Relazione anno 2009

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Relazione anno 2009
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
La medicina di domani, oggi
“Prevenire è meglio che curare”. Probabilmente abbiamo sentito
questa frase centinaia di volte, espressione di un’antica saggezza
che i continui progressi della ricerca scientifica non fanno che
confermare. Ma quello che un tempo era un principio generale per
la buona salute del singolo individuo oggi è diventata una strategia
di sistema, perché mai come in questo caso gli obiettivi di una
maggiore efficacia terapeutica coincidono con quelli di una migliore
efficienza economica e gestionale: tutti gli studi di management
sanitario evidenziano infatti come le risorse destinate alla prevenzione
rappresentino un investimento in grado di ridurre in modo
significativo, in futuro, le spese per la gestione dei pazienti acuti.
Con questa consapevolezza, l’Azienda ULSS 17 è attualmente impegnata in un programma
particolarmente ampio di iniziative nell’ambito della prevenzione, con alcuni progetti che
costituiscono una novità assoluta a livello regionale e anche nazionale. Iniziative ambiziose, che
stiamo portando avanti in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Sanità della Regione Veneto
e con il Ministero della Salute.
Ecco allora che accanto agli screening ormai consolidati, relativi ai tumori femminili, attualmente il
Dipartimento di Prevenzione è impegnato anche in quelli per il virus HPV e per il tumore del colon
retto. Una novità assoluta, a livello regionale, è poi lo screening cardiovascolare avviato fin dalla fine
del 2008, che rappresenta il primo tentativo in Veneto di attuare un programma davvero efficace di
monitoraggio e prevenzione di una patologia non tumorale, affrontando una problematica che oggi
costituisce una delle principali cause di morte per malattia nella popolazione oltre i 50 anni di età.
Tuttavia fare prevenzione non significa solo effettuare esami clinici: significa anche e soprattutto
promuovere un’autentica cultura della salute, perché adottare uno stile di vita sano costituisce il
modo più semplice, ma anche il più efficace, per tenere lontane le più diverse patologie. Di qui
l’impegno che stiamo ponendo nella prevenzione a tutti i livelli, a partire dai più giovani, con un
programma molto ampio di corsi e iniziative rivolti agli studenti delle diverse scuole del territorio,
ma anche agli insegnanti e ai genitori per aiutarli a comunicare i “messaggi giusti”. A questi corsi
si aggiungono quelli per smettere di fumare, i gruppi che promuovono una salutare attività fisica e
numerose altre iniziative che contribuiscono a realizzare un’attività di prevenzione a 360 gradi.
Una grande varietà di iniziative, dunque, realizzate con una costante attenzione da una parte alla
capacità di motivare gli utenti al reale cambiamento del loro stile di vita, dall’altra all’evoluzione di
una società fin troppo ricca di messaggi spesso equivoci e contraddittori.
Comune denominatore dell’attività di screening e dei programmi di educazione alla salute è la
volontà di realizzare un modello sanitario orientato in misura sempre maggiore a impedire l’insorgere
della patologia o quanto meno ad affrontarla quando il suo sviluppo è ancora nella fase iniziale,
dunque con interventi più efficaci e meno intrusivi rispetto alle terapie in fase acuta.
Questa è certamente una direttiva essenziale per la medicina del futuro, una strategia che vede
l’Azienda ULSS 17 all’avanguardia e determinata - d’intesa con le indicazioni della Regione Veneto a proseguire su questa strada.
Il Direttore Generale
Giovanni Pavesi
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Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
5
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
La centralità della risorsa umana
Negli ultimi anni si è assistito ad una sensibile ripresa della
prevenzione e della promozione della salute: il superamento
delle pratiche obsolete, lo sviluppo della prevenzione basata
sulle evidenze scientifiche (EBP), la maggior attenzione sulle
problematiche della qualità, della certificazione, il rafforzamento
della collaborazione tra il mondo degli operatori dei servizi e gli
istituti universitari e di ricerca scientifica e il rilancio delle migliori
pratiche sono tutti fattori che, insieme, hanno sicuramente portato
un grande beneficio alla popolazione.
Così, oggi è evidente come i campi di azione del Dipartimento di
Prevenzione sono veramente a 360 gradi: la profilassi attiva delle
malattie infettive (oggi anche con l’uso di nuovi vaccini contro il cancro della cervice uterina), la
prevenzione delle malattie di maggior rilevanza sociale, la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di
lavoro, la prevenzione degli incidenti domestici e da traffico, il contenimento delle malattie correlate
con l’inquinamento ambientale, l’igiene degli alimenti, la sicurezza alimentare, l’alimentazione e
la nutrizione, l’igiene edilizia e degli ambienti confinati e non ultima la medicina legale che vede
coinvolte, con le commissioni di invalidità civile, migliaia di famiglie ogni anno.
Questa relazione vuole dunque proporre una panoramica complessiva delle attività svolte dal
Dipartimento, con la presentazione delle progettualità e dei risultati ottenuti, nonché dello stato di
salute della popolazione. Allo stesso tempo, vuole essere un utile strumento di conoscenza per tutti
gli operatori sanitari del territorio e dell’Ospedale, al fine di favorire la collaborazione reciproca e un
migliore coordinamento delle attività.
Il quadro che emerge è molto positivo e mostra un dipartimento estremamente dinamico e
propositivo, soprattutto grazie alla professionalità e alla motivazione del personale.
La forza di un Dipartimento di Prevenzione, infatti, risiede quasi esclusivamente nella qualità e nelle
capacità del proprio personale, in quanto - a differenza dell’Ospedale - non sono necessari grandi e
costosi investimenti in tecnologie e attrezzature, bensì importanti investimenti in risorse umane.
Devo a questo riguardo constatare un preoccupante aumento dell’età media del personale in
servizio (situazione analoga è segnalata in tutti i Dipartimenti di Prevenzione del Veneto), la difficoltà
di ricambio generazionale e una carenza di giovani specialisti con adeguata formazione.
Più in generale, in un momento di crisi economica profonda vi è il pericolo che si proceda a risparmi
importanti sulla prevenzione, magari perché a differenza di altre aree di intervento i danni - per
quanto certamente gravissimi - non risulterebbero subito evidenti, e sarebbero quindi in qualche
modo “scaricabili” sugli amministratori che verranno in futuro.
Questa non è naturalmente la strada intrapresa dalla nostra Azienda Ulss, che pone una grande
attenzione alla prevenzione, (è destinato alla prevenzione il 3,5% del totale delle risorse finanziare a
disposizione), ma per la quale è auspicabile uno sforzo economico ancora maggiore.
Ecco allora che questa relazione costituisce un importante momento di riflessione per poter
migliorare ancora, utilizzare più adeguatamente le risorse assegnateci, riorganizzare i servizi
puntando ad una sempre migliore razionalizzazione e integrazione.
In conclusione, è doveroso un vivo e sincero ringraziamento a tutto il personale del Dipartimento e
alla Direzione Generale che continua a sostenerci, a seguirci con attenzione e a darci fiducia.
Il Direttore del
Dipartimento di Prevenzione
Dott. Antonio Ferro
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Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
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10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Relazione Attività
2009
Indice
10
Capitolo 1: Il territorio dell’azienda Ulss 17
10
12
15
18
18
CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE
LA STRUTTURA PRODUTTIVA
Il profilo demografico
17 Le famiglie
17 Gli immigrati
La mortalità e la morbosità
ATTIVITà DI MEDICINA LEGALE
18 Invalidi civili
19 Visite fiscali ovvero accertamenti sulla condizione di inabilità lavorativa specifica temporanea
19 La polizia mortuaria
20
Capitolo 2: Il Dipartimento di Prevenzione
20 L’ORGANIZZAZIONE
22 Area Sanità Umana
24 Area Sanità Animale
25 L’offerta del Dipartimento di Prevenzione
26
Capitolo 3: Attività di Sanità Pubblica
26 LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE
27
28
28
29
29
30
DEGLI ALLOGGI
LE PISCINE
L’ATTIVITÀ DI ACCONCIATORE, ESTETISTA, TATUATORE
LA PREVENZIONE SULLA STRADA
LA PREVENZIONE DOMESTICA
AMBULATORIO PER STRANIERI TEMPORANEAMENTE PRESENTI (STP)
SALUTE E AMBIENTE
32
Capitolo 4: Alimentazione
32 Approvvigionamento Acqua Potabile
33 LA SICUREZZA ALIMENTARE e la percezione
del rischio
34 Le TOSSIFENZIONI ALIMENTARI
8
35
38
38
38
LA VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI ALIMENTARI
CONTROLLI SULL’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI
SISTEMA DI ALLERTA
CONSULTORIO NUTRIZIONALE E SERVIZIO DI DIETETICA
40
Capitolo 5: Le malattie infettive
40 LE VACCINAZIONI
41 MALATTIE INFETTIVE
42 Echinococcosi
42 Morbillo
43 Influenza stagionale
44 Influenza da Virus A/H1N1 “Suina”
44 Tubercolosi
45 Meningiti
46 Malattie Sessualmente Trasmesse (MST)
46 Tetano
46 Scabbia
47 Campagna Nazionale “Genitori PIU’ ”
47 LA PROFILASSI INTERNAZIONALE
48
Capitolo 6: Le malattie cronico-degenerative
48 FATTORI DI RISCHIO LEGATI AGLI STILI DI VITA: SISTEMA SORVEGLIANZA “PASSI”
49 GLI SCREENING ONCOLOGICI
49 Screening Mammografico
50 Screening Citologico
50 Screening Colo-Rettale
51 LO SCREENING CARDIOVASCOLARE
52
Capitolo 7: La sicurezza nei luoghi di lavoro
52 PROMOZIONE DI STILI DI VITA E DI COMPORTAMENTI 53
53
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
CORRETTI: ATTIVITÀ DI FORMAZIONE ED ASSISTENZA
PROMOZIONE DEL MIGLIORAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE E DEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
VIGILANZA E CONTROLLO
53 Gli infortuni sul lavoro
57
57
58
58
58
59
Le malattie professionali
L’attività di vigilanza nelle aziende
Il comparto delle costruzioni (edilizia)
Le attività di bonifica amianto
Attività autorizzativa
L’attività sanitaria
60
Capitolo 8: Il mondo animale
60 AREA A: IL CAMPO D’INTERVENTO
61 VIGILANZA ED ISPEZIONE
61 ANAGRAFE BOVINA
61 ANAGRAFE CANINA
61 SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA
62 CONTROLLI
62 AREA B: IL CAMPO DI INTERVENTO
63 AREA C: IL CAMPO DI INTERVENTO
63 Controllo e vigilanza della produzione, distribuzione
e impegno del farmaco veterinario
64 Attività di ricerca della presenza di residui con consentiti nelle carni e negli animali in allevamento
64 Attività di ricerca della presenza di sostanze
ad azione ormonale nelle carni e negli animali in allevamento
64 Attività di ricerca della presenza di residui nelle carni
e negli animali in allevamento
65 Controlli sul latte destinato alla alimentazione
umana o alla caseificazione e sulle produzioni
lattiero-casearie
65 Controllo sulla produzione di mangimi di origine animale
65 Controllo sulla alimentazione animale
66 Controllo e vigilanza sulla riproduzione animale
66 Vigilanza sul benessere animale e sulle tecnologie di allevamento
67 Sottoprodotti di origine animale
67 Condizionalità
68
Capitolo 9: L’educazione e promozione della
salute e la medicina sportiva 68 EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE (EPS)
69 EPS NELLA COMUNITÀ
69 La prevenzione patologie fumo-correlate
69 La promozione dell’attività fisica
70 EPS NELL’AZIENDA
70 Progetto HPH “Ospedali e Servizi Socio-sanitari senza fumo”
70 Progetto “Mamme libere da fumo”
70 Progetto “Azienda in cammino: Passi per la salute”
71 Altre Collaborazioni
71 LA MEDICINA SPORTIVA
72
Capitolo 10: Progetti innovativi
72
73
73
75
76
77
PROGETTO PILOTA PER L’UTILIZZO DEL TEST PER
LA RICERCA DELL’HPV NEL PRIMO LIVELLO DEL PROGRAMMA DI SCREENING CERVICALE DELL’AZIENDA ULSS 17 DI ESTE
72 Introduzione
73 Materiali e metodi
73 Risultati
73 Conclusioni
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DELLE CARNI
E DEGLI ALTRI PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE
PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE MOSCHE E DEGLI ODORI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17
PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI PICCIONI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 A FAVORE DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI
76 Interventi possibili
LA FATTURAZIONE ON LINE
PROGRAMMA REGIONALE PER L’ERGONOMIA OCCUPAZIONALE
80
Capitolo 11: I costi del Dipartimento di
Prevenzione
80 I COSTI DEL DIPARTIMENTO
82
Realizzazione
68 EPS nella scuola
Relazione Attività 2009
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10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
fra Padova e Bologna, lo sbocco autostradale e la strada che
collega al mare.
Tutta la zona è comunemente chiamata “Bassa Padovana”.
Una lettura sintetica del quadro socio-economico indica un
tessuto produttivo debole, caratterizzato da una rete di piccole
aziende artigianali ed agricole, prevalentemente a gestione
familiare o semifamiliare, un terziario tradizionale, soprattutto
di commercio al dettaglio e alcuni settori di innovazione
tecnologica molto
limitati e concentrati.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
IL TASSO DI ATTIVITÀ (cioè il rapporto percentuale fra
la popolazione di 15 anni e più, occupati o in cerca di
occupazione, e il totale della popolazione della stessa età)
vede 13 Comuni con percentuali inferiori al 50% (ogni 100
abitanti di 15 anni e più, 50 sono occupati o in cerca di
occupazione);
Alcuni indicatori delle condizioni sociali del territorio sono:
IL REDDITO PRODOTTO PRO-CAPITE, secondo
stime calcolate dalla Camera di Commercio Industria
Agricoltura e Artigianato di Padova per gli anni 2005 e 2006,
è notevolmente inferiore a quello relativo alla Regione e
conferma le precedenti analisi per ULSS, disponibili da altra
fonte (Istituto Tagliacarne – anno 1996) che collocavano
questa zona al penultimo posto in graduatoria rispetto alle
Aziende ULSS Venete;
Fig.1
CAPITOLO 1
Il territorio dell’azienda Ulss 17
CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE
Il territorio dell’Azienda ULSS 17 è composto da 46 Comuni
aggregati in due Distretti Socio-sanitari: Distretto SocioSanitario di Conselve-Monselice e Distretto Socio-Santario di
Este-Montagnana.
Il Distretto di Monselice-Conselve comprende i 20
comuni di: Agna, Anguillara Veneta, Arquà Petrarca, Arre,
Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana,
Cartura, Conselve, Due Carrare, Galzignano Terme, Monselice,
Pernumia, Pozzonovo, San Pietro Viminario, Solesino,
Stanghella, Terrassa Padova, Tribano.
Il Distretto di Este-Montagnana comprende i 26 comuni
di: Baone, Barbona, Carceri, Casale di Scodosia, Castelbaldo,
Cinto Euganeo, Este, Granze, Lozzo Atestino, Masi,
Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Merlara,
10
Montagnana, Ospedaletto Euganeo, Piacenza d’Adige,
Ponso, Saletto, Santa Margherita d’Adige, Sant’Elena,
Sant’Urbano, Urbana, Vescovana, Vighizzolo d’Este, Villa
Estense, Vo.
L’Azienda ULSS 17 si sviluppa su una superficie complessiva
di 887,9 Kmq (Distretto di Conselve-Monselice 402 Kmq;
Distretto di Este- Montagnana 485,9 Kmq) pari al 41% del
territorio dell’intera provincia di Padova.
È situata nella parte meridionale della provincia di Padova,
confina a sud con la provincia di Rovigo, a est con quella di
Venezia e ad ovest con quella di Vicenza e Verona.
L’area comprende gran parte dei Colli Euganei, delle zone
termali e una parte della Pianura Padana.
Nella rete dei trasporti, Monselice assume una posizione di
rilevanza rispetto agli altri Comuni, grazie al nodo ferroviario
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Si tratta per la precisione di PAT (Posizioni Assicurative Territoriali) per la sola gestione Industria esclusa l’Agricoltura. L’INAIL assegna al datore di lavoro un Codice
Azienda e, per ogni singola sede di lavoro o unità locale, il numero della posizione assicurativa territoriale. Il totale delle PAT non corrisponde però alla somma delle aziende
o delle unità locali in quanto esistono situazioni in cui una stessa unità locale può avere diverse PAT in relazione ai diversi rischi assicurati (ad esempio operai ed impiegati).
Alcune aziende inoltre si avvalgono della facoltà di accentrare le posizioni assicurative in una sola PAT, cioè più sedi di lavoro di uno stesso cliente che concentrano la
contribuzione (premi, masse retributive…) in un’unica sede. In questo caso tutti i “lavoratori” o addetti stimati delle varie PAT vengono attribuiti alla sede “madre” con
possibili distorsioni sul calcolo degli indicatori.
1
Relazione Attività 2009
11
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
IL TASSO DI ISTRUZIONE (dato dal rapporto fra la somma
degli analfabeti e degli alfabeti privi di titolo, con età maggiore
di 6 anni e la popolazione totale della stessa fascia d’età)
evidenzia un livello medio-basso poiché in 15 comuni più del
13% della popolazione è analfabeta o priva di titolo di studio.
La Struttura Produttiva
Nel territorio dell’ULSS 17 operano 23061 aziende1
9533 (41,3%) nel comparto agricoltura e 13528 (58,7%)
nell’industria e servizi per un totale di 52738 addetti, 4426
(8,4%) nel comparto agricoltura e 48312 (91,6%) nel’industria
e servizi. I dati relativi all’industria e servizi sono tratti dalla
banca dati Epiwork Veneto e si riferiscono all’anno 2008 per
quanto riguarda le aziende e all’anno 2007 per gli addetti,
mentre quelli relativi all’agricoltura sono tratti dall’archivio
CERVED aggiornato al 1999.
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Pat
%
Addetti
%
Industria e
servizi
9533
41,3%
4426
23061
58,7%
100,0%
48312
52738
%
Addetti
%
682
1,4%
12
0,1%
92
0,2%
Industria Alimentare
227
1,7%
1044
2,2%
Industria Tessile
616
4,6%
2971
6,1%
3
0,0%
14
0,0%
Industria Legno
563
4,2%
1957
4,1%
Industria Carta
82
0,6%
271
0,6%
Industria Chimica
e Petrolio
94
0,7%
1018
2,1%
Industria Gomma
8
0,1%
25
0,1%
114
0,8%
1490
3,1%
6
0,0%
77
0,2%
Metalmeccanica
1080
8,0%
6536
13,5%
Industria Elettrica
130
1,0%
632
1,3%
Altre industrie
282
2,1%
1753
3,6%
Elettricità Gas
Acqua
6
0,0%
97
0,2%
Costruzioni
3234
23,9%
6286
13,0%
Commercio
1462
10,8%
4154
8,6%
Trasporti
773
5,7%
2124
4,4%
Sanità
236
1,7%
2650
5,5%
Servizi
4118
30,4%
14081
29,1%
221
1,6%
359
0,7%
13528 100,0%
48312
100,0%
8,4%
91,6%
100,0%
Fonte: i dati relativi all’agricoltura sono tratti dall’archivio CERVED aggiornato
al 1999, quelli dell’industria e servizi dalla banca dati Epiwork e si riferiscono
all’anno 2008 per le PAT e 2007 per gli addetti.
Il comparto agricoltura è ben rappresentato nel nostro
territorio per la presenza di agglomerati urbani di piccole
dimensioni (39 dei 46 comuni dell’ULSS 17 hanno meno di
5000 abitanti) e presenta la peculiarità di comprendere quasi
interamente aziende individuali, ovvero senza dipendenti, e a
conduzione familiare come si nota dalla tabella 1 che evidenzia
una percentuale molto ridotta di addetti in relazione al numero
di aziende.
La sovrapposizione dell’ambiente di lavoro con l’abitazione
del nucleo familiare pone il problema della contiguità dei
rischi anche per la popolazione non lavorativa ed, inoltre, il
fatto di non avere dipendenti e quindi di essere aziende solo
parzialmente soggette alla normativa sull’igiene e sicurezza sul
lavoro potrebbe favorire la presenza di condizioni lavorative
precarie e pericolose.
Dai dati emerge, infatti, una frequenza elevata di infortuni,
anche gravi, nel settore.
Nel settore industria e servizi (tab.2) i comparti
maggiormente rappresentati sono i servizi stessi (4118
aziende, pari al 30,4%), le costruzioni (3234, pari al 23,9%), il
commercio (1462 aziende, pari al 10,8%) e la metalmeccanica
(1080 aziende, pari all’8%). Coerentemente, anche gli addetti
sono maggiormente presenti in questi comparti: nei servizi
14081 addetti (pari al 29,1%), nella metalmeccanica 6536
(pari al 13,5%), nelle costruzioni 6286 (pari al 13,0%) e nel
commercio 4154 (pari all’8,6%).
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Pat
1,9%
Industria Conciaria
13528
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
261
Estrazioni minerali
TOTALE
12
Comparti
Agrindustria
e pesca
Agricoltura
60 Il mondo animale
Tab.2 – Numero di aziende e di addetti suddivisi per
comparto produttivo. Industria e Servizi.
Tab.1 – Numero di aziende e di addetti suddivisi
per comparto produttivo.
Comparti
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
Ind. Trasf. Non
metalliferi
Industria Metalli
Comparto non
determinabile
TOTALE
Fonte: i dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno 2008 per
le PAT e 2007 per gli addetti.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Quasi tutti comparti sono caratterizzati dalla presenza
prevalente di microaziende. L’elevata frammentazione delle
imprese, fenomeno tipico del Nord Est, è particolarmente
rappresentato nel nostro territorio. Tali piccole aziende,
soprattutto nell’edilizia, nei trasporti, nell’industria del legno
hanno spesso un grande impatto ambientale, molti fattori di
rischio ed un’elevata frequenza di infortuni e necessitano,
dunque, di consistenti interventi di supporto ed assistenza.
Va evidenziato che nel comparto della lavorazione di minerali
non metalliferi (n. aziende 114, n. addetti 1490) rientrano le
cementerie, che rappresentano una peculiare caratteristica
produttiva del territorio di questa ULSS. Nella zona di
Monselice ed Este, alle radici dei Colli Euganei, operano tre
grandi cementifici che occupano complessivamente oltre
400 lavoratori più una consistente quota di lavoratori in
appalto. Tali aziende hanno un rilevante impatto ambientale
derivante dalle emissioni prodotte dagli impianti e dal flusso
veicolare del trasporto delle materie prime e del prodotto
finito. In quest’ultimo caso l’inquinamento è diretto, cioè
determinato dalla “polverosità” del materiale trasportato,
e indiretto, conseguente all’insieme dei prodotti di scarico
dei veicoli industriali utilizzati all’interno dei cementifici e
all’esterno dai mezzi destinati al trasporto del prodotto.
Attorno alle cementerie si muovono mediamente circa 1000
automezzi pesanti ogni giorno anche in conseguenza delle
moltissime aziende, collocate attorno agli stabilimenti, che
si occupano del trasporto delle materie prime e del prodotto
finito. L’impatto ambientale di tali aziende rende necessario
un costante monitoraggio delle emissioni prodotte dagli
stabilimenti e ciò che di queste ricade sul territorio (emissioni),
considerato anche il fatto che nelle zone dell’EstenseMontagnanese prevalgono gli allevamenti avicoli, di suini e di
conigli.
Anche l’industria del legno, con 563 aziende e quasi
2000 addetti, merita una considerazione. Tale comparto
è rappresentativo e tipico di una vasta zona dell’Estense/
Montagnanese – con la concentrazione più elevata di aziende
nel comune di Casale di Scodosia – e risulta attualmente
interessato, più di altri comparti, dalla crisi che ha investito il
sistema produttivo dal 2008. Il comparto presenta un rischio
infortunistico che è tra i più elevati di tutte le attività produttive.
I fattori di rischio per l’ambiente legati alla specifica tipologia
lavorativa sono principalmente: la produzione di polveri di
legno, le emissioni derivanti dagli impianti di verniciatura, i
depositi di legname, il rumore, il traffico veicolare di mezzi
pesanti per il trasporto di materie prime e dei prodotti finiti.
I fattori di rischio lavorativi – considerando come prevalente
la produzione di manufatti – sono: polveri di legno, polveri di
abrasivi naturali e artificiali, adesivi, vernici, solventi, rumore,
vibrazioni, campi elettromagnetici, movimentazione manuale
dei carichi, movimenti e sforzi ripetuti agli arti superiori.
Nelle tabelle 3 e 4 è riportata la distribuzione degli insediamenti
produttivi e degli addetti relativi al comparto industria e servizi
sui 46 Comuni del territorio di questa Azienda ULSS suddivisi
nei due distretti di Este/Montagnana e Monselice/Conselve.
Rispetto a tali distretti si nota che la maggior parte delle
aziende (54,1%) e degli addetti (58,9%) si concentra nei 20
Relazione Attività 2009
13
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Comuni del distretto di Monselice/Conselve.
Si evidenzia, inoltre, che nel territorio di questa ULSS le
aziende (esclusa l’agricoltura) ed i relativi addetti si collocano
prevalentemente in 4 aree che corrispondono ai 4 più
importanti Comuni: Este e Monselice si collocano al primo
posto sia per n. di aziende che per n. di addetti (Este n.
aziende 1450, n. addetti 6293; Monselice n. aziende 1441, n.
addetti 6299;).
Seguono Conselve (n. aziende 801, n. addetti 5955) e
Montagnana (n. aziende 792, n. addetti 2838).
Complessivamente in 7 Comuni - Monselice, Conselve,
Solesino, Due Carrare, Este, Montagnana e Casale di
Scodosia - si concentrano il 41% del totale delle aziende nel
comparto industria/servizi e il 56% del totale degli occupati.
Pat
%
Addetti
%
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.4 – Distretto di Este/Montagnana: imprese e addetti
per Comune. Industria e Servizi.
Distretto di Este/
Montagnana
Pat
%
138
1,0%
286
0,6%
Barbona
26
0,2%
36
0,1%
Carceri
83
0,6%
140
0,3%
Casale di Scodosia
507
3,7%
1492
3,1%
Castelbaldo
108
0,8%
230
0,5%
Cinto Euganeo
123
0,9%
206
0,4%
1450
10,7%
Granze
127
0,9%
253
0,5%
Lozzo Atestino
195
1,4%
576
1,2%
Masi
136
1,0%
286
0,6%
Megliadino San Fidenzio
143
1,1%
382
0,8%
Baone
Este
Tab.3 – Distretto di Monselice/Conselve: imprese
e addetti per Comune. Industria e Servizi.
Distretto di
Monselice/Conselve
32 Alimentazione
Addetti
%
6293 13,0%
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Il profilo demografico
Al 1.1.2009 gli abitanti dell’Azienda ULSS sono 184.906.
Essi costituiscono il 20% della popolazione della provincia e
la densità abitativa media, pari a 208 abitanti per kmq, risulta
significativamente più bassa, la metà di quella provinciale (430
ab/Kmq).
Anche la distribuzione sul territorio non è uniforme e si
riscontrano, infatti, notevoli differenze tra le due aree
distrettuali: il distretto di Conselve-Monselice ha una densità
di 250 ab/Kmq, mentre il distretto di Este-Montagnana ha una
densità di 174 ab/Kmq.
Le comunità territoriali sono di piccole dimensioni.
Dei 46 Comuni dell’ULSS (Tab.2), l’85%, pari a 39 Comuni,
ha una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e in essi vive più
della metà della popolazione (108.802 ab.). Solo nei Comuni
di Este e Monselice risiedono più di 16.500 abitanti.
All’interno di ciascun Distretto Socio-Sanitario solo il 18-20%
della popolazione vive nel capoluogo del Distretto.
Una caratteristica di notevole rilievo è che in molti Comuni il
30% o addirittura il 40% della popolazione non vive in centri
urbani, ma è sparsa sul territorio comunale.
72 Progetti
innovativi
e i nati 1.681. Il saldo migratorio è sempre positivo (nel 2008 è
di 1.603 unità), mentre il saldo naturale, pur in minore entità, è
sempre negativo (nel 2009 è di -232 unità).
Tab.5 - La popolazione e la densità abitativa
dell’Azienda ULSS 17
Dati al 1.1.2009
Distretti
Popolazione
Superficie
(Km2)
Densità
(abitanti/
Km2)
Este-Montagnana
84.406
485,9
173,7
ConselveMonselice
100.500
402,0
250,0
Totale ULSS 17
184.906
887,9
208,3
Padova città
211.936
92,9
2.283
Provincia di
Padova
920.903
2.141,6
430
Agna
240
1,8%
612
1,3%
Anguillara Veneta
278
2,1%
525
1,1%
Arquà Petrarca
106
0,8%
185
0,4%
Megliadino San Vitale
125
0,9%
305
0,6%
Arre
153
1,1%
437
0,5%
Merlara
205
1,5%
468
1,0%
Bagnoli di Sopra
293
2,2%
1692
3,5%
Montagnana
792
5,9%
2838
5,9%
La popolazione del territorio dell’ULSS 17 negli anni 19992009 segue un trend lievemente crescente ed i residenti sono
aumentati complessivamente di 7.068 unità nel suddetto
periodo. La crescita è prevalentemente legata all’incremento
dei flussi migratori in entrata, mentre i morti continuano ad
essere superiori alle nascite: nel 2009 i morti sono stati 1.913
Battaglia Terme
185
1,4%
615
1,3%
Bovolenta
260
1,9%
1310
2,7%
Ospedaletto Euganeo
347
2,6%
1158
2,4%
Fig.2 – Cartogramma dell’indice di vecchiaia* nei comuni dell’ULSS 17. Dati riferiti al 1.1.2009
Candiana
143
1,1%
440
0,9%
Piacenza d'Adige
87
0,6%
162
0,3%
Cartura
275
2,0%
957
2,0%
Ponso
168
1,2%
489
1,0%
Conselve
801
5,9%
5955 12,3%
Due Carrare
620
4,6%
2505
5,2%
Saletto
222
1,6%
677
1,4%
Galzignano Terme
225
1,7%
722
1,5%
159
1,2%
440
0,9%
Monselice
1441
10,7%
Santa Margherita
d'Adige
Pernumia
288
2,1%
880
1,8%
Sant'Elena
150
1,1%
623
1,3%
Pozzonovo
236
1,7%
636
1,3%
Sant'Urbano
113
0,8%
300
0,6%
San Pietro Viminario
212
1,6%
562
1,2%
Urbana
209
1,5%
610
1,3%
Solesino
723
5,3%
1498
3,1%
Vescovana
86
0,6%
174
0,4%
Stanghella
310
2,3%
732
1,5%
Terrassa Padovana
207
1,5%
569
1,2%
Vighizzolo d'Este
48
0,4%
175
0,4%
Tribano
311
2,3%
1485
3,1%
Villa Estense
159
1,2%
414
0,9%
7307
54,1%
Vo
315
2,3%
683
1,4%
6221
45,7%
Totale distretto
6299 13,0%
28616 58,9%
Fonte: i dati dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno
2008 per le PAT e 2007 per gli addetti.
14
Totale distretto
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
19696 40,9%
Fonte: i dati dati sono tratti dalla banca dati Epiwork e si riferiscono all’anno
2008 per le PAT e 2007 per gli addetti.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
15
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Tab.6 - Trend popolazione residente nel territorio
dell’Azienda ULSS 17 Anni 1999 - 2009
1999
Popolazione
residente
al 1 gennaio
177.838
2003
Popolazione
residente
al 1 gennaio
178.170
2007
Popolazione
residente
al 1 gennaio
182.319
2000
2001
177.993 178.466
2004
2005
179.600 180.883
2008
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
2002
177.574
2006
181.613
Fig.3 – Popolazione residente nel territorio dell’Ulss 17
anni 1999-2009
186.000
Con riferimento alla struttura per età, nel periodo 1999-2009
è evidente la costante tendenza all’invecchiamento della
popolazione: aumentano i residenti che hanno 65 anni e oltre,
passando dal 18,5% al 20,4% (37.803 residenti), mentre
rimane intorno al valore di 13,1% la popolazione che ha fino a
14 anni (24.231 residenti).
182.000
180.000
176.000
177.838
172.000
12.000
Al 1.1.2009 gli Italiani di 65 anni e oltre sono il 20,1% della
popolazione totale (oltre 60 milioni di residenti), con un indice
di vecchiaia del 143,4%.
La popolazione di età inferiore o uguale a 14 anni rappresenta
circa il 13,1% di quella complessiva.
La percentuale nel Distretto di Conselve-Monselice è superiore
al valore complessivo del Distretto di Este-Montagnana.
Se si considera la popolazione ultra 65enne, emerge una
notevole prevalenza delle donne (circa 58%), in conseguenza
di una mortalità differenziale per sesso, evidente soprattutto
nelle età più avanzate.
classedietà
16
95epiù
90-94
85-89
80-84
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
0-4
8.000
6.000
4.000
Le famiglie
Al 1.1.2009 nell’ULSS 17 le famiglie risultavano 70.491,
con una distribuzione territoriale non omogenea tra distretti
(38.164 nel Distretto Conselve-Monselice, 32.327 nel Distretto
Este-Montagnana).
2.000
0
2006
2007
2008
2009
DistrettoConselveMonselice
DistrettoEsteMontagnana
TotaleUlss17
maschi
femmine
-5% -4%- 3% -2%- 1% 0% -1%- 2% -3%- 4% -5%
Valoripercentuali(maschi+femmine=100%)
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Incremento
+17%
del2009
sul2008
10.000
Fig.4 - Distribuzione percentuale per sesso e per età
della popolazione residente al 1.1.2009 nel territorio
dell’Azienda Ulss 17
Di conseguenza l’indice di vecchiaia e l’età media, già
molto elevati, aumentano e risultano rispettivamente pari al
156,0% (156 ultra 65enni ogni 100 ragazzi fino a 14 anni)
e a 43,9 anni. I valori più alti si riscontrano nel Distretto di
Este-Montagnana, dove gli ultra 65enni sono il 21,0% della
popolazione. Il confronto con il dato provinciale, riferito al
1.1.2009, di 139,1 ultra 65enni ogni 100 ragazzi ed una
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Fig.5 - Totale cittadini stranieri al 1 gennaio
anni 2006-2009
174.000
6
4
3
8
9
7
5
9
0
1
2
199 200 200 200 200 200 200 200 200 200 200
anni
2009
183.535 184.906
184.906
184.000
178.000
72 Progetti
innovativi
Gli immigrati
I cittadini stranieri residenti al 1.1.2009 sono più di 10 mila e
rispetto al 2008 sono aumentati del 17%.
Corrispondono al 6% della popolazione residente nei 46
comuni dell’Azienda ULSS 17. La presenza ufficiale è, in
termini assoluti, maggiore nel Distretto di Conselve-Monselice
(5.713 unità, pari a circa il 5,7% della popolazione) mentre in
termini di percentuale la presenza è maggiore nel Distretto di
Este-Montagnana (6%). I minorenni sono ufficialmente 2.743.
Sono aumentati rispetto all’anno precedente del 16,5% e
rappresentano il 25,4% del totale degli stranieri.
percentuale di residenti di 65 anni e oltre di 19,4 evidenzia la
maggiore presenza di anziani nei territori dell’ULSS 17.
Popolazione al 1 gennaio
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
La dimensione delle famiglie si attesta attorno al valore medio
di 2,6 persone per famiglia ed è superiore al dato provinciale
(2,5), regionale (2,4) ed anche al dato nazionale (2,4).
Visto l’alto indice di vecchiaia si può ipotizzare che molti
anziani vivano soli.
La quota delle famiglie unipersonali (dati censimento del 2001)
è comunque molto consistente ed è maggiore nel Distretto di
Este-Montagnana (20%).
Le famiglie numerose (5 o più componenti) sono il 10% e sono
maggiori che nel resto della provincia di Padova.
L’incremento rispetto al 1.1.2008 per l’intera provincia di
Padova è stato del 15,2% portando a oltre 79 mila gli stranieri
residenti. Gli stranieri minorenni sono aumentati nella provincia
del 17%.
In Italia al 1.1.2009 sono oltre 3,8 milioni e rispetto all’-anno
prece-dente sono aumentati di 458.644 unità (+13,4%).
Si tratta di un forte incre-mento, anche se meno elevato di
Relazione Attività 2009
17
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Fig.6 - Cause di morte per 1.000 abitanti Ulss 17. Tassi specifici di mortalità per sesso - media 2002-2005
Tassi specifici per 1000 abitanti
1 - Mal.infettive e parassit.
2 - Tumori
3 - Mal. ghiandole endocrine
settori nosologici
4 - Mal. sangue
5 - Disturbi psichici
6 - Mal. sistema nervoso
7 - Mal. sistema circolatorio
8 - Mal. apparato circolatorio
9 - Mal. apparato digerente
10 - Mal. apparato genitourinario
11 - Complicazioni gravidanza
parto puerperio
12 - Mal. pelle e tessuto sottocutaneo
13 - Mal. sistema osteomuscolare
e tessuto connettivo
14 - Malformazioni congenite
Femmine
Maschi
15 - Condizionimorbose origine perinatale
16 - Sintomi, segni e stati morbosi mal
definiti
17 - Traumatismi e avvelenamenti
quello dello scorso anno, il più elevato mai registrato nel corso
della storia dell’immigrazione nel nostro Paese, da imputare al
forte aumento degli immigrati di cittadinanza rumena.
Nel Veneto la Romania è il primo paese per provenienza
seguito dal Marocco e dall’Albania.
La mortalità e la morbosità
Il fabbisogno di ricovero espresso dai residenti è stato, nel
2001, di 24.540 dimissioni di degenza ordinaria in strutture
ospedaliere venete.
Le dimissioni sono diminuite progressivamente negli anni
successivi fino a 18.948 nel 2009.
C’è stato quindi un notevole calo attribuibile in buona parte al
potenziamento di forme alternative al ricovero, quali ricoveri
diurni, attività ambulatoriale ed assistenza domiciliare.
I principali motivi di ricorso al ricovero ordinario, con
riferimento al 2009, sono:
- malattie del sistema circolatorio: 3.604 ricoveri per 2.663 pazienti (ciò significa che per ogni 1.000 abitanti circa 14 hanno uno o più ricoveri legati a problemi circolatori);
- tumori: 2.141 ricoveri per 1.698 pazienti e quindi circa 9 pazienti ogni 1.000 abitanti sono ricoverati per tumori.
Analizzando i tassi medi specifici di mortalità per sesso,
relativi agli anni 2004-2006, la principale causa di morte risulta
essere legata alle “malattie del sistema circolatorio”. Si tratta
mediamente di 4,2 morti ogni 1.000 ab. Un approfondimento
relativo al periodo 2002-2005 segnala un valore più elevato
18
per le femmine analogamente a quanto risulta per l’Italia e
l’area del Nord-Est (ISTAT - 2002). La seconda causa di morte
sono i “tumori”, con una media di 3 morti ogni 1.000 ab. In
questo caso l’approfondimento relativo al periodo 2002-2005
evidenzia che il valore è più elevato per i maschi (3,5‰). Il
dato nazionale è di 3,4 morti ogni 1.000 ab. per i maschi e 2,4
morti ogni 1.000 ab. per le femmine.
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
significative della modulistica stessa.
Nel settembre dette linee guida sono state condivise
con un gruppo di lavoro facente capo al Direttore del
SISP dell’Azienda ULSS di Padova; ora dette linee guida
costituiscono patrimonio comune e sono utilizzate anche dalle
commissioni invalidi civili dell’Azienda ULSS 16.
Circa l’attività svolta, nel corso dell’anno 2009 sono stati
redatti 5866 verbali di visita collegiale a fronte di 7649 casi per
i quali è stata disposta convocazione.
Per il dettaglio:
legge 295/90 (invalidità civile) 4317;
legge 104/92 (stato di handicap) 3101;
legge 68/99 (disabilità ai fini dell’inserimento al lavoro) 231.
Nella sostanza non vi è stata una flessione significativa nel
numero delle domande; parimenti costante la distribuzione
mensile del carico di lavoro, a parte il “fisiologico” calo
correlato al periodo estivo.
Diverse ed a dire il vero non sempre giustificabili le motivazioni
che concorrono a determinare una percentuale di assenza
a visita che sfiora il venticinque per cento, considerato
come nella maggior parte dei casi subentri richiesta di visita
domiciliare.
L’inserimento in domanda di invalidità civile della possibilità di
chiedere già dalla prima fase del processo la richiesta di visita
domiciliare costituisce indicazione che certamente contribuirà
a ridurre la percentuale delle persone che non rispondono
all’invito di prima visita.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Impossibile provvedere ad assunzione di nuovo personale
sanitario e invariato il personale amministrativo; sono state
effettuate 1833 accessi, pari al diciotto per cento della
domanda.
Quale commento, nota e condivisa la nessuna utilità delle
“visite fiscali” così come dettata da nor-mativa vigente, peraltro
in regime di totale carico economico ULSS, ritengo che un
investimento atto a garantire risposta ad un quinto della
domanda sia da ritenersi soddisfacente.
La polizia mortuaria
Concluso nella primavera del 2009 il censimento delle
imprese di onoranze funebri presenti sul ter-ritorio di
competenza dell’azienda ULSS 17 e portato a termine il corso
appositamente confezionato destinato agli operatori di dette
imprese, con decorrenza agosto ‘09 ogni attività connessa al
confezionamento dei feretri è stata delegata alle I.O.F.
Di fatto è stato anticipato quanto previsto da art. 21 legge
regionale n.18 del 4 marzo 2010 (Norme in materia funeraria),
ovvero si sono responsabilizzate le Imprese di Onoranze
Funebri per la sigillatura feretri con l’attività burocratica
connessa.
Visite fiscali ovvero accertamenti sulla condizione di
inabilità lavorativa specifica temporanea
L’entrata in vigore nel giugno del 2008 della normativa
che dispone nell’ambito della pubblica amministrazione
accertamento “fiscale” a tappeto e fin dal primo giorno
di assenza per malattia del dipendente (legge 133/08) ha
comportato un importante incremento della domanda che,
raddoppiata, si è stabilizzata nel corso del 2009 sull’ordine
delle diecimila richieste.
ATTIVITà DI MEDICINA LEGALE
Invalidi civili
Portato a termine un periodo di prova che si è protratto per più
mesi del 2008, con decorrenza 1 gennaio 2009 le domande
di invalidità civile sono gestite a mezzo di nuovo programma
informatico acquisito da Azienda ULSS 16 di Padova.
L’aggiornamento si è reso non più procrastinabile in quanto il
programma in uso dagli anni ‘80 non solo non era più in grado
di soddisfare le esigenze dettate dall’evoluzione legislativa
(la normativa madre in tema di handicap è del ‘92 mentre la
normativa sull’inserimento al lavoro dei disabili è del ‘99) ma
anche perché la stessa Azienda ULSS ne aveva preannunciato
“il pensionamento” entro il 2010.
Per quanto riguarda gli accertamenti disposti ai sensi della
legge 68/99 (stato di disabilità ai fini dell’inserimento al
lavoro) grazie alla collaborazione dei medici del lavoro della
nostra azienda componenti del comitato tecnico provinciale
e previa analisi della modulistica regionale, sono state redatte
linee guida interpretative che prendono in esame le voci più
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
19
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Chiara Antonello, Donato Maria Cristina, Fasson Ugo, Favaro
Giuseppe, Favaro Maria Grazia, Ferlini Federico, Ferraresso
Anna, Ferro Antonio, Fusacchia Marco, Galuppo Francesco,
Gatti Stefano, Gazzetta Giancarlo, Gemignani Virio, Gennaro
Meris, Gioga Lino, Gobbi Sandra, Gobbo Adalberto, Guerra
Stefania, Lazzarin Luciano, Littamè Simone, Lorenzetto
Marilena, Lunardi Gina, Magosso Doriano, Marchesan
Giangiacomo, Marinello Michele, Marinucci Alessia, Maruzzi
Paolo, Meneghetti Orfeo, Meggiorin Roberto, Mentini Carla,
Merlin Fabiola, Mingardo Fabio, Mondi Lauretta, Mondi Odilla,
Mori Mario, Muraro Maurilio, Napodano Andrea, Orlando
Carlo, Paganizza Luigina, Palonta Paolo, Pasetti Francesca,
Pasqualetto Lorella, Pavan Pierpaolo, Penon Maria-Gabriella,
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Petagna Sabrina, Pezzuto Serena, Piccolo Lucia, Piccolo
Rosella, Pieropan Sergio, Piron Ada Carla, Piva Silvano,
Pressendo Ornella, Rappo Carlo Alberto, Rizzato Luciana,
Rosin Vasco, Rosina Edith, Rossi Maristella, Ruffin Edi, Ruffin
Stefano, Salmaso Gabriella, Salterini Ferdinando, Salvador
Alberto, Schiavinato Chiara, Sinigaglia Agostino, Slanzi
Stefano, Sturabotti Nello, Sturaro Massimo, Talpo Francesca,
Tasinato Graziano, Tecchio Marilena, Tomei Cristina, Trevisan
Maria Cristina, Vanzan Angelo, Verdolin Graziella, Veronese
Gianmarco, Verza Nerino, Zambon Chiara, Zanaica Mauro,
Zanella Luciano, Zanirato Maria Gabriella, Zerbetto Serena,
Ziscardi Stefano, Zorzi Manuel.
Fig.7
CAPITOLO 2
Il Dipartimento di Prevenzione
L’ORGANIZZAZIONE
Il Dipartimento si articola in nove Servizi che operano nell’area
di sanità umana e nell’area di sanità animale:
alimenti di origine animale e loro derivati (AREA B);
- Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche (AREA C).
Area Sanità Umana
- Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP);
- Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN);
- Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL);
- Servizio Educazione e Produzione alla Salute (SEPS);
- Servizio di Medicina Legale (SML);
- Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS)
Il personale del dipartimento:
Albertin Gianfranco, Andreose Ornella, Baraldo Florio, Belcaro
Luana, Bergami Morena, Bernardinello Silvio, Bertazzo
Alessandra, Bettini Maria Cristina, Bisi Raffaella, Bissaro
Guglielmo, Boggian Vittorio, Bojan Umberto, Bordin Cristina,
Borella Vanna, Bortoliero Antonella, Bottaro Claudio, Bozza
Chiara, Brandalese Laura Beatrice, Bresciani Federica,
Brognara Michele, Brunoro Andrea, Businarolo Maria Serena,
Camilotto Raffaella, Campi Susi, Cavallari Luisa, Cavallaro
Fulvio, Cecchinello Claudio, Celon Roberto, Cestari Elena,
Cestari Renato, Chiarello Mosè, Chiarlanti Piernatale,
Chiodarelli Maria Grazia, Corsato Rafaella, Costa Peruffo
Paolo, Davì Giuseppe, De Paoli Nicola, Dellamorte Primo, Di
Area Sanità Animale
- Servizio Sanità Animale (AREA A);
- Servizio di igiene della produzione, trasformazione,
commercializzazione, conservazione e trasporto degli
20
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
21
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Grafici Età Media del Personale del Dipartimento di
Prevenzione – Anno 2009
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Fig.12 - N° Dirigenti veterinari
Fig.8 - N° Dirigenti medici
Fig.9 - N° Tecnici di prevenzione
Area Sanità Umana
Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP)
Direttore: dr. Antonio Ferro
Sede: piazza Cesare Battisti, 11 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598739 - fax 049.9598745
e-mail [email protected]
Il Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha come obiettivo
istituzionale la tutela e la promozione della salute della
collettività. La sua attività comprende vari ambiti: prevenzione
delle malattie infettive, vaccinazioni, igiene edilizia, tutela del
viaggiatore, programmi di screening per la prevenzione di
patologie tumorali dell’utero, della mammella e del colonretto, prevenzione degli incidenti domestici e stradali e
l’accertamento dell’idoneità psico-fisica alla guida di veicoli
motorizzati.
Fig.10 - N° Personale infiemeristico
IL PERSONALE:
Belcaro Luana, Bertazzo Alessandra, Bettini Maria Cristina,
Bisi Raffaella, Bortoliero Antonella, Brandalese Laura Beatrice,
Cavallari Luisa, Cecchinello Claudio, Chiodarelli Maria Grazia,
Ferraresso Anna, Ferro Antonio, Gazzetta Giancarlo, Gennaro
Meris, Lunardi Gina, Mentini Carla, Merlin Fabiola, Mondi
Lauretta, Mori Mario, Penon Maria-Gabriella, Piccolo Rosella,
Rizzato Luciana, Rosin Vasco, Rossi Maristella, Rubini Franco
(in pensione 31 dicembre 2009), Ruffin Stefano, Schiavinato
Chiara, Talpo Francesca, Tasinato Graziano, Tinello Rita (in
pensione aprile 2009), Tomei Cristina, Zerbetto Serena, Zorzi
Manuel.
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN)
Responsabile: dr. Pierpaolo Pavan
Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD)
telefono 0429.618377 - fax 0429.600796
e-mail [email protected]
Compito di questo Servizio è tutelare il diritto fondamentale
alla salute del cittadino consumatore. Provvede al controllo
sulla qualità e sicurezza degli alimenti, e agisce per contrastare
i fattori di rischio nutrizionale attraverso l’informazione e
l’educazione sanitaria della popolazione. Agisce in funzione
della promozione della salute, finalizzata al miglioramento della
qualità della vita, agendo attraverso l’attività di prevenzione,
controlli e la sorveglianza nutrizionale.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
di natura ergonomia, in particolare patologie da sovraccarico
biomeccanico degli arti superiori e del rachide e patologie da
“disfunzioni organizzative”.
IL PERSONALE:
Albertin Gianfranco, Bordin Cristina, Brunoro Andrea, Cestari
Elena, Fusacchia Marco, Guerra Stefania, Magosso Doriano,
Marchesan Giangiacomo, Napodano Andrea, Piccolo Lucia,
Rappo Carlo Alberto, Salvador Alberto, Sturaro Massimo,
Trevisan Maria Cristina, Ziscardi Stefano.
IL PERSONALE:
Bernardinello Silvio, Bissaro Guglielmo, Bottaro Claudio,
Corsato Raffaella, Di Chiara Antonello, Maruzzi Paolo, Muraro
Maurilio, Pavan Pierpaolo, Piva Silvano, Pressendo Ornella,
Salmaso Gabriella, Sturabotti Nello, Vanzan Angelo, Zanella
Luciano.
Il Servizio di Medicina Legale (SML)
Responsabile: dr. Federico Ferlini
Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD)
telefono 0429.618344 - fax 0429.618326
e-mail [email protected]
Il Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza negli
Ambienti di Lavoro (SPISAL)
Direttore: dr. Doriano Magosso
Sede: piazza Cesare Battisti 11 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598730 - fax 049.9598729
e-mail [email protected]
L’Unità operativa ha il compito di gestire gli adempimenti
medico legali sullo stato di salute della popolazione in un’ottica
di prevenzione, fornendo informazioni epidemiologiche sulle
cause di invalidità e di morte della popolazione. Assicura le
attività di accertamento, controllo e certificazioni previste dalle
leggi e dai vigenti regolamenti.
Il PERSONALE:
Borella Vanna, Davì Giuseppe, Favaro Maria Grazia, Ferlini
Federico, Petagna Sabrina, Verdolin Graziella.
Compito del Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza
negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) è la tutela della salute
dei lavoratori ed il miglioramento della qualità del lavoro
attraverso azioni di contrasto nei confronti degli infortuni e
delle malattie professionali in sinergia con altre parti sociali
quali le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Sindacali.
L’azione si concretizza in tre filoni di attività: promozione
di stili di vita e di comportamenti corretti; promozione del
miglioramento dell’organizzazione e dei sistemi di gestione
della salute e della sicurezza; vigilanza e controllo. Presso
lo SPISAL ha sede il CRREO (Programma Regionale per
l’ergonomia occupazionale) il cui obiettivo è la promozione
del miglioramento della salute dei lavoratori esposti a rischi
Fig.11 - N° Amministrativi
22
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
23
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Il Servizio Educazione e Promozione della Salute (SEPS)
Responsabile: dr.ssa Raffaella Camilotto
Sede: piazza Cesare Battisti 11 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598753 - fax 049.9598745
e-mail [email protected]
Il servizio promuove e attua, con la partecipazione ed
il coinvolgimento delle strutture aziendali ospedaliere e
territoriali, iniziative, programmi e progetti finalizzati a rendere
i cittadini, le comunità e i gruppi sociali consapevoli, partecipi
e attivi nei confronti dei problemi di salute. Attiva rapporti di
collaborazione e di comunicazione con le scuole, i soggetti
e le istruzioni della società civile per facilitare i processi di
promozione alla salute della popolazione.
IL PERSONALE:
Businarolo Maria Serena, Camilotto Raffaella, Tecchio
Marilena, Zambon Chiara.
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Area Sanità Animale
Il Servizio Sanità Animale - Area A - (SSA)
Direttore: dr. Agostino Sinigaglia
Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598601-9598602 - fax 049.5352844
email [email protected]
Compito del Servizio Veterinario di Sanità Animale (SSA), area
A, è la tutela della salute degli animali. Il servizio si occupa in
particolare del controllo delle malattie trasmissibili all’uomo e
di quelle diffusive tipiche degli animali che hanno una notevole
incidenza sanitaria ed economica nel settore zootecnico.
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
IL PERSONALE:
Avanzi Ugo (in pensione aprile 2009) Baraldo Florio, Boggian
Vittorio, Bojan Umberto, Cavallaro Fulvio, Cestari Renato,
Chiarello Mosè, Dellamorte Primo, Gemignani Virio, Gioga
Lino, Gobbo Adalberto, Marinucci Alessia, Meggiorin Roberto,
Mingardo Fabio, Mondi Odilla, Pasetti Francesca, Pieropan
Sergio, Ruffin Edi, Salterini Ferdinando, Veronese Gianmarco,
Zanirato Gabriella.
IL PERSONALE:
Bergami Morena, Bojan Umberto, Bozza Chiara, Chiarlanti
Piernatale, Costa Peruffo Paolo, Donato Maria Cristina,
Fasson Ugo, Favaro Giuseppe, Francescon Guido (in
pensione luglio 2009), Galuppo Francesco, Littamè Simone,
Lorenzetto Marilena, Meggiorin Roberto, Mingardo Fabio,
Orlando Carlo, Paganizza Luigina, Palonta Paolo, Pasqualetto
Lorella, Pieropan Sergio, Piron Ada Carla, Rosina Edith, Ruffin
Edi, Sinigaglia Agostino, Verza Nerino.
Il Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche Area C – (SIAPZ)
Direttore: dr. Nicola De Paoli
Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598601-9598602 - fax 049.5352844
email [email protected]
Compito del Servizio Veterinario di Igiene degli Allevamenti
e delle Produzioni Zootecniche (SIAPZ), area C è la tutela
della salubrità delle produzioni zootecniche. Tale funzione
è finalizzata alla salvaguardia del benessere degli animali
in allevamento, la sicurezza degli alimenti utilizzati per
l’alimentazione del bestiame e delle produzioni zootecniche e
delle attività connesse ai sottoprodotti di origine animale.
Il Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS)
Sede: via Francesconi 2 - 35042 ESTE (PD)
telefono 0429.618510 - fax 0429.618421
Compito dello STAS è la tutela della salute di tutti coloro che
praticano una disciplina sportiva a livello professionistico o
amatoriale o semplicemente un’attività motoria.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
L’offerta del Dipartimento di Prevenzione
Il Dipartimento di Prevenzione è la struttura tecnico
funzionale, dotata di autonomia organizzativa e contabile,
mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce
la soddisfazione dei bisogni di salute connessi ad interventi
di produzione e di prevenzione relativamente agli stati e
comportamenti individuali delle persone, all’ambiente fisico e
sociale della comunità di riferimento.
Le azioni sviluppate nelle specifiche aree di intervento sono le
seguenti:
- Tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita;
- Tutela igienico sanitaria degli alimenti;
- Tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale.
- Sorveglianza e prevenzione nutrizionale.
- Profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
- Funzioni di medicina legale;
- Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici
e sanitari connessi agli ambienti di lavoro;
- Sanità pubblica veterinaria, che comprende:
- Sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali
e profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
- Farmacosorveglianza veterinaria;
- Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Inoltre Il Dipartimento di Prevenzione contribuisce alla
realizzazione:
- di attività di prevenzione delle malattie cronico degenerative in collaborazione con l’ospedale ed i distretti socio-sanitari
- di programmi di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori (screening oncologici).
Il PERSONALE:
Bergami Morena, Bojan Umberto, De Paoli Nicola, Gatti
Stefano, Meneghetti Orfeo, Meggiorin Roberto, Mingardo
Fabio, Pieropan Sergio, Ruffin Edi, Sguotti Pietro (in pensione
settembre 2009), Zanaica Mauro.
IL PERSONALE:
Andreose Ornella, Campi Susi, Gobbi Sandra, Zorzan
Natalina.
Il Servizio Igiene Alimenti di Origine Animale e loro
derivati - Area B – (SIOA)
Direttore: dr. Virio Gemignani
Sede: piazza XX Settembre 1 - 35026 CONSELVE (PD)
telefono 049.9598660-9598661-9598620 - fax 049.9598617
email [email protected]
Compito del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di
Origine Animale e loro derivati (SIAOA) Area B è ispezione,
vigilanza e controllo degli alimenti di origine animale e dei
suoi derivati nelle fasi di macellazione, conservazione,
trasformazione, lavorazione, deposito, trasporto e vendita, in
particolar modo rivolte miglioramento continuo delle condizioni
di sicurezza alimentare.
24
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
25
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
di sicurezza, ecc.) la situazione di pericolo è stata segnalata
al Sindaco con lettera. Considerate le variazioni apportate alla
legge che regola l’immigrazione, in particolare con riferimento
alla richiesta di ricongiungimento laddove la normativa prevede
che la relazione venga ora eseguita a cura degli U.T.C. dei
comuni, pur portando ad una notevole riduzione del carico
lavorativo del Dipartimento di Prevenzione, renderà meno
capillare la verifica di inconvenienti abitativi tra la popolazione.
Fig.13 - Distribuzione degli inconvenieni riscontrati
Fig.14 - Motivi di richiesta sopralluogo (%)
CAPITOLO 3
Attività di Sanità Pubblica
LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE
DEGLI ALLOGGI
Tra le attività dei SISP dei Dipartimenti di Prevenzione è
prevista anche la verifica dell’idoneità degli alloggi.
Dette richieste nella maggior parte dei casi vengono inoltrate
dall’interessato per fini certificativi. All’interno di questo
capitolo vengono compresi tutti i sopralluoghi eseguiti
presso le abitazioni di privati, siano essi richiesti per attestare
l’idoneità dell’alloggio (legge sull’immigrazione), o per
accertarne l’antigienicità (graduatoria per l’assegnazione di
alloggi popolari).
Nel 2009 sono stati eseguiti in totale 108 sopralluoghi presso
abitazioni di privati: tra questi 57 (52%) sono stati eseguiti per
l’inserimento nelle graduatorie ERP, 43 (40%) per ottemperare
alle normative previste dalla legge sull’immigrazione, 6 per altri
motivi, sempre collegati a verifiche di antigienicità; 2 verifiche
sono state richieste dai Servizi sociali nei confronti di utenti in
26
situazione di disagio psico-sociale già peraltro noti ai Servizi
stessi.
Il 33% degli alloggi sottoposti a verifica è stato valutato
antigienico, nel 22% dei sopralluoghi sono state individuate
carenze evidenti all’impianto elettrico e nel 16% carenze nel
sistema di riscaldamento e/o idrosanitario, tre abitazioni sono
state dichiarate inagibili per fatiscenza della struttura, nel
30% dei sopralluoghi sono state evidenziate irregolarità su
normative di sicurezza (parapetti troppo bassi, vetrazioni non
di sicurezza ecc.).
Spesso le case antigieniche sono vecchie case rurali, ubicate
in zone agricole, non soggette ad interventi di ristrutturazione.
Come previsto dalle procedure interne del Servizio, in
ogni caso di presenza di una situazione di pericolo per
inadeguatezza degli impianti tecnologici e/o nei casi di non
corrispondenza di alcune strutture alle norme di sicurezza
(parapetti non conformi per altezza e forometria, vetrazioni non
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
LE PISCINE
Sul territorio dell’Azienda ULSS 17, insistono 6 stabilimenti
natatori pubblici, per un totale di 20 vasche tra interne ed
esterne; esistono inoltre 4 realtà, classificabili come piscine
ad uso collettivo, destinate cioè all’utilizzo da parte di soci,
e/o frequentatori di alberghi o agriturismi; infine, alcuni comuni
fanno parte del Bacino Idrotermale Omogeneo dei Colli
Euganei, ed ospitano sul loro territorio alberghi termali con
vasche curative termali e, in un caso, vasche alimentate ad
acqua termale destinate ad uso natatorio.
L’accordo Stato Regioni 2003, recepito con Del. Reg.
1173/03, ha introdotto anche per le piscine la disciplina
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
dell’autocontrollo, con necessità da parte delle Ditte di
redigere l’analisi del rischio.
Nel complesso per le piscine pubbliche e collettive alimentate
ad acqua non termale, sono stati eseguiti 49 controlli chimici e
46 micribiologici.
Tra i parametri valutati il cloro combinato è tra quelli che
con maggior facilità esce dal range previsto dalla normativa
vigente.
In due casi è stata imposta la temporanea sospensione
dell’utilizzo delle vasche in esame, per anomalie dei parametri
che imponevano una revisione dell’impianto di clorazione.
Per quanto riguarda le vasche alimentate ad acqua termale,
nelle more di indicazioni regionali precise in merito, vengono
comunque valutati i parametri chimici e microbiologici;
su tali tipologie di vasche sono state eseguite in totale 13
analisi chimiche e 13 microbiologiche; anche in questi casi
permangono difficoltà nel mantenere il cloro entro i parametri
previsti; per una vasca è stata è stato interdetto l’uso in attesa
di verifiche dell’impianto di clorazione.
L’attività fisica praticata regolarmente induce effetti benefici per
la salute; si stima infatti che una regolare attività fisica possa
ridurre la mortalità per tutte le cause di circa il 10%.
L’attività fisica in piscina sta sempre più diffondendosi, come
esercizio per contrastare la sedentarietà, in tutte le fasce d’età.
Il considerevole sviluppo del settore rende opportuna una
attenta valutazione sullo stato di igienicità degli stabilimenti
natatori, includendo nella vigilanza non solo la qualità
dell’acqua di vasca, ma anche la corretta gestione di tutti i
servizi dello stabilimento natatorio stesso.
Il 16 gennaio 2003 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n° 51 del 3 marzo 2003 l’Accordo tra Ministro della Salute,
le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sugli
aspetti igienico sanitari per la costruzione, manutenzione e la
vigilanza delle piscine ad uso natatorio; tale accordo è stato
recepito dalla Regione Veneto con Del. G.R. 1173 del 18
aprile 2003.
È questo un momento fondamentale per la materia, in quanto
ha avviato in Italia, la realizzazione di normativa sul tema
piscine, più organica con caratteristiche di maggior cogenza,
tali da conferire certezza ed efficacia all’azione di vigilanza; le
normative esistenti trattavano l’argomento piscine con diverse
finalità ed in modo sempre vago, o con strumenti normativi
non cogenti (Circolare del Ministero della Sanità n° 128 del 16
luglio 1971).
All’attuale Accordo stato Regione, recepito con Delibera
Regionale, ha fatto seguito un ulteriore Accordo Interregionale
del 16 dicembre 2004; detto accordo, fa comunque sempre
riferimento a disposizioni tecniche regionali, ancora in fase di
elaborazione. Il Progetto di disegno di Legge elaborato nel
2004 dal Servizio Igiene Pubblica della Regione Veneto non è
ancora stato convertito in Legge, pertanto i riferimenti attuali
rimangono ancora poco precisi se non per quanto disposto
dalla Delibera Regionale di recepimento dell’Accordo Stato
Regione.
Detta delibera ha introdotto come criterio fondamentale
ed innovativo, rispetto alle precedenti norme, il concetto
dell’autocontrollo, partendo dal presupposto che, anche in
Relazione Attività 2009
27
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
tale contesto, come avviene per la sicurezza alimentare, ancor
più dei requisiti strutturali, siano i requisiti gestionali i criteri che
devono essere verificati e disciplinati. Pertanto i controlli sul
corretto funzionamento delle strutture natatorie, sono distinti in
controlli interni ed esterni.
I controlli interni competono alla Ditta e devono essere
effettuati sulla base di un documento di valutazione del rischio
in cui è considerata ogni fase che potrebbe rivelarsi critica
nella gestione.
La succitata delibera ha però escluso dall’accordo alcune
tipologie di vasche, come ad esempio quelle alimentate
con acqua termale, che nella nostra Azienda sono presenti.
Pertanto in attesa di ulteriori determinazioni per le piscine
alimentate ad acqua termale si applicano i requisiti per l’acqua
previsti dalla Circolare n° 128/71.
Sul territorio della nostra Azienda insistono 6 stabilimenti
natatori pubblici, per un totale di 20 vasche tra interne ed
esterne.
Esistono inoltre quattro realtà, classificabili come piscine ad
uso collettivo, destinate cioè all’utilizzo da parte di soci, e/o
frequentatori di alberghi o agriturismi.
Infine, alcuni comuni fanno parte del Bacino Idrotermale
Omogeneo dei Colli Euganei, ed ospitano sul loro territorio
alberghi termali con vasche curative termali e, in un caso,
vasche alimentate ad acqua termale destinate ad uso
natatorio.
Nel complesso per le piscine pubbliche e collettive alimentate
ad acqua non termale, nel 2009, sono stati eseguiti 49
controlli chimici e 46 micribiologici.
Tra i parametri valutati, il cloro combinato è tra quelli che con
maggior frequenza risulta non conforme al range previsto dalla
normativa vigente.
In due casi è stata imposta la temporanea sospensione
dell’utilizzo delle vasche in esame, per anomalie dei parametri
che imponevano una revisione dell’impianto di clorazione da
parte della Ditta, ed il successivo accertamento del ripristino
dei parametri di vasca.
Per quanto riguarda le vasche alimentate ad acqua termale,
nelle more di indicazioni regionali precise in merito, vengono
comunque valutati i parametri chimici e microbiologici;
su tali tipologie di vasche sono state eseguite in totale 13
analisi chimiche e 13 microbiologiche; anche in questi casi
permangono difficoltà nel mantenere il cloro entro i parametri
previsti. Il tecnico incaricato esegue i prelievi dell’acqua
secondo le metodiche indicate dai laboratori ARPAV, ai quali i
campioni vengono consegnati, di norma, nella stessa giornata
del prelievo.
I laboratori sono soliti comunicare via fax nel più breve
tempo possibile gli esiti che non rientrano nei limiti di norma
e possono essere di pericolo per la salute pubblica. Il
“Rapporto di Prova” definitivo delle analisi viene trasmesso
successivamente con i tempi della normale corrispondenza.
Il Responsabile del procedimento dispone con nota indirizzata
al Sindaco e per conoscenza alla Ditta che vengano poste in
atto le opportune verifiche e che vengano adottati i necessari
provvedimenti per il ripristino dei requisiti igienico sanitari;
le indicazioni possono giungere all’eventuale sospensione
28
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
dell’utilizzo della vasca la cui acqua non osserva i requisiti
chimici e/o microbiologici previsti nell’Accordo Stato Regione.
La normativa non risulta ancora completa né risulta facilmente
applicabile, essendo demandate alla Regione la disciplina di
alcuni argomenti specifici (es. sanzioni)
L’ATTIVITÀ DI ACCONCIATORE, ESTETISTA,
TATUATORE
Studi epidemiologici evidenziano una concreta possibilità
di rischi di insorgenza di patologie sistemiche o localizzate,
infettive e non, collegate all’applicazione di trattamenti estetici,
acconciatura e tatuaggio e piercing.
Nel territorio della nostra Ulss esiste un’ampia diffusione
in ambito comunale di attività di estetista, acconciatore e
tatuatore che sono regolamentate da precise disposizioni
nazionali, regionale e comunali.
Per citarne alcune:
circolare n. 9 del 01.06.2001 in riferimento alle Linee guida
Ministero della Sanità per la disciplina di attività di tatuaggio e
piercing;
L. 04.01.1990 n. 1 per l’attività di estetista;
L. 17.08.2005 n. 174 e L. 23.10-2009 n. 28 disciplina
dell’attività di acconciatore.
Al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica compete il rilascio della
certificazione di idoneità igienico sanitaria per l’avvio di nuove
attività e la vigilanza capillare nel territorio delle realtà esistenti.
Nell’anno 2009 sono state rilasciate n. 28 certificazioni di
idoneità igienico-sanitaria e sono stati eseguiti controlli di
vigilanza a campione sul territorio dell’Ulss.
LA PREVENZIONE SULLA STRADA
La realtà epidemiologica sottesa a questo determinante
causale di sanità pubblica ha assunto, ormai,dimensioni
tali da implicare un particolare interesse da parte del SISP,
istituzionalmente impegnato nell’interpretazione dei nuovi
allarmi di salute nella comunità.
Le caratteristiche del fenomeno, prescindendo da cogenti ed
implicite considerazioni di tipo etico, ha comportato anche
nell’ULSS 17 una presa di coscienza , cui è seguito l’impegno
in ambito preventivo, in linea con le proposte regionali (vedasi
programma “cinture di sicurezza”, “seggiolini”), ma anche con
modalità ideative diverse e rapportate strettamente alla realtà
territoriale aziendale.
Da qui è derivata un’attenzione particolare nello studio
dell’urbanizzazione, della viabilità ad essa correlata, delle
cause di maggiore o minore incidentalità, dei cosiddetti “nodi
di percorso” troppo spesso sotto sistemati i n termini di
pericolosità attuale e potenziale.
Nell’espressione dei pareri preventivi in edilizia si sta così
cercando di regolamentare la materia, uniformando le ottiche
di impegno del territorio.
La creazione di poli operativi, in salvaguardia delle autonomie
locali, raggiungibili con piste ciclabili dedicate e con il
potenziamento dei trasporti pubblici è un altro orizzonte di
prevenzione pratica che il SISP persegue nel quotidiano e
discute attivamente in sede di presentazione di PAT, PATI e VAS.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Nell’ambito dell’ecosostenibilità dello sviluppo urbano, intesa
in quest’ottica , come insieme di strategie atte a contenere
il problema degli incidenti stradali, viene considerata la
presenza di peculiari caratteristiche ambientali, che diventano
determinanti territoriali propri , finalizzate a far prendere
coscienza al cittadino che limiti e potenzialità di ogni singolo
territorio devono costituire la base di ogni riflessione operativa.
Per il SISP, quindi, è essenziale anche una formazione attiva e
cosciente del pensiero dell’utenza, sulla base che da sempre
il momento repressivo risulta, in una proiezione temporale
protratta, inevitabilmente perdente.
In sostanza, il cittadino informato e partecipato nel processo
decisionale è fine e strumento di una gestione territoriale
corretta e strategica.
LA PREVENZIONE DOMESTICA
Anche la problematica di salute pubblica, costituita dagli
incidenti domestici, rientra nell’ambito di operatività del SISP.
Considerando il dato epidemiologico che vede le fasce di
popolazione notoriamente più fragili le più esposte a simili
accadimenti (età pediatrica e anziani), ne è derivata la
necessità di adottare misure preventive tangibili e perseguibili
nel quotidiano.
A fronte, però, del cambiamento normativo per il quale la
progettazione di unità immobiliari ad uso residenziale non
è più sottoposta al parere igienico.-sanitario, la strategia
adottata è stata basata sulla realtà degli inconvenienti igienici
in abitazione e su tutte quelle occasioni di verifica derivanti, ad
esempio dalla necessità di effettuare ricongiungimenti familiari
e analoghi. In sostanza, in occasione di ogni accertamento in
contesto abitativo di qualsiasi natura, sono stati volutamente
estrapolati gli elementi di presente o potenziale pericolo per gli
occupanti l’alloggio stesso.
Così, un parapetto non idoneamente alto, una pavimentazione
non adeguata in relazione al coefficiente d’attrito necessario,
una disposizione poco consona di parti d’arredo fisse o
pseudo tali, vanno a costituire il messaggio preventivo non
solo per l’interessato ma anche per l’autorità sanitaria del suo
comune, nel tentativo sia di risolvere il problema emerso ma
anche di sensibilizzare sull’argomento.
Con tali criteri sono state analizzate e continuano ad
esserlo anche tutte le realtà di ERP inviate, per la verifica
di competenza, al SISP. Oltre all’attività di cui sopra si è
elaborato l’obiettivo di fare formazione anche in ambito
prenatale e postnatale precoce.
Pertanto, personale del Servizio partecipa attivamente sia
ai corsi di preparazione al parto che alle sedute vaccinali
pediatriche, due occasioni preziose per discutere con le
parti genitoriali anche dei pericoli per l’infanzia connessi
all’ambiente di vita e di relazione attiva.
AMBULATORIO PER STRANIERI TEMPORANEAMENTE
PRESENTI (STP)
Anche nel 2009 è proseguita l’attività dell’ambulatorio
dedicato agli stranieri irregolari temporaneamente presenti nel
territorio della AULSS 17.
L’operatività di tale ambulatorio è garantita un giorno a
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
settimana, nella sede SISP di Este, dalla presenza di un
medico e di un infermiere o assistente sanitario appartenenti
al Servizio Igiene e Sanità Pubblica e ricomprende le attività
amministrative per il rilascio o rinnovo della tessera sanitaria
STP e per l’iscrizione all’anagrafe STP della AULSS e le
attività ambulatoriali di assistenza sanitaria di primo livello
con prevalente orientamento alla prevenzione delle malattie
infettive (epatiti virali, tubercolosi, malattie sessualmente
trasmesse, scabbia..).
Nel corso del 2009 si sono presentati all’ambulatorio per il
primo rilascio della tessera sanitaria STP 200 stranieri, numero
in progressivo calo rispetto agli anni precedenti (fig.15), ai
quali è stata effettuata una visita medica preventiva con
prescrizione e poi valutazione di un pacchetto predefinito di
esami ematochimici per l’inquadramento dello stato di salute
di base dello straniero irregolare, in particolare dal punto di
vista infettivologico.
Fig.15 - Numero di tessere sanitarie STP rilasciate a
cittadini non regolari per anno nella AULSS 17
Dei 200 nuovi iscritti il 61,5% sono femmine ed il 38,5%
maschi, complessivamente sono concentrati in particolare
nella fascia d’età 20-39 anni (fig.16)
Fig.16 -Tessere STP rilasciate nell’anno 2009
per fascia d’età
Marocco, Moldavia, Cina Popolare, Nigeria, Ucraina ed
Albania sono i paesi principali di provenienza dei neoiscritti
(fig.17) mentre la domiciliazione nella AULSS 17 è più o meno
ugualmente distribuita nelle quattro aree distrettuali di Este,
Monselice e Montagnana mentre è minore per il distretto di
Relazione Attività 2009
29
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Fig.17
80
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50
40
30
20
10
SALUTE E AMBIENTE
Da tempo è nota la complessità e la molteplicità dei
determinanti di salute, predisposizione individuale,
comportamenti e stili di vita, fattori di rischio legati all’ambiente
fisico e sociale.
Dalle conoscenze scientifiche emerge sempre più chiaramente
l’influenza che la qualità dell’aria dell’ambiente esterno ha sullo
stato di salute dell’individuo.
L’OMS afferma che una riduzione dei correnti livelli di
inquinamento, specialmente quello dovuto al traffico veicolare,
porterebbe a benefici sostanziali sulla salute dei soggetti in
particolare quelli più suscettibili bambini ed anziani.
Anche nel nostro territorio ogni sforzo deve essere impiegato
per controllare e ridurre le concentrazioni di inquinanti nell’aria
in particolare di quelli che, come si evince dalla relazione sulla
qualità dell’aria 2009 dell’ARPAV, risultano mostrare nella
nostra Regione, ancora a livelli di criticità, ossidi di azoto,
ozono, particolato PM10 e PM2,5 .
Il territorio della nostra Azienda è suddiviso in 46 comuni con
un numero variabile di abitanti dai 17513 di Monselice ai 739
di Barbona. Circa 39 comuni hanno un numero di abitanti
30
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Conselve.
I Comuni di Este, Monselice, Montagna, Battaglia Terme e
Saletto risultano essere quelli con maggior numero di stranieri
irregolari iscritti all’anagrafe STP nel 2009.
Il numero medio di visite settimanali presso l’ambulatorio
STP nel 2009 è stato di circa 12 accessi, con un tempo
dedicato alla visita e valutazione sanitaria di circa 15-20 minuti
a persona. Le principali motivazioni di accesso sono state
l’effettuazione della visita medica preventiva, le problematiche
di carattere interni stico, ginecologico ed ortopedico.
(aggiornamento del 24 maggio 2010).
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inferiore a 5.000.
Il tessuto socio culturale del territorio è per lo più agricolo,
anche se esistono alcune grosse realtà industriali come gli
insediamenti produttivi dei cementifici, che si concentrano
in un’area di territorio ristretta, a sud dei Colli Euganei e
costituiscono una situazione unica in tutta Italia e forse in
Europa.
Le aziende produttrici, globalmente considerate, si
concentrano in 4 aree del territorio, corrispondenti ai 4 più
grossi comuni: Monselice, Este, Montagnana, Conselve.
Le fonti di pressione ambientale che destano nella popolazione
maggior preoccupazione per la propria salute, sono
essenzialmente 5: l’area dei cementifici ubicati nei comuni di
Monselice ed Este, la Distilleria di Bonollo Umberto (Conselve),
il sito di discarica e trasformazione della frazione umida SESA
(Este-Ospedaletto Euganeo), la discarica di Sant’Urbano e il
nodo della viabilità autostradale e della statale 10.
Anche le numerose aziende agricole inserite nel territorio
della Bassa Padovana, che conducono allevamenti avicoli,
sono spesso chiamate in causa per problematiche legate
all’emissione di odori, sia durante il periodo dell’allevamento
dei volatili, che durante la fase di spargimento della pollina sui
terreni agricoli; spesso, in particolare durante lo spargimento
della pollina si aggiungono inconvenienti legati alla
proliferazione anomala di mosche.
Per tale motivo sono stati avviati due specifici progetti uno
con ARPAV per il monitoraggio degli odori ed uno con l’Istituto
Zooprofilattico per il monitoraggio delle mosche (vedasi
capitolo relativo)
Il “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera”
(Del. Cons. Regionale n° 57 del 11/11/04) ha inserito l’area dei
cementifici tra le aree industriali soggette a particolari interventi
di tutela.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Per tale motivo ARPAV ha avviato con le Ditte dei cementifici
dal 2006 all’inizio del 2009, un tavolo tecnico di miglioramento
ambientale, i cui dati sono di recente stati presentati.
Detta relazione dell’ARPAV conferma che l’area dei cementifici,
posta a sud dei Colli Euganei, comporta un impatto
ambientale significativo che si ripercuote non solo sul tessuto
locale, ma su tutto il territorio della Provincia e della Regione.
La matrice ambientale maggiormente colpita è l’aria, per
l’emissioni di effluenti gassosi.La relazione evidenzia tra gli
inquinanti la quota dovuta ad inquinamento diretto (processo
industriale) e la quota dovuta ad inquinamento indiretto
(traffico indotto) per gli inquinanti Polveri totali e NOx.
Per lo studio sulle emissioni dei cementifici sono stati presi in
considerazione gli inquinanti che maggiormente derivano dal
processo di produzione cioè polveri, ossidi di azoto, ossidi di
zolfo e di carbonio.
Lo studio dimostra che, dove sono state attuate le migliori
tecnologie disponibili, si è ottenuta una notevole riduzioni degli
inquinanti dai camini asserviti ai forni di cottura del clinker. Per l’area cementifici si condividono i suggerimenti proposti
da ARPAV per giungere ad un miglioramento della qualità
dell’aria:
- adozione da parte delle Ditte delle migliori tecnologie
disponibili per ridurre l’impatto sull’ambiente;
- rivalutazione della viabilità, per salvaguardare i siti sensibili
dall’apporto di inquinamento da emissioni e da rumore legati
al trasporto delle materie prime e del prodotto finito.
ARPAV ha effettuato un monitoraggio sulla qualità dell’aria
anche nei pressi della Ditta Distillerie Bonollo Umberto, per un
periodo che va da novembre 2008 a luglio 2009, mediante
prelievi dell’aria attraverso campionatori passivi e canister
con centralina remota a comando da utilizzarsi nei momenti
in cui veniva segnalata la presenze di sostanze odorigene da
parte dei residenti; sono state ricercate nell’aria, le sostanze
tipiche prodotte dalla lavorazione delle vinacce SOV (sostanze
organo volatili), amoniaca e ac. solforico, la ricerca di questi
ultimi due inquinanti, dopo i primi mesi di monitoraggio, è stata
abbandonata in quanto nei campioni analizzati gli elementi
erano presenti solo in tracce; tra le sostanze organo volatili
si ritrovano ben rappresentate alcol etilico, acetone, toluene,
etilbenzene, acetato di etile.
Per tutte le sostanze in questione la concentrazione è sempre
stata ampiamente inferiore al TLV degli ambienti lavorativi. Il nostro Dipartimento inoltre ha richiesto al Centro Tematico
Regionale di Epidemiologia Ambientale, un’analisi del rischio in
base ai dati del monitoraggio forniti da ARPAV.
L’analisi ha preso in considerazione la massima
concentrazione riscontrata per alcune sostanze ritenute
più significative Benzene, Metilchetone, Stirene e Toluene
secondo il criterio del “worste case” differenziando lo scenario
di esposizione tra adulti e bambini.
Il rischio tossico per tali sostanze risulta inferiore al valore limite
accettabile pari a 1.
Il rischio cancerogeno è stato valutato solo per il benzene,
secondo i criteri utilizzati il rischio incrementale cancerogeno,
è lievemente superiore al limite della classe trascurabile, per la
fascia dei bambini.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Si rileva a tale proposito che il valore considerato per l’analisi è
un valore puntuale, non una media, al fine di rappresentare lo
scenario peggiore, e che tale valore inoltre rientra ancora nei
limiti stabiliti dalla vigente normativa come media annuale.
La relazione regionale ARPAV 2009 sulla qualità dell’aria,
permette di avere una valutazione di confronto tra i parametri
riscontrati nelle stazioni di Este e Monselice e quelli riscontrati
in centraline fisse di località del Veneto con caratteristiche
simili (industriali e/o di traffico).
Per tutta la regione Veneto, gli inquinanti monossido di
carbonio, anidride solforosa, ed elementi in tracce, non sono
da considerarsi critici, in quanto presentano valori inferiori
ai limiti previsti dalla normativa. Gli inquinanti con valori più
a rischio, tra quelli di cui la normativa (DM 60/02) prevede il
monitoraggio, sono gli ossidi di azoto, l’ozono, il PM10, ed i
benzo(a)pirene.
Per tale motivo l’attenzione delle Amministrazioni dovrà essere
sempre rivolta ad attuare strategie volte alla riduzione delle
concentrazioni di tali sostanze nell’aria.
Per quanto riguarda gli NOx la media annuale rilevata nelle
stazioni di Este e Monselice rimane inferiore al limite fissato per
il 2010 (40 µg/mq).
Per l’ozono, misurato solo nella centralina di Monselice, si
sono riscontrati nell’anno 2009, 8 superamenti della soglia di
informazione oraria (180 µg/mq), e 55 giorni di superamento
dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/mq), attestandosi questi
tra i valori più bassi tra le stazioni con simili caratteristiche.
Per il PM10 si sono avuti 71 e 64 superamenti del valore limite
giornaliero rispettivamente nella stazione di Este e Monselice,
mentre i valori delle medie annuali rimangono seppur di poco
inferiori al limite previsto. Tra le stazioni con caratteristiche
industriali del Veneto il numero di giornate di superamento del
valore soglia è tra i più bassi.
Per il PM 2,5, la media annuale a Monselice ha raggiunto il
valore obiettivo previsto per il 2010 ed il valore limite previsto
per il 2015.
Dal 2004 ad oggi sono stati eseguiti monitoraggi specifici nei
singoli comuni del territorio dell’ULSS. I parametri valutati sono
quelli previsti dalla normativa: biossido di zolfo, ossidi di azoto,
ozono, PM10 e PM2,5, benzene, benzo(a)pirene, il piombo
ed elementi in tracce.
I dati dimostrano che le caratteristiche dell’aria sono piuttosto
uniformi in tutti i comuni, e sono simili a quelle di una realtà
urbana.
L’attenzione delle Amministrazioni dovrà essere sempre
più rivolta ad attuare strategie volte alla riduzione delle
concentrazioni degli inquinanti nell’aria anche mediante una
corretto studio della viabilità dei centri urbani più importanti
(Este, Monselice, Montagnana, Conselve).
Complessivamente possiamo dire che il territorio è ben
monitorato sia per quanto riguarda i parametri ambientali che
quelli relativi alla salute.
Infine nel corso del 2009 sono state poste le basi per un
aggiornamento dello studio epidemiologico ormai datato 2003
sulla situazione complessiva relativa ad ambiente e salute del
nostro territorio.
Relazione Attività 2009
31
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
CAPITOLO 4
Alimentazione
Approvvigionamento Acqua Potabile
L’aumento della domanda di consumo di acqua per finalità
civili, industriali, agricole ed idroelettriche, ha evidenziato
che questa risorsa non è illimitata e pertanto necessita
di particolari cautele nel suo utilizzo e non solo dal punto
di vista quantitativo. Molte malattie infatti riconoscono
come potenziale veicolo di trasmissione l’acqua, e la
diffusione nell’ambiente di sostanze tossiche o comunque
potenzialmente nocive derivanti da svariate attività umane
può influenzare direttamente la qualità delle acque superficiali
e delle acque di falda e quindi configurare un pericolo e un
rischio per la popolazione.
Al di là quindi delle possibili implicazioni di carattere
ambientale, è assolutamente necessario mantenere, a tutela
della salute dei cittadini, un rigoroso controllo preventivo di
carattere sanitario sulle acque destinate ad uso potabile.
L’acqua quindi rappresenta un patrimonio della comunità da
32
preservare ed è commisurato alla possibilità della risorsa di
rigenerarsi: l’utilizzo a scopo potabile è prioritario rispetto ad
altri usi e va garantito.
Nell’approvvigionamento dell’acqua potabilizzata gli obiettivi
minimi da garantire possono essere così sintetizzati:
a) garantire un adeguato e qualificato monitoraggio delle
acque fornite al consumo umano diretto e delle acque
utilizzate dalle imprese alimentari per tutti gli aspetti relativi
a sorgenti, pozzi, punti di presa, impianti di adduzione,
accumulo, potabilizzazione e trattamento;
b) controllare e/o eliminare le situazioni di pericolo ed i rischi
di natura microbiologica e chimica corredati al consumo di
acqua potabile.
Tali obiettivi vanno conseguiti nel rispetto e in base alle
indicazioni della normativa vigente che nel caso specifico per
le acque potabili è declinata dal Decreto Legislativo 2 febbraio
2001, n.31 e dalle linee guida Regionali per la sorveglianza e il
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
controllo delle acque destinate al consumo umano pubblicate
con D.D.R. n. 015 del 09.02.2009.
Per acque destinate al consumo umano si intendono le
acque trattate e non trattate, destinate ad uso potabile, per
la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici,
a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite
una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in
contenitori.
Rientrano nella definizione di acque destinate al consumo
umano anche le acque utilizzate in un’impresa alimentare
per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o
l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al
consumo umano.
Il territorio dell’A.U.L.S.S. N. 17 è stato suddiviso in zone
omogenee di approvvigionamento, presso reti di distribuzione
dell’acqua potabile gestiti dal Centro Veneto Servizi Spa e
dall’acquedotto E.T.R.A. Spa.
L’attività del SIAN consiste nel controllo degli enti gestori degli
acquedotti affinché l’erogazione di acqua potabile all’utenza
avvenga nel rispetto dei parametri di sicurezza previsti dalla
normativa vigente.
Tale controllo viene eseguito in base a un piano di
campionamento annuale, concordato con il laboratorio
di analisi dell’ARPAV di Padova la cui frequenza di
campionamento è stabilita dalla tab.1 del D.Lvo n.31/2001.
Il controllo viene effettuato in rete ( pubblici esercizi, mense
scolastiche, industrie alimentari), presso serbatoio di accumulo
e presso le centrali di potabilizzazione dopo il trattamento.
Tali controlli si sommano a quelli interni effettuati dagli enti
gestori degli acquedotti. Oltre ai controlli programmati per
il monitoraggio continuo, il SIAN effettua prelievi di acqua
potabile su segnalazione dei cittadini in caso di anomalie o
presunte non conformità.
Il controllo si esplica mediante controlli di routine e di verifica.
Il controllo di routine mira a fornire ad intervalli regolari
informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle
acque fornite per il consumo umano, nonché informazioni
sull’efficacia degli eventuali trattamenti dell’acqua potabile (in
particolare di disinfezione) per accertare se le acque destinate
al consumo umano rispondano ad alcuni valori di parametro
fissati dal D.Lvo n.31/2001.
Il controllo di verifica mira invece a fornire le informazioni
necessarie per accertare se tutti i valori di parametro, sempre
fissati dal D.Lvo n.31/2001, sono rispettati.
Per stabilire la frequenza minima di controllo dell’acqua
erogata dagli enti gestori degli acquedotti, il territorio
dell’A.U.L.S.S n. 17 è stato suddiviso in zone omogenee di
approvvigionamento, e, in base al volume d’acqua distribuito
in una zona omogenea, il SIAN effettua annualmente almeno i
seguenti controlli:
- n.157 campioni di routine;
- n. 22 campioni di verifica;
- n. 4 campioni di acque grezze di sorgente.
Le tre centrali di potabilizzazione presenti nei comuni di
ANGUILLARA VENETA, VESCOVANA e PIACENZA D’ADIGE
vengono monitorate mensilmente mediante controlli di routine
e di verifica.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.7 - Prelievi acqua potabile anno 2009
Prelievi
acqua
Acqua
potabilizzata
Numero
211
Irregolari
analisi
chimica
42
Irregolari analisi
microbiologica
18
I referti di analisi forniti dal laboratorio provinciale dell’ARPAV
di Padova relativi al 2009, confrontati con i dati storici,
evidenziano una sostanziale conformità dell’acqua potabile
erogata ai parametri stabiliti dalla normativa vigente.
Le irregolarità microbiologiche riscontrate, che hanno richiesto
ulteriori indagini e campionamenti, si riferiscono alla presenza
di indicatori quali: ESCHERICHIA COLI, PSEUDOMONAS
AERUGINOSA, BATTERI COLIFORMI A 37°C, comunque
sempre risoltesi in breve tempo, mediante l’imposizione di
procedure di lavaggi delle condotte e clorazione di tratti di
acquedotto.
Le irregolarità chimico-fisiche sono state causate da
un’eccedenza di cloro o dalla presenza di ferro SUPERIORE AI
VALORI DI PARAMETRO.
LA SICUREZZA ALIMENTARE e la percezione del
rischio
Il Piano di Sanità Animale e Sicurezza Alimentare attuato dalla
Regione Veneto recepisce in toto le indicazioni date dal Libro
Bianco sulla Sicurezza Alimentare della Comunità Europea
che fin dal 2000 evidenziava come il consumatore fosse parte
centrale del sistema sicurezza, propriamente la figura da
tutelare. I successivi Regolamenti CE 852-853-854-882/2004,
cosiddetti “Pacchetto d’Igiene”, hanno ribadito questo
indirizzo.
In questa ottica gli obiettivi generali mirano a promuovere
e favorire azioni di prevenzione e promozione della salute,
basate sulla conoscenza dei determinanti di salute e
sull’analisi del rischio. Prioritario diventa intervenire sul
controllo della filiera produttiva per poter eliminare alla fonte
eventuali problemi igienico sanitari prima che arrivino sulla
tavola del consumatore.
In quest’ambito il servizio veterinario con le sue tre aree
specialistiche ha il compito istituzionale di svolgere azioni che
rimuovano le cause di malattie d’origine ambientale, umana
ed animale, coordinando il proprio lavoro con gli altri servizi:
Istituto Zooprofilattico, ARPAV, SER, CREV.
L’integrazione stabilita dal legislatore fra gli ambiti di Sanità
Animale e Sicurezza Alimentare manifesta un suo specifico
carattere tecnico scientifico mirante a meglio condividere
gli interventi in grado di assicurare un superiore standard di
sicurezza degli alimenti.
MISSIONE: Istituzionalmente la missione dei servizio
veterinario è la sorveglianza epidemiologica degli animali,
le profilassi delle malattie infettive e parassitarie, la vigilanza
sui farmaci veterinari, l’igiene delle produzioni zootecniche,
la tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale,
e quella del SIAN è di assicurare la salute delle popolazioni
Relazione Attività 2009
33
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
attraverso interventi di produzione primaria sulla sicurezza
alimentare e nutrizionale e sulle acque destinate al consumo
umano.
Lo scopo di questo coordinamento Sicurezza Alimentare è
quello di procedere ad attività di ricerca e studio con il fine
di sviluppare nuovi metodi di analisi e nuovi percorsi volti a
migliorare la tutela sanitaria e contrastare i determinanti delle
malattie, attivando sistemi di sorveglianza e monitoraggio
che permettano l’acquisizione di dati sempre più attendibili
sulla situazione sanitaria degli allevamenti e sul livello di
contaminazione degli alimenti.
OBIETTIVI: nell’ambito del Piano Sanitario Regionale della
Sicurezza Alimentare questo coordinamento si propone i
seguenti obiettivi:
- controllare tutti gli aspetti della catena alimentare, come
unico processo, a partire dalle produzioni primarie fino
alla vendita degli alimenti al consumatore, creando un
sistema di alleanze intersettoriali al fine di rendere possibile il
superamento di logiche individuali che rallentano e frazionano
l’iter di controllo;
- alla luce del persistere di alcuni punti di debolezza nel
sistema di raccolta di informazioni dei vari servizi con
conseguente difficoltà ad ottenere rapidamente notizie
(esempio sui “focolai diffusi” molto insidiosi per l’emergere
dei nuovi patogeni e nuovi ceppi patogeni) omogeneizzare
e completare la rete informatica territoriale, al fine di rendere
più rapido il censimento dei dati, il loro convogliamento, il
loro collegamento diretto con tutte le professionalità della
rete territoriale. Il tutto favorirà un più veloce e razionale
collegamento per via telematica tra l’Azienda ULSS, Istituto
Zooprofilattico, ARPAV, SER, CREV e Regione Veneto;
- migliorare la rete di sorveglianza delle malattie infettive e
tossinfettive a trasmissione alimentare provvedendo alla
raccolta sistematica dei casi, alla classificazione dei patogeni
trovati nei casi umani e il loro collegamento con quelli trovati
negli alimenti, negli animali, nell’ambiente. Questo con
l’interazione ed un efficace collaborazione tra SIAN e Servizi
Veterinari.
32 Alimentazione
48 Le malattie
cronico-degenarative
una banca dati interna; omogeneizzazione del sistema
comunicazione dati dall’operatore alla banca dati.
Obiettivo 3
- Costituzione di un gruppo di lavoro permanente composto
dai rappresentanti dei vari servizi; analisi della gestione
attuale con monitoraggio dei dati; rimozione delle criticità
emerse; definizione e progettazione dei piani di lavoro;
convogliamento flussi informativi nel nuovo sistema
informativo sanitario; informazione costante dei risultati agli
operatori che lavorano sul territorio.
Le TOSSIFENZIONI ALIMENTARI
Con l’espressione tossinfezioni alimentari viene individuato
un gruppo di sindromi caratterizzate dalla specificità
epidemiologica di essere trasmesse solo da alimenti e solo
dopo che si è avuta all’interno degli alimenti una attiva
moltiplicazione degli agenti responsabili. Le tossinfezioni
alimentari si presentano in genere con manifestazioni a carico
dell’apparato digerente che insorgono bruscamente dopo un
breve periodo di incubazione (da poche ore ad alcuni giorni)
e si manifestano in forma epidemica fra coloro che hanno
consumato l’alimento contaminato1.
Le salmonellosi rappresentano in Italia, come nella maggior
parte dei paesi industrializzati, la più frequente causa di
tossinfezione alimentare. Si tratta di patologie legate al
consumo di alimenti, nella maggior parte dei casi con quadro
clinico di lieve entità, per lo più senza conseguenze importanti
per la salute. Nella maggior parte dei casi le notifiche che
pervengono al SISP sono relative a casi sporadici e solo in
alcune occasioni relative a focolai di origine prevalentemente
familiare.
Nell’ultimo triennio nella AULSS 17 il numero di notifiche di
salmonellosi si è mantenuto stabile sulle circa 50 segnalazioni/
anno, di molto ridotto rispetto al triennio precedente. Ciò in
parte dovuto ad una progressiva maggiore attenzione da
parte dei consumatori alla manipolazione e conservazione
degli alimenti in parte però legato anche ad un fenomeno di
sottonotifica.
Nel 2009, in particolare, sono stati segnalati 51 casi di
salmonellosi con un prevalentemente interessamento
delle fasce d’età infantili e di quelle al di sopra dei 65 anni.
L’incidenza mensile, in linea con l’andamento anche degli anni
precedenti, è prevalentemente concentrata nei mesi da agosto
a ottobre (fig.18 e fig.19).
Fig.18 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per mese di
inizio sintomi, pervenute nel triennio 2007-2009 - AULSS 17
AZIONI:
Obiettivo 1
- Monitoraggio dei servizi attinenti al piano, coordinamento
uffici, personale sanitario e personale amministrativo; analisi
dei bisogni; definizione attuazione e verifica piani di lavoro.
Obiettivo 2
- Costituzione di gruppo di lavoro composto da referenti
tecnici e sanitari; monitoraggio e verifica del flusso dei dati
produttivi; potenziamento rete telematica; costituzione di
34
40 Le malattie
infettive
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Fig.19 - Notifiche di salmonellosi pervenute nel triennio
2007-2009 suddivise per fasce d’età - AULSS 17
Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute altre segnalazioni di
infezioni veicolate da alimenti:
- 1 caso di febbre tifoide in un bambino ricoverato in pediatria
e appena arrivato dal Pakistan con contemporanea infezione
da epatite A;
- 7 casi di epatite virale A dei quali 5 con infezione
presumibilmente acquisita durante un soggiorno all’estero
e 2 dovuti presumibilmente all’ingestione di pesce crudo
avvenuta in Italia (tab.8);
- 3 casi di diarrea infettiva, 1 da Yersinia e 2 da
Campylobacter;
- 1 caso di diarrea di origine parassitaria da Giardia lamblia in
un giovane proveniente dall’Albania.
Tab.8 - Riepilogo dei casi di epatite virale A a carico di
soggetti residenti/domiciliati nella AULSS 17 segnalati
nel 2009.
Età
Sesso
Nazionalità
Fattori di rischio
28
M
Italiano
Ingestione di pesce crudo
in Italia
8
M
Marocchino
Viaggio nel paese di origine
7
M
Marocchino
Viaggio nel paese di origine
10
M
Italiano
Viaggio in Marocco
26
M
Italiano
Ingestione di pesce crudo
in Italia
10
M
Pakistano
Arrivo dal Pakistan
6
M
Pakistan
Arrivo dal Pakistan
LA VIGILANZA E CONTROLLO SU PRODOTTI
ALIMENTARI
Anche nell’ULSS n. 17 vige il sistema di controllo attuato
in Italia ai fini della sicurezza alimentare in linea con i criteri
attualmente adottati da parte della Commissione Europea
secondo gli indirizzi stabiliti nei Regolamenti Comunitari,
cosiddetto “Pacchetto Igiene”.
Questi ultimi stabiliscono principi e definizioni per
la legislazione nazionale e comunitaria il cui fine è il
conseguimento di un elevato livello di produzione della vita e
della salute umana associata al consumo di alimenti.
Nel settore degli alimenti che vengono consumati
quotidianamente e da tutte le fasce della popolazione, è il
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
principio di precauzione che deve essere alla base della
valutazione della sicurezza quando non si è in grado di
escludere eventuali effetti rilevabili a lungo termine anche
attraverso l’ausilio di opportuni studi epidemiologici mirati.
Il sistema di gestione e monitoraggio della sicurezza
alimentare in Italia garantisce l’applicazione del complesso
delle norme dell’UE, ed introduce, nell’ambito degli spazi
definiti dal principio della sussidiarietà, alcuni elementi di
ulteriore controllo e sicurezza degli alimenti.
La contaminazione biologica e chimica degli alimenti in Italia
proviene da fonti note ma non sempre evitabili: residui di
fitofarmaci, residui di farmaci veterinari, metalli, contaminanti
biologici.
Anche il corretto utilizzo di sostanze aggiunte intenzionalmente
agli alimenti per fini tecnologici (additivi), o i processi
utilizzati nella preparazione e/o conservazione degli alimenti
(irraggiamento), necessitano di una continua sorveglianza.
Le singole ricerche effettuate sui livelli di presenza negli
alimenti di sostanze chimiche aggiunte volontariamente e/o di
contaminanti e sulla loro ingestione raramente rispecchiano le
situazioni dell’intero territorio nazionale.
Sono operativi da numerosi anni programmi nazionali
e regionali di controllo dei residui di farmaci veterinari,
contaminanti ambientali ed eventuale uso illecito di sostanze
vietate quali quelle ad azione ormonale, nonché programmi
di controllo dei residui di fitofarmaci nei prodotti vegetali e di
contaminazione microbiologiche e chimiche negli alimenti in
generale.
Le attività di controllo ufficiale riguardano tutte le fasi della
filiera dell’alimento e consistono in una o più delle seguenti
operazioni: ispezione, prelievo campioni, analisi di laboratorio
dei campioni prelevati, controllo igiene personale addetto,
verifica piani di autocontrollo, esame del materiale scritto e dei
documenti di vario genere inerenti sistemi di verifica adottati
dall’impresa alimentare e dei relativi risultati.
Da pochi anni in seguito a disposizioni emanate a livello
comunitario (reg. C/E 178/2002) e da linee guida regionali è
attivo un sistema di allerta che ha l’obiettivo di impedire che un
prodotto contaminato, che può essere causa di rischio grave
ed immediato per i consumatori, riscontrato come tale in un
paese comunitario o ad una frontiera comunitaria e ritirato dal
commercio o respinto, possa essere introdotto o rimanere in
commercio in altri paesi comunitari.
La vigilanza e il controllo dei prodotti alimentari spetta come
incarico istituzionale al S.I.A.N. servizio igiene degli alimenti e
della nutrizione a cui competono le seguenti competenze:
Area funzionale igiene degli alimenti e delle bevande:
competenze
1) verifica preliminare della documentazione presentata dagli
operatori del settore alimentare in seguito all’avvio di una
nuova attività o alla modifica di attività esistenti, ai fini della
registrazione ai sensi del Reg. C.E. 852/04.
2) controllo ufficiale dei prodotti alimentari alla produzione e al
commercio sia all’ingrosso che al dettaglio ai fini di valutarne
mediante analisi analitiche la conformità ai requisiti di
Relazione Attività 2009
35
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
sicurezza stabiliti dalla normativa vigente;
3) controllo ufficiale dei requisiti strutturali e funzionali delle
imprese di produzione, preparazione, confezionamento,
deposito, trasporto, somministrazione e commercio di
prodotti alimentari di competenza e bevande.
4) sorveglianza, per gli aspetti di competenza, sui casi
accertati o presunti di infezioni, intossicazioni e tossinfezioni
di origine alimentare
5) rilascio di certificazioni per l’esportazione di alimenti e
bevande in stati extracomunitari.
6) verifica, controllo e attivazione dei sistemi di allerta regionali.
L’impiego di strumenti informatici quali trasmissione e
ricevimento di segnalazioni/informazioni via e-mail per
velocizzare la trasmissione dei dati in merito ad alimenti
segnalati con rischi diretti o indiretti per la salute umana;
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
7) creazione di un archivio computerizzato di registrazione
di tutte le ditte operanti nel territorio mediante il sistema
informatico SIAN-NET predisposto dalla Regione Veneto
8) controllo e classificazione degli stabilimenti alimentari in
base al rischio ai sensi del Decreto Regionale n. 292/2007,
creazione di un registro informatico e suo aggiornamento.
9) sorveglianza nella commercializzazione e nell’utilizzo dei
prodotti fitosanitari: interventi per quanto di competenza,
nell’ambito del piano di sorveglianza dei rischi da
antiparassitari
10) tenuta dei registri delle autorizzazioni, dei nulla-osta, degli
aggiornamenti, dei provvedimenti adottati per trasgressioni,
dei dati di vendita dei prodotti fitosanitari.
11) rilascio di parere preventivi per la costruzione di nuove
imprese alimenti
Tab.9 - Controlli e campionamenti di alimenti
anno 2009
Produttori
Produttori
Distribuzione
Distribuzione
Primari
e confez.
Ingrosso
Dettaglio
Trasporti
soggetti a
vigilanza
Trasporti
soggetti ad
Ristorazione
Ristorazione
autorizz.
Pubblica
Collettiva
Sanitaria
Produttori e
confezionatori
che vendono
prevalentem.
al dettaglio
totali
120
75
280
1.100
600
1.850
190
425
4.640
N° unità
controllate (1)
33
218
80
152
21
225
40
66
835
N° di ispezioni (2)
40
N° di unità
N° unità con
infrazioni
Tot campioni
prelevati
260
125
180
5
3
14
26
32
270
60
95
1.062
7
30
10
10
65
197
12
18
34
303
2
2
1
5
6
16
1
2
14
2
12
N° infrazioni
a) Igiene Generale
2
3
6
b) Igiene (HACCP,
formazione
personale)
1
2
7
c) Composizione
0
d)
Contaminazione
(diversa da quella
microbiologica)
0
e) Etichettatura
e presentazione
2
1
f) Altro
2
1
16
30
50
Provvedimenti
a) Amministrativi
20
1
3
1
(1) L’unità controllata deve essere conteggiata una sola volta nell’anno
(2) Se l’unica operazione effettuata è il prelievo di campioni l’ispezione non va conteggiata.
36
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Tab.10 - Piano regionale di campionamento ufficiale
alimenti anno 2009. Campioni per analisi chimiche
Alimenti matrice campionata
Grassi e olii
Zuppe, brodi, salse
Numero
campioni
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
7
5
3
6
3
29
10
110
10
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.11 - Piano regionale di campionamento
ufficiale alimenti anno 2009. Campioni per analisi
microbiologiche
Alimenti matrice campionata
16
3
Numero
campioni
Zuppe, brodi, salse
4
Ceraeli e prodotti della panetteria
38
Cereali
4
Frutta e verdura
26
Prodotti della macinazione
4
Pane, altri prodotti della panetteria
4
Erbe, spezie, caffè e tè
4
Bevande non alcoliche
21
Prodotti di pasticceria e biscotti
14
Vino
8
Paste alimentari secche
4
Bevande alcoliche escluso il vino
6
Paste alimentari all’uovo
8
Gelati e dessert
2
Paste alimentari speciali farcite
8
Cacao e preparazione a base di cacao
2
Erbe, spezie caffè, the
4
Dolciumi
3
Bevande non alcoliche
4
Gelati e dessert
6
Frutta secca a guscio rigido, spuntini a base
di frutta secca
6
Piatti preparati
-
Prodotti destinati ad una alimentazione
particolare
6
Cacao e preparazioni a base di cacao
4-
Preparazioni gastronomiche a base di carne,
verdure
14
Preparazioni gastronomiche a base di pesce
14
Additivi
3
Formaggi
Materiali destinati al contatto con gli alimenti
6
Prodotti destinati ad un’alimentazione
particolare
TOTALE
150
TOTALE
2
Campioni non
regolamentari
b) Notizie di reato
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
I referti di analisi della sezione di chimica dell’ARPAV hanno
evidenziato 6 non conformità principalmente riscontrabili
su matrici di acqua minerale, farine alimentari e olio di oliva
relative al contenuto o di etichettatura che hanno comportato
la contestazione di illeciti amministrativi a carico delle ditte
produttrici, oltre che alla segnalazione agli uffici SIAN delle
AULSS competenti per territorio per le indagini di competenza.
7
6
123
I referti di analisi della sezione di microbiologia dell’ARPAV
hanno evidenziato le seguenti non conformità:
- la presenza di una carica batterica elevata (elevato n° di
Coliformi, di microrganismi a 30°C e stafilococco aureo) su
8 campioni di piatti pronti preparati che hanno comportato
indagini sul processo produttivo e ulteriori campionamenti
sul prodotto con l’imposizione di misure di igienizzazione
e sanificazione delle attrezzature destinate a venire a
contatto con gli alimenti oltre che a misure di formazione del
personale addetto alla preparazione e manipolazione degli
alimenti.
- la presenza di “corpi estranei” su 9 campioni di alimenti
pronti con conseguente denuncia all’autorità giudiziaria
competente oltre che a misure di revisione del processo
produttivo e implementazione della formazione del personale;
- la presenza di un elevato numero di coliformi su n.2 campioni di gelato artigianale e su un campione di prodotti
di pasticceria fresca con l’imposizione di procedure
di igienizzazione e sanificazione dei locali, impianti ed
attrezzature e il rispetto delle modalità di conservazione
previste dalla normativa vigente;
Oltre ai prelievi programmati il servizio ha effettuato anche
campionamenti in seguito a segnalazioni di non conformità da
parte di privati cittadini.
Relazione Attività 2009
37
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.12 - Controlli del SIAN sull’impiego di prodotti fitosanitari – Anno 2009
Controllo
sull’impiego
di prodotti
fitosanitari a livello
di utilizzatori
Mancanza
registro
trattamenti
Mancata applicazione delle misure
di sicurezza per prevenire i rischi di
chi usa il prodotto
Inappropriate
condizioni di
conservazione
2
4
3
Inoltre sono stati effettuati n. 5 campioni su matrici vegetali
(pepe, origano, peperoncino ecc.) per il monitoraggio di
radiazioni ionizzanti e n. 5 campioni di prodotti alimentari a
base di riso, mais e soia per la ricerca di O.G. M. (organismi
geneticamente modificati).
Tali indagini non hanno evidenziato non conformità.
CONTROLLI SULL’IMPIEGO DI PRODOTTI
FITOSANITARI
Il servizio aderisce al progetto regionale FAS “fitosanitariambiente-salute”
Fas è un sistema regionale di gestione fitosanitaria ambiente e
salute che garantisce il corretto impiego dei prodotti fitosanitari
per tutelare la salute delle persone e dell’ambiente mediante il
controllo sui rivenditori e il controllo sugli utilizzatori finali.
Sono state effettuate numero 10 ispezioni in aziende agricole
con l’emissione di 28 prescrizioni.
Le infrazioni rilevate sono riconducibili a una non corretta
gestione dell’uso di prodotti fitosanitari; in quattro aziende
sono stati rinvenuti prodotti fitosanitari la cui autorizzazione
all’impiego era stata revocata dal Ministero della Salute.
In un’azienda non erano presenti dispositivi di protezione
individuale e in tre aziende sono stati riscontrati inconvenienti
igienico sanitari dovuti alla mancanza di pulizia o a carenze
strutturali.
Sono stati effettuati controlli presso alcune delle rivendite dei
prodotti fitosanitari e sono state ispezionate e verificate n. 14
rivendite. Sono state riscontrate le seguenti non conformità:
in quattro rivendite sono stati rinvenuti prodotti fitosanitari
revocati dal ministero, in una rivendita è stata riscontrata
la mancanza dell’armadietto di D.P.I. (dispositivi protezione
individuale); in tre rivendite sono state riscontrate altre carenze
generiche come la mancanza di pulizia o inconvenienti
igienico-strutturali.
Nell’attività di controllo si è provveduto alla verifica di
conformità delle etichette, degli imballaggi e delle schede di
sicurezza.
SISTEMA DI ALLERTA
Il sistema di allerta rapido è una procedura codificata
nella comunità europea, atta a garantire la rapidità delle
38
Totale
prescrizioni
7
Totale ispezioni
aziende
agricole
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
che provengono da altre ULSS in particolare Rovigo, Padova,
Legnago, Vicenza e Venezia.
Il servizio di dietetica oltre alla consueta attività ha sviluppato
la consulenza per i pazienti che sono in ospedalizzazione
domiciliare e tali interventi sono risultati particolarmente
apprezzati dall’equipe territoriali.
10
comunicazioni e dei provvedimenti conseguenti da adottare a
seguito di riscontro di alimento o mangime che rappresenta un
grave rischio per la salute del consumatore.
Il sistema di allerta coinvolge tutti gli enti e organismi preposti
alla sicurezza alimentare quali:
- Ministero del Lavoro, della Salute e Politiche Sociali,
Direzione sicurezza alimenti;
- Uffici periferici del Ministro del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali;
- Uffici Regionali Sicurezza Alimentare;
- SIAN e SVET delle ASL.
Il SIAN è inserito pertanto quale organo periferico decentrato
nel sistema di allerta comunitario le cui linee guida a livello
Regionale sono state normate con D.D.R. n.174 del
01.12.2009.
Nel 2009 i casi che hanno coinvolto il Sian dell’AULSS n.17
sono stati 32 ed hanno coinvolto tipologie diverse di alimenti di
provenienza nazionale nella maggior parte dei casi.
Il compito del Sian è stato quello di accertare l’avvenuto ritiro/
richiamo del prodotto alimentare oggetto del sistema di allerta
nei punti vendita e depositi all’ingrosso presenti nel territorio.
CONSULTORIO NUTRIZIONALE E SERVIZIO
DI DIETETICA
L’attività del Consultorio Nutrizionale e degli ambulatori del
servizio di dietetica ospedaliero è rivolta a tutte quelle persone
che necessitano di una dietoterapia personalizzata per il
controllo del peso e di tutte le patologie che sono correlate ad
uno stato di malnutrizione per eccesso o per difetto.
Tale attività permette di valutare circa 3.000 pazienti all’anno
che vengono seguiti ambulatorialmente con periodici controlli.
Nel campo dell’igiene della nutrizione viene inoltre
regolarmente effettuata un’importante attività di educazione
alimentare rivolta sia al mondo della scuola che ad altri gruppi
organizzati.
Sono anche istituiti corsi di auto-aiuto per il controllo del peso
rivolti ai pazienti dello screening cardiovascolare.
L’attività del Consultorio Nutrizionale ha avuto un costante ed
importante aumento tanto che oggi il nostro Servizio oltre ad
essere un importante riferimento per tutti i Medici di Medicina
Generale è diventato anche un polo di attrazione per utenti
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
Il Servizio di dietetica ha inoltre collaborato con i competenti
servizi amministrativi nel controllo della ristorazione
ospedaliera e nella predisposizione di protocolli operativi per la
standardizzazione dell’attività di monitoraggio del Servizio.
Sul piano dell’innovazione il Servizio si è fatto carico
dell’attività di 2^ livello nelle campagne per lo screening
delle malattie cardiovascolari garantendo una celere risposta
agli utenti inviati dall’UTAP; inoltre il Servizio ha provveduto
ad effettuare incontri con i soggetti oggetto dello screening
garantendo tra l’altro la supervisione ai gruppi di auto aiuto
creatisi appositamente per sostenere il percorso do modifica
dello stile di vita.
Il Consultorio Nutrizionale ha inoltre sviluppato un’importante
stretta collaborazione con i reparti dell’ospedale ed in
particolare: oncologia, cardiologia e pediatria ed anche per
quanto riguarda i dipendenti con il Servizio di Prevenzione e
protezione.
Infine il personale del Servizio ha collaborato con alcuni
importanti progetti dipartimentali di educazione e promozione
della salute.
Tab.13 - Dati attività Servizio di dietetica
Dati attività Servizio di dietetica:
n.
Ambulatori pazienti inviati da UOS
Diabetologia
841
Ambulatori pazienti esterni
281
Igiene e ristorazione. Controlli mensa degenti
e mensa dip.
203
Controlli Ristorazione: rilevazioni vassoi
degenti
551
Rilevazioni carrelli multi razioni
113
Consulenze domiciliari
124
Diete speciali ricettate ed enterali per ricoverati
Diete speciali per pazienti ricoverati
8763
455
Dati attività Consultorio Nutrizionale
Visite
2000
Relazione Attività 2009
39
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
L’unico dato a discostarsi è quello di copertura per morbillo
in associazione con parotite, rosolia e varicella ancora molto
al di sotto dell’obiettivo desiderato del 95% e inferiore anche
alla media regionale: per questa vaccinazione più di altre vige
una particolare preoccupazione e disinformazione da parte dei
genitori che tendono a posticiparla il più possibile o a rifiutarla.
Alla luce di tali evidenze i servizi vaccinali sono impegnati
in una campagna di richiamata dei non vaccinati e di
sensibilizzazione delle famiglie.
Tab.14 - Monitoraggio Semestrale:
dati al 30 settembre 2009
Vaccino
CAPITOLO 5
Le malattie infettive
LE VACCINAZIONI
Il progetto regionale di sospensione dell’obbligo vaccinale è
stato mantenuto anche nell’anno 2009, dati gli incoraggianti
risultati derivanti dai monitoraggi semestrali delle coperture
vaccinali regionali.
Dal 1° gennaio 2008 aveva, infatti, trovato attuazione la
Legge Regionale n. 7 del 23 marzo 2007, che prevede la
sospensione dell’obbligo per le vaccinazioni “per tutti i nuovi
nati dal 1° gennaio 2008”. Per effetto di tale legge regionale
“le vaccinazioni continuano a costituire livello essenziale
di assistenza e sono offerte attivamente e gratuitamente
dalle aziende unità locali socio-sanitarie (ULSS), restando
inserite nel calendario vaccinale dell’età evolutiva, approvato
e periodicamente aggiornato dalla Giunta Regionale, in
conformità agli indirizzi contenuti nel Piano nazionale vaccini.”
L’unico cambiamento riguarda sostanzialmente “la
motivazione” che porta all’offerta delle vaccinazioni:
40
semplicemente, questo fondamentale intervento di
prevenzione viene effettuato perché è dimostrato che le
vaccinazioni sono il modo più sicuro ed efficace per prevenire
le malattie infettive.
Ad oggi, relativamente alle vaccinazioni ex obbligatorie, anti
polio, tetano, difterite ed epatite B, la sospensione dell’obbligo
non ha influito negativamente sulle coperture regionali.
Nell’Azienda ULSS 17 le coperture vaccinali per il vaccino
esavalente, che comprende le quattro vaccinazioni ex obbligatorie, si sono mantenute per i nuovi nati su buoni livelli,
uguali o superiori al 95% (obiettivo posto a livello regionale e
nazionale).
Le coperture per le vaccinazioni anti pneumococco e
antimeningococco C, fortemente raccomandate, mostrano
invece coperture più basse, anche se in linea con la media
regionale, in gran parte dovute ad una tendenza da parte dei
genitori al posticiparle con più facilità (Tab.14).
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Copertura
regionale media
Copertura
AULSS 17
95%
Esavalente 2° dose
nati 2° semestre
2008
95,1%
95,3%
Esavalente 3° dose
nati 1° semestre
2008
95,3%
96,6%
Pneumococco
1° dose nati 1°
semestre 2009
93,5%
93,9%
Meningococco C
nati 1° semestre
2008
92,4%
93%
Morbillo nati 1°
semestre 2008
84,1%
71,3%
HPV nate 1996
adesione
-
90%
82,7%
85%
-
81%
HPV nate 1997
adesione
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
È migliorata sensibilmente rispetto all’anno precedente la
copertura per 1° dose di morbillo.
Le coperture per la coorte di nascita 2002 si mostrano buone
per la polio mentre più basse per Difterite-Tetano anche se
in netto miglioramento rispetto a quelle rilevate per l’anno
precedente (Tab.15).
Tab.15 - Monitoraggio Semestrale:
dati al 31 dicembre 2009
Vaccino
Esavalente 1° dose
nati 1° semestre
2009
HPV nate 1996 cicli
completati
72 Progetti
innovativi
95,1%
Nel 2009 si è proseguito inoltre nella campagna di
vaccinazione delle dodicenni con vaccino quadrivalente anti
papillomavirus.
È stata conclusa la chiamata attiva della coorte di nascita
1996, è stata avviata e portata a termine la chiamata della
coorte di nascita 1997 e si è iniziato a chiamare la coorte di
nascita 1998.
L’adesione a tale vaccinazione è stata di circa il 90% delle
ragazze invitate; entro l’inizio del 2009 è stato possibile
completare il ciclo vaccinale nel 85% delle ragazze
appartenenti alla coorte 1996. una più bassa adesione, 81%
circa, è emersa da una prima valutazione delle ragazze invitate
della coorte 1997.
I dati di copertura a 24 mesi (coorte di nascita 2007) per polio,
rilevati nel 2009 si attestano su valori buoni, sovrapponibili a
quelli dell’anno precedente.
Copertura
AULSS 17
Copertura a 24 mesi per Polio (nati 2007)
96,6%
Copertura a 24 mesi per 1° dose MPR (nati
2007)
92,3%
Polio nati 2002
98,7%
Difterite – tetano nati 2002
92,8%
A partire dal 2009 ha preso avvio un progetto di
collaborazione tra il servizio vaccinazioni ed i consultori
familiari nell’informare i futuri genitori sulle tematiche relative
alle vaccinazioni ed alla prevenzione delle relative malattie
infettive.
Due operatori sanitari, infermieri ed assistenti sanitarie del
servizio vaccinazioni, partecipano mensilmente ai corsi preparto organizzati dai consultori familiari nelle sedi di Este e
Monselice gestendo un intervento della durata di circa 30’.
Le tematiche vaccinali vengono trattate dal personale sanitario
in modo semplice ma completo dando modo agli interlocutori
di far emergere dubbi e timori per poterli risolvere il tutto
nell’ottica di sensibilizzare i futuri genitori sull’importanza di
un’adesione consapevole alle vaccinazioni anche alla luce
del recente avvio del progetto regionale di sospensione
dell’obbligo vaccinale.
Nel 2009 sono stati effettuati dal personale SISP 14 incontri
presso i consultori familiari di Este e Monselice.
MALATTIE INFETTIVE
Nel corso del 2009 gli operatori SISP che si occupano delle
attività di monitoraggio delle malattie infettive sono stati
impegnati nell’effettuazione di 251 inchieste epidemiologiche, il
26% delle quali legate a segnalazioni di sospetta o confermata
infezione da virus influenzale AH1N1 ed il 20% dovute a
segnalazioni si salmonellosi.
Con l’espressione tossinfezioni alimentari viene individuato
un gruppo di sindromi caratterizzate dalla specificità
epidemiologica di essere trasmesse solo da alimenti e solo
dopo che si è avuta all’interno degli alimenti una attiva
moltiplicazione degli agenti responsabili.
Le tossinfezioni alimentari si presentano in genere con
manifestazioni a carico dell’apparato digerente che insorgono
bruscamente dopo un breve periodo di incubazione (da poche
ore ad alcuni giorni) e si manifestano in forma epidemica fra
coloro che hanno consumato l’alimento contaminato (Barbuti,
Relazione Attività 2009
41
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Belelli, Gianmarco, 2003).
Le salmonellosi rappresentano in Italia, come nella maggior
parte dei paesi industrializzati, la più frequente causa di
tossinfezione alimentare.
Si tratta di patologie legate al consumo di alimenti, nella
maggior parte dei casi con quadro clinico di lieve entità, per lo
più senza conseguenze importanti per la salute.
Nella maggior parte dei casi le notifiche che pervengono al
SISP sono relative a casi sporadici e solo in alcune occasioni
relative a focolai di origine prevalentemente familiare.
Nell’ultimo triennio nell’Azienda ULSS 17 il numero di
notifiche di salmonellosi si è mantenuto stabile sulle circa
50 segnalazioni/anno, di molto ridotto rispetto al triennio
precedente. Ciò in parte dovuto ad una progressiva maggiore
attenzione da parte dei consumatori alla manipolazione e
conservazione degli alimenti in parte però legato anche ad un
fenomeno di sottonotifica.
Nel 2009, in particolare, sono stati segnalati 48 casi di
salmonellosi con un prevalentemente interessamento
delle fasce d’età infantili e di quelle al di sopra dei 65 anni.
L’incidenza mensile, in linea con l’andamento anche degli anni
precedenti, è prevalentemente concentrata nei mesi da agosto
a ottobre (fig.20 e fig.21).
Fig.20 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per mese di
inizio sintomi, pervenute nel triennio 2007-2009-AULSS 17
Fig.21 - Notifiche di salmonellosi, suddivise per fasce
d’età, pervenute nel triennio 2007-2009-AULSS 17
Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute altre segnalazioni di
infezioni veicolate da alimenti:
- 1 caso di febbre tifoide in un bambino ricoverato in pediatria
e appena arrivato dal Pakistan con contemporanea infezione
da epatite A;
- 7 casi di epatite virale A dei quali 5 con infezione
presumibilmente acquisita durante un soggiorno all’estero
42
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
e 2 dovuti presumibilmente all’ingestione di pesce crudo
avvenuta in Italia (tab.16);
- 3 casi di diarrea infettiva, 1 da Yersinia e 2 da
Campylobacter;
- 1 caso di diarrea di origine parassitaria da Giardia lamblia in
un giovane proveniente dall’Albania.
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Età
Sesso
Nazionalità
Fattori di rischio
28
M
Italiano
Ingestione di pesce crudo
in Italia
8
M
Marocchino
Viaggio nel paese di origine
7
M
Marocchino
Viaggio nel paese di origine
10
M
Italiano
Viaggio in Marocco
26
M
Italiano
Ingestione di pesce crudo
in Italia
10
M
Pakistano
Arrivo dal Pakistan
6
M
Pakistan
Arrivo dal Pakistan
Echinococcosi
Nell’agosto 2009 è pervenuta al SISP una notifica, da
parte del Servizio Veterinario competente, di un focolaio di
echinococcosi cistica bovina autoctono in un allevamento di
bovini e ovini del territorio della AULSS 17.
Tale infestazione da Echinococcus granulosus è stata
accertata nei cani di proprietà di un allevatore in seguito ad
un primo riscontro positivo di idatidosi nelle carni di un bovino
macellato.
Poiché l’Echinococcus ha come ospite definitivo il cane ma
può trasmettersi anche all’uomo, direttamente tramite contatto
con le feci del cane o anche attraverso acqua e derrate
alimentari contaminate, il SISP, per la parte di competenza,
ha condotto l’inchiesta epidemiologica nell’allevamento
individuando le persone operanti all’interno dell’azienda o con
possibili contatti con terreno o prodotti contaminati.
Sono state date a tali soggetti indicazioni comportamentali
igienico-sanitarie e l’indicazione di contattare i rispettivi medici
di base in caso di comparsa di sintomatologia in futuro; sono
stati inoltre allertati i rispettivi medici di medicina generale
degli esposti ed il Servizio Igiene dell’AULSS di competenza
per i non residenti nel nostro territorio. Comunicazione
dell’accaduto e delle azioni intraprese dal SISP è stata data
al Sindaco del Comune interessato, al Direttore del Distretto
Socio Sanitario competente ed al Direttore SPISAL.
Morbillo
Nel corso del 2009 nella nostra AULSS non sono stati
segnalati casi di morbillo. Negli anni precedenti 1 caso
era stato notificato nel 2007, una bambina di 9 anni non
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Fig.22 - Coperture vaccinali per morbillo a 24 mesi di vita AULSS. Veneto, anno 2008. “Report monitoraggio
sospensione obbligo vaccinale. Giugno 2009”.
%
98
95,8
Tab.16 - Riepilogo dei casi di epatite virale A a carico
di soggetti residenti/domiciliati nell’Azienda ULSS 17
segnalati nel 2009.
72 Progetti
innovativi
96
94
94,8
93,3
92,5 92,5
95,4
95,2
94,8
93,8
94,1
94,4
93,5
93,4
92,5
93,0
92,0
91,7
92
95,1
90,9
90,1
90
88
89,1
87,5
86
84
82
12345678910111213141516171819202122
Regione
aziendeULSS
vaccinata, ed un caso nel 2008, una donna di 31 anni non
vaccinata.
Questi pochi casi confermano come questa malattia infettiva
sia quasi scomparsa nelle fasce più giovani, per effetto della
vaccinazione, e ormai non sia più una patologia unicamente
pediatrica ma possa rientrare nella sfera di competenza del
Medico di Medicina Generale.
I livelli di copertura medi regionali per morbillo sono passati
dall’80% della metà degli anni ’90 ad un valore stabilizzatosi
al di sopra del 90% in seguito all’implementazione del
Programma Regionale di eliminazione del morbillo e della
rosolia congenita. Ad oggi però le coperture vaccinali per
morbillo risultano ancora al di sotto dell’obiettivo del 95% per
la maggior parte del territorio veneto ed anche per l’AULSS
17. A partire dalla fine del 2009 e durante i primi mesi del
2010, infatti, si è avuta un’epidemia di morbillo nella Regione
Veneto che ha coinvolto più AULSS con più di 100 casi
confermati, le fasce d’età maggiormente interessate sono
state 0-4, 4-9 e > di 20 anni.
2007-08 è seguita una riduzione nel 2008-09 già in ripresa
però nella recente stagione 2009-10 probabile risposta ad una
aumentata percezione di rischio di una nuova pandemia.
La campagna vaccinale 2009-10 è stata condotta nel mese
di ottobre, anticipatamente rispetto agli scorsi anni in vista
della successiva campagna di vaccinazione pandemica e si è
svolta prevalentemente presso gli studi dei Medici di Medicina
Generale ed, in misura minore, nei servizi vaccinali.
L’aumento registrato nell’adesione da parte della popolazione
di età ≥65 anni è affiancato anche da un significativo aumento
presso altre fasce di popolazione per le quali è raccomandata
la vaccinazione, in particolare gli operatori sanitari.
Fig.23 - Vaccinazione antiinfluenzale stagionale AULSS 17:
percentuale di persone di età ≥ 65 anni vaccinate
Influenza stagionale
La copertura per la vaccinazione stagionale antinfluenzale nella
popolazione di età ≥65 anni negli ultimi sei anni si è mantenuta
su livelli buoni, superiori al 75%, valore indicato come obiettivo
minimo perseguibile dal Ministero della Salute.
Tuttavia, come mostra il grafico sottostante, ad un progressivo
miglioramento della copertura vaccinale sino alla stagione
Relazione Attività 2009
43
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Influenza da Virus A/H1N1 “Suina”
Nel corso del 2009 è progressivamente diminuita l’attenzione
verso l’influenza da virus AH5N1 “Aviaria”, che era stata
considerata come il più probabile candidato a scatenare una
nuova pandemia, e ci si è concentrati su di un nuovo ceppo
virale emergente A/H1N1 che a partire dai mesi di aprile
2009 si è diffuso prima in Messico, interessando inizialmente
le sole specie animali, e poi contagiando anche l’uomo e
diffondendosi in tutto il mondo.
A partire dall’estate 2009 sono pervenute al SISP, da parte di
medici e pediatri di base e medici ospedalieri, 92 segnalazioni
di caso sospetto o accertato di influenza da virus AH1N1 in
nostri assistiti per 66 delle quali è stata condotta un’indagine
epidemiologica secondo le diverse modalità variate nel tempo
in base alle indicazioni di Ministero e Regione.
Secondo le prime direttive regionali sono stati inizialmente
effettuati dal personale SISP 15 tamponi naso faringei al
domicilio dei soggetti segnalati con sospetta infezione da virus
AH1N1, di questi 13 sono risultati negativi e 2 positivi.
Delle 92 segnalazioni pervenute 28 sono riferite a pazienti
ospedalizzati con tampone positivo per virus AH1N1.
Dalle schede epidemiologiche emerge che per 13 di questi
soggetti erano presenti fattori di rischio pregressi, in 26 casi
è seguita la guarigione, in due casi vi è stato il decesso: una
donna di 79 anni con multi patologia preesistente e una
bambina di 3 anni con cardiopatia congenita grave.
Il Servizio Igiene e Sanità Pubblica è stato, inoltre, fortemente
impegnato nell’autunno 2009 nell’organizzazione ed
implementazione della campagna vaccinale anti influenzale da
virus AH1N1.
La campagna informativa è stata gestita attraverso
l’attivazione di una pagina dedicata nel sito internet aziendale,
la diffusione di comunicati stampa, di interventi informativi
rivolti ai medici del territorio ed alla popolazione e attraverso
l’attivazione di due numeri dedicati per prenotazioni
ed informazioni gestiti da personale amministrativo del
Dipartimento di Prevenzione e dal personale dell’Ufficio
Relazioni con il Pubblico.
In base alle indicazioni regionali sulle categorie vaccinabili il
Servizio Igiene ha predisposto l’invio di 19760 inviti a soggetti
con patologia (in possesso di specifica esenzione o su
segnalazione da parte dei medici e pediatri di famiglia).
Con la collaborazione del personale sanitario ed
amministrativo del Dipartimento di Prevenzione e con gli
operatori del Servizio Prevenzione e Protezione e dei Distretti
Socio Sanitari sono state effettuate numerose sedute vaccinali
dedicate a partire dal mese di novembre e distribuite nelle 4
sedi vaccinali distrettuali.
L’accesso alla vaccinazione è stato gestito tramite
prenotazione dell’utente ma ha visto anche l’organizzazione
di due giornate di vaccinazione ad accesso libero
contemporaneamente nelle 4 sedi vaccinali con l’adesione di
813 soggetti.
A fine campagna sono stati vaccinati con vaccino “Focetria”
3764 soggetti per un totale di 3921 dosi complessive
somministrate - 3764 prime dosi e 157 seconde dosi - (dati
aggiornati al 23. 3. 2010).
44
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Il 70% dei soggetti vaccinati sono persone con patologia, il
13% sono operatori sanitari, 1,6% sono donne in gravidanza,
il 12,3% dei soggetti vaccinati ha un’età inferiore ai 17 anni.
Tubercolosi
Anche nel 2009 ha mantenuto piena funzionalità il Dispensario
Funzionale Antitubercolare istituito nell’Azienda ULSS 17 con
delibera del Direttore Generale n° 684 del 29/06/05.
Il SISP si è occupato prevalentemente degli aspetti relativi
al monitoraggio epidemiologico ed al flusso dati tra i diversi
servizi coinvolti e la Regione. Il nucleo clinico operativo è stato
gestito, invece, a livello di Servizio di Pneumologia Territoriale.
Nel corso degli ultimi dieci anni nella nostra Regione si è
registrato un complessivo calo della TBC: da un lato è stata
evidenziata una riduzione tra la popolazione indigena, dall’altro
un incremento di casi tra la popolazione immigrata.
Fig.24 - Frequenza della TB nella popolazione Veneta.
Anni 1994-2008 dati report regionale “TB nella Regione
Veneto - dati al 31 dicembre 2008”.
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
soggiorno in Italia.
La tubercolosi continua a costituire una malattia che coinvolge
tutti gli operatori della sanità, in particolare i Medici di Medicina
Generale che devono porre questa patologia tra le possibili
diagnosi differenziali soprattutto quando i pazienti sono
persone originarie da paesi che presentano una elevata
incidenza della malattia, anche quando il loro ingresso in Italia
risale ad alcuni anni prima.
Infatti, attuare gli interventi terapeutici e soprattutto le misure
preventive nelle persone immigrate è spesso difficile anche
per l’utilizzo non adeguato dei servizi sanitari da parte degli
immigrati stessi.
Nonostante circa il 70% dei casi di TB occorsi nel triennio
sia stato a localizzazione polmonare un 30% si è manifestato
come tubercolosi extrapolmonare prevalentemente a sede
linfonodale ma con localizzazioni anche particolari tra le quali
la sede oculare, epatica, spinale e nelle vie urinarie.
N° CASI
NOTIFICATI
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
72 Progetti
innovativi
2008
Anche nel 2009 è stata mantenuta ed implementata la
modifica del calendario vaccinale regionale, con l’inserimento
di una ulteriore coorte per la vaccinazione contro il
meningococco C all’età di sei anni, oltre a quelle già previste al
13° mese e al 14° anno.
Tab.18
Età
Sesso
Residenza
Diagnosi
Ag
eziologico
Esito
63
F
Italiana
Meningite
batterica
Pneumococco
guarigione
43
M
Italiano
Meningite
batterica
Staffilococco
aureus
guarigione
62
M
Italiano
Meningite
batterica
Pneumococco
guarigione
57
M
Italiano
Meningite
batterica
Non
identificato
guarigione
56
M
Italiano
Meningite
batterica
Staffilococco
aureus
guarigione
79
M
Italiano
Meningite
batterica
Pneumococco
guarigione
51
F
Italiana
Meningite
batterica
Pneumococco
guarigione
2009
12
11
10
Italiani
6
6
3
Stranieri
6
5
7
Maschi
9
6
5
Femmine
3
5
5
TB polmonare
9
7
7
TB extrapolmonare
3
4
4
Età media
56 aa
53 aa
35 aa
Età media italiani
74 aa
67 aa
63 aa
Età media stranieri
39 aa
36 aa
23 aa
Guariti 6
Guariti 9
Aperti 4
Aperti 1
Persi al
Persi al
follow up 2 follow up 1
Guariti 1
Aperti 9
ESITO
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Nel corso dell’anno nella nostra AULSS sono state vaccinate
4642 persone con il vaccino contro il meningococco C e
219, sostanzialmente viaggiatori, con il vaccino quadrivalente
contro il meningococco ACWY135.
Tab.17
2007
Il numero complessivo di segnalazioni pervenute al SISP
(10 segnalazioni) nel corso del 2009 (tab.17) conferma una
sostanziale stabilità del numero dei casi con tendenza alla
riduzione negli ultimi anni per la popolazione autoctona.
Per la popolazione immigrata, invece, si nota un incremento
dei casi piuttosto marcato nell’ultimo anno.
L’incidenza, infatti, della TB nella popolazione immigrata risulta
sempre notevolmente più elevata rispetto alla popolazione
autoctona, dato confermato anche per il 2009.
Si registra poi una frequenza maggiore tra i maschi; nel
triennio 2007-2009 complessivamente il 61% dei casi ha
interessato soggetti di sesso maschile.
Tale differenza si è progressivamente attenuata negli anni
annullandosi nel 2009.
Per quanto riguarda il paese di origine, la maggior parte dei
casi nel triennio sono immigrati da tre paesi: Marocco (9 casi),
Romania (3 casi) Moldavia (2 casi).
Anche per i casi occorsi nel 2009 si conferma l’età media più
bassa per i casi stranieri e più elevata negli autoctoni.
Per questi ultimi il fattore di rischio più significativo è il
decadimento fisico legato anche all’età mentre per la
popolazione straniera sostanzialmente il fattore immigrazione
e le condizioni di vita scadenti che caratterizzano il loro
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Meningiti
Nel corso dell’anno 2009 si sono avuti 7 casi di meningite
batterica in soggetti residenti nell’Azienda ULSS 17 in linea
con in numero di casi registrato negli ultimi anni (tab.18).
La tabella evidenzia come quest’anno nella maggior parte dei
casi sia stato identificato il microrganismo responsabile della
malattia e come nessun caso di meningite batterica sia stato
causato dal meningococco di tipo C, che aveva provocato
l’epidemia in Veneto negli ultimi mesi del 2007.
Fortunatamente tutti i casi di questa temuta malattia hanno
avuto esito in completa guarigione. In 4 casi si è trattato di
meningite da pneumococco che ha colpito persone di età
superiore ai 50 anni.
Nel corso del 2009 sono inoltre pervenute al SISP 7 notifiche
di meningiti virali che hanno interessato soggetti con un’età
media di 36 anni, inferiore a quella dei casi di meningite
batterica. Anche questi casi hanno esitato tutti in una
guarigione.
Relazione Attività 2009
45
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Tab.19
Età
Sesso
Residenza
Diagnosi
Ag
eziologico
Esito
27
F
Italiana
Meningite
virale
Non
Identificato
guarigione
24
M
Italiano
Meningoencefalite
virale
Non
Identificato
guarigione
33
F
Italiana
Meningite
virale
Non
Identificato
guarigione
31
M
Italiano
Meningite
virale
Non
Identificato
guarigione
36
F
Italiana
Meningite
virale
Non
Identificato
guarigione
33
F
Italiana
Meningite
virale
Non
Identificato
guarigione
67
M
Italiano
Meningoencefalite
virale
Non
Identificato
guarigione
Malattie Sessualmente Trasmesse (MST)
Un’attenzione particolare va rivolta alle Malattie a Trasmissione
Sessuale.
Nonostante il numero di notifiche pervenute al SISP si attesti
su livelli piuttosto bassi si nota come nel triennio vi sia stato un
progressivo aumento dei casi segnalati.
Le due malattie notificate sono sifilide e gonorrea, il 60% delle
segnalazioni pervenute nel triennio ha riguardato soggetti
italiani, la nazionalità straniera più rappresentata è, invece,
quella marocchina.
L’età media dei soggetti al momento della diagnosi è di 33
anni è non vi sono particolari differenze tra italiani e stranieri.
Dall’inchiesta epidemiologica emerge che il principale fattore
di rischio è legato all’abitudine ad avere rapporti sessuali
occasionali non protetti.
Nel 2009 nessun caso di epatite virale B è stato notificato.
Negli anni precedenti le segnalazioni erano in numero di 2-3
all’anno in soggetti con fattore di rischio principale i rapporti
sessuali occasionali non protetti.
2008
48 Le malattie
cronico-degenarative
effettuato attività di giardinaggio, guarita.
Nessun caso di tetano era stato notificato nei due anni
precedenti.
I dati confermano che i soggetti a maggior rischio di contrarre
la malattia sono le donne anziane che non hanno mai avuto
occasione di effettuare la vaccinazione in passato, è su di
loro che bisogna intensificare le attività di sensibilizzazione e
vaccinazione.
Scabbia
Le notifiche pervenute nel 2009 sono state relative a 38 casi di
scabbia.
Si tratta di un problema frequente di sanità pubblica che
nei Paesi industrializzati interessa prevalentemente soggetti
istituzionalizzati.
Un caso di scabbia richiede un importante impegno da parte
del SISP che esegue l’inchiesta epidemiologica e mette in
atto le opportune azioni di sanità pubblica finalizzate sia
all’assicurarsi che il soggetto ammalato abbia compreso
l’importanza del trattamento e lo esegua nel modo corretto
mettendo anche in atto tutte le misure di prevenzione
ambientale necessarie sia all’individuare gli eventuali contatti
stretti del caso proponendo la profilassi farmacologica e
dando tutte le informazioni preventive.
Le notifiche pervenute nel 2009 hanno interessato
prevalentemente soggetti italiani, in 14 casi su 38 si è trattato
di soggetti ospedalizzati o in personale sanitario che prestava
loro assistenza.
Tab.21
anno 2009
N° CASI NOTIFICATI
38
Italiani
31
Stranieri
7
Maschi
22
Femmine
16
Età media
51,3 aa
Fig.25 - Notifiche di scabbia pervenute nel 2009 suddivise
per fascia d’età AULSS 17
2009
Casi di Sifilide
4
4
4
Casi di Gonorrea
0
1
3
Tot
4
5
7
Tetano
Nel 2009 sono pervenute due notifiche di casi di tetano: uno in
un soggetto di 79 anni, femmina, mai vaccinata, con patologie
pregresse tra le quali il diabete, deceduta; un secondo caso
in un soggetto di 80 anni, femmina, mai vaccinata, con unico
fattore di rischio emerso dall’inchiesta epidemiologica l’aver
46
40 Le malattie
infettive
La distribuzione per fasce d’età mostra valori piuttosto stabili
fino ai 65 anni d’età con un picco oltre i 65 anni (fig.25).
Tab.20 - Numero notifiche relative a malattie a
trasmissione sessuale anno 2009.
2007
32 Alimentazione
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Campagna Nazionale “Genitori PIU’ ”
Il Progetto “GenitoriPiù - Campagna per la promozione della
salute nei primi anni di vita - Prevenzione attiva e vaccinazioni”
è stato lanciato nel 2006 dalla Regione Veneto coordinata
dall’Ufficio di Promozione della Salute del Dipartimento di
Prevenzione dell’ Azienda ULSS 20 di Verona. A fine del 2007,
visto il suo carattere innovativo, il progetto è diventato per
iniziativa del Ministero della Salute una “Campagna Nazionale”.
In linea con le indicazioni nazionali e regionali nel corso
del 2009 è stato organizzato dal Servizio Igiene e Sanità
Pubblica dell’AULSS 17 il corso di formazione, “Campagna
Genitoripiù: sette azioni per la vita del tuo bambino”, volto
all’aggiornamento ed alla sensibilizzazione degli operatori
sanitari dei percorsi nascita sulle tematiche promosse dalla
Campagna Nazionale Genitori Più.
Il corso si è svolto in due edizioni con la partecipazione di 85
operatori tra medici igienisti, ginecologi, pediatri, ostetriche
e personale infermieristico e assistenti sanitari afferenti ai vari
servizi del percorso nascita.
Le azioni promosse e delle quali si è discusso durante il
corso di formazione rispondono alle principali cause di
morte o malattia che colpiscono i bambini, ma soprattutto
costituiscono un robusto patrimonio di salute per loro e per la
comunità, e sono:
1. l’assunzione di acido folico nel periodo peri concezionale
– per ridurre il rischio di malformazioni, in particolare della
spina bifida;
2. l’astensione dal fumo in gravidanza e nei luoghi frequentati
dal bambino – per i numerosi danni diretti e indiretti dovuti al
fumo di tabacco e all’esposizione al fumo passivo, oltre alle
nascite di bambini prematuri e sottopeso;
3. l’allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi di vita
– ormai indiscusso capitale di salute nel breve e lungo
periodo, per i bambini e per le stesse madri;
4. la posizione supina nel sonno – per la riduzione del rischio
di SIDS (morte in culla);
5. l’utilizzo di appropriati mezzi di protezione in auto - per
proteggere dai traumi della strada ma soprattutto per una
cultura della sicurezza più in generale;
6. le vaccinazioni – contro le tante malattie infettive presenti,
sempre insidiose e non ancora debellate;
7. la lettura precoce ad alta voce – per una migliore qualità
dello sviluppo affettivo e cognitivo;
8. la prevenzione degli incidenti domestici.
Sempre nel corso del 2009 ha preso avvio il progetto di
predisposizione di un “Cofanetto della salute” contenente
materiale informativo ed alcuni utili strumenti (libri di favole,
paraspigoli, ciucci..) a sostegno delle azioni promosse dalla
Campagna Genitori Più e rivolto ai neogenitori che accedono
per la prima volta agli ambulatori vaccinazioni del Servizio
Igiene. L’idea di promuovere tali tematiche tutte insieme è
motivato dall’essere fortemente intrecciate fra di loro e fanno
riferimento ad un concetto comune: migliorare la capacità dei
genitori di prendersi cura della salute dei propri piccoli.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Sanità Pubblica l’ambulatorio di “ Medicina del viaggiatore
internazionale”.
Tale presenza, nata come esigenza di misure di sanità
pubblica per tutelare la popolazione autoctona da patologie
infettive d’importazione, legate in origine a movimenti
demografici di popolazione extracomunitaria, è divenuta, nel
tempo, una realtà consolidata di riferimento per chi decide di
intraprendere un viaggio in Paesi più o meno esotici.
L’utente che si reca all’estero, a prescindere dalla motivazione
(lavoro, studio, missione, vacanza, volontariato, etc.),
rivolgendosi allo sportello telefonico istituito, riceve tutte le
informazioni relative alle profilassi vaccinali e/p farmacologiche
più opportune in riferimento alla meta scelta, nonché le
norme igieniche da adottare, le precauzioni comportamentali
da prendere, previa analisi, da parte del personale medico
afferente all’ambulatorio, del suo profilo di rischio.
Infatti, per ogni utente viene compilata, da parte dell’AS,
la scheda individuale, nella quale vengono riportate sia le
caratteristiche di salute del soggetto (presenza o meno
di patologia, assunzione di farmaci..) che del viaggio
programmato (organizzazione centralizzata, sistema fai da te,
…).
Tale scheda viene, quindi, sottoposta al medico referente
dell’ambulatorio che, definito il livello di rischio potenziale del
soggetto, determina la strategia profilattica più opportuna.
L’utente viene, quindi, informato circa la necessità o meno
di eseguire vaccinazioni, di assumere farmaci o altro e, in
caso di adesione a tali proposte di salute, viene indirizzato
all’ambulatorio SISP territorialmente a lui più agevole per la
mera somministrazione dei vaccini individuati.
Nel corso di tale attività risulta spesso necessario un
approccio integrato con i MMG e i PLS, per la gestione
condivisa di utenti particolarmente fragili, nonché – per
talune situazioni – anche con strutture extraziendali (centro di
riferimento regionale di Verona, ospedale di Negrar, ..).
Nel 2009 l’afflusso all’ambulatorio di medicina del viaggiatore
internazionale è stato di n.202 persone, cui deve essere
sommata tutta la numerosità di utenti con contatti telefonici
finalizzati unicamente all’acquisizione di mere informazioni
di nicchia quali, ad es. conoscere gli effetti collaterali del
malarone nella profilassi farmacologica antimalarica, la durata
temporale dei vari tipi di vaccinazione, ecc..
In caso di situazioni particolarmente “ delicate “, su
segnalazione del medico referente, viene effettuato da parte
dell’AS un controllo telefonico “post-rientro”, finalizzato
a verificare sia la condizione di salute in quanto tale che
l’effettuazione delle varie profilassi farmacologiche consigliate
alla partenza.
LA PROFILASSI INTERNAZIONALE
È presente, ormai da anni, presso il Servizio Igiene e
Relazione Attività 2009
47
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
In questo contesto, lo screening mammografico, consigliato
a cadenza biennale, è in grado sia di rendere gli interventi di
chirurgia mammaria meno invasivi, sia di ridurre di circa il 30%
la mortalità per questa malattia nelle donne di 50-69 anni.
Si stima pertanto che in Italia lo screening di massa potrebbe
prevenire più di 3 mila decessi l’anno.
Consapevole dell’importanza della prevenzione in questo
delicato ambito, l’ULSS 17 è stata tra le aziende pioniere in
ambito regionale su questo fronte, avendolo attivato fin dal
1998.
L’attività di screening del tumore del colon retto rivolto a
uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, avverrà tramite chiamata
attiva.
L’iniziativa presenta una particolare importanza, sia per il
numero di cittadini coinvolti, sia per il ruolo fondamentale della
prevenzione in una patologia che in Veneto, secondo i dati più
aggiornati, rappresenta il 12% del totale delle circa 27.400
nuove diagnosi di tumore registrate ogni anno. In particolare,
il tumore del colon retto è la terza tipologia di cancro più
diffusa tra gli uomini (dopo quello ai polmoni e alla prostata)
e addirittura la seconda nelle donne (dopo il cancro alla
mammella).
L’importanza del progetto di screening cardiovascolare è
sottolineata dai più recenti dati regionali, secondo i quali
nella fascia di età coinvolta il 33% degli uomini e il 28% delle
donne risulta essere iperteso, il 22% degli uomini e il 18%
delle donne presenta un’ipercolesterolemia, infine il 23% degli
uomini e il 28% delle donne non svolge alcuna attività fisica
durante il tempo libero.
L’obiettivo del progetto è offrire a persone che si percepiscono
sostanzialmente in buona salute la misura di pochi, ma
fondamentali parametri di valutazione del rischio cardiovascolare e di contribuire allo sviluppo di una più consapevole
auto-amministrazione del bene primario qual è la salute.
CAPITOLO 6
Le malattie cronico-degenerative
FATTORI DI RISCHIO LEGATI AGLI STILI DI VITA:
SISTEMA SORVEGLIANZA “PASSI”
Uno studio del Sistema di Sorveglianza regionale “Passi”
mette in evidenza l’efficacia delle campagne di promozione
degli screening per la prevenzione delle malattie cronicodegenerative.
È in crescita, rispetto al passato, la cultura della prevenzione
nella popolazione della Bassa Padovana, soprattutto tra le
donne: negli ultimi due anni ben il 73% di queste ha infatti
effettuato una mammografia a scopo preventivo.
Un numero elevato, che consente di definire l’efficacia del
programma di screening promosso dal Dipartimento di
Prevenzione dell’Azienda ULSS 17 per la diagnosi precoce
delle neoplasie della mammella.
È questo uno dei dati emersi il Sistema di Sorveglianza
regionale “Passi”, un recente studio regionale volto ad
indagare come stanno cambiando le esigenze socio-sanitarie
48
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
del territorio.
Per quanto riguarda la Bassa Padovana, il 53% delle donne
ha riferito di aver eseguito l’ultima mammografia all’interno del
programma aziendale di screening seguendo la periodicità
consigliata e il 31% con una periodicità superiore.
La ricerca evidenzia inoltre come l’età media della prima
mammografia sia 47 anni, un dato che dimostra un forte
ricorso all’esame preventivo prima dei 50 anni, secondo
quanto indicato dalle linee guida internazionali.
L’importanza della prevenzione in questo ambito viene ribadita
dalle più recenti statistiche: in Italia infatti il tumore della
mammella rappresenta la neoplasia più frequente con circa 37
mila nuovi casi e oltre 11 mila decessi l’anno.
Si stima che in Veneto siano diagnosticati ogni anno circa 4
mila nuovi casi di questa patologia (circa 170 casi per 100.000
donne residenti). Il 17,5% delle morti per tumore nelle donne è
dovuto alle neoplasie della mammella.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
GLI SCREENING ONCOLOGICI
Nell’ULSS n.17 sono operativi, ormai da anni, ben tre
screening oncologici: mammografico, citologico e colo-rettale.
Il SISP, depositario sin dall’origine delle attività di gestione
e coordinamento di questi, opera con il proprio Centro
Screening, che si configura, a tutti gli effetti, come centrale
operativa, integrata solidamente sia con le altre strutture
afferenti (Laboratorio Analisi, Anatomia Patologica,
Dipartimento materno-infantile, ..) presenti all’interno
dell’Azienda, che con altre extraziendali (Registro Tumori, IOV, ..).
L’azione di prevenzione, cosiddetta “di livello 2”, per
differenziarla dalla primaria, fulcrata sostanzialmente in finalità
informativo-educative, si esplica sempre secondo il modello
della chiamata attiva, su popolazione selezionata sulla base
del target di riferimento, differente tra i tre screening in esame.
Ciascuno di essi prevede l’articolazione operativa su due
livelli di intervento, il primo necessariamente propedeutico al
successivo.
Particolarmente importante risulta, in tale contesto di lavoro,
la forte integrazione multidisciplinare tra servizi, dipartimenti,
ambulatori, nella tutela del paziente e nel rispetto rigoroso
anche dei tempi attuativi della stessa.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Gli esami del cosiddetto “ I° livello” si configurano come
accertamenti di base, semplici, non invasivi, di facile
esecuzione e di costo contenuto, tutto ciò ovviamente ai
fini della sostenibilità operativa nei confronti del paziente
ma anche - fattore non trascurabile - economica verso
l’amministrazione stessa.
Il passaggio dal primo al secondo livello di analisi, quale
conseguenza del rilievo di alterazioni in primo livello,
determina, in ciascuno degli screening oncologici, la presa
in carico totale da parte del centro Screening, tenuto a
monitorare strettamente anche i tempi e le modalità di
applicazione degli stessi, al fine della gestione del paziente il
più corretta e trasparente possibile.
A diagnosi definita, l’utente resta sempre autodeterminato
nello scegliere il successivo percorso di salute, sebbene in
attuazione al proprio mandato , il SISP operi nell’intento di una
presa in carico globale all’interno dell’Azienda, con ricerca di
strategie di riduzione delle “fughe”.
Screening Mammografico
Per quanto riguarda lo screening mammografico, attualmente
è in corso la chiamata attiva delle donne in età target del 6°
giro. La convocazione viene effettuata sui due poli operativi,
rappresentati da Este e Montagnana.
I dati relativi all’adesione non hanno subito particolari
variazioni, assestandosi su quelli degli anni precedenti.
Nel corso del 2009, su 9.239 donne soggette a intervento di
screening di primo livello, hanno aderito attivamente n. 5.444.
Considerato l’intervallo di età per il quale è previsto questo
screening (50-69 anni) e quindi il contesto lavorativo
e famigliare caratteristico di questo profilo anagrafico,
contraddistinto da un impegno particolarmente attivo, il dato
raggiunto risulta confortante ma, contestualmente, di stimolo
per l’attività a venire.
Inoltre, parte di utenti risulta già seguita attivamente dal
servizio di radiologia aziendale con un progetto specifico che
fulcra la data di inizio a 45 anni di età.
Ne deriva un’analisi globale del dato ancor più positiva cui va
ad aggiungersi quella parte di popolazione femminile in età
target per screening che sceglie di farsi seguire privatamente
o meno da altre strutture limitrofe a quelle del territorio
aziendale, in particolare di Padova.
Il razionale che ne deriva è la dimostrazione che si è formata
nel tempo nella donna la cultura di una prevenzione attiva,
voluta e partecipata, su un problema specifico di salute.
Ciò sottende però all’aver elaborato a livello di coscienza che
esiste quel problema di salute, oggettivando in tal modo realtà
che fino ad ora erano presenti solo a livello di percezione: il
cancro della mammella è un pericolo vero però prevenibile a
condizioni di imparare a gestirlo ab origine per limitare i danni
e le conseguenze ad essi correlate.
È da sottolineare, infine, come nella nostra ULSS sia operativa
la procedura di triplice lettura, che garantisce certamente una
migliore qualità diagnostica e, contestualmente, una riduzione
netta dell’eccesso di ricorso al secondo livello screening.
Tale particolare modalità di studio della singola utente
potrebbe costituire, dal punto di vista organizzativo, una
Relazione Attività 2009
49
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.23 - Screening Citologico - PAP TEST
dal 01/01/2009 al 20/04/2009
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Invitati
9.240
Invio al II° Livello
Screenati
5.467
Tasso Adesione Grezzo
32.0%
rassicurazione e, ancor di più il sostegno giustificato dei MMG
sono i determinanti comportamentali di una delle variabili del
sistema trinomiale (utente -MMG - screening) il cui risultato
finale è ovviamente dipendente dall’operatività proporzionale
degli stessi.
Il successo dello screening colo-rettale risulta anche legato
alla cooperazione con la realtà delle farmacie territoriali che
si testimonia, nella nostra Azienda, molto favorevole data
l’attenzione e l’attiva collaborazione garantite non solo nella
consegna dei kit per la ricerca del sangue occulta ma, e
soprattutto, per quell’azione di partecipata consulenza che i
farmacisti danno alla loro utenza.
Tasso Adesione Corretto
35.8%
Tab.24 - Screening CCR dal 01/01/2009 al 31/12/2009
sfida pesante in termini di allungamento dell’operatività
organizzativa.
Di fatto invece il lavoro svolto in stretta collaborazione con
il servizio di radiodiagnostica aziendale ha consentito di
contenere in termini temporali accettabili anche questa attività.
Tab.22 - Screening Mammografico dal 01/01/2009
al 31/12/2009
Invio al II° Livello
86
Tasso Adesione Grezzo
59.2%
Tasso Adesione Corretto
61.4%
Tasso Positivi
1.57%
Screening Citologico
Relativamente a questo screening, è in corso il 5° giro.
Durante il 2009, su 10.552 donne candidate all’esame di
primo livello, si è vista l’adesione di n. 4.312, dato che,
razionalizzato dall’epurazione di variabili quali l’esecuzione
recente di esami in proprio, risulta sostanzialmente
sovrapponibile a quello degli anni precedenti.
Ricordando che questo programma di screening prevede
un target di età particolarmente ampio (25-64 anni), risulta
evidente come l’adesione raccolta risulta certamente
migliorabile ma già di per se stessa più che accettabile.
Infatti, trattasi di donne o in età fertile o comunque con
percorsi di vita che difficilmente non hanno incontrato la
necessità di visite ginecologiche e/o ostetriche.
Ne deriva una conseguente coscienza percettiva del proprio
corpo che non può prescindere dalla ricerca attiva di momenti
che diano salute o comunque che aiutino in un percorso di
salute.
La realtà che si presenta è quindi spesso di donne già seguite,
per proprio conto, da uno specialista di branca o da una
struttura di riferimento.
Il razionale che sottende è quello dell’elaborazione cosciente
che la prevenzione è un atto dovuto a se stesse, a prescindere
da offerte o promozioni di territorio o di categoria.
Emerge una consapevolezza di donna e di cittadina che aiuta
e consolida di fatto ciò che la sanità pubblica cerca di offrire
alla propria utenza.
Superata l’analisi di settore (= adesione stretta allo screening
citologico), l’attenzione va fulcrata su risultato finale e cioè su
quante donne di fatto sono seguite periodicamente con paptest in un’ottica di prevenzione del cancro della cervice.
Peraltro, nella continua evoluzione della ricerca scientifica,
nello scenario dei test di primo livello si sta consolidando
l’utilizzo dell’HPV test.
Anche nell’Ulss 17 questa nuova metodica di indagine di
massa è stata adottata e il 2009 ha visto l’inizio del suo uso.
50
Invitati
4.513
Aderenti
1.445
Screenati
1.812
Tasso Positivi
36
1.9%
Screening Colo-Rettale
Lo screening colo-rettale rappresenta di per se stesso
una sfida sui servizi che lo intendono organizzare, date le
difficoltà intrinseche al programma stesso ma anche data
la popolazione target costituita da entrambi i sessi di età
compresa tra i 50-69 anni.
Se il transitare da percezione a coscienza di problema
sanitario può risultare facile nella popolazione femminile, già
di fatto sensibile anche per gli altri due screening oncologici a
lei dedicati (mammografico e citologico), la stessa operazione
culturale può risultare decisamente più difficoltosa nel mondo
maschile, abituato solo parzialmente a ragionare in termini
preventivi (prevenzione del cancro prostatico-PSA).
Anche la fascia di età considerata non aiuta perché per buona
parte trattasi di popolazione ancora in età lavorativa, con le
conseguenti difficoltà e limitazioni connesse.
Nell’ULSS 17 la situazione sul versante dello screening colorettale, dopo una fase di avvio piuttosto lunga, appesantita
anche da difficoltà organizzative legate ad una situazione
territoriale disgregata, risulta attualmente soddisfacente.
Infatti è in corso il 2° giro di questo screening, con buona
adesione da parte degli utenti.
La condivisione di una procedura accelerata con l’Endoscopia
Digestiva Aziendale ha consentito di ottenere una migliore
compliance dei pazienti, con risultati promettenti.
Anche l’adozione del nuovo programma regionale per la
gestione informatica dello screening costituisce un ulteriore
progresso operativo, volto ad una maggiore integrazione
diretta con gli altri Enti territoriali presenti , nell’ottica sempre
della miglior tutela del paziente.
Lo sforzo compiuto dal Centro Screening, volto ad avvicinare
quanto più possibile i punti di raccolta dei campioni di primo
livello all’utenza, rispettando in tal modo le territorialità peculiari
presenti in azienda e garantendo, in modo contestuale, pari
opportunità tra i cittadini, ha ottenuto buoni risultati in termini
di adesione al programma.
In questo screening in particolare è doveroso sottolineare
l’intenso colloqui di collaborazione con gli MMG, cui i singoli
utenti si rivolgono con frequenza per raccogliere un aiuto
nella fase decisionale finalizzata nell’aderire o meno, la
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Invitati
10.330
Aderenti
6.296
Screenati
7.241
Invio al II° Livello
408
Tasso Adesione Grezzo
60.9%
Tasso Adesione Corretto
61.2%
Tasso Positivi
5.6%
LO SCREENING CARDIOVASCOLARE
Ormai da due anni è attivo nell’ULSS 17 un progetto di
prevenzione in ambiente non oncologico e precisamente nel
contesto delle patologie cronico-degenerativo: lo screening
cardio-vascolare.
Nato come sfida in una nuova proiezione della prevenzione
secondaria, è diventato una realtà presente in buona parte del
territorio aziendale.
Rivolto alla popolazione sia maschile che femminile, di età
compresa tra i 50 e i 59 anni, inizialmente limitato al territorio
dell’UTAP di Conselve, ha trovato respiro coinvolgendo in
modo sequenziale le altre UTAP dell’ULSS 17.
Un tasso grezzo di adesione che si assesta tra il 50e il 60
% costituisce una conferma dell’idea innovativa nata nel
SISP, dove prevenzione è imperativo categorico immanente
in ogni branca di attività. Il profilo di rischio individuale che
deriva dall’analisi non solo di alcuni dati antropometrici (es.
circonferenza addominale, peso….), ma soprattutto degli stili
di vita del singolo individuo diventa l’elemento determinante
nel proporre all’utente percorsi personalizzati di prevenzione,
dove sussiste anche una componente terapeutica costituita
dalla modifica del comportamento sbagliato in termini di
salute.
Da qui nasce l’offerta attiva di aumentare l’attività motoria
con la partecipazione a gruppi-cammino, la possibilità di
smettere di fumare mediante l’adesione a gruppi a ciò dedicati
e, ma non ultimo, la possibilità di modificare il proprio stile
alimentare.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
A fronte di 2.479 soggetti invitati, hanno aderito1.230 persone
che, qualora in categoria a rischio, in buona parte si sono
dimostrate sensibili ad iniziative cosiddette “di salute attive”.
In realtà lo screening cardiovascolare costituisce di per se
stesso un nuovo modo di gestire la relazione noxa patogena e
malattia.
Da un assunto storico per cui la patologia deriva da una o più
cause coattive, lavorando in ambiente screening si identifica
la realtà delle concause che, diversamente da un immaginario
collettivo che le considera meno importanti, diventano le
determinanti vere dell’insorgenza di quel problema di salute.
L’azione sinergica negativamente espletata da queste rivela
nel tempo la sua dimensione lesiva per giungere, se non si
attuano interventi preventivi a più livelli, a quella distruttiva
costituita dall’evento acuto di tipo vascolare.
L’altra riflessione importante che è doveroso fare riguarda
lo stile di vita dei singoli: indagando con lo screening su
comportamenti abitudinari dei soggetti, si induce (o almeno si
cerca di farlo) una presa di coscienza vera sul proprio io, con
le sue debolezze troppo spesso fatte di sigarette, concessioni
alimentari eccessive e momenti di relax fuori luogo.
Per una maggior comprensione del percorso fino ad ora svolto
nell’ULSS 17 si riporta di seguito una tabella riassuntiva dei
dati dall’inizio dell’attività all’1/05/2010:
Tab.25 - Screening Cardiovascolare
dal 01/01/2009 al 31/12/2009
Invitati
2.525
Screenati
1.268
Tasso Adesione Grezzo
50.22%
Classe A
169
Classe B
683
Classe C1
10
Classe C
292
Classe D
52
Non classificati*
62
in recupero dello storico
Disponibili - Gruppi
697
Aderenti - Gruppi
278
Relazione Attività 2009
51
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
CAPITOLO 7
La sicurezza nei luoghi di lavoro
Il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di
Lavoro (SPISAL) contribuisce in sinergia con altri enti pubblici
e con le parti sociali – in particolare con le associazioni di
categoria e le organizzazioni sindacali – al miglioramento della
qualità del lavoro e della vita dei lavoratori, in primo luogo
contrastando gli infortuni e le malattie correlate al lavoro.
La tutela della salute dei lavoratori richiede una costante
attenzione verso gli ambienti di lavoro sia per quanto
riguarda gli aspetti strutturali e la gestione dei rischi (fisici,
chimici, biologici, ergonomici, psicosociali), sia per gli aspetti
organizzativi, nella convinzione ormai acquisita che la salute
del lavoratore e quella dell’organizzazione sono strettamente
interdipendenti.
Le strategie adottate, in sintonia con le indicazioni dell’OMS,
dei Piani Nazionali e Regionali di settore e delle caratteristiche
produttive e territoriali dell’AULSS 17, si concretizzano in tre
filoni di attività:
52
1) promozione di stili di vita e di comportamenti corretti;
2) promozione del miglioramento dell’organizzazione e dei
sistemi di gestione della salute e della sicurezza;
3) vigilanza e controllo.
PROMOZIONE DI STILI DI VITA E DI
COMPORTAMENTI CORRETTI: ATTIVITÀ DI
FORMAZIONE ED ASSISTENZA
Il luogo di lavoro costituisce un ambiente privilegiato per la
promozione di comportamenti e stili di vita corretti perché
le persone vi trascorrono gran parte del proprio tempo e
perché esso contribuisce all’identità, all’autonomia, alla
realizzazione personale e alla partecipazione sociale. Negli
ambienti di lavoro, inoltre, possono realizzarsi ed interagire tra
loro molteplici fattori favorenti la modifica dei comportamenti
a rischio per la salute, quali il senso di appartenenza
all’azienda e al gruppo, lo stimolo alla partecipazione attiva,
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
la corresponsabilità e la vigilanza di ciascuno sul rispetto delle
regole condivise, il “supporto solidale” dei compagni/colleghi,
l’esempio “positivo” di chi riveste ruoli significativi.
Prioritario è, inoltre, per le attività di prevenzione e promozione
della sicurezza e della salute il mondo della scuola per la sua
valenza formativa verso le classi di popolazione più giovane.
Nel 2009 questa attività si è concretizzata con l’attuazione
degli interventi di seguito riportati.
È attivo uno sportello informativo e di assistenza sulla
normativa e sulle tematiche inerenti l’igiene e la sicurezza negli
ambienti di lavoro a disposizione delle Aziende pubbliche
e private, dei lavoratori, dei Responsabili dei Servizi di
Prevenzione e Protezione Aziendali (RSPP), dei Rappresentanti
dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), delle Associazioni di
Categoria, delle Organizzazioni Sindacali e dei consulenti.
Lo sportello, cui è possibile rivolgersi telefonicamente, via
mail oppure di persona previo appuntamento, nel 2009
ha registrato complessivamente 684 accessi. I riferimenti
allo sportello sono presenti nel sito dell’ULSS 17 nella
pagina dedicata allo SPISAL (Homepage/Prevenzione/
PrevenzioneIgieneSicurezzaAmbientidiLavoroSPISAL) e nella
sezione “Imprese e lavoratori” accessibile dall’homepage.
Negli Istituti per Geometri del nostro territorio anche nel
2009 si è svolto un corso su “La sicurezza nei cantieri edili”
articolato in due moduli formativi per le classi quarta e quinta
per complessivi 27 incontri mediamente di 2 ore ciascuno.
Ai fini di aumentare la sensibilità e la consapevolezza dei
lavoratori del comparto agricoltura in autunno sono stati
organizzati in collaborazione con la Coldiretti della provincia
di Padova 2 incontri serali, uno a Conselve e uno a Vò, cui
hanno partecipato complessivamente più di 100 addetti del
settore.
Preliminarmente all’avvio delle attività di vigilanza nel
comparto “Supermercati” è stato effettuato in data 4.3.2009,
a Monselice, un incontro informativo rivolto ai responsabili
legali e agli RSPP dei 76 punti di vendita presenti nel nostro
territorio, cui hanno partecipato gli operatori di 41 aziende
e 2 rappresentati di associazioni di categoria. Nell’incontro
sono state presentate le finalità dell’intervento e la check-list,
strumento di autovalutazione per le aziende e traccia per il
sopralluogo di vigilanza.
In collaborazione con altri enti sono stati realizzati interventi
formativi ed informativi relativamente al comparto edilizia e al
“primo soccorso”.
Complessivamente nel 2009 il Servizio ha erogato oltre 350
ore di formazione per un totale di 1274 figure formate come
riportato nella tabella 26.
A livello provinciale sono stati, inoltre, realizzati 2 incontri con
i Medici Competenti con un totale di 350 partecipanti, sulle
tematiche droga, alcol e stress lavoro-correlato.
Il Servizio ha aderito al progetto regionale “Rete delle scuole
per la sicurezza” con le relative attività di partecipazione al
coordinamento provinciale e di formazione per gli RSPP
della scuola. Partecipa, inoltre, al progetto aziendale “Non
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
lasciamoci con l’amaro in bocca” inserito nel contesto della
progettazione regionale finalizzata alla sensibilizzazione della
popolazione in merito al consumo di bevande alcoliche per
ridurre l’incidentalità sulle strade, sui luoghi di lavoro o in
ambiente domestico.
Tab.26 – Figure formate ed ore di formazione.
Anno 2009.
Destinatari interventi
di in-formazione
N. figure
in-formate
N. ore
in-formazione
Datori di lavoro / dirigenti
/ consulenti tecnici e
sanitari
272
32
RSPP
185
108
RLS
152
72
Lavoratori: categorie
deboli
508
81
Studenti
157
59
PROMOZIONE DEL MIGLIORAMENTO
DELL’ORGANIZZAZIONE E DEI SISTEMI DI GESTIONE
DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
Tale ambito – certamente trasversale agli altri due, in
particolare all’attività di vigilanza e controllo – ha trovato nel
2009 attuazione specifica presso 10 aziende dove è stata
valutata l’organizzazione aziendale della sicurezza. I processi
presi in esame sono stati:
a) la “gestione degli infortuni, incidenti e comportamenti pericolosi” in 9 aziende;
b) la “gestione della manutenzione” in 7 aziende;
c) la “gestione dei dispositivi di protezione individuale” in 8 aziende;
d) la “gestione di informazione, formazione ed assistenza” in 7 aziende.
I documenti guida proposti alle aziende in merito a questi
processi riscontrano generale interesse ed attenzione.
VIGILANZA E CONTROLLO
Gli infortuni sul lavoro
Attività prioritaria del Servizio è la prevenzione degli infortuni
negli ambienti di lavoro.
Secondo i dati dell’INAIL più stabilizzati, nel 2005 sono stati
riconosciuti oltre 61.000* infortuni nel Veneto, 10.809* dei
quali nella provincia di Padova. Nel territorio dell’ULSS 17 gli
infortuni sul lavoro riconosciuti e relativi all’anno 2005 sono
stati 1976*, 442 dei quali gravi ovvero con postumi permanenti
di almeno 1%, oppure con più di 40 giorni di prognosi (tab.
27). Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella
Regione Veneto. Anni 2000-2006.
I comparti meno virtuosi, se consideriamo gli indici di
incidenza, sono: agroindustria e pesca, industria chimica e
petrolio, industria dei metalli, metalmeccanica e industria di
*Sono esclusi gli infortuni in itinere, cioè quelli che avvengono durante il tragitto tra la sede del lavoro e l’abitazione, e quelli che coinvolgono studenti, colf e sportivi
professionisti.
Relazione Attività 2009
53
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
0
297
84
0
(.)
(.)
(.)
(.)
(.)
(.)
Conto stato
0
19
6
0
(.)
(.)
(.)
(.)
(.)
(.)
626
46
4
0
44
2
5
68,69
3,06
76,68
68
3
0
0
1
2
2
14,71
0,09
44,12
Industria Alimentare
1.096
44
6
0
38
5
4
31,03
2,14
34,68
Industria Tessile
3.349
53
9
0
49
2
9
12,84
0,58
15,53
9
0
0
0
0
0
0
0,00
0,00
0,00
2.318
101
16
0
88
7
7
36,24
3,66
39,36
Industria Carta
276
8
1
0
8
0
1
29,00
0,81
32,62
Industria Chimica e Petrolio
933
72
12
0
66
4
4
65,37
4,06
69,66
22
12
1
0
0
12
0
0,00
0,00
0,00
1.534
78
14
0
72
6
13
44,98
2,56
53,46
84
4
0
4
0
0
47,62
0,58
47,62
5.558
335
74
0
286
48
44
46,78
4,62
52,71
466
8
2
0
5
3
3
8,58
0,13
15,02
1.489
54
10
0
45
9
7
26,87
1,35
31,57
127
6
1
0
4
2
2
31,47
0,59
47,21
Costruzioni
6.500
294
71
197
92
153
28,15
3,87
49,38
Commercio
3.380
67
11
47
20
33
11,83
0,94
20,12
Trasporti
2.170
78
18
48
29
68
22,12
2,07
53,47
Sanità
2.198
43
10
38
5
1
17,29
2,37
17,74
Servizi
13.642
307
86
191
113
55
13,34
1,48
17,08
Estrazioni minerali
Industria Conciaria
Industria Legno
Industria Gomma
Ind. Trasf. Non metalliferi
Industria metalli
Metalmeccanica
Industria Elettrica
Altre Industrie
Elettricità Gas Acqua
Sconosciuto
TOTALE ULSS
240
47
6
4
36
1
16,66
5,82
20,82
46.085
1.976
442
1.235
397
411
24,95
2,39
33,13
trasformazione di minerali non metalliferi. Rispetto alla gravità,
gli indici più elevati sono presenti nella metalmeccanica,
nell’industria chimica e petrolio, nelle costruzioni, nell’industria
del legno e nell’agrindustria e pesca. L’ULSS 17 presenta
indici di gravità e di incidenza superiori alla media delle altre
ULSS della Regione nei servizi e nel commercio mentre
inferiori alla media, sia come incidenza che gravità, nei
comparti del legno, della metalmeccanica, delle costruzioni e
della trasformazione di minerali non metalliferi (cementerie).
Rispetto alla tabella 27 si riporta una breve spiegazione di
alcuni indicatori.
Gli infortuni esportati sono quelli avvenuti a dipendenti di
aziende che hanno la sede (PAT) nel territorio in analisi ma
che avvengono fuori dal territorio stesso (ad esempio, a livello
54
regionale è “esportato” un lavoratore di una PAT del Veneto
che si infortuna in Lombardia).
Gli infortuni importati sono quelli che avvengono nel
territorio in analisi a dipendenti di aziende che hanno sede
fuori da territorio (ad esempio, a livello regionale è “importato”
un lavoratore di una PAT della Lombardia che si infortuna nel
Veneto).
L’indice di incidenza senza importati è dato dal rapporto
tra il numero di infortuni di lavoratori di PAT di un territorio
e il numero di addetti delle aziende del territorio, per 1000.
Considera gli infortuni in cui il territorio dell’evento coincide
con quello in cui ha sede la PAT.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Indice di Incidenza
con Esportati
Indice di Gravità
Indice di Incidenza
Senza Importati
Infortuni Esportati
(di PAT dell’ULSS
avvenuti fuori ULSS)
Infortuni Importati
(di PAT fuori ULSS)
Infortuni Interni
(di PAT dell’ULSS)
...di cui Mortali
Indice di Incidenza
con Esportati
Indice di Gravità
Indice di Incidenza
Senza Importati
Infortuni Esportati
(di PAT dell’ULSS
avvenuti fuori ULSS)
Infortuni Importati
(di PAT fuori ULSS)
Infortuni Interni
(di PAT dell’ULSS)
...di cui Mortali
...di cui Gravi
Infortuni
Riconosciuti
Addetti
ANNO
Agricoltura
Agrindustria e pesca
60 Il mondo animale
Tab.28 – Andamento degli infortuni sul lavoro. Azienda ULSS 17, anni 2000-2006.
Tab.27 – Infortuni sul lavoro suddivisi per comparto. Azienda ULSS 17, anno 2005.
COMPARTO
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
...di cui Gravi
26 Attività di
Sanità Pubblica
Infortuni
Riconosciuti
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
Addetti
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
2000
40.221
2.393
386
9
1.495
366
331
34,34
2,98
41,92
2001
42.497
2.265
427
4
1.400
451
392
30,19
2,35
38,59
2002
44.577
2.180
376
0
1.424
397
395
29,23
1,62
37,58
2003
45.962
2.175
402
6
1.392
412
406
28,57
2,29
36,79
2004
46.774
2.152
405
1
1.307
452
465
25,85
2,09
35,28
2005
46.085
1.976
442
0
1.235
397
412
24,95
2,39
33,13
0
2.003
409
2
1.196
451
392
(.)
(.)
(.)
2006*
Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione Veneto. Anni 2000-2006.
L’indice di incidenza con esportati è dato dal rapporto tra
il numero di infortuni e il numero di addetti delle aziende del
territorio, per 1000. Considera tutti gli infortuni che le aziende
di un territorio hanno avuto indipendentemente dal luogo
del’evento.
Fig.26 – Andamenti degli infortuni e indici di incidenza.
Azienda ULSS 17, Anni 2000-2006.
Infortuni riconosciuti gravi e totali
L’indice di gravità è espresso come giornate convenzionali
perse in media per addetto. Gli infortuni considerati per il
calcolo di questo indicatore sono quelli considerati nell’indice
di incidenza senza importati.
Considerando il trend degli infortuni negli anni 2000-2005
(i dati relativi al 2006 sono provvisori) si registra un calo del
17% del numero totale degli infortuni ed un andamento
altalenante di quelli gravi (vedi tab.28 e fig.26).
Nel quinquennio sia gli indici di incidenza sia quelli di gravità
si sono decisamente ridotti.
Anche per gli anni successivi al 2005 e fino ad oggi,
seppure in presenza di dati non ancora definitivi, continua
l’andamento positivo con il calo degli infortuni in generale
(vedi indici di incidenza), meno significativo per gli infortuni
gravi.
Nel 2009 le segnalazioni di infortunio arrivate in Servizio e
valutate sono state 3144. Le inchieste per infortuni sul lavoro
finalizzate alla ricostruzione della dinamica, delle cause e
delle responsabilità e alla promozione di azioni migliorative
nel contesto aziendale per un’adeguata gestione del rischio,
effettuate nell’immediatezza del fatto o su programmazione,
sono state 69, tra queste 1 per infortunio mortale (caso
relativo ad un lavoratore di nazionalità marocchina caduto
dall’alto mentre era addetto alla realizzazione della copertura
di un capannone). A questa attività complessa e delicata il
Servizio dedica necessariamente molte risorse.
Indici di incidenza senza importati
Fonte: Atlante degli infortuni sul lavoro accaduti nella Regione Veneto. Anni
2000-2006.
Relazione Attività 2009
55
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.29 - Attività di vigilanza: infortuni
Infortuni sul lavoro
2008
Segnalazioni pervenute
2009
2970
3144
Inchieste di infortunio concluse
54
69
- di cui nell’immediatezza del fatto
19
21
- di cui con verbale di prescrizione trasmesso al PM
27
21
849
629
Vidimazione registri infortuni
63
61
47
85
92
Mesoteliomi
Tumori
66
94
123
769
552
153
Patologieapparato
respiratorio
131
62
66
Dermatiti
599
198
611
640
100
Le malattie professionali
Mediamente arrivano al Servizio circa 70 denunce di malattie
professionali all’anno. Le stesse rispecchiano per tipologia
ed andamento quelle che pervengono complessivamente
a livello regionale dove è evidente il continuo, progressivo
incremento delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico
correlate a rischi da sovraccarico biomeccanico del rachide e,
soprattutto, degli arti superiori e il decremento delle patologie
tradizionali, in particolare delle ipoacusie (fig.27).
200
2007
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Lavoro il 17.06.2009.
Per quanto riguarda l’ULSS 17, complessivamente le unità
locali da ispezionare nel 2009 sono fissate a 311. Nella
medesima delibera viene anche indicato il numero di cantieri
(134) e di aziende agricole (21) da ispezionare.
Nel 2009 le aziende visitate, ai fini di valutare il loro stato
di adeguatezza in merito all’igiene e sicurezza del lavoro,
al rispetto delle norme specifiche, alla presenza di sistemi
di gestione di processi importanti, quali gli infortuni, la
manutenzione, la formazione, le misure di protezione
individuale e collettiva, la sorveglianza sanitaria, sono state
356. I sopralluoghi sono stati complessivamente 476.
I settori di attività oggetto di maggiore approfondimento sono
stati: le costruzioni, l’agricoltura e i supermercati.
In sintonia con quanto previsto dalla programmazione
regionale, 12 interventi in altrettante unità locali sono stati
effettuati congiuntamente con la Direzione Provinciale del
Lavoro e/o con i carabinieri.
Ai fini di migliorare la qualità degli interventi, assicurando
maggior trasparenza nei confronti degli utenti, tutti gli accessi
in azienda, per qualsiasi motivo, hanno comportato il rilascio
alla stessa di un verbale che descrive l’intervento anche
quando lo stesso è risultato positivo e, quindi, senza riscontro
di irregolarità. I verbali totali sono stati 455.
300
400
500
2008
600
Interventi di prevenzione
700
800
Aziende di tutti i comparti oggetto di intervento (comprese aziende dell’edilizia)
900
2009
282
356
10
21
-
26
- di cui aziende comparto edilizia
117
173
- di cui aziende altri comparti
155
136
Sopralluoghi effettuati
487
476
- di cui aziende comparto agricoltura
2009
Tab.30 – Attività di vigilanza: malattie professionali
2007
2008
726
- di cui comparto supermercati
Malattie professionali
72 Progetti
innovativi
Tab.31 – Attività di vigilanza: interventi di prevenzione
81
Ipoacusie
0
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
L’attività di vigilanza nelle aziende
Gli obiettivi di attività degli SPISAL per l’anno 2009 sono stati
definiti con DGR n. 114/CR del 28.07.2009. Tali obiettivi sono
stati individuati in coerenza con quelli del Patto per la Tutela
e la Salute nei Luoghi di Lavoro di cui al DPCM 17.12.2007,
del Piano Nazionale Edilizia approvato dalla Commissione
Salute delle Regioni e Province Autonome il 14.06.2007 e del
Piano Nazionale Agricoltura approvato dal Comitato Tecnico
Interregionale di Prevenzione Igiene e Sicurezza nel Luoghi di
128
Patologieapparato
muscolo-scheletrico
60 Il mondo animale
Nel 2009 le segnalazioni di malattie professionali arrivate e
valutate sono state 76 e le inchieste di malattia professionale
sono state 66. I casi di mesoteliomi che arrivano alla nostra
attenzione sono per la maggior parte relativi a lavoratori che
sono residenti nella nostra ULSS ma che hanno lavorato in
aziende non ubicate nel nostro territorio (tab.30)
Fig.27 – Malattie professionali denunciate agli Spisal del Veneto, anni 2006, 2007 e 2008
Altrepatologie
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
2008
2009
Segnalazioni pervenute
72
49
76
- Ipoacusie
39
19
15
- Dermatiti
1
1
0
Verbali
- Patologie dell’apparato respiratorio
1
2
0
- a imprese (datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori)
23
22
50
- Tumori
0
3
0
- Mesoteliomi
7
2
10
- Altre patologie
1
0
1
N. verbali di prescrizione
169
84
66
66
N. verbali di disposizione
108
- Patologie dell’apparato muscolo-scheletrico
Inchieste di malattie professionale concluse
56
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Tab.32 – Verbali di prescrizione e disposizione
2009
164
- a lavoratori autonomi
3
- a committenti e/o responsabili dei lavori
6
- a coordinatori per la sicurezza
19
Relazione Attività 2009
57
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Il comparto delle costruzioni (edilizia)
Gli infortuni in edilizia sono ancora un fenomeno preoccupante
sia per la frequenza (indice di incidenza) sia, soprattutto,
per la gravità (indice di gravità). Il Piano Nazionale Edilizia
e il relativo Piano Regionale hanno l’obiettivo prioritario di
contrastare questo fenomeno attraverso una accentuazione,
diffusa sul territorio, degli interventi ispettivi (50.000 cantieri
da ispezionare ogni anno in Italia; 4699 nel Veneto) rivolti, in
particolare, ad evidenziare profili sostanziali di sicurezza e di
salute e di regolarità del lavoro.
Circa la metà di tutti gli interventi di prevenzione è stato
effettuato nel comparto dell’edilizia (tab.33). Nel 2009
sono pervenute 1084 notifiche e sono stati controllati 146
cantieri per un totale di 173 unità locali (imprese e lavoratori
autonomi), in linea con gli obiettivi di attività di cui sopra.
Le attività di bonifica amianto
Un particolare settore di attività, che confluisce in parte
nell’ampio capitolo dell’edilizia, è quello relativo alle bonifiche
di strutture/siti che presentano materiali contenenti amianto.
L’attività di rimozione, se non condotta nel rispetto delle
normative specifiche, può comportare un rischio di
esposizione ad amianto per i lavoratori che effettuano gli
interventi e un danno anche ambientale.
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Inoltre, tale attività determina la produzione di rifiuti tossico/
nocivi che devono essere correttamente smaltiti in discariche
autorizzate.
Prima di procedere alla rimozione, le ditte (specializzate e
autorizzate) devono presentare allo SPISAL il piano di lavoro
dove vengono indicate le modalità di intervento e le misure
da adottare per la salvaguardia della salute e sicurezza degli
operatori e per la tutela dell’ambiente.
Attività autorizzativa
Il Servizio, in qualità di organo di vigilanza, è destinatario di
numerose segnalazioni, notifiche, richieste di autorizzazioni e
pareri previsti dalle diverse normative.
I più conosciuti sono i pareri tecnici richiesti dall’Autorità
Sanitaria Locale (Sindaco) per la verifica degli aspetti igienicosanitari delle pratiche edilizie degli insediamenti produttivi.
Altre riguardano le comunicazioni all’organo di vigilanza
da parte dell’imprenditore: per tutte queste comunicazioni
è necessario prendere in visione la pratica, valutare la
completezza e la correttezza della documentazione e stabilire
se archiviare la pratica o richiedere integrazioni; in alcuni casi,
inoltre, il Servizio deve anche formulare un parere scritto, entro
un determinato periodo di tempo.
Notifiche art. 99 D.Lgs. 81/08
2008
2009
1153
1084
86
146
Unità locali controllate (imprese e lavoratori autonomi)
117
173
Sopralluoghi complessivamente effettuati
167
256
Verbali con prescrizioni con o senza disposizioni
94
119
Verbali con sole disposizioni
35
46
134
198
Cantieri controllati
Verbali totali
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
L’attività sanitaria
In merito alla sorveglianza sanitaria – quale importante misura
di tutela ai fini di monitorare nel tempo lo stato di salute dei
lavoratori rispetto ai rischi presenti nell’attività lavorativa
– il Servizio esegue visite per l’idoneità al lavoro e visite
specialistiche su richiesta o, direttamente, nei casi di malattia
professionale o in particolari contesti aziendali.
Per la tutela delle lavoratrici in gravidanza e delle lavoratrici
madri viene effettuata l’istruttoria finalizzata all’interdizione dal
lavoro o al cambio di mansione.
Viene, inoltre, eseguita la valutazione dei protocolli di
sorveglianza sanitaria e degli accertamenti effettuati dai medici
competenti nelle aziende.
I medici competenti che operano nel territorio dell’AULSS 17
sono circa 60.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Nell’anno le visite specialistiche, corredate, se necessario, da
esami strumentali (audiometria, spirometria) sono state 215;
le istruttorie per le lavoratrici in gravidanza e per le lavoratrici
madri sono state 187; le aziende nelle quali sono stati valutati i
protocolli e gli accertamenti sanitari sono state 173.
È stata, inoltre, attivata la sorveglianza sanitaria agli ex
esposti ad amianto (9 casi).Il Servizio partecipa, con il Servizio
Integrazione Lavorativa (SIL), al Sottocomitato Tecnico Bassa
Padovana per l’inserimento dei disabili al lavoro.
Nel corso del 2009 il Sottocomitato si è riunito 8 volte,
valutando 51 casi di disabili in possesso della certificazione
emessa dalla Commissione prevista dalla Legge n. 68 del
1999. Le ditte individuate per l’inserimento mirato sono state 58.
Tab.36 - Attività sanitaria
Attività sanitaria
N. visite effettuate dallo SPISAL per apprendisti e minori
2009
43
N. visite effettuate dallo SPISAL su propria iniziativa o su richiesta
172
N. aziende in cui è stato controllato il protocollo di sorveglianza sanitaria e/o le cartelle sanitarie
173
N. ricorsi avverso il giudizio del Medico Competente (art. 41 c. 9 D.Lgs. 81/08)
Tab.33 – Interventi ispettivi nel comparto delle costruzioni
Interventi in edilizia
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
4
Sorveglianza sanitaria per ex esposti amianto
9
N. pareri sanitari espressi per lavoratrici madri
187
N. pareri sull’inserimento di lavorativo disabili (L. 68/99)
51
Tab.34 – Controlli su attività bonifica amianto
Bonifica amianto
Totale piani di lavoro art. 256 D.Lgs. 81/08
2008
2009
188
163
- di cui per amianto friabile
2
4
Piani bonifica amianto controllati con sopralluogo
7
31
Certificati di restituibilità rilasciati
2
9
155
180
Schede anagrafiche di comunicazione di microraccolta analizzate
Tab.35 - Attività autorizzativa
Attività autorizzativa
Pareri per nuovi insediamenti produttivi
499
Notifiche art. 67 D.Lgs. 81/08
3
Notifiche cantieri art. 99 D.Lgs. 81/08
1084
Piani di lavoro art. 256 D.Lgs. 81/08
163
Notifiche relazione annuale imprese amianto art. 9 L. 257/92
Comunicazioni inizio lavori (L. 449/97)
30
56
Vidimazioni registro infortuni
58
2009
629
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
59
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
VIGILANZA ED ISPEZIONE
Tab.38
Altre attività
n. interventi
Istruttoria per impianti x riconoscimento CE
Istruttoria x impianti regolam. legge 283/62
Certificazioni sanitarie per scambi
Assegnazione prodotti x distruzione
Indagini epidemiologiche a seguito segnalazione
Provvedimenti amministrativi o sanzionatori
Provvedimenti di Polizia Giudiziaria
Fatturazione
Gestione emergenze
TOTALE
Profilassi
Particolare attenzione è stata rivolta alle malattie
emergenti quali TSE, Influenza aviaria, Blue Tongue, IBR,
Paratubercolosi, alcune di queste con risvolti zoonosici,
mentre si sono mantenuti costanti i controlli previsti per le
malattie sottoposte a profilassi di stato senza nessun reperto
di positività. L’intero patrimonio bovino è risultato ufficialmente
indenne da Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi Bovina ed è stata
data attuazione al piano regionale di controllo per l’IBR.
CAPITOLO 8
Il mondo animale
AREA A: IL CAMPO D’INTERVENTO
Dall’anagrafe informatizzata del Servizio Veterinario,
nel territorio dell’ULSS n. 17 risultano esistere n. 2565
allevamenti di animali di tutte le specie da produzione con una
popolazione animale così ripartita:
Tab.37 – Popolazione animale
Specie animale
Bovini da riproduzione
Bovini da carne
Ovi-caprini
Equini
Suini
Polli (*) da carne
Polli (*) riproduttori
Galline ovaiole (*)
Pollastre (*)
Tacchini (*)
Altre specie avicole
Conigli
Apiari
Ittiocolture
(*) Numero animali presenti per ciclo di allevamento.
60
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Numero capi
2.874
37.482
8.520
2.500
24.020
2.923
123.300
866.316
124.800
721.121
524.580
180.000
168
5
ANAGRAFE BOVINA
Le irregolarità riscontrate nella Banca Dati hanno portato a
controlli in allevamento seguendo precisi protocolli operativi
finalizzati alla corrispondenza dei dati e rintracciabilità
degli animali fino al macello con meccanismo di feed back
interfacciando i dati dello stabilimento con quelli centralizzati.
È proseguito comunque l’allineamento dei dati con l’anagrafe
regionale e l’intero patrimonio zootecnico è risultato inserito in
anagrafe (circa 140.000 movimentazioni annue).
ANAGRAFE CANINA
Nel corso del 2009 sono stati registrati n. 12.249
movimentazioni in BAC.
Canile sanitario e colonie feline (Randagismo canino)
Nel corso del 2009, la prevenzione ed il controllo del
randagismo canino hanno costituito la principale attività del
canile sanitario. A fronte di circa 730 cani ricoverati a seguito
di cattura, si è verificata una riduzione della permanenza
di un numero crescente di animali nelle strutture in quanto
una volta identificati, perché in possesso di microchip, sono
stati restituiti ai proprietari. D’altra parte, il costante aumento
delle presenze dei cani nel canile e le richieste di intervento
sui gatti che vivono in stato di libertà hanno impegnato il
Servizio nell’espletamento degli interventi di sterilizzazione che
nell’anno 2009 hanno interessato n. 187 cani e 372 gatti.
Lo svolgimento di questa attività chirurgica, che è soggetta
a finanziamento regionale sulla base dell’attività svolta, crea
però delle criticità cui bisognerà porre quanto prima rimedio,
soprattutto per l’inadeguata ricettività delle strutture del canile
e ambulatoriali.
SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA
Nel corso dell’anno, considerato il rischio di introduzione
e diffusione dei virus influenzali, sono stati attuati controlli
sierologici e virologici in tutti gli allevamenti di tacchini da
carne nei 7 giorni precedenti il primo carico verso il macello e
verifiche sulla sussistenza dei requisiti minimi di biosicurezza in
tutti gli allevamenti avicoli.
È stato dato attuazione al Piano di sorveglianza nei confronti
del virus West Nile nella parte di territorio definita quale area
di circolazione virale e al Piano di monitoraggio della Malattia
vescicolare dei suino negli allevamenti da riproduzione ed
ingrasso e nelle stalle di sosta.
In applicazione alle disposizioni relative al sistema nazionale di
sorveglianza epidemiologica della Encefalopatie Spongiformi
Trasmissibile (TSE) sono stati effettuati prelievi di campioni
su tutti gli animali della specie bovina e ovina morti negli
allevamenti.
Nel corso dell’anno i dati di positività per idatidosi su una
bovina proveniente dalla nostra ULSS segnalati da un
macello della provincia di Rovigo hanno costituito il punto di
partenza di un’indagine retrospettiva nella quale tutti i cani
dell’allevamento sono risultati poliparassitati, con presenza
di parassiti che testimoniano l’abitudine al consumo di
carni crude (Sarcocystis spp. e cestodi). I campioni positivi
per cestodi, analizzati mediante PCR presso il Centro di
Referenza per l’echinoccoccosi dell’IZS di Sassari, hanno dato
esito positivo per Echinococcus granulosus. La prevalenza
riscontrata nei bovini ha confermato la circolazione del
parassita nell’allevamento, anche se a bassi livelli, e il riscontro
di cani positivi per E. granulosus ha dimostrato la possibilità
che il ciclo del parassita si completi a livello locale.
L’attività di controllo degli apiari ha confermato la radicata
e diffusa presenza di infestazione da Varroa Jacobsoni per
la quale continuano i piani di lotta previsti dalla Regione
Veneto. La vigilanza ha, inoltre, permesso di evidenziare
una rilevante moria di famiglie di api a partire dal mese di
Marzo fino ad Agosto dovuta ai trattamenti fitosanitari nelle
colture di mais, nei frutteti e nei vigneti. Per evidenziare
questo problema si provveduto ad attivare organi istituzionali
(Assessorato Provinciale all’Agricoltura, Ispettorato Regionale
Relazione Attività 2009
61
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
dell’Agricoltura) per una corretta e precisa campagna
informativa sull’ utilizzo dei presidi sanitari in agricoltura.
CONTROLLI
Nel 2009 l’attuazione dei Piani nazionali di controllo delle
Salmonellosi ha permesso di confermare la presenza in due
allevamenti avicoli di sierotipi di Salmonella considerati rilevanti
per la salute pubblica in quanto ascritti fra le cause di infezione
a trasmissione alimentare nell’uomo.
AREA B: IL CAMPO DI INTERVENTO
Servizio d’igiene alimenti di origine animale e la
percezione del rischio
Nell’attuale organizzazione i Servizi Veterinari svolgono un
ruolo essenziale nell’ambito sia dell’ eradicazione delle malattie
infettive (incluse le zoonosi), sia nell’ambito della sicurezza
alimentare, i veterinari sono quindi i veri garanti del sistema.
Tutelano sia le popolazioni animali che l’uomo che con esse
interagisce.
L’attività veterinaria pubblica riveste un ruolo chiave a cavallo
di interessi economici e sanitari, ruolo che impone
preparazione professionale, celerità, e efficacia e flessibilità di
intervento,
L’evoluzione della normativa comunitaria, con l’applicazione
delle nuove normative denominate “pacchetto igiene”Reg CE
852-853-854-882/2004”, ha imposto la sostituzione del
vecchio modello di controllo capillare con il controllo mirato,
con l’obbiettivo di incidere sulle aree di maggior rischio
sanitario.
Questa attività mirata, basata sull’analisi del rischio (RISK
ANALISIS), che si fonda essenzialmente su riscontri
epidemiologici, ha lo scopo di massimizzare l’efficacia degli
interventi riducendo i costi di medio e lungo periodo,
consentendo al consumatore di valutare l’effettiva efficacia
delle prestazioni rese.
Il presupposto di questa nuova normativa è quello di garantire
la libera circolazione di alimenti sicuri e sani, questo
contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere
dei cittadini, nonchè ai loro interessi sociali ed economici.
Basilare quindi è divenuto il concetto di analisi del rischio,
valutazione che deve essere effettuata prima di adottare
misure restrittive, in modo da prevenire ostacoli ingiustificati
alla libera circolazione e per evitare l’immissione sul mercato di
alimenti pericolosi.
Grande importanza riveste il controllo degli alimenti a tutela
degli interessi dei consumatori, controlli che sono effettuati
lungo la filiera alimentare, dalle attività di produzione,
trasformazione, commercializzazione, conservazione,
somministrazione, trasporto alimenti di origine animale e loro
derivati.
In collaborazione dell’ufficio di confine regionale (UVAC) è
controllata la movimentazione ed eseguita l’ispezione delle
carni e degli altri prodotti di origine animale tra i Paesi della
Comunità Europea.
Per quanto riguarda la produzione delle carni abbiamo che i
controlli sono effettuati prima negli allevamenti, dai colleghi dei
Sanità Animale e di Igiene degli allevamenti e delle produzioni
62
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
zootecniche, poi dalla macellazione alla trasformazione
trasporto e fino alla vendita al consumatore dai veterinari
dell’area di Igiene degli alimenti di origine animale.
Il territorio in cui insiste la nostra Azienda ULSS è
particolarmente ricco di stabilimenti di produzione, ben sette
sono quelli di macellazione, stabilimenti in cui la presenza
veterinaria è garantita in ogni fase della macellazione, nel solo
settore della produzione delle carni rosse ai quattro macelli
industriali, se ne aggiungono due di piccole dimensioni. In tali
stabilimenti annualmente si macella un quantitativo totale di
45.988 bovini adulti, 6.064 bovini giovani, 4266 Equini,
1745 ovicaprini, 1842 suini e 599 cinghiali.
Esiste inoltre un grosso macello avicolo in cui producono
17.181.449 polli all’anno a cui si affianca la produzione di
carni fresche di pollame e di prodotti lavorati precotti e cotti.
Consistente è anche il numero di salumifici, ben n 22 dislocati
nell’intero territorio ULSS, nel comprensorio di Montagnana
sono concentrati la maggior parte degli stabilimenti di
produzione del Prosciutto Veneto, o Berico Euganeo,
prodotto DOP, fiore all’occhiello dell’industria salumiera
regionale.
Importante è anche la presenza di caseifici ben quattro sono
gli stabilimenti industriali e artigianali stabilimenti anch’essi
dotati come i macelli i sezionamenti ed i salumifici di
riconoscimento comunitario e quindi sottoposti a ispezione e
vigilanza veterinaria.
Ad eccezione degli stabilimenti di macellazione in cui la
presenza dei Medici Veterinari deve essere garantita durante
tutte le fasi della macellazione, negli latri stabilimenti di
produzione, siano sezionamenti, salumifici, caseifici, o di altre
attività produttive, la frequenza dei controlli veterinari viene
stabilita in base a precise valutazioni dell’attività secondo i
concetti della categorizzazione del rischio, in base a parametri
quali il numero degli addetti, alla vetustà degli impianti
produttivi, alla tipologia degli alimenti, alla loro pericolosità/
innocuità, all’ambito della commercializzazione (locale,
nazionale o comunitaria), all’implementazione di un valido ed
efficace sistema di autocontrollo basato sulle metodiche del
HACCP (Hazard Analisys, critical Control Point) e altri
parametri in modo da rendere i controlli con frequenze
uniformi a livello regionale e comunitario.
I controlli veterinari vengono effettuati lungo la filiera produttiva
dalla produzione, trasformazione, commercializzazione,
conservazione, somministrazione, trasporto e vendita degli
alimenti di origine animale.
Secondo la normativa comunitaria gli stabilimenti di
produzione vengono suddivisi in: a. stabilimenti riconosciuti
vale a dire quegli stabilimenti che soddisfano i pertinenti
requisiti del Reg 853/2004/CE, in cui è stato nominato un
Veterinario Ufficiale; b. stabilimenti registrati, cioè inseriti in un
elenco regionale. nel corso del 2009 il servizio veterinario di
igiene degli alimenti di origine animale è stato impegnato nella
registrazione delle aziende che in qualche maniera producono,
commercializzano, trasportano gli alimenti., andando a
sostituire quella che prima veniva definita come autorizzazione
sanitaria rilasciata ai sensi della legge 283762 e suo
regolamento di attuazione.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Nel corso dell’anno sono state sottoposte a registrazione n.
attività
l’attività prevalente del servizio veterinario si svolge attraverso
controlli ufficiali effettuati ai sensi del Reg. 882/2007CE; sono
effettuati per verificare il rispetto delle disposizioni dei
regolamenti sul Pacchetto igiene in modo da garantire che gli
alimenti siano sani e sicuri. La normativa più specifica riguarda
l’igiene degli alimenti, , il controllo e l’eradicazione delle
malattie
degli animali aventi impatto sulla salute pubblica.
Il controllo dell’etichettatura degli alimenti dei mangimi, degli
additivi, le vitamine io Sali minerali , i materiali che sono a
contatto con gli alimenti ,l’acqua potabile, , gli organismi
OGM.
La salute ed il benessere degli animali sono più fattori
importanti che contribuiscono alla qualità e alla sicurezza degli
alimenti, alla prevenzione della diffusione delle malattie e al
trattamento più umano degli animali
Sono stati eseguiti sugli alimenti in fase di produzione e
vendita il PRIC, cioè il Piano Regionale Integrato dei Controlli
predisposto dalla Regione tale piano descrive le attività dei
controlli ufficiali in ambito di sicurezza alimentare, benessere
animale.
I controlli veterinari si svolgono attraverso varie metodologie
come le verifiche , le ispezioni, i campionamenti e gli Audit.
Questi ultimi rappresentano lo strumento nuovo in mano ai
servizi per effettuare esami secondo metodologie mutuate dai
sistemi della qualità per accertare attraverso un processo
sistematico ed indipendente se determinate attività e i risultati
correlati siano conformi alle disposizioni previste.
Sono stati effettuati n 6 Audit secondo un programma
annuale negli stabilimenti di produzione. Sono state rilevate
“non conformità” e le “azioni correttive” eseguite hanno
determinato un miglioramento delle condizioni igieniche e
produttive degli stabilimenti “Auditati”.
e nella fase di macellazione il PNR o Piano Nazionale Residui,
in cui sono stati effettuati campionamenti per la ricerca di
sostanze ormonali proibite, campionamenti per verificare
l’eventuale presenza di residui di farmaci e residui di
contaminanti ambientali nelle carni.
Nel corso dell’anno 2009 sono stati effettuati 470
campionamenti . 25 campioni sono risultati non conformi
Sono stati eseguiti più di 7000 campionamenti per la ricerca
della trichinella nelle carni suine, equine ,cinghiali.
sono stati eseguiti 252 campionamenti su tronco encefalico di
bovino su bovini per la ricerca della BSE
Sono stati adottati i provvedimenti del caso…
Attività dei servizi veterinari
- igiene, produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione, somministrazione, trasporto alimenti di origine animale e loro derivati
- ispezione degli impianti di macellazione;
- vigilanza ed ispezione nelle strutture in cui la normativa vigente prevede il veterinario ufficiale;
- disposizioni di indagini microbiologiche in tutte le fasi della produzione e sui prodotti;
- valutazione degli esiti analitici e informazione dei conduttori 72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
degli stabilimenti, dei risultati, degli esami e degli eventuali accorgimenti da adottare;
- certificazione sanitarie sui prodotti destinati all’esportazione o a usi particolari;
- monitoraggio della presenza di residui di farmaci e contaminanti ambientali degli alimenti di origine animale
AREA C: IL CAMPO DI INTERVENTO
Il Servizio di area C nel corso dell’anno 2009 ha visto il
congedo per quiescenza, del Direttore di Servizio dott. Pietro
Sguotti e la sostituzione con il dott. Nicola De Paoli.
Sono continuate le attività classica istituzionali di controllo e
monitoraggio del territorio e sono state intrapresi progetti
nuovi ed innovativi.
Controllo e vigilanza della produzione, distribuzione
e impegno del farmaco veterinario
Il controllo del farmaco, insieme al controllo del benessere
animale, è tra le attività principali dell’ area C, ultima area
funzionale venuta a far parte del Servizio di Sanità Pubblica
Veterinaria.
Il D.L.vo 6 aprile 2006 n. 193 “attuazione della direttiva
2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali
veterinari” che abroga il D.l.vo 119/92, modificato dal D.L.vo
47/1997, e il DMS 306/2001. (art. 120), che, da un’attenta
lettura alla fine ha inglobato i due diversi provvedimenti
ampliandoli in quelli che devono essere sembrati punti deboli,
individua scadenze precise per la vigilanza nelle diverse
strutture citate. Ispezioni che l’USL deve eseguire di norma
una volta l’anno negli allevamenti, nei depositi all’ingrosso,
nelle rivendite, nelle strutture di ricovero e cura.
I depositi all’ingrosso dei farmaci veterinari, in particolare
quelli autorizzati alla vendita diretta, rappresentano un
punto sensibile nelle operazioni di Farmacosorveglianza.
Queste strutture sono il primo anello nella catena di
commercializzazione e circolazione del farmaco e quelle più
soggette a pressioni per la movimentazione di farmaco in nero
o privi di ricettazione.
Le operazioni di verifica si focalizzano principalmente nella
verifica della corretta tenuta dei farmaci, nelle registrazioni
del carico e scarico, nella congruità tra ricette e dispensa
dei farmaci, nella detenzione di almeno il 70% dei medicinali
veterinari in commercio in relazione alla realtà zootecnica
specifica locale.
Altro aspetto importante risulta il controllo presso le farmacie,
ovvero presso la distribuzione al minuto di farmaci attraverso
la ricettazione medico veterinaria. La corretta prescrizione
del farmaco è alla base di un controllo su tutti gli animali,
indipendentemente se destinati ad uso alimentare.
In ultimo, poiché dal punto di vista dell’impatto sulla salute
pubblica assume un’importanza relativa, ci sono le strutture
di cura e ricovero d’animali. In queste strutture che sono
deputate prioritariamente alla cura d’animali da compagnia,
la Farmacosorveglianza ha la funzione di verificare il corretto
uso dei farmaci, accertare l’uso di sostanze vietate e l’uso in
deroga dei farmaci utilizzati.
Relazione Attività 2009
63
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.39
Dove
N° ispezioni
% sulla totalità
Ambulatori veterinari
18
64%
1
100%
Allev. Bovini
483
59%
Allev. Suini
432
49%
Allev. Equini
14
88%
Allev. Avicoli
205
93%
Allev Cuniculi
30
100%
Allev Ovi-caprini
32
37%
Maneggi, scuderie
13
52%
Canili
2
100%
Apiari
5
2%
12
21%
1
100%
Med. Veterinari con scorta
Farmacie
Altre specie animali
Attività di ricerca della presenza di residui con
consentiti nelle carni e negli animali in allevamento
La cura delle malattie degli animali riconosce nell’utilizzo
del farmaco veterinario uno strumento indispensabile per il
ripristino delle condizioni fisiologiche e per il benessere degli
animali.
Questo ha determinato negli anni un aumento dell’ utilizzo di
farmaci veterinari negli allevamenti da reddito, in particolare in
quelli intensivi, a scopo oltre che profilattico e/o terapeutico
anche come promotore di crescita.
Il fatto che i soggetti destinatari possano diventare alimenti
per l’uomo, determina un attento controllo sulla tipologia delle
molecole impiegate e sul rispetto dei periodi di sospensione
per i farmaci registrati.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
Tab.40
Dove
N°
Allevamento
24
Macellaio
143
Specie controllate
N°
Conigli
11
Equini
3
Polli
48
Uova
6
Bovini
97
Altri animali
2
Attività di ricerca della presenza di sostanze
ad azione ormonale nelle carni e negli animali in
allevamento
L’utilizzo di fattori di crescita per l’incremento del peso
degli animali si è dimostrato nocivo per la salute umana. La
64
constatazione dei rischi correlati all’uso di talune sostanze ha
portato l’Unione ad adottare da alcuni anni alcune direttive
per regolamentare in modo uniforme la materia. Recente è al
riguardo l’attuazione anche in Italia delle direttive n. 2003/74/
CE e 2008/97/CE che hanno portato all’ emanazione del
D.L.vo. n. 158/06 , modificato dal D.L.vo n.232/06 e il
successivo D.vo 148/09.
La normativa prevede per i Servizi Veterinari un sistema di
controlli ufficiali che sono eseguiti senza preavviso, nei macelli
e negli allevamenti.
Nel caso si accertino trattamenti illeciti la normativa
prevede come prime misure il sequestro e successivamente
l’abbattimento in loco ovvero nello stabilimento di
macellazione, degli animali riconosciuti positivi con un
articolato sistema sanzionatorio che può arrivare all’arresto da
tre mesi a tre anni o con l’ammenda da Euro 10.329 a 61.974.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009.
Tab.41
Dove
N°
Allevamento
Macellaio
41
68
Specie controllate
Conigli
Equini
Polli
Uova
Bovini
Altri animali
N°
2
1
18
1
85
1
Attività di ricerca della presenza di residui nelle carni
e negli animali in allevamento
Negli alimenti si possono depositare sostanze estranee per
motivi di inquinamento ambientale o per le molteplici attività
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
dell’uomo che si avvale di sostanze chimiche più disparate. Il
crescente uso di pesticidi, insetticidi, fungicidi, oltre a topicidi
ed altri, può portare ad un accumulo nella catena alimentare
tale da rappresentare un rischio per la salute umana.
Monitorare la presenza per prevenire danni a breve ma in
particolare a lungo termine rappresenta un impegno costante.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009.
Tab.42
Dove
N°
Allevamento
13
Macellaio
33
Specie controllate
N°
Conigli
3
Equini
12
Polli
7
Uova
6
Bovini
18
Controlli sul latte destinato alla alimentazione
umana o alla caseificazione e sulle produzioni
lattiero-casearie
La vendita diretta di latte crudo presso i distributori automatici
di latte deve garantire criteri di qualità e di sicurezza al
consumatore, anche se il prodotto non ha avuto alcun
processo di trasformazione o di stabilizzazione. Nei 6
distributori presenti sul territorio, sono stati eseguiti 67 prelievi
di conformità e di sicurezza, non rilevando alcun problema
significativo.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.43
Latte alimentare
N°
Distributori
Prelievi di conformità
6
67
È stato oggetto di controllo anche il latte che i 39 produttori
conferiscono ai caseifici, al fine di indirizzare le produzioni
in base alle caratteristiche igienico sanitarie. In particolare,
sono stati esaminati gli esiti degli autocontrollo dei produttori
rilasciati dall’ Istituto Zooprofilattico.
In caso di situazioni problematiche è stata notificata la non
conformità al produttore di latte e al caseificio di conferimento,
affinché il rischio sanitario possa essere annullato. Sono state
notificate 37 non conformità agli allevatori per la immediata
soluzione del problema e 97 non conformità ai caseifici per
indirizzare la produzione verso formaggi a lunga stagionatura.
Tab.44
Latte destinato a caseificio
N°
Produttori di latte
39
Notifiche di non conformità ai produttori
37
Notifiche di non conformità ai caseifici
97
Controllo sulla produzione di mangimi di origine animale
Il Servizio opera nel comparto “alimenti zootecnici” con
l’obiettivo di verificare la corretta applicazione delle norme di
settore attraverso le quali si perseguono la tutela della sanità e
del benessere degli animali e, conseguentemente, della qualità
delle produzioni da questi derivate.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
Tab.45
Dove
Allevamento
Mangimifici
Avi-cuniculi
Bovini
Animali da compagnia
Altri
Suini
N°
37
37
55
7
3
37
6
Controllo sulla alimentazione animale
Il nostro Servizio si è adoperato nell’arco di tutto l’anno, per
assicurare, in accordo a quanto già stabilito dal Regolamento
(CE) n. 178/2002 e dal Regolamento (CE) n. 882/2004, un
sistema ufficiale di controllo dei mangimi lungo l’intera filiera
alimentare.
La Regione Veneto ha pianificato un piano di Alimentazione
Animale, di derivazione ministeriale che anche per quest’anno
ha previsto un numero di controlli e campionamenti da
effettuare in aziende ed impianti di produzione , stoccaggio,
lavorazione, deposito e trasformazione di alimenti zootecnici,
Relazione Attività 2009
65
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
al fine di verificare la rispondenza ai requisiti igienico-sanitari e
la ricerca di sostanze vietate e/o nocive
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
Tab.46
Dove
N°
Allevamento
37
Macellaio
37
Specie interessate
N°
Avi-cuniculi
55
Bovini
7
Animali da compagnia
3
Altri
37
Suini
6
Ricerca
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.47
Analisi eseguite
Arterite virale equina
Anemia infettiva equina
36
Virus batteri
21
Contaminanti chimici-fisici
15
Controllo e vigilanza sulla riproduzione animale
Al fine di favorire l’incremento e il miglioramento del patrimonio
zootecnico, il Servizio veterinario svolge una azione di controllo
sia sugli animali destinati alla produzione di seme, sia sugli
operatori abilitati all’inseminazione artificiale.
Anche quest’anno è stato tenuto aggiornato il registro dei
“fecondatori” abilitati alla fecondazione artificiale, verificando
le domande e il possesso dell’idoneità al fine di ottenere l’
autorizzazione dalla Commissione regionale
Sugli stalloni equini, sono state eseguiti i prelievi e gli esami
di laboratorio per validarne l’idoneità igienico sanitaria degli
stessi.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.49
N.
4
4
Morbo coitale maligno
4
Morva
4
Taylorella equigenitalis
4
Vigilanza sul benessere animale e sulle tecnologie
di allevamento
Da parte dei consumatori si avverte sempre più la pressante
richiesta che gli animali indipendentemente dal fatto che essi
siano da affezione o destinati al consumo alimentare vengano
trattati bene. In particolare da parte dei servizi Veterinari la
presenza degli animali negli allevamenti deve essere valutata
tenuto conto della specie, del grado di sviluppo, adattamento
e addomesticamento, nonché delle loro esigenze fisiologiche
ed etologiche secondo l’esperienza acquisita e le conoscenze
scientifiche.
N°
Sostanze farmacologiche
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
Categoria
N° accessi stabilimenti
N° ispezioni
1 Tecnico (diversi)
1
1
1 Compostaggio/biogas
3
3
2 Compostaggio/biogas
3
3
2
2
1-2-3 Utilizzatori per l’alimentazione di animali particolari (art. 23)
Tab.50
Specie controllate durante il trasporto
N° animali
Bovini
515
Suini
599
Ovini
207
Equini
162
Avicunicoli
Animali da compagnia
Ci si rende conto altresì che una buona protezione del
benessere degli animali contribuisce, direttamente e
indirettamente, alla salubrità e qualità dei prodotti alimentari
e che l’apparato normativo e il sistema di sostegno in
agricoltura devono adeguarsi di conseguenza. In risposta a
quest’esigenza, la normativa UE sul benessere degli animali si
è costantemente ampliata negli ultimi anni.
Sono state applicate le check list regionali, specifiche per
ogni singola specie in allevamento. Questo ha permesso
di uniformare il servizio e avere parametri di valutazione
appropriati.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
Tipologia impianto 1774
5.552
176
Sottoprodotti di origine animale
I sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo
umano costituiscono una potenziale fonte di rischi per la
salute pubblica e degli animali. In passato, le crisi connesse
all’insorgenza dell’afta epizootica, alla diffusione delle
encefalopatie spongiformi trasmissibili quali l’encefalopatia
spongiforme bovina (BSE) e alla presenza di diossina nei
mangimi hanno messo in evidenza le conseguenze dell’uso
improprio di determinati sottoprodotti di origine animale sulla
salute pubblica e degli animali, sulla sicurezza della catena
alimentare e dei mangimi nonché sulla fiducia dei consumatori.
In relazione a quanto previsto dal eg (CE) 1774/02, sono
proseguite le attività di verifica e di controllo negli stabilimenti
presenti nel nostro territorio che utilizzano tali sottoprodotti.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati negli
stabilimenti , divisi per categoria di rischio, effettuati nel corso
dell’anno 2009
Condizionalità
Dal 1/1/2007 l’accesso ai regimi di sostegno diretto ai redditi
degli agricoltori (allevatori) è subordinato al rispetto anche
della normativa vigente in materia di benessere degli animali
allevati (condizionalità). Gli enti regionali pagatori si avvalgono
della professionalità degli Enti periferici per indirizzare controlli
mirati, prima di disporre dei finanziamenti Comunitari.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
Tab.51
Specie controllate in allevamento
Bovini
N° animali
2
Tab.48
Specie controllate in allevamento
Avicuniculi
Suini
Ovibovini
N° controlli
30
6
30
Anche nei trasporti sono stati effettuati periodici controlli,
in particolare sugli animali oggetto di scambio comunitario,
ovvero soggetti a spostamenti più lunghi e conseguentemente
più problematici.
In breve vengono sintetizzati i controlli effettuati nel corso
dell’anno 2009
66
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Relazione Attività 2009
67
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
una serie di progetti nell’anno scolastico 2008/2009 con
i seguenti temi: la relazione educativa per la promozione
della salute, la promozione dell’attività fisica e la corretta
alimentazione, l’educazione alla sessualità e prevenzione delle
MST, la prevenzione del tabagismo. I programmi coordinati
dal SEPS sono stati progettati e realizzati dai Gruppi di Lavoro
Operativi (GLO) di cui fanno parte, oltre al personale SEPS,
operatori dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione (SISP,
SIAN) del Distretto (Ser.D, MIEEF) del Servizio Infermieristico,
del Dipartimento Tecnico Amministrativo.
L’adesione ai progetti di educazione alla salute proposti alla
scuola è stata notevole:
hanno aderito ai progetti presentati unitariamente dall’Azienda
85 scuole pari al 38% di quelle presenti nel territorio, di cui 55
scuole hanno aderito ai progetti realizzati dai GLO, coordinati
dal SEPS, pari al 25% delle scuole del territorio.
L’adesione ai progetti rispetto alle tipologie di scuole è stata:
13% delle scuole dell’infanzia di cui il 64% su progetti SEPS;
61% delle scuole primarie di cui il 57% su progetti SEPS
(indicatore richiesto 15%);
43% delle scuole secondarie I grado di cui il 63% su progetti
SEPS (indicatore richiesto 15%);
52% delle scuole secondarie II grado di cui 100% su progetti
SEPS (indicatore richiesto 40%).
L’educazione e promozione della
salute e la medicina sportiva
68
EPS NELLA SCUOLA
È ormai consolidata l’esperienza che la collaborazione tra la
Scuola e il mondo sanitario porta al miglioramento della salute
dei cittadini.
L’alleanza con il mondo della Scuola ha infatti l’obiettivo di
sviluppare una cultura orientata alla promozione della salute,
offrendo anche l’opportunità di sperimentare “scelte salutari”
attraverso lo sviluppo di programmi studiati appositamente
per il target giovanile, attraverso il coinvolgimento degli adulti
significativi.
Perché tale impegno porti a risultati apprezzabili in termini di
salute, diventa essenziale garantire continuità nei rapporti tra
mondo sanitario e mondo scolastico.
L’approccio dei programmi proposti ha cercato di rendere
applicabili i principi della partecipazione, dell’intersettorialità,
della condivisione, dell’equità e dell’empowerment.
Sono stati avviati e portati a conclusione da parte del SEPS
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
ai progetti di promozione dell’attività fisica e della corretta
alimentazione e prevenzione del tabagismo.
A fine anno, presso l’atrio dell’Ospedale di Monselice, è stata
allestita la prima tappa di una MOSTRA ITINERANTE, che
si sposterà in tutti gli ospedali, che espone i lavori realizzati
dai ragazzi e dagli insegnanti nel corso dell’Anno Scolastico
2008/2009 in relazione ai progetti di educazione e promozione
della salute realizzati.
Anche per l’anno scolastico 2009-2010, tutte le proposte
di educazione alla salute rivolte alla Scuola progettate dai
gruppi di lavoro aziendali, non solo quelli di cui il SEPS ha
la responsabilità diretta, sono state raccolte ed elaborate in
una pubblicazione originale “Informa Scuola” rivolta a tutte
le scuole pubbliche e parificate del territori dell’Azienda. Tale
opuscolo, il cui progetto grafico è a cura del SEPS, non solo
è stato inviato a tutti i Dirigenti scolastici e agli insegnanti
referenti per l’educazione alla salute, ma è stato presentato
anche nei collegi docenti degli Istituti Comprensivi del territorio
riscuotendo molti consensi.
In collaborazione con il SER.D, il SEPS, con il proprio
personale, partecipa alla realizzazione delle attività dei Centri
di Informazione e Consulenza (CIC) presenti nelle scuole
secondarie di II°
EPS NELLA COMUNITÀ
La prevenzione patologie fumo-correlate
Per la disassuefazione da fumo di tabacco nella comunità
il SEPS ha organizzato, come ogni anno, un Corso per
Smettere di Fumare rivolto alla popolazione generale al termine
del quale l’85% è risultato astinente al termine del corso.
Ha coordinato inoltre le attività dell’Ambulatorio per
Smettere di Fumare aperto ai soggetti sottoposti a screening
cardiovascolare, ai dipendenti dell’Azienda, ai ricoverati e alla
popolazione generale.
L’attività clinica è svolta, un giorno alla settimana, con
personale qualificato a contratto libero-professionale medico
e psicologo e ha registrato come il 70% delle persone che
hanno avuto accesso all’ambulatorio specialistico abbiano
smesso di fumare.
CAPITOLO 9
EDUCAZIONE E PROMOZIONE
DELLA SALUTE (EPS)
Il Servizio Educazione e Promozione della Salute (SEPS)
sviluppa e promuove iniziative, programmi e progetti finalizzati
ad aumentare i fattori di protezione della salute, diminuire
i fattori di rischio, promuovere stili di vita per la salute nella
popolazione.
Nel 2009 il SEPS ha svolto attività di educazione e promozione
della salute attraverso la progettazione e l’attuazione di
specifici programmi e interventi rivolti alla scuola, alla
comunità e all’azienda sanitaria, lavorando per “processi” e
coinvolgendo operatori di altri Servizi in un’ottica aziendale
multidisciplinare e intersettoriale.
Le attività sono state svolte da Gruppi di Lavoro Operativi
Aziendali accrescendo così il clima di cooperazione e
condivisione di obiettivi e strategie, al fine di rendere
maggiormente efficaci gli interventi.
72 Progetti
innovativi
Sono stati realizzati dai GLO coordinati dal SEPS 8 corsi
di formazione per insegnanti (formati 245 docenti), 49
progetti nelle classi per un totale di 2900 studenti raggiunti.
Inoltre sono stati realizzati incontri per i genitori in relazione
La promozione dell’attività fisica
Il SEPS, oltre agli interventi progettati per la Scuola, ha
partecipato al progetto “Prevenzione Cardiovascolare” del
Dipartimento di Prevenzione realizzando, in collaborazione
con le due UTAP di Conselve e Due Carrare, GRUPPI DI
CAMMINO. rivolti al target selezionato dallo screening.
I gruppi sono stati avviati, in collaborazione con l’Associazione
UISP di Padova definendo convenzioni ad hoc e con le relative
Amministrazioni Comunali.
Dopo una fase di avvio che ha richiesto lo studio del territorio
e il reclutamento di un numero sufficiente di persone, il gruppo
di Conselve è partito a giugno 2009, quello di Due Carrare a
settembre dello stesso anno.
Inizialmente i gruppi sono stati condotti da un laureato in
scienze motorie esperto-UISP, successivamente sono stati
individuati all’interno dei gruppi stessi dei “walking leaders”
per il mantenimento dell’iniziativa.
Relazione Attività 2009
69
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Entrambi i gruppi sono tuttora attivi e hanno coinvolto nel
2009 50 persone, che si sono incontrate regolarmente,
sempre con la guida dei leaders, due - tre volte alla settimana,
per camminare insieme lungo percorsi stabiliti e sicuri.
Ogni gruppo inoltre può accogliere nuovi arrivati provenienti
dallo screening sostenendo la motivazione alla tutela della
propria salute.
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
al quale hanno partecipato 19 persone (numero massimo
ammesso 20).
Il SEPS ha tenuto aggiornato, anche nel 2009, il registro
aziendale degli incaricati alla vigilanza e la mappatura della
cartellonistica relativa al divieto di fumo; inoltre fornisce
supporto tecnico agli operatori incaricati di vigilare sul divieto
di fumo.
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
collaborazione con le palestre e le piscine del territorio per
l’offerta di condizioni vantaggiose ai dipendenti dell’Azienda.
Ha organizzato un CORSO PER SMETTERE DI FUMARE,
gratuito, rivolto ai dipendenti fumatori.
Nell’ambito del progetto è stato realizzato il concorso a premi
dal titolo ”Chi non fuma vince”, rivolto ai ragazzi delle scuole
secondarie di 1 grado, al quale hanno partecipato 17 scuole,
400 studenti, 20 insegnanti.
Per la premiazione dei vincitori locali è stato realizzato,
in collaborazione con l’Azienda ULSS18 di Rovigo e le
Amministrazioni Comunali una grande festa in discoteca alla
quale hanno partecipato più di 300 studenti delle nostre
scuole, accompagnati dai loro insegnanti e dagli Assessori dei
Comuni interessati.
È stato un importante momento di partecipazione e
socializzazione delle esperienze in un clima di allegria e
divertimento anche senza alcool e sigarette!
Nel 2009 è stata promossa, presso la Direzione Didattica di
Este, l’attivazione del progetto PIEDIBUS – tuttora in essere con l’attuazione di un protocollo d’intesa tra Azienda ULSS/
Comune di Este/ Scuola per lo svolgimento delle attività
previste. Tale progetto promuove uno stile di vita attivo nei
bambini, la loro autonomia e socializzazione favorendo inoltre il
coinvolgimento di genitori ed insegnanti.
Hanno partecipato 48 bambini e 13 genitori “conduttori” della
scuola primaria Pascoli di Este, su tre percorsi una volta alla
settimana.
È stata organizzata una festa di inaugurazione con la
partecipazione di tutta la scuola e delle autorità competenti.
Il SEPS ha inoltre realizzato incontri informativi presso
Associazioni e Comuni per promuovere l’attività fisica nei
confronti di giovani adulti e anziani.
EPS NELL’AZIENDA
Progetto HPH “Ospedali e Servizi Socio-sanitari
senza fumo”
Il progetto, coordinato dal SEPS, nasce nella nostra Azienda
alla fine del 2002, con la costituzione di un gruppo di lavoro
aziendale multidisciplinare, interservizi e la partecipazione
attiva al gruppo regionale interaziendale.
L’obiettivo generale del progetto aziendale, tuttora mantenuto,
è quello di “ottenere che negli ospedali e nei servizi sanitari
non si fumi al fine di proteggere la salute e costituire un
esempio di valore e comportamento per la comunità”.
Le attività svolte nel 2009 continuano una progettualità
triennale concordata con la Direzione Aziendale, attraverso
azioni rivolte al controllo ambientale, alla comunità, ai
dipendenti.
È stata realizzata la VI° edizione del corso di formazione
“Il controllo del fumo in ospedale” per gli incaricati alla
vigilanza di nuova nomina, accreditato ECM, di una giornata
70
Progetto “Mamme libere da fumo”
Il gruppo di progetto, istituito e coordinato dal SEPS, ha
elaborato una progettualità interdipartimentale, che ha portato
alla costruzione di percorsi integrati per garantire alle donne
in gravidanza interventi di counseling antitabagico, nelle
varie occasioni di incontro con le strutture dedicate (corsi di
accompagnamento alla nascita, evento nascita, vaccinazioni).
Il SEPS ha provveduto a fornire formazione e supporto
tecnico al personale interessato; inoltre ha acquisito e
distribuito materiale divulgativo dell’iniziativa e, in occasione
della Giornata Mondiale senza tabacco (31 maggio 2009) è
stato possibile regalare, a tutti i nuovi nati dell’UOC Ostetricia
bavaglini riportanti un messaggio di salute.
Il SEPS ha presentato il progetto “Mamme Libere da Fumo”
e le azioni sviluppate durante la formazione prevista dalla
campagna nazionale “Genitori Più” rivolta al personale
dell’Azienda e ai Pediatri di libera scelta.
Progetto “Azienda in cammino: Passi per la salute”
Nell’ambito di tale progetto dipartimentale, il SEPS ha
contribuito con il proprio personale sanitario alla realizzazione
delle attività previste. Inoltre ha promosso e dato inizio ad una
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Case di Riposo;
• la promozione dell’attività motoria – fisica degli anziani e diabetici;
• l’avvio all’attività motoria di un gruppo di disabili seguiti nel territorio di Este e Montagnana;
• il coinvolgimento degli studenti delle Scuole Medie Superiori per la valutazione delle motivazioni verso lo sport;
- L’attività ambulatoriale è rivolta a tutti coloro che intendono praticare un’attività motoria sportiva agonistica e non, rilasciando specifica certificazione di idoneità.
Tale attività è stata realizzata mediante prenotazione unificata
delle prestazioni.
Ciò ha permesso di continuare in una specifica attività di
governo della domanda, con l’obiettivo di riuscire a garantire
in ogni caso i LEA necessari al territorio.
L’attività di certificazione a favore dei minorenni residenti
nella nostra AULSS, già naturalmente prevalente, è stata
ulteriormente privilegiata rispetto alle altre prestazioni,
riducendo ancor più le prenotazioni agli agonisti maggiorenni,
ai soggetti di altre ULSS e ai soggetti che praticano attività
fisico-sportiva generica.
Dai dati registrati a CUP, revisionati con i dati reali registrati
presso il Servizio, si rileva che le prestazioni codificate
totali per l’Ambulatorio di Este sono state 2812, di cui 2364
prestazioni accorpate (comprendenti 9441 prestazioni
singole), con una sostanziale tenuta del numero di prestazioni
di certificazione rivolte ad atleti minorenni (LEA): 2293 nel 2009
contro 2163 nel 2008.
Altre Collaborazioni
Il SEPS ha partecipato a tutti i Corsi di Accompagnamento
alla nascita e ai Gruppi dopo Parto organizzati dal MIEEF con
incontri sulla relazione educativa e la promozione della salute
di mamma e bambino.
Il personale SEPS inoltre partecipa a comitati regionali (Gruppo
dei “Referenti Tabacco”, Gruppo dei Referenti Attività Motoria,
Gruppo “Percorso di qualificazione delle Badanti / Assistenti
Familiari”), comitati aziendali (Comitato Pari Opportunità,
Comitato Etico); collabora alla realizzazione locale del Sistema
di Sorveglianza Regionale “Passi”.
Collabora con il Servizio Formazione alla realizzazione di
corsi di formazione rivolti ai dipendenti, sulle tematiche della
relazione efficace.
LA MEDICINA SPORTIVA
Il Servizio per la Tutela delle Attività Sportive (STAS) è la
struttura deputata alla tutela della salute di tutti coloro che
praticano una disciplina sportiva a livello professionistico o
amatoriale o semplicemente un’attività motoria, prevista dalla
L.R. n. 25 del 03/8/1982.
Il Servizio è articolato in due settori:
- L’attività diretta alle azioni organizzative e di prevenzione rivolte alla popolazione residente nel territorio della Azienda Ulss 17, così articolata:
• la promozione dell’attività motoria - fisica negli anziani nelle Relazione Attività 2009
71
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Materiali e metodi
1. Protocollo dello screening
Le residenti di età compresa tra i 25 ed i 64 anni ed eleggibili
allo screening sono invitate, alla scadenza dei tre anni
dall’episodio di screening precedente, a sottoporsi al test
per la ricerca dell’HPV. Contestualmente al prelievo per il test
virale, viene eseguito uno striscio tradizionale per il triage dei
casi positivi al virus. Pertanto tale vetrino è soltanto fissato, ma
viene colorato e letto solo in caso di positività all’HPV.
I campioni per la ricerca dell’HPV sono inviati al Servizio di
Immunologia Diagnostica Molecolare Oncologica dello I.O.V.
IRCCS per l’esecuzione del test, che ritorna per via telematica
i risultati dei test.
Le donne con test negativo ricevono una lettera di risposta
negativa con l’indicazione di un nuovo appuntamento di
screening a tre anni. I casi con test positivo sono invece
segnalati all’Anatomia Patologica dell’ULSS 17, dove
vengono colorati e letti i corrispondenti vetrini. Alle donne
con citologia negativa viene spedita una lettera con un
nuovo appuntamento per il controllo ad un anno. Le donne
con citologia positiva sono inviate all’approfondimento
colposcopico.
2. Dati e indicatori rilevati
Per valutare la performance diagnostica del nuovo test di
screening e la partecipazione della popolazione è di interesse
particolare monitorare i seguenti parametri nelle differenti fasce
d’età:
- tasso di partecipazione
- tasso di positività del test HPV nelle differenti fasce d’età
- diagnosi citologiche nelle donne HPV positive
- tasso di diagnosi CIN 2+
Si prevede inoltre la rilevazione di ulteriori dati riguardanti il
sistema logistico che deve essere predisposto e le nuove voci
di costo.
CAPITOLO 10
Progetti innovativi
PROGETTO PILOTA PER L’UTILIZZO DEL TEST
PER LA RICERCA DELL’HPV NEL PRIMO LIVELLO
DEL PROGRAMMA DI SCREENING CERVICALE
DELL’AZIENDA ULSS 17 DI ESTE
Introduzione
Studi di recente pubblicazione hanno dimostrato
che nell’ambito del primo livello dello screening del
cervicocarcinoma la performance del test per la ricerca del
papillomavirus umano (HPV) è migliore di quella del Pap test
tradizionale. In particolare, il test per l’HPV ha evidenziato una
maggiore sensibilità del Pap test ed una “protezione” dalla
malattia più duratura, con la possibilità di impostare strategie
di screening basate su intervalli più lunghi rispetto ai tre anni
previsti per il Pap test.
A giugno 2008 il Ministero per la Salute ha dichiarato
ammissibile l’uso del test HPV in tale ambito solo all’interno di
programmi pilota che rispettino determinate condizioni.
72
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
A partire da aprile 2009 il programma di screening cervicale
dell’ULSS 17 di Este ha attivato un progetto pilota per
l’utilizzo del test per l’HPV per il primo livello dello screening
organizzato del carcinoma della cervice uterina. Vengono
presentati i risultati preliminari relativi ai primi tre mesi di attività.
Obiettivi
Testare l’utilizzo del test per l’HPV nel primo livello dello
screening cervicale valutandone:
- l’impatto organizzativo sulla logistica, le procedure, il
software gestionale, i sistemi informativi, ecc;
- le specifiche esigenze informative della popolazione anche
mediante la predisposizione di materiali specifici per il nuovo
modello di screening;
- i costi;
- le performance sulla base degli indicatori disponibili ed
eventualmente identificare la necessità/opportunità di nuovi
indicatori.
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
Risultati
Nel periodo aprile – giugno 2009 sono state invitate 1376
donne, 573 delle quali hanno aderito all’invito (adesione grezza
del 41.6%). 122 donne hanno comunicato di aver eseguito
un Pap test recentemente, per cui l’adesione corretta all’invito
è pari al 45.7%. Altre 70 donne sono state sottoposte al test
per l’HPV avendo aderito ad un sollecito di un primo invito
avvenuto precedentemente.
I risultati dei test sono relativi a 624 dei 643 test effettuati.
Sono risultati positivi al test HPV 31 casi, pari al 5% del
totale. Il riscontro è stato di 16 casi positivi su 103, pari al
15.5%, nelle donne di età 25-34 anni, e di 15 su 522 (2.9%)
in quelle sopra i 35 anni. Dei 31 Pap test esaminati, 19 sono
risultati positivi (18 LSIL ed 1 HSIL), per un tasso di invio a
colposcopia del 3% (19/624).
Non sono ancora disponibili i risultati degli approfondimenti di
secondo livello.
Conclusioni
I risultati relativi primi tre mesi di attività sembrano mostrare
che la popolazione femminile accetti la proposta di questa
innovazione nello screening cervicale senza particolari
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
problemi. L’adesione all’invito è infatti sovrapponibile a quella
osservata negli anni precedenti. I risultati dei primi esami
sono sostanzialmente in linea con quanto atteso in base
alla letteratura disponibile. Le verifiche effettuate presso le
Unità Operative impegnate nel programma evidenziano una
soddisfacente messa a punto del sistema, senza particolari
aspetti problematici.
In conclusione, i risultati del primo periodo di attività
mostrano che una buona preparazione consente di
assorbire un importante cambiamento nello screening
cervicale, qual è il test per l’HPV per il primo livello, senza
particolari sofferenze. L’avvento della nuova strategia tramite
l’HPV può rappresentare un’importante occasione per
implementare strategie di comunicazione ed informazione
atte ad incrementare l’adesione delle donne ai programmi di
screening.
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DELLE
CARNI E DEGLI ALTRI PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE
La Regione Veneto nel corso dell’anno 2009 ha iniziato un
progetto “Alimentinsalute” che mira a migliorare il rapporto
di fiducia e di collaborazione tra le associazioni dei
consumatori, i sanitari, le filiere della produzione alimentare, il
mondo accademico e scolastico.
Risultano indispensabili le attività svolte dai Servizi veterinari
e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per migliorare il
sistema di controllo degli alimenti, non solo al fine di garantire
la sicurezza alimentare, ma anche per favorire un consumo
consapevole nella tradizione ed evitare l’aumento del
fenomeno dell’obesità infantile
I protocolli d’intesa di “Alimentinsalute” fra il mondo produttivo
e la Regione Veneto, per finanziare le produzioni di qualità,
hanno visto sempre la diretta partecipazione e coinvolgimento
dei nostri servizi territoriali.
Parimenti è continuata la collaborazione e i controlli
richiesti dalla AVEPA “Agenzia regionale per i pagamenti i in
agricoltura” per lo svolgimento dei controlli in campo relativi
agli interventi di sostegno nel settore delle carni bovine (PAC).
I Criteri di Gestione Obbligatoria che hanno visto il
coinvolgimento dei Servizi veterinari, sono stati: la salute,
identificazione, la registrazione, l’igiene e il benessere degli
animali.
Tab.52
Specie controllate in allevamento
Bovini
N° controlli
2
PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE
MOSCHE E DEGLI ODORI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17
Nel corso dell’anno 2009 è iniziato un percorso di
monitoraggio e di controllo dei fenomeni che portano alla
proliferazione della mosca e dei fenomeni che determinano la
presenza di odori sgradevoli nel territorio.
Al tal riguardo si è concretizzata una collaborazione stretta con
personale specializzato dell’Istituto Zooprofilattico di Legnaro,
con l’Università Degli Studi di Padova, e con lo studio di
Relazione Attività 2009
73
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
sanitari di tutta la Regione Veneto.
Le prime conclusioni hanno evidenziato che esistono
realmente delle località dove il problema oggettivamente
è più rilevante; il periodo più critico inizia a fine agosto e
termina solo con l’arrivo del freddo; esiste una correlazione fra
insediamenti produttivi e la loro presenza, ma tale correlazione
non è direttamente sovrapponibile; non sono state evidenziati
potenziali trasmissioni di germi patogeni; il monitoraggio
determina una maggior attenzione degli allevatori e una
riduzione dell’incidenza della problematica stessa.
Di seguito vengono riprodotte alcune schede riassuntive
rappresentative dei risultati ottenuti.
consulenza Entostudio Snc di Brugine (PD), per l’attività di
monitoraggio e di rilevazione di presenza delle mosche, con
correlata elaborazione.
Le Amministrazioni comunali di Este, Ponso, Carceri, Lozzo
Atestino, Ospedaletto Euganeo, valutata l’importanza
dell’iniziativa, hanno partecipato attivamente a questo progetto
con propri mezzi e personale e disponibilità finanziaria
Obiettivi sono stati quelli di determinare la presenza e la
densità delle mosche nelle aree prescelte, determinare
eventuali variazioni di densità delle mosche nel tempo e le loro
cause, identificare le principali specie moleste, identificare gli
eventuali patogeni trasportati meccanicamente dalle mosche
per una valutazione di rischio sanitario
Contemporaneamente in collaborazione con il Servizio ARPA
è iniziato un monitoraggio degli odori negli stessi territori, per
valutare il reale impatto degli insediamenti zootecnici. Sono
stati individuati e suddivisi per tipologia i vari allevamenti
presenti nel territorio dei comuni interessati all’indagine.
Sono state condotte le indagini olfattometriche al fine di
stabilire il quantitativo potenziale di odore che ogni singolo
allevamento può generare in condizioni di normale gestione.
Tra tutti gli allevamenti sono stati scelti alcuni più
rappresentativi i per numero di capi e rispecchino le singole
tipologie di allevamenti: bovini da latte, bovini da carne, suini,
avicoli (polli e tacchini) e, se presenti, ovini.
I primi risultati di questa attività sono stati illustrati
all’Osservatorio epidemiologico provinciale, e ad un Workshop
organizzato della stessa ULSS 17 per amministratori locali e
Fig.28 - Numero medio di mosche catturate per comune
1000
540,9
600
400
200
318,2
247,4
201,3
E.
ri
o
d’
ar
ce
O
Vi
g
sp
hi
ed
zz
ol
C
o
Po
Lo
ns
te
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o
E
A
.
0
2000
LozzoA.
OspedalettoE.
Este
Ponso
N°mosche
Carceri
Vighizzolod’E.
1000
500
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
1/11
22/10
12/10
2/10
22/9
12/9
2/9
23/8
13/8
3/8
24/7
14/7
4/7
24/6
14/6
4/6
25/5
15/5
5/5
25/4
15/4
5/4
26/3
0
74
Data
08 – mag
29- giu
20 – lug
30 – ago
02 – ott
463,0
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.53 - Identificazione dei patogeni trasportati
800
Fig.29 - Variazioni della densità nell’arco dell’anno
1500
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
510,1
et
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
al
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
N° cella
Specie
Batteriologico generale
Listeria
Salmonella
2
Sarcophaga
negativo
negativo
negativo
34
Lucilla
negativo
negativo
negativo
5
Sarcophaga
bassa carica
negativo
negativo
40
Lucilla
media carica
negativo
negativo
49
Lucilla
bassa carica
negativo
negativo
52
Sarcophaga
bassa carica
negativo
negativo
53
Sarcophaga
bassa carica
negativo
negativo
1
Sarcophaga
negativo
negativo
negativo
12
Lucilla
negativo
negativo
negativo
27
Lucilla
negativo
negativo
negativo
5
Sarcophaga
alta carica
negativo
negativo
6
Lucilla
bassa carica
negativo
negativo
32
Musca
media carica
negativo
negativo
39
Lucilla
bassa carica
negativo
negativo
49
Musca
bassa carica
negativo
negativo
PROGETTO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI
PICCIONI NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 A FAVORE
DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI
Anche nel corso del 2009 è continuata l’azione di supporto
nei confronti delle amministrazioni comunali, nell’azione di
contenimento della popolazione dei colombi nelle aree urbane,
causa di disagio e di inconvenienti igienico sanitari.
La presenza degli stessi in ambito urbano, se non contenuti,
si può tradurre in inconvenienti ambientali dovuti non solo
all’accumulo di guano (fino a 2 Kg/capo/anno), ma anche
all’attività erosiva, all’ostruzione di grondaie, allo spostamento
di tegole, alla contaminazione esterna di ambienti pubblici, con
possibili inconvenienti sanitari, che vanno dalla trasmissione
di malattie (salmonellosi, psittacosi, campilobacteriosi) fino al
trasporto meccanico di parassiti come zecche.
Il problema è individuare chi deve porre rimedio alla situazione
e in quali termini.
L’art. 812 C.C. stabilisce una diversa condizione giuridica degli
animali a seconda che si tratti di animali domestici, selvatici o
mansuefatti; questi presentano uno stato di diritto diverso a
seconda degli stessi animali.
Varie sono state le sentenze e gli orientamenti giuridici che di
volta in volta hanno interpretato le normative vigenti, come
pure le interpretazioni zoologiche che vogliono differenziare il
piccione di città domestico, da quello selvatico.
Riamane assodato comunque che i piani di contenimento non
possono esser certo legati all’eliminazione fisica degli stessi.
Tra l’altro è ormai scientificamente dimostrato ed accettato
all’unisono, che gli interventi eutanasici su questa specie, non
incidono minimamente, se non nel brevissimo tempo, sulla
riduzione numerica della popolazione.
L’abbattimento con arma da fuoco, per inciso, potrebbe
essere anche autorizzato solo dalla Provincia in determinate
condizioni, da personale debitamente autorizzato in contesto
esclusivamente rurale. Azioni di questo genere sono stati
presi in diverse realtà Comunale, dopo apposito accordo tra
Comune e servizi di vigilanza delle amministrazioni Provinciali.
Il Comune non potrà adottare di norma misure di
contenimento cruento per il contenimento dei piccioni di città.
A tal proposito ricordiamo la sentenze recente del TAR Veneto
Sez. II n. 862 del 4 aprile 2008, contro la città di Verona, che
voleva intraprendere una strada analoga.
Ogni atto svolto da privati, benché proprietari dell’immobile,
che determini l’abbattimento di fauna selvatica, eccezion fatta
per le specie cacciabili, di cui all’art 18 della lette 157/92, è
perseguibile penalmente, compreso l’utilizzo di trappole o di
veleni.
Il Sindaco, quale Autorità Sanitaria Locale (leggi 142/90
e 883/78) solo in caso di accertati e fondati rischi sanitari
per la popolazione (esiti di analisi di malattie o di oggettive
valutazioni), può emanare ordinanze contingibili ed urgenti ma
limitate nel tempo.
Solo la presenza oggettiva di batteri patogeni o di parassiti
pericolosi per l’uomo potrebbe giustificare interventi
contingenti con cattura ed eliminazione fisica degli animali,
senza suscitare conseguenze anche giudiziarie e clamori tra il
mondo degli animalisti. (Questo Servizio rimane a disposizione
per l’invio di animali rinvenuti morti o catturati verso i laboratori
dell’Istituto Zooprofilattico, per appurare tale evenienza)
Lo status giuridico sottrae le competenze alle Amministrazioni
Comunali, attribuendole alle Regioni e, per delega, alle
Amministrazioni Provinciali, secondo i disposti della L.
n.157/1992: “Norme per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio.
Una campagna di contenimento è giustificabile qualora
vengano raggiunte densità elevate. L’INFS (Istituto Nazionale
della Fauna Selvatica) ha stabilito una soglia di 300 400
individui/KMq.
Relazione Attività 2009
75
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
Interventi possibili
Tutti gli interventi possibili partono dal presupposto che il
piccione tende a raggrupparsi in determinati posti, solo
perché trova una serie di condizioni favorevoli per la propria
sopravvivenza e riproduzione: la presenza di cibo e la
possibilità di trovare fori per la nidificazione, sono gli elementi
essenziali.
Il contenimento ordinario della popolazione spetta ai proprietari
degli immobili in cui dimorano gli animali, mediante azioni
strutturali e continuative
- Interventi fisici: come l’uso di dissuasori meccanici o di
tipo elettrico, reti e grate (puntali, fili, spirali) per impedire
l’accesso o la semplice permanenza, chiusura dei fori usati
per la nidificazione (inferiori a 5x5). Chiusura all’accesso di
costruzioni abbandonate
- Limitazioni delle fonti alimentari: il primo movens
dell’aggregazione dei piccioni è costituito dalla disponibilità
di alimento o alla non corretta gestione degli scarti alimentari,
altre volte, invece, sono direttamente associate alla
distribuzione, volontaria, di cibo ai volatili da parte di cittadini
“zoofili”
- Interventi chimici: si consiglia l’uso di prodotti ad azione
antifecondativa. Il piccione di città si riproduce per tutto
l’anno, a differenza di quelli selvatici che si riproducono un
paio di volete l’anno. Vengono usati a tal scopo mangimi a
base di progestinici o di nicarbazina. Il Servizio Veterinario
rimane a disposizione per indicare i prodotti ritenuti
più idonei. La sterilizzazione chirurgica invece appare
inapplicabile
- Interventi naturali. Sono state sperimentati con successo
l’uso di sagome di falchi, accompagnate dalla presenza
saltuaria degli stessi falchi, con risultati non particolarmente
incoraggianti
- Interventi di cattura: sono presenti nel territorio ditte
autorizzate per la cattura con reti e loro allontanamento fuori
Regione
Il Servizio veterinario rimane a disposizione su eventuali ditte
che hanno operato nel territorio
- Interventi legali. Ordinanze del sindaco di divieto di
somministrazione di alimento, di chiusura dei siti di
nidificazione, dei cavedi interni, di pulizia e ripristino del
decoro delle strutture imbrattate
Si ritiene che solo attraverso il contemporaneo utilizzo di tutti
questi metodi, si potrà arrivare ad una reale riduzione del
fenomeno: gli interventi non potranno esser ridotti in episodi
isolati in periodi circoscritti di tempo, senza pensare ad una
strategia sinergica di tutte le soluzioni descritte.
Le stesse azioni di cattura e di spostamento degli animali
determinano la rottura di un certo equilibrio, che nel breve
termine verrà ricomposto dagli altri soggetti rimasti.
Anche sulla base di queste indicazioni, i Comuni del territorio
hanno potuto emanare le varie ordinanze che hanno
caratterizzato la loro azione di governa.
LA FATTURAZIONE ON LINE
Molte delle attività istituzionali del Servizio Veterinario, svolte
in conformità alla normativa in materia di mangimi e alimenti
76
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
ed alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sono
sottoposte al pagamento di tariffe a carico degli operatori
interessati dai controlli.
Queste tariffe sono destinate e vincolate per la copertura
delle spese relative al mantenimento, al potenziamento
ed al miglioramento dell’efficacia della programmazione e
dell’attuazione del piano integrato dei controlli, per la quota
maggiore alle ASL, per quote minori alle Regioni, agli Istituti
Zooprofilattici, ai laboratori nazionali di referenza ed allo Stato.
Le tariffe sono in parte di emanazione Regionale, attualmente
in vigore la Deliberazione n. 893 del 23.10.2002, ed in parte di
emanazione Ministeriale, in attuazione di norme comunitarie,
con Decreto Legislativo, attualmente in vigore il n. 194 del
11.12.2008.
Questo Decreto dà applicazione all’art. 26 del reg. CE
882/04, che prevede che gli stati membri dell’Unione Europea
garantiscono adeguati finanziamenti, anche mediante
imposizione fiscale generale o stabilendo diritti o tasse, per
predisporre il personale e le altre risorse necessarie per
l’esecuzione dei controlli sanitari ufficiali.
Per la riscossione di queste tariffe, il personale del Servizio
Veterinario rilascia, al compimento della prestazione richiesta,
rilascia una bolletta in tre copie, che viene controfirmata
dall’operatore che ne ha beneficiato.
Di queste tre copie, una rimane all’operatore economico,
una al veterinario, ed una viene consegnata al personale
amministrativo del Servizio, per l’inserimento nel programma
informatico aziendale per il calcolo delle tariffe e l’emissione
della fattura per il successivo pagamento da parte del
beneficiario della prestazione.
Alla fine del 2008 il Servizio Veterinario si è trovato ad
affrontare, dal punto di vista della riscossione delle tariffe,
ad un duplice problema: da un lato la necessità di applicare
le nuove tariffe imposte dal D.Lgs. 194, che entrava in
vigore il giorno successivo la sua pubblicazione, e dall’altro
la necessità dell’Azienda di un nuovo programma per la
fatturazione, più moderno e rispondente a nuove necessità.
Il Direttore dell’Area B, in accordo con l’Amministrazione,
ha contattato una ditta di informatica, che ha preparato i
programmi regionali per la gestione dell’anagrafe zootecnica
ed un programma gestionale veterinario che alcune ASL
regionali stanno sperimentando, per la realizzazione di un
nuovo programma informatico aziendale per registrare le
prestazioni e per l’emissione delle relative fatture.
Il nuovo programma aziendale di fatturazione doveva però
consentire l’inserimento dei dati direttamente da parte
dell’operatore, al fine di ridurre a zero la possibilità di errore sui
dati inseriti ed anche di ridurre i tempi tecnici per l’emissione
delle fatture e quindi di riscossione degli importi dovuti.
È partito perciò un progetto di miglioramento aziendale che
prevedeva l’inserimento dei dati delle attività soggette al
pagamento di una tariffa direttamente da parte del veterinario
che aveva eseguito la prestazione.
Una volta che il programma aziendale, denominato FATDIP,
è divenuto operativo, si è organizzato un corso formativo,
in più giornate, per i veterinari, inizialmente solo di area B,
e poi anche di area A e C, per l’utilizzo del programma,
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
limitatamente all’inserimento dei dati.
Al contempo le sei maggiori strutture di macellazione sono
state dotate di un pc portatile, dotato di connessione internet
UMTS, per l’inserimento dati in tempo reale; per le altre
strutture i dati vengono inseriti da pc posti nelle varie sedi del
servizio.
Una volta completata la formazione ed acquisito il materiale
tecnologico, i veterinari sono stati dotati ciascuno di un proprio
account e di una password per l’accesso al programma
FATDIP.
Dal mese di ottobre 2009 i dati necessari per la riscossione
delle tariffe previste dall’allegato A del D.Lgs. 194, per quanto
riguarda l’attività del servizio veterinario di igiene degli alimenti
di origine animale, sono inseriti direttamente dai veterinari.
Il personale amministrativo ha solo il compito di verificare
che i dati siano inseriti correttamente e di emettere nei tempi
concordati con la ragioneria le relative fatture.
I risultati ottenuti finora hanno permesso di constatare che:
l’inserimento diretto dei dati evita gli errori di copiatura prima
piuttosto frequenti;
l’uso dell’account personale responsabilizza tutti gli operatori;
l’emissione delle fatture è più veloce;
il programma evolve continuamente, in base alle nostre
necessità o a modifiche normative.
Le prospettive che il programma FATDIP apre sono però molto
più ampie.
Si tratta infatti di un programma che può essere sviluppato
come un vero e proprio “gestionale” dell’intera attività,
nel quale ciascun veterinario può inserire, magari con un
dispositivo individuale, tutte le proprie prestazioni, complete
di tutti i dati che si debbano o vogliano raccogliere,
immediatamente a disposizione del Direttore del Servizio, che
può sia dare disposizioni sull’attività da svolgere a ciascuno,
sia verificare quanto svolto da ciascuno, sia raccogliere tutti i
dati in tempo reale.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
PROGRAMMA REGIONALE PER L’ERGONOMIA
OCCUPAZIONALE
1. Presentazione
L’ergonomia è una scienza che ha come oggetto
“l’attività umana in relazione alle condizioni ambientali,
strumentali e organizzative in cui si svolge. L’obiettivo
è quello di contribuire alla progettazione di oggetti,
servizi, ambienti di vita e di lavoro, che rispettino i limiti
dell’uomo e ne potenzino le capacità operative” (SIE,
Società Italiana di Ergonomia).
L’interesse degli SPISAL del Veneto per la problematica
ergonomica nasce nell’ambito del Piano triennale di
Prevenzione e Promozione della Salute negli Ambienti di
Lavoro 1999-2001, all’interno del quale la Regione Veneto,
attraverso la Direzione per la Prevenzione, propone un
Progetto Sperimentale sull’Ergonomia.
Nel 2003, nell’ambito del successivo Piano triennale, al
fine di capitalizzare le esperienze maturate nel corso del
Progetto Ergonomia e di continuare ad approfondire la
tematica, viene istituito presso lo SPISAL dell’AULSS 17 il
Programma Regionale di Riferimento per l’Ergonomia
Occupazionale (CRREO) con l’obiettivo di promuovere il
miglioramento della salute dei lavoratori esposti a rischi di
natura ergonomica.
Il Centro, la cui denominazione dal 2009 diventa Programma
Regionale per l’Ergonomia Occupazionale, svolge funzioni di
capofila e coordinamento a livello regionale dell’azione degli
SPISAL in materia di ergonomia raccogliendo ed elaborando
dati, curando la produzione, la diffusione e il monitoraggio
sull’applicazione di linee guida e protocolli operativi condivisi e
avviando iniziative specifiche di promozione del miglioramento
della salute dei lavoratori esposti a rischi ergonomici.
Il CRREO promuove un riorientamento dell’organizzazione
dei Servizi Pubblici della Prevenzione e degli altri soggetti
coinvolti – parti sociali, datori di lavoro, R.S.P.P., R.L.S. e
medici competenti – incrementando la loro consapevolezza
e capacità di intervento nell’ambito della prevenzione delle
patologie correlate ai rischi ergonomici negli ambienti di lavoro
ed in particolare delle patologie da sovraccarico biomeccanico
degli arti superiori e del rachide e delle patologie da
“disfunzioni” organizzative. Ciò al fine di perseguire la
piena attuazione del “rispetto dei principi ergonomici
nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei
posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella
definizione dei metodi di lavoro e produzione, in
particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del
lavoro monotono e di quello ripetitivo” ai sensi dell’art.
Relazione Attività 2009
77
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
Tab.54 - Eventi formativi e documenti di indirizzo
Linee di lavoro
Corsi di formazione
Linee guida
Attività realizzate
- Applicare l’ergonomia negli ambienti di lavoro. Padova, 30 settembre 2005
- Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori. Padova, 29 settembre 2006
- Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico del rachide.
Padova, 5 ottobre 2006
- Le patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori esposti a sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori e del rachide. Este, 7 giugno 2007
- La progettazione del lavoro e dei posti di lavoro secondo i principi ergonomici. Padova, 27
novembre 2007
- Addetti alle casse dei supermercati. Linee guida per la valutazione del rischio e delle soluzioni
ergonomiche. Anno 2005
- Linee guida per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio da movimenti ripetuti degli
arti superiori. Anno 2005
- Linee guida per l’effettuazione dell’inchiesta di malattia professionale da movimenti ripetuti degli
arti superiori. Anno 2005
- Le buone pratiche ergonomiche. Linee guida ed approfondimenti. Anno 2006
- Il comparto dell’occhiale: buone pratiche ergonomiche. Anno 2007
- Metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Anno 2008
Tutti i documenti sono scaricabili in rete sul sito della Regione Veneto
(www.regione.veneto.it - “Servizi alla persona” - “Sanità” - “Prevenzione” - “Salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro” - “Ergonomia”) e sul sito dell’ULSS 17 (www.ulss17.it – “Prevenzione” - “CRREO”).
15 comma 1 lett. d) del D.Lgs. 81/08.
2. Linee di Lavoro
L’attività del CRREO in ambito ergonomico si articola in
quattro principali linee di lavoro.
Formazione: l’obiettivo specifico di incrementare la
consapevolezza e la capacità di intervento dei Servizi
di Prevenzione e degli altri soggetti interessati – parti
sociali, datori di lavoro, RSPP, RLS e medici competenti –
relativamente all’applicazione dei principi ergonomici negli
ambienti di lavoro non può prescindere dalla formazione
continua degli operatori.
Linee guida: per sviluppare una cultura della prevenzione
e della qualità dei sistemi di gestione della sicurezza e
della salute e favorire il miglioramento continuo dell’attività
del Sistema della Prevenzione è fondamentale disporre di
documenti di indirizzo metodologici ed operativi.
Pratiche ergonomiche: al fine di realizzare un monitoraggio
puntuale e sistematico in linea con gli obiettivi delineati nei
Piani Triennali, il CRREO annualmente invia agli SPISAL della
Regione una scheda di analisi delle segnalazioni/denunce
di malattie professionali da rischi di natura ergonomica e di
monitoraggio delle pratiche ergonomiche attivate ed elabora
dei report con l’analisi dei dati.
Ricerca e sperimentazione: Il CRREO collabora con vari
enti ed istituzioni (Università, INAIL, ISPESL, ecc.) a livello
regionale e nazionale per l’approfondimento di specifiche
aree di interesse tra le quali i rischi legati a particolari comparti
produttivi, il benessere organizzativo, la valutazione dello
stress lavoro-correlato, le buone pratiche ergonomiche.
Nella tabella 54 sono richiamati gli eventi formativi e i
documenti di indirizzo prodotti negli anni 2005-2008.
3. Attività Svolta nel 2009
78
Di seguito si richiamano le principali attività svolte nel 2009
nell’ambito delle diverse linee di lavoro.
Formazione
L’attività formativa si è articolata nella docenza a corsi di
formazione e relazione a convegni su tematiche quali i rischi
di natura ergonomica e psicosociale e la prevenzione degli
infortuni e delle malattie professionali.
Si è collaborato all’organizzazione di un Corso di formazione
per operatori dello Dipartimento di Prevenzione dell’AULSS 17
dal titolo “Le patologie muscoloscheletriche e da stress quali
«malattie da lavoro» emergenti”.
Nel mese di dicembre, il CRREO ha coperto l’intera docenza
di un Corso di formazione della durata di 2 giorni per operatori
dello SPISAL di Padova dal titolo “I metodi di valutazione del
rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide lombare, le
misure di prevenzione e protezione”.
Linee guida
È stato pubblicato e diffuso il documento “Metodi per la
valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del
rachide e sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti”. Esso
si propone di fornire ai datori di lavoro, ai loro consulenti
e agli operatori degli SPISAL elementi di conoscenza
riguardo ai metodi di valutazione del rischio da sovraccarico
biomeccanico del rachide riconosciuti a livello scientifico
con particolare riferimento alla movimentazione manuale dei
carichi e alle posture incongrue e propone indicazioni per la
sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ai rischi sopra
richiamati.
Pratiche ergonomiche
In continuità con il monitoraggio realizzato negli anni
precedenti, è stata ultimata la raccolta delle schede di analisi
delle pratiche ergonomiche attivate negli SPISAL della Regione
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
nel biennio 2007-2008, sono stati elaborati i dati e predisposti
i report “Analisi delle segnalazioni/denunce di patologie
professionali da rischi di natura ergonomica pervenute agli
SPISAL negli anni 2007-2008” e “Monitoraggio ed analisi delle
pratiche ergonomiche attivate nei Servizi negli anni 20072008”.
Ricerca e sperimentazione
Si è concluso il lavoro di ricerca dal titolo “Analisi del
benessere organizzativo in aziende produttive del Veneto”
sviluppato nell’ambito di una convenzione tra l’AULSS 17
e il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di
Padova. Complessivamente hanno partecipato all’indagine
3 aziende del territorio regionale e sono stati coinvolti nella
somministrazione di un questionario oltre 700 lavoratori.
Obiettivo della convenzione era la sperimentazione di modelli
e strumenti operativi che consentissero di tradurre quanto
rilevato in specifici contesti organizzativi in una serie di
riflessioni generalizzabili all’intero tessuto produttivo regionale
allo scopo di promuovere una cultura di promozione del
benessere e prevenzione del disagio all’interno dei luoghi di
lavoro.
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Il CRREO ha partecipato alla Campagna europea 2009 sulla
valutazione del rischio “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Un
bene per te. Un bene per l’azienda” presentando al concorso
“Buone pratiche” – gestito dall’ISPESL, focal point nazionale
- tre documenti: 1) “Metodi per la valutazione del rischio da
sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”; 2) “Metodi
per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico
del rachide e sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti”; 3)
“Progetto commercio e sicurezza. Valutazione del rischio da
movimentazione manuale di carichi nel comparto depositi
all’ingrosso di prodotti alimentari”.
Con l’ISPESL si è, inoltre, collaborato alla stesura del
Rapporto sulle malattie professionali relative agli anni 2005 e
2006 curando la parte relativa ai rischi di natura ergonomica
nel Veneto.
Nel 2009 si è, infine, partecipato ad un gruppo di lavoro
regionale sul D.Lgs. 81/08, in particolare ad sottogruppo
dedicato al tema della valutazione dei rischi, finalizzata
all’approfondimento degli elementi di criticità del decreto
(contraddizioni, errori, scarsa chiarezza, inapplicabilità) e alla
loro soluzione.
Il CRREO ha, inoltre, partecipato ad un gruppo di lavoro
costituito dall’Università di Padova (Dipartimento di Psicologia
e Dipartimento di Medicina Ambientale) e dallo SPISAL di
Padova finalizzato alla messa a punto ed alla sperimentazione
di un metodo di valutazione del rischio da stress lavorocorrelato ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08. Il lavoro
condotto ha portato alla pubblicazione di un articolo dal titolo
“Stress lavoro-correlato: il metodo VIS per la valutazione” nel
Dossier Ambiente&Sicurezza del Sole24Ore.
Nel corso dell’anno è stato elaborato e presentato un progetto
regionale dal titolo “Intervento di prevenzione nelle scuole:
igiene, sicurezza e valutazione di nuovi rischi per insegnanti e
studenti”. Nel mese di dicembre 2009, la Regione Veneto ha
approvato il progetto e le attività in esso previste riguardanti
3 specifici ambiti (La qualità dell’aria negli istituti scolastici; I
rischi psicosociali nel personale della scuola; L’ergonomia nel
sistema scuola) saranno realizzate nel corso del biennio 20102011.
Collaborazioni con parti sociali
Relazione Attività 2009
79
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
CAPITOLO 11
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
UU.OO. del
Dipartimento
di Prevenzione
Costo
personale
2007
I COSTI DEL DIPARTIMENTO
Tab.55
UU.OO. del Dipartimento di Prevenzione
Costi 2007
Direzione Dipartimento di Prevenzione
Costi 2008
Costi 2009
369.318,98
407.791,51
351.365,10
93.855,15
91.043,74
76.706,40
2.585.293,56
2.884.381,45
2.833.974,,44
UU.OO. Screening
275.291,75
323.077,08
263.375,62
U.O.C. Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL)
955.057,15
1.051.853,78
1.039.157,99
U.O.S. Servizio Educazione e Promozione alla Salute (SEPS)
248.791,24
287.609,30
282.292,64
U.O.S. Servizio Tutela Attività Sportive (STAS)
421.307,59
403.594,75
364.176,49
U.O.S. Servizio di Medicina Legale
377.827,76
459.804,66
458.449,05
U.O.S. Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN)
604.790,91
683.731,55
489.751,71
Costi Comuni Area Veterinaria
119.438,94
211.170,30
711.190,22
U.O.C. Servizio Sanità Animale (S.Vet. Area “A”)
1.496.650,15
1.654.396,47
1.594.313,04
U.O.C. Servizio Controllo Igiene Alimenti di Origine Animale
(S.Vet. Area “B)
1.518.770,15
1.439.131,70
1.413.938,14
650.414,34
739.448,99
601.526,08
Costi diretti Dipartimento di Prevenzione
9.441.515,92
10.313.958,20
10.416.641,52
Costi generali e amministrativi Dipartimento di Prevenzione
1.071.438,29
1.215.854,70
1.246.040,58
10.512.954,21
11.529.812,90
11.662.882,10
308.636.631,82 321.863.702,19
324.369.137,60
Costi Comuni Area Igienistica
U.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP)
U.O.C. Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche
(S.Vet. Area “C”)
TOTALE COSTI DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
TOT. COSTI PRODUZIONE AZ.ULSS 17
Incidenza % sui costi di produzione
3,41
3,58
3,60
Fig.30 - Incidenza dei costi del Dipartimento di Prevenzione sul totale dell’AUlss 17 - anno 2007 2008 2009
96,59%
80
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Tab.56 - Costi del Dipartimento di Prevenzione
I costi del Dipartimento di Prevenzione
Anno2007
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
Anno2008
3,41%
Anno2009
3,58%
96,42%
Dipartiamnto di Prevenzione ULSS17
96,40%
3,60%
Costo
personale
2007/
servizio
Costo
personale
2007/
dip.to
Costo
personale
2008
Costo
personale
2008/
servizio
Costo
personale
2008/
dip.to
Costo
Personale
2009
Costo
personale
2009/
servizio
Costo
personale
2009/
dip.to
Direzione
Dipartimento
di Prevenzione
342.045,33
92,62%
3,25%
378.846,41
92,90%
3,29%
304.002,30
86,52%
2,61%
Costi Comuni
Area Igienistica
58.123,19
61,93%
0,55%
56.277,98
61,81%
0,49%
38.429,04
50,10%
0,33%
U.O.C. Servizio
Igiene e Sanità
Pubblica (SISP)
1.452.114,35
56,17%
13,81%
1.499.509,73
51,99%
13,01%
1.418.522,08
50,05%
12,16%
UU.OO.
Screening
172.581,35
62,69%
1,64%
187.533,05
58,05%
1,63%
153.948,93
58,45%
1,32%
U.O.C. Servizio
Prevenzione
e Sicurezza
Ambienti di
Lavoro (SPISAL)
914.917,28
95,80%
8,70%
1.014.919,17
96,49%
8,80%
1.000.170,15
96,25%
8,58%
U.O.S. Servizio
Educazione e
Promozione alla
Salute (SEPS)
238.922,34
96,03%
2,27%
278.739,08
96,92%
2,42%
255.378,81
90,47%
2,19%
U.O.S. Servizio
Tutela Attività
Sportive (STAS)
394.477,70
93,63%
3,,75%
373.503,46
92,54%
3,24%
330.691,10
90,81%
2,84%
U.O.S. Servizio
di Medicina
Legale
319.047,78
84,44%
3,03%
392.401,55
85,34%
3,40%
372.794,11
81,32%
3,20%
U.O.S. Servizio
Igiene Alimenti
e Nutrizione
(SIAN)
583.832,78
96,53%
5,55%
663.271,91
97,01%
5,75%
658.809,07
1,35%
5,65%
Costi Comuni
Area Veterinaria
42.445,65
35,54%
0,40%
44.250,45
20,95%
0,38%
95.092,74
13,37%
0,82%
U.O.C. Servizio
Sanità Animale
(S.Vet. Area “A”)
1.216.685,18
81,29%
11,57%
1.391.255,13
84,09%
12,07%
1.348.403,11
84,58%
11,56%
U.O.C. Servizio
Controllo Igiene
Alimenti di
Origine Animale
(S.Vet. Area “B)
1.475.658,14
97,16%
14,04%
1.405.848,82
97,69%
12,19%
1.356.562,02
95,94%
11,63%
U.O.C.
Servizio Igiene
Allevamenti
e Produzioni
Zootecniche
(S.Vet. Area “C”)
636.024,85
97,79%
6,05%
727.872,04
98,43%
6,31%
570.190,73
94,79%
4,89%
Relazione Attività 2009
81
10 Il territorio
dell’azienda ULSS17
20 Il Dipartimanto
di Prevenzione
26 Attività di
Sanità Pubblica
32 Alimentazione
40 Le malattie
infettive
48 Le malattie
cronico-degenarative
52 La sicurezza nei
luoghi di lavoro
60 Il mondo animale
68 L’educazione e promozione
della salute e la medicina sportiva
72 Progetti
innovativi
80 I Costi del Dipartimento
di Prevenzione
Realizzazione
La Relazione dell’attività 2009 del Dipartimento di Prevenzione
è stata realizzata da:
Gruppo di redazione:
Cristina Bordin
Antonio Ferro
Edi Ruffin
Ferdinando Salterini
Chiara Zambon
Si ringraziano per la collaborazione:
Luana Belcaro
Morena Bergami
Maria Cristina Bettini
Raffaella Camilotto
Susi Campi
Nicola De Paoli
Maria Cristina Donato
Maria Grazia Favaro
Federico Ferlini
Anna Ferraresso
Virio Gemignani
Anna Lombardo
Doriano Magosso
Maria Luisa Manci
Fabio Mingardo
Paolo Palonta
Pierpaolo Pavan
Maria Gabriella Penon
Rosella Piccolo
Chiara Schiavinato
Agostino Sinigaglia
Francesca Talpo
Graziano Tasinato
Marilena Tecchio
M. Cristina Trevisan
Angelo Vanzan
Luciano Zanella
Concept grafico
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Impaginazione
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Stampa
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