Per i family office più strategia e meno finanza

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Per i family office più strategia e meno finanza
19/2/2016
Il Sole 24 Ore
PRIVATE BANKING
Il Sole 24 Ore
16 FEBBRAIO 2016
Per i family office più strategia e meno finanza
Tanta promozione delle imprese all’estero
Family office e imprese private. Le strutture più attive stanno accelerando sul fronte dell’innovazione e puntano a offrire sempre
più servizi personalizzati in un mercato che si è fatto molto competitivo. Secondo gli esperti, l’industria si dividerà in strutture
mono o multinazionali, ovvero che seguono clienti di singole o svariate nazionalità, e mono o multiresidenti, cioè che seguono
famiglie solo in un Paese o in tutti i Paesi di residenza fiscale dei componenti familiari. Diventeranno importanti ì servizi di trust,
assicurativi e previdenziali, per creare e gestire una rendita o un capitale nel medio lungo termine. La conservazione dei patrimoni
di famiglia assumerà un’importanza sempre maggiore, come pure la gestione del passaggio generazionale (e, quando questo non è
possibile, il sostegno all’imprenditore per mettere l’impresa sul mercato).
I family office che fanno solo consulenza, oggi predominanti in Italia, sono infatti destinati ad aggregarsi con altri che fanno anche
gestione. E molti, così come accade all’estero, si specializzeranno su tematiche non strettamente legate agli investimenti.
Nell’industria il principale driver è una minore enfasi sulla componente finanziaria rispetto alla consulenza non finanziaria.
Tra i servizi innovativi ai quali stanno puntando alcuni player c’è senz’altro quello di supporto all’attività d’impresa. Come spiega
bene Andrea Caraceni, Ad di Cfo Sim, il più grande family office italiano, l’interesse degli investitori internazionali sull’Italia è
sensibilmente cresciuto negli anni e quindi il ruolo del family office è anche quello di aiutare l’impresa a collocarsi su certi mercati
sia come player sia nell’ipotesi in cui si decida di vendere o di acquisire delle aziende estere.
«Nel 2015 gli investitori esteri hanno superato per la prima volta il 50% di possesso del made in Italy di Piazza Affari - ricorda
Caraceni-. Vengono apprezzate soprattutto la capacità di fare sistema, di innovare, di progettare. Il 43% di tutte le imprese (anche
le non quotate) è ancora controllato dalle famiglie. Cruciale diventa pertanto il ruolo dei family office che, a differenza di banche e
società di gestione finanziaria, non si occupano solo della intermediazione finanziaria, ma forniscono servizi di servizi di
consulenza a 360 gradi per le famiglie e per le loro aziende». Cfo nell’ultimo biennio ha seguito più acquisizioni in giro per il
mondo per le imprese dei clienti «e allo stesso tempo ci siamo strutturati - conclude Caraceni - anche con una sales forceanglofona,
per attrarre investitori esteri in Italia nei processi di quotazione e/o per gestire trade sale su scala internazionale».
«Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i casi di aziende italiane acquisite da operatori esteri. La ragione principale è da
ricercarsi nelle eccellenze esistenti nel nostro paese in ambiti come la meccanica, l’elettronica, la cantieristica navale, il cibo, il
lusso - gli fa eco Sergio Buonanno, managing director di Idea Capital Funds SGR -. Tra i principali acquisitori internazionali, un
peso crescente lo sta assumendo la Cina, le cui aziende sono alla ricerca di tecnologie e prodotti di qualità da lanciare sul proprio
vastissimo mercato interno». Anche Idea Capital Funds è coinvolta positivamente da questo fenomeno, avendo ceduto nei mesi
scorsi la propria partecipazione in Meta System a Deren Electronic, società attiva nell’elettronica per auto quotata alla Borsa di
Shenzen.
«Ma abbiamo anche supportato l’avvio da parte di un’altra partecipata, l’umbra Smre attiva nel settore delle tecnologie per i
veicoli elettrici che approderà in Borsa nei prossimi mesi - conclude Buonanno -, di una joint venture in Cina con un partner locale
interessato a una relazione industriale di lungo termine».
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