itinerario storico- letterario
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ITINERARIO STORICOLETTERARIO Alcamo Trappeto Cinisi MAPPA DELL’ITINERARIO STORICO-LETTERARIO Mar Tirreno Legenda 1. Alcamo Capo Gallo Aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino Capo San Vito Capo Rama Cinisi Terrasini SS113 Golfo di Castellammare A29 • Piazza Ciullo d’Alcamo Palermo Riserva Naturale Orientata Monte Cofano Naturale Riserva dello Zingaro Trappeto Balestrate SS113 Borgetto Partinico Monte Gradara • I capolavori di Antonello Gagini SS187 Trapani SS113 Lago Poma Alcamo Invaso Diga Baiata A29 Naturale Orientata Riserva Bosco d’Alcamo Lago di Piana degli Albanesi A29 Tempio di Segesta Aeroporto Vincenzo Florio di Trapani - Birgi • La scultura di Serpotta 3 2 Trappeto 1 Alcamo Cinisi 2. Trappeto • Borgo di Dio • Danilo Dolci 3. Cinisi • Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato • Museo delle carrozze 152 Nato nella prima metà del XIII secolo, è uno dei più significativi rappresentanti della poesia popolare giullaresca della scuola siciliana. Si presume che Ciullo (richiamo volgare e grottesco tipico nei nomi giullareschi) sia una deformazione accolta dalla critica ottocentesca; per altri il nome deriverebbe da Cheli (diminutivo di Michele), da cui sarebbe poi derivato Celi e in seguito, in Toscana, Cielo. La città di origine del poeta potrebbe essere Alcamo. Tutto ciò che la critica ha ipotizzato sull’attività e sulla cronologia del rimatore si fonda però sulle notizie ricavabili dal contenuto dell’opera. Cielo d’Alcamo scrisse il Rosa fresca aulentissima, unica opera pervenuta, in volgare a base siciliana ma con vistose influenze continentali, a cominciare dal titolo, che è un vero esempio di mimo giullaresco, destinato alla rappresentazione scenica. A Cielo D’Alcamo è dedicato il Liceo Classico di Alcamo (TP), la piazza principale nella stessa città e il teatro comunale. Punti di interesse Tappa 1 Comune di Alcamo Come arrivare pag. 31 Dove mangiare pag. 181 Dove dormire pag. 175 154 Piazza Ciullo d’Alcamo I capolavori di Antonello Gagini Il primo nome fu di piazza Maggiore, ma, successivamente e fino al 1875 piazza Sant’Oliva, oggi piazza Ciullo deve il nome al grande poeta alcamese Ciullo d’Alcamo (sec XIII), autore del famoso contrasto “Rosa Fresca Aulentissima”. Piazza Ciullo luogo di grande vitalità e centro cittadino per eccellenza, rappresenta il punto d’incontro delle maestranze locali e meta ideale di ritrovo dei giovani alcamesi. L’attuale progettazione della piazza e l’intervento di arredo urbano (risale al 1996) è opera dell’architetto Gae Aulenti, che destinò la zona così ad area pedonale. In piazza Ciullo si possono ammirare, oltre il palazzo del Comune, dove dal 6 aprile 1860 sventola la bandiera tricolore, l’imponente costruzione della chiesa del Collegio dei Gesuiti con la sua facciata barocca (iniziata nel 1684 e finita nel 1767), la chiesa di Sant’Oliva (fondata nel 1533) riedificata su progetto di Giovan Biagio Amico. Antonello Gagini nacque a Palermo nel 1478. Figlio dello scultore Domenico, apprende dal padre tecniche e conoscenze fondamentali per la formazione della sua sensibilità artistica. Con lui lavorarono oltre ai figli Giacomo e Antonino, anche Bartolomeo Berrettaro e Giuliano Mancino. Dalle sue opere emergono una significativa eleganza figurativa, forti sentimenti e stati d’animo. Cielo d’Alcamo Cielo d’Alcamo, noto anche come Ciullo d’Alcamo fu un poeta e drammaturgo. 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi Luoghi ad Alcamo dove ammirare le opere di Antonello Gagini: • Chiesa di Sant’Oliva La chiesa prospiciente alla piazza Ciullo conserva, tra le altre opere, due sculture in marmo di scuola gaginesca raffiguranti San Luca e Sant’Angelo e l’Annunciazione, gruppo marmoreo eseguito nel 1545 da Antonino e Giacomo Gagini. Vi si ammira, inoltre, la statua di Sant’Oliva eseguita da Antonello Gagini considerata tra le opere più belle dell’artista, che la realizzò nel 1511. • Basilica di Santa Maria Assunta Accessibile dall’ampia piazza IV Novembre, la basilica di Santa Maria Assunta, il principale luogo di culto di Alcamo ospita le seguenti opere: Trittico della Madonna tra gli Apostoli Filippo e Giacomo, realizzata nel 1519 da Antonello Gagini, il Transito della Vergine realizzata nel 1529, il Crocifisso, realizzato nel 1523. La Statua di San Pietro del 1586 ad opera di Giacomo Gagini, figlio di Antonello. • Chiesa di San Francesco d’Assisi La chiesa conserva due statue del 1520, San Marco e Maria Maddalena, sempre dello stesso scultore Antonello. 155 Le sculture di Serpotta Giacomo Serpotta (1656-1732) è considerato il più grande scultore in stucco del Settecento. Nacque nel popoloso quartiere della Kalsa nel 1656 da Gaspare, scultore anch’egli. L’artista ebbe fama, successo e committenze dalle principali congregazioni e compagnie ecclesiastiche cittadine e siciliane. Le chiese e gli oratori decorati a Palermo, costituiscono ancora oggi l’esempio più alto della sua produzione artistica. Il suo segreto fu quello di aggiungere alla calce e al gesso fino ad allora normalmente usati per formare lo stucco, della polvere di marmo che dava alle figure una patina di lucentezza (tecnica dell’allustratura). Punti di interesse Luoghi ad Alcamo dove ammirare le opere di Giacomo Serpotta: • Chiesa dei Santi Cosma e Damiano Ci troviamo nella parte più antica del corso VI Aprile poco distante dalla Chiesa Madre. Questa chiesa cinquecentesca è divenuta nel 1725, grazie ad un restyling d’ispirazione borrominiana, un esempio del più bel barocco siciliano e merita una visita a prescindere dai tesori che contiene. Negli anni 1722-1724 Serpotta plasmò le due statue di questa chiesa: sorrette da mensole a forma di nuvola, una raffigura la Giustizia, l’altra la Pietà o Carità e sono impregnate di delicatezza, grazia e fascino sensuale. • Chiesa di San Francesco di Paola o Badia Nuova Qui è custodito un sorprendente complesso di otto statue di Giacomo Serpotta. Sei delle sculture sono disposte lungo le pareti, posate su basamenti aggettanti a mezza altezza e rappresentano: la Mansuetudine, la Pace, la Fortezza, la Purezza, San Pietro e San Paolo. Le altre due, l’Addolorata e la Maddalena adornano la cappella del Crocifisso e sono disposte ai lati della croce per comporre una sorta di scena teatrale di straordinaria intensità e drammaticità, a cui partecipano gli stessi putti in cima alla cappella. Questa attitudine alla composizione scenica è una delle peculiarità dell’artista palermitano, riscontrabile in molti altri suoi capolavori. 156 Tappa 2 Storia di Borgo di Dio L’esperienza del Centro “Borgo di Dio”, fondato nel 1952, fu sicuramente una tra quelle più rilevanti di sviluppo di comunità registrate nell’Italia dell’immediato dopoguerra. Alla costruzione del progetto collaborarono attivamente esponenti di diverse discipline: urbanisti-architetti, sociologi, agronomi, economisti, tra i quali Ludovico Quaroni, Carlo Doglio, Bruno Zevi, Edoardo Caracciolo, Giovanni Michelucci, Lamberto Borghi, Paolo Sylos Labini, Sergio Steve, Giorgio Fuà, Giovanni Haussmann, Carlo Levi e altri. Il Centro assunse da subito un ruolo centrale nell’attività condotta da Danilo Dolci; il complesso architettonico “Borgo di Dio” fu lo scenario di un grande risveglio culturale. Dal ‘68 vennero avviati gli studi e le verifiche necessarie per approntare un piano di sviluppo organico della zona: le prime riunioni, gli incontri, i seminari si svolsero proprio nel nuovo Centro. Nel2giugno del 1 1973 venne inaugurato il nuovo teatro-auAlcamo Trappeto ditorium avviando nell’area una stagione di Comune di Trappeto Come arrivare pag. 91 Dove mangiare pag. 187 3 Dove dormire Cinisi pag. 178 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi 157 grande dinamismo culturale e artistico, rivolto alla diffusione del metodo non violento, della maieutica reciproca e della lotta al banditismo e alla mafia, con lo scopo ultimo di utilizzare strumenti culturali e di coscienza civica per restituire alla popolazione il proprio potere sul territorio, sulle risorse umane e naturali. Danilo Dolci Danilo Dolci (Sesana, 28 giugno 1924 – Trappeto, 30 dicembre 1997) è stato un sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza italiano. Dal 1952 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti ed il lavoro: siffatto impegno sociale gli varrà il soprannome - rivolto in quegli anni anche ad Aldo Capitini - di “Gandhi italiano”. Nella sua attività di animazione sociale e di lotta politica, Danilo Dolci ha sempre impiegato con coerenza e coraggio gli strumenti della nonviolenza. Il 14 ottobre del 1952, a Trappeto, Dolci dà inizio alla prima delle sue numerose proteste nonviolente, il digiuno sul letto di Benedetto Barretta, un bambino morto per la denutrizione. Se anche Dolci fosse morto di fame lo avrebbero sostituito, in accordo con lui, altre persone, fino a quando le istituzioni italiane non si fossero interessate alla povertà della zona. La protesta, dopo aver attirato l’attenzione della stampa, viene interrotta quando le autorità si impegnano pubblicamente ad eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di un impianto fognario. In questa occasione si stabilisce un dialogo intenso e duraturo fra Dolci e il filosofo nonviolento Aldo Capitini. Nel corso degli anni, intorno a Dolci si consolida una stima nazionale e internazionale. Nel 1957 gli viene attribuito in Unione Sovietica il Premio Lenin per la pace. Lo accetta, pur dichiarando di «non essere comunista». Con i soldi del premio si costituisce a Partinico il “Centro studi e iniziative per la piena occupazione”. Costituisce una caratteristica importante del lavoro sociale ed educativo di Dolci il suo metodo di lavoro: piuttosto che dispensare verità preconfezionate, ritiene che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso valorizza la cultura e le competenze locali, il contributo di ogni collettività e ogni persona. Per questo Dolci collega la sua modalità di operare alla maieutica socratica. Il suo è un lavoro di “capacitazione” (empowerment) delle persone generalmente escluse dal potere e dalle decisioni. 158 Punti di interesse Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare, aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato, si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. Tappa 3 Comune di Cinisi (Dalla canzone I cento passi dei Modena City Ramblers) Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato nasce nella primavera del 2005 a partire da “esigenze emozionali”, per parafrasare un’espressione di Peppino, e dal bisogno di 1 2 diffondere la verità e chiedere giustizia conAlcamo Trappeto tro la violenza mafiosa. Mamma Felicia è stata la prima donna entrata a far parte, dopo il matrimonio, di una famiglia mafiosa che, in seguito alla tragica 1perdita del figlio, ha deciso 2di ribellarsi ai Alcamo della cultura dell’omertà Trappeto dettami e all’imposizione del silenzio aprendo le porte della 3 arrivare Come Cinisi pag. 61 Dove mangiare pag. 184 3 Dove Cinisi dormire pag. 176 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi 159 sua casa a quanti fossero interessati a disvelare parte degli aspetti più corrotti della nostra società e dell’apparato istituzionale, semplicemente ascoltando le sue semplici e decise parole e i suoi racconti. Felicia è scomparsa il 7 dicembre del 2004 dopo un lungo ed estenuante percorso per ottenere giustizia per il figlio Peppino, lungo il quale ha sempre proseguito superando anche la stanchezza, la paura, la debolezza fisica, senza mai arrendersi di fronte agli innumerevoli ostacoli e alla sfacciataggine di chi, pur appartenendo al mondo istituzionale, ha più spesso tentato di cancellare la memoria di Peppino e di sporcarla, accusandolo di terrorismo o di aver commesso un suicidio eclatante. Non è mancato l’isolamento da parte dello Stato, alleggerito solo dall’incontro con magistrati onesti che, per l’intransigenza manifestata nel proprio lavoro, hanno spesso perso la propria vita. La condanna di Gaetano Badalamenti, boss di Cinisi e bersaglio delle continue denunce e dell’impegno politico di Peppino, è arrivata solo nel 2002, 24 anni dopo l’assassinio. Il 7 dicembre del 2001, invece, la Commissione Parlamentare Antimafia ha consegnato a Felicia sulla porta di Casa Memoria la relazione approvata all’unanimità che riconosceva le responsabilità di magistrati ed alte cariche delle forze dell’ordine nel depistaggio delle indagini sul Caso Impastato. Felicia ha, quindi, portato a termine il suo compito e ci ha lasciato, non prima di aver strappato la promessa che le porte della sua casa avrebbero continuato ad essere aperte. Casa Memoria è oggi un “altare laico”, come lo definisce Umberto Santino, presidente del Centro Impastato, un luogo di memoria e di divulgazione della verità e della cultura, un avamposto della resistenza contro il potere e contro la mafia, la testimonianza concreta di un’esperienza di lotta senza remore, di un’intera vita spesa con coraggio e determinazione. Sono migliaia le persone che hanno varcato la soglia di quella porta ormai simbolica alla ricerca di nuove conoscenze, di informazioni non distorte e di un momento di riflessione ed ognuno di loro si è riappropriato di un piccolo pezzo di libertà. Per come aveva voluto Mamma Felicia la casa di Peppino è aperta per chiunque voglia visitarla. Il Museo delle carrozze di Villa Onorina, Contrada Camarrone Soltanto l’indiscussa competenza e la grande passione del proprietario, da poco scomparso, Giuseppe Mignosi, hanno consentito la creazione di questa collezione unica nel suo genere, una collezione frutto di circa quarant’anni d’approfondita e appassionata ricerca. Il Museo di Mignosi recupera un pezzo di storia, simbolo del costume e della cultura di epoche diverse, mezzi che per più secoli sono stati indispensabili: venticinque esemplari, tra carrozze di vari periodi e di diverse nazioni, carretti d’epoca del ‘700 e ‘600, due calessi e degli antichi finimenti per cavalli, a cui si aggiungono degli oggetti e attrezzi agricoli, documenti storici, costumi d’epoca e splendide sellerie antiche di casato. Sede: Contrada Camarrone, Cinisi (Pa). Visite solo per appuntamento: contattare sig.ra Venuti al 368 471267. Gli orari sono: dal lunedì al venerdì ore 10,00 - 12,30 / ore 16,30 - 19,00 Sabato su prenotazione. Indirizzo: Corso Umberto 220 - 90045 Cinisi (PA) Tel 0918666233 – 3341689181 160 161 HISTORICALLITERARY ROUTE Alcamo Trappeto Cinisi MAP OF THE HISTORICAL-LITERARY ROUTE Legenda Mar Tirreno 1. Alcamo Capo Gallo Aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino Capo San Vito Capo Rama Cinisi Terrasini SS113 Golfo di Castellammare A29 • Ciullo d’Alcamo Square Palermo Riserva Naturale Orientata Monte Cofano Naturale Riserva dello Zingaro Trappeto Balestrate SS113 Borgetto Partinico Monte Gradara • Antonello Gagini’s masterpieces SS187 Trapani SS113 Lago Poma Alcamo Invaso Diga Baiata A29 Naturale Orientata Riserva Bosco d’Alcamo Lago di Piana degli Albanesi A29 Tempio di Segesta Aeroporto Vincenzo Florio di Trapani - Birgi • Serpotta’s sculpture 3 Cinisi 2. Trappeto • Borgo di Dio 2 Trappeto • Danilo Dolci 1 Alcamo 3. Cinisi • Felicia and Peppino Impastato Memorial House • Carriage Museum 152 It is assumed that Ciullo (vulgar and allusive jester name) is a distortion accepted by the ninenteenth-century critics. Others believe that the name derives from “Cheli” (diminutive of Michele) from which derives Celi and, later on in Tuscany, Cielo. The poet hometown could be Alcamo. All that the critics have conjectured about this autor’s activity and chronology is based on the information extracted from his work. Cielo D’Alcamo wrote “Rosa fresca aulentissima”, only poetry (found) in Sicilian vulgar but with strong continental influences starting from the title, which is a true example of jester mimic destined to on stage representation. The local highschool “Liceo Classico di Alcamo” (TP), the main square of the same town and the comunal theatre are named after Cielo D’Alcamo. Relevant Spots Step 1 Ciullo d’Alcamo square Alcamo town How to reach us pag. 31 Food service pag. 181 Accomodations pag. 175 154 Antonello Gagini’s masterpieces Its first name was “Piazza Maggiore” , but later on and till 1875 “Piazza Sant’Oliva”. Nowadays Ciullo Square owes its name to the great Alcamo poet Ciullo D’Alcamo (XIII century), author of the famous poem “Rosa Fresca Aulentissima”. Ciullo square is the typical city center, the meeting point for skilled workers and the ideal destination for young people in Alcamo. The current design of the square and the street furniture (dating back to 1996) were entrusted to the architect Gae Aulenti, that transformed it in a pedestrian area. In Ciullo Square is located the City Hall, where since on April 6th 1860 waves the tricolor flag, the massive Sant’Oliva Church (founded in 1533) and rebuilt on a project of Giovan Biagio Amico. Cielo d’Alcamo Cielo D’Alcamo, also known as “Ciullo D’Alcamo” was a poet and a playwright. Born in the first half of the XIII century, he is one of the most important representative of troubadour litterature of the Sicilian school. 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi Antonello Gagini was born in Palermo in 1478. He was the son of the sculptor Domenico, and he learned from his father the techniques and the fundamental knowledges that formed his artistic sensibility. His sons Giacomo e Antonino, together with Bartolomeo Berrettaro and Giuliano Mancino, worked with him. A significative figurative elegance and strong feelings can be perceived from his works. Places of Alcamo where Antonello Gagini’s masterpieces can be found: • Sant’Oliva Church The church facing Ciullo Square boasts among other masterpieces, two marble sculputures of Saint Luca and Saint Angelo belonging to Gagini school, as well as the “The Annunciation” group of marble pieces achieved in 1545 by Antonino and Giacomo Gagini. The statue of Sant’Oliva realised by Antonello Gagini in 1511 is also considered one the artist’s most beatiful masterpieces. • Basilica di Santa Maria Assunta The basilica of Santa Maria Assunta, reachable through IV Novembre wide square, is home to the following works: Triptych “Madonna tra gli apostoli Filippo e Giacomo” realised in 1519 by Antonello Gagini. “Transito della Vergine” realised in 1529 by Antonello Gagini. The Crucifix, realised in 1523 by Antonello Gagini. The statue of San Pietro realised in 1586 by Giacomo Gagini, his son. • San Francesco d’Assisi Church The church is home to two statues of Antonello Gagini dating back to 1520: San Marco and Maria Maddalena. 155 Serpotta’s sculpture Giacomo Serpotta (1656/1732) is considered the greatest plaster sculptor of the eighteenth century. He had fame, success and was entrusted of important assignments by the main urban congregations and ecclesiastical companies of Sicily. Palermo’s churches and oratories decorations still represent the highest example of Serpotta’s artistic production. Its secret was adding marble powder to lime and plaster used so far to prepare the stucco, in order to give brightness to his figures. Places in Alcamo where Serpotta’s masterpieces can be found: • It is located in the holdest part of VI Aprile street, near to the main church. This sixteenth century church became in 1725 an example of the most beautiful Sicilian baroque thanks to a Borromini- inspired restyling. In 1722-24 Serpotta realised the two statues of the church: one represents Justice, the other Pity or Charity, and are imbued with daintiness, grace and sensual charm. • San Francesco di Paola or Badia Nuova Church Where is kept an amazing group of eight statues by Giacomo Serpotta. Six of them are aligned along the walls, placed on projecting and representing Meekness, Peace, Fortitude, Purity, San Pietro and Paolo. The remaining two, the Addolorata and the Maddalena, decorate the Crucifix chapel and are placed at the Crucifix’s sides to create a sort of theatrical scene of extraordinary intensity and dramatic force. This attitude for scenic composition is one of this artist’s peculiarity, that can be detected in many of his woks. 156 Relevant Spots Saint Cosma and Damiano’s Church Step 2 Borgo di Dio history “Borgo di Dio” center was surely one of the most relevant communities to develop immediately after the War in Italy. The project saw a collaboration of experts from different fields: city planners, architects, sociologists, agronomists, economists, such as Ludovico Quaroni, Carlo Doglio, Bruno Zevi, Edoardo Caracciolo, Giovanni Michelucci, Lamberto Borghi, Paolo Sylos Labini, Sergio Steve, Giorgio Fuà, Giovanni Haussmann, Carlo Levi and others. The center assumed immediately a central role for Danilo Dolci’s activity; the architectural complex “Borgo di Dio” funcitioned as the scenario of a wide cultural awakening. Starting from 1968, studies and verifications necessary for a new local development plan were initiated. In june 1973 a new theatre/auditorium was inaugurated giving start to a season of great cultural and artistic dynamism with the diffusion of the non-violent method, the Socratic method, and the fight against 1 2 gangsterism and mafia, in order to restore people’s Alcamo Trappeto power over the territory, and human and natural resources. Trappeto town How to reach us pag. 91 Food service pag. 187 3 Accomodations Cinisi pag. 178 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi 157 Danilo Dolci Danilo Dolci (Sesana, June 28 1924—Trappeto, December 30 1997) was a sociologist, a poet, an educator and an exponent of the Italian non-violence movement. In 1952 he moves to western Sicily (Trappeto, Partinico) where he promotes non-violent fight against mafia and underdevelopment, for civil wrights and work: his social commitment will gain him the nickname – also given to Aldo Capitini in that period- of Italian Gandhi. During his social and potical activities Danilo Dolci has always made a courageous and coherent use of non-violence instruments. On October 14 1952, in Trappeto, Dolci gives rise to the first of his non-violent demonstrations, fasting on Benedetto Barretta’s bed, a child that died of malnutrition. Even if Dolci would had starved, he would have been replaced by other people with whom he had agreed that the protest wouldn’t have stopped until Italian authorities wouldn’t have been affected by the local poverty. After they had drawn the press’ attention, the protest was interrupted when the Authorities took publicly the commitment of starting some urgent interventions, among which the construction of a sewer system. On this occasion a lasting and stable dialogue between Dolci and the non-violent philosopher Aldo Capitini was established. Over the years Dolci became more and more appreciated on a national but also international level. In 1957 he was attributed the Lenin award for peace by the Sovietic Union. He accepted the award, but he declared he was not a communist. With the money gained from the award he built in Partinico the “Center for studies and initiatives for full employment”. Dolci’s working method can better explain his social and educational commitment: he thought that no real social improvement could be produced without the direct involvement of the whole community. His idea of progress enhances culture and local competences, and the community’s but also the individual’s contribution. This is why Dolci operated according to the Socratic method’s principles. Relevant Spots Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare, aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato, si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. Born in the land of of Vespers and Oranges his radio broadcast between Cinisi and Palermo in his eyes the desire to change the need for justice that push him to fight he had a burdensome and respected surname in that sphere for which he had little respect you know where you were born but you don’t know where you will die and1you can never know 2 if your cause will bring you pain. Alcamo Trappeto (From the song “I cento passi” by Modena City Ramblers) 1 2 Felicia and Peppino Impastato Memorial Alcamo was founded in Easter Trappeto House 2005 in respond to an “emotional need” (to paraphra- 158 Step 3 Felicia and Peppino Impastato Memorial House Cinisi town 3 to reach us How Cinisi pag. 61 Food service pag. 184 3 Accomodations Cinisi pag. 176 1 2 3 Alcamo Trappeto Cinisi 159 se a common saying of Peppino), to spread the truth and ask for justice against Mafia violence. Mum Felicia was the first woman married to a member of a mafia clan that, after the tragic loss of one of his sons decided to rebel against the culture of omertà and forced silence by opening her house to those interested in exploring the most corrupt aspects of our society and establishment, simply by listening to her words and tales. Felicia died on December 7 2004 after a long and exhausting fight to obtain justice for her son Peppino, a path along which she had proceeded regardless of fatigue, fear, fisical weakness, never surrendering herself to those that had been trying to wipe out Peppino’s memory or to sully it, accusing him of terrorism or of committing suicide. A little help and support came from the Authorities, apart from the commitment of some honest magistrates that payed their intransigence with their life. Cinisi mafia Boss Gaetano Badalamenti, that Peppino accused continuously, was sentenced only in 2002, 24 years after the assassination. On the December 7 2001 the Anti-Mafia Parliamentary Committee handed Felicia the unanimously approved report that aknowledged magistrates and Security force High Officies’ responsibilities in throwing off track the investigations on the Impastato Case. Impastato Memorial House is now a “laic altar”, as Umberto Santino, president of the Impastato Center, defines it, a place for memories and divulgation of truth and culture, an outpost against corrupted power and mafia, proof of a life spent with courage and determination. Thousand of people crossed that symbolic door in search of new knowledges and truth, and each of them got in change a little piece of freedom. As Mum Felicia wished Peppino’s door welcome anyone who wants to pay a visit. Coach Museum in Villa Onorina, Camarrone Street The unquestioned expertise and the great passion of the recently deceased Giuseppe Mignoni, the Museum’s owner, allowed to create this unique collection, as a result of forty years of thorough and passionate reasearch. Mignosi’s Museum aims to rescue a piece of history that symbolizes the costume and culture of different ages: twenty-five samples among coaches of different ages and nations, vintage coaches from the 18th and 19th centuries, two buggies and old horse harness, as well as agrarian objects and tools, ancient documents, vintage costumes and wonderful saddleries belonging to old families. Location: Camarrone Street, 90045 Cinisi (Pa) Tour only by appointment only: contact Mrs. Venuti al 368 471267. Timetable: From Monday to Friday 10,00 - 12,30/16,30 - 19,00 On Saturday by reservation Address: Umberto Street n°220- 90045 Cinisi (PA) Tel 0918666233 – 3341689181 160 161