Fibbie a gancio2 - Museo Nazionale d`Arte Orientale

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Fibbie a gancio2 - Museo Nazionale d`Arte Orientale
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ
Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’
Fibbie a gancio di bronzo dell’antica Cina (sec. VI - I
a.C.) nelle collezioni del Museo Nazionale d’Arte
Orien tale ‘Giuseppe Tucci’
Roberto Ciarla
INTRODUZIONE
Le fibbie per cintura qui esposte sono tutte di antica fattura cinese e tutte
del tipo “a gancio”; si tratta di un accessorio della veste maschile (shenyi),
solitamente di metallo (oro, bronzo o ferro), più raramente di giada, osso,
legno o vetro, formato da un corpo orizzontale, più o meno arcuato, un
bottone posto nella parte posteriore, e un “gancio (formato da una
piegatura dell’apice del corpo), spesso configurato in modo da evocare la
testa di un felino, di un uccello acquatico o di un “drago”. Il bottone era
inserito in un’asola ricavata a un capo della cintura, il gancio, inserito in un
occhiello ricavato sul capo opposto, veniva a chiudere la cintura (fig. 1).
Le fibbie a gancio non avevano solo
quest’uso, come si deduce dalla
posizione di tali manufatti sul corpo
di inumati portati alla luce in tombe
riferibili all’epoca della dinastia Zhou
orientale (770-221 a.C.). Soprattutto
nel periodo più antico, sembra
fossero
utilizzate
per
fissare
l’acconciatura, o, in particolare quelle
di piccole dimensioni, per agganciare
utensili o ornamenti da portare sulla
veste; per questo molti studiosi
preferiscono usare il termine “fibbie
per vestiario”, più generico, piuttosto
che il più specifico “fibbie per
cintura” (Lawton 1982: 89-94; Yang
2012).
Fig. 1 Statue del famoso Esercito di
Terracotta (sec. III a.C.): particolari di
cinture chiuse da fibbie a gancio; A:
cfr. n. 8; C: cfr. n. 16
La tipologia delle fibbie a gancio è
piuttosto ricca; per Wang Renxiang
(1982), l’archeologo che ha condotto il più esaustivo studio di tali
manufatti, i tipi principali sono otto, ciascuno con numerose varianti
interne. Ad esempio, le fibbie in esposizione n. 1-11 illustrano alcune delle
molte varianti del tipo “a forma di pipa” (琵琶形), così definito per il profilo
del corpo che ricorda un antico strumento musicale a corde chiamato in
cinese pipa 琵 琶 . Le altre fibbie, invece, esemplificano i tipi “a nastro”
(paixing 牌形) n. 12, “a stecco” (bangxing 棒形) n. 13, “a lama di vanga”
(sixing 耜形) n. 14-15, e “zoomorfo” (quanshouxing 全兽形) n. 16.
I più antichi rinvenimenti archeologici di fibbie di metallo per cintura, del
tipo con gancio e bottone, come quelle esposte, sono stati effettuati in
sepolture databili intorno al sec. VII-VI a.C. (periodo Primavere e Autunni
770-476 a.C.) distribuite nella regione centrale della civiltà cinese arcaica,
tra la valle del fiume Wei e la media valle del Fiume Giallo (Zhongguo 1959:
128-30; Wang 1985). La maggior parte delle fibbie esposte, però, si
inquadra tra il periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.) e l’epoca
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della dinastia Han occidentale (206 a.C.-23 d.C.), vale a dire all’acme, per
quantità e qualità, della produzione delle fibbie a gancio, che, sia nelle
forme, sia nelle ricche decorazioni rivelano il raffinato gusto dell’epoca per i
beni di lusso più eleganti (Wu 1999:697-98). L’uso delle fibbie a gancio
dalla regione centrale raggiunse quelle più periferiche: prima l’odierna
provincia del Sichuan a ovest, e poi quelle del Guangdong e del Guangxi a
sud-sudest. Forse non è un caso che tale diffusione sembra seguire le fasi e
le direttrici di espansione del regno di Qin che, nel 221 a.C., ad opera del
‘Primo Augusto Sovrano della Dinastia Qin’ (Qin Shi Huangdi) unificò gli
“Stati Combattenti” in un unico grande impero. Molti ed antichi esempi di
ganci da cintura sono stati rinvenuti in sepolture del ducato di Qin del
periodo Primavere e Autunni (fig. 2, n. 15-16).
Fig. 2. Fibbie a gancio di bronzo (eccetto il n.. 15, di giada e il n. 16 d’oro) da tombe
Qin, databili dal V al III sec. a.C. (tardo Periodo Primavere e Autunni - inizio dinastia
Qin), nella necropoli di Gaozhuang (Fengxiang, prov. dello Shaanxi). (da Wu e
Shang, 1981, 1:30)
Nel periodo Stati Combattenti tali fibbie, variamente decorate, sono tra i
pochi “beni di lusso” presenti negli spartani corredi funerari dei sudditi del
regno di Qin (fig. 2). Che le fibbie a gancio,allora e durante la dinastia Qin
(221-206 a.C.), fossero parte integrante del costume maschile è poi ben
dimostrato dalle diverse migliaia di statue rinvenute nelle fosse di
accompagnamento della tomba di Qin Shi Huangdi. In particolare, le statue
che raffigurano funzionari civili e quelle dei soldati della fanteria leggera,
privi di corazza, schierati nei ranghi del famoso Esercito di Terracotta,
indossano, tutte, sopravvesti chiuse in vita da cinture fermate da fibbie a
gancio delle fogge più disparate (fig. 1).
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Non tutte le fibbie a gancio rinvenute nelle necropoli Qin, tuttavia, erano
fatte da officine locali. Dal tardo periodo Primavere e Autunni i più
importanti centri di produzione furono quelli del ducato di Jin (che si divise
nei regni di Zhao, Han e Wei nel periodo Stati Combattenti), corrispondente
all’odierna provincia di Shanxi, e il regno di Chu nella media valle dello
Yangtze, dove però erano particolarmente apprezzate anche le fibbie di Jin.
Durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), le fibbie a gancio erano ormai
accessorio d’uso comune anche tra le popolazioni non-Han (vale a dire noncinesi) delle regioni più periferiche dell’impero.
Dalla tarda dinastia Han orientale (25-220), “la moda” dei ganci da cintura
iniziò un lento declino, che si acuì durante i secoli di divisione territoriale
post-Han (secc. III-VI). In questo periodo, infatti, si affermò l’uso delle
fibbie, prevalentemente a staffa, tipiche del costume delle aristocrazie
guerriere non-Han che, da nord e nord-est, invasero e dominarono con
molte ed effimere dinastie l’intera Cina settentrionale.
MANIFATTURA
Fig. 3 Houma (Shanxi). Forme di ceramica per
lo stampo di matrici per fibbie a gancio
Fig. 4 Houma (Shanxi). Valve (frontali) di
matrici di ceramica per fibbie a gancio
Inizialmente,
tra
il
tardo
periodo Primavere e Autunni e
l’inizio
del
periodo
Stati
Combattenti, la tecnica di
lavorazione delle fibbie di
bronzo, a giudicare dai molti
rinvenimenti
effettuati
a
Houma
nelle fonderie
del
ducato di Jin (odierna prov.
dello Shanxi), datate ca. 585380 a.C., era basata sul getto
entro matrice di terracotta a
due valve (Shanxi 1996).
A Houma, infatti, è stato
rinvenuto un gran numero sia
di forme di ceramica usate per
stampare
sulla
matrice
il
positivo già decorato della
fibbia (fig. 3), sia delle matrici
a due valve (o “a conchiglia”)
dove era colato il metallo (fig.
4 e fig. 7). L’uso delle forme
per la realizzazione, veloce e
ripetitiva, di matrici per il getto
del metallo indicano un ciclo
manifatturiero molto rapido e
modulare, che fa pensare ad
un sistema assimilabile al ciclo
industriale basato sulla catena di montaggio.
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Tale sistema, tra la fine del periodo Stati Combattenti e l’epoca della
dinastia Han, è ben testimoniato anche dai ritrovamenti, in altri siti di
fonderia, di matrici a due valve (di ceramica o, più raramente di bronzo)
recanti più spazi di colata (da due a più di dieci) in cui il metallo fuso si
distribuiva grazie a un semplice sistema –detto “ad albero” o “dendritico”costituito da un dotto principale collegato a una serie di canali (o rami)
laterali. I bronzisti cinesi avevano grande familiarità con questo metodo di
fonderia, usato preferibilmente per la fusione seriale di piccoli oggetti (quali
lame di coltello e punte di freccia). Frammenti di tali matrici “dendritiche”,
databili al sec. XIV a.C., sono stati rinvenuti, ad esempio, tra i resti delle
officine metallurgiche di Erligang, sito di una delle più antiche capitali della
dinastia Shang (ca. 1600-1050 a.C.) sotto l’odierna città di Zhengzhou
(prov. dello Henan) (fig. 5).
Fig. 5 Erligang
(Zhengzhou),
sec. XIV a.C.:
valve di matrici
di terracotta a
struttura
dendritica per il
getto di a. lame
di coltello e una
punta; b. punte
di freccia.
L’esperienza
maturata
con l’uso di questo tipo di
matrice e la padronanza
piena
dei
metodi
di
fusione e carburazione del
ferro (attestato in Cina
tra la fine del VII e l’inizio
del
VI
sec.
a.C.)
avrebbero
permesso,
all’epoca della dinastia
Han,
lo
sviluppo
dell’industria siderurgica,
nel cui ambito l’uso del
getto in colonne di stampi
multipli
consentì
la
produzione di massa di
manufatti
metallici,
incluse le fibbie a staffa
(fig. 6).
Fig. 6 Colonna di matrici per il getto di fibbie in
ferro/ghisa dal sito di Wenxian (prov. dello Henan),
ca. I-II sec. d.C.
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Fig. 7
Il drastico aumento di fibbie a gancio di
bronzo non decorate che si registra tra
il III e il II sec. a.C. è forse spiegabile
proprio dalla diffusione degli stampi a
struttura dendritica, più rispondenti alle
esigenze di un ciclo di produzione
industriale di massa rispetto alle matrici
a conchiglia fatte per un singolo
manufatto.
A Houma, infatti, che possiamo
prendere ad esempio della produzione
più antica, la maggior parte delle forme
di fusione per fibbie erano concepite
per essere unite a formare una coppia
fronte-retro che accoglieva il getto della
lega di rame per ottenere una sola
fibbia per volta (fig. 7).
Una diversa soluzione tecnica era
costituita da una coppia di valve
composta da una matrice destra e una
sinistra unite lungo la linea sagittale
della sagoma della fibbia (fig. 8).
Nel primo caso, la struttura della
matrice facilitava la decorazione del
corpo, consentendo anche eventuali
ritocchi
del
decoro
stampato
in
negativo; questa matrice richiedeva,
però, l’inserzione di un terzo elemento,
necessario per ottenere il peduncolo del
bottone.
Nel secondo caso, la sagoma dello
spazio di colata corrispondeva alla
forma della fibbia nella sua interezza,
ma limitava l’intervento del decoratore.
Mentre nel primo caso, l’estrazione del
manufatto poteva causare la rottura
della matrice del retro, in quanto la
matrice
del
peduncolo
restava
intrappolata tra il corpo e il bottone, nel
Fig. 8
secondo le due metà potevano essere
aperte con facilità e, una volta estratta
la fibbia dallo spazio di colata, potevano essere ancora usate.
Questa struttura si ritrova nelle matrici “ad albero”: moltiplicando su una
piastra di argilla di opportuna grandezza il profilo della fibbia si potevano
realizzare più esemplari con un solo getto di metallo, inoltre la matrice
poteva essere usata più volte prima del suo esaurimento. La profonda
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conoscenza della tecnica di fusione di oggetti di bronzo, anche molto
complessi, entro matrici di ceramica permise inoltre di coniugare l’alta
resa del getto diretto in matrici a struttura dendritica, con l’esigenza di
produrre oggetti d’uso, quali le fibbie, abbelliti dai decori della faccia a
vista. Tale progresso tecnico, basato sul principio della modularità, è
illustrato da una coppia di stampi (ca. IV-III sec. a.C.), per fabbricare
matrici di ceramica destinate alla fusione di fibbie a gancio, che fu
rinvenuta nel 1923 nel sito di Xinzheng (prov. dello Henan) (fig. 9).
Fig. 9 Coppia di stampi per matrici da Xinzheng, periodo Stati Combattenti (475-221
a.C.) (Museo della Provincia dello Henan, Zhengzhou). Foto: Gary L. Todd 2012
Su ciascuna metà dello stampo-madre sono modellati al positivo un
“albero”, formato dal condotto (tronco) di immissione e distribuzione del
metallo fuso, e cinque coppie simmetriche di spazi di colata (rami) a forma
di mezza fibbia, simile per tipo alla n. 14 (inv. 15594) in esposizione.
Da questo stampo-madre potevano essere quindi ricavate numerose forme
di fusione per fibbie a gancio, ciascuna delle quali poteva essere usata più
volte: una vera e propria produzione di massa.
TECNICHE DI DECORAZIONE
Non meno variate delle forme erano le tecniche adottate dai bronzisti per
realizzare la gamma, piuttosto vasta, dei motivi decorativi che abbellivano
il corpo, più raramente anche il retro o il bottone, delle fibbie a gancio. Sia
ritrovamenti archeologici, sia manufatti facenti parte di collezioni museali,
in Cina come in Giappone e in Occidente, testimoniano di un’illimitata
gamma di soluzioni, alcune delle quali riscontrabili anche in alcune delle
fibbie esposte. Va detto che per le fibbie del MNAO ancora non si è avuta
la possibilità di condurre analisi di carattere fisico-chimico per stabilire con
esattezza la composizione delle leghe metalliche (del corpo e dei decori) e
per verificare la ricostruzione dei processi di manifattura e di decorazione
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basata, per ora, sulla sola osservazione macro e microscopica dei
manufatti.
La faccia a vista della fibbia n. 1 (inv. 15604) è ornata, a risparmio su
sfondo argentato, con un motivo formato da due sinuosi draghi i cui lati
sono delimitati da cuppelle e da sottili solchi incisi a bulino (fig. 10a-b).
Fig. 10a Inv. 15604
Fig. 10b, inv. 15604 particolare,
ingrandimento 30x
Fig. 10c, inv. 15604 particolare,
ingrandimento 55x
L’osservazione microscopica di questo decoro (fig. 10b-10c) ci permette di
ipotizzarne la tecnica e le fasi di esecuzione. Sembra che il disegno base
sia stato tracciato sulla matrice con file di piccole bugne rilevate in modo
da produrre, sul corpo di bronzo, la traccia puntinata del motivo
decorativo (ovvero le file di cuppelle prodotte dalle bugnette). A questo
punto, probabilmente con argento in amalgama di mercurio, la fibbia fu
interamente rivestita dallo strato argenteo. Questa fase è evidenziata dalla
presenza di argento (?) all’interno delle cuppelle (fig. 10c). Nella fase
successiva si tracciò a bulino la forma definitiva del disegno, come rivela
l’assenza di tracce argentee all’interno dei solchi lasciati dal bulino. Infine,
lo strato argentato all’interno del disegno così tracciato fu rimosso con un
mezzo meccanico (meno probabile sembra la rimozione chimica tramite un
mordente).
La tecnica decorativa più frequente, tra il tardo periodo Primavere e
Autunni e il medio periodo Stati Combattenti, è però quella dell’intarsio,
consistente nell’inserzione (a incastro e/o con paste adesive) di tessere o
scaglie di pietre dure, quali la giada, il turchese e la malachite, all’interno
di alloggiamenti o preventivamente stampati sulla superficie della matrice
(fig. 3-4) o incisi sul corpo della fibbia.
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La fibbia n. 2 (inv. 8535), come mostrano gli alveoli distinguibili tra i solchi
che formano il disegno del motivo decorativo (da stampo in matrice),
doveva essere originariamente decorata a intarsio di pietre dure e/o
agemina in oro/argento (fig. 11 a-b)
Fig. 11a Inv. 8535
Fig. 11b Inv. 8535, particolare del corpo
Fig. 11c Alveolo e solchi (50x)
L’intarsio con pietre dure, infatti, poteva essere usato sia da solo, sia in
associazione con altre tecniche: in particolare, l’agemina a caldo con oro
e/o argento in foglia (raro o assente l’uso di filo) battuta entro i solchi del
disegno (fig. 11a-c). Diversi lacerti dell’agemina in foglia d’oro, ad
esempio, si conservano sulla fibbia n. 3 (inv. 8536); lo stato di
conservazione non ottimale della fibbia non consente però di vedere
nitidamente l’originario motivo decorativo disegnato dagli alloggiamenti
della foglia d’oro (fig. 12a-c).
Fig. 12a Inv. 8536
Fig. 12b-c. Inv. 8536, particolare del corpo con residuo di agemina d’oro
Un egregio esempio di agemina in foglia d’argento è fornito dalla fibbia n.
10 (inv. 15592), decorata da nitidi motivi curvilinei che richiamano quelli
dei più rinomati tessuti di seta del periodo Stati Combattenti.
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Notevole è anche la fibbia n. 5 (inv. 15728), come la precedente del
periodo Stati Combattenti, che fornisce un esempio tra i più chiari di
decorazione delineata da profondi alveoli fatti a stampo in matrice,
probabilmente nelle fonderie di Houma (fig. 13a). Tali alveoli, come
rivelano le immagini al microscopio (fig. 13b-c), ospitavano in origine un
intarsio di tessere di turchese fissate su una sostanza di aspetto
madreperlaceo, la cui natura si dovrà stabilire con future analisi fisicochimiche. Questa sostanza a occhio nudo ha un colore giallo-verdastro e
sembra avere una consistenza vetrosa, cosa che ci ha inizialmente indotto
ad ipotizzare che potesse trattarsi dei residui di un intarsio in pasta vitrea.
Fig. 13a. Inv. 15728
Fig. 13b. ingrand. 40x
Fig. 13c. ingrand. 65x
Questa ipotesi è stata contraddetta da una semplice indagine
microscopica; tale metodica ci ha fatto invece ipotizzare con un buon
margine di sicurezza che la sostanza di aspetto polveroso e di colore
rossastro che mette in risalto la decorazione della fibbia n. 12 (inv. 15569)
possa essere effettivamente una pasta di natura vetrosa (fig. 14a-c).
Fig. 14a inv. 15569
14b ingrand. 30x
14c ingrand. 50x
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Future indagini di laboratorio, come si è detto in precedenza, aiuteranno a
capire meglio le tecniche di manifattura delle antiche fibbie di bronzo nelle
collezioni cinesi del MNAO; ci auguriamo che, per il momento, quanto sin
qui detto possa essere sufficiente per aiutare il visitatore ad apprezzare
questi caratteristici accessori del vestiario nella loro valenza funzionale,
tecnologica ed estetica.
BIBLIOGRAFIA
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Fibbie a gancio di bronzo dell’antica Cina(secc. VI - sec. I a.C.) nel
Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’
Ancient Chinese bronze belt-hooks (6th - 1st century BCE) in the
‘G. Tucci’ National Museum of Oriental Art
1. Fibbia a gancio con decoro “a draghi intrecciati”
Bronzo argentato
Secc. IV-III a.C.
(inv. 15604)
2. Fibbia a gancio con motivo “a nuvole uncinate”
Bronzo
Secc. V-IV a.C.
(inv. 8535)
3. Fibbia a gancio con decoro intarsiato “a motivi foliati e volute”
Bronzo e oro (tracce)
Secc. V-IV a.C.
(inv. 8536)
4. Fibbia a gancio con corpo ripartito da due costole verticali
Bronzo
Secc. IV-III a.C.
(inv. 15601)
5. Fibbia a gancio con decoro “a motivi foliati e volute”
Bronzo, turchese, pasta vitrea
Secc. V-III a.C.
(inv. 15728)
6. Fibbia a gancio con decoro “a spirali concatenate”
Bronzo, corpo parzialmente coperto da resti di tessuto mineralizzato)
Secc. IV-III a.C.
(inv. 15591)
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7. Fibbia a gancio con tracce di decoro in agemina
Bronzo (e argento?)
Secc. II a.C. - II d.C.
(inv. 15593)
8. Fibbia a gancio a corpo liscio
Bronzo
Secc. III a.C. – II d.C.
(inv. 15607)
9. Fibbia a gancio con decoro intarsiato a volute intrecciate
Bronzo (?) e argento
Secc. V-IV a.C.
(inv. 8538)
10. Fibbia a gancio con decoro intarsiato a volute intrecciate
Bronzo e argento
Secc. V-IV a.C.
(inv. 15592)
11. Fibbia a gancio a corpo liscio
Bronzo
Secc. II a.C. – II/III d.C.
(inv. 15727)
12. Fibbia a gancio con decoro “a volute”
Bronzo (e pasta vitrea ?)
Secc. IV-III a.C.
(inv. 15569)
13. Fibbia a gancio con motivi a spirali in agemina
Bronzo e argento
Secc. IV-II a.C.
(inv. 15600)
14. Fibbia a gancio con motivo “a cicala” entro medaglione a goccia
Bronzo
Secc. IV-III a.C.
(inv. 15594)
15. Fibbia a gancio a corpo liscio
Bronzo
Secc. IV-III a.C.
(inv. 8537)
16. Fibbia con corpo a forma di felino attorto e gancio a forma di
serpente/drago
Bronzo dorato
Sec. III a.C.
(inv. 13106)
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