Follow-up e postvendita - MDN maggio 2010
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Follow-up e postvendita - MDN maggio 2010
14 Business - Dealership Management www.motodealernews.it MOTO DEALER NEWS - maggio 2010 Cosa c’è dopo la vendita Negli articoli precedenti abbiamo parlato della psicologia dei clienti: siamo partiti da cosa vogliono veramente i clienti, cosa li attrae in negozio, come gestire al meglio il primo contatto con loro, fino ad arrivare alla vera e propria arte del vendere. Facciamo, però, un passo indietro. Siamo dei bravi venditori e la nostra strategia ha ottenuto successo: in una parola siamo riusciti a vendere. Benissimo, ma finisce tutto così? Se ci limitiamo a salutare il cliente, probabilmente non lo vedremo mai più, ma siamo davvero convinti che sia solo questo il risultato da ottenere? Se le cose “girano”, il rischio è quello di sedersi sugli allori, dimenticando così tutto l’agito con il cliente. Cosa vogliamo fare, aspettare pazienti che il prossimo avventore entri in concessionaria? Così si disperdono tutte le energie spese per costruire l’intesa con il cliente e la nuova amicizia. Che fine ha fatto tutta la professionalità dimostrata? Forse, allora, era tutta una messa in scena per arrivare al portafoglio del cliente! Vale davvero la pena di lavorare solo per i soldi, senza considerare in alcun modo il rapporto costruito con il cliente? Nulla di tutto questo. Quando congediamo il cliente che ha comprato, non siamo alla fine, ma solo all’inizio del lungo percorso che ci lega a lui. Il cliente si dice “acquisito” non quando acquista da noi, ma quando siamo diventati i suoi rivenditori di riferimento abituali per la specifica merceologia di prodotto. Ricapitolando: con i nostri sforzi abbiamo conquistato la fiducia del cliente, lo abbiamo accolto in negozio come un amico, ora dobbiamo creare i presupposti affinché, come un amico fedele, torni presto a trovarci. I nostri clienti non devono diventare meteore di passaggio in concessionaria, ma, al contrario, dovrebbero essere “agganciati” e seguiti anche in futuro, cioè nei momenti successivi al primo acquisto. Vendere una prima volta è solo il passo iniziale di un percorso da costruire assieme al cliente, si spera lungo e profittevole per entrambi, non solo per noi. Il nuovo rapporto instaurato con il cliente non va perso, al contrario, va valorizzato al massimo. Il vero rapporto tra clientela e concessionaria inizia quando il nuovo cliente se ne torna a casa dopo aver acquistato da noi. La figura di riferimento per gestire questo rapporto, come abbiamo visto in questi mesi, è il venditore; non è una brutta parola, non significa: “colui che pensa solo a vendere”, ma deve diventare per la clientela sinonimo di partner, di socio, di amico fidato al quale rivolgersi spontaneamente e con fiducia tutte le volte che c’è di mezzo la moto e tutto ciò che ruota attorno a questo mondo, non solo per comprare qualcosa. Per il cliente il rapporto con la concessionaria inizia dal primo incontro con il venditore. In seguito, lo stesso cliente incontrerà altre figure professionali, ma nessuna è determinante quanto il venditore per costruire il rapporto. All’inizio il cliente è entusiasta dell’acquisto, è tutto preso dal possesso del nuovo giocattolo: di conseguenza, per lui il rapporto umano Strategie d’azienda: Il percorso che porta il cliente all’interno del negozio e che lo spinge all’acquisto non esaurisce le azioni che possiamo mettere in atto per fidelizzarlo e rendere più probabile il suo ritorno in futuro. Il follow-up è legato all’individuo e alla sua soggettività. Il follow-up deve essere gestito esclusivamente dalla stessa persona che ha avuto contatti con il cliente in negozio. Terminata la vendita, il venditore deve prendere nota di tutti i punti salienti della trattativa e degli aspetti caratteriali del cliente. Deve ricordarsi di cosa ha parlato con il cliente, quali sono state le sue osservazioni, non solo sul prodotto, ma in generale. Il venditore deve ricordarsi, ad esempio, che il cliente abita in campagna, che ha tre figli, cosa dice sua moglie quando lui va in moto, che va sempre in giro con il secondo casco, che si porta le mazze da golf, che ha un san bernardo gigante, che una volta che pioveva è caduto con la moto, e così via. Il follow-up dopo la vendita deve essere personale, non dobbiamo dare al cliente la sensazione che lo stiamo richiamando per cercare di vendergli ancora qualcosa. Il contatto dopo la vendita non deve assolutamente esordire con argomentazioni sul prodotto “Alcune azioni di marketing trasmettono al cliente la appena sviluppato passerà in secondo piano. Almeno fintanto che l’entusiasmo gli acceca vista e raziocinio e non incontra i primi problemi. Il venditore, al contrario, non è emozionato come il cliente, per lui chiudere una vendita non deve essere un fatto inusuale, di gratificazione emotiva. Il venditore non deve perdere la sua razionalità e professionalità, sa bene cosa fare e prontamente si concentra sui passi successivi. Che cosa fare dopo la vendita Proviamo ad analizzare la gestione del “dopo” in modo razionale. L’attenzione al cliente in seguito alla vendita può essere divisa in due momenti distinti: il follow-up e il post vendita. Solitamente, tra gli addetti ai lavori, l’argomento del follow-up scatena dibattiti controversi e pareri contrastanti, dove ognuno ci mette del suo. • “Tanto queste moto vanno sempre bene” • “Meglio non chiamare il cliente dopo l’acquisto, altrimenti potrebbe pensare subito che ci sia qualcosa che non va nella sua moto” • “Tanto ci pensa la Casa madre” • “Io la moto l’ho venduta, il resto sono problemi del cliente” • “Quando ci saranno problemi, ci penserò” • “Se la moto non va bene, gli propongo subito un’atra soluzione commerciale” • “Se il cliente si lamenta, do la colpa al Costruttore” • “Meglio non tornare sulla vendita, non si sa mai” Definiamo il Follow-up Questa servizio alla clientela mira a mantenere nel tempo il rapporto instaurato al momento della vendita, cioè a mantenere un contatto umano con la persona. Non ha nulla a che fare, quindi, con il prodotto specifico, se non inteso come strumento per esaudire un desiderio del cliente e creare nuovi bisogni da soddisfare venduto, queste devono venire dal cliente. Mai iniziare con frasi del tipo “Come va la moto”, tanto i problemi, le lamentele, o gli elogi arriveranno da soli. In pratica, bisogna cercare una scusa qualsiasi per richiamare il cliente, ad esempio parlare del cane, dei figli, della moglie, dell’ultimo torneo di golf, ma non parlare subito della moto. Se il cliente non c’è e ci viene chiesta la ragione della telefonata, non dire mai che volevamo sapere se era contento della moto, ma nominare una qualsiasi altra ragione, ad esempio chiedere se il figlio ha passato l’esame di sub, se è riuscito a centrare il green con la mazza nr. 6 di cui tanto ci aveva parlato perché anche noi una volta... e così via. In questo modo si riporta il contatto su un livello umano, avremo tutto il tempo di parlare della moto in seguito. È molto probabile che proprio il cliente parli spontaneamente del prodotto, sarà lui a portare la conversazione sulla moto. Attenzione, però, se l’argomento moto non affiora, non chiedete ugualmente. Sembrerete interessati solo alla vendita. La telefonata avrà comunque raggiunto l’obiettivo di consolidare il rapporto personale e lasciare una buona impressione, del tipo: “Sai, sono stato dal tale concessionario, e ho trovato un venditore davvero in gamba”. Vi pare poco essere ricordati dai clienti in modo positivo? Oppure preferite dimenticare i clienti acquisiti e aspettare immobili come statue che qualcuno entri in negozio? Avete deciso se essere venditori attivi oppure commessi passivi? Naturalmente, se durante il nuovo contatto col RICERCHIAMO AGENTI PER IL NORD-ITALIA, MILANO E PROVINCIA Novità: Distributore ufficiale cerchi GALE SPEED Grande leggerezza e disponibili anche in magnesio Novità: I migliori computer, ottima immunità al rumore Design impermeabile unico Solida struttura anti-vibrazione Tutti i prodotti e gli accessori sono disponibili su www.ht-parts.it KIT GAS RAPIDO Diminuisce la corsa della manopola del gas aumentando la prestazione in accelerazione. Tubolari da 40, 42 e 44 mm. Ottimo per chi corre in pista. HT-PARTS . Antonio Fantauzzi . Via Colle Grotti,1 . 67052-Balsorano (AQ) . Tel. + Fax: 0863-950142 . [email protected] . www.ht-parts.it t www.motodealernews.it i passi utili per arrivare alla vendita Il comportamento del venditore è fondamentale per la buona riuscita della vendita. Dal momento che il cliente entra in negozio, quindi, ci sono alcuni passi importanti da compiere e sui quali vale la pena riflettere e mettersi in discussione. Come descritto nell’articolo principale, tuttavia, l’uscita dal negozio del cliente soddisfatto non deve essere anche la ”fine” del rapporto con lui, per cui è necessario essere consapevoli di cosa possiamo fare per trasformare l’elenco qui di seguito in un’abitudine per il maggior numero di clienti. • Abbiamo accolto il cliente con atteggiamento neutro, pronti a intuire ogni suo pensiero e desiderio. cliente venisse a galla l’argomento prodotto, il bravo venditore sarà in grado di gestire la telefonata. È importante che il follow-up, almeno per le prime volte, sia diretto solo sul piano umano, non sul prodotto o su aspetti commerciali, a meno che non sia il cliente a sollevare determinate tematiche sulla moto. I motivi del contatto e la tempistica sono a discrezione del venditore. Per fare questo bisogna costruire un buon database o tenere un diario su ogni cliente. I motivi della chiamata si troveranno negli appunti che il bravo venditore avrà annotato dopo l’incontro con il cliente. È consigliabile, infatti, prendere nota di tutto subito, per iscritto (caratteristiche del cliente, le sue opinioni su fatti generali, qualche osservazione sul prodotto, ecc.). Non fidatevi della sola memoria, con tante persone che si incontrano ogni giorno in negozio, diventa difficile memorizzare ogni dettaglio. Ripetiamolo ancora una volta: mettetevi sempre nei panni del cliente. “Caspita, questo venditore si è ricordato che mi piace pescare il tonno con la luna piena!”: la cosa lusingherebbe chiunque, aver avuto ascolto e attenzione fa piacere a tutti. È sempre bello risentire una persona piacevole e scambiare quattro chiacchiere, anche solo per due minuti. Il nostro obiettivo deve essere quello di offrire attenzione al cliente come persona, non solo come pretesto per guadagnare. Un cliente che riceve un ottimo contatto umano, si ricorderà positivamente della concessionaria e si rivolgerà naturalmente a noi ogni volta che ha bisogno di qualcosa legato al prodotto. Non solo, ma parlerà bene di noi ad amici e conoscenti, preparando il terreno per futuri clienti. Chi altri ci può procurare clienti nuovi e, per di più, senza dover investire del denaro? Non dobbiamo aspettarci successo e ricchezze MOTO DEALER NEWS - maggio 2010 • Abbiamo ascoltato e osservato il cliente con attenzione, fino a capire che tipo sia e come “tarare” su di lui la nostra strategia di vendita. • Abbiamo conquistato la fiducia del cliente e siamo entrati in “rapport” con lui. • Siamo risusciti a diventare amici del cliente e a guidarlo nei meandri del negozio, non solo seguendo le sue richieste, ma anche proponendo articoli ai quali non aveva pensato. • Abbiamo condotto il cliente fino all’acquisto e siamo anche riusciti a farne un cliente soddisfatto, presupposto fondamentale per costruire un proficuo rapporto di compra-vendita da sviluppare in futuro. • Accompagniamo il cliente alla porta, lo salutiamo con un sorriso e lo vediamo allontanarsi verso l’orizzonte con il portafoglio più leggero e un bel pacchettino in mano … immediate, ma ragionare sul lungo termine, investire per il futuro. Questo significa fornire sempre un servizio impeccabile, curare molto bene l’aspetto umano in ogni vendita, in altre parole seminare, seminare e seminare. Il successo di un’attività commerciale si costruisce ogni giorno proteggendo la nostra reputazione e mantenendo la nostra risorsa primaria, cioè la clientela. Introduciamo il post-vendita Il post-vendita non si ferma alla cura del rapporto umano con il cliente, ma arriva a coinvolgere anche gli oggetti legati alla moto: la tuta, il casco, gli accessori e così via. In questa fase la vendita va oltre la gestione della comunicazione con il cliente per toccare gli aspetti tecnici e l’oggettività del prodotto. Vediamo che il cliente, di fronte a un problema tecnico, oppure un semplice tagliando, si rivolge di nuovo fiducioso alla concessionaria. Nel suo ricordo, la concessionaria è il luogo dove ha comprato la moto, dove ha ottenuto la massima soddisfazione, trovato nuovi amici che lo ascoltano e lo consigliano per il meglio. Cosa succede ora? Solitamente il cliente si trova a parlare con un’altra persona, non più del reparto vendita, ma dell’assistenza. È proprio in questo momento, nella maggior parte delle concessionarie italiane, che nascono grossi problemi, non per colpa del cliente o del suo comportamento, ma a causa dell’organizzazione interna dell’azienda e di come viene indirizzata la clientela dopo la vendita. Quando ha comprato la moto, il cliente ha trovato un amico nella concessionaria, una persona che lo ha ascoltato e che “non è interessata ai soldi”, naturale Business - Dealership Management 15 quindi che si rivolga con fiducia al venditore che conosce così bene anche per le questioni tecniche successive alla vendita. Il reparto vendite però non é competente in materia tecnica, anzi, generalmente, tende a ingigantire i problemi rendendoli più complessi. “Non si preoccupi Sig. Rossi, le faccio sistemare subito quel rumore al motore, così domani potrà partire per il campo da golf” - promette il venditore zelante. Ma spesso i meccanici, a causa di una cattiva gestione del lavoro, non hanno la possibilità di guardare subito la moto del Sig. Rossi! Il venditore, da una parte non vuole perdere la faccia con il cliente, dall’altra non trova altra soluzione che arrabbiarsi con l’officina. Perciò, il povero meccanico, con una pinza in mano, tra un tagliando mezzo fatto, un problema elettrico senza apparente soluzione, la moglie che lo aspetta per accompagnare il figlio dall’oculista, si presta a guardare la moto del Sig. Rossi, e scopre che il problema riguarda la catena di distribuzione, richiede quattro ore di lavoro e un’attenta diagnosi. Impossibile risolvere la cosa prima della settimana prossima, un bel guaio! Che cosa è successo? Chi ha sbagliato? Perché il post-vendita ha fallito? L’errore in questo frangente è del venditore. Dopo tanto lavoro e impegno per coltivare il rapporto umano con il cliente, per creare un seguito dopo la vendita, il venditore in pochi secondi vanifica il suo lavoro e la credibilità della concessionaria. Il venditore ha sbagliato due cose fondamentali: • Nel post-vendita l’interlocutore del cliente è cambiato, non è più il commerciale, ma è il tecnico. Dal primo giorno dopo la vendita dobbiamo presentare al cliente la nuova figura di riferimento. Dobbiamo cioè spiegare al cliente che le procedure interne, e la nostra organizzazione del lavoro, prevedono che le questioni tecniche siano seguite da un reparto dedicato, rispettando gli altri clienti e il calendario degli interventi programmati. • Il venditore, nell’entusiasmo di voler essere “l’angelo custode” e il riferimento unico per il cliente, ha azzardato un giudizio tecnico, promettendo una riparazione che non dipende da lui. “Mi lasci la moto per un’ora e la faccio riparare subito” è una promessa che il commerciale non deve fare. Deve dire invece: ”Vediamo se il nostro responsabile tecnico riesce a staccarsi cinque minuti per vedere la moto, ed eventualmente prenotare una diagnosi”. Se il commerciale promette una riparazione che non può fare, si accolla una responsabilità che non gli compete. Il venditore deve seguire le procedure e rispettare l’organizzazione del lavoro. Spesso le figure commerciali tendono a “impossessarsi” del cliente, dimenticando che la sua soddisfazione dipende dal lavoro di tutta la squadra, sia nella vendita che nel post-vendita. Il cliente è della concessionaria, non del venditore! Ricordiamolo ancora: mettetevi sempre nei panni del cliente. Se il venditore promette al cliente una cosa che poi non avviene, il cliente si sentirà tradito, penserà che dietro alle quinte della concessionaria le cose non funzionano, perderà fiducia e difficilmente ritornerà. “Che delusione! Quando ho comprato la moto sembravano tutti così affidabili, ora che ho il problema mi abbandonano”! Ecco come un lungo lavoro per curare il rapporto umano e conquistare il cliente svanisce in pochi attimi. Alla base deve esserci una vera comprensione dell’importanza del follow-up, nella fase del post-vendita, e questa deve essere condivisa e applicata da tutto il team della concessionaria. Una strategia che va condivisa Il follow-up dopo la vendita è un momento fondamentale per la vita futura della concessionaria. L’importanza del post-vendita deve essere capita e condivisa da tutti gli addetti della concessionaria, in ogni reparto. Acquisire un nuovo cliente è una cosa, ben diverso è trattenere il cliente in concessionaria, e mantenere costante la sua soddisfazione su tutta l’organizzazione. Nulla vieta al venditore di interfacciarsi con il cliente quando rientra in concessionaria per un tagliando, o un’assistenza tecnica, ma deve comportarsi da professionista rispettando le competenze dei colleghi. “Per questa caratteristica tecnica, andiamo a chiedere in officina, così le presento il collega, è un drago nel fare diagnosi!… Sua moglie come sta, a proposito? E suo figlio ha risolto il problema al ginocchio”? In concessionaria ognuno deve fare la sua parte, ma tutti devono andare nella stessa direzione, avere lo stesso spirito che li accomuna, e insieme fidelizzare la clientela. Tutti i dipendenti devono condividere gli stessi obiettivi e non dimenticare che la maggior parte del lavoro con la clientela è fatto per prima cosa di rapporto umano! di Alessandro Muscinelli