Maestri di Cerimonia

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Maestri di Cerimonia
Università degli studi di Messina
Facoltà di Lettere e Filosofia
Corso di Laurea in Discipline delle Arti Figurative,
della Musica e dello Spettacolo
M.C.
Maestri di Cerimonia
Tesi di Laurea di:
Andrea Cafarella
Relatore:
Chiar.mo Prof. Dario Tomasello
Anno Accademico 2011-2012
Indice
Indice ................................................................................................................................ 2
Intro - Maestri di Cerimonia ............................................................................................. 4
Capitolo 1 - Dall'esodo di Moses alla parabola di Bam.................................................... 8
1.1
L'esodo modernista di Moses............................................................................ 8
1.2
La guerra e La Famiglia.................................................................................. 10
1.3
Il Mito della creazione .................................................................................... 12
1.4
L'insegnamento della Zulu Nation.................................................................. 15
1.5
Il Messaggio e i Messaggeri ........................................................................... 17
1.6
L'Hip-Hop come lo conosciamo ..................................................................... 20
Capitolo 2 - Il Messaggio letto e riassunto in Italia........................................................ 23
2.1.
Bologna e L'Isola Dopa .................................................................................. 25
2.2.
L'Onda der Fomento di Roma ........................................................................ 31
2.3
Sottodogo e Fabri Fibra. Il rap in televisione ................................................. 35
2.4.
Post Scripta Napoletano.................................................................................. 39
Capitolo 3 - L'MC, il Maestro di Cerimonia................................................................... 42
3.1.
La Parola è un'arma ........................................................................................ 43
3.1.1
Il Titolo: La Confezione.......................................................................... 44
3.1.2
L'incipit: Il Contenuto............................................................................. 46
3.1.3
La Struttura: L'Ordine............................................................................. 47
3.1.4
Le Rime e lo stile metrico: Gli ingredienti ............................................. 49
3.1.5
Le Figure Retoriche: Il condimento........................................................ 50
3.1.6
Il Flow: Il Gusto...................................................................................... 53
3.1.7
Analisi della Rapparola........................................................................... 54
3.2
L'MC, Chi non è?............................................................................................ 56
3.2.1
Il Politico ................................................................................................ 56
3.2.2
L'Esteta ................................................................................................... 58
3.2.3
Il Cantastorie........................................................................................... 59
3.2.4
Il Cantante............................................................................................... 61
3.2.5
Il Poeta .................................................................................................... 63
3.3
L'MC, Chi è?................................................................................................... 67
3.3.1
Caratteristiche Esteriori: Il Vestiario....................................................... 68
3.3.2
Radici e Messaggio: Fegato e Muscoli................................................... 70
3.3.3
Ricerca, Verità e Condivisione: Cuore.................................................... 72
3.3.4
MC Combattente: Cervello..................................................................... 74
Outro - Maestri di Cerimonia ......................................................................................... 76
Glossario - Le parole dell'Hip-Hop................................................................................. 79
Bibliografia ..................................................................................................................... 83
Discografia...................................................................................................................... 85
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Intro
Maestri di Cerimonia
Nella vita, ci sono cose che puoi controllare ed altre invece che ti incontrano quando
ancora non hai il quadro completo delle tue possibilità, e ti controllano e ti plasmano,
senza che tu possa fare altrettanto.
Per me è stato cosi, quando avevo 14 anni, l'hip-hop è piombato nella mia vita con
una forza cosi grande da non lasciarmi scampo. A quel tempo mi ero avvicinato ad un
gruppo di amici, e tutti loro ballavano break-dance, e si andava semplicemente in luoghi
come p.zza Antonello, la stazione marittima, per ascoltare, ballare e stare insieme. Ed
era un modo per vivere l'Hip-hop, ai tempi il solo modo che conoscevo. Un giorno,
sfortunato o fortunato, non lo so, mi ritrovai a Capo d'Orlando, paese natio di uno dei
componenti della nostra crew, e lì vidi per la prima volta dei ragazzi, che invece di
ballare, facevano freestyle. Loro semplicemente passavano le serate a rimare,
improvvisando per tutta la notte, rimasi subito impressionato. In un paesino cosi piccolo
esisteva qualcosa che invece in una città come Messina si era perso? e io non ne ero a
conoscenza?
La grande potenzialità di questa cultura è sicuramente la globalizzazione del
fenomeno, il poter arrivare a tutti, il poter dare un messaggio al bambino di 8 anni, far
ballare la ragazza di 18 e aprire la mente di un uomo sui 50. Ma anche e sopratutto
l'essere familiare, il partire dal basso, il sapere che una decina di ragazzi di un paese
relativamente piccolo, vivono l'Hip-Hop tutti i giorni. Come dice Dj Kool Herc "Per me
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l'hip-hop è "vieni come sei". Siamo una famiglia". A Capo d'Orlando, era cosi, non
esisteva youtube, non c'erano i microfoni, si stava in cerchio e si diceva qualcosa. L'hiphop che è ora di tutto il mondo, in ogni minuscolo paese, nasce come è nato nel Bronx,
da poche persone che hanno qualcosa da condividere e lo fanno attraverso questo tipo
di comunicazione verbale, fisica, visiva, musicale.
Mi ero innamorato. passavo ore a scaricare video di contest di freestyle, e
guardarli e riguardarli, a farlo con gli amici, da solo nella mia stanza, in piazza, al bar,
improvviso e improvvisato. Poi fortunatamente c'è sempre un'evoluzione, dal freestyle
si passa a scrivere un testo, lo si condivide con un gruppo, si da un nome al gruppo e si
comincia a registrare la prima canzone, in cameretta, con un microfono prestato e di
scarsa qualità, con gli strumenti che si hanno. E poi il 20/08/2006, quei ragazzi di Capo
d'Orlando ti chiamano a portare le tue creazioni su un palco, con un microfono, davanti
a tante persone, in piazza. Ricordo benissimo quel giorno, dopo un mese di prove, per
fare quattro canzoni contate, prendere il treno, con tanti amici, e tenere in mano quel
microfono per la prima volta davanti a un pubblico. Da quel momento, vivere questa
cultura è diventata un'esigenza: conoscere un mc che militava nei Fuori Fase, che con
tutta l'umiltà del mondo, racconta degli anni '90, quando l'Hip-Hop era di pochissimi,
quando nessuno aveva la pretesa di essere ascoltato da migliaia di persone, ma solo di
fare qualcosa di bello, di condividerlo e di crescere tutti assieme, da Varese a Messina,
fino in Francia, Germania, e potergli spiegare, con i fatti, che ancora ci sono persone
che la vedono, la pensano e la vivono come allora. Avere la possibilità di crescere,
stando bene solo perché ci si può sfogare su di un foglio, e poi rendere quel testo un
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qualcosa di più, farlo arrivare ai tuoi amici, e agli sconosciuti, e dargli qualcosa, è tutto.
I "grandi", quelli che in questo contesto, vengono chiamati "old school", mi hanno
insegnato, in un modo o nell'altro, cosa vuol dire "rispetto": è una componente
essenziale di questa cultura, bisogna rispettare l'altro, sempre e comunque, e sopratutto
rispettare le proprie radici: un mc che deliberatamente insulta una certa minoranza,
qualsiasi, senza uno studio e delle motivazioni ben precise, ha capito ben poco dell'HipHop, allo stesso modo un rapper messinese che non sa chi siano i Nuovi Briganti, non
sa da dove viene quello che sta vivendo, non ha rispetto per le proprie radici culturali.
L'Hip-Hop è cultura, che tu sia un breaker, un mc, un writer, un dj, o semplicemente una
persona che vive l'Hip-Hop, fai parte di qualcosa, di diverso, di grandioso e piccolo allo
stesso tempo, di una cultura di strada, che ha dei valori condivisi, anche se non sono
scritti nei libri, e non te li spiegheranno a scuola, anche se non esiste nessun uomo in
giacca e cravatta che ne parla ad una platea. E' una cultura che si tramanda vivendola,
che si vive tramandandola, non è un genere musicale, e nemmeno uno stile di ballo, di
comportamento o un modo di vestire, ma è anche tutto questo. L'Hip-Hop è vivere, ed
essere se stessi, con gli altri, sempre.
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"It’s one life to live
so live it the best you can,
the world could use one less man
Not enough air"
Nas
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Capitolo 1
Dall'esodo di Moses alla parabola di Bam
"Rap e Hip-Hop hanno due definizioni differenti. La musica rap è rap sulla musica. La
musica c'era già. C'era il soul, c'era il rhythm 'n blues, c'era il rock'n'roll [...] e per
questo è impossibile dire che il rap prima o poi svanirà, perchè è come dire prima o poi
svanirà la canzone. L'hh invece, è più complesso, perchè è una sottocultura che può
esprimersi attraverso l'abbigliamento, i libri, il cinema e ovviamente nel modo in cui si
mettono insieme la musica e le parole. [...] L'hh è il termine che ha definito la creatività
afroamericana negli ultimi 25 anni. L'hh potrebbe svanire, potrebbe essere sostituito da
un'altra sottocultura. Ma il rap no, il rap resterà, e cambierà." (Chuck D. voce del
gruppo Public Enemy)1
L'Hip-hop affonda letteralmente le proprie radici in un luogo ben preciso, ed in un
tempo calcolabile e storicizzato. Ma invito a fare attenzione a questa conclusione, vi è
una storia dell'Hip-Hop, come cultura, ed una storia del rap come genere musicale, che è
molto diversa e che si intreccia con altre storie, come la musica Jamaicana, quella nera
di New Orleans, il jazz, il blues, la musica africana.
1.1
L'esodo modernista di Moses
Questa cultura, ha un luogo d'origine e si chiama Bronx, e per molti ha anche un anno e
1 E. Assante "Questa musica è l'internet dei neri" in ‹‹Repubblica›› 22 settembre 2004. p. 37.
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un giorno in cui è nata, ma si deve partire da qualche anno prima per capire dove siamo,
e si tratta del 1953, quando tale Robert Moses (da molti identificato come il Mosé che
portò all'esodo di questa storia) crea "una catastrofe modernista di proporzioni inaudite."
la Cross-Bronx Expressway da un progetto del 1929 ideato dalla New York Regional
Plan Association. Una enorme autostrada a tre ferrovie, cinque linee sopraelevate di
metropolitana e altre sette superstrade, che avrebbe permesso di attraversare tutto il
Bronx in soli 15 minuti. L'esodo delle famiglie irlandesi ed ebree, che furono sfrattate in
pochi mesi con un indennizzo ridicolo (200 dollari per stanza) fù istantaneo e seguito
dalla costruzione di enormi palazzi da 1200 unità abitative ciascuno, pronti ad ospitare
immigrati da tutto il sud America e non solo. Moses dichiarò "ci sono un tot di persone
tra i piedi, tutto qua. Non vedo grandi difficoltà.".
Sia chiaro, che l'esigenza prima di questa cultura è combattere il disagio con la
creatività, piuttosto che con la violenza, e di disagi in quegli anni nel Bronx ce n'erano
parecchi. Questa è l'epoca della presidenza di Jimmi Carter (1977-1981) e poi di Ronald
Reagan (1981-1984; 1984-1989) politici che hanno fatto drammatici tagli all'assistenza
sociale, all'istruzione ed alla sanità, ereditando le azioni di Nixon (1969-1974),
fortunatamente si incrociano con le storie di Jesse Jackson, reverendo candidatosi alla
presidenza del 1984 e del 1989, Muhammad Alì, Malcolm X, Martin Luther King e tanti
altri nomi di personaggi che si sono battuti per i diritti dei neri d'america. Il Bronx era
senza ombra di dubbio l'espressione americana del popolo nero più forte e allo stesso
tempo più disagiato.
In questo clima di estrema tensione, sono anni fatti di buio e fuoco, solo tra il
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1973 e il 1977 nel south Bronx furono appiccati 30.000 incendi, la loro conclusione fù:
"l'ultimo stadio dell'edilizia capitalista è l'incendio doloso" tutto qui. Nel 1977 giorno 3
luglio, i lampioni si spenserò, e fù l'occasione per tutta quella comunità di urlare forte il
proprio malcontento, furono appiccati migliaia di incendi e saccheggiati centinaia di
negozi, il tumulto del south bronx fece liberare la forza di quella comunità in una
singola notte senza luce. "E cosi il vicepresidente se ne va in Europa e in Giappone, il
segretario di stato vola in Russia e in Medio Oriente, l'ambasciatore alle nazioni unite in
Africa, ma nessun politico della medesima statura osa venire da queste parti".2 Persino
Madre Teresa, santa patrona dei miserabili del mondo, accorse sul posto per un
pellegrinaggio a sorpresa, mentre Moses a fine carriera dichiarava "Dovete ammettere
che gli slum del Bronx e gli altri di Brooklyn e Manhattan sono irrecuperabili."
1.2 La guerra e La Famiglia
Per comprendere questa situazione, bisogna tornare qualche anno indietro, al 1971,
quando il Bronx era un vero e proprio campo di battaglia, una decina di gang, divise per
razze, per zone e per "ideologia" se cosi si può chiamare, si davano guerra armata per i
territori del quartiere, "Mi stavo stancando di essere chiamato in piena notte e di
caricare una pistola o portarmi dietro una spada da samurai, poi scendere in strada e
staccare la testa a uno senza sapere se avrei mai rivisto quella strada" racconta Suarez,
uno dei capi dei Ghetto Brothers, gang centrale nella risoluzione della guerra del Bronx.
Tutto cominciò con una morte importante, quella di Black Benjie, che in linea con la
2 Reportage per la CBS "Il Fuoco alla porta accanto" di Bill Moyers
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nuova politica dei Ghetto Brothers stava cercando di sedare una rissa. Pestato a morte'
donò la possibilità alla propria gang di scegliere il futuro della guerra, del quartiere e
quindi di migliaia di giovani.
Il giorno dopo la stampa era nella sede dei Ghetto Brothers, e Melendez, anche lui
capo della gang, disse ai giornalisti queste parole "Tutte le gang si aspettano una parola
sola 'fuoco', ma io non la pronuncierò perchè non ci restituirà Benjie. Noto che voi della
stampa sembrate delusi di non sentirla. Volevate la conferma di quanto siamo selvaggi
qui nel Bronx. Invece non vi darò questa soddisfazione." Si presentarono ad una
grandiosa adunata tutte le gang nere e scure del Bronx, e non fù affatto facile mettere
tutti daccordo, c'erano un'innumerevole quantità di scaramucce, vendette, e odi reciproci
in quella sala, ma i capi delle gang riuscirono a ragionare e trovare un accordo, e
firmarono tutti assieme un trattato di pace:
"A tutti i fratelli e le sorelle,
siamo tutti fratelli che vivono negli stessi quartieri e hanno gli stessi problemi. E
sappiamo che combatterci tra di noi non risolverà i nostri problemi comuni. Se
vogliamo fare della nostra comunità un posto migliore per le nostre famiglie e per
noi stessi dobbiamo collaborare. Noi che abbiamo firmato questo trattato di pace
promettiamo la pace e l'unità per tutti. Tutti noi che abbiamo firmato questo trattato
di pace d'ora in poi saremo noti come la Famiglia.
I termini della pace sono i seguenti:
Tutti i gruppi devono rispettare gli altri, anche i singoli membri e le donne. Ogni
gruppo della Famiglia potrà indossare i suoi colori nei territori degli altri gruppi
senza essere disturbato. Devono ricordare in quale territorio si muovono e
rispettarlo come se fosse il loro.
Se un gruppo ha un problema con un altro i presidenti di ciascuno s'incontreranno
per parlarne. Se un membro di un gruppo ha un dissapore con il membro di un
altro, i due ne devono discutere e se non lo risolvono si batteranno da uomo a
uomo, dopo di che la questione sarà considerata risolta. Se si spargerà la voce di
problemi tra un gruppo e un altro, i loro capi s'incontreranno per parlarne.
Per i gruppi esclusi dal trattato di pace i presidenti della Famiglia s'incontreranno
con il tal gruppo per spiegare i termini del trattato.
Il gruppo potrà
affiliarsi
sciogliersi
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essere sciolto.
I presidenti della Famiglia s'incontreranno di tanto in tanto per discutere i problemi
dei gruppi. Questa è la pace che giuriamo di mantenere.
PACE FRA TUTTE LE GANG E UN'UNITÀ POTENTE."
Ovviamente quella riunione era solo una farsa per giornalisti e fotografi, per gli
assistenti sociali e i sacerdoti del posto, e lo sapevano tutti, per cui in quel fine
settimana, lontani dai riflettori, fecerò una riunione tutti i capi delle gang, e
fortunatamente fù suggellata la tregua.
Purtroppo le cose nel Bronx come sappiamo non migliorarono subito, ma questo
fù un insegnamento per tutti e per tutte le generazioni a seguire, da quel momento "Il
vero nemico del Bronx erano i poliziotti". Cominciarono a fare piazza pulita di tutti i
capi gang, con metodi assolutamente poco ortodossi, molti dovetterò andarsene, alcuni
furono uccisi o pestati a morte, altri finirono in carcere per sciocchezze, ma per fortuna
qualcuno, che aveva imparato la lezione restò e tramutò l'implosione nichilista in
esplosione creativa, "Le gang erano nate dalle ceneri, dalle macerie e dal sangue del
1968. Cinque anni dopo la ruota poteva riprendere a girare."3
1.3
Il Mito della creazione
In questo contesto si innesta il "mito della creazione" di questa storia sul finire
dell'estate del 1973, c'è un "Gesù Cristo" al secolo Clive Campbell, una Maddalena che
però è la sorella Cindy e una "sacra famiglia" con delle origini culturali, musicali ed
ideologiche, importanti e particolari.
3 Jeff Chang, Can't stop Won't stop: A History of the Hip-Hop Generation, St.Martin's Press, LLC, 2005
(trad. it. di Giancarlo Carlotti, ShaKe Edizioni, Milano, 2009)
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Infine vi è anche un immenso San Paolo, tale Bambaataa Kahim Aasim, eclettico
rivoluzionario di questa cultura.
Ma torniamo al giorno della nascita, si parla di una famiglia di Kingston, in
Giamaica, dove i sound c'erano da tempo, e la musica reggae spopolava facendo ballare
milioni di persone in tutta l'isola. Clive aveva visto King George con il suo soundsystem spopolare e vivere da Re attraverso quella musica, se poi aggiungiamo il fatto
che il padre Keith era un collezionista di dischi, che era da poco diventato mentore della
band locale R&B e le comprasse un'amplificazione shure nuova di zecca, il cocktail
musicale è pronto. Il ruolo della madre è quello di aver portato tutta la sua famiglia nel
posto giusto, un grande merito col senno di poi. Dovette passare un pò di tempo, perchè
Clive facesse il dj con dei sound prestati e scadenti, in dei locali house imparando la
tecnica, per poi convincere suo padre ad usare quel nuovissimo impianto, che solo lui
era riuscito ad utilizzare a tutta potenza, come nessun altro nel quartiere. Ed è proprio in
quel momento che entra in scena Cindy, la sorella con la passione per il guardaroba, che
affitta la sala condominiale, e organizza una festicciola per fare qualche soldo. Era
l'ultima settimana di agosto del 1973, e il sound più potente del quartiere era nelle mani
di Clive, Dj Kool Herc.
"Non buttò molto bene all'inizio, Clive propose qualche pezzo dancehall reggae,
granitini al limone per far ballare la gente in Giamaica. Come ogni DJ che si rispetti
voleva lasciare la sua impronta sulla playlist. Però qui eravamo nel Bronx. Quelli
volevano i break. Perciò come ogni DJ che si rispetti, diede alla gente quel che voleva e
mollò qualche bomba soul e funk. Adesso la sala era stipata, si captava una nuova
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energia nell'aria. Dj Kool Herc afferrò il microfono...e fece impazzire la gente."4
Era poco più che una festa tra amici, avevano pagato una persona per accendere e
spegnere le luci a comando, dall'interruttore, e avevano scritto loro stessi gli inviti su
cartoncino, ma più tardi quando Cindy e Clive contarono i soldi, rischiarono il
coccolone. Capirono che quella festa poteva essere l'inizio di qualcosa di grosso. Però
non potevano sapere quanto grosso.
Nell'estate del 1974 Herc, che ormai teneva regolari appuntamenti con un seguito
fedele, decise di organizzare un free party nel quartiere. "E dopo quello non abbiamo
più avuto voglia di tornare nella sala del condominio."
La forza dei suoi party stava nell'innovazione. Alle serate organizzate da dj Kool
Herc potevi sentire quella musica che non passava in radio, potevi ascoltare l'Incredible
Bongo Band, James Brown, Dennis Coffey. Ma sopratutto c'erano i break, che
adoravano tutti, e che facevano scatenare i ballerini più sfrenati, erano tutti liberi di
ballare e fino all'alba.
Attraverso la tecnica del "Merry-Go-Round" cioè giostra, Herc cominciò ad
utilizzare due copie dello stesso disco, trasformando cinque secondi di break in
furibondi loop di 5, 10 minuti. Al posto delle gang cominciarono a spuntare le crew, ed
in ogni zona c'era una crew di DJ col proprio sound e/o di break-dance, Herc li
soprannominò "Break boys" condensato in "b-boy". Creò anche uno slang, degli slogan
da urlare al microfono durante le serate, e un gruppetto di ballerini e dj chiamato gli
"Herculords". Herc era il migliore, Grandmaster Flash dichiara "Herc mi ridicolizzava",
4 Jeff Chang, Can't stop Won't stop: A History of the Hip-Hop Generation, St.Martin's Press, LLC, 2005
(trad. it. di Giancarlo Carlotti, ShaKe Edizioni, Milano, 2009)
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e fino al 1977, mentre tutti si davano alla pazza gioia, organizzando serate danzanti,
imparando a confluire tutte le energie della comunità nella nuova forma di creatività, lui
era il loro Guru, il mentore che aveva creato tutto. Fino ad una sfortunata serata, in cui
dei tizi esagitati, accoltellarono Clive che stava cercando di fare da pacere tra loro ed il
"buttafuori" e da allora, il Messia si ritirò nel suo guscio.
Ma ormai era nato qualcosa, in tutto il quartiere era cambiato qualcosa, tra
graffitari, b-boy e dj, ognuno aveva il suo sfogo creativo, e tutto sembrava andare in una
direzione diversa.
1.4
L'insegnamento della Zulu Nation
C'era bisogno di qualcuno che facesse chiarezza, nella scelta della comunità, di pace e
fratellanza, e la nuova forma d'arte che stava coinvolgendo tutti, qualcuno che avesse
vissuto la guerra e imparato la lezione della Famiglia, e che potesse portare a tutti la
buona novella, con la forza di un guerriero e la saggezza di uno sciamano. Questo uomo
era senza dubbio Afrika Bambaataa, convertitosi sulla via di Damasco. "Quando
passava dai caseggiati popolari sembrava il padrino a Little Italy" racconta Jazzy Jay
"Bam piazzava gli altoparlanti fuori dalla finestra e sparava musica a manetta tutto il
giorno. Abitava vicino a quello che chiamavamo il Center; il centro di Bronx River, una
specie di piazza ovale. Insomma lui passava musica tutto il giorno mentre io passavo le
giornate ad andare in giro in bicicletta. Era una sorta di Pifferaio magico."
Era un leader indiscusso, dove c'era una serata danzante, c'era lui col suo seguito
l'esercito. Ma il suo merito è aver raccolto la comunità Hip-Hop nel momento di
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smarrimento, ed averla portata nella direzione giusta, aggiungendo il quinto elemento:
la conoscenza.
Lui fù signore della guerra della gang Black Spades, vissè la guerra ed era alla
grande adunata che vide la fine delle ostilità nel Bronx, anche lui proveniente dalla
Giamaica, e diventato Signore dei Dischi dopo Kool Herc, fù colui che fondò la prima e
la più importante istituzione Hip-Hop, che aveva compito di portare ai quattro angoli
del pianeta la buona novella, e favorire la consapevolezza, dell'Hip-Hop Conscious: La
Universal Zulu Nation.
Ispirato dal film Zulù, e da un viaggio in Africa, e dalla cultura di libertà e
conoscenza del Sudafrica, scrisse le sue Infinity lessons associate ad un motto solidale
"Questa è un'organizzazione, non è una gang. Siamo una famiglia. Non scatenare guai,
lascia che siano loro a cascarti addosso, e poi combatti come un pazzo." Bambaataa era
stato signore della guerra per 5 anni, sapeva bene che non avrebbe potuto dare
insegnamenti come quelli della Nation of Islam, doveva partire da un ragionamento
comune e comunicativo per la gente che aveva accanto e rispettoso per loro stessi.
Questo gli permise, anche quando subirono sopprusi dalla polizia, di non agire dandogli
guerra, ma scegliere assieme ai suoi Zulu King, la strada della vita.
In seguito le sue Infinity Lessons avrebberò affermato: "Qual'è il dovere di uno
Zulu? Il dovere di uno Zulu è sopravvivere. Essere di spirito aperto in tutte le cose della
vita su questo pianeta Terra e insegnare agli altri le verità (Sapere, Saggezza e
Comprensione.). Rispettare chi le rispetta, non essere mai l'aggressore o l'oppressore,
vivere in pace con se stesso e con gli altri ma se e quando è attaccato da altri che non
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vogliono la pace con gli Zulu, allora lo Zulu deve combattere per ordine di ALLAH." E
come non dire quanto questo spirito sia rimasto, forte, vivo e duraturo nelle persone che
vivono Hip-Hop.
1.5
Il Messaggio e i Messaggeri
Se si potesse parlare di trinità dell'Hip-Hop, dopo Kool Herc e Afrika Bambaataa, il
terzo e cioè lo "Spirito Santo", colui che è riuscito a far arrivare Il Messaggio a tutti, è e
sarà sempre Grandmaster Flash, comunione tra l'insegnamento dei primi due leggendari
Dj e dalla lezione della Sugarhill Gang, tramite Melle Mel. Ma bisogna tornare a
qualche anno prima per capire da dove viene questa nuova e completa figura dell'MC.
Nel corso degli anni '70 i marciapiedi dei ghetti furono assediati da un nuovo genere di
eroi, che venivano chiamati Last Poets. Accompagnati da percussioni e a volte
sassofono ai riff, si lanciavano in canzoni militanti dove l'eroe era l'Uomo Nero alla
ricerca di una dignità perduta in città descritte alla stregua di jungle, con il lessico del
ghetto, e i riferimenti alla nerezza come forza delle radici africane e islamiche. A questi
artisti di strada i rappers devono i temi e i linguaggi ma sopratutto la tecnica: l'uso della
parola in assonanza che viene regolarmente rapportata alle altre ed in questo modo
valorizzata (Paranomasia a catena: una delle figure retoriche più diffuse nel rap, che
consiste nell'accumulare in uno stesso verso il maggior numero di parole foneticamente
simili: Turning tricks with slick dicks. (svoltando marchette per dei bei cazzoni).)
Bisognerebbe poi citare Dj Flower che orchestrava le sue esibizioni prendendo
energia da una bicicletta che veniva continuamente pedalata e attraverso una dinamo
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collegata alla batteria di un automobile dava l'energia necessaria al sound-system. Per
arrivare poi a Grandmaster Flash, ultima tappa è quella famosissima del 1979 quando i
membri della Sugarhill Gang (S.Robinson, M,Wright) regaleranno al mondo la prima
registrazione rap, dal titolo Rapper's Delight, su una base assai povera e dal contenuto
alquanto frivolo, dove i due rappers avevano come unico obiettivo quello di glorificare
il rapper e il rap stesso, e fare divertire ballando.
“I say the hip hop, the hip beat to the hip hip hop, you don't stop rocking to the bam
bam boogie. Ah just the boogie to the rhythm of the boogie to be, now what you
hear is not a test. I'm rapping to the beat, and me the groove and my friends are
gonna try to move your feet . See I am Wonder Mike and i'd like to say hello, to the
black, to the white, the red and the brown, the purple and yellow...”
Questo breve estratto dell'inizio di questo brano, il primo del genere, riesce a far
comprendere lo spirito, quello che era dei party di Kool Herc e dei Block Party in tutto
il Bronx, di aggregazione liberatoria e sfogo dalla realtà vissuta invece in quegli anni
tutti i giorni al di fuori di quelle feste.
Ma era chiaro che il rap dovesse trasmettere quelli che erano i valori dell'Hip-Hop
più puro, e fù proprio Joseph Saddler cioè Grandmaster Flash a donarci il primo
grandioso estratto di questa cultura, con The Message del 1982. Diplomato in
elettronica, riuscì a sviluppare le tecniche di Kool Herc, con l'utilizzo di campioni che si
iniziano a non "riconoscere", di percussioni sintetiche (beat box), entrambi ancora
largamente diffusi. Ma la grande novità di The Message era sicuramente nel testo
individuabile già nel titolo che fa del rapper un poeta ed un MC, non più un urlatore
(shouter, come venivano chiamati circa 10 anni prima). Nella cultura islamica il profeta
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è proprio il Messenger, Messaggero. La prima svolta nella storia del rap, dai "bum bum"
e i temi riferiti alla festa, al ballo, segue improvvisamente una descrizione cruda del
ghetto, dove assieme ai suoi Furious Five, Grandmaster Flash ci dà uno spaccato
concreto e allo stesso tempo ideologico di quello che era l'Hip-Hop primordiale, i suoi
valori, ed il tema vero e profondo che portava con se. Si racconta che fù improvvisato in
due ore di lavoro in studio:
"Impalato sulla scalinata, attaccato alla finestra, osservo tutte quelle macchine che
passano, ruggenti come se tutti i pezzi stessero per esplodere e una vagabonda che
vive dentro un sacco, mangia quello che trova nella spazzatura, è più che altro
amica degli omosessuali, altro che "lurido tango", lei attraversa la via e vegeta per
strada, il suo affascinante principe scomparso dopo lungo tempo, l'uomo per cui lei
ha perso la ragione , eccola al Peep-Show, mentre guarda tutti quei ruffiani, lei si
che può raccontarne delle belle quando torna a casa dai suoi figli, lei è venuta qui
in città e si è iscritta alla disoccupazione, ha bisogno di un magnaccio, non può
uscire per strada tutta sola."
La genialità di Grandmaster Flash è stata quella di far ballare tutto il mondo, mentre
ascoltava i discorsi di Malcolm X e la realtà del Bronx. Il tu a cui si rivolge non è più il
ballerino, il cui unico bisogno è di sentire un break sfrenato sul quale scatenarsi, adesso
si rifà ad un ascoltatore, che oltre al folle ballo del sabato sera, ascolta ed interpreta un
messaggio profondo, con delle radici, ed una forza concreta oltre che musicale ed
artistica. "Si tratta di parlare al giovane nero e di mostrargli la cattiva strada usando il
suo stesso messaggio." egli riuscì a far ballare l'intero pianeta su un messaggio destinato
a una minoranza, la sua morale è meno disperata di quanto abbia voluto far credere: è
pratica.
19
1.6
L'Hip-Hop come lo conosciamo
Da quel momento il rap prese piede rapidamente nella scena musicale mondiale,
bisogna citare rapidamente: Run DMC, Eric B & Rakim, Big Daddy Kane, KRS-One,
Tone Loc, Salt'n'Pepa, Queen Latifah e Public Enemy, oltre i già citati Grandmaster
Flash e Afrika Bambaataa, che compongono la cosidetta Old School di New York,
sostenuta in gran parte dall'etichetta discografica "Def Jam" fondata da Russel
Simmons, lo stesso che nel 2001 organizzò un grande e significativo "Hip-Hop
Summit". Tra il 1983-85 nascono tutti questi gruppi ed artisti, che riprendono il filone
creato dalla trinità, quello del messaggio estrapolato dalle radici, dall'insegnamento
delle gangs e dalla Zulu Nation. Contemporaneamente, quello che forse è il side (lato)
di questa cultura più fortunato, è quello della West Coast con base a Los Angeles, che
con l'inizio della presidenza di George Bush (1989-93) , ed il nuovo periodo di
regressione, crisi e degrado, prese la forza per dare vita ad un fenomeno chiamato
gangsta rap, di cui uno dei gruppi più rappresentativi è i (NWA) Niggaz With Attitude
che esordisce con "Straight out of Compton" dando l'inizio ad un tipo di rap violento,
basato sulla forza delle armi più che su quella della conoscenza, sulla cosiddetta thug
life, e cioè la vita sdregolata del gangster che prende quello che vuole con la forza e che
vive dei frivoli piaceri della vita del Pappa. Sono artisti come i compianti Tupac e
Notorious Big, i vari Snoop Dogg, Busta Rhymes, Rick Ross, che vivendo questo stile
di vita lo portano nei messaggi delle loro rap songs, dando un insegnamento, diverso da
quello della vera Old School proveniente dai sobborghi del Bronx. Ed è proprio da
questo punto che comincia quella che possiamo definire Golden Age, e dalla quale nasce
20
quella che oggi chiamiamo New School o Now School, sono anni in cui il rap diventa
uno dei generi predominanti, prima in america e poi nel resto del globo, probabilmente
perdendo quella purezza che attribuiamo al rap dei Public Enemy, alle parole di Afrika
Bambaataa, o alle canzoni di Nas, ma usando le parole di Kool Herc: "Per me l'hip-hop
è 'vieni come sei'. Siamo una famiglia", che oramai conta milioni di persone e di artisti,
ed ognuno con le proprie radici e la propria realtà, ed un messaggio sempre diverso da
dare a tutti, dal rapper di quartiere a Napoli, alla Resurrection di Common, dalla realtà
svedese dei Looptroop Rockers, passando per l'eleganza dei francesi Hocus Pocus, per
arrivare alle orecchie dei ragazzini che vivono l'Hip-Hop nelle favelas di Rio.
L'Hip-Hop è per tutti ma non tutti sono per l'Hip-Hop, si tratta di essere veri, di
vivere keep it real, e dal 1973 ad oggi, sembra essere diventato sempre più difficile, ma
per chi vive con l'insegnamento di Bambaataa della Infinity Lessons n° 4: "Noi
vogliamo sapere, saggezza, comprensione di tutto, libertà, giustizia e uguaglianza." è
possibile vivere Hip-Hop in qualsiasi parte del mondo, ricordando assieme alle proprie
radici, anche questa indelebile storia, scritta sui muri delle città.
21
"This is the difference between MC’ing and rap
Rappers spit rhymes that are mostly illegal
MC’s spit rhymes to uplift they people
Peace, love, unity, and Havin’ fun
these are the lyrics of KRS One."
KRS One
22
Capitolo 2
Il Messaggio letto e riassunto in Italia
In Italia come in molti paesi del mondo, l'Hip-Hop prende piede all'inizio degli
anni '80, ma è alla fine del decennio che comincia davvero ad avere un pubblico e farsi
voce di molte persone. Inizialmente in modo assolutamente naturale, l'ambiente nel
quale si sviluppa è quello dei centri sociali, che non sono più i centri sociali del '77 ma
sottintendono ad uno spirito d'aggregazione che proviene da quel periodo, dove però si
sviluppa ciò che KRS-One chiama "Educazione ed Intrattenimento" e cioè quel
movimento per il quale attraverso l'uso di tecniche artistiche che portano ad un
intrattenimento collettivo si ha un'educazione reciproca di chi produce l'arte e di chi ne
usufruisce, portando questi ultimi molto spesso a diventare produttori e viceversa.
Questa particolare caratteristica del movimento italiano tornerà anche più avanti,
scatenando una quantità impressionante di fruitori che grazie all'autoproduzione
riescono ad esprimersi.
"Dall'83 smazzo per la tua felicità." rappa Dj Gruff nel brano I Messaggeri (1996)
è in quegli anni si svilupperà il movimento e la cultura, inizialmente partorita da Dj, bboy ed in particolar modo dai graffitari, ma basta aspettare un pò di tempo perchè gli
MCs escano allo scoperto, inizialmente dai "microfoni rotanti" e cioè delle esibizioni
live spesso totalmente improvvisate con la tecnica del freestyle, dove i rappers potevano
sfidarsi o semplicemente esibirsi nell'utilizzo della parola e della propria tecnica nel
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rimare. Questa pratica porterà successivamente ad una selezione naturale dalla quale
usciranno vincitori coloro che poi produrranno le primissime canzoni, videoclip, e
successivamente ep e cd, spopolando in tutta italia, e partendo da luoghi completamente
differenti sparsi per la penisola, partecipando a storie totalmente diverse.
Il rap italiano, si incontra tralaltro con le storie di artisti come Celentano e
Jovanotti5, che utilizzano chi più, chi meno, la tecnica rap, ma che si distaccano
chiaramente da quello che è l'ambito Hip-Hop, la cultura ed il movimento, e che quindi
escluderò volutamente da questa storia.
L'Hip-Hop italiano ha una grande particolarità, che sta nell'uso della parola e nella
sua importanza. Più che negli altri paesi, in Italia il messaggio, ma sopratutto il
virtuosismo mischiato alla radicale forza distruttiva della parola e del gergo, superano la
bellezza della musicalità e della ballabilità, sia per il contesto sociale in cui nascono che
per le difficoltà di utilizzo della lingua italiana. Ciò che poteva diventare un ostacolo
invalicabile, in questo contesto ne diviene la forza, il "potere alla parola", che darà vita a
testi di grande spessore poetico e letterario oltre che politico e sociale, riprendendo
l'esperienza testuale del cantautorato italiano degli ultimi anni '70.
Inoltre, a differenza degli altri paesi, europei e non, in Italia non c'è una vera e
propria divisione ideologica regionale, non nascono i due classici movimenti che
riprendono le americane East Coast e West Coast, dividendosi delle zone o delle regioni
ben precise, bensì tendono a dividersi nelle realtà esterne e interne ai centri sociali. In
quelle realtà che provengono dall'interno dei centri, o da esperienze singolari, si
5 Michele Monina, GeneRAPzione, RCS Libri S.p.A., Milano, 2007 pag. 10
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sviluppa quel movimento Hip-Hop che ideologicamente leghiamo a New York, che
quindi propone dei valori positivi in modo crudo e tagliente, cercando di smuovere
l'ascoltatore attraverso il gergo e la durezza delle immagini. Nei movimenti che nascono
al di fuori dei centri sociali, si sviluppano invece tutte quelle correnti ideologiche che
associamo a Los Angeles, e quindi ad un rap meno costruttivo e più distruttivo, dove
alcuni valori vengono stravolti per dare più spazio alla figura di un rapper riuscito, che
fa ballare il suo pubblico e si gode la vita, combattendo più con le armi che con la testa.
2.1. Bologna e L'Isola Dopa
Come detto in precedenza, sono tante le città coinvolte in questa "epidemia", ma quella
che è da molti considerata la prima e la più importante è sicuramente il capoluogo
emiliano, città che da sempre si pone come centro di importanti fermenti politici, e
socialmente controcorrente. Sono gli anni della banda della Uno Bianca, che semina
nella regione più cadaveri di quanti se ne possano ricordare, finchè non viene il turno di
tre carabinieri. Difficilmente si può pensare che a guidare questa anonima macchina
bianca sono dei poliziotti. Il cerchio si stringe quindi attorno al Kantiere dell'Isola, il più
importante centro sociale di Bologna, dove il concetto delle posse era fortissimo, e dove
nascono gli Isola Posse All Stars, riunendo coloro che maggiormente si sono distinti
nelle attività del centro organizzando jam e concerti nel clima di tensione generato dalla
particolare situazione della Uno Bianca.
"Apri la mente, scuotila per capire
non c'è ragione, non aspettare di morire
scopri l'inganno, il piano per impaurire
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una città segnata dal dolore...
Scegli! il modo giusto per cancellare
questo panico che vogliono far crescere
cerca di capire bene cosa vogliono di-di DIRE!
C'è qualcuno che ci vuol far morire
prima che nel corpo, nell'anima e nel cuore
e qualcun altro che sa che cosa fare
perchè è il momento buono per approfittare
de-della paura costruita col fucile
pronti come avvoltoi per colpire
radere al suolo, chiudere sgomberare
centri sociali e case occupate..CHIARU!"
Con queste parole si apre la primissima canzone Hip-Hop italiana Stop al panico,
nata dalla tragedia di cui sopra, ed è Neffa il rapper che introduce questa prima
produzione, MC figura centrale in tutta la nazione, che ha lasciato un insegnamento
indelebile per tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori.
Al Secolo Giovanni Pellino, si trova a Bologna nel gruppo fondatore della Isola
Posse, ma sopratutto lo ricordiamo in compagnia di Deda e dell'egreggio Dj Gruff
mentre davano vita a quello che è il primo progetto puramente Hip-Hop e cioè quello
dei SangueMisto e della Zona Dopa, che daranno alla luce SxM, cd culto nell'ambiente,
per le sue tematiche non più unicamente politiche e per il fortissimo legame con l'HipHop made in USA. In seguito nel 1996 esce il primo cd da solista Neffa & i Messaggeri
della Dopa il cui titolo è altamente evocativo della natura poco solista del progetto,
partecipano i compagni di crew, appunto i Messaggeri della Dopa (Deda, Dj Gruff,
Kaos, Sean, ecc..) ed è il singolo Aspettando il Sole che vincerà il disco d'oro, dando
una particolare notorietà al suo nome anche fuori dalla scena underground. Cosi arriva
il turno nel 1998 di 107 Elementi nel cui titolo figura "ft. Deda e Al Castellana", che
partecipano attivamente alla realizzazione del progetto, quest'ultimo un vero
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capolavoro, che servirà da monito per tutti coloro che verranno dopo, dando una lezione
di stile, musicalità, utilizzo dello slang, di tematiche importanti quanto intime e
personali e donando al rap italiano un esempio ancora oggi fondamentale. La fine della
sua carriera da MC si avrà nel 1999, quando con l'ep di sole 5 traccie Chicopisco egli
firma davvero il suo addio alla cultura Hip-Hop.
"Sentimi, ma non puoi prendermi, credi di conoscermi e forse finirà cosi
io sono l'incognita, chiusa dentro l'anima, e non si può uccidere
il mondo ci ha fottuto in pieno, e solo come nemo."
L'utilizzo dello slang qui arriva alla sua massima espressione, tanto da essere
difficilmente comprensibile per tutti, specialmente per i non addetti ai lavori, si parla
dell'Incognita pezzo portante di questo vero e proprio testamento di colui che è
probabilmente il più importante MC nella storia del rap italiano. Nel 2001 si ha la sua
svolta artistica, con il successo di pezzi come La mia signorina per un mix di soul,
R'n'B e pop, lasciando che l'Hip-Hop vada per la sua strada da solo, anche se per alcuni
resta l'idea di un tradimento ed un abbandono, difficilmente accettabili.
"Non parlate allo straniero e lo guardate male
e ogni singolo secondo la tensione sale
è Sangue Misto e non rispetta più il confine
Viene da dove era stato cacciato fuori come un cane
E ora non ci sto non ci credo e non ne voglio più
solo disprezzo per lo stato e le divise blu.
Schivo come Neffa a zero grado di fiducia
Quando la terra brucia
è allarme rosso per le strade, non sei più al sicuro
tu stavi chiuso in casa ed è crollato il muro
quindi adesso è tutto pronto per lo scontro,
con chi viene da fuori e non ci sta più dentro
quello che mi han dato da quando sono nato l'ho pagato
e ho visto ogni due anni una strage di stato
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è un rompicapo ma dubbi sui mandanti non ne ho
sono lo straniero questo è quel che so.."
Queste sono invece le parole di Deda, nel brano Lo Straniero, contenuto nel cd
SxM dei SangueMisto, una canzone storica del genere, fatta di concetti crudi e reali,
appoggiati ad un'idea, quella dello straniero nella propria nazione. Deda, dopo lo
scioglimento dei SangueMisto, rapperà e produrrà per lavori di Dj Gruff e Neffa,
raggiungendo il culmine nel progetto Melma & Merda, dove lo ascoltiamo assieme a
Sean e Kaos One, nell'album del 1999 Merda & Melma, dove arriva all'apice della
tecnica e del suo stile, adorato da moltissimi addetti ai lavori ed appassionati del genere.
Particolarità singolare di questo personaggio, è il non aver mai composto una canzone
dove fosse presente solo la sua voce, eccetto Dopo Noi la Quiete, traccia contenuta
nell'album di produzione Fritz Da Cat Novecinquanta, anch'esso del 1999. Tornerà nel
2004 con il progetto Katzuma.org e l'album Moonbooty, progetto particolarissimo che si
pone totalmente al di fuori del genere.
"Ascolta fammi accendere, ok mò vattene,
è inutile discuterne, pirla. Mi fai ombra
mi sembra il caso che tu vada a fare in culo altrove
butta la tua faccia in un bidone, datti fuoco.
La soluzione ai tuoi problemi me la spreco,
in 3 parole sei un sucker, mi basta un gesto come un water.
Sei già in partenza, pusher di inesistenza,
un imbecille in autostrada con la diligenza.
Isotta dai strombetta e vai, come Orzoway
non fermarti mai, finchè la milza non ti scoppia.
Sfigato più di Fracchia quando cerchi di introdurre il tuo belare
fool domenicale, caso d'archiviare, roba commerciale fatta per le masse
ti fumo col Fastidio come un'MS
Io rime come se piovesse, tu no.
Io stile b-boy, tu mai potrai goderti lo spettacolo."
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Sono i versi del terzo, non certo per importanza, della prima crew storica dei
SangueMisto, e cioè Dj Gruff, dapprima produttore di Speaker Dee Mo', con singoli che
hanno veramente fatto la storia del rap italiano, quali Sfida al buio e Questione di stile.
Tra i più rappresentativi della vecchia scuola, dopo questi lavori del 1992, nel '93,
produce La Rapadopa con tutte le pietre miliari del rap italiano di quegli anni. Dopo
l'esperienza con i SangueMisto, nasceranno Zero Stress 1997 e O Tutto O Niente 1999,
dai quali escono due brani per la colonna sonora di "Zora la Vampira", film dei
Marinetti bros, ambientato nel mondo hip-hop con moltissime comparse ed attori di
questo ambiente. Inoltre Dj Gruff, fa parte ed è tra i fondatori di un gruppo di djs,
chiamato Alien Army, sicuramente tra i più importanti e il più rappresentativo tra i
gruppi dei maestri del turntabilsm nella nazione.
"A 16 anni stavo messo male
vedevo il sole splendere dalla corsia di un ospedale
uscendo, toccai il fondo, continuai scavando
ero allo sbando, tiravo a campare fumando
non scorderò mai quel periodo in cui non c'eri quando
l'ultimo atto di fatto era il primo dei miei pensieri
giorni interi passando tra incubi e deliri
cercando la verià sul fondo di troppi bicchieri
ricordo con precisione, l'istante, il primo contatto
e la promessa che feci che ancora rispetto
l'episodio più importante della mia esistenza
la conoscenza che mi guida in ogni circostanza
con te, sempre insieme, in ogni situazione
mi hai ceduto ogni cosa che ho avuto, compreso il nome
so bene che il mio debito è immenso
lacrime spese, cercando un senso, cose preziose."
Da tutta la "cucciolata" di Bologna che in quegli anni è gravida di artisti nostrani
che sconvolgeranno la storia musicale della penisola, oltre ai tre fratellini dal
SangueMisto, nasce Marco Fiorito, in arte Don Kaos One, forse colui che più di ogni
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altro è rimasto se stesso dall'alba dell'Hip-Hop fino ad ora, legandosi a qualcuno solo in
modo temporaneo, ma continuando costantemente per la sua strada. Muove i primi passi
sui breakbeat, e poi comincia a dipingere, come writer, fino ad arrivare alla sua vera
vocazione di rapper e producer con la sua prima crew: "Radical Stuff", assieme a Dj
Gruff, Top Cat, Dj Skizo, Soul Boy, Sean e Dre Love. Dal primo brano in italiano, Don
Kaos6, partecipa a tutti gli album più rappresentativi che vengono prodotti in italia,
producendo al contempo L'anello Mancante (Assieme a Gopher D, sotto lo pseudonimo
di NeoEx) e Merda e Melma (Con Deda e Sean, col nome Melma e Merda), e inoltre dal
'96 al 2007 tre album da solista: Fastidio (1996), -/-/-/-/- (l'attesa) (1999) e kARMA
(2007). Tutti e tre gli album, con le giuste differenze del caso, si creano attorno ad uno
stile, sopratutto per l'impostazione vocale, volutamente hardcore, che però si mischia
con una capacità nella scrittura, che porta avanti concetti elevatissimi e complessi,
dandoci una miscela che risulterà esplosiva. Nel 2011, sorprendentemente, dopo l'ultima
traccia di kARMA, La Fine, che sembrava dare un messaggio molto chiaro, esce il
brevissimo album Post Scripta, dandoci un Mc, non solo tecnicamente avanzato, ma che
prova delle sonorità lentissime, e dei suoni nuovi, decretandolo come fenomeno
solitario e particolare, ma istruttivo per tutti gli MC e sopratutto i b-boy d'italia, sia
artisticamente che in particolar modo, culturalmente, quando per cultura si intende
"keep it real".
L'Hip-Hop italiano è stranamente un hip-hop generazionale, Bologna sforna
altrettanti MCs validissimi, ma nessuno riesce a prendere in mano l'eredità cosi bella e
6 Contenuto nella leggendaria compila La Rapadopa
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importante di questo gruppo, lasciando cosi Bologna e il resto dell'italia in mano a
singoli o piccole situazioni di aggregazione, che riusciranno ad espandersi solo in
alcune città, divenute faro per il resto della nazione. Questi sono i primi, i Cristoforo
Colombo dell'Hip-Hop, e sembra che molti altri li abbiano seguiti..
2.2.
L'Onda der Fomento di Roma
"Questo è il nostro tempo,
ti stai fermando perchè non è esaltante?
ma io lo voglio battere per farlo grande,
non posso perderlo per aspettarti sucker,
dicono state calmi, ma intanto io li vedo in armi che ci stanno cercando,
guarda al Leoncavallo
assassini al soldo di maiali,
qual'è la ricompensa?"
Di fatto, sono questi i primi versi della storia dell'Hip-Hop capitolino, del brano
Batti il tuo tempo, anno 1990, degli Onda Rossa Posse, cresciuti a Forte Prenestino
intorno a Radio Onda Rossa, seppure si indichi Rap-presaglia7, leggendario brano
contro la Guerra del Golfo di alcuni dei rappresentanti delle posse italiane, altre fonti
indicano questo brano come mai esistito, convertendolo nel progetto Baghdad 1.9.9.18.
Ma la forza di Roma in questi anni, come a Bologna era Neffa, nella capitale era
Militant A, intorno al quale nascono gli Assalti Frontali e grazie al quale cominciano a
rimare Lou X e Castro X, fondatore del gruppo AK 47, che sono figli della prima posse
romana. Militant A è apprezzatissimo non tanto stilisticamente ma per l'impegno e la
dedizione, che a volte contano più delle qualità artistiche, almeno quando si parla di
cultura. Dagli Assalti Frontali nascono Terra di Nessuno del 1992, Conflitto del 1996,
7 Michele Monina, GeneRAPzione, RCS Libri S.p.A., Milano, 2007 pag. 59
8 Marco Borroni, Rime di Sfida, Arcipelago Edizioni, 2004 pag. 60
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dalle sonorità molto orientate verso il rock, sconvolgendo tutti, ma restando ancorati a
liriche di impegno civile e forza cruda ed espressiva. Ma è nel 1999 che arriva una
scelta strana e che ha fatto discutere: la firma per una major, la BMG, che però darà alla
luce Banditi prodotto interamente da IceOne, Hic Sunt Leones del 2004 e Mi sa che
stanotte.. del 2006. Una realtà che è rimasta fortemente legata al passato, senza mai
scomparire del tutto, dove però grazie alla grandezza della capitale, nascono anche altre
realtà più evolute artisticamente e altrettanto attive.
Prima tra tutte, per importanza, impegno ma sopratutto bravura è quella del Colle
Der Fomento, gruppo fondato sulla figura di IceOne, al secolo Sebastiano Ruocco,
writer, rapper, beatmaker e DJ che opera anche sotto pseudonimo (Dj Sensei), ha avuto
una carriera nell'ambito dell'aerosol art, ha partecipato negli anni anche a spettacoli
televisivi (Orecchiocchio, Gran Premio), importantissimo anche il suo contributo alla
"Keith Haring Exhibition". Considerato tra i migliori produttori in europa, ha
collaborato con tutti i maggiori artisti hip-hop di Roma e non solo, passando dagli
ambiti più diversi della produzione musicale. Ha prodotto pietre miliari del genere, da
"Banditi" degli Assalti Frontali a Quelli che ben pensano di Frankie Hi-nrg MC. Sono
anche gli anni di B-boy Maniaco, Compila di pezzi rap italiani anch'essa leggendaria a
livello della Rapadopa, che riuniva gran parte degli artisti rap del tempo. Altrettanto
interessante il progetto della Comitiva, con l'album Medicina Buona del 1999, con
Riccardo Sinigallia, David Nerattini aka Little Tony Negri, Francesco Zampaglione, Dj
Stile e Dj Phella. Parteciparono anche Elisa, Frankie Hi-nrg e la rapper Malaisia.
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"Io sto coi piedi per terra e sto sul piede di guerra
31 anni che ogni giorno piove merda
nessuno mai che paga, nessuno fa na piega
tra sta gente timorata che chiusa in casa prega
domenica in chiesa e lunedì all'inferno
una mano lava l'altra e al resto pensa il padre eterno
in un paese che è sordo e che scorda e dimentica
ma appena fiuta il sordo torna e rivendica
rimescola le carte, e appena cambia il vento cambia parte
a capofitto nel profitto, non conta quant'è grande
il prezzo da pagare, il conto da saldare
tanto tutto va bene finchè tutto va male
totale il rate che mi tocca sopportare
già dalla mattina ho l'ansia che mi sale
m'attaccano le pippe sulla fede e sull'orgoglio nazionale
in un mondo che è acchittato più di un centro commerciale
le luci, gli spot pubblicitari, le offerte lancio
e tutto poi che si riduce solo a sesso e calcio
tutto compromesso già dalla partenza
la difesa, l'accusa, il processo e pure la sentenza
siamo senza direzione,
una nazione in rotta verso l'autodistruzione
un'altra pantomima di un paese che ormai rischia il tracollo
mentre pippa cocaina con il crocefisso al collo"
Il Danno aka Jake La Motta sul Ring, un personaggio tanto carismatico quanto
particolare, un rapper dalle metriche semplici, incastrate e dai concetti duri e diretti,
come si può dedurre da questa strofa, nel pezzo Piombo e Fango del 2006. Lui è uno dei
due rappers che compongono il gruppo Colle Der Fomento, assieme al più tecnico, ma
anche più eclettico La Beffa aka Masito Fresco. Il primo conta su moltissime
collaborazioni a livello nazionale e su progetti anche da solista, una partecipazione più
completa nell'ambito nazionale, ma il secondo può fare affidamento su una crescita
artistica straordinaria che lo conduce negli ultimi tempi ad una padronanza tecnica
raggiunta da pochi.
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"Vincono le non-idee,
il non-amore scuote tutto come le maree
un viaggio verso il vuoto che conosco già
ho visto già, distinto e lontano dalla realtà che scivola
tutti duri, tutti puri, ma insicuri, di sicuro
davanti al petto c'hanno costruito un muro
davanti a loro sei nessuno, mi muovo con cautela
sopra questa ragnatela, sono io che mi consumo
manco a fallo apposta, questa vita sposta
tutti quanti i pezzi ogni volta
ed io che sto cercando una svolta
la trovo in quel che faccio, come un raggio di sole entrato dalla porta.
titto corre io devo andare, per continuare a continuare
per molti una trappola mortale da affrontare
per me, solo amore se amore sai dare."
Un livello totalmente diverso, un modo di scrivere e di interpretare totalmente
opposto a quello del suo compagno di crew, sono questi gli ingredienti per una coppia di
rapper che dal 1996, anno di uscita di Odio Pieno, non smette mai di stupire tutta la
scena, poi nel 1999 con Scienza Doppia H, ed infine, anche senza IceOne, con Anima e
Ghiaccio nel 2007, su basi di producer da tutta italia, perdendo un pò quello che era il
suono particolare del gruppo, dato da IceOne, ma dimostrando una crescita tecnica
straordinaria ed inarrestabile.
Dal Colle Der Fomento esce anche un rapper che non ha assolutamente bisogno di
presentazioni, essendosi già presentato in tutta italia con il suo Supercafone, si tratta
appunto di Piotta, inizialmente parte del suddetto gruppo, ne esce per motivi
personalissimi, ma torna in azione nello stesso anno, non resta mai fermo, conosce
Squarta e assieme fondano prima il Rome Zoo, collettivo esemplare nel quale entrano
tutti gli MCs romani creando il mixtape la banda der trucido. Il nome della crew si rifà
al pezzo del rapper militante nei Wu-Tang Clan, Ol' Dirty Bastard, dal titolo Brooklyn
Zoo, ma non va molto bene, almeno per Piotta e Squarta che ne vengono esclusi,
34
fondando quindi la Robba Coatta, dalla quale usciranno i dischi di Piotta, aiutato e
prodotto da Claudio Donato, nel cui negozio il giovane Piotta lavorava come
commesso.
Piotta e Squarta produrranno anche i Cor Veleno, gruppo di spicco anche se
antecedente rispetto ai già citati, con i loro Sotto Assedio, Rock'n'Roll e Heavy Metal,
che però si sono fatti strada sia nell'ambito romano che in quello nazionale per la loro
qualità oggettivamente alta, data particolarmente da Squarta, grande producer ma
soprattutto ingegnere del suono di alto livello, e dall'originalità del loro concetto di
hardcore, vicino a quello Rock, e quindi dell'energia d'impatto che riescono a dare
specialmente nelle esibizioni live.
Vanno citati quindi i Flaminio Maphia, altro gruppo emerso dalle ceneri romane,
che grazie alla notorietà televisiva di G-Max, arriva anche a fare un featuring con Max
Pezzali, e quindi ottenere spazi abbastanza larghi nel pubblico più lontano.
Si tratta di una situazione che nulla ha da invidiare a Bologna, eccetto quella
prima generazione chiamata ZonaDopa, che però d'altro canto, invidia a Roma la
continuità e la varietà oltre la quantità di artisti del genere che rende la città sicuramente
tra le più prolifiche ed esemplari della nazione.
2.3
Sottodogo e Fabri Fibra. Il rap in televisione
Alla storia delle posse italiane in qualche modo si contrappone quella dei gruppi
cosiddetti Main Stream, che con un pubblico più ampio, almeno in Italia, hanno sempre
dovuto piegarsi a "compromessi", e dall'alba dei tempi sono stati rigettati dall'ambiente
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underground. Tutto comincia presumibilmente a Milano, in un luogo di aggregazione
chiamato Il Muretto, posto dove si dice sia nato il rap in italiano e attorno al quale
gravitano gruppi come Radical Stuff e Il Comitato, sempre fedeli a quel concetto nato
nell'ambito delle Posse. Ma a Milano nascono anche gli Articolo 31, cresciuti attorno
alla figura di Franco Godi e all'interno della più grande famiglia della Spaghetti Funk,
dove nascono anche i Fratelli Gemelli DiVersi. Inizialmente "sottovalutati"
dall'ambiente, non trovano veri e propri spazi, finchè non approdano con singoli come
Tranqui Funky e Maria Maria al grande pubblico, trascinando più tardi anche il resto
della Spaghetti Funk. Trovano un'opposizione forte per le loro produzioni in tutto
l'ambito underground, che non smette mai di perseguitarli fino all'uscita del loro
"Italiano Medio" in cui J Ax e Dj Jed hanno la finale conversione verso la musica pop
italiana, che li allontana definitivamente da quel contesto che tanto li disprezzava.
Nello stesso contesto nasce anche un importante artista, quale Bassi Maestro, che
si pone come uno dei pionieri, e guru di questo versante dell'Hip-Hop, producendo nel
'95 Contro gli estimatori album in collaborazione con Dj Double S, che resta una pietra
miliare, punto di congiunzione tra i due ambiti, sia l'album che l'artista stesso,
importante come rapper quanto come producer, con la sua MixMen trasformatasi poi in
Sano Business, dalle quali escono gli artisti di Varese, cioè gli Otierre (Originale
Trasmissione del Ritmo) poi diventati Gente Guasta, dove militano rappers del calibro
di La Pina, Polare ed Esa, tre tra i più incisivi degli anni '90, che sono riusciti a coniare
uno stile nuovo ma che portava comunque avanti i valori underground delle radici. Ma
da qui fioriscono anche con la loro coccinella, le meteore del Festival di Sanremo, i
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Sottotono, con l'album d'esordio Sotto effetto Stono, accomunati agli Otierre per la
provenienza e per la fratellanza di sangue che lega Tormento ed Esa, ma accomunati
anche agli Articolo 31, per lo sdoganamento che ebberò, vincendo Un disco per l'estate
e partecipando a Festivalbar e Festival di Sanremo nel 2001, quando la guest star era
Eminem, e quando dopo una rissa finita in televisione, durante l'intervista di Staffelli
per Striscia, il gruppo di Tormento e Fish venne distrutto dalle critiche, dovendosi
successivamente sciogliere e terminare nel totale silenzio. Tormento ricominciò da capo,
ricostruendo con un nuovo a.k.a. (Yoshi), la sua carriera nel mondo underground,
trovando nuovi spazi e formando la sua nuova credibilità sulla sua bravura, sulla sua
forza d'animo e la sua lunga carriera, jam dopo jam. Fish invece, dopo l'esperienza con
L'Area Cronica, assieme a Gente Guasta, Microspasmi, ed altri gruppi fortemente
underground, nati e cresciuti nell'underground, trova in Fabri Fibra, la sua perla, che lo
porterà ad un successo ben più grande di quello che ci si sarebbe potuti aspettare.
Fabri Fibra, rapper di Senigallia, piccolo paesino delle Marche, è adesso un
personaggio pubblico al pari di Ligabue, o di Vasco Rossi, ma anche lui ha cominciato
vendendo le sue demo a mano, assieme al compagno Lato, nella memorabile crew
Uomini di Mare con Del mare quest'el gruv (1996), Il rapimento del vulplà (1997)
Sindrome di fine Millennio (2000) e Lato & Fabri Fibra (2004), album che hanno
letteralmente rivoluzionato il modo di miscelare le parole nel rap italiano, cosa che
vedremo più in là. Nel 2001, Neffa intravede la possibilità di lasciare a qualcuno il
testimone di rapper italiano per eccellenza, e produce per Fabri Fibra, donandogli una
serie di basi da lui stesso composte, l'album culto Turbe Giovanili, dove Fibra riesce a
37
mettere insieme, tutto quanto detto in questo capitolo, mischiando la tecnica alla
comunicazione, alla ricerca ed inserendo anche quel pizzico di menefreghismo e
disimpegno, creando quello che per molti rischia di essere l'album di Hip-Hop italiano
più completo e puro della storia. Poi è il turno di Mr. Simpatia (2004) in cui Fabri Fibra
ha una svolta stilistica totale, trovando nello sfogo depressivo, e nell'utilizzo di
immagini al limite della moralità, la sua vera vocazione. Da tutto questo e dall'incontro
con Fish e la firma per la Universal, nasce il Fabri Fibra che si sente alla radio, dal
2006, con il suo Tradimento titolo abbastanza evocativo, diviene lui l'astro che porta il
suo Hip-Hop nei teleschermi, dando un colpo forte all'underground che l'aveva sempre
rigettato, ed uno ancor più forte al Main Stream che aveva sempre risputato tutti gli
artisti del genere usandoli, distruggendoli e buttandoli poi nuovamente per strada. Dai
tempi di Teste Mobili9, assistiamo ad una svolta stilistica impressionante, che lo porta ad
avere un livello tecnico, culturale ed espressivo che supera le attuali possibilità del
mercato italiano, da Applausi per Fibra singolo di successo dell'album Tradimento,
passando per Bugiardo, Chi Vuole Essere Fabri Fibra? e Controcultura, ottiene due
dischi d'oro e altrettanti di platino, superando artisti che hanno fatto la storia della
musica italiana ed arrivando ad un successo senza pari. Ma Fibra fonda anche la Tempi
Duri records, e il gruppo Rapstar assieme a Clementino, due azioni che a mio avviso,
come di molti appassionati ed addetti ai lavori, lo rendono a buon merito, l'unico
rappresentante Main Stream della cultura Hip-Hop, l'unico che è riuscito ad entrare nel
sistema discografico italiano e cambiare le regole rendendo possibile una strada per
9 Casa di produzione autogestita dallo stesso Fabri Fibra
38
l'acquisizione del genere da parte delle masse, in modo lento e graduale. Nonostante gli
attacchi continui e irrefrenabili dei nostalgici, Fabri Fibra è e resta comunque l'MC di
Turbe Giovanili, che a ragion veduta, ha completamente stravolto e trasformato, al pari
di Neffa questa cultura e questa Musica.
"Ho fede nell'immenso, aspetto anch'io una scossa
ho un piede nel successo e l'altro nella fossa
ti chiederò un compenso, ti penso,
immaginario immenso, incastri che per te non hanno un senso
Era dieci anni fa, fa-faccio un ragionamento
faccio un peggioramento e rendo per magia
su in regia hanno capito era tutta una strategia
a casa mia scrivo in camice bianco come in farmacia."
2.4. Post Scripta Napoletano
Ho volutamente tralasciato le realtà singole e regionali, più tardive e meno incisive, e mi
rammarica inserire in questa lista anche quella dei 99 Posse10, dei 13 Bastardi11 e de La
Famiglia12, tutte facenti parte della stessa area, e cioè quella della città di Napoli.
seppure esse siano parte di questo primo storico periodo di diffusione del movimento,
vanno slegate dal resto, non per ragioni personali, ma per un singolo e semplice fattore,
da non trascurare e cioè "La Lingua", a Napoli e più in generale nell'area campana, la
tendenza fondamentale e quasi l'unica, eccetto rarissimi casi (Paura, Clementino, ecc.),
era ed è quella di utilizzare il dialetto nella scrittura dei testi. Il Napoletano si pone
attraverso l'innesto del gergo e dello slang, come un'altra lingua, e quindi ha sempre
difficilmente partecipato all'evoluzione nazionale del fenomeno, tendendo a creare un
10 Marco Borroni, Rime di Sfida, Arcipelago Edizioni, 2004 pag. 88
11 Ibidem.
12 Ibidem.
39
movimento autonomo con una forza singolare e chiusa. Nel Capitolo che segue si
parlerà di questo tipo di rap in modo singolo, escludendolo dal contesto nazionale, ed a
spiegarlo più di mille parole, basta questa strofa di Svez, rapper parte dei 13 Bastardi,
nel pezzo rappresentativo Napulé, del 2003, per l'album Persi nella Jungla.
"Napulé è chi mett acopp, Napule è chi aspett a ciort,
Napule è na paliat ca t'aspett appen miett o per for a port,
gent ca s'abbocc, car, fin'aier chiù contrabbandier ca tabbaccar,
polacc, ner, ricuttar, gent ca s'accir, nu tossic rind o vic c'appar
storie e merd comm a robb ca s'spar,
e n'è parla si vir, e magagn ne so tropp
manc e guardie guardan ma magnan acopp
e vir ca ccà primm o aropp l'acchiapp coc pacc o coc sol o rettifil,
paccher ca volan a copp e motorin,
gent ca fa cap e mur sul p'mill lir
storie ca nun vir si te fai sul nu gir,
Napule è mill culur ma se ver sul o nir e vir ca.."
40
"Since '86 showin' the crowd what I'm about
And they still wanna know when the album comin' out
Ask the teenagers, OG's, and ask the kids
What their definition of "classic" is
Timeless, so age don't count in the booth"
Rakim
41
Capitolo 3
L'MC, il Maestro di Cerimonia
I capitoli affrontati fin ora, gli ambiti di studio, etnografici, storici e teorici riguardanti
la prima parte di questa tesi, sono uno strumento e l'unica possibile soluzione per
arrivare a questo terzo capitolo, che sarà per molti pieno di sorprese, e per altri pieno di
scoperte e confutazioni alle quali anche io mi sono trovato a pensare solo arrivato a
questo punto.
"In primo luogo metto in primo piano l'uso di tecniche
forme dialettiche, strategie più tattiche
sappi che qua non puoi venire in visita come un turista
crisi da esibizionismo, le calze vanno ai piedi e non in testa.
A richiesta continua la saga di strada
la sfida, per ammissione è missione suicida
per chi parrucca il funk e grida false dottrine
per chi rappresenta un mondo che non gli appartiene
sono a disposizione ed eventiali reclami
andranno inoltrati a questa sede, nel cerchio che si chiude
accede a un punto fermo, è inferno su teleschermo
il mio orologio è rotto, ma è esatto due volte al giorno
passo, chiudo e escludo cripto scuro
nel posticipo in diretta trasmetto, il mio segnale in stereo."
Adesso, dopo tutto ciò che si è detto fin qui, scoprire che questo testo è di Kaos
One, che fa parte dell'album ////-l'attesa, è essenziale per concepirne il senso, il nome
del pezzo è Tufutronik 3000 e viceversa, adesso riesce più semplice comprendere il
perchè del suo essere sempre stato un personaggio cosi underground. Il tema della strofa
e della canzone tutta sono i colleghi MC, e possiamo individuare per esempio "la sfida
42
per ammissione è missione suicida [..] per chi rappresenta un mondo che non gli
appartiene", che parafrasando contiene il messaggio di Kool Herk, e cioè
dell'essenzialità dei rappresentanti della cultura hip-hop di rappresentare la verità, keep
it real.
Senza parlare delle varie "è inferno su teleschermo" individuabile nella continua
funzione di protesta, rivalsa e "megafono" che ha sempre dimostrato questa cultura, e di
cui possiamo trovare i motivi nell'analisi storica precedente. Percui, in questa sezione,
analizzerò, sopratutto, come sopra, attraverso i testi, sia questi aspetti, sui quali inviterò
spesso all'analisi dei capitoli uno e due, che, con maggior dovizia, su attributi che vanno
ricercati in concetti come "In primo luogo metto in primo piano l'uso di tecniche" che si
riferisce all'uso delle rime e della parola, che è arma principale ed essenziale dell'mc.
Oppure ancora: "sappi che qui non puoi venire in visita come un turista" che invece
supporta l'idea della protezione che tutti debbono avere verso la purezza di questa
cultura, e quindi di un aspetto più "personale" che deve mantenere l'mc nel suo
comportamento anche al di fuori della pratica della propria arte.
Spero vivamente che la presentazione di questa mitologica figura, possa essere
esaustiva per chi non ne ha mai visto uno, rispettosa e veritiera verso gli addetti ai
lavori e gli stessi mc, quindi anche per me stesso.
3.1. La Parola è un'arma
"Se io sapessi il modo di iniziare una canzone su di un loop
tanto soul, mi chiamareste Stewie Wonder, No Questions.
Oggi che le etichette e le radio sono la mafia
io, rivoluzionario e la mia musica porta la kefia
43
Ghemon Scienz, se questo è un pezzo rap
come sostiene qualcuno devo ripetere il mio nome in continuazione
Ghemon Scienz, perchè si fissi nei ricordi dell'ascoltatore
che non ha colpa, e se la massa non ragiona poco importa
non è unq questione di forma
ma è dimostrare che l'hip-hop non è una formula
dove uno dice yo e l'altro fa il gesto delle corna
al rap della fretta e delle rime scrause
preferisco la chiarezza e le pause
l'ampiezza di respiro nel trattare i concetti e la chiave di ricerca delle cause
quando piuttosto che vivere noi esistiamo
e nel momento di attaccare desistiamo
in nome di una dignità che non abbiamo
e di una cazzo di coerenza, che al primo appuntamento depistiamo
perchè per quanto puoi ridurlo al minimo esigibile
per quanto puoi farlo difficile
il rap è uno strumento per comunicare a tempo
e capiscimi, il senso non è un fatto prescindibile."13
L'MC è innanzitutto colui che scrive e rappa, e "il rap è uno strumento per
comunicare a tempo", la cosa essenziale che distingue l'MC da chiunque altro creda e viva
l'Hip-Hop, è l'utilizzo della parola, della rima e della propria voce. Di seguito si analizzerà
quest'arte, partendo dai testi stessi, attraverso un'analisi metodica, l'unica possibile seppure
errata a prescindere, vista la mancanza di vere e proprie regole e quindi l'esistenza di infinite
eccezioni e novità originali. Per questo motivo si è deciso di prendere in esame unicamente
testi italiani, dove possiamo trovare un senso ed una direzione comune, non universale e
(forse più che nel resto del mondo) incentrata sulla parola.
3.1.1 Il Titolo: La Confezione
Il Titolo, è il primo input che l'artista dà all'ascoltatore, e pur sembrando qualcosa di
relativamente semplice da trovare, cela dentro di se una serie di ragionamenti.
13 Ghemon Scienz, Niente può fermarmi
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Raggrupperemo per semplicità le tipologie di titolo in tre categorie:
1. Esplicativo: Quel tipo di titolo, che rende l'idea immediatamente, ancora prima
che l'ascoltatore possa ascoltare le prime note della canzone. (es. Parole: che
parla delle parole. Punti di domanda: sulle questioni che ci si pone. Tutto può
succedere: Sulle possibilità della vita
2. Allusivo: Che allude all'argomento, attraverso una frase, un modo di dire, o
semplicemente una parola, spesso contenuti nelle strofe ma più facilmente nel
ritornello, e che quindi cerca di farsi ricordare attraverso la ripetizione. (es. La
Famiglia: Modo di chiamare la propria crew, che nel pezzo in questione si ripete
come anafora per tutto il ritornello. 6 Cavaliere: L'uso del numero riporta
all'ironia della canzone, le cui prime parole formano appunto il titolo.)
Sicuramente il più sfruttato e utile.
3. Ermetico: Alcune volte, viene utilizzato un titolo che sembra non avere niente a
che vedere con il tema, che quindi non si può rintracciare nel testo, e addirittura
a volte risulta cifrato, e di difficile comprensione anche in relazione più generale
alla lingua italiana. (es. Venerdì 17 dove non si parla del giorno in questione,
anche se possiamo riferirci alla sfortuna, seppure sia vagamente accennata dai
racconti del testo. Principi fondamentali della filosofia cronica: anche qui,
difficilmente si possono tradurre i titoli in maniera significativa rispetto al testo.
Fino ad arrivare ad Arkham Asylum, e bisognerebbe avere conoscenze su
Lovecraft e il suo leggendario manicomio, per poter arrivare al senso che l'artista
vuole far trasparire dal titolo nella comprensione del testo.)
45
3.1.2 L'incipit: Il Contenuto
L'incipit, seppure sia in realtà il primo gradino della scala, dal punto di vista di chi
produce, si pone al secondo posto per chi invece analizza.
Esiste una forza motrice, che spinge l'artista alla creazione, troppo spesso si tratta
di soldi, ma per molti, fortunatamente, sono altre le motivazioni che portano alla
produzione artistica. Possono essere semplicemente esigenze personali, o idee intime,
che escono fuori in un determinato momento e con una determinata maturità, che può e
deve cambiare, e di questo gruppo fanno parte tutti i possibili argomenti astratti, o che
discutono argomenti comuni, anche concreti. Oppure possono provenire da esperienze
di vita forti, viste o vissute e poi raccontate in modo più o meno esplicito (es. 6
Novembre: pezzo che si riferisce alla data in cui il rapper in questione fù arrestato.).
Diventa importantissimo conoscere e riconoscere l'incipit nel secondo caso, per poter
interpretare determinati riferimenti. Vi sono poi quei motivi politici e sociali, che
coinvolgono tutti, ma che vanno contestualizzati nella storia per una comprensione
particolare e specifica. Ed infine quella singolare attenzione verso l'argomento dissing
e/o autocelebrativo, importante novità nelle tematiche del rap, si occupa di
autocelebrare il rap stesso ed il rapper, sia in prima persona che come figura in generale
e di contro, insultare, prendere in giro, qualcuno in particolare (dissing) o più in
generale, lo scrauso, cioè colui che va contro i valori dell'hip-hop pur essendo un rapper
e/o è semplicemente poco bravo nell'arte del rimare.
"Sono all'interno di un conflitto
aperto da chi ha visto e si è spinto soltanto ai margini di sto recinto
portandosi promesse che opprimono,schegge che piovono,
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regolamenti truccati che si confondono
vieni a comprarti la mia dose di suono,
cammina dove l'anima e l'uomo sono la terra nel fuoco
quanto sarei disposto a lasciarci per questo
se il cuore è successo il talento me stesso
questa è per Raffaele porta il tuo funky nelle alte sfere
e con le tue idee dagli nuova fede
io sorrido perchè so che avrai successo,
hai spaccato in terra prima così spacchi in cielo adesso.."
Il Riferimento nell'ultima quartina a Raffaele lascia la possibilità all'ascoltatore di
intravedere quale sia stato il motivo portante della canzone Manca Fiato dei Metro
Stars, e cioè Kaso e Maxi B, ma difficilmente ci si potrà spingere fino alla
comprensione totale delle sue parole, seppure sia importante tenere presente che l'artista
si rivolge a qualcuno che è morto ("hai spaccato in terra prima cosi spacchi in cielo
adesso") e che probabilmente faceva parte dell'esperienza musicale dell'MC ("porta il
tuo funky nelle alte sfere"). Visualizzare questo tipo di informazioni aiuta la
comprensione di frasi come: "lasciandomi solo il ricordo di un volto,lasciandomi un
vuoto che brucia come fuoco sul mondo" o ancora "ora che il cielo si è preso ogni
credo, come andrà a finire mi chiedo."contenute nelle due strofe precedenti.
3.1.3 La Struttura: L'Ordine
La Struttura di una canzone rap, spesso e volentieri presenta delle analogie con le altre
dello stesso genere, seppure come detto nella premessa, non vi siano regole di questo
tipo. Possiamo comunque provare ad individuare delle tipologie.
1. Classica: Quella più largamente utilizzata, presenta una struttura del tipo
"Intro-Strofa-Ritornello-Strofa-Ritornello-Outro"
dove
chiaramente
il
47
numero di Strofe può variare, da un minimo di una, ad un massimo non
conteggiabile (anche in relazione al numero di rappers presenti). Anche
l'entrata in scena della prima strofa come l'uscita dell'ultima può essere sia
postposta che preposta ai ritornelli, e contenere o meno Intro e Outro. Quindi
semplificando, si tratta di una struttura "Strofa-Ritornello-Strofa" dove
ovviamente oltre che Intro e Outro parlati, possiamo trovare dei bridge,
composti da inserzioni musicali strumentali, campionature e/o scratch, che
possono comporre anche Intro e/o Outro. Troviamo inoltre spesso la
ripetizione finale del ritornello, e/o delle riproposizioni del Ritornello con
delle piccole variazioni, in qualsiasi punto della canzone.
2. Monostrofa: Si tratta evidentemente della struttura più semplice da
individuare, in quanto priva di inserzioni di qualsivoglia tipo, sia musicali,
che di canto, che di Ritornelli. In questo tipo di struttura, sul beat, l'MC o gli
MC's, compongono le strofe senza alcuna pausa, se non una possibile
alternanza dei vari rappers presenti nel pezzo, ed un eventuale Intro e/o
Outro ad apertura e chiusura della traccia. "Intro-Strofa/e-Outro"
3. Disordinata: Moltissime altre canzoni invece tendono a mischiare le prime
due strutture, modificarle, interromperle, staccarle e tagliarle. Non esistendo
regole scritte, è possibile creare qualsiasi struttura. Sono infatti abbastanza
presenti strutture del tipo "Intro-Strofa-Pausa-Strofa-bridge-Ritornello-insert
cantato-Strofa-bridge", dove tutti questi momenti musicali possono essere
mischiati in modo random, tenendo conto soltanto del risultato finale, e di
nessuna altra regola.
48
3.1.4 Le Rime e lo stile metrico: Gli ingredienti
Le Rime e lo stile metrico sono il fulcro ed il corpo di ogni canzone rap, (seppure in
america, bisognerebbe fare un discorso più complesso e lungo, fondato sulla musicalità
delle parole e sull'evoluzione musicale delle produzioni, percui si farà riferimento in
questa sezione unicamente al rap in italiano). Bisogna quindi partire chiarendo alcune
particolarità musicali sul beat, è solitamente formato su 4/414 che si ripetono, anche se
le linee dei vari strumenti possono modificarsi nel corso della canzone, o essere
totalmente improvvisate e quindi cangianti in tutta la traccia. Questo vuol dire, avere un
ripetersi delle alternanze di cassa e rullante, o delle loro proiezioni, per quattro volte nel
giro di note che compongono la battuta. Verrebbe naturale pensare all'alternanza di rime
del tipo A-B-A-B o A-B-B-A (es. "E' la realtà nuda e cruda man, di chi la vita se la
suda/ la realtà/ di una verità/ taciuta) all'interno della quartina, fortunatamente anche in
questo caso non esistono regole di alcun tipo, sopratutto nella sillabazione dei testi. Vi
sono quindi all'interno di una quartina infinite possibilità di combinazioni delle rime, di
accellerazione dell'esecuzione e quindi dell'inserimento di versi molto più lunghi o
molto più brevi (es. "Voglio fare un pò di soldi come giorgio armani/vieni qui e ti taglio
14 Nella musica, il metro è una struttura basata sulla ricorrenza periodica di elementi accentuativi. Tale
struttura può anche essere implicita, ossia non essere esplicitata ritmicamente. Essa condiziona il nostro
ascolto. Di qui deriva, ad esempio, l'effetto della sincope, frutto per l'appunto di una sfasatura tra
l'elemento esplicito del ritmo e quello implicito del metro.
Nella notazione occidentale, la misura della battuta musicale costituisce un elemento metrico, benché gli
studi di etnomusicologia abbiano dimostrato come il concetto di metro vada molto ad di là di quello di
battuta. È tuttavia consuetudine equiparare le espressioni "Questo brano ha come metro 4/4 (quattro
quarti)" e "Questo brano è in 4/4".
La misura ha due scopi nella musica occidentale: raggruppare una serie di tempi e rappresentare il
mattone di una struttura musicale più ampia come una frase. La misura di una battuta implica le struttura
dell'accentazione delle note, ove alcune sono più accentate di altre; il cambio di tempo cambia dunque
anche il modo in cui le note sono accentate. L'accento può essere ottenuto introducendo una modifica
significativa nei parametri del suono, in modo tale da evidenziare una nota rispetto alle altre.
49
le mani" ). Non è quindi possibile ridurre le possibilità dell'alternanza di rime, essendo
infinitamente modificabile ed essendo qualità apprezzatissima l'originalità che sta nella
distruzione di queste regole. Inoltre, anche la rima non ha regole, non solo sono
accettate le assonanze e le consonanze, (suda-taciuta), vengono molto apprezzate le
assonanze plurilinguistiche ("Il tuo gruppo mischia Alcool ed MD / Poi sale sul palco e
fa hardcore R&B"), e vengono accettate anche assonanze unicamente musicali, dove
pure un cambiamento nell'esecuzione dell'accentazione della parola è bene accetto.
Insomma, più si va verso la sospensione e anzi la distruzione degli schemi e delle regole
del rimare letterario, per una più forte musicalità, più viene apprezzata l'interruzione e
quindi la "sottolineatura" della rima.
"Vivo le grane di un ragazzo comune normale
che sa le cose comuni in ogni comune mortale
la fame, da quale punto l'hai vista
è fame di spendere ancora o fame da buste del discount
il distacco sociale l'eclissa, fame di classe, sete di crystal
ci dissetasse, non parleremmo di ste tasse
già nel 2000 il mio ghettobluster suonava i tasters, mica la dubstep
altro giorno altri euro, fuori dal feudo di sti pseudo artisti
in tv visti i buffoni, le glorie, le troie
l'industria apre le coscie e un altro ingenuo vede il cielo aprirsi
non vip, questa è la vita vera, un uomo in simil-pelle
scende da una jaguar nera con impianto GPL
Seguimi, la vera fame non è chimica ma è come se fumassi e vedessi demoni."15
3.1.5 Le Figure Retoriche: Il condimento
Le Figure Retoriche utilizzate all'interno di un testo rap sono molteplici, e
sfruttatissime. In primo luogo troviamo le ripetizioni, specialmente le anafore presenti
nei ritornelli (di cui sopradetto), che però spesso vengono disordinate nei testi, in modo
15 Jhonny Marsiglia, Ho Fame, Stokka&MadBuddy ft Ensi & Jhonny Marsiglia, #Bypass, 2012
50
confuso (cfr. Delle Volte, One Mic). Le iperboli e le metafore, metonimie, etc.. Questo
tipo di figure retoriche, tra cui anche le analogie, sono senza dubbio le più utilizzate, vi
sono innumerevoli esempi come: "Sputo pallottole da sta laringe" o "Sempre in ballo
come la Carrà", "Vivo in un isola, isolo il cervello come Pisolo", insomma, queste
figure retoriche vengono utilizzate ed adattate, spesso e volentieri in modo improprio
rispetto alle regole letterarie e poetiche. Molto in uso è una figura di invenzione HipHop che viene chiamata Punch Line, e cioè l'utilizzo della caratteristica di un
personaggio, un'associazione, un luogo o ancora la presenza nel suo nome di un
vocabolo, richiamato attraverso una comparazione (es. "Questa è la premiata ditta infatti
come Pino, insegno [..] Ho il sorriso fisso in faccia come in campo Ronaldinho"),
questo tipo di espediente era ed è molto utilizzato nella tecnica del freestyle, nei testi
poco impegnati e/o che fanno parte del dissing.
"Dopo il bridge togli il beat così
l'entrata dell'Mc che fa il feat. risulterà più d'effetto.
Cerca di far credere che vieni dal ghetto,
chiama "project" il palazzo, "playground" il campetto.
Se per te il massimo dell'illegalità è far sega a scuola f
alsificando firme di papà, questa non suona,
meglio se la romanzi,
dì che sei implicato in un traffico di documenti falsi,
ma occhio alla sintassi che se invertiresti il congiuntivo
col condizionale poi può darsi che sbagliassi.
Se quattro quarti non ti bastano e ti avanza una parola
non velocizzar la metrica, piuttosto sfora.
Se sei in difficoltà chiudi le rime con bro, b, man o fra',
poi alla fine della strofa, si sa,
ripeti il titolo del pezzo,
in questo caso "il pezzo rap""16
16 Mistaman, Il Pezzo Rap ft Mistaman, Qualcosa Cambierà MIXTAPE, Ghemon
51
Una volta analizzate questo tipo di caratteristiche, vi sono però ulteriori eccezioni
alla regola, che vanno prese per intero, e di queste fanno parte: il dialetto, lo slang nero,
tecnicismi e neologismi. Tecnicismi e neologismi, vanno ricercati nelle parole che
difficilmente troviamo nell'uso comune, che non sono soltanto tutte quelle parole che
fanno parte dell'ambito di provenienza del rapper, ma anche e sopratutto tutte quelle che
provengono da ambienti distanti e dai linguaggi tecnici (navale, edilizio, etc.). Lo Slang
Nero, è un evoluzione di quello slang di cui si è tanto parlato nel primo capitolo.
Chiaramente l'italia non possedeva uno slang con delle radici antiche come quello dei
neri d'america, e ha dovuto quindi sopperire a questa mancanza attraverso l'invenzione
di alcune parole, mischiandole a quelle americane, o coniandone di nuove (es. La
Ballotta: per indicare la crew. Di Fisso: per indicare la certezza di qualcosa. Vibra:
proveniente da Vibrazione, ma ancor più da Vibrations, che indica la sensazione
benevola di una certa cosa, situazione o ancor meglio suono, musica. ecc..)
Importantissimi in questo senso sono i casi di Neffa nel suo Chicopisco e di Joe
Cassano che ha sperimentato un rap testuale italiano slangato in ogni suo vocabolo.
Infine bisogna stare molto attenti all'uso del Dialetto, che può essere utilizzato per la
stesura dei testi in toto, oppure per alcune espressioni singole, articoli o delle parole (cfr.
Accannace, Colle Der Fomento), l'esigenza di autenticità, ha portato molti gruppi all'uso
di questa tecnica, che oltre la difficoltà di utilizzo e di comprensione, porta con se i
valori della ricerca delle radici e della verità che si ritrova solo attraverso una lingua
parlata realmente dall'artista.
52
"Dalle vie di Bo-lo da solo o con la click
Faccio a singolare Hip un pandemonio a microchip
Jonny Jab sonda l'onda della jam
e con i rega fionda rime 5° dan
Alta produzione coi soldi della strada
dalla PM saga, slega e vada come vada
Gente araba con me qua come Saddam Salam alecom, alecom salam ya"17
"Aggiu vistu n'umanità ca nun pò cagnà,
nu munno ca toccato o funno e sta ancora là,
me chiagne o cuore quanno penso ca
là fora stanno a piezzi e nun saccio che posso fà,
a raggia a comincià cun chi me l' aggià piglià mò
qual'è sta croce ca m'ha già abbraccià?
agg' vist' a raggia rind a l'uocchio di chi non tene da mangià,
o curaggio di chi s'arrangia ind'o disagio de sta città,
agg' vistu a munnezza,agg' vistu a tristezza,
frate me simme 'e Napole pe' ogni pacchere suong carezz"18
3.1.6 Il Flow: Il Gusto
L'ultima fase della creazione di una canzone rap, è l'esecuzione, che sembrerebbe cosa
semplice, essendo spesso e volentieri un testo "parlato" quello che l'artista dovrà
eseguire, e non voglio soffermarmi sulle difficoltà che invece si incontrano
nell'impostazione del timbro vocale, e del tempo, perchè spero che sia chiaro a chi
legge, che l'utilizzo della voce nella tecnica rap è un qualcosa di molto complesso e
importante, che nulla ha da invidiare al canto tradizionale. Tuttavia, vi è ancora una
pecularietà che sta dietro e davanti l'esecuzione di un testo rap, è quel particolare
attributo che viene chiamato Flow, tradotto in italiano flusso, è cioè il modo in cui l'MC
dà movimento alle parole mentre le rappa. Il Flow si compone di quattro caratteristiche:
1. L'interpretazione: L'esternazione di sentimenti, sensazioni, di qualsivoglia
17 Joe Cassano, Dio Lodato
18 Svez, Sulla mia pelle ft. Svez, Octoplus, Paura
53
natura nel rappare il testo. Ogni rapper ha il suo modo di interpretare un
testo, e quindi di esternare quello che prova in quel dato momento nel dire
ciò che sta dicendo.
2. La velocità di esecuzione: La quantità di parole che vengono rappate in un
determinato tempo, può e deve cambiare, sia in base al beat, che in base a
come l'MC vuole far suonare un verso, ed è pertanto importantissimo il
tempo nel quale la quartina e il verso vengono eseguiti.
3. La Pausa: Allo stesso modo, le pause non sono soltanto dei momenti in cui
prendere aria, ma dei veri e propri movimenti musicali, al pari di uno
strumento, quando la voce del rapper si interrompe, il motivo del silenzio è
ragionato, sia sulla base del movimento musicale che sul piano concettuale.
4. Il Movimento: Anche le parole, oltre che le note di uno strumento e della
voce, hanno un loro "movimento", che è sia concreto che astratto. Questa è
sicuramente la caratteristica essenziale del Flow, ed anche la più difficile da
spiegare e da percepire, si tratta di quel movimento musicale, che è dato
dalle note che la voce riesce a toccare con la tecnica del rap al momento
dell'esecuzione.
3.1.7 Analisi della Rapparola
"Ora i dettagli sono in primo piano back in the days giù con i miei
lo rivedo come un clip con le immagini a replay
spinge verso eldorado da jungla a stato brado
e ogni secondo in più ci stressava come un terzo grado
un tot di gente parte in quarta solo quando si tratta
di intascare il punto senza aver la carta
per noi la posta è un tot più alta
54
più dell' argento più del percento quest'è quinto elemento
quinta essenza guida i nostri passi sesto senso
d' ha compenso fin giù nel buio illumina l' immenso
se è da qui che si sale fino al settimo cielo
allo scettico svelo come parole da un vangelo
piglia ciò che serve lungo queste miglia tra guerriglia
è un cerchio chiuso all' ottava meraviglia
compie la nona profezia questa è l' ennesima
schiera di demoni che decima...già da mo"
Questo testo è stato scritto da Deda, fa parte dell'album di Kaos One //// l'attesa, e
ha titolo Raggi X, e parla appunto dello svelare ("allo scettico svelo") ciò che è celato
dalle menzogne, attraverso dei Raggi X, che sono proprio le parole. La struttura della
canzone è Classica, si compone di "Ritornello-Strofa-Ritornello-Strofa-RitornelloStrofa". La struttura delle rime sembra semplice, seppure la lunghezza dei versi è
assolutamente variabile, praticamente nessun verso combacia per lunghezza con gli altri,
permettendo all'MC assoluta libertà nell'esecuzione. Vi sono una serie di analogie ("lo
rivedo come un clip", "come parole da vangelo") oltre alle varie citazioni nascoste, che
riportano ad altri ragionamenti. Interessantissimo il fatto che viene effettuata una conta
dal primo al decimo, come a voler dare l'impressione che in questa strofa si racchiudano
tutti e dieci i punti che portano l'MC a svelare la "schiera di demoni". L'uso dello slang è
presente in tutto il testo ("giù con i miei", "un tot più alta","già da mò") anche perchè in
quel periodo, questo tipo di slang era davvero molto presente nei testi di Deda e di tutta la
sua Ballotta, (cfr. Chicopisco di Neffa). Anche l'utilizzo di tecnicismi e importazioni
inglesi ("back in the days"). Infine, per completare questo paragrafo, invito il lettore ad
ascoltare attentamente l'esecuzione di Deda per questa strofa, e rivedere la parte sul flow,
per poter comprendere pienamente, la complessità di quest'arte e l'uso della parola, dal
titolo, fino al prodotto finito, che arriva alle orecchie di chi ascolta.
55
3.2
L'MC, Chi non è?
Spesso e volentieri l'MC è stato paragonato a delle figure già esistenti nel panorama
mondiale, per poterlo individuare. Ognuna di queste possibili analogie risulta
chiaramente errata, tuttavia è possibile ritrovare degli aspetti accomunanti e riguardanti
l'MC. Non voglio pretendere di dire che esso ingloba o dovrebbe inglobare tutti questi
ruoli contemporaneamente, anzi, vorrei distanziarlo sostanzialmente da queste
comparazioni, ma è indubbio che si presentino degli aspetti di ognuno di questi
personaggi, in modo assolutamente originale, all'interno di un'unica figura.
3.2.1 Il Politico
"Per oggi per Lugi va gia' bene cosi
finito al lavoro corro prendo l'ATC
"per la stazioneeeee"come benigni nel film
ho felici checkin,sinapsi in megascreen
do uno sguardo all'edicola "oops" l'umore svicola
titoli su articoli mi cambiano pellicola
i confini dicono che sono gia' nei semi
i bambini scrivono nei temi cio' che temi
dalle elementari dolci merendine e inchiostri amari
preconcetti cari ai cari e impari
che per loro povero e' sinonimo di nero
la melanina aumenterebbe inversamente al dinero
sclero al pensiero di come sono messi
figli del progresso dei progressi,gli stessi
portano fiori al PAPA e a Bob Dylan
magari tifano Milan si e gia',
ma la punta di diamante se non sbaglio era Weah
a fianco del poster di Coster hanno Noa'
a quello della Harley Bob Marley che ci fa
se il significato "One love" non si sa."19
Il Politico, sembra sempre la prima e l'analogia più legata alla storia, come è
possibile notare dalla storia sia dell'Hip-Hop americano, che di quello italiano, esso è
19 Lugi, Robin Hood Sindaco, Capù
56
fortemente legato agli atteggiamenti sociali di alcune minoranze, e proviene da una forte
spinta anticulturale, verso una forte rivoluzione ideologica. L'MC è contro la politica,
senza dubbio, ma perchè? Sempre?
Effettivamente, da nessuna parte è scritto che questa figura debba essere
trascinatrice di grandi masse contro il potere centrale, eppure la storia ci insegna che
questa caratteristica è essenziale, specialmente nei pionieri del genere. Allora si
potrebbe dire che l'MC sia un anti-politico, per presa di posizione o comunque un
Politico delle minoranze, al pari di Malcolm X. Invece, bisognerebbe fare un
ragionamento più elastico, che parte dai valori dell'Hip-Hop, che pongono l'uguaglianza,
la condivisione e la lotta come capisaldi, è quindi normalissimo che nei luoghi fisici
dove nascono difficoltà forti, riguardanti la libertà personale e singolare, controllata dal
sistema centrale, specialmente quella di espressione, l'Hip-Hop si ponga come
controcultura militante e creativa. Basta pensare alle lotte fatte in questi anni contro i
graffitari, ed al loro perseverare in una pratica "illegale", dove in moltissimi altri paesi
diventa invece un mestiere e motivo di vanto artistico per il paese stesso. Allora
possiamo dire che non è l'Hip-Hop ad essere controcultura politica, ma ad essere la
politica controcultura Hip-Hop. L'MC si pone come voce del proprio popolo e della
propria gente, ed allora risulta normale che il suo ruolo diventi, in determinate
situazioni, quello di denunciatore sociale e politico a tutti i livelli. Chi vive e crede
nell'Hip-Hop non può accettare alcune restrizioni, giuste o sbagliate che siano, che non
possono combaciare con i suoi stessi valori, e non è ammissibile che si metta la legge
dello stato al di sopra di quella della propria cultura. Risulta quindi necessaria
57
l'espressione riferita all'Hip-Hop "la CNN dei poveri", dove "poveri" si riferisce alla
situazione vissuta da una specifica comunità facente parte di questa cultura, piuttosto
che alla condizione di tutti i poveri del mondo. Inconfutabile da questo punto di vista è
la differenza che si pone tra i rappers che vivono in questo tipo di struttura e coloro che
invece la sovrastano, economicamente. Gli ultimi difficilmente trattano argomenti
politici e sociali (eccetto che per la questione "nera", che comunque viene toccata in
modo molto diverso), questo confuta in modo imprescindibile quanto sia il contesto più
che l'attributo stesso dell'MC a donargli questo particolare ruolo.
3.2.2 L'Esteta
"Tu vuoi fà o Mafia Man in little italy
stipiti consati, non mi sorprendi con stili mediocri mc
malavitosi, ridotti ai minimi termini
0 anonimi, sopra i microfoni stanno i filosofi
e non c'è tempo per arrendersi in sicily
tra i mille mondi possibili, zone già instabili
aree di crisi incontrollabili, idee labili, motivi futili
vedo potenti, papabili, abili con i più deboli
mangiano simili, tipo cannibali, schivali
inaffidabili, guerre tascabili
offese portatili, no convenevoli inutili
e yo, sterili gli anatemi, quintali di puccettoni
senza nè nomi nè volti avvolti,
stili contorti, sconvolti, in quanto cloni
intreccio rime come vimini per i cestini
destini, filosofie noir, zero storie mini
mentre spupazzo microfoni per i miei bambini
supini, quando in scia sta il mio klan
mammamia mammamia, ahah ahah"20
L'Esteta, è invece visto come la controparte del sistema politico e sociale, colui
che produce dei pensieri altamente filosofici, che possiamo riferire ad un ragionamento
20 S.M.V. Junior, Filosofi Noir, Fuori Fase EP
58
estetico, riguardante i ragionamenti umani e astratti. Il riferimento all'esteta è più
probabilmente dovuto alla possibilità del rapper, più che di un qualsiasi cantante, di
produrre testi più densi, dove è possibile fare un discorso preciso e complesso, e non
solo produrre aforismi uno sopra l'altro. Questo tipo di ragionamento potrebbe essere
anche coerente con la figura dell'MC, ma vi sono due essenziali errori, che vanno in
direzione opposta. Il primo è molto chiaro, e si tratta della complessità del lavoro che si
pone dietro una qualsiasi teoria estetica, lo studio metodico ed intellettuale, che invece
manca in toto all'MC, e d'altro canto questa caratteristica proviene dal fatto che egli, non
studia per concepire e scrivere un pensiero, l'Hip-Hop, tende a dare concretezza al
pensiero stesso, tanto è vero che difficilmente troveremo dei testi rap che non
contengano figure concrete, che tendono a squarciare il tessuto astratto proveniente
dallo stile più estetico di un MC. "In ogni caso sei niente senza amore, accendi il tuo
computer, il tuo cuore e il tuo televisore" qui, Masito, uno dei massimi esponenti italiani
di questa tipologia di rap, intreccia concetti totalmente astratti e crudi, dando però
un'immagine molto concreta della realtà. "Faccia dentro un'altra faccia, con tutti i tuoi
milioni, non compri la mia barca.". Sono immagini estetiche e sociali, che si fondono,
dando vita a qualcosa di lontano e vicino alle due cose, ma che è assolutamente diverso.
3.2.3 Il Cantastorie
"Lento dentro lento resta con in testa
la fissa che per lui la fuori tutto troppo stressa
in testa a lui di esserci non gli interessa
e guarda il mondo pazzo chiuso dalla sua finestra
lui fa l'operaio in una azienda che fa gomma
carico e scarico e ogni tanto tiro qualche somma
i miei passa tempo sono le bocce e la pesca
59
e mi piace bere il vino in bottiglie di ogni forma
vive con la madre e con il padre in provincia
e il primo a lavorare e l'ultimo ad andare in mensa
all'apparenza non ci pensa con la divisa addosso
uno come un' altro ma anche senza
il suo rapporto è contorto coi colleghi poco sciolto
lavora punto non lo cagano molto
solo molti ciao molti molti buon lavoro
pochi bella come stai e pochi sanno il nome vero
ecluso il capo che che se lo ricorda cazzo
il ragazzo si fa il mazzo
per questo gli sta addosso come l'herpes sulle palle
e con le unghie tutte gialle gli indica il lavoro con ordini da gendarme
fai questo fai quello sbrigati cazzone
nonostante lui faccia il lavoro di tre persone
ma di stagione in stagione nella testa lento dentro lui matura
ti assicuro la vendetta sarà dura."
"Il Cantastorie è, innanzitutto, una tradizionale figura di intrattenitore ambulante,
che si sposta di città in città e di piazza in piazza raccontando una favola, una storia, un
fatto di cronaca, con l'aiuto del canto e spesso di un cartellone in cui sono raffigurate le
scene salienti del racconto. I cantastorie in questo loro peregrinare vivevano delle
offerte degli spettatori e talvolta dei proventi della vendita di foglietti recanti la storia
raccontata. Si presentavano sulle piazze dei paesi salendo il più delle volte su un alto
sgabello e cantavano e raccontavano le loro storie, antiche o attuali, vere o immaginarie,
trovate in giro nei villaggi o composte per l'occorrenza, accompagnandosi con gesti e
mimica eloquente. Il canto era organizzato per rime, con formule metriche diverse a
seconda della regione e accompagnato in genere dalla chitarra o dalla fisarmonica."21 La
descrizione di Marco Borroni, che riguarda i cantastorie, ci pone davanti a molti
interrogativi, che innanzitutto ci portano a ricercare le differenze tra i rapsodi, i
menestrelli, i giullari, i cuntastorie, i cantastorie siciliani, i Last Poets americani e le
21 M. Borroni, Rime di Sfida, Arcipelago Edizioni, Milano, 2004, p. 179
60
tante altre figure che potremmo incastrare nella più vasta categoria dei cantastorie. Una
tradizione che ormai è storia, ma alla quale attingono, cantanti, attori, drammaturghi, e
incredibilmente anche gli Mcs. Le differenze sono evidenti, e sono differenze di
contesto, dove con l'avvento dei media, una figura di questo tipo non potrebbe mai
sopravvivere, possiamo certamente dire, che se la produzione mediatica non fosse cosi
forte, potremmo racchiudere anche gli Mcs con le loro jam nella categoria di
intrattenitori e cantastorie, dove le uniche differenze sarebberò il contesto, le tecniche ed
i linguaggi, e null'altro. Ma daltronde, siamo in un altro periodo storico, e l'MC gira il
mondo su youtube, piuttosto che su di un mulo, e non deve alzare la voce, quanto invece
il volume del microfono. Le differenze storiche che ci portano a questo distacco
sostanziale, in questo caso però, procurano sicuramente un'analogia forte ed ideologica
piuttosto che contestuale o tecnica.
3.2.4 Il Cantante
Il Cantante, è fuori da ogni dubbio la figura maggiormente accostata a quella
dell'MC, viene naturale spesso e volentieri accomunare chi crea delle opere musicali, in
modo assolutamente inglobante, piuttosto che trovare le giuste differenze e lontananze.
Bisognerebbe innanzitutto chiarire la questione del cantante, da vocabolario cantante:
chi esercita la professione e l'arte del canto, qualsiasi tipologia di musica egli possa
creare, viene inglobato in questa definizione, possiamo quindi dire che il rapper è un
cantante, in quanto, utilizzando la tecnica del rap, esercita la professione e l'arte del
canto. Ma ricordiamoci che il rapper non è l'MC, ma l'MC è anche un rapper.
61
Sicuramente l'analogia, giustissima tra l'MC ed il cantante è proprio questa, ma
allora per quale motivo non possiamo inglobare questa figura all'interno della più
grande categoria dei cantanti? Il motivo è uno e solo, e va ricercato nelle precedenti
righe, e nelle successive. L'MC non è solamente un rapper, il suo ruolo si pone al di
sopra, e ingloba dentro di se altre importantissime caratteristiche, pari a quella del saper
cantare usando la tecnica del rap. Le caratteristiche che da ora, verranno associate a
questa figura, non sono da prendere come alternative o ausiliari, ma essenziali. Essere
un MC non è solo una professione, come non è solo un'arte, è un fatto culturale, uno
stile di vita, un ruolo sociale, che si manifesta ed esprime attraverso l'arte del canto, che
mentre per il cantante risulta essere centrale e unica, per l'MC diviene un semplice
strumento nell'esercitare in realtà un ruolo ben diverso. Importantissimo è inserire la
parentesi dei producers, e cioè chi compone, con le tecniche del campionamento, i
beats. Ci avvaleremo anche in questo caso del vocabolario, musicista: chi compone
musica. Chi esegue brani musicali suonando uno strumento in modo anche
professionale, orchestrale. Le differenze in questo caso, non esistono. Il producer è un
musicista, compone musica, seppure con metodi e tecniche poco ortodosse, e
sicuramente sperimentali, che non si poggiano sulle regole della musica tradizionale.
L'Hip-Hop, è musica, ma non solo, è anche una cultura, ed un movimento sociale, ed
allo stesso modo l'MC è un cantante, ma non solo, è anche un personaggio culturale,
parte di un movimento sociale, che altrimenti risulterebbe essere semplicemente un
cantante rap, un rapper.
62
3.2.5 Il Poeta
"Voce all'ultima fila ...
Siamo qui per lo spettacolo ...
Il giudice e' gia' al suo posto ...Parole liquide.
E' davvero qui dove si arriva, punto di non ritorno,
parete implosa nella parte non detta.
E' per questo che abbiamo atteso e sperato,
corso contro il vento, lottato e combattuto
guerre mondiali, spasmi nucleari,
cibo per le cavallette,radiazioni extra-coniugali,
distorsioni domestiche, parole liquide.
E' qui che la notte ha progressivamente perso ogni sua malizia virginale,
oltre il territorio il cielo, oltre il cielo il sole,
oltre il sole ... non c'e' tempo.
E se l'uomo viene dall'uomo, Grande Madre che hanno fatto a tuo figlio?
Ripeto: che hanno fatto a tuo figlio?
Venduto all'asta al miglior offerente, infamato per trenta denari,
niente di nuovo sotto le costellazioni,
ma Orione e' fertile ora.
Le pareti hanno occhi negli antichi domini dei Faraoni,
e tu sei some me ... solo piu' all'interno.
E vuoi l'amore per bruciare e il dolore per fuggire,
ma nessuno di noi due piangera' l'anima,
comunque non prima che il cerchio sia veramente chiuso.
Le auto in coda sono piu' che altro luci,
piu' che altro facce dietro i finestrini, nei sedili posteriori i bambini.
Ora di cena nella casa a occidente, parole liquide.
Riuscira' il nostro eroe ... a uccidere i cattivi prima dell'alba,
eventualmente sia ...luce nel risveglio
gravidanza e gestazione della filosofia nuova,
giorno e mese uno anno zero
Fine ... dell'era del silenzio, parole liquide." 22
Con queste Parole Liquide voglio aprire, l'ultima questione sulle analogie errate
che vi sono dietro la figura dell'MC e cioè quella che lo accosta alla figura del Poeta.
Sono tantissimi i testi che fanno riferimento al testo rap come poesia, e quindi al rapper
come poeta, anche se l'ambiente poetico ha in realtà da sempre rigettato questa idea. La
scelta di partire da questa canzone, mi pone davanti a molti ostacoli, perchè credo che
22 Neffa, Parole Liquide, 107 Elementi
63
allontanare la figura dell'MC da quella del Poeta, dopo aver letto questo testo, risulti
davvero difficile. Si tratta di un testo poetico, recitato su di un componimento musicale
di stampo Hip-Hop, contenuto all'interno di un CD Hip-Hop, scritto e recitato da un
MC. Si tratta di poesia o di canzone? Difficilmente potremo rispondere a questa
domanda, e daltronde potremmo fare la stessa domanda riferendoci a testi di De André o
di altri cantautori e scrittori italiani. Proverò a risponderci con Donatella Bisutti:
In realtà si è trattato di una convergenza. Se da un lato la canzone è stata presa da
una nuova ambizione di presentarsi come testo letterario, dall'altro anche la poesia
è sembrata scendere da un suo piedistallo dove appariva spesso intoccabile e
lontana. Alcune metamorfosi subite dal lianguaggio poetico nella seconda metà del
Novecento l'hanno avvicinato al linguaggio comune – quello stesso della canzone –
e ne hanno semplificato le "tecniche", almeno per certi aspetti più vistosi. Come se
una sorta di rivoluzione a un certo punto avesse coinvolto la poesia e i poeti.23
Vi sono difatti dei fortissimi esempi, di Edoardo Sanguineti e Alberto Abrasino, il
primo che comprende la similitudine, tra il rappare ed il recitar cantando, osservando
nei propri componimenti una forte componente ritmica e musicale, creando delle
performance molto vicine all'ambiente rap ed il secondo addirittura compone delle
poesie che oltre alla tecnica, contengono nel titolo la parola Rap, con allusione alla
tecnica ritmica, ed alla modalità di scelta anche di argomenti e termini. Possiamo inoltre
definire simile quel tipo di poesia, chiamata poesia didascalica, e cioè quella tipologia
di componimento poetico, antichissimo che si proponeva di istruire dilettando, concetto
molto simile a quello di unire educazione ed intrattenimento di stampo puramente HipHop. Potremmo quindi accostare personaggi come Lucrezio, Virgilio e Orazio, tra i
massimi nell'utilizzo della poesia didascalica, come anche i moderni Foscolo, con il suo
23 Donatella Bisutti, La poesia salva la vita. Capire noi stessi e il mondo attraverso le parole, Milano,
Mondadori, 1998.
64
Carme dei Sepolcri e Giuseppe Parini, che nel 1759 scriveva La Salubrità dell'aria:
"Stolto! E mirar non vuoi
nè comun danni i tuoi?
Ma dove ahi corro e vago
lontano da le belle
colline e dal bel lago
e dalle villanelle,
a cui si vivo e schietto
aere ondeggiar fa il petto?
Va per la negletta via
ognor l'util cercando
la calda fantasia
che sol felice è quando
l'utile unir può al vanto
di lusinghevol canto."
Altrettanto specificatamente simili sembrano due tecniche, l'una poetica e l'altra
rap, e cioè quella delle sfide in ottiva rima dei poeti di area prevalentemente toscana e
quella delle battle di freestyle. Entrambe sono gare, tra due o più "dueallanti" che
debbono prendersi in giro improvvisando le rime, o altrettanto spesso, improvvisando su
di un argomento, in modo migliore rispetto allo sfidante. Mentre per le sfide in ottava
rima, vi è appunto il "tempo" dell'ottava, per i freestyle, vi è un tempo effettivo per
comporre un indeterminato numero di rime, con la particolarità in entrambi i casi, di
un'improvvisazione estemporanea al momento della sfida.
Tutte queste analogie, porterebberò a pensare ad un'evoluzione del poeta, verso la
figura del rapper, definizione chiaramente errata. L'unica reale condizione di
similitudine tra le due figure è quella dell'utilizzo di versi e rime. Il Poeta non solo ha
una storia totalmente diversa, ma delle peculiarità che lo rendono anzi, opposto all'MC.
Egli è uno studioso, cosa che non creerebbe per forza un distacco essenziale, ma
sopratutto il poeta ha una componente astratta, di ispirazione, sensibilità, gusto, oltre ad
un contatto diretto con la componente metafisica della poesia, alla quale non tutti gli
65
uomini possono accedere. La Poesia ha carattere selettivo, poco pragmatico, che la
rende superiore alla concretezza della vita, anche quando la descrive. Al contrario, il
componimento testuale Hip-Hop è aperto a tutti, per tutti, è concreto, si pone come
strumento di educazione, divertimento e crescita comune per tutta la comunità
mondiale, estendendosi non a chi abbia una particolare sensibilità, ma piuttosto ad una
comunità ben precisa, aperta al dialogo e costruita sulla condivisione.
Il distacco che sta alla base di questo ragionamento è ideologico, e non vale per
tutti i testi musicali, ma soltanto per quello Hip-Hop. Possibilmente poesia e musica,
alla maniera già citata di Fabrizio De André, per esempio con l'Antologia di Spoon
River, sono coadiuvabili, possono confluire in un unico movimento, ed allo stesso modo
cantante e poeta possono convivere nella stessa persona. Ma un MC non potrà mai
essere soltanto un poeta, nè utilizzare poesia all'interno della sua attività musicale HipHop, per il concetto stesso che portano avanti le due realtà.
"E' stato amore subacqueo il nostro mia,mia adorata musica,
passavo le ore nascosto al mio posto in classe con un walkman,
senza pensare a tutto quello che mi succedeva attorno
giorno dopo giorno il desiderio di possederti era sempre più forte,
ricordo che alle volte per rincorrerti perdevo di vista ogni obiettivo,
dimenticavo ogni motivo,è anche grazie a te che sopravvivo,
mi eri accanto in ogni momento decisivo,mi attivo per essere incisivo
solo per sentirti vicino,per sentirmi vivo,
troppe volte è successo già di sentirmi protetto da
questa passione che brucia qua,nel mio petto
e adesso mi aspetto che questo vada canalizzato nella mia direzione,
supportato dalla strada ciò presuppone intenzione,compromessi nada,
nella nostra squadra viene premiato e apprezzato chi ottiene
un lato malato conviene guardare al passato si viene
ispirati dai grandi,musica sei la mia musa e se non ti rendo onore a dovere
nonostante l'impegno sono indegno ti chiedo scusa,
ma la storia non è chiusa la relazione non è conclusa
usa pure la mia energia è a tua disposizione sei il mio più grande amore!"24
24 Paura, Amore Subacqueo, Octoplus
66
Abbiamo viaggiato attraverso figure artistiche e non, esistenti e perse nella storia,
moderne ed antiche. Passando in rassegna le caratteristiche di questi personaggi, sembra
quasi possibile afferrare il concetto di MC, ma ci sono ancora moltissime peculiarità che
vanno chiarite, al fine di individuarne il ruolo. Sembra incredibile quanto una figura
cosi giovane possa aver attinto dalla storia e dalla realtà concreta che lo circonda,
eppure, l'MC è tutto questo e tanto altro ancora.
3.3
L'MC, Chi è?
Anche se leggiamo e sentiamo spesso parlare di MC's, e anche se molti personaggi si
definiscono e vengono definiti tali, questo non vuol dire che lo siano. I Media e
l'industria musicale hanno cercato negli anni di creare una figura diversa, mettendo in
scena dei personaggi a volte totalmente fuori dalla realtà, assolutamente finti, pieni di
artifici, creati al fine di snaturare questa cultura ed i suoi rappresentanti, cosi scomodi.
Tuttavia ha resistito nell'underground, l'idea primordiale e sempre in evoluzione
dell'MC, idea che è nata e cresciuta nella storia, e che non è assolutamente opinabile o
soggettiva. Tutti i dati raccolti fin qui rendono questa idea viva, tutti gli artisti e non, che
sono stati nominati fin ora, fanno parte di una stessa cultura ed uno stesso movimento,
ed anche se ognuno con il suo modo di viverlo, nessuno prescinde da quanto scritto in
queste pagine, essendo l'Hip-Hop un fenomeno concreto e ascrivibile a dati tangibili.
"È lo stesso suono sempre grezzo
qualcuno che lo ha impresso ha fatto il quadro con la base con le rime in mezzo;
io non sono più lo stesso dall’ultima jam session,
la merda che ho raccolto in fondo a un cesso,
è quella che salvava i ragazzini nell’ottantanove,
67
e invece di ficcargli un ago in vena li portava altrove,
ohi, fuori da quel cazzo di disegno,
nella griglia del microfono sui palchi con le assi di legno;
passi che portavano l’impegno,il film era tranquillo,
le favelas brasiliane senza Zè Pequeno;
te lo ricordi a rivedertela dal basso
con la musica che c’era e che pompava pure senza un cazzo;
io mi ciucciavo solo De La e Public Enemy,
a chi non mi credeva, lo guardavo e gli dicevo “fermami”;
credimi, lascia perdere il maestro,
il malessere è strumento per reagire e risalire adesso;
le notti lunghe, sai, durano altrettanto tempo
se c’è un fondo da raschiare e tu non hai più unghie;
fallo senza chiedere permesso,
levati i vestiti e le tue regole del cazzo quando scrivi un testo."
Primo, lo dice a parole sue, "Qualcuno che lo ha impresso ha fatto il quadro con la
base e con le rime in mezzo.", è chiaro che vi sia un'idea comune, che viene dai genitori
di questa cultura. Rispetto agli altri rappresentanti attivi di questa cultura (Dj's, writers e
b-boys) l'MC possiede quest'arma a doppio taglio che è la parola, essa permette di avere
un grado di comprensione e di comunicabilità maggiore, ma non scordiamo che quanto
si è detto e si dirà, riguardo i valori e le peculiarità dell'MC, vale per chiunque viva HipHop. L'MC ha solo una maggiore responsabilità.
3.3.1 Caratteristiche Esteriori: Il Vestiario
La prima caratteristica di ogni MC, come di ogni persona, è Il Nome. Come quando ci
si presenta, ma l'MC oltre al nome di battesimo, possiede una tag, uno street name, e
cioè un nome, inventato, che rappresenta quella persona nella cultura Hip-Hop, come
artista ma sopratutto come persona. La tag può derivare da qualsiasi fonte, può essere
una citazione (Yoshi, Jake la Motta), o un semplice aggettivo (Primo, Polare, Danno),
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può anche derivare dal nome di battesimo o dal cognome, ma anche da qualsiasi altra
piccola cosa, anche in questo caso non esistono regole ben precise. Inoltre si possono
avere anche più tags (La Beffa aka Masito Fresco).
Spesso, ma non sempre, l'MC, rappresenta la propria cultura, sviluppata nella
propria comunità, anche grazie all'abbigliamento, l'atteggiamento ed il linguaggio.
Non esistono vere e proprie regole, anche in questo caso, nonostante i Media hanno
cercato di disegnare un personaggio ben preciso, non esiste nessuna restrizione, di alcun
tipo, risulta però assolutamente naturale questa caratteristica di rappresentazione a
primo impatto. L'uso dello slang, o di un certo modo di muoversi, o di vestire una
maglietta, non sono frutto delle mode, quanto piuttosto di una comunicazione visiva di
vicinanza tra i componenti di una data comunità. Percui l'MC di Modena non avrà
questo tipo di aggettivi come l'MC di Chicago, ma potrà riconoscere i componenti della
propria comunità a Modena. Allo stesso modo egli sarà megafono della propria
comunità ovunque, anche senza esprimersi con la propria arte. Vi è quindi una
Partecipazione concreta, a tutti i livelli, l'MC fa parte di una comunità, quanto più vasta
possibile, e anche di una crew che è propriamente la sua seconda famiglia, qualcosa di
diverso da un gruppo di amici, i componenti di una crew, condividono il tempo in modo
creativo , hanno un'ideologia comune, e sono fratelli gli uni degli altri. L'Hip-Hop è
condivisione, è quindi improbabile che un MC non condivida la propria arte con delle
persone che lo circondano da vicino.
69
3.3.2 Radici e Messaggio: Fegato e Muscoli
Essendo un movimento culturale cosi giovane e cosi esteso, la Ricerca delle Radici
diventa un'esigenza fortissima, in un contesto nel quale vi sono molteplici origini,
raggamuffin, soul, funk, Last Poets, Black Power, diventa importantissimo individuare
delle radici comuni ben precise, che vanno studiate e ricordate sempre. L'Hip-Hop è
conoscenza, è quindi un'urgenza di ogni componente della comunità, in qualsiasi parte
del mondo, quello di conoscere la storia del Bronx, di Kool Herc e Afrika Bambaataa, di
comprendere il profondo significato che ha nella storia del mondo la lotta del popolo
nero, i concetti di uguaglianza e rispetto e di interiorizzarli per riciclarli e renderli veri
nel contesto in cui lo si vive. Si coniugano cosi in concetti ibridi e processi di
appropriazione, che rendono successivamente contestualizzati i ragionamenti che stanno
alle radici del movimento, come tutto l'Hip-Hop nato dalle posse, che chiaramente va ad
innestarsi nei concetti del rap politico americano, ma che si italianizza, diventando un
ibrido, vero per la comunità di appartenenza, e non solo una mera copia di quanto è
stato vissuto in america.
"E' stato un flash: prima con i mix e gli scratch,
ho conosciuto l'hip hop prima ancora del rap;
quella spinta dal di dentro verso su, un groove,
la fotta, la competizione dare sempre di più;
si fa' presto scrivi un testo poi due, poi sei,
cambio una parola preferisco in italiano il rap è ciò che sei...
E dietro al banco coi fumetti, scrivevo pezzi,
facevo scherzi, momenti che poi vanno persi.
Coi Public Enemy e la roba più hardcore,
saltavo scuola per andare in magazzino giù da Vito War;
vinili coi primi stili: Onda Rossa,
Isola Posse e Dee Mo' che a risentirlo sento i brividi,
le prime jam in Pergola assieme a Ciri,
d'inverno fare cypha col whisky ci teneva vivi;
70
conobbi Esa che per me era un mito,
gli OTR, Dj Enzo, Sean e Zippo, non ho finito!
Erano gli anni dei demo in cassetta
prima ancora che gli Articolo avessero un'etichetta;
93: cominciavo a far parlare di me,
stavo a Bologna e c'era il Ragio ad ogni jam
e con Word si parlava dei Lords, i tempi erano quelli
che se volevi Aelle passavi a Feltrinelli;
beccavo Gruff e Kaos,
ore di studio ad allenarmi sopra i piatti e a fare beats ma non c'era il mouse.
Nel 95 nacque MixMen,
smazzavamo i primi tape, Dj Vigor, Dj Double S,
The next One, Miky e Mauri,
vi siete persi i live più potenti e gli scazzi più bastardi.
Ma è quando penso a Zeta
e al momento che ci siamo conosciuti che la storia è diventata seria,
le prime produzioni del Team
con Davucci nei live, l'apertura per i Cypress Hill...
Quando suonavo al Tunnel di Milano,
puntello al sabato, beats nell'autoradio, ci salutavamo
con pugno e stretta di mano, molti studiavano
ma in molti già lavoravamo, se non ti è ancora chiaro,
prima che i Balordi uscissero col demo
e prima che Tormento e Fish diedero quello che credo
per la memoria storica
sia uno dei più grandi contributi al rap italiano..L'Area Cronica!
I primi tour su e giù da nord a sud,
certe cose non le scorderò più,
certe facce che vivono in altri mondi lontani,
alcuni sono ancora sani ma c'è chi si è fottuto con le proprie mani.
Mi sa che il resto lo recuperi da qualche vecchio tape
o da una fanza nei primi numeri.
C'è qualche nome che nessuno già ricorda man...."25
L'MC oltre a saper scrivere rime, deve saperle improvvisare, deve saper fare il
freestyle,
cioè
improvvisare
rime
sul
momento,
tecnica
che
fa
parte
dell'Intrattenimento, essenziale, e derivante dalle radici. La Cerimonia è proprio il
party o la jam, ed il Maestro della Cerimonia, altro non deve fare oltre che intrattenere,
con le sue rime, o in qualsiasi altro modo, facendo divertire educando. L'intrattenimento
25 Bassi Maestro, Dedicated.
71
dell'MC non è mai fine a se stesso, egli ha nelle sue parole un Messaggio ben preciso,
che è il messaggio dell'Hip-Hop dei precursori, contestualizzato e concretizzato, dopo
aver subito i processi di ibridazione e acquisizione di cui si parlava prima. Proprio per
questo motivo, anche a livelli altissimi, vi è una caduta totale delle barriere. Nessun
MC, per quanto milionario, si può permettere di porre delle barriere tra se e la propria
comunità, pena l'eslcusione dalla stessa. Per lo stesso motivo, non esistono gli astri o le
meteore, ogni MC ha alle sue spalle una gavetta, che non è solo artistica, ma anche e
sopratutto sociale, l'MC è leader per la propria comunità, ed è quindi essenziale che egli
partecipando attivamente alla vita della propria comunità, impari dai più esperti e faccia
esperienza sostituendoli e creando un ricambio generazionale, che si pone alla base
dell'esistenza stessa della comunità.
3.3.3 Ricerca, Verità e Condivisione: Cuore
"E la Domenica mattina,quando la casa è ferma
faccio vibrare i bassi col vicino che bestemmia
tutto si spegne,lo sento,scrivo,invento
è l' Hip hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro
è solo musica,chi la crede un pericolo
ha trovato sto veicolo per rendersi ridicolo
se guardo indietro la vita e quella gente che ho perso
un prop solo a me stesso schiaccio play,poi esco
prova,ok,il volume ci aiuta in sto posto strano
abbiamo perso ogni contatto umano
man mano che avanziamo si delinea
la linea che separa l' orizzonte l'Italia dalla Cina
e più senti sto ritmo e più vorresti evadere
credi che altrove il paradiso sia palpabile
ma il paradiso si nasconde in queste pagine
e l'Hip hop non a caso sta qui per colmare l'argine
ringrazio infine chi mi ha spinto in questa cosa
fondamentale le posse,la rapadopa
72
'95 resta l'anno del battesimo
il suono che accompagna le mie rime è ancora il medesimo
e se ce n'è di gente che considera automatico
non smollare il colpo al primo ostacolo
tracciando linee che stanno fuori dal bordo
ringrazierò chi non ha smollato neanche al secondo"26
Il Messaggio che l'Hip-Hop vuole mandare avanti, è complesso, articolato, e rivolto
ad una minoranza che non ha bisogno di questo concetto snocciolato in modo astratto e
saccente, non potrebbe capirlo. L'MC ha quindi un compito, faticoso e difficile, e cioè
quello della Ricerca. Una ricerca estenuante e infinita, che lo porta a cercare, sia nella
concretezza del vissuto e nella crudezza del mondo, che nei labirinti mediatici, finendo
con l'astrattezza del messaggio stesso. Ma qualuncue sia la strada che l'MC sceglie, per la
sua arte, essa sarà fondata sulla ricerca. Dal giorno in cui Grandmaster Flash disse il suo
The Message, la ricerca è centro di quel messaggio e si muove con esso.
L'Hip-Hop è verità, non esiste nessuna comunità al mondo che non abbia come
primo cardine del proprio vivere l'Hip-Hop, quello di trasmettere il vero, motivo per il
quale, non potrà mai andare daccordo coi media, con i politici o con l'industria musicale.
Purtroppo è un insegnamento che non va al passo coi tempi, totalmente anacronistico,
eppure impossibile da ignorare ed alla base dell'essere MC. L'MC è vero, dice e
rappresenta la verità.
L'Hip-Hop è condivisione, nasce e cresce con quest'intento, comunicare il
messaggio di verità, a tutta la comunità e poi a tutto il mondo. Esistono infiniti modi per
condividere la verità del mondo e del proprio essere, l'MC ha la possibilità di farlo a
parole e la responsabilità di essere chiaro per poterla condividere con quanti più individui
possibili. L'MC che non ha bisogno di urlare il messaggio a tutti, non è un MC.
26 Stokka e MadBuddy, Ghettoblaster, Shocca, 60 Hrz
73
3.3.4 MC Combattente: Cervello
"Più la mia fazione perlustra, più quest'industria mi disgusta
quale mai sarà la via più giusta?
Marchette e marketing
l'ennesimo dei veri artisti che si frustra
analisi sempre più spesse
cosi si espresse Zarathustra
saggio come Yoda, fuori moda
mentre è in voga il viaggio che ti inquisisce e ti inchioda senza toga
(com'è?) meditazione yoga, sesso rock e droga
chiusi nella nostra sinagoga creiamo gli slogan che infuocano
quegli altri giocano. War Games 2000, conosco la trafila
io so come infiltrarmi, troppi bugs nei tuoi programmi
tieni d'occhio i tuoi risparmi, prima o poi mi paghi i danni
sto coi falliti che fanno crollare i miti, deciditi
sono convinto, per questo spingo oltre i limiti
restando coi piedi piantati per terra
quest'è l'Hip-Hop, col cazzo, questa è guerra
chi non segue il gregge sa leggere tra le rime
aggiungo un altro pezzo: l'hip-hop è un mezzo, non un fine
infine, se chi reprime colleziona figure di merda come figurine
chi si deprime. Non posso credere agli esempi che mi citi
nei tuoi siti, troppi principi, pochi princìpi
non è uguale, la mia famiglia è reale
gente guasta con qualche ideale, non è usuale.
Prima o poi sta nebbia si dirada
sempre più gioventù squilibrata giù in strada
lotta armata.."27
Per tutti questi motivi, l'MC è un combattente, non è possibile essere un MC senza
il bisogno di lottare per i valori dell'Hip-Hop. "Più la mia fazione perlustra più
quest'industria mi disgusta", il mondo sembra essere una pantomima di ciò che potrebbe
e dovrebbe essere, e secondo i principi di verità e condivisione, l'Hip-Hop non può che
denunciare, cercare di scardinare, lottare per questi. L'MC è la voce di tutto questo, è il
guerriero che va in guerra urlando la verità. "Questo è l'Hip-Hop, col cazzo, questa è
guerra", ogni azione sarà poggiata su questi concetti, non solo la sua arte, ma la vita
27 Esa, Lotta Armata, Gente Guasta, La Grande Truffa del Rap, 2000
74
stessa dell'MC, la sua socialità, la sua cultura, sono una lotta eterna (cfr. Unlimited
Struggle Guru ft Brownman) contro la falsità ed il silenzio, attraverso il divertimento e
l'educazione comune e condivisa.
"E i cani sciolti escono fuori dal gregge, escono fuori come schegge
e chico puoi giurarci quando occorre esco fuori legge
perche' devo svoltare i tempi duri
seguo la mia idea visto che ancora oggi come ieri
vivo un clima di tensione negativo
percio' non venirmi a dire che sono ostile e che non c'e' un motivo
le radiazioni han fatto danni
su chi e' cresciuto negli ultimi 20 anni
abbiamo avuto il piombo, il fango ed ogni giorno
la dose quotidiana di merda che ci cade attorno
e i bambini sono stati contagiati
nati patinati figli ingrati
ora dai un'occhiata al mio libro di storia
un paio di episodi che ho imparato a memoria
ti resta un buon motivo e non puoi piu' tirarci giu
tocca che chiami le divise blu
Per darci addosso non gli serve che un pretesto
hanno la divisa, il manganello e tutto il resto
e non importa la domanda che un barabba mi fa
perche' se gli rispondi in ogni caso non gli va
comincia a dare in testa e quando picchia picchia duro
vuole far cantare forza italia allo straniero
hanno la faccia come il culo e il loro e' un trucco
vecchio all'occhio quando sparano nel mucchio
tipo non ce n'e' non puoi beccare i cani sciolti
noi parliamo piano mentre ci muoviamo svelti
c'e' una nazione in fiamme tutto intorno a me
e chico indovina cosa sulla traccia qui chi c'e'...
la D la E la D la A in compagnia delle sirene
non si tiene ho Sangue Misto nelle vene
di nuovo sulla traccia ed e' una storia pesa
28
io coi miei fratelli per legittima difesa siamo:"
28 Deda, Cani Sciolti, SxM, Sanguemisto
75
Outro
Maestri di Cerimonia
“Quando cominci a confrontarti con la società non hai più solo voglia di stupire con il
rap, ma hai voglia di dire alcune cose. Ho messo via il perbenismo, perchè avevo
urgenza di raccontare queste cose, e me ne sono fregato di quello che volevano le major
o le radio. Questa non è musica che pretende di andare in radio. Non pretende di entrare
nelle case di tutti quanti. Pretende di essere ascoltata da chi ne ha bisogno. E' un caso
che adesso ci siano i riflettori, se non ci fossero noi lo faremmo lo stesso."29
Mentre scrivo, si sta scatenando un dibattito che coinvolge tutti gli MC's in italia.
La manager di Fabri Fibra e Marracash, Paola Zukar, ha dichiarato in un'intervista
televisiva, delle opinioni particolari e volutamente negative sulla vecchia scuola del rap
italiano. Ricevendo insulti, video propositivi e distruttivi, da chiunque, in special modo
da coloro che fanno parte di questo movimento da più tempo. Molto incisiva la risposta
strettamente musicale della King Kong Posse per Radio Welcome to the Jungle, che ha
voluto regalarci un breve mix musicale di moltissimi capolavori del primo decennio di
Hip-Hop made in Italy. Fortunatamente questa è solo una brevissima parentesi
mediatica, una delle tante che coinvolge questo genere musicale, ma indicativa per
comprendere l'esposizione che questa cultura sta avendo nell'ultimo decennio in Italia.
Per tutti coloro che credono che questa facciata sia una finestra nel mondo dell'Hip29 Fabri Fibra in un intervista per Michele Monina, GeneRAPzione, RCS Libri S.p.A., Milano, 2007
76
Hop, spero che questo mio scritto serva da monito, da invito e da guida, verso una
comprensione più profonda di questa cultura e di questo movimento. Per me è stato un
modo di chiarificare e fare luce su ciò che già avevo percepito: L'Hip-Hop si vive. Non
si può parlare di Hip-Hop su internet, e nemmeno lo si può guardare in televisione,
perchè non si tratta di un fenomeno mediatico, anche quando i riflettori dei media si
spegneranno o cambieranno direzione, ci sarà un popolo, che crede in questa cultura, un
sacco di gente che trova nell'Hip-Hop il proprio modo di vivere, che sia giusto o
sbagliato non ha alcuna importanza. Che abbia una storia più giovane, non ha alcuna
importanza. Ma il solo fatto che vi siano migliaia di persone nel mondo che vivono
attraverso un movimento comune, lo rende vivo e ci rende fratelli a distanza di
kilometri.
A volte non capisco il motivo di quanti lo considerano inferiore alle altre culture,
seppure sia la sottocultura più estesa a livello mondiale, l'unica fondata unicamente
sull'arte e l'evasione attraverso l'espressione artistica. Ma poi la risposta arriva
direttamente dall'Hip-Hop: viverlo pienamente e comprenderlo è una scelta forte, che va
ben al di là di quanto scritto nelle pagine precedenti, e nella quale si pone una
sottoscelta morale, personale ed intima, che è e dev'essere l'unico motivo per vivere
l'Hip-Hop.
Spero vivamente che chiunque conosca questa storia, impari a guardare questa
cultura e chi la vive con maggior rispetto, e che tutti coloro che pensano di esserne parte
imparino a conoscerla dalle radici, per poterne avere altrettanto rispetto. E per avere
rispetto sopratutto per se stessi.
77
Rispetto, evoluzione e condivisione, è in queste tre parole che va ricercato il vero
significato di tutto questo, della vita di chi ci crede e ci ha creduto e di chi ci crederà,
ma sopratutto del Messaggio, che spero possa arrivare dalla lettura di questa mia, ma
sopratutto dall'espressione (qualunque essa sia) dell'Hip-Hop.
"Rapiscimi, Musica colpisci al cuore
bum-cha bum-cha però non c'è dolore
distendi le tue mani guaritrici su un guaglione
mentre sta aspettando il sole."30
30 Neffa, Aspettando il Sole, Neffa, Neffa & I Messaggeri della Dopa.
78
Glossario
Le parole dell'Hip-Hop
Questo piccolo glossario presenta alcune delle parole essenziali del gergo Hip-Hop. La
breve storia di questa cultura, il suo contenuto orale raramente raccolto da scritti, le
rapide evoluzioni semantiche dovute al successo commerciale di un disco piuttosto che
un altro hanno contribuito a rendere quasto lessico abbastanza volatile e relativo. Le
definizione che seguono non sono quindi, di tipo accademico.
B-boy: forma abbreviata per break-dance boy, ragazzo che balla la break-dance o
anche, per estensione, che appartiene alla cultura hip-hop, detta anche b-boyng; termine
creato nel 1968 da Kool Dj Herc per indicare i Break-Boy e i Boogie-Boy che ballavano
al Block Party.
Beat: base ritmica e musicale su cui i rapper scrivono e registrano la propria voce o
improvvisano le rime.
Break: rinvia alla nozione di danza, e in particolare alla break dance, che fù la danza
dei primi B-boys. Associata al lessico del jazz, significa anche, in gergo musicale,
un'interruzione del ritmo, che generalmente preannuncia un'improvvisazione.
Break dance: danza che al principio degli anni '80, fu il segno di riconoscimento dei
B-boys. All'epoca era conosciuta dal pubblico anche meglio dello stesso rap; al giorno
d'oggi, invece, la tendenza si è invertita. Questo modo di ballare particolarmente
79
acrobatico, al punto di essere pericoloso, aveva un gran numero di figure composte,
oltre ad uno stile libero. Il Floor Lock (danzare con le mani), l'Handglide, il Flow (che
utilizza il gomito come punto di appoggio), il Backspin, l'Headspin, il Windmill (in cui
si ruota sulla spalla), il Lofting e il terribile Suicide sono tra le figure più conosciute dai
B-boys. Bisogna leggere Break bella B di B-dancers e B-style e nei favolosi giochi di
parole all'interno dei testi rap. La B-dance è un segno di riconoscimento della cultura
Hip-Hop e ne costituisce un fondamento originale. Parte delle 4 discipline.
Bombing, bombare: (<to bomb) lavorare sulle superfici con le bombolette; spruzzare
in giro senza piano.
Crew: Tribù. Insieme di rappresentanti dell'Hip-Hop che lo vivono assieme, con intenti
e idee comuni. I componenti di una stessa crew possono praticare la stessa disciplina o
discipline diverse e si chiamano non a caso Fratelli.
Crossare: (<to cross) indica quando un writer copre con la propria tag o il proprio
pezzo quello eseguito da un altro writer o da crew rivali.
Cut: tagliare, segare. Costituisce una delle basi delle manipolazioni sonore. Consiste
nel frammentare una frase musicale, con un effetto simile al balbettamento.
Disc-jokey: o DJ. Oppure Dee Jee o Dee Jay. Negli stati uniti ha indicato per molto
tempo l'animatore delle stazioni radio. La sia elocuzione indiavolata ha senza dubbio
influenzato i giamaicani, che regaleranno al DJ il significato di responsabile del
complesso dubbing-talk over. Fu Kool Herc a far rientrare questo termine nel gergo del
rap. Indica anche l'animatore del locale notturno.
Dubbing: gerundio di to dub. Creazione di una base musicale a partire dai dischi.
80
Fly-girl: considerato il femminile di B-boy.
Freestyle: tecnica di improvvisazione estemporanea delle rime, spesso su di un beat.
Flow: Stile di esecuzione delle rime.
Funk: genere musicale nero americano apparso negli anni '70. Quando è impiegato
come aggettivo, questo termine indica ciò che, in musica, è forte e nero. Qualità
fondamentale di qualsiasi MC e del suo stile.
Jam: termine del jazz, momento d'improvvisazione collettiva eseguita con spontaneità.
Introdotto nel gergo Hip-Hop, indica le feste, dove si esibiscono tutti i B-boy nelle
proprie rispettive discipline, spesso coi metodi dell'improvvisazione.
Loop: registrazione ripetuta della stessa sequenza sonora; montaggio di uno o più
campionamenti per la creazione di una base.
Mic, Mike, Microphone:
il microfono con cui l'MC si esprime. Oggetto di
venerazione, dà luogo a metafore o perifrasi, tipo essere sul mic, che dev'essere
interpretato come: rappare.
Pezzo:
opera, graffito, disegno del writer, realizzato di solito a partire dalla tag.
Chiamato dai non addetti ai lavori "murales". Indica anche la canzone Hip-Hop e Rap.
Producer: colui che crea attraverso varie tecniche poco ortodosse, il beat sul quale poi
l'MC crea le rime.
Raggamuffin: parola che riinvia esplicitamente alle prime forme di reggae. D'altronde
la parola reggae è l'abbreviazione di raggamuffin.
Represent:
rappresentare nel senso di avere un ruolo nuovo e significativo nella
comunità. Essere in un luogo o fare qualcosa in rappresentanza di tutta la comunità
81
Sample: campione sonoro. Sofisticata tecnica di registrazione in studio che consiste nel
servirsi di un breve estratto di un disco, per riutilizzarlo con altri scopi. Costituisce una
vera rivoluzione musicale, che dona nuovo valore alla nozione di architettura musicale e
di creazione.
Scratch: tecnica che consiste nel manipolare i dischi sui piatti. Produce degli effetti
sonori imprevedibili e sopratutto un ritmo la cui qualità è direttamente proporzionale
alla reputazione del DJ. Senza dubbio inventato da DJ Theodor nel 1978.
Sound-system: complesso di sonorizzazione che nella sua versione più rudimentale è
costituito da due piatti (turntables) per dischi, degli amplificatori ed un microfono.
Uscito direttamente dalle disco-mobiles giamaicane, è l'Arsenale del DJ.
Tag: iscrizione murale, fatta con la bomboletta spray, che identifica principalmente il
nome del writer, o della sua crew.
Toasting: l'arte di parlare/cantare sopra una linea di dubbing. In americano si traduce
con to rap. Si tratta del padre del rap ed appartiene esclusivamente alla cultura raggae.
Toy: writer giudicato come inesperto o non bravo nella sua arte.
Turntablism: arte della manipolazione del giradischi e dei dischiWriter, writing: chi usa le bombolette e crea i graffiti, facente parte della cultura HipHop e dell'arte del writing, e cioè l'arte di dipingere su muro.
82
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