarcazione “costruita a Marghera”.
\ Scimmie
Sono altresì definite Primati, poiché occupano il primo posto nella classificazione zoologica; sono sottordinate in
Proscìmmie dal lat PROSIMIAE col pref PRO “prima, davanti” e Antropoidèi dal gr ANTHROPOEIDES simile all’uomo.
Ai Primati appartine la Famiglia dei Pòngidi fdal lat PONGIDAE di genesi indigena africana.
Amadrìade, grossa scimmia dal muso canino, dal lat HAMADRYADEM dalla composizione gr HAMADRYAS (HAMA
insieme e DRYS connesso con DENDRON albero). Amadrìade è anche il nome di una ninfa che poeticamente vive in
simbiosi con un albero, legata alla sua esistenza. Il termine HAMA insieme è rintracciabile ancora in Amamèlide dallla
composizione gr HAMA e MELON melo e che vale “fiorisce al tempo delle mele” con Amamelidàcee (la Famiglia).
Apale-àpale è dal gr HAPALOS soffice-molle e indica una cimmia sudamericana della Famiglia dei Callitrìcidi, questo da
Callitrìce (snm di Apale) composto col gr KALLI bello e THRIKS capelli e vale “bella chioma”.
Budèng, scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi nell’isola di Giava, è un omologismo dal malese.
Bunder, altra scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi in India e Cina, omologismo dall’indostano BANDAR
Cèbo, scimmia dell’America centro-meridionale, è dallo specifico gr KEBOS scimmia, cui Cèpidi (la Famiglia), e utilizzato
quale suff CEBO in composizione cui Microcèbo “lemuride”, Nicticèbo o Nitticèbo (proscimmia asiatica dei Lorisidi, col gr
NYCTOS notte).
Il suff CEBO si ritrova nella locuzione umana Muscolo Procèbo (e che caratterizza la faccia di un individuo immerso
vistosamente nelle proprie riflessioni)
Entèllo è una scimmia sacra indiana, appartenente ai Cercopitecidi, in onore del mitologico peronaggio Entello ricordato da
Virgilio nel poema Eneide, che narra appunto delle vicende di Enea.
Galagòne, proscimmia dal lat GALAGO, ma di voce africana.
Gibbòne, attraverso il franc GIBBON dal lat GIBBUS gobba.
Gorìlla, la gigantesca scimmia, transitato dal franc GORILLE è da gr GORILLAI; il termine gr, tuttavia, è di genesi africana
del valore di “donna selvaggia e pelosa”. Il Gorilla di montagna tende ad estinguersi; nel 2010 si contano 680 esemplari
sopravvissuti. Il termine “gorilla” s’è svolto fig nel snm di Guardia del corpo.
Il termine, infatti, pare sia nato tra i cartaginesi, ripreso poi dai greci, i quali indicavano con “gorilla” le pelose donne dei
pigmei.
Lòri “piccola proscimmia” dell’India, omologismo dal Fiammingo LORRIAS già LUIAARDT bradipo attraverso il franc
LORIS o LORI, cui Lorìsidi (la Famiglia). Termine omn è l’omologismo Lòri “sorta di pappagallo” australiano cui
Lorichètto e Lorìculo cui il comune nome Loreto dato a questi volatili, pertanto non associabile a Loreto di Lauro; il termine
LORI è rintracciabile attraverso il malese LURI e lo sp LORO questo attinti alla lingua caribica.
Per inciso, Caraìbico o Caràibico con Carìbico, Caraìbo o Carìbo, è dalla voce locale KARAIBA ardito transitato dallo sp
CARIBE.
Macàco è l’omologismo dal ptg MACACO d’origine onomatopeica africana; suo omn è Maimòne dall’ar MAYMUN
scimmia, che indica anche un pilastro a forma di scimmia considerato portatore di felicità.
Mandrìllo, scimmia cinocefala dei Cercopitecidi, omologismo da un termine della Guinea attraverso lo sp MANDRIL; specie
di Mandrillo è il Drìllo.
Nasìca, scimmia dei Cercopitecidi, dal lat tardo NASICA nasuto, che vive in piccole comunità nel Borneo, la cui peculiarità
è appunto il naso lungo simile ad una proboscide.
360
Nasobìanco, invece, sempre dei Cercopitecidi vive in Africa ed è caratterizzata da una maculazione bianca sul naso nero e
sulla zona inferiore della pelliccia, questa verdastra con macchie rosso-nerastre.
In malese, ORANG sta per creatura umana che in composizione con UTAN selvaggia, si ha ORANGUTAN creatura umana
selvaggia (o della foresta), il cui omologismo ital è Oràngo “scimmnia antropomorfa” con le varianti, a seconda delle
orecchiabilità, Uràngo, Orangutàn, Orangutàno, Rangutàn e Rangutàno, della Famiglia dei Pongidi; il suo verso è simile,
infatti, al piamto di un bambino.
Scimpànzè è l’omologismo dal congolese SCHIMPANZE.
SESSO
Sèsso, dal lat SEXUX risalente a Secare “tagliare” della nobile stirpe indoeur di SEK. La semant pare abbia
associato Sesso al taglio risoluto esistente tra la natura della femmina e quella del maschio. Suoi derivati e
composti: Sessàre (termine in avicoltura) con Sessàggio e Sessatòre, Sessìsmo questo modellato attraverso il
franc SESSISME, Sessìsta, Sessappèllo questo risibile termine scopiazzato all'ingl Sex-appeal (dove APPEAL
vale richiamo già lat APPELLARE chiamare), Sessuàle con Sessualità, Sessualìsta e Sessualizzàre con
Sessualizzaziòne questo l’effetto delle ricorrenti immagini sessuali forniti dai mass-media e dagli spettacoli,
Sessuàto, il composto Sessuofìlico questo ad indicare la tendenza e i fautori delle valutazioni personali
utilizzando il sesso come metro e suoi esaltatori. In composizione, l’ital conta Omosessuàle con Omosessualità
“attrazione verso il proprio sesso” in opposizione a Eterosessualità, Sessodipendènte con Sessodipendènza, il glb
ingl Trangender “integrazione maschile e femminile nella propria sessualità” con l’omologismo
Transgenderìsmo, Transessuàle “identificazione col sesso opposto” cui Transessualità e Transessualìsmo; il
Sessuoeducatòre (Sesso-educazione), poi, è un termine che celerebbe complicità di Sessualizzazione,
distanziandosi dal corretto Sessuòlogo da Sessuologìa). Dalla forma ingl SEX-SEXY, che poi è dal lat, incluso
l’italianizzato SEXI, l’ital ha adottato un nutrito esot di composizioni: Sex-shop, Sex-simbol o Sex-symbol,
Sexy-show, Sex-party, Sex-Session, Sexikini...
Sèssola, fuori percorso, è il prodotto della serie onomatopeica S SS agitare acqua con suff dim.
Ancora fuori percorso, la locuzione lat SEX CRINES che sta per Sei ciuffi (di capelli), acconciatura tipica per le
spose.
\ Un termine, Sesso, che, come molti altri, abbiamo gravato di problematiche sociali, psicologiche, filosofiche... ma originariamente nato con
semplicismo e spontaneità, parametri sempre naturalmente più logici andando ai ritrosi dell'umanità.\
L’omosessualità femminile è indicata con Lesbìsmo cui Lesbicàre, da Lèsbico questo relativo all’isola gr Lesbo,
dove la poetessa Saffo (VII/VI sec aC) pare radunasse donne amanti della lirica; dal toponimo si ha Lesbìaco e
Lèsbio. Relativo all’onomastica della poetessa e delle sue opere si conta Sàffica cui Sàffico “metrica”, svoltosi
nel snm di Lebismo con i termini Sàffica, Sàffico e Saffìsmo.
\ “Vento sulle querce” è la poetica definzione di Amore data da Saffo.\
SESSA
Sèssa è l'oscillazione del livello delle acque di lago o di mare interno; è un lemma italianizzato dallo svizzero
(franc) SEICHE, particolarmente in uso per le misurazioni del lago di Ginevra.
La Sessitùra, fuori tema, dal lat SESSUS Pp di SEDERE sedere, sta per balza del fondo di una veste.
\ Sassanidi
I Sasàdini, cui Sassànide o Sasànide, appartengono all’antica dinastia iranica che governò in Persia dal 224 dc, identificati
dall’eponimo Sassan, loro sacerdote. Scomparvero dopo il 651, debellati dagli Arabi che islamizzarono il paese.\
\ Prefisso LITO
LITO
Snm di sasso-pietra è il gr LITHOS, cui Litìasi e Litiàsico (calcolosi, ovvero “pietruzze”, con suff patologico IASI dal gr
IASIS), Lìtio con Litiòso, Lìtico “di pietra” (omn di Litico da Lisi “solubilità”), Litòide, Litòte o Liptòte 1 questo dal gr
LITOTES semplicità (termine linguistico, vrs connesso fig con l’elementarità della pietra) che in qualità di figura retorica
vuole la descrizione di un concetto negandone il contrario “Attenti nel camminare sul tetto, le tegole non sono resistenti ai
carichi”. Il Trilìte, cui Trilìsmo, è una struttura in pietra con due lastre verticali che reggono una orizzontale (Dolmen).
Eppoi il pref LITO (omn del pref LITO sciolto), sovente assimilato foneticamente al lemma, cui Litantràce (dal gr
ANTHRAKS carbone), Litargìrio (dal gr ARGYROS argento), Litiemìa (con EMIA sangue), Litificaziòne (col lat FICARE
da FICERE fare), Litòbidi con Litòbio e Litobiomòrfi (col gr BIOS vita), Litoceràmica, Litòclasi (col gr KLASIS frattura),
Litoclastìa col gr KLASTOS rotto (snm di Litotripsia o Litotrissìa col gr TRIPSIS triturazione), Litocromìa o
Cromolitografìa, Litodiàlisi (col gr DYALISIS separazione), Litòfago (col gr PHAGEIN mangiare), Litofanìa (col gr
PHAINO appaio), Litòfita (col gr PHYTON pianta), Litòfono (col gr PHONE suono), Litografìa (dal gr GRAPHIA
scrittura) o Litotipìa (col gr TIPOS impronta) con Litogràfico, Litògrafo, Litografàre e Litofotografìa, Litolatrìa e Litolàtra
(col gr LATREIA culto), Litolìsi (col gr LYSIS scioglimento), Litogènesi (col gr GENESIS nascita), Litoglifìa (col gr
GLYPHE incisione), Litologìa (col gr LOGOS parola) o Petrografìa (col gr PETRA pietra), Litomanzìa (col gr MANTEIA
l’indovinare) con Litomànte (divinazione attraverso i riflessi di una candela accesa su pietre colorate), Litonefròsi (col gr
NEPHROS rene), Litopèdio (feto pietrificato, col gr PAIS PAIDOS bambino), Litopòne o Litopòno (col gr PONOS fatica),
Litosfèra (col gr SPHAIRA sfera in sequenza con Aerosfera e Idrosfera), Litostratigrafìa (con il lat STRATUS disteso e il gr
GRAPHIA), Litostròto dal gr LYTHOSTROTOS pavimentato con pietre, Litotècnica ( con l’aggettivo dal gr TEKHNE
tecnica), Litotomìa (col gr TEMNO taglio) ed i suff LITO-LITE quali Batolìte (pref BATI profondo), Crisolito (pref dal gr
KHRYSOS aureo). La versione greca LITHOS ha imposto il nome alle epoche dell’umanità: Paleolìtica e Neolitica, ovvero
“della vecchia e della nuova pietra”. Dal lat LITUS è pervenuto il termine Lìto, attestatosi in Lìdo attraverso la lenizione
veneta, cui Litoràle o Littoràle, Litoràneo o Littoràneo col prefissato Sublitoràneo, Littorina “un mollusco” omn di Littorina
“automotrice”. Non avrebbe connessioni attendibili e non è difficile immaginare che in origine fosse stato associato alla
natura litica, pietrosa, della costa; in realtà, la sabbia d’oggi è la ghiaia primordiale.
Per i veneziani Lido sta per “isola”, cui la più nota in ambito internazionale è il Lido, sede del festival del cinema, del casinò
e della spiaggia.
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Il termine Ofìte è la sintesi della locuzione OPHITES LITHOS pietra serpentina, dal gr OPHIS serpente cui Ofìtico.
Termine alieno nel percorso del suff LITO è Bachelìte, questo dal nome dal suo inventore (Ved Biblioteca…).
Il termine Lìte, cui Litigàre questo dal lat LITIGARE con Litighìo, Litìgio, Litigiòso e con i composti Litisconsòrte con
Litisconsortìle e Litisconsòrzio (dal lat CONSORTES partecipi), Litispendènza (dal lat PENDENS pendente), discende
invece da un ant lat STLIS successivamente LIS-LITIS che non ha corrispondenze in area linguistica.
\ Un’antica morale espressa da Esopo recita che “(la lite) più si combatte e più si gonfia”, ma ben si addice alla guerra./
Dalla rad REIK rompere, deriva invece il snm Rìssa dal lat RIXA lite cui Rissaiòlo, Rissàre, Rissòso e la variante Rèssa
attestatasi in “calca”.
Il termine Lite è in genere riferito a uno scontro a due mentre Rissa (snm di Zuffa) ha assunto il significato di lite collettiva.
Dallo sp REBATE rissa, d’origine ar, cui ARREBATAR prendere con brutalità (tutto ciò che è possibile), l’ital conta
l’omologismo Arrabattàre, meglio Arrabattàrsi, semant addolcito nel darsi da fare, memtre dal franc ant RIHOTE lite conta
Riòtta con Riottàre, Riottosità, Riottòso.
Arrabattare ha un snm in Acciaccinàre di voce toscana, una corruzione volg di Accincignàre o Incincignàre questo con valore
però di “sgualcire”, tutti connessi con Aginàre “affrettarsi” da Agìna o Aìna “prestezza”; vrs Accincignare e Incincignare
sono a loro volta connessi con Incignare.
Liturgìa, discende direttamente dalla composizione gr di LEITON luogo pubblico per affari da LAOS popolo col suff
URGIA dal gr ERGON lavoro. Il Lìtuo, in ogni caso, era il bastone ricurvo, rituale degli àuguri, dal lat LITUUS
(provenienza etrusca), da LITARE guadagnarsi un presagio favorevole; l’attinenza di entrambi i termini Lituo-Liturgia alle
pratiche religiose rende vrs una rad comune. Non è scorretto allora immaginare che il Lìtuo primordale fosse una pietra
(LITHOS) sagomata, simile allo Stìlo (di legno o d’osso) questo dal gr STYLOS colonna, da rad STEI pungolare vrs
connessa con STLIS litigio.
1
Esempio della figura retorica della Litote, la quale modera un’espressione col negare il contrario, è, quale esempio, Informazioni non buone
(per non definirle cattive).
\ Frangere Ghiaia Breccia
Dal tema rad BHEUG-BHREUG(WG)-BHREGH, cui il lat FRANGERE e l’ital Fràngere con Frangìbile, Frangitòre e
Frangitùra, con il suo Pp FRACTUS rotto, sono pervenuti il fig Fragàglia “novellame di pesce”, Fràgile e il poetico Fràle con
Fralèzza o Frallèzza e il prefissato Infralìre (IN illativo), eppoi Fragòre con Fragoròso e Fragòso da FRAGOR, Fragmènto o
il corrente Frammènto cui Frammentàre, Frammentarietà, Frammentàrio, Frammentàto, Frammentaziòne e Frammentìsmo,
Fràna questo da FRAGINA con lenizione totale della g e semplificazione dell’esito in dittongo ai con a cui Franàbile,
Franamènto, franòso e Franosità, Frànto quale Pp di FRANGERE cui Frantòio, con il snm Trappèto o Trapèto dal lat
TRAPETUM da TRAPEIN pigiare (in origine, l’uva) cui il volg mer Trappito, con Frantoiàno, Frantoìsta e Frantùme (suff
collettivizzante UME) cui Frantumàre, Frantumatòre e Frantumaziòne, eppoi i prefissati Infrànto Infrantoiàta, Infrantòio.
\ Da una statistica 2008, l’Italia conta 6184 frantoi, di massima dislocati tra Puglia e Calabria.\
Il percorso continua con Fràtta cui un prefissato fig Soffràtta “penuria-bisogno” da un SUFFRANGERE, con Frattàle, Fràtto
il composto Frattografìa, Frattùra, Fraziòne cui Frazionàre con Frazionàbile, Frazionàle, Frazionamènto, Frazionàrio,
Frazionàto, Frazionìsmo con Frazionìsta e Frazionìstico, i composti Frangibiàde, Frangifiàmma, Frangiflùtti con Frangimàre
e Frangiònde, Frangilùce, Frangisòle, Frangivalànghe, Frangivènto, Frangizòlle; pseudoetim l’albero del Frangipàni il cui
termine è ispirato al nobile romano M. Frangipane. Fràtta da FRACTA è anche “luogo scosceso ed impervio-macchia
intricata-bosco reciso” (idealmente “infranto”), cui il prefissato Anfràtto con Anfrattosità e Anfrattuòso, il popolare
Infrattàre; Fràtta è anche “recinto” cui, anche fig nel significato corrente, Sfrattàre, Sfràtto. Continuando nel percorso, si
contano i prefissati Affràngere con Affrànto che con AD allativo e FRANGERE vale fig “rotto”(ad esempio, dal dolore).
Effraziòne da EX FRANGERE vale “rompere fuori”. Infràngere con Infrangimènto e Infrangitòre, Infrànto ed Infraziòne con
IN intensivo vale “più che rotto” (anche fig) opposto a Infrangìbile questo con IN negativo “che non si rompe”. Refràngere o
Rifràngere con Rifrangènte, Rifrangìbile con Rifrangibilità, Rifrangimènto, Rifràtto da REFRACTUS cui Rifraziòne da
REFRACTIO, Rifrattività o Rifrangènza, Rifrattìvo, Rifràtto, Rifrattometrìa e Rifrattòmetro, Rifrattòre, tutti col pref RE-RI
reiterativo. Eppoi, Refrattàrio con Refrattarietà da RE FRAGARI questo durativo di FRANGERE; Suffragàre da SUB
FRAGARI con Suffragàneo o Soffragàneo, Suffragètta e l’astratto Suffràgio da SUB FRAGOR con Suffragìsmo e
Suffragìsta. Occorre soffermarsi sui termini Infranto ed Infrangibile: il primo è composto dal suff IN illativo e sta per “dentro
la rottura” come Infiammàto “vale dentro le fiamme”; il secondo, invece, con il pref negativo IN sta per “non frangibile”. Ed
ancora, Fracassàre con il prefissato Sfracassàre (S intensivo), Fracassìo, Fracàsso e Fracassòne attrraverso la sovrapposizione
di FRANGERE con QUASSARE, Fràcco dall’intensivo FRAGICARE attraverso il volg Fraccàre cui il volg Fracchia che
indica una grossa torcia di materiale infiammabile “fraccato”, bruciata nella tradizionale processione della Settimana Santa a
S. Marco in Lamis sul Gargano. Si potrebbe pensare che Infàrto (rottura del cuore) discenda da Infranto; in realtà è il Pp del
lat INFARCIRE - cui Farcìre, Farcìto ed Infarcìre con pref IN illativo - per indicare l’immagine dell’occlusione interna,
ritrovato nel franc FARCIR, ma con rare corrispondenze indoeur. Fuori percorso, ancora, Fràngia con Frangètta, Frangiàre,
Frangìno “piccolo tovagliolo del sommelier” e Frangiatùra, dal lat volg FRIMBJA, cui il snm Fìmbria con Fimbriàto, i
prefissati Sfrangiàre, Sfrangiàto e Sfrangiatùra; attraverso il franc FRANGE frangia, l’ital conta l’esot Frinzèllo con
Frizellòso. Il gr conta KRASPEDON frangia cui Cràspedo o Cràspedon e Craspedòta con Acraspedòta (pref A privativo)
questo snm di Acalèfa dal gr AKALEPHE anemone di mare.
Fràgola, infine, è il dim lat di Fràga, questo discendente da un tema med SRAGA frutto cui il gr RHAGOS grano d'uva dal
tema med RAK-RAG con il percorso Racèmo cui Racèmico con Racemizzaziòne, Racemòso, i composti Racemìfero (col
suff dal lat FERRE portare) e Racemàsi (suff chimico ASI), il dim Racìmolo con Racimolàre, questo anche in senso metaf
cui Racimolatòre, e Racimolatùra, Gracìmolo questo l’inc Racimolo-Grappolo, Ràcchio questo inc Racimolo-Rachitico, col
fem volg Ràcchia in un brutto ed offensivo senso fig.
Vrs la connessione fig del termine Gràcile cui Gracilità e il prefissato Ingracilìre, dal lat GRACILIS, con il tema RacimoloRachitico-Gracimolo. OIn anatomia si conta la locuzione Muscolo gracile. Il Ventriglio dei volatili è detto nel volg
romanesco Grecìle o Gricìle vrs d’etim ancora in connessione.
Il termine Ràchide, Rachìtide, con Rachìtico e Rachitìsmo, è dal gr RHAKHIS colonna verebrale cui il pref RACHI per
composizioni quali Rachialgìa, Rachianestesìa, Rachianèttidi “Famiglia di cetacei”, Rachicentèsi o Rachicèntesi (col gr
KENTESIS puntura), Rachischìsi (col gr SKHISIS fenditura): in percorso il prefissato botanico Aràchide (con A privativo
vale fig “privo di spina dorsale”) “sorta d’erba” i cui semi sono indicati, comunemente al plur con Aràchidi snm di
362
Noccioline americane o Nocioline brasiliane o ancora fig Ceci di terra, cui Arachìdico con Arachidònico (suff chimico
ONICO “gruppo carbossìlico”) e, in locuzione, Acido arachidico e Olio di arachide.
Ghiàia o Ghiàra o ancora un Giàra (omn di Giara “orcio”), Ghiaiàta, Ghiaiàto, Ghiaièto o Ghiarèto, i dim Ghiaiètto e
Ghiaìno, l’accr Ghiaiòne e l’aggettivo Ghiaiòso discendono invece dal tema med GLARA, cui il lat GLAREA riversatosi nel
tardo volg GLARJA, presunta connessione con GELE di Glandula per una ipotetica forma base rad comune, derivata da
G(E)L; nel percorso lat si conta Glareòlidi “Famiglia d’uccelli”. In snm con Ghiaia l’ital conta Brèccia con Brecciòso e
Sbrecciàre, dal tema med BRIKKO roccia-picco-dirupo, con i derivati Brecciàme, Brecciòla, Brecciàle, Brìcca, Bricchètta,
Brìccica, Briccicàre, Brìccola “palo nell’acqua” quale punto visibile e per accezione Bricola veneziana (omn di Briccola
“masnada” e di Briccola “macchina d’assedio”), il composto Abbriccàre con Abbriccàrsi che sta per “inerpicarsi”.
Il tema med BRIKKO, nella vasta area indoeur, si ritrova nel long BREHHAN, nel ted BRECHEN, nell’ingl BREAK cui i
glb Break “pausa”, Breakfast “rottura veloce del digiuno” 1 con la locuzione alberghiera glb Bed and breakfast “letto e
colazione” eppoi Break dance “danza acrobatica da strada” nata ilm 1984, Break down “collasso-interruzione” con DOWN
giù 2, Break even “pareggio (economia)” con Break even point “punto di pareggio” e Break even volume “entità del pareggio”
con EVEN anche, Breaking point “punto di rottura” (gioco d’azzardo) e Break point “punto d’interruzione (informaticatennis)”; vrs in connessione l’ant termine Break che valeva “vettura scoperta a cavalli”. Dal franc BRECHE frattura l’ital
conta l’omologismo Sbreccàre “rompere i bordi di un vaso o piatto” e Sbreccàto con pref S sottrattivo; il tema si ritrova
ancora nel got BRIKAN cui Sbregàre e Sbrègo con pref S intensivo, nell’ital Brèccia nel senso di “frattura”. Non è facile
aggiudicare in connessione il volg toscano Sbreccola che sta per “donna brutta - racchia”.
1
L’ingl FAST veloce riappare nella locuzione glb Fast food “pasto veloce”.
Con l’ingl DOWN giù-basso, da non associare a Down (sindrome di) questo riferito al cognome dello scienziato, l’ital conta i glb
Download “scaricamento” e Downloader “utente scaricatore” (in terminologia dei computer) con LOAD carico cui ancora Loading
“caricamento” (in Informatica) e, in locuzione, Load factor “fattore di carico” (posti in aereo), Overload “sovraccarico” e Upload
“caricamento verso altro computer”, eppoi l’economico Downsizing “riduzione delle dimensioni” con SIZE taglia, Breakdown “collasso”,
Countdown “conteggio all’ingù (alla rovescia)” con COUNT conto cui ancora Countertrade “baratto” con TRADE commercio, Account
“accredito”, Discount “sconto” con Discount “negozio con gli sconti”, Hard discount “negozio con forti sconti” e Soft discount “negozio a
sconto lieve”, la composizione Counterfobìa “Il piacere di un fobico nel ricercare (nel contare) situazioni che lo spaventano.
eppoi i pugilistici Knockdown “colpo violento” con Knoch out “colpo finale” dove KNOCK vale bussata in connessione indoeur con il long
KNOHHA giuntura cui l’ital Nocca (della mano), eppoi il termine radioattivo Meltdown “fusione” da TO MELT squagliare cui Melting pot
“grogiuolo” con POT pentola da non associare al glb ingl Melton “meccanismo per la follatura” derivato dal toponimo Melton-Mowbray,
eppoi Shutdown “chiusura” dall’onomatopeico TO SHUT chiudere, eppoi Splashdown, “impatto con il mare” con l’onomatopeico TO
SPLASH schizzare cui Splash ”tuffo” con il composto ital-ingl da divertimento estivo Acquasplash, la locuzione informatica Splash screen
fig ”schermata iniziale di presentazione” e, infine il termine sportivo (football) Touchdown adottato dall’aviazione col significato “il toccare
la pista” qui definito Touchdown point con TOUCH tocco in connesione indoeur con l’ital Tocco, il franc Touche cui Touche (pron tuscè)
toccato, con ancora l’ingl Touch pad “tappetino dove tocca-scorre il mouse” con PAD tappeto cui l’ultima invenzione computerizzata glb IPad giunta in Italia a maggio del 2010, Touch screen “monitor sensibile al tocco”.
2
\ Anemone
Anèmone “pianta delle Ranuncolacee, con Anemone di mare (snm di Attinie) è inv dal gr-lat, ANEMONE, questo vrs
connesso con il lat NEMORALIS “boschereccio” cui Nemoràle e Nemorènse, questo epiteto di Diana la dea dei boschi e
della caccia, il cui secondo soprannome Cinzia appartiene ancora all’onomastica, in riferimento al monte Cinzio dove era
nata.
Una derivazione rad comune dovrebbe esserci col gr NEMA NEMATOS filamento, associando a questo fig il groviglio
boschivo, cui Nemàtico dal gr NEMATIKOS intessuto, i pref NEMA NEMATO per composizioni quali Nemaspèrma o
Nemaspèrmio snm di Spermatozoo, Nematelmìnti (col gr HELMINS HELMINTHOS verme), Nematòceri (sottordine
d’insetti, col gr KERAS corno), Nematocìda (antiparassitario), Nematòdi (sorta di Invertebrati vermiformi della Famiglia
Strongilidi) dal lat NEMATODA già genitivo gr NEMATOS, Nematòfori (Ordine di Miriapodi, col gr PHERO io porto).
Il suff NEMA per composizioni quali Aglaonèma “sorta di pianta delle Aracee” è composto col gr AGLAOS splendente, lo
zoologico Assonèma (composto con Assòne), il biologico Cromonèma “filamento cromosomico”, l’istologico Mionèma (col
gr MYS muscolo), il botanico Protonèma (col gr PROTOS primo).
\ Scacchi Dama
Scàcco è l’omologismo dal prvz ESCAC, attinto al persiano SHAH il re, cui Scià; nel percorso si ha Scàcchi quale
ipocoristico della locuzione Gioco degli scacchi cui Scaccàta, Scaccàto, Scaccheggiàto, Scacchièra, Scacchière o Scacchièro,
Scacchìsmo, Scacchìsta, Scacchìstico, Scàcco, i composti Scaccografìa, Scaccogràmma e Scaccomàtto dalla locuzione
Scàcco matto. La locuzione metaf Prendere il sole a scacchi vale essere illuminato dalla luce solare che passa attraverso le
inferriate a mo’ di scacchiera poste alle finestre delle prigioni.
Nel gioco degli Scàcchi, si ha l’Alfière omologismo dall’ar AL-FARIS cavaliere, passato allo sp ALFEREZ, la Tòrre 1, la cui
etim è ben articolata, dal lat TURRIS, dal gr TYRRHIS, cui gli accr Torràzzo e Torriòne, Turricolàto dal dim TURRICULA
piccola torre, Turritàno relativo a Porto Torres in Sardegna (derivazione indiretta dall’ant nome lat TURRIS), Turrìto, dal
tema med TURSI torre in riferimento ai popoli delle torri, i Tirreni, appunto. Il termine è rintracciabile nell’ingl TOWER cui
il glb Tower nel linguaggio dell’informatica. La Regina, essendo un gioco che pare sia stato ideato in area ind, in origine era
indicato con Visir.
La vittoria spetta a chi fa Scacco matto questo indicato con Scacco matto imbecille o Scacco matto stolto, riuferito al
giocatore sconfitto, quando lo scacco avviene subito dopo l’inizio dell’incontro.
Dàma è dal franc DAMES pedine doppie cui l’omologismo Damàre, il glb franc Damier, Damièra, Damière, Damìsta.
L’omn Dàma “signora”, invece, è dal franc DAME, ipocoristico del lat DOMINA padrona, cui Dameggiàre, Damerìa,
Damerìno, Damigèlla, Damigèllo, Dàmo e, sorprendentemente, Damigiàna, questo dal franc DAME JEANNE signora
Giovanna, da una presumible metaf. Madàma, pertanto, è l’italianizzazione dal franc MADAME dalla locuzione MA DAME
mia signora cui Madamàto e Madamigèlla questo attraverso MADEMOISELLE da MA DEMOISELLE mia signorina.
Esiste ancora il termine Dàma per “stampo” (di ghisa) altrimenti detto “chiodaia”, di presunta correlazione fig o con Dama
“gioco” o con Dama “signora”, ma non accertata.
Pedìna, infine, inv dal lat volg PEDINA, è la forma fem sostantivata di PEDINUS, da rad PED piede, cui Pedinàre e il
prefissato scacchistico Impedinatùra (IN illativo). L’ampliamento del rad PED in PED-S e svoltosi in PEIS, cui il verbo lat
PINSERE pestare, ha dato ancora origine a Pèsta con Calpestàre, questo un inc lemmatico di Calcare con Pestare, cui
Calpestatòre, Calpestìo (già dal 1353) questo con un snm Trepestio (dal 1842); ancora, Pestàggio, Pestàre, Pestaròla, Pestàta,
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Pestatòio, Pestatòre, Pestatùra, Pestèllo e Pistìllo col composto Pistillìfero, l’iterativo Pesticciàre con Pestìccio, Pestìo, Pèsto
(anche Intingolo) cui Pesto alla genovese, Pestòne cui Pistòne attraverso il franc PISTON comunque questo da un anti ital
Pistòne dal lat PISTOREM cui ancora un Pistòre, eppoi Pìsta con Pistàggio, cui la locuzione Pista ciclabile.
\ Nella città di Modena, la pista ciclabile si snoda con un percorso di 190 km \
Pistaiòlo corrispondente al glb franc Pistard “ciclista su pista” da PISTE pista in correlazione con Routier “su strada”, eppoi
il prefissato Depistàre con il glb franc Depistage, Depistàggio e Depistatòre: nella forma fig di “caduta-capitolazione”,
Pèggio (PEIUS), Peggiòre (PEIOR) o Piggiòre con Peggioràre (non coniugabile al riflessivo) o Piggioràre da PEIORARE,
Peggioramènto o Piggioramènto, Peggioratìvo, Peggioràto o Piggioràto, Peggioratòre e Pèssimo (PESSIMUS) cui
Pessimìsmo, Pessimìstico e Pessimìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Pèste da PESTEM distruzione
questo con i derivati quali Pestilènte, Pestilènza o Pestilènzia con le varianti Pistolènza o Pistolènzia, Pestilenziàle,
Pestilenziòso, Pestòso, il prefissato Impestàre con Impestàto (pref IN illativo), i composti Pesticìda, Pestìfero. Il termine
Prestinàio che vale “fornaio” è il derivato di PISTOR panettiere nel senso di Pestatore, quale nome d’agente di PINSERE; il
veneto conserva il termine Pestrineri.
Dal volg PINSIARE intensivo di PINSERE, è derivato Pigiàre con Pigiàta, Pigiatòre, Pigiatùra ma anche Brigiàre o Briciàre
dal volg BRISARE con identica semant.
Il gr conta in connessione PTISSEIN pestare, tritare cui PTISANE decotto, infuso svoltosi nel lat PTISANAM italianizzato
Tisàna; da non connettere con Tisanòtteri questo dalla composizione gr THYSANOS nappa e PTERON ala e Tisanùri questo
con URA coda, entrambi Ordine d’insetti.
1
La più famosa Torre al mondo è la Tour Eiffel, alta 324 mt, che prende il nome dal suo progettista, l’ingegnere Gustave A. Eiffel
(1832/1923), coaautore tra l’altro, della della Statua della Libertà, del Ponte Maria Pia in Portogallo e delle strutture del Canale di Panama;
infine è stato l’ideatore della storica Galleria del vento europea, utile agli studi aerodinamici per la sicurezza dei ponti ed alla nascente
aeronautica.
La Tour Eiffel, appunto per la sua struttura fisica in ferro, durante i mesi caldi può allungarsi di quindici centimetri, per la nota legge della
dilatazione e restringimento dei metalli in relazione alla temperatura.
\ Stampa Stampella
Dal franc STAMPON pestare, ted STAMPFEN, l’ital ha ricalcato l’omologismo Stàmpa (tecnica a caratteri mobili inventata
da Gutenberg nel 1450, che sconvolse la maniera di pubblicare testi e contribuì all’alfabetizzazione delle masse) cui
Stampàre con Stampàbile, Stampabilità, Stampàggio, Stampànte, Stampatèllo, Stampàto, Stampatòre, Stampatrìce,
Stampatùra, Stamperìa, Stampìno con Stampinàre e Stampìsta, il fig Stampìta questo termine musicale attraverso il prvz
ESTAMPIDA da ESTAMPIR battere i piedi cui il dim Stampèlla svoltisi anche nel snm di Gruccia o Ometto e nella
tassonomia marina in Pesce stampella altrimenti detto Pesce martello smerlato.
Il percorso prosegue con Stàmpo questo nel senso di “marchio negativo” cui le locuzioni Stampo camorristico, Stampo
mafioso, oppure di “modello” cui Stampo per dolci, l’accr Stampòne; Stampìglia, invece, con Stampigliàre, Stampigliatrìce e
Stampigliatùra, l’ha tratto attraverso lo sp ESTAMPILLA. Dall’ingl TO PRINT stampare l’ital, ancora, conta i glb prefissati
Prepint “prestampa” e Reprint “ristampa”.
Il lemma Stampanàre che vale “lacerare” è in coerenza etim con questo percorso poiché è dal franc STAMPON pestare.
Snm di Stampella è Grùccia da un Crùccia (per il segno che lascia sul terreno), questo omologismo dal long KRUKKJA
bastone con punta a forma d’uncino, passato anche semant ad “appendiabito”, cui Grucciàta “colpo di gruccia” e il fig
Grucciòne snm Grottaione e Vespiere, l’uccello che nidifica nelle grotte e si nutre d’api. Occorre però aggiungere che il lat
conta CRUS CRURIS gamba, cui Cruràle “relativo alla gamba”, pertanto è logico credere nella connessione indoeur lat-long
CRUS-KRUKKJA, nel senso di bastone quale gamba (artificiale).
ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO
ASSESSORE
Assessòre, dal lat ASSESSOR colui che siede affianco, è il sostantivo d’agente del verbo ASSIDERE (ADSEDERE), di rad SED, con AD allativo; oggi è semant una carica politico-amministrativa. Dello stesso tema,
oltre ai derivati espliciti - Assessoràto, Assessoriàle, Assessorìle – l’ital conta Assettàre dal volg ASSEDITARE
di ASSIDERE, che oltre al significato etim vale “ordinato-approntato” cui Assettàre con Assettamènto,
Assettàto, Assètto e vrs il glb ingl Asset “bene-patrimonio” nel senso di “proprietà assettata”, il prefissato
Rassettàre (doppio pref R iterativo-intensivo RI AD) e Riassettàre con Riassètto (RI iterativo), Assìse “sedute
solenni” (genere fem e di numero plur, scorretta la forma le assisi) dal lat volg ASSISA assemblea seduta; un
termine che avevamo smarrito, ma che c’è ritornato dal franc ASSISE già col significato che stabilisce, che
delibera. Assìsa, infatti, nelle pagine letterarie, sta per “abito stabilito, divisa, uniforme” e nei trattati geologici
sta per “complesso di terreno stabilizzatosi durante un'era”. Eppoi il glb ingl Sit in da TO SIT sedersi, che vale
una silenziosa manifestazione di protesta, stando appunto seduti, intralciando un normale svolgimento. L’ant
bolognese conta Sit quale “posto-sedia”. Nel percorso semantico di Assisa, troviamo Assìso, Assìdere (AD
SIDERE stare vicino nel senso di permanenza) con Assiduità e Assìduo questo da ADSIDUUS, d’identica
relazione che il termine in percorso Resìduo, da RESIDUUS ciò che rimane, ha rispetto a Residuàre (RE
SIDERE) cui Residuàle e Residuàto.
Assisiàte o Assisiàno sta per il demotico del toponimo umbro Assisi ereditato dal 399 a.C. quando divenne
colonia romana con il nome di Asisium.
Sèdia, devb da SEDERE stare-sostare, è la metatesi di un più ant SIEDA, in connessione col gr HEDRA sediabase, per cui troviamo Sède, Sedentàrio con Sedentarietà, Sedentarizzàre, Sedentarizzaziòne e il fig Sedentàri
(Sottoclasse marina, poiché vivono nel fondo, cui Policheti Sedentari), Sedère, questo anche sostantivo Sedère
indicante la parte del corpo implicata nell’essere seduto, Sediàrio, Sedìle, Sèdio (seggio), i dim Sediolìno e
Sediòlo, Sedùta, l’aggettivo Sèssile (in opposizione a Vàgile) dal lat SESSILIS, Sessiòne da SESSIO
SESSIONIS tratto da SESSUS questo Pp di SEDERE, i dim Sediòlo e Sediolìno, eppoi i prefissati Risièdere dal
volg RESEDERE già class RESIDERE (pref RE continuativo) con Resède o Resèdio “termine notarile”,
Residènte dal Ppres RESIDENS con Residènza e Residenziàle, il glb franc Residence, il termine adottato in
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geologia e in meteorologia Subsidènza o italianizzato Sussidènza “abbassanento tettonico-massa d’aria in
discesa entro se stessa” dal lat SUBSIDENTIA sedimentazione e il glb ingl Session “seduta”.
Una sorta di sedia o poltrona d’origine toscana è detta Savonaròla, appunto perché era la preferita di G.
Savonarola.
\ Stando a una ricerca dell’Istituto di Sanità (2011), in Italia i più sedentari risulterebbero i cittadini della Basilicata, seguiti dall’Abruzzo,
dalla Campania e dalla Sicilia; mentre i meno sedentari sarebbero i trentini seguiti dai lombardi e liguri.\
Dal gr HEDRA, l’ital conta il suff EDRO EDRIA col significato di “base-faccia-lato” in termini geometrici cui
Dodecaèdro (col gr DODEKA dodici vale “dodici facce”) con Diacisdodecaèdro (col pref DIAKIS due volte
vale “ventiquattro facce”) e Icosidodecaèdro (col pref gr EIKOSI venti) “dodici pentagoni e venti triangoli”;
eppoi in sequenza, Dièdro (pref dal gr DIS due volte) vale “ciascuna delle due parti di uno spazio”, Trièdrio (col
gr-lat TRI tre) “tre facce”, Pentaèdro (dal gr PENTE cinque) “cinque facce”, Esaèdro (col gr HEKSA sei) “sei
facce”, Eptaèdro o Ettaèdro (dal gr HEPTA sette) “sette facce”, Icosaèdro (col gr EIKOSI venti) “venti facce”,
Esacisottaèdro (col gr HEKSAKIS sei volte e Ottaedro) “quarantotto facce”, Esacistetraèdro (col gr EKSAKIS
sei volte e Tetraedro) “ventiquattro facce triangolari” con Icositetraèdro (col gr EIKOSI venti) “poliedro a
ventiquattro facce”, eppoi Scalenoèdro (con Scaleno), Trapezoèdro (con Trapezio); eppoi Proedrìa (pref PRO
avanti) “primi posti al teatro”.
Dal long PANKA connesso col lat PANCA asse-tavola l’ital conta Pànca con Pancàccia, Pancàccio, Pancàle,
Pancàta, Panchètto, Panchìna, Panchinàro e Plància attraverso il franc PLANCHE, cui Plancìto o Piantìto,
connesso con il lat PLANUS.
Dall’attestazione volg SEGGERE da SEDERE, cui SEDJO, ci è pervenuto Seggettière (portantino), Sèggia,
Sèggio (sedio), i dim Seggètta, Sèggiola, Seggiolàio, Seggiolìno, l’accrecitivo Seggiolòne. Il rad di SEDERE è
SED - attestata anche nelle aree bal, slava, ind, iran, gr (HIZOMAI), ger (SITZEN) - la quale, oltre ai succitati
derivati, ha condotto a Sòglio, Sussidiàre con Sussidiàrio e Sussìdio, e a Nìdo questo da un ant indoeur NIZIDOS
composto con NI giù e SED sedere (ridotto a ZD) cui Nidiàta, il prefissato Annidàre (AD allativo) con
Riannidàre (RI iterativo), i composti Nidìcolo, Nidificàre con Nidificaziòne, Nidifòrme e Nidìfugo, eppoi Nìdio
questo variante toscana di Nido cui Nidiàce o Nidiàceo o ancora Nidàce e Nidiàndolo questo snm di Endice e
Guardanidio; il termine Nido è adottato per indicare fig un ricovero per neonati e bimbi cui, in locuzione, Nido
d’infanzia o semplicemente Nìdo.
Il termine Nidòre è fuori percorso, dal lat NIDOR di rad KNID odore- vapore, questo in connessione col gr
KNISA odore di carne ai ferri. Il rad SED, inoltre, ha condotto al causativo (di Sedere) Sedàre, adottato anche in
medicina (nel senso di “calmare-alleviare”), con Sedatìvo, Sedatòre e Sedaziòne col prefissato Resèda (botanica)
e Resedàcee (la Famiglia) dalla locuzione lat RESEDARE MORBOS sedare il dolore, Sedìme dal lat
SEDIMEN, di SEDERE cui Sedimènto dal nome di strumento lat SEDIMENTUM con Sedimentàre con
Sedimentàrio, Sedimentatòre, Sedimentaziòne, Sedimentòso e il composto Sedimentologìa e, con i pref, talvolta
in SIDERE con normale passaggio della e in i, Dissìdio con Dissidènte e Dissidènza (DIS-SIDERE sedere
disparte), Insìdia con Insidiàre, Insidiatòre, Insidiòso (IN SIDERE con valore di sovrastare per minacciare),
Prèside, Presidènte, Presidènza, Presièdere, Presìdio con Presidiàre, Presidiàto (PRAE-SIDERE sostare
avanzati) e, in locuzione, Presidio militare, Presidio sanitario, Insediàre con Insediamènto, Insediatìvo, e
Insediàto (col pref illativo in sedia da IN SEDERE), Assediàre o Obsediàre con Obsidiàre e Ossedère o
Ossediàre con Assediàto e Assèdio o Ossèdio (OB-SEDERE stare addosso (contro), accampare) o ancora
Ossidiòne, Obsidiòne e Ossediòne con il relativo Ossidionàle.
Sediziòne e Sediziòso, sono fuori percorso, composti dal lat SED pref di separazione e dal verbo (G)IRE andare.
\ Assideramento
Il verbo Assideràre con Assideramènto è dal lat inv ASSIDERARE che vale cadere vittima delle emanazioni stellari o del
freddo stellare dal lat SIDERALIS da SIDUS SIDERIS stella-astro, questo un ant termine indoeur, cui Sideràle col
prefissato Intersideràle, Sideraziòne, Sidèreo, il composto Sideròstato snm di Celòstato e, con i pref, Consideràre questo col
pref associativo COM stava per “scrutare l’insieme degli astri per trarne auspici” cui Consideraziòne poi attestatosi nel
significato corrente, Desideràre o Desiàre e l’obsoleto Disiàre, col pref DE sottrattivo sta in origine per “non avere la
possibilità di scrutare le stelle” cui Desidèrio con gli obsoleti Desideramènto, Desidèro e Disidèrio, l’onomastico Desiderio,
eppoi Desiàbile o Disiàbile, Desiànza o Disiànza, Desiàto o Disiàto, Desideràbile o Disideràbile con Desiderabilità,
Desiderànte o Disiderànte, il sostantivo Desideràta fedele al lat DESIDERATA plur del neutro DESIDERATUM,
Desideratìvo o Disideratìvo, Desideràto o Disideràto, Desideratòre o Disideratòre, Desideraziòne o Disideraziòne,
Desiderèvole o Disiderèvole, Desideròso o Disideròso, Desièvole o Disièvole, il poetico Desìo o Disìo con Desiòso o
Disiòso; il termine SIDUS dal successivo significato di “freddo come il ferro”, è finito per identificare unicamente il metallo,
cui il gr SIDEROS ferro, l’ital Siderìte, Sideròsi (suff patologico OSI) e, quale pref SIDERO, lemmi composti cui Sideremia
(col gr HAIMA sangue), Siderografìa, Siderolìte (col gr LITHOS pietra), Sideropenìa con Sidseropènico (col gr PENIA
povertà).
Siderurgìa e Siderùrgico (col suff dal gr ERGON lavoro); da non equivocare con termini quale Siderostato da stella.
\ Sedulo Dolo Dolore
Sèdulo è col pref di separazione SE(D) e con il lat DOLUS dolo, da un’origine gr DOLOS, e vale “diligente-leale” ovvero
“senza inganno”, cui Sedulità; Sùbdolo, invece, è col pref SUB e vale “con inganno sotto (nascosto) - ipocrita”.
Dòlo e Dolòso cui Dolosamènte, Dolosità, non hanno corrispondenze fuori d’Italia; questi termini stanno per inganno e non è
chiara la provenienza rad comune con DOLUM di Duolo, a meno che non si accetti la sovrapposizione lemmatica del Dolo
che causa Dolore.
Dòglia, con il mas Dòglio, cui Dogliòso, dal lat volg DOLIA dal class DOLEUM sostantivato dal presente indicativo
DOLEO da DOLERE provare dolore e da un’incerta rad indoeur DEL cui Dogliànza attraverso il franc ant DOILLANCE (il
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suff ANZA è omologato dal franc ANCE) o Dogliènza attraverso il prvz DOLHENZA, il prefissato plur Condogliànza con il
ricorrente Condogliànze, eppoi Dolère da DOLERE col Ppres Dolènte cui Dolènzia da DOLENTIA dolore, un Dolicchiàre
da un Dolìcchio ed un Doliccicàre da un dim Dolìccio, Dòlo o Duòlo, Dolòre cui Doloròso, Doloràre, Dolorànte e
Doloraziòne, i prefissati Addoloràre con Addoloramènto, Addoloràto e l’accezione Addolaràta riferito alla Madonna cui
l’onomastico Addolorata e la variante sp Dolores con l’ipocoristico Lola, Indolòre o Indolòro, Indolènte e Indolenza fig snm
di Pigro e Pigrizia, Indolenzìre (IN illativo) con Indolenzimènto e Sdolenzìre dal Ppres Dolente (S sottrattivo), Indolìre con
Indolimènto da DOLIRE variante di DOLERE, i composti Dolorìfico, Dolorimetrìa.
\ La memoria di un dolore provato si falsifica nel tempo, tale da essere ricordato con meno intensità.\
Fuori percorso, ma ben equivocabili, Dòlio o Dòglio dal lat DOLIUM vaso o barile, cui Dolàbra nome di strumento di un
DOLARE sgrassare.
Dal gr ODYNE dolore, l’ital ha tratto le composizioni Odinofagìa (deglutazione dolorosa), Odinofobìa (ossessione per il
dolore), Odinolìsi (scioglimento del dolore), il prefissato Anodìno da ANODYNOS privo di dolore (AN senza); eppoi il suff
ODINIA in Artrodinìa (gr ARTHRON articolazione), Cardiodinìa, Glossodinìa (gr GLOSSA lingua vale “sindrome dolorosa
della lingua”), Gnatodinìa (gr GNATHOS mascella), Mastodinìa (gr MASTOS mammella) snbm di Mastalgia, Metrodinìa
(gr METRA utero), Neurodinìa, Pleurodinìa. Fuori percorso Odìnico, relativo alla divinità germanica Odino.
ASSASSINO
Assassinàre non è relativo a Sasso nel modello di Mazza-Ammazzare; per una forma di ricalco dovrebbe
significare “colpire col sasso” e semant “uccidere”. Esiste comunque Sassàta per definire il colpo di sasso,
parasnm di Mazzata.
Assassìno, invece, è l’omologismo dall’ar HASHISHIYYA uso all’alcool, che per gli arabi è un grave peccato, e
quindi violento, abbrutito dai fumi. Il percorso conta esplicitamente Assassinamènto, Assassinàre, Assassinatòre,
Assassìnio...
Coesiste una seconda versione, che vuole il termine dall’ar HASHSHASHIN e nome degli adepti di una setta,
sguinzagliati dall’assunzione di hascisc a commettere crimini. Ascisc o Hascisc, o ancora Haschisch e Hashish è
l’omologismo dall’ar HASIS erba, snm della locuzione lat scientifica Canapa indaina da CANNABIS INDICA.
In presenza di connessione dell’indoeur SEK tagliare con l’ar SAHS (il rad è primordiale ed è vrs che si sia
riversata o sovrapposta nel mondo arabo) cui HAS(HISHYYA) (HSHASHIN), il tragitto non sarebbe stato
lungo.
Termine alieno adattato Hàssio (elemento chimico, simbolo Hs), relativo a HASSIAS toponimo dell’Assia. Altro
alieno è l’omologismo Ascemìta o Ashimìta “membro settario”dall’onomastico ar Hashim, avo di Maometto.
\ Gli Assassini, che sarebbero durati un settantennio, avevano il covo sulla rocca di Alamut in Persia, ai confini con il Libano, e, sotto la
guida di un Veglio della Montagna, si prefiggevano di occupare la Palestina, scaraventandosi contro ogni avversario. La loro era una tecnica
terroristica che riemerge tragicamente nei nostri giorni, quella degli assalti suicidi. La denominazione di Veglio o Vecchio della Montagna,
poi, risuona tragicamente oggi, dall’Afghanistan. Alla setta andrebbe assegnato l’assassinio del conte Raimondo di Tripoli e di Goffredo del
Monferrato. Per esigenze strategiche, s’appoggiavano agli ordini cristiani ora dei Templari ora degli Ospitalieri. Furono massacrati e dispersi
dai mongoli condotti da Khan Hulagu intorno al 1250.\
SASSOFONO
Il nome di questo diffuso strumento musicale, Sassòfono, nasce in Francia, SAXOPHONE, in onore del belga A.
Sax, il suo inventore (1814-1894), con la composizione del suo cognome Sax e di FONO dal gr PHONE suono,
voce. Lo strumento appartiene alla famiglia dei cosiddetti “Legni” a ricordo dei suoi antenati Flauto e Clarinetto
che erano di legno.
La corrispondenza latina SAX(UM) sasso è coincidentale; se l’inventore fosse stato un Esposito avremmo forse
avuto L’espositofono. Sassotròmba è il nome dato alla famiglia degli strumenti musicali simili al sassofono, cioè
d’ottone e con bocchino. Coniato a modello di Sassofono, si ha il glb Sousaphone “sorta di tuba” inventato da J.
P. Sousa (1854/1932).
Tròmba è da una serie onomatopeica TR MP, cui Trimpellàre e Strimpellàre con Trimpellìo e Trimpellìno; il
percorso conta Trombadòre o Trombatòre, Trombàre (anche in volg per “atto sessuale”) con Trombàta,
Trombàto, Trombatùra, Trombettàre, Trombettière e Trombettìsta, Trombìna (enzima), Trombìno, Trombizzàre,
Trombòne con il fig Trombonàggine, Trombonàta, Trombonìsta e Trombonèsco, Tromboncìno, i prefissati
Strombàre con Strombatùra o Stròmbo (omn di Strombo “mollusco”) e Strombazzàre con Strombazzamènto,
Strombazzàta, Strombazzatòre, Strombazzatùra, il dim Trombètta o Trombètto col prefissato Strombettàre cui
Strombettàta, Strombettatòre, Strombettìo e, in locuzione fig, Tromba d’aria e Tromba marina questa con l’omn
Tromba marina che indica una sorta di strumento musicale medv.
Sorta di trombetta è la VUVUZELA (pron fufuzela), lo strumento tipico del Sud Africa, già Corno d’antilope
nella tradizione boera, le cui note riecheggiano nelle feste nazionali e negli stadi; un suono che la FIFA vorrebbe
ridurre a meno di 20 decibel. L’etim del lemma in lingua zulu sembrerebbe di origine onomatopeica che vale
"fare vuvu", in riferimento al suono prodotto, oppure dal volg con valore di "doccia", in versione fig per la sua
forma.
Il gr conta THROMBOS grumo di sangue cui Trombòsi con Trombòtico, utilizzato in pref per composizioni
quali Tromboangioìte (con ANGIO vena e il suff medico ITE per infiammazione), Trombocìta (col suff CITA
cellula) o Trombocìto, Tromboflebìte, Tromboplastìna (enzima, col gr PLASTOS plasmato).
Il lat conta TUBA per tromba, forse un’insiemistica di TUBUS tubo, cui l’ital Tùba con Tubàrico (anche in
anatomia), Tùbo con Tubàggio, Tubatùra con la locuzione Tubatura idraulica che in ingl suona PLUMBING dal
lat PLUMBUM piombo con il quale i romani costruirono le tubazioni, ancora utilizzato nel XIX sec. In botanica
si conta Tubifloràli (composto con il lat FLOR FLORIS fiore), Classe delle Dicotiledoni.
Il percorso prosegue con Tubaziòne, l’esot dall’ingl Tubeless (con LESS senza, Pneumatico senza camera
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d’aria), Tuberìa, Tubètto, Tubièra e Tubièro, il composto Tubifòrme, l’esot ingl Tubing “serie di tubi”, Tubìsta
Tùbolo o Tùbulo con Tubolòso o Tubulòso, Tubolàre con Tubolàto e Tubolatùra in complanare con Tubulàre,
Tubulàto e Tubulatùra, Tubulìna (proteina), i composti Tubulidentàti (Famiglia di mammiferi), Tubulonefrìte, e
il prefissato Intubàre (contrario Estubare), la locuzione fig Non valere un tubo. Nel volg toscano, Trombaio sta
per Idraulico. TUBA sta anche per cappello, donde l’omn Tùba per un tipo di cappello, il dim Tubìno che sta
anche per un tipo d’abito femminile.
Il gr conta lo specifico SOLEN tubo cui il termine elettronico Solenòide (adottato dal 1865) con Solenoidàle
(suff OIDE somiglianza) eppoi Solènidi dal lat SOLENIDAE (Famiglia di molluschi cui il “cannolicchio”),
Solenogàstri (Classe di molluschi, col gr GASTER ventre).
Il gr conta ancora il snm SIPHON tubo cui il termine meccanico Sifòne (adottato dal XVI sec) con Sifonàggio,
Sifonamènto, i composti Termosifòne (coniato nel 1839) e Copritermosifòne (coniato nel XX sec); eppoi
Sifonocladàcee (Famiglia di Alghe, col gr KLADOS ramo), Sifonòfori (Classe di Celenterati, col gr PHERO
porto), Sinofògamo (termine botanico, col gr GAMOS unione-matrimonio).
Infine, il gr conta SYRINKS SIRINGOS tubo, cui il lat tardo SYRINGA tradotto in terminologia medica
nell’ital Sirìnga (adottato dal XVI sec) con Siringàre, Siringatùra “introduzione del catetere” e Sirìnge (organo
vocale dei volatili).
Termine che pare connesso con TUBUS tubo è Tùbero dal lat TUBER che vale “bozza, sporgenza, escrescenza”,
ma in realtà è l’inc fig di TUMOR gonfio (da TUMERE essere gonfio) con UBER fertile cui Tuberàcee,
Tuberòsa e Tuberòso con Tuberosità, eppoi il prefissato Protuberànte con Protuberànza da PROTUBERARE
gonfiarsi in escrescenza; il gr conta lo specifico HYDNON tubero cui Idnàcee “Famiglia di funghi”, Idnologìa
attestatosi nello studio dei Tartufi cui Idnòlogo. Il percorso lat TUBER prosegue con Tubèrcolo dal dim lat
TUBERCULUM cui Tubercolizzaziòne (Botanica) e un percorso negativo quale Tubercolàre, Tubercolàto,
Tubercolìna, Tubèrcolo Tubercolòma (medicina), Tubercolòsi con Tubercolosàrio (sanatorio) e Tubercolòtico;
snm di Tubercolosi polmonare è Tìsi dal gr PHTHISIS consunzione cui Tisiàtra e Tisiatrìa (con i suff IATRA
medico e IATRIA cura medica), Tisichèzza, Tìsico, Tisiologìa e Tsiòlogo col prefissato Intisichìre (IN illativo)
cui Intisichìto, eppoi i snm Etisìa attraverso il franc ETISIE tisi e Tisìa nel toscano; coesiste un Tisichèlla
(termine gastronomico) in relazione semant a consunzione.
Per il verbo Tubàre, invece, occorre richiamarci alla serie onomatopeica TU TU dei colombi, come nella serie
TR TR di Tòrtora dal lat TURTUREM con il poetico Tòrtore, questo omn di Tortòre “aguzzino”, e la variante
Tòrtola. Tubare ha il snm in Bubàre sostituendo l’onomatopeico in BU BU.
\ Prefisso SED *SE
La forma più ant è SED, ripetuta nella congiunzione avversativa lat con valore di ma. Dalla locuzione lat SED MAGIS è nata
in ipocoristico la congiunzione avversativa ital *Ma, cui Mài da MAGIS piuttosto con l’avverbio Mainò dalla locuzione Mai
no; da non includere Sèd quale ant eufonica della congiuzione Se.
La rad è in comune con il termine MAGIS di più, dal tema MEGHE grande, il sct MAHA grande, cui il lat MAGNUS eppoi
l’ital Maèstro da MAGISTER il più forte con Maèstra, Maestrànze, Maestràre meglio Ammaestràre questo con
Ammaestramènto, Ammaestràto e Ammaestratòre (un snm di Domatore), Maestrèvole, Maestrìa, Maestrùcolo, eppoi Màstro,
col fem Màstra (omn di Mastra “madia”), dal volg MAGISTRUM con afonia (o lenizione totale, che dir si voglia) della g e
semplificazione del dittongo risultante ai in a cui Mastrìno. Il percorso conta ancora Magistèro o Magistèrio, Magistràle e
Magistràto. Màgno da MAGNUS grande con Magnitùdine, l’ingl MASTER cui l’italianizzazione Masterizzàre con
Masterizzatòre, il lemma Almagèsto omologismo dall’ar AL MAGISTI “raccolta degli studi di Tolomeo” ma questi ricalco
del gr MAGISTE SYNTAKSIS compendio magistrale.
Il sct conta JINA maestro vincitore cui l’omologismo Giainìsmo o Jainìsmo (sorta di ascetismo) con Giàina (il seguace);
fuori percorso Giaiètto omologismo dal franc JAIET “sorta di lignite pìcea” cui la contrazione glb Jais con l’omologismo Gè.
Nel percorso lat si conta Màggio “maggiore” con un obsoleto Màio, da un MAIOS già MAGYOS tratto dalla rad MEGHE,
poi svoltosi in MAIUS grande cui Maiùscolo dal dim MAIUSCULUS opposto a Minuscolo, e nel grado superiore MAIOR
maggiore donde Maggiòre con Maggioràre, Maggiorànza, l’esot Maggioràsco o Maioràsco o ancora Maggiorascàto
(patrimonio di famiglia ereditato esclusivamente dal figlio maggiore, diversamente dalla Legge salica) attraverso lo sp
MAYORAZGO, Maggioràta, e Maggioràto, Maggioraziòne, il composto Maggiordòmo (con il lat DOMUS casa vale “il
maggiore (servo) della casa”, Maggiorènne col suff ENNE per “anni”, Maggiorènte, Maggiorìa, Maggiorità (su calco di
Superiorità), Maggioritàrio attraverso il franc MAJORITAIRE, e l’astratto MAIESTAS cui Maestà, Maestàtico, Maestèvole
questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Maestosità, Maestòso; nell’iconografia medievale cristiana, Maestà è
la raffigurazione frontale del Cristo o della Madonna seduta “in trono”con una coreografia paradisiaca.
In connessione il toponimo Majorca o Maiorca già Maiolica “la maggiore” (tra le isole delle Baleari) donde la nota ceramica
Maiòlica con Maiolicàio o Maiolicàro, Maiolicàre, Maiolicàto.
Màggio, l’omn mese, invece, con l’aggettivo Maggèse (snm di Novale) svoltosi in sostantivo cui Maggesàre con valore di
“terra a riposo” per renderela più fertile, eppoi con Maggiaiòlo, Maggiàtico, il composto Maggiociòndolo (arbusto) snm di
Cìtiso, Maggiolàta, Maggiolìno – questo snm di Melolònta dal gr MELOLONTHE scarabeo dorato di origine preindoeur - e
Maggèngo, è relativo alla dea MAIA nutrice madre di Mercurio, nome che già compariva tra le divinità romane all’adozione
dell’omonima greca, pertanto è verosimile la rad comune MEGHE, che le assegnerebbe così la traduzione di “ La (dea)
maggiore”. L’onomastico Maia è ancora ricorrente.
Lemma sicuramente alieno è l’omn Maggiolìno “mobile”, ispirato al nome dell’intarsiatore G. Maggiolini (1738 \ 1814).
Il percorso MAGIS conta ancora Magnàte da MAGNAS MAGNATIS sovrapposto al franc MAGNAT, cui Magnatìzio e le
composizioni Magnanimità e Magnànimo (con ANIMUS animo), Magnificènza e Magnìfico (con FACERE), Magniloquènte
e Magniloquènza (con LOQUI parlare).
Magnòlia è fuori percorso, derivante dal nome del botanico Pierre Magnol (1638-1715).
\ La Magnitùdo, utilizzata nella Scala Richter, dal cognome del suo inventore statunitense Charles Francis Richter (1900\1985), è la
grandezza fisica di un terremoto, su scala d’intensità, adottata dal 1935, in sostituzione di scale empiriche simili alla Mercalli, relativa agli
367
effetti del sisma. Con la Scala Mercalli, ideata da Giuseppe Mercalli (1850\1914), infatti, una scossa d’identica intensità Richter su diverse
zone, può avere valori diversi, secondo la più o meno resistenza delle cose e del numero delle vittime.
La Scala Mercalli in origine andava sino a 10 gradi, poi aumentata a 12 dagli americani H.O. Wood e F. Neumann per adattarla alla
familiarità costruttiva in California.
La Scala Mercalli espressa in gradi va pertanto da I (strumentale) a XII (grande catastrofe) corrispondente alla Scala Richter da magnitudo
minore di 3,5 (I Mercalli) a magnitudo maggiore di 8,1 (XII Mercalli).\
Il pref italianizzato SED-SE vale privo di, senza, a parte, separazione nel senso di “via”... da non equivocare in termini quali
Setacciare (usare il setaccio), Semovènte (si muove da sé)...
Il pref SE svoltosi in SO ha dato luogo a Sòlo cui il dim Solètto, Solìngo (suff long INGO) cui una variante in Solèngo per
indicare una sorta di cinghiale che preferisce vivere fuori delo branco, il fig Solìno “colletto staccabile”, Solìsta con Solìstico,
Solitàrio, Solitùdine, Soltànto, questo snm di Almanco e Almeno, il prefissato Assòlo dalla locuzione A solo, Desolàre dal lat
DE SOLARE lasciare con Desolamènto, il Pp Desolànte, il Pp Desolàto, Desolatòre, Desolaziòne o un Disolàre con
Disolamènto, Disolatòre e Disolaziòne (pref De conclusivo), i composti Soliflùsso, Solìpede (zoologico) snm di Solidungo,
Solipsìsmo con Solipsìsta (col gr IPSE stesso), Solitòne (ellittico di “elettrone solitario”), Solìvago (cn il lar VAGUS
vagante).
\ L’acqua calda può far ricordare il calore umano, gli affetti; pertanto, un buon bagno caldo contrasterebbe i sintomi depressivi da solitudine \
La composizione lat SE-GREGARE, cui Segregàre con Segregàto e Segregaziòne, sta per “separare dal gregge”, ovvero
chiudere in un recinto particolare; da una trovata metaforica, il termine Segregare è venuto a consolidarsi semant in “isolare,
incarcerare...” Il termine esente dal pref è Gregàrio dal lat GREGARIUS che fa parte del gregge con Gregarìne (Sottotipo di
protozoi), Gregariàto, Gregarìsmo e l’onomastico Gregorio attraverso l’attestazione gr GREGORIOS che vale fig vigilesveglio (come appunto deve essere un gregario) con la versione russa Igor; seguono i vari prefissati Aggregàre con
Aggregaziòne (pref AD allativo), Disgregàre con Disgregaziòne (pref DIS di dispersione), Congregàre con Congrèga,
Congregazionalìsmo e Congregaziòne (pref COM associativo), con i rispettivi pref; Grègge è da un Grèggia dal lat class
GREX inc con un volg GREGJA, di rad GER radunare, cui l’esplicito Grèmio dal lat GREMIUM bracciata o Grèmbo o
ancora Grèmbio “riempito” inc con Lembo, cui Grembiàle o Grembiùle (adottato dal XIV sec) con Grembiàta o Grembiulàta
e il fig Grembiàto (relativo allo scudo araldico) eppoi Grègna “bica di covoni” dal lat GREMIA plur di GREMIUM; infine il
fig Grèggio “proprio del gregge-al naturale” con la variante Grèzzo. Snm di Grembiale potrebbe essere Fùta (già corrente nel
XIII sec) che vale “fascia di tessuto quale indumento” omologismo dall’ar FUTA “grembiule-asciugamano”. Al rad indoeur
prendendo a riferimento Grembo, è sicuramente connesso lo sp GREMIO corporazione e il long KRAMMJAN riempire, cui
Gremìre con Gremìto. L’ingl conta LAP grembo cui locuzione glb ndicativa di una danza erotica Lap dance (intorno ad una
pertica che rappresenta il pene).
Secèrnere, dal prefissato lat SE-CERNERE, sta per “distinguere a parte” ovvero “separare”, cui Secrèto è dal Pp lat
SECRETUS con Secretàggio, Secretàre, Secretòre, Secretòrio, Secreziòne e Secrèzie “denaro dovuto all’erario”, seguito dai
vari prefissati Concèrnere con Concernènte (pref COM), Discèrnere con Discernìbile, Discernimènto, Discernitìvo e
Discernitòre, il Pp Discrèto con Discretamènte, Discretèzza, Discretìvo, Discreziòne, Discrezionàle e Discrezionalità (pref
DIS), Escrèto da EXCERNERE vagliare per evacuare con Escretìvo, Escretòre, Escretòrio ed Escreziòne, eppoi Escreàto
dal lat tardo EXCREATUS da SCREARE “scatarrare”; tutti dal termine CERNERE separare cui Cèrnere o Cernìre che
discende da un rad proprio dell’agricoltura KR(E)I setacciare, con i derivati il devb Cèrna (omn di Cena “pesce”) con
Cernècchio “ciocca pendente di capelli” dal lat CERNICULUM scriminatura già staccio, eppoi Cèrnide (truppe cernita nel
contado), Cèrnita, Cernitòre, Cernitrìce, Cernitùra, un Pp CERTUS cui Cèrto con i derivati Certamènte, Certànza, Certèzza, i
prefissati Accertàre cui Accertàbile con Accertabilità, Accertamènto, Accertatìvo e Accertatòre, Incèrto con Incertèzza,
Raccertàre (doppio pref RI iterativo e AD allativo ), i composti Certificàre con Certificàto e Certùno; pseudoetim Cèrnia, il
pesce, altrimenti detto Cèrna (omn di Cerna “cernere”) dal lat ACERNIAM con aferesi della A, già ACHAMAM dal gr
ACHAMAS, eppoi Cernière questo dal lat CARNARIUM dispensa transitato dal franc CHARNIER gancio per la carne,
Certosìno questo dall’abbazia Chartreuse in Francia, istituita da S. Brunone il 1084, italianizzata Certòsa cui la locuzione
Gatto certosino per la sua pazienza in riferimento monacale; Chartreuse è ancora un liquore d’erba prodotto dai Certosini la
cui invenzione fu casuale poichè erano alla ricerca di un Elisir di lunga vita.
Il percorso KR(E)I prosegue con il lat CRIBRUM vaglio questo nome di CERNERE, con il dim CRIBELLUM cui Cribèllo
“termine da filiera” da una forma in CRIBLUM, con Crìbro snm di Vaglio ed utilizzato in botanica nella locuzione Tubo
cibròso, eppoi il lenito Crivèllo cui il denm Crivellàre, questo verbo d’azione, eppoi Crivellatòre, Crivellatùra, Crivellaziàne,
il pezzo meccanico Crivellòne, il composto Crivellografìa snm di Serigrafìa, entrambi del XX sec. Il gr conta lo specifico
ETHMOS crivello cui l’anatomico Etmòide “osso a forma di crivello” (suff gr EIDOS a forma) con il relativo Etmoidàle.
Prosegue con il morfema CRINO che secerne, per composti quali Apòcrino (coin APO allontanamento), Endòcrino “a
secrezione interna” cui Endocrinologìa e Endocrinòlogo, col pref ENDO dal gr ENDON dentro, cui Endoscòpio; eppoi
Crìmine nome astratto di Cernere con valore giudiziario di “accusa” e poi “delitto”, con Criminàle, Criminòso e Crimenlèse,
questo ellittico dalla locuzione lat CRIMEN LAESAE MAIESTATIS delitto di lesa maestà. Tra i neologismi si conta la
composizione Cybercrìmine cui Cybercriminàle, un esempio di associazione di lemmi stranieri e italiani.
Il lat, infine, contail prefissato SCRIMEN divisione, separazione, cui Scriminatùra, Scrìmolo, e la variante DISCRIMEN, cui
Discriminàre, Discriminatòre, Discriminatùra, Discriminaziòne, Discrìmere.
\ Magnete
Dal gr MAGNES LITHOS pietra di Magnesia, da un toponimo della Turchia, svoltosi nel lat MAGNES MAGNETIS, deriva
il termine Magnète con l’aggettivo Magnètico cui Amagnètico (A privativo) e il sostantivo Magnetìsmo rintracciabili in
composizioni quali Antiferromagnètismo da Ferromagnetìsmo, Diamagnetìsmo (col gr DIA attraverso), Eliomagnetìsmo (col
gr HELIOS sole), Galvanomagnetìsmo (con Galvanico) 1, Geomagnetìsmo (col gr GEO da GE terra), Paleomagnetìsmo (col
gr PALAIOS antico), Paramagnetìsmo, Piromagnetìsmo (col gr PYR fuoco) e Termomagnetìsmo, logicamente con i derivati
Ferromagnètico, Elettromagnètico cui, in locuzione, Onde elettromagnetice o Onde hertziane questa da HERTZ “unità di
misura della frequenza delle onde” in onore dello studioso H. L. Hertz (1857/1894)… eppoi Magnetìsta, Magnetìte (pref ITE
per minerali), Magnetizzàbile, Magnetizzàre con Magnetizzàbile, Magnetizzabilità, Magnetizzamènto, Magnetizzàto,
Magnetizzatòre, Magnetizzatrìce, Magnetizzaziòne, usato in composizione quale pref MAGNETO, in termini quali
Magnetochìmica, Magnetoelasticità e Magnetoelàstico, Magnetoelèttrico, Magnetofluidodinàmica, Magnetòfono coin
Magnetofònico, Magnetògrafo, Magnetoidrodinàmica, Magnetolettòre con Magnetolettùra, Magnetomeccànico,
368
Magnetometrìa con Magnetòmetro, Magnetomotrìce, Magnetòne (col suff fisico ONE), Magnetoòttica, Magnetopàusa,
Magnetoresistènza con Magnetoresistènte e Magnetoresistòre, Magnetosfèra “campo magnetico del pianeta”, Magnetostàtica
con Magnetostàtico, Magnetostratigrafìa, Magnetostriziòne con Magnetostrittìvo, Magnetoterapìa; eppoi adattato in
Màgnetron (con Electron elettrone). Dal lat class MAGNESIUM SAXUM sasso di Magnesia (dall’omn toponimo), invece,
deriva Magnèsia, Magnesìaco, Magnesìfero, Magnèsio (simbolo Mg), rintracciabile nei vegetali verdi, nelle noci, nella carne
e nel latte), Magnesìte, la composizione Magnàllo “lega di magnesio e alluminio”.
Il minerale Manganèse (simbolo Mn) è una variante del gbz MAGNESION magnesia ed è rintracciabile nei cereali, nella
frutta e nel Tè; in percorso Manganàto “sale dell’acido manganico” che per la proprietà di mutazione cromatica è indicato
con la locuzione Camaleonte verde, Mangànico, Manganìna “lega con rame e nichel” attraverso l’ingl MANGANIN, il
patologico Manganìsmo, Manganòso, i composti Manganesìfero, Permangànico (pref chimico PER e suff chimico ICO) con
Permanganàto nel senso della locuzione Acido permanganato.
1
Dallo scienziato L. Galvani (1737/1798), l’ital conta il percorso Galvànico, Galvanìsmo, Galvanìsta, Galvanizzàre con Galvanizzamènto,
Galvanizzàto e Galvanizzaziòne, Galvàno, il prefisso GALVANO per composizioni da Galvanocàustica a Galvanotropìsmo.
\ Matassa Materasso
Il gr conta lo specifico MATAKSA o METAKSA per seta, cui il lat MATAXA o METAXA e l’ital Matàssa con Matassàre, i
porefissati Ammatassàre e Smatassàre; si suppone una connessione rad con l’ar MATRH cui Materàsso, in toscano
Materàssa, con Materassàio e il dim Materassìno, eppoi la locuzione fig Materasso alluvionale e un glb franc Matelassè
(corretta accentazione è) che sta per “tessuto imbottito” dal verbo MATELASSER “confezionare come un materasso” a
comprovare una connessione indoeur.
Il got conta HASPA matassa cui Aspo-àspo con Aspa-àspa, Aspàta, Aspatòio, Aspatòre, Aspatùra e Nàspo questo coniato
straordinariamente dalla locuzione In aspo con aferesi della I e saldatura della n, cui l’ant locuzione Naspo rotativo (filatura e
bobinaggio) donde il prefissato fig Annaspàre con Annaspamènto e Annàspio (pref A privativo adattato foneticamente in
AN) con la variante Innaspàre o Inaspàre (cambio di prefisso IN illativo) con Innaspàto e Innaspatòre; una evoluzione
lemmatica simile al termine Nasprato che varrebbe In aspro (reso aspro).
LUSORIO ELUSIONE LUSINGA
LUSORIO
Dal lat LUSOR-IUS, Lusòrio è nome d’agente del verbo LUDERE giocare. LUDI, cui, appunto, Lùdo. I Lùdi,
nella Roma Antica sono manifestazioni di giochi, cui i LUDI SCAENICI “manifestazioni musicali” istituiti nel
364 aC, a mo’ d’esorcismo contro una grave epidemia, ai quali partecipavano i LUDIONES questi i danzatori
d’impronta etrusca; il termine infatti dovrebbe essere connesso con un persorso di genesi etrusca. In percorso,
Lùdere, Lùdico, Lùdrico dal lat LUDICRUM (già nel XV sec), Ludiòne dal lat LUDIONEM attore svoltosi fig
in una sorta di galleggiante (a forma di puiccolo diavolo), i composti Ludificàre con Ludificaziòne,
Ludimagìstro. Ludìbrio nasce dall’inc tra Lùdo e Obbrobrio “gioco infame, osceno...” Il pref Ludo per
composizioni quali Ludologìa con Ludòlogo, Ludopatìa (passione patologica per il gioco, per accezione quello
d’azzardo), Ludotèca con Ludotecàrio e Ludoterapìa.
Sembra che Lèdere (Ved Inciso…) abbia affinità col gr LOIDOROS offensivo; infatti, il gioco è “contrastare
l'avversario”.
Il termine Luddìsmo, con Luddìsta, è invece a se stante, è il caso di dire fuori gioco, un omologismo dall’ingl
LUDDISM, ispiratosi al nome del leggendario operaio Ned Ludd. La contestazione sorta in Inghilterra nel primo
ventennio del XIX sec, contro l’utilizzo delle macchine di produzione industriale, che riducono sensibilmente la
mano d'opera e quindi l’occupazione.
ELUSIONE
Col pref PRE a LUDERE s’ottiene Prelùdere con Preludiàre e Prelùdio, questo sta per “prima del gioco” semant
in “introduzione” specie musicale; e, tramite altri pref, l’ital conta i fig Allusiòne ed Allùdere col pref AD
allativo “sfiorare l’argomento-toccarlo indirettamente”, Collusiòne e Collùdere col pref CUM associativo
“accordo di due ai danni del terzo”, Delùdere con Deludènte, Deludimènto, Deluditòre, Delusiòne, Delusìvo,
Delùso o un Dilùso e Delusòrio col pref DE di privazione, Elùdere con Eludìbile e l’opposto Ineludìbile con
Ineludibilità, Elusiòne, Elusività, Elusìvo e Elusòrio col pref EX estrattivo “uscire dall’argomento-evitarlo con
astuzia”, Illùdere cui Illusiòne con Illusionìsmo, Illusionìsta, Illusionìstico, Illusìvo, Illùso, Illusòre, Illusorietà,
Illusòrio col pref IN illativo “entrare nell’argomento-con false apparenze”. Allusione è anche una fig retorica
che, ad esempio, nell’enunciare un fatto positivo si vuole intenderne un altro negativo quale “La vittoria di
Pirro”.
\ Illusione di Ponzo (dal nome di uno studioso), locuzione coniata nel 1911, è un inganno ottico che ci fa vedere un oggetto più grande di
come ci appare abitualmente, come ad esempio il sole o la luna all’orizzonte.
C’è da aggiungere, però, che l’occhio umano vede e intuisce la reale dimensione di un oggetto in direzione orizzontale; lo stesso appare più
piccolo in ottica verticale, come ad esempio un aereo o un uccello \
LUSINGA
Lusìnga è tra i vocaboli sopravvissuti al prvz (OC OIL) di scolastica memoria. Dal prvz LAUZENGA e dal franc
LASINGA, bugia. L’origine lat da LUDER giocare associa la bugia ad un gioco non sempre perdonabile, per la
sua pericolosità. Derivati: Lusingamènto, Lusingàre, Lusingatòre e Lusingatrìce, Lusinghèvole questo con suff
ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Lusinghièro...
\ Gioco Giogo
Giòco o Giuòco è dal lat IOCUS scherzo passato poi al significato di seria competizione. Per Gioco dovrà anche intendersi
“un’azione o circostanza”. Il lemma Gioco (giocare), infatti, dopo un lungo e tortuoso percorso semantico è pervenuto con
innumerevoli definizioni: esercizio piacevole, azzardo, scommessa, prova d’abilità, movimento meccanico, effetti luminosi,
sonori, d’acqua, d’aria... inganno, astuzia... quali Giocàre o Giuocàre con l’iterativo Rigiocàre o Rigiuocàre, Giocàta o
Giuocàta, Giocatòre o Giuocatòre, gli iterativi Giocherellàre, questo con Giocherellòne, e Giochicchiàre, Giocherìa,
369
Giochètto, Giocàttolo con Giocattolàio, il sostantivo e verbo Giocolàre da IUCULARE cui Giocolatòre, Giocolière attraverso
il franc JOCULER, Giocòso con Giocosità e i composti Giocofòrza, Giocotèca, Giocucchiàre. Dal lat JOCULARIS
scherzoso, poi, l’ital conta Giullàre attraverso il prvz JOGLAR, con Giullarèsco e Giullerìa. Dall’ingl JOG andatura
irregolare si conta il glb Jog cui Jogging e da TO PLAY giocare, l’ital conta il glb Replay “rigiocare”; l’ingl PLAY con
PLAYING vale genericamente esecuzione.
Il gioco nazionale è il Lòtto, questo l’omologismo dal franc LOT già got HLAUTS eredità-sorte, cui Lotterìa, Lottìsta e
Lotterìstico; pare che il Gioco del lotto sia stato storicamente introdotto nel 1757 da Giacomo Casanova. Lòtto s’è attestato
anche nel valore di “quantitativo parziale-blocco” cui i derivati quali Lottizzàre, Lottizzàto, Lottizzatòre, Lottizzatòrio, i pref
Allottàre “asegnare-dividere” (AD allativo), Delottizzàre con Delottizzaziòne adottato in politica con valore di “epurazione”.
L’ingl conta BATCH lotto-blocco cui il glb in informatica Batch processing “elaborazione a blocchi”.
Giògo, o un obsoleto Iùgo fedele al lat, è invece dal lat IUGUM, lemma fondamentale nell’area indoeur - gr ZYGON, sct
YUGAM, itt YUGAN, ted JOCH - con rad YEUG sottomettere-asservire, cui Giogàtico, Giogatùra, i prefissati Aggiogàre
con Aggiogamènto, Soggiogàre con Soggiogamènto e Soggiogatòre, eppoi il variegato percorso Coniugàre (CUM IUGARE)
dal denm IUGARE da IUGUM (omn-snm di Coniugare “unire in matrimonio”), con Coniugàbile e Coniugaziòne (questo sia
relativo ai verbi, alla biologia e alla chimica), Giumènto e Giumènta (asservito al carro, bestia da tiro); nel volg, esiste il
termine Giumentare che, per accezione, è il troppo spinto gioco di corteggiamento dell’uomo per assoggettare la donna al
suo volere. Dall’accoppiamento della giumenta con il toro è sorto il favoloso lemma Giumèrro attraverso il prvz JUMERIE
questo dal lat CHIMAERA già gr KHIMAIRA che però sta per giovane capra, questo attestatosi in Chimera, altro mitologico
animale, passato in lettura fig, cui Chimèra, Chimèrico, Chimerizzàre e i composti Chimericìda (uccisore della Chimera, il
mitico Bellerofonte), Chimerifòrmi (Ordine di pesci olocefali).
Svoltosi in attaccare, unire tramite il lat IUNGERE, ottenuto con l’inserimento dell’infisso nasale n, l’ital conta inoltre
Giùngere (questo anche con valore fig di “ingannare-illusione” riprendendo l’ant semant della rad YEUG) con un desueto
Giùgnere, eppoi Giùnta, Giuntàre, Giuntatòre, Giuntatùra, Giuntìsta, Giùnto dal Pp IUNCTUS, Giuntòia, Giuntùra,
Giunziòne con Giunzionàle; termine alieno Giuntìno relativo al lavoro tipografico dell famiglia Giunti (dal XV al XVII sec).
Giùsto (omn di Giusto nel percorso di Giustizia) passato nel volg Giùsta è dal lat IUXTA variante fem di IUNCTUS; in
percorso Còniuge da CONIUX CONIUGIS devb da CUM IUNGERE, cui Coniugàre (omn-snm di Coniugare semant
“unire”), Coniugàle, Coniugàto, Coniugàte (Classe di alghe) e Coniùgio.
\ Le città italiane con più alto tasso di infedeltà tra coniugi, stando alla statistica stilata dall’associazione degli avvocati matrimonialisti
(2011), risultano essere in ordine decrescente, Milano, Roma, Venezia, Napoli \
In sct YOGA unione è dal verbo YUNAKTI congiunge col quale, nel contesto linguistico indeur, è connesso il lat
IUNGERE; in percorso, il glb Yòga con i vari omologismo o meno Yogacàra, Yòghin o Yòghi o Yògi, Yògico. Dall’ebr
SADDUQ giusto già sct SADHU retto svoltosi in indù santone, l’ital conta Sadducèo attraverso il lat SADDUCAEUS.
Infine, riprendendo il percorso dal lat, l’ital conta i prefissati Aggiùngere con un desueto Aggiùgnere, Aggiùnta cui
Aggiuntàre e Aggiunziòne, Aggiuntatòre, Aggiuntatùra e Aggiuntìvo, Aggiustàre con Aggiustàbile, Aggiustàggio,
Aggiustamènto, Aggiustatèzza, Aggiustàto, Aggiustatòre e Aggiustatùra (pref AD allativo); la locuzione Aggiusta Venere
identificava, durante l’occupazione alleata nel secondo dopo guerra del secolo scorso, tecnici e periti civili aggregati alle
forze armate addetti al recupero e salvataggio di opere d’arte.
Il percorso prefissato continua in Congiùngere con un desueto Congiùgnere, eppoi Congiuntìvo, Congiùnto e Congiunziòne 1
(pref COM associativo), Disgiùngere con Disgiungimènto, Disgiuntìvo, Disgiùnto e Disgiunziòne (pref DIS d’opposizione),
Ingiùngere con un desueto Ingiùgnere, e Ingiunziòne (pref IN illativo), Raggiùngere con un desueto Raggiùgnere,
Raggiungimènto e Raggiùnto (pref RAD), gli iterativi Ricongiùngere (doppio pref RI COM) e Rigiùngere o il desueto
Rigiùgnere (pref RI), Soggiùngere con Soggiuntìvo e Soggiùnto (pref SO da SUB sotto), i prefissati espliciti Sopraggiùngere
con il desueto Sopraggiùgnere o Sovraggiungere o ancora Sovragiungere. Nel percorso, Iùgero, unità di misura lat di
superficie, connesso con IUGUM poiché corrispondente all’area lavorata in un giorno da una coppia di buoi al giogo. Il
Giògo, infatti, è originariamente l’arnese di legno sagomato che serve a tenere accoppiati i buoi durante il lavoro, metaf
rappresenta servitù, autorità e dominio gravosi, soggezione...
L’ingl conta il meccanico FLANGE elemento di giunzione cui l’omologismo Flàngia con il denm Flangiàre “congiungerecollegare” (neologismo dal XX sec).
\ I nemici vinti erano umiliati con l’imposizione del Giogo; facendoli cioè passare sotto un’asta orizzontale (fissata bassa su altre due aste
verticali), costringendoli ad inchinarsi al cospetto dei vincitori.\
Giogàia “rilievo montano” è il collettivo di Giogo nel senso di “congiunzione”, mentre l’omn Giogàia “piega della pelle”,
snm di Pagliolaia, nasce dall’inc lat di IUGULUM gola con IUGARIU aggettivo di IUGUM giogo, cui la locuzione lat
IUGULARIA PELLIS.
Il lat IUGUM, dunque, vale ancora clavicola, collo cui Giùgolo o Giùgulo, Giugulàre o Iugulàre, Giugulatòrio o Iugulatòrio,
Giugulaziòne o Iugulaziòne.
Dal gr ZYGOO congiungo, unisco, aggioco, è pervenuto Zìgomo o Zìgoma da ZYGOMA con Zigomàtico, eppoi Zigòsi,
Zigòte o Zigòto cui Zigòtico questo da ZYGOTOS aggiogato (in riferimento all’uoivo fecondato), cui ancora Azigos-àzigos
non accoppiato (pref gr Alfa privativo), i prefissati con ZIGO quali Zigodàttilo (in zoologia), Zigofillàcee (Famiglia
botanica, col gr PHYLLON foglia), Zigomicèti (Sottoclasse di funghi, col gr MYKES MIKETOS fungo), Zigomorfìa e
Zigomòrfo (col gr MORPHE forma, in botanica), Zigospòra (in botanica), Zigotène (fig col gr TAINIA nastro, in biologia),
Zigòtteri (Sottordine d’insetti, con PTERON ala); le composizioni Monozigòte o Monozigòtico, Eterozigòte o Eterozigòto; il
termine Sizìgia, infine, questo composto col gr SYN insieme, vale per accezione la congiunzione di un pianeta col sole, cui
Sizigiàle.
Dal lat IUNCUS di IUNGERE attaccare, unire (cesti, cortine, stuoie...), è derivato Giùnco col denm Giuncàre e i vari
Giuncàcee (la Famiglia botanica), Giuncàceo, Giuncàia, Giuncàta questo sorta di cortina da porta per riparo dal sole e dalle
mosche, e un tipico formaggio lasciato scolare tra un contenitore di giunchi, Giunchèto, Giunchìglia “sorta di pianta
erbacea”, il composto Giunchifòrme, vrs per la flessibilità dello stelo che permetteva primitivi lavori di legatura, la varietà
Giunco spinoso, eppoi Cùnzia “sorta di pianta palustre” dallo sp JUNCIA già lat JUNCEUS aggettivo da JUNCUS. Il lat
conta lo specifico SCIRPUS giunco, cui Scìrpo e Scirpèto. Il gr tardo conta ancora BRYLLON giunco cui Brìllo, sorta di
alberello delle Salicacee.
Dal lat ACERBAM affilato al tatto, invece, sarebbe derivato il lemma fig Gèrba snm di Giunco; da non equivocare con una
370
sequenza di assonanti quali Gèrbera “sorta di pianta della Composite” che prede il nome dal naturalista T. Gerber (XVIII sec)
cui Gerbòne “trifoglio” con la sovrapposizione di Erbòne “accr di erba”, Gèrbo “moina” d’etim disperso, Gerbìllo “Genere di
roditore” omologismo dall’ar YARBU o GARBU (yarbù-garbù) cui ancora Gerbòa “sorta di roditore africano” attraverso
l’ingl JERBOA.
In franc, JONQUE è la semplice imbarcazione malese, attestatasi localmente GIUNG, la Giùnca. Giùngla, invece, è
l’omologismo dall’indostano JANGAL transitato dall’ingl JUNGLE… ma anche la Giunca e la Giungla danno l’idea di un
insieme attaccato, unito, quindi è vrs una arcaica rad comune. Il personaggio di Tarzan, l’uomo della giungla, che sta per
“pelle bianca” creato dalla penna di E. R. Burroughs, reso famoso in tutto il mondo grazie alla cinematografia, è finito per
indicare fig un giovane aitante ma selvaggio, oppure un ladro acrobata; durante il fascismo, fu ribattezzato Sigfrido in linea
con gli ordini autarchici e per compiacere gli alleati tedeschi.
1
La Congiunzione copulativa o Particella copulativa *E deriva direttamente dal lat ET cui la sonorizzazione *Ed innanzi a vocale;
etimologicamente discende dal gr E ma da un segno fenicio che valeva il suono h. La Congiuzione disgiuntiva *O cui la versione eufonica
*Od, invece è dal lat AUT; la forma originale lat riappare in ital nella locuzione AUT AUT.
Le due congiunzioni appaiono in composizione Ebbène, Eppòi (preferita dall’autore di queste pagine invece del più corretto E poi…),
Ovvèro, Ovverosìa ed Ossìa questi ultimi con Sìa congiunzione correlativa o avverbio, tratto dal verbo congiuntivo Sìa di Essere… Eppùre
ed Oppùre con l’avv lat PURE puramente questo in ital congiunzione ed avverbio Pùre e Puramènte, in composizione Purchè (corretto
l’accento acuto Purché) e Purchessìa con Che congiunzione e il congiuntivo Sia, eppoi Seppùre con Sé congiunzione, Neppùre con il Né
negativo.
Oltre alla copulativa e alla disgiuntiva, l’ital conta la Congiunzione conclusiva quale “Quindi”, la Congiunzione esplicativa quale “Ossia”.
\ Animali della giungla, savana e non
Popolano la giungla, la savana o in aree adiacenti e non, Giaguari, Giraffe, Leoni, Leopardi, Pantere, Tigri.
Savàna, o Savànna, tipica vegetazione delle zone tropicali africane, americane ed australiane, è l’omologismo dell’arawak
attraverso lo sp Sabana.
Giaguàro, con un obsoleto Iaguàro, è l’omologismo dal tupì-guaranì YAGUARA attraverso il franc JAGUAR, animale
diffuso in Patagonia ai confini con la California, cui la locuzione canzonatoria Amico del giaguaro.
Giràffa, che abita le boscaglie rade dell’Africa nella zona meridionale del Sahara, è l’omologismo dall’ar ZARAFA “animale
che corre veloce”, da voce africana, vrs transitato dalla zona sett franco-padana, cui Giràffidi, Giraffìsta e la locuzione Collo
di giraffa quale errata postura del collo, causa di disturbi.
Leòne, la cui vita media è di 25 anni, è dal lat LEONEM già gr LEON LEONTOS, diffuso in aree circoscritte africane e
asiatiche, cui Leonèsco, Leonèssa, Leonìno, incluso il segno zodiacale, il prefissato Illeonìre (IN illativo), eppoi il patologico
Leontìasi (suff IASI per patologie, anche botaniche, dal suff gr IASIS per nomi d’azione dei verbi con tema in IAO),
Leontocèbo (col gr KEBOS scimmia), Leòntice attraverso il lat dal gr LEONTOKE leonina, Leontopòdio (col gr PODOS
piede), Leònza questo una sovrapposizione con Lonza, Leopàrdo composto con PARDUS pantera cui il prefissato
Illeopardìto (IN illativo); i termini Leopardeggiàre e Leopardiàno sono associati a G. Leopardi (1798/1837), così Leopoldìno
questo relativo ai granduchi di Toscana Pietro Leopoldo (1747/1792) e Leopoldo II (1797/1870).
La variante Liòne per Leone ha prodotto in complanare Lionàto, Lionèssa, il mitico Liocòrno (composto con Corno) o
Leocòrno (senese) con variante Alicòrno (entrambi dal XIV sec) al quale si sarebbe aggiunto il snm moderno Unicorno
(questo dal XX sec), e Liofànte questo termine volg per Elefante, sovrapposto a Lione. Virtualmente connessi, poiché
l’onomastica s’era ispirata al nome dell’animale, i termini Leonìna (moneta d’oro del 1823 fatta coniare da Leone XII),
Leonìno (verso di poesia medv dal poeta Leonio (XII sec), e il nome Leopoldo. Nel percorso, l’ital conta gli onomastici Leo,
Leone, Leonardo attraverso il long LEONHARD “forte come un leone” (con HARD forte), Leonida “simile al leone (col suff
OIDE somiglianza); non è qui incluso l’onomastico Leopoldo poiché è dal gr LIUTPOLD che vale “valoroso tra la gente (il
popolo)” composto con LIUT popolo e POLD baldo.
Elefànte, la cui vita media è di 60 anni, è dal lat ELEPHAS ELEPHANTIS già gr inv ELEPHANS, cui Elefantèsco,
Elefantìaco, Elefantìasi con Elefantisìaco, Elefantìno; Elefàntulo (suff del dim latino ULO) è una sorta di Toporagno
nordafricano indicato anche con Elefantulo di Rozer classificato nella Famiglia dei Macroscelidi.
Le tipiche zanne d’elefante sono fonte di Avòrio questo dall’aggettivo lat EBOREUS di avorio relativo a EBUR EBORIS
avorio cui Ebùrneo o Ebùrno con il termine medico Eburneaziòne. La femmina dell’elefante conclude la gestazione
(gravidanza) in 22 mesi.
Leopardo, come succitato, è quindi snm di Pantera questo da PARDUS dal lat PANTHERA già gr PANTHER cui Pàrdo,
Pantèra, nell’errata tradizione che vuole il Pardo montone della leonessa; Irbis-ìrbis “sorta di pantera della neve” è
l’omologismo dal russo IRBIS di genesi mongola.
Tìgre dal gr-lat TIGRIS, animale diffuso in Asia, cui Tigràrsi, Tigràto con Tigratùra, Tigrèsco, il dim Tigròtto. Pseudoetim il
termine Tigrìno relativo al Tigrè una regione dell’Etiopia, ma anche lingua semitica tra l’Etiopia e l’Eritrea; però, lo zoonimo
ed il termine potrebbero vrs essere connessi con una rad locale. Il Tigrino, quale lingua, ha omologato alcuni termini italiani,
i quali, più che esotismi, partecipano oramai all’idioma, prova questa della passata colonizzazione.
L’ibrido dall’accoppiamento di un leone con una tigre femmina è indicato con Lìgre, un inc anche lemmatico, che non
avrebbe nulla del termine Ligroìna che è invece una miscela di idrocarburi, questo d’etim ignoto ma nulla vieta di pensare a
un riferimento tropologico con Ligre quale “mescolanza”.
\ Arena Stadio
I giochi atletici di ieri si svolgevano nelle Arene, quelli di oggi negli Stadi.
Arèna, dal lat HARENA circo, e vale sabbia dal tema med GHASENA, per il semplice fatto che il fondo era ricoperto di
sabbia (rena), cui Arenàceo, Arenàio, Arenàre, meglio Arenàrsi, con Arenamènto, Arenària (roccia) e Arenàrio, Arenìcola
“grossi vermi Policheti Sedentari”, Arenìcolo, Arenìle, Arenòso con Arenosità, ma anche Arrenàre questo composto dal pref
AD e (A)rena; nel percorso complanare, Rèna, Renàccio, Renàio, Renaiòlo (operaio addetto alla rena fluviale), Renèlla,
Renosità, Renòso, con aferesi della A.
\ Occorrono su e giù 100milioni di anni perché una massa di rena si possa evolvere in roccia arenaria.\
Stàdio, dal lat STADIUM, attinto al gr STADION, era una misura di lunghezza cui il composto Stadiòmetro “strumento
misuratore della statura” perlopiù riferito all’uomo.
La rad simile al gr STATER STATEROS moneta, connessa con l’antichissima STHA fermarsi, cui Stadèra o Statèra, con
Staderàio, Staderànte e Stàdia, indicherebbe semant una misura, un valore, svoltosi nel lat STATEREM e nell’ital Statère
peso, moneta; il termine è connesso con STASIS stabilità-equilibrio. Lo Statere di Dario fu la prima moneta coniata in oro
371
nella storia. La Stadera ha assunto la traduzione di BALANCE ROMAINE bilancia romana nella lingua franc.
Il termine Stadio avrebbe una connessione con Stàggio o Stàggia “pezzo di legno-unità di misura”, questo dal lat volg
STADJUM (class STADIUM); appare quindi etim ovvio (stesso rad STA) che quel pezzo di legno avesse una misura, un
valore ed appare semant logico che Stadio sta per “campo di una determinata lunghezza” e il tutto verrebbe avvalorato dal
termine Stàzza “dimensione” dal lat volg STADJA plur di STADJUM, cui la variante Stàza eppoi Stazzamènto, Stazzàre o
Stazàre, Stazzatòre o Stazatòre, Stazzatùra o Stazatùra.
\ Antichi giochi greci
Gli Olimpici, la cui origine leggendaria si fa risalire alle fatiche d'Ercole, ebbero inizio nel 776 aC e si svolgevano ogni
quattro anni, comprendendo gare del Pentathlon ed agoni letterari. Furono aboliti da Teodosio I nel 393(4) dC con la 292°
edizione. Secondo la più antica tradizione, erano stati istituiti in memoria della vittoria di Zeus sul padre Crono, per il
predominio dell’universo. Tra un’Olimpiade e l’altra si svolgevano i Giochi Pitici in onore del dio Apollo Pitio, uccisore del
serpente pitone, e consistevano dapprima in competizioni letterarie e musicali per poi riabbracciare tutti i giochi olimpici, i
Giochi Nemei in onore di Ercole, uccisore del leone nemeo, in sostanza simili ai Pitici ed infine i Giochi Istmici in onore del
dio Poseidone Istmio, che comprendevano, oltre al pentathlon, corse, pugilato, le gare musicali e poetiche.
In percorso da Olimpo, il mitologico oronimo gr dimora degli dei, corrispondente oggi metaf a Cielo o Paradiso, ma anche al
vertice di una gerarchia, l’ital conta Olimpìaco, Olimpìade, Olimpiònico questo con un suff tratto dal gr NIKE vittoria, per
accezione termini in riferimento ai giochi, eppoi Olimpica (anche “ostentata calma”), Olimpicamènte, Olimpicità, Olìmpico,
Olìmpio, l’onomastico fem Olimpia. Il gr NIKE vittoria ha ispirato l’onomastico Berenice “che porta alla vittoria” col pref da
rad BHER portare, cui la variante Veronica.
\ Antichi ludi romani
Si distinguevano in Ludi Stati (ricorrenti a periodi fissi), Ludi Votivi (in devozione di un dio) e Ludi Straordinari. Secondo la
specialità, si suddividevano in Ludi circensi (nel circo), Ludi gladiatori (nell’anfiteatro) e Ludi scenici (su di un palco di
legno, successivamente in un vero e proprio teatro di pietra). Tra gli Stati c’erano i Ludi Secolari che si svolgevano appunto
ogni cento anni, con spettacoli notturni. Gli ultimi ludi istituiti furono le Augustalie. Furono soppressi, con i giochi greci
olimpici, dall’imperatore cristiano Teodosio I perché considerati di rito pagano.
\ Olimpiadi moderne
Fu il franc barone Pierre De Coubertin che nel 1894 propose la restaurazione dei giochi olimpici aboliti nel IV sec. Le prime
Olimpìadi moderne si svolsero nel 1896 ad Atene; l’edizione del 1912 (VI°), quelle del 1944 e 1945 (XII-XIII°) non ebbero
luogo a causa degli eventi bellici. Rispetto alle olimpiadi antiche, le attuali hanno convocazione intercontinentale. Il famoso
logo a cinque cerchi apparve storicamente nelle olimpiadi di Los Angeles nel 1932. Le donne esordirono nei giochi olimpici
nel 1900, con 29 presenze.
Adottato dal 2004 il termine Paralimpìadi o Giochi paralìmpici (pref PARA) per atleti menomati.
Oggi, ad Olimpia, è eretta una stele in cui è conservato il cuore di Pierre De Coubertin, il fondatore delle Olimpiadi moderne.
\ Lotta Palestra Polemica
Il lemma Losànga è dal franc LOSANGE presumibile genesi celt; tuttavia, dato il suo significato di “rombo”, nulla vieta
pensare al gr LYGIZO fare dei piegamenti ginnici, cui il tema lat LUGERE, LUCERE, LUCTARI e il percorso ital Lòtta,
con un desueto Lùtta, Lottàre “piegarsi nell’incontro”, Lottatòre. Ineluttàbile è dal lat INELUCTABILIS questo da
ELUCTARI lottare per salvarsi, con doppio pref IN negativo, EX estrattivo e vale che non si può lottare per sottrarsi;
Riluttàre con Riluttànte, Riluttività e Riluttànza dal lat RELUCTARI resistere col pref di senso opposto svoltosi in RI.
Sorta di lotta è il glb cinese Kung fu “arte marziale” cui la specialità Kung tsun.
Dal gr PALAIO io lotto, cui PALAISTRA, il lat ha tratto PALAESTRA inv in ital Palèstra con Palestràle, Palèstrico,
Palestrìta e il volg Palestrato; da PARIS lottatore, l’onomastica avrebbe adottato Paride 1 già nella mitologia.
Ancora, dal gr POLEMOS guerra cui POLEMIZO combatto, il franc ha tratto POLEMISER riversatosi in senso fig nell’ital
Polèmico cui Polemicità, Polèmica cui Polemicàre, Polemìsta “lottatore”, Polemizzàre, il composto Polemologìa “studio dei
fenomeni bellici”, la locuzione Vis polemica “espressaione d’impeto”con il lat VIS forza. In percorso vrs fig si contano
Polemònio “sorta d’erba perenne” dal gr POLEMONION cui Polemoniàcee “Famiglia botanica Classe delle Dicotilèdoni”,
Tolomeo in onomastica italianizzazione di PTOLEMAIOS arcaico di POLEMOS attraverso il lat PTOLOM(A)EUS con
successiva aferesi.
Infine, sempre dal gr, da ERIDAINO io lotto-combatto, l’ital conta Eridologìa “studio psicologico dell’aggressività” cui
Eridòlogo.
Oggi, tra i termini rispettivamente derivati dal gr LYGIZO, PALAIO, POLEMIZO, ERIDAINO, il sopravvissuto semant
fedele al combattimento è il Palestrita, indenne cioè da risvolti fig.
1
Paride, comunque, è lo storico Esposto o Esposito della cognomastica etichettata, essendo stato esposto, ossia abbandonato. I suoi genitori,
Priamo ed Ecuba, regnanti a Troia, infatti, intimoriti dalla profezia che il loro erede avrebbe un giorno trascinato la patria in una guerra, lo
lasciarono sul monte Ida alla misericordia dei pastori, i quali l’allevarono. Il nome Paride, allora, risuonerebbe da PARUS partorito col suff
gr (O)EIDES somiglianza, apparenza, poiché, in realtà fu un parto non accettato.
\ OC OIL
Prefissi OLTRE ULTRA
La lingua tanto amata dai rimatori italici prima della rivoluzione volg, comprendeva l'idioma prvz OC, che significava
l’avverbio affermativo Sì, rifacendosi al lat HOC delle risposte affermative. Oggi, in sua memoria, ai confini con la Spagna
ed Andorra, esiste geograficamente la Linguadòca, in franc Languedoc-Roussillon, in cui sopravvive la comunità degli
Occitàni, di lingua d’Oc appunto e di cultura propria, oltre ad una comunità che vive in Italia, nel Piemonte.
Altra lingua che affascinava gli artisti italici, alla deriva per la mancanza di una lingua nostrana, che non fosse il lat class, era
l’ant idioma della Francia centro-sett, OIL, che, ancora, significava l’affermativo Sì, rifacendosi al lat HOC ILLE in
espressioni affermative.
Lingue del Sì, quindi, ma da non equivocare con … del bel paese là dove ‘l sì suona (Dante), giacché è riferito all’Italia.
OLTRE ULTRA
ILLE appartiene al tema lat AL ILLE OL OLLE, cui Alienàre, Alienaziòne, Alièno, Alìquota, Alquànto.
\ Nel 1961 lo studioso Frank Drake elaborò la cosiddetta Equazione di Drake, con la quale dimostrò che esistono nel cosmo almeno 4mila se
non 5mila civiltà aliene.\
ALIUS ALTER cui Altèrno da ALTERNUS uno su due con Alternàre, Alternànza e il prefissato Subaltèrno, la variante
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Altèrco da ALTERCUS col denm ALTERCARI cui Altercàre; Altro-àltro (con suff TERO che vale “opposizione” fra due
entità come in NOSTER e VOSTER nostro e vostro) cui Altrico-àltrico “relativo alle mansioni (non professionali o di
mestiere) per il mantenimento del proprio nucleo famigliare” l’avverbio Ierilàltro dalla locuzione Ieri l’altro, Peràltro dalla
locuzione Per altro, il pronome Talàltro o in locuzione Tal altro dalla composizione Tale e Altro, Altrùi, dal volg ALTERUI
già class ALTERI quale dativo di ALTER, con Altruismo, Altruìsta e Altruìstico, le composizioni Altresì, Altrettàle dalla
locuzione lat ALTERUM ET TALIS atraverso il prvz ATRETAL già franc ant AUTRETEL, Altrettànto, Altrièri da Altro
ieri, Altrimènti già Altramènte-Altramènti-Altrimènte (col suff d’avverbio) dal lat ALIAS questo ancora adottato inv in ital
*Alias-àlias “cioè, ovvero…”, Altrochè (corretta accentazione altroché), Altrònde dalla locuzione lat ALTER UNDE cui
D’altrònde, Altròve, una locuzione storica Mansioni altrici “impegni per sostenere la famiglia” da parte del Pater familias,
un volg laziale Noàntri che vale la locuzione Noi altri, e Peràltro dalla locuzione Per altro. ULTRA di là da-più che,
avverbio di ULTER che va - che si trova al di là, cui Ultra-ùltra e Oltre-òltre con la variante Oltra-òltra che l’ital utilizza
anche in pref adattati OLTRE-ULTRA, cui, derivati e composti, l’avverbio Oltracciò, Oltracotànte o Oltracotàto attraverso il
provz OLTRAGUIDAN già franc OLTREGUIDANT coin Oltracotànza, Oltràggio e Oltraggiàre “oltre la morale” attraverso
il franc OUTRAGE già OLTRAGE cui Oltraggiàbile, Oltraggiamènto, Oltraggiatòre e Oltraggiòso, Oltràlpe “di là delle
Alpi” dalla locuzione Oltr’Alpe, Oltramàre meglio Oltremàre con Oltremarìno già Oltramarìno o altrimenti Trasmarìno (pref
TRAS), Oltramiràbile meglio Oltremiràbile,Oltramisùra meglio Oltremisùra dalla locuzione Oltre misura, Oltramòdo meglio
Oltremòdo, Otramondàno meglio Oltremondàno, Oltramontàno meglio Oltremontàno, Oltrànza attraverso il franc
OUTRANCE dal verbo OUTRER spingere oltre con Oltranzìsmo e Oltranzìsta, il verbo Oltràrsi, la congiunzione Oltrechè o
Oltrecché (corretta accentazione oltreché o oltrecché) dalla locuzione Oltre che, Oltreconfìne dalla locuzione Oltre confine,
la storica Oltrecortìna (nei paesi comunisti sovietici) dalla locuzione Oltre la cortina di ferro, Oltrefrontièra dalla locuzione
Oltre frontiera, Oltremànica dalla locuzione geografica Oltre Manica ovvero di là del Canale della Manica, Oltremònte o
Oltremònti, Oltrenùmero, Oltreocèano, Oltrepassàre con Oltrepassàbile e Oltrepassamènto, Oltrepò dalla locuzione
geografica Oltre Po, Oltrepossènte, Oltretòmba, l’avverbio Oltretùtto, Oltreumàno.
Eppoi, Ultrà attraverso la locuzione franc ULTRA ROYALIST, Ultracentenàrio, Ultracentrìfuga con Ultracenrifugaziòne,
Ultracompàtto, Ultracondensatòre, Ultracòrto, Ultracùstica con Ultracùstico, Ultradèstra, Ultrafàcile, Ultrafemminìle,
Ultrafiltrànte con Ultrafiltraziòne e Ultrafìltro, il glb ingl Ultraformig con cambio di pref da Reforming (TO REFORM
trasformare), Ultraleggèro, Ultramarìno, Ultramicrofotografìa, Ultramicròmetro, Ultramicroscopìa con Ultramicroscòpico e
Ultramicroscòpio, Ultramodèrno, Ultramondàno, Ultramontanìsmo dal franc ULTRAMONTANISME (fig “fedele alla
politica pontificia di Roma” in opposizione alla politica degli indipendentisti tedeschi) con Ultramontàno a questo rrelativo e
Ultramontàno nel senso semantico del termine, Ultrapastorizzaziòne, Ultraportàtile, Ultrapiàtto, Ultrarallentatòre,
Ultraràpido, Ultraregionàle, Ultrarelativìstico, Ultraresistènte, Ultraridòtto, Ultraròsso, Ultrasensìbile, Ultrasinìstra,
Ultrasocializzaziòne, Ultrasuòno con Ultrasònico “oltre la velocità del suono”, ovvero con una frequenza superiore a 20.000
Hz, Ultrasonòro, Ultrasuonografìa e Ultrasuonoterapìa, Ultrastruttùra con Ultrastrutturàle, Ultratecnològico, Ultraterrèno,
Ultrattività, Ultraviolètto con una frequenza superiore a quella dei raggi visibili, Ultravuòto, Ultròneo “eccedente” da
ULTRONEUS svoltosi da ULTRO spontaneo; il lat ULTER sopravvive in Ultimo-ùltimo con Ultimàto e Ultimàtum,
attraverso il suo superlativo lat ULTIMUS e in Ulteriore-ùlteriore dal comparativo ULTERIOR,
Rispetto ai snm PRETER “di pensiero” e TRANS”geografico”, OLTRE indica dunque “modo, tempo, spazio”, ULTRA,
invece, una qualità e una condizione. Pertanto, si ha la locuzione Delitto preteritenzionale, la denominazione di Transalpino,
il titolo cinematografico Il buio oltre la siepe di R. Mulligan (1968), eppoi l’enunciazione che “Gli uccelli vedono a colori,
meglio degli uomini, poiché i loro occhi sono impressionati anche da raggi oltre il visibile umano”.
.
PONENTE IMPOSTA PONTE
PONENTE
Ponènte è il Ppres di Ponère, fig “tramontante”, con riferimento al sole e al relativo punto cardinale opposto a
Levante. Il Ponentìno è la brezza di mare che soffia sulle coste laziali. Il verbo Ponère, con Ponimènto e
Ponitòre, dal lat PONERE, contiene una primitiva composizione PO-SINERE da rad indoeur SEI sito; per una
corretta comprensione etim, è da notare che dal verbo SINERE lasciare è sorto PO-SINERE ricollocare, questo
con il pref PO, vrs da un arcaico APO 1, che sta ad indicare un’azione conclusa, stabilizzata, cui i derivati Sìto,
Situàre con Situàto, Situaziòne con Situazioinàle e con la locuzione lat sempre in auge In situ e quella teatrale
ingl glb Situation comedy con l’ellittica Sit com “commedia di situazione”. Da non associare etim Sito a Insitoìnsito, poiché questo non sta per “insediato, nel sito”, bensì per “inseminato, intimamente radicato”. Insito, nel
significato di “insediato nel nostro intimo”, comunque, rivela una sovrapposizione semantica; viepiù, la
somiglianza della rad SEI lasciare alla rad SED sedere proverebbe un’antichissima familiarità attraverso i
derivati: SEI-Sito e SED-Sede. Esiste, fra l’altro, il lemma Sìto che vale “muffa” dal lat SITUS attestatosi in
Toscana ed un ulteriore Sito dal lat SITOS cibo (Ved Parassita in Zecca…)
Ponere ha la sua variante in Pòrre questo con sincope del gruppo ne e raddoppio della lettera r cui i prefissati e
composti Antepòrre con Anteposiziòne e Antepòsto, Contrappòrre con Contrapposiziòne e Contrappòsto,
Frappòrre con Frapposiziòne e Frappòsto, Giustappòre con Giustapposiziòne e Giustappòsto, Infrappòre,
Interpòrre o Trapòrre con Interpòsto o Interpòsito con Interpositòre e Interposiziòne, Sottoespòrre con
Sottoesposiziòne, Sottopòrre con Sottopòsto, Traspòrre o Transpòrre con Traspositòre e Trasposiziòne meglio
adottati rispetto ad Anteponère, Interponère … e il termine chimico Trasposòne (con Trasposizione e il suff
chimico ONE)
Discendenti impliciti di PO-SINERE ponere o porre, l’ital conta Pòsta dal lat POSITA luogo di sosta, con
caduta della vocale i, il suo denm Posteggiàre e il devb Postèggio, eppoi Postàle, Postigliòne, Postìno o Postière,
la locuzione A posta cui il lemma Appòsta, Appostamènto e Appostàre, il prefissato Impostàre con
Impostaziòne, il glb ingl Post-it “foglietto autoadesivo in evidenza per appunti”; eppoi Postùra o Positùra dal lat
POSITURA astratto da PONERE cui il Pp POSITUS di Pòsto con Postàre e Spostàre (S sottrattivo), Postaziòne,
gli omonimi Impostàre e Impostaziòne, infine Impostatùra, Postìme “mangime”. Giustappòsto vale “posto
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accanto”. Il Postino ottocentesco era chiamato Pedone postale. Dall’ingl MAIL posta cui ELECTRONIC POST
Posta elettronica si ha il glb ipocoristico E-mail o anche semplicemente Mail e ancora Mailing “invio di posta
pubblicitaria”, le locuzioni Mailing Lista “elenco o lista di spedizione” e Mail Order “ordinazione via posta”.
L’esot ingl POSTER affisso-manifesto è in connessione con il percorso lat di POSITUS posto.
La locuzione Posto di lavoro ha condotto al teremine provocatorio Postifìcio in relazione al clientelismo.
Appare più esplicito discendente di PO-SINERE il termine Posiziòne, dal lat POSITIO POSITIONIS, cui
Positìvo con Positìva, Positivìsmo, Positivìsta, Positivìstico, Positività, Positivizzàre con Positivizzaziòne, il
fisico Positòne o Positròne (Positivo con Elettrone) con Positrònio, Positùra dal tardo lat POSITURA dal Pp
POSITUS, Posiziònàre con Posizionàle, Posizionamènto e i prefissati Anteposiziòne con Antepòsto,
Frapposiziòne con Frappòsto, Interposiziòne con Interpòsto.
Il pref DE con SINERE compone DESINERE terminare cui l’ital Desinènte con Desinènza e Desinenziàle, che
nella linguistica rappresentano il morfema mobile saldato al termine di un lessema per indicarne il caso (lat), il
genere, il numero, la persona e il tempo del verbo, insomma un suffisso.
Il verbo Ponere-Porre è una straordinaria fonte semant; con il doppio e triplo pref, il lemma va a modificarsi sino
ad invertire la propria dinamica, come da elencazione che segue.
AD-PONERE, Appòrre “mettere sopra, attribuire”, cui Appositìvo, Apposiziòne.
CUM-PONERE, Componère o Compòrre “collocare insieme a... ordinare, conciliare, concepire” cui
Componènte, Componimènto, Componitòre, Compòsite (Famiglia botanica) snm di Asteracee, Compositìvo,
Compòsito da COMPOSITUS, Compositòio, Compositòre, Compositrìce, Composiziòne cui Composizionàle,
Compòsta transitato dal franc COMPOTE, Compostèzza, Compòsto da COMPOSITUS con caduta della vocale i
come in Posta-Posto; eppoi i prefissati con S sottrattivo cui Scomponìbile, Scomponibilità, Scompòrre,
Scomposiziòne, Scompostamènte, Scompostèzza e Scompòsto. I doppi prefissati Decompòrre con
Decomposiziòne, Discompòrre con Discomposiziòne, Ricompòrre con Ricomposiziòne e Ricomponimènto, il
composto Fotocompòrre cui Fotocomposiziòne.
DE-PONERE, Deponère o Depòrre o ancora Dipòrre “mettere giù, abbandonare, testimoniare”, cui Depòsito dal
Pp neutro DEPOSITUM con Depositàre, Depositàrio, Depositerìa, Deposiziòne, Depòsto. Il composto
Ovidepòrre (con Uova).
DIS-PONERE, Disponìbile con Disponibilità, Disponère o Dispòrre “collocare e preparare in un certo ordine”,
cui Disponènte, Disponimènto, Disponitìvo, Disponitòre, Dispòsi, direttamente dal lat Disposìtio “disposizione”,
il lemma composto Disposofobìa “mania delle cianfrusàglie”, l’aggettivo Dispositìvo (col suff IVO di valore
durativo) e il sostantivo omn Dispositìvo transitato dal franc DISPOSITIF, Dispòsito, Dispositòre, Dispositòrio,
Dispositùra, Disposiziòne, Dispòsta, Dispostèzza, Dispòsto. Con il doppio pref PRE si ha Predispòrre con
Predisponènte, Predisposizione e Predispòsto. Con il doppio pref IN si ha ancora Indispòrre “rendere o rendersi
non servibile per malessere, disadattazione, proporzioni, volontà...” cui Indisponìbile, Indisponibilità,
Indisposiziòne, Indispòsto e, talvolta in maniera irritante, leggi Indisponènte. L’iterativo Ridispòrre, i composti
Bendispòsto e Maldispòsto già in locuzione Ben disporre e Mal disporre.
EX-PONERE, Esponère o Espòrre o ancora Spòrre “lasciare la ri-collocazione per tracciarne un’altra che va a
rappresentare” e\o “ostentare”, cui Esponènte 2, Espositìvo, Esposiziòne, Espòsto, il prefissato Sovraespòrre o
Sovrespòrre, il composto Esposìmetro.
IN-PONERE, Impòrre “mettere sopra, far rispettare, comandare, assegnare”, cui Imponìbile, Impositìvo,
Imposiziòne, Impòsto e Impòsta questo sia termine fiscale sia architettonico o elemento di una finestra snm di
Scuro; il lemma Impostìme “sedimento” vale Imposto con un suff collettivo IME come in Mangime. I doppi
prefissati Disimpòrre, Sovraimpòrre o Sovrimpòrre.
OB-PONERE, Opponère o Oppòrre, Opponènte, Opponìbile con Opponibilità, Oppositìvo, Oppòsito o Oppòsto,
Oppositòre, Opposiziòne, i composti botanici Oppositifòglio (col suff da Foglia), Oppositipètalo, Oppositisèpalo,
Opposititèpalo.
PRE-PONERE (pref lat PRAE), Prepòrre, Prepòsito con Prepositìvo, Prepositùra, Preposiziòne e Prepòsto
questo rintracciabile in Prevòsto attraverso il franc PREVOST e in Profòsso “carceriere” attraverso il ted
PROFOSS.
PRO-PONERE, Proponère o Propòrre “presentare per un’accoglienza, decidere...” cui Proponimènto,
Propositìvo, Propòsito con Spropòsito, Proposiziòne 3, Propòsto e Propòsta. I prefissati Contropropòrre,
Ripropòrre con Riproposiziòne.
RE-PONERE, Riponère o Ripòrre “porre di nuovo” cui Repositòrio e Reposiziòne o Riposiziòne, Ripòsto e
Ripostìglio.
SUB-PONERE, Supponère o Suppòrre o amcora Soppòrre, Suppositìvo, Supposiziòne, Suppòsto, Suppòsta. Il
doppio prefissati Presuppòrre con Pesupposiziòne e Presuppòsto.
1
Questo arcaico pref APO, svoltosi in PO, corrisponderebbe al lat AB, il motivo per cui non esiste, come da elencazione che segue, il verbo
PONERE prefissato con AB.
2
In un dizionario, l’Esponente (voce esposta) è la parola base elencata in ordine alfabetico, quasi sempre in neretto, donde discendono i
lemmi e gli articoli raggruppati. In questa ricerca del “Percorso omologistico”, gli esponenti di partenza sono riportati nelle terzine.
3
In linguistica, ovvero nella grammatica, la Proposizione, snm di Frase, è il segmento sostanziale di un testo, che comprende il soggetto
(nome), il predicato (verbo) e non essenzialmente i complementi; si idenificano in Principali e Secondarie, Cooridinate e Subordinate,
Esplicite ed Implicite. Una Proposizione può essere Straordinaria quando costituita solo da un verbo.
\ Preposizioni semplici ed articolate
Preposizioni improprie
374
Le Preposizioni dal lat PRAEPOSITIO PRAEPOSITIONIS segnalano un rapporto tra verbo e il nome al quale vengono
preposti e sono parte integrante dei Complementi.
L’ital conta DI, A, DA, CON, SU, PER, TRA, FRA, e possono travarsi, ad eccezione di TRA e FRA, in composizione con
l’articolo relativo al nome; sovente sono scambiabili nell’uso, determinado identica immagine “Spiare DAL buco della
serratura” vale “Spiare PER IL buco della serratura” (determinazione fig di “attraverso luogo”).
*DI, con *Della, *Delle, *Del, *Dello, *Dei, *Degli, simbolo del caso lat genitivo, deriva dal lat DE; dal valore originario di
distacco, assume funzioni di moto (da luogo, attraverso luogo), origine e provenienza. separazione e privazione. Quale
simbolo del genitivo assume valore di specificazione oggettiva e soggettiva, estendendosi nel determinare abbondanza, causa,
colpa e pena, denominazione ed argomento, età, fine e scopo, limitazione, modo e maniera, peso e misura, qualità e materia,
stima e prezzo, strumento e mezzo, tempo, introduzioni per impicite, uso partitivo e distributivo, predicativo, costruzione
superlativa e di locuzioni.
Accompagna il soggetto in frasi quale “dei lupi attraversano il parco cittadino” e il complemento oggetto quale “sto
mangiando delle mandorle”
Il DI preposizione appare ancora connesso con complementi di paragone (più onesto di…), di materia (fatto di mollica), di
moto per luogo (guadare di qua il fiume),
*A, o la forma eufonica Ad, con Alla, Alle, Al, Ai, Allo, Agli, simbolo tra l’altro del caso lat dativo, deriva dal lat AD;
dermina una causa, distanza, età, fine o scopo, limitazione, mezzo e strumento, modo e maniera, moto (a luogo, in luogo),
paragone, pena, prezzo e misura, qualità, termine, tempo continuato e determinato, vantaggio e svantaggio, uso distributivo,
predicativo del soggetto e dell’oggetto, uso nelle proposizioni implicite e condizionali, nelle locuzioni.
*DA, con Dalla, Dalle, Dal, Dai o la forma tronca Da’, Dallo, Dagli, deriva dalla locuzione lat DE AB; la preposizione DA
determina un moto di provenienza, separazione e allontanamento, eppoi, permanenza, distanza, tempo, agente, causa, mezzo,
qualità, limitazione, stima e prezzo, fine e scopo, modo e maniera, di collegamento al predicato del soggetto; eppoi forme
gerundive, passivanti, in funzione consecutiva, forme di locuzioni avverbiali ed alcune attestazioni ricorrenti da estensioni
non sempre corrette come il passaggio di DA dalla forma di valore passivo “pagine da scrivere” alla forma scorretta di valore
attivo “macchina da scrivere”, oppure nell’uso di DA con valore di specificazione “messa di requie” nella forma scorretta
“messa da requie”.
*CON, con Colla (Con la), Colle (Con le), Col, Coi (Con i) o la forma tronca Co’, Collo (Con lo), Cogli (Con gli), deriva dal
lat CUM; determina tradizionalmente compagnia, unione e relazione, estesosi in causa, limitazione, mezzo e strumento,
modo e maniera, paragone, qualità, tempo: eppoi uso nelle locuzioni e, infine, assume valore avversativo o concessivo
sostituendosi a Malgrado e a Nonostante, questo meglio da evitare a beneficio della lingua “Con tutti i problemi cha ha,
riesce ugualmente a dormire” invece del più linguistico “Riesce ugualmente a dormire, nonostante abbia tanti problemi”.
*SU o un raro Sù con un obsoleto Sùe, con Sulla, Sulle, Sul, Sui, Sullo, Sugli, deriva da un tardo lat SUSO già SUSUM da un
ant SURSUM - questo si ritrova nell’ancora ricorrente locuzione lat Sursum corda! “In alto i cuori!” nel senso di “Animo!
Coraggio!” e che si ritrova come pref in terminologia scientifica quale Sursumduziòne riferita al movimento oculare - Con
valore di “sopra” determina uno stato in luogo e un moto (a luogo) anche fig, argomento, modo e maniera, materia, tempo
continuato e determinato; eppoi uso avverbiale incluse le locuzioni. L’ital conta un poetico Sùso che vale Su, di forma
avverbiale, riscontrabile nel volg, cui Lassù o l’obsoleto Lassùso composto da Là e Su.
*PER, con Pel (Per il), Pei (Per i), ormai desueti a beneficio degli espliciti Per la, Per le, Per il, Per i, Per lo, Per gli, deriva
dal lat PER. Determina innanzitutto uno stato in luogo, moto (a luogo, traverso), estesosi in agente, causa, causa efficiente,
colpa e pena, comvenienza, fine e scopo, limitazione, mezzo, misura ed estensione, modo e maniera, prezzo, stima, tempo
continuato e determinato, termine (direzione e destinazione, vantaggio e svantaggio; eppoi uso giudicativo, predicativo e di
sostituzione e distributivo, valore di congiunzione causale, concessiva, consecutiva, finale, in costruzioni perifrasiche e di
locuzioni.
*TRA e l’eufonico *FRA derivano dal lat INTRA INFRA, gli eventuali articoli sono posti sempre separati; determinano
innanzitutto uno stato in luogo, estendendosi in causa, compagnia, distanza, modo e maniera, relazione, tempo continuato,
nell’uso partitivo.
L’uso diffuso nell’abbinare in un senso rinforzativo le preposizioni TRA e PER è scorretto “Tra per le telefonate e tra per i
fax, non riesco ad allontanarmi dall’apparecchio”.
Esistono ancora delle preposizioni cosiddette Preposizioni improprie quali Mediànte (Ppres del lat MEDIARE interporre da
MEDIUS), Tràmite (Ved Tramare… in Ordire…) Vìa (Ved Trivio…), discendenti da antiche forme nominali, anche queste
sempre separate dagli articoli.
\ Apposizione Attributo
Nella sintassi, l’Apposizione (semplice) è un sostantivo che accompagna un nome, un altro sostantivo, utile a determinarlo
“Umberto II re di maggio”, “ La Televisione il focolare del XX sec”; può trovarsi accoppiata o in elenco e in tal caso si
definiscono Apposizioni composte, “Nerone, imperatore e poeta”
L’Apposizione, ancora, può trovarsi preceduta da una voce pleonastica (come, da, in qualità…) ed allora è indicata
Apposizione in locuzione avverbiale, “Questo volume è adatto come testo di scuola”; infine, qualora l’Apposizione sia
accompagnata da un aggettivo (attributo) essa è chiamata Apposizione complessa, quindi, rielaborando l’ultimo esempio, si
avrebbe “Questo volume è adatto come testo scolastico” .
L’Attibuto, infatti, è l’aggettivo che accompagna un nome, un sostantivo, sia esso soggetto, predicato nominale o
complemento, per attribuirne qualità o circostanze,” La quercia solitaria di Villanova è un albero secolare”, col tronco cavo”.
\ Magazzino
Snm di Deposito (adottato nel XIII sec) è Magazzìno (adottato nel successivo sec XIV) con attestazione sett Magazzèno, cui
la locuzione Grande Magazzino. Il termine Magazzino, un omologismo, non è un dim, ma il plur dall’ar MAHAZAN
deposito-MAHAZIN depositi.
Dall’ant franc ESTAPLE già ol STAPEL magazzino, l’ital conta l’omologismo Stàpula snm di Magazzino.
Dall’ingl si conta il glb Magazine che vale “deposito di informazioni” attestatosi in “Rivista” quale pubblicazione periodica.
Gli allitterati Magagna, Magari, Magatello non hanno nulla della rad ar.
Magàgna, devb di Magagnàre, è dal prvz MAGANHAR ridurre in cattivo stato cui Magagnamènto e Magagnatùra. Magàri,
con lenizione vrs veneta, è dal gr MAKARIE beato te! cui l’onomastico Macario. Magatèllo, infine, è un termine volg
lombardo e vale fantoccio, fig passato in macelleria per girello.
375
IMPOSTA
L’omn tra Imposta “tassa” e Imposta “sportello ligneo” girevole delle finestre, può far credere che sia l’eredità di
un tempo, quando, si narra, il signore pretendeva dalla gleba un’imposizione pecuniaria per ogni finestra
ricavata dalle pareti delle loro case. In realtà, il primo termine Imposta è il Pp sostantivato, al fem, di IN
PONERE cui Imponere o Imporre, pertanto è un “pagamento dovuto, imposto”; il secondo Imposta, invece, pur
d’identica derivazione, ha seguito il destino fig del verbo IN PONERE svoltosi semant in “introdurre qualcosa (o
qualcuno) con determinazione e renderla accetta all’ambiente”.
Nella terminologia eccl, il lat medv IMPONERE vale imporre una credenza ossia ingannare, cui Impostòre (che
vale Impositòre), Impostùra (Impositùra), Imposturàre e Imposturàto, in opposizione a POSITOR positore.
PONTE
Pònte è dal lat PONS, antichissima parola indoeur, stabilizzatasi nelle aree indoiran, arm, gr, bal e slava, dalla
rad PENTH strada; termine estesosi nel significato di Territorio e Ponto; infatti, è una regione della Turchia cui
il relativo Pòntico, il quale, per associazione, indica un sapore amarognolo, vrs relativo alla provenienza
geografica (Mar Nero) della pianta utilizzata, detta anche Rapòntico su modello del lemma composto Rabarbaro.
In Grecia nella locride c’era il toponimo Opunte cui la regione occidentale della Opunzia sul Mare dell’Eubea. In
Italia si conta il toponimo Pontinia, l’Agro Pontino.
Il mare è la via per eccellenza per i greci e quindi PONTOS mare, profondità cui il Ponto Eusino (Mar Nero)
con il coronimo Ponto, l’isola di Ponza e Isole Pontine o Isole Ponziane. Poeticamente sopravvive Pònto che sta
per Mare. Ripreso dai latini in PONS ponte, Ponte, allora, semant è il manufatto, ovvero la strada, che permette
di attraversare agevolmente le acque, quale un Ponte fluviale, il Ponte girevole a Taranto, termine svoltosi
finalmente, in senso lato, per un comodo collegamento, di là della natura da attraversare come una valle, una
rotonda stradale, i binari ferroviari… quali un Ponte stradale, un Ponte ferroviario, un Ponte pedonale, un Ponte
ciclabile nel proseguo di una “pista ciclabile”, acquisendo tra l’altro la moderna definizione di Viadotto. Ponte
di comando e Ponte di coperta sulle navi sono strutture perfettamente compatibili con lasemantica relativa al
mare.
In Portogallo, il ponte “Vasco de Gama” è lungo ben 17 Km. percorso semantico, Pontière per accezione il
militare geniere addetto alla costruzione dei ponti, Pontìle, Pontèggio con Ponteggiatòre, il dim Ponticèllo,
l’anatomico Pontìno dalla locuzione Ponte di Variolo del metencefalo, Pontìsta, Pontòne (grosso galleggiante),
Pontonàio, Pontonière, Pontaiòlo. Il Pontàtico o Pontèggio è il diritto medv di imporre un pedaggio sui ponti, ma
tanto medv non è, dal fatto che nel 2012, si paga ancora il pedaggio per attraversare il ponte di barche sul Piave,
che porta da Fossalta a Noventa, nel veneziano. Il Pontàto è un’imbarcazione munita di ponte di coperta. Infine,
arriva Pontèfice dal lat PONTIFEX che deriverebbe dalla composizione popolare PONS-FACERE costruire
ponti, ovvero “Colui che cura la costruzione dei ponti sul Tevere”. Ciò starebbe a provare la grande importanza
che aveva nelle popolazioni il raggiungere agevolmente le rive opposte, pertanto era la cosa che più
s’attendevano dai governi. A parte la discutibilità dell’origine, resta l’immagine dei Papi che fanno da tramite
(ponte, via...) tra gli uomini e Dio, cui i derivati logici Ponteficàto o Pontificàto, Pontificàle, Pontificàre,
Pontificànte, Pontifìcio.
Il Ponte sospeso, capace di valicare grandi fiumi e vallate, privo cioè di manufatti reggenti al di fuori delle due
colonne estreme, dopo le rielaborazioni del Ponte ad arco romnano e del Ponte a travata reticolare, nel 1801 J.
Finley sperimentò il suo ponte sospeso con catene di ferro rette dalle tori gemelle poste alle estremità.
\ Il futuribile Ponte sullo stretto di Messina, ha già avuto una realizzazione storica: furono i romani a costruirne uno, provvisorio, mediante
zattere, per riportare in Sicilia gli elefanti abbandonati sul continente dai cartaginesi; l’isola, infatti, aveva ancora una parte, quella
siracusana, sotto il controllo punico./
Ponte è anche, metaf, il giorno (o i giorni) di vacanza che collega due festività e chi ne usufruisce è il fortunato
Pontìsta. Pontàre è una variante di Puntàre “far forza” (leva) su di un punto per produrre moto, da non
equivocare etim col Puntàre “prendere la mira”, metaf “criticare, opprimere”, che è verbo denm da Punta.
Pontìno è relativo a Pontìna la regione laziale; la toponomastica riconfermerebbe il percorso semantico da
“strada”.
La sponda di un fiume è detta Rìpa dal lat RIPA ripido, pendio cui Riparèlla (adottato dal 1917) snm di
Salcerella (già dal 1826) e omn di Riparella da Riparare, eppoi Ripàggio o Ripàtico “tassa medv di approdo”,
Ripaiòla “rete da pesca”, Ripària, Ripàrio, il prefissato Straripàre, con il percorso lenito in Rìva, Rivièra questo
ellittico di TERRA RIPARIA, Rivieràsco e i composti Arrivàre con Arrìvo (AD RIPARE), Corrività con
Corrivazione e Corrìvo attraverso il lat CORRIVARE raccogliere acqua (di un bacino nell’alveo principale),
Derivàre (DE ablativo) con Derivatìvo, Derivàto, Derivaziòne e Derìva questo transitato dal franc DERIVE.
Sulle due rive di un fiume s’attestavano rispettivamente due tribù contendenti il corso d’acqua, donde i termini
Rivàle, Rivaleggiàre, Rivalità.
Dal termine ingl SHUNT che vale derivazione (circuiti elettrici) è sorto l’omologismo Shuntàre italianizzato
Sciuntàre.
\ Suffisso Prefisso ASCO
Rivierasco contiene il suff ASCO per toponimi e etnonimi come in Bergamasco, Comasco, Cremasco. Da non equivocare col
pref ASCO dal gr ASKOS otre-sacco, cui Ascìdia “animale marino” con Ascidiàcei (la Classe), Ascìdio dal gr ASKIDION
con Ascidiàto e Ascidiòsi (in botanica, suff patologico OSI); eppoi il fig Ascìte “malattia del ventre” con Ascìtico, i termini
Asco-àsco (organo del fungo) con Ascocàrpo, Ascogònio, Ascomicèti, Ascòspora, eppoi Ascoliàsmo (ant gioco d’equilibrio
sull’otre) e in vrs connessione fig i toponimi Ascoli Piceno e Ascoli Satriano 1; ancora utilizzato quale suff in termini quali
Esoàsco o Exoàsco, questo col pref gr EKSO fuori.
376
Termini alieni Asciànti quale omologismo di Ashanti, popolo della Costa d’Oro o Ghana in Africa, eppoi Ascòrbico con
Ascorbìna da Scorbuto con il pref A alfa negativo; il termine, in associazione con Acido, vale Vitamina C altrimenti detto
Acido ascorbico individualbile nella frutta e verdura, negli agrumi, nei pomodori e vegetali verdi. Scòrbuto o meglio
Scorbùto “carenza di Vitamina C”, cui Scorbùtico anche in senso fig “scontroso”, il composto Scorbutamìna (con Vitamina)
snm di Acido scorbutico (Vitamina C), è dal lat moderno SCORBUTHUS già ol SCORFT evolutosi in SCHURFT e pertanto,
anche se indiretto, può essere considerato omologismo.
Altro alieno è il termine glb ASCII (informatica) che è l’acronimo della locuzione ingl AMERICAN STANDARD CODE
FOR INFORMATION INTERCHANGE Codifica standard americana per scambio d’informazioni.
1
Ascoli Piceno, cui il demotico Ascolàno, antica capitale dei Piceni, l’Asculum romana lungo la consolare Salaria, divenne longobarda nel
578 e integrata nel Ducato di Spoleto, il quale con Pavia e il Ducanto di Benevento avrebbero rappresentato il potere longobardo in Italia. In
gastrinomia è ricercata l’Oliva ascolana.
Ascoli Satriano, cui l’omn demotico Ascolàno, colonia romana col toponimo Asculum, fu teatro della vittoriosa ma inutile battaglia di Pirro,
re dell’Epiro, contro i Romani nel 279 aC, il quale aveva già malamente incassato l’anno prima la vittoria di Eraclea, cui la locuzione
Vittoria di Pirro; il coronimo Epiro, con l’etnonimo Epiròta con Epiròtico, è dal gr EPEIROS terraferma cui i lemmi geologici Epeirogènesi
o Epirogènesi con Epirogenètico e un Apeirofobìa “paura dell'infinito” dove il pref A privativo sta per “assenza di terraferma” fig “il vuoto”.
Pirro utilizzò gli elefanti a mo’ di carrarmati, così come aveva fatto Annibale il 216 nella vicina Canne.
Ausculum era situata lungo la via consolare Traiana che da Benevento, ramificandosi dalla consolare Appia divenendone una sua
complanare, toccava Canosa, Bari, Egnazia o Gnazia (dal gr Gnathia) sull’Adriatico per Brindisi; l’Appia da Roma toccava Capua,
Benevento, Venosa, Tarnto per Brindisi.
Ascoli Satriano fu poi luogo nel 1041 della battaglia intrapresa dai Normanni alla conquista della Puglia, la quale poi sarebbe stata in breve
ereditata dagli Svevi di Federico II.
\ Ellesponto Siponto Ponte delle tre P
Ellespònto è l’ant toponimo dello Stretto dei Dardanelli 1 - fra l’Asia e L’Europa - che mette in comunicazione il Mar Nero
(Ponto) con l’Egeo, attraverso il Mar di Marmora ed il Bosforo, donde Pòntico quale relativo di Ponto; pertanto Ellesponto è
la Via Ellade per il Ponto. In gr, ELLEIPSIS è mancanza, nome d’azione di ELLEIPO lascio fuori; Ellespònto, allora,
potrebbe intendersi “la strada che manca” (interrotta dallo stretto di mare, appumto), oppure “la strada d’acqua che lascia
l’Ellade per l’Asia” o viceversa. Ellade, nome di una città della Tessaglia, andò ad indicare successivamente la Grecia e finì
per designare un vasto territorio che abbracciava Grecia, Magna Grecia, Cirenaica, Asia Minore; in percorso, Ellèno dal gr
plur HELLENES elleni, Ellènico, Ellenìsmo con Ellenìsta ed Ellenìstico, Ellenizzàre con Ellenizzànte, Ellenizzaziòne,
Ellenòfono, meglio Ellenòfoni, questo per accezione in riferimento all’area meridionale di lingua greca. La mitologia vuole
sia stato il tessalo Elleno, l’eponimo, vissuto nel 1519 aC, a fondare la città-madre della Grecia. L’Ellenismo rappresenta
pertanto l’istante storico di fusione della civiltà ellenica con quella orientale. Per Ellenismo, riferita all’area med, s’intenda il
periodo incluso dalla morte di A. Magno (323 aC) alla battaglia di Azio (31 aC), che aveva visto fronteggiarsi la flotta
egiziana comandata da Antonio in nome di Cleopatra e quella romana comandata da Ottaviano, vinta da questi. Oggi, i greci
chiamano la propria lingua Ellinkà.
Il percorso di Grecia conta, Grèca (sostantivo per fregio, decorazione, veste fem) con Grecàto, Grecàre attraverso il franc
GRECQUER con Grecàggio (sistema di rilegatura “alla greca”), Grìco o Grecànico dal lat GRAECANUS che vale Grèco o
Greciènse dal lat GRECIENSIS ma che è riferito alla cultura greca (Magna Grecia) nel sud d’Italia, un Greco nella
cognomastica, Gracàstro (ebreo greco, con suff peggiorativo ASTRO), Grecheggiàre, Grechèsco, Grechètto, Grecìsmo con
Grecìsta, Grecità, Grecizzàre con Grecizzànte e Grecizazziòne, Grèco dal gr GRAIKOS cui il pref GRECO per composizioni
quali Grecòfono, Grèco-bizantìno, Grèco-romàno con Grecoromanìsta (questo riferito alla lotta), Greco-ortodòsso, Grèculo
“maestrucolo di filosofia presso l’ant Roma”. Di omerica memoria, i greci antichi sono indicati con Achèi, ma in realtà
designavano gli abitanti della regione Acaia, cui Acàico, Achèo o il poetico Achìvo; da non inserire in percorso Acheuleàno,
periodo del Paleolitico, in riferimento al toponimo franc Saint Acheul, dove fu scoperta una stazione archeologic. Il composto
letterario Greco-bizantino nasce dal toponimo Byzantion, italianizzato Bisanzio, cui l’etnonimo Bizantìno o Bisantìno, città
fondata dai greci nel 660 aC e capitale dell’Impero Romano d’Oriente dal 395 aC, poi Impero Bizantino, con il nuovo nome
di Costantinopoli, in onore dell’imperatore Costantino; eppoi la moneta imperiale Bisànte dal gr BYZANTYS.
A seguito della conquista turca, i greci rimasti in città, nel quartiere Phanar, d’altronde riconosciuti dai nuovi padroni, furono
indicati col demotico gr PHANARIOTES da PHANAI dire- esprimersi (in greco) donde l’omologismo ital Fanariòta.
Dal 1760 la città ha assunto il toponimo di Istanbul, quale corruzione ipocoristica dal gr Konstantinoupol e dove pol diviene
bul, cui il demotico Stanbuliòta – appaiono talvolta Istanbulìno o Istanbulèse che sarebbe meglio accantonare - e ha perso il
ruolo di capitale a favore di Ankara nella moderna Turchia. Le vicende di questo popolo, storicamente legato all’Occidente,
nonostante le profonde tracce lasciate dall’occupazione arabo-musulmana, hanno fatto si che il paese entrasse nella NATO, e
già designato in prossimo futuro quale membro dell’Europa Unita 2. Bizantìno s’è attestato metaf nel snm di Cavilloso,
Pedante o di “preziosismo formale”, cui Bizantineggiàre, Bizantinerìa; Bizantinìsmo, però, vale anche per il recupero
dell’arte bizantina, cui le Icone, con Bizantinìsta.
Siponto, già gr Sipous, cui il demotico Sipontìno, oggi stazione balneare, era una civitas pedegarganica, nell’attuale golfo di
Manfredonia, completamente distrutta da uno sciame di dissesto terracqueo nel XIII sec, l’odierna Manfredonia rifondata dal
1256; il sito dei suoi scavi e delle romaniche chiese di S. Maria Maggiore e di S. Leonardo attendono una convincente opera
di riordinamento e restauri. L’origine si disperde oltre le colonializzazioni della Magna Grecia, ma la data ufficiale della sua
fondazione come colonia romana in Sipontum indica il 194/197 aC. È vrs, tuttavia, che il toponimo lat sia una
sovrapposizione a quello antico di origine gr: la costa è sempre stata ricchissima di una gustosa qualità seppie, in gr SYPIA,
ancora oggi rinomate nella gastronomia, il cui particolare sapore pare sia dovuto alla Prateria sottomarina, alias Prateria
posidonia (rigogliosa vegetazione di alghe), pertanto sarebbe nato dalla composizione lemmatica SY(PIA)-PONTO ”il ponto
delle seppie” ovvero “il mare delle seppie”.
Il Ponte delle tre P “Punta Penna-Pizzone” (lo si potrebbe definire delle quattro P aggiungendovi la P di Ponte) è il
manufatto costruito tra una sponda e l’altra del Mar Piccolo, a Taranto, a pochi decenni dalla fine del secolo; ma il “ponte” a
Taranto rimane ancora quello girevole, quale storica porta di comunicazione tra il Mar Piccolo e il Mare Jonio, il passaggio
tra la città storica (Taranto vecchia) e la nuova. Quel passaggio che nei primi anni successivi alla guerra, era inibito ai
marinai americani delle portaerei, allo scopo di prevenire azioni di criminalità locale, che purtroppo perdura.
1
Dardanelli prende il nome dai Dardani, l’ant popolazione illirica stanziatasi al nord della Macedonia; durante la campagna di Pirro in Italia,
la loro espansione era giunta fin all’Adriatico.Secondo la mitologia, l’eponimo era Dardano, figlio di Zeus e di Elettra.
377
2
Il Manifesto di Ventotene fu ideato da Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, oppositori del regime fascista e confinati appunto
in quest’isola pontina nel 1941, col quale teorizzavano l’Unione dei paesi europei . Il Manifesto rappresenterà negli anni quell’idea di
riferimento per il processo che avrebbe condotto all’Europa Unita.
CERCHIO CINTO CERCATO
CERCHIO
Cèrchio dal lat CIRCUS arco già gr KIRKOS anello, cui Cìrco col suo dim CIRCOLO questo in ital inv Cìrcolo,
Cerchiàio, Cerchiàta, Cerchiàto, Cerchiòne ed il verbo d’azione Cerchiàre cui i prefissati Accerchiàre (questo,
sia concretamente che fig) con Accerchiamènto, Accerchiànte e Accerchiatùra, Incerchiàre, Raccerchiàre.
Circolo è anche una figura retorica per cui un enunciato termina con l’identica parola con la quale aveva avuto
inizio.
Cèrchia è una difesa naturale o artificiale, metaf è un protettivo gruppo di amici. Direttamente dal gr
KRIKOEIDES (metatesi KIR KRI) a forma d’anello, l’ital ha composto Cricòide, la cartilagine della laringe, con
EIDES somigliante.
Il giornalismo adotta il fig Cerchiobottìsmo con Cerchiobottìsta nel senso della locuzione spressiva Dare un
colpo al cerchio e uno alla botte.
N’è venuta una numerosa discendenza di composti e derivati da Cerchio, Circo e Circolo, compreso l’avverbio
Cìrca intorno a... Cèrcine o Cércine con la variante Cércino “panno avvolto a ciambella da porre sul capo per
trasporto di pesi – acconciatura femminile dei capelli – manufatti generici a forma di anello” con Cercinàre,
Cercinàta, Cercinatùra e Incercinàre dal lat CIRCINUS compasso da CIRCUS.
Cercòne “vino guasto” è d’etim non accertato, ma vrs connesso fig con “botte cerchiata” in senso spregiativo,
cui Incerconìre.
Circènse è il perdurante aggettivo lat CIRCENSIS che dall’Antica Roma è relativo agli spettacoli nel Circo.
Circostànza o o Circonstànza o ancora Circonstànzia vale “situazione” con Circostànte, Circostanziàle,
Circonstanziàre o Circostanziàre e Circostanziàto con Circostanziatamènte. Circospètto, o Circonspètto o
Circunspètto, cui Circospeziòne, o Circonspeziòne o Circunspeziòne, è chi agisce con cautela. Circuiziòne s’è
attestato fig in quel complesso d’azioni predeterminate, da Circuìre, svolte allo scopo ultimo di plagiàre, cui
Circuimènto, gli aggettivi Circuitàle e Circuìto, il sostantivo Circùito o Circuìto, con Circuitaziòne, Circuiterìa,
Circuitòre e Circuiziòne; termine derivato dal prefissato lat CIRCUM IRE “l’andare intorno” cui ancora
Circolàre, questo aggettivo e verbo, Circolamènto, Circolànte, Circolarità, Circolàta, Circolatòio, Circolaziòne e
Circolo che indica metaf un tragitto (o situazione) senza uscita. Circondàre è dal lat CIRCUMDARE cui
Circondàbile, Circondamènto, Circondariàle e Circondàrio.
\ Circolo sta anche per “gruppo organizzato di persone” e la similitudine microcosmica con Stato deriva dalla logica democratica che, come
questo per essere tale deve conchiudere in sé lingua, cultura e territorio comuni, il Cìrcolo deve comprendere interessi resi pubblici, lessico,
sede adeguata e accessibile. Circolo è ancora una riunione di conversazione improvvisata od organizzata o una competenza territoriale,
amministrativa, come quello didattico.
Il Cìrcolo di Vienna (Wiener Kreis), guidato da Moritz Schlick, composto di filosofi, matematici e scienziati, propugnava, negli anni venti, la
tesi del Positivismo Logico. Il Circolo si mantenne in stretta comunità d’intenti con l’analogo circolo sorto a Berlino, retto da Hans
Reichenbach. La morte di Schlick (1936) e l’occupazione nazista dell’Austria, due anni dopo, segnarono la secca dell’idea in Europa, che
sarebbe riemersa in USA, ridenominata Empirismo Logico, con una propria rivista Erkenntnis, e che iniziò le pubblicazioni verso la fine
degli anni settanta.\
Il secondo membro CHIO di Cerchio induce a pensare ad un CHIO in termini quali Chioma, Chiostro,
Chiosco... di identica origine etim, ovvero semant rotondo. Non sembrerebbe così, poiché Chiòma, cui
Chiomànte, Chiomàto, Chiomeggiàre, Chiomòso con i composti Chiomadòro o Chiomindoràto, Chiominevòso e
Chiomazzùrro, è dal lat volg CLOMA, questo una metatesi da COMULA quale dim di COMA dal gr KOME
capigliatura, cui Comàtula “echinoderma” con Comatùlidi (la Famiglia); snm di Chioma è Zàzzera (entrambi
adottati nel XIV sec), questo dal long ZAZZA ciocca, col suff ERA come in Maschera, cui Zazzerìna,
Zazzerìno e Zazzerùto.
Dall’immagine a chioma della gallina che cova, sarebbe vrs derivato il termine lat GLOCIRE dalla serie
onomatopeica GL C singhiozzare cui Chiocciàre (XIV sec), il devb Chiòccia, con Chiocciàta, Chiòccio, pur se
altre ricerche lo facciano risalire ad una serie onomatopeica, ispirata al suo verso stridulo e rauco; Chiocciare,
oltre a Crocchiare, ha il snm nell’onomatopeico Crocciàre della serie CR C.
L’ampliamento gr del tema KIRKOS in KYKLOS ha condotto al lat CYCLUS cui Cìclo, che metaf sta anche per
successione, alternanza, avvicendamento come nel prefissato moderno (1959) Ricìclàre con Riciclàggio,
Riciclatòre, Riciclerìa e Ricìclo; pertanto, l’ital conta i derivati, i fig e i composti con il pref CICLO adattato, con
raro valore anche di “occhio”, quali Ciclamìno (tubero tondeggiante) con un poetico Ciclàme e un raro Ciclàmo,
Ciclantàcee (Famiglia botanica, col gr ANTHOS fiore), Cìclico con Ciclicità e l’opposto Acìclico (pref A
privativo), il chimico Ciclìna (suff scientifico INA), Ciclìte (col suff ITE vale infiammazione oculare) e, ancora
ambito oculistico, il composto Cicloplegìa. Eppoi Ciclizzàto con Ciclizzaziòne, Ciclòide (suff che vale “simile”)
con Cicloidàle, l’accr Ciclòne cui Ciclònico con le locuzioni Occhio del ciclone e Stato dei cicloni (lo stato del
Kansas negli USA), Ciclonìte (esplosivo); il percorso conta ancora una numerosa teoria di composizioni cui
Cicloanalìsta, Cicliesàno “idrocarburo” composto da ESA (dal gr EKSA da EKHS sei) e il suff chimico ANO
“idrocarburi saturi” con Cicloesanòlo (suff chimico OLO “alcol”) e Cicloesanòne (suff chimico ONE),
Ciclomanzìa, il biologo Ciclomerìa, Ciclometrìa, Cicloparaffìna, Ciclosporìna (con Spora e suff chimico INA),
Ciclostìle o Ciclostìlo con Ciclostilàre e Ciclostilàto, Ciclostomi (col gr STOMA bocca, Famiglia di Vertebrati),
Ciclotimìa (psicologia, col gr THYMOS animo) con Ciclotìmico, Ciclotomìa (termine geometrico), Ciclotròne
378
(composto col suff che vale Elettrone), Ciclovìrus cui Aciclovìr, Cyclofobìa “avversione per la bicicletta”.
In chimica si conta Ciclàmmico cui Acido ciclammico con Ciclammàto cui le locuzioni Ciclammato di calcio,
Ciclammato di sodio.
L’ital conta ancora Bicìclo attraverso il franc-ingl BYCICLE cui CYCLE vale ruota col dim Biciclètta dal 1893
- nome precedente Macchina da corsa del 1817 inventata dal barone von Drais, eppoi Velocipede del 1865 - con
Biciclettàre attraverso il franc BICYCLETTE, eppoi Tricìclo, Quadricìclo... Prototipo del Velocipede-Bicicletta
è la Draisìna (biciclo che si muoveva puntando i piedi a terra) omologismo dal franc DRAISINE o DRAISINNE
dal nome del costruttore C. F. von Drais (1785/1851).
CICLO è ancora utilizzato in suff, cui le composizioni Acquacìclo, Chilocìclo e Megacìclo, Emicìclo, Epicìclo,
Oricìclo (con il lat ORA orlo).
Cìclo è ancora l’adattamento ital dell’ingl CYCLE bicicletta, cui Ciclàbile, Ciclìsmo, Ciclìsta e Ciclìtico, i
composti Cicloalpinìsmo con Cicloalpinista e Cicloalpinìstico, Cicloamatòre con Cicloamatorìsmo e
Cicloamatorìstico, Ciclocampèstre - questo o in glb Cross country o in esotismo Ciclocròss (dall’ingl TO
CROSS incrociare, attraversare) con gli omologismi Ciclocrossìsta, Crossòdromo, Crossàre e Crossìsta. Altri
glb dall’ingl, Cross dressing che vale “scegliere capi di abbigliamento per il sesso opposto”, in genetica Cross
over “scambio di cromosomi” con un Crossover; termine alieno è Crosse, omologismo dal franc LACROSSE
mazza da gioco - Cicloergòmetro “attrezzo tra sport e fisiologia”, Ciclofurgòne, Ciclomotòre con Ciclomotorìsta
e Ciclomotorìstica, Cicloturìsmo con Cicloturìsta e Cicloturìstico, Ciclopedonàle, Cicloradùno.
\ Da ua statistica aggiornata al 2010, il paese europeo che conta più biciclette per abitanti è la Danimarca con 980 ogni mille, seguita dalla
Germania con 900, dalla Svezia con 463 e dall’Italia con 440. \
Encìclica è tratto dalla locuzione lat EPISTOLA ENCYCLICA lettera circolare, Enciclopedìa è dal lat
ENCYCLOPAEDIA ispirato al gr ENKYKLIOS PAIDEIA educazione circolare; ma i greci, con quel
“circolare”, intendevano completa (ciclo chiuso), pertanto ci è arrivato erroneamente tradotto e così attestatosi.
\ Fu Brunetto Latini nel 1200 a diffondere storicamente l’enciclopedia in lingua volgare. \
Epìstola “componimento didascalico” snm di Lettera (da inviare), rintracciato in ant tomi nell’aferetico Pìstola,
è dal lat EPISTULA già gr EPISTOLE da EPISTELLO io invio cui Epistolàre con Pistolàre, Epistolàrio e i
composti Epistolografìa con Epistologràfico e Epistològrafo.
\ “Faccia da ciclista” era una espressione fig di fine Ottocento, che stava per “ansioso”, ispirata al cipiglio di chi si cimentava ad equilibrarsi
sugli antichi velocipedi a ruota anteriore altissima.
Tra i più grandi ciclisti del XX sec, oltre al suo antagonista Fausto Coppi, l’Italia ha avuto Gino Bartali che pare abbia corso 600mila Km,
esclusi gli allenamenti. \
\ Cozza Conchiglia
Il lat CLOMA chioma è la forma estesa dal lat tardo CLOCEA questo in metatesi da COCHLEA dal gr KOKHLIAS o
KONKHE chiocciola, cui Còclea “strumento elevatore d’acqua” con il relativo Cocleàre cui la locuzione Canale cocleae,
Cocleària “in botanica, sorta di pianta”, il termine matematico Cocleòide e quello architettonico Còclide, eppoi Chiòcciola
questo prodotto della metatesi di COCHLEA (questo anche fig “segno informatico” per la posta elettronica, glb At dall’ingl
AT presso) cui Chiocciolàio, Chiocciolàre, Chiocciolìo, il prefissato Acchiocciolàre cui Acchiocciolamènto e
Acchiocciolatùra, donde il percorso volg COCCJA cui Cozzàre dal lat volg COCTIONARE d’origine etrusca con Cozzàta,
Còzzo, vrs il volg mer Cozzaruòlo fig “sorta di tufo”, eppoi i prefissati Accozzàre (AD allativo) con Accozzàbile,
Accozzàglia, Accozzamènto, Accozzatìccio, Accozzatòre e il devb Accòzzo, Raccozzàre con Raccozzamènto (doppio pref RI
iterativo e AD allativo), Scozzàre (S sotrattivo) con Scozzàta, il devb Scòzzo. L’esplicito Còccia conta molteplici attestazioni
quali buccia, calcio della pistola, calotta, fornello della pipa, redancia, testa, cui il fig Cocciòla o Cocciuòla
“rigonfiamento”, Cocciùto “testardo” con Cocciutàggine snm di Caponaggine e Testardaggine, e i prefissati per entrambi,
Incocciàre (IN illativo) sia “colpire” con Incocciàta e Incocciatùra, sia “infilare” (in un gancio, nell’amo… col cambio di pref
da Scocciare), Scocciàre (S sottrattivo) questo sia “ridurre a cocci” sia fig “infastidire” questo con Scocciàto, Scocciatòre,
Scocciatùra, ed ancora termine marinaresco “liberare dal gancio, dall’amo…” col cambio di pref da Incocciare), L’ital conta
viepiù il lemma mas Còccio “terracotta, frammento” e fig “persona acciaccata” cui Cocciàio, il composto Cocciopèsto
“frammenti impastati” (antica rivestitura per cisterne, come ancora visibili tra i Sassi di Matera), l’omn fig Scocciàre
“infastidire-ridurre il prossimo a cocci” con Scocciàto, Scocciatòre e Scocciatùra (pref S sottrattivo). Il volg mer conta un
Coccia per spavento improvviso, che varrebbe un irrigidimento della testa.
Còzza o Còzzeca, con Cozzicàro, è la variante di Coccia dal lat COCCJA, snm di Mìtilo dal lat MITULUM o MITYLUM
già gr MYTILOS nicchio-mollusco, cui Mitilicoltùra e Mitìlidi (Famiglia di molluschi); altri snm di Cozze e Mitili sono il
veneto Peoci e Muscoli. Cozza, quindi, è per accezione quella di mare cui Cozza pelosa, ma nel volg mer Cozza vale anche
Lumaca (commestibile) cui Cuzzedda “lumachina”.
Termini alieni Scòcca “cassa” (termine meccanico quale struttura portante) omologismo decisamente allontanatosi
dall’originale long SKOKKA che sta per dondolo; eppoi Cozzòne dal lat COCTIONEM mediatore cui Scozzòne svoltosi in
domatore, ammaestratore d’animalida sella e da tiro.
Il pecorso lat CLOCEA continua con Chiocciola e Conchiglia, ma questi termini meritano un approfondimento. Chiocciola
giunge lungo un percorso che, partendo dal gr KOKHLIAS, s’era riversato nel lat COCHLEA, poi volgarizzatosi con
metatesi in CLOCEA e italianizzatosi in Còclea, con il dim lat Chiocciola. In lat COCLEUS sta quindi per guscio donde
COCLUM svoltosi nell’ital Cògolo, questo “ciottolo levigato naturalmente dall’acqua” o “taglio di pietra preziosa”, cui il
dim Cogolètto; Cogolo, quale taglio di pietra preziosa, tuttavia, ha assunto il termine franc glb di Cabochon da CAPOCHE
capocchia.
In ogni caso, questi termini, pur con l’eccezione di Chiostro, appaiono echeggianti d’un primordiale KO, donde il lemma
Còte, dal lat COS, che indica la pietra per affilare, ossia una mola; ed ecco che ritornerebbe la forma rotondeggiante.
Conchiglia, infine, dal lat CONCHYLIUM e questo dal gr KONKHYLION connesso con KOKHLIAS, è nato dall’inc con
CONCHA dal gr KONHKE cui Cònca.
Ispirato a KOKHLIAS-KONKHE chiocciola il gr ha coniato fig KONKHION cui il lat CONGIUS “misura per liquidi” pari a
3, 383 litri, da qui l’ital Còngio o un volg Cògno. La sesta parte del Congio è detta Stàio o Stàro, una corruzione dal lat
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SEXTARIUM sesta (parte), svoltosi nella misura per cereali, cui Staiàta.
\ Gallo Gallone
Dal lat GALLUS d’etimo sconosciuto l’ital ha ricopiato Gàllo, cui, in locuzione, Gallo da combattimento, Gallo bankiva
(originario dell’India), il pugilistico Peso gallo, il cognomastico Gallo nel senso di “maschio” in concorrenza con Gallo
“celtico” e il metaf Gallo da un epiteto per “sbruffone” cui Gallìsmo e la locuzione Fare il gallo, eppoi Gaètto o Galètto
“variopinto come il gallo” dal lat volg GALLIUM, donde vrs il lemma fig Gaìta “guardia” (come il gallo che avverte col suo
verso) e Gaettòne “turno di guardia” in gergo marinaresco.
Gallàre (omn di Gallare “stare a galla”) con Gallàto e Gallatùra (fecondare l’uovo della gallina), Gallicìnio (con il suff dal lat
CANERE cantare) snm della locuzione Il canto del gallo, Gallifòrmi (Ordine di uccelli) al quale appartengono i Cràcidi (la
Famiglia, dal gr KRAZO grido) cui il Tacchino, Gallinàio, il fig Gallorìa questo vale “baldoria”, il fem Gallìna cui
Gallinàccio “tacchino” da GALLINACEUM e fig “sorta di fungo” questo snm del fig Cantarèllo (per la forma del Cantaro
“recipiente”), il relativo Gallinàceo, Gallinàia o Gallinàio snm di Pollaio, Gallinèlla dal dim lat GALLINULA e, in locuzione,
Gallinella d’acqua questo uccello dei Rallidi, Gallina faraona, Gallina livornese, Gallina padovana (in realtà di origine
polacca), Gallina del Signore fig snm di Coccinella, Gallina tirolese o Gallina piemontese che è poi il Colombo fiorentino,
eppoi il fig Gallinèlle questo snm della costellazione delle Pleiadi. Con la sovrapposizione del termine Gallo, l’ital ha tradotto
il lemma gbz PAPAGAS, questo dall’ar BABAGA, in Pappagàllo, cui i fig Pappagallèsco e Pappagallìsmo; Pappagàllo è
anche fig il contenitore per urinare a letto o uno sciocco corteggiatore. Pappagàllo è ancora il termine fig con cui si indica sia
un attrezzo per idraulici sia il recipinte per bisogni fisiologici, utile a chi non può muoversi dal letto.
Il gr conta lo specifico ALECTROR gallo cui Alettromanzìa o Allettoromanzìa, con Alettromànte o Alettoromànte, che vale
quale divinazione attraverso questo animale.
Il gr conta lo specifico PSITTAKOS pappagallo cui Psittàcidi (la Famiglia), Psittacifòrmi (l’Ordine), il fig Psittacìsmo
(tendenza all’imitazione spontanea del parlare altrui), Psittacòsi (suff patologico OSI) “infezione che può essere trasmesse
all’uomo”
Il Gallo cedrone (fig relativo al colore) o Gallo alpestre (relativo alle Alpi) o Urogàllo già lat TETRAO UROGALLUS è dal
piumaggio nerastro (Tetro); il pref URO in GALLUS vale dal gr URA coda.
In assonanza, fuori percorso da Gallo quale animale, l’ital conta Gàlla inv dal lat GALLA rigonfiamento, vescica cui
Gallìgeno, Gallòzza o Gallòzzola da identico tema med GALLA cui il fig Gallètta “bozzolo dei bachi” con Gallettàme,
Gallettìère, Gallettifìcio e l’ancora fig Gallètta “sorta d’uva”, Gàllico con la locuzione Acido gallico (omn di Gallico da Galli
“celti”), eppoi Gallòne unità di misura dall’ingl GALLON forse in qualche modo connesso fig col franc GALON ornamento
da GALLONER ornare cui l’omn omologismo Gallòne passamano con Gallonàre, ancora omn di Gallòne “fianco”
omologismo dal celt CALON coscia-femore. Da Galla l’ital conta ancora fig Gallàre “stare a galla” (omn di Gallare da Gallo)
con il proprio Gallàto, e Galleggiàre cui Galleggiàbile con Galleggiabilità, Galleggiamènto e Galleggiànte, il pref Aggallàre
con Aggallàto questo snm di Cuora, le locuzioni Linea di Galleggiamento e fisiche Galleggiamento positivo, Galleggiamento
negativo e Galleggiamento Neutro, queste in relazione a un corpo che galleggia in superfice, sommerso e instabile.
Ancora, fuori percorso, l’omologismo Gallètta “biscotto” ed anche “attrezzatura navale” (omn di Galletta da Galla) dal franc
GALETTE da un ant GAL ciottolo, e infine, Gàllio “elemento chimico” (simbolo Ga) dal lat scientifico GALLIUM, dal
nome dello scopritore P. E. Lecoq (1838-1912).
Snm di GALLA rigonfiamento è Cecìdio dal gr KEKIDION dim di KEKIS, cui i composti Cecidiologìa o Cecidologìa in
botanica e Cecidomìa (col gr MYIA mosca) “sorta di insetto dei Ditteri nocivo per le colture”
\ Simbolo della rinascita è il Gallo, logo dell’antica medicina, per il suo canoro risveglio mattutino; ma anche la Fenìce lo è, uccello fiabesco
d’Arabia, dal lat PHOENICEM già gr PHOENIKS della Fenicia, che, stando alla leggenda, risorgeva ogni cinquecento anni dalle proprie
ceneri, dopo essersi bruciato vivo in un rogo d’erbe aromatiche appositamente costruitosi. Il gr PHOENIKS vale anche, per estensione fig dal
rogo, “colore rosso” poiché si considerano i Fenici inventori della porpora, ricavato dai molluschi; termine, PHOENIKS, che aveva dato,
oltre alla stessa Fenicia, anche il nome alla Palma dei datteri.
Pòrpora è dal lat PURPURA già gr PORPHYRA, cui Porporàto, Porporeggiàre o Purpureggiàre, Porporìna con Porporìno e Purpùreo, questo
il più espicito dal lat, il prefissato Imporporàre e Imporporamènto \
\ Cantare
Il verbo CANTARE, intensivo di CANERE, nasce dalla terminologia rituale celtalica, ispirato al canto del gallo, da un rad
sopravvissuto nel ted HAHN gallo; la locuzione Canto del gallo, pertanto, appare come uno straordinario esempio di unicità
rad.
Il verbo CANERE è stato l’abbrivo per un gioco linguistico in cui si costruisce una frase lat con un proprio significato ma
con lemmi correnti in ital con significato del tutto diverso: il lat CANE NERO MAGNA BELLA PERSICA vale Canta o
Nerone le grandi guerre persiane e il lat I VITELLI DEI ROMANI SONO BELLI vale Va o vitello del dio romano al suono
della guerra.
Il percorso conta Cantàre “modulare la voce” con Cantàre “verso della balena” e il sostantivo Cantàre “poema”, eppoi
Cantàbile con Cantabilità, Cantaiòlo, Cantànte, Cantarèlla (omn di Cantarella “pianta”) “sorta di allodola” ed anche
“richiamo per le percici” e snm di Cicala, Cantarellàre o Canterellàre con Cantarellìo, Cantàta, Cantatìna, Cantàto, Cantatòre,
Cantatòrio, Canterìno, Càntica con il glb ptg Cantiga dal plur lat CANTICA di CANTICUM componimento cui Càntico,
Canticchiàre dal lat CANTILLARE cui Cantillaziòne, Cantilèna inv dal lat CANTILENA ritornello cui Cantilenàre, Cànto
da CANTUS (omn di Canto “angolo”), Cantòre, il prefissato Scantinàre (S sottrattivo) “uscire dal tono” da un Cantìno; eppoi
Canzòne o un ant Canzòna dal lat CANTIONEM in origine “componimento poetico” di più parti definite Stanze cui, in
locuzione, Canzone a ballo snm di Ballata e il medv Canzoni di gesta dal franc CHANSON(S) DE GESTE cui il noto poema
Chanson de Roland, ed ancora “espressione di canto” cui Canzonètta, Canzonettàrio, Canzonettìsta, Canzonettìstico e
Canzonière, i glb Chansonnier (pron sciansoniè) “Cantautore” con Chanteuse “Cantore” cui l’omologismo fem Sciantòsa,
tutti dal franc CHANSON canzone ma già lat CANTOREM. Eppoi, fig nel senso di “burla-burlare”, Canzonèlla, Canzonàre,
Canzonatore, Canzonatòrio, Canzonatùra. Ancora, il prefissato Scanzonàre con Scanzonatamènte (S sottrattivo) che vale
“schivare le cose serie con ironia”.
L’omologismo Sciantosa risuona del glb Shahtoosh di voce tibetana che indica della lana pregiata ricavata dall’antilope
tibetana.
\ La canzone di tutti i tempi più venduta in Italia, almeno sino a maggio 2010, risulta essere “Questo piccolo grande amore” interpretata sia
da Claudio Baglioni sia da Mina.\
In ingl TO CROON vale canticchiare, cantare sommessamente, donde il glb Crooner che identifica cantanti dallo stile quali
380
Frank Sinatra (1915/1998) e Pasquale Riccardo (1944/2010), entrambi italoamericani; il primo di notorietà internazionale, il
secondo famoso in Messico.
Il percorso prosegue con i composti Cantafàvola, Cantafòla cui Cantafèra questo sovrapposto a Tiritera, Cantambànco o
Cantimbànco snm di Cantastòrie, Cantautòre (questo agli anni 60 del XX sec) con Cantautoràle o Cantautoriàle, il fig
Cantimplòra “recipiente” attraverso lo sp CANTIMPLORA già CHANTEPLEURE (dal suono del liquido versato, in
connessione con il lat PLUERE di Piovere), Belcànto con Belcantìstico (termine artistico); fuori percorso Cantarèlla o
Canterèlla (omn di Cantarella “allodola”) “sorta di pianta velenosa” dal dim lat volg CANTHARIDULA di CANTHARIS
CANTHARIDIS cui il corrente Cantàride con il chimico Cantaridìna (suff chimico INA), eppoi i glb il franc Cantal “sorta di
formaggio” dall’omn coronimo Cantal e l’ingl Canter ellittico della locuzione ippica CANTERBURY GALLOP galoppo di
Canterbury “sorta di andatura” caratteristica dei pellegrini a cavallo che si recavano a Canterbury.
Il volg mer conta Skanto, Skantare e Skantato nel significato di Spavento, Spaventare e Spaventato, vrs nel senso di Scantare
(S intensivo) ossia metaf “urlare di paura”; il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante sc che precede quello
duro della k.
L’intensivo CANTARE vale anche recitare formule magiche, cui Decantàre (DE durativo) “esaltare” con Decantatòre (omn
di Decantare e Decantatore “sedimentare” e “sedimentatore”), Incànto cui Incantàre (omn di Incanto “gara d’acquisto” e
Incantare “mettere all’incanto”), Incantagiòne o Incantaziòne, Incantamènto, Incantàto, Incantatòre con un desueto
Incantadòre, Incantatòrio, Incantèvole; eppoi Incantèsimo o Incantèsmo con Incantesimàre e Incantesimàto. Infine un
Incantadiàvoli snm di Stregone.
\ Nella infinita teoria di parole magiche foriere d’incantesimi, la tradizione conta Alohomora, Avis, Espispendo, Expellarmus, Feraverto,
Flagramus, Glisseo, Reducto e Salvio hexia.\
Dal verbo CANERE, cui l’ital Canòro, il lat aveva tratto CANMEN componimento poetico, canto, divenuto CARMEN e
giunto nell’ital Càrme, con lo stesso meccanismo che aveva portato GERMEN a Gèrme dal lat GIGNERE con rad GEN
generare. Un carme popolare è detto Fescennìno, dal toponimo Fescennia dove darebbe srtato ideato.
Il lat CARMEN s’è svolto nel snm di Incantesimo, cui i glb franc CHARME fascino (pron sciarm) con Charmant, Charmeur,
Charmeuse, il termine fisico fig ingl Charm “particella incantata”. Fuori percorso gli ancora glb franc Charmoise “razza di
pecore” relativa all’omn tenuta, il lemma Charmat nella locuzione vinicola Metodo charmat in onore dell’enologo E.
Charmat e in concorrenza con il Metodo chardonay dove Chardonay è in riferimento all’onm toponimo in Borgogna.
Ancora, dal lat INCINERE composto da IN CANERE, col normale passaggio di a in i, è stato coniato l’ital Incentìvo da
INCENTIVUS che dà tono tratto dal Pp, cui Incentivàre; dal prefissato CONCENTUS canti armonizzati (pref CON) l’ital
conta Concènto utilizzato quale snm di Concerto, da affiancare ad Accento.
Da non equivocare col termine Canarìno, cui Canaricoltùra, segnandolo quale derivato di CANERE e pertanto pare significhi
“piccolo cantore”, poiché in realtà sta per “dalle isole Canarie”, così come la Canària “sorta d’erba” snm di Scagliola e omn
di Canària “sorta di danza”; in percorso il relativo Canàrio “delle Canarie” adottato anche quale snm di Canarino, e Canaròne
“frutto del cedro” fig per il colore che ricorda il Canarino.
Anche l’onomastico Carmelo con il risvolto fem sp Carmen non sono nel conto di questo percorso, bensì dall’ebr
CHARMEL giardino divino in connessione con il derivato Carmelìta o Carmelitàno relativo all’ordine religioso fondato sul
monte Karmel in Palestina.
Dal lat GANNAT, terza persona sing di GANNARE deridere, dall’onomatopeico G N 1, cui il lat GANNIRE, oltre a
Gannìre, questo indica il mugolare del cane e della volpe, ci è pervenuto il prefissato Ingannàre “canzonare” (IN illativo), vrs
connesso con CANERE, cui Ingannamènto, Ingannatòre, Ingannèvole e Ingànno; dal franc la locuzione glb Trompe-l’oeil
“Inganna occhio”, genere di pittura naturalistica.
GANNAT avrebbe la connessione con il lat GANEUM o GANEA, questo vrs sovrapposto al lat CANNA già gr KANNA,
cui Gàgno snm di Taverna e Bettola, dal significato originale di Tana attestatosi in Ventre e nel fig Imbroglio, eppoi
Gagnolamènto, Gagnolàre e Gagnolìo snm di Gannire. GANEA, insomma, diventa fig “gola” cui il lat GANEO ingordo.
Snm di Ingannare (adottato dalla prima metà del XIII sec) è l’omologismo Turlupinàre (adottato dal 1816), questo un termine
lessema con il solo morfema desinenza verbale ARE poiché è ispirato al soprannome TURLUPIN del comico franc Henri Le
Grand scomparso nel 1634.
Altro snm è l’omologismo Gabbàre (adottato nel XIII sec) da Gàbbo dall’ant franc GAB, cui Gabbàto, Gabbatòre, Gàbola,
presumibilmente un volg Gabbatella e il composto metaf Gabbasànti.
Pesce gabbato è una ricetta calabrese con poveri ingredienti, in voga durante il 2° conflitto mondiale, con l’aggiunta di una
pietra marina allo scopo, appunto, di dare al piatto il sapore di mare.
Infine, l’ital conta il snm Beffàre (adottato nel XIII sec) d’origine onomatopeica B F cui l’esclamazione dispregiativa Bèff!
eppoi Bèffa con Beffàrdo su calco di Bugiardo, Beffàbile, Beffamènto (desueto snm di Beffa), Beffatòre, l’iterativo
Beffeggiàre con Beffeggiamènto, Beffeggiatòre e Beffeggiatòrio. Infine Beffèvole quale snm di Beffardo.
\ Nel film “La cene delle beffe” del 1941 del regista Alessandro Blasetti tratto dall’omonimo dramma di Sem Benelli del 1909, appare
storicamente in Italia un seno femminile nudo, appartenente all’attrice Clara Calamai.\
1
La serie onomatopeica, con base G, s’estende in G G “balbettio snobistico” cui Gagà con i dim il fem Gagareèlla e il mas Gagarèllo, l’accr
Gagaròne dal franc GAGA, G GN lamentarsi cui Gagnolàre dal percorso di Cagna con lenizione della c in g, GI GI cui Gèmere,
Gemebòndo, l’iterativo Gemicàre, Gemitìo o Gemizìo, e Gèmito inv dal lat GEMERE, GN GL gonfiarsi di soddisfazione cui Gongolàre,
Ghìngheri con la locuzione Mettersi in ghingheri e simili, Gingìllo e Gingillàre meglio Gingillàrsi questi snm dell’onomatopeico Nìnnolo
con Ninnolàre. Fuori serie il termine Gong, questo un omologismo dal malese GUGG di presunta derivazione onomatopeica del suono, e
Gongorìsmo con Gongorìsta, questi in riferimento allo stile letterario del poeta L. de Argole y Gongora (1561-1627). Estranei al termine
onomatopeico Gagà, l’ital conta Gagàte dal gr GAGATES “minerale” della città di Gagai in Licia, eppoi Gagàuso che è la lingua turca
espatriata nei Balcani.
Il verbo specifico Singhiozzàre con il denm Singhiòzzo, eppoi Singhiozzìo, Singhiozzòso o Singhiottòso, è invece dal lat volg
SINGLUTIARE denm di SINGULTUS, cui ancora l’astratto Singùlto con Singultìre e Singultìo di rad SENGW cantare cui l’ingl TO SING
cantare; vrs connesso con una serie onomatopeica con base G.
\ Ring Arringa Aringa
Dal got HRINGS circolo, il ted e l’ingl contano RING cui il glb Ring che sta per “sorta di filatoio ad anello”, oppure
“termine economico-speculativo” ed ancora “spazio per gli incontri di pugilato” che dal significato etim di “circolo” s’è
svolto in “quadrato”. Dal got HARI HRINGS campo circolare dell’esercito l’ital ha ereditato Arrìngo con la variante Arìngo
“campo circolare dell’esercito” e Arringàre “agire davanti all’arringo”, eppoi Arèngo (assemblea popolare medv) col relativo
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Arengàrio, cui Arrìnga dal lat medv HARENGA con la variante Arìnga. Derivato Ringhièra con aferesi da ARINGHIERA
questo da Aringo, con valore di “parapetto” o “tribuna”.
In assonanza ad Arringa l’ital conta Arìnga “pesce dei Clupeidi”, dal lat HARINGUS attraverso il ted HARING, ma è chiara
la connessione fig con Aringa assemblea data la caratteristica di questo pesce di nuotare in branchi (a circolo). Cè’ stato un
periodo, nel medv, quando l’Aringa era utilizzata come moneta. Il maschio dell’Aringa è biologicamente chiamato Aringa di
latte.
CINTO
L’immagine del Cerchio-Accerchiare induce alla semant complanare di Cìnto-Cingere dal lat CINCTUSCINGERE, con i rad KENG-KENK legare, attestati anche in aree bal, gr, ind, cui Centìna e Centinàre da
CINCTINUM (tratto da CINCTUS come CIRCINUS da CIRCUS, forse da suono cimbro) con Centinamènto,
Centinàto e Centinatùra, eppoi Cìnghia da CINGULA con un volg (toscano) Cigna, Cinghiàle (per il collare
naturale di setole) con i volg Cignale e Cinghiare, Cinghialèsco, Cinghiàre col volg Cignare, Cinghiàta col volg
Cignàta, Cinghiàto, Cinghiatùra col volg Cignatura, Cìnghio da CINGULUM, Cìngolo (anche anatomico) da
CINGULUM con Cingolàto e Cingolètta, eppoi Autocingolàto e il Semicingolàto.
Dal franc GUIGE già WITHTHJA cinghia dello scudo l’ital conta l’omologismo Guìggia.
Termine specifico il gr conta APER cinghiale, cui il raro Apro-àpro, il toponimo Apricena già Porcina, e il
coronimo Abruzzo “paese dei cinghiali” da APRUTIUM, in concorrenza con ABRUPTUM rupestre, scosceso
prefissato AB e RUPTUM da RUMPERE rompere cui RUPES rupe, cui Aprutìno “abruzzese”, la locuzione lat
ancora in uso Ex abrupto “all’improvviso (pivo di preamboli o avvisaglie)”. Il percorso continua con Cìnta da
CINCTA fem di Cìnto da CINCTUS, la locuzione Essere Incinta (in-cinta), Cìngere da CIGNERE, Cintàre,
Cintùra da CINCTURA col dim Cinturìno, Cìntola dim di Cinta, Cìntolo dim di Cinto. La locuzione Cintura
nera appartiene al Karatè ed è suddivisa in 10 livelli.
Con i pref, si ha Circoncìngere o Circumcìngere (lat CIRCUM intorno), Discìngere e Discìnto (DIS dispersivod’opposizione), Incìngere o Incìgnere con IN illativo vale “stringere strettamente” ma attestatosi erroneamente in
“essere incinta” da Incìnta da INCIENS INCIENTIS gravida che col pref IN negativo, infatti, vale fig “priva di
cintura” per l’impossibilità di indossarla a causa del pancione; pertanto, Incinta non è uno specifico termine
dello stato fisiologico (Gravida) ma di questo una forma fig in concorrenza con quelle in locuzione In attesa e
Stato interessante. Eppoi Recintàre con Recintàto, Recìnto e Recinziòne, il glb ingl Ranch “recinto”, Scìngere o
Scìgnere con Scìnto, Succìngere con Succintèzza e Succìnto o Soccìnto (SUB CINGERE). Cerchia (adottato dal
1313) e Cinta (dalla prima metà del XIV sec) sono, infatti, comunemente in snm.
Il gr conta lo specifico KESTOS cintura connesso alla rad KENG-KENK cui Cèstidi la Famiglia di Ctenofori,
Cestòdi la Classe di Platelminti.
Dal giapponese OBI cintura, l’ital conta il glb Obi-òbi “fascia di seta per il kimono”; Kimòno è il glb di genesi
giapponese che sta per vestito-abito cui l’omologismo Chimòno.
Dal gr-lat MANDRA recinto, l’ital conta Màndra o Màndria con Mandriàle o Mandriàno; fuori percorso
Mandrìno con Mandrinàggio, Mandrinàre e Mandrinatùra, dal franc MANDRIN dal prvz MANDRE “giogo
della bilancia”, attestatosi in manovella sovvrapponendosi a Mano.
L’ital conta ancora un Procòio dal lat PERICHORIUM già gr PERIKHORION prefissato PERI intorno da
KHORA regione che sta per “luogo recintato”, in accezione per gli animali (ovini), con le varianti Precòio,
Precuòio, Prequòio, Proquòio; nulla vieta però di figurare questo lemma in sovrapposizione con Cuoio dal lat
CORIUM, associandone il materiale d’utilizzo.
Dal lat CINCTURA lo sp pare abbia tratto CIMBRAR curvare cui CIMBRA, donde l’ital Cèmbra, Cèmbia,
Cìmbia, Cìmbra, il composto Cimbifòrme, e vrs una connessione con i termini toscani italianizzati Cimbràccola
o Cirimbràccola e Cimbràccolo; pseudoetim l’assonante termine Cimbri, una popolazione d’origine tedesca, con
Cìmbrico, Cìmbro.
Dal long CAHAGI recinto, l’ital ha coniato l’omologismo Cafàggio una sorta di “riserva bandita alla caccia” cui
Cafaggiàio “guardaboschi”, mentre dal tema med TANKA “recinto per bestiame” riversatosi nel catalano
TANCAR, attestatosi in Sardegna, l’ital ha ricalcato Tànca, il cui omn Tànca è l’ipocoristico dell’omologismo
Tànica dall’ingl glb TANK ma d’origine indostana TANKH cisterna cui Tanker “nave cisterna”, l’omologismo
Tankìsta; dall’indicare un contenitore, il termine ingl s’è svolto fig nel significato di Carro armato.
Cingere vale anche Coronàre, questo dal gr KORONE transitato nel lat CORONARE denm da CORONA con il
suo dim COROLLA cui l’ìtal Coròna, il fig Coronamènto, Coròlla… con tutti i derivati quali Corollàrio,
Coronàto e Coronaziòne, Coronèlla, i prefissati Incoronàre con Incoronàto e Incoronaziòne; eppoi Crùna con
sincope della prima o e mutazione della seconda o in u, cui il prefissato Incrunatùra. In Puglia è sorta una cosca
mafiosa indicata fig con Sacra corona unita.
l gr conta lo specifico STEPHANOS per Corona, cui l’onomastico Stefano e Stefania.
CERCATO
Cercàto, Pp dal lat CIRCARE, che aveva scalzato l’anziano CIRCUM IRE (CIRCUM attorno), nel senso di
andare girando (per trovare), cui Cercàre, Cercàbile, Cercatòre (come il frate) o Cercadòre, Cercamènto,
Cercànte, Cercàta, Cercatùra, i composti Cercafàse, Cercafùghe (di gas), Cercametàlli, Cercamìne,
Cercaoersòne, Cercapòli, il prefissato Ricercàre col devb Ricèrca e un raro Ricercamènto, eppoi Ricercatòre col
fem Ricercatrìce, il sostantivo Ricercàre (termine musicale), Ricercàto con Ricercatèzza, il composto
Ricercapersòne, i glb il franc Recherche “ricerca (psicologica) con la locuzione Cherchez la femme “ cercate la
donna” da un segmento letterario di A. Dumas padre, e l’ingl Search “tasto-comando di ricerca” dal XX sec.
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Termine alieno è Cercària questo composto col gr KERKOS corda col suff ARIO al fem e sta per “ sorta di
larva”.
Da CIRCUM intorno si ha l’avv desueto Circumcìrca “pressappoco” e gli attuali composti col pref CIRCUM,
foneticamente adeguato in CIRCO CIRCUN CIRCOM, quali Circondùrre con Circonduziòne, Circonferènza da
CIRCUMFERENTIA di CIRCUMFERRE portare intorno
con Circonferenziàle, Circonflèttere da
CIRCUMFLECTERE piegare intorno con Circonflessiòne e Circonflèsso, Circonfluìre, Circonfòndere con
Circonfùso, Circonfùlgere da CIRCUMFULGERE lampeggiare intorno, Circonvallàre con Circonvallaziòne (fig
con il lat VALLUM struttura difensiva), Circonvenìre da CIRCUMVENIRE con Circonvenziòne attestatisi
psicologicamente in “insidiare-insidia”, Circonvicìno, Circonvòlgere o Circonvòlvere con Circonvolùto e
Circonvoluziòne, eppoi Circumatlàntico, Circumetnèo (intorno all’Etna), Circumincessiòne o Circuminsessiòne
questo termine teologico relativo alla Trinità (l’Una è nell’Altra) con il lat INSIDERE sedere sopra,
Circumlunàre, Circummediterràneo, Circumnavigàre con Circumnavigatòre e Circumnavigaziòne o
Circunnavigaziàne, Circumpacìfico, Circumpadàno o Circompadàno, Circumpolàre o Circompolàre (intorno ai
Poli), Circumsolàre, Circumterrèstre, Circumvesuviàno, Circumzenitàle.
La Circàssia (i Circàssi) è il toponimo italianizzato della Rep. Autonoma Karacajevo-Cerkessia.
Dallo sp BUSCAR cercare, l’ital conta l’omologismo Buscàre che sta per “procacciarsi cercando” o “prendere”,
cui Buscatòre; Buscheràre con Buscheratùra e Buscheròne nel senso di Buggeratura; volg ha assunto il
significato di “ricevere percosse”. Buscherìo, infine, in risvolto fig, vale “grande quantità” e (chiasso di) molte
persone”.
\ Il cerchio, quale figura, ha affascinato gli uomini fin dalla loro comparsa sul pianeta. Esiste un graffito a Palvorin - Spagna sett rappresentante un essere soprannaturale, in forma stilizzata, racchiuso in un cerchio, datato 2500 aC.A Tanum (Bohuslan), un’incisione
rupestre del 1000 aC rappresenta un cerchio che va ad unire i bracci di una croce confermando che il simbolo della croce non è d’esclusività
cristiana. Il sole, il primitivo dio adorato dagli uomini in una forma protomonoteistica, era idealizzato dal cerchio. L’accostamento della
forma della ruota - il mezzo che ha rivoluzionato l’esistenza stessa degli uomini - al simbolo del dio-sole, ha alimentato il significato mistico
di questa figura geometrica. Il cerchio è ricorrente in ogni logo rappresentativo del sesso: il maschile ha per esponente la freccetta, il
femminile la crocetta, l’ermafrodita un semicerchio scostato dalla crocetta. Ancora oggi, per indicare “a pieno sole”, riferibile alla messa a
dimora delle piante, si adotta la figura del cerchio.\
\ Croce
Cròce è dal lat CRUX di tema med KRUK, cui il dim Crocètta con Crocettàto, Crociàta “mobilitazione militare cristiana
contro i musulmani” cui Crociàto, Crociàta quale snm di Crocevia, Crocièra questo “tecnica di sostegno”, Crocière o
Crociòne (sorta di uccello) snm di Becchincroce, Cruciàre fig “far soffrire” con Cruciàle e Crucialità, i termini marinareschi
Crociàme (suff AME per collettivi), Crociàre con Crociamènto e i prefissati Escruciàre (con EX intensivo vale “tormentare”),
Incrociàre (IN illativo) con Incrociamènto, Incrociàto, Incrociatòre e Scrociàre (S intensivo) e, coerente in area indoeur, il glb
ingl sportivo Cross “termine calcistico, tennistico e del pugilato” ed anche “bastone ricurvo” nel gioco dell’Hockey, da TO
CROSS incrociare cui gli omologismi Crossàre e Crossìsta e, in locuzione glb, Cross-country cui il semiomologismo
Cròssdromo, Cross dressing quale abbigliamento con TO DRESS indossare, il genetico Crossing over o Crossover; dal
franc, vrs in connessione, si conta ancora in ambito glb Crosse “sorta di mazza”, tratto dal gioco detto Lacrosse, dalla foggia
ricurva del bastone usato indicato con LA CROSSE.
Il percorso prosegue con l’omn Crocièra “navigazione” cui Crocerìsta, il ferroviario Crociamènto; eppoi una serie lemmatica
che come pref ha il termine CROCE, sovente in riferimento alla Croce quale strumento di tortura e morte di Gesù, con
Croceròssa da Croce Rossa cui Crocerossìna, Crocesègno dalla locuzione Croce segno cui Crocesegnàre o Crocisegnàre con
Crocesegnàto, ed il suo adattamento in CROCI e CRUCI cui Crocìcchio, Crocìfere o Crucìfere (Famiglia botanica, Classe
delle Dicotilèdoni) e Crocìfero o Crucìfero “figura mistica” (suff dal lat FER portatore), Crocifìgere o Crocifìggere o ancora
Crucifìggere dal lat CRUCIFIGERE fissare sulla croce con Crucifìge questo inv dall’imperativo lat CRUCIFIGE!
Crocifissiòne e Crocifìsso o Crucifìsso, il botanico Crocifòrme o Crocifòrme, Crocìgero o Crugìgero (suff GERO “che
indossa” la croce), Crucivèrba 1 (con VERBA plur di VERBUM parola) con Cruciberbìsta.
Crocètto è l’italianizzazione del glb franc Crochet che vale “uncinetto” da CROC uncino. Crocianèsimo o Crocianìsmo e
Crociàno, sono relativi a B. Croce (1866/1952), la cui cognomastica è riferito alla Croce. Nel volg esiste la locuzione
Crocina d’olio che vale condire versando l’olio con un breve giro, ma che in origine significava proprio versarlo con brevi
tratti a croce, in un rituale famigliare.
Il lat conta lo specifico COMPITUM crociccio (o bivio) cui la festa romana COMPITALIA a devozione delle divinità i Lari
degli incroci.
Fuori percorso dal alt CRUX si ha Cròceo dal lat CROCEUS aggettivo di CROCUS già gr KROKOS zafferano cui Cròco,
ma l’ital, questa volta, ha snobbato il termine gr-lat adottando Zafferàno, della Famiglia delle Iridacee, calco dall’ar
ZA’FARAN cui Zafferanàto; “zafferano falso” è chiamato il Càrtamo dal lat CARTHAMUS ma omologismo lat dall’ar
QURTUM. Il lat CARTHAMUS ha il suo snm in CNECUM svoltosi nel volg GNETUM cui Gnetìne, Classe di piante
Gimnosperme alla quale appartiene Efèdra dal gr-lat EPHEDRA cui Efedrìna “alcaloide” col suff chimino INA.
Altro termine pseudoetim nel percorso di CRUX è Crocidìsmo dal gr KROKYDISMOS, l’azione dello svellere bioccoli di
lana, da KROKE trama, cui il fig minerale Crocidolìte. Nessuna connessione ancora del tema KRUK col termine popolare
Crùcco per “tedesco”, poiché questo è dal croato KRUH pane, per cui veniva inizialmente rivolto agli slavi meridionali; vrs
in connessione con il ted Krug “tipico boccale” (per la birra).
Ancora, lo pseudoetim Crocìna, col suff chimico INA, da Cròco cui Crocoìte (suff ITE per minerali), dal gr KROKOS “sorta
di pianta” delle Iridacee.
1
In raro uso, Cruciverba ha il proprio snm nel glb ingl Puzzle, questo d’etimo ignoto, che sta più comunemente per “gioco di pazienza” nel
ricostituire con vari pezzi un’immagine scomposta, simile al mosaico con le sue tessere; data l’immagine pittorica del puzzle, ovvero posta
su di un piano, si potrebbe pensare ad una connesione col termine d’origine slava PUSZTA pianura adottato dall’ungherese, cui
l’mologoismo Pùsta..
QUADRO QUADERNO SOQQUADRO
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QUADRO
Dal lat QUADRUS, alterato di QUATRO, con tematica KWETR KWETRO KWEYWOR, cui il cardinale
Quàttro da QUATTOR. In percorso, termini derivati e composti quali Quàdra da QUADRA quarta parte,
Quadragenàrio dal lat QUADRAGINTA svoltosi nel volg QUARRAGINTA cui Quarànta con Quarantàna,
Quarantàno, Quarantèna che è la forma veneta di Quarantìna e sta per “quaranta giorni d’isolamento-d’attesa”,
Quarantennòle, Quarantènne, Quarantènnio, Quarantìno, Quarantòre, Quarantottèsco. Eppoi Quadrìga (col lat
IUGUM giogo dei cavalli), Quadrìglia transitato dallo sp CUADRILLA da CUADRO quadro con il prefissato
militaresco Squadrìglia (S intensivo), Quarèsima con Quaresimàle e Quaresimalìsta ellittico dal lat eccl
QUADRAGESIMA da QUADRAGESIMUS quarantesimo giorno (prima di Pasqua), con Quadragesimàle e
Quadragèsimo, Quadrantàle da Quadrànte, Quadrantectomìa (termine chirurgico). Infine, Quàdro con Quadràre e
Quadràbile, Quadratùra, Quadràto, Quadràtico e Quadratòne, Quadratòre, il composto Quadraturìsmo con
Quadraturìsta, il dim Quadrèllo con Quadrellàre e Quadrellatùra, Quadrerìa, Quadrètta attraverso il franc
QUADRETTE con Quadrettàre, il dim Quadrètto con Quadrettàre e Quadrettatùra. I prefissati Inquadràre e
Inquadràto, Riquadratùra e Riquàdro, Squàdra con Squadràre e Squadratùra (EX durativo).
\ Il Quadrato quale figura geometrica è una sorta di Rettangolo, poiché ha i quattro angoili retti (90°). \
Quadro è anche il gruppo di un’azienda, al quale appartengono i dirigenti; per estensione, è un documento
(legge, normativa...), che include le linee generali ed essenziali di un’azienda, dello stato... Per Quadro, che
intenderebbe una tela (o altro) racchiusa da una cornice a quattro lati, la semant ha finito di indicare qualsiasi
opera compresa da una cornice, non essenzialmente a quattro lati. Quadro è snm di Quattro, viene quindi posto,
come primo membro (pref) QUADRI QUADRU addattato foneticamente, in parole composte quali
Quadrifònico, Quadrifòrme, Quadrigètto, Quadrilàto, Quadrilèmma (quattro opzioni di assunti), Quadrilogìa
oggi snm di Tetralogìa (nel classicismo, nella tetralogia la quarta opera è un dramma che segue tre tragedie) e
snmn di Tètrade in medicina, Quadrimèstre (con il lat MENSIS mese), Quadripartìto, Quadrisìllabo “termine
poetico” snm di Quaternario, con Quadrisillàbico, ed ancora Quadrùmane, Quadrùmviro, Quadrùpede...
Dal gr TETRAS TETRADOS quattro l’ital ha tratto il pref TETRA che vale appunto quattro, cui Tetràstico col
gr STIKHOS riga, fig verso poetico cui Emistìchio che col pref EMI vale “metà verso”, Stìchico, Stìco “termine
filologico” cui in suff (lemmi inseriti nelle terzine di competenza) e in pref STICO per composizioni quali
Sticomanzìa, Sticometrìa con Sticòmetro e Sticomitìa questo col gr MYTHOS parola-leggenda e sta per “lettura
alternata di versi” con due attori. In connessione indoeur il glb ingl Stick bastone svoltosi dal significato di riga.
Un verso d’origine franc, composto di 2 emistichi, ognuno accentato sulla sesta casella sillabica, è detto
Alessandrìno, ispirato al poema Roman d’Alexandre, corrispondente al doppio settenario ital altrimenti detto
Martelliàno da P. I. Martello (1665/1727) che ne fece uso.
Il percorso prefissato TETRA conta ancora Tetrabàsico, Tetraboràto, Tetrabòrico, Tetrachènio (con Achenio),
Tetracìclico, Tetraciclìna, Tetraclorùro, Teracoràlli, Tretracòrdo quattro corde dal lat CHORDA (in origine
musicale) già gr KHORDE corda cui Tetracordàle, Tètrade “gruppo di quattro elementi” (in correlazione con
Triade “di tre elementi”), Tetradimensinàle, Tetradràmma o Tetradràmmo (col gr DRAKMHE dracma vale moneta
che vale quattro dracme), Tetraèdro “quattro basi” col gr HEDRA base-sedia cui Tetraèdrico con Tetraedrìte (suff
ITE per minerali), Tetraetìle (col chimico Etile), Tetrafàrmaco, Tetrafàse, Tetraginìa (botanica, col gr GYNE
donna vale “quattro pistilli in un fiore ermafrodito”), Tetragràmma “rigo musicale a quattro linee” o “parola di
quattro lettere”, Tetralìna (con Naftalina), Tetralogìa snm di Quadrilogia, Tetràmero “quattro parti”, Tetràmetro
(poesia, verso di quattro “metri”), Tetramòrfo, Tetràndro (botanica, col gr ANDROS uomo vale “fiore con
quattro stami”), Tetraodòntidi o Tetrodòntidi Famiglia di pesci col gr ODUS dente) con Tetraodontifòrmi o
Tetrodontifòrmi (l’Ordine), Tetrapak (marchio registrato, vale recipiente a forma di tetraedro), Tetràpilo “quattro
porte” col gr PYLE porta, Tetraplegìa con Tetraplègico, Tetraplòide con Tetraploidìa (biologia, col gr HAPLOOS
semplice), Tetràpode con Tetrapodìa, Tetràpoli “quattro città” col gr POLIS, Tetrapròtico (con Protone),
Tetrarchìa “governo a quattro” donde Tetràrca con Tetrarcàto e Tetràrchico, Tetrassònidi (col gr AKSON asse),
Tetrastìlo dal gr STYLOS colonna, il termine pseudoscientifico Tetratricotomìa che vale “taglio di un pelo in
quattro parti”, Tetratòmico, Tetravalènte con Tetravaènza.
Il pref appare adattato in Tètrodo (tubo elettronico a quattro elettrodi col gr HODOS via) questo in correlazione
con Trìodo e Pentodo, ancora in Tetròsio (suff OSIO o OSO “carboidrato”) e infine in Tretròssido. L’invenzione
del Triodo si deve a Lee De Forest, aizzato dagli esperimenti di Edison; il suo brevetto è datato 1907.
Termine alieno Tetraònidi “uccelli galliformi” col gr TETRAON gallo di montagna.
\ Corda
Dal lat CHORDA già gr KHORDE minugia, l’ital ha ricalcato Còrda con la locuzione anatomica Corde vocali, quelle
linguistiche nei luoghi comuni Essere giù di corda in riferimento fig alle vechie corde pendule per la ricaricadegli orologi,
Tagliare la corda “evadere-fuggire” da una costrizione anche fig, eppoi Strumenti a corda in ambito musicale.
Il percorso conta Cordàggio, Cordàio o Cordàro, Cordàme (suff AME per collettivi), Cordàta, Cordàti dal lat CHORDATA
(Metazoi, nel senso di “forniti di corda dorsale”) cui Notocòrda (col gr NOTON dorso e KHORDE vale “corda dorsale”),
Cordàto (omn Cordato da Cuore), Cordatrìce, Cordatùra, il dim Cordèlla con Cordellìna e Cordellìno, Cordellòne, Corderìa,
Cordièra, Cordiglièra con Cordiglière e Cordiglièro, il dim Cordìglio, Cordìno, il fig Cordìte (esplosivo fabbricato in grossi
fili, suff ITE per minerali) e Cordìte (infiammazione alle corde vocali, suff medico ITE), Cordòfono, il fig Còrdolo con
Cordolatùra, Cordonàre con Cordonàta, Cordonàto, Cordonatrìce e Cordonatùra, il dim Cordonètto, l’accr Cordòne con, in
locuzione, Cordone ombelicale, Cordone sanitario, Cordone morenico, l’esot locuzione franc Cordon bleu “cordone
azzurro” dal cordone dei “Cavalieri dello Sprito Santo”, eppoi i prefissati e composti Cordòfono, il glb ingl Cordless (per
accezione al telefono, “senza fili” con LESS meno-privo di) in concorrenza con Wireless, Cordonifòrme e Cordotomìa
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(chirurgia), i prefissati Accordàre (AD allativo, sovrapposto a Concordare) con Accòrdo e le locuzioni D’accordo e In
accordo con..., Accordellatùra, Accòrdio (accordatura prolungata), Scordàre (S sottrattivo, omn di Scordare “dimenticare”)
con Scordàto e Scordatùra; in ingl si rintraccia la locuzione ACCORDING TO… ma con la sfumatura di valore snm delle
locuzioni ital Secondo questa tesi, queste voci…
Il Tetracòrdo è un ant strumento musicale gr (col pref TETRA quattro che vale “a quattro corde” e la tecnica di trasferimento
del modo musicale dal superiore all’inferiore è detta Ipodòrico (pref IPO e il relativo al popoloo dei Dori).
Il termine Accordio, ancora una coincidenza lemmatica, ha l’omn pseudoetim Accòrdio, o Accordèon, un ant organino, dal
nome del suo inventore Akkordion (1865).
Pseudoetim, Cordèsco e Cordèsca, rispettivamente “agnello” o “vitello” giovani e “pelle d’agnello o capretto” dal lat volg
CHORDISCUS da CHORDUS nato ieri; lo sono ancora Cordaitìne (Classe di piante) dal nome del botanico A. K. J. Corda
(1809/1849), Cordierìte “minerale” dal nome del geologo L. Cordier (1777/1861) con suff scientifico ITE altrimenti detto
Dicroite. Lo è infine Cordovàno questo relativo alla città andalusa di Cordoba.
Scòrdio o Scordèo “sorta d’erba” è il termine alieno dal lat SCORDIUM già gr SKORDION.
QUADERNO
Quadèrno, con Quadernàle, cui l’ipocoristico Quarnàle, dal lat QUATERNI (plurale), significa a quattro a
quattro e al lat sono rimasti fedeli i vari Quatèrna, Quaterniòne questo un numero ipercomplesso, Quaternàrio, in
retorica snm di Quadrisillabo, indica in geologia Era quaternaria snm di Era Neozoica e, in chimica, gli atomi di
carbonio o d’azoto uniti a quattro gruppi organici. Quàrto da QUARTUS 1 è l’ordinale di Quattro e da questo
Quattordicènne, il sostantivo Quattordicèsima, Quattordicèsimo, Quatriduàno o Quattriduàno o ancora
Quadriduàno che sta per “quattro giorni”, il percorso prefissato QUATTRO cui Quattròcchi o Quattr’occhi
“sorta di uccello” ed anche in senso fig per “occhialuto”, la locuzione A quattr’occhi, l’araldico Quattrofòglie e il
fig Quattrozàmpe “animale domestico quali cani e gatti”. Da includere Quattrocentìsta o Quattrocentometrìsta
l’atleta che corre la specialità dei Cento metri.
Nel percorso dell’ordinale Quarto, l’ital conta Quartìle, Quartìna (anche nella poesia e nella musica), Quartìno
(anche snm di Carticino), l’agrario Quartiròlo, Quartùccio già “unità di misura”, il percorso composto
Quartodècimo snm di Quattordicèsimo, Quartogènito (in sequenza con Primogenito, Secondogenito,
Terzogenito), Quartotòndo “quarto di cerchio” dalla locuzione Quarto tondo, Quartùltimo (in sequenza con
Penultimo e Terzultimo), la locuzione sportiva Quarto uomo, il famoso dipinto a olio “Il Quarto Stato” di G.
Pellizza da Volpedo (1901) conservato a Milano nel Museo d’Arte Moderna.
In percorso Quartière, con un desueto Quartièro (adottato dal XIII sec), uno dei quattro settori in cui erano
suddivise le città medievali, alcune lo erano in Sestière (da Sesto, dal XIV sec)), come a Venezia e in Terzière
(da Terzo, dal 1865). Oggi, anche se i settori sono ben superiori di numero a quattro, resta semant la
denominazione di Quartiere, cui la locuzione Poliziotto di quartiere. Un quartiere malsano è definito in ambito
glb con l’ingl Slum in connessione con SLUMP caduta-rovina fig in campo economico dal verbo TO SLUM
vivere in econimia. Quartiere s’è poi attestato fig in “abitazione” snm del mer Quartìno, in “complesso di alloggi
militari” cui Quartiermàstro, il prefissato Acquartieràre (AD allativo) con Acquartieramènto e Acquartieràto, in
“tregua-sosta” nel senso di “riposo in quartiere” cui la locuzione Lotta senza quartiere, eppoi in araldica quale
“scudo”, in terminologia navale cui Quartiglière attraverso lo sp CUARTALERO da CUARTA stanza, nel gioco
del biliardo quale “parte del tavolo”, parte della calzatura, della sella, nel gergo ciclistico quale “riposo”.
Un ant termine diffuso nel Veneto è Quartèse, la quarta parte della Decima a favore della Parrocchia.
Snm di Quartiere è Riòne cui Rionàle, l’ipocoristico del lat REGIONE.
Quartiere malfamato è Subùrra, dal nome di un quartiere dell’antica Roma, SUBURRAM da identico tema med
SUBURRA, che nulla ha però del lemma Subùrbio, questo dalla composizione lat SUB URBIUM sotto la città.
Non è da escludere, tuttavia, che abbiano un’identica origine rad del valore di sotto-inferiore.
L’antica cittadina pugliese di Grottaglie - i cui termini dialettali utilizziamo volentieri in questa ricerca, merito della presenza
di variegati radicali - era suddivisa in Pittagi “rioni o parrocchie”; Pittàgio appare in snm con Parlagio. Pìtico, dal gr
PYTHIKOS e dal lat PITICUM, era relativo a Delfi, dove sorgeva il santuario dedicato ad Apollo; Pìtia n’era infatti la
sacerdotessa. La cristianizzazione avrebbe riversato il termine in comunità intorno ad una chiesa-parrocchia. Il suff AGIO di
Pittagio dovrebbe essere una modifica dialettale di Aggio, dal suff sostantivante lat ATICUM, cui Abbordaggio,
Spionaggio… poco credibile, invece, la trasformazione del pref AGIO dal gr HAGIOS santo in un suff AGIO per indicare
luogo costruito intorno ad una chiesa cristiana.
1
Altri ordinali, non esaminati altrove nel testo, Quìnto da QUINTUS cui Quintìle il (quinto) mese romano corrispondente all’attuale Luglio,
Quintàna, Quintaròlo, Quinterìa, Quintèrno, Quintessènza da Quinta essenza con Quintessenziàle, e Quintessenziàre, Quintètto, Quintigliàti,
Quintìglio o Quintìlio questo omologismo dallo sp QUINTILLO, Quintìna e Quintìno eppoi i composti Quintodècimo, Quintogènito,
Quintùltimo da Quint’ultimo.
Sèsto da SEXTUS cui Sestàrio, Sestèrno o Sesterniòne, Sestètto, Sestìga (sul modello di Quadriga), Sestìle il sesto mese romano oggi
Agosto, Sestìna, i composti Sestodècimo, Sestogradìsta dalla locuzione alpinistica Sesto grado, Sestùltimo da Sest’ultimo con Sestùplice,
Sestùplo e Sestuplicàre.
Eppoi Dècimo da DECIMUS, Ventèsimo da VICESIMUS già VIGESIMUS, Trentèsimo da TRICESIMUS già TRIGESIMUS,
Quarantèsimo da QUADRAGESIMUS, Cinquantèsimo da QUINQUAGESIMUS, Sessantèsimo da SEXAGESIMUS, Ottantèsimo da
OCTOGESIMUS, Novantèsimo da NONAGESIMUS.
I cardinali dai quali derivano, sono adottati in ital tutti dal lat, quali, non esaminati altrove nel testo, Cìnque da QUINQUE cui Cinquedèa o
Cinquadèa “sorta di daga rinascimentale”, Cinquefòglie o Cinquefòglia, Cinquerème, Cinquetèrre “qualità di vino” dal coronimo Cinque
Terre, un prefissato ital Incinquàrsi (IN illativo) che vale “per cinque volte” e il sostantivo composto Quincòncie o Quincùnce in termini
frazionari dal lat QUINQUE UNCIA cinque once cui ancora Quinconciàle o Quincunciàle, eppoi i sostantivi Quinàle e Quinàrio questo il
termine metrico poetico, entrambi dal lat QUINI a cinque a cinque; l’ital conta un Chìna che sta per “doppio cinque” in un gioco delle carte,
dal franc QUINE. Eppoi Sèi da SEX, Vènti (corretta accentazione vénti) da VIGINTI cui Ventènnio con Ventennàle o Vicènnio con
Vicennàle da VICIES venti volte, Trènta da TRIGINTA con Trentennàle, Cinquànta da QUINQUAGINTA, Sessànta da SEXAGINTA,
Novànta da NONAGINTA.
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SOQQUADRO
È l’unico vocabolo della nostra lingua che contiene un errore incorreggibile, sconvolgendo la norma che impone
il raddoppio della consonante Q esclusivamente in CQ: Acqua da tema AKWA per cui è un falso raddoppio per
ricordare la pron forte di K, Acquartierare da Quartiere, Acquisre e Acquistare dal lat QUIRERE, Acquiescere e
Acquietare dal lat QUIESCERE... Soqquàdro, cui il meno comune Soqquadràre, nasce dalla locuzione Sotto
quadro specifico di un’impalcatura che va fuori posto, quindi in relazione allo scompiglio che provoca. Il
termine Soqquadro deve essere usato in locuzione avverbiale con A, leggi A soqquadro.
Per inciso, gli avverbi Carpone-Carponi, Boccone-Bocconi e Ginocchione-Ginocchioni (per l’etim Ved le
apposite terzine) non sono correttamente scrivibili in locuzione con A che li precede “a bocconi, a
ginocchioni…” solo per A carponi, lo Zingarelli traccia una vaga possibilità.
Squadernàre, Squinternare, Dissestare, verbi che appaiono tutti ispirati dai numeri. Il primo, Squadernàre, da
Quaderno a quattro a quattro, sta per un antiquato “sfogliare pagine per cercare” ma anche metaf “rendere
palese”. Squinternàre, invece, da Quinterno, fascicolo di cinque fogli, vale “sfogliare in malo modo sino a
slegarne le pagine” ed anche fig “confondere”. Dissestàre con Dissèsto, infine, deriva da Sèsto, non quale
ordinale, ma quale Sèsta “compasso” cui Sestànte e la locuzione architettonica A tutto sesto; lo strumento ha
questo nome perché la sua apertura, che va a descrivere una circonferenza, corrisponde al lato dell’esagono in
essa inscritto. Il prefissato Dissestàre (pref DIS), allora, sta per “fuori compasso” e fig “fuori equilibrio” ad
esempio in campo economico e di bilancio. Il percorso prefissato prosegue con Assèsto (pref AD allativo vale A
sesta) cui Assestàre, Assestàta, Assestamènto, Assestatèzza, Assestàto.
Il termine Sièsta è un esot dallo sp SIESTA sesta ora, già lat SEXTA.
\ Prefissi *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR
Il termine Soqquàdro è costituito in composizione con il pref lat SUB sotto foneticamente italianizzato SO o SU o ancora
SOB e SO(S) dalla variante SUBS davanti alle consonanti sorde C T P Q, che continuano sotto, ma anche con valore
attenuativo e d’onerosità, modale e spaziale, che vanno a raddoppiare la consonante alla quale sono legati, donde Sobbalzare,
Sobbarcare, Sorrìdere, Supplènte con Supplire (dal lat PLERE riempire) e la variante Sopperìre prodotto a seguito del
fenomeno dell’anaptissi, Surrogàre questo con ROGARE...
Il prefisso SUB rimane invariato in ital per una ricca teoria lemmatica da Subaccòllo a Subvedènte, passando da un
Subcomandànte e Subunità.
Da SUB, il lat conta l’avverbio SUBTUS, rielaborato Sòtto in ital, che utilizzato quale primo membro SOTTO in
composizione non raddoppia mai la consonante alla quale è saldato, quali Sottovèste snm di Sottabito e Sottofòndere; il
percorso prefissato conta da Sottoalimentàre a Sottozèro, incluso Sottogòla snm di Soggolo, eppoi adattato in termini quali
Sottàbito snm di Sottoveste, Sottacère con Sottaciùto (col verbo Tacere), Sottacèto, Sottàcqua con Sottàcqueo, Sottòrdine con
un Sottordinàre cui Sottordinàto e la locuzione In sottordine, Sottufficiàle, eppoi la preposizione Sottèsso che sta per Sotto
ma con valore rafforzativo, dalla locuzione Sotto esso.
Sotterfùgio “di nascosto” è dal lat SUBTERFUGIUM da SUBTERFUGERE di FUGERE fuggire prefissato SUBTER questo
SUB con suffisso comparativo TER.
Sottofondere è con il lat FUNDERE da rad GHEU versare, cui Fòndere, Fondènte ritornatoci dal franc FONDANT col glb
Fondant, Fonderìa, Fondìta, Fonditòre (omn di Fonditore da Fionda) snm di Fusore, Fonditrìce, Fonditùra, i glb franc Fondu e
Fondue “fuso” (pron fond’y)e da questo il piemontese Fondùta, Fùsa per il richiamo sonoro del fondere, Fusìbile cui
Fusibilità e la locuzione Fusibile elettrico questo inventato da J. Jaoule nel 1840, Fusiòne, il glb ingl Fusion, Fusionìsmo con
Fusionìstico e Fusionìsta “sorta di ideologia”, Fusòre snm di Fonditore, Fusòrio, il Pp Fùso da FUSUS cui il fig Rinfùsa
(doppio pref RIN da RI iterativo e IN illativo) per la locuzione Alla rinfusa, il composto Meteodisfusività da un prefissato
Disfusìvo cui Disfusività, Fùtile “che lascia scorrere” con Futililità e, con i pref, Affusiòne, Ciconfòndere con Circonfùso,
Confòndere da CONFDUNDERE, Confusiòne da CONFUSIO CONFUSIONIS e Confùso (CUM associativo) dal Pp
CONFUSUS, Diffòndere con Diffùso (DIS dispersivo), Effòndere già Effùndere con Effusiòne, Effusìvo (suff IVO che
insiste sul valore durativo del lemma), Effùso ed Effusòre (EX fuori), Infòndere con Infusiòne, Infùso, Infusòre e Infusòri
questo “Classe di protozoi” (IN illativo), Profòndere (PRO avanti ) con Profonditòre, il Pp Profùso cui Profusiòne con la
locuzione A profusione e Profusamènte, Rifòndere o Rifùndere (RE movimento inverso) da REFUNDERE con Refùso dal
Pp REFUSUM, Rifusìbile e Rifusiòne, Soffòndere o Suffòndere con Soffùso o Suffùso (SUB sotto), Trasfòndere già
Transfòndere con Trasfusiòne e Trasfùso (TRANS oltre). eppoi i composti Effusiòmetro, Infundìbolo “vaso” dal lat
INFUNDERE versare dentro col fig Infundibulifòrme (botanica).
In percorso Fònte quale “serie di caratteri tipografici” (omn di Fonte “vena d’acqua”) attraverso il franc FONTE fusione da
FONDRE fondere, cui il glb ingl Font.
Alieno invece il termine Fontìna “sorta di formaggio valdostano” attraverso il piemontese Funtina d’etim non accertato.
Il sostantivo Fùso, pseudoetim, è dal lat FUSUM senza connessioni, cui Fusàggine, Fusaiòla o Fuseròla, Fusaiòlo o Fusaròlo,
Fusàta, Fusèlla, Fusellàto, Fusellatùra, Fusèllo, Fusièra, col fig Fusìlli “sorta di pasta alimentare”, Fusolièra questo dal
veneziano Fisolera inc con Fuso, un attrezzo per la caccia del Fisolo, meglio Fìsoli, specie di palmipedi; eppoi i prefissati
Affusàto, Affusolàre con Affusolàto. Attraverso il franc si conta il glb Fuseaux “pantaloni da donna fig a fusi”.
Dal pref SOTTO si contano i termini sostantivati Sottàna “sottoveste” e Sottàno che sta “abitazione sotto il piano stradale”, in
origine aggettivi relativi a Sotto, di genere diverso, come Soprano relativo a Sopra. Sottano è in complanare a Sotterràneo
(SUB TERRANEUS) composto con il lat TERRA in percorso con Sottèrra, Sotterràre e Dissotterràre con Dissotterràmento
(doppio pref DIS) snm di Disseppellimmento, Esumazione. Col pref SOTTO, ancora composizioni come Sottobànco,
Sottobòrdo, Sottostànte… Sottècchi o Sottècchie dal lat volg SUBTICULE (opposto a SUPERCULUM) da SUBTUS sotto.
In opposizione, dal lat SUPRA di SUPER sopra già gr HUPER, cui Sòpra, questo con la variante SOVRA e un ant sostantivo
Sopracciò (con Ciò) “funzionario di controllo”, l’ital conta il pref SOPRA per una nutrita serie di composizioni quali
Sovraccopèrta o Sopraccopèrta (per un libro è un foglio protettivo che si richiama alla copertina), Sopràlzo, Sovrappòrre o
Soprappòrre con Soprapposiziòne e Sovrapposiziòne, Sovraprèzzo o Sovrapprèzzo con Sopraprèzzo o Soprapprèzzo,
Sovrastànte o Soprastànte, eppoi Soprappensièro. Sopràno è la forma sostantivata dell’aggettivo che sta sopra va ad indicare
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comunemente il registro più acuto tra i cantanti in concerto, pertanto è invariabile nel suo genere mas, pur esclusivo di voce
femminile, il termine deriva dal lat volg SUP(E)RANUS, cui Superàbile, Superàre, Superàto, Sùpero, Superfìcie, con
Superficiàle, questo composto con FACIES aspetto-forma con apofonia della a in i, l’omologismo Surfactànte dall’ingl
SURFACTANT ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE
“superficialmente attivo”, i prefissati Insuperàbile con
Insuperabilità e Insuperàto (IN negativo).
Superiòre con Superiorità da SUPERIOR comparativo di SUPERUS, Supèrno (SUPERNUS) da SUPERUS come Inferno
(INFERNUS) da INFERUS, Sùpero su calco di Infero-ìnfero. Dall’ingl SURFACE superficie l’ital conta l’omologismo
Surfattànte o Surfactànte, ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE AGENT agente superficialmente attivo. Il pref
SOPRA dal lat SUPRA AD per composizioni da Soprabbondànte a Sopravvìtto (con il lat VICTUS cibo), eppoi
l’adattamento per composizioni da Sopreccedènza o Sovreccedènza a Sopreminènza o Sovreminènza, da Soprimbòtte di
Sopraimbòtte a Soprintèndere di Sopraintèndere; ancora, Sopròsso di Sopraòsso, Soprumàno o Sovrumàno, Soprùso di Sopra
uso.
Dal lat SUPERCULUM (opposto a SUBTICULE) aggettivo di SUPER, l’ital conta Sopèrchio con Soperchiànte, Soperchiàre,
Soperchierìa e Soperchièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, in complanare con i leniti e più
ricorrenti Sovèrchio con Soverchiànte, Soverchiàre, Soverchiatòre, Soverchierìa, Soverchièvole e Soverchièzza. Suprèmo con
Supremazìa, Suprematìsmo 1 e il culinario glb franc Suprême, dal lat SUPREMUS, superlativo di SUPERUS. Sovràno è
letteralmente snm di Soprano, composto con la lenizione Sovra di Sopra, ma la semant lo ha scelto per indicare comunemente
il Capo di uno Stato Monarchico; dal diradamento di quest’istituzione il termine sta riacquistando la corretta semantica etim
di potere, dignità, diritto autonomi.
\ Da una ricerca del 2008, tra i più ricchi al mondo, è elencato il sovrano della Thailandia, con un patrimonio ben superiore a 3miliardi
d’euro. La Thailandia era stata indicata con Siam sino al 1939 e per un breve inciso dal 1945 al ’49; oggi si traduce in “Terra libera” con
THAI libero \
I termini Superstiziòne e Supèrstite hanno il pref SUPER connesso a temi del verbo lat STARE, allora Superstizione vale
soprastruttura ovvero sopra le regole che stanno e Superstite vale sopravvissuto ovvero sopra coloro che stanno.
\ Gli individui che pongono in relazione malattia con colpa, sono i depositari di arcaiche superstizioni, ove le divinità puniscono i colpevoli
scagliandogli un male; pertanto agiscono in maniera tale da nasconderla, considerandola un accadimento del tutto riservato, privato. In realtà,
non s’accorgono che la patologia, di chiunque sia, compromette, oltre alla propria, la normale quotidianità dei famigliari e degli amici, altera
l’organigramma sul lavoro e quindi condiziona i colleghi, sommuove i conoscenti, incuriosisce i co-assistiti negli ambulatori e gli
sconosciuti pazienti con i loro famigliari e visitatori, involontari testimoni nelle cliniche, coinvolge gli operatori della sanità,
dell’assistenza… insomma, è invece un avvenimento tra i più aperti al pubblico. \
SUPER, ancora, compone in qualità di pref innumerevoli termini, quali Superaffollamènto, Superallenamènto, Supermercàto
cui l’omologismo Superètte dal glb ingl Supermarket con suff franc ETTE (adottato dal XX sec), Superumàno con
Superumanìsmo o Superomìsmo con Superomistico da Superuòmo, Supervacàneo (da VACUUS), sino al glb termine ingl
pugilistico Superwèlter.
Una particolarità di equivoca composizione lemmatica è rintracciabile in lemmi quali Suppellìttile e Supplire, entrambi col
pref ridotto SU, eppure il primo vale SUPER sopra e il secondo SUB sotto. Suppellèttile è dal lat SUPELLEX e vale
(oggetto) sopra il letto, ma la semant lo ha esteso per oggetto d’arredo su qualsiasi mobile o archeologico o, in senso fig, per
cognizioni che abbelliscono (arredano) la mente. Così anche per il pref SOR identificabile quale SUPER o quale SUB, cui
Sorgere vale da di sotto e Sormontare vale montare in alto; da non includere Soràbo questo relativo ai Sorabi. Super lo si
ritrova infine quale pref SUR col valore di “sopra” ricalcando il franc SUR in termini quali Suralimentaziòne, Surclassare,
Surcompressiòne con Surcomprèsso, l’omologismo Surcòntre con Surcontràre “termine del bridge” dal franc
SURCONTRER con CONTRE contro. Un SUR preposizione, resiste ancora molto raramente in posizione proclitica col
valore inc di “su” e “super” davanti a parole che inizino con u, quale il manzoniano “…sur una tempia…”.
1
Suprematìsmo, cui Suprematìsta, è il movimento artistico sorto in Russia nel 1913 nell’intento di sbrigliare il figurativo dalle imposizioni
estetiche, privilegiando la totale imitazione della natura. Una certa diversione politica deve pur essere avvenuta nel movimento
internazionale, poiché alcuni suprematisti statunitensi, nell’agoso del 2008, tentano d’assassinare il candidato democratico alla presidenaa
statunitense Barack Obama: il concetto si sarebbe svolto nel raggiungimento del bene supremo della nazione, del pianeta, a qualsiasi costo.
ZECCA ZECCHINO AZZECCARE
ZECCA
Zècca è l’acaro italianizzato dal long ZEKKA. Per assimilazione fig, sono nati i termini Zèccola spina che
rimane impigliata nel pelo degli animali e Zèccolo grumo di lana.
Il lat conta il proprio RICINUS per Zecca cui il fig Rìcino, la pianta i cui semi la ricordano; derivato l’aggettivo
Ricinolèico composto con Oleico, l’acido contenuto nell’olio di ricino.
\ Parassita
Parassìta o Parassìto con la variante Parasìto più fedele all’origine, con Parassitàre, Parassitàrio, Parassicìda, Parassìtico,
Parassitìsmo, Parassitòsi e il composto Parassitologìa, dal lat PARASITA, è la composizione gr con PARA presso e SITOS
grano-cibo; il termine stava inizialmente per “addetto alla distribuzione del cibo”, poi passato a commensale e, fig, al
significato corrente. Nel percorso gr di SITOS, l’ital conta il pref SITO, cui i composti Sitofobìa “avversione per il cibo” snm
di Cibofobia e in concorrenza con Anoressia, Sitologìa con Sitòlogo, Sitomanìa o Sitiomanìa con Sitòmane in concorrenza
con Bulimia, Sitosteròlo questo in estensione col valore di “grano” e il doppio suff STEREO ed OLO.
Oltre all’omn Sito luogo dal lat SITUS, esiste un Sìto muffa, fetore, sempre dal lat SITUS che più ant stava per abbandono,
vrs connesso a SITUS luogo; la mutazione semantica si sarebbe attestata associando la muffa ed il fetore all’abbandono del
luogo.
Mùffa nasce dalla serie onomatopeica M F che stava ad indicare esalazioni; fuori percorso Mùffola che è l’omlogismo dal
franc MOUFLE guanto-manicotto attestatosi in “manopola” o in “camera refrattaria” cui i fig Muffolètto “pagnotta
spugnosa”, Mùffolo “muso”, Muffolìsta “operaio dei forni a muffola”.
ZECCHINO
Dall’ar (DAR-AS)SIKKA (Casa della) moneta, l’ital conta l’omologiamo Zècca Casa del conio, cui Zeccàre e
Zecchière. Un suo erede è Zècchino, il ducato d'oro veneto del XVI sec, il cui nome fu esteso per designare altre
monete di pari valore aureo in stati diversi (Lucca, Toscana, Genova, Sardegna, Pontificio...).
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Che la Zecca-àcaro sia omofona ed omografa - insomma omonima - di Zecca-conio conduce ad associare la
presa del parassita sulla pelle a quella del marchingegno che preme la matrice sulla moneta o medaglia; nel volg,
è d’uso l’espressione Azzeccarsi o Zeccarsi nel significato di “attaccarsi a (pressare, tormentare) qualcuno come
una zecca”. Ancora in volg, il termine Zecca sta metaf per paura improvvisa, comunemente accompagnata da
sussulto. Per assimilazione figurativa, Zècca-conio è utilizzato con riferimento - luogo comune - ad un’idea o
una notizia originale, un abito mai usato... nuovo di zecca. Zecchinèlla è un gioco d’azzardo con le carte.
\ La Zecca italiana conia monete per lo Stato di San Marino e per la Città del Vaticano.
Nell'Antica Roma, il conio ebbe inizio nel IV sec e la zecca fu istituita sul Campidoglio. A Pompei, nella casa dei Vetti, le pitture murali
mostrano il lavoro che era svolto nelle zecche. La prima Zecca in Europa sorse a Lucca intorno al 650.\
AZZECCARE
Azzeccàre, dal ted A(D)-ZECKEN colpire col pref A allativo; si ottiene così andare a colpire e semant nel
segno (indovinare, centrare...). In percorso semantico, si ha Azzeccàto ed il manzoniano Azzeccagarbùgli, il
leguleio plagiato dal potere. Il termine, che appariva allocato nel volg, è emerso onorevolmente nella lingua
ufficiale, merito dell’espressionismo verbale del giudice Di Pietro.
CAMINO SCAMATO SGAMATO
CAMINO
Dal gr KAMINOS fornello latinizzato CAMINUS, cui Camìno, Caminètto, Caminièra con le varianti toscane da
evitare Cammìno, Camminètto, Camminièra. Il termine Caminèse è il relativo della famiglia Da Camino, i
Signori trevigiani del XII sec.
I latini chiamavano CAMINATA la stanza col camino, cui il toscano Camminàta ancora da evitare; un termine
che emigrato in Francia si è svolto in CHEMINEE, rimpatriato in Ciminièra o Ciminèa.
Il lemma Cimièro, o anche Cimèro e Cimière, che pare dello stesso percorso, è un derivato da Cima su ricalco
franc CIMIER di CIME; il Cimiero, col pennacchio, ricorda in realtà la ciminiera col fumo. Cìma è fig dal lat
CYMA germoglio già gr KIMA feto da KYO concepisco, cui Cimaiòlo o Cimaiuòlo e Cimaròlo, Cimàle,
Cimalìno, Cimàre, Cimàta, Cimatòre, Cimatorìa, Cimatrìce, Cimatùra con Ricimatùra, Cimìno questo omn di
Cimino variante di Cumino, Cìmolo e Cimòso. Il lemma Tracimàre con Tracimaziòne è la prefissazione di Tra
con Cima.
Cimòsa o Cimòssa è dal lat CIMUSSA che sta per orlo, d’etimo considerato sconosciuto, comunque è vrs una
connessione fig con Cima. Anche i termini architettonici Cimàsa e Cimàzio dal lat CYMATIUM già gr KYMA
onda e KYMATION piccola onda appaiono connessi con CYMA cima, accostando in associazione fig la cresta
dell’onda.
\ Figulo Mascara
In Puglia, a Grottaglie, il quartiere delle ceramiche, d’eredità magnogreca, è volg identificato con Camenre, ricco appunto di
camini delle fornaci per la terracotta, che fuoriescono dalle grotte. Non può essere allora un caso, ma una connessione rad,
che l’antica ceramica dell’isola di Creta, plasmata nelle grotte sui pendii del monte Ida è definta “di KAMARES”.
Il quartiere è identificato elegantemente con il letterario “dei Fìguli” dal lat FIGULUS da FINGERE foggiare, modellare, cui
Fìgulo, Figulìna, Figulinàio e Figulìno, Fìngere col Pp moderno Fìnto, Fìttile da FICTILIS, Fittìvo tratti dal Pp lat FICTUS di
FINGERE, Fittìzio da FICTICIUS e Finziòne da FICTIO FICTIONIS rappresentazione cui il glb ingl Fiction quale termine
televisivo.
Il percorso da FINGERE prosegue elencando Infìngere “immaginarsi” con Infingimènto, col pref IN intensivo, ed ancora
Infigardàggine, Infigardìa, Infigardìre e Infigàrdo “pigro e simulatore” col suff ARDO spregiativo.
La stessa rad ha dato Figùra inv da FIGURA con Figuràre, Figurànte questo un snm di Comparsa, Figurìsta, Figùro (brutto
tipo), i prefissati Configuraziòne e Configuràto, Transfiguràre o Trasfiguràre e Trasfiguraziòne, Sfiguràre e Sfiguràto.
Abbandonare del tutto il greco Camenre per il lat-ital Figuli significa indurre le nuove generazioni a dimenticare la storia
linguistica e le origini.
Dal gr SKHEMA configurazione, il lat ha tratto SCHEMA, inv nell’ital Schèma, cui Schemàtico, Schematìsmo…
La rad è DHEIGH plasmare che avrebbe portato a DHEIGHOS, ovvero cosa plasmata con il fango, attestatasi in aree osca e
gr (TEIKHOS) e nelle aree tocaria, ger (TEIG pasta).
Restando in ambito delle simulazioni, il lat medv usava il termine MASCA, col valore di strega, questo fedele al tema med
MASKA strega, cui l’inv ma disusato Màsca con Mascàgno divenuto semant “malizioso” ed ancora Mascàra, Mascòne
(termine navale); il percorso continua con Màschera 1, Mascheràio, Mascheramènto, Mascheràta… che sono giusto delle
“finzioni”; ancora, Il tema med MASKA stava anche per guancia, quindi non è assurda la connessione con Maschera. Fuori
percorso, Mascarpòne dal lombardo Mascherpa o Mascarpa una sorta di ricotta.
Il prvz aveva MASCOTO sortilegio-oggetto scaramantico, cui il franc MASCOTTE, italianizzato Mascòtta. I termini volg
Mascìa “affatturazione” e Masciaro sono vrs connessi (con pron della s quasi sorda).
Il lat conta LARVA maschera svoltosi dal significato originale di spettro, cui Làrva, Larvàle, Larvàre, Larvàto, i composti
Larvevòridi (Famiglia d’insetti) con Larvìvori (con il lat VORUS da VORARE divorare), Larvicìda (col lat CIDA che uccide
da CADERE), Larvìcolo (con il lat COLO che abita) e Larvifòrme. Il lat conta lo specifico COSSUS larva, per accezione
(tarlo) del legmo, cui Còsso e Còssidi, la Famiglia alla quale appartiene la Zeuzèra (etimo ignoto, vrs da un onomatopeico) e
l’ordine dei Lepidotteri.
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La Maschera nasce in teatro per armonizzare nell’attore la voce (tonalità e ritmo), la gestualità, l’incedere, la postura. Maschera famosa il
bergamasco Arlecchìno, attraverso il franc ARLEQUIN perché già noto in Francia, con Arlecchinàta, Arlecchinàto e Arlecchinèsco, eppoi il
bolognese avvocato Balanzòne da Balanza “bilancia” simbolo della giustizia, Brighèlla della Commedia dell’Arte derivato da Briga cui
Brigare, Colombìna quale dim di Colomba, il piemontese Giandùia quale composizione del nome Gianni e Duja “boccale” quindi “assiduo
bevitore” cui Giandùia e Gianduiòtto “cioccolatini torinesi” questi alla nocciola, il milanese Meneghìno che il drammaturgo Maggi aveva
tratto dal dim Domenichino nel 1630, il veneziano Pantalòn quale ellittico di Pianta Leone, questo funzionario incaricato di piantare il
vessillo del Leone di S.Marco nelle terre acquisite dalla Serenissima cui il termine Pantalòne-Pantalòni attraverso il franc PANTALONS, con
Pantalonàio e Pantaloncìni; curiosa la locuzione Avere l’acqua in casa per chi indossa pantaloni corti all’orlo.
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Sagging è il termine glb igl per indicare la moda giovanile di inizio millennio dei pantaloni calati da TO SAG tenere basso.
Fuori percorso Pantaleòn o Pantalòn questo un salterio inventato dal ted Pantaleon Hebenstreit (1705). Infine, il napoletano Pulcinèlla di
Acerra derivato dal dim di Polece “pulce” cui Pulcinellàta e Pulcinellèsco, il fiorentino Stenterèllo fig dalla sua eterna fame per una
esistenza di stenti.
L’Italia pullula di Maschere poco note, per esempio a Manfredonia il logo del Carnevale dauno è Ze’ Peppe (zio Giuseppe), il personaggio
che di notte andava per le strade a svuotare nel suo carretto-bidone i contenitori delle urine e delle feci, richiamando la gente al suono della
tromba.
\ PROSO Prosopopea Blindare
Dal gr PROS accanto cui PROSO davanti, in connessione con PRO questo invariato nel lat-ital, l’ital conta Prosobrànchi
(Sottoclasse di molluschi), Prosodìa dal gr PROSOIDIA composto con OIDO canto e che vale “accentazione-ritmo
poetico”cui Prosodìaco o Prosòdico, Prosòdio e Prosodìsta, eppoi Prosopoagnosìa (con AGNOSIA ignoranza)
che indica l’incapacità di riconoscere fisicamente una persona nota, Prospaltèlla (col tema gtr POLLOEIN
lanciare) indica una sorta di8 piccolo insetto degli Imenotteri.
Dal gr PROSOPON faccia, ma anche con valore di maschera, (PROS accanto e OPON dal tema di vedere), l’ital conta
Prosopografìa “descrizione del volto”, Prosopopèa o Prosopopèia cui Prosopopèico dal gr PROSOPOPOIEO personifico;
termine connesso con l’etrusco PHERSU svoltosi via via da divinità malefica in maschera cui il lat PERSONA maschera,
eppoi faccia, volto e infine persona nel significato corrente cui Persòna con Personàggio, Personàle, Personalìsmo,
Personalìsta, Personalìstico, Personalità, Personalizzàre, Personalizzàto, Personalizzaziòne, Personalmènte, Personeggiàre,
Personificàre con Personificàto e Personificaziòne, Personologìa con Personològico; il termine Personificazione adottato
quale figura retorica indica la trattazione di un termine astratto, inanimato, o addirittura di un defunto, come se fosse reale, in
vita.
La lingua ital conta Verbi personali i cui modi indicano tempo e innanzitutto la persona, Verbi impersonali i cui modi non
indicano alcuna persona quali l’Infinito, il Participio ed il Gerundio.
In percorso, ancora, le locuzioni glb ingl Personal computer, Personal numbering (Numerazione personale), Personal
organizer (Organizzatore personale), Personal trainer (Allenatore personale). PROSOPON è l’astratto di POIEO faccio-creo
(l’etimo di Poesia), pertanto, vale volto fatto-creato per una rappresentazione, ovvero, una personificazione.
Dal ted BLENDE mascheratura connesso a BLIND cieco, il franc ha coniato BLINDER cui il ricalco omologistico Blìnda
con Blindàggio, Blindàre, Blindàto, Blindatùra i composti Autoblìndo, Blindosbàrra, Blindovètro dalla locuzione Vetro
blindato, le locuzioni la militare Mezzo blindato e la domestica Porta blindata, il glb ingl Blind test “test alla cieca”, Blind
trust “società fiduciaria cieca” (con TRUST fiducia) e vrs in connessione rad i termini Blimp che sta per “involucromascheratura (tecnologia )” e Blister “involucro per capsule o compresse”.
SCAMATO
Scamàto, dal lat volg CAMACTUS, dal gr KAMAKS-AKOS bacchetta, si era attestata nella forma sett
CAMAITO. Scamatàre (Scamatòre), con pref S durativo, “batterela lana, i tessuti”, con lo Scamato, per
ammorbidirli, ripulirli.
Ricamàre, che sembrerebbe un termine in qualche maniera discendente da KAMAKS-CAMACTUS, in realtà è
un riadattamento dall’ar RAQAMA, ma questo non toglie che abbiano una primordiale origine comune.
Fuori percorso Camàglio “passamontagna” dal prvz CAPMALH “armatura per il capo”, con il quale è vrs
connesso il lemma Camàuro “copricapo papale di velluto rosso”. Ancora fuori percorso Camàllo o Camàlo
“scaricatore” dall’ar HAMMAL portatore e Camaleònte questo, composto col gr KHAMAI a terra sta per
“leone strisciante”. Nel passato si credeva che il Camaleonte si nutrisse esclusivamente d’aria per la sua
peculiarità di tirar fuori la lunga lingua e ritrarla rapidamente a mo’ di pompa da risucchio; da qui la locuzione
fig Dieta del camaleonte. In realtà è la tecnica naturale di catturare gli insetti per la nutrizione.
SGAMATO
Sgamato, in volg, sorge vrs da un una attestazione fig da Scamato, con lenizione della c, è vale “indovinato”.
Rispetto ad “azzeccato”, possiede tuttavia una sfumatura divinatoria, d’intuizione, pertanto è più ricorrente la
forma al passato “l’avevo sgamato”. Sgamato, quindi, metaf “ripulito”, “scoperto”. Chissà se l’uso improprio
dello Scamàto non abbia provocato, dallo strofinio, una scintilla incendiaria; non sarebbe allora coincidentale la
tematica KAM(AKS)-KAM(INOS). Sgamàre vale “scoprire il gioco” e il pref privativo S appare giusto
appiccicato all’ingl GAME gioco, a provarne la comune discendenza indoeur, cui il glb ingl Videogame in ital
Videogiòco con Videogiocatòre. Si potrebbe ancora insistere ripensando al Ricamàre, che starebbe per lenizione
di Rigamàre iterativo metaf “giocare e rigiocare”.
\ Suffissi AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE *ONE
AGLIA AGLIE AGLIO
Quale suff collettivo, dal lat (ALIA) ALIAE traducibile in diversi, tanti sono stati composti lemmi quali Frattàglie dal lat
FRACTAE-ALIAE diverse interiora di FRACTUS rotto, il toponomastico Grottaglie (comune nel Tarentino) da CRIPTAEALIAE diverse grotte, Battàglia da BATTALIA diversi colpi, Boscaglia ed ancora Vettovàglia dal lat VICTU-ALIA diversi
viveri (Vìveri da VICTUS modo di vivere da VIVERE), Anticàglia “tante cose vecchie”, Avvisàglia da Avvìso questo dal
franc A VIS cui il denm Avvisàre, e Schermàglia da Scherma. Il suff può assumere un deciso senso dispregiativo come in
Gentaglia, Marmàglia o Maramàglia ricalcando il franc MARMAILLE.
Da non equivicare con termini quale Ritàgli, che non ha nulla del suff AGLIE ma deriva da Tagliare-Taglio con pref
reiterativo RI; d’altro canto, Frattàglia meglio Frattàglie, è una curiosità etim poiché il termine può erroneamente far pensare
a ciò che si recupera fra i tagli della carne macellata, ossia a un derivato di Taglio.
In Psicologia, si ha il termine Abalietà dal lat AB ALIO-ALIETAS che definisce le caratteristiche di un individuo la cui
esistenza dipende da altri (potrebbe essere il snm di Plagio); in opposizione si ha Aseità, lo stato in cui l’individuo ritrova in
se stesso la ragione della propria esistenza.
Il suff AGLIO, invece, dal lat ACULUM imprime al lemma l’indicazione oggettistica, strumentale e utensìle quali
Scandaglio e Ventaglio.
Faragliòne è da tema med FARA roccia con suff accr ONE, simile a Muràglia “intreccio di diversi sassi o mattoni” e
389
Muragliòne, questi dal lat MURUS, ital Mùro con il dim Murètto cui la locuzione turistica Muretto di Alassio, dove la
piastrella storica del 1951 porta la firma di E. Hemingway 1; eppoi Muraiòla “sorta d’erba” snm di Vetriola e omn di
Muraiola “ant moneta”, Muraiòlo “pianta” , il fem Muraiòla “animaletto” col snm Parietaria, l’aggettivo Muràle con il
sostantivo Muràle o Moràle, il glb artistico sp Mural col plur Murales con Muralìsta, Muràre con Muramènto, Muràrio,
Muràto con Muràta questo termine marinaresco (fianchi emersi della nave), Muratòre con Muratòrio, Muratùra, Muraziòne, il
veneziano Muràzzi (a protezione del litorale), il composto Murìcolo “sorta di pianta” che vale Muraiola, il dim Murèlla, il
vento Murer, e il fem Mùra con il suo Muràre, d’antica rad MOI-N MOI-R autorità, progressivamente semant in barriera,
limite, eppoi Murìccia o Morìccia, Murìccio col dim Muricciòlo o Moricciòlo, ancora nil dim Murièlla o Morèlla. MURUS è
connesso col tema med MUSAK, roccia puntata, donde Mùrgia roccia e l’oronimo Mùrge con Murgèse. Murgèse è anche la
razza di cavalli pugliesi allevati nei pressi di Martina Franca, sulle Murge, località Galeone. Termine alieno Murazzàno
“sorta di formaggio” relativo al toponimo Murazzano.
\ Dopo la caduta del famigerato Muro di Berlino nel 1989, che divideva emblematicamente i due blocchi contrapposti dal 1971, sembrava
che tale struttura sarebbe rimasta nei tristi ricordi storici del XX sec; nessuno s’aspettava invece che proprio gli USA, i più autorevoli a
condannare quel muro, sia per la loro storia sia per il loro ruolo di potenza guida delle democrazie, ne avrebbero rialzato un secondo, lungo la
frontiera con il Messico, all’alba del nuovo millennio, reiterando le miserie politiche del passato, inducendo a riflettere pessimisticamente
che nulla potrà cambiare, ferma restando l’identica logica strategica e tattica che muove ogni Grande della terra.
Nel passato c’erano già stati Il Limitone dei greci, la grande cinta innalzata dai Bizantini per isolare il Salento dal resto della penisola, dopo
la caduta dell’impero romano, che aveva spalancato le strade alle invasioni barbariche, eppoi la nota Muraglia cinese o Grande muraglia. \
Dalla rad MOI-N-MOI-R autorità, cui un ant MUNERA 2, il lat conta MUNIA dovere con MUNUS carica-ufficio donde i
vari Municìpio, Munificènza, Munìfico, Munìre, Muniziòne… e, coi pref, il sostantivo Comùne, con Comunàle, (snm di
Municipio e Municipale) dal lat COMMUNIS (col pref COM) / In Italia se ne contano 8101 (aggiornamento 2008) / l’aggettivo
Comùne nel senso fig di “ordinario”, Comunànza, Comunèlla, Comunicàre con Comunicaziòne, Comunitatìvo, talvolta in
sovrapposizione con termini quali Comitato e Comizio questi composti da CUM ITUS andato insieme (Ved suff GIRE in
Ambo…). Il Comunicàre (sacramento) è dalla loc lat eccl COMMUNICARE ALTARI partcipare all’Eucarestia, cui
Comuniòne altrimenti detta Santa Cena e il prefissato Scomunicàre o Scommunicàre (S sottrattivo) con il sostantivo
Scomùnica o Scommùnica, Scomuniàto o Scommunicàto, Scomunicatòre e Scomunicaziòne o Scommunicazione o
Scomunicagiòne, eppoi in complanare Escomunicàre (pref EX sottrattivo che vale S), Escomùnica, Escomunicàto,
Escomunicaziòne o Escomunicagiòne; il sodalizio d’impronta cattolica Comunione e Liberazione fu fondato negli anni
Cinquanta da Don Luigi Giussani.
\ La Scomunica inflitta a G. Galilei per le sue teorie filosofiche-astronomiche è stata cancellata nel 1992 per volontà di Papa Wojtyla. \
Premunìre (pref PRAE prima) con Premunìto e Premuniziòne (da non equivocare con Premonizione) questo anche figura
retorica che indica la tecnica del controbattere prima che l’interlocutore possa obiettare; una strategia che mette in risalto il
complesso d’inferiorità di chi la utilizza. Remuneràre o Rimuneràre restituire il dono-dare per avere viene da MUNUS dono
attestatosi fig da carica-ufficio, col pref restitutivo RE e suff verbale ARE.
L’ingl conta COMMON comune cui la locuzione tecnologica Common rail “barra semplce (ordinaria)”.
Il percorso prefissato conta Immùne dal lat IMMUNIS esente dal dovere cui, in senso semant o fig medico “refrattario”,
Immunità, Immunitàrio, Immunizzàre con Immunizzànte e Immunizzaziòne, il pref IMMUNO nelle composizioni quali
Immunochìmica, Immunocìto, Immunocompetènza, Immunodeficiènza, Immunodepressiòne, Immunodiffusiòne,
Immunofarmacologìa, Immunofluorescènza, Immunògeno, Immunoglobulìna, Immunomodulatòre, Immunologìa,
Immunopatologìa, Immunoprecipitaziòne, Immunoprofilàssi, Immunoreaziòne, Immunoregolatòre, Immunosièro o
Immunsièro, Immunosoppressiòne, Immunostimolànte, Immunoterapìa, Immunotollerànza, Immunotossìna.
\ Murgèse è anche una razza di cavalli già nota per la loro adozione nella cavalleria della Serenissima; oggi è protetta ed è impiegata nel
Corpo Forestale locale.\
Da MURUS, l’ital conta i prefissati Estramuràle e Intramuràle che valgono in locuzione lat EXTRA MOENIA e INTRA
MOENIA. Pomèrio dal lat POEMERIUM composto con POST e MOIROS (arcaico di MURUS muro), è lo spazio che corre
lungo (dopo) le mura, esente da costruzioni, vincolato dalle leggi; il Pomerio tra confinanti è sovente seme di lungaggini
giudiziarie. Nell’ant Roma ai tempi di Giulio Cesare era vietato ai militi di oltrepassarlo armati per entrare nin città.
Nel Salento, il volg Popto sta per “abitante fiori le mura”, da Pomerio.
Termini alieni Mùria “salamoia” dal termine lat MURIA acqua salsa, cui Muriàto attestatosi in cloruro con Muriàtico e la
locuzione Acido muriatico (si potrebbe pensare ad una connessione fig con Muro dal quale fuoriesce acqua salsa in
determinati ambienti); eppoi Murèna dal gr MYRAINA “sorta di pesce”cui Murènidi (la Famiglia), Mùrice, dal lat MUREX
“mollusco” cui la Famiglia Murìcidi.
Un muro può essere costruito di tufi; Tùfo, roccia derivante da sedimenti vulcanici, è dal lat class TOFUS d’origine etrusca,
svoltosi nel tardo TUFUM, cui l’ital Tufàceo, il dim Tufèllo, Tufòso, il fig Tufàre “essere caldo e fumigante” con Tufàto.
Roccia di natura tufacea, già utlizzata dagli Etruschi, è indicata con Nènfro d’etimo non conosciuto. Dal termine originale,
l’ital conta fig un anatomico Tòfo “nodulo di acido urico”.
1
Forse pochi sanno che il più piccolo racconto nella storia della letteratura, almeno così è considerato, porta la firma di E. Hemimgway,
scritto con sei parole per scommessa, eccolo: “Vendesi scarpe da bambino mai usate”.
2
Cerimonie funebri pubbliche, originarie della penisola, in cui in cui si svolgevano lotte e combattimenti propiziatori, anche cruenti, allo
scopo di placare gli dei; il tetrmine MUNUS, infatti, si sarebbe attestato anche in offerta sacrificale.
Dette cerimonie avrebbero ispirato i giochi dei gladiatori “offerti” al divino imperatore, importati a Roma già dal 264 aC dal mondo etrusco
(Etruria), eppoi istituiti ufficialmente nel 105 aC e che prevedevano la presenza gratuita del popolo, mantenendo la peculiarità di
manifestazione del tutto aperta.
ARDO
Di origine ger, il suff ARDO, relativo ad una persona, ne amplifica la qualità positiva (aumentativo), come in Gagliardo, ma,
transitato da una metaf, s’è attestato come suff spregiativo, cui Codàrdo questo un inc tra Coda e il franc COUARD nel senso
di coda bassa, con Codardìa o Codardìgia; eppoi Complottàrdo, Dinamitàrdo…
Lo si rintraccia esteso alle cose cui da Leccardo “ghiotto” a Leccarda “vaschetta da leccare”.
AGGINE
Altro suff indicante una qualità in senso negativo, AGGINE, relativo a termini astratti, quali Fanciullàggine, Stupidàggine,
Testardàggine…
ONE
Dal lat ONEM, vale alterazione, caratterizzazione; ad esempio, accrescitivo, abitudine, eccesso o peggiorativo, come in
390
Omòne, Pigròne questo dal lat PIGER d’incerta connessione con PIGET agire senza voglia, Brontolòne dal gr BRONTAO io
tuono di vrs origine onomatopeica, Mangiòne…
In Fisica, dalla desinenza gr ON, vale entità elementare, cui Elettrone e Fotone. In Chimica, adottato dal patronimico gr
ONE, vale “chetone” e indica la presenza di una entità di primo elemento, quale Acetone. In Biologia indica infine unità
funzionali o collettive, quali Neurone e Linneone.
Il lemma Ambra-àmbra, con un onomastico femminile Ambra, è dal lat AMBAR attinto all’ar ANBAR, cui Ambràto,
Ambrètta, questo snm di Abelmosco, il curioso lemma Liquidàmbar “ambra liquida” snm di Storace. Snm di Ambra è
Succinìte o Sùccino dallo specifico lat SUCCINUM.
Il Pomo d’ambra è un addobbo natalizio profumato, composto con una arancia in cui sono infilzati chiodi di garofano.
\ Goffo Gobbo Goffrare
Gagliòffo, cui Gaglioffàggine e Gagliofferìa, è l’inc tra Gagliardo e Gòffo, questo dal lat GUFFUM grossolano-sgraziato
con Goffàggine, Gofferìa, il fig Goffètto o Gòffo “sorta di gioco a carte”, Goffèzza e i prefissati Ingoffàre e Ingoffìre; il lat
conta ancora GURDUS goffo-balordo svoltosi fig nel prefissato Ingòrdo “bramoso-insaziabile” con IN illativo, cui
Ingordìgia.
Goffo s’è attestato nel significato corrente attraverso una variante di Gobbo, questo dal lat volg GOBBUS già class GIBBUS
cui Gìbbo, Gibbosità, Gibbòso, Gibbùto, e Gibberellìna “fitormone” vrs in connessione, termini in complanare con Gòbba,
Gobbètto, Gobbòne o Gobbòni (avverbio); i prefissati Ingobbatùra (pref IN illativo), Ingobbìre, il fig Sgobbòne (talmente
chino sui libri da ingobbirsi) da Sgobbàre “faticare” con suff S intensivo; termine alieno Ingòbbio (utilizzati nella ceramica)
con Ingobbiàre e Ingobbiàto, omologismo dal franc ENGOBER rivestire di terra.
L’omn Gòbbo, questo termine cinematografico, è l’omologismo dall’americano GOBO, cui Gobbìsta.
Sempre dal franc, l’ital conta l’omologismo Goffràre da GAUFRER da GAUFRE “dolce prodotto con una particolare
preparazione”, già WAFEL “miele di favo”, cui Goffràggio o Goffratùra, Goffràto “fig sorta di tessuto” con il glb Gaufrè
(gaufré) italianizzato Goffrè, Goffratòre, Goffratrìce e l’adattto Goffrè, che sta a indicare la tecnica di improntare un disegno
a rilievo tramite un’apposita calandra.
\ Coda
Còda è dal lat class CAUDA, vrs connesso col gr KERKOS appendice codale, cui gli espliciti Caudàle, il medv Caudatàrio,
Caudàti (ordine di anfibi), Caudàto “con la coda”, il composto Caudotomìa,; pseudoetim l’esot sp Caudìllo “capo” con
Caudillìsmo, Caudìno questo relativo al toponimo sannito Caudio di romana memoria con la locuzione Forche caudine.
Il percorso italianizzato conta Codàle, Codàta e Codàto, Codàzzo, Codètta, Codiàre “pedinare”, Codicìllo con Codicillàre dal
lat CODICILLUS tavoletta per scrivere (vrs in coda ad un testo precedente, un post scriptum), eppoi Codìno con il fig
Codinìsmo, Codìnzolo cui il denm Scodinzolàre (pref EX intensivo svolto in S) con Scodinzolamènto e Scodinzolìo, Codiòne
o Codriòne, Còdolo (dim), l’accr Codòne sia “sorta di ucceello degli Anatidi” sia “groppiera sottocoda equina”, il composto
Cutrèttola dim di Cutrètta “sorta di uccello dei Motacìllidi” dalla locuzione lat CAUDA TREPIDA coda fremente cui il
prefissato Scutrettolàre snm di Sculettare, ancora i prefissati Accodàre (AD allativo) con Accodamènto e Accodatùra,
Scodàre (S sottrattivo) con Scodàto e un fig automobilistico Scodàre “lo sbandare”, Soccodàgnolo (peef SUB-SO sotto) che
vale la cinghia che passando sotto la coda dell’animale, regge ben equilibrato il basto, snm di Imbraca.
I composti Codibiànco o Culbiànco, Codibùgnolo composto con Bugnolo e vale “coda grande come un paniere”, Codimòzzo
“coda mozza”, Codiròsso “sorta di uccello dei Turdidi”, Coditrèmola “sorta di uccello dei Motacìllidi” altrimenti detto
Ballerina. Termini alieni Codeìna attraverso il franc CODEINE dal gr KODEIA testa del papavero dell’oppio, Codomìnio
(composto con Con e Dominio, termine matematico).
Incerta la connessione di CAUDA coda con CAUDEX-CODEX, cui Càudice, l’esot locuzione ingl Code sharing
“compartecipazione” di nuova introduzione (anno 2000), Còdice, un Codicìstico, Codicologìa con Codicològico e
Codicòlogo, Codìfica con Codificànte, Codificàre e Codificaziòne cui il prefissato Decodìfica con Decodificàre e
Decodificaziòne (pref DE “distacco”) attraverso il franc CODIFIER; eppoi Codòne (omn di Codone accr di Coda) attraverso
l’ingl CODON di CODE codice, forse nel senso fig di rispetto delle leggi sotto la minaccia dell scudiscio (coda), e, in
locuzione, Codice di Avviamento Postale cui l’acronimo CAP, Codice civile, Codice penale... il glb ingl Barcode che vale la
locuzione ital Codice a barre.
Il gr, come suddetto, conta KERKOS coda quale appendice, prolungamento, cui Cèrco “appendice addominale” degli insetti,
Cercùro o Cercùrio (ant nave), un pref CERCO in composizioni quali Cercocèbo (col gr KEBOS scimmia), Cercocìsti,
Cercolètto (col suff tratto dal gr LAMBANO prendo), Cercòpidi, Cercopitècidi (col gr PITHEKOS primati ovvero scimmie
principali) con Cercopitèco, Cercospòra; eppoi, in suff, Gefirocèrco con il gr GEPHYRA ponte fig “sorta di pesce dei
Crossotterigi”. Dal gr GEPHYRA è stato coniato Gephyrofobìa che indica l’avversione ad attraversare i ponti.
Il gr conta ancora lo specifico URA coda cui il pref ital URO per composizioni quali Urobòro (fig “serpemte” o
“coccodrillo”, col gr BOROS che divora la coda), Urociòne (col gr KYON cane “dalla coda slanciata”), Urocordàti (sottotipo
di Tunicati, col gr KORDE corda vale “a forma di corda”), Urodèli (Ordine di anfibi, col gr DELOS visibile, dunque “dalla
coda ben visibile, al quale appartiene il Protèo in riferimento alla divinità gr Proteus) snm di Caudati, Uromàstice (specie di
rettile col gr MASTIKS frusta, quindi “dalla coda frustante”), Uropatàgio (con il lat PATAGIUM orlo, vale “coda a
membrana” riferita ai pipistrelli), Uropìgio con Uropigèo (col gr PYGE natiche-deretano, vale “coda munita di ghiandola
adiposa”), Uròstilo con il lat STILUS già gr STILOS stilo; eppoi, dove URA è in suffisso con URI URO, l’ital conta
Anoplùri “Ordine d’insetti” (col gr ANAPLOS disarmato), Anùri “Ordine di Anfibi” (col pref gr AN privativo, vale “senza
coda”), Brachiùri “Sottordine di crostacei” (col gr BRAKHYS breve, vale “coda corta”), Diplùro “Ordine d’insetti” (col gr
DIPLO doppio), Macrùri “Raggruppamento di crostacei” (col gr MAKROS lungo), Protùri “Ordine d’insetti” (col pref
PROTO), Xifosùri “Ordine di Artropodi” (col gr KSIPHOS spada), e infine Conùro “sorta di pappagallo” (col gr KONOS
cono), Dasiùro “sorta di Marsupiale” (col gr DASYS peloso), Enicùro “sorta di uccello” (col gr ENIKOS singolare),
Melanùro “sorta di pesce” snm di Occhiàta (col gr MELAS nero), Paradossùro “Genere di mammifero” (col gr
PARADOKSOS strano).
Lo sp conta RABO coda, cui l’omologismo Rabicàno (dalla) coda bianca composto con CANO bianca, cui Rabicanatùra
\ Fotone
Fotòne, la particella, su calco di Elettrone o viceversa, dal gr PHOS luce, cui i termini contestuali composti col pref FOTO,
quali Fotocèllula, Fotogènesi, Fototipìa. Il percorso conta ancora Fòt (unità di illuminamento uguale a 104 Lux pari a 1 Lumen
per cm2) e una numerosa sequenza composta da Fotoallergìa a Fotozincografrìa passando da Fotoconducibilità,
391
Fotoconduttànza, Fotocòpia, Fotocromàtico, Fotocrònaca con Fotocronìsta, Fotodermatòsi, Fotofobìa “avversione e
fastidio per la luce”, Fotogènesi, Fotografìa ed il suo ipocoristico Fòto cui Fotògrafo e Fotolitògrafo o Fotolìto,
Fotogràmma, Fotometrìa con Fotomètrico e Fotòmetro, Fotoràma (1956) con uno straordinario suff RAMA estratto da
Panoràma (1824) questo composto dal pref gr PAN tutto e HORAMA vista, ancora rintracciato in Cineràma (1952). In
percorso la locuzione Macchina fotografica, questa nata dagli esperimenti di T. Wedgwood e di W. F. Talbot nel XIX sec,
che si erano ispirato a quelli di J. H. Schulze effettuati nel 1727, a quelli di J. N. Niepce che nel 1826 aveva ottenuto
un’immagine con un procedimento originale che chiamò Eliografìa e del suo amico L. J. M. Daguerre con un secondo
procedimento che fu chiamato in suo onore Dagherrotipìa (1840) cui Dagherròtipo. Nel 1889, G. Eastman utilizzò
storicamente la celluloide, così nacque la Pellicola fotografica.
Attraverso l’ingl PHOTO, si contano i glb Photofit semi-italianizzato Fotofit con TO FIT preparare, la locuzione Photo
finish dove FINISH sta per “finale”.
\ La prima foto scattata nella storia ritrae un cortile con edifici e piante \
Direttamente dal gr PHOSPHOROS portatore di luce col suff PHOROS io porto su calco di Tedoforo, l’ital conta Fosfène
(col suff dal gr PHAINESTHAI apparire), lo sdrucciolo Fòsforo con i derivati e composti con il pref FOSFO cui Fosfàto con
Fosfatàsi e Fosfataziòne, Fosfìna (suff chimico INA), Fosfìto attraverso il franc PHOSPHITE “sale o etere di acido
fosforoso”), Fosfodièstere con Fosfodiestèrico, Fosfoglicèrico e Fosfoglicèride, Fosfolipìde, Fosfoprotìde Fosforàre con
Fosforàto, Fosforeggiàre, Fosforemìa (col gr HAIMA sangue), Fosfòreo, Fosforescènte, Fosforescènza, Fosfòrico,
Fosforilàre da Fosforìle (suff ILE) con Fosforilàsi (doppio suff ASI) e Fosforilaziòne, Fosforolìsi, Fosforìsmo, Fosforìte (suff
chimico ITE), Fosforòso, Fosfùro attraverso il franc PHOSPHURE, Fosgène attraverso il franc PHOSGENE questo col suff
GENE, in ital GENO, e vale generato dalla luce, le locuzioni Fosforo bianco, Fosforo rosso (questo per i fiammiferi).
Il lemma accentato piano alla greca Fosfòro vale “sostanza luminiscente” per tubi catodici, un risvolto linguistico fig.
Un minerale di fosfato idrico di ferro è indicato con Koninckite in onore dello studioso L. G. Koninck (1809/1887), con suff
scientifico ITE.
OSTIA OSPITE OSTAGGIO
OSTIA
Ostia-òstia, dal lat HOSTIA vittima, presumibilmente connesso a HOSTIRE compensare, a sua volta derivato da
HOSTIS straniero, indoeur GHOST con accezione di fantasma-ospite alieno nelle tendenze esterofile d’oggi, in
buona compagnia con Poltergeist e Gremlin.
Nella sua accezione cristiana, Ostia è l’iconografia del sacrificio divino, anticamente la sfoglia sottile di pane
àzzimo dell’Ultima Cena. Comunicarsi vale “ospitare devotamente nella propria persona la presenza divina, il
suo sacrificio”. In percorso, Ostiaràto (ordine religioso) e Ostiàrio; fuori percorso Ostiàco questo relativo
alll’etnia degli Ostiachi cui la locuzione Lingua ostiaca del gruppo Ugrofinnico.
Il termine glb Ghostwriter (composto col l’ingl TO WRITE scrivere) è lo scrittore a pagamento, che scrive a
nome d’altri; in Italia lo si identifica fig con il termine razzistico Negro, il quale sta anche per “correttore di
bozze”, ma che praticamente riscrive i testi prodotti da una penna d’interesse ma linguisticamente incerta. Il glb
ingl Ghostbuster è invece il cacciatore di fantasmi, con TO BUST rompere-rovinare.
OSPITE
Ospite-òspite dal lat ant HOSTIPOTIS, composto di HOSTIS straniero e POTIS padrone successivamente
rielaborato in HOSPES-PITIS colui che accoglie lo straniero. Ospite, è colui che viene compensato con
l’ospitalità, trattato “come se fose a casa sua”, “che può fare da padrone”, ma è anche contestualmente chi
accoglie una persona, pertanto, Oste-òste e i derivati Osterìa (adottato dal 1363), questo snm di Bettola (da 1478)
e Taverna (giànel 1294), cui Ostière e Ostèssa; dall’ingl . La derivazione è nutrita, diramatasi ancora secondo i
percorsi Ospedàle o l’aferetico Spedàle o ancora Ospitàle da HOSPITALE da HOSPITALIS ospitale,
Ospedalière o Ospedalièro con Spedàle e Spedalière (aferesi), i desueti Ospetalière e Ospitalièro, Ospedalìsmo,
Ospedalità o Spedalità, Ospedalizzàre con Ospedalizzaziòne con gli aferetici Spedalizzàre e Spedalizzaziòne,
Ospitàle da HOSPITALIS (snm-omn di Ospitale “ospedale”) relatvo a HOSPES ospite, con Ospitalità,
Ospitànte, Ospitàre, Ospìzio da HOSPITIUM da HOSPES ospite. Nella Psichiatria Infantile, Ospitalìsmo è il
fenomeno patologico descritto da René Spitz, causato da lunghi ricoveri in istituzioni, dove l' Io subisce uno
sviluppo deficitario. Oggi si fa strada il neologismo televisivo Ospitàta.
Termine alieno nel percorso l’omologismo Ospodàro “governatore” dallo slavo GOSPODAR padrone cui
Ospodaràto “titolo”.
La rielaborazione in ital dell'ingl glb Hostess avrebbe portato al discutibile Ostèssa, se non fosse che il termine è
già contemplato quale fem di Oste e che, peraltro, non ha mai avuto una disinvoltura linguistica.
In appaiamento a Hostess l’ital conta il glb Steward, questo una composizione dall’ingl ant STI casa e WEARD
guardiano.
In percorso, Stàlla e Stallàggio dal got STALLA dimora cui i vari Stallàggio o Stallàzzo, Stallàre “mettere in
stalla” e Stallàre attraverso il franc ETALER fermarsi fig da STALL stalla (mettere in) con il termine
aeronautico Stàllo omologismo dall’ingl STALL caduta di portanza con un ancora Stallàre e Stàllo attraverso il
franc STALLUM che vale “seggiola-stanza-posizione-ristagno”; eppoi Stallàtico, Stallerèccio, Stallìa, Stallière,
gli aggettivi Stallìno e Stallìo o Stallìvo (suff IVO che accentua il valore durativo del termine), Stallòne, il
composto Conestàbile o Connestàbile con una variante Contestàbile (omn di Contestabile da Contestare) dalla
locuzione lat COMES STABULI “soprintendente alle stalle imperiali.
Il percorsi conta infine Ostellàggio Ostellière ed Ostèllo, eppoi l’ingl glb HOTEL dal franc ant OSTEL.
Osterìggio, poi, è l’apertura sul ponte delle navi, per immettere aria e luce in sottocoperta; è un omologismo
dall’ingl STEERAGE alloggio di poppa di terza classe.
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\ Podestà Possesso
Il lat POTIS padrone è la traslazione di un termine fondamentale nella tradizione indoeur, che risalirebbe ad una preesistente
forma indoiran. Dall’ant percorso sarebbero discesi i vari Potestà o Potestàte o ancora Potestàde da POTESTAS il potere,
Potestatìvo e Potesterìa, Potènza da POTENTIA con Potenziàle, Potenzialità, Potenziàre con Potenziamènto e il composto
Potenziòmetro, Potènte con il politico Potentàto, Potère da POTERE (sia verbo che sostantivo), Potènte da POTENS
POTENTIS, Potìssimo da POTISSIMUS quale superlativo di POTIS padrone, i prefissati Prepotènte e Prepotènza col pref
PRAE che vale superlativo. La lenizione sett di t in d, consolidatasi durante l’occupazione dei Longobardi, avrebbe attestato i
vari Podère, questo già verbo “essere padrone di terre”, con Poderàle e Poderòso, Podestà o Podestàte e da questo
Podestariàto, Podestarìle, Podesterìa, Spodestàre cui Spodestamènto e Spodestàto col pref S sottrattivo.
Un’ulteriore attestazione dopo il 1300, credibile derivazione dal congiuntivo “che possa”, avrebbe condotto al percorso di
Impossessàre (pref IN illativo), Pòssa, Possànza, Possedère dal lat POSSIDERE già POSSIDEO, questo composto con
POTIS che può e SEDERE stare già SEDEO, Possedimènto, Possedùto, Possènte questo Ppres di un Possère dal lat POSSE,
Possessiòne, Possessìvo, Possèsso dal lat POSSESSUS astratto da POSSIDERE, Possessòre dal lat POSSESSOR nome
d’azione di POSSIDERE, Possessòrio, Possidènte dal Ppres POSSIDENS cui Inpossidènte (IN negativo) e Possidènza,
Possìbile questo aggettivo da POSSE cui Impossìbile con IN negativo, Possibilìsmo con Possibilìsta, Possibilità,
Possibilìstico e Possibilmènte, eppoi col pref S sottrattivo, Spossàre, Spossatèzza, Spossessàre.
In termine feudale, dal franc ALOD pieno possesso, il lat medv aveva ricavato l’omologismo ALLODIUM cui l’ital Allòdio
con Allodiàre, dove ALL vale tutto, questo così ritrovabile nell’ingl, e OD bene-possesso, vrs connesso in ambito indoeur
con l’ingl LOAD carico.
\ *Aggettivi e pronomi possessivi
Mìo, con un ant Mèo e con la forma tronca Mi’, dal lat MEUS d’origine indoeur MOS cui il gr EMOS, s’è svolto nella
versione corrente come Dio da DEUS. La connessione è con i pronomi *Me e *Mi, questi dal lat MED risalente al sct MA,
cui il gr EME.
Tùo, con *Te, *Ti e *Tu, dal lat TUUS, questo dal possessivo indoeur TEWO cui il gr TEOS, anche in forma tronca Tu’.
Sùo, dal lat SUUS da una rad SWO cui SEWO, anche in forma tronca Su’.
Nòstro dal lat NOSTER derivato da NOS di Noi, cui Nostràle e Nostràno, col suff TERO che vale “opposizione” fra due
entità, come in ALTER altro. In gr suona HEMETEROS.
Vòstro dal lat ant VOSTER - class VESTER - derivato da VOS di Voi, con lo stesso suff TERO di Nostro.
Tuo, Suo e Vostro sono pur sempre aggettivi anche quando funzionano da pronome.
Lòro (usato anche come pronome personale) dal lat ILLORUM non è altro che il genitivo plurale di ILLE, cui l’articolo Il.
Nel volg, il possessivo è rintracciabile sovente quale parte integrante del nome. Si prenda ad esempio il veneto Mimorti con
Tamorti e Samorti, ormai in desuetudine, che stanno per I miei morti, I tuoi morti, I suoi morti.
Il pugliese peninsulare mantiene ancora alcune di queste voci famigliari in via d’estinzione, Sirma “mio padre” e Sirda (vrs
lenito da un Sirta) “tuo padre” attraverso un medv Sire “padre”. Eppoi, tutte in accentazione sdrucciola, Nonnama “mia
nonna” con Nonnata “tua nonna” e Nonnasa “sua nonna”, Màmmama “mia madre” con Màmmata “tua madre” e Màmmasa
“sua madre”, Pàtima “mio padre” con Pàtita “tuo padre” e L’Attàne questo utilizzato solo alla terza persona “suo padre” e
sempre accompagnato dall’articolo.
L’Attane, da un Atta, è vrs connesso con il mas Tàta “papà” o “fratello” o Tàto che avrebbe condotto al lat TATIUS anziano,
svoltosi dall’originale fem Tàta “balia”, attraverso un onomatopeico infantile TA TA, cui un Tatòne (nonno) questo in
eteronimia con Mammone (nonna, da Mamma); da TATIUS l’onomastica conta Tatiana che si traduce “figlia di padre
anziano”. Dal lat TATIUS cui Atta sarebbe derivato Atavo-àtavo “papà avo (l’antenato)” cui Atàvico con Atavìsmo e
Atavìstico.
Il processo che ha condotto a L’Attane da Atta dovrebbe essersi avviato da una variante accentata Attà successivamente
suffissato NE. Il NE a mo’ di suffisso è ricorrente nel volg centromer giusto per ovviare alle parole tronche e per imprimere
una maggiore cadenza, come l’affermativo Sine da Sì e il negativo None da No; in ital è il corrispondente DE o TE come in
Bontade o Bontate da Bontà, Strermitate da (E)stremità.
Il pugliese famigliare conta ancora Sorma (mia sorella), Sorda (tua sorella, vrs lenito da un Sorta) da Sore “sorella” attraverso
il lat SOROR, Fratima (mio fratello), Fradda (tuo fratello, vrs lenito e ridotto da un Fratita) da Frate “fratello” attraverso il lat
FRATER.
Nel percorso di SOROR si ha Corsopino (Ved Gene…).
Questo per dare un esempio al lettore di come possa essere analizzato un termine, specie volg, apparentemente d’etimo
oscuro; sempre però, onestamente, con la riserva d’altre più convincenti interpretazioni.
\ Nosocomio
Dal gr NOSOS malattia e KOMEIN curare, fu coniato il termine NOSOKOMEION, cui il lat NOSOCOMIUM ed, infine,
l’ital Nosocòmio “luogo di cura” con Nosocomiàle, snm di Ospedale; in percorso i composti Nosocomefobìa e Nosofobìa o
Nosemafobìa “paura degli ospedali e di ammalarsi”, Nosogènesi, Nosografìa e Nosogràfico, Nosologìa e Nisològico,
Nisomaìa, Nosoparassìta.
Il suff gr KOMEO cura, lo si ritrova in termini composti quali Manicomio ed è verosibilmente connesso a KOMA sonno
profondo, cui Còma, Comatòso, nell’antica e speranzosa pratica medico-popolare che recita “il sonno cura tutte le malattie”.
Albèrgo è l’omologismo del termine got in composizione HARI BAIRG e vale semant riparo per i militari, dove HARI sta
per esercito, svoltosi nel lat medv e BAIRG è connesso con l’indoeur BERG riparo, cui il ALBERGUM.
OSTAGGIO
Ostàggio, cui l’aferetico Stàggio (omn di Staggio “pezzo di legno”) dal franc ant HOSTAGE, è l’inc del lat
OBSES statico con HOSTIS straniero, cui il snm Ostàtico con una variante Stàtico (aferesi della O).
Ostaggio era, dunque, chi tra i nemici non partecipava all’assedio. Il termine OBSES, poi, si sarebbe da solo
semant in Ostaggio.
HOSTIS sarebbe così passato da “straniero signore” (da trattare come il signore di casa) a “vittima ostaggio”
quando ogni straniero era un barbaro da sacrificare alla patria. La vittima sacrificale per eccellenza è il Cristo
metaforizzato dall’Ostia.
393
AMBO CAMBIALE SCAMBIO
AMBO
Il sostantivo ed aggettivo Ambo-àmbo (di solito inv, ma al plur può essere usato al mas e fem in Ambi e Ambe)
dal lat AMBO, già gr AMPHO, sta per il pronome Entràmbi (fem Entràmbe) questo da INTER AMBOS cui i
desueti Entràmbo, Intràmbo e Tràmbi. Il lemma gr AMOIBE cambiamento pare connesso. I due elementi di
AM-BO- il primo di forma celt-ger UM e il secondo bal-slava BHO suonano in le due parti-l’uno e l’altro.
Ambo è peraltro usato al plur Ambi-àmbi (dal gr AMPHI), eppoi Ambàta, Ambiàre, Ambiatòre, Ambiatùra,
Ambio-àmbio “andatura dei quadrupedi” col snm fig Ambiadùra o Ambiatùra, e, quale pref in composizione,
Ambidèstro con Ambidestrìsmo, Ambigènere, Ambiguità, Ambisessualità con Ambisessuàle (snm di Bisessuàle
con Bisessualità), Ambivalènza con Ambivalènte; infine Ambidùe, evolutosi nel corrente Ambedùe da AMBO
DUO, con i desueti Ambedùl, Ambedùo, Ambidùl, Ambodùe e il brutto, equivocabile Amendùe attraverso il
prvz AMDUI cui Tramendùe o Tramendùi (pref TRA).
Il tardo lat conta AMBO AMBONIS podio-tribuna (con leggio), cui Ambòne di attestazione cristiana, e si
potrebbe credere che il termine dia il senso ambivalente di una partecipazione al rito, ossia del lettore e del
fedele uditore.
Termine alieno il neologismo Ambaradàn “baraonda” (adottato nel XX sec), ispirato all’oronimo etiopico Amba
Aradam, luogo nel 1936 di una vittoriosa ma sanguinosa battaglia colonialistica dell’esercito italiano.
\ Ambiguità è nella letteratura il coesistere di due o più significati; lo studio delle ambiguità letterarie fu d’attualità soprattutto negli anni
trenta, stimolato dalla poesia e dalla critica di T.S. Eliot. Ambivalènza, da un termine adottato nella psicologia dell’anormalità (psichiatria), è
passato ad indicare, nella critica letteraria, la situazione in cui il soggetto rivela atteggiamenti, sentimenti, valori in contraddizione. \
Il termine Ambiguo è associabile al termine Esiguo, entrambi composti dal secondo membro derivante da
(A)GIRE. AMB-IGUO, cui Ambìguo “che agisce da due parti” con Ambiguità e Ambiguànte col suffissato
Disambiguàre donde Disambiguànte. EX-IGUO, cui Esiguità, Esìguo “pesato con precisione” (troppa precisione,
tale da agire fuori della norma di rispetto per un cliente abituale), con il correlativo Esàtto “perfetto” cui il
prefissato in opposizione Inesàtto con Inesattèzza (omn di Esatto e Inesatto “riscosso “ e “non riscoso) .
Stràmbo, cui Stràmba e Stramberìa, ha una storia tutta sua: dal lat STRAMBUS è la variante di STRABUS, dal
gr STRABOS, cui Stràbico con Strabìsmo fig “asimmetrico, anormale” insomma “chi vede sdoppiato” in
percorso con Strabuzzàre dal gr STRABIZO guardo strabico, sovrapposto ad Aguzzare, pertanto estraneo al
percorso di Buzzo. Il termine Strambòtto, col volg Strambòttolo, s’ispira al franc ESTRIBOT questo devb di
ESTROBAR staffilare sovrapposto a Strambo. Eppoi si ha il termine Estribòte che indica una tecnica metrica
adottata nella poesia spagnola. Il fem Stràmba vale “fune torta”.
La forma durativa della rad EL essere in movimento associata in pref ad AMB attorno ha prodotto termini quali
Ambulàre, Ambulànte, Ambulànza, questo dal franc AMBULANCE, Ambulatòrio, Ambulàcro, Ambiènte con
Ambientalìsmo e la locuzione Lega Ambiente, l’acronimo ENEA da Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e
Ambiente, eppoi Ambito-àmbito (che gira, si muove attorno). Col pref DE intensivo, si ha Deambulatòrio
“corridoio che gira intorno all’abside” e Deambulàre “camminare”. Semant, Ambulàre e Deambulare
risulterebbero snm, ma si vorrebbe far passare quest’ultimo come “essere fuori dell'ambulanza”. In connessione
il termine Embatèrio dal gr “ant canto militare” dalla locuzione EMBATERION MELOS canto di marcia.
Come secondo membro, dal lat AMBULUS in ital Ambulo “che passeggia”, compone alcuni termini quale
Funàmbolo “che passeggia sulla fune”, termine Fùne dal lat FUNIS privo di connessioni, con Funàio o Funaiòlo
o ancora Funàro, Funàme, Funàta, il dim Funicella, il botanico-anatomico Funìcolo cui Funicolìte (suff medico
ITE) e il relativoFunicolàre, ancora l’aggettivo Funicolàre con il sostantivo Funicolàre relativi a Fune.
Da non associare al termine Incunàbolo o Incunàbulo (snm di Quattrocentino), che è derivato dal lat CUNAE
culla col suff BOLO e sta metaf per “primo prodotto tipografico”, per i quali esiste il catalogo INCUNABULA
THYPOGRAPHIAE primo in assoluto di C. van Beughemm, 1688; derivati, Incunabolìsta o Incunabulìsta.
\ Ambiente è in Ecologia l’insieme dei fattori biologici, chimici, fisici, in un’area definita, culla d’organismi viventi, sovente definito
Ecosistèma (sintesi di “sistema ecologico”) o Habitat, un latinismo questo più tecnico che letterario. Ambiente è anche il sito in cui l’artista
crea una sorgente di percezioni e di sensazioni che colpiscono il visitatore (Empatia-Omologismo, Ved Suff PATIA in Logo…
Dagli studi fatti da Legambiente e da Ambiente Italia, la classifica italiana per il migliore Ecosistema urbano vede in ordine decrescente
Belluno, Verbana, Parma, Trento, Bolzano, Siena eppoi al 63° posto Milano, Roma al 75° e Napoli al 96°.) \
I termini con accentazione piana quali Ambìre, Ambìto, Ambiziòne e Ambiziòso (alieni nel percorso dello
sdrucciolo Ambito) che ci sono giunti nel valore di “desiderare ardentemente”, derivano dal lat AMBIRE
composto di AMB intorno e IRE andare, che intende in origine andare in giro a chiedere voti (per i candidati);
anche Adìre “intraprendere” è composto dal pref AD con IRE con il suo Pp piano Adìto AD ITUS e sdrucciolo
Adito-àdito questo svoltosi nel sostantivo “entrata-facoltà d’ingresso” e Adiziòne “accoglimento-accettazione”.
Esiste l’omn (omografo ed omofono) Adito-àdito direttamente dal gr ADYTON inaccessibile o ABATON, cui
l’inv Abaton-àbaton, il quale era la parte recondita del tempio in cui i sacerdoti custodivano l’oggetto (meteorite)
o un simulacro del dio; Dal lat AMBIRE è venuto il verbo intensivo AMBITARE, cui il già citato nome
d’azione Ambizione ed il termine Andàzzo, da un volg AMBITATIO con suff AZZO, questo ricorrente in ital.
Lo stesso verbo ital Andàre è l’ipocoristico del lat AM(BI)TARE, con un devb Anda-ànda, Andamènto, Andàna
“passaggio, marciapiede, corridoio”, Andànte con Andantemènte, il musicale Andantìno, il Pp aggettivato
Andàto con il fem sostantivato Andàta, Andatòia, Andatùra, e Andàzzo (già dal 1400), Andito-àndito su modello
di Adito “entrata” ed il composto Andirivièni; termini alieni Andalusìte (suff ITE per minerali) dal coronimo sp
Andalusia, Andecavènse o Andegavènse relativo al toponimo lat Andegavum poi Angers, capitale della regione
Angiò, infine Andìno questo relativo all’oronimo Ande cui Andinìsta gli omologhi americani di Alpino e
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Alpnista.
I termini Ambito e Ambiente appaiono snm, ma è preferibile assegnare al primo un valore astratto (in ambito
filosofico, grammaticale...), al secondo un senso di concretezza (ambiente riscaldato, ambiente malfamato...).
Vedemècum, snm di “manualetto tascabile”, è inv dal lat VADE MECUM vieni con me.
Il gr conta BASIS per andatura, cui l’ital Abasìa che sta per “difficoltà nel camminare” con Abàsico ed il
composto Oribasìa “corsa in montagna”; il termine gr, inv in lat BASIS, si sarebbe svolto nel significato di piede
ed infine di sostegno (anche fig “roccia”), cui il variegato percorso ital di Bàse con Basàle, Basàlto con Basòltico
dal gr BASANITES roccia dura e nera scorrettamente tradotto nel lat BASALTES, Basamènto, Basàre, Basètta
(omn di Basetta dei capelli), Bàsico con Basicità e il prefissato chimico Bibàsico o Dibàsico (dal lat BIS o gr
DIS due), Basìdio dal lat BASIDIUM cui i composti Basidiolichèni (Classe di licheni), Basidiomicèti (Classe di
funghi, col gr MYKES fungo) e Basidiospòra; eppoi Basilàre (modellato come Similare da Simile) con
Basilarità, Basìsta, Bàsola o Bàsolo con Basolàto “massello di pietra eruttiva”, i composti quali Basamìna,
Basificàre con Basificaziòne, Basidiospòra, Basìfilo (botanica, col gr PHILOS che ama (i terreni basici),
Basofilìa con Basòfilo (che ama terreni calcarei, opposto a Ossifilo), Basofobìa (in psicologia, panico di perdere
il sostegno delle gambe), dall’ingl il glb Baseball “sorta di sport” con BALL palla che si ritrova in Football
“calcio” (con FOOT piede) e in locuzione quali Base line “linea di base”, Basis point “punto base” e Base rate
“tasso base”.
In ar, AL-QA’IDA vale “La base”, nome adottato da un gruppo terroristico, italianizzato Al Qaeda cui
l’omologismo Qaedìsta.
Il termine glb ingl Basic non è altro che l’acronimo della loquace locuzione BEGINNERS ALLPURPOSE
SIMBOLIC INSTRUCTION CODE codice simbolico universale multiuso per principianti (coniato nel 1972),
tuttavia il termine ital Basico quale aggettivo di Base racchiude l’identico significato poiché vale “elementare”.
Pseudoetim Basedowiàno o Basedowìsmo, questo relativo al morbo descritto dal medico ted K. Von Basedow
(1799 / 1894), Basiliàno relativo a S. Basilio; Basìre, con Basìto, inv dal lat volg BASIRE svenire di genesi celt
di rad BA morire cui il fig Basìto “sbalordito”.
\ Tornare Turismo Trono
Associato ad Andare troviamo sovente il verbo Tornàre, questo inv dal lat TORNARE denm da TORNUS giro già gr
TORNOS, cui il composto Tornacònto, Tornànte, Tornàta, Tornatùra, Tornèlla, Tornèllo, Tòrno “ambito circoscritto” cui
Attòrno (A torno) con Attorniàre, Intòrno (In torno) con Intorniàre, Dintòrni e Dintòrno (Di in torno), i glb franc Entourage
“cerchia di persone” da ENTOURAR circondare, Tourner girare con Tour “giro” cui la locuzione Tour de France (giro
ciclistico) che in Francia è omn-snm di TOUR torre (fig, che si gira verso l’alto). Eppoi Torneàre con Torneamènto o
Torniamènto, Torneatòre e Tornèo questi rimpatriati dal prvz TORNEIAR; ancora, Tòrnio o Tòrno cui Torneggiàre,
Tornèggio, Tornìre con Tornimènto, Tornìto, Tornitòre, Tornitùra; reperti attestanti l’uso del Tornio risalgono al 3500 aC,
di logica legati all’invenzione della Ruota.
Infine, Tùrno, questo dal franc ant TORN inc sempre col franc corrente TOUR da TOURNER girovagare-alternare giri
giusto come Turìsta e Turìsmo, Tòro dal lat TORUS fune (che avvolge girando) cui Toròide e Toroidàle, vrs connesso fig con
TORUS muscolo (rigonfiamento); i prefissati Attortigliàre con Attortigliamènto, Contornàre, Contòrno, Frastornàre con
Frastornamènto, Frastornàto, Frastornatòre e Frastòrno, Ritornàre con Ritòrno e Ritornèllo con il glb ingl Retour match
“partita-incontro nel girone di ritorno”, Scontornàre (doppio prefisso S sottrattivo a Contornare), Stornàre (pref S sottrattivo),
Stornèllo questo dim attraverso il prvz ESTORN “tenzone poetica” nel senso di giro di versi cui Stornellàre, Stornellàta e
Stornellatòre, eppoi Stòrno questo devb da Stornare, con Ristornàre e Ristòrno, del tutto remoto dagli omonimi Stòrno “sorta
d’uccello” dal lat STURNUM cui Stùrnidi (la Famiglia) e Stòrno “grigio” come l’uccello dal che la pascoliana Cavallina
storna; sorta di storno originario dell’India è il Mainàte di voce malese attraverso il franc MAINATE.
L’ital conta il lemma Distùrna “scambio polemico di scritti o orale” attestatosi nel toscano, di etim non accertata ma vrs
connesso con TOURNER prefissato DIS male-cattivo nel senso di alternarsi (girare) nelle polemiche.
Allitterato a Storno, quasi un parasnm, o un metaplasmo, l’ital conta ancora Stàrna, snm di Pernice grigia, da inv tema med
STARNA uccello cui Starnàre, Starnazzàre, Starnazzìo. Il termine composto Tornasòle è coniato ricalcando il gr
HELIOTROPION d’identico valore semantico che si volge verso il sole, cui Eliotròpio o Elitròpio che assume variegati
indicazioni “sorta di pianta delle Borraginacee” cui Eliotropìsmo con Eliotròpico, “minerale di calcidonio” cui Elitropìa
eppoi “gnomone di orologio solare.”
Il glb Tornàdo è fuori percorso, paraomologismo dall’ingl TORNADO tempesta già sp TRONADA tuono ma connesso al lat
TRONUS tuono.
\ Ricorrente il termine composto Agriturìsmo che vale” vacanza presso un’azienda agricola”, magari collaborando nei lavori, cui Agriturìsta
e Agriturìstico. Il termine ha acquisito una tale disinvoltura d’attestazione che ha già dimenticato la propria origine, adattandolo in diverse
imprese; infatti, già qualcuno parla di “agritursmo di mare”, quando, invece la forma corretta dovrebbe essere Pesciturìsmo o Ittioturìsmo in
riferimento alla Pescicoltura o Ittiocoltura rispetto all’Agricoltura. \
Frastòno o Frastuòno non è in connessione con Frastorno, poiché trattasi di composizione dei pref FRA intermittenza, S
ripetizione con Tuono. Tuòno, o Tòno questo omn di Tono “tensione”, ma interconnessi, cui gli omn-snm Intonàre e Stonàre,
è dal lat TONUM devb da TONARE (connesso rad col gr TONOS tensione da TEINEIN tendere cui Tuonàre, passato in
TONITRUS con TONITRUARE cui Tonitruànte ed ancora, in metatesi, nel volg TRONUS cui Tròno, Tronièra, Truòno, i
prefissati Intronàre con Intronàto, Rintronàre con Rintronato e Rintrònico, questo solo nella locuzione Rispondere per
rintronino snm di Rispondere per le rime; a ogni modo tutti da rad STENE, cui Attònito, dal prefissato ATTONITUS da AD
TONARE, col suo ipocoristico Tònto e Attonimènto, Detonàre dal prefissato DE TONARE cui Detonànte, Detonatòre,
Detonaziòne.
Da non mettere in connessione col Tròno regale, questo dal lat THRONUS dal gr THRONOS, cui Detronizzàre, a meno che
non si sia pensato al fatto che ogni Trono “fa rumore come un tuono”, giusto come Giove che scagliava tuoni e fulmini dal
suo. Da Trono (regale) è stato coniato di recente il lemma fig Tronìsta, che identifica un personaggio per spettacoli televisivi
di sottordine culturale.
395
Il gr conta BRONTE tuono cui lo strumento musicale Brontèion inv da BRONTEION di fattura metallica, simile all’Echeo;
eppoi l’ital Brontolàre cui Brontolamènto, Brontolìo, Bròntolo e Brontolòne, il pref BRONTO per composizioni quali
Brontofobìa “paura dei tuoni, Brontoscopìa (il trarre presagi dai tuoni) e Brontotèrio col gr THERION belva.
\ Embolo Simbolo
I termini medici Embolo-èmbolo/émbolo ed Embolìa sembrerebbero della stessa discendenza di AMB intorno per la sua
proprietà di girare, muoversi nella corrente sanguigna; in realtà è una composizione gr col pref EM dentro e il suff BOLO dal
gr BOLOS del verbo BALLO getto, lancio, metto, quindi sta per corpo penetrato, cui Embolìsmo con Embolizzaziòne, eppoi
adottato quale termine liturgico Embolìsmo (una forma che sviluppa la precedente) dal lat tardo EMBOLISMUS
intercalazione con Embolismàle, i composti medici Embolectomìa (suff ECTOMIA dal gr EKTOME “resezione”).
Similmente al termine Sìmbolo dal lat SUMBOLUM già gr SYMBOLON composto dal pref SYN con-insieme e il suff
BOLO. Il Simbolo, infatti, era in origine una delle parti perfettamente combacianti di un oggetto; il possessore di questa,
ovvero del simbolo, era così identificato insieme a chi aveva le altre parti, ovvero, gli altri simboli. Dal significato corrente di
“elemento rappresentativo”, l’ital conta Simboleggiàre con Simboleggiamènto e Simboleggiatura, ed ancora Simbolicità,
Simbòlico, Simbolìsmo con Simbolìsta e Simbolìstico, Simbolizzàre con Simbolizzaziòne; infine, Simbologìa con il snm
Simbòlica “scienza che studia i simboli e la loro utlizzazione”, e Simbòlogo “lo studioso-ricercatore”.
Esiste l’omn gr BOLOS palla di terra svoltosi nel lat BOLUM grossa pillola cui l’ital Bòlo “cibo masticato e insalivato”
pronto per essere deglutito; con valore anche di “ostruzione alla gola”, di “miscela argillosa” fedele al gr eppoi di “pillola”
direttamente dal lat. Bòlo è ancora adottato in medicina cui la locuzione Bolo cortisonico “flebo terapeutica”. Nel significato
di “miscela argillosa” si conta il composto Bolarmèno o Bolarmènico, riferito alla regione di provenienza, l’Armenia.
\ Bis
Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo
Esiste un aggettivo lat BINI a due a due, cui Bìno, ricavato dall’inc con BIS, con il percorso Binàre cui Binàto, Binatòia,
Binatòio, Binatrìce, Binatùra e Binaziòne, Binària (stella), Binàrio “due per volta”, Bìnodo (col gr HODOS strada); ne è
derivata una congrua serie composta, cui Binauràle (con AURIS orecchio), sovente ridotto a Bi, cui i prefissati Abbinàre con
Abbinamènto e Combinàre con Combinaziòne e un glb russo KOMBINAT “complesso industriale” (tanto per ricordare
l’area comune indoeur); Combìno questo un termine gergale che sta per “ricevimento combinato”. L’ital conta ancora un
Kombu adattato dal giapponese e che indica una nutriente alga ricca (combinata) di Sali minerali e vitamine; la connessione o
una sovrapposizione appare esplicita.
BIS è l’avverbio numerale lat, ricopiato nell’ital Bìs, identico nelle aree ind, gr, ger, arm, da una primitiva forma DWIS, cui
Bissàre e il pref BIS BI per composizioni quali Bicameràle, Bidimensionàle con Bidimensionalità, Bidirezionàle, l’esot
Bièlla, attraverso il franc BIELLE che vale “due cerniere” con Sbiellàre (pref S sottrattivo); il toponimo Biella, cui Biellèse,
pare sia un corruzione dall’ant Bugella già citato questo nell’826.
Il pref BIS è indicato con Prefisso intensivo poiché estende il termine a cui è saldato quali Biscotto, Bisnonno, Biscroma,
Bisdrùcciolo, analogamente a EXTRA IPER, STRA… diversamente dal Prefisso sottrattivo come DE DIS ES IN (negativo)
e S.
Il percorso continua con Bièrgolo (col gr ERGON lavoro-forza), Bìfora “due finestre”, Biènnio e Biènne dal lat BIENNIUM
(suff lat ENNIS anni) cui Biennàle (doppio suff ALE aggettivante), in correlazione con Triènnio, Quadriènnio, Quinquènnio
italianizzato Cinquènnio cui Quinquènne o Cinquènne con Cinquennàle o Quinquennàle… Quindicènnio o Quindènnio da
QUINQUENNIUM “il tempo di quindici anni” cui Quindicènne.
\ La locuzione storica Biennio rosso riguarda le vicende rivoluzionarie contadine e operaie svoltesi dal 1919 al ’20.\
Di voce nordica FEMTEN quindici (norvegese e danese) e che indica 10-15, l’ital conta un smbolo f che rappresenta l’esot
pref matematico FEMTO.
Bifòrca con Biforcùto “due forche” che vale Bidènte con Bidentàle, Bieziòne o Biieziòne (con Inieziòne) cui Biettìvo o
Biettìvo, Bifacciàle, Bifamiliàre, Bifàse, Bifenìle o Difenìle (mantenendo la forma primitiva DWIS, con Fenile), Bìfero (con
il lat FERRE portare, che fiorisce due volte all’anno), Bifilàre, Bifocàle, Biforcàre (dividersi in due come una forca) cui
Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaziòne e Biforcùto, Bifòrme, Bifosfonàto (con un derivato da Fosfonio questo da
Fosforo), Bifrònte (dal lat FRONS fronte, faccia) il cui termine definisce anche una parola che abbia un diverso senso
compiuto se letta alla rovescia, quale Acetone-Enoteca, da non equivocare con Palindromo (Ved Pref PALIN… in
Cammeo…), Bifùne, Bifunzionàle, Bìgaro o Bìghero (guaina a doppia cucitura), Bigiornalièro o Biquotidiano, Bigonadìsmo
(col derivato da Gonade), Bilabiàle con Bilabiàto, Bilàma, Bilàmina con Bilaminàto, Bilateràle con Bilateralìsmo, Bilateralità
e Bilàtero, Bilineàre con Bilìneo, Bilobàto con Bilòbo, Bilocàle con Bilocaziòne, Biloculàre (due loculi), Bilùce, Bilùstre
(due Lustri, dieci anni), Bìmane o Bìmani o Bìmano, Bimàrce, Bimàre (bagnato da due mari), Bimèmbre o Bimèmbro,
Bimensìle, Bimestràle da Bimèstre (con il lat MENSIS mese), Bimetàllico da Bimetàllo, Bimillenàrio, Bimolecolàre,
Bimotòre, Binòmio “due nomi” con Binomiàle, Binucleàto, Bioccupàto, Bioculàre, forse Biòva (forma di pane, nel senso di
due forme ovali), Biovulàre, Bipàla, Biparietàle, Bìparo (con il lat PARERE partorire come in Viviparo), Bipartìre, l’esot
dall’ingl Bipartisan (approvare una legge parteggiando dagli schieramenti opposti alla maggioranza, da PARTISAN
partigiano), Bipartìtico con Bipartitìsmo, Bipartìto, Bipartiziòne, Bipassàre e Bipàsso con un omn Bipàsso dall’ingl
BYPASS, Bipennàto, Bipennatopartìto (cn il lat PARS parte), Bipennatosètto (con il lat SECTUM tagliato), Bipiàno (per
accezione “autobus a due piani”, diverso dal Biplano “aereo a due piani d’ali”), Bipiràmide, Biplàcca, Bipolàre con
Bipolarìsmo, Bipolarità e Bipolarizzaziòne, Bipòlide (col gr POLIS città, vale doppia cittadinanza), Bipòlo, Bipòsto,
Bipropellènte, Biquadràtico, Biquotidiàno o Bigiornaliero, Bireattòre, Birettificàto, Birifrangènza, Birifraziòne, Birotòre,
Bisaccàride, Bisàrca (col fig Arca “autocarro a due piani”), Bisarcàvolo (padre dell’arcavo) con Bisàvo e Bisàvolo, Biscànto
(doppio cantone), Biscàrto, Biscròma (termine musicale che vale “due semicrome”), Biscugìno (di secondo grado),
Bisdrùcciola (parola) e Bisdrùcciolo (accento), Bisecàre con Bisecànte questo snm di Bisettrice, Bisecolàre, Biseggiovìa,
Bisègolo (col dim di Sega), l’esot Bisèllo con Bisellàre dal franc BISEAU doppio angolo, Bisèmico, Bisènso, Biservìzi,
Bisessuàle con Bisessualità (snm di Ambisessuale con Ambisessualità) con Bisessuàto, Bisèsto o Bissèsto, Bisettimanàle,
Bisètto con Bisettòre, Bisettrice e Biseziòne (col lat SECTUS tagliato), Bisèx, Bisfenòide, Bisfenòlo, Bisgènero (conige della
nipote), Bisìllabo con Bisillàbico, Bislingua (botanica), Bisnipòte, Bisnònno, Bisolfàto con Bisolfìto e Bisolfùro, Bistàbile,
Bisòlco meglio Bisùlco (con il lat SULCUS solco) e Bisulcàre, Bisuràto (con il lat URERE bruciare, lo si ritrova nella
locuzione magnesia bisurata), Bitagliènte, Bitangènte, Bitartràto, Bitemàtico e Bitematìsmo, Bitemporàle, Biternàto,
Bitonàle con Bitonalità, Bitòrso col dim Bitòrsolo e la variante Bitòrzolo con Bitorzolùto, Bitùrbo, Biunìvoco con
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Biunivocità (un elemento di un insieme corrisponde a un elemento di un secondo insieme), Biurèto (da Urea), Bivàlve (da
Valva) con Bivàlvi (Classe di molluschi), Bivòmere.
Bivalènte, con Bivalènza, questo dal lat inv VALERE star bene svoltosi da una rad WELE prendersi cura, cui il saluto
romano VALE.
Bisbètico è un termine che sorge dall’influenza di BIS nella composizione gr AMPHISBETIKOS cammina da due parti con
BAINEIN andare; dove il pref AMPHI-S ambi viene addirittura sostituito da BIS, quindi BIS-BETIKOS svoltosi in due
volte litigioso sino all’attestazione corrente. Il termine appare nella traduzione ital di un opera di Shakespeare “La bisbetica
domata” i cui protagonisti sono Petruccio e Caterina.
Bisbòccia, con Bisbocciàre e Bisbocciòne, è l’esot dal franc DEBAUCHE baldoria, anche questo, però, influenzato dal BIS
che va a scalzare il DE con un passaggio da Disboccia.
Bisàccia “doppio sacco”, questo omologismo dal semitico SAQ stoffa grezza, cui il lat SACCUS e l’ital Sàcco con il fem
Sàcca “bisaccia” svoltosi fig in “insenatura marina” o “rientranza del terreno” cui vrs il toponimo veneto Piove di Sacco ed
anche “forma anatomica” cui Sàccolo o Sàcculo con Sacculàre, eppoi Saccàia, Saccàrdo, questo col suff ARDO vale in senso
spregiativo portatore di sacchi (facchino), Saccheggiàre con Saccheggiamènto, Saccheggiatòre e Sacchèggio, Saccherìa, i
dim Sacchètta e Sacchètto, Sacchettatrìce, Sacchettifìcio, Saccòccia, Saccocciàte, Saccàta e Saccàto, Saccatùra, Saccòccia
con Saccocciàta, l’accr Saccòne, un Sàccu attraverso il sardo, e i prefissati Insaccamènto, Insaccàre, Insaccàta e Insaccàto,
Insaccatòre, Insaccatùra, Insacchettàmento, Insacchettàre e Insacchettatrìce, i composti Saccifòrme, Saccofaringifòrmi
(Ordine di pesci abissali), Saccapàne, Saccomànno (uomo col sacco, ovvero brigante) con Saccomannàre, Saccopelìsta o
Saccapelìsta dalla locuzione Sacco a pelo. Dal lat SACCUS, lo sp ha tratto SACAR cavare (dal sacco) cui RESACAR tirare
su e il devb RESACA svoltosi nell’esot Risàcca.
Il lat conta il proprio ZABERNA per bisaccia che, transitando dal franc in GIBERNE, è rientrato quale esot Gibèrna. Dal
franc FAQUIN sacco, già ol VAK, l’ital avrebbe ricalcato l’omologismo Facchìno con Facchinàggio e Facchinàta; da altre
analisi, il termine deriverebbe dall’ar FAGIH portatore di colli.In percorso prefissato Affacchinàre (AD allativo) e
Sfacchinàre con Sfacchinàta (S intensivo).
Dal franc ant BOLGE valigia, d’origine celt, cui il lat BULGA, l’ital conta l’omologismo Bòlgia già “borsa, tasca” col dim
Bolgètta e il glb ingl Budget “disponibilità finanziaria” cui Budgeteer “l’esperto” con l’omologismo Budgetàrio e la
locuzione Low budget “a basso costo” con LOW basso; Bolgia s’è attestato fig nel significato corrente di “fossa” dalla
locuzione Bolgia infernale, grazie a Dante. Dal termine ar WALI HA sacco di grano l’ital conta l’omologismo Valìgia (plur
gie), cui Valigiàio, Valigerìa, il prefissato Svaligiàre con Svaligiamènto, Svaligiatòre (S sottrattivo).
Termini alieni nel percorso BIS, Bismàlva questo ellittico del lat HIBISCUS MALVA ibisco malva, Bismùto dal lat
BISEMUTUM dal ted WISSMUT cui Bismutìna, Bismutinìte, Bismutìte; eppoi Bisnàga attraverso lo sp BIZNAGA cui il lat
PASTINACA inv nell’ital Pastinàca “erba delle ombrellifere” con radici simili alla carota ed anche “pesce dei Dasiatidi”.
Pref intensivo di BIS è BAR rintracciabile in Bardosso (Ved Groppa in Gualchiera…) e Barùffa omologismo composto con
Ruffa, Barullàre questo composto di BAR e Rullare, Bernòccolo questo composto col pref BAR adattato in BER e
l’omologismo Nòcca o Nòccola attraverso il toscano, dal long KNOHHA giuntura con il dim Nocchìno cui Nocchiolàre,
Nòccola cui Noccolùto, con ancora Gnòcco, meglio Gnòcchi, transitato dal veneto Gnoco, col volg fig Gnocca “vulva”, eppoi
il composto Dinoccolàre “rompere le giunture” con il rassicurante fig Dinoccolàto “ agile-sciolto”. In connessione con il long
KNOHHA, il ted conta KNODEL cui l’omologismo Canèderlo “sorta di grosso gnocco”.
CAMBIALE
Il termine Cambiàle adottato nel XVIII sec, snm di Pagherò (dal XVII sec) o Tratta, derivato di Cambio, questo
devb di Cambiàre dal tardo lat volg inv CAMBIARE d’origine celt, è la carta-documento di cambio dell’uno
(oggetto) con l’altro (denaro), più semplicemente “carta da cambiare in denaro”, e Cambiàle è anche una
banconota, un assegno, una carta di credito; è solo questione di tempo, oltre all’adozione di Cambiàle in
anatomia e botanica quale aggettivo relatico al cambio cellulare. In percorso, Cambiàbile, Cambiamènto,
l’aggettivo Cambiàle e il sostantivo “bancario” Cambiàle cui Cambiàrio, i composti Cambiacasàcca,
Cambiadìschi, Cambiamonète, Cambiatensiòne, Cambiavalùte cui Cambìsta.
L’ital conta ancora i prefissati Concambiàre (Cum associativo) e Concàmbio, Contraccambiàre e Contraccàmbio,
Intercambiàbile con Intercambiabilità e Inrtercàmbio, Ricambiàre (RI iterativo) con Ricambiàbile, Ricàmbio e
Ricambìsta. Scambiàre (S sottrattivo) con Scambiàbile, il dim Scambiètto con Scambiettàre, Scambièvole con
Scambievolèzza e Scambievolmènte.
Attraverso il franc CHANGER dal lat CAMBIARE, l’ital conta Cangiàre con Cangèvole, Cangiàbile,
Cangiamènto, Cangiànte e Càngio, sovente in relazione ai colori.
Scambiare ha un ant progenitore in PRETERE dalla rad PRET scambiare, cui Interpretàre con Interpetràre in
metatesi e Interpretàbile, Interpretànte, Interpretariàto, Interpretatìvo, Interpretatòre, Interpretaziòne, Intèrprete o
Interpètre in metatesi; dal gr ant TARGIUMAN interprete, connesso all’ar TURGUMAN, il moderno ha tratto
DRAGUMANOS, cui l’omologismo ital Dragomànno. I greci, superata la cultura dello scambio-baratto (PRET)
avrebbero utilizzato PERNEMI vendere.
Dalla rad PRET, il percorso conta ancora Prègio con Pregiàre e Pregèvole, questo con suff ital di aggettivo
verbale attivo EVOLE, dal lat volg PRESGIO dal class PRETIUM cui anche il prefissato Sprèto “dispregio” e,
in complanare, Prèzzo o Prèzio con Prezzàre o Preziàre ed ancora Prezzàrio o Preziàrio, Preziòso con
Preziosìsmo e Preziosità, Prèzza che vale Apprezzamento, Prezzàbile, Prezzàto, Prezzatòre, Prezzatrìce e
Prezzatùra; con i pref, Apprezzàre con Apprezzàbile, Apprezzamènto, Apprezzàto e Apprezzatòre, Dispregiàre
con Dispregèvole, Dispregiatìvo, Dispregiatòre e Disprègio, Disprezzàre con Disprezzabile, Disprezzamènto,
Disprezzatìvo, Disprezzàto, Disprezzatòre e Disprèzzo, Sprezzàre con Sprezzànte, Sprezzamènto, Sprezzatòre,
Sprezzatùra e Sprèzzo, Spregiàre con Spregèvole, Spregevolèzza, Spregiatìvo, Spregiàto, Spregiatòre e Sprègio.
Preziòso è dello stesso percorso di PRETIUM dall’aggettivo lat PRETIOSUS; il gr conta KEIMELION cosa
preziosa, cui il lat CIMELIUM, l’ital Cimèlio.
397
Niente a che fare col percorso etim di Prète, questo dal lat PRE(S)BYTER, dal gr PRESBYS anziano, cui
Prèsbito “anziano officiante” oggi "sacerdote” Presbiteràto, Presbiterianèsimo o Presbiterianìsmo, Presbiteriàno,
Presbitèrio “consiglio degli anziani” e parte della chiesa ad esso riservata, sopraelevata e che circonda l’altare,
Presbiacusìa o Presbiacùsi (col gr AKOUSIS udito) “sordità degli anziani”, Presbiofrenìa (col gr PHREN mente)
“demenza senile”, Prèsbite e Presbiopìa “vista da vecchi” su calco di Miopìa, cui Mìope, questo una
composizione gr di MYO chiudo da MYEIN chiudere e OPS sguardo cui il suff OPIA. Il termine corrente Prete
è l’esito di una mutazione dal volg Prèvite che con la lenizione totale della v diventa Preite per attestarsi in Prete
semplificando il dittongo. In percorso, Pretèsco e il prefissato Spretàre, meglio Spretàrsi, con Spretàto.
SCAMBIO
Il termine Scàmbio “le due parti, l’uno e l’altro” è il devb di Scambiare “l’uno (con) per l’altro”. Adottato
scientificamente, esiste la locuzione Scambio ionico, questo tra atomi o molecole caricatisi negativamente
(Anione) con quelli caricatisi positivamente (Catione). Lo Scambiatòre, poi, è un termine tecnico in uso dal 1949
cui la locuzione Scambiatore di calore utilizzato nelle centrali nucleari per produrre vapore atto ad alimentare le
Turbine, e al fem quale Resine scambiatrici (di ioni); diventa un termine sociale nella locuzione Parcheggio
scambiatore, che indica dove è previsto si cambi il mezzo di trasporto, per accezione l’auto con un mezzo
pubblico, allo scopo di contenere il traffico.
Altro risvolto sociale e Scàmbio con Scambìsmo “relativo alle coppie per fini sessuali” neologismo diffuso
esplicitamente dal 2001, ma già in uso a seguito del Sessantotto, cui Scambìsta, questo però in origine “termine
ferroviario, postale e borsistico” già dal 1837.
Il gr conta HYPALLAGE scambio cui l’inv ital Ipàllage, quale figura retorica con scambio di elementi
nell’eneunciato, sconvolgendo il rapporto logico /…/ a trionfare da morir palpiti / per la rabbia brutita dal ghetto
/…/ da “Alla cornice” (SA) invece di /…/ palpiti da morire a trionfare per la rabbia brutita dal ghetto /…/ .
Da non equivocare col Chiàsmo, o Chiàsma, cui Chiasmàtico, dal gr KHIASMOS a forma di croce riferito alla
lettera X (KHI), figura retorica che vuole l’inversione “a croce” di due membri vicini /…/ odo greggi belar
muggir armenti /…/ (G. Leopardi) invece di /…/ odo greggi belar armenti muggir /…/ o /../ odo belar greggi
muggir armenti \\
Il termine Chiasmo è adottato in archeologia, anatomia ed in biologia cui il composto Chiasmodòntidi “Famiglia
di pesci” (con ODUS ODONTOS dente).
L’ingl conta SWAP scambio cui la locuzione glb Swap party “ricevimento-incontro per scambiarsi capi
d’abbigliamento”
\ Variare
Snm di Cambiare è Variàre da lat VARIARE, questo denm da VARIUS cui Vàrio e Vàio con afonia della r cui, da questo, il
percorso Vaiòlo con Vaiolòso, Vaiolizzaziòne e un generico Vaiolàto con Vaiolatùra, il prefissato botanico Invaiàre con
Invaiatùra. In vrs connessione, i termini Varìce e Varicòso, dal lat VARIX dilatazione di vena, forse sovrapposti al sct HIRA
vena, ma è solo un’idea. Direttamente da Vario, inoltre, Vairòne “sorta di pesce” metatetico da Variòne dal lat VARIONEM,
Variàbile con Variabilità, Variamènto, Variànte con Variantìstica, Variànza, Variàto, Variatòre, Variazionàle, Variaziòne,
Varietà, con il prefissato al negativo IN Invariàbile con Invariabilità, Invariànte con Invariantìvo, Invariànza e Invariàto, col
prefissato Disvàrio nel senso di “diversità” ; eppoi dall’ancora tardo lat VARIOLA da VARIUS variegato cui Variolàto.
Varicèlla, invece, è l’esot franc VARICELLE falso dim di VARIOLE vaiolo. Infine, i prefissati Divariàre e Divàrio (pref DI
intensivo), Svariamènto, Svariàre, Svariatèzza, Svàrio, Svariòne “errore grossolano” e le composizioni con VARIO quali
Variòmetro, Variopìnto, Varistòre (ellittico da Variabile resistore). Ancora, Variegàre e Variegàto dal lat tardo VARIEGARE
col suff durativo tratto da AGERE guidare-condurre.
\ Culla
Suffisso ACCHIO ACCHIARE
Dal dim lat CUNULA di CUNA deriva il termine Cùna col snm Cùlla (già dal 1277); altro snm è Zàna o Zàina (dal 1500) fig
attraverso il long ZAINA cesta e da questo Zanàio o Zanàro, Zanaiòlo e Zanàta “quantità compresa nella cesta”, il dim
Zanèlla (metà del ‘600) questo con l’omn moderno Zanèlla (XX sec) “sorta di tessuto” d’etim non rintracciato. In
connessione dovrebbe esserci Zànga (epentesi locale o dialettale della g) col dim Zàngola “catino di legno” (metà del ‘500)
cui Zangolatòre e Zangolatùra e un accr veneziano in Zangòne col valore di “cosa storta”.
In volg siciliano Nàcca indica la Culla, dal gr NACHE (nachè), con il risvolto religioso nella quale è deposto il Corpo del
Cristo.
La culla trasportata in equilibrio sul capo dalle donne è volg chiamata Drocchia, vrs da un’antica rad che avrebbe condotto al
gr DROMOS, tema di DRAMEIN correre; pertanto, la locuzione volg Figlje’n’drocchia significherebbe “figlio dentro una
piccola culla mobile”, speculare dell’incedere della madre, discriminata dal carrozzino che è invece trascinato, espressione
metaf attestatasi in “figlio di donna abile”. Drocchia apparterrebbe ai lemmi con il suff del tema ACCHIO, dal lat ACULUM
(lo stesso che ha dato il suff AGLIO), che vale dim-spregiativo, vrs connesso col suff ACCIO da ACEUS per “somiglianza”
in senso peggiorativo cui l’albero del Pistàcchio (Pistaccio), questo con i frutti assomiglianti alle olive, dal lat PISTACIUS
(PISTACEUS) già gr PISTAKION, con Pistacchiàta e Pistacìte (suff ITE per minerali, vale fig “verde come il pistacchio”),
la locuzione fig Non valere un pistacchio; ACCHIO è quasi sempre saldato al suff accr ONE o OTTO cui Furbacchiòne,
Orsacchiòtto. Nei verbi è usato in ACCHIARE quale suff attenuativo, come in Sforacchiàre da Forare, Rubacchiàre da
Rubare.
Acchiare, invece, è il verbo volg (sud Puglia) che vale sia Cercare sia Trovare, a seconda del senso dato alla frase;
Acchiatura, infatti, è una voce dialettale che si rifà alla desinenza del Pf lat e pertanto varrebbe “la cosa da trovare o da
cercare”, ma s’è attestata nel mito popolare, riducendosi a sostantivo, come moltissimi altri derivati ital dal Pf lat, quale “cosa
(la ricchezza) trovata”, per accezione mitica nelle grotte. Il termine pugliese potrebbe essere vrs correlato con Acchìto (il
“primo colpo” dalla terminologia del gioco del biliardo) cui Acchitàre, la locuzione Di primo acchito, attraverso il franc
ACQUIT di ACQUITTER liberare, connesso con il lat ADQUIRERE, pertanto Acchiare varrebbe “liberare (acquisire con la
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ricerca)” con Acchiato “liberato-acquisito-trovato” ed Acchiatura “la ricchezza che è stata liberata (acquisita-trovata)”.
\ “L’acchiatura” operaprima SA, Ed. P. L. Rebellato 1976 \
Esiste un Acchittàto nel senso di “abbigliato con ricercatezza” d’etim considerato dubbio, in uso dalla metà del XX sec, da un
ipotetico Acchittàre-Acchittàrsi; nulla toglie che sia in percorso con Acchiare “acquisire con la ricerca”.
In complanare al lat Acchiatura “cosa trovata”, esiste l’omologismo Serendipità, dall’ingl SERENDIPITY relativo a Serendip
ant nome dell’isola di Ceylon, termine coniato da H. Walpole (1717\1797) che sta, con una leggera sfumatura, “il trovare una
cosa non cercata, ovvero imprevista, mentre si cerca altro”.
\ Suffissi ACCIO AZZO ASSO GIRE
ACCIO AZZO *ASSO
Quale suff di valore accrescitivo e di somiglianza (assimilato) in senso peggiorativo, ACCIO è dal lat volg ACJUS già class
ACEUS, cui Cipollàccio, Donnàccia, Figuràccia, Legàccio, Ragazzàccio. L’omologismo Strofinàccio è dal long
STRAUFINON sfregare, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, in percorso con Strofinàre, Strofinamènto, Strofinàta,
Strofinìo e l’avverbio Strofinòni, connesso col got STRAUPON e da questo Stropicciàre, Stropicciamènto, Stropicciàta,
Stropicciatùra, Stropiccìo, Stropicciòne; il sett conta uno Sgurare col valore di “strofinare (per pulire)” vrs una estensione
volg di Sturare (pulire da uno otturamento).
ACCIO s’è attestato nel toscano AZZO preferendo un senso iterativo-peggiorativo, cui Amoràzzo, Pupàzzo questo dal lat
PUPA bambina-bambola, d’origine onomatopeica P P.
Il suffisso ereditato nella cognomastica, pertanto, come in Antonazzo, può intendersi relativo ad un ant soprannome
“Antonaccio” di Antonio, in senso accrescitivo per la mole, o in senso peggiorativo, per l’indole e fama, come nello storico
Lorenzaccio; invece, come in Cappellazzo e Guerrazzi, può intendersi “assimilato alla famiglia”, in questo caso dei Cappello
e dei Guerra, nel senso di “adottato”.
Il suff ha assunto ancora la forma di *ASSO, cui Smargiàsso (adottato da XVII sec) dal gr SMARAGEO faccio rumore (per
nulla) cui Smargiassàta e Smargiasserìa, un snm di Gradasso (questo coniato in contemporanea).
GIRE
Il secondo membro (A)GIRE è dall’infinito lat IRE andare, già gr EIMI, di rad EI con la consonante analogica iniziale G, cui
Agìre da AGERE spingere attraverso il franc AGIR, Agitàre inv dal lat AGITARE intensivo di AGERE cui Agitàbile,
Agitamènto, il sostantivo Agitàta, il Pp aggettivato Agitàto, Agitatòre, Agitatòrio, Agitaziòne, Agitazionìsmo, la
composizione Agit-pròp “agitatore propagandistico” inv dal russo AGIT-PROP questo ellittico della locuzione OTDEL
AGITACII I PROPAGANDY Sezione per l’agitazione e la propaganda (comunista); eppoi, Reagìre (pref RE d’inversione)
cui Reagìbile con Reagibilità e Reagìna, Reagènte con Reagentàrio; Reaziòne con Reazionàre e Reazionàrio, è la
composizione di Reagire con Azione, cui Reattivo con Reattività, Reattànza (sovrapposto a Induttanza) e Reattòre questi
transitati dal franc REACTIF e REACTEUR. Termine alieno l’omologismo Reiziàno (pron raiziano) relativo al filologo ted
F. W. Reiz (1733/1790); eppoi Transìgere da TRANS AGERE svoltosi in TRANSIGERE “spongere, cacciare attraverso”
con Transigènza e gli opposti Intransigènte e Intransigènza
Il percorso conta l’inv dal lat Ire-ìre con Istmo-ìstmo, cui un toscano Ismo-ìsmo, e il relativo Istmico-ìstmico, dal Pp ITUS di
IRE già sct ITÀ, gr ITOS sovrapposto al gr EIMI, eppoi l’inv Iter dal lat ITER viaggio con ITINERARI viaggiare cui
Itinerànte, Itineràbile, Itineràrio, e da ITERUM per la seconda volta il verbo ITERARE ripetere cui Iteràre, Iteràbile,
Iteratìvo, Iteràto, Iteratòre e Iteraziòne; da non inserire nel percorso Item inv dall’ingl ITEM (pron aitem o item) che in
linguistica vale “termine particolare” con l’omn Item dal lat ITEM da ITA con valore di ”parimenti – similmente”.
Il percorso lat IRE prosegue con il prefissato Reiteràre cui Reiteraziòne che nelle figure retoriche indica la ripetizione di un
concetto con parole diverse, Reiteràto e Reiteratamènte nel senso di “ripetere ancora-più volte”, ma il prefissato Reiterativo
occorre usarlo correttamente per non trasformarsi in un pleonastico rispetto ad Iterativo; prosegue ancora con il prefissato
Redìre, snm di Ritornare, o Reddìre (desueto) con la variante Rièdere, dal lat REDIRE (RED IRE). Eppoi, Ito-ìto dal Pp
ITUS di IRE, cui il volg romano d’oggi Ito “andato” e, col pref associativo CUM IRE andare insieme, cui rielaborato in
COIRE e il Pp COITUS cui COMITIUM adunanza e l’ital Comìzio 1 con Comiziàle e Comiziànte, Comitàto “giurisdizione”
da COMITATUS entrambi dal lat COMES compagno cui il denm COMITARI che col pref COM diventa CONCOMITARI
accompagnare cui Concomitàbile, Concomitànte e Concomitànza.
Il percorso continua con Cèto cui Cetuàle da COETUS Pp di COIRE ovvero CUM IRE andare insieme, cui Coìre e Còito con
Coitàle dal Pp COITUS, la locuzione inv dal lat COITUS INTERRUPTUS coito interrotto, infine Còmito e Comitìva. L’omn
Comitàto “ente collettivo” è dovuto al transito dall’ingl COMMITTEE e dal franc COMITE del lat COMMITTERE affidare
Attraverso il franc RANG ceto-grado sociale, già gotico HRING anello-circolo, l’ital conta l’omologismo Ràngo con il
prefissato Arrangiàre con Arrangiatòre attraverso S’ARRENGER adattarsi; fuori percorso Ràngola “respiro affannoso”
d’etimo non trovato ma si può vrs supporre una sovrapposizione di GULA gola con Rantolo.
In connessione con il significato di HRING anello l’ital conta Ranghinatòre “macchina agricola”.
Rango, ancora, vale “schiera” cui la locuzione Uscire dai ranghi, vale “suddivisione in classe dei vascelli militari”, vale
“posizione di un dato statistico” e infine “ordine matematico”
Dal gr DRAO agisco è stato tratto DRASTIKOS efficace, cui è pervenuto in eredità il termine praticamente inv Dràstico.
Tornando al lat IRE andare, con il pref IN è nato INIRE entrare-cominciare cui Inìre. Col pref EX il lat conta EXIRE cui
Uscìre, un desueto aferetico Scìre e il toscano Escìre, con Uscìta; in ital ne utilizziamo i rarissimi Ppres per Ineùnte “che ha
principio, entrante” e Exeùnte “che ha termine, uscente”. Termine alieno Uscio (Ved Ora…).
Nella coniugazione, il verbo Uscire mantiene la forma del toscano Escire, così nel Pres indicativo esco-esci-esce-usciamouscite-escono, nel Pres Congiuntivo che io(tu-egli)esca…usciamo-usciate-escano e nell’Imperativo esci-uscite.
Col pref TRANS TRANSIRE passare cui Transitàre (da TRANS ITUS), Transitìvo con l’opposto Intransitìvo, Trànsito,
Transitòrio, Transiziòne.
\ I verbi italiani si classificano in Verbi transitivi e Verbi Intransitivi, i primi richiedono il Complemento oggetto snm di Complemento
diretto, il secondo un complemento adeguato. Il verbo transitivo è chiamato Transitivo assoluto se il complemento oggetto è sottinteso.
Una confusione linguistica deve pur esserci se verbi transitivi quali Assolvere, Compatire, Agognare, Sposare, Vigilare e Interessare
appaiono sovente riportati intransitivi, e verbi intransitivi quali Operare, Stupire, Inneggiare, Echeggiare, Accudire, Plaudire e Marcire
appaiono riportati transitivi. \
Col pref SUB c’è venuto Subìre col Pp Subìto, transitato dal franc SUBIR, e Subitàneo o Subitàno da SUB ITUS Pp
prefissato di IRE andare con Sùbito (da non equivocare col Pp Subìto di Subire) e Subitèzza.
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Termine alieno sia di CUM IRE andare insieme e di COMES compagno, erronemante considerato in derivazione, è il
prefissato Compàgno, poiché, nella realtà etim, Compagno vale CUM PANI, ovvero “colui che ha il pane in comune”,
diversificato da Companàtico che vale “ciò che va col pane”; in percorso, Compagnèvole, Compagnìa, Compagnòne, i doppi
prefissati Accompagnàre (AD allativo) con Accompagnàbile, Accompagnamènto, Accompagnatòre, Accompagnatòria,
Accompagnatòrio, Accompagnatùra, Accompàgno cui la locuzione Bolletta d’accompagno, termine peraltro attestatosi in
“funerale” e oggi “identità spettante a chi assiste una persona non autosufficiente” e pertanto snm di Accompagnamento con
le locuzioini Identità d’accompagnamento o Identità d’accompagno, Discompagnàre (DIS separativo), Raccompagnàre o
Riaccompagnàre (RI iterativo con AD allativo), Scompagnàre (S sottrattivo) con Scompagnàto, Scompagnatùra,
Scompàgno,”estraneo”.
Il Compagnuccio della parrocchietta è tra i personaggi creati e interpretati da Alberto Sordi.
\ Nell’accettare il lemma Compagno-Compagna “il pane in comune”, ovvero “interessi famigliari”, quale snm di Coniuge, si dovrà allora
adottare Scompagnàre in un snm di “separare-divorziare”. \
Snm di Compagno è Sòcio, da rad SEKH svoltosi nel sct SAKHA compagno, cui il lat volg SOCJETAS e SOCJUS questi
dal class SOCIETAS e SOCIUS, l’ital Sòccida con Soccidàrio e Sòccio, Sociàbile con Sociabilità, Sociàle, il politico
Socialìsmo con Socialìsta, Socialìstico, Socialistòide e i composti Socialcomunìsmo con Socialcomunìsta, Socialdemocrazìa
con Socialdemocràtico, eppoi Socialità, Socializzàre con Socializzaziòne, Socialmènte, Società, Societàrio, Socièvole, questo
con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Socievolèzza, Sòcio, Sociologìa e, con i pref, Assocciàre (AD
SOCJUS), Associàre con Associatìvo cui Associativìsmo, Associaziòne e Associàto (AD SOCIUS), Consociàre,
Consociatìvo cui Consociativìsmo, e Consociàto, Dissociàre e Dissociàto con Indissociàbile (doppio pref IN negativo). Il pref
SOCIO per composizioni quali Socioanàlisi, Sociobiologìa con Sociobiològico e Sociobiòlogo, Sociocultutàle,
Sociodràmma, Socioeconòmico, Sociogènesi con Sociogenètico, Sociogeografìa con Sociogeogràfico, Sociogràmma,
Sociolètto (ellittico di Sociodialètto), Sociolinguìsta con Sociolinguìstica e Sociolinguìstico, Sociologìa con Sociològico,
Sociòlogo e Sociologìsmo, Sociometrìa, Sociopatìa con Sociopàtico, Sociopolìtico, Sociosanitàrio, Socioterapìa.
Altro snm di Compagno e Socio è Sodàle dalla rad SWED compagno cui Sodalìzio. Termini alieni Socianèsimo o
Socianìsmo con Sociniàno relativi al sociologo L. Socini (XVIII sec).
La rad SWED sodale ampliata in SWEDH abituato avrebbe condotto al lat SUETUS essere solito cui Assuèto e Assuetùdine
(pref AD), ai correnti Consuèto, Consuetudinàrio, Consuetùdine da CONSUETUDO e Consuetidinàrio dal suo genitivo
CONSUETUDINIS (pref CUM e suff aggettivante IO), Desuèto (pref DE) con Desuetùdine, Inconsuèto (doppio pref IN
CUM) discendono dal lat SUESCERE abituarsi, eppoi Costùme, questo ellittico del lat CONS(UE)TU(DI)MEN abitudine
cui Costumànza, Costumàre, Costumàto, Costumatèzza e con il prefissato in opposizione Scostumatèzza o Scastumatàggine o
ancora Scostùme, con Scostumàto; Costùme nel senso di “foggia del vestire” vale anche “capo tipico di vestiario”, compreso
quello da mare, cui Costumìsta.
Nel percorso s’inserisce il composto Assuefacènte con Assuefàre, Assuefàtto, Assuefaziòne, dal lat AD SUETUS FACERE.
1
Comizio vale “adunanza pubblica” erroneamente attestatosi in “discorso”; pertanto “indire-presiedere un comizio” è etim corretto rispetto a
“fare-tenere un comizio” nel senso di “parlare-esprimersi”.
\ Bambola
Rispetto al snm onomatopeico Pupa, Bàmbola, invece, è il dim fem dal lat BAMBO sciocco, cui Bàmbo o Bìmbo, Bàmbolo
con l’accr Bambolòne e Bambolòtto, il dim Bambolìna, l’accr Bambolòna, Bamboleggiàre con Bamboleggiamènto, il dim
Bambìno con l’accr Bambinòne, i prefissati fig Abbambinàre e Imbambinìre, Abbambolàto con Imbambolàre e
Imbambolàto, Rimbambìre con Rimbambinìre, Rimbamimènto e Rimbambìto, il composto Bambolifìcio.
L’omologismo Bebè è tratto dall’ingl BABY.
Dall’ingl KID bambino (fig dal significato di capretto, un po’ come l’ital cucciolo), l’ital adotta il glb Kidult “bambinonecomportamento da adolescente” quale composizione con ADULT adulto; ancora, conta il glb Kidnapping “rapimento di
bambini” e Kidnapper “rapitore di bambini” con TO NAP rapire volg di TO NAB cacciare.
\ In Italia, nel 2010, ogni ora nascono 64 bambini. \
Dalla serie onomatopeica PP derivano ancora Pòppa o Pùppa “mammella” dal lat volg PUPPA, con il fig Pòppa della nave
cui Poppière e Poppièro, il dim Poppètta e il composto Poppavìa, eppoi, nel senso semant di “mammella, Poppaiòla o
Poppatòio, Poppànte, Poppàre o Puppàre, Poppùto, ancora Pùpa “bambola” dal lat class PUPA cui Pupàttola, il mas Pùpo con
Pupàzzo, Pupazzètto e il prefissato Spupazzàre, fig Pùpa vale “larva” cui Pupàrio, eppoi Pùpo quale “burattino” cui Pupàro e
il patologico Pupaphobìa (il panico per burattini e marionette), un fig Pùppola “ovolo dell’olivo”. Infine, Pupìlla 1 (fig per
l’immagine ridotta che qui si specchia) con Pupillàre, Pupìllo (dim).
La Pupilla è detta fig Bambolina poiché fissando la persona che abbiamo di fronte ci rispecchiamo rimpiccioliti nella sua
pupilla.
1
Il gr conta lo specifico GLENE pupilla, svoltosi nel significato generico di “incavo osseo, cavità ovoidale” cui Glèna o Glène, Glenoidàle,
Glenòide, Glenoidèo.
CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO
CAMMEO
Cammèo, dal franc ant CAMAHEU d’etimo incerto, forse legato ad un’espressione locale, indica una figura
(capo) scolpita in rilievo su pietre o su conchiglie, evidenziata dal diverso cromatismo. Cammeìsta n’è
l'intagliatore. Niente di fantastico, però, se si pensi a far risalire il lemma Cammeo alla stessa rad del termine gr
KAMARES ceramiche, nel valore di plasmare.
\ Un’arte questa dei cammei assai diffusa fin dall’antichità: ricordiamo quelli egizi, cretesi, micenei e greci. In epoca alessandrina, l’artista gr
Pirgotele ne ideò una collezione splendida; in epoca augustea si distinsero i cammei di Dioscuride. Dopo il crollo dell’occidente romano,
l’arte dei cammei si trasferì in oriente, per rientrare in epoca carolingia a raffigurare il sacro. Nel Rinascimento ci fu un trionfale rifiorire del
cammeo grazie ad artisti quali Giovanni delle Opere (Firenze), Domenico Compagni (Milano), Giovanni Bernardi (Bologna), Matteo del
Nassari (Verona). Nel XVIII sec s’irradiò la moda dei cammei a soggetto erotico; il XVIX, infine, vede il ritorno del classicismo con
Giovanni Santarelli, Benedetto Pistrucci, Giovanni Pichler, Johann Natter ed altri. Famosa la “Gemma Augustea” nella collezione viennese
di 20x22 cm.\
CAMMELLO
Una volta conosciuto, ispirandosi alla rad indoeur KAM curvo, per la sua gobba il gr ha coniato KAMELOS
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