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Progetto regionale di Farmacovigilanza
Profilassi Antibiotica in Chirurgia (PAC)
Linee Guida per la
Profilassi Antibiotica
in Chirurgia
Rev. 00: Novembre 2008
1
GRUPPO DI LAVORO:
A.O. Ospedale di Lecco (Centro Coordinatore):
Dott. Giuseppe Genduso: Direttore Sanitario Aziendale (Responsabile
Scientifico del progetto)
Dott.ssa Maria Rosaria Pecoraro: Borsista Farmacista Sc Qualità e Controllo
Strategico
Dott.ssa Maria Fiorenza Folsi: Dirigente Medico di Presidio
Dott. Paolo Corti: Direttore S.C. Farmacia
Dott.ssa Elena Spreafico: Farmacista S.C. Farmacia
Dott. Vaiani Roberto: ex Direttore Sc Microbiologia e Virologia
Dott. Marco Bosio: ex Direttore Sc Qualità e Controllo Strategico
A.O. Ospedale Niguarda Ca' Granda, Milano:
Dott.ssa Luciana Bevilacqua: Direttore S.C.Servizio Qualità M.C.Q.
Dott.ssa Elisa De Pasqual: Borsista Farmacista S.C. Farmacia
Dott. Carloandrea Orcese: Dirigente Medico S.C. Malattie Infettive
Dott.ssa Gabriela Paola Venturelli: Direttore S.C. Farmacia
Dott.Giuseppe Vighi: Responsabile di Struttura Semplice di Farmacovigilanza
e Farmacologia Clinica (SC Servizio qualità, MCQ)
A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo:
Dott. Antonio Piccichè: Dirigente Medico Direzione Medica di Presidio
Dott. Enrico Bombana: Dirigente Medico USC Malattie Infettive
Dott. Giancarlo Taddei: Direttore Dipartimento Farmacologia Clinica
Dott. Giacomo Del Vecchio: Dirigente Medico Dipartimento Prevenzione e
Sorveglianza Infezioni
Dott. Antonio Goglio: Microbiologo Direttore Dipartimento Prevenzione e
Sorveglianza Infezioni.
Dott. Francesco Locati: ex Responsabile Unità di Igiene
IRCCS S. Raffaele, Milano:
Dott. Paolo Scarpellini: Dirigente Medico Infettivologo
Dott.ssa Chiara Tassan Din: Borsista Medico Infettivologo
Dott. Roberto Novati: Dirigente medico Direzione Sanitaria
Dott.ssa Maria Mazzotti: Dirigente Farmacista Servizio di Farmacia
Dott.ssa Leila Tosi: Borsista Farmacista Servizio di Farmacia
A.O. Fatebenefratelli,Milano:
Dott. Roberto Cosentina: Direttore Medico di Presidio
Dott.ssa Gaetana Muserra: Direttore Servizio di Farmacia
Dott.ssa Elena Galfrascoli: Borsista Farmacista Servizio di Farmacia
2
Dott. Carlo Pagani: Dirigente Medico Anestesista
A.O. S.Anna, Como:
Dott.ssa Laura Chiappa: Direttore Sanitario Aziendale
Dott. Domenico Santoro: Direttore Malattie Infettive
Dott.ssa Anna Cappelletti: Dirigente Medico Malattie Infettive
Marina Busnelli: IP epidemiologa presidio Cantù
Loredana Bovini: IP epidemiologa presidio Menaggio
A.O. Ospedale civile di Legnano
Prof. Silvano Gabriele Cella: Farmacologo: Dipartimento di Farmacologia
Medica, Università degli Studi di Milano e Ospedale Civile di Legnano
Prof. Mauro Bianchi: Farmacologo Dipartimento di Farmacologia Medica,
Università degli Studi di Milano e Ospedale Civile di Legnano
Dott. Luca Paraboni: Borsista Medico Farmacologo, Ospedale Civile di
Legnano
3
“Le Linee Guida sono raccomandazioni elaborate a partire da una
interpretazione multidisciplinare e condivisa dalle informazioni disponibili,
per assistere medici e pazienti nelle decisioni che riguardano le modalità
di assistenza appropriate in specifiche circostanze cliniche”
(PIANO NAZIONALE LINEE GUIDA - www.sanità.it)
4
INDICE:
1
Premessa
pag. 6
2
Introduzione
pag. 9
3
Fattori
di
rischio nelle
infezioni del
sito pag. 14
chirurgico
4
Criteri
generali
della
profilassi
antibiotica pag. 17
perioperatoria
5
Modalità operative
pag. 18
6
Scelta del farmaco
pag. 22
7
Evidenze
microbiologiche:
patogeni
più pag. 24
frequentamente responsabili della contaminazione
del campo operatorio e delle ISC
8
Caratteristiche
principali
degli
antibiotici pag. 29
utilizzati in profilassi
9
Implementazione della linea guida
pag. 44
10
Aspetti medico legali nella profilassi antibiotica pag. 45
in chirurgia
11
Indicazioni alla profilassi antibiotica
pag. 47
12
Bibliografia
pag. 64
5
1. PREMESSA
La profilassi antibiotica in chirurgia, quando correttamente applicata, è una
pratica
di
dimostrata
efficacia,
nella
riduzione
delle
infezioni
postoperatorie, dei tempi di degenza e dei costi di ospedalizzazione [117].
Data la rilevanza dell’argomento e l’evidenza di una grande variabilità di
comportamenti, sono stati condotti numerosi studi e prodotti documenti al
fine di fornire agli operatori raccomandazioni basate sull’evidenza
scientifica.
Nel 2003 l’Istituto Superiore della Sanità, nell’ambito del Piano Nazionale
Linee
Guida,
ha
predisposto
una
linea
guida
nazionale
“Antibioticoprofilassi perioperatoria nell’adulto”, adottando come schema di
riferimento il documento messo a punto nel 2000 (ed aggiornato nel luglio
2008) dallo Scottish Intercollegiate Guidelines Network. Di recente
(settembre 2008) anche il documento nazionale è stato di conseguenza
aggiornato all’interno del Sistema Nazionale Linee Guida.
L’antibioticoprofilassi preoperatoria è stata oggetto di grande attenzione
ed occasione di esperienza sia a livello di singole strutture ospedaliere, sia
a livello regionale (ricordiamo il lavoro prodotto dalla Regione FriuliVenezia-Giulia nel 2000 [18] e dalla Regione Emilia Romagna nel 2002
[19]).
La Regione Lombardia, al fine di validare e rendere patrimonio comune
tali esperienze, in riferimento alla DGR no VII/8501 del 22 marzo 2002
“Determinazioni in materia di utilizzo dei fondi stanziati dal Ministero della
Sanità per le iniziative di farmacovigilanza e di informazioni sull’impiego e
sugli effetti indesiderati dei medicinali, ai sensi dell’art. 36 comma 14 della
legge del 23.12.1997 n. 449”, ha approvato, nel marzo del 2006, il
Progetto sulla Profilassi Antibiotica in Chirurgia (P.A.C.) presentato
dall’Azienda Ospedaliera (A.O.) di Lecco.
6
Tale progetto regionale ha consentito di redigere questo documento
aggiornato sulla Profilassi Antibiotica in Chirurgia da utilizzare come
mezzo di consultazione e futuro riferimento per l’implementazione locale e
la valutazione della riduzione delle infezioni postoperatorie: sarà possibile
così intervenire con metodo scientifico in una delle aree più critiche sotto il
profilo dell’appropriatezza terapeutica e del contenimento dei costi di
ospedalizzazione.
Il progetto regionale utilizza come metodologia di lavoro l’approccio
multidisciplinare,
coinvolgendo
nello
studio
di
farmacovigilanza
e
farmacoutilizzazione diverse componenti professionali (chirurghi, internisti,
medici di Direzione Sanitaria, farmacologi, farmacisti, infettivologi,
anestesisti, microbiologi) provenienti da diverse realtà sanitarie.
Le strutture che hanno aderito allo sviluppo di tale progetto sono:
A.O. Ospedale di Lecco, Centro Coordinatore del Progetto
A.O. Ospedale Niguarda Ca' Granda, Milano
A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo
IRCCS S. Raffaele, Milano
A.O. Fatebenefratelli, Milano
A.O. S. Anna, Como
A.O. Ospedale Civile di Legnano
Il Gruppo di lavoro individuato ha effettuato dapprima una rilevazione
dell'attività prescrittiva in ciascuna Azienda Ospedaliera ed ha operato un
successivo raffronto con le più auterovoli linee guida pubblicate in
letteratura (American Society of Health-System Pharmacist, Centers for
Disease Control and Prevention, Scottish Intercollegiate Guidelines
Network, SNLG, Medical Letter, National Surgical Infection Prevention
Project, Institute for Clinical Systems Improvement) [20-26]. Sono state
altresì analizzate esperienze precedenti inerenti rilevazioni sul grado di
adesione ai protocolli di antibioticoprofilassi preoperatoria ed alle sue
modalità di esecuzione, effettuate anche da altri ospedali non lombardi.
7
L’obiettivo
principale
del
progetto
è
infatti
il
miglioramento
dell’appropriatezza della profilassi antibiotica all’interno delle A.O.
partecipanti al progetto, attraverso la definizione, la condivisione e
l’adesione alle nuove Linee Guida comuni.
Queste
Linee
Guida
sono
intese
quindi
come
strumento
di
razionalizzazione del comportamento clinico-organizzativo e vogliono
assicurare il massimo grado di appropriatezza al fine di prevenire
l’insorgenza delle Infezioni del Sito Chirurgico (ISC) [21, 27] e di garantire
la qualità della terapia stessa.
La loro applicazione prospetta di raggiungere anche i seguenti obiettivi:
applicare le Linee Guide anche dopo il termine del progetto ed
estenderle ad altre Aziende Ospedaliere regionali;
sensibilizzare e formare gli operatori sanitari coinvolti nella corretta
prescrizione e somministrazione della profilassi antibiotica in
chirurgia, attraverso la diffusione e l'implementazione delle linee
guida elaborate e condivise da tutte le A.O. partecipanti;
rilevare al tempo zero (T0) la situazione già esistente in ciascuna
azienda sulla profilassi antibiotica in chirurgia;
facilitare il monitoraggio da parte delle farmacie aziendali
dell’utilizzo degli antibiotici in ambito chirurgico: valutazione dell’uso
sulla base delle evidenze scientifiche e secondo quanto dimostrato
dalle prove di efficacia (rilevare indicazioni riguardo alla scelta del
farmaco, alla dose da somministrare ed all’intervallo tra profilassi e
intervento);
effettuare un audit, basato sull’analisi della documentazione clinica,
al
fine
di
verificare
l’adozione
e
la
corretta
esecuzione
dell’antibiotico profilassi;
migliorare il rapporto costo/beneficio nella profilassi antibiotica
È stato inoltre condotto un’aggiornamento bibliografico, mediante una
revisione sistematica della letteratura presente sul tema del corretto
utilizzo degli antibiotici nella profilassi chirurgica.
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2. INTRODUZIONE
Per Profilassi Antibiotica Preoperatoria in Chirurgia si intende “…il
ricorso alla somministrazione di un antibiotico secondo modalità ben
definite, in assenza di infezioni in atto, collocato temporalmente prima
dell’inizio dell’intervento. L’uso dell’antibiotico non ha finalità terapeutiche
ma solo preventive: mira a ridurre quanto più possibile la carica microbica
nella zona di intervento, affinché non siano superate le difese dell’ospite”.
Nell’ambito delle infezioni nosocomiali, le ISC rappresentano una causa
frequente di morbilità dei pazienti ospedalizzati e la loro insorgenza
comporta inevitabilmente pesanti ripercussioni di ordine socioeconomico e
sanitario, sia per la struttura erogatrice della prestazione sia per il paziente
stesso (aumento della durata della degenza, incremento dei costi per
accertamenti aggiuntivi e terapie farmacologiche, sofferenza e disabilità,
perdita di giornate lavorative, ecc.) [28-39].
L’antibioticoprofilassi preoperatoria pur rivestendo un ruolo importante, è
solo uno tra gli interventi da eseguire per prevenire le ISC e si affianca ad
altri fattori tecnici organizzativi che devono essere attuati secondo precisi
standard; dovrebbe pertanto essere vista come una delle componenti di
una politica efficace per il controllo delle infezioni acquisite in ospedale. Il
mancato rispetto delle misure di prevenzione può annullare l’efficacia della
profilassi antibiotica.
La politica di ciascuna azienda ospedaliera, nei confronti del contenimento
delle infezioni acquisite in ospedale, ha stimolato il lavoro di gruppi
multidisciplinari di professionisti, che hanno condiviso e codificato in
precise procedure protocolli comportamentali e misure di prevenzione in
uso presso le aziende ospedaliere partecipanti.
In tabella 1 sono riportate le attuali misure di prevenzione che dovrebbero
essere adottate in area chirurgica al fine di minimizzare le infezioni del sito
chirurgico [21, 23].
9
Tabella 1 - Misure* di prevenzione delle infezioni della ferita chirurgica secondo la linea guida dei
Centers for Disease Control and Prevention [21, 23].
MISURE PREOPERATORIE
1. Preparazione del paziente
• identificare e trattare tutte le infezioni prima degli interventi elettivi e posticipare
l’intervento fino alla risoluzione dell’infezione
• evitare la tricotomia a meno che i peli nell’area di incisione non interferiscano con
l’intervento
• se la tricotomia è necessaria eseguirla immediatamente prima dell’intervento e
preferibilmente utilizzando rasoi elettrici
• controllare la glicemia in tutti i pazienti diabetici ed evitare l’iperglicemia nel periodo
perioperatorio
• incoraggiare la cessazione del fumo o almeno l’astinenza nei 30 giorni precedenti
l’intervento
• non negare gli emoderivati ai pazienti chirurgici con lo scopo di prevenire le ISC
• far eseguire al paziente una doccia o un bagno con antisettico almeno la notte prima
dell’intervento
•
lavare
e
pulire
accuratamente
l’area
dell’incisione
per
rimuovere
le
macrocontaminazioni prima della disinfezione del campo operatorio
• utilizzare un appropriata preparazione antisettica per la cute
2. Preparazione dell’équipe chirurgica
• tenere le unghie corte ed evitare l’uso di unghie artificiali
• effettuare il lavaggio chirurgico con antisettico per 2-5 minuti e lavare mani e
avambracci fino ai gomiti
• dopo essersi lavati tenere braccia e mani in alto e lontane dal corpo in modo da far
scolare l’acqua dalle dita verso i gomiti, asciugare con un telo sterile e indossare guanti e
camice sterili.
3. Gestione del personale sanitario colonizzato o infetto
• istruire e incoraggiare il personale della sala operatoria che presenti segni/sintomi di
malattie trasmissibili a segnalarlo prontamente
• mettere a punto protocolli specifici per l’allontanamento o la riammissione dal lavoro in
caso di infezioni trasmissibili del personale di sala operatoria
• a scopo precauzionale, allontanare dal lavoro il personale con lesioni cutanee
essudative e ottenere colture appropriate della lesione
• non escludere dal lavoro personale colonizzato con Staphylococcus aureus o
Streptococco di gruppo A, a meno che non sia stata dimostrata una relazione epidemiologica
con casi di infezione nei pazienti
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MISURE INTRAOPERATORIE
1. Sistemi di ventilazione
• nella sala operatoria mantenere aria a pressione positiva rispetto ai locali adiacenti,
• garantire almeno 15 ricambi l’ora di cui 3 di aria fresca
• filtrare tutta l’aria, ricircolante e fresca, con filtri appropriati
• far entrare l’aria dal soffitto e farla uscire dal pavimento
• non usare raggi UV in sala operatoria per prevenire le ISC
• tenere le porte della sala operatoria chiuse
2 Pulizia e disinfezione dell’ambiente
• in caso di contaminazione visibile del pavimento, di superfici o attrezzature con sangue o
altri liquidi biologici pulire prima del successivo intervento utilizzando un disinfettante
approvato dall’apposita commissione locale
• non effettuare interventi speciali di pulizia o chiusura della sala dopo interventi contaminati
o sporchi
• non usare tappetini adesivi all’ingresso dell’area operatoria
3. Campionamento microbiologico ambientale
• non effettuare campionamento di routine, ma ottenere campioni ambientali dell’aria e
delle superfici della sala operatoria solo nel contesto di specifiche indagini epidemiologiche
4. Sterilizzazione degli strumenti chirurgici
• sterilizzare tutti gli strumenti chirurgici secondo protocolli approvati
• ricorrere alla sterilizzazione «flash» solo per gli strumenti da riutilizzare immediatamente
5. Indumenti e teli chirurgici
• all’ingresso della sala operatoria indossare una mascherina che copra adeguatamente
bocca e naso, una cuffia o copricapo per coprire capelli e barba
• non indossare soprascarpe allo scopo di prevenire le ISC
• indossare i guanti sterili e farlo dopo aver indossato un camice sterile
• usare camici e teli che mantengano efficacia di barriera anche quando bagnati
• cambiare l’abbigliamento chirurgico se visibilmente sporco o contaminato con sangue o
altro materiale
6. Asepsi e tecniche chirurgiche
• rispettare le norme di asepsi quando si posizionano un catetere vascolare, cateteri da
anestesia spinale o epidurale o quando si somministrano farmaci per via endovenosa
• manipolare i tessuti con cura, eseguire una buona emostasi, rimuovere i tessuti
devitalizzati e i corpi estranei dal sito chirurgico
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• posticipare la chiusura della ferita o lasciare l’incisione aperta, per portarla a
guarigione «per seconda intenzione» quando il sito chirurgico è pesantemente
contaminato
• laddove sia necessario un drenaggio, utilizzare un drenaggio chiuso, posizionarlo
attraverso una incisione separata e distante dalla incisione chirurgica e rimuovere il
drenaggio appena possibile.
7. Medicazione della ferita
• proteggere le ferite chirurgiche per 24-48 ore con medicazioni sterili
• lavarsi le mani prima e dopo aver effettuato la medicazione o aver toccato il sito chirurgico
* Sono state riportate solo le misure che nello schema di grading dei CDC sono classificate come categorie IA
e IB (IA: misura fortemente raccomandata perché supportata da studi sperimentali clinici o epidemiologici ben
disegnati; IB: misura fortemente raccomandata perché supportata da alcuni studi sperimentali clinici o
epidemiologici e sottesa a un forte razionale teorico.
L’antibioticoprofilassi preoperatoria si situa all’interno di tali misure e
può, in alcuni casi, ridurre l’incidenza di tali infezioni, ma è indubbio che
questo beneficio deve essere attentamente soppesato nei confronti del
rischio di:
Reazioni tossiche e/o allergiche: I pazienti con una storia di
anafilassi, orticaria o esantema insorti immediatamente dopo una
terapia con penicillina sono a maggior rischio di presentare un
fenomeno di ipersensibilità immediata e non devono essere
sottoposti a profilassi con antibiotici beta-lattamici: in questo caso
occorre seguire le indicazioni specifiche per una profilassi
alternativa. La scelta definitiva deve sempre basarsi sull’anamnesi
per escludere una potenziale allergia.
Emergenza di patogeni resistenti: l’utilizzo indiscriminato degli
antibiotici favorisce l’insorgenza di resistenze nella flora microbica
di ciascun paziente e, di conseguenza, in quella residente
ospedaliera [40-44]; è infatti in progressivo aumento la circolazione
di agenti microbici multiresistenti agli antibiotici, sia tra i batteri
Gram-positivi che tra quelli Gram-negativi [45-47].
12
Dismicrobismi: possono determinare diarrea, in particolar modo
da Clostridium. difficile e/o superinfezioni della ferita [48-54]
Da queste considerazioni nasce l’esigenza di un orientamento che possa
fungere da guida per il chirurgo e l’anestesista, senza tralasciare le
considerazioni di ordine economico (farmacoutilizzazione) e farmacologico
(in particolare le interazioni tra farmaci).
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3. FATTORI DI RISCHIO NELLE INFEZIONI DEL SITO
CHIRURGICO
I fattori che influenzano il rischio infettivo nelle strutture ospedaliere sono
principalmente legati a fattori intrinseci, che coinvolgono le caratteristiche
e lo stato di salute del paziente, ma anche a fattori estrinseci che
riguardano l’intervento eseguito e la sua tempistica [21, 22, 55-73]. Nello
specifico, i fattori di rischio intrinseci riguardanti le caratteristiche del
paziente sono: l’età avanzata, l’eventuale stato di malnutrizione, l’obesità,
il
diabete,
il
fumo,
l’immunodepressione,
la
lo
coesistenza
stato
cutaneo
di
infezioni
del
sito
in
altri
chirurgico
siti,
prima
dell’intervento, la presenza di comorbilità e diverse affezioni metaboliche.
La presenza di tali fattori e/o di malattie concomitanti all’atto dell’intervento
chirurgico possono essere riassunti nella valutazione dello stato di salute
del paziente con un punteggio di rischio preoperatorio, come definito
dall’“American Society of Anesthesiologists”, il cosiddetto “ASA score”
(tabella 2) [74, 75].
Tabella 2 - Codice stato fisico del paziente prima dell’intervento chirurgico
Punteggio Condizione fisica
ASA
1
Paziente in buona salute
2
Paziente con patologia sistemica non grave
3
Paziente con patologia sistemica grave, ma non disabilitante
4
Paziente con patologia sistemica disabilitante a rischio di vita
5
Paziente moribondo che si ritiene non sopravviverà più di 24
ore, con o senza l’intervento chirurgico
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I fattori estrinseci che influenzano il rischio di ISC sono molteplici e di
importanza differente; comprendono l’antisepsi cutanea, il lavaggio delle
mani, la ventilazione della sala operatoria, la profilassi antibiotica, la
sterilizzazione degli strumenti, la cura della ferita dopo l’intervento, il tipo
di procedure eseguite (preoperatorie e postoperatorie), la durata della
degenza preoperatoria (la cute del paziente viene progressivamente
colonizzata da ceppi batterici di origine nosocomiale) e l’eventuale
impianto di materiale protesico. Tra i diversi fattori estrinseci i più
importanti nella valutazione del rischio di ISC vanno considerati: la durata
dell’operazione (quando la durata dell’intervento è superiore a quella
definita dal 75º percentile per la procedura in oggetto [47], il rischio di ISC
aumenta) ed il livello di contaminazione batterica della ferita. In base al
grado di contaminazione batterica il National Research Council ha
proposto una classificazione degli interventi chirurgici (tabella 3) [59].
Tabella 3 - Classificazione degli interventi in base al grado di
contaminazione batterica
Classe I:
Interventi
puliti
Interventi nel corso dei quali non si riscontra alcun
processo flogistico, in cui la continuità della mucosa
respiratoria, intestinale o genito-urinaria non viene
violata e in cui non si verifica alcuna violazione delle
regole di asepsi in sala operatoria
Classe II
Interventi
pulitocontaminati
Interventi nei quali la continuità della mucosa
respiratoria, intestinale o genito-urinaria viene violata,
ma senza perdite di materiale verso l’esterno
Classe III
Interventi
contaminati
Interventi in cui sono presenti segni di flogosi acuta
(senza pus), o dove vi sia una visibile contaminazione
della ferita, come per esempio perdite copiose di
materiale da un viscere cavo durante l’intervento o
ferite composte/aperte (verificatesi meno di 4 ore
prima dell’intervento)
Classe IV
Interventi
sporchi
Interventi effettuati in presenza di pus o su un viscere
cavo precedentemente perforato o su ferite
composte/aperte (verificatesi oltre 4 ore prima
dell’intervento)
15
La durata dell’intervento e le malattie concomitanti (secondo il codice
ASA) hanno un impatto sul rischio di infezione della ferita pari alla classe
di intervento. Sulla base di quanto affermato, per la definizione del rischio
di ISC, oltre alla classe di intervento devono essere considerati due
ulteriori fattori principali:
la presenza di malattie concomitanti (con punteggio ASA > 2 il
rischio di ISC aumenta [59])
la durata dell’intervento (quando superiore a quella definita dal 75°
percentile il rischio di ISC aumenta)
Tali fattori permettono di definire il cosiddetto indice di rischio, che risulta:
pari a 0 quando nessuno dei due fattori di rischio è presente
pari a 1 quando uno dei due fattori di rischio è presente
pari a 2 quando entrambi i fattori di rischio sono presenti
La tabella 4, ripresa delle Linee Guida nazionali e ricavata da un’ampia
casistica validata [57, 59], riporta la probabilità di ISC sulla base di
valutazioni che considerano la classe di intervento e l’indice di rischio. Dai
dati riportati si evince che il rischio di ISC di un intervento pulito con
entrambi i fattori di rischio aggiunti (indice di rischio pari a 2) è superiore al
rischio di un intervento contaminato senza alcun fattore di rischio aggiunto
(5,4% vs 3,4%).
Tabella 4 - Probabilità di infezione della ferita per classe di intervento e
indice di rischio [22]
Indice di rischio
Classe di intervento
0
1
2
Pulito
1,0%
2,3%
5,4%
Pulito-contaminato
2,1%
4,0%
9,5%
Contaminato
3,4%
6,8%
13,2%
16
4. CRITERI GENERALI DELLA PROFILASSI ANTIBIOTICA
PERIOPERATORIA
Il primo criterio da considerare per effettuare una corretta profilassi
antibiotica è che i benefici risultino superiori ai rischi, essendo questi ultimi
correlati soprattutto alle conseguenze di un’eventuale infezione del sito
chirurgico.
Per gli interventi in elezione la profilassi antibiotica è raccomandata:
nella chirurgia pulita-contaminata dove vi sia un rischio notevole di
contaminazione batterica
nella chirurgia pulita in cui le conseguenze di un’eventuale
infezione postoperatoria siano particolarmente gravi
In caso di chirurgia contaminata, la scelta di eseguire una profilassi
piuttosto che una terapia dovrà essere valutata separatamente per ogni
tipologia di intervento/situazione sulla base delle condizioni cliniche del
paziente.
Un esempio che dimostra come la profilassi riduca sia la frequenza di ISC
che la mortalità post-operatoria è dato dalla chirurgia colon-rettale; altro
esempio sono gli interventi di artroprotesi d’anca e di ginocchio, nei quali
la profilassi è in grado di ridurre le complicanze post-operatorie.
Tutti gli interventi delle diverse aree chirurgiche elencate nelle tabelle
finali, rappresentano quelli in cui l’efficacia della profilassi è dimostrata.
17
5. MODALITÀ OPERATIVE
a) Prescrizione
La prescrizione dell’antibioticoprofilassi preoperatoria compete al medico
specialista chirurgo e/o anestesista che provvederà a registrare in cartella
clinica il farmaco, il dosaggio e la modalità di somministrazione; ulteriori
somministrazioni
intraoperatorie,
se
necessarie,
dovranno
essere
prescritte dall’anestesista e segnate nella cartella anestesiologica.
b) Tempo della somministrazione
La profilassi antibiotica, salvo i casi di seguito indicati, deve essere
conclusa non più di 30 minuti prima dell’incisione cutanea [7, 8, 20-22,
24, 25, 76-87]. Nella prassi clinica è comunque opportuno che venga
terminata prima delle manovre anestesiologiche al fine di evitare possibili
interazioni con altri farmaci prescritti (principalmente anestetici).
È opportuno che il momento della somministrazione sia modificato:
-
in occasione del taglio cesareo la profilassi può essere ritardata fino al
momento del clampaggio del cordone ombelicale, per impedire che il
farmaco raggiunga il neonato. I dati esistenti attualmente in letteratura
non permettono peraltro di chiarire in modo definitivo rischi e benefici
di tale pratica [88].
-
quando si applica un tourniquet a pressione, come in chirurgia
ortopedica, la necessaria concentrazione tessutale deve essere
raggiunta prima della sua applicazione
c) Dosaggio
L’antibiotico deve essere somministrato a dosaggio pieno per permettere
una concentrazione adeguata del farmaco nei tessuti.
d) Via di somministrazione
La somministrazione per via endovenosa dell’antibiotico risulta essere il
metodo più affidabile ai fini del raggiungimento e mantenimento di una
concentrazione efficace del farmaco sia a livello ematico sia a livello dei
tessuti sede di intervento (salvo nei casi in cui è diversamente indicato)
18
[20-22]. Ricordiamo inoltre che alcuni parametri farmacocinetici, quali la
biodisponibilità, la velocità di assorbimento del farmaco e la sua clearance
possono variare da individuo a individuo, in particolare in seguito ad una
somministrazione orale o intramuscolare.
L’uso di antibiotici per via locale (lavaggi) non è giustificato dai dati di
letteratura, con l’unica eccezione della profilassi in chirurgia oculistica.
e) Durata
La profilassi antibiotica deve essere limitata al periodo peri-operatorio.
Non esistono prove a supporto di un prolungamento della profilassi: nella
maggior parte dei casi è sufficiente la somministrazione di un’unica dose
preoperatoria di antibiotico [4, 7, 84, 89-113] ed eventualmente di
un’ulteriore somministrazione intraoperatoria se la durata dell’intervento
supera il doppio dell’emivita del farmaco (si veda quanto riportato nel
paragrafo successivo). Il razionale di quanto sopra riportato è da attribuirsi
all’evidenza che il 95% delle infezioni della ferita chirurgica avvengono
durante l’atto operatorio; pertanto, la scelta di continuare la profilassi oltre
le prime 24 ore del periodo postoperatorio non è, in genere, giustificata.
f) Ripetizione della dose durante l'intervento
La somministrazione di una dose aggiuntiva intra-operatoria di antibiotico
(da eseguire successivamente alla reintegrazione di liquidi), è indicata
nell’adulto se nel corso dell’intervento si verifica una perdita di sangue
superiore ai 1.500 millilitri o se è stata eseguita una emodiluizione oltre i
15 millilitri per chilogrammo. Inoltre, la maggior parte delle linee guida
suggeriscono, in caso di interventi di durata superiore alle 3 ore, di
somministrare una seconda dose intraoperatoria se l’operazione è ancora
in corso dopo un tempo dall’inizio dell’intervento pari al doppio dell’emivita
del farmaco impiegato (si veda la Tabella 9) [3, 99, 114-122].
g) Luogo di somministrazione
È opportuno che la somministrazione dell’antibiotico, praticata per via
endovenosa lenta, sia effettuata direttamente dagli operatori sanitari di
sala operatoria prima dell’induzione dell’anestesia e comunque non più di
19
30 minuti prima dell’incisione cutanea, salvo casi in cui tale via richieda
una tempistica di somministrazione superiore ai 30 minuti (ad esempio
vancomicina). Ad ogni modo, ciascuna Azienda Ospedaliera dovrebbe
contestualizzare il luogo dove verrà eseguita la somministrazione in base
all’organizzazione strutturale interna ed alla collocazione delle sale
operatorie, al fine di rispettare la corretta tempistica di somministrazione.
Qualora la durata dell’intervento determinasse la necessità di ulteriori
somministrazioni, la prescrizione verrà effettuata dal medico anestesista e
verrà annotata sulla cartella anestesiologica.
h) Fornitura dei farmaci
Gli antibiotici indicati per la profilassi preoperatoria dovrebbero essere
forniti dalla Farmacia direttamente a chi effettua la profilassi (di norma al
Blocco Operatorio e non ai reparti di degenza), al fine di verificare il tipo di
antibiotico richiesto e di procedere all’approvvigionamento di chi effettua
realmente
la
profilassi.
Ovviamente
anche
in
questo
caso
la
contestualizzazione viene lasciata a ciascuna realtà organizzativa
ospedaliera.
i) Profilassi dell’endocardite batterica
I pazienti affetti da talune condizioni morbose cardiache presentano un
rischo
elevato
di
sviluppare
un’endocardite
batterica
in
seguito
all’esecuzione di procedure diagnostiche o chirurgiche in grado di
determinare una transitoria batteriemia, in particolar modo quelle a carico
del cavo orale e del tratto respiratorio, genitourinario, gastrointestinale, di
cute e tessuto muscolare scheletrico [23, 123, 124]. Tale popolazione è
costituita da:
 Pazienti con protesi valvolari
 Pazienti con anamnesi positiva per un pregresso episodio di
endocardite batterica (anche in assenza di lesioni valvolari)
 Pazienti affetti da cardiopatie congenite cianogene mai corrette
chirurgicamente o sottoposte solo ad interventi palliativi, pazienti
affetti da cardiopatie congenite corrette completamente ma con
20
impianto di protesi valvolari od altro materiale protesico (per i primi
6 mesi dopo l’intervento) e pazienti affetti da cardiopatie congenite
corrette solo parzialmente e con permanenza del difetto adiacente
ad una protesi o ad altro materiale protesico
 Trapiantati cardiaci che sviluppano valvulopatie
Va peraltro tenuto presente che l’insorgenza dell’endocardite batterica
costituisce molto più probabilmente il risultato dell’esposizione ad episodi
batteriemici legati alla vita quotidiana piuttosto che a quelli correlati a
manovre diagnostiche o chirurgiche. Oltre a ciò, è ormai assoldato che in
tali circostanze la profilassi antibiotica è in grado di prevenire un numero
estremamente basso di casi di endocardite batterica.
Fatti salvi questi presupposti, la profilassi dell’endocardite batterica andrà
riservata solo ai soggetti a rischio elevato (vedi sopra) sottoposti a:
1) Tutte le manovre odontostomatologiche con manipolazione del
tessuto gengivale o che riguardano la regione periapicale del dente
o perforano la mucosa orale. È peraltro tassativo che tali pazienti
mantengano il loro apparato dentario in buone condizioni attraverso
una regolare igiene dentale e controlli odontoiatrici periodici
2) Tutte le manovre invasive sulle vie respiratorie che implicano una
incisione o una biopsia mucosa (ad esempio tonsillectomia e/o
adenoidectomia
Nel caso di manovre che interessano il tratto gastrointestinale, genitourinario, la cute o il tessuto muscolare scheletrico la profilassi va
considerata solo in presenza di infezione/colonizzazione.
La profilassi specifica per l’endocardite batterica non è raccomandata nei
pazienti che già eseguono un’antibiotico-profilassi pre-operatoria con betalattamine (es. cefazolina, amoxicillina+acido clavulanico) od altri antibiotici
attivi sui batteri che si reputa possano essere più frequentemente causa di
endocardite in quella specifica manovra chirurgica/diagnostica.
21
6. SCELTA DEL FARMACO
Per quanto concerne la scelta del farmaco da utilizzare in profilassi, le
evidenze
scientifiche
suggeriscono
che
essa
venga
condotta
in
osservanza a questi principi:
l’antibiotico sia attivo contro i più probabili microrganismi causa di
infezione postoperatoria e, preferibilmente, non appartenga alla
categoria dei farmaci ad “ampio spettro”;
il farmaco non rientri tra quelli di regola utilizzati in terapia, affinché non
si sviluppino antibiotico resistenze;
il farmaco assicuri adeguate concentrazioni sieriche e tissutali (> MIC
dei patogeni bersaglio) in breve tempo e per tutta la durata
dell’intervento (anche ricorrendo a somministrazioni aggiuntive di dosi
se la durata dell’intervento è superiore al doppio dell’emivita del
farmaco utilizzato);
a parità di efficacia abbia minori costi ed effetti collaterali relativamente
al singolo paziente (reazioni allergiche e infezioni) ed all’ecologia
batterica dell’ospedale (selezione di ceppi resistenti);
una valutazione globale del rischio dovrebbe essere parte del processo
di scelta dell’antibiotico appropriato.
Le cefalosporine di I e II generazione, sono gli antibiotici che
maggiormente rispondono a questi requisiti, e pertanto il loro impiego è
fortemente raccomandato in tutti gli studi clinici controllati condotti nel
settore [5-7, 20, 21, 23, 24, 83, 84; 92, 125-129].
Fattori che condizionano la scelta dell'antibiotico a scopo profilattico
[23]
i batteri responsabili dell'infezione del sito chirurgico
la sede dell'intervento
le caratteristiche farmacocinetiche dell'antibiotico
la presenza di eventuali allergie ad antibiotici
22
la tossicità intrinseca del farmaco e le sue possibili interazioni
l'efficacia dimostrata in studi clinici controllati randomizzati
gli effetti sull'ecosistema
il costo.
23
7.
EVIDENZE
MICROBIOLOGICHE:
patogeni
più
frequentamente responsabili della contaminazione del
campo operatorio e delle ISC
I tessuti esposti al momento dell’incisione chirurgica sono a rischio di
contaminazione con la flora endogena ed esogena [21, 47, 119].
La contaminazione endogena è causata dai microrganismi saprofiti che
colonizzano la cute e/o le mucose sede dell’intervento: si tratta quindi di
microrganismi prevedibili per ogni tipo di intervento. La contaminazione
esogena (soprattutto aerobi Gram +) è causata da microrganismi
provenienti dal personale e dall’ambiente della sala operatoria, dallo
strumentario e dai materiali portati in campo sterile nel corso
dell’intervento. La contaminazione non proviene quindi dalla flora batterica
del paziente ma da microrganismi venuti a contatto col paziente in
maniera accidentale e pertanto non prevedibili a priori; tale fenomeno è in
parte controllabile con l’applicazione di rigorose misure di igiene e di
asepsi.
Da quanto dette emerge che, per una scelta appropriata dell’antibiotico, è
importante conoscere i più probabili microrganismi infettanti in base al tipo
di intervento. Secondo i dati forniti dal NNIS (sistema di sorveglianza
nazionale statunitense delle infezioni nosocomiali) e dal SSI, si può
affermare che la distribuizione dei microrganismi isolati in corso di ISC,
non è sostanzialmente mutata negli ultimi venti anni [47]. In accordo con
gli studi epidemiologici riportati in letteratura, anche le A.O. partecipanti a
questo progetto confermano che gli agenti eziologici più frequenti risultano
essere
lo
Stafilococco
aureo,
Stafilococchi
coagulasi
negativi,
Enterococco spp ed Escherichia coli. (vedi tabelle 5 e 6).
A fronte di queste considerazioni di carattere generale, si vuole
sottolineare come l’individuazione dell’antibiotico da impiegare nelle
diverse situazioni debba emergere anche da valutazioni epidemiologiche
24
locali. Per tale motivo, il gruppo di lavoro che ha redatto il presente
documento ha tenuto conto, nella scelta delle molecole da utilizzare in
profilassi, non solo delle indicazioni della letteratura ma anche delle
percentuali di sensibilità dei ceppi isolati nel reale contesto operativo, in
base ad una indagine epidemiologica effettuata nel corso dell’anno 2006
nelle sette aziende ospedaliere aderenti allo studio.
Vengono pertanto riportati rispettivamente in Tabella 7 lo spettro d’azione
dei principi attivi come riportato da “The Sanford Guide to antimicrobial
therapy” [86], e in Tabella 8 i dati relativi alla sensibilità dei ceppi
identificati dai sette laboratori di microbiologia delle aziende coinvolte nello
studio.
Tabella 5 - Distribuzione dei patogeni responsabili* di ISC (NNIS dal 1986 al 1996) [130,
131]
Patogeni
Stafilococco aureo
Stafilococchi coagulasi negativi
Enterococco spp.
Escherichia coli
Pseudomonas aeruginosa
Enterobacter spp.
Proteus mirabilis
Klebsiella pneumoniae
Streptococco (altre specie)
Candida albicans
Streptococco gruppo D (non enterococco)
Altri aerobi gram positivi
Bacteroides fragilis
Percentuale di isolamenti
1986-1989
1990-1996
(N=16.727)
(N=17.671)
17
20
12
14
13
12
10
8
8
8
8
7
4
3
3
3
3
3
2
3
2
2
2
* Sono esclusi i patogeni con percentuale di isolamento inferiore al 2%
25
Tabella 6 - Interventi, probabili agenti patogeni di ISC (modificata da [131])
Interventi
Patogeni probabili °^
Posizionamento di ogni tipo di impianti, protesi, S. aureo; Staf. coagulasi negativi
trapianti
Cardiochirurgia
S. aureo; Staf. coagulasi negativi
Neurochirurgia
S. aureo; Staf. coagulasi negativi
Ch. della mammella
S. aureo; Staf. coagulasi negativi
Oculistica
S. aureo; Stafilococchi coagulasi
negativi, Streptococchi, Bacilli gram
negativi
Ortopedia
S. aureo; Staf. coagulasi negativi;
Riposizionamento di protesi articolari fratture Bacilli gram negativi
chiuse/uso di chiodi, placche e altri presidi per la
fissazione interna
Riparazione funzionale senza impianto/presidi
Traumi
Ch. toracica non cardiaca
S. aureo; Staf. coagulasi negat.;
(lobectomia, pneumectomia, resezioni minori, Streptococcus pneumoniae; Bacilli
altre procedure mediastiniche non cardiache)
gram negativi
Toracostomia con drenaggio
Ch. Vascolare
S. aureo; Staf. coagulasi negativi
Appendicectomia
Bacilli gram negativi; Anaerobi
Ch. del tratto biliare
Bacilli gram negativi; Anaerobi
Ch. colorettale
Bacilli gram negativi; Anaerobi
Ch. gastro-duodenale
Bacilli gram negativi; Streptococchi;
anaerobi orofaringei (es. Peptostreptococco)
Ch. di testa e collo (procedure maggiori con S. aureo; Streptococchi; anaerobi
incisione attraverso la mucosa orofaringea)
orofaringei (es. Peptostreptococco)
Ostetricia e Ginecologia
Bacilli gram negativi; enterococchi,
streptococchi B; Anaerobi
Urologia
Bacilli gram negativi
° Possibili patogeni da sorgenti sia endogene che esogene
^ Ogni tipo di intervento può essere associato a ISC sostenute da Stafilococchi
26
Tabella 7 – Spettro d’azione dei principi attivi (da The Sanford Guide to antimicrobial therapy” [86]).
Gram positivi aerobi
Stafilo
cocchi
Meticill
ino S
Gram negativi aerobi
Altri aerobi
Stafilo Enteroc Enteroc Strepto Enterob Enterob Pseudo Acineto Legione
cocchi occus
occus
cocchi atteri
atteri
monas bacter lla
Meticill faecalis faecium
Gr 1 *
Gr 2 **
ino R
Haemop Chlamy Micopla
hilus
dia
smi
influenz
ae
Cefazolina
Cefoxitina
++
++
-
-
-
++
++
++
++
-/++
-
-
-
+
++
-
-
Amoxi+Clavulanico
Ciprofloxacina
Metronidazolo
Vancomicina
++
++
++
++
++
+
++
++
++
-/++
++
++
++
-
-/++
++
-
++
-
+
-
++
-
++
++
-
++
-
++
-
Clindamicina
Doxiciclina
Gentamicina
++
+
++
+
-
-
-
++
+
-
+/++
++
++
+
-
+
++
+
++
++
+
++
-
+
++
-
Cotrimoxazolo
++
++
++
++
-/++
-
+
++
+
++
+
a
++
-
a
Legenda: -, antibiotico inattivo; +, scarsa o incostante attività ; ++, buona attività
* Gruppo 1: E.coli, P.mirabilis, Salmonella spp., Shigella spp, Klebsiella spp., Citrobacter koseri
** Gruppo 2: Enterobacter spp, Serratia spp, Providencia spp, C.freundii, P.vulgaris, Morganella spp
a) attivo solo se in associazione con betalattamici eo glicopeptidi
b) non attiva su C. difficile
c) attiva sugli anaerobi Gram positivi
27
Anaero
bi
b
++
++
-/+
++
c
-/++
++
+/++
-
BGN NON
FERMENTANTI
ANAEROBI
165
4122
376
0
Bacteroides
Prevotella
133
33
100
100
66-73
69-100
18
14
521
100
100
83
Clostridium (non C. difficile)
Peptostreptococcus/Peptococcus
ALTRI GRAM NEGATIVI Haemophilus sp
64-100
97-100
28
24-80
0
90-100
71-100
63-73
99100
100
91-99
100
100
100
METRONIDAZOLO
CEFAZOLINA
Acinetobacter sp
Pseud. aeruginosa
Stenotrophomonas sp
98-100
85-96
67-76
79-100
90-97
58-83
34-61
78-100
83-100
VANCOMICINA
23-77
53-73
46-62
60-82
18-34
51-71
68-91
100
100
100
27-61
78-86
0-1
80-95
0
47-83
61-95
0
GENTAMICINA HR
0-1
0
GENTAMICINA
0
0
42-84
63-88
0-2
69
89-91
73-91
4.363
4.664
4.985
411
1.392
1.047
614
17.141
1.388
2.570
537
2.171
314
454
CoNS
S.aureus
Enterococchi
Pneumococchi
Str. pyogenes
Str. agalactiae
Citrobacter sp
Escherichia coli
Enterobacter sp
Klebsiella sp
Morganella sp
Proteus
Salmonella
Serratia
18-57
51-71
CLINDAMICINA
24-64
88-92
0-1
86-97
21-56
57-81
95-100
0-18
CEFOXITINA
COTRIMOXAZOLO
ENTEROBATTERI
58-81
96-100
0-7
75-83
24-71
48-93
0
72-86
0
40-66
0
0
28-55
55-75
53-71
88
94
84-100
73-100
68-80
74-90
82-96
67-85
43-57
96-100
72-92
AMPIC/SULBACT
n. ceppi
saggiati
GRAM POSITIVI
CIPROFLOXACINA
Tabella 8 - Antibiogramma cumulativo: % ceppi sensibili (range). Dati dei 7 Laboratori di Microbiologia degli Ospedali aderenti al progetto
81-99
87-94
81-98
79-99
72-90
65-73
83-100
24-80
57-79
99100
100
83100
67-94
8. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI ANTIBIOTICI
UTILIZZATI IN PROFILASSI
Di seguito vengono esposte le principali caratteristiche degli antibiotici
utilizzati
abitualmente
in
profilassi
chirurgica.
Per
comodità
di
consultazione, le modalità di preparazione, i tempi di infusione, i dosaggi e
l’eventuale necessità di ulteriori somministrazioni nel corso dell’ intervento
vengono riassunti nelle tabelle 9 e 10.
I dosaggi standard sono riferiti al paziente adulto di 70 kg con funzionalità
renale normale e che non presenta allergia ai beta lattamici. In presenza
di pazienti con alterazioni della funzionalità renale, i dosaggi dovranno
essere modificati in base al grado di compromissione.
Per quanto riguarda i pazienti in età pediatrica, la letteratura non individua
sostanziali differenze rispetto agli adulti per quanto riguarda la scelta delle
molecole; tuttavia, ai fini del loro utilizzo e della corretta posologia, è
opportuno che si consulti lo specialista pediatra.
NB: è bene ricordare che l’utilizzo in profilassi perioperatoria di alcune
molecole antibiotiche elencate nel presente lavoro, così come la via di
somministrazione intracamerale, sono da considerarsi off label in quanto
non autorizzati nel “Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto” (“RCP”, il
documento che riassume le caratteristiche del farmaco sulla base delle
quali è stata rilasciata l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio).
L’uso del farmaco, pertanto, è soggetto all’assunzione della responsabilità
da parte del medico e alla firma del consenso informato da parte del
paziente.
Nello specifico, le molecole che non hanno indicazione alla profilassi
antibiotica perioperatoria in RCP sono: vancomicina, clindamicina,
doxiciclina, cefoxitina, gentamicina, cotrimossazolo, ciprofloxacina,
cefazolina per somministrazione intracamerale.
29
Le Cefalosporine di IIIa e IVa generazione, i monobattami, i carbapenemi e
talune penicilline associate ad un inibitore delle beta-lattamasi NON
SONO INDICATI in profilassi chirurgica in quanto [23]:
Hanno un ruolo fondamentale in terapia e quindi il rapporto
rischio/beneficio in profilassi è sfavorevole per l’induzione delle
resistenze e l’impossibilità del successivo uso in terapia.
Hanno scarsa attività contro quei microrganismi che rivestono un
ruolo fondamentale nell’eziopatogenesi delle infezioni della ferita
chirurgica quali Stafilococchi ed anaerobi. L’attività di monobattami e
cefalosporine di 3ª e 4ª generazione è nulla sugli Enterococchi.
Lo spettro d’azione più ampio sui gram negativi non determina
maggiore attività in profilassi.
Hanno un costo maggiore.
NB: Nel caso in cui si renda necessario prescrivere farmaci diversi da
quelli elencati nelle linee guida dovranno essere riportate le motivazioni in
cartella clinica.
La decisione finale sul singolo paziente è esclusiva competenza della
valutazione clinica da parte del chirurgo o dell’anestesista.
30
Sono di seguito riportate le caratteristiche principali dei farmaci descritti in
questo documento per l’utilizzo in profilassi.
Classe
Spettro d’azione
Emivita
CEFAZOLINA
Cefalosporina di 1a generazione
La sua azione, di tipo battericida, si esplica su
numerosi batteri Gram positivi (S. aureus e
Stafilococchi coagulasi negativi meticillino sensibili,
Streptococcus viridans, Sterptococcus pyogenes,
Sterptococcus pneumoniae) e Gram negativi (Klebsiella
pneumoniae, E. coli, Proteus mirabilis, N.gonorrhoeae).
Non è invece attiva su altri Gram positivi (Stafilococchi
meticillino resistenti, Enterococchi) e Gram negativi
(Enterobacter,
Proteus
vulgaris,
Providencia,
Morganella, Serratia, Pseudomonas e Acinetobacter)
Non è attiva su Bacteroides ; può essere attiva su altri
anaerobi
Poco attiva su Haemophilus influenzae
1,8-2 ore
Legame alle proteine plasmatiche: 60-80%
Raggiunge livelli terapeutici in diversi tessuti come
polmoni, tonsille, parete colecistica, appendice e livelli
Farmacocinetica
elevati nella bile e nel liquido sinoviale. Diffonde
scarsamente nel liquor.
Escrezione urinaria in forma immodificata
Adulti: 2 g.
Soggetti di peso < 50Kg: 1 g.
Posologia per
Bambini: 25 mg/Kg (valutare con specialista pediatra)
profilassi
In caso di insufficienza renale la dose deve essere
ridotta ad 1 g
Intracamerale: 1 mg/0,1 ml
Modalità
e.v. lenta: diluire in 20-100 ml di soluzione fisiologica e
somministrazione infondere alla velocità di 10 ml ogni 3-5 minuti
Controidicazioni Allergia a cefalosporine
Precauzioni
Allergia ad altri lattamici
d’uso
Insufficienza renale grave
Fenomeni di ipersensibilità, rash cutanei, artralgie,
Effetti
glossite, nausea, vomito, diarrea, pirosi gastrica, dolori
indesiderati
addominali, disordini della coagulazione
Incompatibilità
FANS derivati dell’acido fenilpropionico
Indicazione alla profilassi chirurgica registrata
Note
Indicazione alla somministrazione intracamerale non
registrata (utilizzo off label)
31
Classe
Spettro d’azione
Emivita
Farmacocinetica
Posologia per
profilassi
CEFOXITINA
Cefalosporina di 2a generazione
Stessi microrganismi delle cefalosporine di 1^
generazione (cefazolina) ma con maggiore attività su
Gram negativi (può essere attiva su Proteus vulgaris,
Morganella, Providencia) e su alcuni anaerobi
(Bacterioides, Peptococcus, Peptostreptococcus
Non ha attività su P. aeruginosa, Enterococchi,
Enterobacter, Stafilococchi meticillino-resistenti, Listeria
monocytogenes e Clostridium difficile
Adulto: 60 minuti (aumenta in caso di insufficienza
renale)
Bambino: 40 minuti
Legame alle proteine plasmatiche: 60-80%
Si distribuisce bene nei diversi tessuti e nel liquido
pleurico, ascitico e nella bile, ma il passaggio nel liquor
risulta scarso a meningi integre.
Escrezione urinaria in forma immodificata
Adulti: 2 g.
Soggetti di peso < 50Kg: 1 g
In caso di insufficienza renale la dose deve essere
ridotta
Modalità
e.v. lenta: 2 g in 20 ml di H2O p.p.i. in 5 minuti
somministrazione
Controidicazioni Allergia a cefalosporine
Allergia ad altri
lattamici; pz con storia di malattie
Precauzioni
gastrointestinali; e con storia di allergie, gravi problemi
d’uso
renali
Fenomeni di ipersensibilità, nausea, vomito, diarrea,
Effetti
dolori addominali, disordini della coagulazione,
indesiderati
leucopenia, neutropenia, ipotensione
Interazioni
Penicilline, aminoglicosidi, FANS, probenecid
Indicazione alla profilassi non registrata (utilizzo off
Note
label)
32
Classe
Spettro d’azione
Emivita
Farmacocinetica
CIPROFLOXACINA
Fluorochinolone
Gram positivi: è attiva nei confronti di Stafilococchi
meticillino sensibili, Listeria; non è attiva o è poco attiva
nei confronti di Enterococchi e streptococchi. Gram
negativi: è attiva nei confronti di: E. coli, Shigella,
Salmonella, Citrobacter, Klebsiella, Enterobacter,
Serratia, Proteus (indolo-positivo e indolo-negativo),
Providencia,
Morganella,
Yersinia,
Aeromonas,
Haemophilus, Pseudomonas, Legionella, Neisseria,
Moraxella, Chlamydia, è poco attivo su Acinetobacter e
non è attivo su Burkholderia e Stenotrophomonas
Adulto: 3-6 ore
Bambino: 4-5 ore
Legame alle proteine plasmatiche: 20-40%
Passa la barriera ematoencefalica e si ritrova in buone
concentrazioni in tutti i tessuti; solo nei liquidi oculari le
concentrazioni non raggiungono i livelli terapeutici
Escrezione renale per filtrazione glomerulare e
secrezione tubulare
Posologia per
Adulti: 400mg ev o 500 mg os
profilassi
Modalità
e.v. lenta: infondere possibilmente in vena di medio/
somministrazione grosso calibro in 60 minuti
Ipersensibilità ai chinoloni
Controindicazioni
Somministrazione concomitante di tizanidina
Disordini del SNC; neuropatie; ipersensibilità;
Precauzioni
deficienza di G6P deidrogenasi; urine alcalinizzate; nei
d’uso
bambini e adolescenti in crescita; in caso di danni
renali, esposizione diretta alla luce, miastenia
Teofillina, caffeina, warfarin, tizanidina, clozapina,
ropinirolo, metotrexate, ciclosporina, glibenclamide,
Interazioni
barbiturici, FANS (tranne acido acetilsalicilico),
probenecid
Indicazione alla profilassi registrata solo in pazienti con
Note
ridotte difese immunitarie
33
METRONIDAZOLO
Classe
Derivato imidazolico
Attivo solo su batteri anaerobi obbligati (in particolare
Spettro d’azione
Bacteroides e cocchi gram positivi anaerobi)
Emivita
8 ore
Legame alle proteine plasmatiche: 20%
Farmacocinetica
Escrezione prevalentemente urinaria in circa 12 ore
Posologia per
Adulti e bambini >12 anni: 500 mg
profilassi
Bambini<12 anni: 7,5 mg/kg di peso
Modalità
e.v. lenta: 500 mg in 100 ml di soluzione in 20 minuti
somministrazione (infondere 5ml/minuto)
Ipersensibilità verso il farmaco; discrasie ematiche;
Controindicazioni
malattie del SNC; gravidanza ed allattamento
Precauzioni
Ridurre la dose in caso di grave insufficienza renale
Interazioni
Alcool, anticoagulanti orali
Sensazione di gusto metallico, lingua saburrale,
Effetti
eruzioni cutanee; anoressia, nausea, vomito,
indesiderati
neuropatie perferiche.
Possibili reazioni tipo Disulfiram
Note
Indicazione alla profilassi registrata
34
AMOXICILLINA + ACIDO CLAVULANICO
Classe
Pennicillina+ inibitore delle beta-lattamasi
È attivo su:
Gram
positivi
aerobi:
Enterococcus faecalis,
Staphylococcus
aureus
meticillino
sensibile,
Staphylococchi coagulasi negativi meticillino sensibili,
Streptococcus agalactiae, Streptococcus pneumoniae,
Streptococcus pyogenes, Streptococcus spp, meno
attivo su Streptococcus viridans
Gram negativi aerobi: Escherichia coli, Haemophilus
influentiae, Klebsiella spp, Moraxella catarrhalis,
Spettro d’azione
Neisseria
gonorrhoeae,
Neisseria
meningitidis,
Proteus mirabilis, Proteus vulgaris, Salmonella spp,
Shigella spp, Yersinia enterocolitica. Non è attivo su
Enterobacter, Serratia, Citrobacter, Acinetobacter,
Pseudomonas, Burkhol-deria, Stenotrophomonas,
Legionella
Batteri anaerobi: Clostridium spp (non Cl. difficile),
Peptococcus spp, Peptostreptococcus spp. e
Bacteroides fragilis
Non è attivo su Chlamydie e Mycoplasmi
Emivita
1 ora circa
Legame alle proteine plasmatiche: 20%
Diffusione ubiquitaria, ma non supera la barriera
Farmacocinetica
emato-encefalica; escrezione immodificata per via
urinaria in circa 6 ore
Posologia per
Adulti: 2,2 g
profilassi
Bambini: 30 mg/kg di peso
Modalità
Infusione e.v.: 2,2 g in 100 ml di soluzione fisiologica o
somministrazione di H2O ppi in 30 minuti
Ipersensibilità verso i beta-lattamici; ittero/disfunzione
Controindicazioni
epatica; sospetta mononucleosi
Ridurre la dose in caso di importante insufficienza
Precauzioni
renale e disfunzioni epatiche
Reazioni
di
ipersensibilità,
eruzioni
cutanee,
candidiasi, aumento del tempo di protrombina,
Effetti indesiderati leucopenia, nausea, vomito, diarrea vertigini, cefalea,
incremento dei livelli di transaminasi, edema
angioneurotico, anafilassi, cristalluria
Note
Indicazione alla profilassi registrata
35
VANCOMICINA
Classe
Glicopeptide
È attiva sui batteri Gram positivi aerobi ed anaerobi
(parzialmente sull’Enterococcus faecium). Non è attiva
Spettro d’azione
sui batteri Gram negativi aerobi ed anaerobi
Emivita
4-6 h in caso di funzionalità renale normale.
Legame alle proteine plasmatiche: 30-55%
Diffusione ubiquitaria ma non supera la barriera ematoFarmacocinetica encefalica (una piccola quantità può penetrare in caso di
meningite)
Escrezione renale (Clearance 1,37 mL/kg/min)
Endovena: Adulti: 1 g e.v.
Posologia per
Bambini: 20 mg/kg e.v.
profilassi
Intracamerale: 1 mg/0,1 ml
Ricostituire in acqua per preparazioni iniettabili o
Modalità
soluzione fisiologica. Somministrare in infusione lenta
somministrazione
nell’arco di 1 h
Uso concomitante di farmaci immunosoppressori,
Controindicazioni nefrotossici od ototossici, ipersensibilità ai glicopeptidi,
anamnesi di sordità, gravidanza ed allattamento
L’uso contemporaneo di anestetici può essere associato
Interazioni
ad eritema o reazioni di ipersensibilità
Immunosoppressori, farmaci nefrotossici ed ototossici
Tromboflebiti, febbre, brividi, sordità (preceduta da tinnito
Effetti
ed ipoacusia per le alte frequenze) nausea, vomito,
indesiderati
trombocitopenia, eritema cutaneo
Indicazione alla profilassi chirurgica registrata solo per la
prevenzione dell’endocardite batterica (utilizzo off-label)
Note
Indicazione alla somministrazione intracamerale non
registrata (utilizzo off-label)
36
CLINDAMICINA
Classe
Lincosamide
È attiva su Streptococchi e Stafilococchi meticillino
Spettro d’azione sensibili. Non è attiva su enterococchi e batteri Gram
negativi. Attiva su batteri anaerobi (non su Cl. difficile)
Emivita
3 h in caso di funzione renale normale
Legame alle proteine plasmatiche: 60-95%
Distribuzione: ubiquitaria (anche nel tessuto osseo) ma
non supera la barriera emato-encefalica nemmeno in
Farmacocinetica
caso di meningite.
Escrezione renale; ampiamente metabolizzata a livello
epatico
e.v.: Adulti: 900 mg
Posologia per
Soggetti di peso < 50Kg: 600 mg
profilassi
Bambini sopra i 2 anni: 20 mg/kg
e.v. lenta: 900 mg in 50-100 ml di soluzione fisiologica
Modalità
infusi in 30 minuti
somministrazione
600 mg in 50 ml in 20 minuti
Ipersensibilità alla clindamicina, diarrea o colite,
Controindicazioni insufficienza renale od epatica, gravidanza ed
allattamento
Precauzioni per
Non somministrare per via endovenosa sottoforma di
l’uso
bolo non diluito
Reazioni allergiche, diarrea, dolori addominali, nausea,
Effetti indesiderati vomito,
tromboflebiti,
grave
ipotensione
dopo
somministrazione e.v. rapida
Ampicillina, difenilidantoina, barbiturici, aminofillina,
Incompatibilità
solfato di magnesio, gluconato di calcio
Bloccanti neuromuscolari, eritromicina
Interazioni
La gentamicina può avere effetto sinergico
Indicazione alla profilassi chirurgica non registrata
Note
(utilizzo off-label)
37
DOXICICLINA
Classe
Tetraciclina
Parzialmente attiva su Stafilococchi e streptococchi, non
Spettro d’azione attivo su Enterococchi. Parzialmente attiva su batteri
Gram negativi ed anaerobi
Emivita
16-22 ore
100 mg per os 1 ora prima dell’intervento e 200 mg dopo
l’intervento, assunti con abbondante acqua ed evitando di
Posologia per
coricarsi per alcuni minuti dopo la deglutizione, per
profilassi
favorirne l’assorbimento e limitarne la tossicità a livello
esofageo
Disturbi ostruttivi dell’esofago; ipersensibilità alle
Controindicazioni
tetracicline
Reazioni di fotosensibilizzazione per esposizione alla luce
solare; nei bambini chela il calcio nel tessuto osseo in
Precauzioni
formazione e nei denti; aggiustare la posologia in caso di
insufficienza renale
Preparati antiacido contenenti alluminio, calcio e
magnesio; alimenti a base di latte, sali di ferro. Barbiturici,
Interazioni
carbamazepina, fenitoina, anticoagulanti, penicilline, litio,
metotressato, digossina e derivati dell’ergot
Nausea, epigastralgia, diarrea, anoressia, mucositi,
enterocolite, candidiasi ano-genitale, disfagia, esofagite,
Effetti indesiderati
ulcere esofagee, manifestazioni cutanee, reazioni di
ipersensibilità, alterazioni ematologiche
Indicazione alla profilassi chirurgica non registrata (utilizzo
Note
off label)
38
GENTAMICINA
Classe
Aminoglicoside
Non attiva su streptococchi, sinergica su Enterococchi
attiva su Stafilococchi meticillino sensibili. Attiva su
bacilli Gram negativi enterobatteri e Pseudomonas
Spettro d’azione
aeruginosa. Non attiva su Acinetobacter, Burkholderia e
Stenotrophomonas
Non attiva contro gli anaerobi
Emivita
1-2 h
Legame alle proteine plasmatiche: 5%
Distribuzione: ubiquitaria ma non supera la barriera
Farmacocinetica
ematoencefalica
Escrezione: 70-100% renale in forma immodificata
Posologia per
Adulti: 1,5 mg/kg
profilassi
Bambini: 2- 2,5 mg/kg
Modalità
e.v. lenta: 1,5 mg/kg in 100-200 ml soluzione fisiologica
somministrazione in 60 minuti
Ipersensibilità alla gentamicina o ad altri aminoglicosidi;
Controindicazioni generalmente controindicata in gravidanza, allattamento
ed anche in età pediatrica
Nefrotossicità, ototossicità vestibolare ed uditiva, neuriti
periferiche,
torpore,
parestesie,
fascicolazioni,
Effetti indesiderati
convulsioni, sindrome tipo miastenia gravis, rare
reazioni di ipersensibilità
Allergenicità crociata tra aminoglicosidi, cisplatino,
polimixina B, colistina, streptomicina, carbenicillina,
Interazioni
vancomicina, alcune cefalosporine, diuretici potenti; altri
antibiotici nefrotossici ed ototossici
Incompatibilità
Non mescolare nella stessa siringa con altri farmaci
Indicazione alla profilassi chirurgica non registrata
Note
(utilizzo off-label)
39
Classe
Spettro d’azione
Emivita
Farmacocinetica
COTRIMOXAZOLO
sulfametoxazolo+trimetoprim
Attivo sui Gram positivi, tra cui Streptococchi e
Stafilococchi; non attivo sugli Enterococchi. Attivo
parzialmente sulla maggior parte dei bacilli Gram
negativi enterobatteri, su Stenotrophomonas e
Burkholderia; non attivo sullo Pseudomonas e sugli
anaerobi
12 ore
Legame alle proteine plasmatiche: 50%-70%
Buona distribuzione nei tessuti, nell’espettorato, nelle
secrezioni e nel liquido cerebrospinale
Escrezione: 30-50% renale; ampiamente metabolizzato
a livello epatico
Posologia per
Adulti: 800 mg sulfametoxazolo + 160 mg trimetoprim
profilassi
Modalità
Infusione lenta: 800 mg sulfametoxazolo + 160 mg
somministrazione trimetoprim in 250 ml di soluzione fisiologica in 60 minuti
Ipersensibilità verso i sulfamidici o il trimetoprim,
insufficienza renale con iperazotemia, gravi lesioni del
Controindicazioni parenchima epatico, infezioni da Streptococco betaemolitico di gruppo A, paziente con possibile carenza di
G6P deidorgenasi , gravidanza ed allattamento
Reazioni allergiche, reazioni gastrointestinali, cefalea,
neuropatie periferiche, depressione, convulsioni,
Effetti indesiderati
discrasie ematiche, reazioni uropoietiche, possibile
ipersensibilità crociata con sulfamidici
Precauzioni per
Non utilizzare in caso di infezioni sostenute da
l’uso
streptococco beta-emolitico di gruppo A
Warfarin,
fenitoina,
metotressato,
ciclosporina,
Incompatibilità
indometacina
Indicazione alla profilassi chirurgica non registrata
Note
(utilizzo off-label)
40
Classe
Spettro d’azione
Emivita
Farmacocinetica
Modalità
somministrazione
Controindicazioni
Effetti indesiderati
Precauzioni per
l’uso
Incompatibilità
IODOPOVIDONE 5%
Antisettico ad ampio spettro
Azione biocida su batteri, virus, miceti, spore e protozoi
Attività microbicida immediata, che perdura almeno 45
minuti
Lo iodio presente nello iodopovidone può attraversare la
barriera congiuntivale
Eliminazione principalmente per via urinaria
Topica su cute e fornice. Saturare l’ovatta sterile del
liquido contenuto nel flacone e iniziare a preparare ciglia,
margini palpebrali, palpebre, guance e fronte. Irrigare con
il prodotto cornea, congiuntiva e fornici palpebrali.
Aspettare 2 minuti, quindi rimuovere irrigando cornea,
congiuntiva e fornici con soluzione polisalina sterile
Ipersensibilità a iodopovidone o ad altre sostanze
strettamente correlate dal punto di vista chimico, evitare
l’uso abituale in corso di gravidanza ed allattamento;
controindicato l’uso abituale in pazienti con turbe della
tiroide; evitare l’uso abituale in pazienti in trattamento
contemporaneo con litio
Reazioni cutanee locali
L’uso prolungato di prodotti per uso topico può dare
origine a fenomeni di sensibilizzazione; l’assorbimento
sistemico di iodio dallo iodopovidone può interferire con i
test di funzionalità tiroidea.
Non somministrare per irrigazione e via iniettiva
intraoculare o perioculare. Non somministrare contemporaneamente a colliri contenenti conservanti mercuriali ed
al tiosolfato di sodio
Derivati mercuriali e tiosolfato di sodio
Le informazioni contenute nelle tabelle sono tratte da:
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (R.C.P) dei singoli medicinali dalla banca
dati nazionale aggiornata alla data di febbraio 2008
Banca dati Micromedex per quanto riguarda la posologia dei farmaci che non hanno
l’indicazione registrata in RCP per la profilassi
“The Sanford Guide to antimicrobial therapy” 2007 per lo spettro d’azione [86]
41
Tabella 9 - Dosi adulto, pediatriche e ripetizione durante l’intervento
Farmaco
Dose Adulto°
Dose Pediatrica* Emivita
Cefazolina
> 50 Kg: 2g ev
< 50 Kg: 1g ev
Intracamerale:
1 mg/0,1 ml
> 50 Kg: 900 mg ev
< 50 Kg: 600 mg ev
1,5 mg/kg ev
25 mg/Kg ev
1,8-2 ore
20 mg/Kg ev
3 ore
2-2.5 mg/kg ev
1-2 ore
500 mg ev
1 g ev
Intracamerale:
1 mg/0,1 ml
400 mg ev
500 mg os
800 mg
sulfametoxazolo + 160
mg trimetoprim ev
100 mg os un’ora
prima intervento,
200 mg dopo
intervento
2,2 g ev
7.5 mg/Kg ev
20 mg/kg ev
8 ore
4-6 ore
non prevista
3-6 ore
non prevista
12 ore
non prevista
6-12 ore
30 mg/Kg ev
1 ora
40 mg/Kg ev
Adulto:1 ora
Bambini: 40
minuti
Clindamicina
Gentamicina
Metronidazolo
Vancomicina
Ciprofloxacina
Cotrimoxazolo
Doxiciclina
Amoxicillina +
acido clavulanico
Cefoxitina
> 50 Kg: 2 g ev
< 50 Kg: 1 g ev
° Indicazioni riferite a pazienti con normale funzionalità renale.
* Bambini di età compresa fra i 3 mesi ed i 12 anni
42
Tabella 10 - Modalità di preparazione e di infusione degli antibiotici
Farmaco
Preparazione
Tempi di Infusione
Cefazolina
Diluire in 20-100 ml di Sol.
Fisiologica
Diluire in 50-100 ml di Sol.
Fisiologica
Diluire in 100-200 ml di Sol.
Fisiologica
Flacone da 100 ml già pronto
Diluire in 250 ml di Sol.
Fisiologica
Flacone da 200 ml già pronto
Diluire in 250 ml di Sol.
Fisiologica
Diluire 2.2 g in 100 ml di Sol.
Fisiologica o di H2O ppi
Diluire in 20 ml di H2O ppi
10 ml ogni 3-5
minuti
30 minuti
Clindamicina
Gentamicina
Metronidazolo
Vancomicina
Ciprofloxacina
Cotrimoxazolo
Amoxicillina + acido
clavulanico
Cefoxitina
43
60 minuti
20 minuti
60 minuti
60 minuti
60 minuti
30 minuti
5 minuti
9. IMPLEMENTAZIONE DELLA LINEA GUIDA
L’implementazione della linea guida deve essere supportata da un
programma di continua istruzione, dalla valutazione della letteratura
corrente e da un regolare monitoraggio delle infezioni e delle nuove
resistenze instauratesi con i chemioterapici in uso [7, 132-138]. Occorre
pertanto effettuare regolari audit per valutare l’aderenza alla linea guida.
Un metodo organizzativo potrebbe essere quello di introdurre nella pratica
corrente
sistemi
specifici
di
registrazione
della
somministrazione
dell'antibiotico e riportare un minimo set di dati nella cartella clinica e nel
foglio della terapia, per poter facilitare l'esecuzione di audit atti a valutare
l'appropriatezza della profilassi antibiotica preoperatoria [23].
L’A.O. dovrebbe fornire i supporti, in termini di risorse e di organizzazione,
necessari alla corretta applicazione delle norme di prevenzione delle ISC.
44
10. ASPETTI MEDICO LEGALI RELATIVI ALLA PROFILASSI
ANTIBIOTICA
Lo scopo principale delle Linee Guida è quello di ridurre la variabilità dei
comportamenti nella pratica clinica, al fine di diffondere e sviluppare le
conoscenze basate su evidenze ben documentate.
Le Linee Guida costituiscono, quindi, anche uno strumento di tutela del
cittadino che si rivolge alle strutture sanitarie ed ai suoi professionisti.
Inoltre, sotto il profilo medico-legale, devono essere considerate come le
altre raccomandazioni sulla pratica clinica con identica finalità.
Le
Linee
Guida
non
sono
affatto
deresponsabilizzanti
verso
il
professionista, in quanto lo inducono a valutare attentamente il singolo
paziente e ad utilizzare le conoscenze migliori disponibili se ed in quanto
sono adeguate per singolo caso.
In questo processo assumono grande importanza le annotazioni in cartella
clinica, la quale rappresenta la più importante fonte di informazione sullo
stato del paziente, sui ragionamenti clinici dei professionisti che a lui si
dedicano e sulle azioni terapeutiche pianificate ed effettuate. In cartella va
pertanto riportata qualsiasi annotazione riguardo alla tipologia di
trattamento messo in atto ed agli eventuali esami strumentali eseguiti, al
fine di verificarne l’efficacia.
La cartella clinica, inoltre rappresenta il documento ufficiale su cui
annotare le motivazioni per le quali si è adottata una linea guida ovvero ci
si è discostata da essa.
In mancanza di un’adeguata informazione scritta, nell’eventualità di un
decorso clinico non previsto o, malauguratamente, di danno al paziente,
non sarà possibile ricostruire il processo decisionale alla base della scelta
terapeutica. Quindi, in ambito civile, relativamente alle attribuzioni delle
responsabilità, il nostro ordinamento giuridico prevede l’obbligo per
l’Azienda Ospedaliera e per il singolo professionista, di dimostrare che, a
fronte del verificarsi del danno, è stato fatto tutto il possibile per evitarlo.
45
Al venire meno di questa condizione si instaura una sorta di automatismo
nel risarcimento del danno che trova la sua massima espressione proprio
nelle procedure di prevenzione delle infezioni ospedaliere e nella non
documentata attuazione della profilassi antibiotica chirurgica (anche se
regolarmente eseguita).
Come per tutte le Linee Guida è quindi necessario che il medico
documenti le ragioni per cui in quello specifico caso adotta o si discosta
dalle Linee Guida, avendo in ciò la sua massima libertà e responsabilità
(informando il paziente ed ottenendone il suo consenso); in caso di
assenza di documentazione le Linee Guida stesse, note nella comunità
scientifica e professionale, assumono il ruolo di parametri rigidi di
valutazione per il Magistrato sia nel giudicare i comportamenti del medico,
sia nel processo di identificazione della colpa.
46
11. INDICAZIONI ALLA PROFILASSI ANTIBIOTICA
Il gruppo di lavoro ha accolto la classificazione proposta dagli specialisti di
branca. Per gli interventi chirurgici non presenti nell’elenco e nel caso di
chirurgia sporca è da valutare l’opportunità di instaurare direttamente una
terapia.
Nota: sotto i 50 Kg i dosaggi indicati nelle tabelle successive vanno ridotti
indicativamente come segue Cefazolina 1 g (ev) e Cefoxitina 1 g (ev)
47
CHIRURGIA CARDIACA E TORACICA [6, 43, 99, 139-157]
Intervento
Inserzione
di
Alternativa nei pazienti
Antibiotico di prima scelta
Note
allegici ai betalattamici
pacemaker Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
cardiaco/defibrillatore
(max 1 g)
Bypass
Vancomicina 15 mg/Kg ev
Continuare per max 24-48
(max 1 g)
ore
protesi
aorto–coronarici, Cefazolina 2 g ev
valvolari,
altra
chirurgia a cuore aperto
Resezione polmonare
Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
(max 1 g)
48
CHIRURGIA VASCOLARE [158-165]
Intervento
Chirurgia
Antibiotico di prima scelta
vascolare
arteriosa Cefazolina 2 g ev
Alternativa nei pazienti
Note
allegici ai betalattamici
Vancomicina 15 mg/Kg ev
addominale (con o senza inserimento
(max 1 g)
di protesi) e dell’arto inferiore
Interventi sulla carotide con utilizzo di Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev Non raccomandata in
protesi
(max 1 g)
caso
di
mancato
uitlizzo di protesi
Amputazione
di
arto
inferiore
(in Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
assenza di infezioni in atto)
(max 1 g)
49
CHIRURGIA OFTALMICA [166-197]
Intervento
Antibiotico di prima scelta
Alternativa nei pazienti
Note
allergici ai betalattamici
Cataratta vitrectomia Iodopovidone 5%* (cute e fornice)
Iodopovidone
anteriore
profilassi antisettica preoperatoria
+ eventualmente collirio antibiotico
utilizzato
per
chinolonico o aminoglicosidico
Cefazolina 10 mg/ml (0.1 ml intra- Vancomicina 10 mg/ml Dubbia raccomandazione. Uso di
camerale a fine intervento)
(0.1 ml intracamerale a Cefazolina e di Vancomicina intrafine intervento)
camerale off label (come via di
somministrazione)
Chirurgia vascolare Chirurgia vascolare
50
CHIRURGIA OTORINOLARINGOIATRICA [96, 104, 111-113, 198-221]
Intervento
Antibiotico di prima
Alternativa nei pazienti
scelta
allergici ai betalattamici
Chirurgia di testa e collo pulita NO
(tiroidectomia
totale
paratiroidectomia,
svuotamenti
e
parziale,
linfoadenectomie,
laterocervicali
e
sotto-
mascellari elettivi)
Chirurgia di testa e collo pulita- Cefoxitina 2 gr ev + Clindamicina 600 mg ev +
contaminata
e
contaminata Clindamicina 600 mg ev
(chirurgia oncologica del
massiccio
faciale, lembi, fistole rinoliquorali)
Chirurgia
dell’orecchio
pulita NO
(miringoplastica, timpano plastica)
51
Gentamicina 3 mg/Kg ev
Note
Chirurgia
dell’orecchio
contaminata
pulita- Cefoxitina 2 gr ev + Clindamicina 600 mg ev + Dubbia raccomandazione
(otoneurochirurgia,
Clindamicina 600 mg ev
Gentamicina 3 mg/Kg ev
timpano plastiche, ecc)
Chirurgia del naso e dei seni NO
Indicata solo nelle settorino-
paranasali
plastiche complesse (incluso
chirurgia
(settorinoplastica,
funzionale
endoscopica
inserimento di grafts) e nelle
FESS)
FESS
caso
contaminate;
schema
come
in
tal
nella
chirurgia testa e collo pulitacontaminata
Adenotonsillectomia
Amoxicillina/acido
Dubbia raccomandazione
clavulanico 2,2 g ev
52
CHIRURGIA GENERALE [4, 77, 94, 95, 101,107, 222-269]
Intervento
Chirurgia
Antibiotico di prima scelta
esofagea
Alternativa nei pazienti
allergici ai betalattamici
(con Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
Chirurgia dello stomaco, del Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
ricostruzione gastrica)
duodeno e dell’intestino tenue
Gastrostomia endoscopica
Chirurgia
biliare
Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
aperta, Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev +/Gentamicina 3 mg/Kg ev
epatica resettiva e pancreatica;
colecistectomia
laparotomica,
colecistectomia laparoscopica
complicata
53
Note
Colecistectomia laparoscopica Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
Dubbia raccomandazione
non complicata
Chirurgia del colon (colorettale, Cefazolina
appendicectomia,
ricanalizzazione
2
g
ev
+ Clindamicina 600 mg ev + Dubbia
Metronidazolo 500 mg ev
Gentamicina 3 mg/Kg ev
intestinale, chirurgia esofagea con
per la chirurgia proctologica
in
ricostruzione colica)
raccomandazione
tal
caso
solamente
Metronidazolo 500 mg ev
Ernia laparoscopica e non con Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
o senza utilizzo di materiale
protesico
Chirurgia della mammella
Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
Altre procedure pulito-
Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
contaminate non menzionate
altrove
54
Dubbia raccomandazione
UROLOGIA [109, 114, 270-320]
Intervento
Biopsia prostatica trans-rettale
Antibiotico di
Alternativa nei pazienti
prima scelta
allergici
Note
Ciprofloxacina 500 Cotrimossazolo 160/800 Ciprofloxacina per os 1-2 ore
mg per os
mg per os
prima della procedura. La 2°
somministrazione dopo 12,
max 24 ore
Procedure endoscopiche diagnostiche No
Indicata in pazienti a rischio*.
con e senza prelievo bioptico
In tal caso: Cotrimossazolo
Uretrocistoscopia
160/800 mg per os o, nei
Esame urodinamico
pazienti
allergici,
Amoxicillina/acico clavulanico
1g per os, 1-2 ore prima della
procedura
55
Procedure endoscopiche e chirurgia Cefoxitina 2 g ev
Cotrimossazolo 160/800 Dubbia
endoscopica:
mg ev (2 fl in 250 ml FF) TURBT
Rx contrastografia trans-catetere vescicale
Rx pielografia ascendente e discendente
Dilatazioni uretrali
Posizionamento/sostituzione
di
tutori
ureterali MJ/DJ
Ureterorenoscopia;
Pielo-nefro litotomia percutanea (PCNL)
Posizionamento di nefrostomia percutanea
(PCN)
Resezione prostatica transuretrale con
ansa/laser (TURP/TURPT)
Resezione
transuretrale
di
neoplasia
vescicale (TURBT)
Incisione endoscopica del collo vescicale
con ansa/laser (TURBN)
Incisione endoscopica di prostata (TUIP)
Uretrotomia endoscopica con ansa/laser
56
indicazione
nella
Litotripsia extracorporea con onde NO
Indicata in pazienti a rischio*;
d'urto (ESWL)
in tal caso Cefazolina 2 g ev o,
nei
pazienti
allergici,
Cotrimossazolo 160/800 mg ev
(2 fl in 250 ml FF)
Interventi puliti (senza incisione delle NO
Indicata in pazienti a rischio*;
vie urinarie):
in tal caso Cefazolina 2 g ev o,
Legatura delle vene spermatiche
nei
Orchifunicolectomia
Cotrimossazolo 160/800 mg ev
Circoncisione
(2 fl in 250 ml FF)
Frenuloplastica
Interventi
puliti-contaminati
Cotrimossazolo 160/800
(con Cefoxitina 2 g ev
mg ev (2 fl in 250 ml FF)
apertura del tratto urinario):
Nefrectomia semplice e radicale
Nefroureterectomia totale
Linfoadenectomia retroperitoneale
Prostatectomia radicale
Adenomectomia prostatica a cielo aperto
(con e senza CV a permanenza)
57
pazienti
allergici,
Cistectomia parziale
Plastica del giunto pieloureterale
Ureteroneocistostomia
Ureterolisi con omentoplastica
Chirurgia dello scroto (resezione di tonaca
vaginale, biopsia testicolare, fissazione
testicolare, esplorativa testicolare)
Raddrizzamento pene curvo
Colposospensione
Colpoperineoplastica
Uretrolisi
Chirurgia a cielo aperto dell’uretra
Cistectomia con ureterocutaneostomia
Interventi
puliti-contaminati
utilizzo di segmenti intestinali):
+/-
Cistectomia con condotto ileale
Cistectomia
con
neovescica
Clindamicina 600 mg ev
(con Cefoxitina 2 g ev
Metronidazolo
500 mg ev
+ Gentamicina 3 mg/Kg
ev
ileale
ortotopica
* Si definisce soggetto a rischio infettivo quello caratterizzato dalla presenza di almeno uno dei seguenti fattori:
58
a) Generici:
età > 65 anni
stato nutrizionale scadente
obesità
condizioni di immunodepressione (infezione da HIV, terapia steroidea, neutropenia ecc)
diabete mellito
fumo di sigaretta
presenza di processo infettivo
b) Specifici
ospedalizzazione preoperatoria prolungata o recente ospedalizzazione (ultimi tre mesi)
storia di infezioni genitourinarie ricorrenti
chirurgia coinvolgente segmenti intestinali
colonizzazione batterica delle vie urinarie (es. batteriuria asintomatica)
cateterizzazione per più di 7 giorni
ostruzione e/o calcolosi delle vie urinarie
brachi- o radio-terapia recente
NOTA: gli interventi considerati “sporchi” per contaminazione da contenuto enterico (es.: cistectomia con derivazioni col sigma, chirurgia
iterativa, fistole uro-enteriche) non necessitano di profilassi in quanto è indicata la terapia antibiotica.
59
NEUROCHIRURGIA [321-331]
Intervento
Antibiotico di prima scelta
Alternativa nei pazienti
allergici ai betalattamici
Craniotomia pulita e derivazione Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
del liquido cerebro-spinale
(max 1 gr)
Craniotomia pulita-contaminata e Cefoxitina 2 gr ev +
Clindamicina 600 mg ev +
contaminata (da seni paranasali o Clindamicina 600 mg ev
Gentamicina 3 mg/Kg ev
rinofaringe)
Chirurgia del rachide (compresa Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
discectomia)
(max 1 gr)
60
Note
OSTETRICIA E GINECOLOGIA [332-368]
Intervento
Parto cesareo elettivo
Antibiotico di prima scelta
Cefazolina
2
clampaggio
g
ev
del
Note
allergici ai betalattamici
(dopo Clindamicina
cordone (dopo
ombelicale)
Parto cesareo non elettivo (con Cefoxitina
Alternativa nei pazienti
600
mg
clampaggio
ev
del
cordone ombelicale)
2
travaglio in atto e/o rottura di clampaggio
gr
del
(dopo Clindamicina 600 mg ev +/cordone Gentamicina
3
mg/kg
ev
membrane più di 6 ore prima ombelicale)
(dopo clampaggio cordone
dell’intervento)
ombelicale)
Isterectomia
addominale
e Cefoxitina 2 gr
Clindamicina 600 mg
vaginale
Aborto indotto
+/-
Gentamicina 3 mg/kg ev
Doxiciclina 200 mg per os 2 Claritromicina 500 mg per os
ore prima dell’intervento
2 ore prima dell’intervento
61
CHIRURGIA ORTOPEDICA [84, 87, 369-392]
Intervento
Chirurgia
protesi
elettiva
allergici ai betalattamici
senza No
(meniscectomia
sinoviectomia
Alternativa nei pazienti
Antibiotico di prima scelta
e
artroscopica,
riparazione di muscoli, tendini e
fasce)
Chirurgia
ricostruzione
ginocchio,
osteoarticolare, Cefazolina 2 g ev
di
Clindamicina 600 mg ev
LCA
sinoviectomia
con artrotomia, artrodesi)
Artroprotesi (anca, ginocchio Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 1 g ev
altre protesi)
Fissazione di frattura chiusa
Cefazolina 2 g ev
Clindamicina 600 mg ev
62
Note
Chirurgia del rachide
Cefazolina 2 g ev
Vancomicina 15 mg/Kg ev
(max 1 g)
63
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