LEZIONE VALUTAZ

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LEZIONE VALUTAZ
Valutazione e Capitale umano.
Le politiche pubbliche a sostegno del sistema regionale dell’alta formazione in Emilia
Romagna.
Massimo Bressan (IRIS)
La valutazione dei processi di innovazione su scala regionale
È noto come le valutazioni nel campo delle politiche per l’innovazione siano complesse e, soprattutto, come
sia difficile pervenire ad un quadro quantitativo dei fenomeni legati alla valutazione delle attività di scambio,
modificazione delle conoscenze esistenti e di produzione di nuova conoscenza.
Si tratta di fenomeni che hanno una forte componente sociale, che indicatori tradizionali di valutazione dei
risultati dei progetti innovativi, nonché degli impatti dei programmi di finanziamento pubblico, non sono
sempre in grado di cogliere.
Se la cassetta degli attrezzi del valutatore contiene una molteplicità di tecniche e strumenti adeguati a
valutare tradizionali interventi di incentivo alla spesa in R&D da parte delle singole imprese (p.e. sgravi
fiscali), essa è normalmente meno fornita di strumenti utili a valutare risultati e impatti di programmi rivolti
al sostegno allo sviluppo di un sistema per l’innovazione.
Come mostrano le esperienze di valutazione più innovative esiste una crescente necessità di integrare
strumenti propri della valutazione di risultati e impatti degli interventi sulle singole componenti del sistema
(singole imprese, università e centri di ricerca, …) con quelli che si producono sull’intero sistema
innovativo.
La sfida, per l’attività di valutazione di nuove politiche sistemiche per l’innovazione è quella di integrare
linguaggi e strumenti elaborati in campi di analisi che fino a tempi relativamente recenti si sono sviluppati in
maniera separata: da un lato l’analisi dei processi innovativi e di crescita di sistemi di produzione locale;
dall’altro la valutazione delle politiche pubbliche (regionali).
In questo contesto, i principali ambiti di convergenza da sviluppare possono essere schematizzati nel modo
seguente:
a. uno sforzo rivolto all’identificazione ed alla sperimentazione di tecniche di misurazione in grado di
valutare i risultati e gli impatti del progetto (anche) in termini di sistema, cercando di catturare la
dimensione degli effetti di networking, lo sviluppo di relazioni sostenibili università-impresa, gli
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effetti di apprendimento interattivo per i singoli partecipanti. Si tratta di costruire delle batterie di
indicatori che vadano a cogliere il lato soft dell’innovazione, andando a quantificare gli effetti delle
politiche in termini di nuove relazioni create tra gli attori del sistema, rafforzamento di relazioni
esistenti, valutazione della sostenibilità e del potenziale generativo di tali relazioni.
b. lo sviluppo di attività rivolte alla contestualizzazione dei risultati e degli impatti del programma o
dell’azione di policy nel più ampio quadro del sistema regionale di innovazione.
Tra gli obiettivi del valutatore è quindi da includere anche il tentativo di cogliere le variazioni prodotte dal
programma sui vari attori del sistema (ad es.: Come cambiano le relazioni tra partecipanti e non partecipanti?
Con quali possibili effetti in termini di rafforzamento/indebolimento di alcuni snodi di relazioni cruciali?),
nonché sulle funzioni che in esso si svolgono (ad es.: quali sono i possibili effetti in termini di
rafforzamento/indebolimento di funzioni svolte dagli attori del sistema?).
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La transizione dei sistemi produttivi regionali verso l’economia della conoscenza
Una sfida ulteriore proviene dalla necessità di adattare gli strumenti e le pratiche di valutazione alle unità di
intervento delle politiche. Il paradigma dell’economia della conoscenza pone al centro dell’attenzione
l’individuo, con le sue capacità, conoscenze e competenze. Esso comporta, quindi, la necessità di analizzare
“dal basso” i processi di innovazione e di sviluppo economico delle imprese e dei territori, partendo dai
singoli agenti economici, dai loro comportamenti e dalle loro azioni e interazioni.
In estrema sintesi, le componenti fondamentali dell’economia della conoscenza riguardano:
•
gli individui e le organizzazioni entro cui essi operano (agenti economici);
•
le conoscenze, le competenze, le risorse e gli obiettivi specifici che caratterizzano i singoli agenti;
•
gli artefatti “innovativi” o “ad alta intensità di conoscenza” prodotti dagli agenti economici e
l’insieme delle caratteristiche che li contraddistinguono;
•
i meccanismi di coordinamento tra le conoscenze e competenze possedute dai diversi individui – e
tra le organizzazioni entro cui essi operano – in tutte le fasi dei processi produttivi. Si tratta delle
istituzioni che regolano le relazioni tra gli agenti economici, siano esse norme codificate che
semplici regole di comportamento;
•
le esternalità positive generate sul sistema economico dalla presenza di capitale umano qualificato e
dalle attività ad alta intensità di conoscenza. Queste esternalità alimentano il processo di crescita
socio-economica, generando flussi ripetuti di produzione e diffusione di nuove idee e favorendo
meccanismi di apprendimento e innovazione.
Questo insieme di ingredienti trova una sistematizzazione nel concetto di sistema innovativo. Un sistema
innovativo può essere rappresentato dalle sue (i) componenti, dagli (ii) attributi e – più importante –
dall’insieme di (iii) relazioni complesse (dirette, indirette, effetti di feedback) che tra questi si sviluppano.
Le componenti sono qui rappresentate dagli agenti economici (singoli individui o loro aggregati come p.e. le
imprese o altre organizzazioni), ma anche dall’insieme di artefatti “ad alta intensità di conoscenza” che essi
producono e dalle istituzioni (leggi, norme, ma anche tradizioni e usi) che strutturano il sistema.
Le componenti sono connesse da relazioni, ovvero da rapporti di mercato o non di mercato, che si sviluppano
in condizioni di relativa incertezza e lungo orizzonti di tempo differenti.
Gli attributi, infine, sono le “proprietà” delle componenti (le loro risorse e competenze, i loro obiettivi
specifici, …) e delle relazioni che li legano; anch’essi soggetti a mutamento nel tempo, per effetto dei
cambiamenti che intervengono negli attributi degli agenti e nelle relazioni che li legano.
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Un sistema innovativo, è quindi il risultato di processi sociali di flussi di interazioni ripetute nel tempo,
mediante il quale determinati agenti, caratterizzati dal loro patrimonio di conoscenze e competenze, avviano
ed implementano flussi di relazioni con altri agenti, allo scopo di manipolare, combinare e ricombinare
elementi di conoscenze o di artefatti esistenti, oppure a crearne di nuovi.
La dinamica del sistema innovativo è guidata dal fatto che, durante questi processi di ricombinazione o di
creazione di elementi di conoscenza e/o artefatti, gli agenti del sistema apprendono, ovvero
adattano/modificano il proprio set di conoscenze e competenze. Allo stesso tempo, il risultato
dell’interazione genera nuovi artefatti ad alta intensità di conoscenza, ovvero nuove componenti del sistema
innovativo con i quali gli agenti economici instaureranno nuove relazioni. La dotazione di conoscenze
complessive del sistema si accresce anche per effetto delle esternalità positive, prodotte dall’immissione di
nuovi artefatti o elementi di conoscenza.
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L’applicazione delle tecniche di valutazione alle politiche per il capitale umano della regione
Emilia Romagna
Il quadro di riferimento concettuale fornisce una guida per le attività di valutazione degli interventi realizzati
dalla Regione attraverso l’asse “Capitale umano” del PO FSE, e in particolare le attività promosse dal
Consorzio Spinner e dal “Piano dell’offerta di formazione alta, specialistica e superiore in Emilia-Romagna”.
In entrambi i casi emergono significative connessioni con la programmazione unitaria.
Il Consorzio Spinner, è l’Organismo Intermedio che gestisce la Sovvenzione Globale “Interventi per la
qualificazione delle risorse umane nel settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica”. Spinner
contribuisce alla costruzione di una economia regionale maggiormente orientata alla conoscenza attraverso la
creazione e il rafforzamento di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e
istituzionale, istituzioni scolastiche, istituti di istruzione superiore. L’adozione della sovvenzione globale, la
consistenza finanziaria e l’esperienza accumulata nella passata programmazione fanno di Spinner un caso
particolarmente significativo nel quadro delle politiche regionali per l’innovazione.
L’intenzione delle politiche è quella di migliorare il flusso di relazioni tra ricerca e impresa. Un ambito che
costituisce spesso in Italia un “buco strutturale”1 nella configurazione delle reti regionali per la ricerca e
l’innovazione tecnologica. Il debole nesso tra l’università e sistemi produttivi locali è la causa del basso
livello di spesa in ricerca e sviluppo.
L’Emilia Romagna, che pure presenta una buona spesa privata se paragonata all’insieme delle regioni
italiane, deve promuovere la competitività dei propri sistemi produttivi locali nel contesto globale in cui sono
inseriti. Spinner si rivolge a soggetti interessati a sviluppare – principalmente - idee imprenditoriali
innovative e/o ad alto contenuto di conoscenza, sviluppare progetti di ricerca applicata, sviluppo precompetitivo, trasferimento tecnologico, sviluppare percorsi di innovazione organizzativa e manageriale a
favore di micro, piccole e medie imprese. Questa offerta viene peraltro attivata attraverso una rete di sportelli
diffusa in una serie di sedi universitarie o di ricerca che svolgono una funzione di consulenza e orientamento
ai destinatari.
Il principale obiettivo del Piano triennale dell’offerta di formazione alta, specialistica e superiore consiste nel
“perseguire il riallineamento tra la domanda di professionalità delle imprese e l’offerta di competenze” che si
esprime nella rete dei nodi urbani regionali, nelle specializzazioni settoriali e nelle istituzioni formative e di
ricerca.
L’insieme delle attività formative in rete costituisce i poli tecnici regionali. Ogni polo comprende istituti
scolastici, organismi di formazione professionale accreditati, imprese, università, negli ambiti settoriali
regionali di riferimento. Il Piano interviene a sostegno dei poli tecnici attraverso la costituzione degli Istituti
Tecnici Superiori (ITS), la loro offerta di alta formazione, e inoltre con la promozione dei percorsi di
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Cfr. Burt, R. (1992), Structural Holes, Cambridge Mass., Harvard University press.
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formazione specialistica (i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore - IFTS) e superiore (corsi
brevi a qualifica). Questa articolazione ha il vantaggio di integrare il territorio regionale ben al di là delle
divisioni amministrative e settoriali. In questo modo si facilitano anche le connessioni con la
programmazione unitaria regionale e in particolare con l’altra rete regionale, quella dei “Tecnopoli per la
competitività” promossi dal programma regionale FESR. Nella tabella le azioni realizzate dalla Regione
costituiscono degli interventi di sostegno allo sviluppo (o al rafforzamento) delle condizioni sottostanti lo
sviluppo di un economia basata sulla conoscenza. Attraverso il collegamento delle politiche – leve per lo
sviluppo di un’economia della conoscenza si identificano dei risultati attesi, che saranno oggetto della
valutazione.
Finalità e azioni delle politiche
regionali
Spinner Ob. 1: Qualificazione del capitale
umano per lo sviluppo di idee
imprenditoriali innovative e/o ad alto
contenuto di conoscenza
Spinner Ob. 2: Qualificazione del capitale
umano per la ricerca industriale, lo
sviluppo sperimentale, il trasferimento
tecnologico
Spinner Ob. 3: Qualificazione del capitale
umano nei campi dell’innovazione
organizzativa, manageriale e finanziaria
Capitale umano - Poli tecnici: Percorsi di
formazione specialistica (IFTS) e
superiore
Capitale umano - Poli tecnici: formazione
alta e specialistica
Obiettivo ex quadro interpretativo
Leva per il sostegno allo sviluppo di
un’economia della conoscenza
Nascita di nuove componenti del sistema
(produzione di varietà)
• Aumento degli agenti e delle dotazioni
di artefatti ad alta intensità di
conoscenza del sistema
• Sviluppo delle relazioni entro il sistema
• Aumento della dotazione di conoscenze • Sviluppo di nuove regole del gioco
e competenze degli agenti del sistema
• Sostegno alla capacità di assorbimento e
• Sviluppo di nuove relazioni (industriadi “cambiamento” degli agenti del
ricerca)
sistema
Aumento della dotazione di conoscenze e Sostegno alla capacità di assorbimento e
competenze degli agenti del sistema
di “cambiamento” degli agenti del sistema
Aumento della dotazione di conoscenze e
competenze degli agenti del sistema
(ambiti settoriali regionali)
• Aumento della dotazione di conoscenze
e competenze degli agenti del sistema
(ambiti settoriali regionali)
• Sviluppo delle relazioni entro il sistema
Nascita di nuove componenti del sistema
(addensamenti di sapere codificato)
Nascita di nuove componenti del sistema
(addensamenti di sapere codificato ITS)
La tecnica dell’Analisi delle reti sociali (SNA) applicata ai partenariati attivati in ER
Con l’applicazione delle tecniche di Social Network Analysis (SNA) si intende analizzare i risultati raggiunti
dai singoli agenti che partecipano ai programmi di policy; contestualizzare l’attività dei singoli all’interno di
reti di innovatori entro le quali essi operano, quindi valutare l’attività delle reti. Integrare i due livelli di
analisi (i singoli agenti e le reti entro cui essi operano) per l’analisi dei risultati nel quadro del sistema
regionale. L’indagine è rivolta in particolare sui destinatari ammessi a beneficiare degli interventi relativi alle
azioni 1,2 e 3 di Spinner e alle reti attivate nei corsi IFTS.
La metodologia di valutazione integra alcuni elementi innovativi, sperimentati in Bellandi e Caloffi (2008;
2010a e b) in Toscana, con elementi tratti da tecniche di valutazione più consolidate. Il riquadro successivo
illustra una applicazione delle tecniche proposte ad alcuni casi di politiche per l’innovazione della Regione
Toscana.
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Box 1: Il modello di valutazione dei finanziamenti alle reti di innovatori concessi dalla Regione Toscana
Oggetto: Analisi e valutazione “relazionale” del complesso delle azioni di sostegno all’attività di reti per l’innovazione implementate
dalla Regione Toscana nell’arco temporale di programmazione 2000-20062 (Cfr. Bellandi e Califfi: 2008; 2010 a e b)3
Contenuti e metodologia: L’analisi si è concentrata sull’intero sistema regionale e ha avuto per oggetto 122 progetti realizzati da
122 network di innovatori (imprese, università, centri di ricerca, altri). Questo insieme di agenti e progetti è stato analizzato con gli
strumenti della social network analysis, allo scopo di mappare, misurare ed analizzare la rete delle relazioni tra agenti e gruppi di
agenti (organizzati in progetti) che producono e manipolano conoscenza e competenze. I vari agenti, qui rappresentati come nodi di
una rete, sono legati da relazioni di compartecipazione a progetti innovativi.
Fig. 1 – Le reti di relazioni più significative nell’analisi delle politiche per l’innovazione RT 2000-2006
Attraverso l’uso di questo strumento, l’analisi ha cercato di:
- fornire una rappresentazione dello spazio delle relazioni rivolte alla generazione o diffusione dell’innovazione che si sviluppano
all’interno del contesto regionale;
- individuare un nucleo significativo di sistema regionale di innovazione, osservando quelle relazioni che rimangono relativamente
stabili nell’arco di tempo considerato, ed analizzandone le caratteristiche in termini di mix di competenze in esso incluse, settori ed
assi tecnologici caratteristici, bilanciamento tra relazioni “locali” ed “extra-locali”, e ruolo svolto da attori-ponte (Fig 1 esempio dei
risultati dell’analisi di rete);
- identificare i grappoli di relazioni che si sviluppano attorno a questo nucleo centrale, comprendendo la struttura delle relazioni
innovative che attorno ad esso si dipanano.
Conclusioni di policy:
- Analisi delle reti di relazioni più significative in termini settoriali/tecnologici, sviluppatesi a seguito dell’insieme delle politiche per
l’innovazione 2000-2006 (risultati relazionali dell’insieme delle politiche osservate);
- Analisi dell’architettura caratteristica di queste reti di relazioni: l’analisi fa emergere dei legami mancanti (o degli attori mancanti)
nelle architetture relazionali promosse dalle politiche, che possono essere utilmente stimolati attraverso adeguati interventi di policy.
Fonte: Bellandi e Caloffi (2010)
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Ci riferiamo alle misure 1.7.1. e 1.7.2. del Docup Toscana 2000-2006, nonché al PRAI-ITT ‘Innovazione Tecnologica in Toscana’
2001-2004, già analizzato da Russo e Rossi (2009).
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Bellandi M., Caloffi A., 2008, “The promotion of innovative networks in a regional innovation system perspective” in DISTRICT,
Innovation Pathways and Knowledge Economy, Firenze: Regione Toscana, pp.34-51. Bellandi M., Caloffi A., 2010a, An analysis of
regional policies promoting networks for innovation, in European Planning Studies, vol.18, n.1., forthcoming. Bellandi M., Caloffi
A., 2010b, Verso un approccio di sistema nelle politiche regionali per l’innovazione: l’analisi di reti di innovatori finanziate dalla
Regione Toscana nel periodo 2000-2007 in Russo M. (a cura di), “Processi di innovazione e sviluppo locale. Aspetti teorici e
implicazioni per le politiche a sostegno dell’innovazione”, in corso di stampa.
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