L`AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE
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L`AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE
SPECIALE AGRICOLTURA L’AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE PSR MISURA 111 SOTT. B 1 SPECIALE AGRICOLTURA INTRODUZIONE: La gestione multifunzionale dell’azienda agricola è ormai considerata un punto di forza per promuovere una gestione sostenibile del territorio rurale e vi ha allocato risorse ed attenzioni per il prossimo quadriennio 20142020. Una delle strade maggiormente seguite per la riduzione dei costi dei prodotti agroalimentari sta nell'accorciarne la filiera, arrivando dove possibile al contatto diretto tra produttore e consumatore e al cibo a “chilometri zero”. Questo vuol dire da un lato sensibilizzare e avvicinare il cliente al luogo di produzione del cibo che consumerà, dall'altro indurre il produttore ad arricchire di valore aggiunto quanto posto in vendita. Il valore aggiunto può assumere varie forme che vanno dal confezionamento, alla vendita diretta, alla creazione di un marchio, alla composizione di vari elementi in un unico prodotto o servizio. In questa logica, da più parti si sta incentivando la creazione di “orti cittadini”, sfruttando terrazzi, balconi e solai così da dare anche più verde alle città e favorendo l'uso di produzioni più “naturali” ad opera degli stessi consumatori che a loro volta avranno più rispetto ed assimileranno una nuova sensibilità nei riguardi 2 SPECIALE AGRICOLTURA delle produzioni agricole. Nel filone “sensibilizzazione” si inserisce anche la scuola, che potrebbe dedicare parte delle proprie gite scolastiche proprio all'educare le nuove generazioni verso un maggior rispetto della natura, non solo facendo “vedere”, ma anche “facendo”, con un coinvolgimento diretto lungo percorsi guidati da sviluppare nel tempo a contatto delle aziende agricole stesse. Un esempio potrebbe essere il ciclo dalla semina alla raccolta, un altro dalla coltivazione dell'uva alla vendemmia, all'imbottigliamento dei vini, un terzo alla rigenerazione dei rifiuti biologici in composte fertilizzanti. Un ultimo percorso potrebbe riguardare il ciclo/riciclo dell'acqua, con anche il suo sfruttamento per la produzione di energia. Oltre all'obiettivo primario di sensibilizzazione, si potrebbe perseguire l'obiettivo secondario di generare nuova occupazione nel settore attirandovi giovani con uno spirito nuovo ed una cultura tecnologica molto evoluta. 3 SPECIALE AGRICOLTURA L’AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE Il concetto di multifunzionalità è comparso nelle politiche internazionali, nel dibattito in seno al WTO e all’Unione Europea in relazione alla rimozione delle barriere protezionistiche e delle politiche di sostegno dei prezzi agricoli, verso la fine del secolo scorso. La multifunzionalità dell’agricoltura può essere definita come la “capacità del settore primario di produrre beni e servizi secondari, di varia natura, congiuntamente e in certa misura inevitabilmente collegata alla produzione di prodotti destinati all’alimentazione umana e animale”. Secondo la definizione della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, la multifunzionalità riunisce i “ruoli complementari che l'agricoltura svolge all'interno della società, in aggiunta al suo ruolo di produttore di cibo”, tra cui “la fornitura di beni pubblici, quali la sicurezza alimentare, lo sviluppo sostenibile, la tutela dell'ambiente, la vitalità delle zone rurali e il mantenimento di un equilibrio generale all'interno della società tra i redditi degli agricoltori e i redditi delle persone in altre occupazioni”. Oltre alla funzione principale (produttiva, all’interno della quale si colloca la produzione di energia, elettrica e termica, da fonti rinnovabili), l’agricoltura svolge almeno altre 5 importanti funzioni: 4 SPECIALE AGRICOLTURA occupazionale, sociale, ambientale, paesistica, produzione di servizi Soffermandosi sulla produzione di servizi, nel contesto attuale hanno un ruolo di primaria importanza l’agriturismo e l’agri-didattica. L’AGRITURISMO L’integrazione tra l’attività zootecnica e quella turistica può realizzarsi secondo diverse modalità. La forma più diretta, che consente agli imprenditori agricoli di “chiudere” la filiera agro-zootecnica direttamente in azienda, è rappresentata dall’erogazione di servizi turistici: ristorazione, alloggio, ma anche organizzazione di attività culturali, sportive, didattiche e ricreative. La possibilità da parte dell’azienda agricola di fornire questi servizi è prevista da normative sull’agriturismo di carattere sia nazionale (legge quadro statale L. 20 febbraio 2006 n. 96) che regionale. Gli obiettivi sociali e ambientali che si è prefissa la legislazione agrituristica statale e regionale e la successiva politica di promozione della diffusione delle attività agrituristiche possono essere individuati nei seguenti: 5 SPECIALE AGRICOLTURA • integrazione del reddito agricolo; • valorizzazione e recupero delle tradizioni del mondo rurale; • recupero del patrimonio di edilizia rurale; • freno all’esodo agricolo e allo spopolamento delle aree rurali marginali. Per esercitare l’attività agrituristica i titolari devono essere in possesso dei requisiti legali che definiscono la figura dell’imprenditore agricolo, dei suoi familiari e relativi dipendenti. L’attuale normativa è basata sul principio della connessione dell’attività turistica rispetto alle tradizionali attività agricole produttive. La connessione è garantita dalla prevalenza delle giornate lavorative (calcolabili con l’ausilio di apposite tabelle) dedicate all’attività agricola principale rispetto a quella agrituristica, dall’utilizzo, anche attraverso opportuna ristrutturazione edilizia dei fabbricati già destinati all’attività agricola (non è ammessa l’edificazione di fabbricati nuovi da destinare all’attività agrituristica), dall’impiego nell’attività di ristorazione di una quota significativa di prodotti aziendali (in Lombardia il prodotto di origine aziendale utilizzato per la 6 SPECIALE AGRICOLTURA ristorazione agrituristica deve essere pari ad almeno il 30% del valore mentre lo stesso prodotto aziendale unitamente ai prodotti delle aziende agricole locali deve raggiungere almeno il 70% del valore totale dei prodotti alimentari e delle bevande somministrate). Le attività che possono essere svolte in agriturismo sono molteplici. Tra le principali ricordiamo: somministrazione cibi e bevande; affitto di alloggi indipendenti ricavati nell’ambito dell’azienda agricola o in fabbricati di sua pertinenza; affitto di camere all’interno dell’azienda; agri-campeggio; attività ricreative, culturali, formative; attività naturalistiche; attività formative, didattiche, pedagogiche; attività salutistiche (erboristiche, ginnastica, percorso vita, bagni di fieno); attività sportive (agriturismo ippico, agriturismo pescatorio, agriturismo venatorio, noleggio biciclette,tiro con l’arco, etc.). 7 SPECIALE AGRICOLTURA Un Agriturismo è un'Azienda Agricola che opera nel settore turistico offrendo vitto e alloggio nella propria azienda. Questa attività nasce per sostenere il comparto agricolo e quello dell'allevamento ed è regolamentata da una specifica Legge Nazionale che determina le modalità con le quali l'azienda agricola deve esercitare l'ospitalità. I prodotti dovranno essere prevalentemente coltivati nella tenuta che deve rimanere l'attività principale dell'azienda. Negli ultimi quindi ci anni c'è stata una vera esplosione di attività agrituristiche su tutto il territorio nazionale costituendo una percentuale importante nel comparto turistico ricettivo. Il turista, in particolare quello italiano, grazie a questa nuova offerta turistica ha riscoperto la campagna italiana, i prodotti tipici, le antiche tradizioni, i caratteristici borghi rurali. Molti agriturismi, poi, hanno seguito un percorso di specializzazione ed ecco che oggi possiamo trovare agriturismi con "fattorie didattiche" dove è possibile ospitare scolaresche pronte ad apprendere la vita in fattorie, dall'allevamento alla riproduzione di animali da cortile, come avviene il raccolto e la trasformazione in prodotti tipici. 8 SPECIALE AGRICOLTURA Alcuni agriturismi hanno preferito un indirizzo più di tendenza dedicandosi alla "remise en forme" creando dei veri e propri centri benessere. Altri, invece hanno talmente perfezionato l'antico casolare da renderlo una dimora di charme a 5 stelle, una serie di servizi per una clientela particolarmente esigente. Ognuno ha cercato una propria identità, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Calabria al Veneto. Indipendentemente dalla tipologia e dalla categoria, gli Agriturismi hanno dato un impulso nuovo al turismo italiano, valorizzando le nostre campagne e i sapori della nostra terra. Dunque l'agriturismo è una forma di turismo nella quale il turista è ospitato presso un'azienda agricola. È praticato, con diverse norme e denominazioni, in diversi paesi del mondo, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. In Italia, l'esercizio dell'attività agrituristica, da parte delle imprese agricole, è consentito esclusivamente nel rispetto di specifiche norme che ne regolano la connessione con l'attività agricola e la denominazione "agriturismo" è riservata alle aziende agricole che operano secondo tali norme. Secondo il Codice Civile (art. 2135), l'attività agrituristica è considerata attività agricola. Il termine “agriturismo” è stato coniato a metà degli anni sessanta. Dopo un periodo di promozione culturale e politica, l’agriturismo è entrato per la prima volta nella legislazione italiana, a livello locale, nel 1973 (provincia 9 SPECIALE AGRICOLTURA autonoma di Trento); la prima citazione dell'agriturismo (alloggi agroturistici) in una alle Regioni i principi generali di definizione dell’attività agrituristica; leggi regionali che indicano alle imprese criteri e limiti per l’esercizio dell’attività legge statale risale alla legge-quadro sul turismo del 1983 (Legge 17 maggio 1983, n. 217). La prima legge quadro per la disciplina dell'agriturismo è stata emanata due anni più tardi (Legge 5 dicembre 1985 n. 730). Le norme che regolano il settore in Italia sono: una nuova legge-quadro statale (Legge 20 febbraio 2006, n. 96), che indica stessa. Secondo la Legge 96/2006, per attività agrituristiche si intendono le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraverso l'utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali. 10 SPECIALE AGRICOLTURA Possono essere addetti allo svolgimento dell'attività agrituristica l'imprenditore agricolo e i suoi familiari, nonché i lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale, che sono considerati lavoratori agricoli ai fini della disciplina previdenziale, assicurativa e fiscale vigente. Il ricorso a soggetti esterni è consentito esclusivamente per lo svolgimento di attività e servizi complementari. Rientrano fra le attività agrituristiche: dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori; somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi i prodotti a carattere alcoolico e superalcolico, con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o compresi nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali; organizzare degustazioni di prodotti aziendali, ivi inclusa la mescita di vini; organizzare, anche all'esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell'impresa, attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche 11 SPECIALE AGRICOLTURA (trekking,mountain bike, equiturismo), anche per mezzo di convenzioni con gli enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale. L’attività agrituristica può essere realizzata esclusivamente in edifici rurali preesistenti nelle aziende agricole e non più utili alla conduzione del fondo. Sono previsti aiuti finanziari regionali nel quadro dei Piani di Sviluppo Rurale sostenuti dall’Unione Europea. Secondo le più recenti statistiche ISTAT (2010), in Italia le aziende agrituristiche sono 19.973, di cui 16.504 offrono alloggio con 206.145 posti letto, 9.914 ristorazione, 11.421 attività ricreative, culturali e didattiche. La regione con l’offerta più rilevante è la Toscana (4.074 aziende) seguita dal Trentino-Alto Adige (3.339) e dalla Lombardia (1.327). Secondo recenti stime dell’Agriturist (2012), il fatturato annuo del settore è di circa 1,17 miliardi di euro. Inizialmente concepito come una forma di accoglienza molto semplice, organizzata dagli agricoltori allestendo sommariamente alloggi in edifici aziendali resi disponibili dal rapido ridimensionamento degli occupati in agricoltura, l’agriturismo si è via via evoluto offrendo comfort e servizi adeguati alle esigenze del turismo moderno, pur coerenti con la connessione all’attività agricola prevista dalla legge. In aumento anche l’offerta di servizi didattici con la diffusione delle cosiddette fattorie didattiche che accolgono studenti per 12 SPECIALE AGRICOLTURA far conoscere i diversi aspetti dell’attività agricola e della preparazione di molti alimenti (vino, olio, miele, formaggi, salumi, ecc.). interessati al mondo agricolo, ma la cui attività è svincolata dalla concreta attività lavorativa nei campi.. L’offerta di agriturismo è in costante crescita. Dapprima concentrata in piccole aziende agricole nelle zone collinari e montane, interessa oggi anche grandi aziende, pure di pianura, dando un prezioso sostegno ai redditi agricoli e contribuendo alla conservazione del paesaggio attraverso il recupero degli edifici rurali abbandonati, al consolidamento dell’occupazione in agricoltura, e alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. L’agriturismo ha inoltre dato impulso allo sviluppo di altre forme di turismo rurale (piccoli alberghi di charme, bed and breakfast, case vacanze) che richiamano clienti ugualmente Anche la domanda di agriturismo si è notevolmente modificata negli ultimi anni: prima interessava una ristretta cerchia di appassionati di tradizioni e specialità enogastronomiche, oggi coinvolge larghi strati popolari motivati dal contatto con la natura, la buona tavola, la tranquillità, i prezzi generalmente contenuti. Le aziende, inizialmente ad apertura prevalentemente stagionale, attualmente sono per lo più attive per l’intero arco dell’anno, ospitando per i fine settimana come per periodi più lunghi durante le vacanze estive. Crescono gli ospiti stranieri che si stimano nell’ordine del 27% del totale. 13 SPECIALE AGRICOLTURA Il plurale della parola agriturismo è agriturismi, come indicato dall'Accademia della Crusca. L’agriturismo è principalmente un’azienda agricola che fa della produzione e della vendita dei prodotti agroalimentari la propria attività principale. Ma soprattutto rappresenta la tipologia ideale di vacanza per chi ama stare in contatto con la natura, una piccola realtà che, come un tempo, cerca di essere autosufficiente. Nelle serre e nei campi in genere si coltivano con metodo biologico tutti i tipi di ortaggi, patate, grano, farro e mais, e la campagna e la vita all’aria aperta suscitano da sempre interesse ed attrattiva, soprattutto per chi vive nelle caotiche città. Spesso in agriturismo ci si basa sulla cosiddetta permacultura lontanissima dalla culture delle agricolture intensive, e basata sul fatto che non si può continuare a inquinare e soddisfare fame di materie prime al ritmo attuale, perché queste risorse sono non rinnovabili. Ultimamente la richiesta turistica sta aumentando anche tra i giovani: trascorrere una vacanza in agriturismo significa riscoprire per alcuni giorni una vita più semplice, più sana e genuina, e oltre al contatto con l’agricoltura si potrà godere la bellezza e calma della natura e della vita in campagna. E’ un modo speciale per rigenerarsi soprattutto se l'agriturismo è stato realizzato rispettando rigorosamente compatibilità ambientali, paesaggistiche, architettoniche e culturali con il luogo e con il 14 SPECIALE AGRICOLTURA territorio circostante con i quali si deve fondere armoniosamente. Gli agriturismi si contraddistinguono con una spiga: se l’agriturismo presenta 5 spighe è di sicuro una struttura di classe e dotata di ogni genere di comfort. L’agriturismo almeno nella sua originaria formulazione deve essere in ogni caso una struttura tranquilla, che abbia inoltre specifici requisiti, come per esempio l'essere ubicato in una zona rurale, o comunque disporre di sufficienti ettari di terra da destinare a varie coltivazioni. Alcuni agriturismi posseggono zone adibite a sosta dei camper: nel presente ciò che prevale è il senso di libertà, e in quest'ottica il turismo itinerante con sosta per i week end in agriturismo, rappresenta un'ottima scelta. Molti agriturismi hanno gli animali e questo è uno degli aspetti più belli da scoprire: molto importante è il contributo degli animali per le produzioni dei prodotti alimentari, per l'aiuto che danno alla lavorazione dei campi e anche per la gioia dei più piccini. L'allevamento di vitelli da carne permette di preparare e gustare favolose grigliate e piatti tipici; con il letame si concimano i terreni da coltivare. Spesso in agriturismo c'è anche l'allevamento di pony, adatti alla relazione con i bambini che possono provare così il primo approccio con i cavalli; il loro pascolare all'interno dell'azienda inoltre fa si che i prati siano sempre ben rasi. Sono molto diffusi gli agriturismi con annesso centro estetico e cure termali. Molte strutture si 15 SPECIALE AGRICOLTURA attrezzano, soprattutto in estate, per offrire soggiorni ai ragazzi, che vengono seguiti nelle varie attività da personale esperto e si offre la possibilità di effettuare escursioni, passeggiate oppure praticare equitazione e golf. Ovviamente gli agriturismi al mare sono strutturati diversamente rispetto a quelli che si trovano per esempio in collina o in montagna. In montagna come accade in Trentino Alto Adige si offrono indimenticabili vacanze in agriturismo nei pressi di piste sempre perfettamente innevate e moderni impianti di risalita; in posizione incantevole su una qualche collina per esempio sopra il lago d'Iseo l'agriturismo da cui si gode un suggestivo paesaggio, sarà perfetto per una vacanza in pieno relax, con un ritmo di vita naturale. Al mare, come accade in Puglia l'agriturismo è visto proprio come filosofia di vacanza e di vita, vicino alle spiagge e a diretto contatto con la vita e il lavoro dei campi dove magari avviene una discreta produzione di olio extra vergine che può essere degustato dagli ospiti, e la vite viene coltivata e dopo la vendemmia l’uva viene conferita ad una qualche azienda locale che produce un buon vino da tavola. Il ristorante tipico dell’agriturismo è per lo più a conduzione familiare: scegliere di trascorrere una vacanza in agriturismo significa riappropriarsi di gesti semplici e autentici, come per esempio mangiare cibo genuino e non contraffatto, cibarsi dei frutti che la natura offre 16 SPECIALE AGRICOLTURA senza il rischio che siano contaminati. L'agriturismo infatti si basa su un'agricoltura sostenibile utilizzando tecniche agricole in grado di rispettare l'ambiente e la biodiversità, si basa sulla ultra-moderna agricoltura biodinamica cioè quella forma di agricoltura che accresce e mantiene la fertilità della terra, e produce alimenti che rafforzano il metabolismo umano; infine si basa sui principi dell'agricoltura biologica cioè un'agricoltura in cui non si utilizzano concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi: l’obiettivo ambientale degli agriturismi consiste nel fatto che l’agriturismo tende a valorizzare l’ambiente e alla salvaguardia del territorio. Anche l’obiettivo occupazionale è importante: essendo un’attività imprenditoriale, mira a conservare i posti di lavoro esistenti e a crearne di nuovi nel campo della ricettività turistica e dell’agricoltura. Non da ultimo bisogna considerare l’obiettivo economico dell’agriturismo: questo tipo di azienda tende a realizzare profitti economici, e a migliorare le condizioni di vita dell’imprenditore e di chi lavora con lui; infine, l'agriturismo si propone anche un obiettivo socio–culturale che consiste nel garantire la tutela delle tradizioni e lo sviluppo dell’eno-gastronomia. L'agriturismo, in conclusione, è un luogo ove trovare un ambiente familiare, accoglienza informale e genuina, cibo buono ed una pace che altrove è difficile trovare. 17 SPECIALE AGRICOLTURA L’AGRITURISMO IN LOMBARDIA agrituristici, camere del commercio e altri enti riconosciuti dalla Regione Lombardia. In Lombardia l’apertura e la gestione di un agriturismo sono regolate dalla legge regionale n. 31 del 5 dicembre 2008. A questa si associa il regolamento regionale di attuazione 4/2008, che dà agli operatori gli strumenti pratici per aprire l’attività agrituristica. Per avviare l’attività è necessario innanzitutto essere in possesso di un Certificato di abilitazione, rilasciato dalla Provincia di riferimento solo e soltanto a coloro che hanno frequentato con esito positivo un corso di formazione e preparazione all’esercizio dell’attività agrituristica (art. 153 legge regionale 31/2008). I corsi sono organizzati da provincie, organizzazioni professionali, consorzi COME DEVE ESSERE STRUTTURATO IL CORSO DI FORMAZIONE PER APRIRE UN AGRITURISMO IN LOMBARDIA? Il corso è così strutturato: Durata: 40 ore, organizzate anche in più moduli; Obbligo di frequenza: almeno il 75% delle ore previste; Esonero: possono essere esonerati da moduli specifici i frequentanti che siano in possesso di un titolo di studio nelle materie oggetto del modulo, fermo restando l’obbligo di frequenza; Materie: metodi e procedure per la preparazione e somministrazione al pubblico di 18 SPECIALE AGRICOLTURA alimenti e bevande, anche con riferimento alla tradizione enogastronomica locale, norme regolamentari, fiscalità e contabilità dell’azienda agrituristica, attività agricola e sua multifunzionalità, territorio, ambiente, turismo e marketing territoriale. Assieme al Certificato di abilitazione, l’agriturismo dovrà essere in possesso del Certificato di connessione dell’attività agrituristica con quella agricola. Questa certificazione è rilasciata dalla provincia nel cui territorio si svolge l’attività agricola previa presentazione di una richiesta che contenga (secondo l’articolo 5 del regolamento attuativo): Specificazione della tipologia e dei servizi offerti; Dimostrazione analitica che il volume di lavoro agricolo è prevalente rispetto a quello agrituristico; Specificazione della produzione agroalimentare che l’azienda può destinare all’attività di somministrazione di pasti e bevande o di degustazione; Specificazione dei fabbricati a disposizione dell’azienda da destinare all’attività agrituristica, con identificazione catastale dei fabbricati, destinazione urbanistica e rappresentazione grafica; 19 SPECIALE AGRICOLTURA Breve relazione programmata. descrittiva dell’attività Una volta in possesso del certificato di abilitazione (che permette l’iscrizione all’elenco provinciale degli operatori agrituristici) e del certificato di connessione dell’attività agrituristica con quella agricola, sarà possibile presentare la Dichiarazione di Avvio Attività (DAA) al comune di riferimento. La DAA contiene la descrizione dettagliata delle attività proposte, con le indicazioni delle caratteristiche aziendali, dell’attività e delle aree adibite a uso agrituristico, della capacità ricettiva, dei periodi di esercizio dell’attività e delle tariffe. Alla DAA sono allegati: Il certificato di connessione dell’attività agrituristica con quella agricola; Il certificato di iscrizione all’elenco degli operatori agrituristici; L’avvio della procedura di registrazione ai sensi del regolamento CE n.852/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativo all’igiene dei prodotti alimentari, e dell’articolo 5 della legge regionale 2 aprile 2007, n.8 (Disposizione in materia di attività sanitarie e socio-sanitarie); L’autocertificazione relativa ai requisiti soggettivi di cui all’articolo 6 comma 1 della legge nazionale 96/2006. 20 SPECIALE AGRICOLTURA La DAA, previa verifica del comune entro 60 giorni dal suo ricevimento, consente l’avvio immediato dell’attività agrituristica. A questo punto, bisogna segnalare che la Regione Lombardia distingue tra due differenti tipologie di agriturismi (regolamento attuativo, art. 3): 1. Agriturismi in forma familiare: ospitalità per un max di 10 persone all’interno dell’alloggio dell’imprenditore agricolo o dei fabbricati aziendali; ospitalità in spazi aperti e attrezzati per il camping per un max di 10 ospiti al giorno in roulotte, tende, camper; preparazione e somministrazione di pasti e bevande in fabbricati aziendali (compresa l’abitazione dell’imprenditore) per un max di 40 pasti al giorno; 2. Agriturismi in forma aziendale: alloggio in camere/unità abitative indipendenti e alloggio in spazi aperti attrezzati per un max di 60 ospiti al giorno; preparazione e somministrazione di pasti e bevande per un max di 160 pasti al giorno. Per quanto riguarda la conduzione dell’agriturismo, segnaliamo le seguenti peculiarità relative alla Regione Lombardia: Definizione: la Regione Lombardia include nelle attività agrituristiche – oltre a quelle previste dalla legge nazionale – anche le attività di ittoturismo; le attività agri-turistico-venatorie, purché la selvaggina sia utilizzata ai fini dell’allenamento e dell’addestramento dei cani da caccia e del prelievo venatorio previsto dalle 21 SPECIALE AGRICOLTURA normative vigenti e, per concludere, le attività mirate alla cura e alla salute del corpo, utilizzando prodotti fitoterapeutici di propria produzione (NB: per lo svolgimento di questa attività gli operatori devono essere in possesso di idonei attestati di qualifica). Classificazione: il logo adottato per identificare il livello qualificativo degli agriturismi è il quadrifoglio; le strutture agrituristiche sono classificate con un numero da uno a tre quadrifogli. I parametri da utilizzare per definire la classificazione dell’azienda sono definiti con provvedimento della Giunta regionale con riferimento a specifiche indicate all’art. 4 del regolamento attuativo. Il marchio di riconoscimento dell’azienda e i corrispettivi quadrifogli devono essere apposti all’ingresso della struttura. Pasti e bevande: è prevista la possibilità, per agriturismi associati in consorzi o cooperative, di utilizzare per la preparazione dei pasti prodotti dei soci, se prodotti nelle aziende associate. È obbligo di mettere a disposizione dei clienti informazioni riguardanti la provenienza dei prodotti offerti secondo le modalità specificate nell’art.10 comma 5 del regolamento attuativo. Il numero massimo dei pasti offerti stabilito dal certificato e dalla legge regionale può essere derogato per un massimo di 15 giorni o 15 eventi programmati, previa comunicazione al Comune di riferimento. 22 SPECIALE AGRICOLTURA Per la preparazione di pasti e bevande semplici e di pronto consumo possono essere utilizzate la cucina dell’imprenditore e zone di cottura poste all’esterno dell’edificio. Lavori edili/restauro: devono essere adibite ad attività agrituristiche strutture pre-esistenti. Gli immobili di particolare pregio storico e artistico sottoposti a vincolo di non modificabilità o gli immobili ubicati in montagna possono subire modifiche previa deroga comunale che garantisca le idonee condizioni igienicosanitarie. Le strutture ricettive ad alloggio o unità abitative indipendenti devono possedere i requisiti previsti per gli alberghi. Le strutture ricettive con camere devono possedere i requisiti previsti per le camere d’albergo. In particolare: Se non sono previsti servizi igienici a uso esclusivo, deve essere previsto un bagno ogni 6 posti letto o frazione di sei superiore a due; Devono essere garantiti: pulizia dei locali e cambio della biancheria a ogni cambio di cliente e almeno una volta a settimana, nonché la fornitura di energia elettrica, acqua calda e fredda e riscaldamento; La dotazione minima delle camere è di: un letto, una sedia e un comodino per persona, un armadio e un cestino rifiuti; È possibile ospitare max 12 persone nella stessa stanza, rispettando i requisiti previsti per le case per ferie e con i limiti igienici previsti; 23 SPECIALE AGRICOLTURA I servizi sanitari e i servizi lavanderia non possono essere realizzati in strutture precarie mobili; Per la tipologia di agriturismi in forma familiare i requisiti richiesti devono essere quelli relativi agli alloggi di civile abitazione. Nell’agriturismo è possibile edificare nuove strutture dedicate all’adeguamento tecnico per la realizzazione di servizi igienici, dei volumi tecnici e di piccoli impianti sportivi polifunzionali ricreativi, a condizione che le stesse siano comprovate da motivate criticità strutturali e siano ben mitigate nel contesto rurale. Possono essere realizzati impianti sportivi se ben inseriti nel contesto rurale. Lo stesso vale per la costruzione di una piscina. Accesso a persone diversamente abili: Negli agriturismi in forma familiare devono essere accessibili alle persone diversamente abili almeno una camera o un appartamento o una unità di soggiorno e un bagno; I locali destinati alla somministrazione dei pasti negli agriturismi in forma aziendale devono essere accessibili alle persone diversamente abili e devono essere dotate di almeno un servizio igienico accessibile. L’autorizzazione ad esercitare l’agriturismo è riservata ai lavoratori autonomi dell’agricoltura che a qualunque titolo e forma esercitano attività di impresa: ciò vale per tutti gli imprenditori agricoli (di cui all’art.2135 del Codice Civile), senza distinzione tra imprenditori 24 SPECIALE AGRICOLTURA a titolo principale o a titolo parziale, per tutti i familiari (di cui all’art. 230-bis del Codice Civile), purché siano partecipi dell’impresa agricola a conduzione familiare, ad ogni forma di imprenditoria agricola associata. Dal punto di vista degli investimenti per le forme di ospitalità esiste un’estrema varietà di situazioni: l’affitto di appartamenti l’affitto di camere (con almeno prima colazione) ristorante rurale nel quale gli ingredienti dei pasti offerti devono provenire prevalentemente dalla stessa azienda agricampeggio N. B: l’opportunità è riservata alle azienda agricole con superficie complessiva maggiore di 5 ettari, (2 ettari nelle zone svantaggiate e montane identificate dalla direttiva CEE n. 268/75) Si ricorda che nell’esercizio della ospitalità agrituritica, negli alloggi si applicano le norme igienico sanitarie previste dalla legge quadro sul turismo (n.217 del 17 maggio 1983) che stabilisce i requisiti minimi in un servizio igienico ogni 10 posti letto, un lavabo con acqua 25 SPECIALE AGRICOLTURA corrente calda e fredda per ogni camera, un locale ad uso comune e impianti tecnologici e numero di addetti adeguati e qualificati al funzionamento della struttura. Le legge consente che l’organizzazione di attività ricreative sia offerta dallo stesso imprenditore agricolo nel quadro della diversificazione del suo lavoro. Anche per queste attività vale il principio della connessione e complementarietà con l’agricoltura, se sono esercitate in forma imprenditoriale con rilevanza economica, quali il maneggio, la pesca sportiva, i corsi di formazione o specializzazione nelle tecniche di produzione, conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli ecc. Alcune di queste attività richiedono il rispetto di apposite norme di sicurezza e la concessione di autorizzazioni igienico sanitarie. La ristorazione nell’agriturismo è legata alla prevalente utilizzazione di prodotti propri e della zona. La produzione, la preparazione, il confezionamento e la somministrazione di alimenti e bevande sono soggetti alle disposizioni di cui alla legge n.283 del 30/4/1962 e successive modifiche ed integrazioni. Le norme in questione subordinano tali attività all’autorizzazione sanitaria e dettano le condizioni di esercizio e i requisiti igienico – sanitari dei locali e delle attrezzature. Le condizioni favorevoli dell’agriturismo sono: allo sviluppo 26 SPECIALE AGRICOLTURA Contesto territoriale: prossimità di fiumi, laghi, boschi praticabili, mare, alta montagna, parchi e riserve naturali, prossimità di poli di attrazioni turistica con presenze articolate in almeno 90 giorni all’anno; utile la sopravvivenza di fiere e sagre tradizionali e la conservazione di antichi attrezzi e di testimonianze storiche locali, la persistenza delle lavorazioni artigianali tipiche della zona, con particolare riferimento a quelle alimentari. Infrastrutture e servizi: indispensabili luce, acqua e telefono; importante la vicinanza di abitati con servizi commerciali e sanitari di base e le comunicazioni con i trasporti pubblici; necessaria una buona viabilità secondaria; utile la presenza di sentieri tracciati per escursionismo. Conduzione aziende agricole: qualsiasi, purché l’imprenditore risieda prevalentemente sul posto o disponga sul posto di collaboratori con ampia autonomia organizzativa. Per fruire delle facilitazioni previste dalla legge quadro sull’agriturismo si deve possedere la qualifica di imprenditore agricolo. Gli immobili che possono essere utilizzati nelle attività agrituristiche sono: - i locali siti nell’abitazione dell’imprenditore agricolo ubicata nel fondo; - i locali siti nell’abitazione dell’imprenditore agricolo ubicata nei centri abitati, individuati per mezzo del Piano di indirizzo di cui alla legge regionale sull’agriturismo, qualora l’imprenditore agricolo svolga la propria attività 27 SPECIALE AGRICOLTURA in un fondo privo di fabbricati sito nel medesimo Comune o in un Comune limitrofo; - gli altri edifici o parti di essi, esistenti sul fondo e non più necessari alla condizione dello stesso; - i volumi derivanti da interventi di ristrutturazione urbanistica o da trasferimenti di volumetrie. Gli edifici utilizzati per attività agrituristica mantengono la loro destinazione d’uso a fini agricoli. Il restauro e l’utilizzazione degli immobili deve avvenire nel rispetto dei materiali costruttivi tipici, delle tipologie, degli elementi architettonici e decorativi caratteristici dei luoghi, con l’esclusione di tipologie riferibili a monolocali. La realizzazione di opere ed impianti di pertinenza ai fabbricati ad uso agrituristico nonché delle aree per la sosta degli ospiti campeggiatori, dovrà avvenire nel corretto rispetto di un loro inserimento nel paesaggio circostante, con particolare cura per la sistemazione e gli arredi esterni, e garantendo un efficace sistema di smaltimento dei rifiuti e di dotazione idrica. 28 SPECIALE AGRICOLTURA L’AGRI-DIDATTICA Da qualche anno in campagna si può assistere a un fenomeno particolare: alla consueta operosità contadina si aggiungono la vivacità e la curiosità di bambini e ragazzi, intenti ad esplorare un mondo a loro sconosciuto. Secondo un recente censimento, in Italia circa 900 aziende agricole (ma il numero sta rapidamente crescendo) hanno aperto le porte alle scuole e a chiunque si voglia avvicinare al mondo rurale, affiancando agli usuali processi produttivi la funzione di centri culturali e di formazione. Le aziende agricole propongono a insegnanti e studenti itinerari alla scoperta dell’agricoltura e delle tradizioni culturali, storiche, ambientali, gastronomiche, con un approccio originale e concreto all’alimentazione. Nascono così le fattorie didattiche. Le motivazioni che hanno spinto gli agricoltori ad intraprendere questo tipo di iniziative sono sia di carattere economico sia di carattere sociale: da un lato c'è la necessità di promuovere le produzioni aziendali e di trovare forme di reddito supplementari (alle classi è richiesto un contributo per la visita e per il servizio di guida), dall'altro si sente il bisogno di colmare la profonda frattura culturale ed emotiva che si è venuta a creare tra i cittadini e la realtà rurale. Le proposte educative sono molteplici: in azienda i ragazzi entrano in contatto con le diverse filiere produttive (il latte, la carne, i cereali), possono vedere gli animali domestici, 29 SPECIALE AGRICOLTURA imparano a riconoscere le piante ed i fiori, comprendono che nel terreno c’è vita, diventano testimoni di tradizioni che stanno ormai scomparendo. Negli spazi meglio organizzati è proposto un modello educativo attivo, legato all'arte del fare: sono gli studenti che trasformano il latte in formaggio, il mosto in vino, la farina in pane. Spesso la visita alla fattoria didattica rientra in un percorso pedagogico, proposto alle scuole da parte di Enti pubblici, associazioni o cooperative, che prevede incontri in classe preparatori all'uscita. La didattica in agricoltura negli altri Paesi europei è variamente diffusa: si passa dalle 1400 fattorie didattiche in Francia, suddivise in 77 reti locali o Nazionali, alle 300 in Spagna. Anche le forme con le quali essa viene proposta sono diverse: si va dalle city farm, riproduzioni di aziende agricole in area urbana dove gli aspetti legati alla fornitura di servizi (organizzazione di corsi, visite, laboratori, etc.) sono molto più importanti rispetto a quelli produttivi, alle fattorie di animazione, a quelle di scoperta, storiche, didattiche. Nel 1990 le varie federazioni e gruppi nazionali si sono riuniti sotto una rete europea, la E.F.C.F. European Federation of City Farm. In Italia l’offerta delle fattorie didattiche tende a strutturarsi per reti locali. Il raggiungimento degli obiettivi della strategia di conservazione ecoregionale legati alla gestione del territorio rurale possono essere 30 SPECIALE AGRICOLTURA raggiunti solo attraverso una convinta partecipazione del mondo agricolo (imprenditori, associazioni di categorie, ecc.) supportato sinergicamente da altri soggetti quali le Associazioni Ambientaliste, Enti Pubblici, ecc. La soluzione è la multifunzionalità: definita come diversificazione delle funzioni svolte dall’imprenditore agricolo: produttiva, ambientale, paesaggistica, ricreativa, educativa, culturale, ecc.). Si ritiene che l’azienda agricola multifunzionale sia una via preferenziale per promuovere e realizzare pratiche di lavoro basate sulla tutela e la valorizzazione dell’ambiente, definendo e realizzando nuovi servizi , focalizzati su azioni nel settore della tutela e della fruizione dell’ ambiente e valorizzando il ruolo dell’aziende agricole multifunzionali nel mercato del turismo di qualità e dei servizi pubblici. Promuovere la multifunzionalità nel PSN e nei PSR: un’altra opportunità per promuovere la multifunzionalità delle aziende agricole è offerta dalle misure previste dai prossimi Programmi di Sviluppo Rurale operativi nel periodo 2007 – 2013. In particolare le misure dell’Asse II” Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale? e quelle dell’Asse 3 “Qualità 31 SPECIALE AGRICOLTURA della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” prevedono azioni ed interventi per la promozione della conservazione della biodiversità, recupero, tutela e valorizzazione del paesaggio rurale, formazione e divulgazione, didattica e ricettività rurale. La maggior parte dei PSR hanno previsto azioni di riferimento per la tutela della biodiversità, la riqualificazione ecologica ed il turismo rurale/naturalistico, con priorità per le aziende agricole ricadenti all’interno di aree. Un aspetto di fondamentale importanza per la promozione della multifunzionalità è la diffusione su scala territoriale delle pratiche connesse all’erogazione delle funzioni dell’agricoltura nelle singole unità produttive. Tale considerazione è particolarmente evidente per alcune funzioni ambientali, come la valorizzazione del paesaggio, la tutela della biodiversità e il mantenimento dell’equilibrio idrogeologico, dove l’azione di una singola impresa non raggiunge un impatto significativo. Essa è comunque valida anche per funzioni di carattere socio-economico, dove la diffusione su larga scala delle iniziative consente di amplificare i vantaggi che si avrebbero per iniziative a carattere individuale. D’altra parte, il rafforzamento della dimensione territoriale implicherebbe anche il riconoscimento di un soggetto capofila del programma integrato (individuabile, per esempio, nelle associazioni di produttori o nelle cooperative) al quale 32 SPECIALE AGRICOLTURA indirizzare il sostegno che, altrimenti, continuerebbe a seguire una logica basata sulla negoziazione a livello individuale con il singolo imprenditore. Va da sé, che la pubblica amministrazione abbia comunque più dimestichezza nel gestire una politica diretta alle singole imprese, piuttosto che promuovere progetti di carattere territoriale. In questo contesto, il rafforzamento di un approccio territoriale richiederebbe una notevole attenzione alla formazione di figure professionali in grado di coordinare progetti di carattere territoriale e di integrare i diversi strumenti disponibili a livello delle politiche per lo sviluppo rurale. Un altro aspetto essenziale per la promozione della multifunzionalità è dato dalla caratterizzazione del territorio sulla base della diversa attitudine dell’agricoltura a realizzare la produzione dei servizi di tipo ambientale e sociale. Per il raggiungimento dell’obiettivo di massima valorizzazione della multifunzionalità agricola è infatti indispensabile disporre di strumenti di selezione in grado di distinguere le diverse agricolture, in modo da poter indirizzare il sostegno sulla base delle caratteristiche territoriali. In questa prospettiva, la zonizzazione del territorio, al fine di definire contesti relativamente omogenei in termini di “valore” delle singole produzioni non di mercato, è un aspetto fondamentale per la corretta messa a punto degli strumenti di politica agraria in relazione alla multifunzionalità. Allo stesso modo, il sostegno all’imboschimento dei terreni agricoli è 33 SPECIALE AGRICOLTURA indirizzato prioritariamente ad aree caratterizzate da bassa copertura boschiva o che superano una determinata pendenza. Sempre in relazione all’importanza di orientare il sostegno alla multifunzionalità rispetto alle caratteristiche territoriali, attraverso il riconoscimento di una certa discrezionalità ai soggetti locali nella realizzazione delle misure del PSR, essa favorisce l’attivazione di percorsi mirati rispetto alle specifiche attitudini del territorio. Si deve riconoscere alla diversificazione aziendale un ruolo strategico nel processo di valorizzazione commerciale delle funzioni non tradizionalmente di mercato dell’agricoltura. Tale importanza viene sostenuta nell’ambito degli obiettivi della misura 311 in cui si afferma che è proprio attraverso la differenziazione che si può “esaltare il ruolo multifunzionale delle aziende agricole, creando nuove opportunità di reddito e di occupazione”. Il rilievo che deve essere attribuito alla diversificazione viene confermato dallo stesso ammontare di risorse destinate al sostegno di questa attività, da considerarsi elevato sia in termini assoluti, sia in relazione agli stanziamenti delle altre regioni italiane. Gli agriturismi, oltre a fornire una importante integrazione al reddito degli agricoltori, favoriscono la valorizzazione dei prodotti agricoli, attraverso la loro associazione all’immagine dei luoghi e del territorio che i visitatori si trovano ad apprezzare durante il soggiorno in azienda. 34 SPECIALE AGRICOLTURA L’AGRINIDO Un agrinido è quindi un asilo realizzato in un azienda agricola. Il 78% dei genitori pensa che il proprio figlio dovrebbe stare a contatto con la natura e oltre 3 su 4 di loro, sognano di farlo crescere in un agrinido: un ambiente semplice, familiare e naturale. L'idea nasce dalla carenza dei servizi di asili pubblici. Donne e mamme imprenditrici, che lavorano in aziende agricole, hanno pensato di trasformare questi posti in asili nido immersi nella natura. Gli agrinidi sono in rapida diffusione. Tutti questi sono spazi a contatto con la natura e gli animali, fruibili dai bambini. Ambienti educativi meno formalizzati ma liberi e spontanei, che hanno il vantaggio di far crescere i bimbi al ritmo naturale delle stagioni e a stretto contatto con la terra e i suoi prodotti. Le classi sono formate da meno bambini rispetto a un asilo nido tradizionale. Sono garantite tutte le cure quotidiane da parte dell'educatore (pranzo, sonno, cambio). La vera differenza sta nel tempo trascorso all'aria aperta ed a contatto con la natura, una sorta di "palestra verde" dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i loro ritmi e i principi di un'alimentazione sana. 35 SPECIALE AGRICOLTURA Se il metodo migliore per acquisire conoscenze teoriche è quello di fare esperienze pratiche, l'agrinido si avvantaggia del legame con il mondo rurale, un mondo organizzato sull'arte del fare e sull'uso delle mani. La possibilità di accedere ai servizi degli agrinido è prevista anche per tempi più brevi rispetto alla frequenza scolastica, grazie al fatto che alcune strutture si sono organizzate per ospitare feste di compleanno nella natura o servizi di baby parking, per bambini che vanno dai 13 mesi ai 6 anni di età, per un tempo massimo di permanenza che non può essere superiore alle sei ore giornaliere. Il metodo educativo in un agrinido prevede l'avvicinamento dei bambini a un ambiente agricolo, in forma innovativa e alternativa rispetto all`offerta educativa di un asilo nido tradizionale, con i piccoli ospiti che interagiscono quotidianamente con la natura. Le esperienze che possono offrire gli agriasilo sono molteplici, dal teatro nella natura fino all'agriludoteca, un posto magico dove sono realizzati giochi di fantasia con il solo uso di prodotti naturali. Oltre al classico metodo educativo degli asili nido, in un agrinido vengono integrate altre attività: laboratori di riciclo creativo, preparazione del pane e della pasta, l'orto, lezioni sulla filiera del farro, aromaterapia e fitoterapia. Altra componente portante del metodo 36 SPECIALE AGRICOLTURA educativo degli agrinido è l'applicazione della pet therapy e l'attivazione dell'orto sensoriale e didattico per insegnare il senso del tempo, della pazienza e la capacità di ascolto della natura. Prima di avventurarsi nell’apertura e nella gestione di un agrinido o unagriasilo è bene effettuare un’approfondita indagine di mercato, studiando il contesto territoriale in cui si desidera avviare la propria attività. In questo modo è possibile raccogliere dati utili per un potenziale riscontro sulla riuscita dell’attività, impostando al meglio un proprio piano d’affari integrato con la normale attività agricola svolta già all’interno dell’azienda. servizi educativi per l’infanzia, per valutare la corrispondenza della bozza di idea imprenditoriale con i parametri richiesti. Occorrerà quindi verificare che i locali dell’azienda, pensati per ospitare l’agrinido o l’agriasilo, siano idonei in termini di struttura, di sicurezza e di igiene. Altrettanto importante sarà la valutazione degli spazi aperti intorno ai locali, che avverrà utilizzando gli stessi parametri già adottati per i locali chiusi. Andrà inoltre considerata anche la quantità e qualità di personale necessario per poter svolgere in maniera corretta tale attività, in modo da costituire un’equipe professionale il più possibile idonea e valida. Successivamente è opportuno individuare la normativa giuridica regionale, riguardante i 37 SPECIALE AGRICOLTURA Nel caso degli agrinido, in particolare, gli standard qualitativi minimi da rispettare riguarderanno: i criteri sull’età minima e massima dei piccoli ospiti; gli orari di entrata e uscita; la ricettività delle strutture; i requisiti degli assistenti e degli educatori, il loro numero in rapporto a quello dei bambini, l’esistenza di un coordinatore; l’approvazione delle tabelle dietetiche ( ovvero i menù della mensa) da parte dell’ASL; il rispetto delle norme vigenti in materia di architettura, urbanistica, sicurezza dei locali e degli impianti; la definizione di un progetto pedagogico, sottoposto alla supervisione di un coordinatore; percorsi di formazione permanente per gli educatori; assicurazione per bambini e assistenti. 38 SPECIALE AGRICOLTURA COME EDUCARE I BAMBINI 6 anni. Pedagogia naturale. Una inversione di tendenza sta interessando le attività ludico- Bambini che giocano con materiali naturali e costruiscono da sé i propri strumenti, piccoli chef in erba che preparano la merenda al nido con i prodotti appena raccolti nell’orto, laboratori di erbe aromatiche e di utilizzo delle farine. Ognuno ha nel proprio armadietto non solo colori e quaderni, ma anche zappa, galosche e rastello per coltivare l’orto. Queste solo alcune delle proposte didattiche dei servizi educativi infantili destinati ai bimbi da 3 mesi a didattiche che riguardano la prima infanzia. I banchi di scuola si spostano all’aperto, nell’orto, in spazi appositi dove i bambini possono seminare, curare, raccogliere e poi mangiare gli alimenti che hanno autoprodotto. Pomodori, zucchine e piselli: tutti assaggiano con gusto e curiosità, orgogliosi di aver fatto crescere le piantine, di aver estirpato le erbe infestanti, di aver messo un lombrico nella terra o visto una coccinella posarsi nell’orto. 39 SPECIALE AGRICOLTURA In classe poi le maestre insegnano ai piccoli dimensioni, stoffe e cartelloni colorati, angoli a distinguere le piante, ad utilizzare le spezie morbidi dove rilassarsi e angoli di “vita pratica” nella maniera corretta: annusano il profumo del dove sperimentare le azioni degli adulti. Tanti basilico fresco, preparano la pizza per la giochi di legno e bambole di stoffa. I merenda l’origano pannolini che utilizzano sono biodegradabili e farine vengono accolti anche quelli lavabili. Passano e la oppure impastano condiscono con ciambelloni con integrali e zucchero di canna. tanto tempo nell’orto e ad osservare le stagioni che cambiano, le rondini che vanno e vengono e I bambini da 3 mesi a 3 anni vengono gli animali che razzolano negli spazi riservati. I incoraggiati mondo bambini da 3 a 6 anni sperimentano la semina, attraverso materiali poveri e non strutturati: la cura e la raccolta dei prodotti ortofrutticoli, giocano con carte e cartoni di tutte le forme e sanno a scoprire il tutto sugli animali che popolano 40 SPECIALE AGRICOLTURA l’agriscuola, danno loro da mangiare e beneficiano del loro contatto diretto seguiti da personale esperto. Preparano conserve con la frutta fresca e sono in grado di elencare i benefici dei fiori e delle piante. In classe seguono una programmazione didattica basata sul saper fare e saper essere e non solo sul sapere nozionistico. Agrinido e agriasilo indicano le strutture per la prima infanzia che si trovano all'interno degli agriturismi, delle fattorie didattiche e delle aziende agricole. L'agrinido, come un normale asilo nido, accoglie i bambini fino ai tre anni di età, mentre l'agriasilo è dedicato ai bambini più grandi, dai 3 ai 6 anni. In rapida diffusione su tutto il territorio nazionale, si contano già più di cento agrinido concentrati in particolar modo in Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli. Ma cosa si fa in un agrinido? In un agrinido i bambini giocano e imparano allo stesso tempo, vivendo però al ritmo della giornata di campagna e osservando da vicino il lavoro che si svolge in una fattoria. I primi progetti sono nati dalla mancanza di servizi di asilo nido pubblici. Queste iniziative offrono un ambiente didattico informale, dove sono esaltate la libertà e la spontaneità dei bambini, e hanno il grande vantaggio di far crescere i bimbi a stretto contatto con la natura. In un agrinido le classi sono formate da un numero limitato di bambini rispetto a un asilo nido 41 SPECIALE AGRICOLTURA tradizionale, da cui si differenza principalmente per il tempo trascorso all`aria aperta e con gli animali svolgendo sia attività pratiche (laboratori di riciclo, preparazione del pane, orto…) che cognitive. Gli asili in fattoria rappresentano una naturale evoluzione della fattoria didattica e diffondono ai bambini una cultura di attenzione alla qualità della vita e alla sostenibilità ambientale. Non vanno poi dimenticati i vantaggi per quanto riguarda la qualità degli alimenti offerti dall'agrinido, tutti rigorosamente provenienti da agricoltura biologica e prodotti all'interno dell'agriturismo/fattoria/azienda agricola. Tutta salute, verrebbe da dire, ed è proprio vero: gli studi confermano che i bambini che frequentano gli agrinido crescono più sereni, più sani e più forti, essendo non solo meno soggetti ad infezioni alle vie respiratorie (raffreddore, tosse e mal di gola), ma anche meno predisposti a problemi comportamentali come l'iperattività o le sindromi da deficit di attenzione. L'agriasilo è una nuova formula imprenditoriale per coniugare economia, educazione e riscoperta della natura. Si tratta infatti di offrire servizi educativi per l'infanzia in un'azienda agricola. Quindi, per agriasilo si intende una struttura di accoglienza realizzata all’interno di una azienda agricola per bambini dai tre ai sei anni, a differenza dell’agrinido che coinvolge invece piccoli fino a tre anni di età. Si tratta spesso di classi di dimensioni contenute, alle quali 42 SPECIALE AGRICOLTURA vengono garantite tutte le appropriate cure quotidiane (pranzo, sonno, cambi) ma con più tempo all’aria aperta, a contatto con la natura, in una sorta di “palestra verde” dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i ritmi della natura e i principi di una alimentazione sana. Le opportunità didattiche degli agriasilo variano ovviamente in funzione dell’attività produttiva svolta dall’azienda in cui ci si trova. L’iniziativa è vincente per tutti i soggetti chiamati in causa: l’imprenditore agricolo trova nuove occasioni di reddito nella gestione dell’asilo (ma anche nel potenziale indotto derivante dalla vendita dei prodotti dell’azienda); i bambini hanno accesso ad un progetto educativo specificamente studiato per favorirne l’interazione con l’ambiente naturale, i ritmi e i valori del mondo rurale; le famiglie risolvono i problemi legati alla carenza delle strutture esistenti, alla necessità di offrire ai propri figli un’alimentazione sana, nonché al basso livello di soddisfazione che una famiglia su due dichiara nei confronti dell’offerta attuale di nidi o scuole materne. I fattori di successo sono identificabili: 1) nella localizzazione dell’attività in aree in cui l’offerta di servizi per l’infanzia, da parte di strutture pubbliche e private, è carente e insufficiente; 2) nella capacità di offrire un servizio innovativo e di qualità rispetto alla concorrenza. 43 SPECIALE AGRICOLTURA L’agriasilo è una forma di diversificazione dell’attività agricola. E’ necessario pertanto che sia attivato nell’ambito di una azienda agricola, già avviata o da avviare. Dal punto di vista legislativo, alcune regioni hanno già provveduto ad emanare norme specifiche per tale tipo di attività, nelle altre occorre far riferimento alla normativa vigente per i servizi all’infanzia. In ogni caso, come ha stabilito il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’autorizzazione può essere rilasciata da Comuni, Regioni o altri organismi tecnici. Oltre all’orto con le sue attività di semina e raccolto, a disposizione dei bambini ci sarà un ampio parco in cui poter giocare in serenità. Verranno allestiti i classici giochi per bambini come scivoli, altalene dondoli oltre ad una sabbiera. Passare del tempo all’aperto è importante per i piccoli poiché, quando escono dal nido, soprattutto durante l’inverno quando fa buio presto, non hanno la possibilità di giocare all’aria aperta. Osservare il cambiamento delle stagioni attraverso le attività in giardino, raccogliere le foglie che cadono in autunno o i fiorellini che crescono in primavera, farà parte della loro quotidianità e cresceranno con la consapevolezza del rispetto della natura. I benefici della pet therapy, intesa non solo come cura per i disturbi veri e propri, ma come consapevolezza negli animali quali esseri viventi con sentimenti, per poterne 44 SPECIALE AGRICOLTURA godere della vicinanza, del calore e della loro conoscenza. Piccoli animali da cortile vengono introdotti in appositi spazi studiati per far fronte alle loro necessità: oche, paperelle, galline e coniglietti avranno parte integrante nella vita della comunità dell’agrinido. Poter vedere gli animali, capire dove vivono, cosa mangiano, le loro abitudini, insegnerà ai bambini il rispetto di tutti gli animali. All’interno dell’agrinido si prediligono giocattoli in materiali naturali. Ci si avvale di giochi precostituiti (solo quelli adatti al gioco simbolico come cucine di legno etc) ma, la maggior parte dei giocattoli viene autoprodotta dai bambini insieme alle insegnanti. Tutti gli oggetti vengono arredati, gli ambienti sono composti di materiali naturali quali il legno, la gomma, il cotone. Attraverso la sperimentazione e la manipolazione degli oggetti di origine naturale i bambini possono sperimentare sensazioni tattili particolari che non potrebbero essere apprese con i classici giochi “luce-suono-colore”. I bimbi quindi imparano a fare di una scatola di cartone un’astronave, di una ciotolina di acciaio un piattino per la bambola, e vengono stimolati alla creazione di giocattoli e all’utilizzo della fantasia. 45 SPECIALE AGRICOLTURA LE FATTORIE DIDATTICHE Fattoria didattica è una definizione usata per descrivere delle aziende agricole o agrituristiche nelle quali viene svolta attività di accoglienza ed educazione di gruppi scolastici e nelle quali viene offerta l'opportunità di conoscere le attività dell'azienda. La qualifica di Fattoria Didattica viene assegnata solitamente dall'amministrazione regionale sulla base dell'accettazione da parte dell'azienda agricola di alcuni standard definiti da una "carta della qualità", in particolare l'azienda deve impegnarsi da un lato al rigoroso rispetto delle normative di sicurezza che comprendono la messa in sicurezza di materiali e sostanze pericolosi, la copertura assicurativa dei visitatori, la presenza di personale addestrato nel primo soccorso, la corretta segnalazione di eventuali aree ad accesso limitato dall'altro lato l'azienda deve presentare una proposta educativo/formativa legata all'effettiva produzione agricola o animale. La Fattoria Didattica rimane quindi principalmente un'azienda agricola nella quale viene anche proposta un'attività educativa "attiva", i piccoli visitatori vengono spesso coinvolti nell'attività di realizzazione di un "prodotto" tipico dell'azienda (produzione di formaggio, partecipazione alla raccolta di prodotti ortofrutticoli, attività legate all'apicoltura ecc). 46 SPECIALE AGRICOLTURA Una visita in una Fattoria Didattica non è una normale "gita in campagna", viene solitamente preceduta da un incontro di preparazione con il personale docente durante il quale viene concordato il programma e la proposta formativa, talvolta vi è anche un incontro propedeutico in classe. All'interno della fattoria i piccoli visitatori vengono accolti da operatori che hanno frequentato appositi corsi abilitanti per l'attività di animazione didattica, durante o dopo il percorso didattico viene di solito lasciato del tempo per il gioco in spazi adatti e delimitati e spesso viene offerta una merenda a base di prodotti dell'azienda agricola. L’obiettivo della fattoria didattica è diffondere la conoscenza sulle attività svolte in fattoria, coinvolgendo gli ospiti (bambini, ragazzi e anche adulti) nella realizzazione di un "prodotto" tipico o in altre attività agricole, come la raccolta di prodotti ortofrutticoli. Le Fattorie didattiche creano contatti fra mondo urbano e rurale. Aprono al pubblico le fattorie attraverso la promozione e l’educazione. Diffondono nelle nuove generazioni e nella società tradizioni e usanze della cultura contadina. Ancor più importante, le fattorie didattiche valorizzano i mestieri e la manualità artigianale con l’esperienza diretta. La valenza educativa del progetto e la possibilità di riqualificare le attività agricole come fonte di reddito complementare e strumento di marketing contribuiscono alla sempre maggiore popolarità dell’iniziativa in Italia e nel mondo. Il Decreto legislativo 228 del 18 maggio 2001, 47 SPECIALE AGRICOLTURA “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo”, indica le attività ricreative e didattiche che mirano a una migliore conoscenza del territorio tra le attività multifunzionali dell’imprenditore agricolo. La modernità, l’urbanizzazione e l’industrializzazione ci hanno resi poco attenti alle attività delle campagne, ai prodotti locali e alle trasformazioni che questi devono subire prima di arrivare al supermercato e poi alla nostra tavola. Le fattorie didattiche rappresentano il luogo ideale in cui osservare di persona la natura e il lavoro agricolo. Con la guida di operatori qualificati, adulti e bambini imparano a conoscere meglio l’ambiente rurale, le piante, gli animali e i prodotti della terra. Si cimentano in attività agricole tipiche e in antichi mestieri. Una visita alla fattoria didattica rappresenta un’occasione per un contatto caldo e diretto con gli animali, le piante, gli spazi aperti, i mestieri degli agricoltori ed il mondo delle tradizioni rurali dense di emozioni, per un viaggio alla scoperta della vita nel mondo contadino. Un valore aggiunto non di poco conto, nella programmazione di un soggiorno in agriturismo. Sono ormai finiti i tempi in cui, complice il boom economico, il progresso tecnologico ed industriale, tanti bambini, nati e cresciuti in città e cittadine, erano convinti che la frutta nascesse sui banchi del supermercato e le uova fossero 48 SPECIALE AGRICOLTURA fabbricate chissà procedimento. secondo quale strano Oggi, mentre gli adulti riscoprono il benessere del contatto con la natura con una permanenza in agriturismo, per i bambini c’è l’opportunità di fare il pane, di vedere gli animali da cortile, o di partecipare, magari, alla raccolta di frutta o verdura. Una fattoria didattica è una vera e propria azienda agricola ed agrituristica che si apre al pubblico ed ospita nelle loro cascine attività didattiche per ragazzi, bambini e scolaresche (dagli asili nido sino alle classi di scuola media). Guidati da veri agricoltori, i più piccoli imparano a conoscere la campagna e ad entrare in contatto con gli animali della fattoria; i più grandi a conoscere i valori della cultura contadina e l’importanza delle tradizioni e delle produzioni tipiche legate al territorio. Le attività svolte all’interno delle fattorie didattiche cambiano in base all’ubicazione della struttura e al susseguirsi delle diverse stagioni e molto spesso è possibile, previo accordo fra struttura e ospiti, concordare diverse tipologie di attività, anche in relazione all’età dei piccoli ospiti. Queste aziende agricole offrono alle scuole la possibilità di approfondire la propria conoscenza sulla salvaguardia delle tradizioni contadine attraverso diverse attività: laboratori nei campi, corsi di educazione ambientale, passeggiate e giochi all’aria 49 SPECIALE AGRICOLTURA aperta, il tutto rispettando la natura e l’ambiente circostante. Non solo per bambini: anche per i più grandi, le fattorie didattiche sono i luoghi sono ideali per imparare a dare il giusto valore alla semplicità ed alla serenità della vita contadina e a gustare i sapori genuini dei prodotti della terra. Le fattorie didattiche coinvolgono i ragazzi, tramite laboratori, giochi ed esperienze pratiche e li fanno incontrare con gli animali della fattoria, il suolo, le piante coltivate e selvatiche, accrescendo il rispetto dell’ambiente. La storia delle fattorie didattiche comincia all’inizio del ventesimo secolo. Le prime fattorie dove si insegna la vita della campagna a chi vive in città si diffondono ai primi del Novecento, in diverse forme, soprattutto nei paesi scandinavi, in particolare in Norvegia, Danimarca e Svezia. L’idea di creare fattorie per fare attività didattica si propaga, poi, secondo una direttrice Nord-Sud e raggiunge i paesi europei del mar Mediterraneo (e quindi l’Italia) attorno agli anni Settanta. Qui il progetto di un gruppo permanente di fattorie didattiche nasce con Alimos, una società senza fini di lucro composta da agronomi e agrotecnici, che opera dal 1967 nel nostro Paese. Nel 1997 Alimos e diversi imprenditori agricoli nella provincia di Forlì-Cesena hanno costituito Rete delle fattorie didattiche romagnole. L’anno seguente, il 1998, la Regione Emilia-Romagna e le sue nove Province hanno avviato il progetto Fattorie 50 SPECIALE AGRICOLTURA Aperte e Fattorie Didattiche. Un’iniziativa che oggi conta oltre 300 fattorie accreditate, che hanno sottoscritto la Carta della Qualità e hanno personale che ha frequentato corsi di formazione specialistici. Il soggiorno in agriturismo è già, di per sé, un modo di affacciarsi alla vita rurale. Se, poi, gli agriturismi si organizzano in fattorie didattiche, si hanno tante opportunità in più, come, ad esempio, seguire corsi di preparazioni alimentari (conserve, pane, insaccati, formaggi, gastronomia), di osservazione ecologica e educazione ambientale, di produzione agricola (visita all’azienda e illustrazione delle diverse fasi del ciclo produttivo di ciascuna coltivazione, o allevamento). La visita in fattoria è generalmente seguita da una discussione in aula con gli ospiti, da alcune semplici esercitazioni pratiche, utili a far partecipare attivamente i ragazzi al processo di apprendimento, e anche da proiezioni che integrino l’esperienza diretta vissuta in azienda. COME FUNZIONA LA FATTORIA DIDATTICA Avremo così fattorie didattiche che illustrano la produzione del frumento, la sua trasformazione in farina e la preparazione del pane; se i ragazzi restano a pranzo, è offerta loro la possibilità di preparare la pasta lievitata, cuocere il proprio pane e gustarlo a tavola. 51 SPECIALE AGRICOLTURA Altre fattorie didattiche presentano la produzione del latte e del formaggio, facendo visitare la stalla, assistere all’alimentazione e alla mungitura degli animali e, infine, alla preparazione artigianale del formaggio. A questo fine, quanto appreso in azienda può essere completato dalla visita a un vicino caseificio e dalla degustazione del latte e dei prodotti caseari. Allo stesso modo, la fattoria didattica può presentare l’allevamento delle api, con la produzione del miele e della pappa reale, o la coltivazione del frutteto, con la preparazione di succhi di frutta e marmellate; il frantoio e la produzione di olio extravergine di oliva; oppure può organizzare un’escursione per il riconoscimento di alberi, piante officinali, uccelli e altri animali selvatici. Le fattorie didattiche sono delle vere aziende agricole che accolgono scuole e gruppi di interesse e nascono sia dalla necessità di comunicazione diretta fra l'agricoltore e il cittadino, sia di trovare forme di reddito supplementare. Esse rappresentano un momento di collegamento tra città e campagna, per far conoscere, alle giovani generazioni, la vita degli animali, l'origine dei prodotti che consumiamo, stimolare lo spirito critico e la curiosità. L'interesse dello strumento fattoria è che esso offre dei legami con la natura ma anche con le dimensioni sociali, economiche, tecniche, 52 SPECIALE AGRICOLTURA politiche e culturali dell'ambiente. Diverse sono le finalità possibili da raggiungere: 1. valorizzare la relazione città-campagna 2. creare interesse per la scoperta dell'ambiente e dell'attività agricola 3. conoscere piante e animali della fattoria 4. sensibilizzare al rispetto dell'ambiente e al ritmo della natura 5. conoscere l'origine dei prodotti alimentari e il percorso dal campo alla tavola 6. educare al consumo consapevole attraverso la comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi alimentari, dell'ambiente. salvaguardia 7. consolidare l’occupazione nelle aree rurali e creare nuovi posti di lavoro attraverso la diversificazione dell’attività aziendale Il D.D.G. 9 febbraio 2005 definisce le disposizioni per l’accreditamento e le verifiche delle aziende o fattorie didattiche. L’accreditamento viene rilasciato, su proposta della Commissione competente, dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste con decreto a firma del Dirigente del Servizio IV del Dipartimento Interventi Strutturali. Tutte le aziende agricole 53 SPECIALE AGRICOLTURA interessate, per conseguire l’accreditamento, devono risultare conformi a specifici requisiti; in particolare, si è posta l’attenzione sugli aspetti igienico-sanitari, di sicurezza, accessibilità e sulla qualità dell’accoglienza dei visitatori, che devono poter usufruire di proposte didattiche adeguate, preventivamente concordate fra l’imprenditore agricolo e il personale docente delle scuole interessate. Naturalmente uno degli aspetti principali è quello relativo alla prevenzione di eventuali infortuni durante le visite, considerato che i fruitori sono essenzialmente bambini e ragazzi in età scolare, nei cui confronti è necessario garantire condizioni di assoluta sicurezza. A riguardo, i requisiti obbligatori prevedono anche la stipula di una polizza assicurativa a favore dei visitatori. Per il rilascio dell’accreditamento, l’imprenditore agricolo interessato è tenuto a frequentare una specifica azione formativa: i corsi hanno la durata di quaranta ore e sono curati dal Servizio XI del Dipartimento Interventi Infrastrutturali. Con l’attivazione della Misura 331 dell’Asse 3 del PSR, desinata alla ”formazione e informazione”, sarà possibile procedere alla preparazione della figura professionale del “fattore didattico”. E’opportuno precisare che il termine “fattoria didattica” è riservato alle aziende zootecniche, per le quali è previsto anche l’obbligo di detenzione di capi 54 SPECIALE AGRICOLTURA appartenenti ad almeno una razza autoctona, riconosciuta dall’Unione Europea in pericolo di estinzione. E’ facile intuire che l’adeguamento delle strutture e delle attrezzature aziendali agli standard di qualità richiesti dall’Amministrazione, comporta un onere a carico dell’impresa agricola che, in alcuni casi, può assumere dimensioni rilevanti. Per tale motivo è stata attivata l’azione D della misura POR 4.15, nell’ambito degli interventi previsti da Agenda 2000, che ha consentito di abbattere notevolmente i costi in questione. La nuova programmazione, il Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013, nell’ambito dell’Asse 3, Misura 311, azione c prevede la realizzazione di nuove strutture e la qualificazione di quelle già esistenti con lo scopo di realizzare, fra l’altro, attività didattiche. Gli interventi ammissibili ad aiuto consistono essenzialmente nelle nuove realizzazioni e nell’adeguamento di fabbricati o locali aziendali esistenti per finalità didattiche, nonché nell’acquisto di attrezzature specifiche quali supporti visivi e multimediali, cartelloni, mini laboratori da campo, kit didattici etc. Inoltre, possono essere richiesti contributi per gli arredi, l’allestimento di locali e spazi per la degustazione e l’assaggio di prodotti tipici, laboratori del gusto, giardini botanici di essenze 55 SPECIALE AGRICOLTURA tipiche e la realizzazione di minizoo di razze animali autoctone utili per la salvaguardia della biodiversità. In particolare, possono essere effettuati investimenti destinati all’acquisto di attrezzature info-telematiche e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. COSA FA L'OPERATORE DI FATTORIA DIDATTICA È necessario capire, innanzitutto, quali sono gli obblighi e le conoscenze che spettano ad un operatore di fattoria didattica. Oltre alle competenze agricole, il titolare della fattoria deve riuscire ad assumere buone capacità di gestione e di coordinamento e deve saper elaborare in continuo progetti che qualifichino la propria azienda, per assicurarsi un buon margine di vantaggio sulla concorrenza del mercato. Dunque, durante il corso vengono trattati argomenti “lontani dal mondo agricolo”, come la pianificazione aziendale, la gestione d’impresa e le dinamiche tipiche dei mercati di prossimità. E non si può certo trascurare la conoscenza delle normative fiscali ed amministrative e quella delle norme igienicosanitarie e di sicurezza dei prodotti. Il percorso formativo per diventare operatore di fattoria didattica fornisce competenze di tipo progettuale e gestionale per l’accoglienza di visitatori, soprattutto le scolaresche, ed al 56 SPECIALE AGRICOLTURA contempo dedica attenzione agli strumenti per l'analisi conoscitiva del contesto della fattoria stessa, al fine di individuare quali sono i punti forti da valorizzare e quelli deboli da correggere per sviluppare al meglio le piene potenzialità della fattoria. Le fattorie didattiche sono realtà sempre più conosciute (e ricercate) sia per il loro ruolo educativo all'interno di programmi scolastici mirati, sia per i numerosi progetti paralleli che spesso offrono a favore di gruppi più vasti: famiglie, persone socialmente svantaggiate, ma anche anziani e diversamente abili. Molte regioni italiane rilasciano la certificazione di fattoria didattica solo a quelle aziende agricole o agrituristiche che dimostrano di avere al loro interno figure professionali specializzate in questo ambito: gli operatori di fattoria didattica. Per ottenere la qualifica di operatore di fattoria didattica è necessario frequentare appositi corsi organizzati dalle regioni stesse o da altri enti. Per gli imprenditori agricoli, gli operatori agrituristici e in ogni caso per i possessori di lauree attinenti al mondo agricolo, è possibile richiedere il riconoscimento di crediti formativi validi ai fini dell'assolvimento dell'obbligo di frequenza dei corsi. In alternativa si può richiedere la certificazione diretta, percorso da seguire per chi può dimostrare di aver svolto l'attività di animazione didattica in fattorie agricole. 57 SPECIALE AGRICOLTURA Le fattorie didattiche sono regolamentate a livello regionale, perciò a seconda del territorio le disposizioni normative in materia possono cambiare notevolmente, sia per quanto riguarda gli obblighi di legge sia per quanto riguarda le modalità per ottenere il certificato. È necessario capire, innanzitutto, quali sono gli obblighi e le conoscenze che spettano ad un operatore di fattoria didattica. Oltre alle competenze agricole, il titolare della fattoria deve riuscire ad assumere buone capacità di gestione e di coordinamento e deve saper elaborare in continuo progetti che qualifichino la propria azienda, per assicurarsi un buon margine di vantaggio sulla concorrenza del mercato. Dunque, durante il corso vengono trattati argomenti “lontani dal mondo agricolo”, come la pianificazione aziendale, la gestione d’impresa e le dinamiche tipiche dei mercati di prossimità. E non si può certo trascurare la conoscenza delle normative fiscali ed amministrative e quella delle norme igienicosanitarie e di sicurezza dei prodotti. Il percorso formativo per diventare operatore di fattoria didattica fornisce competenze di tipo progettuale e gestionale per l’accoglienza di visitatori, soprattutto le scolaresche, ed al contempo dedica attenzione agli strumenti per l'analisi conoscitiva del contesto della fattoria 58 SPECIALE AGRICOLTURA stessa, al fine di individuare quali sono i punti forti da valorizzare e quelli deboli da correggere per sviluppare al meglio le piene potenzialità della fattoria. Le fattorie didattiche sono un importante strumento di valorizzazione dell'agricoltura e dei prodotti agroalimentari del territorio. Promuovono la crescita della consapevolezza del ruolo sociale e multifunzionale del mondo rurale e, in una logica di sviluppo integrato, la valorizzazione delle risorse storiche, archeologiche e culturali del territorio. Rappresentano, di fatto, un mezzo efficace di educazione alimentare ed ambientale e uno spazio naturale da utilizzare a scopo didattico. In tale ottica le aziende agricole sono sedi ideali dove organizzare centri di promozione al consumo consapevole dei prodotti agroalimentari, in particolare di quelli tradizionali e tipici della nostra regione che trovano in questi luoghi le loro origini. L’AGRICOLTORE MULTIFUNZIONALE Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti 59 SPECIALE AGRICOLTURA ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”. l codice civile italiano definisce la figura di imprenditore agricolo all'articolo 2135: « È imprenditore agricolo colui che esercita un'attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento di animali e attività connesse. Si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o all'alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura. » Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci salmastre o marine. 60 SPECIALE AGRICOLTURA Il dlgs 228/2001 (legge 57/2001) ha modificato il precedente art. 2135. In passato recitava: «È imprenditore agricolo chi esercita un'attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento del bestiame e attività connesse» specificando poi che «si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o alienazione dei prodotto agricoli, quando rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura.» La distinzione tra attività agricole propriamente dette e attività connesse all'attività agricola è stata mantenuta anche dopo la riforma del 2001. Viene chiarito che si può avere attività agricola anche prescindendo dalle attività di cura e sviluppo di un ciclo biologico o di una sua fase necessaria (animale o vegetale), direttamente legate al fondo, al bosco, alle acque dolci, salmastre o marine. Questo significa che la cura e lo sviluppo del ciclo biologico o di una sua fase necessaria (animale o vegetale) che è l’essenza della attività agricola può essere sganciato dallo sfruttamento del fondo, bosco o dalle acque. Rientrano quindi fra le attività agricole anche l'orticoltura, la floricoltura, l'allevamento di animali in batteria, l’allevamento di cavalli o animali da pelliccia, l'attività cinotecnica, l'acquacoltura. Il termine bestiame del vecchio art. 2135 che è 61 SPECIALE AGRICOLTURA direttamente legato alla terra è stato sostituito con il concetto di animali molto più flessibile e non direttamente legato alla terra. Consideriamo, in primo luogo la portata della precisazione introdotta dal nuovo secondo comma dell'art. 2135; Facendo espresso riferimento al "ciclo biologico" come oggetto dell'attività dell'imprenditore agricolo, relativo a specie "vegetali o animali" si è chiaramente voluto ritenere imprenditore agricolo non solo chi si curava dell'allevamento del bestiame o alla coltivazione tradizionale del fondo, ma anche chi si occupa di acquicoltura, della coltivazione di fiori anche se svolta in serre o vivai; insomma è imprenditore agricolo chiunque nel rispetto della regola fondamentale dell'articolo 2082 c.c. svolga tali attività e questo ( e qui c'è la novità più importante) indipendentemente dei mezzi che usa per svolgerle; di conseguenza sarà pur sempre imprenditore agricolo chi si dedica all'allevamento del pesce, anche se impiega ingenti capitali, come ad es. grosse vasche, capannoni etc. o chi ricorre a estesi vivai per la coltivazione di fiori. È chiaro che considerando come imprenditori agricoli ( e non commerciali) anche tali soggetti si è voluta favorire l'agricoltura e la cura delle campagne evitandone (o per lo meno limitando) l'abbandono e lo spopolamento. 62 SPECIALE AGRICOLTURA Approfondendo il concetto di attività connessa, notiamo che la connessione deve essere fondamentalmente di due tipi: 1. connessione soggettiva, poiché le attività connesse devono essere svolte da chi è già imprenditore agricolo; 2. connessione oggettiva, poiché vi deve essere un legame tra l'attività connessa e quella agricola; non si tratta di un legame qualsiasi, ma di un collegamento dove l'attività agricola è pur sempre prevalente rispetto a quella connessa; Questa prevalenza si specifica sia nel senso che quando l'attività è rivolta alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti dell' impresa agricola, debba avere ad oggetto prodotti che prevalentemente siano ottenuti dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali dell'impresa, e sia nel senso che quando si tratti di fornire beni e servizi, sarà necessario utilizzare prevalentemente attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata. Non bisogna quindi commettere l'errore di mettere in rapporto l'attività agricola e quella connessa e vedere quali tra le due sia "prevalente" quasi nel senso di metterle su una 63 SPECIALE AGRICOLTURA bilancia e vedere quale pesa di più, ma bisogna vedere se nella attività connessa vi sia una fetta prevalente di " attività propria dell'imprenditore agricolo" rispetto a quella connessa; se quindi il nostro imprenditore coltiva patate e apre un negozio dove vende in gran parte patate, ma anche l'olio per friggerle, che non produce lui, l'attività sarà oggettivamente connessa, ma se oltre all'olio comincia a vendere anche pomodori, mortadella, birra etc, etc, non prodotti da lui, si sarà spezzata la connessione oggettiva, e il nostro agricoltore sarà diventato (anche) imprenditore commerciale per l'attività connessa. IL PRODOTTO AGRICOLO Per quanto attiene le norme per la commercializzazione dei prodotti agricoli si fa riferimento alle norme generali sulla commercializzazione nonché ad alcune norme specifiche relative al comparto agricolo (Dlgs 228/2001). Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio per il periodo 2007/2013 gli interventi finalizzati a favorire la commercializzazione sono quelli finanziati con la Misura 1.2.1 “ Ammodernamento delle aziende agricole” e la Misura 1.2.3 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”. In particolare la misura 1.2.3. introduce un 64 SPECIALE AGRICOLTURA regime di sostegno per le imprese che operano nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli favorendo, in particolare, lo sviluppo di nuovi prodotti e l’introduzione di tecnologie innovative, in una logica di riduzione degli impatti ambientali. Per trasformazione di un prodotto agricolo si intende: - qualunque trattamento di un prodotto agricolo dell’Allegato I al Trattato, in esito al quale il prodotto rimane comunque un prodotto agricolo dell’Allegato I al Trattato(es. la macellazione di animale da carne). Per commercializzazione di prodotti agricoli si intende: - la detenzione o l’esposizione ai fini della vendita, la messa in vendita, la consegna o qualsiasi altra modalità di immissione sul mercato di un prodotto agricolo dell’Allegato I al Trattato (es. imballaggio, porzionatura e confezionamento). Possono accedere ai benefici previsti le micro, piccole e medie imprese come individuate ai sensi della Raccomandazione della commissione 2003/362/CE, titolari di imprese che operano nel campo della lavorazione,trasformazione e 65 SPECIALE AGRICOLTURA commercializzazione dei prodotti agroalimentari di cui all’allegato I del trattato, con esclusione dei prodotti della pesca, che prevedono una serie di investimenti realizzabili su tutto il territorio regionale coerentemente con le finalità della misura. La misura, inoltre, dovrà contribuire a sostenere l’integrazione dei soggetti operanti nella filiera, aumentando il valore aggiunto delle produzioni locali ed i benefici economici per i produttori di base. Tale misura,infine, si articola in 2 fasi: Azione 1:Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli Azione 2: Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali. La misura 1.2.1 riguarda il sostegno alle imprese agricole,tra l’altro, per la commercializzazione anche in forma diretta al consumo dei propri prodotti. E’ consentita la vendita anche di produzioni in misura minoritaria provenienti da altre aziende agricole. Sono finanziabili locali linee di lavorazione e confezionamento, celle frigorifere, macchine per la movimentazione del prodotto etc, per il conferimento delle 66 SPECIALE AGRICOLTURA richiamate finalità. La misura 1.23. è rivolta a quegli imprenditori, invece, che lavorano e commercializzano prodotti ottenuti in prevalenza da altre aziende agricole. In questo caso non è ammissibile all’aiuto la commercializzazione diretta al consumo dei prodotti agricoli. Pertanto la vendita dei prodotti lavorati e conservati nei locali finanziati nell’ambito di questa misura è consentita verso i commercianti attraverso vari canali. La trasformazione agroalimentare è un processo tecnologico ed economico che crea un valore aggiunto ad un prodotto agricolo consentendone l'utilizzazione in forma e condizioni differenti rispetto a quelle originarie al momento della raccolta. Sotto l'aspetto economico si definiscono tre tipi di trasformazione: Trasformazione fisica: il prodotto agricolo subisce manipolazioni meccaniche, fisiche, chimiche e biochimiche che ne modificano l'aspetto, lo stato fisico, la consistenza, la struttura, la composizione nutritiva, le proprietà chimico- organolettiche, la digeribilità, al fine di migliorarne le caratteristiche intrinseche come bene 67 SPECIALE AGRICOLTURA alimentare o, in caso estremo, renderlo un assume denominazioni specifiche secondo bene alimentare a tutti gli effetti. La la natura del trattamento. trasformazione fisica prende denominazioni Trasformazione nello spazio: il prodotto specifiche secondo la natura e la tipologia agricolo subisce manipolazioni di natura di prodotto sia grezzo, sia trasformato. meccanica e una movimentazione in massa Trasformazione nel prodotto al fine di renderlo commercializzabile in agricolo subisce manipolazioni meccaniche, mercati fisicamente distanti dalle stazioni di fisiche, chimiche e biochimiche che ne raccolta. La trasformazione nello spazio è migliorano la resistenza all'alterazione, in detta genericamente commercializzazione. modo da tempo: permetterne il il consumo dilazionato nel tempo o il trasporto a distanza. La trasformazione nel tempo è detta La distinzione fra le differenti tipologie di trasformazione, in molti casi, è puramente formale in quanto si possono fra loro integrare, come succede, ad esempio, per la genericamente conservazione e 68 SPECIALE AGRICOLTURA trasformazione fisica e la conservazione, oppure per la conservazione e il trasporto, rendendoli talora inscindibili. Ad esempio, i processi di produzione dei latticini (formaggio, yogurt, ecc.) sono al tempo stesso di trasformazione fisica e conservazione a carico del latte. Allo stesso modo, il trasporto comporta, nella generalità dei prodotti deperibili, processi di conservazione più o meno blandi che ne garantiscono la durata fino al momento della vendita. I componenti chimico-nutritivi dei prodotti alimentari grezzi o trasformati sono soggetti a trasformazioni di varia natura: fisica, fisicochimica, chimica, biochimica e microbiologica. Il quadro complessivo è eterogeneo, in relazione alle caratteristiche intrinseche del prodotto, alle condizioni operative, agli intervalli di tempo che intercorrono. Una qualsiasi modifica che rientri in questo quadro è una trasformazione o, per distinguerla dalla trasformazione nel tempo e nello spazio, trasformazione fisica (o trasformazione propriamente detta). Le trasformazioni fisiche spontanee che rientrano negli obiettivi del processo trasformativo sono positive perché costituiscono un risultato desiderato; se invece portano ad esiti imprevisti, se non addirittura dannosi, sono allora dette alterazioni. Le trasformazioni si svolgono spontaneamente, con o senza il controllo dei parametri ambientali ed operativi, oppure artificialmente, creando le condizioni affinché si indirizzino i fenomeni 69 SPECIALE AGRICOLTURA verso il risultato desiderato. Le alterazioni si svolgono sempre spontaneamente; possono essere "fisiologiche", se fanno capo a fenomeni integrati nel ciclo della sostanza organica, oppure essere indotte da particolari condizioni ambientali od operative errate o non ottimali. In ogni caso si interviene per prevenire, arrestare o rallentare lo svolgimento di tali processi quando sono indesiderati. Uno stesso fenomeno o processo può rappresentare, secondo il contesto specifico, una trasformazione o un'alterazione. Questo si può verificare su prodotti diversi o anche sullo stesso prodotto. Basti pensare, ad esempio, alla fermentazione acetica: è un processo di alterazione se il vino è il prodotto finale, una trasformazione voluta se invece il vino è un prodotto intermedio da trasformare in aceto. Nel primo caso si creano le condizioni per prevenire la fermentazione acetica, nel secondo per far sì che si svolga in modo ottimale. Nella maggior parte dei casi le trasformazioni comportano il concorso di più fenomeni e più vie metaboliche, parallele o consecutive, di cui una o più assumono le prerogative di trasformazione principale e le altre quelle di processi complementari secondari. I primi sono alla base della tecnologia che identifica genericamente il prodotto trasformato (es. la fermentazione alcolica nella vinificazione, la coagulazione della caseina nella caseificazione). I processi secondari, invece, rientrano nei fenomeni connessi alla maturazione, fondamentali per il conferimento delle 70 SPECIALE AGRICOLTURA proprietà organolettiche che tipicizzano le varianti del prodotto (bouquet, aroma, consistenza, ecc.). I processi fondamentali sono in generale ben conosciuti nella loro dinamica al punto che in alcune tecnologie si possiede un livello di conoscenza tale da poter guidare la trasformazione con il controllo rigoroso dei parametri ambientali, dello stato fisico e strutturale, della composizione chimica, degli organismi coinvolti, ecc. La maggior parte delle trasformazioni è di natura biochimica, per l'azione di enzimi endogeni o esogeni. Sono endogeni gli enzimi propri dell'organismo da cui deriva l'alimento, sono esogeni quelli prodotti da organismi che vengono a contatto, accidentalmente o meno, con l'alimento. In quest'ultimo caso si parla per lo più di trasformazioni microbiche in quanto i processi enzimatici sono prodotti da batteri,attinomiceti e funghi. Questi ultimi rientrano in genere nelle categorie delle muffe. I principali processi trasformativi a carico dei glucidi sono riconducibili ai seguenti: 1. idrolisi dell'amido e di altri polisaccaridi alimentari; 2. ossidazione completa degli zuccheri (respirazione cellulare) 3. fermentazione. 71 SPECIALE AGRICOLTURA L'idrolisi dell'amido è un processo enzimatico attuato da amilasi endogene, con formazione di disaccaridi (maltosio) e monosaccaridi (glucosio). Si svolge spontaneamente nel corso della maturazione della frutta, oppure è un processo attivato artificialmente per ottenere substrati fermentescibili da prodotti amilacei (cereali, patate) per la produzione di bevande alcoliche. La respirazione è il complesso di reazioni che comprende la glicolisi, la decarbossilazione ossidativa del piruvato, il ciclo di Krebs ed la fosforilazione ossidativa. Comporta l'ossidazione totale degli zuccheri con produzione di anidride carbonica e acqua. È un processo desiderato quando deve condurre ad una moltiplicazione dei microrganismi (fermenti). Si verifica, ad esempio, durante la prima fase della vinificazione (fermentazione tumultuosa) e durante la lievitazione nella panificazione. In generale, però, la respirazione è un processo negativo in quanto riduce le proprietà nutritive ed organolettiche dell'alimento (es. riduzione del tenore zuccherino nella frutta) o le proprietà tecnologiche del prodotto agricolo (es. riduzione della resa in zucchero delle barbabietole). È quasi sempre di natura endogena perché rientra nei processi metabolici fisiologici delle cellule ed è favorita dalle temperature ambientali alte e dall'aerazione. La fermentazione, a differenza della respirazione, è un processo ossidativo incompleto che si svolge in condizioni 72 SPECIALE AGRICOLTURA di anaerobiosi. Le fermentazioni sono generalmente operate da Batteri e Lieviti, genericamente detti fermenti. Le fermentazioni degli zuccheri seguono, almeno in parte, la via metabolica della glicolisi e si differenziano fondamentalmente dalla respirazione nella trasformazione che subisce l'acido piruvico. I più importanti processi fermentativi a carico degli zuccheri sono la fermentazione alcolica, la fermentazione omolattica e la fermentazione eterolattica. L’IMPRESA AGRICOLA nella vita di ogni giovane imprenditore. Si tratta infatti di una scelta che richiede impegno e dedizione, ma soprattutto tanta curiosità e voglia di entrare in una realtà imprenditoriale molto differente dalle altre. Chi decide di intraprendere questo percorso, quindi, oltre a rispettare una serie di adempimenti burocratici, deve conoscere eventuali criticità e disporre delle strategie migliori per trasformare l’idea in un progetto di successo. In particolare, se volessimo sintetizzare l’intero processo in pochi semplici passi, è possibile individuare dieci mosse fondamentali per aprire un’azienda agricola. Decidere di aprire un’azienda agricola rappresenta un passo molto importante 73 SPECIALE AGRICOLTURA 1. Avere un’idea d‘impresa intorno alla quale costruire un progetto di sviluppo. qualità, agroenergie, didattica, ecc. agriturismo, fattoria Ciò vuol dire che ancora prima di cominciare è utile avere le idee ben chiare sulla tipologia di imprenditore che si intende diventare. Che si scelga la strada dell’imprenditore agricolo “tradizionale”, specializzato nella produzione in uno specifico comparto, o quella dell’imprenditore agricolo “multifunzionale e pluriattivo”, si andrà incontro a opportunità e scenari normativi piuttosto differenti. Inoltre, avendo un’idea d’impresa ben precisa, è possibile valutare in maniera preventiva tutte le eventuali leve strategiche da attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, 2. Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. L’intuizione da sola non è sufficiente a decretare il successo di un’attività. Un’idea d’impresa, se pur apparentemente vincente, va sempre accompagnata, prima, dopo o durante l’elaborazione, da un’analisi del mercato e della concorrenza. E’ inoltre altrettanto opportuno valutare componenti esterne all’azienda sul piano: 74 SPECIALE AGRICOLTURA - Istituzionale (normativa di riferimento, esistenza di reti formalizzate come consorzi, cooperative, strade del vino,ecc). - Territoriale (dotazione infrastrutturale materiale e immateriale, disponibilità di servizi alle imprese agricole). Dopo la fase di analisi e l’elaborazione dell’idea d’impresa, comincia la progettazione vera e propria. Una volta definiti gli obiettivi da raggiungere e i risultati attesi, occorrerà individuare le risorse da utilizzare e le strategie da implementare. - Commerciale (canali distributivi locali, caratteristiche della domanda e dell’offerta). - Competitivo: struttura della concorrenza e grado di concentrazione dell’offerta. 3. Trasformazione dell’“idea” in un progetto di sviluppo imprenditoriale. 75