PERIODICO DELL`UNIONE PENSIONATI UNICREDIT

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PERIODICO DELL`UNIONE PENSIONATI UNICREDIT
ANNO XXXV - N. 3 - SETTEMBRE-DICEMBRE 2015
Pubblicazione periodica
PERIODICO DELL’UNIONE PENSIONATI UNICREDIT
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE
20143 MILANO - Viale Liguria 26
Tel. 02.86815863 - Fax 02.83241832
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
SOMMARIO
TUTTI INSIEME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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GLI INVESTIMENTI MOBILIARI - di Roberto Stazi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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VERBALE SEGRETERIA NAZIONALE DEL 24 SETTEMBRE 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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SINTESI DELLE RELAZIONI SULLE ATTIVITÀ IMMOBILIARI E MOBILIARI
DEL FONDO PENSIONE RIPORTATE DURANTE LE SEGRETERIE NAZIONALI
DEL 24 SETTEMBRE E 21 OTTOBRE 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ATTIVITÀ GRUPPI REGIONALI
• Lombardia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
• Friuli Venezia Giulia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
• Veneto Trentino Alto Adige . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
• Lazio - Umbria - Abruzzo - Molise . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
• L’Unione si raccoglie in ricordo dei colleghi scomparsi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALL’OMBRA DELLA QUERCIA - a cura di Isabella Cattaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Il regalo di Natale - di Isabella Cattaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Viaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bahia Magdalena - di Franca Liva Tesan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La palestra dei pensieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
A Bocce ferme - di Isabella e Gabriella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Situazione finanziaria del mondo al novembre 2015 - di Roberto Ferrara . . . . . . . . . . .
La finanza emotiva - di Tommaso Gigliola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Storia e leggende delle nostre regioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Peculiarità romane, il Congresso degli arguti - di Carlo Troisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Narrativa e saggistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Conversazioni - di Annamaria Capudi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Poesia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
I’ te vurria vasà: il sogno infranto di un giovane poeta - di Carmine di Giacomo . . . . .
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I NOSTRI LUTTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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RELAZIONE Uni.C.A. - di Maurizio Beccari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
UNICREDIT PAVILION, L’UNIVERSALITÀ DELL’ARTE IN UNO SCRIGNO D’AUTORE
di Isabella Cattaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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In copertina: Giotto, Natività - Padova, Cappella degli Scrovegni
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TUTTI INSIEME
Lo scopo della nostra Associazione nasce essenzialmente dalla volontà di seguire i nostri
interessi, o meglio, i nostri diritti riguardanti il
nostro Fondo Pensione e tutto quanto concerne il sistema pensionistico.
Secondari rimangono gli altri obiettivi che ci
siamo dati: ludico, assistenziale, turistico…
È cosa nota, ma ogni tanto è meglio ricordarlo.
Aggiungiamo che talvolta, ci sentiamo circondati da troppe persone che si escludono dal
conoscere i problemi del mondo delle pensioni,
dalle attività del nostro Fondo e dalla vita della
nostra Associazione che ne segue costantemente l’attività.
L’attuale momento pensionistico merita invece da parte di tutti noi il massimo interesse
ed impegno.
Al centro dell’attenzione generale, la carenza
di disponibilità finanziarie fomenta la propensione a definire d’oro pensioni che tali non sono,
considerando un privilegio quello che è, e deve
rimanere, un diritto acquisito, frutto di lunghe e
corpose contribuzioni aziendali e personali.
Questa Rivista, periodico dell’Unione, ha
sempre dedicato larga parte dei suoi spazi alle
vicende del Fondo, meritevoli di attenzione, comunicando tra l’altro di volta in volta le risultanze scaturite dal C.d.A. Anzi, in questi ultimi
numeri, sono stati ampliati gli argomenti invitando esponenti del Fondo medesimo ad illustrarne attività e gestione.
Altro motivo di interesse che sottoponiamo
alla vostra attenzione, è il rinnovo delle Rappresentanze nel C.d.A. che si terrà il prossimo
anno. Dovremo scegliere persone competenti e
preparate che dovranno amministrare una
sempre più problematica gestione degli immobili che hanno perso quella funzione generatrice di plusvalenze alla quale eravamo abituati.
Per quanto riguarda la parte mobiliare, si è aggiunto il problema di una relativa volatilità in-
sita in tali investimenti, legati alla necessità di
disporre di adeguati rendimenti per superare il
tasso tecnico.
Altro aspetto da valutare è l’accordo raggiunto in questi giorni tra Azienda e Sindacati sulla confluenza nel Fondo Pensione di Gruppo
delle forme pensionistiche aziendali, accordo
al quale non sono stati coinvolti i pensionati,
perché “non fonte istitutiva”.
La “ratio” non ci è del tutto chiara, forse anche perché i temi dell’accordo non sono ancora
del tutto definiti.
A nostro avviso, valutiamo, tutto sommato,
positivo il mandato conferito al C.d.A. del Fondo di Gruppo al fine di operare per la realizzazione di quanto previsto dall’accordo, ivi compresa l’adozione delle modifiche statutarie,
reputate necessarie, nel rispetto di quanto disposto in materia dalle vigenti norme di legge e
dallo Statuto e, quindi, in sostanza, sottoposto
anche al nostro voto. In argomento la nostra vigilanza deve essere attenta e coinvolgente.
Tenuto conto di questo quadro generale abbiamo quindi pensato di coinvolgere il maggior
numero di persone a queste problematiche, inviando questo numero del Giornale a circa 400
pensionati che sino ad ora non hanno aderito
all’Unione, pur avendo autorizzato il Fondo a
comunicarci il loro nominativo.
In ultimo, vogliamo segnalarvi che, anche
per l’azione dell’Unione e dei suoi rappresentanti in C.d.A, il sito del Fondo darà maggiori
informazioni sui rendimenti anche in corso
d’anno, come era dai nostri auspici.
Sull’argomento contiamo di comunicare nel
prossimo numero de “la Quercia” esaurienti
ragguagli.
Buona lettura!
Giacomo Pennarola
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Prosegue, con questo interessante articolo, il programma di approfondimento
riguardante tutti gli aspetti della vita del Fondo e della sua gestione
GLI INVESTIMENTI MOBILIARI
di Roberto Stazi - Responsabile Finanza Pension Fund
Gli investimenti mobiliari
rimangono il punto cruciale
della gestione del patrimonio.
Il fondo Pensione si avvale
per i propri investimenti di
veicoli creati appositamente
in Lussemburgo (subfund),
ognuno identificativo di una
classe d’investimento, e che
compongono la base di qualsiasi portafoglio ben diversificato. I subfund lussemburghesi coprono tutto lo spettro investibile: 5 rispondono alla rigida normativa
UCITS IV, investono nei mercati quotati, e vanno dai
prodotti di tesoreria fino all’azionario: altri due sono
costituiti specificatamente per investimenti in Private
Equity in Immobiliare ed in prodotti più complessi
come gli hedge fund.
Tale architettura permette di procedere facilmente alla realizzazione dei portafogli come nel gioco
del Lego: a seconda della costruzione si scelgono i
mattoncini più adatti: ad esempio se il portafoglio
necessita di maggior rischio perché deve conseguire
dei ritorni attesi più alti si compreranno più “mattoncini” del subfund “azionario” e meno di quello
dei “titoli di stato”. Cosi i vari comparti del Fondo
Pensione, selezionando i diversi subfund, ottengono
dei portafogli efficienti, diversificati e facilmente
monitorabili.
In particolare gli investimenti vengono approvati con
un doppio livello di analisi: il primo effettuato in Italia
(con la Commissione Mobiliare, composta da quattro
Consiglieri e dal Direttore Generale) ed il secondo in Lussemburgo (con i Comitati tecnici). In particolare il primo livello verifica
l’andamento del portafoglio e posiziona gli investimenti nei veicoli lussemburghesi a seconda della
Allocazione Strategica che mira a
comporre il portafoglio per raggiungere determinati obiettivi di
rischio/rendimento.
Nel secondo livello si vanno a selezionare i migliori prodotti da inserire effettivamente nei subfund, cercando di ottimizzare quella che viene denominata Allocazione Tattica.
I prodotti selezionati (essenzialmente fondi di investimento) sono inseriti nei diversi portafogli dopo una
attenta valutazione che segue analisi quantitative e
qualitative.
Essi inoltre vengono definiti passivi od attivi: i prodotti passivi per definizione sono i mandati di gestione in cui al gestore è dato il mandato di replicare il più
fedelmente possibile un determinato indice di riferimento. Viceversa, è definito un prodotto attivo quello
che ha poca correlazione con l’indice di riferimento
del subfund; a tale prodotto è infatti affidato il compito di cercare di battere l’indice del veicolo lussemburghese o per ottimizzare i costi o diminuire il rapporto di rischio/rendimento.
I prodotti sono accuratamente selezionati e controllati dalle funzioni Finance e Risk Management che
provvedono a riportare mensilmente ai comitati le
analisi sul rischi e rendimento di tutto il patrimonio
finanziario.
In tale processo sono coinvolti anche i consulenti
(gli Advisor) che provvedono ad analisi generali, come
nel caso dello studio della migliore Asset Allocation
Strategica o specifiche, come nel caso della selezione
di Fondi di Private Equity.
Gli investimenti decisi dai comitati di investimento lussemburghesi vengono effettuati dal Fondo Pensione tramite il team Finance, che si compone di
risorse con adeguata esperienza in materia di investimenti: i quattro componenti possono vantare complessivamente oltre 85 anni cumulati di esperienza finanziaria
e oltre 20 nella gestione di patrimoni previdenziali.
Il Team è guidato da Roberto Stazi, autore dell’articolo,
dal 2007 nel Gruppo UniCredit
con precedenti esperienze nel
mondo bancario, finanziario e
di hedge fund (ndr).
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VERBALE SEGRETERIA NAZIONALE
DEL 24 SETTEMBRE 2015
Alle ore 10,40 del 24 settembre 2015 si apre presso i
locali dell’Unione Pensionati in Milano - Viale Liguria,
26 la riunione della Segreteria Nazionale.
Presenti: Pennarola (Presidente), Begelle, Belardo,
Casalini, De Magistris, Gatti, Novaretti, Rigato, (Segretari Nazionali), Beccari (Consigliere presso Uni.C.A.),
Romerio (Consigliere e Vice Presidente Fondo Pensioni), Delaude (Tesoriere), Ballarini (Revisore dei Conti).
Questi gli argomenti all’O.d.G:
1. Commemorazione per il compianto Vice Presidente
Guido Colombo.
2. Nomina del Direttore Editoriale de ‘La Quercia Nuova’.
3. Relazione sull’andamento del fondo da parte dei nostri rappresentanti.
4. Relazione Consigliere di UNICA.
5. Discussione sul blocco della perequazione delle pensioni e conseguenti eventuali iniziative da intraprendere.
6. Varie ed eventuali.
Presiede Pennarola, segretario Casalini.
Pennarola prende la parola e passa a trattare il 1°
punto dell’OdG:
Il Presidente esprime le sue considerazioni personali di elogio e di apprezzamento su Guido Colombo e sui
rapporti intercorsi con lui sull’amicizia e sulla professionalità sia in campo sindacale che negli anni trascorsi alla Unione Pensionati; esprime il desiderio di non
osservare il rituale minuto di silenzio ‘in onore’ in
quanto in un contesto così partecipato gli appare troppo formale.
Tutti i partecipanti si uniscono alle valutazioni di
Pennarola esprimendo pensieri e ricordi personali sul
compianto Vice Presidente.
Il Presidente sottolinea inoltre il fatto che nello
Statuto dell’Unione (art. 19) non è contemplata la sostituzione alla carica di Vice Presidente da parte della
Segreteria. Pertanto nell’eventualità di assenza o impedimento del Presidente, in mancanza del V.P., viene
sostituito dal Segretario Nazionale più anziano di età
(art. 24). La nomina del nuovo Vice Presidente è rimandata al primo Consiglio Nazionale che si terrà nel
2016.
Pennarola passa a trattare il 2° punto dell’OdG:
Per la direzione editoriale della Quercia si decide che
Pennarola, che fino ad oggi ha svolto l’incarico di Direttore Responsabile assuma quello di Direttore. A Isabella
Cattaneo che fino ad ora ha svolto nella Redazione della
Rivista il suo lavoro in maniera apprezzabile verrà assegnato il compito di coordinamento e direzione.
Si discute infine sulla collaborazione alla Rivista,
delle Unioni Regionali che è scarsa. Si dà mandato al
Presidente di sensibilizzare i Gruppi.
Pennarola dà la parola a Romerio che passa a trattare il 3° punto dell’OdG:
Romerio espone una sintesi degli argomenti trattati
dal CdA del Fondo nella riunione del 23 settembre 2015
(allegata al verbale).
Al termine della relazione di Romerio prende la parola Gatti che relaziona sull’andamento delle attività
mobiliari (allegata al verbale).
Pennarola dà la parola a Beccari che passa a trattare
il 4° punto dell’OdG:
Beccari relaziona sugli argomenti trattati nell’ultimo Consiglio d’Amministrazione di Uni.C.A. (relazione
allegata al verbale).
Si passa a trattare il 5° punto dell’OdG:
Introduce l’ argomento Pennarola, Begelle fa presente che ha già inviato la raccomandata all’ INPS per
bloccare i termini di legge. Si discute sulla proposta
dell’ avv. Iacoviello per intraprendere cause contro la
costituzionalità del provvedimento governativo. Si
esprimono molti dubbi da parte dei presenti sulle possibilità di successo dell’iniziativa. Si dà parere negativo
di intraprendere una causa pilota con spese a carico
dell’ Unione anche perché gli eventuali benefici sarebbero in favore dei soli ricorrenti. Pennarola incontrerà
l’ Avv. Iacoviello a Bari il 5/6 ottobre nella riunione della FAP dove si discuterà dell’argomento. Gatti esprime
la convinzione, considerato il contesto generale, che
sia illusorio sperare che le azioni possano sortire alcun
risultato.
Pennarola passa a trattare il 6° punto dell’OdG: varie
ed eventuali.
Pennarola relaziona sull’ attività del Coordinamento
tra le Unioni Pensionati delle varie Banche del Gruppo
UniCredit che continua ad essere molto apprezzato.
Null’altro essendoci da discutere si chiudono i lavori
alle ore 16,15.
Il Segretario
Casalini
Il Presidente
Pennarola
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Sintesi delle Relazioni sulle attività
Immobiliari e Mobiliari del Fondo Pensione,
riportate durante le Segreterie Nazionali
del 24 settembre e 21 ottobre 2015
ATTIVITÀ MOBILIARI
di Antonio Gatti
(Consigliere supplente Fondo Pensione)
L’anno 2015 dopo un promettente avvio dei primi
mesi che hanno visto un buon andamento del mercato
mobiliare a fronte di una situazione economica globale percepita in miglioramento, sia pur con qualche incertezza, almeno nei paesi più industrializzati, ha virato decisamente verso una situazione di incertezza e di
negatività in concomitanza con le avvisaglie della crisi
cinese, prima evidenziatasi con un rallentamento dell’economia e poi con l’emersione di una situazione debitoria interna assolutamente preoccupante.
La svalutazione della moneta cinese ha poi indotto a
revisionare tutte le previsioni fatte a inizio anno , improvvisamente non più valide:
• il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro si è fermato, con un freno all’export CEE verso le aree al
dollaro legate;
• la pressione dei bassi prezzi delle merci cinesi è diventata ancora più forte e le possibilità di sviluppo
del loro mercato interno sono di fatte rimandate a
tempi migliori;
• è emerso un buco nero di dimensioni non ancora
ben determinate, costituito dal debito interno cinese
delle corporation e delle autorità locali, che sicuramente continuerà ad impattare negativamente sulle
possibilità di sviluppo dell’economia cinese e sulla
stabilità sociale del Paese.
Il rallentamento economico globale ha avuto immediato impatto sui prezzi delle materie prime che si sono indeboliti ulteriormente. I tassi di interesse in questo contesto sono rimasti fermi, anche se la fine
dell’anno potrebbe vedere un primo rialzo da parte della FED.
La crisi innescatasi sul mercato cinese e in alcuni
Paesi emergenti ha dispiegato e continua a dispiegare i
suoi effetti , influendo a catena anche sugli altri mercati internazionali, non solo mobiliari ma anche dei cambi, con riflessi sulle parità EURO/DOLLARO/YEN ed altre valute minori.
Il rendimento complessivo di periodo (al 30 settembre) della sezione I è stato dello 0,36% (il rendimento
necessario per il mantenimento dei nostri livelli pensionistici è del 3,19%), risultante di un rendimento negativo per 0,69% della sezione mobiliare e positivo per
l’1,41% della sezione immobiliare.
Contemporaneamente abbiamo assistito ad una crescita degli indicatori di rischiosità, che restano comunque all’interno dei limiti fissati.
Anche se in presenza di una ripresa degli indicatori
industriali dei Paesi più sviluppati, non è dato al momento intravedere una inversione di tendenza dei mercati mobiliari alla luce della bassissima inflazione, di
tassi di interesse negativi nel breve periodo, e della perdurante incertezza sulla capacità delle autorità cinesi
di gestire positivamente un rientro morbido dell’enorme indebitamento interno, che frena le possibilità di
sviluppo dei consumi domestici.
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ATTIVITÀ IMMOBILIARI
di Luigi Romerio
(Consigliere e Vice Presidente Fondo Pensione)
Premesse e chiarimenti.
Il patrimonio del Fondo Pensione
di Gruppo Sezione I°, al 31 dicembre
2014 ammonta a circa e 1.310 miliardi, impiegati per circa il 52% in
investimenti mobiliari e il rimanente 48% circa in investimenti immobiliari. Questi ultimi sono gestiti direttamente dal Fondo (immobili di
proprietà) per un valore di circa e
240/M e per circa e 383/M affidati in
gestione alla SGR (di totale proprietà
del Fondo) Effepi R.E. unitamente Scorcio di via Vittor Pisani.
agli immobili che appartengono alla
Sezione 2, circa e 66/M. In particolare il numero delle
quote della SGR (sezione 1 + sezione 2) è di 9.416 di cui
8.033 di proprità della sezione prima e 1.383 della sezione seconda. Il valore di ciascuna quota al 31 dicembre
2014 ammonta a e 47.696,85.= (e 47.696,85 x 8.033 =
e 383/M circa).
Il valore della quota è essenzialmente determinato
dalla valutazione degli immobili da parte “dell’esperto
indipendente” e avviene obbligatoriamente, 2 volte all’anno al 30 giugno ed al 31 dicembre; anche i risultati
della gestione degli immobili (utili/perdite) partecipano
a definire il valore della quota. Per esempio: cessioni ed
acquisizioni di immobili, affitti, gestione – manutenzione, interventi per ristruttutarazioni, imposte e tasse.
L’eventuale utile d’esercizio della Effepi R.E. viene
trasferito al Fondo
Andamento immobili
a) Immobili di proprietà del Fondo.
- Redditività netta presunta, su base annua (2015), alla fine di settembre: 1,92%.
- Vendita delle unità immobiliari in Milano, situazione al 30 settembre:
Via Poma: vendute n. 19 unità, da rogitare 5 unità
entro l’anno. A tale data il residuo da vendere ammonta a circa il 60% del valore della proprietà.
Via Melloni: vendute n. 2 unità, da rogitare 2 unità
entro l’anno. A tale data il residuo da vendere ammonta a circa il 73%.
Via Mameli: vendute n. 6 unità, da rogitare 2 unità
entro l’anno. A tale data il residuo da vendere ammonterà al 82%. Trattasi di box edificati negli anni 60 con
“misure” adeguate alle automobili “allora” in circolazione. Sono in corso verifiche/approfondimenti sulla
possibilità/convenienza di interventi che ne migliorino
l’agibilità e ne favoriscano la commerciabilità.
In totale sono stati incassati e 7.448/m., con una
plusvalenza media rispetto al valore di bilancio al 31 dicembre 2014 di circa il 4%.
- Apporto dello stabile di Milano Via Manzoni 46, come deliberato dal CdA del 9 luglio scorso, al Fondo Immobiliare EFFEPILUX RE. Poiché lo stabile è stato costruito da oltre 70 anni per poterlo vendere/trasferire è
necessario il parere della Sovraintendenza sull’eventuale presenza di vincoli artistici/architettonici: è stata
inoltrata la richiesta.
b) Andamento Fondo Immobiliare “EFFEPI RE” aggiornato al 31 agosto 2015.
La redditività lorda al 31 agosto 2015 è circa del 3,5%.
Nel corso del 2015 sono stati sottoscritti nuovi contratti di locazione per circa 3600 mq.
Sono in corso trattative per affittare circa 29.000 mq.
ULTIMORA. Lo stabile di Via Vittor Pisani 20 a Milano è stato venduto a 25,1 M con una plusvalenza lorda rispetto al valore di bilancio al 31 dicembre 2014 di
circa e 1.800/m.
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RELAZIONE Uni.C.A.
di Maurizio Beccari
Beccari relaziona sugli ultimi eventi della Cassa
Sanitaria:
• Nell’ambito dell’iniziativa “Pensioni e Welfare Italia
Awards - Milano 17 settembre 2015”, iniziativa avente l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nel settore
pensionistico e del welfare, Uni.C.A. è risultata vincitrice nella categoria “Miglior Piano Welfare dell’anno offerto ai propri associati”.
• Il C.D.A delle Cassa è impegnato in questo periodo
alle procedure per il rinnovo delle Polizze. Nonostante le prestazioni e i livelli di servizio di
RBM/Previmedical (Provider della Cassa) siano giudicate di buon livello è stata comunque avviata una
ricognizione sul mercato assicurativo. Sono stati invitati 6 possibili partner di elevato standing chiedendo una quotazione sulla base delle attuali coperture
e altra quotazione con alcuni aggiustamenti ancorchè non di rilievo. Si sta valutando la possibilità di
non rinnovare l’ adesione per gli “over 85”. Possibilità di revisione delle Polizze dopo un anno in relazione a eventuali esorbitanti ricadute negative sulla
Cassa, a seguito del recente ridimensionamento dei
servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale, che
ne possano appesantire i costi.
• Gli andamenti tecnici delle polizze pensionati presentano purtroppo andamenti significativamente
negativi, (premio/prestazioni) cosa che in fase di rinnovo potrebbe comportare qualche aggiustamento
delle condizioni.
• Dal gennaio 2016 prenderà avvio la possibilità di rinnovo delle adesioni per via telematica anche per i
pensionati, riuscendo così a snellire le procedure
non più condizionate dallo scambio di raccomandate e con notevole riduzione del ‘periodo transitorio”.
Coloro che non utilizzeranno la nuova procedura
successivamente riceveranno comunque il cartaceo
per l’adesione tramite servizio postale.
• A breve tutti riceveranno da Uni.C.A. comunicazione
con i codici per accreditarsi sul sito.
• Nelle more del consolidamento delle adesioni, dal
prossimo anno sarà comunque ampliata la possibilità di accedere alla “diretta” in caso di ricovero non
solo per il titolare ma anche per i familiari in copertura, alleviando sensibilmente i disagi del periodo
per le prestazioni economicamente più gravose.
• In merito a chiarimenti richiesti da De Magistris,
rammento che tutto il Personale in servizio e i Pensionati post dal 1gennaio 2009 sono assicurati presso la Casdic - Cassa Sanitaria del Settore del Credito
- per il rischio LTC (Long Term Care). In pratica coloro che perdono l’autosufficienza per un certo numero di funzioni (vestirsi, lavarsi, mangiare ecc. in
autonomia) possono richiedere un sostegno economico annuale da destinare alla copertura delle spese
conseguenti al proprio stato ( infermiere, badante,
presidi sanitari ecc.). Occorre rivolgersi direttamente alla Casdic.
Mi riservo ovviamente di aggiornarvi tempestivamente sui successivi sviluppi, impegnato ad operare a
difesa della nostra categoria.
I verbali originali dei Gruppi regionali recano la firma del Presidente
e del Segretario delle riunioni.
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
UNICREDIT PAVILION, L’UNIVERSALITÀ
DELL’ARTE IN UNO SCRIGNO D’AUTORE
testo e foto di Isabella Cattaneo
Tra le più vistose evoluzioni contemporanee legate
alla comunicazione si distingue la spettacolarizzazione
delle immagini. Tante, troppe, chiassose, non poche
volte di gusto discutibile.
Tra questa frastornante abbondanza cresce l’esigenza di altri riferimenti, diversi per finalità e contenuti,
un avvertito bisogno di raffinate armonie, espressione
di tutto ciò che compone la vita; storia, fede, drammi,
amori, natura, sublimati in un dipinto o da uno scatto
fotografico; un cammino antico da sempre rivolto alla
sperimentazione e alla testarda ricerca della perfezione
estetica.
Stiamo parlando di arti visive, anch’esse immagini
ma di natura pregiata, solitamente “imprigionate” in
polverosi musei, trascurate da attenzioni mediatiche
rivolte altrove, oppure, gelosamente nascoste in collezioni private come nobildonne intristite in esclusive dimore.
Il luminoso Auditorium del Pavilion.
UniCredit ha colto questa nascente esigenza di attenzione al pregio, riportando luce e vita a 80 gioielli
selezionati dalle 60.000 opere della sua Collezione
d’Arte, una delle principali raccolte in Europa a livello
aziendale. Ne è nata una esposizione inusuale, ospitata
in un’architettura anch’essa opera d’arte, il Pavilion disegnato da Michele De Lucchi; un seme tra i grattacieli di Milano, simbolo e augurio di creatività, progetti,
idee, dedicato a una città cresciuta da costante semina
innovativa. In questo luminoso contenitore le opere
hanno dialogato con il visitatore, ognuna accompagnata dal commento di un dipendente del Gruppo bancario, invitato dall’Azienda a far parte della comunità di
appassionati d’arte della Banca, ne è nato uno spontaneo affiatamento di 120 “art lover”, dal cassiere al presidente, dall’assicuratore al consulente, dal fattorino al
capo area, colleghi sparsi per tutta Italia, dimostrando
che l’Arte chiede a tutti di essere commentata, fre-
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
L’equilibrismo di Antonio Donghi.
“Fanciulli che giocano nell’acqua”, l’invito alla gioia di Beppe Ciardi.
quentata, invitandola a uscire dal soffocante accademismo storiografico.
Il dialogo con il visitatore veniva stimolato dallo
sguardo del “volontario” recensore, sollecitandolo a
rapportarsi anch’esso con l’immagine, intuendo le
emozioni alla nascita dell’opera, ma anche lasciandosi
pigramente catturare dalle proprie.
Nell’ariosa architettura del Pavilion i capolavori del
Cinquecento sembravano perfino ringiovaniti; stupiti
di ritrovarsi in un luminoso presente, perdevano quella patina di esclusività antica, attirando su di loro la seduttività da sempre avvertita quando antico e nuovo
convivono in armonico equilibrio. In questo cammino
nel tempo, Ottocento e Novecento davano il loro meglio con opere sorprendenti, come “Fanciulli che giocano nell’acqua di Ciardi, il ruvido tratto di Sironi in
un cartone preparatorio, il realismo magico di De Chirico che sconfina nella suggestione letteraria evocando
il Castello dei destini incrociati di Calvino, l’equilibrismo di Donghi, la potenza cromatica di Guttuso, la metafisica di Carrà, la struggente malinconia di Casorati,
l’immaginifica onda di Schifano, fino al sorprendente
fanciullesco Flowers, ennesima provocazione di Wharol: l’apparente semplicità.
I nuovi linguaggi di Losi, Vascellari, Reimondo, dialogavano a loro agio, integrati perfettamente nell’innovativa architettura del seme. Dipinti, ma non solo,
sculture, arredi, installazioni, in un gioco sperimentale con la materia, dal plexiglass al pane abbrustolito e
resina, dai tessuti alle funi.
Infine, le immagini fotografiche; gli scatti di Ghirri, Fontana, Jodice, Hofer si aprivano come finestre sul
mondo lungo la Passerella dell’Arte, introducendoci
nell’intimità del quotidiano, nel dinamismo delle metropoli, nel linguaggio della natura.
Un’attenzione all’arte fotografica proseguita in due
fine settimana nel mese di settembre, con la presentazione della nuova raccolta di Carlo Orsi su Milano,
quaranta immagini si confrontano con passato e presente, scatti di emozione commentati da Aldo Nove,
nella elegante edizione Skira in collaborazione con
UniCredit.
La gratuità degli eventi ha permesso una vasta
ospitalità di pubblico, due inviti al piacere che l’immagine nobilitata nell’arte
può suscitare in ognuno
di noi. Ci auguriamo che
altri tesori possano venire
alla luce offrendoci immagini alternative di una
omologante spettacolarizzazione troppo spesso fine
a se stessa.
Mentre mi avvio all’uscita, un pannello affacciato
sull’Auditorium mi rimanda una citazione di Keith
Haring: “Mi è sempre più
chiaro che l’arte non è
un’attività elitaria, riservata all’apprezzamento di pochi, l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio
lavorare”.
Scatti nell’intimità del quotidiano, la fotografia cattura l’attimo.
11
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Il seme di Michele De Lucchi germoglia fra i grattacieli.
INDIRIZZI UFFICIALI DI POSTA ELETTRONICA
DEI GRUPPI TERRITORIALI
GRUPPO
Segreteria Nazionale
(Presidenza)
Segreteria Nazionale
(Segretari)
Segreteria Nazionale
(Sito Unione)
Segreteria Nazionale
(Quercia Nuova)
Campania
Emilia-Romagna
Marche
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La Quercia Nuova
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12
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
ATTIVITÀ GRUPPI REGIONALI
Lombardia
VERBALE ASSEMBLEA SOCI GRUPPO LOMBARDIA
DEL 5 MAGGIO 2015
Il giorno 5 maggio 2015, alle ore 10, si è tenuta nei
locali di Viale Liguria 26 l’Assemblea Ordinaria dei Soci con il seguente ordine del giorno
1) Interventi dei nostri rappresentanti nel Consiglio
del Fondo
2) Relazione dell’attività svolta nel 2014
3) Approvazione rendiconto 2014
4) Varie e eventuali.
Soci presenti 49, di cui 17 per delega.
Roncucci ringrazia i Soci per la loro presenza, legge
l’ordine del giorno e dà la parola a Pennarola, Presidente dell’Unione perché dia un saluto ed illustri la situazione dell’Associazione e del Fondo.
Pennarola rivolge ai presenti un saluto cordiale e rileva, per vedere il positivo anche nelle situazioni che non
lo sono del tutto, che la scarsa partecipazione all’Assemblea, oltre alle contingenze di convocazione, può essere
ascritta anche al fatto che le cose vadano bene, se non
fosse così, le nostre riunioni sarebbero affollate di persone preoccupate dagli scricchiolii della vita del Fondo e
dall’assenza di attività delle nostre strutture.
Evidentemente non è così ed i nostri associati lo percepiscono chiaramente!
L’Unione è viva e svolge la sua attività di assistenza ai
Soci in campo fiscale, previdenziale, assicurativo, ludico, turistico ed è presente a rappresentare adeguatamente gli interessi della categoria nel Fondo, in
Uni.C.A., nel Coordinamento tra le Associazioni dei
Pensionati del Gruppo ex Credito Italiano, nei confronti dell’Azienda, nella Federazione FAP - Federazione
Associazioni Pensionati del Credito.
Anche per il Fondo le notizie sono sostanzialmente
positive anche se l’andamento del mercato immobiliare non tira come una volta, quando le plusvalenze immobiliari consentivano sostanziali aumenti delle nostre pensioni.
Chiude raccomandando di non disertare mai quando
siamo chiamati al voto per il Fondo e cede la parola a
Luigi Romerio, Consigliere e Vice Presidente del Fondo, che intrattiene i partecipanti sulla vita del Fondo
Pensione.
Per quando riguarda l’attività immobiliare per il
2015 è atteso un aumento del volume degli investimenti anche nel settore degli uffici; il mercato delle locazioni sembra in leggera ripresa. Per il primo trimestre 2015 la redditività degli immobili (in ragione
d’anno) è dell’1,83% sostanzialmente identica al 2014.
Il 25% degli immobili di Via Poma 7, Via Melloni 34 e
Via Mameli,11 in Milano, di cui è stata deliberata la
vendita, è già stato rogitato, con una leggera plusvalenza rispetto ai valori di bilancio al 31/12/2014.
Il Fondo Immobiliare EFFEPI.RE, al quale sono stati conferiti parte degli immobili del Fondo e delle Società controllate, i canoni dei nuovi contratti ed i rinnovi si pongono sui livelli del 2014; le scadenze dei
contratti risultano tuttavia allungate. Al momento sono in corso trattative per locare importanti superfici
(ca 17000 mq) a nuovi inquilini.
La verifica effettuata dalla Società di Audit, ElleGi
Consulenza, non ha fatto emergere criticità di elevato
rilievo: la Commissione Statuto ha esaminato i rilievi
formulati e concordato di rivedere i punti critici sia sul
piano formale che sostanziale.
Interviene Cogliati, sottolineando che si doveva intervenire già da tempo per la vendite immobiliari. Romerio ribadisce che dal 2008 i disinvestimenti non sono stati possibili, causa la perdita di valore degli
immobili.
Assicura comunque che, pur gestendo direttamente
immobili e titoli, il Fondo si avvale di professionisti di
comprovata capacità e professionalità.
Prende la parola Roncucci, che relaziona sull’attività
svolta dal Gruppo Lombardia nel 2014.
La sezione turistica ha inserito viaggi oltreoceano,
incrementato le gite giornaliere e le visite culturali.
Sono state riviste le modalità di pagamento: i bonifici,
anche per una maggiore trasparenza, vengono ora disposti direttamente al Tour Operator.
Continua con successo ogni martedì il ritrovo dei
Soci presso i locali del Circolo per il gioco di Burraco.
13
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
È stato anche programmato, tramite la Fondazione
Vodafone, un corso per l’utilizzo Tablet, corso che ha
avuto molte adesioni e che si ritiene di ripetere in autunno.
Notevole incremento ha registrato la richiesta di
compilazione dei mod. 730: sono stati prenotati oltre
700 modelli da trasmettere tramite il CAF 50&Più, presente presso i nostri uffici, con un incremento di circa
il 50% rispetto al 2014.
Ci siamo inoltre resi disponibili ad aiutare i colleghi
che intendevano registrarsi all’Agenzia delle Entrate,
sia per la registrazione, che per la stampa del mod. 730
precompilato, aiutandoli anche ad effettuare le necessarie modifiche.
Interviene Restivo, che chiede la motivazione per cui
non si sono adottati i programmi di contabilità ed
“Eventi” predisposti da Gola e Rizzo: Roncucci precisa
che il programma “Eventi”, nel quale sono inseriti anche nominativi non iscritti all’Unione che hanno partecipato a manifestazioni turistiche (con l’indicazione
della manifestazione e del relativo costo), risiede su sito Internet non protetto e quindi non verrà utilizzato
per evitare problemi di privacy.
Per quanto concerne invece il programma di contabilità, non ne esclude l’utilizzo in futuro. Il programma
è stato aggiornato fino al settembre 2014: da tale data il
collaboratore che conosceva ed utilizzava il programma per ragioni familiari non è stato più presente. Chi si
era a suo tempo proposto come Segretario Amministrativo non ha aggiornato il programma e, nei primi
giorni del mese di gennaio, ha rassegnato le dimissioni
dall’incarico.
Per il Bilancio si è dovuto quindi utilizzare il vecchio
programma di contabilità, che prudentemente si è continuato a mantenere aggiornato.
Roncucci sottopone all’Assemblea l’approvazione del
Bilancio 2014, che viene approvato con un solo voto
contrario.
Cogliati, ringrazia per i servizi offerti dal Gruppo
Lombardia, come la compilazione dei 730, e dichiara il
proprio apprezzamento per gli autori degli articoli pubblicati su “La Quercia nuova” e “Num Tucc Insema”.
L’assemblea si chiude alle ore 12,50.
Il Segretario
G. Merli
Il Presidente
A. Roncucci
VERBALE RIUNIONE DEL CONSIGLIO GRUPPO
LOMBARDIA DEL 3 NOVEMBRE 2015
In data 3 novembre 2015 alle ore 9.40 a Milano, nei
locali dell’Unione in Viale Liguria 26, si è riunito il
Consiglio del Gruppo Lombardia per discutere il seguente ordine del giorno:
1) Festa di Natale 2015
2) Proposte per Turismo 2016
3) Varie ed eventuali.
Sono presenti i Consiglieri: Anghileri, Bossi, Casalini,
Cattaneo, Fossi, Marchesi, Matarrese, Merli, Pozzoli,
Restivo, Rigato, Roncucci, Tucci ed il Revisore Tagliabue.
Presiede Roncucci, Segretario Merli.
Si passa all’esame del primo punto all’ordine del
giorno. Roncucci conferma che anche quest’anno la
Festa di Natale si svolgerà all’Alcatraz il 18 dicembre
prossimo. È stata confermata la scelta del regalo da distribuire durante la Festa del 18 dicembre.
Roncucci informa che a seguito di interventi di
Cattaneo (con la quale ci complimentiamo), si è riusciti ad ottenere, per il prossimo anno, di svolgere la nostra festa di Natale al Pavilion UniCredit in piazza Gae
Aulenti. L’Ufficio Eventi ha confermato la data per lunedì 12 dicembre 2016.
Si passa all’esame del secondo punto: proposte turismo 2016, incrementate notevolmente.
Restivo ritiene che tutti i pagamenti per i contributi volontari dovuti dai non iscritti debbano essere effettuato esclusivamente tramite bonifico.
Roncucci precisa che, trattandosi di importi non rilevanti obbligare il bonifico avrebbe per gli interessati
un maggior costo (commissioni bancarie). Peraltro tali somme vengono regolarmente registrate a livello individuale per ogni singola gita e quadrate con le evidenze contabili.
Fossi e Matarrese si complimenti con gli incaricati
del Turismo per le scelte effettuate, tenendo conto, per
le date, delle esigenze di presenza per la compilazione
dei mod. 730.
Pozzoli e Rigato rilevano che tutte le gite giornaliere sono fissate per il martedì, giorno in cui è in calendario il gioco del burraco, (altra iniziativa che continua
a riscuotere notevole apprezzamento), consigliano
quindi di cercare di modificare la giornata. Bossi precisa che le date sono al momento indicative e che terranno conto di questa esigenza.
Informa inoltre che nel calendario non sono indicate le iniziative culturali che saranno comunicate di volta in volta.
Varie:
Rigato informa che la Segreteria Nazionale ha deliberato di inviare il prossimo numero de “La Quercia
Nuova” ai nuovi pensionati non ancora iscritti, da decidere se ripetere l’invio per altri numeri.
Avvisa, inoltre, di inviare il materiale da pubblicare
sulla “Quercia” alla nuova mail appositamente istituita,
[email protected]
La riunione termina alle ore 11.
Segretario
Merli
Presidente
Roncucci
14
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Settembre 2015
ASSISTENZA SANITARIA
BILANCIO DI UNI.C.A. RELATIVO ALL’ESERCIZIO 2014
VERBALE DEL COMITATO ELETTORALE
Alla chiusura dei lavori di scrutinio del 29 luglio
scorso dallo spoglio delle schede pervenute per corrispondenza sono emersi i seguenti risultati relativi all’approvazione del Bilancio 2014:
votazione, ne ha effettuato la spedizione solo a fine giugno/luglio. In non pochi casi la ricezione è avvenuta oltre i termini indicati e, anche per questo, la partecipazione dei pensionati alla votazione è risultata
insoddisfacente (14,70% contro il 14,55% dello scorso
anno) considerata l’importanza che il settore “assicurazione sanitaria” presenta per la nostra categoria.
Alessandro Fossi
Rappresentante Pensionati Gruppo Lombardia
Schede pensionati, esodati, dipendenti delle società
esterne e assenti lungo termine:
- Aventi diritto:
10.606 (di cui 7.029 pensionati
e 2.185 esodati)
- Schede pervenute: 1.559
- Percentuale:
14,70%
- Schede valide:
1.442
- Schede non valide:
117
per un
Friuli Venezia Giulia
TOTALE “APPROVO”
1.390
TOTALE “NON APPROVO”
47
TOTALE SCHEDE BIANCHE/ANNULLATE
5
————— = —————
A chiusura dei lavori dello scrutinio telematico per i
dipendenti sono stat i raggiunti i seguenti risultati:
VOTI ON LINE
- Aventi diritto:
- Voti pervenuti:
- Percentuale:
per un
52.219
1.458
2,77%
TOTALE “APPROVO”
TOTALE “NON APPROVO”
VOTI NULLI/IN BIANCO
23 APRILE 2015 - GITA A VICENZA
1.330
71
57
————— = —————
Sono stati così raggiunti i seguenti risultati complessivi :
- Totale aventi diritto: 62.825
- Totale voti pervenuti: 3.017
per un
TOTALE APPROVO
TOTALE NON APPROVO
TOTALE VOTI NULLI
E SCHEDE BIANCHE/ANNULLATE
Alla fine ci siamo riusciti: dopo qualche anno di ripetuti tentativi per coinvolgere i Soci, questa primavera è
stata organizzata la prima iniziativa turistica del Gruppo Friuli Venezia Giulia a Vicenza, in occasione della
mostra Tutankhamon Caravaggio Van Gogh - La sera e
i notturni dagli Egizi al Novecento. Le 113 opere provenienti da vari Paesi, alcune rarissime, raccoglievano
interpretazioni della sera e della notte lungo l’intera
storia dell’arte, dagli Egizi fino alle esperienze pittoriche più recenti, suddivise in sei sezioni tematiche.
2.720
118
179
Il bilancio è stato quindi approvato.
Uni.C.A., nonostante le nostre ripetute richieste di
anticipare l’invio della documentazione necessaria alla
Teatro Olimpico.
15
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Veneto Trentino Alto Adige
8 Ottobre 2015
VERBALE CONSIGLIO DI GRUPPO
La riunione si apre alle ore 10.
Presenti: Begelle, Berioli, Conte, Gasparotti, Ghirardelli, Razzolini e Masello.
Foto di gruppo all’esterno della Basilica palladiana - Sede della mostra.
Pochi, ma buoni, i partecipanti. Dopo la visita alla
mostra, scopo principale della gita, e il pranzo consumato in una tipica trattoria veneta sulle rive del Bacchiglione, il pomeriggio è stato dedicato alla visita del
teatro Olimpico, stupefacente opera progettata dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580, il
primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna, incluso nel 1994 nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
Gita ben riuscita, un’esperienza di piacevole aggregazione che senza dubbio verrà ripetuta, tentando di
coinvolgere un maggior numero di Soci.
Vicenza: Piazza dei Signori.
In apertura il S.N. Angelo Begelle informa che, a termini di Statuto essendo il Segretario Nazionale più anziano, supplirà alla mancanza del Vice Presidente sino
al prossimo consiglio Nazionale a seguito del prematuro decesso di Guido Colombo lo scorso giugno.
Passa quindi a relazionare sulla riunione della S.N.
del 24 settembre u.s.
Fondo Pensione UniCredit: sulla base delle risultanze a fine agosto, la parte immobiliare ha performato
meglio di quella immobiliare: Infatti il rendimento
proiettato a fine anno risulta dell’1.92% per gli immobili gestiti direttamente e del 2.5% per quelli affidati a
a Effepi R.E. Le valutazioni sono confortanti rispetto ai
valori di bilancio. Sono in corso trattative per la locazione di immobili per circa 20.000 mq.
Le dolenti note provengono dal settore mobiliare il
cui rendimento si attesta sullo 0.56% portano il rendimento complessivo ad agosto allo 0.91%.
Le autorità finanziarie lussemburghesi impongono
che Il fondo Effepilux, considerata la sua notevole consistenza, si doti, in loco, di una struttura di gestione
stabile con personale fisso. Questo comporterebbe un
aggravamento di costi di circa 3%. Sono in corso trattative per contenere questa percentuale al l’1% utilizzando studi professionali locali autorizzati.
Unica: è stata introdotta la procedura informatica
per il rinnovo della polizza.
Perequazione: viene illustrata la proposta dello Studio Iacoviello di Torino che propone l’assistenza in giudizio al costo di 200 euro + IVA + Contributo Cassa pari a 253 Euro.
16
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
La causa va intentata presso ogni Tribunale del lavoro competente per il comune di residenza dei ricorrenti e per non meno di 25 cause per tribunale.
Valutati oneri, tempistiche e incertezza nel risultato
finale si decide di non aderire, lasciando comunque liberi gli Iscritti
Fiduciari di zona: il collega Giuseppe Masello di Verona si propone quale fiduciario per Verona, Trento e
Bolzano. La proposta viene accettata all’unanimità. A
tal proposito si studierà la possibilità di effettuare una
riunione in loco.
Il segretario
Razzolini
Il presidente
Berioli
Lazio Umbria Abruzzo Molise
Assenti giustificati i Consiglieri Maurizio Beccari,
Antonio Gatti e Giovanni Orsini.
Il Presidente, verificata la validità del Consiglio ai
sensi dell’art. 16 dello Statuto, chiama il V.Presidente
Troisi a svolgere la funzione di Segretario e ringrazia il
Revisore dei conti e i Fiduciari per essere intervenuti e
alle 9,45 apre la discussione.
Comunicazioni del Presidente
Il Presidente informa che i soci sono 1.071 e che nel
CdA del Fondo il sig. Carletta è stato sostituito dal sig.
Recchia e che il Consiglio Nazionale si svolgerà il 7 e 8
maggio a Napoli, mentre quello del FAP si terrà il 23 e
24 aprile a Firenze: interverrà il nostro Presidente Pennarola con i colleghi del Gruppo Toscana.
Il torneo di burraco in programma ad aprile non si
svolgerà in quanto non si è raggiunto il numero minimo di partecipanti: l’iniziativa sarà riproposta in seguito in collaborazione con l’UniCredit Circolo Roma.
La visita al Senato ha invece raccolto circa 100 adesioni e si svolgerà il 6 luglio in due orari diversi.
Lettura e approvazione del verbale del C.D.
del 5 febbraio 2015
Viene data lettura del verbale che viene approvato all’unanimità.
UniCa: comunicazione ultime notizie
VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEL 16 APRILE 2015
Il giorno 16 aprile 2015 alle ore 9,30 si è riunito
presso la sede di via Padre Semeria 9 il Consiglio Direttivo del Gruppo Lazio Umbria Abruzzo e Molise per discutere e deliberare sui seguenti punti all’ordine del
giorno:
1) Comunicazioni del Presidente;
2) Lettura e approvazione del verbale del C.D. del 5
febbraio 2015;
3) UniCa: comunicazione ultime notizie
4) Fondo Pensione: comunicazione ultime notizie;
5) Valutazione di altre attività a favore degli iscritti;
6) Approvazione Rendiconto 2014;
7) Varie ed eventuali.
Sono presenti il Presidente Carmen D’Amato, i V.
Presidenti Remo Sorbi e Carlo Troisi, i Consiglieri Margherita Bruni, Francesco Bruno, Sante Coppa, Carlo
Ippoliti, Mario Mazzarani, Mario Musca e Umberto Ragni, il Revisore dei conti Maurizio Frazzini, il Consigliere Aggiunto Alessandro Da Rin e, su invito del Presidente, i Fiduciari per il Basso Lazio Domenico
Portesio e per l’Alto Lazio Luigi Simbula.
In assenza di Beccari, il Presidente comunica che nel
sito di UniCA è pubblicato l’avviso di RBM salute che
informa sulla possibilità per tutti gli assicurati di visite
gratuite nel week end.
Il Consigliere Bruni sottolinea l’importanza di consultare con regolarità le news del sito in quanto contengono importanti aggiornamenti sulle prestazioni: il
Consiglio decide di inviare un avviso ai soci perché visitino il sito per tenersi informati.
Fondo Pensione: comunicazione ultime notizie
In assenza di Gatti il Presidente legge una breve nota sull’andamento del Fondo, positivo anche a gennaio
e febbraio 2015: per approfondimenti si rimanda alla
relazione che sarà redatta dal Consiglio Nazionale.
L’invito è comunque di votare a favore per l’approvazione del bilancio 2014.
Interviene Da Rin segnalando come le previsioni finanziarie lascino sperare in un positivo andamento del
mercato mobiliare e come anche da quello immobiliare
vengano segnali di un pur contenuto miglioramento.
Valutazione di altre attività a favore degli iscritti
Il Presidente informa della disponibilità della banca
Fineco, del gruppo UniCredit, di prestarsi ad analizzare
17
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
gratuitamente il portafoglio investimenti dei soci che
lo desiderino, analogamente a quanto già fatto a febbraio per il gruppo Lombardia: dopo breve discussione,
pur presenti le perplessità del Revisore Frazzini, il Consiglio delibera di organizzare uno o più incontri qualora i soci aderissero all’iniziativa.
Sorbi illustra le bozze delle convenzioni da stipulare
con Futura Vacanze, PrivatAssistenza e Amplifon che
vengono approvate dal Consiglio, mentre si decide di
perfezionare quella con il CAF 50 & più dando mandato
a Beccari, che ne aveva già trattato i termini, di completarla.
Approvazione Rendiconto 2014
Il Presidente legge il rendiconto predisposto dal Segretario e la valutazione del Revisore: il Consiglio Direttivo approva il rendiconto da sottoporre all’Assemblea del 30 aprile.
e attrezzature/macchinari all’avanguardia; dotati anche di “centro benessere”, bar-ristorante, percorsi
per jogging e naturalmente campi da tennis e calcio
5 ecc.
I Circoli in questione sono i seguenti:
• Due Ponti Sporting Club www.dueponti.eu/ (zone
Salario, Parioli, Flaminio, Cassia);
• Forum Sport Center www.forumroma.it/ (Aurelio);
• Villa York Sporting Club www.villayorksc.it/ (Gianicolense- Portuense);
• Nuovo Tuscolo Sporting Club www.nuovotuscolo.it
(appio-Tuscolano-Casilino).
I testi delle relative CONVENZIONI, dove sono indicati i prezzi di favore praticati ai nostri associati, e altre
facilitazioni concesse, verranno pubblicati nel sito
www.unipens.org, oppure rivolgersi presso la nostra
sede dell’Unione Gruppo Lazio.
Un cordiale saluto a tutti
Varie ed eventuali
Il Consigliere Ragni propone di acquistare un programma Windows da istallare nei computer della sede:
il Consiglio lo autorizza delegandogli la scelta della
versione più opportuna.
Alle ore 12,05 esaurito l’ordine del giorno la riunione ha termine.
Il Presidente
Carmen D’Amato
Il Segretario
Carlo Troisi
***
ATTIVITÀ SPORTIVE
Cari Colleghi
Non è mai troppo tardi per … darsi una mossa, anche se siamo tutti appartenenti alla terza e quarta età.
Ecco perché abbiamo pensato che … “non è mai
troppo tardi” per prendere in esame l’iscrizione ad un
qualificato “Sporting Club” per praticare un’attività
sportiva, un corso di ginnastica (ad es posturale) oppure un corso di ballo, ovviamente con l’attenzione di
scegliere le attività compatibili con la nostra non più
giovane età: insomma muoversi con la supervisione di
personale qualificato e … senza esagerare.
Abbiamo così preso contatto e concluso le seguenti
CONVENZIONI dell’AREA BENESSERE con quattro
importanti Circoli di Roma, ubicati in diverse zone della città, che offrono:
• un’ampia gamma di servizi e attività, in modo da poter soddisfare le aspettative di chi desideri trascorrere il proprio tempo libero praticando un’attività
sportiva, circondato dalla natura e usufruendo di
ogni comfort.
• strutture fornite di palestre con istruttori qualificati
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
***
AL TEATRO con MAURIZIO GRECO
(Collega Pensionato del Gruppo UNIPENS ROMA)
Grande successo ha riscontrato al TEATRO DOPPIO in Roma l’atto unico
“ZOFF” rappresentato il
16, 17 e 18 ottobre scorso
dal Collega Maurizio Greco, Pensionato UniCredit
del Gruppo Roma.
Maurizio Greco non è
nuovo in attività di prosa,
avendo già partecipato, da
diversi anni, in molti spettacoli teatrali nella Capitale e fuori, nonché in varie
rappresentazioni teatrali prodotte e rappresentate dalla
RAI.
In questi giorni ha voluto esibirsi in un monologo
ben riuscito, grazie alle sue capacità interpretative che
hanno spaziato anche su aspetti particolarmente personali e sconosciuti della vita del grande sportivo Dino
Zoff, a partire dalla prima infanzia vissuta nel piccolo
paese di Mariano del Friuli.
Maurizio, solo sul palco nella recitazione, riesce a
farsi circondare dalle varie situazioni rappresentate allo spettatore che, preso per mano, viene aiutato a percorrere le numerose, talvolta difficili, tappe della lunga
carriera del giovane Dino; dai rapporti familiari alle
prime esperienze di gioco esercitate per strada, dai primi ingaggi in squadre di periferia, ai salti (anche di sti-
18
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
La presidente D’Amato si congratula con Maurizio Greco dopo lo spettacolo.
pendio) in club più blasonati, con i tanti successi nazionali, europei, mondiali.
Insomma 75 minuti passati gradevolmente, immersi
nell’affascinate vita di uno dei più grandi portieri nella
storia del calcio internazionale e con l’aspettativa di
poter rivedere presto, in altri impegnativi lavori teatrali, il nostro bravo Collega Pensionato, ora anche Attore
professionista, Maurizio Greco.
Mario Musca
L’Unione si raccoglie in ricordo
dei colleghi scomparsi
Da qualche anno alcuni Gruppi regionali hanno avvertito il bisogno di raccogliersi ricordando i colleghi
defunti, una tradizione abbandonata dalla Banca che
abbiamo voluto riportare nelle nostre consuetudini annuali, ritenendola molto significativa.
Quest’anno la regione Lazio ci invia una toccante
cronaca della funzione in occasione della commemorazione dei defunti, officiata da Don Faletti, ex collega del
Credito Italiano.
Anche il Gruppo Lombardia ha ricordato i suoi defunti nella stessa giornata presso la chiesa di S.Satiro a
Milano.
GRUPPO LAZIO, ABRUZZO E MOLISE - Lo scorso 5 nov., come ogni anno, il nostro Gruppo Territoriale, unitamente a UniCredit Circolo Roma , ha voluto ricordare i Colleghi deceduti con una Messa di suffragio.
La solenne ricorrenza celebrata come di consueto
in Roma presso la Basilica di San Lorenzo in Lucina ,
ha avuto momenti di elevata commozione ad opera
anche dell’officiante Don Giancarlo Faletti, nostro ex
collega.
Nella circostanza abbiamo ricordato, con affettuoso rimpianto, i Colleghi che ci hanno lasciato nell’ultimo anno e con i quali abbiamo condiviso tanti anni di
lavoro ed indimenticabili momenti di vita.
Basilica di San Lorenzo in Lucina in Roma
I momenti salienti della celebrazione – molto apprezzati dai numerosi presenti - sono stati sottolineati
sia dal coro “Diapason 440 – Sergio Scapigliati”
(composto anche da alcuni colleghi) , che dalla performance del nostro collega Maurizio Greco (pensionato
– attore) che ha letto una toccante Meditazione di Padre Giacomo Perico – Sacerdote della Compagnia di
Gesù – che di seguito riportiamo:
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
A TE CHE PIANGI I TUOI MORTI, ASCOLTA
(Meditazione di Padre Giacomo Perico Sacerdote della Compagnia di Gesù ai piedi del letto di morte del papà)
Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo
dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire
quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine
ed in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti
dall’incanto di Dio e dai riflessi
della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo,
quanto piccole e fuggevoli, al confronto!
Mi è rimasto
un profondo affetto per te;
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Ora l’amore che mi stringe
profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo
nella serena ed esaltante attesa,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti
di sconforto e di stanchezza,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte,
dove ci disseteremo insieme
nel trasporto più intenso,
alla fonte inesauribile
dell’amore e della felicità.
Non piangere più
se veramente mi ami!
Don Giancarlo Faletti
so un prestigioso Istituto Bancario di Torino (Credito
Italiano), dove ricopre incarichi a livello dirigenziale.
Nel 1972, dopo vari anni trascorsi nella comunità del
focolare di Torino, diventa responsabile di quella di Genova, dove mostra un’attenzione e vicinanza particolare ai giovani. Sono anni in cui proprio tra i giovani fioriscono frutti di santità, come Chiara Luce Badano,
recentemente beatificata, Alberto Michelotti e Carlo
Grisolia per i quali è attualmente in corso il processo.
Dopo la nomina a delegato responsabile del Movimento per il Lazio, Giancarlo Faletti completa gli studi
BIOGRAFIA - Don Giancarlo Faletti
Piemontese di Cerro Tanaro (Asti), Don Faletti nasce
il 14 settembre 1940 in una famiglia con grande sensibilità sociale. Pur non avendo ricevuto un particolare
orientamento religioso, in lui matura ben presto l’esigenza di impegnarsi nel mondo giovanile cattolico e, più
tardi, nell’ambito del volontariato cristiano, che lo porta
accanto a chi soffre e vive in condizione di povertà.
Nel 1959 incontra la spiritualità di comunione e rimane affascinato dalla proposta di Chiara Lubich (fondatrice dei Focolari) a vivere per contribuire alla realizzazione dell’unità della famiglia umana. All’età di 25
anni decide di donarsi completamente a Dio nella vita
della comunità del focolare.
Terminati gli studi in economia, trova impiego pres-
Basilica Di San Lorenzo In Lucina.
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teologici presso la Pontificia Università Lateranense e
nel 1997 è ordinato sacerdote. Pochi mesi dopo, Chiara
Lubich lo nomina delegato responsabile del Movimento per Abruzzo, Sardegna e Roma, dove rimane fino all’Assemblea del 2008, che lo elegge copresidente del
Movimento.
Accompagna Maria Voce in visita a Benedetto XVI al
termine dell’Assemblea e, a fine gennaio 2009, è presente a Mosca all’intronizzazione del Patriarca Cirillo I. Nel
corso degli anni ha accompagnato la Presidente in vari
viaggi in Europa e nel mondo per incontrare le comunità dei Focolari. Tra le varie iniziative l’apertura al dialogo con la comunità islamica di Roma che sfocia nell’invito a parlare dell’esperienza cristiana e di dialogo
interreligioso del Movimento nella Moschea di Roma.
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
nascimento, l’abside del Bramante, un tromp l’oeil architettonico la cui unicità sorprendente risalta l’armoniosa distribuzione degli spazi.
La straordinaria suggestione invita al raccoglimento,
al ricordo, al compianto di coloro che hanno accompagnato i nostri giorni lavorativi, e con loro vorremmo
sentirci vicini nel breve spazio di una preghiera.
GRUPPO LOMBARDIA - La commemorazione è
avvenuta nella chiesa di S. Satiro a Milano. Il luogo di
culto, custodisce il gioco prospettico più celebre del Ri-
Chiesa di San Satiro in Milano.
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
All’ombra della Quercia
a cura di Isabella Cattaneo
Il regalo di Natale
Lassù, in alto, il monastero si intuiva appena, incorniciato dagli alberi spogli, sfiorati dal leggero nevischio
caduto poche ore prima. La solennità del luogo, avvolto dal silenzio, scendeva nell’anima come un conforto.
I pochi francescani, ormai una famiglia, lo abitavano
serenamente, più vicini alla praticità delle quotidiane
incombenze che alla sacralità della dimora.
Fra’ Girolamo curava l’orto come fosse una creatura
di costituzione delicata, ne intuiva i bisogni prima ancora che la natura li manifestasse.
Fra’ Galgario si occupava di conserve e arnie, e qui si
potrebbe parlare di incenso, come il luogo suggerirebbe, anche se riferito alle marmellate e al miele, “incensati” perfino nei borghi più lontani. Frate Anselmo si
preoccupava che il monastero non cadesse in malora,
come spesso borbottava nel suo incedere torvo, scrutando le crepe che si diramavano nelle volte come ragnatele gigantesche, Anselmo, un tempo muratore e
idraulico, divenne nel convento l’uomo pratico, indispensabile ovunque - mani d’oro – esclamava ieratico
frate Guglielmo, alzando le sue al cielo, che in verità
non si muovevano molto, Guglielmo era l’unico della
comunità che assolveva con devozione compunta tutti
i riti liturgici come fosse la prima volta, avvolto da trascendenza mistica sfiorava lieve il lastricato sconnesso
del vecchio monastero in direzioni vaghe, sconosciute
ai confratelli, come rimaneva sconosciuto il suo contributo attivo legato alla comunità.
Ai frati Alfonso, Edgardo, Simone, Amedeo e Giordano non si chiedeva altro che la dedizione al coro. La virilità tonante del canto gregoriano vibrava, si alzava,
esplodeva dalle loro gole, avvolgendo di sacralità le alte
volte della chiesa, vasta e sproporzionata rispetto al
complesso monastico, ma che diventava piccina e umile come intimorita dalla solennità dei canti che raggiungevano non solo Dio, anche gli ampi respiri del bosco venivano avvolti da tanto vigore.
Poi c’era lui, protagonista della nostra storia natalizia, fra’ Pappina, cuoco del convento. Il suo vero nome
non lo diremo, d’altronde lo avevano dimenticato perfino i confratelli che lo chiamavano Pappina perché somigliante in tutto al frate Pappina dell’indimenticabile
film “Marcellino, pane e vino”.
Ora lo troviamo nell’unico luogo che da sempre sentiva suo, e dove stava terminando in totale serenità gli
ultimi anni della vita. La cucina di Pappina, tra aromi
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di sugo e torte al mirtillo era da sempre un richiamo di
felicità e consolazione per tutti i confratelli, perfino per
l’asceta Guglielmo, il quale nei rari momenti di cedimento mistico cercava conforto nella buona tavola, ritenendola in quei frangenti sporadici nutrimento anche dell’anima.
Dalle alte finestre della cucina felice, rivolte in alto,
entravano tutte le volubilità del cielo, nella parete in
fondo sprofondava il largo camino, dove il fuoco danzava tutto l’inverno, sommesso, scintillante o sonnacchioso sotto le ceneri; già dai primi brividi di fine settembre i frati lo guardavano eccitati, come in attesa di
un ospite di riguardo, quando si arrostivano le prime
castagne i cuori iniziavano a riscaldarsi nell’intimità
dell’autunno.
Quella sera di vigilia del 24 dicembre, alla chiesa del
monastero erano saliti alcuni abitanti della valle e una
decina di viaggiatori inquieti che peregrinavano ovunque si potesse avere la risposta più importante della vita, una ricerca disperata di fede che nella notte di Natale diventava una promessa, il regalo più atteso.
I frati sedevano sereni negli scranni del coro, non
aspettavano promesse, aspettavano Pappina che, come
sempre, li raggiungeva per ultimo caracollando sulle
gambotte corte e doloranti, un po’ cincischiato come si
fosse appena alzato da una pennichella.
Ma quella notte, quella lunga notte di attese e speranze Pappina, a pochi minuti dalla mezzanotte, era in
preda a una malinconica riflessione. In vita sua non
aveva mai ricevuto un regalo, per dirla tutta, nemmeno
lui aveva mai pensato di farli, ma in quelle ore mistiche
felicità e malinconie si vivono più intensamente, escono dall’anima per toccarti la carne, si mescolano, si dilatano nei rimpianti e nell’amarezza. Il frate, di questa
improvvisa consapevolezza di regalo-negato ne aveva
parlato poche ore prima a fra’ Guglielmo, che stupito
ma premuroso gli chiese cosa desiderasse.
Non so, non sono pratico di regali – gli rispose Pappina spiazzato dall’inaspettato interessamento del confratello.
Bè, pensaci in fretta, forse riusciremo a fartelo per
Santo Stefano – poi si allontanò lieve come un peccato
veniale.
A Pappina non rimase che parlarne ai suoi tre amici,
gli unici a cui confidava gioie e dispiaceri, tre personaggi non ancora entrati nella nostra storia, ma non per
dimenticanza, li ho lasciati
per ultimi perché da adesso
staremo sempre in loro compagnia, nella profumata cucina di fra’ Pappina, nascosti
nella penombra guizzante,
davanti alle fiamme del camino, nel tepore appena scomposto da qualche spiffero, sen-
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
tiremo con loro il respiro
impaziente del bosco in attesa di altra neve, mentre a
breve saranno raggiunti
dai canti portati dall’eco
che corre nell’oscurità delle sale.
Davanti a Pappina, più meditabondo che mai, stavano accucciati Hansel, Gretel e Cra, i tre amici che da
anni lo ascoltavano in silenzio perché, come la vita aveva negato a Pappina i regali, la natura aveva negato loro la parola.
Hansel, era uno spinone malconcio imparentato
con qualche altra razza canina non meglio precisata.
Gretel, una miciona tendente al sovrappeso, bianca e
grigia, esibiva compiaciuta due occhioni strepitosamente color pervinca, dentro i quali, spesso e volentieri si tuffavano i pensieri di Pappina, come se fossero
una naturale via di fuga dal mondo. Cra, se ne stava un
po’ in disparte, impettito. Era un merlo indiano, nero
come la pece, taciturno, sempre guardingo, ma vivacissimo, si muoveva con brevi voli, poi si riposava planando sulla spalla del frate, la sinistra, sempre quella, come un rituale consolidato.
In quella notte speciale tutti aspettavano che qualche cosa accadesse. Quel qualcosa si manifestò proprio
in quella cucina calda di benessere. Accadde subito dopo il desiderio espresso da Pappina.
Prima di morire vorrei un regalo, il regalo di Natale,
ma non un regalo qualsiasi, visto che sarà il primo e
probabilmente l’ultimo della mia vita, lo vorrei specialissimo, ora so con esattezza ciò che desidero. Vorrei
conoscervi meglio tutti e tre, sapere da dove venite,
vorrei poter raggiungere i vostri pensieri, insomma
vorrei fare quattro chiacchiere con voi.
Poi sorrise alzando gli occhi al crocifisso, con il quale diceva di avere un rapporto confidenziale.
Vorrei l’impossibile.
Non gli rispose il Cristo, lo fece Hansel invece.
Perché no? E facciamole queste quattro chiacchiere!
Poi si alzò sulle quattro zampe, guardandosi attorno
allarmato, come si fosse accorto di averla detta grossa.
Caspita, sono un cane e sto parlando!
E te la cavi piuttosto bene – aggiunse Gretel con una
vocina altezzosa.
Anche tu, sei un gatto e parli.
Questo dovrebbe stupirti di meno – gli rimandò lei
velenosa stringendo gli occhi a fessura, così facendo il
colore pervinca si accentuava. E lei lo sapeva.
Hansel si esprimeva con un vocione un po’ raspante,
la micia aveva una vocina ferma, modulata, come se
avesse parlato per tutta la vita. Si ascoltarono un po’
l’un l’altra senza dire nulla di particolare, come fosse
una prova d’orchestra. Pappina, invece, aveva perso tutte le parole del suo umano repertorio. Sembrava si fossero scambiate le parti. Forse ho chiesto un regalo trop-
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
po impegnativo, balbettò fra sé il frate, immaginando
perfino che da quella notte le bestie avrebbero parlato e
gli uomini taciuto per sempre, ma lo rassicurò il coro
gregoriano che non aveva smesso di vibrare tra le mura
del monastero. Pappina guardò Hansel e ricordò il giorno che lo raccolse ferito ai piedi della quercia vicino all’orto, rantolava, gemeva, i confratelli erano certi che
sarebbe morto prima di sera, ma Pappina, che scommetteva sempre sulla vita, si dedicò ad Hansel giorno e
notte, fece venire perfino il veterinario che curava le
mucche del vecchio Luigi. Il giorno che Hansel riuscì a
guardarsi attorno stupito di ritrovarsi ancora sulle
quattro zampe, Pappina suonò la campana piccola con
tale vigore che la gente del borgo salì al monastero per
sapere se era accaduta una disgrazia o un miracolo. I
frati tergiversarono, a volte Pappina non avrebbe dato
spiegazioni neppure al crocifisso in cucina.
Ma ora il frate le spiegazioni le voleva proprio da
Hansel. Volle sapere tutto del suo breve vissuto precedente, voleva capire perché avesse tanto sofferto. Lo
spinone raccontò tutto, la sua infanzia randagia, la fame, la sete nelle estati roventi, le botte ricevute senza
motivo, le lunghe giornate al freddo legato alla catena.
Vuotò il sacco su di una vita da cani, mentre tutti tacevano, perfino gli scricchiolii dell’inverno, perfino il crepitio del fuoco, il vento tra gli spifferi taceva pure lui,
ammutoliti, stupiti da tanto dolore e crudeltà.
Poi fu la volta di Gretel, la gatta non aveva patito né
fame né sete né freddo, i primi anni della sua vita erano
trascorsi tra divani, cuscini e copriletti grigio perla come il suo pelo, la padroncina, un’esteta colta e raffinata, possedeva un tocco di eccentricità che la rendeva irresistibile, talmente irresistibile che un tizio, anche lui
irresistibile, se la portò in un paese molto lontano, la
gatta, a quanto pare, meno irresistibile dei due innamorati, fu affidata a un’amica, poi a un’altra e un’altra
ancora, infine pensarono di mandarla in convento, dove ora la troviamo.
Ma tu non sei stata presa a bastonate! - si alzò il vocione di Hansel.
Mi hanno amata, illusa e abbandonata. Sono bastonate al cuore, quelle che fanno più male.
Hansel ricordò le sue bastonate, incredulo che altre
facessero più male, ma non replicò perché aveva capito
che la gatta non amava essere contraddetta.
Cra, se ne stava nell’ombra appollaiato sulla credenza, non aveva ancora aperto becco e
sembrava non ne
avesse nessuna intenzione, ma alle
insistenze di Pappina e di Gretel iniziò a sciogliersi un
po’, ne venne fuori
un vocione barito-
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nale sul quale tutti vollero dire la loro, perfino il vento
negli spifferi. Cra raccontò l’infelicità di un lungo
viaggio tra gabbie e casse, attorno sentiva e vedeva di
tutto, i serpenti strisciare, i tucani urlare, le tigri ringhiare, non avrebbe mai dimenticato due levrieri afghani con le mascelle legate perché non abbaiassero.
Era finito nella rete ignobile del contrabbando di animali esotici, ricordava soprattutto il silenzio nelle gabbie dove alcuni animali si lasciavano morire di paura e
stenti. Infine i tempi si erano accelerati, vide la luce,
una grande gabbia e gli occhi furbi di un bambino capriccioso che voleva sentirlo cantare, glielo avevano
promesso, doveva cantare solo per lui. Cra era un merlo indiano ma non aveva intenzione di cantare per nessuno, rimase zitto anche se il bambino capriccioso urlava e piangeva. Cra non seppe ricordare quanti anni
avesse vissuto in cattività, infine un giorno qualcuno
dimenticò di chiudere la gabbia, lui vide un cielo luminoso come un invito, volò nell’azzurro, ma ben presto si accorse che la sua prigionia non l’aveva abituato
a lunghi voli, dal bosco vide le alte finestre della cucina felice di Pappina e capì di essere arrivato dove non
avrebbe più voluto ripartire.
Ma anche tu, in fondo, non puoi dire di essere stato
picchiato – si intestardì Hansel sentendosi più vittima
che mai.
Mi hanno tolto la libertà, per un uccello è come essere condannati alla pazzia.
Hansel non replicò più, non era mai stato un grande
pensatore, per cui non riusciva proprio a capire la differenza tra le bastonate fisiche (sue) e quelle virtuali
(degli altri).
Lo capì molto bene Pappina, violenze ingiustificate e
cinismo verso le creature indifese gli confermarono la
natura di un’umanità imperfetta. Si rivolse ancora al
crocifisso, provocandolo.
– L’umanità, opera finale della tua creazione, rimane indiscutibilmente un buon lavoro, ma poi qualcosa
ti è sfuggita di mano, l’opera si è dispersa, sciupandosi.
Ciò dimostra che la perfezione non è di nessuno, nemmeno del Creatore. Che dici? E’ andata così? - Pappina
per la prima volta non aspettò risposte che mai sarebbero venute, preferì chiudere con una battuta, da sempre convinto che quell’uomo sulla croce apprezzasse
l’ironia – Chi tace acconsente, o forse preferisci confidarti solo con Don Camillo? - Poi si sentì molto stanco,
ma quella sfinitezza fisica era colma di felicità, aveva
avuto il suo regalo di Natale, accompagnato da un’altra
certezza, un regalo così speciale poteva venire solo da
quel Cristo silente che per tanti anni l’aveva lasciato
senza risposte. Sì, quella notte aveva avuto tutto, non si
aspettò null’altro e chiuse gli occhi.
Lo trovarono così i frati sgomenti, quando alla fine
della funzione si precipitarono in cucina preoccupati
per l’assenza di Pappina. Guglielmo alzò gli occhi verso
il cielo buio oltre le alte vetrate.
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
E pensare che se n’è andato senza il regalo che tanto
desiderava e senza la benedizione di Natale!
Hansel, Gretel e Cra si guardarono come tre complici. Quanto si sbagliava quel frate dalle mille certezze
mistiche. Pappina aveva ricevuto quella notte una benedizione speciale, tutta per lui, il regalo più bello del
mondo.
Poco dopo, cadde la neve che il bosco aveva tanto atteso, nel buio della chiesa si spense l’eccitazione della
vigilia, i fedeli scesero a valle infreddoliti, e i pellegrini
inquieti tornarono nel mondo dove ancora tutti cercavano la risposta più importante della vita.
Da quella notte, ogni anno, alla vigilia di Natale, attorno alla mezzanotte, Hansel, Gretel e Cra si accucciano davanti alla tomba di Pappina, stretti l’un l’altro,
e Guglielmo ogni anno esprime i suoi stupori.
Ma guardateli, sembra che stiano facendo quattro
chiacchiere con fra’ Pappina!
Dedico questa favola a tutti i nostri soci, augurando
loro un felice Natale e la risposta da qualcuno tanto attesa. Chissà, nella notte di Natale può succedere di tutto, anche ricevere il regalo più bello del mondo.
Isabella Cattaneo
VIAGGI
Bahia Magdalena
Per oltre due secoli le abbiamo cacciate portandole
sull’orlo dell’estinzione ma fortunatamente, da quando la caccia è stata bandita, il loro numero è cresciuto
e con esso anche la nostra consapevolezza dei danni
che arrecavamo all’ambiente. Oggi le balene si sono riconciliate con gli esseri umani, si fanno avvicinare e
fotografare…ma pensare di riuscire a toccarle e ad accarezzarle, sembrava un azzardo, ma ciò è avvenuto, e
precisamente in bassa California a pochi chilometri
dal confine messicano.
C’è nebbia oggi, fa freddo, il mare color grigio piombo
non invoglia a navigare… oltretutto, in queste condizioni, cosa vedremo? Mah… non molto convinti saliamo
sulla barca, siamo in sei oltre alla guida/biologo. Il mare
è immobile, solo la scia della nostra barca provoca qualche debole onda. Il freddo di prima mattina è amplificato dal vento che ci costringe a bardarci e a rannicchiarci
a poppa. Giunta in mezzo alla laguna, la barca si ferma,
motore al minimo, la nebbia c’è ancora, forse tra un po’
si alza. Uno squarcio nella coltre fa intravedere il sereno
sulla cima di una montagna alla cui base staziona una
fitta bruma. Bella foto, dice Renato, che di foto se ne intende. Il vento è calato, andiamo al minimo scrutando
l’orizzonte lattiginoso e denso, poi d’improvviso …puff!!
Uno sbuffo e uno spruzzo dietro di noi, voltarsi e lanciare un grido è tutt’uno: la balena! Eccola finalmente!! ma
non è sola, ce ne sono altre e tutte si annunciano con lo
sbuffo che rompe la calma innaturale del momento. Si
avvicina, la groppa va su e giù, appare e scompare secondo una traiettoria che per un po’ riusciamo a seguire, fino a che, innalzando la gigantesca coda, si immerge in
profondità…. e l’abbiamo persa. Ma subito un altro sbuffo dietro di noi ci fa voltare ed ecco un’altra groppa scura, questa volta la sagoma punta dritto verso la barca,
rallenta, sembra voglia studiarci, poi ci supera. E noi dietro, lentamente, seguendo la sua scia ci avviciniamo al
branco. Sono tante, tutte femmine con i loro piccoli. Le
madri e i piccoli nuotano in sincronia, il piccolo segue
l’andatura della madre, s’immerge e riemerge con lei.
Sono in simbiosi, legatissimi l’uno all’altra, la madre
controlla che il piccolo non si allontani da lei; se, attratto dal rumore del motore, il cucciolo si avvicina alla barca per curiosare, lei lo marca stretto e a un certo punto,
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
lo fa andar via. Vengono talmente vicini alla barca che la
sfiorano e indugiano quel tanto che basta - a noi umani
– per sporgerci oltre la fiancata, allungare una mano e
toccarli. Sì, abbiamo toccato le balene, abbiamo sentito
sotto le nostre mani scorrere la pelle liscia, tesa, soda e
robusta di queste balene e dei loro piccoli. Le abbiamo
viste talmente da vicino da farci fare la doccia dal loro respiro, scoprendo che il muso è butterato come se avesse
preso una tempesta di grandine e la groppa ha una cresta che ricorda in piccolo quella dei dinosauri. Talmente
vicino da poter contare uno ad uno i cirripedi che le infestano, organismi simili a patelle che si aggregano in
colonie soprattutto sul muso e sulla coda dell’immenso
cetaceo. Con il loro colore grigio chiaro spiccano sulla
pelle scura della balena come concrezioni calcaree. Le
macchine fotografiche scattano all’impazzata, chi ce l’ha
immerge la GoPro per captare anche le immagini più
impensabili, siamo come in una frenesia dove tutti vogliono essere in prima fila, solo l’inclinazione della barca ci trattiene dallo spintonarci l’un l’altro per avere gli
scatti migliori. Ma, tranquilli, di foto ce n’è per tutti, tutti porteremo a casa lo scatto che prova l’avvenuto contatto di pelle e, cosa che nessun mezzo tecnico per quanto sofisticato può catturare, il ricordo dello sguardo della
balena che ci osserva. Uno sguardo benevolo, che non
rappresenta una minaccia. Se volesse, potrebbe rovesciarci e farci fare una brutta fine. Invece, inizia a scrutarci da lontano spingendo il muso fuori dall’acqua come se fosse un periscopio. Poi si mette a galleggiare su
un fianco e osserva. E quando si avvicina, spesso s’ immerge passando sotto la barca senza farla ondeggiare.
Attendiamo con ansia di vederla almeno una volta saltare fuori dall’acqua e finalmente eccola che schizza in alto, per poi ricadere tra alte cortine spumeggianti.
Ma com’è possibile che questi animali, in un momento così delicato della loro vita come quando hanno
i piccoli, si mostrino così socievoli? Cosa li spinge a venire a strusciarsi contro le barche e a guardarci da vicino? I biologi non hanno la risposta certa, possono solo
fare delle supposizioni, ma tutti concordano sul fatto
che di tutte le balene esistenti al mondo, queste sono le
più curiose e mansuete.
Queste che stiamo vedendo sono balene grigie, che
vengono ogni anno da gennaio a metà aprile a partorire
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e ad accoppiarsi nelle basse e riparate acque delle lagune della Baja California. Arrivano dopo un viaggio di
8000 km che le ha portate dalle fredde acque del Mare di
Bering in Alaska, dove per mesi si sono rimpinzate di
krill per mettere su peso, giù giù lungo la costa del Pacifico fino al Messico. Partono in gruppi di decine di
esemplari, maschi giovani e adulti, femmine gravide e
non, nuotano per settimane senza sosta e senza più alimentarsi fino a che arrivano in vista delle tre lagune Ojo
de Liebre, San Ignacio e Bahia Magdalena. A quel punto
i maschi adulti entrano per primi nelle lagune, le ripuliscono da tutti i possibili predatori come squali e orche,
dopo di che entrano le femmine che possono partorire e
allevare i piccoli in tutta sicurezza mentre i maschi presidiano l’ingresso della laguna nursery. Dopo una gestazione durata 12 mesi, danno alla luce il piccolo che alla
nascita è lungo 5 metri e pesa 680 chili mentre la madre
ne misura 14 e pesa 16 tonnellate. Il piccolo viene alimentato con 200 litri al giorno di una sostanza che per
comodità chiameremo latte, ma che in realtà è una soluzione vischiosa e altamente nutriente che fa sì che il
piccolo cresca in due/tre mesi fino a raggiungere i 7 metri di lunghezza, con uno spesso strato di grasso che lo
proteggerà durante il viaggio di rientro verso nord, percorrendo a ritroso l’ itinerario dell’andata.
Mentre le madri curano i loro piccoli, i maschi e le altre
femmine si accoppiano e pongono così le premesse per il
ritorno nelle calde lagune messicane l’anno seguente.
Ma le balene non erano un pericolo per i naviganti?
Moby Dick insegna. No, Moby Dick non era una balena
grigia ma un capodoglio, impressionante per stazza e
temibile per carattere, assurto suo malgrado a simbolo
dell’indiscriminata caccia alla balena in quanto specie
animale che nei secoli passati ha portato questi cetacei
vicini all’estinzione. Lo credo bene che Moby Dick era
furioso con gli uomini. Nel romanzo non riceve altro
che ferite mortali ed è fatto oggetto di una caccia accanita e vendicativa da parte di un capitano astioso e paranoico. Al di fuori della finzione letteraria, l’animale che
ispirò il personaggio di Moby Dick, un capodoglio realmente esistito e conosciuto come Mocha Dick, quando
venne abbattuto in Cile nel 1830 si dice avesse più di
una ventina di ramponi conficcatigli nel corpo dai balenieri. Dalla metà del XIX secolo, poi, alle fiocine con
ramponi si sostituirono quelle con carica esplosiva, che
straziavano le carni delle povere vittime oltre ogni immaginazione. Tanto, quello che importava non era la loro carne, ma il loro grasso da cui si estraeva l’olio.
Oggi le balene sono protette da leggi internazionali e
la loro popolazione è in costante aumento a tutte le latitudini, nonostante la caccia che alcuni “stati canaglia” quali Giappone, Norvegia , Isole Far Oer e Islanda,
continuano a praticare in barba al resto del mondo. Nel
1994, la balena grigia è stata rimossa dall’elenco delle
specie a rischio degli Stati Uniti. Un successo che fa ben
sperare per le generazioni future, le nostre e le loro.
Testo e foto di Franca Liva Tesan
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
LA PALESTRA DEI PENSIERI
A Bocce ferme
EXPO 2015 - IL CIBO . . . FORSE
Già, forse. L’avverbio esprime dubbio, un dubbio
strisciante, prudentemente sfumato, diplomaticamente sottaciuto; ho ripetuto la visita per ben tre volte,
ostinata, scarpinando imperterrita nel testardo tentativo di togliermi dalla mente quel dubbio, un accanimento in parte dovuto all’affetto filiale per la mia città,
in parte motivato dalla fedeltà verso il nostro territorio,
verso tutto ciò che creiamo sentendoci in dovere di difenderlo agli occhi del mondo, quel mondo diventato
velocemente sempre più piccolo “a portata di immagine”, inghiottito da quella allarmante globalizzazione
che avvicina ma anche spersonalizza; gusti, abitudini,
tendenze, ambizioni, allineati in una omogeneità sempre più prevedibile.
La prima esposizione universale nacque nel 1851 a
Londra, la Great Exibition of the works of industry of
all Nations fu una intuizione del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria. Le trentaquattro edizioni che
seguirono questa geniale iniziativa ebbero lo scopo di
attirare una moltitudine di visitatori da tutto il mondo
affinché si potesse divulgare la nascente industrializzazione, ampliarne la conoscenza, diffondere progetti per
lo sviluppo. Le esposizioni mostravano la realtà, la si
toccava con mano in un mondo circoscritto nei propri
territori, un’attrazione strettamente legata allo spostamento fisico. Oggi il mondo e i suoi veloci cambiamenti sono divulgati dal prepotente avvento digitale, il virtuale è diventato un gioco illusionistico, in cui
veniamo catturati e proiettati ovunque in tempo reale,
dalle webcam ai goPro, fino alle proiezioni da satellite,
vediamo tutto, spiamo, copiamo, diffondiamo, conosciamo, veniamo informati sul presente e perfino su di
un lontano futuro, Internet ci stupisce non poche volte
per il suo occhio universale. Immagini, filmati, tanti,
ovunque, da ogni dove, per ogni quesito, soddisfano intellettuali, scienziati, creativi e morbosità di varia natura.
si parla più di code che di cibo), che le difficoltà divulgative vengono accresciute proprio da questa roboante
scenografia compulsiva, l’accanimento nel voler stupire distrae dal tema, riducendolo a comprimario, astutamente corteggiato dalle nazioni espositrici per la sua
utilità propagandistica a scopo turistico.
Leggo che l’Expo 2015, nel porsi come interazione
fra i popoli, sostiene la finalità di rendere il visitatore
attivo. Un impegno che mi rigira nella testa nel padiglione del Giappone dove, al ristorante “virtuale” Futuro, sediamo a un tavolo collettivo sulla cui superficie
scorrono allettanti immagini della cucina giapponese,
mentre nel locale si diffonde il profumo di cibi “veri”
proveniente dal ristorante nipponico all’uscita dello
stand, per cui l’unica cosa attiva percepita è il borbottio
esigente del mio stomaco.
Ma lo scopo di questo spazio “A bocce ferme” è ospitare un confronto di opinioni, per cui è stato chiesto a
Gabriella di inviarci le sue, non aggiungendo nulla delle nostre, per timore di influenzarne la spontaneità.
Vi lasciamo all’Expo di Gabriella, che vi farà partecipe, con vivace esposizione narrativa, di questa “scorpacciata” nutrizionale.
Isabella
A fronte di questa indiscussa, planetaria, visualizzazione polimediatica legata alla conoscenza, il dubbio
che mi accompagna si rafforza in una inevitabile considerazione. Nel terzo millennio lo scopo iniziale di queste esposizioni universali è ancora vitale? La sua dispendiosa organizzazione apporta oggettivamente una
divulgazione più efficace di quella tecnologica?
Il cibo. Una coraggiosa scelta. Un tema difficile affidato con troppa facilità alla spettacolarizzazione; mi
accorgo lungo questo interminabile decumano (in cui
EXPO 2015 - LO SPETTACOLO
Code, code, code… e prospettive di code! Scale mobili dall’aria provvisoria… corridoi interminabili…
bandiere appese al soffitto apparentemente alla rinfusa,
messe lì come capita capita… un Paese dopo l’altro…!
Questa Expo meneghina accoglie così i suoi visitatori,
già stanchi, e confusi per liberarli poi, a fatica, lungo
un decumano brulicante di gente disorientata che cer-
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
ca di infilarsi, un po’ qua e un po’ là, sperando di indovinare la fila meno lunga davanti ai padiglioni. Le sagome delle costruzioni sovrastano questa rassegnata marea di teste illudendole di contenere chissà quali tesori
segreti pronti per essere scoperti. In realtà queste architetture, spesso azzardate, si prestano più allo spettacolo che al tema dell’esposizione relativo all’alimentazione e, soprattutto, alla ricerca di soluzioni per
sopperire alle future carenze di cibo. Pochi i Paesi che
centrano l’obiettivo (i più responsabili), molti quelli
che offrono “in pasto” ai visitatori lo spettacolo fanta-
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smagorico di immagini ad alta tecnologia e ti fanno roteare nei piatti come se fossi un gamberetto (i più ricchi) ed altri che, con l’occasione, “sponsorizzano” il loro turismo (i più poveri).
Ciascun Paese corteggia quindi i propri visitatori
proponendo il meglio di ciò che la loro terra offre e non
sempre argomenti come fame, acqua, ricerca e vita
vengono sviluppati in un contesto di futuro per le popolazioni. Spesso perciò si assiste a sfilate di prodotti,
documentari o altro mentre lo slancio verso il futuro
cade nel vuoto.
Il cibo è ovunque: ristoranti, chioschetti, street food,
clusters, zone dedicate a caffè, cioccolato, pesce e altro… tanto altro… l’elenco è lunghissimo. Tutto, comunque, costoso ed apertamente in contrasto con lo
spirito della manifestazione. Girando lo sguardo attorno si scorgono, uno dopo l’altro, i profili di quei padiglioni che non nascondono la frettolosità con la quale
sono stati edificati all’ultimo momento e dopo anni di
complicate polemiche, litigi, blocchi e (diciamolo pure), della corsa disperata di chi, con qualsiasi mezzo, ha
cercato di aggiudicarsi gli appalti. Ci si convince sempre di più che neppure i ventun milioni e mezzo di biglietti venduti ai visitatori che hanno calpestato il decumano e il cardo abbiano coperto i costi sostenuti per
accontentare le tante e fameliche bocche.
“Uniti nella diversità” sembra dire la miriade di stranieri e non, di studentelli e scolaresche che ti sfiora
mentre galoppa con zaini, passeggini, computer e perfino valigie, verso i padiglioni che, a loro volta, fanno
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
eco e rimandano il messaggio: “anche noi siamo uniti
nella diversità”!
L’ ”inespugnabile” Palazzo Italia (code dalle due alle quattro ore ed oltre), si pavoneggia tra le altre brutture architettoniche dell’esposizione con il suo gigantesco scrigno a listelline bianche alternate a spazi vuoti
ed a vetrate asimmetriche. Fa colpo vedendolo e sembra quasi bello nell’insieme dei padiglioni espositivi,
noi milanesi ci auguriamo tutti che venga riutilizzato
in un prossimo futuro con tutta l’area dei dintorni per
qualcosa di socialmente utile e che tutti gli sforzi fatti
per questi allestimenti non vengano vanificati e dispersi, come spesso accade nel quotidiano. Lo scheletro in
legno dell’Albero della Vita gli sta accanto nel bel mezzo di una fontana circolare, a intervalli più o meno prestabiliti, spara qualche fiore di carta o plastica colorata
di una bruttezza rara quando lo si guarda da vicino, più
spettacolare ma sempre brutto visto da lontano. Ma è
quando cala la sera che il “paesaggio” si anima: l’Albero della Vita si veste di luci, colori e lampi che saltellano, guizzano, roteano seguendo una musica ora classica, ora romantica, ora rock!
Bello, entusiasmante, trascinante perfino!… ma che
senso ha questa apoteosi così spettacolare?
Un emblematico Arcimboldo, scomodato dal suo
limbo cinquecentesco, e nemmeno con cognizione di
causa detto tra noi, mi fa uno sberleffo da un cartellone
pubblicitario e il pensiero torna al vecchio e generoso
Albero della Cuccagna che premiava chi riusciva a conquistare i suoi salami e i suoi formaggi. Ma qui quale
conquista si ottiene quando le luci si spengono?
Torno a casa contenta, ma non ho capito!
Gabriella
Finanza, parliamone
Lo spazio, dedicato alla Finanza, ospita in questo numero due argomentazioni
di natura diversificata; il primo, espone un aspetto colorito della situazione globale,
il secondo, analizza il comportamento emotivo degli investitori
SITUAZIONE FINANZIARIA DEL MONDO
AL NOVEMBRE 2015
Sull’ultimo numero di “Napul’è”, periodico del Gruppo Campania, ho volto lo sguardo verso la Cina per cercare di analizzare la debacle del 46% della Borsa di
Shanghai e le ripercussioni che l’entità di tale perdita ha
avuto sulle economie di tutto il mondo. Ho ricordato sia
il fatto che tale borsa aveva avuto un exploit nei due anni precedenti del più 125%, sia che i dati al terzo trimestre 2015 puntualizzavano in più 6,9% l’aumento del
P.I.L. del Dragone, paragonandolo ad un più 12,3% del
corrispondente periodo 2014. Avevo ricordato come siderurgia e cemento erano stati i settori più in crisi (non
è un caso che la logistica renda meno agevoli le esportazioni). Avevo per ultimo ricordato le sceneggiate della
Merkel che solo alla fine si era lasciata convincere ad
avere un atteggiamento meno strozzino verso la Grecia.
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Ma ora ampliamo il discorso a tutte le piazze finanziarie nel mondo.
Permane il mistero Americano: L’indice DJia nel
2014 a Wall Street si era limitato ad un più 13,8% (rispetto agli eclatanti dati cinesi dello stesso anno) quando gli USA erano al 24,26 % del detto tunnel di una crisi di cui non si intuivano né durata né rimedi… ora
sono all’86,88 % con il dato del sussidio di disoccupazione ogni mese sempre in discesa e migliore di quanto gli analisti americani più ottimisti prevedono. EdFF
il DJia cosa fa???? Dopo dieci mesi mette un asfittico
1,3%. Veramente una miseria. La dice lunga la scelta
del management della Lottomatica che il 7 aprile 2015
fa un delisting (la revoca della società dalle negoziazioni ) a Milano dando appuntamento per luglio a Wall
Street e poi, costatato il momento di Wall Street, ancora non ci pensa proprio a quotarsi. La Fed (la Banca
centrale degli Stati Uniti d’America) vorrebbe giustamente e da mesi alzare i tassi sia attivi che passivi e
quelli dei Treasure bond. E non aspettano altro i fondi
pensioni americani ed i fondi pensioni di tutto il mondo. A dire di no sono le suppliche del fondo mondiale
degli investimenti con la presidentessa Christine Lagrange ed il nostro Draghi per la Banca Europea per
paura che Stati forti tipo Germania, Finlandia, Belgio,
Lussemburgo (per conto terzi visti i fondi che lì sono
domiciliati) possano chiedere analoghi movimenti.
Diamo ora uno sguardo ai paesi emergenti: Brasile,
Russia, India e Corea…
Purtroppo gli ex BRIC (è un acronimo utilizzato
in economia internazionale per riferirsi congiuntamente a: Brasile Russia India Cina) hanno poco da festeggiare: il Brasile prima dei mondiali è entrato in una
spirale negativa che non si è trasformata in crollo solo
perché con le prossime olimpiadi un po’ di denaro ancora si muove. Mosca con l’embargo per la situazione
ucraina ha avuto tracolli sia nel cambio del rublo-dollaro sia alla borsa di Mosca. Nel disperato tentativo di
sopravvivere al crollo del prezzo del petrolio e del gas
ha stipulato un accordo gigantesco per forniture di ambedue i prodotti quasi a sottocosto con la Cina, ove
sembra che gli organismi di uno operato di cataratte e
di un altro che porta una stampella si aiutino reciprocamente. La Corea del Sud è scesa da più 3,5% ad un
più 1,55%. Ma quando il 28% del PIL di una nazione lo
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fa una sola conglomerata (la Samsung) è chiaro che le
cose sono aleatorie. Infine l’India che è quella che sta
meglio con un PIL +3,9% da più 2,7%. Ma con gli indiani il discorso per noi italiani è complesso, più per lo
scandalo fatto emergere in Italia per gli aerei, con un
sottobanco del 6% a causa dei soliti noti della “banda
bassotti” (con conseguente annullamento della fornitura di altri 16 caccia dopo i due venduti e pagati) che
per la vicenda dei due marò che, se non fosse tragica,
oramai sarebbe comica.
Ed allora? I rimedi:
1) lasciare fare al tempo. Più un gas è compresso più
lo scoppio è dirompente. La Fed (la Banca centrale degli Stati Uniti d’America), se i tassi non li alza ora di ¼
di punto o mezzo punto, a febbraio li alzerà di ¾ o ad
aprile li alzerà di un punto tutto insieme ed allora il Tesoro in Italia, il bot a tre mesi a tasso negativo come li
ha allocati all’ultima asta di ottobre, se lo potrà sognare;
2) la contromossa può essere quella di avere l’intuito di percepire in anticipo sugli altri paesi quali sono
quelle economie che potrebbero diventare vincenti nel
giro di due tre anni ed andarvi a piantare ora basi solide. Per esempio, non è un caso che quel giovane ma
vecchio marpione di Renzi in Sud America (schivando
Brasile, Argentina e Venezuela) ha visitato Cile, Perù,
Colombia e Cuba.
Parliamo, infine, del mercato immobiliare. Due anni
e mezzo fa in Spagna fu bocciata dal parlamento, con
una maggioranza di appena 53% contro 47% voti, una
proposta di legge che proponeva di abbattere il 40%
delle seconde case invendute, pignorate e di proprietà
delle banche e localizzate in Costa del Sol, Costa Brava,
Isole Baleari. La finalità era, ovviamente, quella di rivalutare gli immobili restanti, non abbattuti, negli stessi
“parchi”. Ora che a Londra si sono raggiunti prezzi da
affezione tanto che sembra che le pareti di casa siano
laminate in oro e che a Parigi gli affitti vanno ancora
benino mentre si compra male, a Madrid si sta iniziando a vendicchiare qualcosa e se si fosse ripresentato il
sopraddetto disegno di legge… per il proponente onorevole chiamerebbero la neuro. In Italia i prezzi non
sono risaliti ma non scendono più. Il cavallo se non
vuole bere… non beve, ma il toro, pur se qualche giorno è apatico, quando vede rosso si infuria sempre.
Roberto Ferrara Gruppo Campania
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
La Finanza Emotiva
Cresce l’interesse per gli esaltanti progressi dell’economia cognitiva e della ‘neuroeconomia’, sia nel grande pubblico sia in chi ha responsabilità economiche. Vi
è ormai una fusione intima fra economia e psicologia.
Si parla anche di economia comportamentale o finanza comportamentale con forte contenuto emotivo
(paura o avidità).
Quotidianamente prendiamo cattive decisioni. Sovente ci lasciamo sedurre da offerte speciali, oppure
perseveriamo in investimenti sbagliati, e comunque le
nostre scelte sono sempre colorate di emozioni istintive. Quando ad esempio guadagniamo del denaro in modo inaspettato, la neuroeconomia chiarisce, che le regioni del cervello eccitate sono le stesse che si attivano
per i peccati di gola, per il desiderio sessuale, etc.
Tutti ci ricordiamo gli anni dal 1997-1999, quando
operai, impiegati, massaie, fabbri, muratori, salumieri,
carpentieri e persone di tutti i mestieri di questo mondo, hanno messo in atto guadagni cospicui investendo
in Borsa. È noto anche che la Borsa ha avuto un trend
positivo durato oltre due anni e pertanto era relativamente facile fare buoni affari. Ma poi nel 1999-2000 ci
fu la ‘bolla internet’ e la caduta verticale dei principali
mercati mobiliari mondiali e tante persone, di quelle
sopra citate, stanno ancora piangendo per i numerosi
investimenti azionari con relative perdite, bruciando
così i risparmi di una vita.
Oggi più che mai, i mercati finanziari sono caratterizzati da uno scenario d’incertezza sul futuro e da un
elevato livello di emotività degli investitori. Tutto questo è emerso prepotentemente dopo la crisi economica
mondiale iniziata in America nel 2007, con la crisi dei
mutui sub-prime ed il fallimento di Lehman Brothers
nel 2008. Quindi, la storia si ripete, è il caso di dire.
Molti risparmiatori, presi dal panico per la crisi dei
mercati finanziari, hanno liquidato i loro investimenti.
Questa crisi ha inevitabilmente messo in discussione
la fiducia dei risparmiatori nei confronti dell’offerta di
servizi finanziari; infatti è aumentata la ricchezza investita dalle famiglie italiane in depositi bancari se non addirittura conservata sotto il materasso, perché così si ha
più sicurezza. L’imprevedibilità e la volatilità dei mercati
finanziari, aumentano gli aspetti emotivi dei clienti, che
si riflettono poi, sulle scelte d’investimento. Oggi l’emotività non è più considerata come un veicolo d’irrazionalità o un elemento in grado di danneggiare il processo decisionale. Occorre pertanto evitare gli eccessi! Un bravo
consulente finanziario può consigliare il cliente e quindi
ridurre l’eccessiva emotività in situazioni particolari.
Deve essere chiaro a tutti che l’investitore perfetto
non esiste. Comprare un titolo quando ha raggiunto il
valore più basso e venderlo quando ha raggiunto il
massimo, nessuno è in grado di farlo, nemmeno il più
bravo e competente dei gestori di una SgR.
Esistono un minimo di regole fondamentali per un
buon investimento in fondi che Assoreti e Assogestioni
così declinano:
1) Diversificazione: i fondi investono in diversi titoli
e in vari mercati, per cogliere le migliori opportunità e
ridurre il rischio complessivo;
2) Trasparenza: il risparmiatore sa sempre quanto
valgono i suoi fondi e come sono gestiti;
3) Autonomia: il patrimonio del fondo è separato da
quelli della società che lo gestisce e dell’intermediario
che lo distribuisce;
4) Controllo: Banca d’Italia e Consob vigilano sul rispetto delle regole, a tutela dei risparmiatori;
5) Solidità: grazie alle loro caratteristiche i fondi
hanno sempre aiutato i risparmiatori a superare i momenti difficili dei mercati finanziari.
Occorre rilevare anche che con l’introduzione della
direttiva UE del 2004 meglio conosciuta come MiFID,
recepita dall’Italia nel 2007, è stato fatto un passo importante nel Mercato Finanziario Europeo. Fra le altre
previsioni, riveste particolare importanza per il cliente
e la Banca, l’intervista MiFID e conseguente profilatura
del cliente.
A questo proposito, voglio fare un breve ‘excursus’
sulle profilature dei clienti, adottate dalle Banche con
le ‘asset allocation’ da suggerire, al fine di ottimizzare
il rapporto rischio/rendimento, proprio in base al profilo di rischio e di orizzonte temporale.
Profilo conservativo: l’obiettivo è di protezione del
capitale investito accettando rischi e rendimenti bassi.
Orizzonte temporale: breve termine.
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
Profilo prudente: rischi e rendimenti medio/bassi.
Orizzonte temporale: breve/medio termine.
Profilo moderato: rischi e rendimenti medi. Orizzonte temporale: medio termine.
Profilo bilanciato: l’obiettivo è di crescita del capitale investito con rischi e rendimenti medio/alti. Orizzonte temporale: medio/lungo termine.
Profilo dinamico: l’obiettivo è di crescita significativa del capitale investito con rischi e rendimenti alti.
Orizzonte temporale: lungo termine.
Profilo dinamico evoluto: l’obiettivo è di crescita significativa del capitale investito con rischi e rendimenti molto alti. Orizzonte temporale: lungo termine.
Concluderei con un’affermazione lapalissiana: ad
alti rendimenti corrispondono alti rischi. Fate attenzione!
Tommaso Gigliola Gruppo Lombardia
STORIA E LEGGENDE DELLE NOSTRE REGIONI
Peculiarità romane:
il Congresso degli arguti
Congresso (o congrega) degli arguti: che si indicava
con questa espressione? Gli arguti erano le statue “parlanti” che a Roma dal ‘500 in poi hanno commentato le
vicende capitoline, talvolta in forma di dialogo (da cui
la definizione di congresso degli arguti), dando voce
con ironia e cinismo al malcontento popolare nei confronti dei potenti e dell’autorità costituita, specialmente quella pontificia, con cartelli che venivano appesi
nottetempo ad alcune statue situate nel centro storico
della città nonostante i divieti e talvolta la sorveglianza
dei gendarmi.
I commenti erano di solito satirici e pungenti, spesso in dialetto, ma talvolta in latino, il che lascia supporre che tra gli autori, considerato l’altissimo tasso di
analfabetismo dell’epoca, si nascondessero anche aristocratici e perfino prelati, per screditare i propri nemici politici.
Il popolo diede a queste statue nomi caratteristici,
spesso ispirati a personaggi dell’epoca, con i quali sono
ancora oggi ricordati e menzionati nel sonetto del 1832
“Una casata” del poeta Giuseppe Gioacchino Belli.
Il più celebre degli “arguti”, e anche l’unico ancora
in attività, è Pasquino la cui fama è stata rinverdita dal
film di Luigi Magni “In nome del papa re” nel quale Ni-
no Manfredi prestava volto e voce alla statua, ci sono
poi Marforio, Madama Lucrezia, il Facchino, l’Abate
Luigi e il Babuino: vediamo ora di conoscerli uno per
uno, seguendo una sorta di itinerario turistico attraverso il centro storico di Roma che ci permetterà di
scoprire un inaspettato legame tra uno degli “arguti” e
l’UniCredit.
MARFORIO (piazza del Campidoglio, cortile dei Musei Capitolini) è una colossale statua marmorea di epoca
romana che rappresenta
una divinità marina
(Oceano o Nettuno) distesa sul fianco sinistro;
deve il suo nome alla corruzione del luogo di ritrovamento, il Martis Forum (Foro di Marte). Era
molto spesso la spalla di
Pasquino con il quale dialogava ponendo domande
alle quali seguivano immediatamente le salaci risposte di quest’ultimo: in
32
occasione delle campagne napoleoniche in Italia con
conseguente saccheggio delle opere d’arte, Marforio domandò “È vero che i francesi so’ tutti ladri?” e Pasquino
“Tutti no, ma Bona Parte”.
MADAMA LUCREZIA (piazza S. Marco, a fianco dell’omonima chiesa di fronte all’Altare della Patria) è l’unica componente femminile del congresso degli arguti:
si tratta di un busto femminile alto circa 3 metri rappresentante Iside o una sua sacerdotessa. Venne chiamata così in quanto donata a Lucrezia d’Alagno dal suo
amante, Alfonso V re di Napoli, quando la dama si trasferì a Roma prendendo alloggio nei pressi di piazza
San Marco.
IL FACCHINO (via Lata, angolo via del Corso) è l’unica statua della quale conosciamo sia l’autore, Jacopo del
Conte, sia il nome del personaggio che l’ispirò, Abbon-
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
INDIRIZZI
E NUMERI DI TELEFONO UTILI
SULLA PIAZZA DI MILANO
Unione Pensionati
Segreteria Nazionale
Viale Liguria, 26 - 20143 Milano
Tel. 0286815863 (Presidenza)
Tel. 0286815865 (Commissione Uni.C.A.)
Tel. 0286815816 (Sito Unione)
Fax 0283241832
Gruppo Lombardia
Viale Liguria, 26 - 20143 Milano
Tel. 0286815815 (Presidenza)
Tel. 0286815865 (Turismo e Varie)
Fax 0291971477
Fondo Pensione
Call Center Pensionati
(8,30-13,30 14,30-17,00)
Viale Liguria, 26 - 20143 Milano
Tel. 0521-1916333
Reception: 02-86815861
Giornale “La Quercia Nuova”
Direttore
Giacomo Pennarola
[email protected]
[email protected]
0286815863
dio Rizio, facchino e gran bevitore: realizzata alla fine
del 1500, rappresenta un facchino nel tipico costume
della corporazione degli “acquaroli” e costituiva una
fontana che ornava la facciata principale di palazzo De
Carolis, l’attuale sede dell’UniCredit, sino al 1874 quando, già sfigurata, venne spostata sul prospetto laterale
per preservarla da ulteriori urti e danneggiamenti.
Nel trasferimento andò perduta l’epigrafe posta sopra la fontana, documentata peraltro da incisioni e trascrizioni dell’epoca, che in latino recitava “Ad Abbondio Rizio, coronato facchino nelle pubbliche strade,
valentissimo nel legar fardelli e caricarseli sulle spalle.
Trasportò quanto volle, visse quanto poté e mentre
portava un barile di vino in spalla e uno dentro il corpo, contro sua voglia morì”.
IL BABUINO (situato nell’omonima via) raffigura un
satiro in forma grottesca sdraiato sul fianco sinistro
che adorna la fontana a vasca situata vicino alla Chiesa
di S. Attanasio dei Greci. Una statua talmente brutta e
Direzione e Coordinamento Redazionale
Isabella Cattaneo
[email protected]
[email protected]
(0286815862)
Redazione
Massimo Burlando
[email protected]
Tommaso Gigliola
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Autorizzazione del Tribunale
di Milano
N.118 dell’8-3-1985
Stampa:
Àncora srl - Arti Grafiche
Via B. Crespi, 30 - 20159 Milano
Tel. 026085221
Finito di stampare il 4-12-2015
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
deforme, che influenzò fortemente la fantasia dei romani che lo paragonarono a una scimmia: il babuino,
appunto, divenuto così famoso da determinare il cambiamento dello stesso toponimo della strada, che da via
Paolina divenne via del Babuino.
ABATE LUIGI (piazza Vidoni, angolo corso Vittorio
Emanuele) statua marmorea di epoca tardo romana,
rappresentante probabilmente un oratore o un magistrato. Il suo nome, come recita l’iscrizione nel piedistallo, sembra derivi da quello di un sacrestano della vicina chiesa del Sudario, soprannominato abate Luigi.
Nel 1966 un gesto vandalico lo privò della testa, poi sostituita da una copia, e in tale occasione parlò per l’ultima volta rivolgendosi all’autore del gesto:
O tu che m’arubbasti la capoccia/vedi d’ariportalla
immantinente/sinnò, vòi véde? come fusse gnente/me
manneno ar Governo. E ciò me scoccia.
PASQUINO (piazza di Pasquino, adiacente a piazza
Navona) si tratta di un frammento di un gruppo marmoreo di epoca ellenistica, probabilmente raffigurante
Menelao che sostiene Patroclo morente: ritrovata nel
1501 nel luogo dove si trova tuttora, probabilmente deve il suo nome ad un omonimo artigiano (se ne ignora
il mestiere) che aveva bottega nei pressi ed era noto per
il suo spirito. La sua fama è legata alla festa di S. Marco
in quanto la processione guidata dal Papa passava proprio davanti alla statua: era dunque l’occasione ideale
per manifestare il malcontento popolare con cartelli posti ai piedi o al collo della statua e contenenti aspre e satiriche critiche nei confronti dei potenti e del Pontefice.
La tradizione ci ha tramandato numerosissime “pasquinate” per cui ne citiamo alcune come esempi dello
spirito di Pasquino:
“Figli, meno giudizio/e più fede comanda il Sant’Uffizio/e ragionate poco/chè contro la ragion esiste il foco” in occasione dell’esecuzione dell’umanista Antonio
Paleario (1570) condannato al rogo per eresia durante
il pontificato di Pio V (1566-1572);
“Per chi vuole grazia dal sovrano/aspra e lunga è la
via del Vaticano/ma se è persona accorta/corra da
Donna Olimpia a mani piene/e ciò che vuole ottiene/è
la strada più larga e la più corta” contro Olimpia Maidalchini, influente cognata di papa Innocenzo X Pamphili (1644-1655);
“Qui dentro è il dodicesimo Clemente/i marmi e l’oro onde il sepolcro splende/sono il tributo che la Chiesa rende/a questo papa che morì pezzente” contro Clemente XII (1730-1740) accusato di aver svuotato le
casse del Vaticano per erigere la sontuosa cappella dove
venne sepolto in S. Giovanni in Laterano.
Dopo il 1870 le pasquinate divennero sempre più
rare ma Pasquino tornò a parlare nel 1938 quando, in
occasione della visita di Hitler a Roma, la città venne
parzialmente mascherata con fondali di cartone: “Povera Roma mia de travertino/te sei vestita de cartone/pe’ fatte rimirà da ‘n imbianchino/venuto da
padrone”.
Per concludere ecco la poesia che Trilussa (1871/1950)
dedicò a Pasquino:
Povero mutilato dar destino,
Come te sei ridotto!
Diceva un cane che passava sotto
Ar torso de Pasquino.
Te n’hanno date de sassate in faccia!
Hai perso l’occhi, er naso…e che resta?
Un avanzo de testa
Su un torso senza gambe e senza braccia!
Nun te se vede che la bocca sola
Con una smorfia quasi strafottente…
Pasquino borbottò “Segno evidente
Che nun ho detto l’urtima parola!”
Carlo Troisi - Gruppo Lazio Umbria Abruzzo Molise
La Redazione
vi augura
Buon Natale
e
Felice Anno Nuovo
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
NARRATIVA E SAGGISTICA
Conversazioni
Il mondo religioso a confronto con quello laico, cinque incontri tra il Cardinale Carlo Maria Martini
ed Eugenio Scalfari sulle problematiche del nostro tempo
Le “Conversazioni” (1996-2011), si sono tenute a
Gallarate presso la Casa di Riposo dei Gesuiti che all’epoca ospitava il cardinale Martini, ad eccezione della
prima avvenuta a Roma in occasione di un convegno
sulla pace. Tema principale degli incontri è il rapporto
uomo-religione, la mancata credibilità delle tre componenti che hanno strutturato la nostra società: Dio,
uomo, mondo.
Carlo Maria Martini, noto biblista, Arcivescovo di
Milano e presidente del Consiglio delle Conferenze
Episcopali Europee, venne a mancare il 31 agosto
2012, un mese prima della pubblicazione del volume a
lui intitolato.
Eugenio Scalfari, è uno dei padri del giornalismo italiano, fondatore e direttore del giornale “La Repubblica”, illuminista, attratto da Michel De Montaigne, signore del cinquecento e autore dei “Saggi”, il quale
considerava la conversazione come il più fruttuoso e
naturale esercizio del nostro spirito, la pratica più dolce di qualsiasi azione della nostra vita.
Il primo confronto tra i due protagonisti (Roma ottobre 1966) riguarda la fede. Scalfari, non credente, riconosce sull’argomento la propria inferiorità e preferisce discutere sul declino dell’impegno morale dovuto
all’egoismo, il male oscuro del secolo che pervade sia il
singolo, sia i gruppi sociali; pertanto chiede a Martini
quali siano le cause. Il prelato evidenzia le nostre contraddizioni interiori: l’egoismo è sempre esistito basti
pensare alle guerre, corruzioni, mafie, ma accanto agli
aspetti negativi ve ne sono altri positivi come ad esempio, il volontariato. La sua preoccupazione maggiore si
concentra sulle ideologie che hanno legittimato l’egoismo di gruppo, la legittimazione ideologica del male.
Scalfari parla di utilitarismo, un pericolo per la moralità solidale; Martini cita lo scetticismo diffuso dove,
quel che conta, è realizzare quanto prima possibile la
propria felicità. Entrambi concordano un decadimento
comune, morale e religioso. Martini ravvisa la crisi delle religioni monoteiste, il propagarsi delle sette e del
fondamentalismo. Dinnanzi a queste concezioni si pone il Cristo sulla Croce, che accoglie l’umanità intera
con le sue debolezze e contraddizioni.
Il colloquio, sempre più approfondito, si concentra
sulla figura di Cristo nell’età moderna. Il divino, afferma Martini, è presente nell’immagine che storicamente ha sempre avuto, nelle beatitudini, ci libera dall’an-
goscia della morte per
darci la certezza dell’aldilà. Al suo interlocutore
egli pone l’inevitabile
domanda, in qual modo
un laico non credente
concepisce il senso dell’esistenza umana; sull’argomento la risposta
non si fa attendere. Scalfari considera l’uomo appartenente al mondo
animale che però si distingue da esso per la
sua capacità di guardarsi
dentro con le proprie riflessioni. L’insieme di queste facoltà si chiama coscienza ed è il nostro tratto distintivo; in base a tale premessa, la consapevolezza di dover morire non lo sconforta.
Nonostante i contatti, passarono alcuni decenni prima del loro secondo incontro (Gallarate 10 giugno
2009). La conversazione si concentra sull’etica, un
confronto tra la religione e il mondo laico, per Martini
ricevuta dall’alto, per Scalfari dettata dalla coscienza. Il
cardinale rimarca i problemi non più rinviabili della
Chiesa: la comunione per i divorziati, il celibato dei
preti, i rapporti con lo Stato. Inoltre, egli sottolinea la
mancata visione del bene comune, dove predominano i
singoli interessi a scapito della collettività. Il cristianesimo non vuol dire soltanto andare a messa la domenica, la fede ha valore se coronata dalla carità, bisogna
ascoltare, comprendere il prossimo e includerlo nel
nostro affetto.
Nelle “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, il
vero peccato del mondo è l’ingiustizia, secondo la Bibbia la giustizia è l’attributo fondamentale di Dio, per
essa Gesù ha dato la vita.
Martini conclude l’incontro menzionando il libro:
“L’uomo che non credeva in Dio”, dove vengono riportate diverse similitudini con la propria visione del bene
comune.
Nel suo volume Scalfari ricorda gli anni dell’adolescenza trascorsi al liceo Cassini di Sanremo (fu compagno di banco di Italo Calvino), l’incontro con la filosofia: “Penso, dunque, sono”, il periodo della giovinezza
SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
fino a quell’8 settembre 1943 quando lui e i suoi compagni si separarono.
Scoprì la politica e il mestiere crudele, il giornalismo, un mezzo di espressione dei nostri pensieri, che
lo accompagnò per ben 65 anni. Dettagliata la fondazione del quotidiano “La Repubblica” inteso come indicazione editoriale rivolta al Paese. E pur affermando di
non credere in Dio, l’autore non ne esclude l’esistenza
ma afferma che può fare a meno di questo pensiero per
essere rassicurato.
Nella terza conversazione (27 gennaio 2010), Scalfari chiede a Martini, studioso della Bibbia e dei Vangeli,
se il Dio di Israele è lo stesso Dio dei cristiani. Il prelato traccia una breve cronistoria sulla nascita della religione monoteista, l’idea di un popolo eletto e Israele
era il popolo dell’unico Dio. Noi cristiani dobbiamo inchinarci verso i nostri fratelli maggiori, i precursori
della religione cristiana.
Facendo riferimento all’estinzione della specie, il
giornalista pone il quesito sull’esistenza di Dio anche
dopo la fine del mondo. Martini conferma la presenza,
Egli ci sarà insieme alle anime che hanno creduto in lui.
Il tema della quarta conversazione (10 maggio 2010)
riguarda la Resurrezione, il fulcro della vita spirituale.
Scalfari la considera un miracolo e desidera avere spiegazioni. La risposta del cardinale è precisa. Dio, attraverso
il Figlio ha assunto la natura umana e con la morte sulla
croce riassume quella divina. Lo Spirito risorge ogni
giorno quando vivono in noi la speranza e la carità: la
prima alimenta i nostri sforzi; la seconda illumina il nostro cammino terreno. Pur non credendo nella Resurrezione, il giornalista crede nel Golgota dove fu celebrato il
sacrificio di un giusto, sacrificio che si ripete quotidianamente con sopraffazioni e umiliazioni. Secondo Martini
il Golgota è l’inizio di un percorso penitenziale da attuarsi tramite la confessione, intesa non soltanto come
rieducazione del peccatore ma l’inizio di una nuova vita.
Scalfari chiede delucidazioni sulla missione pastorale della Chiesa e la sua organizzazione istituzionale. I
vescovi sono i successori degli apostoli, risponde Martini; Gesù affidò loro l’incarico di predicare alle genti verità e carità. Questa missione per poter durare nel corso dei secoli, doveva in qualche modo essere protetta,
pertanto l’istituzione è la struttura organizzativa formata dalla Curia, dalle congregazioni e dai tribunali ecclesiastici. Il potere temporale all’interno della Chiesa
rimane comunque una tentazione.
Scalfari ricorda i tempi della guerra quando a Roma
fu accolto dai Gesuiti nella “Casa del Sacro Cuore”, riconosce in Martini la modernità di pensiero e l’intensità della fede. Rivolgendosi al lettore, egli spiega la motivazione che l’ha spinto a incontrare il cardinale.
Quando si è sulla stessa linea d’onda, ci si sente in sintonia l’uno con l’altro sulle domande della vita: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Le risposte ovviamente, sono diverse ma quando coincidono diventano
comune motivo di gioia.
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L’ultima conversazione (6 dicembre 2010), si
concentra sulla figura di
Gesù. Per Scalfari è un
uomo che ha trascorso
gli ultimi anni della vita
predicando; per Martini
è il figlio di Dio; la predicazione diventa il loro
punto d’incontro. Il
giornalista ipotizza una
sua conversione ma la
risposta del prelato è negativa pur non escludendo l’eventualità che un
giorno la fede possa illuminarlo: essa è un dono ma anche una conquista. Scalfari, ribadendo il proprio disprezzo per gli ingiusti, deduce che il Creatore ha creato un mondo ingiusto.
Martini puntualizza il dono della libertà, essa può generare amore verso gli altri ma anche egoismo e sopraffazione. Entrambi concordano che la fede verso la
vita è la condizione preliminare per la fede in Dio.
Scalfari si richiama alla Trinità, inconciliabile con
l’ebraismo e l’islamismo dove il Dio è unico e non raffigurabile; viceversa, in occidente l’arte ha rappresentato
per millenni la storia del Padre, del Figlio, della Madonna e dei Santi, chiede pertanto se il cristianesimo
sia una religione monoteista. La Trinità è Dio comunione, spiega Martini, il Figlio è la persona con cui il
Padre si manifesta al mondo; i Santi, oltre ad essere intermediari, sono testimoni del bene.
Il giornalista trae le sue conclusioni: quando la specie terrena scomparirà dopo il giudizio universale, il
Figlio e lo Spirito Santo non avranno più ragione di
esistere, ma il prelato è categorico: il Figlio sarà la beatitudine delle anime che vivranno nella luce; noi uomini non siamo in grado di conoscere l’aldilà; sappiamo,
secondo S. Paolo, che la carità non avrà mai fine per
cui, si presuppone, ci sarà la riconoscenza di ciò che
abbiamo vissuto nell’amore.
L’incontro volge al termine, seguito dall’abbraccio finale. Con un filo di voce il cardinale dice di pregare
spesso per lui e Scalfari, da parte sua, afferma di corrispondere col pensiero, condiviso reciprocamente anche da Martini. Forse, conclude il giornalista, intendeva dire che il ricordo vale più della preghiera.
Annamaria Capudi
Tratto da:
Conversazioni con Carlo Maria Martini, di Eugenio Scalfari e Vito
Mancuso.
L’uomo che non credeva in Dio, di Eugenio Scalfari.
Conversazioni notturne a Gerusalemme, di Carlo Maria Martini e
Georg Sporschill.
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SETTEMBRE - DICEMBRE 2015
POESIA
In questo numero la rubrica “I nostri Poeti” la dedichiamo interamente a una canzone storica del
repertorio napoletano, ricordando il suo autore e il sentimento che la ispirò. Ringraziamo Carmine
Di Giacomo, Presidente del Collegio dei Probiviri, per il suo apporto allo spazio Poesia della Quercia.
I’ te vurria vasa’: il sogno infranto
di un giovane poeta
Durante il periodo d’oro della canzone classica napoletana, quando si registrava l’enorme successo di brani
scritti da poeti del calibro di Gabriele D’Annunzio, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio e dai musicisti P.M.
Costa, E. De Curtis, F.P. Tosti – solo per citare qualche
nome – uomini di cultura, letterati, giornalisti, andava
affermandosi anche un giovane poeta, quasi analfabeta:
VINCENZO RUSSO. Vincenzo nacque in un quartiere
popolare di Napoli, in una famiglia di
modestissime condizioni economiche, il padre era ciabattino, la madre
operaia che lavorava saltuariamente e
le loro entrate non bastavano a mandare avanti la loro famiglia numerosa, composta dai genitori e da sei figli. Per questo motivo il primogenito
Vincenzo non potè frequentare la
scuola elementare, perchè fu avviato
subito al lavoro per poter contribuire
con il suo modesto guadagno a soddisfare, anche se in minima parte, i bisogni della famiglia. Dapprima imparò il modesto mestiere del padre, poi
fu accolto come garzone in una bottega di guantai, un’attività questa allora molto sviluppata a Napoli. Il lavoro veniva svolto in piccoli
laboratori artigianali, localizzati quasi sempre nei cosiddetti”bassi”, cioè locali al piano terra e spesso veniva
fatto anche sui marciapiedi antistanti. Comunque, Vincenzo, desideroso di migliorare la sua scarsa istruzione,
frequentò la scuola elementare serale per lavoratori e
non mancava nel poco tempo libero di dedicarsi a buone letture. Inoltre, appassionato delle arti e del teatro,
non potendosi pagare i biglietti per gli spettacoli, si fece
assumere come maschera nei teatri della città per poter
così assistere alle rappresentazioni. Lavorando i guanti ,
Vincenzo teneva spesso gli occhi puntati su una finestra
dalla quale si affacciava una giovane e bella ragazza, Enrichetta Marchese, che sarà la musa ispiratrice delle sue
belle canzoni. Il loro fu un amore platonico, fatto di
sguardi, sorrisi, languidi sospiri; un amore purtroppo
senza speranza per le diverse condizioni economiche e
sociali dei due innamorati: lei figlia di un gioielliere, lui
un misero guantaio. Ma ciò non era l’unico ostacolo per
il loro amore, perché Vincenzo, fin da giovanissimo, era
affetto da una grave malattia, la tisi, che lo costringeva
a trascorrere intere notti sveglio, durante le quali metteva in versi le proprie delusioni, amarezze, sogni ed illusioni. Nell’affermarsi come grande
poeta, contribuì anche un altro evento favorevole. Egli, a causa della sua
malattia, sempre gracile, pallidoe
malandato, acquisì la fama di “assistito”, cioè di una persona in grado di
predire i numeri del Lotto. Per questo motivo un grande, ma squattrinato come lui, musicista, appassionato
del gioco del lotto, Eduardo Di Capua
(autore tra l’altro di “O Sole Mio”, la
più celebre canzone italiana) lo avvicinò per avere da lui i numeri da giocare e tentare la fortuna. Nacque così
fra i due una importante amicizia ed
un sodalizio artistico che, unitamente all’influsso romantico della ragazza amata dal poeta, favorirono la
composizione di numerose belle canzoni. Un primo successo lo ebbero con “ Chitarrata”, seconda classificata a Piedigrotta, la rassegna canora famosa in quegli anni, seguita nel 1889 da “Maria Marì”,
una bellissima serenata che diede agli autori successo e
notorietà ed i complimenti del poeta Ernesto Murolo
per il giovane poeta. Vincenzo Russo, però continuava a
menare la sua misera vita, in quanto i pochi guadagni
bastavano appena per aiutare la propria famiglia bisognosa e per comprarsi le medicine necessarie per curarsi. Nel 1900, alla fine di uno spettacolo teatrale in cui si
esibiva Armando Gill (autore di “Come pioveva”), la maschera del teatro, Vincenzo Russo, consegnò ad Eduardo Di Capua alcuni foglietti sui quali aveva scritto una
sua nuova poesia, invitandolo a musicarla. Nasceva così:
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“I’ TE VURRIA VASA”, che sarà la più bella e celebre melodia composta da questo giovane poeta e dell’amico
musicista
I’ mmevurria addurmì,
I’ mmevurria addurmì
Vicin’ô sciato tuojo
‘N’ora pur’i’,
‘N’ora pur’i’.
Lo spartito è qui
Ah! Che bell’aria fresca,
Ch’addore ‘e malvarosa!
E tu durmenno staje
‘Ncopp’a ‘sti ffronne ‘e rosa.
‘O sole a poco a poco
Pe’ ‘stuciardino sponta,
‘O viento passa e vasa
‘Stu ricciulillo ‘nfronte.
I’ te vurria vasà,
I’ te vurria vasà,
Ma ‘o core nun mm’ ‘o ddice
‘E te scetà,
‘E te scetà.
I’ mme vurria addurmì,
I’ mme vurria addurmì
Vicin’ô sciato tuojo
‘N’ora pur’i’,
‘N’ora pur’i’.
Sento ‘stu core tuojo
Ca sbatte comm’all’onne.
Durmenno, angelo mio,
Chisà tu a chi te suonne.
‘A gelusia turmenta
‘Stu core mio malato.
Te suonne a me? Dimmello!
O pure suonne a ‘n’ato?
I’ te vurria vasà,
I’ te vurria vasà,
Ma ‘o core nun mm’ ‘o ddice
‘E te scetà,
‘E te scetà.
I’ mmevurria addurmì,
I’ mmevurria addurmì
Vicin’ô sciato tuojo
‘N’ora pur’i’,
‘N’ora pur’i’.
Tu duorme, oje Rosa mia,
E duorme a suonno chino,
Mentr’io guardo, ‘ncantato,
‘Stu musso curallino.
Ah! Che bell’aria fresca,
Che odore di malvarosa!
E tu stai dormendo
Su queste foglie di rosa.
E chesti ccarne fresche
E chesti ttrezze nere
Mme mettono ‘int’ ‘o core
Mille male penziere.
Il sole a poco a poco
In questo giardino spunta,
Il vento passa e bacia
Questo ricciolino sulla fronte.
I’ te vurria vasà,
I’ te vurria vasà,
Ma ‘o core nun mm’ ‘o ddice
‘E te scetà,
‘E te scetà.
Io vorrei baciarti,
Io vorrei baciarti,
Ma il cuore non mi dice
Di svegliarti,
Di svegliarti.
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Io vorrei addormentarmi,
Io vorrei addormentarmi
Vicino al fiato tuo
Per un’ora anch’io,
Per un’ora anch’io.
Tu dormi, oh Rosa mia,
E dormi il sonno profondo,
Mentre io guardo, incantato,
Queste labbra coralline.
E queste carni fresche
E queste trecce nere
Mi mettono nel cuore
Mille cattivi pensieri.
Io vorrei baciarti,
Io vorrei baciarti,
Ma il cuore non mi dice
Di svegliarti,
Di svegliarti.
Io vorrei addormentarmi,
Io vorrei addormentarmi
Vicino al fiato tuo
Per un’ora anch’io,
Per un’ora anch’io.
Sento questo cuore tuo
Che sbatte come le onde.
Dormendo, angelo mio,
Chissà chi tu sogni.
La gelosia tormenta
Questo mio cuore malato.
Sogni me? Dimmelo!
Oppure sogni un altro?
Io vorrei baciarti,
Io vorrei baciarti,
Ma il cuore non mi dice
Di svegliarti,
Di svegliarti.
Io vorrei addormentarmi,
Io vorrei addormentarmi
Vicino al fiato tuo
Per un’ora anch’io,
Per un’ora anch’io.
Nella prima parte il poeta immagina, come in un sogno, di ammirare la sua bella innamorata mentre dorme su un letto di foglie di rose in un giardino pervaso
da un fragoroso profumo di malvarosa. Vorrebbe baciarla ma non osa svegliarla. Nella seconda parte, guarda la sua bella dormiente, nota le sue labbra color corallo, le trecce di capelli neri, il corpo fresco dalle
sensuali forme che fanno sbocciare in lui fiammate di
passione. Nella terza parte, infine , il poeta è assalito da
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forte gelosia. La sua amata, si domanda, sta sognando
lui o un altro? Questa canzone si classificò seconda alla Piedigrotta del 1900, non ebbe subito un grande successo, ma poi negli anni è divenuta celebre, anche perché interpretata dai più valenti cantanti e tenori
esistenti. Il segreto di tanto successo sta nella schiettezza di contenuti e freschezza di immagini; una composizione in cui il Russo mise tutto il suo entusiasmo
giovanile, l’illusione in una vita migliore, la sperata
beatitudine dell’amore. La vita del nostro poeta ebbe
purtroppo un prevedibile drammatico epilogo. Le cronache riportano che nel 1904 all’età di 28 anni, quando
le sue condizioni di salute erano fortemente peggiorate, un triste giorno dal balcone della sua casa di Piazza
Mercato assistette al matrimonio della sua adorata Enrichetta, che egli non aveva potuto sposare a causa della sua grave malattia. Tornato a letto, dettò al cognato i
versi della sua ultima poesia, quasi un testamento spirituale, “L’urdema canzone mia (Tutto è fernuto)”: “Addio stagione belle/Addio rose eviole/I’ ve salute”. Si
spense l’11 giugno del 1904. La canzone fu musicata
dall’amico Di Capua, il quale consegnò anche il testo
alla musa del poeta, Erichetta Marchese, che lo mise in
un medaglione e lo tenne caramente con se per tutta la
vita. Fu questa l’ultima testimonianza di un genio della poesia napoletana, un figlio a cui Napoli deve eterna
riconoscenza per l’enorme patrimonio artistico e culturale (circa 150 poesie) che ha lasciato, anche se la critica lo ha riscoperto solo di recente. Non conosceva la
metrica, non era colto, ma era un grande, sensibile,
dolce poeta ed artista.
Bibliografia
Vittorio Paliotti (2007) Storia della canzone napoletana. Editore Newton Compton.
P.S. Si invita il lettore ad ascoltare la canzone su google-you tube nella versione di Massimo Ranieri, Sal da
Vinci, Mango.
Carmine Di Giacomo – Unipens Na
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I NOSTRI LUTTI
Abbisogni Luigi - Palermo
Altamura Enrico - Ischia (NA)
Ambrosini Cirillo - Cazzago San Martino (BS)
Antoniotti Isidoro - Novara
Ardito Grazia - Bari
Argenteri Mario - Voghera (PV)
Bailo Luciano - Piacenza
Balegno Giuseppe - Villareggia (TO)
Balestri Giovanni - Livorno
Baratto Giovanni - Melegnano (MI)
Barberio Teodolinda - Como
Barrile Cristofaro - Rende (CS)
Bauducco Giovanna - Torino
Belletti Biagio - Milano
Bencini Maria - Empoli (FI)
Bennassi Gabriele - Bologna
Berlanda Domenico - Bolzano
Berruti Mauro - Lucca
Bertuletti Carla - Cassina De’ Pecchi (MI)
Bilielli Maria - Senigallia (AN)
Bo Pietro Michele - Mezzenile (TO)
Bolla Tecla - Acqui Terme (AL)
Bonsanto Donato - Prato Po
Borghi Mario - Scandicci (FI)
Bossina Rosangelo - Torino
Buriani Renzo - Milano
Busia Francesco - Roma
Camerati Giovanna - Firenze
Campagna Gianfranco - Albano Laziale (RM)
Caprara Mario - Parma
Caratelli Violante - Roma
Carlone Francesca - Torino
Castagna Giulietta - Venezia
Castaldo Mattia - Afragola (NA)
Catanzano Teresa - Napoli
Cautela Comelei - Milano
Cavaliere Francesco - Kathu-Phuket
Thailand Ee
Cencetti Gianfranco - Firenze
Cesario Giovanna - Varese
Citella Aleardo - Milano
Cogliati Luigi - Milano
Colombo Guido - Milano
Conti Lucilla - Genova
Costantini Giovanna - Venezia
Costanzo Rosario - Catanzaro
Crescenzi Giuseppina - Foggia
Crescini Paolo - Milano
Dall’asta Genoveffa - Milano
Dalla Vecchia Giancarlo - Verona
De Luca Guido - Napoli
De Stefano Carmine - Nola (NA)
Delrio Michele - Milano
Di Blasi Augusta - Milano
Diritti Pietro - Bologna
Farina Scabissi Ennio - Perugia
Farnedi Massimo - Cesena (FC)
Ferrari Fulvia - Milano
Fiore Vincenzo - Solaro (MI)
Fumia Giovanni - Casnate Con Bernate (CO)
Gabrielli Rosa - Varese
Gambarelli Guglielmo - Cavaglia’ (BI)
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Gargiuolo Sergio - Milano
Gatti Francesco - Trento
Gavini Giovanni - La Spezia
Gigli Giuseppe - Milano
Giorgi Giulia - Cologno Monzese (MI)
Giudici Palmira - Ispra (VA)
Gobbin Tosca - Venezia
Golini Bruna - Lentini (SR)
Govoni Adriano - Cadorago (CO)
Grasso Caterina - Milano
Guerini Olivero - Bagnolo Mella (BS)
Higgins Francesc Joan - Venezia
Kovarich Edda - Milano
Lardicci Liliana - Livorno
Lelli Umberto - Roma
Livoni Walter - Asso (CO)
Lucchini Adele - Paderno Dugnano (MI)
Maffioli Annamaria - Milano
Maiorano Alberto - Bari
Martina Virginia - Brindisi
Martinelli Anna - Maria Dimaro (TN)
Mascardi Maria Luisa - Genova
Mauceri Giuseppe - Lentini (SR)
Miscione Giuseppina - Milano
Molteni Silvana - Airuno (LC)
Montinari Trifone - Comacchio (FE)
Mussano Pierguido - Cerrina (AL)
Nocenti Mario - Martinengo (BG)
Onofri Marcella - Roma
Oteri Stefano - Roma
Pagani Gianantonio - Milano
Palazzolo Paolo - Napoli
Panagini Nicoletta - Roma
Papotto Natalizia - Messina
Pascazio Vincenzo - Bari
Passeri Stanislao - Roma
Pavesio Giovanni - Torino
Pessi Angela - Milano
Pizzati Adriano - Venezia
Pozzoli Piergiorgio - Arosio (CO)
Ramella Pietro - San Gregorio Di Catania (CT)
Ranfagni Antonio - Legnano (MI)
Rausa Giuseppe - Milano
Riccardi Annibale - Milano
Rimonta Maria Luisa - Milano
Riva Luciano - Milano
Romerio Carla - Milano
Salina Mariaelisa - Vimercate (MB)
Sallustio Adriano - Roma
Schmidichen Nedda - Milano
Scorrano Vera - Torino
Spinelli Pasqua - Bari
Stefanoni Angelina - Busto Arsizio (VA)
Troccoli Giuseppe - Bari
Valenti Iginio Antonio - Gargnano (BS)
Varesi Rina - Robecco Sul Naviglio (MI)
Ventura Giovanna Maria - Sassari
Viciani Giorgina - Prato Po
Vigano Anna Maria - Milano
Villani Anna - Sedriano (MI)
Vittone Pietro - San Sebastiano Da Po (TO)
Zolezio Mario - Diano Marina (IM)
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