L`insostituibile - Il Verde Editoriale
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ESTRATTO DA MECCANIZZAZIONE USO E CARATTERISTICHE DELLE MOTOSEGHE ACER © IL VERDE EDITORIALE MILANO Spaccato dimostrativo del corpo motore di una motosega di classe media. L’insostituibile Tra le più impiegate nel settore forestale e in quello agricolo, la motosega è una macchina evoluta dal punto di vista tecnico ed ergonomico. Presenta però alcuni rischi da non sottovalutare. Da qui l’importanza dei dispositivi di protezione, di cui ormai tutti i modelli sono dotati, e di personale altamente qualificato 67 • ACER 5/2005 a motosega è senza dubbio la macchina più utilizzata per il taglio, la sramatura e la sezionatura, in quanto può lavorare in ogni condizione e su qualsiasi pianta. Non necessita di elevate logistiche di cantiere, anche se richiede una buona professionalità nell’uso corretto e in sicurezza (1). Ne esistono in commercio di svariati modelli, le cui caratteristiche salienti sono: motore L ▼ Testo di Sanzio Baldini e Rodolfo Picchio, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Facoltà di Agraria, Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze dell’Ambiente e delle Foreste. Foto di Sanzio Baldini ESTRATTO DA ACER MECCANIZZAZIONE © IL VERDE EDITORIALE MILANO ▼ monocilindrico a due tempi raffreddato ad aria forzata, alimentato da carburatore a membrana, con cilindrate comprese tra 30 e 130 cm3, potenze variabili da 0,9 a 7,5 kW a regimi di rotazione superiori ai 9000 giri al minuto, pesi variabili da 3,5 a 16 kg; sono inoltre reperibili anche motoseghe azionate da motore elettrico, con potenze che possono arrivare a circa 1500 W e motoseghe azionate da motori idraulici capaci di erogare potenze simili a quelle alimentate da motori endotermici. Il primo tipo è di gran lunga il più impiegato ed è a questo che ci si riferisce nel presente articolo. Le macchine attualmente commercializzate hanno tutti i dispositivi di sicurezza richiesti per legge, quali: freno catena, blocco acceleratore, perno ferma catena, paramani alle impugnature posteriore e anteriore, dispositivi antivibranti e silenziatori di scarico (4). Tutti gli elementi che costituiscono la motosega La motosega è strutturalmente costituita da un gruppo motore, un organo di taglio e due impugnature che svolgono anche la funzione di telaio portante. II motore generalmente è a due tempi, monocilindrico con regime massimo di rotazione da 9000 a 14.000 giri al minuto, raffreddato ad aria tramite un flusso generato da una ventola solidale al volano magnete. L’alimentazione avviene tramite un carburatore a membrana in grado di alimentare il motore in qualsiasi posizione di utilizzo della macchina. La pompa del carburatore aspira il carburante da un serbatoio, collocato nella parte posteriore del corpo motore, lontano da fonti di eccessivo calore. L’avviamento del motore è di tipo a strappo, tramite apposita maniglia collegata con una cordicella all’avvolgitore munito di molla di richiamo che agisce direttamente sul volano-magnete. Nei modelli di motosega più potenti è presente un’apposita valvola di decompressione, azionabile manualmente, che permette di ridurre lo sforzo necessario per l’avviamento e di limitare i rischi di contraccolpi. Dall’albero motore, il moto è trasmesso, tramite un pignone, a una catena tagliente che scorre su una barra di guida opportunamente scanalata; tra il pignone e l’albero motore è interposta una frizione a massette che si innesta automaticamente per effetto della forza centrifuga sviluppata quando il motore viene accelerato. La catena tagliente è costituita da maglie di guida, di collegamento e di taglio, poste in successione e unite mediante perni di collegamento; le maglie di taglio sono provviste di denti di taglio posti alternativamente a destra e a sinistra della catena. La catena tagliente è tenuta tesa da un dispositivo di tensionatura a vite o a eccentrico che agisce sulla barra di guida. Per limitare l’attrito fra la catena tagliente e la barra di guida, la motosega è dotata di un impianto di lubrificazione, di tipo automatico, che consente l’erogazione di quantità d’olio proporzionali alla velocità di scorrimento della catena. Esso può essere integrato con un dispositivo di regolazione che, variando la cilindrata della pompa, permette di dosare la quantità d’olio in relazione al tipo di legno e alla lunghezza della barra. II corpo della motosega è sostenuto dalle impugnature che svolgono anche la funzione di telaio, le quali sono connesse al corpo della macchina tramite appositi supporti antivibranti. In corrispondenza dell’impugnatura posteriore di solito sono collocati gli organi di comando: acceleratore, bloccaggio dell’acceleratore, dispositivi di avviamento a freddo, interruttore avviamento-arresto. Davanti all’impugnatura anteriore, che si estende anche lateralmente al corpo macchina, si trova il paramano anteriore che funge anche da dispositivo di azionamento del freno catena. Si tratta di un dispositivo di sicurezza, finalizzato principalmente ad arrestare il movimento della catena stessa quando la barra di guida, per un uso scorretto della macchina, si impenna in direzione dell’operatore. Il bloccaggio dell’acceleratore impedisce il movimento della valvola a farfalla quando la mano dell’operatore non afferra saldamente l’impugnatura posteriore, evitando azionamenti accidentali. Il perno ferma catena serve a intercettare la catena tagliente in caso di rottura o di fuoriuscita dalla barra di guida e a smorzare il colpo di frusta diretto sulla mano posta sull’impugnatura poste- ABBATTIMENTO La metodologia con cui si effettua l’abbattimento con la motosega, dipende dal diametro al calcio delle piante, dalla loro inclinazione naturale, dal loro stato di salute e dall’eventuale presenza di ostacoli. Prima di iniziare l’abbattimento, l’operatore deve sempre valutare tutti questi fattori. Una volta determinata la direzione di caduta della pianta, il motoseghista inizia a effettuare le operazioni preliminari: pulizia della pianta nella zona del colletto da sassi e terra, per evitare danni alla catena; taglio di eventuali rami bassi; eliminazione di cespugli attorno alla pianta per un raggio di almeno 1-2 m; individuazione di due vie di fuga, sgombere da ostacoli, a circa 130° dalla linea di caduta della pianta. L’operatore deve tagliare eventuali contrafforti radicali per facilitare le operazioni di abbattimento. Ultimata la preparazione e prima del distacco del fusto dalla ceppaia, l’operatore deve valutare la zona di pericolo all’interno della quale, durante la caduta della pianta, non deve trovarsi alcuna persona tranne sé stesso e l’eventuale aiutante. Questa zona è rappresentata dalla superficie compresa in un cerchio, il cui raggio è uguale al doppio dell’altezza della pianta da abbattere. All’interno di quest’area deve individuarsi una zona di massimo pericolo, costituita da un settore circolare sotteso da un angolo di 90° e simmetrico rispetto alla direzione di caduta. In questa zona non devono trovarsi persone, nemmeno gli addetti all’abbattimento. Si procede con l’esecuzione della tacca di direzione. È prodotta con due tagli, uno orizzontale e uno obliquo; affinché la tacca possa funzionare in modo efficace, i due tagli devono incontrarsi perfettamente all’interno del fusto senza alcuna sovrapposizione, formando un angolo non inferiore a 40-45°. La profondità del taglio orizzontale de- b a 90° Nella zona “b” di pericolo sostano il motoseghista e l’aiutante, nella zona “a” di massimo pericolo non deve trovarsi nessuno. ve essere compresa fra un quarto e un terzo del diametro misurato nella zona di taglio. Durante l’effettuazione del taglio orizzontale e dopo aver concluso l’apertura della tacca di direzione l’operatore dovrà verificare che il bordo che congiunge i due tagli risulti perpendicolare alla direzione di caduta. Nel caso non lo fosse, dovrà essere rettificato o, in fase di abbattimento, l’operatore dovrà lasciare una cerniera, ovvero una zona di fibre integre che servono per guidare la caduta della pianta, con bordi non paralleli. ACER 5/2005 • 68 Disegno di Sanzio Baldini Motosega: come eseguire correttamente l’abbattimento, ESTRATTO DA ACER MECCANIZZAZIONE © IL VERDE EDITORIALE MILANO riore e sulle gambe dell’operatore. In corrispondenza delle due impugnature, appositi paramani proteggono le mani dell’operatore contro contatti accidentali con la catena. Le impugnature sono dotate di dispositivi antivibranti che limitano le vibrazioni trasmesse all’operatore dal motore e dal dispositivo di taglio. Inoltre, possono essere presenti dei dispositivi per il riscaldamento delle impugnature, particolarmente adatti nell’impiego della motosega in climi freddi. SCHEMA COSTITUTIVO DI UNA MOTOSEGA MEDIA STANDARD Paramani e dispositivo di azionamento freno catena Impugnature antivibranti Blocco acceleratore Rostro o arpione Copricatena Perno ferma catena CARATTERISTICHE TECNICHE DELLE MOTOSEGHE IN BASE ALLA CLASSE DI APPARTENENZA: LEGGERA, MEDIA, PESANTE E SUPERPESANTE CLASSE CILINDRATA POTENZA LUNGHEZZA MASSA DEL MOTORE (cm3) DEL MOTORE (kW) DELLA BARRA (m) OPERATIVA (kg) Leggera Media Pesante Superpesante 30-50 50-75 75-100 >100 1,5-2,5 2,5-3,9 3,9-5,1 5,1-7 0,25-0,35 0,35-0,50 0,50-0,70 >0,70 3-6 5-7 7-10 10-16 Le principali operazioni che possono essere eseguite con l’ausilio della motosega sono: • abbattimento: operazione con la quale il fusto viene staccato dal colletto in modo da poterlo far cadere a terra; • sramatura: operazione con la quale vengono recisi tutti i rami dalla pianta, una volta abbattuta; • depezzatura o sezionatura: operazione con la quale il fusto della pianta o parti di esso vengono suddivisi in pezzi di lunghezza diversa, secondo gli assortimenti commerciali richiesti e ottenibili dal materiale di partenza; • potatura: operazione con la quale si elimina parte dei rami di piante in piedi o se ne riduce la lunghezza. Tutte queste operazioni possono essere svolte con macchine e attrezzature dif- ▼ Freno catena Paramano impugnatura posteriore Disegno di Sanzio Baldini Motoseghe diverse per operazioni diverse la sramatura, la depezzatura e la potatura h=1/10 d Disegno di Sanzio Baldini h 1/10 d Schema di esecuzione di un taglio d’abbattimento. Questo taglio viene eseguito dalla parte opposta alla tacca di direzione. Esecuzione del taglio finale di abbattimento. Completata la tacca di direzione, si esegue il taglio di abbattimento, orizzontalmente e dalla parte opposta alla direzione di caduta della pianta. Esso deve essere praticato su un piano al di sopra di quello del taglio orizzontale della tacca di direzione. Questo dislivello (h) non deve essere inferiore a 1/10 del diametro della pianta. Il taglio di abbattimento non deve congiungersi con quello obliquo della tacca di direzione, lasciando una cerniera pari ad almeno 1/10 del diametro della pianta e di norma delimitata da due bordi paralleli. Per piante di notevole diametro, durante l’effettuazione del taglio di abbattimento, per evitare che questo si chiuda sotto il peso della pianta, imprigionando la barra della motosega, si inseriscono dei cunei di alluminio o di plastica. Concluso il taglio di abbattimento, se la pianta non cade i cunei sono calzati a forza, con la mazza o con l’occhio dell’accetta, provocando l’inclinazione della pianta e l’avvio della sua caduta a terra nella direzione prescelta. Per piante piccole l’abbattimento è semplificato e viene fatto con un unico taglio leggermente obliquo. SRAMATURA Il taglio dei rami dal tronco normalmente deve essere realizzato rasente il tronco stesso o sotto corteccia per facilitare l’eventuale successiva scortecciatura. La sramatura è bene sia effettuata con motosega leggera, munita di barra corta, diversa da quella usata per l’abbattimento che essendo poco maneggevole, riduce la produttività del lavoro e può risultare pericolosa per l’aumentare del rischio di rimbalzo della barra. Nel caso delle conifere, secondo il diametro del ramo all’inserzione e della disposizione sul fusto, possono essere adottati metodi di srasegue > 69 • ACER 5/2005 ESTRATTO DA ACER MECCANIZZAZIONE © IL VERDE EDITORIALE MILANO Gli accorgimenti per operare in totale sicurezza a necessità di disporre di macchine all’avanguardia dal punto di vista tecnologico ed ergonomico non può prescindere dalla necessità che il personale sia altamente qualificato, attraverso idonei corsi di formazione, e che le motoseghe siano dotate di adeguati dispositivi di protezione. Ecco quali sono e qual è il modo corretto di operare in sicurezza. Il vestiario dell’operatore non deve impedire i movimenti e deve essere a norma con le disposizioni di legge. Durante tutti i lavori con la motosega si devono usare appropriati dispositivi di protezione individuale (DPI). Questi consistono in: • casco in materiale plastico, munito di visiera in rete plastica o metallica nera e cuffie fonoassorbenti. Il casco deve essere sostituito ogni tre anni di impiego continuato e ogni volta subisca un urto violento; • guanti da lavoro, del tipo da motoseghista; • pantaloni con imbottitura antitaglio costituita da fibre di nylon. I pantaloni devono essere sostituiti nel caso sia tagliata la protezione antitaglio; la sostituzione è necessaria quando venga tagliato il primo strato della protezione antitaglio; • calzature di sicurezza dotate di suola antiscivolo e di puntale antischiacciamento in acciaio. Per rifornire la macchina di miscela e di olio lubrificante della catena, bisogna prima spegnere il motore della motosega. Durante l’operazione non si deve fumare e bisogna mantenere una distanza sufficiente da fiamme libere. È conveniente utilizzare contenitori a doppio serbatoio, uno per la miscela e uno per l’olio di lubrificazione della catena. I contenitori in materiale plastico devono essere adatti all’impiego con distillati del petrolio. L’accensione della motosega deve avvenire tenendo bloccata l’impugnatura posteriore tra le gambe, all’altezza delle rotule, oppure mantenendo la motosega ferma al suolo con la punta dello scarpone infilata nell’impugnatura posteriore. In entrambi i casi, duran- te l’avviamento a strappo, si tiene la motosega ferma impugnando saldamente l’impugnatura anteriore con il braccio ben rigido. Si può iniziare l’abbattimento solamente quando è stato assicurato che: nessuno, all’infuori del motoseghista e ove necessario dell’aiutante, si trovi nella zona di pericolo; il posto di la- La motosega si avvia tenendo l’impugnatura voro sia libero da posteriore tra le gambe o ferma a terra. ogni ostacolo, affinché il motoseghista possa mettersi in salvo in caso di bisogno. Nel corso dell’abbattimento bisogna prestare attenzione a eventuali rami cadenti. Quando si lavora in zone in pendenza l’operatore deve trovarsi a monte dei tronchi da lavorare. Non si debbono adoperare cunei in acciaio. Nell’impiego della motosega con l’operatore in posizione sospesa, vincolato a corde da arrampicata, appoggiato a ramponi da risalita o collocato nel cestello di un elevatore, è necessario che egli assuma una collocazione stabile prima di utilizzare la macchina, l’avvii con il freno catena innestato e lo innesti ogni volta che non usa la motosega, se questa resta in moto. Disegno di Sanzio Baldini L < segue 2 1 Disegno di Sanzio Baldini A 1 2 B Sramatura di latifoglie o piante con grossi rami. I numeri 1) e 2) indicano l’ordine con cui devono essere effettuati i tagli sui rami. matura differenti. In presenza di numerosi rami con diametro minore di 3 cm, distribuiti in palchi ravvicinati o irregolarmente sul fusto, si usa il metodo a oscillazione. Per tagliare i rami è sufficiente far oscillare la barra della motosega, facendo scorrere il corpo macchina sul tronco. L’oscillazione ha un'ampiezza tale da interessare una lunghezza di circa 1 m. Quando invece il diametro dei rami è compreso fra 3 e 5 cm e i rami si trovano in palchi, viene usato il metodo a leva. I rami vengono tagliati uno alla volta, utilizzando la barra come una leva e facendo perno sul corpo macchina appoggiato sul tronco. Nel caso di piante con rami il cui diametro è superiore a 5 cm e pertanto di un certo peso, è opportuno prima sezionare i rami a 5060 cm dall’inserzione sul tronco, e poi effettuare il taglio della porzione di ramo rimasto. Qualunque sia il metodo adottato, vengono dapprima tagliati i rami che si trovano scoperti, sui tre quarti della superficie del tronco. Solo dopo aver girato il tronco o il fusto, l’operazione può essere ultimata. Nel caso delle latifoglie, soprattutto se dotate di rami molto grossi, è opportuno iniziare la sramatura partendo dall’esterno della chioma e procedendo a spirale verso la parte interna, operando progressivamente sulla varie branche. In ogni caso si deve considerare con attenzione il grado di tensione presente nei rami, in modo da evitare che la barra della motosega sia bloccata nel taglio e da impedire eventuali impatti dei rami contro l’operatore. DEPEZZATURA O SEZIONATURA Tramite la depezzatura i fusti o i rami sono divisi in pezzi (toppi da sega, tondelli, tronchetti ecc.), con un taglio perpendicolare al loro asse. Questa operazione è eseguita in modi diversi secondo le tensioni che si creano all’interno del tronco in rapporto alle dimensioni del tronco e a come esso appoggia sul terreno. Per evitare spaccature nei tronchi, che possono comportare la perdita di valore degli assortimenti, il taglio di sezionatura inizia con un’incisione nella parte compressa. Prima che le tensioni facciano richiudere il taglio, si estrae la barra della motosega e si completa la sezionatura, effettuando un taglio nella parte in trazione, complanare al primo. Quando il diametro del tronco è superiore alla lunghezza della barra, dopo aver effettuato il taglio nella parte compressa, è conveniente praticare un taglio di riduzione sul lato opposto a quello in cui si trova l’operatore, agendo con la motosega azionata in verticale. Dopo di che, inclinando la motosega, si completa il taglio nella parte in trazione. ACER 5/2005 • 70 ESTRATTO DA ACER MECCANIZZAZIONE © IL VERDE EDITORIALE MILANO ▼ ferenti in funzione delle dimensioni della pianta, della forma di governo del bosco, delle caratteristiche orografiche della stazione e dell’organizzazione del cantiere. Dove va la tecnologia Le modifiche a cui queste macchine nel corso degli anni sono state sottoposte, hanno consentito un notevole aumento delle produttività di lavoro, dell’ergonomia e della sicurezza degli operatori. Tuttavia, pur essendo arrivati ad avere sul mercato una valida e vasta gamma di modelli in grado di coprire le più disparate esigenze di impiego, l’evoluzione tecnica e la ricerca di pari passo si stanno adoperando e si spera si adopereranno in futuro per apportare ancora importanti e fondamentali innovazioni a una macchina a oggi così indispensabile per il settore forestale e della manutenzione del verde. L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha portato delle interessanti novità già presenti in commercio, ma solo su modelli particolari, solo successivamente saranno estese alla gran parte delle motoseghe presenti sul mercato. Tra queste importanti novità ricordiamo: • accensione elettronica a fasatura variabile dotata di microchip, derivante dalle ultime evoluzioni dei motori a 2 tempi, si traduce in un aumento delle prestazioni, maggiore regolarità di funzionamento a tutti i regimi, diminuzione dei consumi e delle emissioni di inquinanti, riduzione delle vibrazioni emesse dall’organo motore; TRONCO A SBALZO Diametro inferiore alla lunghezza della barra • freno catena a stop rapido (dispositivo di freno catena ausiliario) che entra in funzione non appena la mano dell’operatore abbandona l’impugnatura posteriore. Più precisamente questo dispositivo è comandato dal dispositivo di sicurezza dell’acceleratore. In questo modo si ottiene un pronto bloccaggio della catena tagliente in tutte le situazioni in cui il suo movimento sarebbe una ulteriore fonte di pericolo. Per esempio nel caso di improvvise perdite di controllo, nel caso di brevi spostamenti a motore acceso o durante il passaggio da una fase all’altra nel corso di un’operazione di lavoro; • sistemi di filtraggio dell’aria in entrata in grado di diminuire notevolmente i livelli di polvere che normalmente vanno ad impattare sul vero e prorpio filtro dell’aria. Ciò si traduce in un mantenimento delle prestazioni per maggior tempo, in una diminuzione degli intervalli di manutenzione e in una minore usura del motore; • altre innovazioni riguardano gli organi taglienti, ovvero le catene. Queste sono ormai ampiamente specialistiche, con diverse tipologie di maglie (sgorbie) taglienti in grado di fornire le migliori prestazioni in funzione della tipologia di legno da tagliare e talloni differentemente conformati, per consentire precisione nel taglio, diminuire il livello di vibrazioni trasmesse all’operatore e diminuire il rischio del rimbalzo della barra in fase operativa. ■ 2 Bibliografia 1) BALDINI S., FABBRI P., 1985. Guida all’uso della motosega. Vademecum del boscaiolo. Edagricole, 87 pp. 2) CAVALLI R., 2001. Linee innovative nei processi di meccanizzazione delle utilizzazioni forestali. Ccgafa, 9 pp. 3) CAVALLI R., PICCHIO R., ZIMBALATTI G., 2003. Motoseghe a catena portatili. Pubblicazione da redigere nell’ambito delle attività previste dall’intesa Enama-Ispesl del 6/10/2000, Roma 2003, scheda14, 26 pp. 4) PIEGAI F., MARCHI E., 1996. Igiene ed ergonomia nel lavoro con motosega in soprassuoli di conifere. Monti e Boschi n. 5/96. Abstract Impossible to replace One of the most widely used machines in the forestry industry, and also very popular in agriculture, is the chainsaw. This is a unique and sophisticated machine, capable of increasing labour productivity compared to formerly used manual systems. It is also well developed from a technical and ergonomic viewpoint, though it shows some risks that should not be underrated. Hence the importance of using models with protection devices and of having highly skilled personnel. Technological evolution in recent years has involved certain elements, among which: electronic switching, quick stop chain brake, air filtering systems and chains. Diametro superiore alla lunghezza della barra Fibre tese 2 1 3 1 Fibre compresse TRONCO APPOGGIATO A DUE PUNTI Diametro superiore alla lunghezza della barra 1 1 2 Fibre tese Diametro inferiore alla lunghezza della barra Carlo Galimberti Disegno di Sanzio Baldini Fibre compresse 2 3 Schemi di sistemi di sezionatura. La motosega assume posizioni diverse (1, 2, 3) in funzione della dimensione del tronco. La potatura richiede motoseghe leggere con cui praticare tagli sui rami senza affaticarsi e nella massima sicurezza. POTATURA Per questa operazione è senza dubbio conveniente l’uso delle motoseghe leggere per questioni di affaticamento e per motivi di sicurezza. Inoltre, molte delle motoseghe leggere possono essere impugnate con una sola mano, agevolando di molto le situazioni di lavoro in cui bisogna disporre di una mano libera (tree-climbing). Nel caso di recisione di piccoli rami, è sufficiente un unico taglio praticato dall’alto verso il basso, mentre per rami di una certa dimensione (oltre i 5 cm) e con folta chioma in punta, quindi soggetti a tensioni interne, è bene praticare prima un taglio nella zona compressa e terminare il taglio nella zona in trazione. In questo modo si impediscono: pericolose scosciature, bloccaggio della barra nel taglio e perdite di controllo della motosega. Con rami di diametro superiore a 15 cm, è opportuno praticare nella zona compressa una vera e propria tacca di direzione per poi terminare il taglio dalla parte opposta, lasciando una zona non tagliata che funge da cerniera e rende più sicuro il distacco del ramo. 71 • ACER 5/2005