Diapositiva 1 - Primo Circolo Mercato San Severino

Transcript

Diapositiva 1 - Primo Circolo Mercato San Severino
Da Rota a San Severino
L’oppidum di Rota , ubicata alle pendici di un anfiteatro
di lussureggianti colline che digradavano dolcemente da
San Marco Camporotondo (Camporutundo) fino a
Pandola (Pandula) e ad Accigliano ,alla zona” Ferriere
“verso Montoro, originariamente era un mucchio di
case sparse in una delle più belle valli dell’alto Sarno e
dell’alto dell’Irno, ricca di vigneti , querceti e castagneti
. La valle era attraversata dalla Solofrana, che
anticamente si chiamava Flubio (Fiume delle Bocche).
 La Solofrana, aveva un doppio nome Flubio-rivus




,siccus-rivus (risicco)una parte era corso d’acqua
(flubio), mentre l ‘altra parte era asciutta (rivus
siccus)
Usata d’inverno come strada dai pastori Sanniti per il
trasferimento delle greggi in pianura (tratturo o
transumantico fluviale).
Prendeva il nome di Saltera da San Severino a
Nocera, dove si immetteva nel Sarno.
Il Flubio-rivus siccus, non aveva un alveo naturale
,aveva una consistente portata di acqua , era
soggetto a straripamenti che comportavano
l’impaludamento del fondovalle.
In epoca antica parte della valle di San Severino era
occupata da palude.
 I Sanniti furono un antico popolo italico stanziato in un




territorio, detto Sannio,corrispondente agli attuali territori della
Campania, dell'alta Puglia, del Molise, del basso Abruzzo, e
dell'alta Lucania (Basilicata).
Parlavano la lingua osca, una lingua indoeuropea del gruppo
italico.
I Sanniti si suddividevano in quattro gruppi: Caudini, Irpini,
Pentri e Carricini.
Tribù riunite nella Lega sannitica, assoggettarono gli Osci. Nel
IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica romana.
Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannitiche sancirono la
supremazia dei Romani. I Sanniti furono romanizzati, in un
lungo processo che si concluse soltanto nei primi secoli del I
millennio d.C.
La Lega Sannitica era un'entità governativa e militare tesa a
tenere testa a Roma
pelli
.

 In epoca romana ,per la sua posizione geografica, gli
abitanti di oppidum Rota, la tribù Menenia,
esigevano ,a chiunque transitasse con un carro,
lungo la strada che dal nord attraverso Benevento,
Avellino e Salerno portava in Calabria ,un pedaggio
“pro-rota”,secondo i numero delle ruote,per la
manutenzione delle strade e perciò chiamata
“Oppidum Rota”da rotaticum”.Per Rota passava la
Annia-Popilia la strada che collegava Capua a
Reggio Calabria (Via Capua-Rhegium). Ad essa si
collegava: la via Herculea che da Nerulum portava a
Venosa, passando per Grumentum, Potentia, Anxia.
Anche la città della Magna Grecia ,Pesto,era
raggiungibile da Napoli ,solo attraverso Rota. Per
Rota transitavano le legioni che da Capua si
recavano in Calabria e in Puglia.

Roma e i secoli di storia partono ufficialmente nel 753 a.C. sulle pendici del colle
Palatino, in un momento in cui gli Etruschi e i coloni greci occupano aree vicine.
La tradizione dà a Romolo la paternità del villaggio, tracciato nel perimetro con un
aratro.

Nel 509 a.C., fino al 27 a.C.fu una Repubblica e si fondono le basi del diritto civile ,
"res publica.

Roma, da villaggio, diventa in pochi secoli capitale di un impero e, con le guerre
puniche, la dominatrice incontrastata del mar Mediterraneo.

L’espansione territoriale ridefinisce il concetto di "res publica", lo stato. Dopo
l’assassinio di Cesare (44 a.C.) e il contrasto tra Marco Antonio alleato con
Cleopatra da una parte e Ottaviano, nipote di Cesare, nasce : il principato. Il
"princeps" (da "primum caput“ , primo cittadino) fonda l’impero in un assetto
unificato e pacificato che dura fino al III secolo d.C. ("pax romana"). Durante
questi secoli l’impero romano raggiunge il suo splendore.

Con il III secolo d.C., Roma via via perde il ruolo centrale per la vastità e
universalità del suo regno, finché Diocleziano separa in due parti l’impero
ristrutturando profondamente economia, finanze, politica e burocrazia.

Il Cristianesimo, autorizzato ufficialmente nel 313 d.C. da Costantino il Grande
con l’editto di Milano, contribuisce a sostenere l’ Impero.

Nel IV secolo il baricentro dell’impero si sposta verso oriente, dopo le successive
invasioni in Italia di Barbari, Visigoti e Vandali, che arrivano a saccheggiare
persino la città di Roma.

Il VI secolo vede la scomparsa dell’impero romano, lasciando alla storia il merito
di aver creato e unificato il cosiddetto "mondo civile".
 Probabilmente inella zon esisteva un castrum romano.
 I Romani conoscevano questa cittadina già dalla




seconda guerra punica.
Colonia della tribù Menenia, era popolata da coloni
Romani che avevano il ruolo primario di riscuotere il
pedaggio e controllare le valli del Sarno e dell’Irno.
Col passare dei secoli, la sua funzione militare cedette il
passo a quella commerciale. La città era attraversata
dalla Via Popilia, che collegava Roma alla Lucania e a
Reggio, e di conseguenza divenne un nodo cruciale per i
traffici da e per l'Italia meridionale.
I ritrovamenti archeologici, benché frammentari, fanno
pensare a una città florida. Il decumano maggiore era
l'attuale corso Diaz
Con le invasioni barbariche e la guerra greco-gotica,
seguì il destino di molti paesi italiani,cioè il declino.
 Lungo la ferrovia sono stati ritrovati alcuni
reperti i difensivi di epoca romana ,mentre là
dove passava il decumano (corso Diaz) resti
che attestano il percorso dell’acquedotto
Augusteo “Serino-NeapolisMisenum“,chiamato erroneamente
acquedotto Claudio. (costruito nel periodo
compreso tra il 33 e il 12 a.C. quando Marcus
Vipsanius Agrippa era curator aquaruma
Roma) ,mentre tracce di una centuriazione in
località Faraldo ,la Torre romana di Marcello,
rimaneggiata nel Medio Evo, è oggi è l'unica
testimonianza dell' Oppidum Rota, insieme ad
alcuni toponimi (Acigliano, Spiano, municipi
romani).
 La torre probabilmente costruita al tempo della
Seconda guerra Cartaginese nel 215 A.C ,quando
le truppe di Claudio Marcello e Quinto Fabio
affrontarono Annibale a Canne nel 179 A.C.
 Con il cristianesimo anche nell’oppidum di Rota,
i luoghi di culto pagano, si trasformarono in
luoghi di preghiera cristiani a tal proposito tracce
di epoca romana sono state accertate in un
complesso del VI sec , che in epoca tardo antica
e , altomedievale utilizzato prima come cimitero e
poi come chiesa plebs , Santa Maria a Rota, in
seguito denominata San Marco a Rota.
 Il nome della chiesa compare per la prima volta in un





atto notarile del’803 stipulato in Rota in atrio Sancte
Marie .
Uno scavo successivo , nella zona retrostante
all’abside, ha rivelato che la costruzione poggiava su
uno strato più antico di epoca età imperiale.
I resti altomedievale più antichi corrispondono a
sepolture in lastroni di tufo, del VI e dell’VIII secolo.
Ci sono anche sepolture successive ,in pietre e calce e
in terra.
I materiali e le tecniche costruttive di buona fattura
hanno evidenziato una continuità dall‘epoca romana
fino al pieno Medioevo .
Non esistono tracce di costruzione contemporanee
all’arrivo dei Longobardi .
 Le poche notizie circa l’insediamento romano e la
sua successiva trasformazione , nell’alto
Medioevo fanno pensare a un certa continuità
almeno fino all’XI secolo.I
 l centro amministrativo longobardo di Rota si
trovava nella zona di Curteri a suggerirlo è lo
stesso toponimo, che significa presso una curtis .
 In principio si tratta solo un centro
amministrativo e fiscale, intorno al quale
ruotavano casali e piccole contrade.
 In seguito agli sconvolgimenti provocati delle
invasioni barbariche e il crollo del mondo romano
anche in queste terre la Chiesa fu l’unico
sostegno per le popolazioni di questa vallata.
 Nel 535-553 il territorio fu conquistato da Belisario ( 536-539).
 successivamente da Totila (543), che distrusse tutte le opere
difensive esistenti, per impedire ai Bizantini l’occupazione del
territorio.
 I bizantini avanzarono da Napoli nella valle , ciò è testimoniato
dall’eremo monastico di sant’Elia, sulla montagna che sovrasta
Sant’Angelo di Mercato San Severino, dai toponimi ,ponte di
Catavati e da Penta ,frazione di Fisciano. I
• n questo periodo la terra de Rota conobbe i tempi bui dell’ esoso
fiscalismo bizantino, pestilenze , carestie ed eruzioni del Vesuvio
.La guerra greco-gotica , tra Belisario e Totila ,seguita dalla sosta
di Narsete e di Teia nel bacino del Sarno, provocò l'abbandono
della valle e la fuga degli abitanti sulla collina del Palco. In
questo periodo Rota ebbe una grande importanza nella pianura
per la sua posizione di valico tra le valli dell’Irno e del Sarno.
 La dominazione bizantina nella valle dell'Irno durò fino





alla calata dei Longobardi sul finire del VI secolo d. C: nel
571 essi, discesero la penisola italiana e fondarono il
Ducato di Benevento.
Zottone ,Duca di Benevento , attaccò i bizantini .I
longobardi da Conza e da Benevento dilagarono nelle
pianure di Nocera e di Pesto.
Realizzando il sogno ambito da tempo dai duchi
beneventani di aver un posto sul Tirreno,ma a Napoli i
bizantini, venuti in Italia con l’intento di ricostruire ’Impero
romano d’Occidente.
I Longobardi dovettero ripiegare su Salerno ,dalla prima
metà del VII secolo alla prima metà del IX secolo,.
I longobardi posero, secondo l'organizzazione del diritto
longobardo, una base territoriale ,il "guastaldato del
Principato citeriore ,di Rota”, (un governatorato locale).
Il guastaldo, rappresentava il potere politico,
amministrativo e giudiziario per conto del Duca di
Benevento.
 La guerra greco-gotica , tra Belisario e Totila ,seguita
dalla sosta di Narsete e di Teia nel bacino del Sarno,
provocò l'abbandono della valle e la fuga degli
abitanti sulla collina del Palco.
 In questo periodo Rota ebbe una grande importanza
nella pianura per la sua posizione di valico tra le valli
dell’Irno e del Sarno.
 La dominazione bizantina nella valle dell'Irno durò
fino alla calata dei Longobardi sul finire del VI secolo
d. C: nel 571
 I longobardi, discesero la penisola italiana e
fondarono il Ducato di Benevento. Zottone ,Duca di
Benevento , attaccò i bizantini strappando loro il
territorio di Rota.
 Rota estendeva la sua giurisdizione politica e
amministrativa su un vasto territorio che arrivava
fino a :Serino, Forino, Bracigliano, Siano, Calvanico,
Pellezzano e Baronissi, lasciando la cura religiosa
del territorio nelle mani del vescovo di Salerno. La
distruzione e la scomparsa della Rota romana è
legata all’ opposizione armata degli abitanti al
passaggio dei Longobardi diretti alla volta di Salerno
e di Nocera. Le scorrerie Saraceni, lungo la valle
dell'Irno come quella guidata da Abdilai , le guerre
civili durate tutto il IX secolo fecero sì che Arechi I
rinforzasse l'antica “oppidum Rota” facendone un
complesso difensivo adeguato alle esigenze per chi
avesse voluto dall'interno,dal Sannio attaccare
questa valle.
 I longobardi da Conza e da Benevento dilagarono
nelle pianure di Nocera e di Pesto.
 Realizzano il sogno dei duchi beneventani di aver
un posto sul Tirreno.
 A Napoli i bizantini, venuti in Italia con l’intento di
ricostruire l’Impero romano d’Occidente, non
cedettero ,per cui i Longobardi dovettero ripiegare su
Salerno.
 Dalla prima metà del VII secolo alla prima metà del
IX secolo, i longobardi posero, secondo
l'organizzazione del diritto longobardo, una base
territoriale ,il "guastaldato del Principato citeriore ,di
Rota”, (un governatorato locale),il guastaldo,
rappresentava il potere politico, amministrativo e
giudiziario per conto del Duca
 Rota estendeva la sua giurisdizione politica e
amministrativa su un vasto territorio che arrivava a
:Serino, Forino, Bracigliano, Siano, Calvanico,
Pellezzano e Baronissi.
 La cura religiosa del territorio era nelle mani del vescovo
di Salerno. La distruzione e la scomparsa della Rota
romana è legata all’ opposizione armata degli abitanti al
passaggio dei Longobardi diretti alla volta di Salerno e di
Nocera.
 Le scorrerie Saraceni, lungo la valle dell'Irno come
quella guidata da Abdilai , le guerre civili durate tutto il IX
secolo fecero sì che Arechi I rinforzasse l'antica
“oppidum Rota” facendone un complesso difensivo
adeguato alle esigenze per chi avesse voluto
dall'interno,dal Sannio attaccare questa valle.
 Il castello di Rota,ha la sagoma di un triangolo rovesciato




con l’ingresso principale destra , sul lato sinistro piccole
torri quadrate ,una triplice cinta muraria.
Situato in zona Palco dominava la principale strada che
univa il Principato Citra “ a serris Montorii Citra Salernum
“con il Principato Ultra a” Serris Montorii Ultra Salernum.
Attraverso Rota, Arechi conquistò Salerno.
I longobardi si stabiliscono nella piana dell’antico
oppidum di Rota esercitando la loro giurisdizione in
villaggi come: Pandola, Piazza del Galdo, Galdo,
Faraldo, Lombardi, Curteri, Corticelle, S. Martino, S.
Angelo, toponimi e dedicazioni ecclesiali sono tipiche dei
Longobardi.
I confini amministrativi di Rota sono l’actum Forinese
(verso Avellino), l’actu Nucerie (verso Napoli), Acquamela
(verso Salerno) e le Serre di Montoro e di S. Michele
(verso est) .
 La fortificazione dell'antico “oppidum Rota” porta a una




ripresa economica della valle di Rota
Il territorio assume l’impronta di un’ organizzazione
ruotante intorno alla Chiesa e a un castello.
I longobardi quando si stabilirono a Rota, abbandonarono
la ferocia dei primi tempi,ma conservano la loro
organizzazione prettamente militare e sociale, “la fara”.
Aggregazione omogenea e compatta di famiglie con
funzioni militari di esplorazione, di attacco e di occupazione
di territori ,che consentì ai Longobardi di adattare le loro
tradizioni a alle organizzazioni locali.
I longobardi pertanto lasciarono l’insediamento fortificato
preesistente sulla collina del Palco, favorendo il processo
d’arroccamento, di incastellamento dell’intera valle di Rota,
infatti per sfuggire alle invasioni e alle scorrerie varie gli
abitanti chiesero la difesa intorno al castello .
 I Normanni, popolazione d'origine Scandinava, si erano nel 911






stanziati in Normandia e successivamente si inseriranno nelle contese
sorte tra gli arabi di Sicilia e i bizantini di Puglia e di Calabria.
Essi con la riconquista sottrassero agli arabi la Sicilia .
Nel 1059 ottengono il privilegio di considerarsi vassalli del pontefice e si
guadagnano il riconoscimento dei diritti feudali sull'Italia meridionale.
Maggiori fautori dell'opera di conquista della terra di Sicilia, furono gli
Altavilla: Roberto il Guiscardo e Ruggero.
Nel 1063 nella battaglia di Cerami cacciarono i Musulmani dalla Sicilia.
Ruggero d'Altavilla, dopo la morte del fratello Roberto avvenuta nel
1085, governò col titolo di gran conte di Sicilia e di Calabria dimostrando
un notevole spirito di tolleranza verso i vinti.
I Normanni formarono uno Stato che, si avvarrà di un apparato di
funzionari statali e del Parlamento con funzioni di controllo sullo stesso
Re, attraverso i nobili e il clero e le rappresentanze di città libere .





i normanni erano noti per lo spirito di avventura, il
coraggio e l'abilità che dimostravano in guerra.
I normanni erano lo più mercenari .
ROBERTO D’ALTAVILLA.
Contro il potere del papato, Roberto tentò di attuare un
piano che lo vedeva re di un grande stato nell'Italia
meridionale.
Per aprirsi la strada verso la Sicilia, il Guiscardo si alleò
con papa Leone IX rinunciando a Benevento.
Nel 1059 con l'accordo di Melfi ottenne dal papa Nicolò II
l'investitura di duca di Puglia e di Calabria,
riconoscendosi suo vassallo.
Quando salì sul trono del Regnum Guglielmo I (detto il
Malo), figlio di Ruggero la Sicilia era sconvolta dalle lotte
feudale e dalle tensioni sociali che spesso sfociavano in
insurrezioni .
Alla morte di Guglielmo I, sotto la reggenza di Guglielmo,
la Sicilia conobbe un periodo relativamente tranquillo e
per questo il nuovo re fu detto il Buono.

Guglielmo II proteggeva gli intellettuali del tempo, soprattutto i poeti arabi.
Segno visibile della politica di Guglielmo è ancora oggi la grandiosa abbazia
di Monreale a cui seguì la costruzione della Cuba e della Zisa a Palermo.

Guglielmo II cercò anche l'alleanza di Federico Barbarossa per difendere il
suo regno da nord.
 L'alleanza fu suggellata dal matrimonio di Costanza d'Altavilla ed Enrico,
figlio del Barbarossa;
 Unione che mise in discussione il problema di successione in quanto
Guglielmo II era senza discendenti maschi e gli imperatori di Germania
potevano così diventare re di Sicilia .

Guglielmo II morì nel 1189 e al trono successe la zia Costanza, moglie di
Enrico VIHohenstaufen.
 Molto tempo dopo, alcuni nobili normanni scelsero Tancredi, nipote illegittimo
di Guglielmo, come loro re.
Tra alterne vicende il regno di Tancredi non si rivelò facile .
 Enrico VI pianificava di conquistare la Sicilia.
 La flotta siciliana non fece nulla per fermare Enrico e Messina accolse i
tedeschi con entusiasmo.
Il regno di Enrico VI ebbe vita breve e fu caratterizzato dalle rivolte della
nobiltà locale; nel 1197 le sue spoglie furono deposte nella cattedrale di
Palermo.

Federico II di Svevia
Celebre per la sua cultura, per il desiderio di conquista e per la determinazione
sviscerata nella lotta contro il potere papale, Federico II di Svevia si è meritato
l'appellativo di Stupor Mundi.
Giovane figlio di Enrico VI, Federico II fu inizialmente affidato al papa Innocenzo III
che non fu in grado di difenderlo dall'attacco dei baroni tedeschi nel 1197.
Eletto re in Germania nel 1211, Federico II si fece incoronare imperatore del Sacro
Romano Impero da papa Onorio III, allo scopo di entrare in possesso del regno
normanno.
In Sicilia restaurò l'ordine dopo il periodo di anarchia subentrato alla morte del padre;
con l'energia che lo distingueva seppe domare le tensioni interne, l'aristocrazia
feudale, e trasformò la Sicilia in una vera e propria fortezza costruendo opere
poderose.

Circondandosi di validi ministri e funzionari come Taddeo di Sessa e Pier dalla Vigna,
promulgò la Costituzione melfitana nel 1231: primo documento in cui prende corpo
l'idea di uno stato assolutamente accentrato nelle mani del sovrano.
Nel 1227 Federico prese parte alla quinta crociata liberando i luoghi santi dal potere
incontrastato del sultano d'Egitto.
Il mecenatismo di Federico II si espresse non soltanto nella politica ma anche nell'arte
e nella scienza, soprattutto quella astratta. La sua corte era frequentata da grandi
letterati e uomini di genio: tra le sue passioni vie era la poesia, alla quale diede
impulso con la scuola siciliana.
Lo Stupor Mundi morì nel 1250, privando la Sicilia di una guida illuminata.

L'arte e l'architettura arabo-normanna furono, per
tutto il 1100, un vivace fenomeno culturale. "Lavori in
legno e mosaici.
 Con le sue cinque cupole rosse, San Giovanni degli
Eremiti sembra tanto una moschea quanto una
chiesa cristiana.
La chiesa nota come la Martorana (S. Maria
dell'Ammiraglio) aveva intorno alla base della cupola
un'iscrizione araba di un inno greco.
La Cappella Palatina di Ruggero a Palermo…con
uno stupendo soffitto arabo dipinto, la cupola
bizantina e i mosaici greci.
,
 II territorio del gastaldato di Rota veniva indicato con il toponimo”






rotense finibus”.
Ben presto il castello di Rota ebbe un’autonomia militare e un
legame personale di fiducia col duca.
Con la conquista normanna la funzione di governo e di gestione
economica continuò all’interno del comes, cioè del castello.
Curteri, continuò ad essere frequentata, divenne uno dei tanti centri
abitati rurali che componevano il territorio di San Severino.
La nuova sede feudale fortificata si inserisce in un tessuto urbano
fatto di abitazioni rurali o semplici casupole fuori dalle mura.
L’urbanizzazione all’interno del castello fu scarsa . L’economia
curtense ,del territorio di San Severino, dipendeva dalla produttività
delle terre della collina del Palco coltivata a terrazzamento dai servi
della gleba ,dai molti terreni del fondovalle dati in affitto, abbastanza
produttivi da assicurare cospicue rendite al feudo di Sanseverino.
Verso la metà dell'Alto Medioevo si assistette alla moltiplicazione di
ville rustiche come conseguenza alla coltivazione sistematica dei
terreni del fondo valle ,questo favorì la nascita di è un vero è proprio
centro abitato . Le colture più diffuse erano i noccioli , la vite e il
grano e altri cereali, maggese ,fave e ortaggi vari.
 Già durante la dominazione longobarda,vennero
realizzato numerosi pozzi per sfruttare al massimo
l'acqua per la produzione agricola .
 Lungo il Solofrana c’erano molti mulini ad acqua .
 Il normanno Troisio conquistò un territorio fiorente , un
importante centro amministrativo e strategico crocevia tra
la pianura vesuviana, l’avellinese e il beneventano a
Nord e Salerno e la pianura pestana a Sud.
 Non è facile stabilire se già allora vi fosse un castrum o
qualche altra struttura difensiva altomedievale sulla
collina del Palco, dove attualmente sorge il castello di
Mercato San Severino,gli scavi effettuati hanno restituito
alcuni reperti alto-medievali ,qualche punta di freccia
,monete ,alcuni vasi e cocci in terracotta invetriata una
brocca in bronzo colonnine con capitelli conservati nel
museo ricavato in alcuni locali di palazzo Vanvitelliano .
 Gli studi sul castello indicano che le strutture più antiche




di epoca longobarda sono la torre di destra senza
merli,mentre la forticazione del maniero si deve ai
normanni .
I discendenti di Troisio saranno primi i signori del
castrum.
Troisio fece proprio il culto di Severino, santo venerato
all’ interno della cinta muraria del castello longobardo.
Culto legato alla traslatio delle reliquie del santo,
avvenuta nel 902 dal castrum Lucullanum presso un
monastero benedettino di Napoli dei SS. Severino e
Sossio.
Una reliquia di San Severino venne donata al comes
longobardo di Rota il quale l’avrebbe trasferita all’interno
del castello in collina , nella cappella comitale all’inizio
dedicata a San Severino e in seguito detta Sancta Maria
de castro ,riconosciuta anche da Innocenzo
 Nel 1288, ospitò, tra le altre, una reliquia di San




Tommaso poi trasferita nella chiesa di San Domenico a
Salerno.
In quel periodo nel castello erano presenti tre chiese.
Gli eredi di Troisio assunsero Il titolo San Severino e
iniziarono a fortificare con mura, torri e fossi il castello
,adottarono e potenziarono il culto già presente nel
territorio per legittimare la loro occupazione attraverso
una devozione tradizionale.
I normanni, presidiarono rigorosamente il territorio
Sanseverino con postazioni difensive, in grado di
accogliere al suo interno la popolazione in caso di
pericolo.
Le prime notizie su Turgisio risalgono al 1045 circa,
quando giunse in Italia come cavaliere con il fratello
Angerio. Per il suo valore in battaglia, nel 1061 fu
investito da Roberto il Guiscardo della contea di Rota,il
centro popoloso ,Turgisio tolse altre terre e casa , chiese
ed abbazie al principe longobardo Gisulfo.
 Turgisio nel settembre 1067, nel Concilio di
Melfi, per intervento del vescovo di Salerno,
Alfano, venne scomunicato dal Papa Alessandro
II, col quale poi si riconciliò dopo un incontro a
Capua.
 Turgisio nel 1077 fu confermato conte di Rota e
investito dei nuovi possedimenti nella valle di
Mercato San Severino, dove stabilì la sua
dimora. Dal nome del castello i suoi successori
assunsero il cognome dinastico de Sancto
Severino.Nel 1081 Turgisio morì e gli succedette
nel feudo di Sanseverino il primogenito Ruggero,
che sposò la longobarda Sica, nipote di
Guaimario IV di Salerno.
Degli altri figli di Troisio, Silvano divenne signore di
Roccapiemonte, Troisio II del Cilento, di
Montemiletto e di Bracigliano, mentre Diletta andò
sposa al milite Eremberto. La famiglia, dagli anni
Sessanta dell’XI secolo, venne in possesso di altri
territori.Nella seconda metà del XIII secolo, i
Sanseverino furono tra i maggiori fautori della
causa guelfa,essi vennero ripagati con cariche di
grande prestigio e dagli Angiò e con cospicue
assegnazioni territoriali.