GLI IDEOGRAMMI PER LA PELLE E PER IL CUOIO NEI

Transcript

GLI IDEOGRAMMI PER LA PELLE E PER IL CUOIO NEI
GLI IDEOGRAMMI PER LA PELLE E PER IL CUOIO
NEI TESTI MICENEI
di ANNA SACCONI
I) Introduzione. 2) Ideogramma *152. 3) Ideogramma *153. 4) Ideogramma *154. 5) Ideogramma *150. 6) Ideogramma *146 : A. La legatura PTE + WE; B. Le varianti' abnormi'
dell'ideogramma *146; C. Gli usi ideografici del segno PTE in miceneo; D. Il segno PTE
nell'ideogramma *146 abbreviazione di (DI)-PTE-(RA). 7) Ideogrammi *165 e *166. 8) Il
segno WE determinativo degli ideogrammi *146 e *166 abbreviazione di *were. 9) Confutazione delle argomentazioni a sostegno dell'affinità semantica dell'ideogramma *146 col *159.
IO) Dipteraporo.
1. Dall'epoca preistorica il cuoio, e più ancora le pelli grezze o semilavorate furono ampiamente adoperati dai proto-greci come da tutti gli
altri popoli dell'antichità 1. Solo successivamente l'impiego dei tessuti ne ha,
più che sostituito, spostato l'uso verso altre destinazioni 2. I testi in lineare
B registrano, attraverso leggende sillabiche e ideografiche, sette tipi di animali 3
l Cfr. G.A. BRAVO, Storia del cuoio e dell'arte conciaria, Torino 1964, p.
22: " Da
tutte le notizie che abbiamo sulle razze degli animali del passato e sul fatto che le pelli
siano state utilizzate prima o dopo l'addomesticamento, si può dire che l'impiego delle
pelli sia precisamente uno degli elementi che permettono di identificare o di classificare
i vari stadi di cultura per i quali è passata l'umanità ".
Una prova del valore attribuito alle pelli in età antica è costituita dal fatto che
i lingotti di rame diffusi dai naviganti egei in tutti i paesi mediterranei hanno la forma
di una pelle bovina (cfr. p. es. G. GLOTZ, Civ. ég., p. 255).
I Dopo l'apparizione delle fibre tessili la pelle è stata adoperata come vestimento
solo in occasioni particolari, per certi personaggi importanti, sopratutto sacerdoti, in
cui lo spirito conservatore è certo molto sviluppato. In particolare ciò è avvenuto
presso i Cretesi: cfr. M.P. NILSSON, MMR2, p. 157, G. GLOTZ, Civ. ég., pp. 82-86 e 94.
8 Sette varietà di bestiame appaiono sulle tavolette rnicenee nel seguente ordine
numerico decrescente: ovini (id. *106 = OVIS) ; caprini (*107 = CAPRA, myc. aiki- gr.
IXr~); suini (*108 = SUS, myc. su- gr. ùc;) ; bovini (*109 =BOS, myc. qoo, *gWou_ gr. ~oi3C;) ;
equini (id. *105 = EQUUS, myc. iqo, *hiqqWos gr. ~Tmoc;); asini (myc. ono gr. i$voc;) ;
cervi (id. *104, myc. erapo gr. ~ÀIX<pOC;). Questa elencazione statistica è stata fatta da
VENTRIS e CHADWICK, Documents in Mycenaean Greek, Cambridge 1956, p. 131.
7
98
Anna Sacconi
e varie qualità di pelle e di cuoio. Ci proponiamo di raccogliere qui di séguito
la documentazione offertaci dalle leggende ideografiche dei testi micenei per
quanto riguarda le pelli e il cuoio. Ci occuperemo pertanto dei seguenti ideogrammi, interpretati o interpretabili, con maggiore o minore sicurezza, come
riferentisi a pelli: *I52, *I53, *I54, *I50, e poi, più in particolare, di *I46
e *I66.
Per il segno geroglifico di alcune iscrizioni di Mallia raffigurante una pelle, cfr. F. CHALes éc,itu,es minoennes au palais de Mallia, Paris 1930, p. 37 s., con i riferimenti
anche ad altri segni scrittori a forma di pelle.
POUTIER,
2. L'ideogramma classificato dal Ventris con il numero *I52 reca chiaramente iscritto il segno fonetico Wl. Esso è attestato nelle tavolette di Pilo
della serie Ma (ciascuna delle quali elenca vari ammontari di sei derrate,
rappresentate dagli ideogrammi *I46 = PTE + WE; 53 = Rl; 44 = KE ;
*I52; 61 = O; 13 = ME), inoltre in Mn II e Wr OI 4 e a Cnosso in M797
e V865 +7526. È stato inteso con 'pelle di bue' nel suo esemplare di KN
M 797 già in Scripta Minoa II, p. 6I, no. B IOI. Questa interpretazione, che
si basa sull'equivalenza Wl = wi(rino), gr. {nvoç< fpwoç 'pelle' 5, e sulla
forma esterna dell'ideogramma, è generalmente accettata 6.
Rimane aperto il problema della determinazione dell'uso o degli usi
a cui era destinata la pelle rappresentata dall'ideogramma *I52. Sebbene
non si possa escludere che *I52 + Wl indichi un corsaletto 7 oppure l'antico
scudo di cuoio' a targa' 8, il tracciato stesso dell'ideogramma può far più
semplicemente pensare ad una pelle di bue probabilmente conciata in attesa
di una più precisa destinazione. Infatti fJLVOç in Omero significa pelle di uomo
o di animale, quasi sempre di bue, che può servire oltre che per gli scudi
(pLVOç da solo significa anche' scudo') a vari usi (cfr. K 261 s. xuvÉ'Ylv ••• pLVOU
1tOL'Yl't'~V 'elmo fatto di cuoio' e K 155 dove si dice che Diomede era a dormire,
, Credo che il sigillo Wr al (manca il numero d'inventario) vada messo in stretta
relazione con la serie Ma di Pila, in quanto che in esso, mentre nel recto appare l'ideogramma *152+ Wl, nel ve,so c'è la parola apudosi (cfr. gr. &1t68oO'Lç e are. &1tU8oO'f-l6ç)
che è attestata a Pila, oltre che nella serie Ma, unicamente in Wr al.
6 Sulla parola micenea wi,ino e i suoi derivati wirinejo wi,ineo wirinijo cfr. più
avanti pp. 123-24.
a Cfr. C. GALLAVOTTI, Documenti e struttura del greco nell'età micenea, 1955-56,
pp. 50 e 179; Docs p. 290. Unicamente il PALMER, lnt. 1963, p. 301 interpreta poco persuasivamente !'id. *152, nonché il *153 e il *154, come differenti parti dello stesso' aromatic plant ': "perhaps Wl stands far' root ' as opposed to raka ' seed ' and kowo far
some other part of the plant. We note that Wl also forms part of the ideogram *157,
which is also an unidentified 'spice'''. Vederne da ultimo le critiche di J. T. KILLEN,
" Antiquity" 1964, p. 149 e di P.Rr. ILIEVSKI, ' ZA' 1966, p. 275.
7 Cfr. C. GALLAVOTTI, Struttura, pp. 50, 179.
8 Cfr. L. A. STELLA, La civiltà micenea nei documenti contemporanei, ' IG ' VI, Roma
1965. p. 80 e n. 45.
Ideogrammi di pelle e cuoio
99
U7tÒ ~' È!cr't"pW't"o pWÒ\I ~OÒç &.ypCXÙÀOLO).
Credo che non solo il Wl in legatura
con l'ideogramma *152 nei testi micenei abbia il valore di wirina 'pelle',
ma anche il Wl dei due sigilli rinvenuti nella campagna di scavo del 1957 9,
Wr 1328 (v: pedie Wl) e Wr 1332 (r: Wl, v: apa), in quanto provengono dalle
stesse" Rooms" 98 e 99 10 situate nell'ala nord-orientale del Palazzo, nelle
quali sono stati trovati alcuni documenti riguardanti cuoio, pellami ed oggetti
di pelle, tra cui proprio il testo Ub 1318, in cui ai rr. 4 e 5 appare la parola
wirina 11.
3. L'ideogramma *153 attestato solo nel testo di Pilo Un 718, che riporto
qui di séguito, viene generalmente trascritto PELLIS KO, laddove KO
è inteso come abbreviazione di myc. kawa gr. XWcxç 12.
+
• Cfr. M. LANG, 'AJA' 1958, pp. 181-91.
Le . Rooms ' 98 e 99 corrispondono secondo la nuova numerazione adottata per
• Rooms' e 'Areas' del Palazzo di Pilo a quelle che precedentemente erano designate come' Rooms ' 86 e 87. Cfr. il . PIan of the Palace of Nestor ' in: A Guide to the
Palace oJ Nestor, Excavations of the University of Cincinnati, Guide Book No. I,
by C. W. BLEGEN - M. RAWSON, University of Cincinnati, 1962, e E. L. BENNETT, The
Find-Spots oJ the Pylos Tablets, 'Mycenaean Studies' 1964, pp. 241-252. I testi trovati
nel 1957 sono: AaI263, SaI264-1270, WaI27I, ACI272-80, AnI281-82, CCI283-85,
CnI286-87, JaI288, QaI289-1312, SaI313, SbI314-15, UbI316-18, UnI319, 1322, WaI32324, WrI325-34, XaI335-36, XbI337-38, XCI339, XnI340-43. Durante gli scavi del 1964
sono stati trovati anche il frammento centrale della Ub1318 ed un'altra parte della.
XC1339 (cfr. M. LANG, 'AJA' 1965, pp. 98-101). In base all'esame di tutti i testi trovati a Pilo nel 1957, nelle stanze 98 e 99 dell'ala nord-orientale del Palazzo, M. LANG
(' AJA ' 1958, p. 191) trae la conclusione che nella Pilo micenea esisteva una industria
specializzata per la lavorazione delle pelli e del cuoio, con un'apposita amministrazione
ubicata nell'area nord-orientale del Palazzo, dove era riposto l'archivio delle registrazioni attinenti all'industria delle pelli e ad altre attività affini. Ma non appare ancora identificato con certezza il nome miceneo del cuoiaio, che E. RISCH vedrebbe in
kurewe confrontando gr. mdlÀoc; (' Athenaeum' 1958, p. 343), L.A. STELLA in kutewa[
confrontando gr. O'Xu"oC; (La civiltà micenea, p. 136 e n. 14) e C.J. RUI]GH in tepeu (antroponimo), femm. tepeja, g.pl. tepejao confrontando gr. (cr)"tpepoc; (' Lingua' 1966,
pp. 140 -4 1 ).
11 Le altre attestazioni ideografiche del segno sillabico Wl sono: ideogramma a sé
stante, di valore incerto, in PY Un219.IO, determinativo in legatura dell'ideogramma
*157 (dove è probabilmente abbreviazione di wiriza gr. p[~1X < fp[~1X 'radice ') e forse
dell'ideogramma *158 non interpretato con sicurezza.
12 Già nel 1955, indipendentemente dalla decifrazione ventrisiana, in base al tracciato esterno dell'ideogramma, che raffigura una pelle, il BENNETT, The Pylos Tablets 2 ,
p. 202, aveva inteso con' Sheepskin ' l'ideogramma *153. Tale valore è stato poi confermato da VC, Docs pp. 49, 283, 398 (Glossary, s.v. kowo), che hanno visto nel KO inserito
nel tracciato principale dell'ideogramma un'abbreviazione di myc. kowo cioè kowos,
homo xwocc;, ma plur. xcile:lX. L'interpretazione di KO come abbreviazione di kowo è resa
sicura dal fatto che kowo al. r. 4 di Un718 precede l'ideogramma *153. La ripetizione
dello stesso concetto a mezzo sia della leggenda sillabica che di quella ideografica si ritrova, sempre al r. 4, per t~W02 gr. "tlpOC;, accanto a cui è scritto il monogramma
lO
100
5
IO
Anna Sacconi
sarapeda posedaoni dosomo
owidetai dosomo toso ekera 2wo
dose GRANUM 4 VINUM 3 TAURUS
turo 2 TU + R0 2 IO kowo PELLIS+KO
merito V 3
I
I
odaa 2 damo GRANUM 2 VINUM 2
ARIES 2 TU+R0 2 5 are (Pa) A+RE+PA V
tosode rawaketa dose
ARIES 2 mereuro fU T 6
VINUM S 2 odaa 2 worokijonejo ka/ma/
GRANUM T 6 VINUM S I TU +R0 2 5 meri[
[
] ~ I V I
2
PELLIS+KO
I
Per quanto riguarda il significato del vocabolo kowo, e implicitamente
dell'ideogramma *I53, VC 13 affermano: "the sheep also provide sheepskins,
k6wea, presumably for use as rugs, bedspreads and ceremonial skirts" e,
sulla base di un parallelo in verità piuttosto generico tra il testo PY Un 7I8
e la rappresentazione di un sacrificio sul sarcofago di Haghia Triada, tenderebbero in particolare ad avvicinare l'uso della pelle raffigurata nell'ideogramma *I53 con quello delle pelli che appaiono sul sarcofago, che sono adoperate" as the ceremoniallower garments of the acolytes (cfr. Evans, PM IV,
p. 40I), and as a kind of cloak to the effigy (?) in front of the shrine ". Ma le
analogie tra il testo PY Un 7I8 e le scene del sarcofago sono piuttosto generiche: " Analogies between Un 7I8 and the sarcophagus are seen in the objects
sacrificed (the OX, the two goats under the table, the vessels containing liquids
and the basket of 'fruit' - which might perhaps be cheeses) ; ... The grain
and wine which precede the bull and rams in lines 3 and 7 are probably
to be connected with Nestor's ritual of OÙÀO:x.U't'OCL and ÀOL~~ O'LVOU detailed
in Od. III, 429-63, already invoked for the sarcophagus by von Duhn. Cfr.
.
also Od. XIX, I97" 14.
Kwoo;, che è tipico vocabolo omerico, in Omero non significa né vestito
né mantello, bensì sempre e soltanto " pellis villosa, vellus aptum ad recumbendum vel residendum in eo "15, e credo che non ci sia nessun motivo per
TU +RO s. Questa interpretazione è generalmente accettata; cfr. p . es. L. DEROY,
Initiation, 1962, pp. , 51, 55. Il segno sillabico KO usato con funzione ideografica
può anche essere abbreviazione di korijadono (al plurale koria2dana oppure korijadana)
gr. xop(<xwov in alcuni testi di Cnosso, Pilo e Micene; di koruto gr. xopuç, gen . xopu&oç
nella serie di Pilo Sh; forse di kowo gr. xopfoç in KN Ap629 e di una parola indeterminata in KN L 8105 dove è determinativo premesso all'ideogramma *159 = TELAi.
13 Docs, p. 131.
1< Docs, p. 281 S.
lS Cfr. H. EBELING, Lexicon Homericum S.v. Per quanto riguarda gli antichi
commentatori, sostanzialmente concordi a proposito di Horn. xw<xç, ricordo per tutti
101
Ideogrammi di pelle e cuoio
allontanarsi da questa interpretazione anche in relazione ai testi micenei.
Anzi, le notevoli affinità tra PY Un 7I8 e i contesti omerici del vocabolo
x(;)oo; ci sconsigliano di considerare diversa l'accezione in cui questa parola
è usata nei testi micenei da quella in cui è adoperata in Omero. Ricordiamo
almeno due delle attestazioni omeriche di x(;)oo;. In primo luogo sarà opportuno
soffermarci proprio sul l. III dell'Odissea (vv. 36-38) su cui richiamano l'attenzione VC a proposito del raffronto che si può istituire tra il rituale in
esso testimoniato e il testo PY Un 7I8:
V.36
7tp(;)'t'O<; NEO"'t'OpL~1jç llELO"LO"'t'pOC't'O<; È:yyU.&EV È:À.&wv
OC(l(jlo-dp<ilV &ÀE XELpOC XOCt t8pUO"EV 7tOCpÒ: 8OCL't't
,
, (lOCÀOCXOLO"LV,
"
.1.
,~X<ilEO"LV
EV
E7tL
'l'OC(lOC..roLç
oc' À1~71O"L ...
Pisisfrato dunque stende XWEOC (locÀocxoc sulla spiaggia dove si sta svolgendo
il banchetto sacro: e non c'è motivo di discostarsi per l'interpretazione dell'id. *I53 di PY Un 7I8 dall'aiuto offerto dal testo di Omero quando proprio
questo aiuto si invoca per !'interpretazione di un altro punto di questo stesso
testo.
Citiamo ora da un altro libro di Omero, il XIX dell'Odissea, dove x(;)ocç
è attestato a più riprese (vv. 53-62, 97-IOI) in un contesto che trova ampi
riscontri nei documenti micenei, e cioè:
'H ~' tEV È:x .&OCÀOC(lOLO 7tEPL(jlp<ilV II 1jvEÀ6m:Loc,
'A p't'É (l L~ L LXÉÀ1j ~È; Xpu O"É 7l ' A(jlpo~L't'7J.
V.55 't'n 7t(XpÒ: (lÈ:v XÀLO"L1jV 7tUpl. XOC't'.&EO"OCV, év'&' &p' È:(jlt:~E,
8 LV<il 't'~ V EÀÉ(jl oc V't'L xocl. oc pyu p <P' ~v 7tO't'E 't' ÉX't'<il v
7tOL1jO"' 'Ix(locÀLoç, xocl. tì7tÒ .& p1') v UV 7t o O" Lv ~XE
7tpoO"(jlUe E~ ocù't'1jç, 15.&' È:7t1. (lÉyoc ~OCÀÀE't'O x (;) oc ç .
év'&oc XOC.&é~E't" é7tEL't'OC 7tEPL(jlp<ilV ll1jvr::À6m:Loc.
v.60 ~À&ov ~È; ~(l<pOCt Àr::UXWÀEVOL EX ll-r::yOCpOLO.
oct ~' OC7tÒ (lÈ:v O" L't' o v 7toÀÒv ~pr::ov ~8È; 't' Poc 7t É~ oc ç
xocl. ~ é 7t OC, éV.&EV &p' &V8pEç tì7tEp(lEVÉOV't'Eç émvov.
Eust. 1749, 26 : &'ÀÀo 8épfLot Xott &.AAo XWotç ' 8ép!J.ot fLÈ;'1 yò:p "Ò &7tÀciH; &x8e:pofLe:vov, xwotç 8
&V <]l xe:Ì"rot( "Lç '1) XOLfLiiuL . Il significato del sostantivo xwotç, che dopo Omero è attestato solo piuttosto raramente, nonché del diminutivo X<!>8LOV, più diffuso in età classica, rimane sempre in tutta la grecità quello di . vello " cfr.
LIDDELL-SCOTT,
S.v.
Anna Sacconi
102
I versi 53-62 sono particolarmente significativi perché, oltre alle notevoli
analogie verbali (le parole omeriche che ho spaziate sono già micenee) 16,
ce n'è anche una antiquaria (o meglio archeologica) : lo sgabello attaccato
alla sedia di Penelope trova riscontro in alcuni testi micenei in cui sedia e
sgabello sono inventariati insieme e quindi probabilmente formavano un tutto
unico (es. PY Ta 7°7.1 tono... taranuqe = gr . .&opvoç .&piivUç 't'e: cioè .&povoç
.&p~vuç n). Il XWClç è dunque in Omero il vello di pecora 17 conciato e adibito
a coperta o tappeto 18, e questo significato è a mio avviso da attribuire all'ideogramma *153 dei testi micenei.
4. Così sarei propensa a ritenere che nell'ideogramma *154, che è privo
di determinativo, si debba vedere una pelle 19 : infatti identica è la sagoma
di alcune raffigurazioni della pelle su affreschi di tombe egiziane di diverse
età 20. I contesti in cui !'ideogramma *154 appare (li riporto di séguito) non
ostano, credo, all'interpretazione con PELLIS:
PY On300
[. o
o o
o
o
o
o
o o. o
[ ........ ]
korete ]ri
[o o
[
5
IO
On
•
o
......... o
o •••••• o
]
[ ..........
[du]nijo[
damokoro[
J
ode qaa 2 peraq.koraijo
rauratija korete
errateJrewao korete
sama[ra] korete
[ - - - ]ma
375
o ••
PEL IO
PEL (>
PEL [PEL +
Jdumati
n
o]
-
[o o
o
o
o o
o
o
o
o
•
o
•
o
o
o
o
o
o
o
•
o
o o]
PEL 6
PEL 3
PEL 3
erateijo / koreteri / PEL 3
PEL 3
apia 2ro
pakijanija / koreteri /
•
o
o o. o
o
o
o o o. o o. o.
o •• ]
[
PEL 2[+
PEL 2[
PEL[ +J2
PEL?
]esarewija ko[rete .
]temitija korete
PEL 3
asijatija korete
PEL 3
teposeu
PEL 3
]ka PE PEL[
]
PEL[
Vedo anche p 31: EùpuKÀe~oc / xweoc XOCcr't'OpIlUCfOC (v. xoccr't'pO\l\loooc) %p6110~ç ell~ 8oc~8oc­
cfr. x 352: ~~IXÀÀe %p6110~c; ~II~ p~yeoc.
17 In due casi in Omero si trova aggiunto a XÙ>eIX il genitivo Ò[ooll: ti 1 e:ÙII<içe:-.O
&0:; '08UCfm:uc;' I XIXf1. I-f.ÈII .xSé<Jnj-.oll ~oé'l)lI cr't'6poo', ocù...xp G7te:p&€ / xw<:oc 7t6n' Ò(ooll •.. I EÙpu1I61-f.'I)
S' <'Xp' È:7tL X),OCi,IIOCIi ~:XÀe: XOLI-f.'I)%éVrL; U 142 È:II .xSe·.JrfJ-.t:> ~OÉ'{) XXL Y.W~Cf~1I ot<7l11 /1tSpoc&' È:IIL 7tpOSp61-f.ti>· J.ÀOCi,IIOC'J S' È:mécrCfOCl-f.ell ~l-f.e:i,c;.
18 Il sostantivo x<7Iocc; è determinato dall'aggettivo I-f.xÀ!Xx6'J (y 38),
{.LÉyoc (-. 58).
.xpyuq>eoll (h.Cer. 196) .
19 L'interpretazione PELLIS? per l'ideogramma *154 si trova già in Inscriptiones Pyliae, 'IG' I, Roma 1961, tab. III e p. 155.
20 Cfr. G.A. BRAVO, Storia del cuoio e dell'arte conciaria, figg. 21-23, pp. 66-67.
11
ÀéO~Cf~.
Ideogrammi di pelle e cuoio
On 1074
ko]rete/ri/ PEL 2[
Un 592
] KO AROM 8 T 8
]4 M 2 KA + PO 3 T
]1 V 4 KO AROM 4 T 4
] S I V 3 MA+RE 6
] T 5 raka ~~~ 20
5
103
2
Il Palmer 21 si oppone all'interpretazione di *154 con PELLIS basandosi
su PY Un 592, dove *154 appare in un contesto di " aromi JJ, preceduto dalla
parola raka che è un &7tOCç da lui inteso con gr. pocç "seme onde, secondo
lo stesso autore, l'ideogramma *154 rappresenterebbe un 'aromatic plant'.
Ma, a parte !'incertezza d'interpretazione della parola raka e il fatto che nella
serie miscellanea Un dei testi di Pila si trovano spesso giustapposte anche
derrate differenti, bisogna ricordare che la lettura dell'id. *154 in PY Un
592.5 è molto dubbia, e pare assai probabile che al suo posto vada invece visto
!'id. *157 22 che comprende in sé il segno fonetico Wl 23.
JJ,
5. L'ideogramma *150 è attestato solo a Cnosso, in M 5107 (in un contesto
mutilo, accanto all'ideogramma *1Oi = CAPRAI) e nella serie Mc (insieme con
gli ideogrammi *107f = CApf, 151 = CORNU e *142 che non è ancora
identificato). È stato inteso da qualche autore come una legatura dell'ideogramma della capra (rappresentato dal segno sillabico n. 22) + RA 24. Più
prudenti si dovrà essere nell'accettare la proposta di L. A. Stella 25 di vedere
nel segno RA, determinativo dell'ideogramma *150, l'abbreviazione del vocabolo omerico ÀOCLo-YjLOV "piccolo scudo 26. Ricordando la glossa di Esichio
JJ
I
"
'\
'\ I
Il
"'I>
I
"
/J.'
/J. (.l.'\
'
"
,
I\OCLCl"YjLOC'
• •• 07tI\OC
l\ocerLOC, u7tep
e:CJ'
t'L oocere:oc,
OCLye:LOCr.ç
t'uperocr.ç
7te:pLt'e:I"'I\'Y)!le:VOC
e:TL
TOCe:;
-rp(XOCC:; S:xouerocr.ç, la stessa autrice ritiene che !'id. *150 rappresenti il piccolo
'\
scudo leggero da portare con la corazza, confezionato con pelle di capra 27.
Cfr. L. R. PALMER, lnterpretation 1963, p. 300 s .
•• Cfr. i dubbi avanzati in questo senso da M. LE]EUNE, .. REG" 1959, p. 143 n. 67
e .. Minos " VI. 2 (1960), pp. 119-120.
23 Il Wl dell'ideogramma ·157 va probabilmente interpretato come abbreviazione
di wi(riza) gr. p(~(X < fp(~(X " radice ". Cfr. GALLAVOTTI, Struttura 1955, p. 76 e successivamente L. R. PALMER, "Gnomon" 1957, p. 563; cosi pure M. LE]EUNE, .. REG"
1959, p. 144 n. 69; "Minos" VI.2 (1960), pp. 119-20.
24 Cfr. già A. FURUMARK, "Eranos" 1954, p. 50; Docs 1956, p. 51; L. DEROY,
lnitiation 1962, p. 55; L. R. PALMER, On the Knossos Tablets. The Find-Places oj tlle
Knossos Tablets, Oxford 1963, p . 162. Questa interpretazione è avvalorata dal comparire negli stessi testi della serie di Cnosso Mc dell'ideogramma .150 e del .107 sicuramente raffigurante la capra.
25 Cfr. L.A. STELLA, La civiltà micenea, p. 80 e n. 43 .
•• Cfr. E 453 = M 426 cXa7tLlì(Xç e:ùxuxÀouç À(X~ai)~cl: 't"e: 7t't"e:p6e:v't"""
21 L'antico scudo bovino a targa miceneo è invece ravvisato da L.A. STELLA
nell'id .• 152 PELLIS+ Wl (per cui vedo supra, pp. 98-99).
21
Anna Sacconi
104
6. A. - L'ideogramma *146 dei testi micenei di Pilo e di Cnosso viene
trascritto, da alcuni autori 28, con PTE + WE, in quanto sembra composto
dal segno sillabico n. 62 = PTE dentro il cui tracciato è iscritto il segno
n. 75 = WE. Il Lejeune 29 ha voluto invece dimostrare che è impossibile tale
interpretazione dell'ideogramma *146, perché i "monogrammi" micenei (cioè
gli ideogrammi costituiti da alcuni segni sillabici che insieme vengono a formare una parola) presentano tutti una disposizione verticale, dall'alto verso
il basso o dal basso verso l'alto 30, mentre il dispositivo per inclusione è frequente per i determinativi (quali p. es. i segni PA, TE, ZO, PU, KU inseriti
nell'ideogramma *159 = TELA). Perciò il WE dell'ideogramma *146 sarebbe
un determinativo, anche se non si alterna con altro determinativo all'interno
dello stesso tracciato: onde il contorno esterno sarebbe la figura di un oggetto,
e non un segno sillabico. Infine, il Lejeune, sulla base delle varianti grafiche
di *146, giunge a ritenere che questo ideogramma non sia altro che
*160+ WE 31. Credo che si possano fare al Lejeune due obiezioni:
I) Non è indicativa del significato della legatura la disposizione dei
segni da cui la legatura è composta.
2) L'ideogramma *146, anche se inteso come una legatura dei sillabogrammi PTE+ WE, può ritenersi costituito da un ideogramma principale
PTE che rappresenta, come tutta una serie di sillabogrammi micenei, un determinato oggetto con funzione ideografica, a cui è aggiunto il determinativo
WE che serve a meglio specificarlo. Si tratterebbe di un particolare tipo di
legatura, la cui esistenza è pienamente ammissibile, anche se non ancora
esemplificata nei testi micenei 32.
La prima delle due obiezioni richiede una più ampia illustrazione. Nel
caso dei monogrammi costituiti da tre segni fonetici, essi possono essere
collocati iridifferentemente dal basso verso l'altro o dall'alto verso il basso:
l'ideogramma *133 = A+RE+PA presenta nei testi di Pilo le due differenti disposizioni dovute a scribi diversi 33. Per quanto attiene ai monogrammi
Per esempio in Inscriptiones Pyliae, 'IG' voI. I, Roma 1961.
M. LE] EUNE, Observations sur l'idéogramme *I46, "Mycenaean Studies" 1964,
pp. 111-124.
30 Su ciò si basa anche J. CHADWICK, "Myc. Stud." 1964, p. 24, polemizzando
con l'ipotesi avanzata dalla LANG, ' A-JA' 1960, p. 160, secondo la quale *146 sarebbe
un monogramma costituito dai due segni sillabici PTE+ WE.
3l Tale ipotesi è già stata avanzata in IP, cfr. p. XIV e 155; a p. XIV (Tab. III)
è anche notata la distinzione tra due varianti grafiche dell'ideogramma *146.
32 Tutti i determinativi sillabici attestati nella lineare B si aggiungono infatti
a ideogrammi propriamente detti e non mai a sillabogrammi con funzione ideografica.
33 A +RE+PA è scritto dall'alto verso il basso in PY Un 6.7 e 853.4, dal
basso verso l'alto in PY Un 718.8 e i rispettivi scribi sono diversi: i due testi Un 6 e
853 appartengono alla classe scrittoria I mentre Un 718 alla classe II (in particolare
alla' mano 24 ') : cfr. E. L. BENNETT, Tentative Identification oJ the Hands oJ the Scribes
28
Il
Ideogrammi di pelle e cuoio
105
costituiti da due soli segni fonetici, né in KA +PO (id. *I27), né in ME +RI
(id. *I35), né in TU +R02 (id. *I56) i due sillabogrammi potevano essere
praticamente collocati in maniera differente 34. I determinativi in legatura
ci obbligano a fare analoghe considerazioni: il dispositivo per inclusione è
usato solo quando la forma rispettiva dei due tracciati da unire lo consente:
e così, di fronte alla maggioranza dei casi in cui i due segni sono necessariamente
sovrapposti, pochissimi sono quelli nei quali !'ideogramma principale conserva
all'interno uno spazio sufficiente per l'inclusione, e non sovrapposizione, del
segno sillabico che funge da determinativo. Non appare mai come indicativa
del significato della legatura la disposizione dei segni di cui essa è composta,
che sembra invece dipendere sempre unicamente da ragioni di spazio 35. Un
significato specifico è stato attribuito all' U dell'ideogramma SITULA + U
(cioè *2I2 + U), che è sovrapposto e non inserito nell'ideogramma principale.
Il Peruzzi ritiene che lo scriba abbia sovrapposto all'ideogramma del vaso il
segno U in quanto questo starebbe ad indicare non il nome del vaso, come in
casi analoghi, bensì il suo contenuto 36. Infatti, mentre generalmente gli ideogrammi di vasi presentano un segno sillabico iscritto (in particolare VAS+PO,
cfr. 7to't'1jp~O\l; VAS+DI, cfr. diPa gr. ~é7ta.;; VAS+A, cfr. aPiPorewe
gr. eX.!LCj)Opé:LC;; AMPHORA+KA, cfr. kararewe) 37, in due casi i segni sillabici
sono soprascritti, e cioè nel *209: AMPHORA+MERI e nel *2I2: SITULA + U. Il Peruzzi intende AMPHORA + MERI con "anfora piena di
miele" (meri, gr. !LéÀ~) e SITULA+U con" anfora da acqua" (u=udo,
attestato in KN K 873.I, che viene inteso sulla traccia del Meriggi, Gloss.
s.v., come {)~(ùp). Ora, mentre ME +RI che è gr. !LéÀ~ e indica cioè il contenuto
del vaso, non poteva, per ragioni di spazio, essere iscritto all'interno dell'AMPHORA, invece U, benché potesse essere iscritto all'interno della figura
SITULA, non lo è stato, ma non per questo sta ad indicare una parola concettualmente diversa da quella abbreviata con i segni PO, DI, A, KA, che sono
of the Pylos Tablets, ' Athenaeum' 1958, pp. 328-331. L'ideogramma *133 è attestato
anche in altri due testi di Pilo, Fr 1198 (dove è scritto dall'alto verso il basso) e Wr
1437 (dove è scritto dal basso verso l'alto), ma per Fr 1198 il BENNETT non è riuscito
a identificare la mano dello scriba (cfr. The Olive Oil Tablets 1955, p. 14), e per Wr
1437, come per tutti i testi trovati nelle più recenti campagne di scavo, tale studio non
è stato ancora affrontato.
3C Si confronti anche l'ideogramma *161 che è probabilmente il risultato della legatura dei due segni sillabici MI +PUl .
36 Si confronti la chiara tavola delle" ligatures .. del manuale di L. DEROY, Initiation 1962, pp. 54-56.
U E. PERUZZI, L'iscrizione H. Triada 31, " Minoica" 1958, pp. 288-293. Il Peruzzi,
per quanto riguarda i segni sillabici che accompagnano ideogrammi raffiguranti "vasi",
ritiene che sia " una regola, o almeno una tendenza, degli scribi micenei, che i segni
inscritti indichino il nome del vaso, quelli soprascritti invece il contenuto" (ibid., p. 289).
37 Sul vocabolo kararewe vedo C. GALLAVOTTI, Il nome della testa e dell'anfora micenea a falso collo, 'RFIC' 1962, pp. 135-49.
Anna Sacconi
106
inseriti in figure di " vasi", e rappresentano abbreviazioni del nome del vaso
stesso.
Infatti, il "dossier" delle attestazioni dell'ideogramma *212 = SITULA
è il seguente 38 :
I) SITULA
PY Tn
KN Uc
996.2
160
v3
udoro SITULAb 3 . . .
udoJ?'I? SITULA 17 [
2) SITULA+ U
KN K
K
K
K
774
775
776
877
K 1810
K 5526
arowe SITULA + U I
J47tijo SITULA + U[
Jjo SITULA + U 5
JmateuPi SITULA+ U[
J SITULA+U
I
Jjo SITULA + U[
Dai contesti dell'ideogramma SITULA+U nessuna luce è possibile ricavare
per quanto riguarda il significato da attribuire al determinativo U della
SITULA 39. L'ideogramma della SITULA senza determinativo è invece preceduto in ambedue le sue attestazioni dalla parola udoro, che non appare
altrove, ed è sicuramente da intendere con iJ3poç, plur. iJ3POL, come nome
del vaso 40. Onde mi sembra da ritenere certo che il sillabogramma U, il quale
manca nell'ideogramma della SITULA proprio nei due casi in cui il nome
del recipiente è scritto per intero, sia un'abbreviazione di udoro, il nome del
vaso. E sarà quindi da scartare l'interpretazione di U con udo = gr. iJ3Còp 41.
38 I testi di Pilo li cito da Inscriptiones Pyliae, . IG' I, Roma 1961 (= IP), e quelli
di Cnosso da J. CHADWICK - J.T. KILLEN, The Knossos Tablets 3 , • BICS' Suppl. No. 15,
London 1964 (= KP).
30 I vocaboli arowe (attestato anche in KN X 658v) e JmateuPi sono di incerta
interpretazione, mentre J47tijo è attestato anche in KN V 503.z, dove sembra un antroponimo.
40 La lettura SITVLAc in PY Tn 996.4 è molto dubbia. CHADWICK crede addirittura di poter vedere nell'ideogramma un RHYTON, non una SITVLA (cfr. IP ad loc.).
Che la parola udoJf() si debba leggere anche in Vc 160, v 3, che d'altronde presenta un
testo un pò mutilo, è confermato anche dagli editori di KP ad loc. (nella lacuna si vedono sicure tracce del segno do).
41 L'interpretazione di udo = gr. {)awp è del PERUZZI loc. cito e prima ancora del
MERIGGI, Glossario Miceneo, Torino 1955, p. 79, s.v. U. Il vocabolo udo è attestato una
sola volta in KN K 873.1 : Jwe / udo *ZII +PO 3Z[ ed è di incerta interpretazione. Ciò
che qui abbiamo detto per i determinativi di vasi deve ritenersi limitato alla lineare B,
da non estendere alla lineare A, alla quale ha rivolto in modo particolare la sua attenzione il PERUZZI loc. cito
I(N M 467
Id. *146 (=*160+WE)
KN M (=L) 724
Id. *146 (=*T59+WE)
Id.
KN M (=L) 757
Id . *!46 (=159 2 + WE)
* I 46
(forma usuale)
= PTE+WE
Fig.
PY La 628
Id. *160
KN U (=M)
PY La 640
Id. *160
KN M (=L) 8170
Id."'I46 (=*159 2 + WE)
8210
Id. DI+PTE
I
-
Le varianti 'abnormi' dell'ideogramma *146.
PY La 625
Id. PTE+WE (?)
Anna Sacconi
108
Per concludere, credo si possa affermare che evidentj ragioni di convenienza
e di spazio portavano in generale lo scriba ad adottare nelle legature il dispositivo per inclusione, ma ciò sempre con la più ampia libertà, che poteva giungere fino a far preferire, invece dell'inclusione, la sovrapposizione (es. VAS+ U,
in cui U è sovrapposto, sebbene indichi il nome del recipiente, che altrove è
sempre iscritto). Onde, per tornare al n<?stro assunto, il tracciato esterno
dell'ideogramma *I46 non può, in base a motivi meramente formali, essere
ritenuto alcunché di diverso rispetto al segno fonetico PTE.
B. - Ci soffermeremo ora su alcune varianti ' abnormi' dell'ideogramma
*I46 attestate a Cnosso, in base alle quali Ventris e Chadwick e più recentemente Lejeune 42 hanno creduto di poter escludere che in *I46 si debba ravvisare il segno fonetico PTE. Le attestazioni dell'ideogramma *I46 a Cnosso
sono complessivamente I6 43 e a Pilo 83 44 : i tracciati abnormi sarebbero in
tutto 4, tutti a Cnosso. Perciò, data la costante omogeneità degli esemplari
di Pilo e della stragrande maggioranza di quelli di Cnosso, la cui sagoma esterna
è rappresentata sempre chiaramente dal segno fonetico 62 = pte, è probabile
che essi, lungi dall'invalidare la relazione tra *I46 e *62, richiedano invece una diversa spiegazione. Li esamineremo qui di séguito dividendoli
in due gruppi:
1.
gruppo:
M 467 ]2 *I46 2 (SM II tav. XXXVI)
M 724 ]meno *I46 (in SM II manca la fotografia)
] vacat
In ambedue questi testi si tratterebbe, secondo il Lejeune, di varianti dell'ideogramma *I46 iscritte in un rettangolo; l'esemplare di M 724 con l'aggiunta
di un tratto orizzontale superiore, quello di M 467 con l'aggiunta di un tratto
verticale mediano che discende dal congiungimento" des deux cornes" fino
alla base del rettangolo 45. Ci proponiamo di esaminare subito !'ideogramma
.2 Cfr. M. LE]EUNE, • Myc. Studi·~s', p. 114: .. De toute façon, ces variantes, dont
le tracé de PTE n'a pas d'équivalents, rend hautement improbable que *146 soit issu
d'un syllabogramme et résulte d'une abréviation acrophonique ". Cfr. la stessa opinione
già espressa precedentemente in Docs, p. 290.
'3 KN M 467; 559.2; 683.2; 719.2; 720.b; 724.1; 729.1; 757; 1645.2; 5712; 5842 ;
7373; 81 7°.2 ; Wb 1714.2; 1816.2; 1817.2.
U PY An 35.6; Ma 90.1-2; 120.1-2; 123.1-3; 124.1-2; 126; 193.1-3; 216.1-3;
221.1-2; 222.1-2; 225.-1-2; 330; 333; 335.1.[2] ; 346.1-2 ; 365. 1-2 ; 378.1-2 ; 393. 1-3;
397.1,3; Mb 1363; 1366; 1396-14°0; 14°2; 1429; 1430; 1431; Mn 162.1-4; 456.2-10;
1367; 1369.1-3; 14°7.1-3; 14°8.1-3; Ua 158.2; 1413; Un 2.6; 6.6; 443.1; 853.3;
1322.4-5; Xa 1336; 1376.
•s • Myc. Studies', p. 114.
Ideogrammi di pelle e cuoio
109
di KN M 467 e solo dopo, insieme con gli esemplari abnormi del secondo
gruppo, quello di M 724.
Già lo stesso Evans 46 considerava !'ideogramma di M 467 come una
variante - con segno WE iscritto - dell'ideogramma *r59 della lista del
Ventris 47, e non come una variante dell'ideogramma *r46. In realtà non è
sulla strada della sua identificazione con l'ideogramma *r46 che si può risolvere il problema dell'interpretazione dell'ideogramma di KN M 467. Credo
invece che non si possa prescindere dal confronto con !'ideogramma *r60 48
attestato solo a Pilo nei seguenti testi:
PY La 628
]ti *r60
ro [
PY La 640
]62 *r60
r3
È ictu aculi evidente l'assoluta identità di tracciato dell'ideogramma di KN
M 467 con l'ideogramma *r60 49, e quindi l'identità dei due ideogrammi.
L'unica differenza è costituita dal fatto che lo s tesso ideogramma a Pilo è
attestato nella sua forma semplice, priva di determinativo, e invece a Cnosso
con l'aggiunta del determinativo WE inserito nel tracciato fondamentale.
Nell'ideogramma di KN M 467, WE è scritto in un carattere molto più piccolo
rispetto a quello del WE iscritto nell'ideogramma *r46: qui esso occupa solo
una metà dello spazio interno del tracciato principale, mentre nell'ideogramma
*r46 lo occupa generalmente per intero 50. Il che rappresenta un altro motivo
che deve indurre a tenere ben distinti !'ideogramma di KN M 467 dal *I46.
L'ideogramma di KN M 467 è dunque da intendere come un *r60+ WE
e quindi viene guadagnato agli archivi di Cnosso anche !'ideogramma *r60,
sia pure nella sola variante con determinativo WE, e non nel tracciato semplice
che compare a Pilo 51.
PM IV, p. 725, fig. 708.
L'ideogramma *159 era chiamato da Evans ' banner sign '.
n Di tale ideogramma è inspiegabilmente omessa la menzione da G. PUGLIESE
CARRATELLI, Documenta Mycenaea 1964, nella tavola degli" Ideogrammata ".
U
Questa identità non è in alcun modo contraddetta dalla osservazione di CHADWICK (ap. Lejeune, p. 119: Note de correction), per cui in M 467 'le trait horizontal supérieur est peu profond et pourrait résulter d'une éraflure accidentelle '. Infatti il disegno
dell'ideogramma *160 in La 640 ci fa vedere come il tratto superiore è un pò staccato
dal resto e perciò stesso non distintivo dell'ideogramma, cfr. E.L. BENNETT, The
Pylos Tablets 2 , p. 65 .
60 Nella figura offerta dal LE]EUNE, 'Myc. Studies " p. II2, le dimensioni del WE
iscritto nell'ideogramma di M 467 sono molto maggiori del reale.
61 Si spiega bene il fatto che l'EvANs, PM IV, p. 725, fig. 708, che pure ·a ragione
non interpreta l'ideogramma di M 467 come *146, lo abbia d'altronde identificato con
l'ideogramma *159; egli allora nOn conosceva i reperti di Pilo che hanno attestato con
sicurezza l'ideogramma *160. È probabile che !'ideogramma *160 abbia un significato
analogo a quello dell'ideogramma *159 (cfr. IP, p. 155 dove è inteso come RECT+,
fortasse 'orthogonia vestis ').
U
(7
110
2.
Anna Sacconi
gruppo:
M
757
]
*1462
25 0 [
(non esiste né disegno né fotografia)
M 5712
M 8170
(SM II tav. LI)
]
*1462
]na
] vacat
30 [
M
58 [
(' BSA' 57, p. 58 e pl. 12)
[
Nei tre testi che abbiamo trascritti qui sopra sono attestate quelle che vengono
generalmente ritenute le varianti con frangia dell'ideogramma *14652. Sarà
opportuno soffermarci partitamente su ognuna di esse. Il testo della tavoletta
M 757 in KP è trascritto come segue: ] *1462 250[; invece in KT2 si presenta
così: ] *146250 e accanto c'è la sigla jB(ennett): tale lettura dunque non
era considerata del tutto sicura, perché gli stessi autori chiarivano (ibid.
p. iv): "The indication of the source of readings by our initials jBjCjV is
confined in the main to cases where we disagree, or where the proposed reading is markedly at variance with SM II ". In realtà, l'esame del disegno
e della fotografia (tav. LI) in SM II lascia piuttosto perplessi sulla possibilità
di identificazione con il *146 dell'ideogramma di KN M 757, mentre sembra
molto più probabile una sua identificazione con !'ideogramma *159. La parte
inferiore dell'ideogramma di M 757 che ha la frangia è del tutto simile a quella
dell'ideogramma *159 molto spesso fornito di frangia in basso, mentre la parte
superiore del tracciato esterno abrasa tanto nel disegno quanto nella fotografia di SM II appare soltanto come una linea discontinua. L'unico elemento
sicuro di giudizio per !'identificazione dell'ideogramma di KN M 757 è offerto
dalla parte inferiore dell'ideogramma e, poiché essa coincide con quella dell'ideogramma *159, se ne deduce come probabile che l'ideogramma di KN
M 757 sia un esemplare dell'ideogramma *159 piuttosto che del *146. Ci troveremmo così di fronte ad una variante dell'ideogramma *159 fornita di frangia con due strisce e, inoltre, del segno WE iscritto, cioè ad un ideogramma
1592 + WE, finora mai attestato nei testi micenei 53.
62 Con un esponente numerico gli editori di KT" indicano il numero di strisce che
presenta la frangia in basso. Tale numero variabile di strisce si presenta solo per gli
ideogrammi *146 (?), *159 e *164. L'ideogramma *159 viene trascritto in KP con PANNUS (altrimenti TELA), e il *164 ha un significato probabilmente analogo. La Convenzione di Wingspread lascia invece non trascritti gli ideogrammi *159 e *160.
2
63 Un altro esemplare di questo stesso ideogramma *159
WE mi sembra di poter
riconoscere in KN M 8170, per cui vedo più avanti p. III. L'ideogramma *159 in legatura
con il segno WE è attestato solo a Cnosso, come anche il *159+KU e il *159+Z0.
L'ideogramma *159 si presenta con o senza frangia in basso (la quale può avere da zero
a cinque strisce) e, oltre che senza determinativo, anche in legatura con i segni sillabici
KU, FA, FU, TE, ZOo
+
111
Ideogrammi di pelle e cuoio
A quanto si può dedurre dal disegno (purtroppo in SM II di M 724 manca
la fotografia) la presunta variante dell'ideogramma *I46 attestata nel testo
KN M 724 sembra iscritta in un rettangolo privo di frangia; in realtà il tracciato esterno di questo ideogramma viene a coincidere con quello di un ideogramma *I59+ WE che, nella variante con due strisce in basso (*I59 2 WE),
abbiamo riconosciuto in KN M 757.
+
Per quanto attiene al testo KN M 57I2, J~5 *I46.2 [, che in KYS si presenta
nella forma Jwo I5 *I46 [, la stessa incertezza della lettura in KT3 e la mancanza del disegno e della fotografia fanno si che la sua valutazione non possa
essere determinante nell'esame del problema che ci interessa. Anzi, sulla base
dell'analogia con i due casi che abbiamo appena esaminati (M 757 e M 724),
siamo portati a supporre che anche il presunto ideogramma *I46 di KN
M 57I2 sia un altro esemplare dell'ideogramma *I592+WE che abbiamo identificato in KN M 757.
Il testo, estremamente frammentario, della tavoletta KN M 8I70, si
presenta come segue 54 :
]
Jna
]
Né in 'BSA ' 57 (I962), p. 58 né in KP, !'ideogramma *I462, che pure per
la rottura dell'argilla manca completamente della parte superiore, indispensabile alla sua identificazione, è dato come incerto. Riporto qui di séguito
il commento di Chadwick ad loc. : " the top of the ideogram is lost, but the
, fringe' at the bottom, and the inscribed sign we, wich is not found with
PANNUS, make it certain that this is the fringed form of *I46, as on M 757,
M 57I2 ". Mi sembra che, da sé sole, le parole del Chadwick manifestino la
debolezza dell'argomento. Per la identificazione dell'ideogramma *I46 in KN
M 8I70 egli si basa sull'analogia con gli ideogrammi di M 757 e M 57I2, ed
ambedue questi ideogrammi abbiamo visto come siano incerti e da interpretare piuttosto come varianti del *I59 che del *I46. La mancanza della parte
superiore della tavoletta, e quindi della caratteristica distintiva dell'ideogramma *I46, toglie ogni possibilità alla identificazione dell'ideogramma di
M 8I70 con il *I46 e d'altronde la presenza della frangia in basso fa propendere per il *I59, in particolare nella variante con due strisce e segno WE
iscritto, attestata, secondo la nostra interpretazione, in M 757 e probabilmente anche in M 57I2.
6' Lo si veda in J. CHADWICK, Further Linear B Tablets from Knossos, 'BSA' 57
(1962), p. 58 con commento, e in KT3, p. 122.
Anna Sacconi
112
Mi sembra, quindi, di poter concludere che g li ideogrammi dei testi KN
M 8170, M 757 e probabilmente anche M 5712, si debbano interpretare come
una legatura finora non attestata dell'ideogramma *159 e cioè *1592 + WE,
mentre !'ideogramma di KN M 724 come una variante della stessa legatura,
ma priva di frangia, e cioè *159 + WE 55.
C. - Esaminati così i singoli esemplari abnormi e sgombrato il campo
dai dubbi sollevati o sollevabili contro l'interpretazione del tracciato esterno
di *146 come PTE, dobbiamo chiederci se il segno PTE assuma altre volte
in miceneo funzione ideografica.
Il testo di Cnosso U 8210, che riporto qui di séguito, credo offra una
risposta precisa a questa domanda:
]reuka
sikiro
] DI +PTE I
[
[
Esso presenta un nuovo ideogramma formato dalla legatura dei due segni
sillabici DI +PTE sovrapposti: pte è scritto in basso in caratteri maggiori
e di è sovrapposto (e non inserito) nella parte superiore concava del segno
pte. Per quanto riguarda !'interpretazione, gli editori 66 così si esprimono:
" In line 2 the ligature could be read either as DI +PTE in descending
order or as PTE +DI in ascending order. Analogy suggests that it represents
an abbreviation of a word, but there is no known Mycenaean word beginning
pte-di-, nor any Greek words of suitable form beginning 1t"t"- or cp&-. There
is, however, a word beginning di-pte-, namely di-pte-ra=diphthera 'hide ' ...
lt is therefore tempting to regard this ligature as an abbreviation of di-pte-ra,
but without context the suggestion cannot be verified n. In realtà sembra
impossibile sottrarsi alla interpretazione di DI + PTE come diptera (di +
+ pte + (ra)) , per quanto non appaia chiaro il concetto di "analogy" a cui
gli stessi autori si appellano 57.
Esiste dunque per lo meno un caso in cui il segno fonetico PTE assume
funzione ideografica, in legatura con il segno DI. Un'altra attestazione del
segno PTE in funzione ideografica credo si possa scorgere nel frammentario
documento pilio La 625, che presenta il seguente testo: Jptewe 34[. Tale espressione, alla luce del nuovo ideogramma DI +PTE, acquista, mi sembra,
Vedo le presunte varianti' abnormi' dell'id. *146 nella tavola di p . 107.
J. CHADWICK - J. T. KILLEN, ' ESA' 58 (1963). p. 68 s. ; il testo è stato poi
ripubblicato in KT3, p. 147.
67 Il contesto della tavoletta non aiuta l'esegesi, reuka sarà da interpretare con
l'aggettivo Àeux6ç 'bianco' probabilmente al nom. plur. femm. ÀeuxO([ (si confronti in
particolare KN L 471, dove reuka, che precede !'ideogramma TgLA'
PU, indica
il colore dei tessuti, e forse L 8169, dove reuka[ è attestato in un contesto mutilo) ; invece
sikiro è un 'hapax', il cui significato ci sfugge.
66
U
+
Ideogrammi di pelle e cuoio
113
una nuova rilevanza. Legittimi dubbi relativi all'interpretazione del gruppo
sillabico ]ptewe 58 erano probabilmente già sorti al Bennett, visto che esso
in PT II manca tanto nell'indice delle parole che in quello degli ideogrammi.
Un richiamo a *146, in forma dubitativa, si fa, per La 625, in IP, p. 93,
nota ad ioc.; credo che si debba insistere su questo raffronto e scartare l'ipotesi avanzata dal Lejeune che ]ptewe di PY La625 rappresenti la fine di
un polisillabo in -7t't'E:UC; (opp. -<p&euc;) 59, o l'altra prospettata in IP, ibidem,
per cui l'espressione in questione si potrebbe intendere ra]pte WE 34[ 60.
D. - Torniamo all'ideogramma *146: a questo punto sembra possibile,
e nello stesso tempo opportuno, formulare la seguente ipotesi di lavoro: il
segno fonetico PTE, che costituisce il tracciato fondamentale dell'ideogramma
*146, rappresenta l'abbreviazione di myc. (DI)PTE(RA) , gr. ~~q>&épcx. Dobbiamo probabilmente immaginare che l'ideogramma della diptera fosse rappresentato in origine dal monogramma DI +PTE +RA (analogamente troviamo attestati nei testi micenei are(Pa) 61, dato arepate, ed A +RE+PA
gr' &ÀeLq>cxp; kanako e KA +NA +KO gr. xv7jxoc;; kapo e KA+PO gr.
xrxp7t6c;; meri e ME +RI gr. (dÀL; turo 2 e TU +R02 gr' 't'Up6c;). Tale supposto monogramma avrà dato luogo in prosieguo di tempo all'abbreviazione
DI +PTE attestata in KN U 8210 e poi in séguito ancora alla semplice
abbreviazione PTE.
Non mi nascondo che questa ipotesi offre il fianco ad una seria obiezione:
mentre in genere i segni sillabici con funzione ideografica sembrano sorti sulla
base del principio acrofonico 62, PTE come abbreviazione di diptera rappresenterebbe la seconda e non la prima sillaba della parola. Ma vediamo quali
sono le ragioni che ci consigliano di attenerci a questa interpretazione, nonostante la difficoltà prospettata:
a) Nella legatura DI +PTE di KN U 8210, il segno DI è scritto sopra
il segno PTE, ma in caratteri molto più piccoli. Ciò può essere una riprova
che DI +PTE rappresenti uno stadio di passaggio, per cui dal monogramma
DI +PTE+RA nel quale, come in tutti i monogrammi, i singoli segni costitutivi dovevano essere della stessa grandezza, si stia passando all'abbrevia-
U Il nesso in questione è assente anche in A. MORPURGO, Mycenaeae Graecitatis
Lexicon, 'IG' III, Roma 1963.
IO Cfr. LEJEUNE, "Myc. Stud . .. 1964, p. III.
'0 Vedo l'ideogramma di KN 8210 e il testo di PY La 625 nella tavola di p. 107 .
I l Nel testo PY Un 718.8 in realtà è scritto arero che però già il BENNETT, pp.,
p . 209, Vocabulary, ha corretto in are(Pa).
I l In realtà di tutto ciò noi sappiamo ancora troppo poco per poter stabilire delle
regole fisse. E a ragione VC, Docs, p. 34, parlando in generale dell'uso dei segni fonetici
con funzione di ideogrammi nella lineare A, lo definiscono solo" presumably starting
from an acrophonic principle".
8
114
Anna Sacconi
--------------------------------------------------------------
zione a mezzo di un solo segno, in particolare PTE (nell'ideogramma DI +PTE
è evidente che è DI che sta per scomparire, cosÌ come è scritto piccolo in
alto) 63. La stessa eccezionalità della legatura DI +PTE equivalente a diptera può servire a meglio mostrarci che ci troviamo di fronte a un caso particolare, che non ha per noi sicuri corrispondenti 64, e in un certo senso a giustificare anche l'ulteriore abbreviazione di tale dispositivo, occorsa in maniera
affatto particolare.
b) Un motivo, che poteva concretamente indurre lo scriba miceneo a
preferire pte a di come abbreviazione della parola diptera, era offerto dalla
forma del segno pte. In primo luogo tale segno è tanto simile di per sé
al disegno schematizzato di una pelle, che la Lang, sulla base del tracciato
esterno dell'ideogramma *146, che ella correttamente identifica con il segno
PTE, ha dedotto che esso rappresenti una pelle 65. In secondo luogo, la sua forma, con l'ampia cavità interna, consentiva meglio del segno DI la legatura con
determinativi fonetici (il determinativo WE è costantemente presente all'interno dell'ideogramma *146), rendendo possibile il dispositivo per inclusione
che evidenti ragioni di economia di spazio facevano sempre preferire a quello
per sovrapposizione.
c) Il segno sillabico PTE è tra i più rari 66, e quindi tra i più distintivi;
in particolare l'uso ideografico che di tale segno facevano gli scribi della lineare
B è limitato, per quanto ne sappiamo, all'ideogramma *146, mentre il segno
DI in vari casi si trova usato in miceneo con valore ideografico 67.
es Analoga concorrenza del monogramma e della sigla il miceneo offre p.es. con
ME+RI usato del pari che ME per l'indicazione del' miele' (myc. meri = gr. fLÉÀ~).
La sigla è in questo caso rappresentata, come di consueto, dall'abbreviazione acrofonica. Cade a proposito qui un'osservazione di carattere generale: i monogrammi
ME+RI e DI +PTE sono attestati solo a Cnosso, mentre le abbreviazioni ME e
PTE lo sono solo a Pilo. Inoltre, mentre la parola meri, gen. merito è attestata sia a
Pilo che a Cnosso, la parola diptera è attestata solo a Pilo, mentre a Cnosso è attestato solo il relativo ideogramma. I testi di Cnosso rivelano dunque sotto questo aspetto
uno stadio più arcaico, in cui maggiore è il numero degli ideogrammi e, in particolare,
delle forme ideografiche più complesse.
e. Si confronti forse l'ideogramma *161 (MI +PU2 ) che precede a più riprese a
Cnosso l'ideogramma *159 e si alterna, tra gli altri determinativi, anche con mi (finora
inteso, ma senza sicurezza, come abbreviazione di mijaro).
86 'AJA' 1960, p. 161. Su tutto ciò vedo più avanti pp. II9-20.
oe Si confronti la colonna delle frequenze relative nella tavola inserita dal LE]EUNE
a p. 323 dei suoi Mémoires I, Paris 1958 (nel capitolo intitolato Coup d'oeil sur le système
graphique), basata sui dati statistici di A. Furumark e, prima ancora, di K. Ktistopoulos.
67 Gli usi ideografici di DI sono i seguenti:
abbreviazione di didakare nella
serie A di Cnosso, abbreviazione di diPa in legatura con l'ideogramma di vaso *214
in KN K 740.1 e con l'ideogramma di vaso *202 in KN K 829.2 e 874; inoltre ideogramma indeterminato seguito da un numero intero in PY- Xa 1252.
Ideogrammi di pelle e cuoio
115
Inoltre, mentre il segno PTE, come tutti i segni speciali, quelli cioè che
permettono una notazione condensata di gruppi di consonanti, non ha corrispondenti nella lineare A 68, il segno DI ha un chiaro antecedente nella lineare
A e prima ancora nella scrittura geroglifica 69. È quindi legittimo supporre
che lo scriba miceneo abbia preferito abbreviare la parola micenea diptera,
piuttosto che con il segno fonetico DI, con PTE, che non ha precedenti nella
scrittura minoica, è stato quindi creato appositamente per la lingua greca e,
per di più, è un segno raro che non ha in nessun altro caso valore ideografico, cosa che ne agevolava l'identificazione.
Se si accetta la nostra ipotesi, che identifica l'ideogramma DI +PTE
presente in KN U 8210 con il tracciato fondamentale di *146, che è PTE,
sarà anche necessario riclassificare nella serie M il testo U 8210, in quanto a
Cnosso tutti i testi che contengono !'ideogramma *146 sono contraddistinti
dal prefisso M (ad eccezione dei tre sigilli Wb 1714, 1816, 1817). E d'altro
canto andranno riclassificati nella serie L i testi di Cnosso M 724, 757, 8170,
se si ritiene, come noi riteniamo, che i presunti esemplari dell'ideogramma
*146 presenti in tali testi siano delle varianti dell'ideogramma *159; e ciò
perché tutti i testi di Cnosso che hanno come ideogramma principale il *159
sono contraddistinti dalla sigla L 70.
7. Dobbiamo ora prendere in considerazione l'ideogramma *166, perché
appare alcune volte negli stessi testi che presentano pure il *146, e contiene
molto spesso lo stesso determinativo WE che troviamo regolarmente iscritto
nel *146: in ambedue i casi potrebbe avere lo stesso significato. Ma lo studio
dell'ideogramma *166 non può andare disgiunto da quello degli altri
ideogrammi simili, ma non identici, al *166, contrassegnati dai numeri
os Si ritiene generalmente che la lingua cui apparteneva originariamente la lineare B
non conoscesse sillabe chiuse o gruppi consonantici complessi: 'Il s'agit de créations
occasionelles, d'origines pour nous obscures, qui avaient l'avantage de fournir ... des graphies abrégées ' (LEJEUNE, Mém. I, p. 327, cfr. anche p. 330) ; per un altro punto di vista
in merito allo stesso problema, cfr. M. DORIA, Nuove riflessioni sul sistema ortografico
miceneo, " Atti 1st. Veneto" 1961-62, p. 661 s., il quale parla di un perfezionamento
in atto all'interno della stessa lineare B per cui ci troviamo di fronte ad es. ad un più
evoluto otwowe accanto ad un otuwowe scritto secondo il vecchio sistema.
IO Docs, p. 33: al segno n. 7 = di della lineare B corrisponde il segno L 51 della
lineare A.
10 Del resto, l'esigenza di una completa revisione della classificazione dei testi di
Cnosso, è stata già prospettata da J.-P. OLIVIER che, insieme con J. CHADWICK e J.T.
KILLEN, sta ora preparando la 4& edizione dei testi di Cnosso. Se ne veda la recensione
a KP in ' AC' 1965, p. 292: "La classification (cf. p. II): elle devra etre revue de
fond en comble, de manière à faire coincider les préfixes littéraux avec des groupes de
tablettes rédigées par un meme scribe, à un meme moment et rangées ensemble: ainsi
sera rendu à ces fonds d'archives un aspect cohérent, reproduisant, dans la mesure du
possible, le classement originaI et primitif".
Anna Sacconi
116
*r6s e *r6771. Il
seguente:
Ideogramma *r65
KN
Sc
Sc
Sc
Sc
Sc
l
dossier' completo degli ideogrammi in questione è il
72
qeradirijo *r6S[
(fotografia in SM II tav. XXIX)
246
pere
*r65
[
(manca fotografia in SM II)
247
]*240
r
*r65
r
(fotografia in SM II tav. XXIX) 73
248
249+265 ]pq,re *240 r *r65[ (fotografia in SM II tav. XXIX)
]. *r65[
(mancano disegno e fotografia in SM II)
746r
Ideogramma *r66
Sc 225 ]*240 r EQUUS MO
(verso)
] *r66 r
(del verso della tavoletta manca
la fotografia in SM II)
r EQUUS
(mancano disegno e fotografia in
SM II) 74
Sc 5r4r: ]*240
]*r66
r
[
Ideogramma *r66+ WE
sup.mut.
]*r66+WE r
Oa r808
(già 734bis)
Oa 7374
]jojo me[no
]potinija *r66+ WE 2 [
inf.mut.
(in SM II manca fotografia)
75
(mancano disegno e fotografia)
71 L'analisi congiunta degli ideogrammi *165. *166 e *167 è stata fatta già dal
LE]EUNE (art. cit .. pp. II3-II4 e rispettive note), ma si noti che ivi è indicato erroneamente con il numero *166 l'ideogramma di KN Sc 249+265 che invece ha un tracciato
identico a quello del *165 (cfr. SM n tav. XXIX) ; inoltre è trascurata l'attestazione
dell'ideogramma *166+ WE nei due testi di Pilo Ob 1372 e 1373, mentre è citata la
presenza di questo stesso ideogramma nella tavoletta PY Ua 1413, pubblicata posteriormente. Cfr. anche J. BOARDMAN, On the Knossos Tablets. The Date oJ the Knossos
Tablets, Oxford 1963, p. 79 n. 1.
7! L'ideogramma *165 in KT", p. 217. nella tavola degli ideogrammi. è erroneamente
rappresentato dal disegno del *167, mentre l'ideogramma *167 risulta ivi omesso (cfr.
J .-P. OLIVIER, reco a Kya, . AC' 1965, p . 293). Nei tre testi SC246, 247, 7461 !'ideogramma *165 è scritto sopra ad un *162 (ideogramma della corazza) precedentemente
scritto e poi cancellato dallo scriba.
73 E non tav. XXIV come erroneamente è scritto sotto il disegno in SM n.
a L'ideogramma *166, oppure la sua variante *166+ WE, va probabilmente riconosciuto anche nell'ideogramma mutilo di PY La 626.1 (cfr.IP. p. 93 e successivamente
M. LE]EUNE, .. Myc. Stud. ", p . II3) . Il BENNETT, invece, PP 1955, Index, vi leggeva
l'ideogramma *168.
71 In realtà in SM n sotto al disegno di 734 bis c'è un rinvio alla tav. LI per la
relativa fotografia: ma nella tavola LI è riportata la fotografia di 734, per cui vedo appresso p. 21, e non di 734 bis.
Ideogrammi di pelle e cuoio
PY
Og 87 8
J
Ob 1372
Ob 1373
+ J2 *166+ WE I [
rajamo [J
166 +WE
*166+WE
eteroqata 16
(fotografia in SM II tav.
LXXI) 76
18
IO [
[J
Ua 1413
[
rqusijo akoro porenotu-[
Un 6+II8g+ 1250
/*146 7
*166 + WE 1/[
77
J SUS+KA
posec!q.[one
pere82 VACCA
pere82 VACCA
117
AGNA
AGNA
I
I
I
I
PORCA
2
SUS+KA I [I] PORCA
PORCA
SUS+KA I
2
I
2
5
*146 37
A+RE+PA
TAURUS 2
(verso)
(mg.)
S
*166+ WE [J *145 5
I
V I [
VACCA 2 OVIS [
Jijereja [... ]
ka JrawiPoro
] WE 30
[PANNUS+PA]
PANNUS+TE[
PANNUS+TE[
Ideogramma *167
KN Oa 730 J*167
60 L 52 M 2
Oa 733 J* 167 +f~
Oa 734 Jjo
IO
L ~[
AES *167+PE [
(fotografia in SM II, tav. LI)
(fotografia in SM II, tav. XXXIII,
dove è scritto per errore il n. 732)
(fotografia in SM II, tav. LI)
76 Si noti che la lettura dell'ideogramma *166+ WE in Og 878, sulla base di quanto
si vede nel disegno e nella fotografia di SM II, appare piuttosto improbabile e ci sembra
di poter vedere al suo posto il segno sillabico n. 81 = ku. In realtà in KT" ci sono i puntini che indicano l'incertezza della lettura, mentre in KT" *166+ WE è dato come sicuro.
Per errore?
77 Il congiungimento dei tre frammenti è dovuto al BENNETT, • Nestor', p. 77;
e la lettura di *166+ WE al r.6 a Miss LANG, • AJA' 1960, p . 161. Alla LANG,
• AJA' 1962, p. 1ST, si deve anche la pubblicazione della tavoletta con l'aggiunta del
frammentino del r. 1 con la leggenda poseq,q,[one, il cui congiungimento era stato operato dal BENNETT (ap. Lang). Si ricordi inoltre che all'inizio del testo ci sono quattro
righi cancellati, ma si discerne chiaramente ai rr. 3 e 4 [posedaone] ; ciò è importante
ai fini della determinazione della destinazione rituale della tavoletta. Altro frammento
probabile di questa stessa tavoletta è costituito dal testo Xn 1439 ([po]sedao[ ) pubblicato da M. LANG, • AJA' 1962, p. 15I.
Anna Sacconi
118
Sulle orme dell'Evans 78 hanno riconosciuto lingotti di metallo nei tre
ideogrammi *165, *166 e *167, tanto il Ventris 79, quanto gli editori di KT2.
Più prudentemente invece gli editori di KP ne omettono !'interpretazione.
Di lingotti si tratta con la maggiore sicurezza solo nel caso dell'ideogramma
*1678°, di cui i due testi Oa 730 e 733 indicano con ogni verosimiglianza il
peso. L'ideogramma *167 può essere accompagnato dal determinativo PE
(Oa 733, 734), per cui vedo più avanti p. 130, ed essere preceduto dall'ideogramma del bronzo che lo qualifica (Oa 734).
I due ideogrammi, che recano nel nostro' dossier' i numeri *165 e *166,
attestati nella serie di Cnosso Sc, furono interpretati dall'Evans, che li considerava varianti di un unico segno, come registrazione di lingotti di bronzo
ognuno dei quali considerato sufficiente per fare un paio di corazze: in tre
casi, lo abbiamo visto, !'ideogramma della corazza *162 è cancellato e al
suo posto è scritto il *165. Tale interpretazione, che è generalmente accolta 81,
non mi sembra sostenibile.
È necessario, credo, in primo luogo puntualizzare che l'ideogramma di
KN Sc 225 e 5141 non è una variante dell'ideogramma *16582, ma una variante
senza determinativo del *166. Tale esegesi, per quanto riguarda Sc 225 (di
Sc 5141, manca il disegno in SM II), è imposta dall'esame del tracciato del!'ideogramma nel disegno di SM II ed è ora assicurata dagli èditori di KP.
Ad ulteriore conferma si può notare che l'ideogramma *166, per quanto di
foggia simile a quella dell'ideogramma *165, e attestato in due testi della stessa
classe Sc, diversamente dal *166, appare ambedue le vç>lte in un rigo diverso
da quello in cui si trova !'ideogramma *240 e non mai al posto di un *162
cancellato.
Il Gallavotti rilevò già nel 1955 che nella serie Sc di Cnosso !'ideogramma
*165 non rappresenta un lingotto 83: "In alcuni casi !'ideogramma della
.8 PM IV 1935, p. 652 s., fig. 367 .
•~ Nella sua lista di ideogrammi in ' Minos' 1956, tab. III, egli traduce le tre varianti con INGOT, Silver Ingot? (che corrisponderebbe all'id. *166+ WE, ma vedo sulla
pretesa identificazione del segno WE con l'ideogramma dell'argento più avanti, pp. 2425) e ancora INGOT; così anche Docs, p. 51 e PALMER, Int. 1963, p. IO.
80 Cfr. l'importante opinione espressa in questo senso dall'archeologo J. BOARDMAN, On tlte Knossos Tablets. The Date 01 the Knossos Tablets 1963, p. 79; G. PUGLIESE
CARRATELLI, Documenta Mycenaea, Milano 1964, interpreta l'ideogramma *167 come
VELLUS( PElo
81 Cfr. Docs, p. 380.
8. Tale interpretazione, che risale all'EvANS, PM IV, p. 805 s., è generalmente
accolta: cfr. Docs, p. 380, M. LEJEUNE, ' Myc. Stud. ' 1964, p. 113, dove l'ideogramma
*166 senza determinativo viene definito" une variante *166 de l'idéogramme *165 ",
e G. PUGLIESE CARRATELLI, Documenta Mycenaea, Milano 1964, nella tavola degli" Ideogrammata ".
83 C. GALLAVOTTI, Documenti e struttura del greco nell'età micenea, Roma 1955-56,
P.50. Ivi l'ideogramma in questione è trascritto con VELLUS.
+
Ideogrammi di pelle e cuoio
119
tunica [*162] è cancellato e sostituito con un altro, che non è ,un lingotto,
come si è inteso, ma una pelle di capra, in mancanza della tunica" 84. Tale
interpretazione dell'ideogramma *165 mi sembra da accettare; e per questa via si può giungere anche a stabilire il significato dell"ideogramma *166.
Come risulta dal' dossier' su riportato, l'ideogramma *166 appare due
volte associato nello stesso testo (PY Un 6.6, Ua 1413) con il *146, e in particolare in Ua 1413 i due ideogrammi *146 e *166 sono i soli ad apparire. Inoltre
il *166 mostra, in tutte le sue attestazioni (ad eccezione dei due soli casi di
Sc 221 e 5141)' l'aggiunta del sillabogramma WE con funzione di determinativo,
che troviamo iscritto anche nell'ideogramma *146. Tale determinativo è probabile che abbia lo stesso significato tanto in *146 che in *166 85 . L'affinità
dei due ideogrammi *146 e *166 sembra confermata anche da alcuni dati relativi ai luoghi di ritrovamento delle tavolette che li presentano. Gli ideogrammi
*146 e *166 sono attestati a più riprese in testi rinvenuti a Pilo nelle campagne
di scavo del 1959 86 , 196087 e 1961 88, trovati nella maggior parte nell'area
sud-occidentale del Palazzo: è evidente dunque che nell'interpretazione non
debbano andare disgiunti. Nell'ala sud-occidentale del Palazzo aveva sede un
archivio specializzato destinato a registrare una parti~olare attività simboleggiata dagli ideogrammi *146 e *166 89 • Ma di che attività si tratta? Ho già
detto che credo di poter ravvisare nell'ideogramma *146 una' pelle' mettendolo in relazione con l'ideogramma DI +PTE e con la parola diptera gr.
a~cp&ép(X: !'indubbia parentela che il determinativo WE, i contesti e i relativi
84 Il LEJEUNE, "Myc. Stud." 1964, pp. IIO-124, che praticamente basa tutto il
suo articolo su questo presupposto, ignora l'osservazione del Gallavotti. ma fa questa precisazione: " On a jusqu'ici, avec une grande imprudence, baptisé également
. INGOT' l'idéogramme *165, alors che le contexte impose l'idée qu'il s'agit d'un Effet
d'iquipement, qu'elle qu'en soit la nature, destiné à un guerrier" (ibid. p. II3). Anche
il BOARDMAN, On the Knossos Tablets cit., crede che l'ideogramma *165 rappresenti
" some piece of equipment yet to be recognized" (p. 79 n. I).
IO Di questa stessa opinione si sono mostrati già M. LANG, • AJA' 1960, p. 161;
M. LEJEUNE, • Myc. 5tud.', p. II4; L. DEROY, Initiation 1962, p. 52.
88 Mb 1363-1366, Mn 1367, 1369, Xa 1376, Ob 1372-1373. Solo il sigillo Wr 1374
reca l'ideogramma *159, ma è stato trovato piuttosto discosto dal gruppo principale
(cfr. M. LANG, • AJA' 1960, p. 160 n. 2).
87 Mb 1395 (+ Xa 1376), Mn 1407,
1408, Xb 1420 (che va congiunto col fr, Ob
1373 trovato nel 1959), Va 1413. Cfr. LANG, • AJA' 1961, p. 158 s.
88 Mb 1366 (fr. nuovo), Mb 1402 (fr. nuovo), Mb 1429-1431. Cfr. M. LANG, • AJA'
1962, pp. 149-52.
80 Tale ipotesi, che ora è stata brillantemente confermata dai reperti delle campagne di scavo del 1960 e del 1961, era già stata formulata dalla LANG, nel commento
all'edizione dei testi trovati nel 1959: "the comparative newness of the ideograms,
combined with their pIace of finding and the fact that no joins can be made with fragments from the Archives Room and Annex, suggests that in this south-west wing of
the palace, as in the northeast wing (' AJA ' 62 [1958J 191), records were kept of some
special activity" (M. LANG, • AJA' 1960, p. 160, cfr. anche' AJA' 1962, p. 149).
120
Anna Sacconi
luoghi di ritrovamento inducono a stabilire tra i due ideogrammi *r46 e *r66,
nonché la rassomiglianza del contorno esterno dell'ideogramma *r66 con
quello del *r65 90 , mi porta a ritenere che anche !'ideogramma *r66 rappresenti una pelle 91.
8. Passiamo ora a cercare di stabilire come debba essere interpretato
il WE determinativo dei due ideogrammi *r46 e *r66. Le attestazioni ideografiche del segno WE sono le seguenti:
A. - Il segno WE come determinativo in legatura 92 è usato quale abbreviazione di wearepe (scritto anche wejarepe, gr. -'I)ÀLcpeç) nell'ideogramma *r30
(che si trascrive OLEUM e rappresenta l'olio o meglio l'unguento profumato),
nell'ideogramma *r46, nell'ideogramma *r66, e forse, quale abbreviazione di
weJewe (cfr. Hesych. v. ut~v· TIJv &fL1t'€ÀoV ... ), nell'ideogramma *r74 93 •
B. - Due probabili casi di usi non fonetici del segno WE sono quelli
offerti dai tracciati di due segni per misure di peso: il *II5, che rappresenta
la più piccola unità di peso finora conosciuta (trascritta convenzionalmente
con P), la cui sagoma è costituita a Pilo da quella del segno fonetico WE
con l'aggiunta di un segmento orizzontale mediano, e a Cnosso dallo stesso
segno con l'aggiunta facoltativa di due puntini; e il *II7 (trascritto convenzionalmente con M) il cui tracciato è uguale a quello di due piccoli WE
sovrapposti.
C. - Ora i nuovi dati testuali ci consigliano non solo di mettere in forse,
ma anzi di rifiutare completamente 94 la pretesa identificazione del segno WE
IO L'ideogramma *165 raffigura una pelle secondo !'ipotesi del GALLAVOTTI, per
cui vedo supra p. 118 s.
G1 Oltre alla teoria tradizionale che identifica l'ideogramma *166 con un lingotto,
credo che vada esclusa anche l'ipotesi prospettata, in maniera dubitativa, da J. BOARDMAN, On the Knossos Tablets cit., p. 79, secondo il quale esso rappresenterebbe • a double axe ". L.R. PALMER, Int. 1963, p. 486 (Addenda a p. 300) ritiene che l'ideogramma
*166 sia, come anche il *146 con cui risulta spesso associato negli stessi testi, una sostanza agricola usata nelle offerte (cfr. già L. DEROY, Initiation 1962, p. 52). Lo stesso
autore inoltre confonde i due ideogrammi *166 e *167. in quanto solo il *167 è a volte
accompagnato, come anche il *146, dal determinativo PE che egli invece attribuisce
anche al *166.
92 M. LE]EUNE, 'Myc. Stud. ' 1964, p. 119 n. 2, dimentica nella sua rassegna degli
usi di WE come determinativo di ideogrammi il WE in legatura con l'id. *130
(OLEUM+ WE) .
• 3 Vedo VI. Georgiev, Minoica 1958, p. 156 e Introduzione alla storia delle lingue
indeuropee, • IG' voI. IX, Roma 1966, p. 53 ; cfr. inoltre L.R. PALMER, • Gnomon '
1957, p. 573·
•• Ragionevoli dubbi sull'interpretazione di WE come argento erano già stati avanzati da M. LANG, ' AJA' 1960, p. 160 s. In particolare, si noterà come venga a cadere
la identificazione tradizionale (cfr. per tutti Docs, p. 51) di *166+ WE con' lingotto
d'argento', su cui vedo supra, p. 118.
121
Ideogrammi di pelle e cuoio
con !'ideogramma dell'argento 95. Nel testo KN K 872.3b, che riporto qui appresso, davanti all'ideogramma *218 della" Vaphio cup ", in KP si leggeva
un WE, che in KP risulta cancellato dallo scriba 96:
Jkeraa *227
Jmeno neqasapi
Jtete k~truso
neJqasaPi [we]
*227
I
*218
3
[
[
[
Il vaso indicato dall'ideogramma *218 era considerato in oro (cfr. kuruso gr.
Xpu0"6c;) e 'argento (WE = argento) 97. Ma il fatto che WE sia risultato ad un
più attento esame come cancellato dallo scriba toglie valore all'argomentazione.
L'ideogramma *143, costituito dal tracciato del segno WE con barra trasversale e due punti, inteso come argento, era attestato solo in PY La630:
koJura
Jt:lrota PANNUS P A
JA.~G P 7 PE 3
+
(verso)
I
Ma anche quest'altra pretesa attestazione dell'argento è apparsa inesistente:
nell'elenco di ideogrammi micenei redatto a Wingspread !'ideogramma *143
è assente 98.
D. - A parte va considerato un altro uso non fonetico del segno WE
che appare, con un significato tutto particolare, nel documento KN Ch 896
riportato qui di séguito:
tazaro / aiworo
'keranoqe'
È questo uno dei testi di Cnosso
ne we BOSm ZE
I
classificati col prefisso Ch, che registrano
buoi a coppie identificati con i rispettivi nomi propri 100: aiworo e kerano,
gr. odf6Àoc;, Xe:ÀOCLV?C; sono i boonimi, mentre tazaro è il nome del possessore (?)
di questi buoi. Le due sigle ne we determinativi dell'ideogramma BOSm sono
99
95 L'argento appare in miceneo nella grafia sillabica akuro al dato sing. gr. &.pyòpcp
in PY Sa 287.
9S Questa tavoletta è ora perduta (cfr. apparato critico di KT" ad loc.), onde non
è possibile controllarne la retta lettura se non nella fotografia di SM II (tav. LXI).
97 Cfr. VC, Docs, p. 35I, che ipotizzano la presenza di un ideogramma WE indicante
l'argento anche in J 58bis (ora I804). b: ma una più attenta lettura ha mostrato che
in tale testo invece di WE si deve vedere l'unità di misura P (cfr. KT", p. I05).
98 Vedo la " Wingspread Convention for the Transcription of Mycenaean (Linear
B) Texts ", "Mycenaean Studies" I964, pp. 258-59.
99 Si tratta di sedici testi Ch 896 897 898 899 900 IOI5 I044 I029 5724 5728 5734
5754 5985 7065 7066 8222), alcuni dei quali sono però molto mutili.
100 Sui nomi propri dei buoi intesi come nomi di tori da corsa e da agoni, cfr, C.
GALLAVOTTI, Nomi di colori in miceneo, ' PdP' I957, pp. 6-IO.
122
Anna Sacconi
state intese come abbreviazioni di vÉ(feù) fe:(TOCÀeù) (in miceneo è attestata
la parola weto, gr. ETOC; < fÉTOC;) " giovani animali nati nell'anno ", oppure di
vÉ(feù) fe:(PYOCTIXe:) "giovani animali adatti al lavoro ", sulla base del confronto
col vocabolo wekata 101 gr. È:pyoc't"Y)C; < fe:pyOCTrlç che, perlomeno in tre testi di
Cnosso 102, serve a meglio qualificare !'ideogramma BOS. La parola È:pyoc't"Y)C;
anche nel greco classico è documentata come attributo di animali e in particolare di buoi: alle due attestazioni letterarie dell'espressione ~ouc; È:pyOCT'YjC;
(Archi!. 39 Bergk e Soph. 563 Pearson) se ne può aggiungere una epigrafica
contenuta in una delle Attic Stelai pubblicate da W. Kendrick Pritchett:
la stele VI, al r. 68 presenta un'espressione che va senza dubbio integrata
nel modo seguente: ~6'Yj È:p[yoc't"lX ~JÙO 103.
E. - Il segno WE, usato come ideogramma a sé stante nelle enumerazioni
di bestiame delle serie C e D di Cnosso, C e U di Pilo, è generalmente interpretato come una varietà di ovini o caprini ed in particolare come abbreviazione acrofonica di ETIXÀOV < fÉTIXÀov " giovane animale nato nell'anno" 104.
Ma questa esegesi tradizionale non mi sembra convincente. Dal punto
di vista del significato appare poco verosimile, data l'estrema specializzazione
che presentano i testi micenei nella notazione ideografica degli animali, che
la stessa abbreviazione acrofonica stia ad indicare contemporaneamente una
varietà di ovini e caprini. Che WE indichi un tipo di ovini è mostrato
dal fatto che appare associato costantemente nello stesso contesto solo con
ideogrammi di ovini (KN DI 790.A, 9I6, 7072, 7082, 7086, 7092, Dx 4II,
PY Ua I7, Un 6, 47, I38, II85) e unicamente in due casi a Pilo (in Ua I7
e Un 4I8, documenti ambedue miscellanei e quindi poco rilevanti ai fini dell'esatta individuazione del significato di WE) anche con ideogrammi di caprini 105. Dal punto di vista formale, credo probabile che WE sia l'abbreviazione
più che di ETIXÀOV " animale giovane ", come comunemente si ritiene 106, del
nome che è alla base dell'aggettivo wereneja attestato in PY Ub I3I8.7 (con
101 Cfr. M.LE]EUNE, Noms propres de boeufs à Cnossos, 'REG' 1963, pp. 1-9 con le
due alternative. La seconda alternativa era già stata sostenuta da VC, Docs, p. 213.
102 KN C 50, 59, 8224, se ivi si accetta l'integrazione weJkata.
103 Se ne veda l'edizione di W. KENDRICK PRITCHETT, The Attic Stelai, Part I,
" Hesperia" 1953, p. 272 e il commento dello stesso autore in The Attic Stelai, Part II,
" Hesperia" 1956, p. 257.
104 Cfr. Docs, pp. 195 s., 208 e L. DEROY, Initiation 1962, p. 52.
105 WE, verosimilmente come indicazione ideografica di animali, è attestato anche,
ma purtroppo senza contesto, nelle due molto mutile tavolette di Cnosso C 7060 e 7940.
108 È
importante notare come dell'interpretazione di WE nelle registrazioni di
bestiame di Pilo e di Cnosso come abbreviazioni di wetalon o wetelon ' yearling , è arrivato a dubitare indipendentemente, ma senza proporre soluzioni alternative, il Killen,
basandosi su inoppugnabili argomenti interni desumibili dalle serie di tavolette concernenti il bestiame: cfr. ].T. KILLEN, Some Adjuncts to tlte Sheep Ideogram, "Eranos"
1963, p. 78 n. 25 e 85 n. 46.
Ideogrammi di pelle e cuoio
123
valore di sostantivo, perché diptera gr. ~Ltp&ép(X è sottinteso; forse anche al r. 6
va integrato we[reneJja). Il vocabolo wereneja va con ogni verosimiglianza interpretato con gr. (~Ltp&ép(xL) fp~Ve:L(xL " pelli di agnello" o più genericamente
"pelli ovine" 107. Tale interpretazione viene confermata dal fatto che nello
stesso testo PY Vb 1318108 sono registrate oltre che diptera gr. ~Ltp.sép()(. (ai
rr. 1-4, 7, scritto diptera 3 forse plurale ~Ltp&ép(xL in Sb 1315.1) ed erutara diptera (r. 3) gr. ~pu&p(Xt ~Ltp&ép(xL; anche weewija diptera (r. 4, cfr. weewija,
sciI. diptera, r. 6) forse gr. {)e:L(XL ~Ltp&ép(xL ' pelli suine' 109; erapeja (sciI. diptera,
rr. 5,6) gr. ~À&.tpe:L(xL ~Lq>&ép(xL 'pelli cervine 110; diptera a3za (r. 7) gr. ~Ltp&ép(xL
107
Tale interpretazione è di M. LANG, ' AJA' 1958, p. 191; cfr. anche M. LEJEuNE,
Mémoires I 1958, p. 340 n. 26; A. HEUBECK, " Bibliotheca Orientalis" 1960, p. 19.
108 Il testo PY Vbl318 è ora praticamente completo, grazie alla fortunata scoperta
del fr. centrale nella campagna di scavi del 1964 (cfr. M. LANG, ' AJA' 1965, pp. 98100), che si è aggiunto ai due trovati nel 1957 (cfr. M. LANG, ' AJA ' 1958, pp. 184-185,
191). Vedo sulle varie designazioni di pelli e di cuoio ivi contenute e su pediro gr. 7!ÉIìLÀOV
C. GALLAVOTTI, Note brevi di filologia micenea, ' SIFC' 1958, pp. 68-69, Note sul lessico
miceneo, • RFIC' 1961, pp. 174-176, e da ultimo l'esegesi complessiva di questo testo
di C.J. RUIJGH, Observations sur la tablette Ub I3IB de Pylos, 'Lingua' 1966, pp. 130-152.
10. Il vocabolo weewija riappare nel testo di Cnosso As 1518+M1529, i cui due
frammenti sono stati congiunti da J.-P. OLIVIER: ivi ogni rigo presenta: ] VIR 5 weewija toko 1 (toko corrisponde forse a gr. cr't"OLX0C; " una serie ", cioè" un numero fisso ").
L'interpretazione di weewija con iJe:LOI: (cfr. ion. iJe:oc; e atto iJELO; che è più recente; le
forme omeriche del tipo di OI:tyELOC; si spiegano forse per allungamento metrico a partire
da OI:tye:oc;, perché la forma dello ionico di Omero, corrispondente all'atto OI:tye:LOC;, sarebbe *OI:ty~LOC;) proposta da M. LANG, ' AJA ' 1958, p. 191, presuppone l'impiego di weiniziale per u- antevocalico, la cui esemplificazione in miceneo rimane però incerta:
cfr. C. GALLAVOTTI, Le grafie del wau nella scrittura micenea, ' Mycenaean Studies ' 1964,
p. 59 s. Il LEJEuNE, Mémoires, p. 340 n. 26, traduce weewija diptera con' peaux de brebis' supponendo che weewija sia un lapsus per *weweija e confrontando l'aggettivo
weweea scritto anche we]weea.[ in PY Xn878 = gr. fEpfÉe:oc (att. ÈpEOUC;) 'di lana',
che deriva dal sostantivo neutro dpoc; > *1e:pfoc;. Secondo il PALMER, Interpretation
1963, p. 462, weewija è un nome proprio di donna. Il RUIJGH invece (' Lingua' 1966,
pp. 144 s., 149 s.) ritiene che l'aggettivo weewija sia un derivato di *weeu gr. *fee:uc; (secondo il rapporto qasirewija: qasireu) da riconnettere alla radice *Fe:cr- di ~WUf1.L' vestire "
che si ritrova anche alla base di myc. wea.no gr. ÉOI:VOC; <fEOI:VOC;, e sia da interpretare con
fE~fLOI:L .' destinées à des vetements ".
110 I vocaboli micenei erapeja ed anche eraPija sono aggettivi sostantivati (cfr. in
Polluce 7.90 atto ÈÀOI:cp'ìj • pelle di cervo '), che corrispondono formalmente al gr. ÈÀtXcpe:LO<;
, di cervo' e derivano dal sostantivo erapo gr. ~ÀOI:cpoc; , cervo', attestato nella locuzione toponomastica erapo rimene ÈÀ&cpwv ÀLfl-ÉVEL (gr. ÀLiJ.~V, ÀLfl-ÉVL) in PY An657.12. Il
miceneo adopera indifferentemente i suffissi -e(j)o ed -ijo: nella stessa serie di Cnosso
Sd sono usati wirinejo, wirineo e wirinijo, derivati da wirino gr. flLVOC; 'pelle '. (Sugli
aggettivi di materia in miceneo cfr. GALLAVOTTI, Il carattere eolico del greco miceneo,
, RFIC' 1958, p. 124 s.; Note brevi di filologia micenea, ' SIFC' 1958, pp. 68-69; Esiti
e segni di jod in miceneo, 'PdP' 1960, p. 26055.). Tutte le attestazioni di erapeja ed erapija (in PY Vb 1316 e al gen. plur. nella forma eratijao che va corretta in eraPijao in
Vb 1317) sono seguite dal sillabogramma E con funzione di abbreviazione acrofonica
e precedono immediatamente le cifre. Nella tabella Vbl318 lo scriba ha aggiunto la
124
Anna Sacconi
• pelli caprine' 111; nonché wirino (rr. 4,5) gr. pw6c; < fPL'J6c; • pelle
di bue' 112.
L'aggettivo wereneja gr. fp~'JEL(x (cfr. agg. atto &p'JELOC; • di agnello')
presuppone l'esistenza in miceneo di un sostantivo *fp~'J1l3 scritto *were.
Abbreviazione acrofonica di *were mi sembra il WE usato come ideogramma a sé stante per l'indicazione di un tipo particolare di ovino, che non è
necessariamente l'agnello se in Omero &p~'J (che al nominativo è attestato
(x~yEL(xL
notazione ideografica della pelle registrata solo nel caso della' pelle di cervo' ; e questo
costituisce un caso particolare perché nei testi micenei non appaiono che piuttosto raramente delle cifre precedute solo da un'espressione sillabica, e non ideografica.
111 Sul problema fonetico che pone la forma micenea a3za che corrisponde al gr.
cx'iye:LOç vedo C. GALLAVOTTI, " SIFC" Ig58, 68-6g, 'PdP' Ig60, p. 262 SS. e da ultimo
C.J. RUI]GH, 'Lingua' Ig66, p. 151 S.
112 La parola wirino rappresenta senza dubbio fpL\lO':;, che corrrisponde a pL\lOç
• pelle' (Omero). Il digamma iniziale è attestato dall'epiteto epico UhUPL\lOç e dalla
glossa di Esichio ypi:\loç' 8épfJ.cx. È difficile determinare il valore specifico di fpL\lOç di
fronte a quello di 8~cp&épcx. La LANG (' AJA' Ig65, p. 100) afferma a tale riguardo: "the
latter seems to be the generaI word for already prepared skins; the former is perhaps
more specifically oxhides" (tale significato di p~\lOç è bene attestato nel testo di Omero
dal quale invece è assente 8~q>&épcx). Questa determinazione del significato di diptera e
di wirino è senz'altro da preferire a quella prospettata da J. CHADWICK-L. BAUMBACH,
The Mycenaean Greek Vocabulary, "Glotta" Ig63, p. 242 S.V. pt\lOç: "classical usage
suggests that perh. p~'IOç is raw-hide, lìLCp&épcx tanned leather". La Iì~cp&épcx nell'uso
greco classico è generalmente la pelle conciata (secondo l'etimologia più probabile, che
risale alDE SAUSSURE, 'MSL' 7, p . gl, il vocabolo Iì~cp&épcx va riconnesso con gr. lìécpw, lìéljJw
'ammollire' (cfr. ~upcr08é<jJ'1Jç , conciatore', vedo FRISK, s.v.), sopratutto di pecora e di capra
(di volta in volta si suole indicare l'animale della cui 8tcp&épcx si tratta: si ricordi p. es.
HERODOT. V 58,3: x'Xt -rtiç ~u~Àouç lìtcp&épcxç xcxÀéoucrt cbtò 'rou 1tCXÀCXLOU 01 "Iw'le:ç, o'r~ XO'rì:
t\l crmX\lt ~ù~ÀW\l ÈXpéw\l'ro Iì~cp&ép?lcrt cx[yé?lcr[ 're: xcxt otg?lcr~. Solo il tardo Ammonio nel IIept
0!L~(wv xcxt 8~cxcp6pw\l Àéçe:w\I p. 43 Valck., specifica lìtcp&épcx fLI:'1 y&p cxtyW\I, fJ.'1JÀw'r~ 81: 1tpO~(x..W\I), e i suoi usi sono rari. Cfr. E. POTTIER, in Daremberg-Saglio, S.V. e H. BLtjMNER, Technologie U. Terminologie der Gewerbe u. Kunste bei Griechen U. R8mern, P, Leipzig
Ig12, pp. 260-g2.
113 Il nominativo del nome greco dell'agnello era in origine *fp7J\I, mentre il genitivo presentava il grado zero del tema: fr\loç > (f)&pv6ç. Sotto l'influsso di Fcxp\l6ç,
alcuni dialetti, tra cui lo ionico-attico, hanno trasformato *Fp7J\I in Fcxp7J\I > &p7Jv. Il
nominativo antico sopravvive nei composti omerici 1toMpp'1J\loç (nom. sing.), 1toMpp'I)\le:ç
(nom. pl.). Sulla base del tema P'I)\I- (cfr. anche il toponimo cretese IIoÀÙpp'1J'I) si è formata
una nuova flessione: in Omero 7toÀùPP'I)'IOç e 7toÀuPP'I)'IZç sono attestati accanto a 7toMcxp'l~.
Cfr. forse anche le glosse di Esichio pUe:~Wl. (*Fp'ìj\lcx?)' &p'ICX, KU7tpLO~ e péivcx' &.p'lCX, oltre
che l'aggettivo p'I)'I~x6ç 'd'agnello' (Ippocrate). È possibile che il vocabolo woroneja
(attestato in MY Oe III.2 in riferimento ad una certa quantità di lana, id. *145),
sia da intendere con Fp6'1e:ji1. < f['I- (cfr. L. R. PALMER, 'BICS' Ig55, p. 36 e Interpretation Ig63, p. 464, S. V. woroneja). Si tratterebbe di un altro caso dell'esito po (opp. op)
di [ che è proprio del miceneo e dell'eolico e si oppone a pcx (opp. cxp) dello ionico-attico
e del greco occidentale (cfr. C. GALLAVOTTI, ' RFIC' 1958, pp. II3-133). Vedo su tutto
il problema C.J. RUI]GH, Observations sur la tablette UbI3I8 de Pylos, ' Lingua' Ig66,
p. ISO S.
Ideogrammi di pelle e cuoio
125
solo in alcune, iscrizioni) può significare ovino adulto di ambo i sessi 114 e va
messo probabilmente in rapporto etimologico con una parola indoeuropea
che indica la lana (cfr. aind. urabhra- m. "Widder", propriamente forse
" Wolltrager " 115).
Per tornare al problema donde siamo partiti, ritengo che il WE, determinativo dei due ideogrammi della pelle *r46 e *r66, non si possa considerare
alcunché di diverso dal WE abbreviazione di myc. *were. Ciò è confermato
dall'associazione nello stesso documento pilio Un 6 dei tre ideogrammi
PTE WE, *r66+ WE (ambedue al r. 6) e WE (in margine, in un contesto
purtroppo mutilo). I due ideogrammi *r46 e *r66 raffigurano dunque, nelle
varianti con l'aggiunta del determinativo WE, pelli di ovini: la differenza dei
tracciati esterni sta forse ad indicare una distinzione tra pelli grezze (*r66)
e pelli conciate (*r46) 116. La probabilità dell'interpretazione dei due ideogrammi con 'pelle ovina' è accresciuta dalla constatazione che nei testi
micenei gli ovini (sopratutto a Cnosso) sono in gran numero 117, e quindi
sarebbe inspiegabile l'assenza di una designazione ideografica particolare per
la 'pelle ovina' 118.
+
9. La nostra interpretazione dell'ideogramma *r46, come' pelle di ovino',
non pare invalidata dalle argomentazioni, che mi propongo di esaminare
qui di séguito, su cui si basano i sostenitori dell'affinità semantica dei due ideogrammi *r46 e *r59 119 •
114 Cfr. r 103 &pv', ~'t'~pov ÀEUK6v, É't'É:p"I)V 3È I-'-É:ÀCXLVCXV, 3 85 &pVEC; ••. KEpcxoL
115 Cfr. FRISK S.V., che porrebbe in relazione &p1jv anche con la radice di e:!po.; 'lana'.
116 Così già M. LANG, 'AJA' 1960, p. 161, che si basa sui tracciati esterni. Ma
più cauta si mostra la stessa autrice in ' AJA' 1961, p. 159, laddove afferma, a proposito dell'ideogramma *146, che se debba essere" interpreted as a textile is still uncertain ". Ma non si può escludere che altra sia la distinzione da istituire tra i due tipi di
pelli di ovini indicati dagli ideogrammi *146 e *166.
111 Sull'industria della lana considerata come la fonte più importante della ricchezza di Cnosso nell'età del Bronzo Tardo ha richiamato l'attenzione J. T. KILLEN,
The Wool Industry oi Crete in the Late Bronze Age, ' BSA ' 1964, pp. 1-15, che istituisce
a tale proposito un interessante parallelo con l'Inghilterra medioevale.
118 Si veda ora P. Hr. ILIEVSKI, The Linear B Ideogram *I34, 'ZA' 1966, pp. 271280, che interpreta l'ideogramma *134 di KN C 7063.1-2, U5592 e MY G0610.1-4 (e anche
il *190 attestato solo a Micene, che egli considera una variante del *134), con SEBUM,
in particolare 'grasso di ovini e caprini' (cfr. gr. ÀLTCO';, -EO';) usato anche per scopi
rituali in offerte alla sitopotinija gr. ~L't'<i> (?) IIo't'vL'l' (cfr. MT III, P.58). È evidente
come sarebbe piuttosto strano che, mentre i testi micenei hanno una designazione ideografica particolare per il grasso degli ovini, non l'avessero per le loro pelli. A parte va
considerato !'ideogramma *153 per cui vedo supra pp. 99-102, che è attestato solo nel
testo di Pilo Un 718 e indica in particolare il 'vello' di pecora, verosimilmente adibito
ad un uso particolare.
118 Tali argomentazioni sono generalmente basate sui contesti. Un elemento
desumibile dai contesti, atto a confermare l'esattezza del valore di 'pelle' da noi at-
Anna Sacconi
126
A. - Il contesto che può, se non inteso rettamente, offrire le maggiori
difficoltà alla nostra interpretazione, è la tavoletta di Pilo Un 1322, la cui lettura
è tra le più controverse: la riporto così come appare nell'ultima redazione fornita dal Chadwick 120.
[ . ]~9[ .] qno [.]
i!~kutuwoko
ono
*~f! ono
wea 2no [ri]no repoto
5 we[± 5 ]no[ ... ]
GRANUM
GRANUM
GRANUM
*146
*~4('i
6 NI Cnn]
2 NI 2
12
GRANUM
GRANUM
5
16
infra mutila
È sicuro che ai rr. 1-3 non vengono descritte con le leggende sillabiche le
derrate registrate (GRANUM e NI), ma è indicato a chi e per quale motivo
esse sono fornite 121. È probabile quindi che, anche ai righi successivi, la scritturazione vada intesa in modo analogo. Secondo il Chadwick invece, poiché
!'ideogramma *146 in PY Un 1322.4-5 non può essere una determinazione
di GRANUM, deve riferirsi alla leggenda sillabica; in particolare non arino
repoto (À[vov ÀEm-OV), perché l'ideogramma del 'lino' è SA, ma a wea 2no =
gr. Écxvoc; < fecxvoc; "vestito" (cfr. wea 2noi, dato plur. in PY Fr 1225122), di
cui rt'no repoto sarebbe un'apposizione. Questa interpretazione verrebbe convalidata dal determinativo WE, iscritto nell'ideogramma *146, da intendere,
sempre secondo il Chadwick, come abbreviazione di wea 2no: si tratterebbe
tribuito all'ideogramma *146, è offerto dalla associazione del *146 con il *152 = PEL+-IS+ Wl (oltre che con i segni fonetici Rl KE O ME usati con funzione ideografica)
nelle tabelle della serie di Pilo Ma e in Mn l l. Si aggiunga inoltre la constatazione che
i due ideogrammi *146 e *159 non appaiono mai insieme nella stessa tavoletta. La contestabile affinità di significato di *146 e *159 (che generalmente si trascrive con
PANNUS oppure con TELA) è stata sostenuta già da VC, Docs 1956, p. 290 ~ recentemente riproposta con ·varie argomentazioni da J. CHADWICK, Pylos Tablet UnI322 ,
, Myc. Stud. ' 1964, p. 24 e M. LEJEUNE, Observations sur l'idéogramme I46, ibid., pp. 1 II12 4.
120 Dopo una prima pubblicazione della LANG (' AJA' 1958, p. 185), il CHADWICK
ne diede un'altra redazione dovuta a sua personale autopsia (' AJA ' 1959, p. 137, apud
Lang) , e poi ne presentò un'edizione riveduta a Wingspread (1961), edita negli Atti
del terzo Colloquio Miceneo (J. CHADWICK, Pylos Tablet Un I322, .. Myc. Stud ... 1964,
pp. 19-26).
121 Il Chadwick vede nei rr. 1-3 la registrazione di un pagamento (myc. ono, connesso alla radice di gr. ÒVLV"I)[.J.L) in natura (grano e fichi = myc. GRANUM e Nl) ad
alcuni individui, tra cui un tessitore (myc. iteu, dato itewe, cfr. gr. lcr't"6ç) e un facitore
di reti (myc. dekutuwoko, composto formato da 8LX'ru 'rete' e -fopyoç, secondo l'interpretazione di Miihlestein).
122 L'interpretazione di wea 2 no con Éiv6ç (preferibile a quella con Éiiv6ç) risale al
BENNETT, Oil Tablets 1958, p. 22. Dal punto di vista etimologico, ÉOtv6ç deriva dalla
radice *fEcr- di ~VVUfH e significa' veste', senza dubbio uno speciale tipo di veste: in
Omero sta ad indicare soltanto vesti femminili.
~
Ideogrammi di pelle e cuoio
127
della registrazione di un pagamento in natura (a mezzo di determinate quantità
di grano) fatto ad alcuni operai per la confezione di un numero determinato
di vesti di lino 123. Ma, per quanto concerne !'interpretazione dei rr. 4-5 di PY
Un 1322, credo che soccorra, nella maniera più efficace, il testo KN J 693,
che riporto qui di séguito, già richiamato a tale proposito molto opportunamente da M. Lejeune 124 :
rino / repoto 'qeteo' kito AES M
sapa P 2
*114 I epikitonija AES
I
[
M
1[
In questo documento i pesi di bronzo stanno ad indicare con ogni verosimiglianza il valore di tre vesti (kito gr. XL't"WV, sapa ed epikitonija gr. È7tLXL't"WVLIX) in fine tela di lino (rino repoto gr. ÀLVOV Àe:7t't"6v) 125. Analogamente,
nella tavoletta Un 1322, la menzione congiunta di *146 e GRANUM sarà
l'indicazione del valore di wea 2no [riJno repoto 126.
Tanto KN J 693 che PY Un 1322 registrano determinate quantità di
lino per abiti: dei pesi di bronzo oppure *146 e GRANUM servono come indici di valori commerciali, in un'economia premonetaria in cui vige il baratto,
ma dove un commercio notevolmente attivo fa supporre anche un indice di
valori di riferimento 127. Dalla scelta di pesi di metallo come indici di riferimento
è derivata più tardi la moneta 128.
B. - Un'altra argomentazione, di cui si servono i due recenti sostenitori
della tesi dell'affinità semantica di *146 con *159, è rappresentata dalla consi123 Cfr. CHADWICK, ' Myc. Stud. ' 1964, pp. 23-5. È evidente che questa interpretazione offre notevoli difficoltà e lo stesso Chadwick non se le nasconde quando dice:
" it is curious that the number of garments is not given ; possibly there was a standard
payment per garment which would have allowed the officials to calculate the number "
(ibid., p. 25). Ma forse la non esplicita menzione del numero subito dopo l'ideogramma
*146 (assente dopo lo stesso ideogramma anche in M 724) si dovrà spiegare più che ricorrendo all'ipotesi di uno" standard payment per garment ", sottintendendo il numero I.
m "Myc. Stud. " 1964, p. II6.
m Questa interpretazione del testo KN J 693 è generalmente accolta: cfr. Docs
1956, p. 320 e M. LE]EUNE, " Historia" 1961, p. 414, " Myc. Stud. " 1964, pp. 88, II6.
Il CHADWICK che pure, come esplicitamente ammette (" Myc. Stud. " 1964, p. 20), ha
tenuto presente J 693 per l'integrazione [ri]no di Un ~322.4, non si è poi servito di tale
importante testo parallelo ai fini dell'esegesi di PY Un 1322.4-5 .
128 I casi grammaticali che si nascondono nelle parole wea.no e rino repoto sono
incerti. Potrebbero essere due nominativi di rubrica, oppure rino repoto è nominativo
e wea.no dativo, onde tutta la frase sarebbe da intendere À('10'l ÀE1tTÒ'I fEa.'1cr "lino fine
per un vestito".
127 Si ricordi che in Omero ad es. i buoi sono usati come un determinato tipo di valori
di riferimento (cfr. Docs, p. 198).
128 Nei testi micenei non abbiamo menzione sicura di alcun mezzo di scambio né
monetario né di altro tipo (cfr. Docs, p. II3). Che le pelli servissero come mezzo di
baratto è supposto da M. LANG, ' AJA ' 1965, p. 100, nel commento a PY Ub 1318.
Anna Sacconi
128
derazione che le attestazioni dell'aggettivo mesato, mesata sono in relazione
solo con i due ideogrammi *146 e *159 129. Riporto qui di séguito i testi, tutti
di Cnosso, in cui appare tale aggettivo 130 :
Wb 1714 Jmesatq[
J*14 6 30
Wb 1816 mesa~q[
*14(>[
TELA3+PU [
L 735 Jaro 2e
TELA3+PU[
] mesata
TELA3+PU 60 [
L 740 9 meu]j~e
Jmesata TELA3+PU 100 [
(lat.inf.)
tosa
T~J;.N
Ma in primo luogo non è certo che mesato e mesata siano forme flesse di una
stessa parola 131 ; inoltre mesato nei due frammentari testi nei quali è presente (Wb 1714.1 e Wb 1816.1) si trova sempre in un rigo diverso da quello
dell'ideogramma *146 e perciò il suo stretto rapporto con il *146 non è
affatto sicuro. Inoltre, non essendo stabilito quale sia il significato di mesato,
è probabile che esso sia tale da potersi applicare ai due ideogrammi *146 e
*159 indipendentemente da una loro stretta affinità di significato.
C. - Il Lejeune a favore della presunta affinità semantica tra gli ideogrammi *146 e *159 afferma: "Le déterminatif PE qui une fois précède
*146 (KN Fh 1645) 132 pourrait etre le meme qui, ailleurs, précède *159
(KN Le 5507, L 473, 641, 647, 869, 1568, 1616) et *162 (KN L 595) "133. Egli
dunque tenderebbe ad assimilare il P E che accompagna l'ideogramma *146
a quello che precede gli ideogrammi *159 e *162. Ma altra a mio parere
dovrà essere l'interpretazione del PE determinativo del *146.
Parecchie volte appare nei testi micenei il segno fonetico PE (n. 72)
con funzione ideografica e mi sembra quindi che sia necessario dare uno sguardo d'insieme a queste varie attestazioni:
a) Non solo in KN M 1645.2 si trova l'ideogramma *146 in connessione
con PE: nel documento KN M 7373, appare l'ideogramma *146+PE senza
contesto nel quale PE è in legatura con il *146134. Fra tutte le attestazioni
129
Cfr.
J.
CHADWICK, 'Myc. Stud. " p. 24 s. e anche M. LE]EUNE, ibid., pp. II6
e IIg.
L'aggettivo mesato è attestato anche, ma senza contesto, in Wb 5822, 5824.
Cfr. A. MORPURGO, Mycenaeae Graecitatis Lexicon, , IG' III, Roma Ig63, s. vv.
132 Questo testo ora in KT" appare riclassificato come M 1645.
133 M. LE]EUNE, "Myc. Stud." Ig64, p. II6 s.
13( Questo testo è ignorato dal Lejeune, art. cit., 'Myc. Studies' Ig64, sebbene sia
stato pubblicato, prima che in KT", già in KT", p. 105, nella rubrica intitolata "Offe110
131
Ideogrammi di pelle e cuoio
----------------------~
129
del segno fonetico PE con funzione ideografica, l'unica che, a mio parere.
si può avvicinare al PE determinativo dell'ideogramma *146 è il PE che in
py On 375.1 precede l'ideogramma *154 (uno degli ideogrammi della t pelle ') 135. Il sillabogramma PE è dunque usato con valore ideografico anche
come determinativo degli ideogrammi raffiguranti le pelli. non solo del *146
ma anche del *154, onde !'interpretazione con t pelle' del *146 viene indirettamente confermata. Ma come debba essere inteso il PE determinativo
degli ideogrammi *146 e *154 non è facile congetturare.
b) Il segno PE con funzione di determinativo precede l'ideogramma
della t donna' (n. 102) nella serie di Cnosso Ak, quello del t montone'
(n. 106m ) nelle serie di Cnosso Dc, Df, Dg, Dh. Do, Dv 136, !'ideogramma *159
(cioè pawea, gr. CPOCpfE<X) nella serie di Cnosso L ed in Le 5507.2, e !'ideogramma
*162 KI = LORICA+KI in KN L 595.2131.
+
c) Nel testo di Pilo Un 219, nel quale sono elencati teonimi e nomi di
funzionari religiosi come destinatari di offerte, al r.3 si legge: karuke PE
2 KA I O 6, laddove karuke è karukei dato sg., gr. K~pu1;, K~pUKL. Il significato che hanno in questo contesto i sillabogrammi PE KA O usati con funzione
ideografica non sono sicuramente determinabili.
D. - Il fonogramma PE in alcuni contesti sembra che stia ad indicare
un particolare tipo di misura 138 : infatti ivi P E non può essere un determinativo
perché è scritto dopo !'ideogramma principale (mentre i determinativi precedono o sono in legatura, ma non sono mai posposti all'ideogramma che qua-
rings ". Mi sembra che si possa utilmente confrontare, a proposito del segno PE determinativo dell'ideogramma *146, anche la tavoletta di Cnosso M 719:
aminiso kerena rene
PE[
enesidaone sujato .146
I[
Credo che ivi il pe[ superstite prima della lacuna del r. I sia il determinativo di un ideogramma *146 che supplirei nella lacuna di destra del r. I, in considerazione della presenza
di .146 al r. 2.
m Sull'ideogramma *154 vedo supra p. 102, dove ho trascritto anche l'intero testo
PY On 375.
m PE nelle tavolette relative ai montoni può essere abbreviazione di peko (su cui
vedo C. GALLAVOTTI, • PdP' 1957, p. 9) attestato in due testi (KN Dc 8080.A; Dv 709B.A)
davanti all'ideogramma *106 m = OVIsm: cfr. da ultimo M. DORIA, ' RFIè ' 92 (1964).
p. 336; ma si veda anche per l'identificazione con perusinuwo gr. 1t"e:puow6ç < 1t"e:pucnvf6<;
J.T. KILLEN, "Eranos" LXI (1963) , pp. 69-93.
137 PE come determinativo di *159 e forse anche di *162 mi pare probabile che sia
abbreviazione di myc. pekoto che è attestato davanti all'ideogramma *159 in KN Lc
5 26 .A , 52 7· A .
138 Questo gruppo di attestazioni è completamente trascurato da M. LEJEuNE,
art. cit., .. Myc. Stud . .. 1964.
9
130
Anna Sacconi
lificano, i segni metrici e numerici seguono costantemente l'ideogramma cui
si riferiscono 139).
a) Il segno PE segue, in tre tavolette di Micene, !'indicazione della
.. menta" (myc. mita, gr. fLtv&cx), determinandone la quantità registrata 140.
Riporto qui appresso i relativi contesti:
Ge 602.5
Ge 605.1
Ge 606.6
... mita PE
... miJta PE
mita PE 2
2
l
b) PE può costituire un'indicazione di misura nel testo di Cnosso Od
I062: LANA PE 200 [ e forse anche Od 1063: ] PE 500.
e) PE sembra anche un'indicazione di misura riferita al grano in PY
Un 1319 dove si legge, al r. I: i[-Jma GRANUM PE I A 2 IO. Per analogia
dobbiamo inoltre dedurre che se PE in Un 1319 è un'indicazione di misura
riferita all'ideogramma del grano, potrà esserlo anche il PE in legatura con
lo stesso ideogramma che appare in KN F 841+867:
r. 2: adi22S0 GRA+PE T 5 NI 8[
] GRA+PE
r. 3: l!1dimizojo~1f[
2
NI 34[
Non fa grande difficoltà il fatto che in questi due ultimi casi !'ideogramma
GRANUM sia seguito dalle abituali unità di misura per aridi, in quanto probabilmente ivi P E è una indicazione metrica completamente diversa e perciò
non incompatibile con quella tradizionale.
d) Indicazioni di misura si possono vedere anche nel PE in legatura con
l'ideogramma *167 (' lingotto ') in KN Oa 733 e 734 (ved. supra a p. II7),
e nel PE attestato nel verso di PY La 630 (ved. supra a p. 121).
E. - Nei due testi di Cnosso M 559 e M 683 l'ideogramma *146 appare
insieme col *145 che ha il valore di 'lana' 141. Su questi due testi, sostiene il
Killen 142 richiamandosi a Docs p. 290, .. the identification of *146 as a tex111 Desidero sottolineare che si è ben lungi dalla certezza per quanto riguarda
l'interpretazione come unità di misura delle attestazioni di PE che riporto qui di séguito,
e per lo meno in alcuni casi PE potrebbe essere una diversa determinazione dell'ideogramma cui si riferisce.
140 Cfr. The Mycenae Tablets II, p. 101 : "mita . .. is measured by the unit PE. The
spacing of the PE in Ge 605.'z and 606.6 seems to preclude the assumption that it simply
-qualifies mita ".
1&1 Il valore LANA è assicurato per una buona parte se non per tutte le attestazioni dell'ideogramma *145, cfr. J.T. KILLEN, 'Hermathena' 1962, pp. 38-72, con i
riferimenti alla bibliografia e alle ipotesi precedenti.
141 Ree. PALMER, Int. 1963. 'Antiquity' 1964, p. 149.
Ideogrammi di pelle e cuoio
131
tile has largely been based". Riporto qui di séguito le tavolette M 559 e
M 683:
]ke
M 559
M 683
Ia
Ib
2
/ ono ona LANA 2
]dawijo *I46
:?
] azetirija
]teo
onuke LANA 9
]timunuwe
*I46 30
M 2
Il fatto che i due ideogrammi *I45 e *I46 appaiano insieme in pochi testi,
alcuni dei quali mutili 143, non credo possa essere molto rilevante ai fini dell'interpretazione di un ideogramma ampiamente attestato qual'è il *I46. Inoltre
mi sembra che non costituisca alcuna difficoltà il fatto che !'ideogramma *I45,
che indica la lana, sia attestato in queste due tavolette insieme con il *I46
che rappresenta, credo, la ' pelle ovina', ed è anzi più che naturale che nello
stesso testo siano registrati due diversi prodotti della specie ovina: le pelli
e la lana.
lO. A questo punto sembra opportuno accennare alla particolare interpretazione che credo si possa dare del termine miceneo dipteraporo, che è un
qualificativo personale composto il cui primo elemento è rappresentato dal
sostantivo diptera gr. ~Lq>.&époc, di cui le attestazioni sillabiche abbiamo visto a
p. I22 s. e l'espressione ideografica abbiamo riconosciuto nell'ideogramma *I46.
Esso è attestato nei tre testi di Pilo Fn So, Un2I9 e Ea8I4, che riportQ qui
di séguito:
Fn So
5
akitojo qasirewija
HORDEUM [... ]
kekojo qasirewija
HORDEUM [...]
atanoro qasirewija
HORDEUM T [.. ]
mezane
HORDEUM V 2 aakia2rijo
V I
meridute
mikata
HORDEUM V 3
HORDEUM V 3
dipteraporo HORDEUM V 2 etowoko
V2
atopoqo
HORDEUM V 2 porodumate HORDEUM V 3
opiteukeewe HORDEUM V 2 izaatomoi
HORDEUM V 3
zeukeusi
HORDEUM V 4
IO
zu[ke~Jj~tewo doeroi
mijo[qà] doeroi
api~r~ do eroi
]xpq[ ]~~[ doero]i
HORDEUM
HORDEUM
HORDEUM
HORDEUM
T I
V 3
V 3
T 3
143 Oltre che in KN M 559 e M 683 i due ideogrammi *145 e *I46 ricompaiono insieme in alcuni testi di Pilo: An 35.6, Un 443 e Un 853.3, tutti testi però miscellanei
e quindi irrilevanti ai fini della determinazione del valore dell'ideogramma *I46.
132
Anna Sacconi
Un219
5
IO
ekerane tuwo 2 O 4
padewe O I padewe O I
karuke PE 2 KA I O 6
teqijone O I aketirijai KA I
atimite O I
dakoroi O I
dipteraporo RA I O 3 ko?,~[
JI [
q,nakate TE I potinija[
e[raJ U I emaa z U I pe[re82
akawone MA I parar
J2'
rawaketa MA I KO I[
JME I
O
KE I[
]
I
Wl
I
Ea8I4 okeu di<pte)raporo eke o<na)to / paro kuro 2 rawakesijo / GRANUM T
I
Le testimonianze delle due tavolette PY Fn 50 e Un 219 si integrano a vicenda. In ambedue i casi, il dipteraporo appare essere un personaggio che ha
una certa parte nella vita religiosa di Pilo. Nel primo testo è elencato fra i
beneficiari di una ripartizione di orzo insieme con funzionari del santuario 1«,
nel secondo tra quelli di una ripartizione di derrate diverse divisibili in due
categorie, sempre al caso dativo, dèi (Padewe (?), atimite gr. "Ap't"EILLC;, anakate (?),
potinija gr. II6-.vLIX, e[raJ gr. "HplX, emaa z gr. 'EpILlic; (?), [pere82]) e uomini,
indicati sempre, all'infuori di due casi (ekera<wo)ne e akawone che sono antroponimi) per mezzo della loro funzione (karuke gr. xlipu1;, teqi<ri)jone (?),
aketirijai (?), dakoro gr. ~lXx6poc;, rawaketa gr. ÀlXyéTcxc;).
Il composto dipteraporo (da leggere diphtherà-phoros opp. diphtherà-p6los,
ecc.) che è probabilmente il nome di una professione, è stato interpretato in
vari modi: "venditore (-P6los) di pelli ", "scriba ", ecc. J.-P. Olivier 145
l'intende come carica sacerdotale, "colui che indossa la pelle" per determinate cerimonie di culto. Il Palmer più recentemente ha insistito sull'indubbio carattere sacrale delle funzioni del dipteraporo, ma, lasciando inspiegato il secondo termine del composto (" the second component -poro presumably conceals a verb appropriate to a technical process of 'hides'''),
vede nel dipteraporo un funzionario del tempio addetto alle pelli 146. Ad attribuzioni religiose del dipteraporo aveva già, prima dell'Olivier, pensato R.
Rampe che lo traduceva con "Schriftrollenverwahrer", cioè "guardiano
1M Secondo l'interpretazione di J.-P. OLIVIER, Une liste de desservants de sanctuaire,
Bruxelles 1960, pp. 122-25.
146 Cfr. J .-P. OLIVIER, Etude d'un nom de métier mycénien: dipteraporo, 'AC'
1959, pp. 165-85, e Une' liste' de desservants de sanctuaire, Bruxelles 1960, pp. 12225, con l'esposizione di tutte le ipotesi precedentemente avanzate. Con • leather-bearer '
il termine dipteraporo era già tradotto in Docs, pp. 216-217, 390.
1(6 Cfr. L. R. PALMER, Interpretation 1963, p. 229. Il Palmer non specifica meglio
iII che senso il dipteraporo dovesse occuparsi delle pelli sacre. Si può pensare che le conciasse (dipteraporo è tradotto con • tanners' già in Evidence, p. 96).
Ideogrammi di pelle e cuoio
133
dei rotoli di scrittura sacra", ravvicinandolo nella formazione e nella sfera
semantica a karawiporo "Sch1iisselverwahrerin" 147.
Comunque vada inteso nei suoi elementi costitutivi, il composto dipteraporo non credo che possa essere allontanato dalla sfera sacrale, ma ritengo
preferibile, mettendo da parte !'interpretazione dell'Olivier (nella grecità
classica non esiste nessun appellativo sacerdotale che faccia riferimento all'uso
di indossare la pelle), e quella del Palmer che appare troppo generica (chi sono
questi "tempie officials with ' hide ' connexions " 148 ?), cercare la soluzione
per altra via.
Siamo informati da fonti epigrafiche e letterarie che le pelli degli animali
sacrificati nella Grecia classica erano generalmente appannaggio della classe sacerdotale: al sacerdote spettava la pelle a preferenza di ogni altra parte dell'animale offerto alla divinità 149. Anche presso i Germani la pelle degli animali
sacrificati apparteneva in generale alla classe sacerdotale 150. Un'altra analogia
a tale proposito si riscontra presso l'antica Israele dove la pelle dell' animale
ucciso costituiva il compenso al sacerdote che aveva officiato il rito di offerta l5l •
In base all'analogia con la consuetudine sacrificale dell'età classica e
alla comparazione con quella di altri popoli, credo di poter formulare l'ipotesi
che il dipteraporo sia si da intendere ~Lcp&e:poccp6poç, ma non come colui che
indossa la pelle in determinate cerimonie di culto, bensi come colui che riceve
le pelli degli animali sacrificati alle divinità 152 e se ne occupa nell'àmbito
dell'economia del santuario dove presta il suo servizio 153. In Grecia per tutto
147 R. HAMPE, Die Homerische Welt im Lichte der neuesten Ausgrabungen, "Gymnasium" 1956, p. 41.
1(8 Cfr. PALMER, Int.
1963, p. 413.
1n Cfr. Ar. Thesm. 758: TOUTL TÒ 8é:PfLOC T'ijç te:pdocç Y(yVe:TOC~, dove lo scoliasta annota:
cbtò ~.&ouç. È)C8e:PfJ.OCTwcrocvTZç yocp TeX te:pe:1:oc 8,.86occr~ d 8ÉpfJ.OCT:t T",rç te:pdoc~ç, Schol. Ar. Vesp.
695: v6fJ.oç 8' '~v Ti lmoÀe:m6fJ.E:Voc TIjç '&ucr(ocç TOÙç Le:pé:ocç ÀOCfJ.~&.ve:~v, &. dcr~v oIov 8é:PfJ.OCTOC )(OCL
)(wÀoc(; Leges Graecorum sacrae I . Fasti sacri, ed 1. de Prott. 6,5 = Dittenberger2 617,5 :
Yé:P"TI ÀOCfJ.~&.Ve:L 8é:pl1.ot (sci!. o Locpeuc;); Leges Graecorum sacrae, II I, ed. L. Ziehen 151,5:
Tiv 8È ~O(OC'i (i. e. bovis pellem) ò Locpe[ùc; ÀOC~é:TO, ecc. In età classica i! sacerdote non era
l'assegnatario delle pelli degli animali sacrificati solo in pochi casi ben determinati. Su
tutto i! problema si veda Fr. PUTTKAMMER, Quo modo Graeci victimarum carnes distribuerint, Diss. Kanigsberg 1912.
160 Cfr. U. JAHN, Die deutschen Opferbrauche, Breslau 1884, p. 17.
161 Levitico, I, 6; VII, 8.
162 Molti sono i testi micenei che ricordano offerte di bestiame a varie divinità.
Si confronti in particolare, per la registrazione di offerte di ovini, i testi PY Cc 665,
Un 6, 718, 853.
163 Si può immaginare che in alcuni casi perlomeno le pelli sacre che appartengono
al dipteraporo siano quelle diptera gr. 8L<p.&é:pC(~ raffigurate secondo la mia ipotesi nell'ideogramma *146 che è anche attestato in contesti di carattere religioso e rituale (cfr.
p. es. PY Un 2, 6, 853, KN M 719, 729). Ma per l'illustrazione dei contesti religiosi e
rituali dell'ideogramma *146 si deve forse a maggior ragione pensare alle famose vestimenta di pelle dei partecipanti alla cerimonia raffigurata sul sarcofago di Haghia Triada,
134
Anna Sacconi
ciò che appartiene al dio, che gli è stato consacrato, vige la regola generale
della oùx ÈXcpopoc che in particolare si applica alle offerte, ma anche agli ele-
menti di scarto che provengono dalle vittime cruente, come ad esempio le
pelli. Il Nilsson cosi conclude a proposito della consuetudine della oùx ÈXcpopoc:
"in der Ausdehnung dieses Gebots auf den unbrauchbaren Abfall, der dem
Gott weder zum Nutzen noch zur Freude dienen kann, wirkt noch ein Rest
der alten Kraft- und Tabuvorstellung nach "1M.
con cui VC, Docs. p. 282 avevano già messo in relazione, secondo me a torto, l'ideogramma
*153 = PELLIS+KO attestato in PY Un 718 (su ciò vedo supra pp. 99-102).
164 Cfr. M. NILSSON, Griech. ReI. P, p. 88. Dal punto di vista formale, per questa
nostra interpretazione si possono confrontare i termini le:pocp6po<;, !e:pacp6po.;;, à.yuxcp6poc;;,
XÀe:Lao<p6po.;; (cfr. myc. karawiporo) , 1te:ÀE:K"Ilcp6po.;; (cfr. KRETSCHMER-LoCKER, Rucklaufiges WiMerbuch del' griechischen Sprache, pp. 473-76) e altri termini, il cui secondo
elemento è -cp6po.;;, che sono connessi alla sfera sacrale.