Relazione anno 2009
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Relazione anno 2009
10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione La medicina di domani, oggi “Prevenire è meglio che curare”. Probabilmente abbiamo sentito questa frase centinaia di volte, espressione di un’antica saggezza che i continui progressi della ricerca scientifica non fanno che confermare. Ma quello che un tempo era un principio generale per la buona salute del singolo individuo oggi è diventata una strategia di sistema, perché mai come in questo caso gli obiettivi di una maggiore efficacia terapeutica coincidono con quelli di una migliore efficienza economica e gestionale: tutti gli studi di management sanitario evidenziano infatti come le risorse destinate alla prevenzione rappresentino un investimento in grado di ridurre in modo significativo, in futuro, le spese per la gestione dei pazienti acuti. Con questa consapevolezza, l’Azienda ULSS 17 è attualmente impegnata in un programma particolarmente ampio di iniziative nell’ambito della prevenzione, con alcuni progetti che costituiscono una novità assoluta a livello regionale e anche nazionale. Iniziative ambiziose, che stiamo portando avanti in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Sanità della Regione Veneto e con il Ministero della Salute. Ecco allora che accanto agli screening ormai consolidati, relativi ai tumori femminili, attualmente il Dipartimento di Prevenzione è impegnato anche in quelli per il virus HPV e per il tumore del colon retto. Una novità assoluta, a livello regionale, è poi lo screening cardiovascolare avviato fin dalla fine del 2008, che rappresenta il primo tentativo in Veneto di attuare un programma davvero efficace di monitoraggio e prevenzione di una patologia non tumorale, affrontando una problematica che oggi costituisce una delle principali cause di morte per malattia nella popolazione oltre i 50 anni di età. Tuttavia fare prevenzione non significa solo effettuare esami clinici: significa anche e soprattutto promuovere un’autentica cultura della salute, perché adottare uno stile di vita sano costituisce il modo più semplice, ma anche il più efficace, per tenere lontane le più diverse patologie. Di qui l’impegno che stiamo ponendo nella prevenzione a tutti i livelli, a partire dai più giovani, con un programma molto ampio di corsi e iniziative rivolti agli studenti delle diverse scuole del territorio, ma anche agli insegnanti e ai genitori per aiutarli a comunicare i “messaggi giusti”. A questi corsi si aggiungono quelli per smettere di fumare, i gruppi che promuovono una salutare attività fisica e numerose altre iniziative che contribuiscono a realizzare un’attività di prevenzione a 360 gradi. Una grande varietà di iniziative, dunque, realizzate con una costante attenzione da una parte alla capacità di motivare gli utenti al reale cambiamento del loro stile di vita, dall’altra all’evoluzione di una società fin troppo ricca di messaggi spesso equivoci e contraddittori. Comune denominatore dell’attività di screening e dei programmi di educazione alla salute è la volontà di realizzare un modello sanitario orientato in misura sempre maggiore a impedire l’insorgere della patologia o quanto meno ad affrontarla quando il suo sviluppo è ancora nella fase iniziale, dunque con interventi più efficaci e meno intrusivi rispetto alle terapie in fase acuta. Questa è certamente una direttiva essenziale per la medicina del futuro, una strategia che vede l’Azienda ULSS 17 all’avanguardia e determinata - d’intesa con le indicazioni della Regione Veneto a proseguire su questa strada. Il Direttore Generale Giovanni Pavesi 4 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 5 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione La centralità della risorsa umana Negli ultimi anni si è assistito ad una sensibile ripresa della prevenzione e della promozione della salute: il superamento delle pratiche obsolete, lo sviluppo della prevenzione basata sulle evidenze scientifiche (EBP), la maggior attenzione sulle problematiche della qualità, della certificazione, il rafforzamento della collaborazione tra il mondo degli operatori dei servizi e gli istituti universitari e di ricerca scientifica e il rilancio delle migliori pratiche sono tutti fattori che, insieme, hanno sicuramente portato un grande beneficio alla popolazione. Così, oggi è evidente come i campi di azione del Dipartimento di Prevenzione sono veramente a 360 gradi: la profilassi attiva delle malattie infettive (oggi anche con l’uso di nuovi vaccini contro il cancro della cervice uterina), la prevenzione delle malattie di maggior rilevanza sociale, la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la prevenzione degli incidenti domestici e da traffico, il contenimento delle malattie correlate con l’inquinamento ambientale, l’igiene degli alimenti, la sicurezza alimentare, l’alimentazione e la nutrizione, l’igiene edilizia e degli ambienti confinati e non ultima la medicina legale che vede coinvolte, con le commissioni di invalidità civile, migliaia di famiglie ogni anno. Questa relazione vuole dunque proporre una panoramica complessiva delle attività svolte dal Dipartimento, con la presentazione delle progettualità e dei risultati ottenuti, nonché dello stato di salute della popolazione. Allo stesso tempo, vuole essere un utile strumento di conoscenza per tutti gli operatori sanitari del territorio e dell’Ospedale, al fine di favorire la collaborazione reciproca e un migliore coordinamento delle attività. Il quadro che emerge è molto positivo e mostra un dipartimento estremamente dinamico e propositivo, soprattutto grazie alla professionalità e alla motivazione del personale. La forza di un Dipartimento di Prevenzione, infatti, risiede quasi esclusivamente nella qualità e nelle capacità del proprio personale, in quanto - a differenza dell’Ospedale - non sono necessari grandi e costosi investimenti in tecnologie e attrezzature, bensì importanti investimenti in risorse umane. Devo a questo riguardo constatare un preoccupante aumento dell’età media del personale in servizio (situazione analoga è segnalata in tutti i Dipartimenti di Prevenzione del Veneto), la difficoltà di ricambio generazionale e una carenza di giovani specialisti con adeguata formazione. Più in generale, in un momento di crisi economica profonda vi è il pericolo che si proceda a risparmi importanti sulla prevenzione, magari perché a differenza di altre aree di intervento i danni - per quanto certamente gravissimi - non risulterebbero subito evidenti, e sarebbero quindi in qualche modo “scaricabili” sugli amministratori che verranno in futuro. Questa non è naturalmente la strada intrapresa dalla nostra Azienda Ulss, che pone una grande attenzione alla prevenzione, (è destinato alla prevenzione il 3,5% del totale delle risorse finanziare a disposizione), ma per la quale è auspicabile uno sforzo economico ancora maggiore. Ecco allora che questa relazione costituisce un importante momento di riflessione per poter migliorare ancora, utilizzare più adeguatamente le risorse assegnateci, riorganizzare i servizi puntando ad una sempre migliore razionalizzazione e integrazione. In conclusione, è doveroso un vivo e sincero ringraziamento a tutto il personale del Dipartimento e alla Direzione Generale che continua a sostenerci, a seguirci con attenzione e a darci fiducia. Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Dott. Antonio Ferro 6 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 7 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Relazione Attività 2009 Indice 10 Capitolo 1: Il territorio dell’azienda Ulss 17 10 12 15 18 18 CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE LA STRUTTURA PRODUTTIVA Il profilo demografico 17 Le famiglie 17 Gli immigrati La mortalità e la morbosità ATTIVITà DI MEDICINA LEGALE 18 Invalidi civili 19 Visite fiscali ovvero accertamenti sulla condizione di inabilità lavorativa specifica temporanea 19 La polizia mortuaria 20 Capitolo 2: Il Dipartimento di Prevenzione 20 L’ORGANIZZAZIONE 22 Area Sanità Umana 24 Area Sanità Animale 25 L’offerta del Dipartimento di Prevenzione 26 Capitolo 3: Attività di Sanità Pubblica 26 LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE 27 28 28 29 29 30 DEGLI ALLOGGI LE PISCINE L’ATTIVITÀ DI ACCONCIATORE, ESTETISTA, TATUATORE LA PREVENZIONE SULLA STRADA LA PREVENZIONE DOMESTICA AMBULATORIO PER STRANIERI TEMPORANEAMENTE PRESENTI (STP) SALUTE E AMBIENTE 32 Capitolo 4: Alimentazione 32 Approvvigionamento Acqua Potabile 33 LA SICUREZZA ALIMENTARE e la percezione del rischio 34 Le TOSSIFENZIONI ALIMENTARI 8 35 38 38 38 LA VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI ALIMENTARI CONTROLLI SULL’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI SISTEMA DI ALLERTA CONSULTORIO NUTRIZIONALE E SERVIZIO DI DIETETICA 40 Capitolo 5: Le malattie infettive 40 LE VACCINAZIONI 41 MALATTIE INFETTIVE 42 Echinococcosi 42 Morbillo 43 Influenza stagionale 44 Influenza da Virus A/H1N1 “Suina” 44 Tubercolosi 45 Meningiti 46 Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) 46 Tetano 46 Scabbia 47 Campagna Nazionale “Genitori PIU’ ” 47 LA PROFILASSI INTERNAZIONALE 48 Capitolo 6: Le malattie cronico-degenerative 48 FATTORI DI RISCHIO LEGATI AGLI STILI DI VITA: SISTEMA SORVEGLIANZA “PASSI” 49 GLI SCREENING ONCOLOGICI 49 Screening Mammografico 50 Screening Citologico 50 Screening Colo-Rettale 51 LO SCREENING CARDIOVASCOLARE 52 Capitolo 7: La sicurezza nei luoghi di lavoro 52 PROMOZIONE DI STILI DI VITA E DI COMPORTAMENTI 53 53 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 CORRETTI: ATTIVITÀ DI FORMAZIONE ED ASSISTENZA PROMOZIONE DEL MIGLIORAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE E DEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA VIGILANZA E CONTROLLO 53 Gli infortuni sul lavoro 57 57 58 58 58 59 Le malattie professionali L’attività di vigilanza nelle aziende Il comparto delle costruzioni (edilizia) Le attività di bonifica amianto Attività autorizzativa L’attività sanitaria 60 Capitolo 8: Il mondo animale 60 AREA A: IL CAMPO D’INTERVENTO 61 VIGILANZA ED ISPEZIONE 61 ANAGRAFE BOVINA 61 ANAGRAFE CANINA 61 SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA 62 CONTROLLI 62 AREA B: IL CAMPO DI INTERVENTO 63 AREA C: IL CAMPO DI INTERVENTO 63 Controllo e vigilanza della produzione, distribuzione e impegno del farmaco veterinario 64 Attività di ricerca della presenza di residui con consentiti nelle carni e negli animali in allevamento 64 Attività di ricerca della presenza di sostanze ad azione ormonale nelle carni e negli animali in allevamento 64 Attività di ricerca della presenza di residui nelle carni e negli animali in allevamento 65 Controlli sul latte destinato alla alimentazione umana o alla caseificazione e sulle produzioni lattiero-casearie 65 Controllo sulla produzione di mangimi di origine animale 65 Controllo sulla alimentazione animale 66 Controllo e vigilanza sulla riproduzione animale 66 Vigilanza sul benessere animale e sulle tecnologie di allevamento 67 Sottoprodotti di origine animale 67 Condizionalità 68 Capitolo 9: L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 68 EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE (EPS) 69 EPS NELLA COMUNITÀ 69 La prevenzione patologie fumo-correlate 69 La promozione dell’attività fisica 70 EPS NELL’AZIENDA 70 Progetto HPH “Ospedali e Servizi Socio-sanitari senza fumo” 70 Progetto “Mamme libere da fumo” 70 Progetto “Azienda in cammino: Passi per la salute” 71 Altre Collaborazioni 71 LA MEDICINA SPORTIVA 72 Capitolo 10: Progetti innovativi 72 73 73 75 76 77 PROGETTO PILOTA PER L’UTILIZZO DEL TEST PER LA RICERCA DELL’HPV NEL PRIMO LIVELLO DEL PROGRAMMA DI SCREENING CERVICALE DELL’AZIENDA ULSS 17 DI ESTE 72 Introduzione 73 Materiali e metodi 73 Risultati 73 Conclusioni ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DELLE CARNI E DEGLI ALTRI PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE MOSCHE E DEGLI ODORI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI PICCIONI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 A FAVORE DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI 76 Interventi possibili LA FATTURAZIONE ON LINE PROGRAMMA REGIONALE PER L’ERGONOMIA OCCUPAZIONALE 80 Capitolo 11: I costi del Dipartimento di Prevenzione 80 I COSTI DEL DIPARTIMENTO 82 Realizzazione 68 EPS nella scuola Relazione Attività 2009 9 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva fra Padova e Bologna, lo sbocco autostradale e la strada che collega al mare. Tutta la zona è comunemente chiamata “Bassa Padovana”. Una lettura sintetica del quadro socio-economico indica un tessuto produttivo debole, caratterizzato da una rete di piccole aziende artigianali ed agricole, prevalentemente a gestione familiare o semifamiliare, un terziario tradizionale, soprattutto di commercio al dettaglio e alcuni settori di innovazione tecnologica molto limitati e concentrati. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione IL TASSO DI ATTIVITÀ (cioè il rapporto percentuale fra la popolazione di 15 anni e più, occupati o in cerca di occupazione, e il totale della popolazione della stessa età) vede 13 Comuni con percentuali inferiori al 50% (ogni 100 abitanti di 15 anni e più, 50 sono occupati o in cerca di occupazione); Alcuni indicatori delle condizioni sociali del territorio sono: IL REDDITO PRODOTTO PRO-CAPITE, secondo stime calcolate dalla Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Padova per gli anni 2005 e 2006, è notevolmente inferiore a quello relativo alla Regione e conferma le precedenti analisi per ULSS, disponibili da altra fonte (Istituto Tagliacarne – anno 1996) che collocavano questa zona al penultimo posto in graduatoria rispetto alle Aziende ULSS Venete; Fig.1 CAPITOLO 1 Il territorio dell’azienda Ulss 17 CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE Il territorio dell’Azienda ULSS 17 è composto da 46 Comuni aggregati in due Distretti Socio-sanitari: Distretto SocioSanitario di Conselve-Monselice e Distretto Socio-Santario di Este-Montagnana. Il Distretto di Monselice-Conselve comprende i 20 comuni di: Agna, Anguillara Veneta, Arquà Petrarca, Arre, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana, Cartura, Conselve, Due Carrare, Galzignano Terme, Monselice, Pernumia, Pozzonovo, San Pietro Viminario, Solesino, Stanghella, Terrassa Padova, Tribano. Il Distretto di Este-Montagnana comprende i 26 comuni di: Baone, Barbona, Carceri, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Cinto Euganeo, Este, Granze, Lozzo Atestino, Masi, Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Merlara, 10 Montagnana, Ospedaletto Euganeo, Piacenza d’Adige, Ponso, Saletto, Santa Margherita d’Adige, Sant’Elena, Sant’Urbano, Urbana, Vescovana, Vighizzolo d’Este, Villa Estense, Vo. L’Azienda ULSS 17 si sviluppa su una superficie complessiva di 887,9 Kmq (Distretto di Conselve-Monselice 402 Kmq; Distretto di Este- Montagnana 485,9 Kmq) pari al 41% del territorio dell’intera provincia di Padova. È situata nella parte meridionale della provincia di Padova, confina a sud con la provincia di Rovigo, a est con quella di Venezia e ad ovest con quella di Vicenza e Verona. L’area comprende gran parte dei Colli Euganei, delle zone termali e una parte della Pianura Padana. Nella rete dei trasporti, Monselice assume una posizione di rilevanza rispetto agli altri Comuni, grazie al nodo ferroviario Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Si tratta per la precisione di PAT (Posizioni Assicurative Territoriali) per la sola gestione Industria esclusa l’Agricoltura. L’INAIL assegna al datore di lavoro un Codice Azienda e, per ogni singola sede di lavoro o unità locale, il numero della posizione assicurativa territoriale. Il totale delle PAT non corrisponde però alla somma delle aziende o delle unità locali in quanto esistono situazioni in cui una stessa unità locale può avere diverse PAT in relazione ai diversi rischi assicurati (ad esempio operai ed impiegati). Alcune aziende inoltre si avvalgono della facoltà di accentrare le posizioni assicurative in una sola PAT, cioè più sedi di lavoro di uno stesso cliente che concentrano la contribuzione (premi, masse retributive…) in un’unica sede. In questo caso tutti i “lavoratori” o addetti stimati delle varie PAT vengono attribuiti alla sede “madre” con possibili distorsioni sul calcolo degli indicatori. 1 Relazione Attività 2009 11 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica IL TASSO DI ISTRUZIONE (dato dal rapporto fra la somma degli analfabeti e degli alfabeti privi di titolo, con età maggiore di 6 anni e la popolazione totale della stessa fascia d’età) evidenzia un livello medio-basso poiché in 15 comuni più del 13% della popolazione è analfabeta o priva di titolo di studio. La Struttura Produttiva Nel territorio dell’ULSS 17 operano 23061 aziende1 9533 (41,3%) nel comparto agricoltura e 13528 (58,7%) nell’industria e servizi per un totale di 52738 addetti, 4426 (8,4%) nel comparto agricoltura e 48312 (91,6%) nel’industria e servizi. I dati relativi all’industria e servizi sono tratti dalla banca dati Epiwork Veneto e si riferiscono all’anno 2008 per quanto riguarda le aziende e all’anno 2007 per gli addetti, mentre quelli relativi all’agricoltura sono tratti dall’archivio CERVED aggiornato al 1999. 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Pat % Addetti % Industria e servizi 9533 41,3% 4426 23061 58,7% 100,0% 48312 52738 % Addetti % 682 1,4% 12 0,1% 92 0,2% Industria Alimentare 227 1,7% 1044 2,2% Industria Tessile 616 4,6% 2971 6,1% 3 0,0% 14 0,0% Industria Legno 563 4,2% 1957 4,1% Industria Carta 82 0,6% 271 0,6% Industria Chimica e Petrolio 94 0,7% 1018 2,1% Industria Gomma 8 0,1% 25 0,1% 114 0,8% 1490 3,1% 6 0,0% 77 0,2% Metalmeccanica 1080 8,0% 6536 13,5% Industria Elettrica 130 1,0% 632 1,3% Altre industrie 282 2,1% 1753 3,6% Elettricità Gas Acqua 6 0,0% 97 0,2% Costruzioni 3234 23,9% 6286 13,0% Commercio 1462 10,8% 4154 8,6% Trasporti 773 5,7% 2124 4,4% Sanità 236 1,7% 2650 5,5% Servizi 4118 30,4% 14081 29,1% 221 1,6% 359 0,7% 13528 100,0% 48312 100,0% 8,4% 91,6% 100,0% Fonte: i dati relativi all’agricoltura sono tratti dall’archivio CERVED aggiornato al 1999, quelli dell’industria e servizi dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno 2008 per le PAT e 2007 per gli addetti. Il comparto agricoltura è ben rappresentato nel nostro territorio per la presenza di agglomerati urbani di piccole dimensioni (39 dei 46 comuni dell’ULSS 17 hanno meno di 5000 abitanti) e presenta la peculiarità di comprendere quasi interamente aziende individuali, ovvero senza dipendenti, e a conduzione familiare come si nota dalla tabella 1 che evidenzia una percentuale molto ridotta di addetti in relazione al numero di aziende. La sovrapposizione dell’ambiente di lavoro con l’abitazione del nucleo familiare pone il problema della contiguità dei rischi anche per la popolazione non lavorativa ed, inoltre, il fatto di non avere dipendenti e quindi di essere aziende solo parzialmente soggette alla normativa sull’igiene e sicurezza sul lavoro potrebbe favorire la presenza di condizioni lavorative precarie e pericolose. Dai dati emerge, infatti, una frequenza elevata di infortuni, anche gravi, nel settore. Nel settore industria e servizi (tab.2) i comparti maggiormente rappresentati sono i servizi stessi (4118 aziende, pari al 30,4%), le costruzioni (3234, pari al 23,9%), il commercio (1462 aziende, pari al 10,8%) e la metalmeccanica (1080 aziende, pari all’8%). Coerentemente, anche gli addetti sono maggiormente presenti in questi comparti: nei servizi 14081 addetti (pari al 29,1%), nella metalmeccanica 6536 (pari al 13,5%), nelle costruzioni 6286 (pari al 13,0%) e nel commercio 4154 (pari all’8,6%). Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Pat 1,9% Industria Conciaria 13528 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 261 Estrazioni minerali TOTALE 12 Comparti Agrindustria e pesca Agricoltura 60 Il mondo animale Tab.2 – Numero di aziende e di addetti suddivisi per comparto produttivo. Industria e Servizi. Tab.1 – Numero di aziende e di addetti suddivisi per comparto produttivo. Comparti 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro Ind. Trasf. Non metalliferi Industria Metalli Comparto non determinabile TOTALE Fonte: i dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno 2008 per le PAT e 2007 per gli addetti. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Quasi tutti comparti sono caratterizzati dalla presenza prevalente di microaziende. L’elevata frammentazione delle imprese, fenomeno tipico del Nord Est, è particolarmente rappresentato nel nostro territorio. Tali piccole aziende, soprattutto nell’edilizia, nei trasporti, nell’industria del legno hanno spesso un grande impatto ambientale, molti fattori di rischio ed un’elevata frequenza di infortuni e necessitano, dunque, di consistenti interventi di supporto ed assistenza. Va evidenziato che nel comparto della lavorazione di minerali non metalliferi (n. aziende 114, n. addetti 1490) rientrano le cementerie, che rappresentano una peculiare caratteristica produttiva del territorio di questa ULSS. Nella zona di Monselice ed Este, alle radici dei Colli Euganei, operano tre grandi cementifici che occupano complessivamente oltre 400 lavoratori più una consistente quota di lavoratori in appalto. Tali aziende hanno un rilevante impatto ambientale derivante dalle emissioni prodotte dagli impianti e dal flusso veicolare del trasporto delle materie prime e del prodotto finito. In quest’ultimo caso l’inquinamento è diretto, cioè determinato dalla “polverosità” del materiale trasportato, e indiretto, conseguente all’insieme dei prodotti di scarico dei veicoli industriali utilizzati all’interno dei cementifici e all’esterno dai mezzi destinati al trasporto del prodotto. Attorno alle cementerie si muovono mediamente circa 1000 automezzi pesanti ogni giorno anche in conseguenza delle moltissime aziende, collocate attorno agli stabilimenti, che si occupano del trasporto delle materie prime e del prodotto finito. L’impatto ambientale di tali aziende rende necessario un costante monitoraggio delle emissioni prodotte dagli stabilimenti e ciò che di queste ricade sul territorio (emissioni), considerato anche il fatto che nelle zone dell’EstenseMontagnanese prevalgono gli allevamenti avicoli, di suini e di conigli. Anche l’industria del legno, con 563 aziende e quasi 2000 addetti, merita una considerazione. Tale comparto è rappresentativo e tipico di una vasta zona dell’Estense/ Montagnanese – con la concentrazione più elevata di aziende nel comune di Casale di Scodosia – e risulta attualmente interessato, più di altri comparti, dalla crisi che ha investito il sistema produttivo dal 2008. Il comparto presenta un rischio infortunistico che è tra i più elevati di tutte le attività produttive. I fattori di rischio per l’ambiente legati alla specifica tipologia lavorativa sono principalmente: la produzione di polveri di legno, le emissioni derivanti dagli impianti di verniciatura, i depositi di legname, il rumore, il traffico veicolare di mezzi pesanti per il trasporto di materie prime e dei prodotti finiti. I fattori di rischio lavorativi – considerando come prevalente la produzione di manufatti – sono: polveri di legno, polveri di abrasivi naturali e artificiali, adesivi, vernici, solventi, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, movimentazione manuale dei carichi, movimenti e sforzi ripetuti agli arti superiori. Nelle tabelle 3 e 4 è riportata la distribuzione degli insediamenti produttivi e degli addetti relativi al comparto industria e servizi sui 46 Comuni del territorio di questa Azienda ULSS suddivisi nei due distretti di Este/Montagnana e Monselice/Conselve. Rispetto a tali distretti si nota che la maggior parte delle aziende (54,1%) e degli addetti (58,9%) si concentra nei 20 Relazione Attività 2009 13 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Comuni del distretto di Monselice/Conselve. Si evidenzia, inoltre, che nel territorio di questa ULSS le aziende (esclusa l’agricoltura) ed i relativi addetti si collocano prevalentemente in 4 aree che corrispondono ai 4 più importanti Comuni: Este e Monselice si collocano al primo posto sia per n. di aziende che per n. di addetti (Este n. aziende 1450, n. addetti 6293; Monselice n. aziende 1441, n. addetti 6299;). Seguono Conselve (n. aziende 801, n. addetti 5955) e Montagnana (n. aziende 792, n. addetti 2838). Complessivamente in 7 Comuni - Monselice, Conselve, Solesino, Due Carrare, Este, Montagnana e Casale di Scodosia - si concentrano il 41% del totale delle aziende nel comparto industria/servizi e il 56% del totale degli occupati. Pat % Addetti % 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.4 – Distretto di Este/Montagnana: imprese e addetti per Comune. Industria e Servizi. Distretto di Este/ Montagnana Pat % 138 1,0% 286 0,6% Barbona 26 0,2% 36 0,1% Carceri 83 0,6% 140 0,3% Casale di Scodosia 507 3,7% 1492 3,1% Castelbaldo 108 0,8% 230 0,5% Cinto Euganeo 123 0,9% 206 0,4% 1450 10,7% Granze 127 0,9% 253 0,5% Lozzo Atestino 195 1,4% 576 1,2% Masi 136 1,0% 286 0,6% Megliadino San Fidenzio 143 1,1% 382 0,8% Baone Este Tab.3 – Distretto di Monselice/Conselve: imprese e addetti per Comune. Industria e Servizi. Distretto di Monselice/Conselve 32 Alimentazione Addetti % 6293 13,0% 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Il profilo demografico Al 1.1.2009 gli abitanti dell’Azienda ULSS sono 184.906. Essi costituiscono il 20% della popolazione della provincia e la densità abitativa media, pari a 208 abitanti per kmq, risulta significativamente più bassa, la metà di quella provinciale (430 ab/Kmq). Anche la distribuzione sul territorio non è uniforme e si riscontrano, infatti, notevoli differenze tra le due aree distrettuali: il distretto di Conselve-Monselice ha una densità di 250 ab/Kmq, mentre il distretto di Este-Montagnana ha una densità di 174 ab/Kmq. Le comunità territoriali sono di piccole dimensioni. Dei 46 Comuni dell’ULSS (Tab.2), l’85%, pari a 39 Comuni, ha una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e in essi vive più della metà della popolazione (108.802 ab.). Solo nei Comuni di Este e Monselice risiedono più di 16.500 abitanti. All’interno di ciascun Distretto Socio-Sanitario solo il 18-20% della popolazione vive nel capoluogo del Distretto. Una caratteristica di notevole rilievo è che in molti Comuni il 30% o addirittura il 40% della popolazione non vive in centri urbani, ma è sparsa sul territorio comunale. 72 Progetti innovativi e i nati 1.681. Il saldo migratorio è sempre positivo (nel 2008 è di 1.603 unità), mentre il saldo naturale, pur in minore entità, è sempre negativo (nel 2009 è di -232 unità). Tab.5 - La popolazione e la densità abitativa dell’Azienda ULSS 17 Dati al 1.1.2009 Distretti Popolazione Superficie (Km2) Densità (abitanti/ Km2) Este-Montagnana 84.406 485,9 173,7 ConselveMonselice 100.500 402,0 250,0 Totale ULSS 17 184.906 887,9 208,3 Padova città 211.936 92,9 2.283 Provincia di Padova 920.903 2.141,6 430 Agna 240 1,8% 612 1,3% Anguillara Veneta 278 2,1% 525 1,1% Arquà Petrarca 106 0,8% 185 0,4% Megliadino San Vitale 125 0,9% 305 0,6% Arre 153 1,1% 437 0,5% Merlara 205 1,5% 468 1,0% Bagnoli di Sopra 293 2,2% 1692 3,5% Montagnana 792 5,9% 2838 5,9% La popolazione del territorio dell’ULSS 17 negli anni 19992009 segue un trend lievemente crescente ed i residenti sono aumentati complessivamente di 7.068 unità nel suddetto periodo. La crescita è prevalentemente legata all’incremento dei flussi migratori in entrata, mentre i morti continuano ad essere superiori alle nascite: nel 2009 i morti sono stati 1.913 Battaglia Terme 185 1,4% 615 1,3% Bovolenta 260 1,9% 1310 2,7% Ospedaletto Euganeo 347 2,6% 1158 2,4% Fig.2 – Cartogramma dell’indice di vecchiaia* nei comuni dell’ULSS 17. Dati riferiti al 1.1.2009 Candiana 143 1,1% 440 0,9% Piacenza d'Adige 87 0,6% 162 0,3% Cartura 275 2,0% 957 2,0% Ponso 168 1,2% 489 1,0% Conselve 801 5,9% 5955 12,3% Due Carrare 620 4,6% 2505 5,2% Saletto 222 1,6% 677 1,4% Galzignano Terme 225 1,7% 722 1,5% 159 1,2% 440 0,9% Monselice 1441 10,7% Santa Margherita d'Adige Pernumia 288 2,1% 880 1,8% Sant'Elena 150 1,1% 623 1,3% Pozzonovo 236 1,7% 636 1,3% Sant'Urbano 113 0,8% 300 0,6% San Pietro Viminario 212 1,6% 562 1,2% Urbana 209 1,5% 610 1,3% Solesino 723 5,3% 1498 3,1% Vescovana 86 0,6% 174 0,4% Stanghella 310 2,3% 732 1,5% Terrassa Padovana 207 1,5% 569 1,2% Vighizzolo d'Este 48 0,4% 175 0,4% Tribano 311 2,3% 1485 3,1% Villa Estense 159 1,2% 414 0,9% 7307 54,1% Vo 315 2,3% 683 1,4% 6221 45,7% Totale distretto 6299 13,0% 28616 58,9% Fonte: i dati dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno 2008 per le PAT e 2007 per gli addetti. 14 Totale distretto 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione 19696 40,9% Fonte: i dati dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno 2008 per le PAT e 2007 per gli addetti. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 15 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Tab.6 - Trend popolazione residente nel territorio dell’Azienda ULSS 17 Anni 1999 - 2009 1999 Popolazione residente al 1 gennaio 177.838 2003 Popolazione residente al 1 gennaio 178.170 2007 Popolazione residente al 1 gennaio 182.319 2000 2001 177.993 178.466 2004 2005 179.600 180.883 2008 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 2002 177.574 2006 181.613 Fig.3 – Popolazione residente nel territorio dell’Ulss 17 anni 1999-2009 186.000 Con riferimento alla struttura per età, nel periodo 1999-2009 è evidente la costante tendenza all’invecchiamento della popolazione: aumentano i residenti che hanno 65 anni e oltre, passando dal 18,5% al 20,4% (37.803 residenti), mentre rimane intorno al valore di 13,1% la popolazione che ha fino a 14 anni (24.231 residenti). 182.000 180.000 176.000 177.838 172.000 12.000 Al 1.1.2009 gli Italiani di 65 anni e oltre sono il 20,1% della popolazione totale (oltre 60 milioni di residenti), con un indice di vecchiaia del 143,4%. La popolazione di età inferiore o uguale a 14 anni rappresenta circa il 13,1% di quella complessiva. La percentuale nel Distretto di Conselve-Monselice è superiore al valore complessivo del Distretto di Este-Montagnana. Se si considera la popolazione ultra 65enne, emerge una notevole prevalenza delle donne (circa 58%), in conseguenza di una mortalità differenziale per sesso, evidente soprattutto nelle età più avanzate. classedietà 16 95epiù 90-94 85-89 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 8.000 6.000 4.000 Le famiglie Al 1.1.2009 nell’ULSS 17 le famiglie risultavano 70.491, con una distribuzione territoriale non omogenea tra distretti (38.164 nel Distretto Conselve-Monselice, 32.327 nel Distretto Este-Montagnana). 2.000 0 2006 2007 2008 2009 DistrettoConselveMonselice DistrettoEsteMontagnana TotaleUlss17 maschi femmine -5% -4%- 3% -2%- 1% 0% -1%- 2% -3%- 4% -5% Valoripercentuali(maschi+femmine=100%) Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Incremento +17% del2009 sul2008 10.000 Fig.4 - Distribuzione percentuale per sesso e per età della popolazione residente al 1.1.2009 nel territorio dell’Azienda Ulss 17 Di conseguenza l’indice di vecchiaia e l’età media, già molto elevati, aumentano e risultano rispettivamente pari al 156,0% (156 ultra 65enni ogni 100 ragazzi fino a 14 anni) e a 43,9 anni. I valori più alti si riscontrano nel Distretto di Este-Montagnana, dove gli ultra 65enni sono il 21,0% della popolazione. Il confronto con il dato provinciale, riferito al 1.1.2009, di 139,1 ultra 65enni ogni 100 ragazzi ed una 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Fig.5 - Totale cittadini stranieri al 1 gennaio anni 2006-2009 174.000 6 4 3 8 9 7 5 9 0 1 2 199 200 200 200 200 200 200 200 200 200 200 anni 2009 183.535 184.906 184.906 184.000 178.000 72 Progetti innovativi Gli immigrati I cittadini stranieri residenti al 1.1.2009 sono più di 10 mila e rispetto al 2008 sono aumentati del 17%. Corrispondono al 6% della popolazione residente nei 46 comuni dell’Azienda ULSS 17. La presenza ufficiale è, in termini assoluti, maggiore nel Distretto di Conselve-Monselice (5.713 unità, pari a circa il 5,7% della popolazione) mentre in termini di percentuale la presenza è maggiore nel Distretto di Este-Montagnana (6%). I minorenni sono ufficialmente 2.743. Sono aumentati rispetto all’anno precedente del 16,5% e rappresentano il 25,4% del totale degli stranieri. percentuale di residenti di 65 anni e oltre di 19,4 evidenzia la maggiore presenza di anziani nei territori dell’ULSS 17. Popolazione al 1 gennaio 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 La dimensione delle famiglie si attesta attorno al valore medio di 2,6 persone per famiglia ed è superiore al dato provinciale (2,5), regionale (2,4) ed anche al dato nazionale (2,4). Visto l’alto indice di vecchiaia si può ipotizzare che molti anziani vivano soli. La quota delle famiglie unipersonali (dati censimento del 2001) è comunque molto consistente ed è maggiore nel Distretto di Este-Montagnana (20%). Le famiglie numerose (5 o più componenti) sono il 10% e sono maggiori che nel resto della provincia di Padova. L’incremento rispetto al 1.1.2008 per l’intera provincia di Padova è stato del 15,2% portando a oltre 79 mila gli stranieri residenti. Gli stranieri minorenni sono aumentati nella provincia del 17%. In Italia al 1.1.2009 sono oltre 3,8 milioni e rispetto all’-anno prece-dente sono aumentati di 458.644 unità (+13,4%). Si tratta di un forte incre-mento, anche se meno elevato di Relazione Attività 2009 17 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Fig.6 - Cause di morte per 1.000 abitanti Ulss 17. Tassi specifici di mortalità per sesso - media 2002-2005 Tassi specifici per 1000 abitanti 1 - Mal.infettive e parassit. 2 - Tumori 3 - Mal. ghiandole endocrine settori nosologici 4 - Mal. sangue 5 - Disturbi psichici 6 - Mal. sistema nervoso 7 - Mal. sistema circolatorio 8 - Mal. apparato circolatorio 9 - Mal. apparato digerente 10 - Mal. apparato genitourinario 11 - Complicazioni gravidanza parto puerperio 12 - Mal. pelle e tessuto sottocutaneo 13 - Mal. sistema osteomuscolare e tessuto connettivo 14 - Malformazioni congenite Femmine Maschi 15 - Condizionimorbose origine perinatale 16 - Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti 17 - Traumatismi e avvelenamenti quello dello scorso anno, il più elevato mai registrato nel corso della storia dell’immigrazione nel nostro Paese, da imputare al forte aumento degli immigrati di cittadinanza rumena. Nel Veneto la Romania è il primo paese per provenienza seguito dal Marocco e dall’Albania. La mortalità e la morbosità Il fabbisogno di ricovero espresso dai residenti è stato, nel 2001, di 24.540 dimissioni di degenza ordinaria in strutture ospedaliere venete. Le dimissioni sono diminuite progressivamente negli anni successivi fino a 18.948 nel 2009. C’è stato quindi un notevole calo attribuibile in buona parte al potenziamento di forme alternative al ricovero, quali ricoveri diurni, attività ambulatoriale ed assistenza domiciliare. I principali motivi di ricorso al ricovero ordinario, con riferimento al 2009, sono: - malattie del sistema circolatorio: 3.604 ricoveri per 2.663 pazienti (ciò significa che per ogni 1.000 abitanti circa 14 hanno uno o più ricoveri legati a problemi circolatori); - tumori: 2.141 ricoveri per 1.698 pazienti e quindi circa 9 pazienti ogni 1.000 abitanti sono ricoverati per tumori. Analizzando i tassi medi specifici di mortalità per sesso, relativi agli anni 2004-2006, la principale causa di morte risulta essere legata alle “malattie del sistema circolatorio”. Si tratta mediamente di 4,2 morti ogni 1.000 ab. Un approfondimento relativo al periodo 2002-2005 segnala un valore più elevato 18 per le femmine analogamente a quanto risulta per l’Italia e l’area del Nord-Est (ISTAT - 2002). La seconda causa di morte sono i “tumori”, con una media di 3 morti ogni 1.000 ab. In questo caso l’approfondimento relativo al periodo 2002-2005 evidenzia che il valore è più elevato per i maschi (3,5‰). Il dato nazionale è di 3,4 morti ogni 1.000 ab. per i maschi e 2,4 morti ogni 1.000 ab. per le femmine. 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva significative della modulistica stessa. Nel settembre dette linee guida sono state condivise con un gruppo di lavoro facente capo al Direttore del SISP dell’Azienda ULSS di Padova; ora dette linee guida costituiscono patrimonio comune e sono utilizzate anche dalle commissioni invalidi civili dell’Azienda ULSS 16. Circa l’attività svolta, nel corso dell’anno 2009 sono stati redatti 5866 verbali di visita collegiale a fronte di 7649 casi per i quali è stata disposta convocazione. Per il dettaglio: legge 295/90 (invalidità civile) 4317; legge 104/92 (stato di handicap) 3101; legge 68/99 (disabilità ai fini dell’inserimento al lavoro) 231. Nella sostanza non vi è stata una flessione significativa nel numero delle domande; parimenti costante la distribuzione mensile del carico di lavoro, a parte il “fisiologico” calo correlato al periodo estivo. Diverse ed a dire il vero non sempre giustificabili le motivazioni che concorrono a determinare una percentuale di assenza a visita che sfiora il venticinque per cento, considerato come nella maggior parte dei casi subentri richiesta di visita domiciliare. L’inserimento in domanda di invalidità civile della possibilità di chiedere già dalla prima fase del processo la richiesta di visita domiciliare costituisce indicazione che certamente contribuirà a ridurre la percentuale delle persone che non rispondono all’invito di prima visita. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Impossibile provvedere ad assunzione di nuovo personale sanitario e invariato il personale amministrativo; sono state effettuate 1833 accessi, pari al diciotto per cento della domanda. Quale commento, nota e condivisa la nessuna utilità delle “visite fiscali” così come dettata da nor-mativa vigente, peraltro in regime di totale carico economico ULSS, ritengo che un investimento atto a garantire risposta ad un quinto della domanda sia da ritenersi soddisfacente. La polizia mortuaria Concluso nella primavera del 2009 il censimento delle imprese di onoranze funebri presenti sul ter-ritorio di competenza dell’azienda ULSS 17 e portato a termine il corso appositamente confezionato destinato agli operatori di dette imprese, con decorrenza agosto ‘09 ogni attività connessa al confezionamento dei feretri è stata delegata alle I.O.F. Di fatto è stato anticipato quanto previsto da art. 21 legge regionale n.18 del 4 marzo 2010 (Norme in materia funeraria), ovvero si sono responsabilizzate le Imprese di Onoranze Funebri per la sigillatura feretri con l’attività burocratica connessa. Visite fiscali ovvero accertamenti sulla condizione di inabilità lavorativa specifica temporanea L’entrata in vigore nel giugno del 2008 della normativa che dispone nell’ambito della pubblica amministrazione accertamento “fiscale” a tappeto e fin dal primo giorno di assenza per malattia del dipendente (legge 133/08) ha comportato un importante incremento della domanda che, raddoppiata, si è stabilizzata nel corso del 2009 sull’ordine delle diecimila richieste. ATTIVITà DI MEDICINA LEGALE Invalidi civili Portato a termine un periodo di prova che si è protratto per più mesi del 2008, con decorrenza 1 gennaio 2009 le domande di invalidità civile sono gestite a mezzo di nuovo programma informatico acquisito da Azienda ULSS 16 di Padova. L’aggiornamento si è reso non più procrastinabile in quanto il programma in uso dagli anni ‘80 non solo non era più in grado di soddisfare le esigenze dettate dall’evoluzione legislativa (la normativa madre in tema di handicap è del ‘92 mentre la normativa sull’inserimento al lavoro dei disabili è del ‘99) ma anche perché la stessa Azienda ULSS ne aveva preannunciato “il pensionamento” entro il 2010. Per quanto riguarda gli accertamenti disposti ai sensi della legge 68/99 (stato di disabilità ai fini dell’inserimento al lavoro) grazie alla collaborazione dei medici del lavoro della nostra azienda componenti del comitato tecnico provinciale e previa analisi della modulistica regionale, sono state redatte linee guida interpretative che prendono in esame le voci più Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 19 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Chiara Antonello, Donato Maria Cristina, Fasson Ugo, Favaro Giuseppe, Favaro Maria Grazia, Ferlini Federico, Ferraresso Anna, Ferro Antonio, Fusacchia Marco, Galuppo Francesco, Gatti Stefano, Gazzetta Giancarlo, Gemignani Virio, Gennaro Meris, Gioga Lino, Gobbi Sandra, Gobbo Adalberto, Guerra Stefania, Lazzarin Luciano, Littamè Simone, Lorenzetto Marilena, Lunardi Gina, Magosso Doriano, Marchesan Giangiacomo, Marinello Michele, Marinucci Alessia, Maruzzi Paolo, Meneghetti Orfeo, Meggiorin Roberto, Mentini Carla, Merlin Fabiola, Mingardo Fabio, Mondi Lauretta, Mondi Odilla, Mori Mario, Muraro Maurilio, Napodano Andrea, Orlando Carlo, Paganizza Luigina, Palonta Paolo, Pasetti Francesca, Pasqualetto Lorella, Pavan Pierpaolo, Penon Maria-Gabriella, 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Petagna Sabrina, Pezzuto Serena, Piccolo Lucia, Piccolo Rosella, Pieropan Sergio, Piron Ada Carla, Piva Silvano, Pressendo Ornella, Rappo Carlo Alberto, Rizzato Luciana, Rosin Vasco, Rosina Edith, Rossi Maristella, Ruffin Edi, Ruffin Stefano, Salmaso Gabriella, Salterini Ferdinando, Salvador Alberto, Schiavinato Chiara, Sinigaglia Agostino, Slanzi Stefano, Sturabotti Nello, Sturaro Massimo, Talpo Francesca, Tasinato Graziano, Tecchio Marilena, Tomei Cristina, Trevisan Maria Cristina, Vanzan Angelo, Verdolin Graziella, Veronese Gianmarco, Verza Nerino, Zambon Chiara, Zanaica Mauro, Zanella Luciano, Zanirato Maria Gabriella, Zerbetto Serena, Ziscardi Stefano, Zorzi Manuel. Fig.7 CAPITOLO 2 Il Dipartimento di Prevenzione L’ORGANIZZAZIONE Il Dipartimento si articola in nove Servizi che operano nell’area di sanità umana e nell’area di sanità animale: alimenti di origine animale e loro derivati (AREA B); - Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche (AREA C). Area Sanità Umana - Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP); - Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN); - Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL); - Servizio Educazione e Produzione alla Salute (SEPS); - Servizio di Medicina Legale (SML); - Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS) Il personale del dipartimento: Albertin Gianfranco, Andreose Ornella, Baraldo Florio, Belcaro Luana, Bergami Morena, Bernardinello Silvio, Bertazzo Alessandra, Bettini Maria Cristina, Bisi Raffaella, Bissaro Guglielmo, Boggian Vittorio, Bojan Umberto, Bordin Cristina, Borella Vanna, Bortoliero Antonella, Bottaro Claudio, Bozza Chiara, Brandalese Laura Beatrice, Bresciani Federica, Brognara Michele, Brunoro Andrea, Businarolo Maria Serena, Camilotto Raffaella, Campi Susi, Cavallari Luisa, Cavallaro Fulvio, Cecchinello Claudio, Celon Roberto, Cestari Elena, Cestari Renato, Chiarello Mosè, Chiarlanti Piernatale, Chiodarelli Maria Grazia, Corsato Rafaella, Costa Peruffo Paolo, Davì Giuseppe, De Paoli Nicola, Dellamorte Primo, Di Area Sanità Animale - Servizio Sanità Animale (AREA A); - Servizio di igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli 20 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 21 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Grafici Età Media del Personale del Dipartimento di Prevenzione – Anno 2009 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Fig.12 - N° Dirigenti veterinari Fig.8 - N° Dirigenti medici Fig.9 - N° Tecnici di prevenzione Area Sanità Umana Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) Direttore: dr. Antonio Ferro Sede: piazza Cesare Battisti, 11 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598739 - fax 049.9598745 e-mail [email protected] Il Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha come obiettivo istituzionale la tutela e la promozione della salute della collettività. La sua attività comprende vari ambiti: prevenzione delle malattie infettive, vaccinazioni, igiene edilizia, tutela del viaggiatore, programmi di screening per la prevenzione di patologie tumorali dell’utero, della mammella e del colonretto, prevenzione degli incidenti domestici e stradali e l’accertamento dell’idoneità psico-fisica alla guida di veicoli motorizzati. Fig.10 - N° Personale infiemeristico IL PERSONALE: Belcaro Luana, Bertazzo Alessandra, Bettini Maria Cristina, Bisi Raffaella, Bortoliero Antonella, Brandalese Laura Beatrice, Cavallari Luisa, Cecchinello Claudio, Chiodarelli Maria Grazia, Ferraresso Anna, Ferro Antonio, Gazzetta Giancarlo, Gennaro Meris, Lunardi Gina, Mentini Carla, Merlin Fabiola, Mondi Lauretta, Mori Mario, Penon Maria-Gabriella, Piccolo Rosella, Rizzato Luciana, Rosin Vasco, Rossi Maristella, Rubini Franco (in pensione 31 dicembre 2009), Ruffin Stefano, Schiavinato Chiara, Talpo Francesca, Tasinato Graziano, Tinello Rita (in pensione aprile 2009), Tomei Cristina, Zerbetto Serena, Zorzi Manuel. 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) Responsabile: dr. Pierpaolo Pavan Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD) telefono 0429.618377 - fax 0429.600796 e-mail [email protected] Compito di questo Servizio è tutelare il diritto fondamentale alla salute del cittadino consumatore. Provvede al controllo sulla qualità e sicurezza degli alimenti, e agisce per contrastare i fattori di rischio nutrizionale attraverso l’informazione e l’educazione sanitaria della popolazione. Agisce in funzione della promozione della salute, finalizzata al miglioramento della qualità della vita, agendo attraverso l’attività di prevenzione, controlli e la sorveglianza nutrizionale. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione di natura ergonomia, in particolare patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del rachide e patologie da “disfunzioni organizzative”. IL PERSONALE: Albertin Gianfranco, Bordin Cristina, Brunoro Andrea, Cestari Elena, Fusacchia Marco, Guerra Stefania, Magosso Doriano, Marchesan Giangiacomo, Napodano Andrea, Piccolo Lucia, Rappo Carlo Alberto, Salvador Alberto, Sturaro Massimo, Trevisan Maria Cristina, Ziscardi Stefano. IL PERSONALE: Bernardinello Silvio, Bissaro Guglielmo, Bottaro Claudio, Corsato Raffaella, Di Chiara Antonello, Maruzzi Paolo, Muraro Maurilio, Pavan Pierpaolo, Piva Silvano, Pressendo Ornella, Salmaso Gabriella, Sturabotti Nello, Vanzan Angelo, Zanella Luciano. Il Servizio di Medicina Legale (SML) Responsabile: dr. Federico Ferlini Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD) telefono 0429.618344 - fax 0429.618326 e-mail [email protected] Il Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) Direttore: dr. Doriano Magosso Sede: piazza Cesare Battisti 11 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598730 - fax 049.9598729 e-mail [email protected] L’Unità operativa ha il compito di gestire gli adempimenti medico legali sullo stato di salute della popolazione in un’ottica di prevenzione, fornendo informazioni epidemiologiche sulle cause di invalidità e di morte della popolazione. Assicura le attività di accertamento, controllo e certificazioni previste dalle leggi e dai vigenti regolamenti. Il PERSONALE: Borella Vanna, Davì Giuseppe, Favaro Maria Grazia, Ferlini Federico, Petagna Sabrina, Verdolin Graziella. Compito del Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) è la tutela della salute dei lavoratori ed il miglioramento della qualità del lavoro attraverso azioni di contrasto nei confronti degli infortuni e delle malattie professionali in sinergia con altre parti sociali quali le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Sindacali. L’azione si concretizza in tre filoni di attività: promozione di stili di vita e di comportamenti corretti; promozione del miglioramento dell’organizzazione e dei sistemi di gestione della salute e della sicurezza; vigilanza e controllo. Presso lo SPISAL ha sede il CRREO (Programma Regionale per l’ergonomia occupazionale) il cui obiettivo è la promozione del miglioramento della salute dei lavoratori esposti a rischi Fig.11 - N° Amministrativi 22 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 23 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Il Servizio Educazione e Promozione della Salute (SEPS) Responsabile: dr.ssa Raffaella Camilotto Sede: piazza Cesare Battisti 11 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598753 - fax 049.9598745 e-mail [email protected] Il servizio promuove e attua, con la partecipazione ed il coinvolgimento delle strutture aziendali ospedaliere e territoriali, iniziative, programmi e progetti finalizzati a rendere i cittadini, le comunità e i gruppi sociali consapevoli, partecipi e attivi nei confronti dei problemi di salute. Attiva rapporti di collaborazione e di comunicazione con le scuole, i soggetti e le istruzioni della società civile per facilitare i processi di promozione alla salute della popolazione. IL PERSONALE: Businarolo Maria Serena, Camilotto Raffaella, Tecchio Marilena, Zambon Chiara. 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Area Sanità Animale Il Servizio Sanità Animale - Area A - (SSA) Direttore: dr. Agostino Sinigaglia Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598601-9598602 - fax 049.5352844 email [email protected] Compito del Servizio Veterinario di Sanità Animale (SSA), area A, è la tutela della salute degli animali. Il servizio si occupa in particolare del controllo delle malattie trasmissibili all’uomo e di quelle diffusive tipiche degli animali che hanno una notevole incidenza sanitaria ed economica nel settore zootecnico. 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva IL PERSONALE: Avanzi Ugo (in pensione aprile 2009) Baraldo Florio, Boggian Vittorio, Bojan Umberto, Cavallaro Fulvio, Cestari Renato, Chiarello Mosè, Dellamorte Primo, Gemignani Virio, Gioga Lino, Gobbo Adalberto, Marinucci Alessia, Meggiorin Roberto, Mingardo Fabio, Mondi Odilla, Pasetti Francesca, Pieropan Sergio, Ruffin Edi, Salterini Ferdinando, Veronese Gianmarco, Zanirato Gabriella. IL PERSONALE: Bergami Morena, Bojan Umberto, Bozza Chiara, Chiarlanti Piernatale, Costa Peruffo Paolo, Donato Maria Cristina, Fasson Ugo, Favaro Giuseppe, Francescon Guido (in pensione luglio 2009), Galuppo Francesco, Littamè Simone, Lorenzetto Marilena, Meggiorin Roberto, Mingardo Fabio, Orlando Carlo, Paganizza Luigina, Palonta Paolo, Pasqualetto Lorella, Pieropan Sergio, Piron Ada Carla, Rosina Edith, Ruffin Edi, Sinigaglia Agostino, Verza Nerino. Il Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche Area C – (SIAPZ) Direttore: dr. Nicola De Paoli Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598601-9598602 - fax 049.5352844 email [email protected] Compito del Servizio Veterinario di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (SIAPZ), area C è la tutela della salubrità delle produzioni zootecniche. Tale funzione è finalizzata alla salvaguardia del benessere degli animali in allevamento, la sicurezza degli alimenti utilizzati per l’alimentazione del bestiame e delle produzioni zootecniche e delle attività connesse ai sottoprodotti di origine animale. Il Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS) Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD) telefono 0429.618510 - fax 0429.618421 Compito dello STAS è la tutela della salute di tutti coloro che praticano una disciplina sportiva a livello professionistico o amatoriale o semplicemente un’attività motoria. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione L’offerta del Dipartimento di Prevenzione Il Dipartimento di Prevenzione è la struttura tecnico funzionale, dotata di autonomia organizzativa e contabile, mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute connessi ad interventi di produzione e di prevenzione relativamente agli stati e comportamenti individuali delle persone, all’ambiente fisico e sociale della comunità di riferimento. Le azioni sviluppate nelle specifiche aree di intervento sono le seguenti: - Tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita; - Tutela igienico sanitaria degli alimenti; - Tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale. - Sorveglianza e prevenzione nutrizionale. - Profilassi delle malattie infettive e parassitarie; - Funzioni di medicina legale; - Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; - Sanità pubblica veterinaria, che comprende: - Sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; - Farmacosorveglianza veterinaria; - Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche. Inoltre Il Dipartimento di Prevenzione contribuisce alla realizzazione: - di attività di prevenzione delle malattie cronico degenerative in collaborazione con l’ospedale ed i distretti socio-sanitari - di programmi di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori (screening oncologici). Il PERSONALE: Bergami Morena, Bojan Umberto, De Paoli Nicola, Gatti Stefano, Meneghetti Orfeo, Meggiorin Roberto, Mingardo Fabio, Pieropan Sergio, Ruffin Edi, Sguotti Pietro (in pensione settembre 2009), Zanaica Mauro. IL PERSONALE: Andreose Ornella, Campi Susi, Gobbi Sandra, Zorzan Natalina. Il Servizio Igiene Alimenti di Origine Animale e loro derivati - Area B – (SIOA) Direttore: dr. Virio Gemignani Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD) telefono 049.9598660-9598661-9598620 - fax 049.9598617 email [email protected] Compito del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale e loro derivati (SIAOA) Area B è ispezione, vigilanza e controllo degli alimenti di origine animale e dei suoi derivati nelle fasi di macellazione, conservazione, trasformazione, lavorazione, deposito, trasporto e vendita, in particolar modo rivolte miglioramento continuo delle condizioni di sicurezza alimentare. 24 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 25 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva di sicurezza, ecc.) la situazione di pericolo è stata segnalata al Sindaco con lettera. Considerate le variazioni apportate alla legge che regola l’immigrazione, in particolare con riferimento alla richiesta di ricongiungimento laddove la normativa prevede che la relazione venga ora eseguita a cura degli U.T.C. dei comuni, pur portando ad una notevole riduzione del carico lavorativo del Dipartimento di Prevenzione, renderà meno capillare la verifica di inconvenienti abitativi tra la popolazione. Fig.13 - Distribuzione degli inconvenieni riscontrati Fig.14 - Motivi di richiesta sopralluogo (%) CAPITOLO 3 Attività di Sanità Pubblica LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE DEGLI ALLOGGI Tra le attività dei SISP dei Dipartimenti di Prevenzione è prevista anche la verifica dell’idoneità degli alloggi. Dette richieste nella maggior parte dei casi vengono inoltrate dall’interessato per fini certificativi. All’interno di questo capitolo vengono compresi tutti i sopralluoghi eseguiti presso le abitazioni di privati, siano essi richiesti per attestare l’idoneità dell’alloggio (legge sull’immigrazione), o per accertarne l’antigienicità (graduatoria per l’assegnazione di alloggi popolari). Nel 2009 sono stati eseguiti in totale 108 sopralluoghi presso abitazioni di privati: tra questi 57 (52%) sono stati eseguiti per l’inserimento nelle graduatorie ERP, 43 (40%) per ottemperare alle normative previste dalla legge sull’immigrazione, 6 per altri motivi, sempre collegati a verifiche di antigienicità; 2 verifiche sono state richieste dai Servizi sociali nei confronti di utenti in 26 situazione di disagio psico-sociale già peraltro noti ai Servizi stessi. Il 33% degli alloggi sottoposti a verifica è stato valutato antigienico, nel 22% dei sopralluoghi sono state individuate carenze evidenti all’impianto elettrico e nel 16% carenze nel sistema di riscaldamento e/o idrosanitario, tre abitazioni sono state dichiarate inagibili per fatiscenza della struttura, nel 30% dei sopralluoghi sono state evidenziate irregolarità su normative di sicurezza (parapetti troppo bassi, vetrazioni non di sicurezza ecc.). Spesso le case antigieniche sono vecchie case rurali, ubicate in zone agricole, non soggette ad interventi di ristrutturazione. Come previsto dalle procedure interne del Servizio, in ogni caso di presenza di una situazione di pericolo per inadeguatezza degli impianti tecnologici e/o nei casi di non corrispondenza di alcune strutture alle norme di sicurezza (parapetti non conformi per altezza e forometria, vetrazioni non Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 LE PISCINE Sul territorio dell’Azienda ULSS 17, insistono 6 stabilimenti natatori pubblici, per un totale di 20 vasche tra interne ed esterne; esistono inoltre 4 realtà, classificabili come piscine ad uso collettivo, destinate cioè all’utilizzo da parte di soci, e/o frequentatori di alberghi o agriturismi; infine, alcuni comuni fanno parte del Bacino Idrotermale Omogeneo dei Colli Euganei, ed ospitano sul loro territorio alberghi termali con vasche curative termali e, in un caso, vasche alimentate ad acqua termale destinate ad uso natatorio. L’accordo Stato Regioni 2003, recepito con Del. Reg. 1173/03, ha introdotto anche per le piscine la disciplina 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione dell’autocontrollo, con necessità da parte delle Ditte di redigere l’analisi del rischio. Nel complesso per le piscine pubbliche e collettive alimentate ad acqua non termale, sono stati eseguiti 49 controlli chimici e 46 micribiologici. Tra i parametri valutati il cloro combinato è tra quelli che con maggior facilità esce dal range previsto dalla normativa vigente. In due casi è stata imposta la temporanea sospensione dell’utilizzo delle vasche in esame, per anomalie dei parametri che imponevano una revisione dell’impianto di clorazione. Per quanto riguarda le vasche alimentate ad acqua termale, nelle more di indicazioni regionali precise in merito, vengono comunque valutati i parametri chimici e microbiologici; su tali tipologie di vasche sono state eseguite in totale 13 analisi chimiche e 13 microbiologiche; anche in questi casi permangono difficoltà nel mantenere il cloro entro i parametri previsti; per una vasca è stata è stato interdetto l’uso in attesa di verifiche dell’impianto di clorazione. L’attività fisica praticata regolarmente induce effetti benefici per la salute; si stima infatti che una regolare attività fisica possa ridurre la mortalità per tutte le cause di circa il 10%. L’attività fisica in piscina sta sempre più diffondendosi, come esercizio per contrastare la sedentarietà, in tutte le fasce d’età. Il considerevole sviluppo del settore rende opportuna una attenta valutazione sullo stato di igienicità degli stabilimenti natatori, includendo nella vigilanza non solo la qualità dell’acqua di vasca, ma anche la corretta gestione di tutti i servizi dello stabilimento natatorio stesso. Il 16 gennaio 2003 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 51 del 3 marzo 2003 l’Accordo tra Ministro della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sugli aspetti igienico sanitari per la costruzione, manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio; tale accordo è stato recepito dalla Regione Veneto con Del. G.R. 1173 del 18 aprile 2003. È questo un momento fondamentale per la materia, in quanto ha avviato in Italia, la realizzazione di normativa sul tema piscine, più organica con caratteristiche di maggior cogenza, tali da conferire certezza ed efficacia all’azione di vigilanza; le normative esistenti trattavano l’argomento piscine con diverse finalità ed in modo sempre vago, o con strumenti normativi non cogenti (Circolare del Ministero della Sanità n° 128 del 16 luglio 1971). All’attuale Accordo stato Regione, recepito con Delibera Regionale, ha fatto seguito un ulteriore Accordo Interregionale del 16 dicembre 2004; detto accordo, fa comunque sempre riferimento a disposizioni tecniche regionali, ancora in fase di elaborazione. Il Progetto di disegno di Legge elaborato nel 2004 dal Servizio Igiene Pubblica della Regione Veneto non è ancora stato convertito in Legge, pertanto i riferimenti attuali rimangono ancora poco precisi se non per quanto disposto dalla Delibera Regionale di recepimento dell’Accordo Stato Regione. Detta delibera ha introdotto come criterio fondamentale ed innovativo, rispetto alle precedenti norme, il concetto dell’autocontrollo, partendo dal presupposto che, anche in Relazione Attività 2009 27 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica tale contesto, come avviene per la sicurezza alimentare, ancor più dei requisiti strutturali, siano i requisiti gestionali i criteri che devono essere verificati e disciplinati. Pertanto i controlli sul corretto funzionamento delle strutture natatorie, sono distinti in controlli interni ed esterni. I controlli interni competono alla Ditta e devono essere effettuati sulla base di un documento di valutazione del rischio in cui è considerata ogni fase che potrebbe rivelarsi critica nella gestione. La succitata delibera ha però escluso dall’accordo alcune tipologie di vasche, come ad esempio quelle alimentate con acqua termale, che nella nostra Azienda sono presenti. Pertanto in attesa di ulteriori determinazioni per le piscine alimentate ad acqua termale si applicano i requisiti per l’acqua previsti dalla Circolare n° 128/71. Sul territorio della nostra Azienda insistono 6 stabilimenti natatori pubblici, per un totale di 20 vasche tra interne ed esterne. Esistono inoltre quattro realtà, classificabili come piscine ad uso collettivo, destinate cioè all’utilizzo da parte di soci, e/o frequentatori di alberghi o agriturismi. Infine, alcuni comuni fanno parte del Bacino Idrotermale Omogeneo dei Colli Euganei, ed ospitano sul loro territorio alberghi termali con vasche curative termali e, in un caso, vasche alimentate ad acqua termale destinate ad uso natatorio. Nel complesso per le piscine pubbliche e collettive alimentate ad acqua non termale, nel 2009, sono stati eseguiti 49 controlli chimici e 46 micribiologici. Tra i parametri valutati, il cloro combinato è tra quelli che con maggior frequenza risulta non conforme al range previsto dalla normativa vigente. In due casi è stata imposta la temporanea sospensione dell’utilizzo delle vasche in esame, per anomalie dei parametri che imponevano una revisione dell’impianto di clorazione da parte della Ditta, ed il successivo accertamento del ripristino dei parametri di vasca. Per quanto riguarda le vasche alimentate ad acqua termale, nelle more di indicazioni regionali precise in merito, vengono comunque valutati i parametri chimici e microbiologici; su tali tipologie di vasche sono state eseguite in totale 13 analisi chimiche e 13 microbiologiche; anche in questi casi permangono difficoltà nel mantenere il cloro entro i parametri previsti. Il tecnico incaricato esegue i prelievi dell’acqua secondo le metodiche indicate dai laboratori ARPAV, ai quali i campioni vengono consegnati, di norma, nella stessa giornata del prelievo. I laboratori sono soliti comunicare via fax nel più breve tempo possibile gli esiti che non rientrano nei limiti di norma e possono essere di pericolo per la salute pubblica. Il “Rapporto di Prova” definitivo delle analisi viene trasmesso successivamente con i tempi della normale corrispondenza. Il Responsabile del procedimento dispone con nota indirizzata al Sindaco e per conoscenza alla Ditta che vengano poste in atto le opportune verifiche e che vengano adottati i necessari provvedimenti per il ripristino dei requisiti igienico sanitari; le indicazioni possono giungere all’eventuale sospensione 28 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative dell’utilizzo della vasca la cui acqua non osserva i requisiti chimici e/o microbiologici previsti nell’Accordo Stato Regione. La normativa non risulta ancora completa né risulta facilmente applicabile, essendo demandate alla Regione la disciplina di alcuni argomenti specifici (es. sanzioni) L’ATTIVITÀ DI ACCONCIATORE, ESTETISTA, TATUATORE Studi epidemiologici evidenziano una concreta possibilità di rischi di insorgenza di patologie sistemiche o localizzate, infettive e non, collegate all’applicazione di trattamenti estetici, acconciatura e tatuaggio e piercing. Nel territorio della nostra Ulss esiste un’ampia diffusione in ambito comunale di attività di estetista, acconciatore e tatuatore che sono regolamentate da precise disposizioni nazionali, regionale e comunali. Per citarne alcune: circolare n. 9 del 01.06.2001 in riferimento alle Linee guida Ministero della Sanità per la disciplina di attività di tatuaggio e piercing; L. 04.01.1990 n. 1 per l’attività di estetista; L. 17.08.2005 n. 174 e L. 23.10-2009 n. 28 disciplina dell’attività di acconciatore. Al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica compete il rilascio della certificazione di idoneità igienico sanitaria per l’avvio di nuove attività e la vigilanza capillare nel territorio delle realtà esistenti. Nell’anno 2009 sono state rilasciate n. 28 certificazioni di idoneità igienico-sanitaria e sono stati eseguiti controlli di vigilanza a campione sul territorio dell’Ulss. LA PREVENZIONE SULLA STRADA La realtà epidemiologica sottesa a questo determinante causale di sanità pubblica ha assunto, ormai,dimensioni tali da implicare un particolare interesse da parte del SISP, istituzionalmente impegnato nell’interpretazione dei nuovi allarmi di salute nella comunità. Le caratteristiche del fenomeno, prescindendo da cogenti ed implicite considerazioni di tipo etico, ha comportato anche nell’ULSS 17 una presa di coscienza , cui è seguito l’impegno in ambito preventivo, in linea con le proposte regionali (vedasi programma “cinture di sicurezza”, “seggiolini”), ma anche con modalità ideative diverse e rapportate strettamente alla realtà territoriale aziendale. Da qui è derivata un’attenzione particolare nello studio dell’urbanizzazione, della viabilità ad essa correlata, delle cause di maggiore o minore incidentalità, dei cosiddetti “nodi di percorso” troppo spesso sotto sistemati i n termini di pericolosità attuale e potenziale. Nell’espressione dei pareri preventivi in edilizia si sta così cercando di regolamentare la materia, uniformando le ottiche di impegno del territorio. La creazione di poli operativi, in salvaguardia delle autonomie locali, raggiungibili con piste ciclabili dedicate e con il potenziamento dei trasporti pubblici è un altro orizzonte di prevenzione pratica che il SISP persegue nel quotidiano e discute attivamente in sede di presentazione di PAT, PATI e VAS. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Nell’ambito dell’ecosostenibilità dello sviluppo urbano, intesa in quest’ottica , come insieme di strategie atte a contenere il problema degli incidenti stradali, viene considerata la presenza di peculiari caratteristiche ambientali, che diventano determinanti territoriali propri , finalizzate a far prendere coscienza al cittadino che limiti e potenzialità di ogni singolo territorio devono costituire la base di ogni riflessione operativa. Per il SISP, quindi, è essenziale anche una formazione attiva e cosciente del pensiero dell’utenza, sulla base che da sempre il momento repressivo risulta, in una proiezione temporale protratta, inevitabilmente perdente. In sostanza, il cittadino informato e partecipato nel processo decisionale è fine e strumento di una gestione territoriale corretta e strategica. LA PREVENZIONE DOMESTICA Anche la problematica di salute pubblica, costituita dagli incidenti domestici, rientra nell’ambito di operatività del SISP. Considerando il dato epidemiologico che vede le fasce di popolazione notoriamente più fragili le più esposte a simili accadimenti (età pediatrica e anziani), ne è derivata la necessità di adottare misure preventive tangibili e perseguibili nel quotidiano. A fronte, però, del cambiamento normativo per il quale la progettazione di unità immobiliari ad uso residenziale non è più sottoposta al parere igienico.-sanitario, la strategia adottata è stata basata sulla realtà degli inconvenienti igienici in abitazione e su tutte quelle occasioni di verifica derivanti, ad esempio dalla necessità di effettuare ricongiungimenti familiari e analoghi. In sostanza, in occasione di ogni accertamento in contesto abitativo di qualsiasi natura, sono stati volutamente estrapolati gli elementi di presente o potenziale pericolo per gli occupanti l’alloggio stesso. Così, un parapetto non idoneamente alto, una pavimentazione non adeguata in relazione al coefficiente d’attrito necessario, una disposizione poco consona di parti d’arredo fisse o pseudo tali, vanno a costituire il messaggio preventivo non solo per l’interessato ma anche per l’autorità sanitaria del suo comune, nel tentativo sia di risolvere il problema emerso ma anche di sensibilizzare sull’argomento. Con tali criteri sono state analizzate e continuano ad esserlo anche tutte le realtà di ERP inviate, per la verifica di competenza, al SISP. Oltre all’attività di cui sopra si è elaborato l’obiettivo di fare formazione anche in ambito prenatale e postnatale precoce. Pertanto, personale del Servizio partecipa attivamente sia ai corsi di preparazione al parto che alle sedute vaccinali pediatriche, due occasioni preziose per discutere con le parti genitoriali anche dei pericoli per l’infanzia connessi all’ambiente di vita e di relazione attiva. AMBULATORIO PER STRANIERI TEMPORANEAMENTE PRESENTI (STP) Anche nel 2009 è proseguita l’attività dell’ambulatorio dedicato agli stranieri irregolari temporaneamente presenti nel territorio della AULSS 17. L’operatività di tale ambulatorio è garantita un giorno a 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione settimana, nella sede SISP di Este, dalla presenza di un medico e di un infermiere o assistente sanitario appartenenti al Servizio Igiene e Sanità Pubblica e ricomprende le attività amministrative per il rilascio o rinnovo della tessera sanitaria STP e per l’iscrizione all’anagrafe STP della AULSS e le attività ambulatoriali di assistenza sanitaria di primo livello con prevalente orientamento alla prevenzione delle malattie infettive (epatiti virali, tubercolosi, malattie sessualmente trasmesse, scabbia..). Nel corso del 2009 si sono presentati all’ambulatorio per il primo rilascio della tessera sanitaria STP 200 stranieri, numero in progressivo calo rispetto agli anni precedenti (fig.15), ai quali è stata effettuata una visita medica preventiva con prescrizione e poi valutazione di un pacchetto predefinito di esami ematochimici per l’inquadramento dello stato di salute di base dello straniero irregolare, in particolare dal punto di vista infettivologico. Fig.15 - Numero di tessere sanitarie STP rilasciate a cittadini non regolari per anno nella AULSS 17 Dei 200 nuovi iscritti il 61,5% sono femmine ed il 38,5% maschi, complessivamente sono concentrati in particolare nella fascia d’età 20-39 anni (fig.16) Fig.16 -Tessere STP rilasciate nell’anno 2009 per fascia d’età Marocco, Moldavia, Cina Popolare, Nigeria, Ucraina ed Albania sono i paesi principali di provenienza dei neoiscritti (fig.17) mentre la domiciliazione nella AULSS 17 è più o meno ugualmente distribuita nelle quattro aree distrettuali di Este, Monselice e Montagnana mentre è minore per il distretto di Relazione Attività 2009 29 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Fig.17 80 70 60 50 40 30 20 10 SALUTE E AMBIENTE Da tempo è nota la complessità e la molteplicità dei determinanti di salute, predisposizione individuale, comportamenti e stili di vita, fattori di rischio legati all’ambiente fisico e sociale. Dalle conoscenze scientifiche emerge sempre più chiaramente l’influenza che la qualità dell’aria dell’ambiente esterno ha sullo stato di salute dell’individuo. L’OMS afferma che una riduzione dei correnti livelli di inquinamento, specialmente quello dovuto al traffico veicolare, porterebbe a benefici sostanziali sulla salute dei soggetti in particolare quelli più suscettibili bambini ed anziani. Anche nel nostro territorio ogni sforzo deve essere impiegato per controllare e ridurre le concentrazioni di inquinanti nell’aria in particolare di quelli che, come si evince dalla relazione sulla qualità dell’aria 2009 dell’ARPAV, risultano mostrare nella nostra Regione, ancora a livelli di criticità, ossidi di azoto, ozono, particolato PM10 e PM2,5 . Il territorio della nostra Azienda è suddiviso in 46 comuni con un numero variabile di abitanti dai 17513 di Monselice ai 739 di Barbona. Circa 39 comuni hanno un numero di abitanti 30 ge ria Al zio ne Ar ge nt in a Bi e Bo lo ru sn si ia a -E rz eg ov in a ia ss Ru Conselve. I Comuni di Este, Monselice, Montagna, Battaglia Terme e Saletto risultano essere quelli con maggior numero di stranieri irregolari iscritti all’anagrafe STP nel 2009. Il numero medio di visite settimanali presso l’ambulatorio STP nel 2009 è stato di circa 12 accessi, con un tempo dedicato alla visita e valutazione sanitaria di circa 15-20 minuti a persona. Le principali motivazioni di accesso sono state l’effettuazione della visita medica preventiva, le problematiche di carattere interni stico, ginecologico ed ortopedico. (aggiornamento del 24 maggio 2010). ra de Fe ile st an ki Pa Br as ra gu ay ia Pa ro az C ni a ba Al na cr ai U C in a N ig er ia ia Po po la re av ol d M M ar oc c o 0 inferiore a 5.000. Il tessuto socio culturale del territorio è per lo più agricolo, anche se esistono alcune grosse realtà industriali come gli insediamenti produttivi dei cementifici, che si concentrano in un’area di territorio ristretta, a sud dei Colli Euganei e costituiscono una situazione unica in tutta Italia e forse in Europa. Le aziende produttrici, globalmente considerate, si concentrano in 4 aree del territorio, corrispondenti ai 4 più grossi comuni: Monselice, Este, Montagnana, Conselve. Le fonti di pressione ambientale che destano nella popolazione maggior preoccupazione per la propria salute, sono essenzialmente 5: l’area dei cementifici ubicati nei comuni di Monselice ed Este, la Distilleria di Bonollo Umberto (Conselve), il sito di discarica e trasformazione della frazione umida SESA (Este-Ospedaletto Euganeo), la discarica di Sant’Urbano e il nodo della viabilità autostradale e della statale 10. Anche le numerose aziende agricole inserite nel territorio della Bassa Padovana, che conducono allevamenti avicoli, sono spesso chiamate in causa per problematiche legate all’emissione di odori, sia durante il periodo dell’allevamento dei volatili, che durante la fase di spargimento della pollina sui terreni agricoli; spesso, in particolare durante lo spargimento della pollina si aggiungono inconvenienti legati alla proliferazione anomala di mosche. Per tale motivo sono stati avviati due specifici progetti uno con ARPAV per il monitoraggio degli odori ed uno con l’Istituto Zooprofilattico per il monitoraggio delle mosche (vedasi capitolo relativo) Il “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera” (Del. Cons. Regionale n° 57 del 11/11/04) ha inserito l’area dei cementifici tra le aree industriali soggette a particolari interventi di tutela. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Per tale motivo ARPAV ha avviato con le Ditte dei cementifici dal 2006 all’inizio del 2009, un tavolo tecnico di miglioramento ambientale, i cui dati sono di recente stati presentati. Detta relazione dell’ARPAV conferma che l’area dei cementifici, posta a sud dei Colli Euganei, comporta un impatto ambientale significativo che si ripercuote non solo sul tessuto locale, ma su tutto il territorio della Provincia e della Regione. La matrice ambientale maggiormente colpita è l’aria, per l’emissioni di effluenti gassosi.La relazione evidenzia tra gli inquinanti la quota dovuta ad inquinamento diretto (processo industriale) e la quota dovuta ad inquinamento indiretto (traffico indotto) per gli inquinanti Polveri totali e NOx. Per lo studio sulle emissioni dei cementifici sono stati presi in considerazione gli inquinanti che maggiormente derivano dal processo di produzione cioè polveri, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e di carbonio. Lo studio dimostra che, dove sono state attuate le migliori tecnologie disponibili, si è ottenuta una notevole riduzioni degli inquinanti dai camini asserviti ai forni di cottura del clinker. Per l’area cementifici si condividono i suggerimenti proposti da ARPAV per giungere ad un miglioramento della qualità dell’aria: - adozione da parte delle Ditte delle migliori tecnologie disponibili per ridurre l’impatto sull’ambiente; - rivalutazione della viabilità, per salvaguardare i siti sensibili dall’apporto di inquinamento da emissioni e da rumore legati al trasporto delle materie prime e del prodotto finito. ARPAV ha effettuato un monitoraggio sulla qualità dell’aria anche nei pressi della Ditta Distillerie Bonollo Umberto, per un periodo che va da novembre 2008 a luglio 2009, mediante prelievi dell’aria attraverso campionatori passivi e canister con centralina remota a comando da utilizzarsi nei momenti in cui veniva segnalata la presenze di sostanze odorigene da parte dei residenti; sono state ricercate nell’aria, le sostanze tipiche prodotte dalla lavorazione delle vinacce SOV (sostanze organo volatili), amoniaca e ac. solforico, la ricerca di questi ultimi due inquinanti, dopo i primi mesi di monitoraggio, è stata abbandonata in quanto nei campioni analizzati gli elementi erano presenti solo in tracce; tra le sostanze organo volatili si ritrovano ben rappresentate alcol etilico, acetone, toluene, etilbenzene, acetato di etile. Per tutte le sostanze in questione la concentrazione è sempre stata ampiamente inferiore al TLV degli ambienti lavorativi. Il nostro Dipartimento inoltre ha richiesto al Centro Tematico Regionale di Epidemiologia Ambientale, un’analisi del rischio in base ai dati del monitoraggio forniti da ARPAV. L’analisi ha preso in considerazione la massima concentrazione riscontrata per alcune sostanze ritenute più significative Benzene, Metilchetone, Stirene e Toluene secondo il criterio del “worste case” differenziando lo scenario di esposizione tra adulti e bambini. Il rischio tossico per tali sostanze risulta inferiore al valore limite accettabile pari a 1. Il rischio cancerogeno è stato valutato solo per il benzene, secondo i criteri utilizzati il rischio incrementale cancerogeno, è lievemente superiore al limite della classe trascurabile, per la fascia dei bambini. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Si rileva a tale proposito che il valore considerato per l’analisi è un valore puntuale, non una media, al fine di rappresentare lo scenario peggiore, e che tale valore inoltre rientra ancora nei limiti stabiliti dalla vigente normativa come media annuale. La relazione regionale ARPAV 2009 sulla qualità dell’aria, permette di avere una valutazione di confronto tra i parametri riscontrati nelle stazioni di Este e Monselice e quelli riscontrati in centraline fisse di località del Veneto con caratteristiche simili (industriali e/o di traffico). Per tutta la regione Veneto, gli inquinanti monossido di carbonio, anidride solforosa, ed elementi in tracce, non sono da considerarsi critici, in quanto presentano valori inferiori ai limiti previsti dalla normativa. Gli inquinanti con valori più a rischio, tra quelli di cui la normativa (DM 60/02) prevede il monitoraggio, sono gli ossidi di azoto, l’ozono, il PM10, ed i benzo(a)pirene. Per tale motivo l’attenzione delle Amministrazioni dovrà essere sempre rivolta ad attuare strategie volte alla riduzione delle concentrazioni di tali sostanze nell’aria. Per quanto riguarda gli NOx la media annuale rilevata nelle stazioni di Este e Monselice rimane inferiore al limite fissato per il 2010 (40 µg/mq). Per l’ozono, misurato solo nella centralina di Monselice, si sono riscontrati nell’anno 2009, 8 superamenti della soglia di informazione oraria (180 µg/mq), e 55 giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/mq), attestandosi questi tra i valori più bassi tra le stazioni con simili caratteristiche. Per il PM10 si sono avuti 71 e 64 superamenti del valore limite giornaliero rispettivamente nella stazione di Este e Monselice, mentre i valori delle medie annuali rimangono seppur di poco inferiori al limite previsto. Tra le stazioni con caratteristiche industriali del Veneto il numero di giornate di superamento del valore soglia è tra i più bassi. Per il PM 2,5, la media annuale a Monselice ha raggiunto il valore obiettivo previsto per il 2010 ed il valore limite previsto per il 2015. Dal 2004 ad oggi sono stati eseguiti monitoraggi specifici nei singoli comuni del territorio dell’ULSS. I parametri valutati sono quelli previsti dalla normativa: biossido di zolfo, ossidi di azoto, ozono, PM10 e PM2,5, benzene, benzo(a)pirene, il piombo ed elementi in tracce. I dati dimostrano che le caratteristiche dell’aria sono piuttosto uniformi in tutti i comuni, e sono simili a quelle di una realtà urbana. L’attenzione delle Amministrazioni dovrà essere sempre più rivolta ad attuare strategie volte alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria anche mediante una corretto studio della viabilità dei centri urbani più importanti (Este, Monselice, Montagnana, Conselve). Complessivamente possiamo dire che il territorio è ben monitorato sia per quanto riguarda i parametri ambientali che quelli relativi alla salute. Infine nel corso del 2009 sono state poste le basi per un aggiornamento dello studio epidemiologico ormai datato 2003 sulla situazione complessiva relativa ad ambiente e salute del nostro territorio. Relazione Attività 2009 31 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative CAPITOLO 4 Alimentazione Approvvigionamento Acqua Potabile L’aumento della domanda di consumo di acqua per finalità civili, industriali, agricole ed idroelettriche, ha evidenziato che questa risorsa non è illimitata e pertanto necessita di particolari cautele nel suo utilizzo e non solo dal punto di vista quantitativo. Molte malattie infatti riconoscono come potenziale veicolo di trasmissione l’acqua, e la diffusione nell’ambiente di sostanze tossiche o comunque potenzialmente nocive derivanti da svariate attività umane può influenzare direttamente la qualità delle acque superficiali e delle acque di falda e quindi configurare un pericolo e un rischio per la popolazione. Al di là quindi delle possibili implicazioni di carattere ambientale, è assolutamente necessario mantenere, a tutela della salute dei cittadini, un rigoroso controllo preventivo di carattere sanitario sulle acque destinate ad uso potabile. L’acqua quindi rappresenta un patrimonio della comunità da 32 preservare ed è commisurato alla possibilità della risorsa di rigenerarsi: l’utilizzo a scopo potabile è prioritario rispetto ad altri usi e va garantito. Nell’approvvigionamento dell’acqua potabilizzata gli obiettivi minimi da garantire possono essere così sintetizzati: a) garantire un adeguato e qualificato monitoraggio delle acque fornite al consumo umano diretto e delle acque utilizzate dalle imprese alimentari per tutti gli aspetti relativi a sorgenti, pozzi, punti di presa, impianti di adduzione, accumulo, potabilizzazione e trattamento; b) controllare e/o eliminare le situazioni di pericolo ed i rischi di natura microbiologica e chimica corredati al consumo di acqua potabile. Tali obiettivi vanno conseguiti nel rispetto e in base alle indicazioni della normativa vigente che nel caso specifico per le acque potabili è declinata dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n.31 e dalle linee guida Regionali per la sorveglianza e il Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva controllo delle acque destinate al consumo umano pubblicate con D.D.R. n. 015 del 09.02.2009. Per acque destinate al consumo umano si intendono le acque trattate e non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori. Rientrano nella definizione di acque destinate al consumo umano anche le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano. Il territorio dell’A.U.L.S.S. N. 17 è stato suddiviso in zone omogenee di approvvigionamento, presso reti di distribuzione dell’acqua potabile gestiti dal Centro Veneto Servizi Spa e dall’acquedotto E.T.R.A. Spa. L’attività del SIAN consiste nel controllo degli enti gestori degli acquedotti affinché l’erogazione di acqua potabile all’utenza avvenga nel rispetto dei parametri di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Tale controllo viene eseguito in base a un piano di campionamento annuale, concordato con il laboratorio di analisi dell’ARPAV di Padova la cui frequenza di campionamento è stabilita dalla tab.1 del D.Lvo n.31/2001. Il controllo viene effettuato in rete ( pubblici esercizi, mense scolastiche, industrie alimentari), presso serbatoio di accumulo e presso le centrali di potabilizzazione dopo il trattamento. Tali controlli si sommano a quelli interni effettuati dagli enti gestori degli acquedotti. Oltre ai controlli programmati per il monitoraggio continuo, il SIAN effettua prelievi di acqua potabile su segnalazione dei cittadini in caso di anomalie o presunte non conformità. Il controllo si esplica mediante controlli di routine e di verifica. Il controllo di routine mira a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque fornite per il consumo umano, nonché informazioni sull’efficacia degli eventuali trattamenti dell’acqua potabile (in particolare di disinfezione) per accertare se le acque destinate al consumo umano rispondano ad alcuni valori di parametro fissati dal D.Lvo n.31/2001. Il controllo di verifica mira invece a fornire le informazioni necessarie per accertare se tutti i valori di parametro, sempre fissati dal D.Lvo n.31/2001, sono rispettati. Per stabilire la frequenza minima di controllo dell’acqua erogata dagli enti gestori degli acquedotti, il territorio dell’A.U.L.S.S n. 17 è stato suddiviso in zone omogenee di approvvigionamento, e, in base al volume d’acqua distribuito in una zona omogenea, il SIAN effettua annualmente almeno i seguenti controlli: - n.157 campioni di routine; - n. 22 campioni di verifica; - n. 4 campioni di acque grezze di sorgente. Le tre centrali di potabilizzazione presenti nei comuni di ANGUILLARA VENETA, VESCOVANA e PIACENZA D’ADIGE vengono monitorate mensilmente mediante controlli di routine e di verifica. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.7 - Prelievi acqua potabile anno 2009 Prelievi acqua Acqua potabilizzata Numero 211 Irregolari analisi chimica 42 Irregolari analisi microbiologica 18 I referti di analisi forniti dal laboratorio provinciale dell’ARPAV di Padova relativi al 2009, confrontati con i dati storici, evidenziano una sostanziale conformità dell’acqua potabile erogata ai parametri stabiliti dalla normativa vigente. Le irregolarità microbiologiche riscontrate, che hanno richiesto ulteriori indagini e campionamenti, si riferiscono alla presenza di indicatori quali: ESCHERICHIA COLI, PSEUDOMONAS AERUGINOSA, BATTERI COLIFORMI A 37°C, comunque sempre risoltesi in breve tempo, mediante l’imposizione di procedure di lavaggi delle condotte e clorazione di tratti di acquedotto. Le irregolarità chimico-fisiche sono state causate da un’eccedenza di cloro o dalla presenza di ferro SUPERIORE AI VALORI DI PARAMETRO. LA SICUREZZA ALIMENTARE e la percezione del rischio Il Piano di Sanità Animale e Sicurezza Alimentare attuato dalla Regione Veneto recepisce in toto le indicazioni date dal Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare della Comunità Europea che fin dal 2000 evidenziava come il consumatore fosse parte centrale del sistema sicurezza, propriamente la figura da tutelare. I successivi Regolamenti CE 852-853-854-882/2004, cosiddetti “Pacchetto d’Igiene”, hanno ribadito questo indirizzo. In questa ottica gli obiettivi generali mirano a promuovere e favorire azioni di prevenzione e promozione della salute, basate sulla conoscenza dei determinanti di salute e sull’analisi del rischio. Prioritario diventa intervenire sul controllo della filiera produttiva per poter eliminare alla fonte eventuali problemi igienico sanitari prima che arrivino sulla tavola del consumatore. In quest’ambito il servizio veterinario con le sue tre aree specialistiche ha il compito istituzionale di svolgere azioni che rimuovano le cause di malattie d’origine ambientale, umana ed animale, coordinando il proprio lavoro con gli altri servizi: Istituto Zooprofilattico, ARPAV, SER, CREV. L’integrazione stabilita dal legislatore fra gli ambiti di Sanità Animale e Sicurezza Alimentare manifesta un suo specifico carattere tecnico scientifico mirante a meglio condividere gli interventi in grado di assicurare un superiore standard di sicurezza degli alimenti. MISSIONE: Istituzionalmente la missione dei servizio veterinario è la sorveglianza epidemiologica degli animali, le profilassi delle malattie infettive e parassitarie, la vigilanza sui farmaci veterinari, l’igiene delle produzioni zootecniche, la tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale, e quella del SIAN è di assicurare la salute delle popolazioni Relazione Attività 2009 33 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica attraverso interventi di produzione primaria sulla sicurezza alimentare e nutrizionale e sulle acque destinate al consumo umano. Lo scopo di questo coordinamento Sicurezza Alimentare è quello di procedere ad attività di ricerca e studio con il fine di sviluppare nuovi metodi di analisi e nuovi percorsi volti a migliorare la tutela sanitaria e contrastare i determinanti delle malattie, attivando sistemi di sorveglianza e monitoraggio che permettano l’acquisizione di dati sempre più attendibili sulla situazione sanitaria degli allevamenti e sul livello di contaminazione degli alimenti. OBIETTIVI: nell’ambito del Piano Sanitario Regionale della Sicurezza Alimentare questo coordinamento si propone i seguenti obiettivi: - controllare tutti gli aspetti della catena alimentare, come unico processo, a partire dalle produzioni primarie fino alla vendita degli alimenti al consumatore, creando un sistema di alleanze intersettoriali al fine di rendere possibile il superamento di logiche individuali che rallentano e frazionano l’iter di controllo; - alla luce del persistere di alcuni punti di debolezza nel sistema di raccolta di informazioni dei vari servizi con conseguente difficoltà ad ottenere rapidamente notizie (esempio sui “focolai diffusi” molto insidiosi per l’emergere dei nuovi patogeni e nuovi ceppi patogeni) omogeneizzare e completare la rete informatica territoriale, al fine di rendere più rapido il censimento dei dati, il loro convogliamento, il loro collegamento diretto con tutte le professionalità della rete territoriale. Il tutto favorirà un più veloce e razionale collegamento per via telematica tra l’Azienda ULSS, Istituto Zooprofilattico, ARPAV, SER, CREV e Regione Veneto; - migliorare la rete di sorveglianza delle malattie infettive e tossinfettive a trasmissione alimentare provvedendo alla raccolta sistematica dei casi, alla classificazione dei patogeni trovati nei casi umani e il loro collegamento con quelli trovati negli alimenti, negli animali, nell’ambiente. Questo con l’interazione ed un efficace collaborazione tra SIAN e Servizi Veterinari. 32 Alimentazione 48 Le malattie cronico-degenarative una banca dati interna; omogeneizzazione del sistema comunicazione dati dall’operatore alla banca dati. Obiettivo 3 - Costituzione di un gruppo di lavoro permanente composto dai rappresentanti dei vari servizi; analisi della gestione attuale con monitoraggio dei dati; rimozione delle criticità emerse; definizione e progettazione dei piani di lavoro; convogliamento flussi informativi nel nuovo sistema informativo sanitario; informazione costante dei risultati agli operatori che lavorano sul territorio. Le TOSSIFENZIONI ALIMENTARI Con l’espressione tossinfezioni alimentari viene individuato un gruppo di sindromi caratterizzate dalla specificità epidemiologica di essere trasmesse solo da alimenti e solo dopo che si è avuta all’interno degli alimenti una attiva moltiplicazione degli agenti responsabili. Le tossinfezioni alimentari si presentano in genere con manifestazioni a carico dell’apparato digerente che insorgono bruscamente dopo un breve periodo di incubazione (da poche ore ad alcuni giorni) e si manifestano in forma epidemica fra coloro che hanno consumato l’alimento contaminato1. Le salmonellosi rappresentano in Italia, come nella maggior parte dei paesi industrializzati, la più frequente causa di tossinfezione alimentare. Si tratta di patologie legate al consumo di alimenti, nella maggior parte dei casi con quadro clinico di lieve entità, per lo più senza conseguenze importanti per la salute. Nella maggior parte dei casi le notifiche che pervengono al SISP sono relative a casi sporadici e solo in alcune occasioni relative a focolai di origine prevalentemente familiare. Nell’ultimo triennio nella AULSS 17 il numero di notifiche di salmonellosi si è mantenuto stabile sulle circa 50 segnalazioni/ anno, di molto ridotto rispetto al triennio precedente. Ciò in parte dovuto ad una progressiva maggiore attenzione da parte dei consumatori alla manipolazione e conservazione degli alimenti in parte però legato anche ad un fenomeno di sottonotifica. Nel 2009, in particolare, sono stati segnalati 51 casi di salmonellosi con un prevalentemente interessamento delle fasce d’età infantili e di quelle al di sopra dei 65 anni. L’incidenza mensile, in linea con l’andamento anche degli anni precedenti, è prevalentemente concentrata nei mesi da agosto a ottobre (fig.18 e fig.19). Fig.18 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per mese di inizio sintomi, pervenute nel triennio 2007-2009 - AULSS 17 AZIONI: Obiettivo 1 - Monitoraggio dei servizi attinenti al piano, coordinamento uffici, personale sanitario e personale amministrativo; analisi dei bisogni; definizione attuazione e verifica piani di lavoro. Obiettivo 2 - Costituzione di gruppo di lavoro composto da referenti tecnici e sanitari; monitoraggio e verifica del flusso dei dati produttivi; potenziamento rete telematica; costituzione di 34 40 Le malattie infettive Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Fig.19 - Notifiche di salmonellosi pervenute nel triennio 2007-2009 suddivise per fasce d’età - AULSS 17 Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute altre segnalazioni di infezioni veicolate da alimenti: - 1 caso di febbre tifoide in un bambino ricoverato in pediatria e appena arrivato dal Pakistan con contemporanea infezione da epatite A; - 7 casi di epatite virale A dei quali 5 con infezione presumibilmente acquisita durante un soggiorno all’estero e 2 dovuti presumibilmente all’ingestione di pesce crudo avvenuta in Italia (tab.8); - 3 casi di diarrea infettiva, 1 da Yersinia e 2 da Campylobacter; - 1 caso di diarrea di origine parassitaria da Giardia lamblia in un giovane proveniente dall’Albania. Tab.8 - Riepilogo dei casi di epatite virale A a carico di soggetti residenti/domiciliati nella AULSS 17 segnalati nel 2009. Età Sesso Nazionalità Fattori di rischio 28 M Italiano Ingestione di pesce crudo in Italia 8 M Marocchino Viaggio nel paese di origine 7 M Marocchino Viaggio nel paese di origine 10 M Italiano Viaggio in Marocco 26 M Italiano Ingestione di pesce crudo in Italia 10 M Pakistano Arrivo dal Pakistan 6 M Pakistan Arrivo dal Pakistan LA VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI ALIMENTARI Anche nell’ULSS n. 17 vige il sistema di controllo attuato in Italia ai fini della sicurezza alimentare in linea con i criteri attualmente adottati da parte della Commissione Europea secondo gli indirizzi stabiliti nei Regolamenti Comunitari, cosiddetto “Pacchetto Igiene”. Questi ultimi stabiliscono principi e definizioni per la legislazione nazionale e comunitaria il cui fine è il conseguimento di un elevato livello di produzione della vita e della salute umana associata al consumo di alimenti. Nel settore degli alimenti che vengono consumati quotidianamente e da tutte le fasce della popolazione, è il 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione principio di precauzione che deve essere alla base della valutazione della sicurezza quando non si è in grado di escludere eventuali effetti rilevabili a lungo termine anche attraverso l’ausilio di opportuni studi epidemiologici mirati. Il sistema di gestione e monitoraggio della sicurezza alimentare in Italia garantisce l’applicazione del complesso delle norme dell’UE, ed introduce, nell’ambito degli spazi definiti dal principio della sussidiarietà, alcuni elementi di ulteriore controllo e sicurezza degli alimenti. La contaminazione biologica e chimica degli alimenti in Italia proviene da fonti note ma non sempre evitabili: residui di fitofarmaci, residui di farmaci veterinari, metalli, contaminanti biologici. Anche il corretto utilizzo di sostanze aggiunte intenzionalmente agli alimenti per fini tecnologici (additivi), o i processi utilizzati nella preparazione e/o conservazione degli alimenti (irraggiamento), necessitano di una continua sorveglianza. Le singole ricerche effettuate sui livelli di presenza negli alimenti di sostanze chimiche aggiunte volontariamente e/o di contaminanti e sulla loro ingestione raramente rispecchiano le situazioni dell’intero territorio nazionale. Sono operativi da numerosi anni programmi nazionali e regionali di controllo dei residui di farmaci veterinari, contaminanti ambientali ed eventuale uso illecito di sostanze vietate quali quelle ad azione ormonale, nonché programmi di controllo dei residui di fitofarmaci nei prodotti vegetali e di contaminazione microbiologiche e chimiche negli alimenti in generale. Le attività di controllo ufficiale riguardano tutte le fasi della filiera dell’alimento e consistono in una o più delle seguenti operazioni: ispezione, prelievo campioni, analisi di laboratorio dei campioni prelevati, controllo igiene personale addetto, verifica piani di autocontrollo, esame del materiale scritto e dei documenti di vario genere inerenti sistemi di verifica adottati dall’impresa alimentare e dei relativi risultati. Da pochi anni in seguito a disposizioni emanate a livello comunitario (reg. C/E 178/2002) e da linee guida regionali è attivo un sistema di allerta che ha l’obiettivo di impedire che un prodotto contaminato, che può essere causa di rischio grave ed immediato per i consumatori, riscontrato come tale in un paese comunitario o ad una frontiera comunitaria e ritirato dal commercio o respinto, possa essere introdotto o rimanere in commercio in altri paesi comunitari. La vigilanza e il controllo dei prodotti alimentari spetta come incarico istituzionale al S.I.A.N. servizio igiene degli alimenti e della nutrizione a cui competono le seguenti competenze: Area funzionale igiene degli alimenti e delle bevande: competenze 1) verifica preliminare della documentazione presentata dagli operatori del settore alimentare in seguito all’avvio di una nuova attività o alla modifica di attività esistenti, ai fini della registrazione ai sensi del Reg. C.E. 852/04. 2) controllo ufficiale dei prodotti alimentari alla produzione e al commercio sia all’ingrosso che al dettaglio ai fini di valutarne mediante analisi analitiche la conformità ai requisiti di Relazione Attività 2009 35 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica sicurezza stabiliti dalla normativa vigente; 3) controllo ufficiale dei requisiti strutturali e funzionali delle imprese di produzione, preparazione, confezionamento, deposito, trasporto, somministrazione e commercio di prodotti alimentari di competenza e bevande. 4) sorveglianza, per gli aspetti di competenza, sui casi accertati o presunti di infezioni, intossicazioni e tossinfezioni di origine alimentare 5) rilascio di certificazioni per l’esportazione di alimenti e bevande in stati extracomunitari. 6) verifica, controllo e attivazione dei sistemi di allerta regionali. L’impiego di strumenti informatici quali trasmissione e ricevimento di segnalazioni/informazioni via e-mail per velocizzare la trasmissione dei dati in merito ad alimenti segnalati con rischi diretti o indiretti per la salute umana; 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 7) creazione di un archivio computerizzato di registrazione di tutte le ditte operanti nel territorio mediante il sistema informatico SIAN-NET predisposto dalla Regione Veneto 8) controllo e classificazione degli stabilimenti alimentari in base al rischio ai sensi del Decreto Regionale n. 292/2007, creazione di un registro informatico e suo aggiornamento. 9) sorveglianza nella commercializzazione e nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari: interventi per quanto di competenza, nell’ambito del piano di sorveglianza dei rischi da antiparassitari 10) tenuta dei registri delle autorizzazioni, dei nulla-osta, degli aggiornamenti, dei provvedimenti adottati per trasgressioni, dei dati di vendita dei prodotti fitosanitari. 11) rilascio di parere preventivi per la costruzione di nuove imprese alimenti Tab.9 - Controlli e campionamenti di alimenti anno 2009 Produttori Produttori Distribuzione Distribuzione Primari e confez. Ingrosso Dettaglio Trasporti soggetti a vigilanza Trasporti soggetti ad Ristorazione Ristorazione autorizz. Pubblica Collettiva Sanitaria Produttori e confezionatori che vendono prevalentem. al dettaglio totali 120 75 280 1.100 600 1.850 190 425 4.640 N° unità controllate (1) 33 218 80 152 21 225 40 66 835 N° di ispezioni (2) 40 N° di unità N° unità con infrazioni Tot campioni prelevati 260 125 180 5 3 14 26 32 270 60 95 1.062 7 30 10 10 65 197 12 18 34 303 2 2 1 5 6 16 1 2 14 2 12 N° infrazioni a) Igiene Generale 2 3 6 b) Igiene (HACCP, formazione personale) 1 2 7 c) Composizione 0 d) Contaminazione (diversa da quella microbiologica) 0 e) Etichettatura e presentazione 2 1 f) Altro 2 1 16 30 50 Provvedimenti a) Amministrativi 20 1 3 1 (1) L’unità controllata deve essere conteggiata una sola volta nell’anno (2) Se l’unica operazione effettuata è il prelievo di campioni l’ispezione non va conteggiata. 36 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Tab.10 - Piano regionale di campionamento ufficiale alimenti anno 2009. Campioni per analisi chimiche Alimenti matrice campionata Grassi e olii Zuppe, brodi, salse Numero campioni Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 7 5 3 6 3 29 10 110 10 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.11 - Piano regionale di campionamento ufficiale alimenti anno 2009. Campioni per analisi microbiologiche Alimenti matrice campionata 16 3 Numero campioni Zuppe, brodi, salse 4 Ceraeli e prodotti della panetteria 38 Cereali 4 Frutta e verdura 26 Prodotti della macinazione 4 Pane, altri prodotti della panetteria 4 Erbe, spezie, caffè e tè 4 Bevande non alcoliche 21 Prodotti di pasticceria e biscotti 14 Vino 8 Paste alimentari secche 4 Bevande alcoliche escluso il vino 6 Paste alimentari all’uovo 8 Gelati e dessert 2 Paste alimentari speciali farcite 8 Cacao e preparazione a base di cacao 2 Erbe, spezie caffè, the 4 Dolciumi 3 Bevande non alcoliche 4 Gelati e dessert 6 Frutta secca a guscio rigido, spuntini a base di frutta secca 6 Piatti preparati - Prodotti destinati ad una alimentazione particolare 6 Cacao e preparazioni a base di cacao 4- Preparazioni gastronomiche a base di carne, verdure 14 Preparazioni gastronomiche a base di pesce 14 Additivi 3 Formaggi Materiali destinati al contatto con gli alimenti 6 Prodotti destinati ad un’alimentazione particolare TOTALE 150 TOTALE 2 Campioni non regolamentari b) Notizie di reato 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro I referti di analisi della sezione di chimica dell’ARPAV hanno evidenziato 6 non conformità principalmente riscontrabili su matrici di acqua minerale, farine alimentari e olio di oliva relative al contenuto o di etichettatura che hanno comportato la contestazione di illeciti amministrativi a carico delle ditte produttrici, oltre che alla segnalazione agli uffici SIAN delle AULSS competenti per territorio per le indagini di competenza. 7 6 123 I referti di analisi della sezione di microbiologia dell’ARPAV hanno evidenziato le seguenti non conformità: - la presenza di una carica batterica elevata (elevato n° di Coliformi, di microrganismi a 30°C e stafilococco aureo) su 8 campioni di piatti pronti preparati che hanno comportato indagini sul processo produttivo e ulteriori campionamenti sul prodotto con l’imposizione di misure di igienizzazione e sanificazione delle attrezzature destinate a venire a contatto con gli alimenti oltre che a misure di formazione del personale addetto alla preparazione e manipolazione degli alimenti. - la presenza di “corpi estranei” su 9 campioni di alimenti pronti con conseguente denuncia all’autorità giudiziaria competente oltre che a misure di revisione del processo produttivo e implementazione della formazione del personale; - la presenza di un elevato numero di coliformi su n.2 campioni di gelato artigianale e su un campione di prodotti di pasticceria fresca con l’imposizione di procedure di igienizzazione e sanificazione dei locali, impianti ed attrezzature e il rispetto delle modalità di conservazione previste dalla normativa vigente; Oltre ai prelievi programmati il servizio ha effettuato anche campionamenti in seguito a segnalazioni di non conformità da parte di privati cittadini. Relazione Attività 2009 37 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.12 - Controlli del SIAN sull’impiego di prodotti fitosanitari – Anno 2009 Controllo sull’impiego di prodotti fitosanitari a livello di utilizzatori Mancanza registro trattamenti Mancata applicazione delle misure di sicurezza per prevenire i rischi di chi usa il prodotto Inappropriate condizioni di conservazione 2 4 3 Inoltre sono stati effettuati n. 5 campioni su matrici vegetali (pepe, origano, peperoncino ecc.) per il monitoraggio di radiazioni ionizzanti e n. 5 campioni di prodotti alimentari a base di riso, mais e soia per la ricerca di O.G. M. (organismi geneticamente modificati). Tali indagini non hanno evidenziato non conformità. CONTROLLI SULL’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI Il servizio aderisce al progetto regionale FAS “fitosanitariambiente-salute” Fas è un sistema regionale di gestione fitosanitaria ambiente e salute che garantisce il corretto impiego dei prodotti fitosanitari per tutelare la salute delle persone e dell’ambiente mediante il controllo sui rivenditori e il controllo sugli utilizzatori finali. Sono state effettuate numero 10 ispezioni in aziende agricole con l’emissione di 28 prescrizioni. Le infrazioni rilevate sono riconducibili a una non corretta gestione dell’uso di prodotti fitosanitari; in quattro aziende sono stati rinvenuti prodotti fitosanitari la cui autorizzazione all’impiego era stata revocata dal Ministero della Salute. In un’azienda non erano presenti dispositivi di protezione individuale e in tre aziende sono stati riscontrati inconvenienti igienico sanitari dovuti alla mancanza di pulizia o a carenze strutturali. Sono stati effettuati controlli presso alcune delle rivendite dei prodotti fitosanitari e sono state ispezionate e verificate n. 14 rivendite. Sono state riscontrate le seguenti non conformità: in quattro rivendite sono stati rinvenuti prodotti fitosanitari revocati dal ministero, in una rivendita è stata riscontrata la mancanza dell’armadietto di D.P.I. (dispositivi protezione individuale); in tre rivendite sono state riscontrate altre carenze generiche come la mancanza di pulizia o inconvenienti igienico-strutturali. Nell’attività di controllo si è provveduto alla verifica di conformità delle etichette, degli imballaggi e delle schede di sicurezza. SISTEMA DI ALLERTA Il sistema di allerta rapido è una procedura codificata nella comunità europea, atta a garantire la rapidità delle 38 Totale prescrizioni 7 Totale ispezioni aziende agricole 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione che provengono da altre ULSS in particolare Rovigo, Padova, Legnago, Vicenza e Venezia. Il servizio di dietetica oltre alla consueta attività ha sviluppato la consulenza per i pazienti che sono in ospedalizzazione domiciliare e tali interventi sono risultati particolarmente apprezzati dall’equipe territoriali. 10 comunicazioni e dei provvedimenti conseguenti da adottare a seguito di riscontro di alimento o mangime che rappresenta un grave rischio per la salute del consumatore. Il sistema di allerta coinvolge tutti gli enti e organismi preposti alla sicurezza alimentare quali: - Ministero del Lavoro, della Salute e Politiche Sociali, Direzione sicurezza alimenti; - Uffici periferici del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali; - Uffici Regionali Sicurezza Alimentare; - SIAN e SVET delle ASL. Il SIAN è inserito pertanto quale organo periferico decentrato nel sistema di allerta comunitario le cui linee guida a livello Regionale sono state normate con D.D.R. n.174 del 01.12.2009. Nel 2009 i casi che hanno coinvolto il Sian dell’AULSS n.17 sono stati 32 ed hanno coinvolto tipologie diverse di alimenti di provenienza nazionale nella maggior parte dei casi. Il compito del Sian è stato quello di accertare l’avvenuto ritiro/ richiamo del prodotto alimentare oggetto del sistema di allerta nei punti vendita e depositi all’ingrosso presenti nel territorio. CONSULTORIO NUTRIZIONALE E SERVIZIO DI DIETETICA L’attività del Consultorio Nutrizionale e degli ambulatori del servizio di dietetica ospedaliero è rivolta a tutte quelle persone che necessitano di una dietoterapia personalizzata per il controllo del peso e di tutte le patologie che sono correlate ad uno stato di malnutrizione per eccesso o per difetto. Tale attività permette di valutare circa 3.000 pazienti all’anno che vengono seguiti ambulatorialmente con periodici controlli. Nel campo dell’igiene della nutrizione viene inoltre regolarmente effettuata un’importante attività di educazione alimentare rivolta sia al mondo della scuola che ad altri gruppi organizzati. Sono anche istituiti corsi di auto-aiuto per il controllo del peso rivolti ai pazienti dello screening cardiovascolare. L’attività del Consultorio Nutrizionale ha avuto un costante ed importante aumento tanto che oggi il nostro Servizio oltre ad essere un importante riferimento per tutti i Medici di Medicina Generale è diventato anche un polo di attrazione per utenti Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro Il Servizio di dietetica ha inoltre collaborato con i competenti servizi amministrativi nel controllo della ristorazione ospedaliera e nella predisposizione di protocolli operativi per la standardizzazione dell’attività di monitoraggio del Servizio. Sul piano dell’innovazione il Servizio si è fatto carico dell’attività di 2^ livello nelle campagne per lo screening delle malattie cardiovascolari garantendo una celere risposta agli utenti inviati dall’UTAP; inoltre il Servizio ha provveduto ad effettuare incontri con i soggetti oggetto dello screening garantendo tra l’altro la supervisione ai gruppi di auto aiuto creatisi appositamente per sostenere il percorso do modifica dello stile di vita. Il Consultorio Nutrizionale ha inoltre sviluppato un’importante stretta collaborazione con i reparti dell’ospedale ed in particolare: oncologia, cardiologia e pediatria ed anche per quanto riguarda i dipendenti con il Servizio di Prevenzione e protezione. Infine il personale del Servizio ha collaborato con alcuni importanti progetti dipartimentali di educazione e promozione della salute. Tab.13 - Dati attività Servizio di dietetica Dati attività Servizio di dietetica: n. Ambulatori pazienti inviati da UOS Diabetologia 841 Ambulatori pazienti esterni 281 Igiene e ristorazione. Controlli mensa degenti e mensa dip. 203 Controlli Ristorazione: rilevazioni vassoi degenti 551 Rilevazioni carrelli multi razioni 113 Consulenze domiciliari 124 Diete speciali ricettate ed enterali per ricoverati Diete speciali per pazienti ricoverati 8763 455 Dati attività Consultorio Nutrizionale Visite 2000 Relazione Attività 2009 39 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva L’unico dato a discostarsi è quello di copertura per morbillo in associazione con parotite, rosolia e varicella ancora molto al di sotto dell’obiettivo desiderato del 95% e inferiore anche alla media regionale: per questa vaccinazione più di altre vige una particolare preoccupazione e disinformazione da parte dei genitori che tendono a posticiparla il più possibile o a rifiutarla. Alla luce di tali evidenze i servizi vaccinali sono impegnati in una campagna di richiamata dei non vaccinati e di sensibilizzazione delle famiglie. Tab.14 - Monitoraggio Semestrale: dati al 30 settembre 2009 Vaccino CAPITOLO 5 Le malattie infettive LE VACCINAZIONI Il progetto regionale di sospensione dell’obbligo vaccinale è stato mantenuto anche nell’anno 2009, dati gli incoraggianti risultati derivanti dai monitoraggi semestrali delle coperture vaccinali regionali. Dal 1° gennaio 2008 aveva, infatti, trovato attuazione la Legge Regionale n. 7 del 23 marzo 2007, che prevede la sospensione dell’obbligo per le vaccinazioni “per tutti i nuovi nati dal 1° gennaio 2008”. Per effetto di tale legge regionale “le vaccinazioni continuano a costituire livello essenziale di assistenza e sono offerte attivamente e gratuitamente dalle aziende unità locali socio-sanitarie (ULSS), restando inserite nel calendario vaccinale dell’età evolutiva, approvato e periodicamente aggiornato dalla Giunta Regionale, in conformità agli indirizzi contenuti nel Piano nazionale vaccini.” L’unico cambiamento riguarda sostanzialmente “la motivazione” che porta all’offerta delle vaccinazioni: 40 semplicemente, questo fondamentale intervento di prevenzione viene effettuato perché è dimostrato che le vaccinazioni sono il modo più sicuro ed efficace per prevenire le malattie infettive. Ad oggi, relativamente alle vaccinazioni ex obbligatorie, anti polio, tetano, difterite ed epatite B, la sospensione dell’obbligo non ha influito negativamente sulle coperture regionali. Nell’Azienda ULSS 17 le coperture vaccinali per il vaccino esavalente, che comprende le quattro vaccinazioni ex obbligatorie, si sono mantenute per i nuovi nati su buoni livelli, uguali o superiori al 95% (obiettivo posto a livello regionale e nazionale). Le coperture per le vaccinazioni anti pneumococco e antimeningococco C, fortemente raccomandate, mostrano invece coperture più basse, anche se in linea con la media regionale, in gran parte dovute ad una tendenza da parte dei genitori al posticiparle con più facilità (Tab.14). Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Copertura regionale media Copertura AULSS 17 95% Esavalente 2° dose nati 2° semestre 2008 95,1% 95,3% Esavalente 3° dose nati 1° semestre 2008 95,3% 96,6% Pneumococco 1° dose nati 1° semestre 2009 93,5% 93,9% Meningococco C nati 1° semestre 2008 92,4% 93% Morbillo nati 1° semestre 2008 84,1% 71,3% HPV nate 1996 adesione - 90% 82,7% 85% - 81% HPV nate 1997 adesione 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione È migliorata sensibilmente rispetto all’anno precedente la copertura per 1° dose di morbillo. Le coperture per la coorte di nascita 2002 si mostrano buone per la polio mentre più basse per Difterite-Tetano anche se in netto miglioramento rispetto a quelle rilevate per l’anno precedente (Tab.15). Tab.15 - Monitoraggio Semestrale: dati al 31 dicembre 2009 Vaccino Esavalente 1° dose nati 1° semestre 2009 HPV nate 1996 cicli completati 72 Progetti innovativi 95,1% Nel 2009 si è proseguito inoltre nella campagna di vaccinazione delle dodicenni con vaccino quadrivalente anti papillomavirus. È stata conclusa la chiamata attiva della coorte di nascita 1996, è stata avviata e portata a termine la chiamata della coorte di nascita 1997 e si è iniziato a chiamare la coorte di nascita 1998. L’adesione a tale vaccinazione è stata di circa il 90% delle ragazze invitate; entro l’inizio del 2009 è stato possibile completare il ciclo vaccinale nel 85% delle ragazze appartenenti alla coorte 1996. una più bassa adesione, 81% circa, è emersa da una prima valutazione delle ragazze invitate della coorte 1997. I dati di copertura a 24 mesi (coorte di nascita 2007) per polio, rilevati nel 2009 si attestano su valori buoni, sovrapponibili a quelli dell’anno precedente. Copertura AULSS 17 Copertura a 24 mesi per Polio (nati 2007) 96,6% Copertura a 24 mesi per 1° dose MPR (nati 2007) 92,3% Polio nati 2002 98,7% Difterite – tetano nati 2002 92,8% A partire dal 2009 ha preso avvio un progetto di collaborazione tra il servizio vaccinazioni ed i consultori familiari nell’informare i futuri genitori sulle tematiche relative alle vaccinazioni ed alla prevenzione delle relative malattie infettive. Due operatori sanitari, infermieri ed assistenti sanitarie del servizio vaccinazioni, partecipano mensilmente ai corsi preparto organizzati dai consultori familiari nelle sedi di Este e Monselice gestendo un intervento della durata di circa 30’. Le tematiche vaccinali vengono trattate dal personale sanitario in modo semplice ma completo dando modo agli interlocutori di far emergere dubbi e timori per poterli risolvere il tutto nell’ottica di sensibilizzare i futuri genitori sull’importanza di un’adesione consapevole alle vaccinazioni anche alla luce del recente avvio del progetto regionale di sospensione dell’obbligo vaccinale. Nel 2009 sono stati effettuati dal personale SISP 14 incontri presso i consultori familiari di Este e Monselice. MALATTIE INFETTIVE Nel corso del 2009 gli operatori SISP che si occupano delle attività di monitoraggio delle malattie infettive sono stati impegnati nell’effettuazione di 251 inchieste epidemiologiche, il 26% delle quali legate a segnalazioni di sospetta o confermata infezione da virus influenzale AH1N1 ed il 20% dovute a segnalazioni si salmonellosi. Con l’espressione tossinfezioni alimentari viene individuato un gruppo di sindromi caratterizzate dalla specificità epidemiologica di essere trasmesse solo da alimenti e solo dopo che si è avuta all’interno degli alimenti una attiva moltiplicazione degli agenti responsabili. Le tossinfezioni alimentari si presentano in genere con manifestazioni a carico dell’apparato digerente che insorgono bruscamente dopo un breve periodo di incubazione (da poche ore ad alcuni giorni) e si manifestano in forma epidemica fra coloro che hanno consumato l’alimento contaminato (Barbuti, Relazione Attività 2009 41 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Belelli, Gianmarco, 2003). Le salmonellosi rappresentano in Italia, come nella maggior parte dei paesi industrializzati, la più frequente causa di tossinfezione alimentare. Si tratta di patologie legate al consumo di alimenti, nella maggior parte dei casi con quadro clinico di lieve entità, per lo più senza conseguenze importanti per la salute. Nella maggior parte dei casi le notifiche che pervengono al SISP sono relative a casi sporadici e solo in alcune occasioni relative a focolai di origine prevalentemente familiare. Nell’ultimo triennio nell’Azienda ULSS 17 il numero di notifiche di salmonellosi si è mantenuto stabile sulle circa 50 segnalazioni/anno, di molto ridotto rispetto al triennio precedente. Ciò in parte dovuto ad una progressiva maggiore attenzione da parte dei consumatori alla manipolazione e conservazione degli alimenti in parte però legato anche ad un fenomeno di sottonotifica. Nel 2009, in particolare, sono stati segnalati 48 casi di salmonellosi con un prevalentemente interessamento delle fasce d’età infantili e di quelle al di sopra dei 65 anni. L’incidenza mensile, in linea con l’andamento anche degli anni precedenti, è prevalentemente concentrata nei mesi da agosto a ottobre (fig.20 e fig.21). Fig.20 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per mese di inizio sintomi, pervenute nel triennio 2007-2009-AULSS 17 Fig.21 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per fasce d’età, pervenute nel triennio 2007-2009-AULSS 17 Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute altre segnalazioni di infezioni veicolate da alimenti: - 1 caso di febbre tifoide in un bambino ricoverato in pediatria e appena arrivato dal Pakistan con contemporanea infezione da epatite A; - 7 casi di epatite virale A dei quali 5 con infezione presumibilmente acquisita durante un soggiorno all’estero 42 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative e 2 dovuti presumibilmente all’ingestione di pesce crudo avvenuta in Italia (tab.16); - 3 casi di diarrea infettiva, 1 da Yersinia e 2 da Campylobacter; - 1 caso di diarrea di origine parassitaria da Giardia lamblia in un giovane proveniente dall’Albania. 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Età Sesso Nazionalità Fattori di rischio 28 M Italiano Ingestione di pesce crudo in Italia 8 M Marocchino Viaggio nel paese di origine 7 M Marocchino Viaggio nel paese di origine 10 M Italiano Viaggio in Marocco 26 M Italiano Ingestione di pesce crudo in Italia 10 M Pakistano Arrivo dal Pakistan 6 M Pakistan Arrivo dal Pakistan Echinococcosi Nell’agosto 2009 è pervenuta al SISP una notifica, da parte del Servizio Veterinario competente, di un focolaio di echinococcosi cistica bovina autoctono in un allevamento di bovini e ovini del territorio della AULSS 17. Tale infestazione da Echinococcus granulosus è stata accertata nei cani di proprietà di un allevatore in seguito ad un primo riscontro positivo di idatidosi nelle carni di un bovino macellato. Poiché l’Echinococcus ha come ospite definitivo il cane ma può trasmettersi anche all’uomo, direttamente tramite contatto con le feci del cane o anche attraverso acqua e derrate alimentari contaminate, il SISP, per la parte di competenza, ha condotto l’inchiesta epidemiologica nell’allevamento individuando le persone operanti all’interno dell’azienda o con possibili contatti con terreno o prodotti contaminati. Sono state date a tali soggetti indicazioni comportamentali igienico-sanitarie e l’indicazione di contattare i rispettivi medici di base in caso di comparsa di sintomatologia in futuro; sono stati inoltre allertati i rispettivi medici di medicina generale degli esposti ed il Servizio Igiene dell’AULSS di competenza per i non residenti nel nostro territorio. Comunicazione dell’accaduto e delle azioni intraprese dal SISP è stata data al Sindaco del Comune interessato, al Direttore del Distretto Socio Sanitario competente ed al Direttore SPISAL. Morbillo Nel corso del 2009 nella nostra AULSS non sono stati segnalati casi di morbillo. Negli anni precedenti 1 caso era stato notificato nel 2007, una bambina di 9 anni non Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Fig.22 - Coperture vaccinali per morbillo a 24 mesi di vita AULSS. Veneto, anno 2008. “Report monitoraggio sospensione obbligo vaccinale. Giugno 2009”. % 98 95,8 Tab.16 - Riepilogo dei casi di epatite virale A a carico di soggetti residenti/domiciliati nell’Azienda ULSS 17 segnalati nel 2009. 72 Progetti innovativi 96 94 94,8 93,3 92,5 92,5 95,4 95,2 94,8 93,8 94,1 94,4 93,5 93,4 92,5 93,0 92,0 91,7 92 95,1 90,9 90,1 90 88 89,1 87,5 86 84 82 12345678910111213141516171819202122 Regione aziendeULSS vaccinata, ed un caso nel 2008, una donna di 31 anni non vaccinata. Questi pochi casi confermano come questa malattia infettiva sia quasi scomparsa nelle fasce più giovani, per effetto della vaccinazione, e ormai non sia più una patologia unicamente pediatrica ma possa rientrare nella sfera di competenza del Medico di Medicina Generale. I livelli di copertura medi regionali per morbillo sono passati dall’80% della metà degli anni ’90 ad un valore stabilizzatosi al di sopra del 90% in seguito all’implementazione del Programma Regionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita. Ad oggi però le coperture vaccinali per morbillo risultano ancora al di sotto dell’obiettivo del 95% per la maggior parte del territorio veneto ed anche per l’AULSS 17. A partire dalla fine del 2009 e durante i primi mesi del 2010, infatti, si è avuta un’epidemia di morbillo nella Regione Veneto che ha coinvolto più AULSS con più di 100 casi confermati, le fasce d’età maggiormente interessate sono state 0-4, 4-9 e > di 20 anni. 2007-08 è seguita una riduzione nel 2008-09 già in ripresa però nella recente stagione 2009-10 probabile risposta ad una aumentata percezione di rischio di una nuova pandemia. La campagna vaccinale 2009-10 è stata condotta nel mese di ottobre, anticipatamente rispetto agli scorsi anni in vista della successiva campagna di vaccinazione pandemica e si è svolta prevalentemente presso gli studi dei Medici di Medicina Generale ed, in misura minore, nei servizi vaccinali. L’aumento registrato nell’adesione da parte della popolazione di età ≥65 anni è affiancato anche da un significativo aumento presso altre fasce di popolazione per le quali è raccomandata la vaccinazione, in particolare gli operatori sanitari. Fig.23 - Vaccinazione antiinfluenzale stagionale AULSS 17: percentuale di persone di età ≥ 65 anni vaccinate Influenza stagionale La copertura per la vaccinazione stagionale antinfluenzale nella popolazione di età ≥65 anni negli ultimi sei anni si è mantenuta su livelli buoni, superiori al 75%, valore indicato come obiettivo minimo perseguibile dal Ministero della Salute. Tuttavia, come mostra il grafico sottostante, ad un progressivo miglioramento della copertura vaccinale sino alla stagione Relazione Attività 2009 43 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Influenza da Virus A/H1N1 “Suina” Nel corso del 2009 è progressivamente diminuita l’attenzione verso l’influenza da virus AH5N1 “Aviaria”, che era stata considerata come il più probabile candidato a scatenare una nuova pandemia, e ci si è concentrati su di un nuovo ceppo virale emergente A/H1N1 che a partire dai mesi di aprile 2009 si è diffuso prima in Messico, interessando inizialmente le sole specie animali, e poi contagiando anche l’uomo e diffondendosi in tutto il mondo. A partire dall’estate 2009 sono pervenute al SISP, da parte di medici e pediatri di base e medici ospedalieri, 92 segnalazioni di caso sospetto o accertato di influenza da virus AH1N1 in nostri assistiti per 66 delle quali è stata condotta un’indagine epidemiologica secondo le diverse modalità variate nel tempo in base alle indicazioni di Ministero e Regione. Secondo le prime direttive regionali sono stati inizialmente effettuati dal personale SISP 15 tamponi naso faringei al domicilio dei soggetti segnalati con sospetta infezione da virus AH1N1, di questi 13 sono risultati negativi e 2 positivi. Delle 92 segnalazioni pervenute 28 sono riferite a pazienti ospedalizzati con tampone positivo per virus AH1N1. Dalle schede epidemiologiche emerge che per 13 di questi soggetti erano presenti fattori di rischio pregressi, in 26 casi è seguita la guarigione, in due casi vi è stato il decesso: una donna di 79 anni con multi patologia preesistente e una bambina di 3 anni con cardiopatia congenita grave. Il Servizio Igiene e Sanità Pubblica è stato, inoltre, fortemente impegnato nell’autunno 2009 nell’organizzazione ed implementazione della campagna vaccinale anti influenzale da virus AH1N1. La campagna informativa è stata gestita attraverso l’attivazione di una pagina dedicata nel sito internet aziendale, la diffusione di comunicati stampa, di interventi informativi rivolti ai medici del territorio ed alla popolazione e attraverso l’attivazione di due numeri dedicati per prenotazioni ed informazioni gestiti da personale amministrativo del Dipartimento di Prevenzione e dal personale dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico. In base alle indicazioni regionali sulle categorie vaccinabili il Servizio Igiene ha predisposto l’invio di 19760 inviti a soggetti con patologia (in possesso di specifica esenzione o su segnalazione da parte dei medici e pediatri di famiglia). Con la collaborazione del personale sanitario ed amministrativo del Dipartimento di Prevenzione e con gli operatori del Servizio Prevenzione e Protezione e dei Distretti Socio Sanitari sono state effettuate numerose sedute vaccinali dedicate a partire dal mese di novembre e distribuite nelle 4 sedi vaccinali distrettuali. L’accesso alla vaccinazione è stato gestito tramite prenotazione dell’utente ma ha visto anche l’organizzazione di due giornate di vaccinazione ad accesso libero contemporaneamente nelle 4 sedi vaccinali con l’adesione di 813 soggetti. A fine campagna sono stati vaccinati con vaccino “Focetria” 3764 soggetti per un totale di 3921 dosi complessive somministrate - 3764 prime dosi e 157 seconde dosi - (dati aggiornati al 23. 3. 2010). 44 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Il 70% dei soggetti vaccinati sono persone con patologia, il 13% sono operatori sanitari, 1,6% sono donne in gravidanza, il 12,3% dei soggetti vaccinati ha un’età inferiore ai 17 anni. Tubercolosi Anche nel 2009 ha mantenuto piena funzionalità il Dispensario Funzionale Antitubercolare istituito nell’Azienda ULSS 17 con delibera del Direttore Generale n° 684 del 29/06/05. Il SISP si è occupato prevalentemente degli aspetti relativi al monitoraggio epidemiologico ed al flusso dati tra i diversi servizi coinvolti e la Regione. Il nucleo clinico operativo è stato gestito, invece, a livello di Servizio di Pneumologia Territoriale. Nel corso degli ultimi dieci anni nella nostra Regione si è registrato un complessivo calo della TBC: da un lato è stata evidenziata una riduzione tra la popolazione indigena, dall’altro un incremento di casi tra la popolazione immigrata. Fig.24 - Frequenza della TB nella popolazione Veneta. Anni 1994-2008 dati report regionale “TB nella Regione Veneto - dati al 31 dicembre 2008”. 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale soggiorno in Italia. La tubercolosi continua a costituire una malattia che coinvolge tutti gli operatori della sanità, in particolare i Medici di Medicina Generale che devono porre questa patologia tra le possibili diagnosi differenziali soprattutto quando i pazienti sono persone originarie da paesi che presentano una elevata incidenza della malattia, anche quando il loro ingresso in Italia risale ad alcuni anni prima. Infatti, attuare gli interventi terapeutici e soprattutto le misure preventive nelle persone immigrate è spesso difficile anche per l’utilizzo non adeguato dei servizi sanitari da parte degli immigrati stessi. Nonostante circa il 70% dei casi di TB occorsi nel triennio sia stato a localizzazione polmonare un 30% si è manifestato come tubercolosi extrapolmonare prevalentemente a sede linfonodale ma con localizzazioni anche particolari tra le quali la sede oculare, epatica, spinale e nelle vie urinarie. N° CASI NOTIFICATI Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 72 Progetti innovativi 2008 Anche nel 2009 è stata mantenuta ed implementata la modifica del calendario vaccinale regionale, con l’inserimento di una ulteriore coorte per la vaccinazione contro il meningococco C all’età di sei anni, oltre a quelle già previste al 13° mese e al 14° anno. Tab.18 Età Sesso Residenza Diagnosi Ag eziologico Esito 63 F Italiana Meningite batterica Pneumococco guarigione 43 M Italiano Meningite batterica Staffilococco aureus guarigione 62 M Italiano Meningite batterica Pneumococco guarigione 57 M Italiano Meningite batterica Non identificato guarigione 56 M Italiano Meningite batterica Staffilococco aureus guarigione 79 M Italiano Meningite batterica Pneumococco guarigione 51 F Italiana Meningite batterica Pneumococco guarigione 2009 12 11 10 Italiani 6 6 3 Stranieri 6 5 7 Maschi 9 6 5 Femmine 3 5 5 TB polmonare 9 7 7 TB extrapolmonare 3 4 4 Età media 56 aa 53 aa 35 aa Età media italiani 74 aa 67 aa 63 aa Età media stranieri 39 aa 36 aa 23 aa Guariti 6 Guariti 9 Aperti 4 Aperti 1 Persi al Persi al follow up 2 follow up 1 Guariti 1 Aperti 9 ESITO 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Nel corso dell’anno nella nostra AULSS sono state vaccinate 4642 persone con il vaccino contro il meningococco C e 219, sostanzialmente viaggiatori, con il vaccino quadrivalente contro il meningococco ACWY135. Tab.17 2007 Il numero complessivo di segnalazioni pervenute al SISP (10 segnalazioni) nel corso del 2009 (tab.17) conferma una sostanziale stabilità del numero dei casi con tendenza alla riduzione negli ultimi anni per la popolazione autoctona. Per la popolazione immigrata, invece, si nota un incremento dei casi piuttosto marcato nell’ultimo anno. L’incidenza, infatti, della TB nella popolazione immigrata risulta sempre notevolmente più elevata rispetto alla popolazione autoctona, dato confermato anche per il 2009. Si registra poi una frequenza maggiore tra i maschi; nel triennio 2007-2009 complessivamente il 61% dei casi ha interessato soggetti di sesso maschile. Tale differenza si è progressivamente attenuata negli anni annullandosi nel 2009. Per quanto riguarda il paese di origine, la maggior parte dei casi nel triennio sono immigrati da tre paesi: Marocco (9 casi), Romania (3 casi) Moldavia (2 casi). Anche per i casi occorsi nel 2009 si conferma l’età media più bassa per i casi stranieri e più elevata negli autoctoni. Per questi ultimi il fattore di rischio più significativo è il decadimento fisico legato anche all’età mentre per la popolazione straniera sostanzialmente il fattore immigrazione e le condizioni di vita scadenti che caratterizzano il loro 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Meningiti Nel corso dell’anno 2009 si sono avuti 7 casi di meningite batterica in soggetti residenti nell’Azienda ULSS 17 in linea con in numero di casi registrato negli ultimi anni (tab.18). La tabella evidenzia come quest’anno nella maggior parte dei casi sia stato identificato il microrganismo responsabile della malattia e come nessun caso di meningite batterica sia stato causato dal meningococco di tipo C, che aveva provocato l’epidemia in Veneto negli ultimi mesi del 2007. Fortunatamente tutti i casi di questa temuta malattia hanno avuto esito in completa guarigione. In 4 casi si è trattato di meningite da pneumococco che ha colpito persone di età superiore ai 50 anni. Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute al SISP 7 notifiche di meningiti virali che hanno interessato soggetti con un’età media di 36 anni, inferiore a quella dei casi di meningite batterica. Anche questi casi hanno esitato tutti in una guarigione. Relazione Attività 2009 45 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Tab.19 Età Sesso Residenza Diagnosi Ag eziologico Esito 27 F Italiana Meningite virale Non Identificato guarigione 24 M Italiano Meningoencefalite virale Non Identificato guarigione 33 F Italiana Meningite virale Non Identificato guarigione 31 M Italiano Meningite virale Non Identificato guarigione 36 F Italiana Meningite virale Non Identificato guarigione 33 F Italiana Meningite virale Non Identificato guarigione 67 M Italiano Meningoencefalite virale Non Identificato guarigione Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) Un’attenzione particolare va rivolta alle Malattie a Trasmissione Sessuale. Nonostante il numero di notifiche pervenute al SISP si attesti su livelli piuttosto bassi si nota come nel triennio vi sia stato un progressivo aumento dei casi segnalati. Le due malattie notificate sono sifilide e gonorrea, il 60% delle segnalazioni pervenute nel triennio ha riguardato soggetti italiani, la nazionalità straniera più rappresentata è, invece, quella marocchina. L’età media dei soggetti al momento della diagnosi è di 33 anni è non vi sono particolari differenze tra italiani e stranieri. Dall’inchiesta epidemiologica emerge che il principale fattore di rischio è legato all’abitudine ad avere rapporti sessuali occasionali non protetti. Nel 2009 nessun caso di epatite virale B è stato notificato. Negli anni precedenti le segnalazioni erano in numero di 2-3 all’anno in soggetti con fattore di rischio principale i rapporti sessuali occasionali non protetti. 2008 48 Le malattie cronico-degenarative effettuato attività di giardinaggio, guarita. Nessun caso di tetano era stato notificato nei due anni precedenti. I dati confermano che i soggetti a maggior rischio di contrarre la malattia sono le donne anziane che non hanno mai avuto occasione di effettuare la vaccinazione in passato, è su di loro che bisogna intensificare le attività di sensibilizzazione e vaccinazione. Scabbia Le notifiche pervenute nel 2009 sono state relative a 38 casi di scabbia. Si tratta di un problema frequente di sanità pubblica che nei Paesi industrializzati interessa prevalentemente soggetti istituzionalizzati. Un caso di scabbia richiede un importante impegno da parte del SISP che esegue l’inchiesta epidemiologica e mette in atto le opportune azioni di sanità pubblica finalizzate sia all’assicurarsi che il soggetto ammalato abbia compreso l’importanza del trattamento e lo esegua nel modo corretto mettendo anche in atto tutte le misure di prevenzione ambientale necessarie sia all’individuare gli eventuali contatti stretti del caso proponendo la profilassi farmacologica e dando tutte le informazioni preventive. Le notifiche pervenute nel 2009 hanno interessato prevalentemente soggetti italiani, in 14 casi su 38 si è trattato di soggetti ospedalizzati o in personale sanitario che prestava loro assistenza. Tab.21 anno 2009 N° CASI NOTIFICATI 38 Italiani 31 Stranieri 7 Maschi 22 Femmine 16 Età media 51,3 aa Fig.25 - Notifiche di scabbia pervenute nel 2009 suddivise per fascia d’età AULSS 17 2009 Casi di Sifilide 4 4 4 Casi di Gonorrea 0 1 3 Tot 4 5 7 Tetano Nel 2009 sono pervenute due notifiche di casi di tetano: uno in un soggetto di 79 anni, femmina, mai vaccinata, con patologie pregresse tra le quali il diabete, deceduta; un secondo caso in un soggetto di 80 anni, femmina, mai vaccinata, con unico fattore di rischio emerso dall’inchiesta epidemiologica l’aver 46 40 Le malattie infettive La distribuzione per fasce d’età mostra valori piuttosto stabili fino ai 65 anni d’età con un picco oltre i 65 anni (fig.25). Tab.20 - Numero notifiche relative a malattie a trasmissione sessuale anno 2009. 2007 32 Alimentazione Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Campagna Nazionale “Genitori PIU’ ” Il Progetto “GenitoriPiù - Campagna per la promozione della salute nei primi anni di vita - Prevenzione attiva e vaccinazioni” è stato lanciato nel 2006 dalla Regione Veneto coordinata dall’Ufficio di Promozione della Salute del Dipartimento di Prevenzione dell’ Azienda ULSS 20 di Verona. A fine del 2007, visto il suo carattere innovativo, il progetto è diventato per iniziativa del Ministero della Salute una “Campagna Nazionale”. In linea con le indicazioni nazionali e regionali nel corso del 2009 è stato organizzato dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’AULSS 17 il corso di formazione, “Campagna Genitoripiù: sette azioni per la vita del tuo bambino”, volto all’aggiornamento ed alla sensibilizzazione degli operatori sanitari dei percorsi nascita sulle tematiche promosse dalla Campagna Nazionale Genitori Più. Il corso si è svolto in due edizioni con la partecipazione di 85 operatori tra medici igienisti, ginecologi, pediatri, ostetriche e personale infermieristico e assistenti sanitari afferenti ai vari servizi del percorso nascita. Le azioni promosse e delle quali si è discusso durante il corso di formazione rispondono alle principali cause di morte o malattia che colpiscono i bambini, ma soprattutto costituiscono un robusto patrimonio di salute per loro e per la comunità, e sono: 1. l’assunzione di acido folico nel periodo peri concezionale – per ridurre il rischio di malformazioni, in particolare della spina bifida; 2. l’astensione dal fumo in gravidanza e nei luoghi frequentati dal bambino – per i numerosi danni diretti e indiretti dovuti al fumo di tabacco e all’esposizione al fumo passivo, oltre alle nascite di bambini prematuri e sottopeso; 3. l’allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi di vita – ormai indiscusso capitale di salute nel breve e lungo periodo, per i bambini e per le stesse madri; 4. la posizione supina nel sonno – per la riduzione del rischio di SIDS (morte in culla); 5. l’utilizzo di appropriati mezzi di protezione in auto - per proteggere dai traumi della strada ma soprattutto per una cultura della sicurezza più in generale; 6. le vaccinazioni – contro le tante malattie infettive presenti, sempre insidiose e non ancora debellate; 7. la lettura precoce ad alta voce – per una migliore qualità dello sviluppo affettivo e cognitivo; 8. la prevenzione degli incidenti domestici. Sempre nel corso del 2009 ha preso avvio il progetto di predisposizione di un “Cofanetto della salute” contenente materiale informativo ed alcuni utili strumenti (libri di favole, paraspigoli, ciucci..) a sostegno delle azioni promosse dalla Campagna Genitori Più e rivolto ai neogenitori che accedono per la prima volta agli ambulatori vaccinazioni del Servizio Igiene. L’idea di promuovere tali tematiche tutte insieme è motivato dall’essere fortemente intrecciate fra di loro e fanno riferimento ad un concetto comune: migliorare la capacità dei genitori di prendersi cura della salute dei propri piccoli. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica l’ambulatorio di “ Medicina del viaggiatore internazionale”. Tale presenza, nata come esigenza di misure di sanità pubblica per tutelare la popolazione autoctona da patologie infettive d’importazione, legate in origine a movimenti demografici di popolazione extracomunitaria, è divenuta, nel tempo, una realtà consolidata di riferimento per chi decide di intraprendere un viaggio in Paesi più o meno esotici. L’utente che si reca all’estero, a prescindere dalla motivazione (lavoro, studio, missione, vacanza, volontariato, etc.), rivolgendosi allo sportello telefonico istituito, riceve tutte le informazioni relative alle profilassi vaccinali e/p farmacologiche più opportune in riferimento alla meta scelta, nonché le norme igieniche da adottare, le precauzioni comportamentali da prendere, previa analisi, da parte del personale medico afferente all’ambulatorio, del suo profilo di rischio. Infatti, per ogni utente viene compilata, da parte dell’AS, la scheda individuale, nella quale vengono riportate sia le caratteristiche di salute del soggetto (presenza o meno di patologia, assunzione di farmaci..) che del viaggio programmato (organizzazione centralizzata, sistema fai da te, …). Tale scheda viene, quindi, sottoposta al medico referente dell’ambulatorio che, definito il livello di rischio potenziale del soggetto, determina la strategia profilattica più opportuna. L’utente viene, quindi, informato circa la necessità o meno di eseguire vaccinazioni, di assumere farmaci o altro e, in caso di adesione a tali proposte di salute, viene indirizzato all’ambulatorio SISP territorialmente a lui più agevole per la mera somministrazione dei vaccini individuati. Nel corso di tale attività risulta spesso necessario un approccio integrato con i MMG e i PLS, per la gestione condivisa di utenti particolarmente fragili, nonché – per talune situazioni – anche con strutture extraziendali (centro di riferimento regionale di Verona, ospedale di Negrar, ..). Nel 2009 l’afflusso all’ambulatorio di medicina del viaggiatore internazionale è stato di n.202 persone, cui deve essere sommata tutta la numerosità di utenti con contatti telefonici finalizzati unicamente all’acquisizione di mere informazioni di nicchia quali, ad es. conoscere gli effetti collaterali del malarone nella profilassi farmacologica antimalarica, la durata temporale dei vari tipi di vaccinazione, ecc.. In caso di situazioni particolarmente “ delicate “, su segnalazione del medico referente, viene effettuato da parte dell’AS un controllo telefonico “post-rientro”, finalizzato a verificare sia la condizione di salute in quanto tale che l’effettuazione delle varie profilassi farmacologiche consigliate alla partenza. LA PROFILASSI INTERNAZIONALE È presente, ormai da anni, presso il Servizio Igiene e Relazione Attività 2009 47 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva In questo contesto, lo screening mammografico, consigliato a cadenza biennale, è in grado sia di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi, sia di ridurre di circa il 30% la mortalità per questa malattia nelle donne di 50-69 anni. Si stima pertanto che in Italia lo screening di massa potrebbe prevenire più di 3 mila decessi l’anno. Consapevole dell’importanza della prevenzione in questo delicato ambito, l’ULSS 17 è stata tra le aziende pioniere in ambito regionale su questo fronte, avendolo attivato fin dal 1998. L’attività di screening del tumore del colon retto rivolto a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, avverrà tramite chiamata attiva. L’iniziativa presenta una particolare importanza, sia per il numero di cittadini coinvolti, sia per il ruolo fondamentale della prevenzione in una patologia che in Veneto, secondo i dati più aggiornati, rappresenta il 12% del totale delle circa 27.400 nuove diagnosi di tumore registrate ogni anno. In particolare, il tumore del colon retto è la terza tipologia di cancro più diffusa tra gli uomini (dopo quello ai polmoni e alla prostata) e addirittura la seconda nelle donne (dopo il cancro alla mammella). L’importanza del progetto di screening cardiovascolare è sottolineata dai più recenti dati regionali, secondo i quali nella fascia di età coinvolta il 33% degli uomini e il 28% delle donne risulta essere iperteso, il 22% degli uomini e il 18% delle donne presenta un’ipercolesterolemia, infine il 23% degli uomini e il 28% delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero. L’obiettivo del progetto è offrire a persone che si percepiscono sostanzialmente in buona salute la misura di pochi, ma fondamentali parametri di valutazione del rischio cardiovascolare e di contribuire allo sviluppo di una più consapevole auto-amministrazione del bene primario qual è la salute. CAPITOLO 6 Le malattie cronico-degenerative FATTORI DI RISCHIO LEGATI AGLI STILI DI VITA: SISTEMA SORVEGLIANZA “PASSI” Uno studio del Sistema di Sorveglianza regionale “Passi” mette in evidenza l’efficacia delle campagne di promozione degli screening per la prevenzione delle malattie cronicodegenerative. È in crescita, rispetto al passato, la cultura della prevenzione nella popolazione della Bassa Padovana, soprattutto tra le donne: negli ultimi due anni ben il 73% di queste ha infatti effettuato una mammografia a scopo preventivo. Un numero elevato, che consente di definire l’efficacia del programma di screening promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ULSS 17 per la diagnosi precoce delle neoplasie della mammella. È questo uno dei dati emersi il Sistema di Sorveglianza regionale “Passi”, un recente studio regionale volto ad indagare come stanno cambiando le esigenze socio-sanitarie 48 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio. Per quanto riguarda la Bassa Padovana, il 53% delle donne ha riferito di aver eseguito l’ultima mammografia all’interno del programma aziendale di screening seguendo la periodicità consigliata e il 31% con una periodicità superiore. La ricerca evidenzia inoltre come l’età media della prima mammografia sia 47 anni, un dato che dimostra un forte ricorso all’esame preventivo prima dei 50 anni, secondo quanto indicato dalle linee guida internazionali. L’importanza della prevenzione in questo ambito viene ribadita dalle più recenti statistiche: in Italia infatti il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente con circa 37 mila nuovi casi e oltre 11 mila decessi l’anno. Si stima che in Veneto siano diagnosticati ogni anno circa 4 mila nuovi casi di questa patologia (circa 170 casi per 100.000 donne residenti). Il 17,5% delle morti per tumore nelle donne è dovuto alle neoplasie della mammella. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 GLI SCREENING ONCOLOGICI Nell’ULSS n.17 sono operativi, ormai da anni, ben tre screening oncologici: mammografico, citologico e colo-rettale. Il SISP, depositario sin dall’origine delle attività di gestione e coordinamento di questi, opera con il proprio Centro Screening, che si configura, a tutti gli effetti, come centrale operativa, integrata solidamente sia con le altre strutture afferenti (Laboratorio Analisi, Anatomia Patologica, Dipartimento materno-infantile, ..) presenti all’interno dell’Azienda, che con altre extraziendali (Registro Tumori, IOV, ..). L’azione di prevenzione, cosiddetta “di livello 2”, per differenziarla dalla primaria, fulcrata sostanzialmente in finalità informativo-educative, si esplica sempre secondo il modello della chiamata attiva, su popolazione selezionata sulla base del target di riferimento, differente tra i tre screening in esame. Ciascuno di essi prevede l’articolazione operativa su due livelli di intervento, il primo necessariamente propedeutico al successivo. Particolarmente importante risulta, in tale contesto di lavoro, la forte integrazione multidisciplinare tra servizi, dipartimenti, ambulatori, nella tutela del paziente e nel rispetto rigoroso anche dei tempi attuativi della stessa. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Gli esami del cosiddetto “ I° livello” si configurano come accertamenti di base, semplici, non invasivi, di facile esecuzione e di costo contenuto, tutto ciò ovviamente ai fini della sostenibilità operativa nei confronti del paziente ma anche - fattore non trascurabile - economica verso l’amministrazione stessa. Il passaggio dal primo al secondo livello di analisi, quale conseguenza del rilievo di alterazioni in primo livello, determina, in ciascuno degli screening oncologici, la presa in carico totale da parte del centro Screening, tenuto a monitorare strettamente anche i tempi e le modalità di applicazione degli stessi, al fine della gestione del paziente il più corretta e trasparente possibile. A diagnosi definita, l’utente resta sempre autodeterminato nello scegliere il successivo percorso di salute, sebbene in attuazione al proprio mandato , il SISP operi nell’intento di una presa in carico globale all’interno dell’Azienda, con ricerca di strategie di riduzione delle “fughe”. Screening Mammografico Per quanto riguarda lo screening mammografico, attualmente è in corso la chiamata attiva delle donne in età target del 6° giro. La convocazione viene effettuata sui due poli operativi, rappresentati da Este e Montagnana. I dati relativi all’adesione non hanno subito particolari variazioni, assestandosi su quelli degli anni precedenti. Nel corso del 2009, su 9.239 donne soggette a intervento di screening di primo livello, hanno aderito attivamente n. 5.444. Considerato l’intervallo di età per il quale è previsto questo screening (50-69 anni) e quindi il contesto lavorativo e famigliare caratteristico di questo profilo anagrafico, contraddistinto da un impegno particolarmente attivo, il dato raggiunto risulta confortante ma, contestualmente, di stimolo per l’attività a venire. Inoltre, parte di utenti risulta già seguita attivamente dal servizio di radiologia aziendale con un progetto specifico che fulcra la data di inizio a 45 anni di età. Ne deriva un’analisi globale del dato ancor più positiva cui va ad aggiungersi quella parte di popolazione femminile in età target per screening che sceglie di farsi seguire privatamente o meno da altre strutture limitrofe a quelle del territorio aziendale, in particolare di Padova. Il razionale che ne deriva è la dimostrazione che si è formata nel tempo nella donna la cultura di una prevenzione attiva, voluta e partecipata, su un problema specifico di salute. Ciò sottende però all’aver elaborato a livello di coscienza che esiste quel problema di salute, oggettivando in tal modo realtà che fino ad ora erano presenti solo a livello di percezione: il cancro della mammella è un pericolo vero però prevenibile a condizioni di imparare a gestirlo ab origine per limitare i danni e le conseguenze ad essi correlate. È da sottolineare, infine, come nella nostra ULSS sia operativa la procedura di triplice lettura, che garantisce certamente una migliore qualità diagnostica e, contestualmente, una riduzione netta dell’eccesso di ricorso al secondo livello screening. Tale particolare modalità di studio della singola utente potrebbe costituire, dal punto di vista organizzativo, una Relazione Attività 2009 49 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.23 - Screening Citologico - PAP TEST dal 01/01/2009 al 20/04/2009 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Invitati 9.240 Invio al II° Livello Screenati 5.467 Tasso Adesione Grezzo 32.0% rassicurazione e, ancor di più il sostegno giustificato dei MMG sono i determinanti comportamentali di una delle variabili del sistema trinomiale (utente -MMG - screening) il cui risultato finale è ovviamente dipendente dall’operatività proporzionale degli stessi. Il successo dello screening colo-rettale risulta anche legato alla cooperazione con la realtà delle farmacie territoriali che si testimonia, nella nostra Azienda, molto favorevole data l’attenzione e l’attiva collaborazione garantite non solo nella consegna dei kit per la ricerca del sangue occulta ma, e soprattutto, per quell’azione di partecipata consulenza che i farmacisti danno alla loro utenza. Tasso Adesione Corretto 35.8% Tab.24 - Screening CCR dal 01/01/2009 al 31/12/2009 sfida pesante in termini di allungamento dell’operatività organizzativa. Di fatto invece il lavoro svolto in stretta collaborazione con il servizio di radiodiagnostica aziendale ha consentito di contenere in termini temporali accettabili anche questa attività. Tab.22 - Screening Mammografico dal 01/01/2009 al 31/12/2009 Invio al II° Livello 86 Tasso Adesione Grezzo 59.2% Tasso Adesione Corretto 61.4% Tasso Positivi 1.57% Screening Citologico Relativamente a questo screening, è in corso il 5° giro. Durante il 2009, su 10.552 donne candidate all’esame di primo livello, si è vista l’adesione di n. 4.312, dato che, razionalizzato dall’epurazione di variabili quali l’esecuzione recente di esami in proprio, risulta sostanzialmente sovrapponibile a quello degli anni precedenti. Ricordando che questo programma di screening prevede un target di età particolarmente ampio (25-64 anni), risulta evidente come l’adesione raccolta risulta certamente migliorabile ma già di per se stessa più che accettabile. Infatti, trattasi di donne o in età fertile o comunque con percorsi di vita che difficilmente non hanno incontrato la necessità di visite ginecologiche e/o ostetriche. Ne deriva una conseguente coscienza percettiva del proprio corpo che non può prescindere dalla ricerca attiva di momenti che diano salute o comunque che aiutino in un percorso di salute. La realtà che si presenta è quindi spesso di donne già seguite, per proprio conto, da uno specialista di branca o da una struttura di riferimento. Il razionale che sottende è quello dell’elaborazione cosciente che la prevenzione è un atto dovuto a se stesse, a prescindere da offerte o promozioni di territorio o di categoria. Emerge una consapevolezza di donna e di cittadina che aiuta e consolida di fatto ciò che la sanità pubblica cerca di offrire alla propria utenza. Superata l’analisi di settore (= adesione stretta allo screening citologico), l’attenzione va fulcrata su risultato finale e cioè su quante donne di fatto sono seguite periodicamente con paptest in un’ottica di prevenzione del cancro della cervice. Peraltro, nella continua evoluzione della ricerca scientifica, nello scenario dei test di primo livello si sta consolidando l’utilizzo dell’HPV test. Anche nell’Ulss 17 questa nuova metodica di indagine di massa è stata adottata e il 2009 ha visto l’inizio del suo uso. 50 Invitati 4.513 Aderenti 1.445 Screenati 1.812 Tasso Positivi 36 1.9% Screening Colo-Rettale Lo screening colo-rettale rappresenta di per se stesso una sfida sui servizi che lo intendono organizzare, date le difficoltà intrinseche al programma stesso ma anche data la popolazione target costituita da entrambi i sessi di età compresa tra i 50-69 anni. Se il transitare da percezione a coscienza di problema sanitario può risultare facile nella popolazione femminile, già di fatto sensibile anche per gli altri due screening oncologici a lei dedicati (mammografico e citologico), la stessa operazione culturale può risultare decisamente più difficoltosa nel mondo maschile, abituato solo parzialmente a ragionare in termini preventivi (prevenzione del cancro prostatico-PSA). Anche la fascia di età considerata non aiuta perché per buona parte trattasi di popolazione ancora in età lavorativa, con le conseguenti difficoltà e limitazioni connesse. Nell’ULSS 17 la situazione sul versante dello screening colorettale, dopo una fase di avvio piuttosto lunga, appesantita anche da difficoltà organizzative legate ad una situazione territoriale disgregata, risulta attualmente soddisfacente. Infatti è in corso il 2° giro di questo screening, con buona adesione da parte degli utenti. La condivisione di una procedura accelerata con l’Endoscopia Digestiva Aziendale ha consentito di ottenere una migliore compliance dei pazienti, con risultati promettenti. Anche l’adozione del nuovo programma regionale per la gestione informatica dello screening costituisce un ulteriore progresso operativo, volto ad una maggiore integrazione diretta con gli altri Enti territoriali presenti , nell’ottica sempre della miglior tutela del paziente. Lo sforzo compiuto dal Centro Screening, volto ad avvicinare quanto più possibile i punti di raccolta dei campioni di primo livello all’utenza, rispettando in tal modo le territorialità peculiari presenti in azienda e garantendo, in modo contestuale, pari opportunità tra i cittadini, ha ottenuto buoni risultati in termini di adesione al programma. In questo screening in particolare è doveroso sottolineare l’intenso colloqui di collaborazione con gli MMG, cui i singoli utenti si rivolgono con frequenza per raccogliere un aiuto nella fase decisionale finalizzata nell’aderire o meno, la Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Invitati 10.330 Aderenti 6.296 Screenati 7.241 Invio al II° Livello 408 Tasso Adesione Grezzo 60.9% Tasso Adesione Corretto 61.2% Tasso Positivi 5.6% LO SCREENING CARDIOVASCOLARE Ormai da due anni è attivo nell’ULSS 17 un progetto di prevenzione in ambiente non oncologico e precisamente nel contesto delle patologie cronico-degenerativo: lo screening cardio-vascolare. Nato come sfida in una nuova proiezione della prevenzione secondaria, è diventato una realtà presente in buona parte del territorio aziendale. Rivolto alla popolazione sia maschile che femminile, di età compresa tra i 50 e i 59 anni, inizialmente limitato al territorio dell’UTAP di Conselve, ha trovato respiro coinvolgendo in modo sequenziale le altre UTAP dell’ULSS 17. Un tasso grezzo di adesione che si assesta tra il 50e il 60 % costituisce una conferma dell’idea innovativa nata nel SISP, dove prevenzione è imperativo categorico immanente in ogni branca di attività. Il profilo di rischio individuale che deriva dall’analisi non solo di alcuni dati antropometrici (es. circonferenza addominale, peso….), ma soprattutto degli stili di vita del singolo individuo diventa l’elemento determinante nel proporre all’utente percorsi personalizzati di prevenzione, dove sussiste anche una componente terapeutica costituita dalla modifica del comportamento sbagliato in termini di salute. Da qui nasce l’offerta attiva di aumentare l’attività motoria con la partecipazione a gruppi-cammino, la possibilità di smettere di fumare mediante l’adesione a gruppi a ciò dedicati e, ma non ultimo, la possibilità di modificare il proprio stile alimentare. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione A fronte di 2.479 soggetti invitati, hanno aderito1.230 persone che, qualora in categoria a rischio, in buona parte si sono dimostrate sensibili ad iniziative cosiddette “di salute attive”. In realtà lo screening cardiovascolare costituisce di per se stesso un nuovo modo di gestire la relazione noxa patogena e malattia. Da un assunto storico per cui la patologia deriva da una o più cause coattive, lavorando in ambiente screening si identifica la realtà delle concause che, diversamente da un immaginario collettivo che le considera meno importanti, diventano le determinanti vere dell’insorgenza di quel problema di salute. L’azione sinergica negativamente espletata da queste rivela nel tempo la sua dimensione lesiva per giungere, se non si attuano interventi preventivi a più livelli, a quella distruttiva costituita dall’evento acuto di tipo vascolare. L’altra riflessione importante che è doveroso fare riguarda lo stile di vita dei singoli: indagando con lo screening su comportamenti abitudinari dei soggetti, si induce (o almeno si cerca di farlo) una presa di coscienza vera sul proprio io, con le sue debolezze troppo spesso fatte di sigarette, concessioni alimentari eccessive e momenti di relax fuori luogo. Per una maggior comprensione del percorso fino ad ora svolto nell’ULSS 17 si riporta di seguito una tabella riassuntiva dei dati dall’inizio dell’attività all’1/05/2010: Tab.25 - Screening Cardiovascolare dal 01/01/2009 al 31/12/2009 Invitati 2.525 Screenati 1.268 Tasso Adesione Grezzo 50.22% Classe A 169 Classe B 683 Classe C1 10 Classe C 292 Classe D 52 Non classificati* 62 in recupero dello storico Disponibili - Gruppi 697 Aderenti - Gruppi 278 Relazione Attività 2009 51 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative CAPITOLO 7 La sicurezza nei luoghi di lavoro Il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) contribuisce in sinergia con altri enti pubblici e con le parti sociali – in particolare con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali – al miglioramento della qualità del lavoro e della vita dei lavoratori, in primo luogo contrastando gli infortuni e le malattie correlate al lavoro. La tutela della salute dei lavoratori richiede una costante attenzione verso gli ambienti di lavoro sia per quanto riguarda gli aspetti strutturali e la gestione dei rischi (fisici, chimici, biologici, ergonomici, psicosociali), sia per gli aspetti organizzativi, nella convinzione ormai acquisita che la salute del lavoratore e quella dell’organizzazione sono strettamente interdipendenti. Le strategie adottate, in sintonia con le indicazioni dell’OMS, dei Piani Nazionali e Regionali di settore e delle caratteristiche produttive e territoriali dell’AULSS 17, si concretizzano in tre filoni di attività: 52 1) promozione di stili di vita e di comportamenti corretti; 2) promozione del miglioramento dell’organizzazione e dei sistemi di gestione della salute e della sicurezza; 3) vigilanza e controllo. PROMOZIONE DI STILI DI VITA E DI COMPORTAMENTI CORRETTI: ATTIVITÀ DI FORMAZIONE ED ASSISTENZA Il luogo di lavoro costituisce un ambiente privilegiato per la promozione di comportamenti e stili di vita corretti perché le persone vi trascorrono gran parte del proprio tempo e perché esso contribuisce all’identità, all’autonomia, alla realizzazione personale e alla partecipazione sociale. Negli ambienti di lavoro, inoltre, possono realizzarsi ed interagire tra loro molteplici fattori favorenti la modifica dei comportamenti a rischio per la salute, quali il senso di appartenenza all’azienda e al gruppo, lo stimolo alla partecipazione attiva, Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva la corresponsabilità e la vigilanza di ciascuno sul rispetto delle regole condivise, il “supporto solidale” dei compagni/colleghi, l’esempio “positivo” di chi riveste ruoli significativi. Prioritario è, inoltre, per le attività di prevenzione e promozione della sicurezza e della salute il mondo della scuola per la sua valenza formativa verso le classi di popolazione più giovane. Nel 2009 questa attività si è concretizzata con l’attuazione degli interventi di seguito riportati. È attivo uno sportello informativo e di assistenza sulla normativa e sulle tematiche inerenti l’igiene e la sicurezza negli ambienti di lavoro a disposizione delle Aziende pubbliche e private, dei lavoratori, dei Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione Aziendali (RSPP), dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), delle Associazioni di Categoria, delle Organizzazioni Sindacali e dei consulenti. Lo sportello, cui è possibile rivolgersi telefonicamente, via mail oppure di persona previo appuntamento, nel 2009 ha registrato complessivamente 684 accessi. I riferimenti allo sportello sono presenti nel sito dell’ULSS 17 nella pagina dedicata allo SPISAL (Homepage/Prevenzione/ PrevenzioneIgieneSicurezzaAmbientidiLavoroSPISAL) e nella sezione “Imprese e lavoratori” accessibile dall’homepage. Negli Istituti per Geometri del nostro territorio anche nel 2009 si è svolto un corso su “La sicurezza nei cantieri edili” articolato in due moduli formativi per le classi quarta e quinta per complessivi 27 incontri mediamente di 2 ore ciascuno. Ai fini di aumentare la sensibilità e la consapevolezza dei lavoratori del comparto agricoltura in autunno sono stati organizzati in collaborazione con la Coldiretti della provincia di Padova 2 incontri serali, uno a Conselve e uno a Vò, cui hanno partecipato complessivamente più di 100 addetti del settore. Preliminarmente all’avvio delle attività di vigilanza nel comparto “Supermercati” è stato effettuato in data 4.3.2009, a Monselice, un incontro informativo rivolto ai responsabili legali e agli RSPP dei 76 punti di vendita presenti nel nostro territorio, cui hanno partecipato gli operatori di 41 aziende e 2 rappresentati di associazioni di categoria. Nell’incontro sono state presentate le finalità dell’intervento e la check-list, strumento di autovalutazione per le aziende e traccia per il sopralluogo di vigilanza. In collaborazione con altri enti sono stati realizzati interventi formativi ed informativi relativamente al comparto edilizia e al “primo soccorso”. Complessivamente nel 2009 il Servizio ha erogato oltre 350 ore di formazione per un totale di 1274 figure formate come riportato nella tabella 26. A livello provinciale sono stati, inoltre, realizzati 2 incontri con i Medici Competenti con un totale di 350 partecipanti, sulle tematiche droga, alcol e stress lavoro-correlato. Il Servizio ha aderito al progetto regionale “Rete delle scuole per la sicurezza” con le relative attività di partecipazione al coordinamento provinciale e di formazione per gli RSPP della scuola. Partecipa, inoltre, al progetto aziendale “Non 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione lasciamoci con l’amaro in bocca” inserito nel contesto della progettazione regionale finalizzata alla sensibilizzazione della popolazione in merito al consumo di bevande alcoliche per ridurre l’incidentalità sulle strade, sui luoghi di lavoro o in ambiente domestico. Tab.26 – Figure formate ed ore di formazione. Anno 2009. Destinatari interventi di in-formazione N. figure in-formate N. ore in-formazione Datori di lavoro / dirigenti / consulenti tecnici e sanitari 272 32 RSPP 185 108 RLS 152 72 Lavoratori: categorie deboli 508 81 Studenti 157 59 PROMOZIONE DEL MIGLIORAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE E DEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA Tale ambito – certamente trasversale agli altri due, in particolare all’attività di vigilanza e controllo – ha trovato nel 2009 attuazione specifica presso 10 aziende dove è stata valutata l’organizzazione aziendale della sicurezza. I processi presi in esame sono stati: a) la “gestione degli infortuni, incidenti e comportamenti pericolosi” in 9 aziende; b) la “gestione della manutenzione” in 7 aziende; c) la “gestione dei dispositivi di protezione individuale” in 8 aziende; d) la “gestione di informazione, formazione ed assistenza” in 7 aziende. I documenti guida proposti alle aziende in merito a questi processi riscontrano generale interesse ed attenzione. VIGILANZA E CONTROLLO Gli infortuni sul lavoro Attività prioritaria del Servizio è la prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro. Secondo i dati dell’INAIL più stabilizzati, nel 2005 sono stati riconosciuti oltre 61.000* infortuni nel Veneto, 10.809* dei quali nella provincia di Padova. Nel territorio dell’ULSS 17 gli infortuni sul lavoro riconosciuti e relativi all’anno 2005 sono stati 1976*, 442 dei quali gravi ovvero con postumi permanenti di almeno 1%, oppure con più di 40 giorni di prognosi (tab. 27). Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione Veneto. Anni 2000-2006. I comparti meno virtuosi, se consideriamo gli indici di incidenza, sono: agroindustria e pesca, industria chimica e petrolio, industria dei metalli, metalmeccanica e industria di *Sono esclusi gli infortuni in itinere, cioè quelli che avvengono durante il tragitto tra la sede del lavoro e l’abitazione, e quelli che coinvolgono studenti, colf e sportivi professionisti. Relazione Attività 2009 53 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 0 297 84 0 (.) (.) (.) (.) (.) (.) Conto stato 0 19 6 0 (.) (.) (.) (.) (.) (.) 626 46 4 0 44 2 5 68,69 3,06 76,68 68 3 0 0 1 2 2 14,71 0,09 44,12 Industria Alimentare 1.096 44 6 0 38 5 4 31,03 2,14 34,68 Industria Tessile 3.349 53 9 0 49 2 9 12,84 0,58 15,53 9 0 0 0 0 0 0 0,00 0,00 0,00 2.318 101 16 0 88 7 7 36,24 3,66 39,36 Industria Carta 276 8 1 0 8 0 1 29,00 0,81 32,62 Industria Chimica e Petrolio 933 72 12 0 66 4 4 65,37 4,06 69,66 22 12 1 0 0 12 0 0,00 0,00 0,00 1.534 78 14 0 72 6 13 44,98 2,56 53,46 84 4 0 4 0 0 47,62 0,58 47,62 5.558 335 74 0 286 48 44 46,78 4,62 52,71 466 8 2 0 5 3 3 8,58 0,13 15,02 1.489 54 10 0 45 9 7 26,87 1,35 31,57 127 6 1 0 4 2 2 31,47 0,59 47,21 Costruzioni 6.500 294 71 197 92 153 28,15 3,87 49,38 Commercio 3.380 67 11 47 20 33 11,83 0,94 20,12 Trasporti 2.170 78 18 48 29 68 22,12 2,07 53,47 Sanità 2.198 43 10 38 5 1 17,29 2,37 17,74 Servizi 13.642 307 86 191 113 55 13,34 1,48 17,08 Estrazioni minerali Industria Conciaria Industria Legno Industria Gomma Ind. Trasf. Non metalliferi Industria metalli Metalmeccanica Industria Elettrica Altre Industrie Elettricità Gas Acqua Sconosciuto TOTALE ULSS 240 47 6 4 36 1 16,66 5,82 20,82 46.085 1.976 442 1.235 397 411 24,95 2,39 33,13 trasformazione di minerali non metalliferi. Rispetto alla gravità, gli indici più elevati sono presenti nella metalmeccanica, nell’industria chimica e petrolio, nelle costruzioni, nell’industria del legno e nell’agrindustria e pesca. L’ULSS 17 presenta indici di gravità e di incidenza superiori alla media delle altre ULSS della Regione nei servizi e nel commercio mentre inferiori alla media, sia come incidenza che gravità, nei comparti del legno, della metalmeccanica, delle costruzioni e della trasformazione di minerali non metalliferi (cementerie). Rispetto alla tabella 27 si riporta una breve spiegazione di alcuni indicatori. Gli infortuni esportati sono quelli avvenuti a dipendenti di aziende che hanno la sede (PAT) nel territorio in analisi ma che avvengono fuori dal territorio stesso (ad esempio, a livello 54 regionale è “esportato” un lavoratore di una PAT del Veneto che si infortuna in Lombardia). Gli infortuni importati sono quelli che avvengono nel territorio in analisi a dipendenti di aziende che hanno sede fuori da territorio (ad esempio, a livello regionale è “importato” un lavoratore di una PAT della Lombardia che si infortuna nel Veneto). L’indice di incidenza senza importati è dato dal rapporto tra il numero di infortuni di lavoratori di PAT di un territorio e il numero di addetti delle aziende del territorio, per 1000. Considera gli infortuni in cui il territorio dell’evento coincide con quello in cui ha sede la PAT. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Indice di Incidenza con Esportati Indice di Gravità Indice di Incidenza Senza Importati Infortuni Esportati (di PAT dell’ULSS avvenuti fuori ULSS) Infortuni Importati (di PAT fuori ULSS) Infortuni Interni (di PAT dell’ULSS) ...di cui Mortali Indice di Incidenza con Esportati Indice di Gravità Indice di Incidenza Senza Importati Infortuni Esportati (di PAT dell’ULSS avvenuti fuori ULSS) Infortuni Importati (di PAT fuori ULSS) Infortuni Interni (di PAT dell’ULSS) ...di cui Mortali ...di cui Gravi Infortuni Riconosciuti Addetti ANNO Agricoltura Agrindustria e pesca 60 Il mondo animale Tab.28 – Andamento degli infortuni sul lavoro. Azienda ULSS 17, anni 2000-2006. Tab.27 – Infortuni sul lavoro suddivisi per comparto. Azienda ULSS 17, anno 2005. COMPARTO 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro ...di cui Gravi 26 Attività di Sanità Pubblica Infortuni Riconosciuti 20 Il Dipartimanto di Prevenzione Addetti 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 2000 40.221 2.393 386 9 1.495 366 331 34,34 2,98 41,92 2001 42.497 2.265 427 4 1.400 451 392 30,19 2,35 38,59 2002 44.577 2.180 376 0 1.424 397 395 29,23 1,62 37,58 2003 45.962 2.175 402 6 1.392 412 406 28,57 2,29 36,79 2004 46.774 2.152 405 1 1.307 452 465 25,85 2,09 35,28 2005 46.085 1.976 442 0 1.235 397 412 24,95 2,39 33,13 0 2.003 409 2 1.196 451 392 (.) (.) (.) 2006* Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione Veneto. Anni 2000-2006. L’indice di incidenza con esportati è dato dal rapporto tra il numero di infortuni e il numero di addetti delle aziende del territorio, per 1000. Considera tutti gli infortuni che le aziende di un territorio hanno avuto indipendentemente dal luogo del’evento. Fig.26 – Andamenti degli infortuni e indici di incidenza. Azienda ULSS 17, Anni 2000-2006. Infortuni riconosciuti gravi e totali L’indice di gravità è espresso come giornate convenzionali perse in media per addetto. Gli infortuni considerati per il calcolo di questo indicatore sono quelli considerati nell’indice di incidenza senza importati. Considerando il trend degli infortuni negli anni 2000-2005 (i dati relativi al 2006 sono provvisori) si registra un calo del 17% del numero totale degli infortuni ed un andamento altalenante di quelli gravi (vedi tab.28 e fig.26). Nel quinquennio sia gli indici di incidenza sia quelli di gravità si sono decisamente ridotti. Anche per gli anni successivi al 2005 e fino ad oggi, seppure in presenza di dati non ancora definitivi, continua l’andamento positivo con il calo degli infortuni in generale (vedi indici di incidenza), meno significativo per gli infortuni gravi. Nel 2009 le segnalazioni di infortunio arrivate in Servizio e valutate sono state 3144. Le inchieste per infortuni sul lavoro finalizzate alla ricostruzione della dinamica, delle cause e delle responsabilità e alla promozione di azioni migliorative nel contesto aziendale per un’adeguata gestione del rischio, effettuate nell’immediatezza del fatto o su programmazione, sono state 69, tra queste 1 per infortunio mortale (caso relativo ad un lavoratore di nazionalità marocchina caduto dall’alto mentre era addetto alla realizzazione della copertura di un capannone). A questa attività complessa e delicata il Servizio dedica necessariamente molte risorse. Indici di incidenza senza importati Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione Veneto. Anni 2000-2006. Relazione Attività 2009 55 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.29 - Attività di vigilanza: infortuni Infortuni sul lavoro 2008 Segnalazioni pervenute 2009 2970 3144 Inchieste di infortunio concluse 54 69 - di cui nell’immediatezza del fatto 19 21 - di cui con verbale di prescrizione trasmesso al PM 27 21 849 629 Vidimazione registri infortuni 63 61 47 85 92 Mesoteliomi Tumori 66 94 123 769 552 153 Patologieapparato respiratorio 131 62 66 Dermatiti 599 198 611 640 100 Le malattie professionali Mediamente arrivano al Servizio circa 70 denunce di malattie professionali all’anno. Le stesse rispecchiano per tipologia ed andamento quelle che pervengono complessivamente a livello regionale dove è evidente il continuo, progressivo incremento delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico correlate a rischi da sovraccarico biomeccanico del rachide e, soprattutto, degli arti superiori e il decremento delle patologie tradizionali, in particolare delle ipoacusie (fig.27). 200 2007 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Lavoro il 17.06.2009. Per quanto riguarda l’ULSS 17, complessivamente le unità locali da ispezionare nel 2009 sono fissate a 311. Nella medesima delibera viene anche indicato il numero di cantieri (134) e di aziende agricole (21) da ispezionare. Nel 2009 le aziende visitate, ai fini di valutare il loro stato di adeguatezza in merito all’igiene e sicurezza del lavoro, al rispetto delle norme specifiche, alla presenza di sistemi di gestione di processi importanti, quali gli infortuni, la manutenzione, la formazione, le misure di protezione individuale e collettiva, la sorveglianza sanitaria, sono state 356. I sopralluoghi sono stati complessivamente 476. I settori di attività oggetto di maggiore approfondimento sono stati: le costruzioni, l’agricoltura e i supermercati. In sintonia con quanto previsto dalla programmazione regionale, 12 interventi in altrettante unità locali sono stati effettuati congiuntamente con la Direzione Provinciale del Lavoro e/o con i carabinieri. Ai fini di migliorare la qualità degli interventi, assicurando maggior trasparenza nei confronti degli utenti, tutti gli accessi in azienda, per qualsiasi motivo, hanno comportato il rilascio alla stessa di un verbale che descrive l’intervento anche quando lo stesso è risultato positivo e, quindi, senza riscontro di irregolarità. I verbali totali sono stati 455. 300 400 500 2008 600 Interventi di prevenzione 700 800 Aziende di tutti i comparti oggetto di intervento (comprese aziende dell’edilizia) 900 2009 282 356 10 21 - 26 - di cui aziende comparto edilizia 117 173 - di cui aziende altri comparti 155 136 Sopralluoghi effettuati 487 476 - di cui aziende comparto agricoltura 2009 Tab.30 – Attività di vigilanza: malattie professionali 2007 2008 726 - di cui comparto supermercati Malattie professionali 72 Progetti innovativi Tab.31 – Attività di vigilanza: interventi di prevenzione 81 Ipoacusie 0 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva L’attività di vigilanza nelle aziende Gli obiettivi di attività degli SPISAL per l’anno 2009 sono stati definiti con DGR n. 114/CR del 28.07.2009. Tali obiettivi sono stati individuati in coerenza con quelli del Patto per la Tutela e la Salute nei Luoghi di Lavoro di cui al DPCM 17.12.2007, del Piano Nazionale Edilizia approvato dalla Commissione Salute delle Regioni e Province Autonome il 14.06.2007 e del Piano Nazionale Agricoltura approvato dal Comitato Tecnico Interregionale di Prevenzione Igiene e Sicurezza nel Luoghi di 128 Patologieapparato muscolo-scheletrico 60 Il mondo animale Nel 2009 le segnalazioni di malattie professionali arrivate e valutate sono state 76 e le inchieste di malattia professionale sono state 66. I casi di mesoteliomi che arrivano alla nostra attenzione sono per la maggior parte relativi a lavoratori che sono residenti nella nostra ULSS ma che hanno lavorato in aziende non ubicate nel nostro territorio (tab.30) Fig.27 – Malattie professionali denunciate agli Spisal del Veneto, anni 2006, 2007 e 2008 Altrepatologie 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 2008 2009 Segnalazioni pervenute 72 49 76 - Ipoacusie 39 19 15 - Dermatiti 1 1 0 Verbali - Patologie dell’apparato respiratorio 1 2 0 - a imprese (datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori) 23 22 50 - Tumori 0 3 0 - Mesoteliomi 7 2 10 - Altre patologie 1 0 1 N. verbali di prescrizione 169 84 66 66 N. verbali di disposizione 108 - Patologie dell’apparato muscolo-scheletrico Inchieste di malattie professionale concluse 56 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Tab.32 – Verbali di prescrizione e disposizione 2009 164 - a lavoratori autonomi 3 - a committenti e/o responsabili dei lavori 6 - a coordinatori per la sicurezza 19 Relazione Attività 2009 57 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Il comparto delle costruzioni (edilizia) Gli infortuni in edilizia sono ancora un fenomeno preoccupante sia per la frequenza (indice di incidenza) sia, soprattutto, per la gravità (indice di gravità). Il Piano Nazionale Edilizia e il relativo Piano Regionale hanno l’obiettivo prioritario di contrastare questo fenomeno attraverso una accentuazione, diffusa sul territorio, degli interventi ispettivi (50.000 cantieri da ispezionare ogni anno in Italia; 4699 nel Veneto) rivolti, in particolare, ad evidenziare profili sostanziali di sicurezza e di salute e di regolarità del lavoro. Circa la metà di tutti gli interventi di prevenzione è stato effettuato nel comparto dell’edilizia (tab.33). Nel 2009 sono pervenute 1084 notifiche e sono stati controllati 146 cantieri per un totale di 173 unità locali (imprese e lavoratori autonomi), in linea con gli obiettivi di attività di cui sopra. Le attività di bonifica amianto Un particolare settore di attività, che confluisce in parte nell’ampio capitolo dell’edilizia, è quello relativo alle bonifiche di strutture/siti che presentano materiali contenenti amianto. L’attività di rimozione, se non condotta nel rispetto delle normative specifiche, può comportare un rischio di esposizione ad amianto per i lavoratori che effettuano gli interventi e un danno anche ambientale. 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Inoltre, tale attività determina la produzione di rifiuti tossico/ nocivi che devono essere correttamente smaltiti in discariche autorizzate. Prima di procedere alla rimozione, le ditte (specializzate e autorizzate) devono presentare allo SPISAL il piano di lavoro dove vengono indicate le modalità di intervento e le misure da adottare per la salvaguardia della salute e sicurezza degli operatori e per la tutela dell’ambiente. Attività autorizzativa Il Servizio, in qualità di organo di vigilanza, è destinatario di numerose segnalazioni, notifiche, richieste di autorizzazioni e pareri previsti dalle diverse normative. I più conosciuti sono i pareri tecnici richiesti dall’Autorità Sanitaria Locale (Sindaco) per la verifica degli aspetti igienicosanitari delle pratiche edilizie degli insediamenti produttivi. Altre riguardano le comunicazioni all’organo di vigilanza da parte dell’imprenditore: per tutte queste comunicazioni è necessario prendere in visione la pratica, valutare la completezza e la correttezza della documentazione e stabilire se archiviare la pratica o richiedere integrazioni; in alcuni casi, inoltre, il Servizio deve anche formulare un parere scritto, entro un determinato periodo di tempo. Notifiche art. 99 D.Lgs. 81/08 2008 2009 1153 1084 86 146 Unità locali controllate (imprese e lavoratori autonomi) 117 173 Sopralluoghi complessivamente effettuati 167 256 Verbali con prescrizioni con o senza disposizioni 94 119 Verbali con sole disposizioni 35 46 134 198 Cantieri controllati Verbali totali 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva L’attività sanitaria In merito alla sorveglianza sanitaria – quale importante misura di tutela ai fini di monitorare nel tempo lo stato di salute dei lavoratori rispetto ai rischi presenti nell’attività lavorativa – il Servizio esegue visite per l’idoneità al lavoro e visite specialistiche su richiesta o, direttamente, nei casi di malattia professionale o in particolari contesti aziendali. Per la tutela delle lavoratrici in gravidanza e delle lavoratrici madri viene effettuata l’istruttoria finalizzata all’interdizione dal lavoro o al cambio di mansione. Viene, inoltre, eseguita la valutazione dei protocolli di sorveglianza sanitaria e degli accertamenti effettuati dai medici competenti nelle aziende. I medici competenti che operano nel territorio dell’AULSS 17 sono circa 60. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Nell’anno le visite specialistiche, corredate, se necessario, da esami strumentali (audiometria, spirometria) sono state 215; le istruttorie per le lavoratrici in gravidanza e per le lavoratrici madri sono state 187; le aziende nelle quali sono stati valutati i protocolli e gli accertamenti sanitari sono state 173. È stata, inoltre, attivata la sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad amianto (9 casi).Il Servizio partecipa, con il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL), al Sottocomitato Tecnico Bassa Padovana per l’inserimento dei disabili al lavoro. Nel corso del 2009 il Sottocomitato si è riunito 8 volte, valutando 51 casi di disabili in possesso della certificazione emessa dalla Commissione prevista dalla Legge n. 68 del 1999. Le ditte individuate per l’inserimento mirato sono state 58. Tab.36 - Attività sanitaria Attività sanitaria N. visite effettuate dallo SPISAL per apprendisti e minori 2009 43 N. visite effettuate dallo SPISAL su propria iniziativa o su richiesta 172 N. aziende in cui è stato controllato il protocollo di sorveglianza sanitaria e/o le cartelle sanitarie 173 N. ricorsi avverso il giudizio del Medico Competente (art. 41 c. 9 D.Lgs. 81/08) Tab.33 – Interventi ispettivi nel comparto delle costruzioni Interventi in edilizia 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 4 Sorveglianza sanitaria per ex esposti amianto 9 N. pareri sanitari espressi per lavoratrici madri 187 N. pareri sull’inserimento di lavorativo disabili (L. 68/99) 51 Tab.34 – Controlli su attività bonifica amianto Bonifica amianto Totale piani di lavoro art. 256 D.Lgs. 81/08 2008 2009 188 163 - di cui per amianto friabile 2 4 Piani bonifica amianto controllati con sopralluogo 7 31 Certificati di restituibilità rilasciati 2 9 155 180 Schede anagrafiche di comunicazione di microraccolta analizzate Tab.35 - Attività autorizzativa Attività autorizzativa Pareri per nuovi insediamenti produttivi 499 Notifiche art. 67 D.Lgs. 81/08 3 Notifiche cantieri art. 99 D.Lgs. 81/08 1084 Piani di lavoro art. 256 D.Lgs. 81/08 163 Notifiche relazione annuale imprese amianto art. 9 L. 257/92 Comunicazioni inizio lavori (L. 449/97) 30 56 Vidimazioni registro infortuni 58 2009 629 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 59 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione VIGILANZA ED ISPEZIONE Tab.38 Altre attività n. interventi Istruttoria per impianti x riconoscimento CE Istruttoria x impianti regolam. legge 283/62 Certificazioni sanitarie per scambi Assegnazione prodotti x distruzione Indagini epidemiologiche a seguito segnalazione Provvedimenti amministrativi o sanzionatori Provvedimenti di Polizia Giudiziaria Fatturazione Gestione emergenze TOTALE Profilassi Particolare attenzione è stata rivolta alle malattie emergenti quali TSE, Influenza aviaria, Blue Tongue, IBR, Paratubercolosi, alcune di queste con risvolti zoonosici, mentre si sono mantenuti costanti i controlli previsti per le malattie sottoposte a profilassi di stato senza nessun reperto di positività. L’intero patrimonio bovino è risultato ufficialmente indenne da Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi Bovina ed è stata data attuazione al piano regionale di controllo per l’IBR. CAPITOLO 8 Il mondo animale AREA A: IL CAMPO D’INTERVENTO Dall’anagrafe informatizzata del Servizio Veterinario, nel territorio dell’ULSS n. 17 risultano esistere n. 2565 allevamenti di animali di tutte le specie da produzione con una popolazione animale così ripartita: Tab.37 – Popolazione animale Specie animale Bovini da riproduzione Bovini da carne Ovi-caprini Equini Suini Polli (*) da carne Polli (*) riproduttori Galline ovaiole (*) Pollastre (*) Tacchini (*) Altre specie avicole Conigli Apiari Ittiocolture (*) Numero animali presenti per ciclo di allevamento. 60 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Numero capi 2.874 37.482 8.520 2.500 24.020 2.923 123.300 866.316 124.800 721.121 524.580 180.000 168 5 ANAGRAFE BOVINA Le irregolarità riscontrate nella Banca Dati hanno portato a controlli in allevamento seguendo precisi protocolli operativi finalizzati alla corrispondenza dei dati e rintracciabilità degli animali fino al macello con meccanismo di feed back interfacciando i dati dello stabilimento con quelli centralizzati. È proseguito comunque l’allineamento dei dati con l’anagrafe regionale e l’intero patrimonio zootecnico è risultato inserito in anagrafe (circa 140.000 movimentazioni annue). ANAGRAFE CANINA Nel corso del 2009 sono stati registrati n. 12.249 movimentazioni in BAC. Canile sanitario e colonie feline (Randagismo canino) Nel corso del 2009, la prevenzione ed il controllo del randagismo canino hanno costituito la principale attività del canile sanitario. A fronte di circa 730 cani ricoverati a seguito di cattura, si è verificata una riduzione della permanenza di un numero crescente di animali nelle strutture in quanto una volta identificati, perché in possesso di microchip, sono stati restituiti ai proprietari. D’altra parte, il costante aumento delle presenze dei cani nel canile e le richieste di intervento sui gatti che vivono in stato di libertà hanno impegnato il Servizio nell’espletamento degli interventi di sterilizzazione che nell’anno 2009 hanno interessato n. 187 cani e 372 gatti. Lo svolgimento di questa attività chirurgica, che è soggetta a finanziamento regionale sulla base dell’attività svolta, crea però delle criticità cui bisognerà porre quanto prima rimedio, soprattutto per l’inadeguata ricettività delle strutture del canile e ambulatoriali. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA Nel corso dell’anno, considerato il rischio di introduzione e diffusione dei virus influenzali, sono stati attuati controlli sierologici e virologici in tutti gli allevamenti di tacchini da carne nei 7 giorni precedenti il primo carico verso il macello e verifiche sulla sussistenza dei requisiti minimi di biosicurezza in tutti gli allevamenti avicoli. È stato dato attuazione al Piano di sorveglianza nei confronti del virus West Nile nella parte di territorio definita quale area di circolazione virale e al Piano di monitoraggio della Malattia vescicolare dei suino negli allevamenti da riproduzione ed ingrasso e nelle stalle di sosta. In applicazione alle disposizioni relative al sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica della Encefalopatie Spongiformi Trasmissibile (TSE) sono stati effettuati prelievi di campioni su tutti gli animali della specie bovina e ovina morti negli allevamenti. Nel corso dell’anno i dati di positività per idatidosi su una bovina proveniente dalla nostra ULSS segnalati da un macello della provincia di Rovigo hanno costituito il punto di partenza di un’indagine retrospettiva nella quale tutti i cani dell’allevamento sono risultati poliparassitati, con presenza di parassiti che testimoniano l’abitudine al consumo di carni crude (Sarcocystis spp. e cestodi). I campioni positivi per cestodi, analizzati mediante PCR presso il Centro di Referenza per l’echinoccoccosi dell’IZS di Sassari, hanno dato esito positivo per Echinococcus granulosus. La prevalenza riscontrata nei bovini ha confermato la circolazione del parassita nell’allevamento, anche se a bassi livelli, e il riscontro di cani positivi per E. granulosus ha dimostrato la possibilità che il ciclo del parassita si completi a livello locale. L’attività di controllo degli apiari ha confermato la radicata e diffusa presenza di infestazione da Varroa Jacobsoni per la quale continuano i piani di lotta previsti dalla Regione Veneto. La vigilanza ha, inoltre, permesso di evidenziare una rilevante moria di famiglie di api a partire dal mese di Marzo fino ad Agosto dovuta ai trattamenti fitosanitari nelle colture di mais, nei frutteti e nei vigneti. Per evidenziare questo problema si provveduto ad attivare organi istituzionali (Assessorato Provinciale all’Agricoltura, Ispettorato Regionale Relazione Attività 2009 61 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica dell’Agricoltura) per una corretta e precisa campagna informativa sull’ utilizzo dei presidi sanitari in agricoltura. CONTROLLI Nel 2009 l’attuazione dei Piani nazionali di controllo delle Salmonellosi ha permesso di confermare la presenza in due allevamenti avicoli di sierotipi di Salmonella considerati rilevanti per la salute pubblica in quanto ascritti fra le cause di infezione a trasmissione alimentare nell’uomo. AREA B: IL CAMPO DI INTERVENTO Servizio d’igiene alimenti di origine animale e la percezione del rischio Nell’attuale organizzazione i Servizi Veterinari svolgono un ruolo essenziale nell’ambito sia dell’ eradicazione delle malattie infettive (incluse le zoonosi), sia nell’ambito della sicurezza alimentare, i veterinari sono quindi i veri garanti del sistema. Tutelano sia le popolazioni animali che l’uomo che con esse interagisce. L’attività veterinaria pubblica riveste un ruolo chiave a cavallo di interessi economici e sanitari, ruolo che impone preparazione professionale, celerità, e efficacia e flessibilità di intervento, L’evoluzione della normativa comunitaria, con l’applicazione delle nuove normative denominate “pacchetto igiene”Reg CE 852-853-854-882/2004”, ha imposto la sostituzione del vecchio modello di controllo capillare con il controllo mirato, con l’obbiettivo di incidere sulle aree di maggior rischio sanitario. Questa attività mirata, basata sull’analisi del rischio (RISK ANALISIS), che si fonda essenzialmente su riscontri epidemiologici, ha lo scopo di massimizzare l’efficacia degli interventi riducendo i costi di medio e lungo periodo, consentendo al consumatore di valutare l’effettiva efficacia delle prestazioni rese. Il presupposto di questa nuova normativa è quello di garantire la libera circolazione di alimenti sicuri e sani, questo contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini, nonchè ai loro interessi sociali ed economici. Basilare quindi è divenuto il concetto di analisi del rischio, valutazione che deve essere effettuata prima di adottare misure restrittive, in modo da prevenire ostacoli ingiustificati alla libera circolazione e per evitare l’immissione sul mercato di alimenti pericolosi. Grande importanza riveste il controllo degli alimenti a tutela degli interessi dei consumatori, controlli che sono effettuati lungo la filiera alimentare, dalle attività di produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione, somministrazione, trasporto alimenti di origine animale e loro derivati. In collaborazione dell’ufficio di confine regionale (UVAC) è controllata la movimentazione ed eseguita l’ispezione delle carni e degli altri prodotti di origine animale tra i Paesi della Comunità Europea. Per quanto riguarda la produzione delle carni abbiamo che i controlli sono effettuati prima negli allevamenti, dai colleghi dei Sanità Animale e di Igiene degli allevamenti e delle produzioni 62 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative zootecniche, poi dalla macellazione alla trasformazione trasporto e fino alla vendita al consumatore dai veterinari dell’area di Igiene degli alimenti di origine animale. Il territorio in cui insiste la nostra Azienda ULSS è particolarmente ricco di stabilimenti di produzione, ben sette sono quelli di macellazione, stabilimenti in cui la presenza veterinaria è garantita in ogni fase della macellazione, nel solo settore della produzione delle carni rosse ai quattro macelli industriali, se ne aggiungono due di piccole dimensioni. In tali stabilimenti annualmente si macella un quantitativo totale di 45.988 bovini adulti, 6.064 bovini giovani, 4266 Equini, 1745 ovicaprini, 1842 suini e 599 cinghiali. Esiste inoltre un grosso macello avicolo in cui producono 17.181.449 polli all’anno a cui si affianca la produzione di carni fresche di pollame e di prodotti lavorati precotti e cotti. Consistente è anche il numero di salumifici, ben n 22 dislocati nell’intero territorio ULSS, nel comprensorio di Montagnana sono concentrati la maggior parte degli stabilimenti di produzione del Prosciutto Veneto, o Berico Euganeo, prodotto DOP, fiore all’occhiello dell’industria salumiera regionale. Importante è anche la presenza di caseifici ben quattro sono gli stabilimenti industriali e artigianali stabilimenti anch’essi dotati come i macelli i sezionamenti ed i salumifici di riconoscimento comunitario e quindi sottoposti a ispezione e vigilanza veterinaria. Ad eccezione degli stabilimenti di macellazione in cui la presenza dei Medici Veterinari deve essere garantita durante tutte le fasi della macellazione, negli latri stabilimenti di produzione, siano sezionamenti, salumifici, caseifici, o di altre attività produttive, la frequenza dei controlli veterinari viene stabilita in base a precise valutazioni dell’attività secondo i concetti della categorizzazione del rischio, in base a parametri quali il numero degli addetti, alla vetustà degli impianti produttivi, alla tipologia degli alimenti, alla loro pericolosità/ innocuità, all’ambito della commercializzazione (locale, nazionale o comunitaria), all’implementazione di un valido ed efficace sistema di autocontrollo basato sulle metodiche del HACCP (Hazard Analisys, critical Control Point) e altri parametri in modo da rendere i controlli con frequenze uniformi a livello regionale e comunitario. I controlli veterinari vengono effettuati lungo la filiera produttiva dalla produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione, somministrazione, trasporto e vendita degli alimenti di origine animale. Secondo la normativa comunitaria gli stabilimenti di produzione vengono suddivisi in: a. stabilimenti riconosciuti vale a dire quegli stabilimenti che soddisfano i pertinenti requisiti del Reg 853/2004/CE, in cui è stato nominato un Veterinario Ufficiale; b. stabilimenti registrati, cioè inseriti in un elenco regionale. nel corso del 2009 il servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale è stato impegnato nella registrazione delle aziende che in qualche maniera producono, commercializzano, trasportano gli alimenti., andando a sostituire quella che prima veniva definita come autorizzazione sanitaria rilasciata ai sensi della legge 283762 e suo regolamento di attuazione. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Nel corso dell’anno sono state sottoposte a registrazione n. attività l’attività prevalente del servizio veterinario si svolge attraverso controlli ufficiali effettuati ai sensi del Reg. 882/2007CE; sono effettuati per verificare il rispetto delle disposizioni dei regolamenti sul Pacchetto igiene in modo da garantire che gli alimenti siano sani e sicuri. La normativa più specifica riguarda l’igiene degli alimenti, , il controllo e l’eradicazione delle malattie degli animali aventi impatto sulla salute pubblica. Il controllo dell’etichettatura degli alimenti dei mangimi, degli additivi, le vitamine io Sali minerali , i materiali che sono a contatto con gli alimenti ,l’acqua potabile, , gli organismi OGM. La salute ed il benessere degli animali sono più fattori importanti che contribuiscono alla qualità e alla sicurezza degli alimenti, alla prevenzione della diffusione delle malattie e al trattamento più umano degli animali Sono stati eseguiti sugli alimenti in fase di produzione e vendita il PRIC, cioè il Piano Regionale Integrato dei Controlli predisposto dalla Regione tale piano descrive le attività dei controlli ufficiali in ambito di sicurezza alimentare, benessere animale. I controlli veterinari si svolgono attraverso varie metodologie come le verifiche , le ispezioni, i campionamenti e gli Audit. Questi ultimi rappresentano lo strumento nuovo in mano ai servizi per effettuare esami secondo metodologie mutuate dai sistemi della qualità per accertare attraverso un processo sistematico ed indipendente se determinate attività e i risultati correlati siano conformi alle disposizioni previste. Sono stati effettuati n 6 Audit secondo un programma annuale negli stabilimenti di produzione. Sono state rilevate “non conformità” e le “azioni correttive” eseguite hanno determinato un miglioramento delle condizioni igieniche e produttive degli stabilimenti “Auditati”. e nella fase di macellazione il PNR o Piano Nazionale Residui, in cui sono stati effettuati campionamenti per la ricerca di sostanze ormonali proibite, campionamenti per verificare l’eventuale presenza di residui di farmaci e residui di contaminanti ambientali nelle carni. Nel corso dell’anno 2009 sono stati effettuati 470 campionamenti . 25 campioni sono risultati non conformi Sono stati eseguiti più di 7000 campionamenti per la ricerca della trichinella nelle carni suine, equine ,cinghiali. sono stati eseguiti 252 campionamenti su tronco encefalico di bovino su bovini per la ricerca della BSE Sono stati adottati i provvedimenti del caso… Attività dei servizi veterinari - igiene, produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione, somministrazione, trasporto alimenti di origine animale e loro derivati - ispezione degli impianti di macellazione; - vigilanza ed ispezione nelle strutture in cui la normativa vigente prevede il veterinario ufficiale; - disposizioni di indagini microbiologiche in tutte le fasi della produzione e sui prodotti; - valutazione degli esiti analitici e informazione dei conduttori 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione degli stabilimenti, dei risultati, degli esami e degli eventuali accorgimenti da adottare; - certificazione sanitarie sui prodotti destinati all’esportazione o a usi particolari; - monitoraggio della presenza di residui di farmaci e contaminanti ambientali degli alimenti di origine animale AREA C: IL CAMPO DI INTERVENTO Il Servizio di area C nel corso dell’anno 2009 ha visto il congedo per quiescenza, del Direttore di Servizio dott. Pietro Sguotti e la sostituzione con il dott. Nicola De Paoli. Sono continuate le attività classica istituzionali di controllo e monitoraggio del territorio e sono state intrapresi progetti nuovi ed innovativi. Controllo e vigilanza della produzione, distribuzione e impegno del farmaco veterinario Il controllo del farmaco, insieme al controllo del benessere animale, è tra le attività principali dell’ area C, ultima area funzionale venuta a far parte del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria. Il D.L.vo 6 aprile 2006 n. 193 “attuazione della direttiva 2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali veterinari” che abroga il D.l.vo 119/92, modificato dal D.L.vo 47/1997, e il DMS 306/2001. (art. 120), che, da un’attenta lettura alla fine ha inglobato i due diversi provvedimenti ampliandoli in quelli che devono essere sembrati punti deboli, individua scadenze precise per la vigilanza nelle diverse strutture citate. Ispezioni che l’USL deve eseguire di norma una volta l’anno negli allevamenti, nei depositi all’ingrosso, nelle rivendite, nelle strutture di ricovero e cura. I depositi all’ingrosso dei farmaci veterinari, in particolare quelli autorizzati alla vendita diretta, rappresentano un punto sensibile nelle operazioni di Farmacosorveglianza. Queste strutture sono il primo anello nella catena di commercializzazione e circolazione del farmaco e quelle più soggette a pressioni per la movimentazione di farmaco in nero o privi di ricettazione. Le operazioni di verifica si focalizzano principalmente nella verifica della corretta tenuta dei farmaci, nelle registrazioni del carico e scarico, nella congruità tra ricette e dispensa dei farmaci, nella detenzione di almeno il 70% dei medicinali veterinari in commercio in relazione alla realtà zootecnica specifica locale. Altro aspetto importante risulta il controllo presso le farmacie, ovvero presso la distribuzione al minuto di farmaci attraverso la ricettazione medico veterinaria. La corretta prescrizione del farmaco è alla base di un controllo su tutti gli animali, indipendentemente se destinati ad uso alimentare. In ultimo, poiché dal punto di vista dell’impatto sulla salute pubblica assume un’importanza relativa, ci sono le strutture di cura e ricovero d’animali. In queste strutture che sono deputate prioritariamente alla cura d’animali da compagnia, la Farmacosorveglianza ha la funzione di verificare il corretto uso dei farmaci, accertare l’uso di sostanze vietate e l’uso in deroga dei farmaci utilizzati. Relazione Attività 2009 63 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.39 Dove N° ispezioni % sulla totalità Ambulatori veterinari 18 64% 1 100% Allev. Bovini 483 59% Allev. Suini 432 49% Allev. Equini 14 88% Allev. Avicoli 205 93% Allev Cuniculi 30 100% Allev Ovi-caprini 32 37% Maneggi, scuderie 13 52% Canili 2 100% Apiari 5 2% 12 21% 1 100% Med. Veterinari con scorta Farmacie Altre specie animali Attività di ricerca della presenza di residui con consentiti nelle carni e negli animali in allevamento La cura delle malattie degli animali riconosce nell’utilizzo del farmaco veterinario uno strumento indispensabile per il ripristino delle condizioni fisiologiche e per il benessere degli animali. Questo ha determinato negli anni un aumento dell’ utilizzo di farmaci veterinari negli allevamenti da reddito, in particolare in quelli intensivi, a scopo oltre che profilattico e/o terapeutico anche come promotore di crescita. Il fatto che i soggetti destinatari possano diventare alimenti per l’uomo, determina un attento controllo sulla tipologia delle molecole impiegate e sul rispetto dei periodi di sospensione per i farmaci registrati. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 Tab.40 Dove N° Allevamento 24 Macellaio 143 Specie controllate N° Conigli 11 Equini 3 Polli 48 Uova 6 Bovini 97 Altri animali 2 Attività di ricerca della presenza di sostanze ad azione ormonale nelle carni e negli animali in allevamento L’utilizzo di fattori di crescita per l’incremento del peso degli animali si è dimostrato nocivo per la salute umana. La 64 constatazione dei rischi correlati all’uso di talune sostanze ha portato l’Unione ad adottare da alcuni anni alcune direttive per regolamentare in modo uniforme la materia. Recente è al riguardo l’attuazione anche in Italia delle direttive n. 2003/74/ CE e 2008/97/CE che hanno portato all’ emanazione del D.L.vo. n. 158/06 , modificato dal D.L.vo n.232/06 e il successivo D.vo 148/09. La normativa prevede per i Servizi Veterinari un sistema di controlli ufficiali che sono eseguiti senza preavviso, nei macelli e negli allevamenti. Nel caso si accertino trattamenti illeciti la normativa prevede come prime misure il sequestro e successivamente l’abbattimento in loco ovvero nello stabilimento di macellazione, degli animali riconosciuti positivi con un articolato sistema sanzionatorio che può arrivare all’arresto da tre mesi a tre anni o con l’ammenda da Euro 10.329 a 61.974. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009. Tab.41 Dove N° Allevamento Macellaio 41 68 Specie controllate Conigli Equini Polli Uova Bovini Altri animali N° 2 1 18 1 85 1 Attività di ricerca della presenza di residui nelle carni e negli animali in allevamento Negli alimenti si possono depositare sostanze estranee per motivi di inquinamento ambientale o per le molteplici attività Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva dell’uomo che si avvale di sostanze chimiche più disparate. Il crescente uso di pesticidi, insetticidi, fungicidi, oltre a topicidi ed altri, può portare ad un accumulo nella catena alimentare tale da rappresentare un rischio per la salute umana. Monitorare la presenza per prevenire danni a breve ma in particolare a lungo termine rappresenta un impegno costante. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009. Tab.42 Dove N° Allevamento 13 Macellaio 33 Specie controllate N° Conigli 3 Equini 12 Polli 7 Uova 6 Bovini 18 Controlli sul latte destinato alla alimentazione umana o alla caseificazione e sulle produzioni lattiero-casearie La vendita diretta di latte crudo presso i distributori automatici di latte deve garantire criteri di qualità e di sicurezza al consumatore, anche se il prodotto non ha avuto alcun processo di trasformazione o di stabilizzazione. Nei 6 distributori presenti sul territorio, sono stati eseguiti 67 prelievi di conformità e di sicurezza, non rilevando alcun problema significativo. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.43 Latte alimentare N° Distributori Prelievi di conformità 6 67 È stato oggetto di controllo anche il latte che i 39 produttori conferiscono ai caseifici, al fine di indirizzare le produzioni in base alle caratteristiche igienico sanitarie. In particolare, sono stati esaminati gli esiti degli autocontrollo dei produttori rilasciati dall’ Istituto Zooprofilattico. In caso di situazioni problematiche è stata notificata la non conformità al produttore di latte e al caseificio di conferimento, affinché il rischio sanitario possa essere annullato. Sono state notificate 37 non conformità agli allevatori per la immediata soluzione del problema e 97 non conformità ai caseifici per indirizzare la produzione verso formaggi a lunga stagionatura. Tab.44 Latte destinato a caseificio N° Produttori di latte 39 Notifiche di non conformità ai produttori 37 Notifiche di non conformità ai caseifici 97 Controllo sulla produzione di mangimi di origine animale Il Servizio opera nel comparto “alimenti zootecnici” con l’obiettivo di verificare la corretta applicazione delle norme di settore attraverso le quali si perseguono la tutela della sanità e del benessere degli animali e, conseguentemente, della qualità delle produzioni da questi derivate. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 Tab.45 Dove Allevamento Mangimifici Avi-cuniculi Bovini Animali da compagnia Altri Suini N° 37 37 55 7 3 37 6 Controllo sulla alimentazione animale Il nostro Servizio si è adoperato nell’arco di tutto l’anno, per assicurare, in accordo a quanto già stabilito dal Regolamento (CE) n. 178/2002 e dal Regolamento (CE) n. 882/2004, un sistema ufficiale di controllo dei mangimi lungo l’intera filiera alimentare. La Regione Veneto ha pianificato un piano di Alimentazione Animale, di derivazione ministeriale che anche per quest’anno ha previsto un numero di controlli e campionamenti da effettuare in aziende ed impianti di produzione , stoccaggio, lavorazione, deposito e trasformazione di alimenti zootecnici, Relazione Attività 2009 65 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica al fine di verificare la rispondenza ai requisiti igienico-sanitari e la ricerca di sostanze vietate e/o nocive In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 Tab.46 Dove N° Allevamento 37 Macellaio 37 Specie interessate N° Avi-cuniculi 55 Bovini 7 Animali da compagnia 3 Altri 37 Suini 6 Ricerca 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.47 Analisi eseguite Arterite virale equina Anemia infettiva equina 36 Virus batteri 21 Contaminanti chimici-fisici 15 Controllo e vigilanza sulla riproduzione animale Al fine di favorire l’incremento e il miglioramento del patrimonio zootecnico, il Servizio veterinario svolge una azione di controllo sia sugli animali destinati alla produzione di seme, sia sugli operatori abilitati all’inseminazione artificiale. Anche quest’anno è stato tenuto aggiornato il registro dei “fecondatori” abilitati alla fecondazione artificiale, verificando le domande e il possesso dell’idoneità al fine di ottenere l’ autorizzazione dalla Commissione regionale Sugli stalloni equini, sono state eseguiti i prelievi e gli esami di laboratorio per validarne l’idoneità igienico sanitaria degli stessi. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.49 N. 4 4 Morbo coitale maligno 4 Morva 4 Taylorella equigenitalis 4 Vigilanza sul benessere animale e sulle tecnologie di allevamento Da parte dei consumatori si avverte sempre più la pressante richiesta che gli animali indipendentemente dal fatto che essi siano da affezione o destinati al consumo alimentare vengano trattati bene. In particolare da parte dei servizi Veterinari la presenza degli animali negli allevamenti deve essere valutata tenuto conto della specie, del grado di sviluppo, adattamento e addomesticamento, nonché delle loro esigenze fisiologiche ed etologiche secondo l’esperienza acquisita e le conoscenze scientifiche. N° Sostanze farmacologiche 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro Categoria N° accessi stabilimenti N° ispezioni 1 Tecnico (diversi) 1 1 1 Compostaggio/biogas 3 3 2 Compostaggio/biogas 3 3 2 2 1-2-3 Utilizzatori per l’alimentazione di animali particolari (art. 23) Tab.50 Specie controllate durante il trasporto N° animali Bovini 515 Suini 599 Ovini 207 Equini 162 Avicunicoli Animali da compagnia Ci si rende conto altresì che una buona protezione del benessere degli animali contribuisce, direttamente e indirettamente, alla salubrità e qualità dei prodotti alimentari e che l’apparato normativo e il sistema di sostegno in agricoltura devono adeguarsi di conseguenza. In risposta a quest’esigenza, la normativa UE sul benessere degli animali si è costantemente ampliata negli ultimi anni. Sono state applicate le check list regionali, specifiche per ogni singola specie in allevamento. Questo ha permesso di uniformare il servizio e avere parametri di valutazione appropriati. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 Tipologia impianto 1774 5.552 176 Sottoprodotti di origine animale I sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano costituiscono una potenziale fonte di rischi per la salute pubblica e degli animali. In passato, le crisi connesse all’insorgenza dell’afta epizootica, alla diffusione delle encefalopatie spongiformi trasmissibili quali l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE) e alla presenza di diossina nei mangimi hanno messo in evidenza le conseguenze dell’uso improprio di determinati sottoprodotti di origine animale sulla salute pubblica e degli animali, sulla sicurezza della catena alimentare e dei mangimi nonché sulla fiducia dei consumatori. In relazione a quanto previsto dal eg (CE) 1774/02, sono proseguite le attività di verifica e di controllo negli stabilimenti presenti nel nostro territorio che utilizzano tali sottoprodotti. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati negli stabilimenti , divisi per categoria di rischio, effettuati nel corso dell’anno 2009 Condizionalità Dal 1/1/2007 l’accesso ai regimi di sostegno diretto ai redditi degli agricoltori (allevatori) è subordinato al rispetto anche della normativa vigente in materia di benessere degli animali allevati (condizionalità). Gli enti regionali pagatori si avvalgono della professionalità degli Enti periferici per indirizzare controlli mirati, prima di disporre dei finanziamenti Comunitari. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 Tab.51 Specie controllate in allevamento Bovini N° animali 2 Tab.48 Specie controllate in allevamento Avicuniculi Suini Ovibovini N° controlli 30 6 30 Anche nei trasporti sono stati effettuati periodici controlli, in particolare sugli animali oggetto di scambio comunitario, ovvero soggetti a spostamenti più lunghi e conseguentemente più problematici. In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso dell’anno 2009 66 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 67 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva una serie di progetti nell’anno scolastico 2008/2009 con i seguenti temi: la relazione educativa per la promozione della salute, la promozione dell’attività fisica e la corretta alimentazione, l’educazione alla sessualità e prevenzione delle MST, la prevenzione del tabagismo. I programmi coordinati dal SEPS sono stati progettati e realizzati dai Gruppi di Lavoro Operativi (GLO) di cui fanno parte, oltre al personale SEPS, operatori dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione (SISP, SIAN) del Distretto (Ser.D, MIEEF) del Servizio Infermieristico, del Dipartimento Tecnico Amministrativo. L’adesione ai progetti di educazione alla salute proposti alla scuola è stata notevole: hanno aderito ai progetti presentati unitariamente dall’Azienda 85 scuole pari al 38% di quelle presenti nel territorio, di cui 55 scuole hanno aderito ai progetti realizzati dai GLO, coordinati dal SEPS, pari al 25% delle scuole del territorio. L’adesione ai progetti rispetto alle tipologie di scuole è stata: 13% delle scuole dell’infanzia di cui il 64% su progetti SEPS; 61% delle scuole primarie di cui il 57% su progetti SEPS (indicatore richiesto 15%); 43% delle scuole secondarie I grado di cui il 63% su progetti SEPS (indicatore richiesto 15%); 52% delle scuole secondarie II grado di cui 100% su progetti SEPS (indicatore richiesto 40%). L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 68 EPS NELLA SCUOLA È ormai consolidata l’esperienza che la collaborazione tra la Scuola e il mondo sanitario porta al miglioramento della salute dei cittadini. L’alleanza con il mondo della Scuola ha infatti l’obiettivo di sviluppare una cultura orientata alla promozione della salute, offrendo anche l’opportunità di sperimentare “scelte salutari” attraverso lo sviluppo di programmi studiati appositamente per il target giovanile, attraverso il coinvolgimento degli adulti significativi. Perché tale impegno porti a risultati apprezzabili in termini di salute, diventa essenziale garantire continuità nei rapporti tra mondo sanitario e mondo scolastico. L’approccio dei programmi proposti ha cercato di rendere applicabili i principi della partecipazione, dell’intersettorialità, della condivisione, dell’equità e dell’empowerment. Sono stati avviati e portati a conclusione da parte del SEPS Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione ai progetti di promozione dell’attività fisica e della corretta alimentazione e prevenzione del tabagismo. A fine anno, presso l’atrio dell’Ospedale di Monselice, è stata allestita la prima tappa di una MOSTRA ITINERANTE, che si sposterà in tutti gli ospedali, che espone i lavori realizzati dai ragazzi e dagli insegnanti nel corso dell’Anno Scolastico 2008/2009 in relazione ai progetti di educazione e promozione della salute realizzati. Anche per l’anno scolastico 2009-2010, tutte le proposte di educazione alla salute rivolte alla Scuola progettate dai gruppi di lavoro aziendali, non solo quelli di cui il SEPS ha la responsabilità diretta, sono state raccolte ed elaborate in una pubblicazione originale “Informa Scuola” rivolta a tutte le scuole pubbliche e parificate del territori dell’Azienda. Tale opuscolo, il cui progetto grafico è a cura del SEPS, non solo è stato inviato a tutti i Dirigenti scolastici e agli insegnanti referenti per l’educazione alla salute, ma è stato presentato anche nei collegi docenti degli Istituti Comprensivi del territorio riscuotendo molti consensi. In collaborazione con il SER.D, il SEPS, con il proprio personale, partecipa alla realizzazione delle attività dei Centri di Informazione e Consulenza (CIC) presenti nelle scuole secondarie di II° EPS NELLA COMUNITÀ La prevenzione patologie fumo-correlate Per la disassuefazione da fumo di tabacco nella comunità il SEPS ha organizzato, come ogni anno, un Corso per Smettere di Fumare rivolto alla popolazione generale al termine del quale l’85% è risultato astinente al termine del corso. Ha coordinato inoltre le attività dell’Ambulatorio per Smettere di Fumare aperto ai soggetti sottoposti a screening cardiovascolare, ai dipendenti dell’Azienda, ai ricoverati e alla popolazione generale. L’attività clinica è svolta, un giorno alla settimana, con personale qualificato a contratto libero-professionale medico e psicologo e ha registrato come il 70% delle persone che hanno avuto accesso all’ambulatorio specialistico abbiano smesso di fumare. CAPITOLO 9 EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE (EPS) Il Servizio Educazione e Promozione della Salute (SEPS) sviluppa e promuove iniziative, programmi e progetti finalizzati ad aumentare i fattori di protezione della salute, diminuire i fattori di rischio, promuovere stili di vita per la salute nella popolazione. Nel 2009 il SEPS ha svolto attività di educazione e promozione della salute attraverso la progettazione e l’attuazione di specifici programmi e interventi rivolti alla scuola, alla comunità e all’azienda sanitaria, lavorando per “processi” e coinvolgendo operatori di altri Servizi in un’ottica aziendale multidisciplinare e intersettoriale. Le attività sono state svolte da Gruppi di Lavoro Operativi Aziendali accrescendo così il clima di cooperazione e condivisione di obiettivi e strategie, al fine di rendere maggiormente efficaci gli interventi. 72 Progetti innovativi Sono stati realizzati dai GLO coordinati dal SEPS 8 corsi di formazione per insegnanti (formati 245 docenti), 49 progetti nelle classi per un totale di 2900 studenti raggiunti. Inoltre sono stati realizzati incontri per i genitori in relazione La promozione dell’attività fisica Il SEPS, oltre agli interventi progettati per la Scuola, ha partecipato al progetto “Prevenzione Cardiovascolare” del Dipartimento di Prevenzione realizzando, in collaborazione con le due UTAP di Conselve e Due Carrare, GRUPPI DI CAMMINO. rivolti al target selezionato dallo screening. I gruppi sono stati avviati, in collaborazione con l’Associazione UISP di Padova definendo convenzioni ad hoc e con le relative Amministrazioni Comunali. Dopo una fase di avvio che ha richiesto lo studio del territorio e il reclutamento di un numero sufficiente di persone, il gruppo di Conselve è partito a giugno 2009, quello di Due Carrare a settembre dello stesso anno. Inizialmente i gruppi sono stati condotti da un laureato in scienze motorie esperto-UISP, successivamente sono stati individuati all’interno dei gruppi stessi dei “walking leaders” per il mantenimento dell’iniziativa. Relazione Attività 2009 69 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Entrambi i gruppi sono tuttora attivi e hanno coinvolto nel 2009 50 persone, che si sono incontrate regolarmente, sempre con la guida dei leaders, due - tre volte alla settimana, per camminare insieme lungo percorsi stabiliti e sicuri. Ogni gruppo inoltre può accogliere nuovi arrivati provenienti dallo screening sostenendo la motivazione alla tutela della propria salute. 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative al quale hanno partecipato 19 persone (numero massimo ammesso 20). Il SEPS ha tenuto aggiornato, anche nel 2009, il registro aziendale degli incaricati alla vigilanza e la mappatura della cartellonistica relativa al divieto di fumo; inoltre fornisce supporto tecnico agli operatori incaricati di vigilare sul divieto di fumo. 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva collaborazione con le palestre e le piscine del territorio per l’offerta di condizioni vantaggiose ai dipendenti dell’Azienda. Ha organizzato un CORSO PER SMETTERE DI FUMARE, gratuito, rivolto ai dipendenti fumatori. Nell’ambito del progetto è stato realizzato il concorso a premi dal titolo ”Chi non fuma vince”, rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di 1 grado, al quale hanno partecipato 17 scuole, 400 studenti, 20 insegnanti. Per la premiazione dei vincitori locali è stato realizzato, in collaborazione con l’Azienda ULSS18 di Rovigo e le Amministrazioni Comunali una grande festa in discoteca alla quale hanno partecipato più di 300 studenti delle nostre scuole, accompagnati dai loro insegnanti e dagli Assessori dei Comuni interessati. È stato un importante momento di partecipazione e socializzazione delle esperienze in un clima di allegria e divertimento anche senza alcool e sigarette! Nel 2009 è stata promossa, presso la Direzione Didattica di Este, l’attivazione del progetto PIEDIBUS – tuttora in essere con l’attuazione di un protocollo d’intesa tra Azienda ULSS/ Comune di Este/ Scuola per lo svolgimento delle attività previste. Tale progetto promuove uno stile di vita attivo nei bambini, la loro autonomia e socializzazione favorendo inoltre il coinvolgimento di genitori ed insegnanti. Hanno partecipato 48 bambini e 13 genitori “conduttori” della scuola primaria Pascoli di Este, su tre percorsi una volta alla settimana. È stata organizzata una festa di inaugurazione con la partecipazione di tutta la scuola e delle autorità competenti. Il SEPS ha inoltre realizzato incontri informativi presso Associazioni e Comuni per promuovere l’attività fisica nei confronti di giovani adulti e anziani. EPS NELL’AZIENDA Progetto HPH “Ospedali e Servizi Socio-sanitari senza fumo” Il progetto, coordinato dal SEPS, nasce nella nostra Azienda alla fine del 2002, con la costituzione di un gruppo di lavoro aziendale multidisciplinare, interservizi e la partecipazione attiva al gruppo regionale interaziendale. L’obiettivo generale del progetto aziendale, tuttora mantenuto, è quello di “ottenere che negli ospedali e nei servizi sanitari non si fumi al fine di proteggere la salute e costituire un esempio di valore e comportamento per la comunità”. Le attività svolte nel 2009 continuano una progettualità triennale concordata con la Direzione Aziendale, attraverso azioni rivolte al controllo ambientale, alla comunità, ai dipendenti. È stata realizzata la VI° edizione del corso di formazione “Il controllo del fumo in ospedale” per gli incaricati alla vigilanza di nuova nomina, accreditato ECM, di una giornata 70 Progetto “Mamme libere da fumo” Il gruppo di progetto, istituito e coordinato dal SEPS, ha elaborato una progettualità interdipartimentale, che ha portato alla costruzione di percorsi integrati per garantire alle donne in gravidanza interventi di counseling antitabagico, nelle varie occasioni di incontro con le strutture dedicate (corsi di accompagnamento alla nascita, evento nascita, vaccinazioni). Il SEPS ha provveduto a fornire formazione e supporto tecnico al personale interessato; inoltre ha acquisito e distribuito materiale divulgativo dell’iniziativa e, in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco (31 maggio 2009) è stato possibile regalare, a tutti i nuovi nati dell’UOC Ostetricia bavaglini riportanti un messaggio di salute. Il SEPS ha presentato il progetto “Mamme Libere da Fumo” e le azioni sviluppate durante la formazione prevista dalla campagna nazionale “Genitori Più” rivolta al personale dell’Azienda e ai Pediatri di libera scelta. Progetto “Azienda in cammino: Passi per la salute” Nell’ambito di tale progetto dipartimentale, il SEPS ha contribuito con il proprio personale sanitario alla realizzazione delle attività previste. Inoltre ha promosso e dato inizio ad una Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Case di Riposo; • la promozione dell’attività motoria – fisica degli anziani e diabetici; • l’avvio all’attività motoria di un gruppo di disabili seguiti nel territorio di Este e Montagnana; • il coinvolgimento degli studenti delle Scuole Medie Superiori per la valutazione delle motivazioni verso lo sport; - L’attività ambulatoriale è rivolta a tutti coloro che intendono praticare un’attività motoria sportiva agonistica e non, rilasciando specifica certificazione di idoneità. Tale attività è stata realizzata mediante prenotazione unificata delle prestazioni. Ciò ha permesso di continuare in una specifica attività di governo della domanda, con l’obiettivo di riuscire a garantire in ogni caso i LEA necessari al territorio. L’attività di certificazione a favore dei minorenni residenti nella nostra AULSS, già naturalmente prevalente, è stata ulteriormente privilegiata rispetto alle altre prestazioni, riducendo ancor più le prenotazioni agli agonisti maggiorenni, ai soggetti di altre ULSS e ai soggetti che praticano attività fisico-sportiva generica. Dai dati registrati a CUP, revisionati con i dati reali registrati presso il Servizio, si rileva che le prestazioni codificate totali per l’Ambulatorio di Este sono state 2812, di cui 2364 prestazioni accorpate (comprendenti 9441 prestazioni singole), con una sostanziale tenuta del numero di prestazioni di certificazione rivolte ad atleti minorenni (LEA): 2293 nel 2009 contro 2163 nel 2008. Altre Collaborazioni Il SEPS ha partecipato a tutti i Corsi di Accompagnamento alla nascita e ai Gruppi dopo Parto organizzati dal MIEEF con incontri sulla relazione educativa e la promozione della salute di mamma e bambino. Il personale SEPS inoltre partecipa a comitati regionali (Gruppo dei “Referenti Tabacco”, Gruppo dei Referenti Attività Motoria, Gruppo “Percorso di qualificazione delle Badanti / Assistenti Familiari”), comitati aziendali (Comitato Pari Opportunità, Comitato Etico); collabora alla realizzazione locale del Sistema di Sorveglianza Regionale “Passi”. Collabora con il Servizio Formazione alla realizzazione di corsi di formazione rivolti ai dipendenti, sulle tematiche della relazione efficace. LA MEDICINA SPORTIVA Il Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS) è la struttura deputata alla tutela della salute di tutti coloro che praticano una disciplina sportiva a livello professionistico o amatoriale o semplicemente un’attività motoria, prevista dalla L.R. n. 25 del 03/8/1982. Il Servizio è articolato in due settori: - L’attività diretta alle azioni organizzative e di prevenzione rivolte alla popolazione residente nel territorio della Azienda Ulss 17, così articolata: • la promozione dell’attività motoria - fisica negli anziani nelle Relazione Attività 2009 71 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Materiali e metodi 1. Protocollo dello screening Le residenti di età compresa tra i 25 ed i 64 anni ed eleggibili allo screening sono invitate, alla scadenza dei tre anni dall’episodio di screening precedente, a sottoporsi al test per la ricerca dell’HPV. Contestualmente al prelievo per il test virale, viene eseguito uno striscio tradizionale per il triage dei casi positivi al virus. Pertanto tale vetrino è soltanto fissato, ma viene colorato e letto solo in caso di positività all’HPV. I campioni per la ricerca dell’HPV sono inviati al Servizio di Immunologia Diagnostica Molecolare Oncologica dello I.O.V. IRCCS per l’esecuzione del test, che ritorna per via telematica i risultati dei test. Le donne con test negativo ricevono una lettera di risposta negativa con l’indicazione di un nuovo appuntamento di screening a tre anni. I casi con test positivo sono invece segnalati all’Anatomia Patologica dell’ULSS 17, dove vengono colorati e letti i corrispondenti vetrini. Alle donne con citologia negativa viene spedita una lettera con un nuovo appuntamento per il controllo ad un anno. Le donne con citologia positiva sono inviate all’approfondimento colposcopico. 2. Dati e indicatori rilevati Per valutare la performance diagnostica del nuovo test di screening e la partecipazione della popolazione è di interesse particolare monitorare i seguenti parametri nelle differenti fasce d’età: - tasso di partecipazione - tasso di positività del test HPV nelle differenti fasce d’età - diagnosi citologiche nelle donne HPV positive - tasso di diagnosi CIN 2+ Si prevede inoltre la rilevazione di ulteriori dati riguardanti il sistema logistico che deve essere predisposto e le nuove voci di costo. CAPITOLO 10 Progetti innovativi PROGETTO PILOTA PER L’UTILIZZO DEL TEST PER LA RICERCA DELL’HPV NEL PRIMO LIVELLO DEL PROGRAMMA DI SCREENING CERVICALE DELL’AZIENDA ULSS 17 DI ESTE Introduzione Studi di recente pubblicazione hanno dimostrato che nell’ambito del primo livello dello screening del cervicocarcinoma la performance del test per la ricerca del papillomavirus umano (HPV) è migliore di quella del Pap test tradizionale. In particolare, il test per l’HPV ha evidenziato una maggiore sensibilità del Pap test ed una “protezione” dalla malattia più duratura, con la possibilità di impostare strategie di screening basate su intervalli più lunghi rispetto ai tre anni previsti per il Pap test. A giugno 2008 il Ministero per la Salute ha dichiarato ammissibile l’uso del test HPV in tale ambito solo all’interno di programmi pilota che rispettino determinate condizioni. 72 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro A partire da aprile 2009 il programma di screening cervicale dell’ULSS 17 di Este ha attivato un progetto pilota per l’utilizzo del test per l’HPV per il primo livello dello screening organizzato del carcinoma della cervice uterina. Vengono presentati i risultati preliminari relativi ai primi tre mesi di attività. Obiettivi Testare l’utilizzo del test per l’HPV nel primo livello dello screening cervicale valutandone: - l’impatto organizzativo sulla logistica, le procedure, il software gestionale, i sistemi informativi, ecc; - le specifiche esigenze informative della popolazione anche mediante la predisposizione di materiali specifici per il nuovo modello di screening; - i costi; - le performance sulla base degli indicatori disponibili ed eventualmente identificare la necessità/opportunità di nuovi indicatori. Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Risultati Nel periodo aprile – giugno 2009 sono state invitate 1376 donne, 573 delle quali hanno aderito all’invito (adesione grezza del 41.6%). 122 donne hanno comunicato di aver eseguito un Pap test recentemente, per cui l’adesione corretta all’invito è pari al 45.7%. Altre 70 donne sono state sottoposte al test per l’HPV avendo aderito ad un sollecito di un primo invito avvenuto precedentemente. I risultati dei test sono relativi a 624 dei 643 test effettuati. Sono risultati positivi al test HPV 31 casi, pari al 5% del totale. Il riscontro è stato di 16 casi positivi su 103, pari al 15.5%, nelle donne di età 25-34 anni, e di 15 su 522 (2.9%) in quelle sopra i 35 anni. Dei 31 Pap test esaminati, 19 sono risultati positivi (18 LSIL ed 1 HSIL), per un tasso di invio a colposcopia del 3% (19/624). Non sono ancora disponibili i risultati degli approfondimenti di secondo livello. Conclusioni I risultati relativi primi tre mesi di attività sembrano mostrare che la popolazione femminile accetti la proposta di questa innovazione nello screening cervicale senza particolari 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione problemi. L’adesione all’invito è infatti sovrapponibile a quella osservata negli anni precedenti. I risultati dei primi esami sono sostanzialmente in linea con quanto atteso in base alla letteratura disponibile. Le verifiche effettuate presso le Unità Operative impegnate nel programma evidenziano una soddisfacente messa a punto del sistema, senza particolari aspetti problematici. In conclusione, i risultati del primo periodo di attività mostrano che una buona preparazione consente di assorbire un importante cambiamento nello screening cervicale, qual è il test per l’HPV per il primo livello, senza particolari sofferenze. L’avvento della nuova strategia tramite l’HPV può rappresentare un’importante occasione per implementare strategie di comunicazione ed informazione atte ad incrementare l’adesione delle donne ai programmi di screening. ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DELLE CARNI E DEGLI ALTRI PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE La Regione Veneto nel corso dell’anno 2009 ha iniziato un progetto “Alimentinsalute” che mira a migliorare il rapporto di fiducia e di collaborazione tra le associazioni dei consumatori, i sanitari, le filiere della produzione alimentare, il mondo accademico e scolastico. Risultano indispensabili le attività svolte dai Servizi veterinari e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per migliorare il sistema di controllo degli alimenti, non solo al fine di garantire la sicurezza alimentare, ma anche per favorire un consumo consapevole nella tradizione ed evitare l’aumento del fenomeno dell’obesità infantile I protocolli d’intesa di “Alimentinsalute” fra il mondo produttivo e la Regione Veneto, per finanziare le produzioni di qualità, hanno visto sempre la diretta partecipazione e coinvolgimento dei nostri servizi territoriali. Parimenti è continuata la collaborazione e i controlli richiesti dalla AVEPA “Agenzia regionale per i pagamenti i in agricoltura” per lo svolgimento dei controlli in campo relativi agli interventi di sostegno nel settore delle carni bovine (PAC). I Criteri di Gestione Obbligatoria che hanno visto il coinvolgimento dei Servizi veterinari, sono stati: la salute, identificazione, la registrazione, l’igiene e il benessere degli animali. Tab.52 Specie controllate in allevamento Bovini N° controlli 2 PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE MOSCHE E DEGLI ODORI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 Nel corso dell’anno 2009 è iniziato un percorso di monitoraggio e di controllo dei fenomeni che portano alla proliferazione della mosca e dei fenomeni che determinano la presenza di odori sgradevoli nel territorio. Al tal riguardo si è concretizzata una collaborazione stretta con personale specializzato dell’Istituto Zooprofilattico di Legnaro, con l’Università Degli Studi di Padova, e con lo studio di Relazione Attività 2009 73 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative sanitari di tutta la Regione Veneto. Le prime conclusioni hanno evidenziato che esistono realmente delle località dove il problema oggettivamente è più rilevante; il periodo più critico inizia a fine agosto e termina solo con l’arrivo del freddo; esiste una correlazione fra insediamenti produttivi e la loro presenza, ma tale correlazione non è direttamente sovrapponibile; non sono state evidenziati potenziali trasmissioni di germi patogeni; il monitoraggio determina una maggior attenzione degli allevatori e una riduzione dell’incidenza della problematica stessa. Di seguito vengono riprodotte alcune schede riassuntive rappresentative dei risultati ottenuti. consulenza Entostudio Snc di Brugine (PD), per l’attività di monitoraggio e di rilevazione di presenza delle mosche, con correlata elaborazione. Le Amministrazioni comunali di Este, Ponso, Carceri, Lozzo Atestino, Ospedaletto Euganeo, valutata l’importanza dell’iniziativa, hanno partecipato attivamente a questo progetto con propri mezzi e personale e disponibilità finanziaria Obiettivi sono stati quelli di determinare la presenza e la densità delle mosche nelle aree prescelte, determinare eventuali variazioni di densità delle mosche nel tempo e le loro cause, identificare le principali specie moleste, identificare gli eventuali patogeni trasportati meccanicamente dalle mosche per una valutazione di rischio sanitario Contemporaneamente in collaborazione con il Servizio ARPA è iniziato un monitoraggio degli odori negli stessi territori, per valutare il reale impatto degli insediamenti zootecnici. Sono stati individuati e suddivisi per tipologia i vari allevamenti presenti nel territorio dei comuni interessati all’indagine. Sono state condotte le indagini olfattometriche al fine di stabilire il quantitativo potenziale di odore che ogni singolo allevamento può generare in condizioni di normale gestione. Tra tutti gli allevamenti sono stati scelti alcuni più rappresentativi i per numero di capi e rispecchino le singole tipologie di allevamenti: bovini da latte, bovini da carne, suini, avicoli (polli e tacchini) e, se presenti, ovini. I primi risultati di questa attività sono stati illustrati all’Osservatorio epidemiologico provinciale, e ad un Workshop organizzato della stessa ULSS 17 per amministratori locali e Fig.28 - Numero medio di mosche catturate per comune 1000 540,9 600 400 200 318,2 247,4 201,3 E. ri o d’ ar ce O Vi g sp hi ed zz ol C o Po Lo ns te Es to zz o E A . 0 2000 LozzoA. OspedalettoE. Este Ponso N°mosche Carceri Vighizzolod’E. 1000 500 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 1/11 22/10 12/10 2/10 22/9 12/9 2/9 23/8 13/8 3/8 24/7 14/7 4/7 24/6 14/6 4/6 25/5 15/5 5/5 25/4 15/4 5/4 26/3 0 74 Data 08 – mag 29- giu 20 – lug 30 – ago 02 – ott 463,0 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.53 - Identificazione dei patogeni trasportati 800 Fig.29 - Variazioni della densità nell’arco dell’anno 1500 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 510,1 et 20 Il Dipartimanto di Prevenzione al 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 N° cella Specie Batteriologico generale Listeria Salmonella 2 Sarcophaga negativo negativo negativo 34 Lucilla negativo negativo negativo 5 Sarcophaga bassa carica negativo negativo 40 Lucilla media carica negativo negativo 49 Lucilla bassa carica negativo negativo 52 Sarcophaga bassa carica negativo negativo 53 Sarcophaga bassa carica negativo negativo 1 Sarcophaga negativo negativo negativo 12 Lucilla negativo negativo negativo 27 Lucilla negativo negativo negativo 5 Sarcophaga alta carica negativo negativo 6 Lucilla bassa carica negativo negativo 32 Musca media carica negativo negativo 39 Lucilla bassa carica negativo negativo 49 Musca bassa carica negativo negativo PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI PICCIONI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 A FAVORE DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI Anche nel corso del 2009 è continuata l’azione di supporto nei confronti delle amministrazioni comunali, nell’azione di contenimento della popolazione dei colombi nelle aree urbane, causa di disagio e di inconvenienti igienico sanitari. La presenza degli stessi in ambito urbano, se non contenuti, si può tradurre in inconvenienti ambientali dovuti non solo all’accumulo di guano (fino a 2 Kg/capo/anno), ma anche all’attività erosiva, all’ostruzione di grondaie, allo spostamento di tegole, alla contaminazione esterna di ambienti pubblici, con possibili inconvenienti sanitari, che vanno dalla trasmissione di malattie (salmonellosi, psittacosi, campilobacteriosi) fino al trasporto meccanico di parassiti come zecche. Il problema è individuare chi deve porre rimedio alla situazione e in quali termini. L’art. 812 C.C. stabilisce una diversa condizione giuridica degli animali a seconda che si tratti di animali domestici, selvatici o mansuefatti; questi presentano uno stato di diritto diverso a seconda degli stessi animali. Varie sono state le sentenze e gli orientamenti giuridici che di volta in volta hanno interpretato le normative vigenti, come pure le interpretazioni zoologiche che vogliono differenziare il piccione di città domestico, da quello selvatico. Riamane assodato comunque che i piani di contenimento non possono esser certo legati all’eliminazione fisica degli stessi. Tra l’altro è ormai scientificamente dimostrato ed accettato all’unisono, che gli interventi eutanasici su questa specie, non incidono minimamente, se non nel brevissimo tempo, sulla riduzione numerica della popolazione. L’abbattimento con arma da fuoco, per inciso, potrebbe essere anche autorizzato solo dalla Provincia in determinate condizioni, da personale debitamente autorizzato in contesto esclusivamente rurale. Azioni di questo genere sono stati presi in diverse realtà Comunale, dopo apposito accordo tra Comune e servizi di vigilanza delle amministrazioni Provinciali. Il Comune non potrà adottare di norma misure di contenimento cruento per il contenimento dei piccioni di città. A tal proposito ricordiamo la sentenze recente del TAR Veneto Sez. II n. 862 del 4 aprile 2008, contro la città di Verona, che voleva intraprendere una strada analoga. Ogni atto svolto da privati, benché proprietari dell’immobile, che determini l’abbattimento di fauna selvatica, eccezion fatta per le specie cacciabili, di cui all’art 18 della lette 157/92, è perseguibile penalmente, compreso l’utilizzo di trappole o di veleni. Il Sindaco, quale Autorità Sanitaria Locale (leggi 142/90 e 883/78) solo in caso di accertati e fondati rischi sanitari per la popolazione (esiti di analisi di malattie o di oggettive valutazioni), può emanare ordinanze contingibili ed urgenti ma limitate nel tempo. Solo la presenza oggettiva di batteri patogeni o di parassiti pericolosi per l’uomo potrebbe giustificare interventi contingenti con cattura ed eliminazione fisica degli animali, senza suscitare conseguenze anche giudiziarie e clamori tra il mondo degli animalisti. (Questo Servizio rimane a disposizione per l’invio di animali rinvenuti morti o catturati verso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico, per appurare tale evenienza) Lo status giuridico sottrae le competenze alle Amministrazioni Comunali, attribuendole alle Regioni e, per delega, alle Amministrazioni Provinciali, secondo i disposti della L. n.157/1992: “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Una campagna di contenimento è giustificabile qualora vengano raggiunte densità elevate. L’INFS (Istituto Nazionale della Fauna Selvatica) ha stabilito una soglia di 300 400 individui/KMq. Relazione Attività 2009 75 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica Interventi possibili Tutti gli interventi possibili partono dal presupposto che il piccione tende a raggrupparsi in determinati posti, solo perché trova una serie di condizioni favorevoli per la propria sopravvivenza e riproduzione: la presenza di cibo e la possibilità di trovare fori per la nidificazione, sono gli elementi essenziali. Il contenimento ordinario della popolazione spetta ai proprietari degli immobili in cui dimorano gli animali, mediante azioni strutturali e continuative - Interventi fisici: come l’uso di dissuasori meccanici o di tipo elettrico, reti e grate (puntali, fili, spirali) per impedire l’accesso o la semplice permanenza, chiusura dei fori usati per la nidificazione (inferiori a 5x5). Chiusura all’accesso di costruzioni abbandonate - Limitazioni delle fonti alimentari: il primo movens dell’aggregazione dei piccioni è costituito dalla disponibilità di alimento o alla non corretta gestione degli scarti alimentari, altre volte, invece, sono direttamente associate alla distribuzione, volontaria, di cibo ai volatili da parte di cittadini “zoofili” - Interventi chimici: si consiglia l’uso di prodotti ad azione antifecondativa. Il piccione di città si riproduce per tutto l’anno, a differenza di quelli selvatici che si riproducono un paio di volete l’anno. Vengono usati a tal scopo mangimi a base di progestinici o di nicarbazina. Il Servizio Veterinario rimane a disposizione per indicare i prodotti ritenuti più idonei. La sterilizzazione chirurgica invece appare inapplicabile - Interventi naturali. Sono state sperimentati con successo l’uso di sagome di falchi, accompagnate dalla presenza saltuaria degli stessi falchi, con risultati non particolarmente incoraggianti - Interventi di cattura: sono presenti nel territorio ditte autorizzate per la cattura con reti e loro allontanamento fuori Regione Il Servizio veterinario rimane a disposizione su eventuali ditte che hanno operato nel territorio - Interventi legali. Ordinanze del sindaco di divieto di somministrazione di alimento, di chiusura dei siti di nidificazione, dei cavedi interni, di pulizia e ripristino del decoro delle strutture imbrattate Si ritiene che solo attraverso il contemporaneo utilizzo di tutti questi metodi, si potrà arrivare ad una reale riduzione del fenomeno: gli interventi non potranno esser ridotti in episodi isolati in periodi circoscritti di tempo, senza pensare ad una strategia sinergica di tutte le soluzioni descritte. Le stesse azioni di cattura e di spostamento degli animali determinano la rottura di un certo equilibrio, che nel breve termine verrà ricomposto dagli altri soggetti rimasti. Anche sulla base di queste indicazioni, i Comuni del territorio hanno potuto emanare le varie ordinanze che hanno caratterizzato la loro azione di governa. LA FATTURAZIONE ON LINE Molte delle attività istituzionali del Servizio Veterinario, svolte in conformità alla normativa in materia di mangimi e alimenti 76 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative ed alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sono sottoposte al pagamento di tariffe a carico degli operatori interessati dai controlli. Queste tariffe sono destinate e vincolate per la copertura delle spese relative al mantenimento, al potenziamento ed al miglioramento dell’efficacia della programmazione e dell’attuazione del piano integrato dei controlli, per la quota maggiore alle ASL, per quote minori alle Regioni, agli Istituti Zooprofilattici, ai laboratori nazionali di referenza ed allo Stato. Le tariffe sono in parte di emanazione Regionale, attualmente in vigore la Deliberazione n. 893 del 23.10.2002, ed in parte di emanazione Ministeriale, in attuazione di norme comunitarie, con Decreto Legislativo, attualmente in vigore il n. 194 del 11.12.2008. Questo Decreto dà applicazione all’art. 26 del reg. CE 882/04, che prevede che gli stati membri dell’Unione Europea garantiscono adeguati finanziamenti, anche mediante imposizione fiscale generale o stabilendo diritti o tasse, per predisporre il personale e le altre risorse necessarie per l’esecuzione dei controlli sanitari ufficiali. Per la riscossione di queste tariffe, il personale del Servizio Veterinario rilascia, al compimento della prestazione richiesta, rilascia una bolletta in tre copie, che viene controfirmata dall’operatore che ne ha beneficiato. Di queste tre copie, una rimane all’operatore economico, una al veterinario, ed una viene consegnata al personale amministrativo del Servizio, per l’inserimento nel programma informatico aziendale per il calcolo delle tariffe e l’emissione della fattura per il successivo pagamento da parte del beneficiario della prestazione. Alla fine del 2008 il Servizio Veterinario si è trovato ad affrontare, dal punto di vista della riscossione delle tariffe, ad un duplice problema: da un lato la necessità di applicare le nuove tariffe imposte dal D.Lgs. 194, che entrava in vigore il giorno successivo la sua pubblicazione, e dall’altro la necessità dell’Azienda di un nuovo programma per la fatturazione, più moderno e rispondente a nuove necessità. Il Direttore dell’Area B, in accordo con l’Amministrazione, ha contattato una ditta di informatica, che ha preparato i programmi regionali per la gestione dell’anagrafe zootecnica ed un programma gestionale veterinario che alcune ASL regionali stanno sperimentando, per la realizzazione di un nuovo programma informatico aziendale per registrare le prestazioni e per l’emissione delle relative fatture. Il nuovo programma aziendale di fatturazione doveva però consentire l’inserimento dei dati direttamente da parte dell’operatore, al fine di ridurre a zero la possibilità di errore sui dati inseriti ed anche di ridurre i tempi tecnici per l’emissione delle fatture e quindi di riscossione degli importi dovuti. È partito perciò un progetto di miglioramento aziendale che prevedeva l’inserimento dei dati delle attività soggette al pagamento di una tariffa direttamente da parte del veterinario che aveva eseguito la prestazione. Una volta che il programma aziendale, denominato FATDIP, è divenuto operativo, si è organizzato un corso formativo, in più giornate, per i veterinari, inizialmente solo di area B, e poi anche di area A e C, per l’utilizzo del programma, Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva limitatamente all’inserimento dei dati. Al contempo le sei maggiori strutture di macellazione sono state dotate di un pc portatile, dotato di connessione internet UMTS, per l’inserimento dati in tempo reale; per le altre strutture i dati vengono inseriti da pc posti nelle varie sedi del servizio. Una volta completata la formazione ed acquisito il materiale tecnologico, i veterinari sono stati dotati ciascuno di un proprio account e di una password per l’accesso al programma FATDIP. Dal mese di ottobre 2009 i dati necessari per la riscossione delle tariffe previste dall’allegato A del D.Lgs. 194, per quanto riguarda l’attività del servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale, sono inseriti direttamente dai veterinari. Il personale amministrativo ha solo il compito di verificare che i dati siano inseriti correttamente e di emettere nei tempi concordati con la ragioneria le relative fatture. I risultati ottenuti finora hanno permesso di constatare che: l’inserimento diretto dei dati evita gli errori di copiatura prima piuttosto frequenti; l’uso dell’account personale responsabilizza tutti gli operatori; l’emissione delle fatture è più veloce; il programma evolve continuamente, in base alle nostre necessità o a modifiche normative. Le prospettive che il programma FATDIP apre sono però molto più ampie. Si tratta infatti di un programma che può essere sviluppato come un vero e proprio “gestionale” dell’intera attività, nel quale ciascun veterinario può inserire, magari con un dispositivo individuale, tutte le proprie prestazioni, complete di tutti i dati che si debbano o vogliano raccogliere, immediatamente a disposizione del Direttore del Servizio, che può sia dare disposizioni sull’attività da svolgere a ciascuno, sia verificare quanto svolto da ciascuno, sia raccogliere tutti i dati in tempo reale. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione PROGRAMMA REGIONALE PER L’ERGONOMIA OCCUPAZIONALE 1. Presentazione L’ergonomia è una scienza che ha come oggetto “l’attività umana in relazione alle condizioni ambientali, strumentali e organizzative in cui si svolge. L’obiettivo è quello di contribuire alla progettazione di oggetti, servizi, ambienti di vita e di lavoro, che rispettino i limiti dell’uomo e ne potenzino le capacità operative” (SIE, Società Italiana di Ergonomia). L’interesse degli SPISAL del Veneto per la problematica ergonomica nasce nell’ambito del Piano triennale di Prevenzione e Promozione della Salute negli Ambienti di Lavoro 1999-2001, all’interno del quale la Regione Veneto, attraverso la Direzione per la Prevenzione, propone un Progetto Sperimentale sull’Ergonomia. Nel 2003, nell’ambito del successivo Piano triennale, al fine di capitalizzare le esperienze maturate nel corso del Progetto Ergonomia e di continuare ad approfondire la tematica, viene istituito presso lo SPISAL dell’AULSS 17 il Programma Regionale di Riferimento per l’Ergonomia Occupazionale (CRREO) con l’obiettivo di promuovere il miglioramento della salute dei lavoratori esposti a rischi di natura ergonomica. Il Centro, la cui denominazione dal 2009 diventa Programma Regionale per l’Ergonomia Occupazionale, svolge funzioni di capofila e coordinamento a livello regionale dell’azione degli SPISAL in materia di ergonomia raccogliendo ed elaborando dati, curando la produzione, la diffusione e il monitoraggio sull’applicazione di linee guida e protocolli operativi condivisi e avviando iniziative specifiche di promozione del miglioramento della salute dei lavoratori esposti a rischi ergonomici. Il CRREO promuove un riorientamento dell’organizzazione dei Servizi Pubblici della Prevenzione e degli altri soggetti coinvolti – parti sociali, datori di lavoro, R.S.P.P., R.L.S. e medici competenti – incrementando la loro consapevolezza e capacità di intervento nell’ambito della prevenzione delle patologie correlate ai rischi ergonomici negli ambienti di lavoro ed in particolare delle patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del rachide e delle patologie da “disfunzioni” organizzative. Ciò al fine di perseguire la piena attuazione del “rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo” ai sensi dell’art. Relazione Attività 2009 77 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative Tab.54 - Eventi formativi e documenti di indirizzo Linee di lavoro Corsi di formazione Linee guida Attività realizzate - Applicare l’ergonomia negli ambienti di lavoro. Padova, 30 settembre 2005 - Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Padova, 29 settembre 2006 - Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico del rachide. Padova, 5 ottobre 2006 - Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del rachide. Este, 7 giugno 2007 - La progettazione del lavoro e dei posti di lavoro secondo i principi ergonomici. Padova, 27 novembre 2007 - Addetti alle casse dei supermercati. Linee guida per la valutazione del rischio e delle soluzioni ergonomiche. Anno 2005 - Linee guida per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio da movimenti ripetuti degli arti superiori. Anno 2005 - Linee guida per l’effettuazione dell’inchiesta di malattia professionale da movimenti ripetuti degli arti superiori. Anno 2005 - Le buone pratiche ergonomiche. Linee guida ed approfondimenti. Anno 2006 - Il comparto dell’occhiale: buone pratiche ergonomiche. Anno 2007 - Metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Anno 2008 Tutti i documenti sono scaricabili in rete sul sito della Regione Veneto (www.regione.veneto.it - “Servizi alla persona” - “Sanità” - “Prevenzione” - “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” - “Ergonomia”) e sul sito dell’ULSS 17 (www.ulss17.it – “Prevenzione” - “CRREO”). 15 comma 1 lett. d) del D.Lgs. 81/08. 2. Linee di Lavoro L’attività del CRREO in ambito ergonomico si articola in quattro principali linee di lavoro. Formazione: l’obiettivo specifico di incrementare la consapevolezza e la capacità di intervento dei Servizi di Prevenzione e degli altri soggetti interessati – parti sociali, datori di lavoro, RSPP, RLS e medici competenti – relativamente all’applicazione dei principi ergonomici negli ambienti di lavoro non può prescindere dalla formazione continua degli operatori. Linee guida: per sviluppare una cultura della prevenzione e della qualità dei sistemi di gestione della sicurezza e della salute e favorire il miglioramento continuo dell’attività del Sistema della Prevenzione è fondamentale disporre di documenti di indirizzo metodologici ed operativi. Pratiche ergonomiche: al fine di realizzare un monitoraggio puntuale e sistematico in linea con gli obiettivi delineati nei Piani Triennali, il CRREO annualmente invia agli SPISAL della Regione una scheda di analisi delle segnalazioni/denunce di malattie professionali da rischi di natura ergonomica e di monitoraggio delle pratiche ergonomiche attivate ed elabora dei report con l’analisi dei dati. Ricerca e sperimentazione: Il CRREO collabora con vari enti ed istituzioni (Università, INAIL, ISPESL, ecc.) a livello regionale e nazionale per l’approfondimento di specifiche aree di interesse tra le quali i rischi legati a particolari comparti produttivi, il benessere organizzativo, la valutazione dello stress lavoro-correlato, le buone pratiche ergonomiche. Nella tabella 54 sono richiamati gli eventi formativi e i documenti di indirizzo prodotti negli anni 2005-2008. 3. Attività Svolta nel 2009 78 Di seguito si richiamano le principali attività svolte nel 2009 nell’ambito delle diverse linee di lavoro. Formazione L’attività formativa si è articolata nella docenza a corsi di formazione e relazione a convegni su tematiche quali i rischi di natura ergonomica e psicosociale e la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Si è collaborato all’organizzazione di un Corso di formazione per operatori dello Dipartimento di Prevenzione dell’AULSS 17 dal titolo “Le patologie muscoloscheletriche e da stress quali «malattie da lavoro» emergenti”. Nel mese di dicembre, il CRREO ha coperto l’intera docenza di un Corso di formazione della durata di 2 giorni per operatori dello SPISAL di Padova dal titolo “I metodi di valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide lombare, le misure di prevenzione e protezione”. Linee guida È stato pubblicato e diffuso il documento “Metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide e sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti”. Esso si propone di fornire ai datori di lavoro, ai loro consulenti e agli operatori degli SPISAL elementi di conoscenza riguardo ai metodi di valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide riconosciuti a livello scientifico con particolare riferimento alla movimentazione manuale dei carichi e alle posture incongrue e propone indicazioni per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ai rischi sopra richiamati. Pratiche ergonomiche In continuità con il monitoraggio realizzato negli anni precedenti, è stata ultimata la raccolta delle schede di analisi delle pratiche ergonomiche attivate negli SPISAL della Regione Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva nel biennio 2007-2008, sono stati elaborati i dati e predisposti i report “Analisi delle segnalazioni/denunce di patologie professionali da rischi di natura ergonomica pervenute agli SPISAL negli anni 2007-2008” e “Monitoraggio ed analisi delle pratiche ergonomiche attivate nei Servizi negli anni 20072008”. Ricerca e sperimentazione Si è concluso il lavoro di ricerca dal titolo “Analisi del benessere organizzativo in aziende produttive del Veneto” sviluppato nell’ambito di una convenzione tra l’AULSS 17 e il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova. Complessivamente hanno partecipato all’indagine 3 aziende del territorio regionale e sono stati coinvolti nella somministrazione di un questionario oltre 700 lavoratori. Obiettivo della convenzione era la sperimentazione di modelli e strumenti operativi che consentissero di tradurre quanto rilevato in specifici contesti organizzativi in una serie di riflessioni generalizzabili all’intero tessuto produttivo regionale allo scopo di promuovere una cultura di promozione del benessere e prevenzione del disagio all’interno dei luoghi di lavoro. 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Il CRREO ha partecipato alla Campagna europea 2009 sulla valutazione del rischio “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Un bene per te. Un bene per l’azienda” presentando al concorso “Buone pratiche” – gestito dall’ISPESL, focal point nazionale - tre documenti: 1) “Metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”; 2) “Metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide e sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti”; 3) “Progetto commercio e sicurezza. Valutazione del rischio da movimentazione manuale di carichi nel comparto depositi all’ingrosso di prodotti alimentari”. Con l’ISPESL si è, inoltre, collaborato alla stesura del Rapporto sulle malattie professionali relative agli anni 2005 e 2006 curando la parte relativa ai rischi di natura ergonomica nel Veneto. Nel 2009 si è, infine, partecipato ad un gruppo di lavoro regionale sul D.Lgs. 81/08, in particolare ad sottogruppo dedicato al tema della valutazione dei rischi, finalizzata all’approfondimento degli elementi di criticità del decreto (contraddizioni, errori, scarsa chiarezza, inapplicabilità) e alla loro soluzione. Il CRREO ha, inoltre, partecipato ad un gruppo di lavoro costituito dall’Università di Padova (Dipartimento di Psicologia e Dipartimento di Medicina Ambientale) e dallo SPISAL di Padova finalizzato alla messa a punto ed alla sperimentazione di un metodo di valutazione del rischio da stress lavorocorrelato ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08. Il lavoro condotto ha portato alla pubblicazione di un articolo dal titolo “Stress lavoro-correlato: il metodo VIS per la valutazione” nel Dossier Ambiente&Sicurezza del Sole24Ore. Nel corso dell’anno è stato elaborato e presentato un progetto regionale dal titolo “Intervento di prevenzione nelle scuole: igiene, sicurezza e valutazione di nuovi rischi per insegnanti e studenti”. Nel mese di dicembre 2009, la Regione Veneto ha approvato il progetto e le attività in esso previste riguardanti 3 specifici ambiti (La qualità dell’aria negli istituti scolastici; I rischi psicosociali nel personale della scuola; L’ergonomia nel sistema scuola) saranno realizzate nel corso del biennio 20102011. Collaborazioni con parti sociali Relazione Attività 2009 79 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative CAPITOLO 11 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale UU.OO. del Dipartimento di Prevenzione Costo personale 2007 I COSTI DEL DIPARTIMENTO Tab.55 UU.OO. del Dipartimento di Prevenzione Costi 2007 Direzione Dipartimento di Prevenzione Costi 2008 Costi 2009 369.318,98 407.791,51 351.365,10 93.855,15 91.043,74 76.706,40 2.585.293,56 2.884.381,45 2.833.974,,44 UU.OO. Screening 275.291,75 323.077,08 263.375,62 U.O.C. Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL) 955.057,15 1.051.853,78 1.039.157,99 U.O.S. Servizio Educazione e Promozione alla Salute (SEPS) 248.791,24 287.609,30 282.292,64 U.O.S. Servizio Tutela Attività Sportive (STAS) 421.307,59 403.594,75 364.176,49 U.O.S. Servizio di Medicina Legale 377.827,76 459.804,66 458.449,05 U.O.S. Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) 604.790,91 683.731,55 489.751,71 Costi Comuni Area Veterinaria 119.438,94 211.170,30 711.190,22 U.O.C. Servizio Sanità Animale (S.Vet. Area “A”) 1.496.650,15 1.654.396,47 1.594.313,04 U.O.C. Servizio Controllo Igiene Alimenti di Origine Animale (S.Vet. Area “B) 1.518.770,15 1.439.131,70 1.413.938,14 650.414,34 739.448,99 601.526,08 Costi diretti Dipartimento di Prevenzione 9.441.515,92 10.313.958,20 10.416.641,52 Costi generali e amministrativi Dipartimento di Prevenzione 1.071.438,29 1.215.854,70 1.246.040,58 10.512.954,21 11.529.812,90 11.662.882,10 308.636.631,82 321.863.702,19 324.369.137,60 Costi Comuni Area Igienistica U.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP) U.O.C. Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche (S.Vet. Area “C”) TOTALE COSTI DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE TOT. COSTI PRODUZIONE AZ.ULSS 17 Incidenza % sui costi di produzione 3,41 3,58 3,60 Fig.30 - Incidenza dei costi del Dipartimento di Prevenzione sul totale dell’AUlss 17 - anno 2007 2008 2009 96,59% 80 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Tab.56 - Costi del Dipartimento di Prevenzione I costi del Dipartimento di Prevenzione Anno2007 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva Anno2008 3,41% Anno2009 3,58% 96,42% Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 96,40% 3,60% Costo personale 2007/ servizio Costo personale 2007/ dip.to Costo personale 2008 Costo personale 2008/ servizio Costo personale 2008/ dip.to Costo Personale 2009 Costo personale 2009/ servizio Costo personale 2009/ dip.to Direzione Dipartimento di Prevenzione 342.045,33 92,62% 3,25% 378.846,41 92,90% 3,29% 304.002,30 86,52% 2,61% Costi Comuni Area Igienistica 58.123,19 61,93% 0,55% 56.277,98 61,81% 0,49% 38.429,04 50,10% 0,33% U.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP) 1.452.114,35 56,17% 13,81% 1.499.509,73 51,99% 13,01% 1.418.522,08 50,05% 12,16% UU.OO. Screening 172.581,35 62,69% 1,64% 187.533,05 58,05% 1,63% 153.948,93 58,45% 1,32% U.O.C. Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL) 914.917,28 95,80% 8,70% 1.014.919,17 96,49% 8,80% 1.000.170,15 96,25% 8,58% U.O.S. Servizio Educazione e Promozione alla Salute (SEPS) 238.922,34 96,03% 2,27% 278.739,08 96,92% 2,42% 255.378,81 90,47% 2,19% U.O.S. Servizio Tutela Attività Sportive (STAS) 394.477,70 93,63% 3,,75% 373.503,46 92,54% 3,24% 330.691,10 90,81% 2,84% U.O.S. Servizio di Medicina Legale 319.047,78 84,44% 3,03% 392.401,55 85,34% 3,40% 372.794,11 81,32% 3,20% U.O.S. Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) 583.832,78 96,53% 5,55% 663.271,91 97,01% 5,75% 658.809,07 1,35% 5,65% Costi Comuni Area Veterinaria 42.445,65 35,54% 0,40% 44.250,45 20,95% 0,38% 95.092,74 13,37% 0,82% U.O.C. Servizio Sanità Animale (S.Vet. Area “A”) 1.216.685,18 81,29% 11,57% 1.391.255,13 84,09% 12,07% 1.348.403,11 84,58% 11,56% U.O.C. Servizio Controllo Igiene Alimenti di Origine Animale (S.Vet. Area “B) 1.475.658,14 97,16% 14,04% 1.405.848,82 97,69% 12,19% 1.356.562,02 95,94% 11,63% U.O.C. Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche (S.Vet. Area “C”) 636.024,85 97,79% 6,05% 727.872,04 98,43% 6,31% 570.190,73 94,79% 4,89% Relazione Attività 2009 81 10 Il territorio dell’azienda ULSS17 20 Il Dipartimanto di Prevenzione 26 Attività di Sanità Pubblica 32 Alimentazione 40 Le malattie infettive 48 Le malattie cronico-degenarative 52 La sicurezza nei luoghi di lavoro 60 Il mondo animale 68 L’educazione e promozione della salute e la medicina sportiva 72 Progetti innovativi 80 I Costi del Dipartimento di Prevenzione Realizzazione La Relazione dell’attività 2009 del Dipartimento di Prevenzione è stata realizzata da: Gruppo di redazione: Cristina Bordin Antonio Ferro Edi Ruffin Ferdinando Salterini Chiara Zambon Si ringraziano per la collaborazione: Luana Belcaro Morena Bergami Maria Cristina Bettini Raffaella Camilotto Susi Campi Nicola De Paoli Maria Cristina Donato Maria Grazia Favaro Federico Ferlini Anna Ferraresso Virio Gemignani Anna Lombardo Doriano Magosso Maria Luisa Manci Fabio Mingardo Paolo Palonta Pierpaolo Pavan Maria Gabriella Penon Rosella Piccolo Chiara Schiavinato Agostino Sinigaglia Francesca Talpo Graziano Tasinato Marilena Tecchio M. Cristina Trevisan Angelo Vanzan Luciano Zanella Concept grafico IndustriAdv Impaginazione IndustriAdv Stampa Yges IT scarl 82 Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17 Relazione Attività 2009 83