Virzì - Toscana Film Commission
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Virzì - Toscana Film Commission
INDICE RASSEGNA STAMPA Iniziative ed eventi Corriere Fiorentino 21/05/2016 p. 14 Auguri stefania (superstar a fiesole ) 1 Corriere Siena 21/05/2016 p. 15 Minister, il film indipendente sui diritti sociali 2 Segnalazioni Repubblica Firenze 21/05/2016 p. XII "Vi insegno la magia della pazza gioia" 3 Si gira in Toscana Corriere Fiorentino 21/05/2016 p. 3 Virzì: la mia opera pannelliana, senza paura del disagio Io Donna 21/05/2016 p. 173 La pazza gioia 6 Nazione Montecatini 21/05/2016 p. 30 A tutto Virzì 7 Nazione Viareggio 21/05/2016 p. 3 PAZZI DI GIOIA PER VIRZÌ «Cannes è una piccola Viareggio» Rossella Conte 8 Tirreno Viareggio 21/05/2016 p. II Virzì: Viareggio sei meglio della Croisette Beatrice Faragli 10 Tirreno Viareggio 21/05/2016 p. II Il film sulla strage approda a Cannes Donatella Francesconi 13 Indice Rassegna Stampa Edoardo Semmola 5 Pagina I ,stiva Il premio Maestri del Cinema dedicato alla Sandrelli che il 5 giugno compie 70 anni E poi musica, danza, teatro, letteratura per due mesi di spettacoli ed eventi Ecco l'estate fiesolana con Fabi e Scimone, i ballerini della Scala, Baricco e tanti altri p(SUPERSTAR A FIESOLE) Dopo una lunga sequenza di nomi maschili, il Premio Fiesole si tinge, per la prima volta, di rosa: sarà Stefania Sandrelli, viareggina di nascita e da decenni tra i volti più popolari di cinema e tv a ricevere quest'anno il premio riservato ai Maestri del Cinema. Con un doppio compleanno (quello della Sandrelli, nata il 5 giugno 1946, e quello del Premio, che quest'anno fa 5o anni) che sarà festeggiato il 16 giugno al Teatro Romano (alle 18.30 l'incontro con l'attrice, alle 21.30 la premiazione, cui seguirà la proiezione di Io la conoscevo bene in versione restaurata) si apre una nuova Estate Fiesolana. Aumentano gli spazi coinvolti: cattedrale, Terme Romane, convento di San Francesco (per un «percorso silenzio» nei luoghi monastici), museo Bandini. E Monte Ceceri, tra i cui sentieri del parco il 18 giugno si farà «trekking musicale», accompagnati da ottoni, flauti e sassofoni. «L'idea di spazio - dice Francesco Giomi, direttore artistico degli eventi musicali dell'Estate - è centrale nella programmazione, ho pensato a una cittadella della musica». L'altra idea chiave è quella di festival: «I concerti saranno espressione di generi diversi, con un occhio alla sperimentazione». Quindi grandi nomi Iniziative ed eventi (alcuni: Niccolò Fabi, Enrico Rava, Cristina Donà, Snarky Puppy, Blonde Redhead) ma anche musica corale (Coro da Settignano) e una rassegna, «Costellazione Toscana», dedicata a gruppi toscani emergenti. La danza è un'altra delle anime dell'Estate, con appuntamenti nella prima decade di luglio: anche in questo caso all'insegna di varietà e giovani talenti e con un galà, curato dal direttore artistico della sezione Alessandro Bigonzetti, che porterà al Teatro Romano ballerini della Scala di Milano, dell'Opera di Roma, di Monaco, Amsterdam e altre importanti realtà della danza. Il capitolo teatro è curato da un habitué dell'Estate Fiesolana, Marco Di Costanzo. Che stavolta ha guardato al sud Italia, e al tema del doppio: l'11 luglio le Terme Romane ospiteranno Spiro Scimone (Nunzio), poi arrive- ranno il Teatro dei Borgia (Volevo essere Amy Winehouse) e Andrea Cosentino (Primi passi sulla Luna). Evento speciale, il 12 luglio al Teatro Romano, il recital di Alessandro Baricco, sul palco insieme a Valeria Solarino per Palamede. A completare il quadro di proposte, una pioggia di eventi extra: la retrospettiva dedicata a Stefania Sandrelli in piazza SS. Annunziata a Firenze (che però continuerà ad agosto a Fiesole), una mostra dedicata alle incisioni di Goya al museo Bandini (dal 24 giugno a131luglio) e un ciclo di conferenzecene dedicate all'alimentazione degli Etruschi, da metà giugno a inizio agosto nell'area archeologica del Teatro Romano. Gallery Dall'alto La sindaca di Fiesole Anna Ravoni (terza da sinistra) accanto alla vicesindaca Barbara Casalini e ai curatori delle sezione del festival; un momento dello spettacolo di danza «Rome e Giulietta» e uno di quello di prosa «Nunzio» di Spiro Scimone Irene Roberti Vittory © RIPRODUZIONE RISERVATA. Da sapere A destra Stefania Sandrelli Andrà a lei quest'anno il Premio Maestri dei Cinema a Fiesole Un premio alla carriera all'attrice Viareggina a cui viene dedicata anche una retrospettiva di film Pagina 1 Anteprima regionale al castello. Lavoro realizzato dal regista italo nigeriano Davo Minister, il film indipendente sui diritti sociah MONTERIC,GIONI Pregiudizi e discriminazioni razziali, difficoltà all'integrazione, complessità di conciliare la realizzazione professionale con quella politica e gli affetti familiari. E ancora, diritti del lavoro e il problema dell'emergenza abitativa. Ha scelto Monteriggioni come ambientazione per il suo nuovo film Fide Dayo, sceneggiatore e regista indipendente italo-nigeriano che, con il Iniziative ed eventi suo prirno lavoro "Ben Kross" era stato nominato come miglior film di regista residente all'estero dall'African Movie Academy Awards. Nel nuovo lavoro "Minister", che sarà proiettato in anteprima toscana oggi alle 21 nel Castello Fide Dayo racconta la storia di una povera ragazza che riesce a diventare ministro superando pregiudizi e difficoltà. "In Italia - racconta Fide Dayo presentando il suo lavoro - non è facile girare un film indipendente soprattutto in questo periodo di crisi è difficile accedere a finanziamenti. Devo dire che Monteriggioni mi ha accolto come nessun altro Comune in Italia offrendomi spazio e supporto perla realizzazione del mio lungometraggio. "Ií Comune di Monteriggioni - è da sempre sensibile ai temi dell'integrazione e dei diritti sociali più in generale". 4 Pagina 2 L'incontro in redazione con il regista dopo la standing ovation a Cannes per l'ultimo film "Non nascondo la simpatia per i più deboli". Ospite anche Simone Lenti, attore nel cast UEI dieci minuti di standing ovation a Cannes gli hanno fatto scoppiare il cuore, «tanto che ho dovuto chiedere al pubblico di smettee d'applaudire». E il cuore di un regista..upace di girare un film comeLapazza gioia è per forza grande: sorriso comunicativo, semplicità genuina, Paolo Virzï è stato ieri ospite della nostra redazione per raccontare ai lettori (insieme al cantante e scrittore livornese Simone Lenzi, presente con un prezioso, decisivo cammeo) il film, girato in Toscana, tra Viareggio, Pistoia, Lucca, Campi Bisenzio, Montecatini. Hanno partecipato Sonia Alexandrova, Giovanna Bertonati, Raissa Biancalani, Umberto Bartolini, Mauro Bianchi, Beatrice Bosso, Mirko Carraresi, Barbara Civitelli, Giuseppe D'Addona, Rossella Di Bari, Ines Di Blasi, Rossella Dini, Matteo Franchi, Nadia Ghelli, Ilaria Latini, Maria Leo, Antonio Mariantoni, Giulia Matteucci, Marco e Stefania Michelini, Tiziana Morra, Vittorio Oddone, Giorgio Petrucci, Marianna Rosa, Weis Sabatini, Miranda Sorbi, Simone Teschioni. La pazza gioia riconferma l'attenzione dei suo cinema per la diversità. «Nei miei film non ho mai nascosto la simpatia per i più deboli, i subalterni alle prese con la ferocia del mondo. Più che casi umani, mi sembra di aver raccontato casi clinici. La psicopatologia per chi narra è materia inevitabile: nel Capitale umano, avevo affrontato la follia nascosta dietro il ricco Nord nella stagione delle grandi scommesse finanziarie, e, volendo La pazza gioia è un'ideale prosecuzione, perché racconta la speculazione che oggi si fa sulla malattia mentale, e sugli psicofarmaci, attraverso i fondi di quell'Italia ricca e spregiudicata. Ho deciso di stare dalla parte di due donne che la scienza, giustizia, servizi sociali considerano delle irrecuperabili escluse. Due donne sconvenienti che, attraverso una fuga imprevista, irragionevole, infantile, mettono a frutto il sacrosanto diritto di vivere un istante di gioia, d'incontro con i propri desideri. Il loro è un rapporto anche violento. Ma avviene una magia: ognuna si sente per la prima volta guardata da qualcuno». malattia mentale e chi ne soffre, a non collocare più fuori dal nostro sguardo chi non riesce a dominare l'infelicità. Mi ha coinvolto molto il dibattito intorno alla chiusura degli opg: la legge, tra l'altro, è entrata in vigore proprio mentre stavamo girando, e si è dimostrata una ratifica del disimpegno dello Stato. Di fatto, gli opg esistono ancora e sono sempre luoghi di tortura dove il personale è costretto a lavorare in condizioni pessime. Alcuni vengono addirittura allargati, con preoccupanti segnali di speculazione». Villa Biondi, la comunità dove Beatrice e Donatella s'incontrano, è ispirata ad una struttura realmente esistente? «Io e la cosceneggiatrice Francesca Archibugi abbiamo rotto le scatole ad un sacco di psichiatri perché ci mostrassero comunità psicoterapeutiche in attività: le realtà più virtuose sono quelle private. Villa Biondi è un patchwork fiabesco di queste strutture. Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti hanno cominciato a lavorare sui rispettivi personaggi due settimane prima dell'inizio delle riprese: ci siamo impadroniti di un podere abbandonato che abbiamo trasformato in Villa Biondi, con noi le pazienti del dipartimento salute mentale di Pistoia diretto dallo psichiatra Valerio D'Anza che hanno portato il loro vissuto. Ma è bastato qualche giorno perché non si capisse più chi fosse il vero paziente chi l'attore: l'unica differenza era la presenza di infermiere che somministravano medicinali alle pazienti reali. La loro presenza è stata incoraggiante: il film è diventato la loro pazza gioia. Valeria ha mandato al diavolo la sua buona educazione, Micaela ha familiarizzato con le più depresse, rubando loro gesti, manie, ossessioni. Alla fine le pazienti mi hanno fatto un regalo bellissimo. Una diagnosi. "Se fossimo in te una bella terapia ce la faremmo. Con tanto di medicinale e dosaggio. An- Perché ha voluto raccontare il disagio mentale? «Perché io sono una calamita per matti. Li attiro, ci parlo. Abbiamo un'affinità. Non ho paura della follia, e mi piacerebbe che questo film riuscisse a convincere a non temere la Segnalazioni Pagina 3 che se dall'imperfezione umana non si guarisce. Ci si può convivere. O condividerla». C'è un legame tra Beatrice Morandini Valdirana, la donna interpretata dalla Bruni Tedeschi, e Carla Bernaschi , il personaggio di cui l'attrice vestiva i panni nel Capitale umano? Stessa classe sociale, stessa svagatezza... «In effetti Beatrice è nata da un scena del Capitale che poi non abbiamo montato, in cui chiedevo a Valeria di correre a piedi nudi su un declivio scosceso. Lei è stata presa da una strana eccitazione, ha voluto girare la scena più volte nonostante i piedi sanguinanti, comese si fosse liberata da quell'infelicità tenuta sotto controllo durante tutto il film. Lì Bea misi è mostrata per la prima volta». Il denaro è presente spesso inLa pazza gioia. «Oggi l'abilità nel fare profitto differenzia il cosiddetto normale dal pazzo. Qui c'è l'idea del quattrino come passaporto sociale: la società è quella roba dove si maneggia il denaro, e chi non sa farlo è escluso, non ha voce in capitolo». Come nella Prima cosa bella, torna a tesse- re un film intorno ad una canzone: stavolta è Senza fine. «C'è una ragione narrativa. Qui mi immagino che Donatella abbia mitizzato il suo babbo perché le ha fatto credere di aver scritto quel pezzo per Paoli, e lei lo ascolta in loop per proteggersi dal mondo da cui si sente minacciata. Ho scelto quella canzone perché ha qualcosa di psichico, ha a che fare con la faticadi vivere». Utilizza attori non professionisti , con risultati eccezionali. «II segreto è saperli scegliere bene. Volergli bene. E allora accadono miracoli. Simone Lenzi, ad esempio, l'ho scelto perché nei panni di due genitori adottivi volevo qualcuno allo sguardo severo ma accogliente. Simone è autore del romanzo da cui ho tratto Tutti i santi giorni, La generazione: il suo ruolo in La pazza gioia è una specie di risarcimento per Guido e Antonia, i protagonisti di quel film, che non riescono ad avere figli». Lenzi, com'è lavorare con Virzì? «Tutti si divertono e credo che non sia una cosa comune. Merito di Paolo, che dà sicurezza. E poi, immaginatevi: vengo dal quartiere Colline e trovarmi nello stesso camper dove c'è la Bruni Tedeschi che litiga in francese al telefonino, è come vivere un sogno». (testo raccolto da fulvio paloscia) 3 RIVRGIJU<IONE RISER ATA LASCELTA Ho deciso di stare dalla parte di due donne escluse da tutti LOSGL_ Sono una calamita per matti Non ho paura della follia " Senza fine" è stata scelta perché ha a che fare con la fatica dì vivere Segnalazioni Pagina 4 Virzì: mia opera e. lïa , senza paura del disagio Il regista porta «La pazza gioia» in'l oscana. Domani l'incontro nel centro di salute mentale di Buggiano «E un film ribelle, un inno alla gioia di trasgredire le regole, quindi in un certo senso La pazza gioia è un'opera pannelliana: ha la sua stessa voglia di stare vicino a chi patisce in modo non melenso, non retorico, senza guardare alla sofferenza dall'alto, senza sentirsi superiori, ha la voglia di mettersi contro i luoghi comuni della malattia mentale senza la paura di raccontare e far vedere il disagio, senza nasconderlo sotto il tappeto, ha una sua forza libertaria». Paolo Virzì festeggia gli straordinari successi al botteghino che sta ottenendo con questa sua ultima fatica, salutando Marco Pan- nello il giorno dopo la sua scomparsa, «un uomo grande - prosegue il regista livornese - che è stato capace di allearsi anche com il diavolo pur di ottenere risultati per gli ultimi e per chi soffre , il personaggio politico che più si è battuto per i diritti dei malati, protagonista con Basaglia di una legge che negli anni Settanta ci ha portati all'avanguardia nel mondo . Mentre ora purtroppo siamo tornati chilometri indietro». Dopo il successo eccezionale riscontrato al festival di Canne, e dopo essere stato venduto in oltre 40 paesi nel mondo, Virzì ha iniziato un serrato tour di presentazioni: prima a Firenze, ieri mattina, poi la sera stessa a Viareggio, tra le location principali dove è ambientata la storia. Mentre oggi incontro speciale con proiezione al centro diurno di salute mentale «Mah Bo» di Buggiano in Valdinievole, la «Villa Biondi» del film, luogo simbolo di una dimensione umana nella battaglia per la salute psichica, in contrapposizione ai (non ancora del tutto) scomparsi Opg a cui il regista dedica un pensiero finale alla fine della pellicola, una commedia d'avventura capace di raccontare con intelligenza, delicatezza poetica e molto sentimento l'amicizia tra due donne diversissime ma unite dalla convivenza in un istituto di salute mentale. Un film «sulla fragilità umana, una fiaba che affonda i piedi nella realtà dolorosa della malattia mentale senza che diventasse un documento di denuncia». «Nella parte di mondo benestante in cui viviamo - prosegue - il consumo di psicofarmaci è altissimo, il disagio e la paura sono sempre più diffusi e sono diventati anche armi politiche, sia in Italia che all'estero - con evidente riferimento alla Lega da noi e al Front National di Marine Le Pen in Francia - sfruttate da chi vuole farne bottino politico». A proposito di bottino: «Siamo secondi al box office in Italia, sopra a noi ci sono solo gli X Man». Edoardo Semmola © RIPRODUZIONE RISERVATA Il regista livornese Paolo Virzì con l'assessore regionale alla cultura Monica Barni va i II film Girato tra Viareggio, Livorno, Montecatini, la provincia di Pistoia e Campi Bisenzio, «La Pazza Gioia» è anche un affresco di una Toscana attuale lontana dalle immagini da cartolina. Si gira in Toscana Pagina 5 COMMEDIA In una casa di cura femminile, per malate LA PAZZA GIOIA di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Anna Galiena, Marco Messeri, ***1/z Tommaso Ragno, Bob Messini, Marina Borini Si gira in Toscana mentali, nasce l'amicizia tra l'aristocratica bipolare Beatrice e la popolana Donatella con tendenze suicide (di cui ha fatto le spese anche il figlioletto, affidato per questo auna famiglia adottiva). Quando il caso le lascerà senza sorveglianza, proveranno a cercare quello che cercano invano: laprima di essere accettata dal proprio ambiente, la seconda di riabbracciare il figlio che non vede da anni. Mescolando farsa e melodramma, ma soprattutto puntando sul ritratto di due donne spinte ai margini della società dalle convenienze e dall'egoismo, Virzì costruisce una commedia travolgente e commovente, dove gli scontri - di classe, di cultura, di sesso e di ideali - che erano al centro dei suoi film precedenti prendono la forma di un confronto/incontro tra due facce della stessa Italia sconfitta. Cui le due attrici - con una citazione speciale per Valeria Bruni Tedeschi, irresistibile e pirotecnica - sanno dare un'energia e una carica emotiva straordinaria e coinvolgente. Mentre, sullo sfondo, scorre il tema della malattia mentale e delle difficoltà che sconta nell'Italia di oggi. Pagina 6 ! ggi • il regista al ce ro dí sa1u e i Q UESTA S ERA, alle 20 .30, il cinema Imperiale di Montecatini presenterà il film «La Pazza Gioia». Sarà presente lo stesso regista Paolo Virzì e la moglie Micaela Ramazzotti. Nell' occasione, il regista livornse ha chiesto di incontrare, nel pomeriggio al Mah, Boh! di Borgo a Buggiano, le attrici non protagoniste che, in alcune scene, hanno affiancato Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. S ONO sei donne che frequentano i centri del dipartimento di salute mentale della Asl, che dopo aver superato le selezioni di casting sono state regolarmente assunte dalla produzione, e sostenute dagli operatori del Centro di Salute Mentale Si gira in Toscana n ní hanno vissuto questa importante esperienza, che loro stesse hanno definito indimenticabile. Per il direttore del dipartimento di Salute Mentale il film ha offerto un contributo notevole al superamento dello stigma in psichiatria, rendendo evidente l'importanza di costruire percorsi riabilitativi alternativi all'isolamento e alla marginalità. Q UEST O senso il Mah,Boh! rappresenta una innovativa esperienza: negli anni, è stato trasformato in uno spazio attraversato dall'intera comunità locale, una sorta di centro sociale frequentato da tutti i cittadini. Un'eperienza realizzata dagli utenti insieme ai familiari delle as- ntale ne sociazioni Rosa Spina e Albatros, a tanti volontari e agli operatori della Asl. Il film di Virzì racconta la storia di Beatrice, loquace e di nobile estrazione, e Donatella, ragazza madre timida e fragile. PAZZA gioia racconta la nascita della loro emozionante amicizia, dagli inizi sofferti e complicati fino all'ideazione e messa in atto di una pazzesca fuga alla scoperta di un inondo reale - quello al di fuori della comunità - che è tutto da vivere e da ridere. Il film del regista livornese uscito il 17 maggio è in concorso anche al Festival di Cannes dove sta raccogliendo un grandissimo successo. Pagina 7 TANTI I VIP, LE ISTITUZIONI E I VIAREGGINI CHE HANNO ACCOLTO IL GRANDE REGISTA che sspot la Versifia raccontata contata. dal regista. VIAREGGIO con la sua passeggiata, la placida alba del mare, i suoi scorci di azzurro e tutta l'euforia della Versilia di notte e del divertimento sfrenato è il luogo «In o g nuno di noi c' è un po' di matto. Voi c'avete ft Carnevale per sfo garvi» delle illusioni e della malinconia al tempo stesso, quello in cui, calato il sipario si è costretti a guardarsi negli occhi. «Perché Cannes prova ad assomigliare a Viareggio ma proprio non ce la fa. Che cosa è in fondo: solo una piccola Viareggio». E' una mappa poetica della Toscana quella che il regista Paolo Virzì, ieri a Viareggio al Caf- Si gira in Toscana fe Fappani, per presentare il suo film «La pazza gioia», uscito nei cinema italiani proprio in questi giorni dopo la prima al festival del cinema di Cannes, tratteggia con le sfumature di tutti i colori della terra e del mare. Mamme, ragazze, bambini, una maratona di applausi e risate, di frasi-effetto del film imparate a memoria e di cellulari puntati in cerca del selfie d'autore. Ci sono il senatore Andrea Marcucci, i vertici della Fondazione Carnevale e il sindaco Giorgio Del Ghingharo («Viareggio - le sue parole - ha bisogno di grandi spot come questo, mi auguro che presto torni a essere set cinematografico e che questa pellicola sia solo la prima di una lunga serie»). E c'è anche il piccolo Emanuele Galleri, il viareggino di 11 anni, studente della Lambruschini, nei panni del figlio della protagonista: «Mi sono proposto anche per il prossimo film» sorride il piccolo che naturalmente da grande so1 « M i auguro che sia i[ primo di una luna serie di film Il territorio va pro osso» gna di diventare attore. C'è tutta Viareggio sulla Passeggiata e proprio lì, racconta il regista, «su quel muretto si sono abbracciate le due protagoniste e hanno sancito quella relazione affettiva e terapeutica che vorrei fosse di esempio per tutti». Perché in fondo «un po' di matto in testa lo abbiamo tutti». «E meno male - Pagina 8 scherza Virzì - che voi qui a Viareggio c'avete il Carnevale per sfogarvi, noi ci abbiamo ambientato una scena drammatica». Il regista racconta, poi, come la Toscana sia stata il set privilegiato del suo film: «Cercavo un territorio che mi fosse familiare perché nella gioia e nel dolore la Toscana è la patria romanzesca che ho spesso in mente». La sua è una radiografia avventurosa sulla fragilità umana, una fiaba che affonda i piedi nella realtà dolorosa che lui racconta sotto forma di commedia. «Perché ho sempre pensato - dice - che la vita sia così, gioia e dolore. E credo che la migliore medicina sia poterli raccontare in modo esilarante». Rossella Conte ®v% c QUASI un 'red carpet' sulla Passeggiata, grazie al regista Paolo Virzì, venuto in città per presentare il suo film «La pazza gioia». Tante le autorità locali, giovani e fan a caccia del selfie da portare a casa. La mappa poetica COME cornice del suo ultimo film, Virzì ha scelto proprio la Passeggiata, la placida alba del mare, l'euforia della Versilia di notte , il Carnevale dove ha ambientato alcune scene in occasione del quarto corso mascherato. «Apr i amo p isc i na » «E TE, bimba mia , ti devi aiutare da sola». Indossando magliette con scritto «la piscina non si chiude» alcuni frequentatori dell'impianto chiuso hanno distribuito i volantini che riportavano la frase del film. Si gira in Toscana Pagina 9 Virzì: Viareggio sei meglio della Croisette i I regista presenta al l'Eden "La pazza gioia" che ha girato in citta: « «Qui comcasa mía» di Beatrice Faragll 1 VIAREGGIO «Ma che cos'è Cannes in fondo? Una piccola Viareggio». L'ingresso di Paolo Virzì in Passeggiata è un inno alla città. Il regista livornese ha scelto Viareggio, e il Carnevale, per girare le scene più importanti del suo ultimo film, La pazza gioia, che ieri ha presentato al cinema Eden. «Qui abbiamo vissuto giorni indimenticabili» ha detto Virzì poco prima della proiezione del film. Per il regista, da poco tornato dal Festival del cinema di Cannes, dove la sua opera è stato accolta con IO minuti di applausi, la Passeggiata è meglio della Croisette. Perché Viareggio «è un luogo dell'anima» per Virzì. Lo è «nel senso che spiega - ho dei legami, dei ricordi infantili, belli e brutti: la gioia del Carnevale e il mal di testa delle botte che mi davano in testa da piccino (ride, ndr). E poi la Passeggiata elegante che ancora vibra di bellezza, anche se ha patito momenti brutti. Viareggio è stata molto accogliente. Jacopo, il nostro piccolino, non voleva più venire via». Viareggio molto più che un set per il suo film, quindi. «Mi sono sentito a casa e mi emoziona essere qui, incontrare di nuovo la città» ha detto il regista in piazza Mazzini, dove è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri per salutare il pubblico. Un'ora e mezzo di chiacchiere, fotografie, autografi al Caffé Fappani, con tanto di cocktail a tema ideato proprio per Virzì. E lui, tra un sorso e l'altro, è andato a sedersi sul muretto di piazza Mazzini, che separa la spiaggia dalla Passeggiata: lì dove le due donne protagoniste del film, Donatella (MicaelaRamazzotti) e Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), si stringono in un abbraccio di salvezza e disperazione. Un luogo bel- lissimo per il regista, tanto da averlo scelto per la locandina del film. «Su quel muretto racconta con lo sguardo verso il mare - Donatella e Beatrice si sono finalmente abbracciate e hanno sancito una specie di relazione affettiva terapeutica, che vorrei fosse di esempio per tutti . Quando sentite il dolore intorno, la frustrazione, c'è una frase importante da dire: ti voglio bene . E quello che dicono a Beatrice per calmarla». Tra i luoghi dell'anima di Virzì c'è anche la Passeggiata «che guarda verso Nord». A chi gli chiede poi se Viareggio può ancora dare qualcosa al cinema, lui risponde che «sì, certo che può». E l'accoglienza che lui ha ricevuto durante le riprese de La pazza gioia, ne è la dimostrazione. Riguarda l'intera città. Non è solo un discorso professionale, ma umano e artistico. Lo dice anche la moglie, Micaela Rannazzotti, nel video-messaggio mostrato poco prima della proiezione del film al cinema Eden. «Grazie Viareggio per l'amore dimostrato. Sento che mi volete bene, e io ne voglio a voi». Al Caffè Fappani, ad accogliere il regista, c'erano anche il sindaco Giorgio Del Ghingaro, il vicesindaco Rossella Martina, e il senatore Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione cultura a Palazzo Madama. In Passeggiata inoltre, Virzì ha incontrato i bambini, i ragazzi e i cittadini rimasti senza piscina, dopo la chiusura delle vasche comunali del 5 aprile scorso. Loro hanno "rubato" al regista una frase del suo film - «E te bimba mia, ti devi aiutare da sola» - scrivendola sui volantini che hanno distribuito nel pomeriggio di ieri. Lui ha risposto con un «riapriannola questa piscina!». Il gran finale è stato all'Eden, dove il regista ha incontrato il pubblico subito dopo ilfilm. Urzc V-farc-,,gio sci mcguo acu., c;v,iuttc Si gira in Toscana Pagina 10 Del Ghingaro: grande occasione per la città «Viareggio grazie al film di Virzì torna ad essere un set cinematografico , e questo non può che far bene al rilancio della città». Il sindaco Giorgio Del Ghingaro applaude il regista livornese e applaude la sua città, protagonista del film La pazza gioia. «Questa è una grande occasione per Viareggio. Virzì - ha detto Del Ghingaro dalla sala dell'Eden - ha mantenuto la promessa fatta durante le riprese. Ci aveva detto che sarebbe tornato qui per presentare il film e così ha fatto. Noi siamo fieri e orgogliosi di far parte della sua opera. Viareggio habisogno di grandi spot , perché se lo merita». b.f. Con il sindaco e il senatore Marcucci In sala prima dei la proiezione Paolo Virzì in piazza Mazzini , a destra saluta la folla che lo attende sulla Passeggiata (Foto Ciurca) Si gira in Toscana Pagina 11 IL DEBUTTANTE Il bambino attore accolto come un divo: questo è il mio sogno 1 VIAREGGIO I compagni di classe lo hanno accolto al cinema Eden come una star. E lui, Emanuele GalIeri, l l anni, deve essersi sentito proprio come un divo sul tappeto rosso durante la gran de festa di ieri, prima in piazza Mazzini e poi al cinema. Emanuele adesso l'attore lo vuol fare davvero. «È il mio sogno» dice. Fino a poco tempo fa però, voleva fare il dentista. Ma questo prima che il regista livornese lo scegliesse per interpretare il figlio di Donatella (Micaela Ramazzotti) nel film La pazza gioia. Un debutto eccezionale per l'alunno della 5a b delle elementari Lambruschini di Viareggio. «Facevano i casting a scuola con Paolo Virzi, io mi sono iscritto e lui mi ha scelto» racconta Emanuele. Dai banchi di scuola, l'attore in erba è passato alle scene girate a Viareggio e ad Ostia. E nella sala dell'Eden, prima della proiezione del film, ha raccolto addirittura più applausi del grande VirA. Merito del tifo dei compagni di classe che, insieme ai genitori, hanno accolto Emanuele con lo striscio- Si gira in Toscana Emanuele Galleri ne dai mille colori "Forza Ema 5a b" e al grido di «Ema, Ema, Ema». Per lui è stata un'esperienza bellissima. «Mi sono divertito - racconta - Io sono il figlio di Micaela (Ramazzotti , ndr). Sono un attore» dice mentre si divide tra gli abbracci con Virzi, con la mamma (quellavera), e anche tra qualche autografo. «Prima - spiega Emanuele volevo fare il dentista. Ma adesso no . Adesso voglio fare l'attore». (b.f.) Pagina 12 sulla strage approda a Cannes Oggi la premiazione del cortometraggio "Ovunque proteggi". Sul palco il regista Massimo Bondielli insieme a Marco Piagentini ! VIAREGGIO La vittoria a New York, il riconoscimento a Cannes: così la strage di Viareggio diventa internazionale nella comunicazione oltre che nei fatti. Visto che la Gatx, multinazionale proprietaria dei carri merce deragliata è made in Usa, e l'Europa gioca un ruolo centrale nelle inadempienze che hanno portato al disastro ferroviario datrentadue morti. Il cortometraggio "Ovunque proteggi", firmato dai registi Massimo Bondielli e Luigi Martella, ha trionfato a New York, vincendo il Global Short Film Awards. Ed oggi il documentario prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory riceverà la sua consacrazione a Cannes, nella giornata finale del Festival internazionale. A Cannes saranno Daniela Rombi con il marito Claudio Menichetti (genitori di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni dopo 40 giorni di agonia per le ustioni riportate) e Marco Piagentini con il figlio Leonardo, ed altri familiari delle vittime della strage. Sul palco, al momento della premiazione, salirà solo Piagentini insieme aBondielli. E li risuoneranno le parole che in tutto il mondo ricorderanno quella notte di sette anni fa, quando tutto è cambiato, ad un passo dall'estate di bimbi e mare che si è tinta in un attimo di fuoco, fumo e sangue. «Sono questi i momenti in cui rivivi, rivedi quel giorno con gli occhi degli altri», racconta Marco Piagentini in partenza per Cannes. Marco che per tutta la vita lotterà con le conseguenze delle ustioni su tutto il corpo, ma che oggi avrà vicino a se' il figlio Leonardo, che quella notte Si gira in Toscana pera italiana di valore universale «un film italiano dal messaggio universale», così la motivazione che ha portato al cortometraggio "Ovunque proteggi " il premio di miglior documentario al Global short Film Awards di New York. A produrlo è la Caravanserraglio Film Factory. Un progetto che vuole essere « un ricovero per tutti i nuovi " viandanti" che hanno una storia da raccontare e da condividere con gli altri». Nel finale le parole di Mario Monicelli pochi giorni dopo quella maledetta notte: «una tragedia avvenuta senza nessuna giustificazione di nessun genere» ha perso d'un colpo la mamma Stefania Maccioni ed i fratellini Luca e Lorenzo. Il retro della copertina del cortometraggio (disegnata da Chiara Rapaccini) c'è il disegno che Leonardo, ricoverato in ospedale dopo essere stato salvato con un intervento delicatissimo dai vigili del fuoco, consegnò all'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi condivido con Leonardo questo momento», racconta suo padre, «ed è un valore aggiunto. Mio figlio oggi è vicino a Pagina 13 il segno di Rapaccini e li titolo di capossela Quando si tratta della strage di Viareggio non ci sono dubbi: si partecipa. Così come fa la città da sette anni , ogni 29 giugno. Così la copertina dei cortometraggio firmato dal regista massimo 8ondielli e scritto insieme a Gino martella, portai segno di Chiara Rapaccini, compagna del regista Mario Monicelli. Ma anche il titolo della nota canzone di vinicioCaposselache ha dato il via libera ad utilizzarne il titolo per raccontare in 12 minuti la storia della strage di Viareggio e delle sue vittime. Nell'opera c'è tutta la collaborazione dell'associazione '11 mondo che vorrei", quella dei fami Ilari delle vittime, insieme ai volti e alle voci di marco Piagentini e Daniela Rombi . (d.f.) Marco Piagentini in un'immagine felice insieme alla moglie Stefania e ai piccoli Luca e Lorenzo me ed è l'aspetto più bello». Perché ancora una volta i familiari delle vittime affrontano un mondo che non è il loro, un mondo che racconta storie, ma quella di "Ovunque proteggi" non è fantasia. «A Cannes - come pure in questi anni ovunque siamo andati - io, Daniela e tutti gli altri - continua Piagentini portiamo un valore assoluto: quanto accaduto la notte del 29 giugno 2009. A quello che è successo in quelle ore, a quello che è successo alle nostre vite da lì in Si gira in Toscana poi, non ci può essere smentita». Parole pronunciate con tutta la dignità che i familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno sempre dimostrato e dimostrano ad ogni udienza di un processo che dura ormai dal 13 novembre 2013. E che chiama in causa le responsabilità dell'intera catena di controllo e gestione del trasporto ferroviario di merci pericolose in tutta Europa. «Dopo il consiglio comunale del 9 giungo - annuncia Piagentini, che è presidente dell'associazione "Il mondo che vorrei", nata per riunire i familiari delle vittime della strage - saremo in Regione. Ma si rende necessario anche un nuovo passaggio in Europa, perché quello che è accaduto a Viareggio sette anni fa riguarda ancora, e ancora di più, l'Europa intera». Che in dieci anni non è riuscita a prendere una decisione in materia di adozione obbligatoria dei dispostivi anti svio. «Una tragedia avvenuta senza nessuna giustificazione di nessun genere», sono le parole del regista Mario Monicelli, il cui intervento a Viareggio, subito dopo la strage, chiude il cortometraggio. Una partecipazione concreta, vera, sentita, forte quella di Monicelli in quei giorni. Tanto che tra le decine di migliaia di firme raccolte in quell'estate per chiedere le dimissioni di Mauro Moretti, all'epoca dei fatti ad di Ferrovie, oggi tra gli imputati per il disastro. Donatella Francesconi Pagina 14