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INVICE - INVESTMENT&ADVICE - MAGGIO 2016 - MENSILE - BRAVE EDITORI SRL
euro
4,99
ANNO 1
NUMERO
4
Disponibile anche nella versione digitale sul sito e sui circuiti Apple
e Android, Invice è il magazine interamente dedicato ai professionisti
della consulenza. Ogni mese saranno analizzati i principali trend
di mercato, i fondi e gli altri prodotti più “in” secondo il parare dei
promotori/consulenti, le offerte di lavoro nel mondo del risparmio
gestito, le problematiche legali e fiscali, oltre ai principali temi
d’investimento e di attualità
Gestito,
i paladini
della crescita
Negli ultimi cinque anni tra le big
che hanno incrementato maggiormente
le masse gestite spiccano Invesco, Poste Italiane,
Deutsche Asset & Wealth Management
e il Gruppo Generali, che domina la classifica
con un patrimonio di 451 miliardi di euro
ALL’INTERNO SPECIALE
RISPARMIO 2.1
Da sinistra: Giuliano D’Acunti, INVESCO,
Mauro Castiglioni, DEUTSCHE AWM,
Gian Maria Mossa, BANCA GENERALI
Attualità
26 Advisory
DI MARCO JEAN ABOAV *
* MACRO PORTFOLIO MANAGER IN MONEYFARM
Gestione attiva e gestione
passiva confronto
I
l settore della gestione del risparmio, in continua evoluzione, offre
oggi, anche agli investitori retail,
interessanti soluzioni sotto il profilo
dei rendimenti. Che si voglia investire in azioni, obbligazioni o materie
prime, oggi sono diversi i canali di distribuzione attraverso i quali si può avere
accesso a tali prodotti. Una volta scelta
l’asset class nella quale investire, si deve
scegliere se optare per uno strumento a
gestione attiva o passiva.
Investire su un prodotto attivo significa
in sostanza scommettere sulla capacità di chi ne ha in mano la gestione di
battere il benchmark di riferimento (ad
esempio l’EuroStoxx 600 o il Ftse 100).
Storicamente, l’unico modo per investire
nei mercati finanziari era quello di optare per soluzioni a gestione attiva, ma
ora i prodotti a gestione passiva stanno
crescendo anno dopo anno. Basare il
proprio investimento su uno strumento
finanziario a gestione passiva, come per
esempio un Etf, significa replicare la
performance dell’indice benchmark di
riferimento e non, come accade coi prodotti attivi, provare a superarla. Secondo
l’EtfGi, una società di ricerca e consulenza, gli Etf negoziati nei listini europei
hanno raggiunto nel 2015 la soglia di
500 miliardi di dollari. Solo dieci anni
prima l’ammontare si aggirava introno a
58 miliardi, una crescita notevole quindi, pari all’800%. Sul fronte della gestione attiva, non mancano i gestori esperti
in grado di ottenere prestazioni elevate
sopra il benchmark, ma si tratta di un
numero piuttosto basso cha sta andando
via via riducendosi nel tempo.
Investire è un gioco a somma negativa: è
possibile che gli investitori attivi abbiano
un valore aggiunto, ma se lo fanno, è a
Invice Investment & Advice
Advice\\Maggio
Maggio2016
2016
spese di altri investitori attivi. Se includiamo il costo che investire in diversi
fondi attivi comporta, la performance
finale ne risulta inevitabilmente compromessa. Inoltre, la ricerca accademica
rimarca come non esista alcuna chiara
evidenza del fatto che i fondi comuni siano in grado di battere il mercato.
Come dimostrato da Ferreira et al. (Le
determinanti della performance dei
fondi comuni: uno studio cross-country,
Review of Finance, Aprile 2012) i fondi
azionari hanno complessivamente sottoperformato rispetto al mercato, e negli
Stati Uniti è possibile riscontrare una relazione negativa tra dimensione del fondo e performance dello stesso. Secondo
lo studio di Chen et al. (Le determinanti
della performance dei fondi comuni: uno
studio cross-country, Journal of Financial Economics, Aprile 2012) anche tra
i fondi obbligazionari non c’è evidenza
di ritorni migliori del benchmark, una
volta inclusi i costi di gestone. Fanno eccezione i fondi comuni azionari inglesi,
ma solo un numero relativamente ridotto
tra i fondi altamente performanti mostra
particolari abilità nello stock picking secondo Cuthbertson et al. (Prestazioni dei
Fondi azionari Inglesi: abilità o fortuna?,
Journal of Empirical Finance, Settembre
2008).
Il primo trimestre del 2016 è stato uno
dei peggiori secondo il team quantitativo di BofA Merrill Lynch: comparando i
fondi azionari statunitensi con i rispettivi
benchmark di riferimento, solo il 19% è
stato in grado di batterli. Nonostante le
maggiori opportunità di rendimento, le
performance si sono rivelate negative a
causa non solo dei costi, come affermano alcuni, ma anche della potenziale
mancanza di competenze, con un conseguente rischio per il modello di business
che caratterizza i fondi comuni. L’attuale
scenario non appare quindi positivo per
i gestori di fondi attivi, i quali, per contro, lasciano spazio alla proliferazione di
prodotti a gestione passiva. La chiave
rimane sempre il giusto equilibrio tra asset diversi (azioni, obbligazioni, materie
prime e valute). In MoneyFarm siamo
convinti infatti dell’importanza di un asset allocation bilanciata, in grado di fondere le diversi componenti per un flusso
di ritorni e un livello di rischio adeguati.
Le attività di stock o bond picking sono
complesse nel lungo termine, per questo
riteniamo che un’esposizione ad asset
class passive con una rotazione in linea
con le fasi di mercato sia la soluzione
ottimale, non solo in termini di costi ma
anche - soprattutto - di solide performance nel lungo termine.