Primo M@ggio nr 48-2014

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Primo M@ggio nr 48-2014
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www.tosc.cgil.it
Numero 48/2014 - Anno 4
T A NT I
A UGUR I
"Si chiude un anno denso:
ora un meritato riposo,
poi continueremo le lotte":
Camusso scrive agli iscritti
pagina 2
Dal Direttivo regionale
ok alla nuova segreteria
di Cgil Toscana: entrano
Mirko Lami e Monica Pagni
pagina 3
In primo piano
Occupazioni e non solo: la grande mobilitazione sulle Province pagina 4-7
400 posti a rischio, la battaglia per il call center di Guasticce pagine 10-11
Conad vuole aprire per le feste, i lavoratori stoppano tutto pagine 12-13
Apre il sito del Sole24Ore Toscana, con intervento di Gramolati pagina 14
La Newsletter settimanale
22-12-2014
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Editoriale
di Susanna Camusso
Segretario Generale Cgil
Tanti auguri e grazie di cuore
Ora un riposo, poi sarà ancora lotta
Care compagne e cari compagni, giunge al termine
un 2014 denso, impegnativo, segnato da grandi
cambiamenti, dalla persistenza della crisi, dalla
messa in discussione della qualità e libertà del
lavoro, dei suoi diritti.
Il lavoro che manca, quello precario, le tante
espressioni del lavoro hanno avuto voci e volti il 25
ottobre e nello sciopero generale del 12 dicembre.
Lo hanno reso possibile l'impegno, lo slancio, la
passione di tutte e tutti voi, delle vostre strutture.
E' il momento di un meritato riposo, prepariamo le
energie necessarie per dare continuità alla nostra
lotta, per continuare a dare voce e volto al lavoro,
alla sua rivendicazione.
Ad ognuno di voi e alle vostre famiglie auguri di un
sereno Natale ed un grande buon anno.
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Il Direttivo regionale
Nella segreteria regionale entrano
Mirko Lami e Monica Pagni
sindacato, è uno dei volti simbolo della lotta per il
salvataggio delle acciaierie: “Anche in questa nuova
veste seguirò da vicino lo sviluppo dell'operazione
Cevital, allargando gli orizzonti se necessario. Il
Paese attraversa una fase di grandi difficoltà,
bisogna stare nel merito dei problemi, affrontandoli e
cercando di risolverli volta per volta. Io vengo dalla
Fiom, mi sembra si sia fatto un passo notevole che
porta a quello che il Congresso aveva indicato, cioè
un governo unitario”, ha detto per commentare la sua
nuova carica.
Esce Manuele Marigolli, che diventa il presidente di
Caaf Cgil Toscana, ed entrano al suo posto Mirko
Lami e Monica Pagni: oggi il Direttivo regionale di
Cgil Toscana ha dato l'ok alla nuova segreteria di Cgil
Toscana.
Lami e Pagni si aggiungono agli altri membri della
segreteria di Cgil Toscana Alessio Gramolati
(segretario generale), Daniele Quiriconi, Dalida
Angelini, Maurizio Brotini, Patrizia Bernieri.
Mirko
Lami,
classe 1964,
dal
1986
lavora
alla
Lucchini
di
Piombino.
Iscritto
e
delegato Fiom
Cgil dal 1987,
già
vicepresidente
del
Direttivo
regionale
di
Cgil Toscana, responsabile di zona a Piombino per il
Monica
Pagni,
52
anni, nata a
Forlì, tecnico
di laboratorio
dipendente
dell'Asl 9 a
Grosseto, è
stata prima
coordinatrice
della Rsu e
poi
segretaria
provinciale della Funzione pubblica della Cgil di
Grosseto (prima donna a ricoprire quella carica):
“Tutto nel mio percorso in Cgil è accaduto di
soprassalto, ora avverto una grande responsabilità,
ci metterò tutto l'impegno possibile e spero di poter
dare una mano. Io vengo dal settore pubblico, che
attraversa un periodo difficile: bisogna far capire che i
tagli al pubblico non penalizzano solo i lavoratori ma
anche i cittadini e i servizi. Speriamo che per rendersi
conto di ciò non si debba arrivare a vedere ospedali
chiusi o scuole a pagamento”, ha spiegato poco dopo
l'elezione.
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Province
Domani l'incontro col ministro Madia
"Salvare i servizi e l'occupazione"
Occupazioni, nottate passate in branda nei Consigli
provinciali, manifestazioni, cortei, sit in, flash mob:
da giovedì scorso la Toscana, Cgil in testa, è
capofila nazionale della mobilitazione di Cgil, Cisl e
Uil contro i tagli del Governo alle Province. Una
mobilitazione impressionante che ha portato un
primo risultato nella Legge di Stabilità: gli esuberi
del personale avranno due anni di ricollocamento
(in Comuni, Regioni o Stato) più poi due anni di
Cassa integrazione. Ma ancora la lotta è aperta. Nel
provvedimento nel dettaglio dovrebbero entrare
anche le norme per regolare il personale in mobilità
delle province. I dipendenti saranno ricollocati per 2
anni nei comuni, regioni o uffici statali; mentre nei
due anni successivi andranno in cassa
integrazione. Il testo è stato ripresentato nella
stessa versione già inviata in commissione, con
un'unica importante precisazione: la data del 31
dicembre 2016 indicata esplicitamente come
spartiacque tra la fase di due anni in cui i lavoratori
delle Province dovranno essere trasferiti presso gli
altri uffici pubblici, e i successivi due anni nei quali
­ in mancanza di un effettivo ricollocamento ­ sarà
applicata la procedura prevista dal decreto
legislativo 165 del 2001, ossia la messa in
disponibilità all'80 per cento dello stipendio che si
conclude con la risoluzione del rapporto di lavoro.
Stasera i sindacati confederali regionali di categoria
hanno visto Enrico Rossi, presidente della Regione
Toscana. Domani partita decisiva: incontro tra il
ministro Marianna Madia e i sindacati confederali
nazionali (presìdi di fronte alla prefetture in ogni
provincia).
ROSSI: DIFENDERE IL LAVORO
“Nessuno dovra’ rimanere a piedi. Nessun
lavoratore dovra’ pagare con la perdita del posto di
lavoro il costo di una riorganizzazione per certi versi
disordinata”. Così il presidente della Regione
Toscana, Enrico Rossi, dopo che ha incontrato una
delegazione di dipendenti della Provincia di Massa
– Carrara. “La legge di riforma non è chiara e
bisognera’ anche valutare le novità proposte nella
legge di stabilità. Vanno definiti i criteri di
applicazione della mobilità – ha proseguito – e il
riordino delle funzioni deve avere l’obiettivo di
salvaguardare servizi essenziali, dalla formazione
all’agricoltura all’ambiente. A gennaio la giunta
presenterà la sua proposta". LEGGI TUTTO
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Province
Una mobilitazione impressionante
E Firenze diventa capofila nazionale
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Province
Firenze, Lucca, Pistoia, Pisa
e Grosseto: non si risparmia nessuno
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Province
Siena, Grosseto, Massa Carrara,
Arezzo: con flash mob a Livorno
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Il presidio
"Basta aggressioni al personale
ferroviario, ormai abbiamo paura"
Giovedì 18 dicembre si è tenuto un presidio presso
la stazione di Firenze SMN, organizzato da Filt­Cgil,
Fit­Cisl e Uiltrasporti Toscana, per denunciare le
continue aggressioni di cui è oggetto il personale
ferroviario: “Siamo di fronte a un grave problema di
ordine pubblico a cui bisogna far fronte iniziando
immediatamente con il togliere dall’isolamento il
personale. Le FS devono smetterla di pensare
esclusivamente all’alta velocità e le Istituzioni devono
intervenire per fronteggiare un problema che riguarda
i ferrovieri ma anche i cittadini/viaggiatori".
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Piombino
"Cevital, mercì": la città ringrazia
così gli algerini della Lucchini
Etrusca". L'imprenditore ha gradito e si è messo in
posa chiedendo di essere fotografato per mandare
l'immagine anche in Algeria e sul sito aziendale.
GROSSETO: CAMIONISTA MUORE
SUL LAVORO, LUTTO IN CGIL
Issad Rebrab ha incontrato a Piombino gli
amministratori comunali e i sindacati per mettersi
d'accordo su un calendario di incontri che i vertici
Cevital e le rappresentanze dei lavoratori avranno ad
iniziare dall'otto gennaio. Sul tavolo la questione del
numero di dipendenti che saranno necessari già nelle
prossime settimane nell'area del laminatoio. In una
pausa
dell'incontro
il
presidente
Cevital,
accompagnato da Mirko Lami, sindacalista Fiom Cgil,
è passato in piazza Gramsci dove ha notato il cartello
col quale un gruppo di piombinesi lo ringrazia per
l'intervento sull'ex Lucchini: "Merci Rebrab da Costa
Un camionista, originario di Gavorrano
(Grosseto), è morto dopo essere finito fuori
strada in una curva con il suo tir. Sul posto sono
arrivati i carabinieri di Massa Marittima per i
rilievi. Sul posto anche l'elisoccorso pegaso, il
118 e i vigili del fuoco che hanno aiutato i
soccorritori ad estrarre l'uomo dalle lamiere.
Lutto e cordoglio in Cgil. LEGGI TUTTO
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Guasticce
Call center People Care, rischiano
in 450. L'appello di Bellandi (Slc)
450 persone lavorano nel call center di People Care di
Guasticce (Livorno). 360 a tempo indeterminato, il
resto a contratto interinale o progetto. Tutta gente
(80% donne, 35­40 anni età media) che, a parte i
dirigenti e i capiturno, lavora a part time, 20 ore di
media alla settimana, per stipendi che non arrivano a
700 euro il mese. Ora si rischia la chiusura
dell’azienda (pur avendo buoni bilanci e una grande
flessibilità interna, frutto di accordi sindacali che hanno
cercato di creare le condizioni per una maggiore
redditività dell’azienda), dopo che ormai è data per
persa la commessa con la Seat, l’unico cliente della
struttura di Guasticce da dove partono le risposte per
chi chiama i numeri 1240 e 892424. Che la situazione
si fosse fatta grave lo si era visto già lo scorso 9
dicembre, quando c’era stato un incontro con i
sindacati a livello nazionale e si era capito che, dopo la
vertenza legale che vede di fronte l’azienda di call
center e la Seat, le probabilità di rinnovo della
commessa erano ridotte al lumicino. E ora si temono
licenziamenti e disoccupazione (prima di Natale ci sarà
un incontro tra sindacati e dirigenza). Spiega Filippo
Bellandi (Rsu Slc Cgil): “In un territorio già martoriato
dalla crisi, si pensi solo all'ultimo caso con la Trw, la
chiusura di People Care avrebbe un altro impatto
fortissimo. Sarebbe una situazione davvero esplosiva
anche per le ripercussioni sui consumi. A People Care
non siamo più un’azienda di giovani, l’età media si è
alzata e le prospettive di trovare un altro lavoro sono
sempre più difficili. Ci sono poi famiglie che hanno
marito e moglie che lavorano a Guasticce e per loro un
licenziamento sarà ancora più drammatico. Ma, se
succederà, sarà comunque pesante per tutti: potremo
solo contare su degli ammortizzatori sociali, oltretutto
ridotti rispetto ad altre categorie: in pratica soli 10 mesi
di stipendio all’80%”. Bellandi non nasconde che le
prospettive sono difficili. Con l’unico committente che
si ritira, la People Care, azienda del Gruppo Contacta
è intenzionata a chiudere e basta: “Il timore è che, visti
i tempi della procedura per chiedere gli esuberi, le
lettere di licenziamento possano arrivare già a febbraio
­ sottolinea il sindacalista ­ io voglio sperare che se si
arrivasse a tanto si parli almeno di giugno, visto che la
commessa Seat scade a maggio”. Per oggi 22
dicembre è stato indetto uno sciopero, il primo interno,
con manifestazione in piazza Grande a Livorno.
“Chiediamo aiuto a tutte le istituzioni, dal Comune alla
Regione, devono esserci accanto in questo momento
difficile ed essere pronti ad inserirci nell’accordo per
Livorno ­ auspica Bellandi ­, ma vogliamo anche un
confronto con Seat, che fino a 5 anni fa, quando
esternalizzò il call center, era il nostro datore di lavoro:
non possono lavarsi le mani e dimenticarsi di noi,
hanno ancora delle responsabilità nei nostri confronti.
E sempre parlando di responsabilità ­ sottolinea il
sindacalista ­ anche Pepole Care ne ha, visto che non
ha diversificato le commesse e a suo tempo ha portato
a Torino quella di Findomestic, che in questo momento
sarebbe stata importantissima. Insomma ­ chiosa ­ gli
errori li fanno gli altri e alla fine li paghiamo noi”.
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Guasticce
In piazza Grande a Livorno: "La città
soffre, no ad altri licenziamenti"
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Commercio/1
Natale, Santo Stefano e Capodanno
Sciopero unitario delle commesse
A distanza di 3 anni ormai, la liberalizzazione degli
orari commerciali mette in evidenza risultati molto
diversi, rispetto alle attese che i proponenti avevano
auspicato (il governo Monti ipotizzava un aumento
del PIL e dell’occupazione). Non si è realizzato niente
di tutto ciò. Anzi, i consumi CONTINUANO A
CALARE, sia quelli alimentari che quelli non
alimentari, oramai siamo in presenza di deflazione, i
margini delle imprese commerciali diminuiscono e
l'attacco al costo del lavoro si fa sempre più
pressante, così come le condizioni di lavoro ed
economiche durante le domeniche e le festività;
continuano a peggiorare, per effetto degli aumenti dei
nastri orari della domenica e festivi con turni
massacranti e mal retribuiti.
Nonostante le aperture domenicali e festive molte
aziende della Grande Distribuzione utilizzano gli
ammortizzatori sociali e attuano procedure di
licenziamento collettivo. Le aziende, soprattutto i
negozi a conduzione familiare e i punti vendita delle
catene commerciali, non hanno tratto beneficio da
queste aperture deregolamentate, anzi, in molte
chiudono, le città si svuotano di attività commerciali e
la concorrenza diventa soccombente. Per citare
alcune cifre, la Confcommercio dice che, nel 2014,
ogni giorno chiudono 32 negozi. Inoltre, lavorare la
domenica ed i festivi, in modo non regolamentato,
vuol dire anche che le condizioni familiari degli
addetti del commercio, in prevalenza donne,
peggiorano e la qualità della vita è pessima perché
non si riesce a contemperare i tempi di vita con quelli
di lavoro (difficoltà nella cura dei figli, dei genitori
anziani, del ménage familiare, e stress relazionali in
famiglia). Una alternativa a questo modello di
consumo c'è, bisogna tornare ad avere aperture
regolamentate delle domeniche e dei festivi, che
contemperino le esigenze dei consumatori, delle
aziende e dei lavoratori, riportando al livello locale
l'individuazione delle aperture, con principi definiti e
concordati.
Le Organizzazioni sindacali Filcams CGIL, Fisascat
CISL e Uiltucs UIL sono a chiedere una legge che
modifichi il decreto "Salva Italia", alcune proposte di
Legge che chiedono che si regolamentino le aperture
domenicali e festive sono al vaglio della commissione
parlamentare, ma l'iter sembra essersi interrotto,
nonostante molti, nella società civile, compresa la
chiesa con le parole di Papa Francesco, sono
concordi col sindacato. LEGGI TUTTO
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Commercio/2
Conad annuncia di aprire per le feste
ma i lavoratori fanno stoppare tutto
volantini con scritto "Vergogna", "Basta, fermiamoci",
"La festa si vive, non si vende". Al loro fianco anche i
rappresentanti della Chiesa locale, come il parroco di
Bonascola don Piero Albanesi e Fausto Vannucci,
delegato della Curia di Massa Carrara per le politiche
del lavoro. In realtà, i tre sindacati hanno indetto
l'ormai consueto sciopero regionale contro le
aperture natalizie (25 e 26 dicembre, oltre al 1°
gennaio) per fornire ai dipendenti una "copertura" nel
caso in cui avessere deciso di restare a casa. Ma il
timore di tuti era il possibile "effetto domino" con altri
negozi che avrebbero potuto, invece di lasciare la
gente a casa a scartare i regali, tirare su la
saracinesca. Ma, come si diceva, da Conad del
Tirreno non lasciano adito a dubbi: "Natale è un
giorno sacro ­ ha spiegato l'ad Baldi ­, nessuno dei
nostri negozi resterà aperto". Linea su cui si sono
mosse anche tutte le altre insegne della grande e
media distribuzione, da Carrefour a Esselunga.
Quattro supermercati Conad a cavallo tra la Toscane
e la Liguria, e cioè a Bonascola, Castelnuovo Magra,
Lerici e Carrara (anche se sembra che per
quest'ultima si parla soltanto del giorno di Santo
Stefano) espongono in bacheca l'orario di apertura
per la prossima settimana ed i lavoratori scoprono
così che si dovrebbero presentare al lavoro anche la
mattina del 25, rimanendo quindi con il solo
pomeriggio libero. Parte la protesta, con un presidio
e relativo volantinaggio , ma poco dopo dalla sede
centrale di Conad del Tirreno, l'aministratore delegato
LA POLEMICA
Ugo Baldi, contattato dal Tirreno, fa sapere che tuti i
negozi con la loro insegna il giorno di Natale
resteranno chiusi. Insomma, la vicenda si conclude
rapidamente, dopo una
partenza in cui i lavoratori
erano stati durissimi, con il
coinvolgimento diretto dei
sindacati del commercio
Filcams Cgil, Fisascat Cis
GABANELLI­GUCCI, BOTTA E RISPOSTA
e Uil Tucs, che si era
tradotto in un clamoroso
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presidio
davanti
all'ingresso
Conad
di
IL MONITO DI FIOM FIRENZE
Bonascola,
al
centro
comerciale La Perla, con
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tanto di distribuzione di
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La novità
Nuovo sito toscano per il Sole24Ore
Debutto con articolo di Gramolati
6,9%. Ciò ha determinato le dinamiche recenti: la crisi ha colpito in primo
luogo l'industria e ne ha anche esasperato le preoccupazioni, e soprattutto
nella seconda fase si sta rischiando di ridimensionare eccessivamente la
pur bassa presenza industriale della zona. In realtà questo processo
riguarda tutto il Paese e con esso la Toscana, dove ormai il peso del
manifatturiero è di poco superiore al 15%.
Questo processo di "deindustrializzazione precoce" è caratterizzato da
comportamenti assai differenziati: c'è una parte della nostra industria che
si mostra estremamente competitiva sui mercati internazionali, tant'è che il
nostro export in questi anni di crisi ha superato tutte le regioni italiane; ma
ci sono anche altre imprese che sono in profonda difficoltà. Nella costa il
primo pezzo, a parte sporadiche eccezioni, manca, per cui la crisi di
alcune aziende più rilevanti rischia di squilibrare l'intero sistema produttivo.
E' online da pochi giorni il nuovo sito toscano del Sole24ore
Com'è noto non esiste una ricetta unica che sia in grado di definire il
(CLICCA QUI): tra i primi interventi ospitati, quello del
rapporto ideale tra industria e servizi, tuttavia sotto una certa soglia il
segretario generale di Cgil Toscana Alessio Gramolati
sistema rischia di destabilizzarsi. Questo rischio pare sia stato colto in
ritardo probabilmente perché i primi segnali di crisi si formano nell'industria
Le difficoltà dell'economia della costa Toscana, con l'eccezione di Pisa che
e solo dopo nei servizi, per cui c'è da temere che, se non si opporranno
meriterebbe una riflessione a parte, vengono da lontano, e dipendono
rimedi, la situazione subirà un crollo drammatico già nei prossimi mesi,
anche dal fatto che alla crisi delle molte partecipazioni statali presenti
quando ad esempio non ci saranno più risorse per la Cassa integrazione.
nell'area non si è accompagnato lo sviluppo di attività alternative, in grado
Peraltro la stessa natura della presenza industriale costiera, caratterizzata
di rimpiazzarle.
da imprese multinazionali, rende questa economia particolarmente
In alcune aree il turismo è riuscito in parte a creare una diversificazione,
vulnerabile alla bassa fedeltà al territorio di queste realtà, e di contro non
ma la qualità e l'intensità dell'occupazione (data anche la stagionalità)
trova una presenza imprenditoriale diffusa in grado di reinventarsi nei
sono state insufficienti. Non solo, l'area costiera vede anche una ridotta
momenti di difficoltà, come accade in altre parti della regione.
offerta imprenditoriale. Il segno di questa lunga storia è ben evidenziato da
Per queste ragioni l'Accordo di Programma su Piombino rappresenta un
alcuni indicatori che confermano un modello di sviluppo concentrato su
modello importante. Quell'accordo è frutto della mobilitazione dei lavoratori
poche attività, spesso isolate dal resto del sistema. Primo fra questi
della Lucchini e dell'unità di tutte le istituzioni e parti sociali nel confronto
indicatori è la bassa domanda di lavoro; basti pensare che per raggiungere
con il Governo. Rappresenta una buona pratica per il rilancio dell'industria
gli stessi livelli occupazionali toscani occorrerebbero per le province di
su un livello competitivo più alto e ambientalmente sostenibile. Un modello
Livorno e Massa Carrara almeno 18.000 ulteriori occupati, al netto della
nel quale la qualificazione dell'offerta logistica e infrastrutturale si è rivelato
Cig che lì rimane molto alta.
un formidabile fattore d'attrattività, come dimostrano le offerte di acquisto
A Livorno, il valore aggiunto pro­capite è al di sotto della media regionale,
che hanno visto prevalere l'algerina Cevital. Quello stesso modello ha
mentre ancora più grave appare la situazione di Grosseto e Massa Carrara
possibilità di dare risultati anche per Livorno, se si sapranno ricostruire
che sono addirittura fanalino di coda della media nazionale. A questi dati
analoghe convergenze. Per questo scopo è stata presentata anche qui
vanno poi sommati quelli relativi alla qualità occupazionale: infatti, se in
una piattaforma sindacale che è alla base del confronto fra tutte le parti.
Toscana il rapporto fra i contratti a tempo indeterminato e quelli precari è
Ma è tutta la costa che ha bisogno di una politica di rilancio che, attraverso
rispettivamente del 65% contro il 35%, nelle province costiere questo
accordi e intese mirate, mobiliti investimenti e qualifichi produzione e
rapporto peggiora di circa 10 punti (55% tempo indeterminato, 45% tempo
sevizi, se non vogliamo mettere a rischio l'unità della Toscana. Se ciò non
determinato o parziale), con la conseguente caduta di reddito. Uno dei
avvenisse, la nostra coesione sociale sarebbe compromessa. I primi segni
fattori che più influisce su questo quadro appare dato dal fatto che le
di questa frattura purtroppo si stanno già manifestando e i localismi di ieri e
province costiere risultano tra le aree meno manifatturiere della Regione,
di oggi, insieme agli egoismi di sempre, rischiano di alimentarli. E' tempo di
con il peso del settore inferiore per occupati al 12%, Grosseto addirittura al
reagire. Piombino ci dice che si può. IL
n. 48 - 22 dicembre 2014
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Rosignano
Licenza matrimoniale alle coppie gay
Ineos, siglato innovativo integrativo
Il congedo matrimoniale esteso alle coppie gay e
lesbiche che si sposano all'estero dove le unioni fra
coppie
non
eterosessuali
sono
legalmente
riconosciute.
Dopo i grandi colossi europei come Ikea e le prime
esperienze italiane (Intesa San Paolo l'anno scorso)
l'estensione di un diritto acquisito alle unioni
omosessuali (la licenza matrimoniale retribuita) è
sottoscritta anche a Rosignano. Con un accordo
innovativo sotto il profilo dei diritti e delle pari
opportunità (il primo nella nostra regione), che ieri
sera al termine di una seduta fiume la direzione di
Ineos Manufactoring Spa e le rsu del gruppo chimico
britannico hanno firmato, i dipendenti dello
stabilimento di Rosignano vedranno riconosciuta
questa possibilità fino ad oggi mai contemplata.
E' previsto nella parte dell'accordo integrativo 2014­
2016 dedicata alle pari opportunità. A premere
perchè questo nuovo articolo fosse inserito nella
piattaforma sono stati i rappresentanti sindacali di
Ineos, in particolare il coordinatore Stefano Santini,
già attivo nei mesi scorsi in una dura campagna
contro il Jobs Act del governo Renzi. «L'idea mi è
venuta quando ho letto nell’agosto di un anno fa la
notizia di quell'adolescente romano che si era ucciso,
gettandosi dal terrazzo del suo appartamento, perché
omosessuale.
Vedevo tutti quei “mi piace”
sui post a lui dedicati su Fb e
mi sono detto: perché non
fare qualcosa di concreto? E
così abbiamo pensato al
riconoscimento della licenza
matrimoniale anche per le
coppie non eterosessuali».
L'intesa siglata con la
direzione di Ineos è
estremamente innovativa e
recepisce il concetto di
politiche antidiscriminatorie
applicate a molteplici ambiti,
non solo razziali ma anche
sessuali.
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Arci
Animazione, cultura, musica
Il 17 gennaio Notte Rossa nei circoli
Concerti e tombolate,
ballo liscio e teatro, libri
e animazioni per i più
piccoli, tornei di burraco
e cinema.
La rete dei circoli Arci
della Toscana si prepara
alla Notte Rossa. Sabato
17 gennaio 2015, in
centinaia di Circoli e
Case del Popoli una
notte di eventi e
spettacoli all'insegna
della cultura e della
socialità.
Il cartellone completo
della manifestazione
sarà nei prossimi giorni
disponibile sul sito web
www.arcitoscana.it
n. 48 - 22 dicembre 2014
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Il questionario
Garanzia Giovani, chi l'ha provata
dice di essere rimasto deluso
tenendo conto delle istanze, dei suggerimenti, delle
critiche di oltre 1.500 giovani che in queste settimane
ci hanno raccontato la loro esperienza».
IL COMUNICATO COMPLETO
Il primo dato che colpisce è quello sull’età dei
partecipanti al monitoraggio: circa il 70% infatti è
nella fascia d’età 25­29 anni.
È importante sottolineare questo perché l’estensione
del piano europeo dai 25 ai 29 anni è stata una
richiesta del governo italiano: i dati provano che se
l’accesso fosse stato limitato agli under 25 le criticità
di Garanzia Giovani sarebbero state ancora
maggiori, a conferma del fatto che in Italia i giovani
entrano troppo tardi nel mercato del lavoro e che non
esiste un sistema di transizione scuola­lavoro così
come presente nei Paesi dove la disoccupazione
giovanile è bassa. LEGGI TUTTO
Sono usciti i primi dati del monitoraggio informale
sulla Garanzia Giovani promosso da Repubblica
degli Stagisti e Adapt (Cgil Toscana ha collaborato a
diffondere il monitoraggio), attraverso cui si stanno
raccogliendo le voci dei diretti interessati, i giovani
fruitori della Garanzia.
Si tratta dei primi risultati parziali, elaborati sui primi
1.580 questionari ricevuti, che sono messi a
disposizione del ministro Poletti.
IL LUTTO
Sono dati molto interessanti: emerge per esempio
che coloro che hanno già sostenuto il colloquio e
firmato il "patto di servizio" nella maggior parte dei
casi hanno ricevuto dai servizi per l'impiego
solamente un generico riferimento a future offerte di
lavoro o di stage (43,5%) o “nulla di concreto” (40%).
Così il voto medio che i giovani danno alla Garanzia
Giovani, su una scala da uno a dieci, è uno
sconsolante 4: un giudizio negativo, che sconta
probabilmente anche i grandi ritardi con cui il piano
sta vivendo la sua fase di implementazione nelle
diverse regioni.
SI E' SPENTO DAVIDE IMOLA
Ampio margine di miglioramento, dunque: questi dati
SINDACALISTA
DEI NUOVI LAVORI
sono «uno strumento in più che vogliamo dare al
ministro per gestire al meglio la Garanzia Giovani
LEGGI TUTTO
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"Tra l'Arno e la strada"
Enrico Rossi: "Un libro pieno
di nostalgia e amore per la vita"
"Un libro pieno di nostalgia ma anche di amore per la
vita. 'Forse allora non è ancora tutto perso. Forse c'è
una ragione oltre la tendenza all'esistere'; così pensa
alla fine il protagonista. È un bel libro, ve lo consiglio.
Scritto bene, si legge di un fiato": parola di Enrico
Rossi, sabatro scorso alla presentazione (sala
stracolma alla Casa del Popolo) a Compiobbi del
libro di Manuele Marigolli "Tra l'Arno e la strada" (con
Maurizio Brotini e il sindaco di Fiesole Anna Ravoni).
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La battaglia
Patronati, il Senato riduce i tagli
Inca: "Premiata la mobilitazione"
espresse da Acli, Inas, Inca e ltal in un recente
incontro. La loro voce è stata più forte di quanti
avrebbero voluto mettere, invece, una pietra tombale
sulla possibilità di continuare ad usufruire dei servizi
offerti dalla rete dei patronati, unico presidio di
welfare sopravvissuto in questi lunghi anni di crisi
economica e occupazionale”.
LA PROSPETTIVA
La Commissione Bilancio del Senato ha ridotto a 35
milioni i tagli al fondo patronati previsti dal disegno di
legge di Stabilità. “La straordinaria mobilitazione
condotta unitariamente in questi due mesi da Acli,
Inas, Inca e Ital contro la drastica riduzione delle
risorse al Fondo Patronati ha trovato un riscontro
positivo”, commentano i patronati raccolti nella sigla
Ce­Pa. “Premia innanzitutto – proseguono – il milione
dei cittadini e delle cittadine che, firmando la
petizione unitaria promossa dai quattro patronati,
hanno voluto difendere il diritto alla tutela
previdenziale
e
socio­assistenziale
gratuita,
sottolineando il prezioso valore sociale di questi
istituti”.
IL COMMENTO
“Questo risultato – ricordano l’Inca Cgil e gli altri
istituti – è stato possibile anche grazie all'impegno e
alla sensibilità dei tanti deputati, che alla Camera
avevano già provveduto al dimezzamento dei tagli, e
dei senatori, a cominciare dal presidente, Pietro
Grasso, che si è fatto portavoce delle preoccupazioni
Pur riservandosi di formulare una analisi più
dettagliata a quando sarà definitivamente concluso
l'iter di approvazione della legge di Stabilità, Acli,
Inas, Inca e Ital sottolineano che l'emendamento del
Senato “rappresenta un risultato che consentirà di
continuare un confronto serio con il ministero del
Lavoro per dare criteri di valutazione sull'operato di
tutti patronati, evitando di mortificare coloro che, in
oltre 70 anni di storia, con competenza e
professionalità aiutano soprattutto la pubblica
amministrazione ad avere relazioni più vicine ai
bisogni dei cittadini, incoraggiando un rapporto di
fiducia verso le istituzioni”.
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La promozione
Sconto agli spettacoli del Puccini
di Firenze per gli iscritti alla Cgil
PREZZO INTERO € 13,80/ € 9,20
PREZZO RISERVATO € 8,00
Venerdì 16 gennaio ore 21:00: Andrea Maia­Teatro
Golden e Vincenzo Sinopoli presentano CESARE
BOCCI, ELEONORA IVONE e MARCO BONINI in
OSPITI di Angelo Longoni
PREZZO INTERO € 25,30
PREZZO RISERVATO € 19,00
Domenica 4 gennaio ore 16:45 e ore 21:00 e
martedì 6 gennaio ore 16.45: ENTR’ARTe presenta
Compagnia MDTeatro in IL PICCOLO PRINCIPE
tratto dal testo di Antoine de Saint­Exupéry.
Copyright Edition Gallimard 1946, regia e
adattamento Italo Dall’Orto, con IL PILOTA Italo
Dall’Orto, IL PICCOLO PRINCIPE Pietro Santoro, LA
VOLPE Erika Giansanti, LA ROSA e IL SERPENTE
Simona Haag, scene Armando Mannini, costumi
Elena Mannini, musiche originali Gionni Dall’Orto e
Erika Giansanti
PREZZO INTERO € 17,20
PREZZO RISERVATO € 13,00
Sabato 10 gennaio ore 21:00 e domenica 11
gennaio
ore
16:45:
Catalyst
presenta
I
MUSICANTI DI BREMA ovvero Mein Lieben
Bremen. Testo e regia Riccardo Rombi, con Riccardo
Rombi e i Camillocromo, musiche originali
Camillocromo, Alberto
Becucci
Fisarmonica,
Francesco Masi Tromba, Rodolfo Sarli trombone,
Gabriele Stoppa batteria, Jacopo Rugiadi, clarinetto
Venerdì 23 e sabato 24 gennaio ore 21:00:
Guascone Teatro presenta ANDREA KAEMMERLE
con I GATTI MÉZZI in MARINATI ‘43, con
Tommaso Novi, Francesco Bottai e Andrea
Kaemmerle
PREZZO INTERO € 20,70
PREZZO RISERVATO € 15,00
Giovedì 29 gennaio ore 21:00: FUORIVIA
PRODUZIONI presenta Nada in SCOMPAGINE di
Nada Malanima, luci e oggetti scenici di Andrea e
Massimo Violato, costumi di Antonio Marras, regia di
Alessandro Fabrizi
PREZZO INTERO € 23,00
PREZZO RISERVATO € 17,00
Venerdì 30 e sabato 31 gennaio ore 21:00: Andrea
Maia­Teatro Golden e Vincenzo Sinopoli presentano
GIANNI
FERRERI,
DANIELA
MOROZZI,
EMANUELE PROPIZIO e GIULIA MARINELLI in
CHIAMALO ANCORA AMORE di Augusto
Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo
Sinopoli. Regia di Toni Fornari
PREZZO INTERO € 25,30
PREZZO RISERVATO € 19,00
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Cgil Toscana
I video della settimana
del Canale Youtube
IL FILM
In un lungometraggio
la manifestazione
del 25 ottobre
E' stato presentato
dalla Cgil a Roma
il 17 dicembre
GUARDA
IL VIDEO
LA COMMEMORAZIONE
A Firenze
tre anni fa
la strage di Piazza Dalmazia
Così la città
ha ricordato i morti
e i feriti senegalesi
GUARDA
IL VIDEO
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La rubrica
LA SENTENZA SUI PRECARI DELLA SCUOLA
E LE REGOLE DI PUBBLICO E CASSAZIONE
I contratti di lavoro a termine con la Pubblica
nullità del termine apposto ai contratti di lavoro ed
Amministrazione anche se illegittimi o nulli non si
ottenere la conversione a tempo indeterminato del
convertono,
tempo
rapporto. La Corte ha sottolineato che la regola
indeterminato. Vige, infatti, il divieto di conversione
fondamentale in materia di instaurazione del rapporto di
posto dall’art. 36 comma 5 del d.lgs. 165/2001. La
impiego alle dipendenze della Pubblica Amministrazione
condotta dell’amministrazione che ha illecitamente fatto
è l’accesso mediante concorso, secondo il principio
uso di questa tipologia di contratti, però, configura
enunciato dall’art. 97, coma 3, della Costituzione. Essa
un’ipotesi
inadempimento
ha dunque ricordato come nell’impiego pubblico la
contrattuale, dalla quale deriva l’obbligo per la stessa di
violazione di norme imperative riguardanti l’assunzione
risarcire tutti i pregiudizi causalmente riconducibili a tale
dei
comportamento. Tra i danni che il lavoratore può
esclusivamente risarcitorie e mai la conversione del
rivendicare vi è anche quello da perdita di chance,
rapporto di lavoro in tempo indeterminato, invece
conseguente alla impossibilità di fruizione di alternative
prevista per il lavoro alle dipendenze di privati. Tale
occasioni di impiego nel periodo di svolgimento del
impostazione produce conseguenze in ordine alla
lavoro temporaneo. Il principio predetto è consolidato
quantificazione del danno patrimoniale risarcibile al
ed è stato nuovamente espresso dalla Suprema Corte
lavoratore, che va individuato secondo i criteri generali
con la sentenza n. 18855/2014. La pronuncia traeva
in tema di inadempimento, tenendo conto anche del
origine dal giudizio promosso dal dipendente di
principio di correttezza e buona fede nell’esecuzione del
un’azienda di trasporti pubblici per far accertare la
contratto. LEGGI TUTTO
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NonSoloToscana
Jobs Act, incontro Governo-sindacati
Camusso: "Restano le divergenze"
POLETTI: "NESSUNA TRATTATIVA"
Nessuna trattativa con i sindacati. Il Governo chiude
la porta alla concertazione sulla riforma del lavoro
contenuta nel Jobs act: "Lavoriamo alla delega così
come l'abbiamo approvata" ha detto il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti, durante l'incontro con
imprese e sindacati sui decreti attuativi delle legge. Il
ministro ha spiegato che il governo intende "illustrare
le sue posizioni, discutere con le parti sociali,
raccogliere le istanze e le sollecitazioni, ma poi
prenderà le sue decisioni nel rispetto della delega".
L'esecutivo punta a varare il prossimo 24 dicembre i
primi due decreti attuativi: quello sugli ammortizzatori
sociali
con
l'estensione
del
sussidio
di
disoccupazione anche ai collaboratori e quello sul
contratto unico a tutele crescenti. I sindacati, tuttavia,
lamentano il fatto di non aver ancora visto il testo
definitivo. LEGGI TUTTO
“Il cuore della proposta del governo è un contratto a
monetizzazione crescente”. A dirlo è la segretaria
generale Cgil Susanna Camusso, al termine
dell’incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti
sociali sull’attuazione del Jobs Act, come riporta la
Cgil nazionale su Twitter. Camusso ha poi aggiunto,
secondo quanto scrivono le agenzia di stampa, che
con questo tipo di contratto “si passa da una tutela
reale, concreta, alla monetizzazione di quella tutela”.
La leader Cgil ha anche sottolineato che, “al netto
delle divergenze, che restano tutte, è difficile avere TERNI
un confronto senza avere nessuna traccia tra norme
vigenti e quelle che saranno nei decreti”.
Camusso ha anche parlato dell’atteggiamento tenuto
durante il confronto dalle imprese: “non contente di
una serie di elargizioni già ottenute, hanno continuato
a moltiplicare le richieste. C’è l’idea, coerente con la
delega data dal governo che dice ‘fate voi’, a dire ora
‘dateci di più’. Non è un’organizzazione positiva del
mercato del lavoro, ma una esplicita delega alle
imprese”. Ha poi, sempre secondo le agenzie di
stampa, così concluso: “è complicato immaginare un
AST, I LAVORATORI
2015 meglio del 2014. Si conferma un atteggiamento
del governo indisponibile ad avere un normale
DICONO SI' ALL'ACCORDO
rapporto con le organizzazioni sindacali”.
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Cultura
I libri della settimana
dall'archivio storico di Cgil Toscana
L’ACQUA
E IL SUO DIRITTO
Autori: Ugo Mattei, Alessandra Quarta. Parole chiave: servizi pubblici locali ­
referendum ­ idrico ­ gestione pubblica ­ diritto nazionale ­ diritto comunitario ­
acqua. Casa editrice: Ediesse. Pubblicato nel: settembre 2014
Pagine: 144. ISBN: 978­88­230­1837­2
Il testo esplora il tema dell’acqua e del suo diritto, inteso come disciplina
giuridica del bene e del servizio idrico integrato, passando in rassegna gli eventi
che ne hanno influenzato la definizione, da un punto di vista sia normativo sia
culturale. La ricostruzione pone al centro di questi processi la campagna
referendaria sull’«Acqua bene comune», che si è svolta nel 2011, e il relativo
esito della consultazione popolare, il quale ha aperto una discussione sulla
definizione normativa del servizio idrico integrato e sui modelli di gestione.
EDUARDO DE FILIPPO
SCAVALCAMONTAGNE, CATTIVO, GENIO
CONSAPEVOLE
Autore: Italo Moscati. Parole chiave: teatro ­ scrittore ­ regista ­ lezione ­
genio ­ eduardo ­ de filippo ­ attore ­ arte. Casa editrice: Ediesse
Pubblicato nel: ottobre 2014. Pagine: 240. ISBN: 978­88­230­1902­7
Dopo Gomorra, Scampia, ’a monnezza, la terra dei fuochi. Trent’anni fa moriva
Eduardo De Filippo, il grande attore, regista, scrittore. Tre decenni in cui non si è
spento, e anzi aumenta, il desiderio che Napoli, i dintorni, il Paese, possano
vivere giorni diversi. Questo libro ha due obiettivi: presentare nuovi racconti ­
poco celebrativi, inquieti, provocatori ­ di persone che lo hanno conosciuto e a
partire da essi comporre un ritratto delle trasformazioni che Eduardo aveva
intuito e proposto nei suoi lavori, fra teatro, cinema e televisione.
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LA TRASMISSIONE
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In breve
Viareggio, le Rubinetterie Ponsi passano a Ercos,
azienda bresciana. Fiom pronta a discutere
Due giorni fa si è svolto un incontro fra i sindacati e la proprietà dell'azienda Rubinetterie Toscane Ponsi spa di
Viareggio. Un incontro fissato per discutere del rinnovo del contratto di solidarietà e che invece ha riservato
una “sorpresa di Natale”: lo storico marchio Ponsi entro il mese di febbraio 2015 sarà acquisito dalla Ercos
spa di Brescia, azienda nata nel 1967 che si occupa di arredobagno, radiatori e termoriscaldamento e che
opera anche a Tianjin in Cina. All'incontro con i sindacati erano presenti un membro della famiglia di
imprenditori bresciani e un loro consulente. La struttura immobiliare dell'azienda viareggina resterà in mano
alla finanziaria che attualmente è l'unica proprietaria della Ponsi. A metà gennaio 2015 sarà formalizzato il
trasferimento dei rami societari, ai sensi dell'articolo 47 della legge 29 dicembre 1990 n. 428 e a febbraio ci
sarà il passaggio definitivo. La Fiom Cgil ha preso atto della situazione e ha chiesto di poter discutere quanto
prima un piano industriale che dia segnali concreti di rilancio e di tutela dell'occupazione. LEGGI TUTTO
Figline, Bekaert ha acquisito Pirelli Steelcord
Ferri: "Sono garantiti i livelli occupazionali"
Si è conclusa l'operazione di vendita che ha portato la Pirelli a cedere la BUS (Business Unit Steelcord) ai
belgi della Bekaert. L'operazione, così come sancito dall'accordo concluso nel gennaio 2014 e validato dal
voto democratico e vincolante dei lavoratori Pirelli nel Febbraio, prevede garanzie sui livelli produttivi ed
occupazionali sino a tutto il 2017. Claudia Ferri (Segr. FIOM CGIL Firenze) ha così commentato: "Si è
concluso un percorso avviato ormai da quasi due anni, da quando Pirelli comunico l'intenzione di cedere la
BUS. L'accordo raggiunto garantisce i lavoratori del sito figlinese e sancisce, come ha dimostrato la
mobilitazione avvenuta sul territorio, l'importanza dell'industria e del recuperare politiche industriali che
rimettano al centro lo sviluppo della manifattura. L'accordo, inoltre, dimostra ancora una volta come non siano
le aziende a scegliere i rappresentanti dei lavoratori, così come non sono i lavoratori a scegliersi le
controparti. Lo dico pensando all'ormai tristemente famosa e ventilata 'cordata italiana' che tanto tempo ha
fatto perdere durante questa trattativa, per non presentarsi mai a quei tavoli titolati a discutere della cessione
di ramo d'azienda presso le sedi istituzionali, in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico. Auspichiamo
ora l'apertura di un confronto con l'azienda per discutere anche delle prospettive oltre il 2017". LEGGI TUTTO
Siena Biotech: Cgil, Filctem e Rsu incontrano
la Fondazione Mps. "Salvare i posti di lavoro"
FILCTEM CGIL di Siena, il Segretario provinciale della CGIL di Siena e i componenti della RSU della Siena
Biotech hanno incontrato il Presidente della Fondazione MPS Marcello Clarich, il Direttore Generale e alcuni
componenti della Deputazione Generale. L’incontro ha avuto luogo dietro esplicita richiesta della delegazione
sindacale a seguito della notizia diffusa nei giorni scorsi relativa alla procedura liquidatoria di Siena Biotech.
“Le preoccupazioni dei lavoratori sono state rappresentate tramite precise domande – spiega Marco Goracci,
Segretario provinciale della FILCTEM CGIL ­, in modo particolare per capire le motivazioni che hanno indotto
l’ente a deliberare detto percorso, e quali prospettive potranno consolidarsi a seguito dell’assemblea dei Soci
che si riunirà lunedì o martedì prossimo”. “La delegazione della Fondazione, – prosegue Goracci – dopo aver
chiarito che il percorso di messa in liquidazione è stato assunto a seguito di valutazioni di carattere
economico/giuridico riconducibili al Piano Industriale presentato a suo tempo da Siena Biotech, ha comunque
precisato che il mandato che caratterizzerà l’operato del liquidatore sarà indirizzato alla non svalorizzazione
dell’edificio, alla salvaguardia del personale e al sostegno dei progetti attualmente in corso”. “Il confronto –
aggiunge il Segretario – si è soffermato ampiamente sul ruolo della Regione Toscana". LEGGI TUTTO
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