Virzì - Toscana Film Commission

Transcript

Virzì - Toscana Film Commission
 INDICE RASSEGNA STAMPA
Iniziative ed eventi
Corriere Fiorentino
21/05/2016
p. 14
Auguri stefania (superstar a fiesole )
1
Corriere Siena
21/05/2016
p. 15
Minister, il film indipendente sui diritti sociali
2
Segnalazioni
Repubblica Firenze
21/05/2016
p. XII
"Vi insegno la magia della pazza gioia"
3
Si gira in Toscana
Corriere Fiorentino
21/05/2016
p. 3
Virzì: la mia opera pannelliana, senza paura del disagio
Io Donna
21/05/2016
p. 173
La pazza gioia
6
Nazione
Montecatini
21/05/2016
p. 30
A tutto Virzì
7
Nazione Viareggio
21/05/2016
p. 3
PAZZI DI GIOIA PER VIRZÌ «Cannes è una piccola Viareggio» Rossella Conte
8
Tirreno Viareggio
21/05/2016
p. II
Virzì: Viareggio sei meglio della Croisette
Beatrice Faragli
10
Tirreno Viareggio
21/05/2016
p. II
Il film sulla strage approda a Cannes
Donatella
Francesconi
13
Indice Rassegna Stampa
Edoardo
Semmola
5
Pagina I
,stiva
Il premio Maestri del Cinema dedicato alla Sandrelli che il 5 giugno compie 70 anni
E poi musica, danza, teatro, letteratura per due mesi di spettacoli ed eventi
Ecco l'estate fiesolana con Fabi e Scimone, i ballerini della Scala, Baricco e tanti altri
p(SUPERSTAR A FIESOLE)
Dopo una lunga sequenza di
nomi maschili, il Premio Fiesole si tinge, per la prima volta, di rosa: sarà Stefania Sandrelli, viareggina di nascita e
da decenni tra i volti più popolari di cinema e tv a ricevere
quest'anno il premio riservato
ai Maestri del Cinema. Con un
doppio compleanno (quello
della Sandrelli, nata il 5 giugno 1946, e quello del Premio,
che quest'anno fa 5o anni) che
sarà festeggiato il 16 giugno al
Teatro Romano (alle 18.30 l'incontro con l'attrice, alle 21.30
la premiazione, cui seguirà la
proiezione di Io la conoscevo
bene in versione restaurata) si
apre una nuova Estate Fiesolana. Aumentano gli spazi coinvolti: cattedrale, Terme Romane, convento di San Francesco
(per un «percorso silenzio»
nei luoghi monastici), museo
Bandini. E Monte Ceceri, tra i
cui sentieri del parco il 18 giugno si farà «trekking musicale», accompagnati da ottoni,
flauti e sassofoni.
«L'idea di spazio - dice
Francesco Giomi, direttore artistico degli eventi musicali
dell'Estate - è centrale nella
programmazione, ho pensato
a una cittadella della musica».
L'altra idea chiave è quella di
festival: «I concerti saranno
espressione di generi diversi,
con un occhio alla sperimentazione». Quindi grandi nomi
Iniziative ed eventi
(alcuni: Niccolò Fabi, Enrico
Rava, Cristina Donà, Snarky
Puppy, Blonde Redhead) ma
anche musica corale (Coro da
Settignano) e una rassegna,
«Costellazione Toscana», dedicata a gruppi toscani emergenti. La danza è un'altra delle
anime dell'Estate, con appuntamenti nella prima decade di
luglio: anche in questo caso all'insegna di varietà e giovani
talenti e con un galà, curato
dal direttore artistico della sezione Alessandro Bigonzetti,
che porterà al Teatro Romano
ballerini della Scala di Milano,
dell'Opera di Roma, di Monaco, Amsterdam e altre importanti realtà della danza. Il capitolo teatro è curato da un habitué dell'Estate Fiesolana, Marco Di Costanzo. Che stavolta ha
guardato al sud Italia, e al tema
del doppio: l'11 luglio le Terme
Romane ospiteranno Spiro
Scimone (Nunzio), poi arrive-
ranno il Teatro dei Borgia (Volevo essere Amy Winehouse) e
Andrea Cosentino (Primi passi sulla Luna). Evento speciale, il 12 luglio al Teatro Romano, il recital di Alessandro Baricco, sul palco insieme a Valeria Solarino per Palamede. A
completare il quadro di proposte, una pioggia di eventi
extra: la retrospettiva dedicata
a Stefania Sandrelli in piazza
SS. Annunziata a Firenze (che
però continuerà ad agosto a
Fiesole), una mostra dedicata
alle incisioni di Goya al museo
Bandini (dal 24 giugno a131luglio) e un ciclo di conferenzecene dedicate all'alimentazione degli Etruschi, da metà giugno a inizio agosto nell'area
archeologica del Teatro Romano.
Gallery
Dall'alto
La sindaca di
Fiesole Anna
Ravoni (terza
da sinistra)
accanto alla
vicesindaca
Barbara
Casalini e ai
curatori delle
sezione del
festival; un
momento dello
spettacolo di
danza «Rome e
Giulietta» e uno
di quello di
prosa
«Nunzio»
di Spiro
Scimone
Irene Roberti Vittory
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Da sapere
A destra
Stefania
Sandrelli
Andrà a lei
quest'anno il
Premio Maestri
dei Cinema a
Fiesole
Un premio alla
carriera
all'attrice
Viareggina a
cui viene
dedicata anche
una
retrospettiva di
film
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Anteprima regionale al castello. Lavoro realizzato dal regista italo nigeriano Davo
Minister, il film indipendente sui diritti sociah
MONTERIC,GIONI
Pregiudizi e discriminazioni razziali,
difficoltà all'integrazione, complessità di conciliare la realizzazione professionale con quella politica e gli affetti
familiari. E ancora, diritti del lavoro e
il problema dell'emergenza abitativa.
Ha scelto Monteriggioni come ambientazione per il suo nuovo film Fide Dayo, sceneggiatore e regista indipendente italo-nigeriano che, con il
Iniziative ed eventi
suo prirno lavoro "Ben Kross" era stato nominato come miglior film di regista residente all'estero dall'African
Movie Academy Awards. Nel nuovo
lavoro "Minister", che sarà proiettato
in anteprima toscana oggi alle 21 nel
Castello Fide Dayo racconta la storia di una povera ragazza che riesce a
diventare ministro superando pregiudizi e difficoltà. "In Italia - racconta
Fide Dayo presentando il suo lavoro
- non è facile girare un film indipendente soprattutto in questo periodo
di crisi è difficile accedere a finanziamenti. Devo dire che Monteriggioni
mi ha accolto come nessun altro Comune in Italia offrendomi spazio e
supporto perla realizzazione del mio
lungometraggio. "Ií Comune di Monteriggioni - è da sempre sensibile ai
temi dell'integrazione e dei diritti sociali più in generale".
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Pagina 2
L'incontro in redazione con il regista dopo la standing ovation a Cannes per l'ultimo film
"Non nascondo la simpatia per i più deboli". Ospite anche Simone Lenti, attore nel cast
UEI dieci minuti di standing ovation a Cannes gli hanno fatto scoppiare il cuore, «tanto che ho dovuto chiedere al pubblico di smettee d'applaudire». E il cuore di un
regista..upace di girare un film comeLapazza gioia è per forza grande: sorriso comunicativo, semplicità genuina, Paolo Virzï è stato ieri ospite della nostra redazione per raccontare ai lettori (insieme al cantante e scrittore livornese Simone Lenzi, presente con un prezioso, decisivo cammeo) il film, girato in Toscana, tra Viareggio, Pistoia, Lucca, Campi Bisenzio, Montecatini. Hanno partecipato Sonia Alexandrova, Giovanna Bertonati, Raissa Biancalani, Umberto Bartolini, Mauro
Bianchi, Beatrice Bosso, Mirko Carraresi, Barbara Civitelli, Giuseppe D'Addona, Rossella
Di Bari, Ines Di Blasi, Rossella Dini, Matteo
Franchi, Nadia Ghelli, Ilaria Latini, Maria
Leo, Antonio Mariantoni, Giulia Matteucci,
Marco e Stefania Michelini, Tiziana Morra,
Vittorio Oddone, Giorgio Petrucci, Marianna
Rosa, Weis Sabatini, Miranda Sorbi, Simone
Teschioni.
La pazza gioia riconferma l'attenzione dei
suo cinema per la diversità.
«Nei miei film non ho mai nascosto la simpatia per i più deboli, i subalterni alle prese
con la ferocia del mondo. Più che casi umani,
mi sembra di aver raccontato casi clinici. La
psicopatologia per chi narra è materia inevitabile: nel Capitale umano, avevo affrontato
la follia nascosta dietro il ricco Nord nella stagione delle grandi scommesse finanziarie, e,
volendo La pazza gioia è un'ideale prosecuzione, perché racconta la speculazione che oggi si fa sulla malattia mentale, e sugli psicofarmaci, attraverso i fondi di quell'Italia ricca e
spregiudicata. Ho deciso di stare dalla parte
di due donne che la scienza, giustizia, servizi
sociali considerano delle irrecuperabili escluse. Due donne sconvenienti che, attraverso
una fuga imprevista, irragionevole, infantile, mettono a frutto il sacrosanto diritto di vivere un istante di gioia, d'incontro con i propri desideri. Il loro è un rapporto anche violento. Ma avviene una magia: ognuna si sente
per la prima volta guardata da qualcuno».
malattia mentale e chi ne soffre, a non collocare più fuori dal nostro sguardo chi non riesce a dominare l'infelicità. Mi ha coinvolto
molto il dibattito intorno alla chiusura degli
opg: la legge, tra l'altro, è entrata in vigore
proprio mentre stavamo girando, e si è dimostrata una ratifica del disimpegno dello Stato. Di fatto, gli opg esistono ancora e sono
sempre luoghi di tortura dove il personale è
costretto a lavorare in condizioni pessime. Alcuni vengono addirittura allargati, con preoccupanti segnali di speculazione».
Villa Biondi, la comunità dove Beatrice e
Donatella s'incontrano, è ispirata ad una
struttura realmente esistente?
«Io e la cosceneggiatrice Francesca Archibugi abbiamo rotto le scatole ad un sacco di
psichiatri perché ci mostrassero comunità
psicoterapeutiche in attività: le realtà più virtuose sono quelle private. Villa Biondi è un
patchwork fiabesco di queste strutture. Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti hanno cominciato a lavorare sui rispettivi personaggi due settimane prima dell'inizio delle riprese: ci siamo impadroniti di un podere abbandonato che abbiamo trasformato in Villa
Biondi, con noi le pazienti del dipartimento
salute mentale di Pistoia diretto dallo psichiatra Valerio D'Anza che hanno portato il loro
vissuto. Ma è bastato qualche giorno perché
non si capisse più chi fosse il vero paziente chi
l'attore: l'unica differenza era la presenza di
infermiere che somministravano medicinali
alle pazienti reali. La loro presenza è stata incoraggiante: il film è diventato la loro pazza
gioia. Valeria ha mandato al diavolo la sua
buona educazione, Micaela ha familiarizzato
con le più depresse, rubando loro gesti, manie, ossessioni. Alla fine le pazienti mi hanno
fatto un regalo bellissimo. Una diagnosi. "Se
fossimo in te una bella terapia ce la faremmo. Con tanto di medicinale e dosaggio. An-
Perché ha voluto raccontare il disagio
mentale?
«Perché io sono una calamita per matti. Li
attiro, ci parlo. Abbiamo un'affinità. Non ho
paura della follia, e mi piacerebbe che questo
film riuscisse a convincere a non temere la
Segnalazioni
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che se dall'imperfezione umana non si guarisce. Ci si può convivere. O condividerla».
C'è un legame tra Beatrice Morandini Valdirana, la donna interpretata dalla Bruni
Tedeschi, e Carla Bernaschi , il personaggio di cui l'attrice vestiva i panni nel Capitale umano? Stessa classe sociale, stessa
svagatezza...
«In effetti Beatrice è nata da un scena del
Capitale che poi non abbiamo montato, in cui
chiedevo a Valeria di correre a piedi nudi su
un declivio scosceso. Lei è stata presa da una
strana eccitazione, ha voluto girare la scena
più volte nonostante i piedi sanguinanti, comese si fosse liberata da quell'infelicità tenuta sotto controllo durante tutto il film. Lì Bea
misi è mostrata per la prima volta».
Il denaro è presente spesso inLa pazza gioia.
«Oggi l'abilità nel fare profitto differenzia
il cosiddetto normale dal pazzo. Qui c'è l'idea
del quattrino come passaporto sociale: la società è quella roba dove si maneggia il denaro, e chi non sa farlo è escluso, non ha voce in
capitolo».
Come nella Prima cosa bella, torna a tesse-
re un film intorno ad una canzone: stavolta è Senza fine.
«C'è una ragione narrativa. Qui mi immagino che Donatella abbia mitizzato il suo babbo perché le ha fatto credere di aver scritto
quel pezzo per Paoli, e lei lo ascolta in loop per
proteggersi dal mondo da cui si sente minacciata. Ho scelto quella canzone perché ha
qualcosa di psichico, ha a che fare con la faticadi vivere».
Utilizza attori non professionisti , con risultati eccezionali.
«II segreto è saperli scegliere bene. Volergli bene. E allora accadono miracoli. Simone
Lenzi, ad esempio, l'ho scelto perché nei panni di due genitori adottivi volevo qualcuno allo sguardo severo ma accogliente. Simone è
autore del romanzo da cui ho tratto Tutti i
santi giorni, La generazione: il suo ruolo in
La pazza gioia è una specie di risarcimento
per Guido e Antonia, i protagonisti di quel
film, che non riescono ad avere figli».
Lenzi, com'è lavorare con Virzì?
«Tutti si divertono e credo che non sia una
cosa comune. Merito di Paolo, che dà sicurezza. E poi, immaginatevi: vengo dal quartiere
Colline e trovarmi nello stesso camper dove
c'è la Bruni Tedeschi che litiga in francese al
telefonino, è come vivere un sogno».
(testo raccolto da fulvio paloscia)
3 RIVRGIJU<IONE RISER ATA
LASCELTA
Ho deciso
di stare dalla
parte di due
donne
escluse
da tutti
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Sono una
calamita
per matti
Non ho
paura
della follia
"
Senza
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è stata scelta
perché ha
a che fare
con la fatica
dì vivere
Segnalazioni
Pagina 4
Virzì:
mia opera
e. lïa , senza paura del disagio
Il regista porta «La pazza gioia» in'l oscana. Domani l'incontro nel centro di salute mentale di Buggiano
«E un film ribelle, un inno
alla gioia di trasgredire le regole, quindi in un certo senso
La pazza gioia è un'opera pannelliana: ha la sua stessa voglia
di stare vicino a chi patisce in
modo non melenso, non retorico, senza guardare alla sofferenza dall'alto, senza sentirsi
superiori, ha la voglia di mettersi contro i luoghi comuni
della malattia mentale senza la
paura di raccontare e far vedere il disagio, senza nasconderlo sotto il tappeto, ha una sua
forza libertaria». Paolo Virzì
festeggia gli straordinari successi al botteghino che sta ottenendo con questa sua ultima
fatica, salutando Marco Pan-
nello il giorno dopo la sua
scomparsa, «un uomo grande
- prosegue il regista livornese - che è stato capace di allearsi anche com il diavolo pur
di ottenere risultati per gli ultimi e per chi soffre , il personaggio politico che più si è
battuto per i diritti dei malati,
protagonista con Basaglia di
una legge che negli anni Settanta ci ha portati all'avanguardia nel mondo . Mentre
ora purtroppo siamo tornati
chilometri indietro».
Dopo il successo eccezionale riscontrato al festival di Canne, e dopo essere stato venduto in oltre 40 paesi nel mondo,
Virzì ha iniziato un serrato
tour di presentazioni: prima a
Firenze, ieri mattina, poi la sera stessa a Viareggio, tra le location principali dove è ambientata la storia. Mentre oggi
incontro speciale con proiezione al centro diurno di salute mentale «Mah Bo» di Buggiano in Valdinievole, la «Villa
Biondi» del film, luogo simbolo di una dimensione umana
nella battaglia per la salute
psichica, in contrapposizione
ai (non ancora del tutto)
scomparsi Opg a cui il regista
dedica un pensiero finale alla
fine della pellicola, una commedia d'avventura capace di
raccontare con intelligenza,
delicatezza poetica e molto
sentimento l'amicizia tra due
donne diversissime ma unite
dalla convivenza in un istituto
di salute mentale. Un film
«sulla fragilità umana, una fiaba che affonda i piedi nella realtà dolorosa della malattia
mentale senza che diventasse
un documento di denuncia».
«Nella parte di mondo benestante in cui viviamo - prosegue - il consumo di psicofarmaci è altissimo, il disagio e
la paura sono sempre più diffusi e sono diventati anche armi politiche, sia in Italia che
all'estero - con evidente riferimento alla Lega da noi e al
Front National di Marine Le
Pen in Francia - sfruttate da
chi vuole farne bottino politico».
A proposito di bottino: «Siamo secondi al box office in Italia, sopra a noi ci sono solo gli
X Man».
Edoardo Semmola
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il regista livornese
Paolo Virzì
con l'assessore
regionale
alla cultura
Monica Barni
va
i
II film
Girato tra
Viareggio,
Livorno,
Montecatini,
la provincia
di Pistoia
e Campi
Bisenzio, «La
Pazza Gioia»
è anche
un affresco
di una Toscana
attuale lontana
dalle immagini
da cartolina.
Si gira in Toscana
Pagina 5
COMMEDIA In una casa di cura femminile, per malate
LA PAZZA GIOIA
di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Anna Galiena, Marco Messeri,
***1/z
Tommaso Ragno, Bob Messini, Marina Borini
Si gira in Toscana
mentali, nasce l'amicizia tra l'aristocratica bipolare Beatrice e la popolana Donatella con tendenze suicide (di
cui ha fatto le spese anche il figlioletto, affidato per questo auna famiglia adottiva). Quando il caso le lascerà senza sorveglianza, proveranno a cercare quello che cercano
invano: laprima di essere accettata dal proprio ambiente,
la seconda di riabbracciare il figlio che non vede da anni.
Mescolando farsa e melodramma, ma soprattutto puntando sul ritratto di due donne spinte ai margini della società dalle convenienze e dall'egoismo, Virzì costruisce
una commedia travolgente e commovente, dove gli scontri - di classe, di cultura, di sesso e di ideali - che erano al
centro dei suoi film precedenti prendono la forma di un
confronto/incontro tra due facce della stessa Italia sconfitta. Cui le due attrici - con una citazione speciale per
Valeria Bruni Tedeschi, irresistibile e pirotecnica - sanno
dare un'energia e una carica emotiva straordinaria e coinvolgente. Mentre, sullo sfondo, scorre il tema della malattia mentale e delle difficoltà che sconta nell'Italia di oggi.
Pagina 6
!
ggi
•
il
regista al ce ro dí sa1u e i
Q UESTA S ERA, alle 20 .30, il cinema Imperiale di Montecatini presenterà il film «La Pazza Gioia». Sarà presente lo stesso regista Paolo
Virzì e la moglie Micaela Ramazzotti. Nell' occasione, il regista livornse ha chiesto di incontrare, nel pomeriggio al Mah, Boh! di Borgo a
Buggiano, le attrici non protagoniste che, in alcune scene, hanno affiancato Valeria Bruni Tedeschi e
Micaela Ramazzotti.
S ONO sei donne che frequentano i
centri del dipartimento di salute
mentale della Asl, che dopo aver superato le selezioni di casting sono
state regolarmente assunte dalla
produzione, e sostenute dagli operatori del Centro di Salute Mentale
Si gira in Toscana
n
ní
hanno vissuto questa importante
esperienza, che loro stesse hanno definito indimenticabile.
Per il direttore del dipartimento di
Salute Mentale il film ha offerto un
contributo notevole al superamento dello stigma in psichiatria, rendendo evidente l'importanza di costruire percorsi riabilitativi alternativi all'isolamento e alla marginalità.
Q UEST O senso il Mah,Boh! rappresenta una innovativa esperienza: negli anni, è stato trasformato in
uno spazio attraversato dall'intera
comunità locale, una sorta di centro
sociale frequentato da tutti i cittadini. Un'eperienza realizzata dagli
utenti insieme ai familiari delle as-
ntale
ne
sociazioni Rosa Spina e Albatros, a
tanti volontari e agli operatori della
Asl.
Il film di Virzì racconta la storia di
Beatrice, loquace e di nobile estrazione, e Donatella, ragazza madre timida e fragile.
PAZZA gioia racconta la nascita
della loro emozionante amicizia, dagli inizi sofferti e complicati fino
all'ideazione e messa in atto di una
pazzesca fuga alla scoperta di un
inondo reale - quello al di fuori della comunità - che è tutto da vivere e
da ridere. Il film del regista livornese uscito il 17 maggio è in concorso
anche al Festival di Cannes dove sta
raccogliendo un grandissimo successo.
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TANTI I VIP, LE ISTITUZIONI
E I VIAREGGINI CHE HANNO
ACCOLTO IL GRANDE REGISTA
che sspot la Versifia raccontata
contata. dal regista.
VIAREGGIO con la sua passeggiata, la placida alba del mare, i
suoi scorci di azzurro e tutta l'euforia della Versilia di notte e del
divertimento sfrenato è il luogo
«In o g nuno di noi c' è
un po' di matto. Voi c'avete
ft Carnevale per sfo garvi»
delle illusioni e della malinconia
al tempo stesso, quello in cui, calato il sipario si è costretti a guardarsi negli occhi. «Perché Cannes
prova ad assomigliare a Viareggio
ma proprio non ce la fa. Che cosa
è in fondo: solo una piccola Viareggio». E' una mappa poetica della Toscana quella che il regista
Paolo Virzì, ieri a Viareggio al Caf-
Si gira in Toscana
fe Fappani, per presentare il suo
film «La pazza gioia», uscito nei
cinema italiani proprio in questi
giorni dopo la prima al festival
del cinema di Cannes, tratteggia
con le sfumature di tutti i colori
della terra e del mare.
Mamme, ragazze, bambini, una
maratona di applausi e risate, di
frasi-effetto del film imparate a
memoria e di cellulari puntati in
cerca del selfie d'autore.
Ci sono il senatore Andrea Marcucci, i vertici della Fondazione
Carnevale e il sindaco Giorgio
Del Ghingharo («Viareggio - le
sue parole - ha bisogno di grandi
spot come questo, mi auguro che
presto torni a essere set cinematografico e che questa pellicola sia
solo la prima di una lunga serie»).
E c'è anche il piccolo Emanuele
Galleri, il viareggino di 11 anni,
studente della Lambruschini, nei
panni del figlio della protagonista: «Mi sono proposto anche per
il prossimo film» sorride il piccolo che naturalmente da grande so1
« M i auguro che sia i[ primo
di una luna serie di film
Il territorio va pro osso»
gna di diventare attore.
C'è tutta Viareggio sulla Passeggiata e proprio lì, racconta il regista, «su quel muretto si sono abbracciate le due protagoniste e
hanno sancito quella relazione affettiva e terapeutica che vorrei fosse di esempio per tutti». Perché in
fondo «un po' di matto in testa lo
abbiamo tutti». «E meno male -
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scherza Virzì - che voi qui a Viareggio c'avete il Carnevale per sfogarvi, noi ci abbiamo ambientato
una scena drammatica».
Il regista racconta, poi, come la
Toscana sia stata il set privilegiato del suo film: «Cercavo un territorio che mi fosse familiare perché nella gioia e nel dolore la Toscana è la patria romanzesca che
ho spesso in mente».
La sua è una radiografia avventurosa sulla fragilità umana, una fiaba che affonda i piedi nella realtà
dolorosa che lui racconta sotto forma di commedia. «Perché ho sempre pensato - dice - che la vita sia
così, gioia e dolore. E credo che la
migliore medicina sia poterli raccontare in modo esilarante».
Rossella Conte
®v%
c
QUASI un 'red carpet'
sulla Passeggiata, grazie
al regista Paolo Virzì, venuto
in città per presentare il suo
film «La pazza gioia». Tante
le autorità locali, giovani
e fan a caccia del selfie
da portare a casa.
La mappa poetica
COME cornice del suo ultimo
film, Virzì ha scelto proprio
la Passeggiata, la placida
alba del mare, l'euforia della
Versilia di notte , il Carnevale
dove ha ambientato alcune
scene in occasione del
quarto corso mascherato.
«Apr i amo p isc i na »
«E TE, bimba mia , ti devi
aiutare da sola». Indossando
magliette con scritto «la
piscina non si chiude» alcuni
frequentatori dell'impianto
chiuso hanno distribuito i
volantini che riportavano
la frase del film.
Si gira in Toscana
Pagina 9
Virzì: Viareggio
sei meglio
della Croisette
i I regista presenta al l'Eden "La pazza gioia"
che ha girato in citta: « «Qui comcasa mía»
di Beatrice Faragll
1 VIAREGGIO
«Ma che cos'è Cannes in fondo? Una piccola Viareggio».
L'ingresso di Paolo Virzì in Passeggiata è un inno alla città.
Il regista livornese ha scelto
Viareggio, e il Carnevale, per
girare le scene più importanti
del suo ultimo film, La pazza
gioia, che ieri ha presentato al
cinema Eden.
«Qui abbiamo vissuto giorni
indimenticabili» ha detto Virzì
poco prima della proiezione
del film.
Per il regista, da poco tornato dal Festival del cinema di
Cannes, dove la sua opera è
stato accolta con IO minuti di
applausi, la Passeggiata è meglio della Croisette. Perché Viareggio «è un luogo dell'anima»
per Virzì. Lo è «nel senso che spiega - ho dei legami, dei ricordi infantili, belli e brutti: la
gioia del Carnevale e il mal di
testa delle botte che mi davano in testa da piccino (ride,
ndr). E poi la Passeggiata elegante che ancora vibra di bellezza, anche se ha patito momenti brutti. Viareggio è stata
molto accogliente. Jacopo, il
nostro piccolino, non voleva
più venire via».
Viareggio molto più che un
set per il suo film, quindi. «Mi
sono sentito a casa e mi emoziona essere qui, incontrare di
nuovo la città» ha detto il regista in piazza Mazzini, dove è
arrivato nel tardo pomeriggio
di ieri per salutare il pubblico.
Un'ora e mezzo di chiacchiere, fotografie, autografi al Caffé Fappani, con tanto di cocktail a tema ideato proprio per
Virzì.
E lui, tra un sorso e l'altro, è
andato a sedersi sul muretto di
piazza Mazzini, che separa la
spiaggia dalla Passeggiata: lì
dove le due donne protagoniste del film, Donatella (MicaelaRamazzotti) e Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), si stringono in un abbraccio di salvezza
e disperazione. Un luogo bel-
lissimo per il regista, tanto da
averlo scelto per la locandina
del film. «Su quel muretto racconta con lo sguardo verso
il mare - Donatella e Beatrice
si sono finalmente abbracciate e hanno sancito una specie
di relazione affettiva terapeutica, che vorrei fosse di esempio
per tutti . Quando sentite il dolore intorno, la frustrazione,
c'è una frase importante da dire: ti voglio bene . E quello che
dicono a Beatrice per calmarla». Tra i luoghi dell'anima di
Virzì c'è anche la Passeggiata
«che guarda verso Nord».
A chi gli chiede poi se Viareggio può ancora dare qualcosa
al cinema, lui risponde che «sì,
certo che può». E l'accoglienza
che lui ha ricevuto durante le
riprese de La pazza gioia, ne è
la dimostrazione.
Riguarda l'intera città. Non
è solo un discorso professionale, ma umano e artistico. Lo dice anche la moglie, Micaela
Rannazzotti, nel video-messaggio mostrato poco prima della
proiezione del film al cinema
Eden. «Grazie Viareggio per
l'amore dimostrato. Sento che
mi volete bene, e io ne voglio a
voi».
Al Caffè Fappani, ad accogliere il regista, c'erano anche
il sindaco Giorgio Del Ghingaro, il vicesindaco Rossella Martina, e il senatore Pd Andrea
Marcucci, presidente della
commissione cultura a Palazzo Madama.
In Passeggiata inoltre, Virzì
ha incontrato i bambini, i ragazzi e i cittadini rimasti senza
piscina, dopo la chiusura delle
vasche comunali del 5 aprile
scorso. Loro hanno "rubato"
al regista una frase del suo film
- «E te bimba mia, ti devi aiutare da sola» - scrivendola sui volantini che hanno distribuito
nel pomeriggio di ieri. Lui ha
risposto con un «riapriannola
questa piscina!».
Il gran finale è stato
all'Eden, dove il regista ha incontrato il pubblico subito dopo ilfilm.
Urzc V-farc-,,gio
sci mcguo
acu., c;v,iuttc
Si gira in Toscana
Pagina 10
Del Ghingaro: grande occasione per la città
«Viareggio grazie al film di Virzì torna ad essere un set
cinematografico , e questo non può che far bene al rilancio della
città». Il sindaco Giorgio Del Ghingaro applaude il regista livornese e
applaude la sua città, protagonista del film La pazza gioia. «Questa
è una grande occasione per Viareggio. Virzì - ha detto Del Ghingaro
dalla sala dell'Eden - ha mantenuto la promessa fatta durante le
riprese. Ci aveva detto che sarebbe tornato qui per presentare il film
e così ha fatto. Noi siamo fieri e orgogliosi di far parte della sua
opera. Viareggio habisogno di grandi spot , perché se lo merita». b.f.
Con il sindaco e il senatore Marcucci
In sala prima dei la proiezione
Paolo Virzì in piazza Mazzini , a destra saluta la folla
che lo attende sulla Passeggiata (Foto Ciurca)
Si gira in Toscana
Pagina 11
IL DEBUTTANTE
Il bambino attore
accolto come un divo:
questo è il mio sogno
1 VIAREGGIO
I compagni di classe lo hanno
accolto al cinema Eden come
una star. E lui, Emanuele GalIeri, l l anni, deve essersi sentito proprio come un divo sul
tappeto rosso durante la gran de festa di ieri, prima in piazza
Mazzini e poi al cinema.
Emanuele adesso l'attore lo
vuol fare davvero. «È il mio sogno» dice. Fino a poco tempo
fa però, voleva fare il dentista.
Ma questo prima che il regista
livornese lo scegliesse per interpretare il figlio di Donatella
(Micaela Ramazzotti) nel film
La pazza gioia.
Un debutto eccezionale per
l'alunno della 5a b delle elementari Lambruschini di Viareggio. «Facevano i casting a
scuola con Paolo Virzi, io mi
sono iscritto e lui mi ha scelto»
racconta Emanuele.
Dai banchi di scuola, l'attore in erba è passato alle scene
girate a Viareggio e ad Ostia. E
nella sala dell'Eden, prima della proiezione del film, ha raccolto addirittura più applausi
del grande VirA. Merito del tifo dei compagni di classe che,
insieme ai genitori, hanno accolto Emanuele con lo striscio-
Si gira in Toscana
Emanuele Galleri
ne dai mille colori "Forza Ema
5a b" e al grido di «Ema, Ema,
Ema». Per lui è stata un'esperienza bellissima.
«Mi sono divertito - racconta - Io sono il figlio di Micaela
(Ramazzotti , ndr). Sono un attore» dice mentre si divide tra
gli abbracci con Virzi, con la
mamma (quellavera), e anche
tra qualche autografo.
«Prima - spiega Emanuele volevo fare il dentista. Ma
adesso no . Adesso voglio fare
l'attore».
(b.f.)
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sulla strage approda a Cannes
Oggi la premiazione del cortometraggio "Ovunque proteggi". Sul palco il regista Massimo Bondielli insieme a Marco Piagentini
! VIAREGGIO
La vittoria a New York, il riconoscimento a Cannes: così la strage di Viareggio diventa internazionale nella comunicazione oltre che nei fatti. Visto che la Gatx, multinazionale proprietaria
dei carri merce deragliata è made in Usa, e l'Europa gioca un
ruolo centrale nelle inadempienze che hanno portato al disastro
ferroviario datrentadue morti. Il
cortometraggio "Ovunque proteggi", firmato dai registi Massimo Bondielli e Luigi Martella, ha
trionfato a New York, vincendo
il Global Short Film Awards. Ed
oggi il documentario prodotto
dalla Caravanserraglio Film
Factory riceverà la sua consacrazione a Cannes, nella giornata finale del Festival internazionale.
A Cannes saranno Daniela
Rombi con il marito Claudio Menichetti (genitori di Emanuela
Menichetti, morta a 21 anni dopo 40 giorni di agonia per le
ustioni riportate) e Marco Piagentini con il figlio Leonardo, ed
altri familiari delle vittime della
strage. Sul palco, al momento
della premiazione, salirà solo
Piagentini insieme aBondielli. E
li risuoneranno le parole che in
tutto il mondo ricorderanno
quella notte di sette anni fa,
quando tutto è cambiato, ad un
passo dall'estate di bimbi e mare che si è tinta in un attimo di
fuoco, fumo e sangue.
«Sono questi i momenti in cui
rivivi, rivedi quel giorno con gli
occhi degli altri», racconta Marco Piagentini in partenza per
Cannes. Marco che per tutta la
vita lotterà con le conseguenze
delle ustioni su tutto il corpo,
ma che oggi avrà vicino a se' il figlio Leonardo, che quella notte
Si gira in Toscana
pera italiana
di valore universale
«un film italiano dal messaggio
universale», così la motivazione
che ha portato al
cortometraggio "Ovunque
proteggi " il premio di miglior
documentario al Global short
Film Awards di New York. A
produrlo è la Caravanserraglio
Film Factory. Un progetto che
vuole essere « un ricovero per
tutti i nuovi " viandanti" che
hanno una storia da raccontare e
da condividere con gli altri».
Nel finale le parole
di Mario Monicelli
pochi giorni dopo quella
maledetta notte:
«una tragedia avvenuta
senza nessuna
giustificazione
di nessun genere»
ha perso d'un colpo la mamma
Stefania Maccioni ed i fratellini
Luca e Lorenzo. Il retro della copertina del cortometraggio (disegnata da Chiara Rapaccini) c'è il
disegno che Leonardo, ricoverato in ospedale dopo essere stato
salvato con un intervento delicatissimo dai vigili del fuoco, consegnò all'allora presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi condivido con Leonardo questo momento», racconta
suo padre, «ed è un valore aggiunto. Mio figlio oggi è vicino a
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il segno di Rapaccini
e li titolo
di capossela
Quando si tratta della strage di
Viareggio non ci sono dubbi: si
partecipa. Così come fa la città
da sette anni , ogni 29 giugno.
Così la copertina dei
cortometraggio firmato dal
regista massimo 8ondielli e
scritto insieme a Gino martella,
portai segno di Chiara
Rapaccini, compagna del regista
Mario Monicelli. Ma anche il
titolo della nota canzone di
vinicioCaposselache ha dato il
via libera ad utilizzarne il titolo
per raccontare in 12 minuti la
storia della strage di Viareggio e
delle sue vittime.
Nell'opera c'è tutta la
collaborazione
dell'associazione '11 mondo che
vorrei", quella dei fami Ilari
delle vittime, insieme ai volti e
alle voci di marco Piagentini e
Daniela Rombi . (d.f.)
Marco Piagentini in un'immagine felice insieme alla moglie Stefania e ai piccoli Luca e Lorenzo
me ed è l'aspetto più bello».
Perché ancora una volta i familiari delle vittime affrontano
un mondo che non è il loro, un
mondo che racconta storie, ma
quella di "Ovunque proteggi"
non è fantasia. «A Cannes - come pure in questi anni ovunque
siamo andati - io, Daniela e tutti
gli altri - continua Piagentini portiamo un valore assoluto:
quanto accaduto la notte del 29
giugno 2009. A quello che è successo in quelle ore, a quello che
è successo alle nostre vite da lì in
Si gira in Toscana
poi, non ci può essere smentita».
Parole pronunciate con tutta
la dignità che i familiari delle vittime della strage di Viareggio
hanno sempre dimostrato e dimostrano ad ogni udienza di un
processo che dura ormai dal 13
novembre 2013. E che chiama in
causa le responsabilità dell'intera catena di controllo e gestione
del trasporto ferroviario di merci pericolose in tutta Europa.
«Dopo il consiglio comunale del
9 giungo - annuncia Piagentini,
che è presidente dell'associazione "Il mondo che vorrei", nata
per riunire i familiari delle vittime della strage - saremo in Regione. Ma si rende necessario
anche un nuovo passaggio in Europa, perché quello che è accaduto a Viareggio sette anni fa riguarda ancora, e ancora di più,
l'Europa intera». Che in dieci anni non è riuscita a prendere una
decisione in materia di adozione obbligatoria dei dispostivi anti svio.
«Una tragedia avvenuta senza
nessuna giustificazione di nessun genere», sono le parole del
regista Mario Monicelli, il cui intervento a Viareggio, subito dopo la strage, chiude il cortometraggio. Una partecipazione concreta, vera, sentita, forte quella
di Monicelli in quei giorni. Tanto che tra le decine di migliaia di
firme raccolte in quell'estate per
chiedere le dimissioni di Mauro
Moretti, all'epoca dei fatti ad di
Ferrovie, oggi tra gli imputati
per il disastro.
Donatella Francesconi
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