L`AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE

Transcript

L`AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’AGRICOLTURA
MULTIFUNZIONALE
PSR MISURA 111 SOTT. B
1
SPECIALE
AGRICOLTURA
INTRODUZIONE:
La gestione multifunzionale dell’azienda
agricola è ormai considerata un punto di forza
per promuovere una gestione sostenibile del
territorio rurale e vi ha allocato risorse ed
attenzioni per il prossimo quadriennio 20142020. Una delle strade maggiormente seguite
per la riduzione dei costi dei prodotti
agroalimentari sta nell'accorciarne la filiera,
arrivando dove possibile al contatto diretto tra
produttore e consumatore e al cibo a
“chilometri zero”. Questo vuol dire da un lato
sensibilizzare e avvicinare il cliente al luogo di
produzione del cibo che consumerà, dall'altro
indurre il produttore ad arricchire di valore
aggiunto quanto posto in vendita. Il valore
aggiunto può assumere varie forme che vanno
dal confezionamento, alla vendita diretta, alla
creazione di un marchio, alla composizione di
vari elementi in un unico prodotto o servizio. In
questa logica, da più parti si sta incentivando la
creazione di “orti cittadini”, sfruttando terrazzi,
balconi e solai così da dare anche più verde alle
città e favorendo l'uso di produzioni più
“naturali” ad opera degli stessi consumatori
che a loro volta avranno più rispetto ed
assimileranno una nuova sensibilità nei riguardi
2
SPECIALE
AGRICOLTURA
delle produzioni agricole. Nel filone
“sensibilizzazione” si inserisce anche la scuola,
che potrebbe dedicare parte delle proprie gite
scolastiche proprio all'educare le nuove
generazioni verso un maggior rispetto della
natura, non solo facendo “vedere”, ma anche
“facendo”, con un coinvolgimento diretto lungo
percorsi guidati da sviluppare nel tempo a
contatto delle aziende agricole stesse. Un
esempio potrebbe essere il ciclo dalla semina
alla raccolta, un altro dalla coltivazione dell'uva
alla vendemmia, all'imbottigliamento dei vini,
un terzo alla rigenerazione dei rifiuti biologici in
composte fertilizzanti. Un ultimo percorso
potrebbe riguardare il ciclo/riciclo dell'acqua,
con anche il suo sfruttamento per la
produzione di energia. Oltre all'obiettivo
primario di sensibilizzazione, si potrebbe
perseguire l'obiettivo secondario di generare
nuova occupazione nel settore attirandovi
giovani con uno spirito nuovo ed una cultura
tecnologica molto evoluta.
3
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE
Il concetto di multifunzionalità è comparso nelle
politiche internazionali, nel dibattito in seno al
WTO e all’Unione Europea in relazione alla
rimozione delle barriere protezionistiche e delle
politiche di sostegno dei prezzi agricoli, verso la
fine del secolo scorso. La multifunzionalità
dell’agricoltura può essere definita come la
“capacità del settore primario di produrre beni
e servizi secondari, di varia natura,
congiuntamente
e
in
certa
misura
inevitabilmente collegata alla produzione di
prodotti destinati all’alimentazione umana e
animale”. Secondo la definizione della Direzione
Generale Agricoltura della Commissione
Europea, la multifunzionalità riunisce i “ruoli
complementari
che
l'agricoltura
svolge
all'interno della società, in aggiunta al suo ruolo
di produttore di cibo”, tra cui “la fornitura di
beni pubblici, quali la sicurezza alimentare, lo
sviluppo sostenibile, la tutela dell'ambiente, la
vitalità delle zone rurali e il mantenimento di un
equilibrio generale all'interno della società tra i
redditi degli agricoltori e i redditi delle persone
in altre occupazioni”. Oltre alla funzione
principale (produttiva, all’interno della quale si
colloca la produzione di energia, elettrica e
termica, da fonti rinnovabili), l’agricoltura
svolge almeno altre 5 importanti funzioni:
4
SPECIALE
AGRICOLTURA





occupazionale,
sociale,
ambientale,
paesistica,
produzione di servizi
Soffermandosi sulla produzione di servizi, nel
contesto attuale hanno un ruolo di primaria
importanza l’agriturismo e l’agri-didattica.
L’AGRITURISMO
L’integrazione tra l’attività zootecnica e quella
turistica può realizzarsi secondo diverse
modalità. La forma più diretta, che consente agli
imprenditori agricoli di “chiudere” la filiera
agro-zootecnica direttamente in azienda, è
rappresentata dall’erogazione di servizi turistici:
ristorazione, alloggio, ma anche organizzazione
di attività culturali, sportive, didattiche e
ricreative. La possibilità da parte dell’azienda
agricola di fornire questi servizi è prevista da
normative sull’agriturismo di carattere sia
nazionale (legge quadro statale L. 20 febbraio
2006 n. 96) che regionale. Gli obiettivi sociali e
ambientali che si è prefissa la legislazione
agrituristica statale e regionale e la successiva
politica di promozione della diffusione delle
attività agrituristiche possono essere individuati
nei seguenti:
5
SPECIALE
AGRICOLTURA
• integrazione del reddito agricolo;
• valorizzazione e recupero delle tradizioni del
mondo rurale;
• recupero del patrimonio di edilizia rurale;
• freno all’esodo agricolo e allo spopolamento
delle aree rurali marginali.
Per esercitare l’attività agrituristica i titolari
devono essere in possesso dei requisiti legali
che definiscono la figura dell’imprenditore
agricolo, dei suoi familiari e relativi dipendenti.
L’attuale normativa è basata sul principio della
connessione dell’attività turistica rispetto alle
tradizionali attività agricole produttive.
La connessione è garantita dalla prevalenza
delle giornate lavorative (calcolabili con l’ausilio
di apposite tabelle) dedicate all’attività agricola
principale rispetto a quella agrituristica,
dall’utilizzo, anche attraverso opportuna
ristrutturazione edilizia dei fabbricati già
destinati all’attività agricola (non è ammessa
l’edificazione di fabbricati nuovi da destinare
all’attività
agrituristica),
dall’impiego
nell’attività di ristorazione di una quota
significativa di prodotti aziendali (in Lombardia
il prodotto di origine aziendale utilizzato per la
6
SPECIALE
AGRICOLTURA
ristorazione agrituristica deve essere pari ad
almeno il 30% del valore mentre lo stesso
prodotto aziendale unitamente ai prodotti delle
aziende agricole locali deve raggiungere almeno
il 70% del valore totale dei prodotti alimentari e
delle bevande somministrate).
Le attività che possono essere svolte in
agriturismo sono molteplici. Tra le principali
ricordiamo:
 somministrazione cibi e bevande;
 affitto di alloggi indipendenti ricavati
nell’ambito dell’azienda agricola o in
fabbricati di sua pertinenza;
 affitto
di
camere
all’interno
dell’azienda;
 agri-campeggio;
 attività ricreative, culturali, formative;
 attività naturalistiche;
 attività
formative,
didattiche,
pedagogiche;
 attività
salutistiche
(erboristiche,
ginnastica, percorso vita, bagni di
fieno);
 attività sportive (agriturismo ippico,
agriturismo pescatorio, agriturismo
venatorio, noleggio biciclette,tiro con
l’arco, etc.).
7
SPECIALE
AGRICOLTURA
Un Agriturismo è un'Azienda Agricola che opera
nel settore turistico offrendo vitto e alloggio
nella propria azienda.
Questa attività nasce per sostenere il comparto
agricolo e quello dell'allevamento ed è
regolamentata da una specifica Legge Nazionale
che determina le modalità con le quali l'azienda
agricola deve esercitare
l'ospitalità.
I prodotti dovranno essere prevalentemente
coltivati nella tenuta che deve rimanere
l'attività principale dell'azienda.
Negli ultimi quindi ci anni c'è stata una vera
esplosione di attività agrituristiche su tutto il
territorio
nazionale
costituendo
una
percentuale importante nel comparto turistico
ricettivo. Il turista, in particolare quello italiano,
grazie a questa nuova offerta turistica ha
riscoperto la campagna italiana, i prodotti tipici,
le antiche tradizioni, i caratteristici borghi rurali.
Molti agriturismi, poi, hanno seguito un
percorso di specializzazione ed ecco che oggi
possiamo trovare agriturismi con "fattorie
didattiche" dove è possibile ospitare
scolaresche pronte ad apprendere la vita in
fattorie, dall'allevamento alla riproduzione di
animali da cortile, come avviene il raccolto e la
trasformazione in prodotti
tipici.
8
SPECIALE
AGRICOLTURA
Alcuni agriturismi hanno preferito un indirizzo
più di tendenza dedicandosi alla "remise en
forme" creando dei veri e propri centri
benessere. Altri, invece hanno talmente
perfezionato l'antico casolare da renderlo una
dimora di charme a 5 stelle, una serie di servizi
per una clientela particolarmente esigente.
Ognuno ha cercato una propria identità, dal
Piemonte alla Sicilia, dalla Calabria al Veneto.
Indipendentemente dalla tipologia e dalla
categoria, gli Agriturismi hanno dato un impulso
nuovo al turismo italiano, valorizzando le nostre
campagne e i sapori della nostra terra. Dunque
l'agriturismo è una forma di turismo nella quale
il turista è ospitato presso un'azienda agricola.
È praticato, con diverse norme e denominazioni,
in diversi paesi del mondo, soprattutto
in Europa e negli Stati Uniti. In Italia, l'esercizio
dell'attività agrituristica, da parte delle imprese
agricole, è consentito esclusivamente nel
rispetto di specifiche norme che ne regolano la
connessione con l'attività agricola e la
denominazione "agriturismo" è riservata alle
aziende agricole che operano secondo tali
norme. Secondo il Codice Civile (art. 2135),
l'attività agrituristica è considerata attività
agricola. Il termine “agriturismo” è stato coniato
a metà degli anni sessanta. Dopo un periodo di
promozione culturale e politica, l’agriturismo è
entrato per la prima volta nella legislazione
italiana, a livello locale, nel 1973 (provincia
9
SPECIALE
AGRICOLTURA
autonoma di Trento); la prima citazione
dell'agriturismo (alloggi agroturistici) in una
alle Regioni i principi generali di definizione
dell’attività agrituristica;

leggi regionali che indicano alle imprese
criteri e limiti per l’esercizio dell’attività
legge statale risale alla legge-quadro sul turismo
del 1983 (Legge 17 maggio 1983, n. 217). La
prima legge quadro per la disciplina
dell'agriturismo è stata emanata due anni più
tardi (Legge 5 dicembre 1985 n. 730).
Le norme che regolano il settore in Italia sono:

una nuova legge-quadro statale (Legge 20
febbraio 2006,
n.
96),
che
indica
stessa.
Secondo
la Legge 96/2006,
per
attività
agrituristiche si intendono le attività di ricezione
e ospitalità esercitate dagli imprenditori
agricoli, anche nella forma di società di capitali
o di persone, oppure associati fra loro,
attraverso l'utilizzazione della propria azienda in
rapporto di connessione con le attività di
coltivazione
del
fondo,
di silvicoltura e
di allevamento di animali.
10
SPECIALE
AGRICOLTURA
Possono essere addetti allo svolgimento
dell'attività agrituristica l'imprenditore agricolo
e i suoi familiari, nonché i lavoratori dipendenti
a tempo determinato, indeterminato e parziale,
che sono considerati lavoratori agricoli ai fini
della disciplina previdenziale, assicurativa e
fiscale vigente. Il ricorso a soggetti esterni è
consentito esclusivamente per lo svolgimento di
attività e servizi complementari.
Rientrano fra le attività agrituristiche:

dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti
destinati alla sosta di campeggiatori;

somministrare pasti e bevande costituiti
prevalentemente da prodotti propri e da
prodotti di aziende agricole della zona, ivi
compresi i prodotti a carattere alcoolico e
superalcolico, con preferenza per i prodotti
tipici
e
caratterizzati
dai
marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o
compresi nell'elenco nazionale dei prodotti
agroalimentari tradizionali;

organizzare
degustazioni
di
prodotti
aziendali, ivi inclusa la mescita di vini;

organizzare, anche all'esterno dei beni
fondiari nella disponibilità dell'impresa,
attività ricreative, culturali, didattiche, di
pratica sportiva, nonché escursionistiche
11
SPECIALE
AGRICOLTURA
(trekking,mountain
bike, equiturismo),
anche per mezzo di convenzioni con gli enti
locali, finalizzate alla valorizzazione del
territorio e del patrimonio rurale.
L’attività agrituristica può essere realizzata
esclusivamente in edifici rurali preesistenti nelle
aziende agricole e non più utili alla conduzione
del fondo. Sono previsti aiuti finanziari regionali
nel quadro dei Piani di Sviluppo Rurale sostenuti
dall’Unione Europea.
Secondo le più recenti statistiche ISTAT (2010),
in Italia le aziende agrituristiche sono 19.973, di
cui 16.504 offrono alloggio con 206.145 posti
letto, 9.914 ristorazione, 11.421 attività
ricreative, culturali e didattiche. La regione con
l’offerta più rilevante è la Toscana (4.074
aziende) seguita dal Trentino-Alto Adige (3.339)
e dalla Lombardia (1.327). Secondo recenti
stime dell’Agriturist (2012), il fatturato annuo
del settore è di circa 1,17 miliardi di euro.
Inizialmente concepito come una forma di
accoglienza molto semplice, organizzata dagli
agricoltori allestendo sommariamente alloggi in
edifici aziendali resi disponibili dal rapido
ridimensionamento
degli
occupati
in
agricoltura, l’agriturismo si è via via evoluto
offrendo comfort e servizi adeguati alle
esigenze del turismo moderno, pur coerenti con
la connessione all’attività agricola prevista dalla
legge. In aumento anche l’offerta di servizi
didattici con la diffusione delle cosiddette
fattorie didattiche che accolgono studenti per
12
SPECIALE
AGRICOLTURA
far conoscere i diversi aspetti dell’attività
agricola e della preparazione di molti alimenti
(vino, olio, miele, formaggi, salumi, ecc.).
interessati al mondo agricolo, ma la cui attività
è svincolata dalla concreta attività lavorativa nei
campi..
L’offerta di agriturismo è in costante crescita.
Dapprima concentrata in piccole aziende
agricole nelle zone collinari e montane,
interessa oggi anche grandi aziende, pure di
pianura, dando un prezioso sostegno ai redditi
agricoli e contribuendo alla conservazione del
paesaggio attraverso il recupero degli edifici
rurali
abbandonati,
al
consolidamento
dell’occupazione in agricoltura, e alla
valorizzazione dei prodotti tipici del territorio.
L’agriturismo ha inoltre dato impulso allo
sviluppo di altre forme di turismo rurale (piccoli
alberghi di charme, bed and breakfast, case
vacanze) che richiamano clienti ugualmente
Anche la domanda di agriturismo si è
notevolmente modificata negli ultimi anni:
prima interessava una ristretta cerchia di
appassionati di tradizioni e specialità
enogastronomiche, oggi coinvolge larghi strati
popolari motivati dal contatto con la natura, la
buona tavola, la tranquillità, i prezzi
generalmente
contenuti.
Le
aziende,
inizialmente ad apertura prevalentemente
stagionale, attualmente sono per lo più attive
per l’intero arco dell’anno, ospitando per i fine
settimana come per periodi più lunghi durante
le vacanze estive. Crescono gli ospiti stranieri
che si stimano nell’ordine del 27% del totale.
13
SPECIALE
AGRICOLTURA
Il plurale della parola agriturismo è agriturismi,
come indicato dall'Accademia della Crusca.
L’agriturismo è principalmente un’azienda
agricola che fa della produzione e della vendita
dei prodotti agroalimentari la propria attività
principale. Ma soprattutto rappresenta la
tipologia ideale di vacanza per chi ama stare in
contatto con la natura, una piccola realtà che,
come un tempo, cerca di essere autosufficiente.
Nelle serre e nei campi in genere si coltivano
con metodo biologico tutti i tipi di ortaggi,
patate, grano, farro e mais, e la campagna e la
vita all’aria aperta suscitano da sempre
interesse ed attrattiva, soprattutto per chi vive
nelle caotiche città. Spesso in agriturismo ci si
basa sulla cosiddetta permacultura lontanissima
dalla culture delle agricolture intensive, e
basata sul fatto che non si può continuare a
inquinare e soddisfare fame di materie prime al
ritmo attuale, perché queste risorse sono non
rinnovabili.
Ultimamente la richiesta turistica sta
aumentando anche tra i giovani: trascorrere
una vacanza in agriturismo significa riscoprire
per alcuni giorni una vita più semplice, più sana
e genuina, e oltre al contatto con l’agricoltura si
potrà godere la bellezza e calma della natura e
della vita in campagna. E’ un modo speciale per
rigenerarsi soprattutto se l'agriturismo è stato
realizzato
rispettando
rigorosamente
compatibilità
ambientali,
paesaggistiche,
architettoniche e culturali con il luogo e con il
14
SPECIALE
AGRICOLTURA
territorio circostante con i quali si deve fondere
armoniosamente.
Gli agriturismi si contraddistinguono con una
spiga: se l’agriturismo presenta 5 spighe è di
sicuro una struttura di classe e dotata di ogni
genere di
comfort.
L’agriturismo almeno nella sua originaria
formulazione deve essere in ogni caso una
struttura tranquilla, che abbia inoltre specifici
requisiti, come per esempio l'essere ubicato in
una zona rurale, o comunque disporre di
sufficienti ettari di terra da destinare a varie
coltivazioni. Alcuni agriturismi posseggono zone
adibite a sosta dei camper: nel presente ciò che
prevale è il senso di libertà, e in quest'ottica
il turismo itinerante con sosta per i week end in
agriturismo, rappresenta un'ottima
scelta.
Molti agriturismi hanno gli animali e questo è
uno degli aspetti più belli da scoprire: molto
importante è il contributo degli animali per le
produzioni dei prodotti alimentari, per l'aiuto
che danno alla lavorazione dei campi e anche
per la gioia dei più piccini. L'allevamento di
vitelli da carne permette di preparare e gustare
favolose grigliate e piatti tipici; con il letame si
concimano i terreni da coltivare. Spesso in
agriturismo c'è anche l'allevamento di pony,
adatti alla relazione con i bambini che possono
provare così il primo approccio con i cavalli; il
loro pascolare all'interno dell'azienda inoltre fa
si che i prati siano sempre ben rasi.
Sono molto diffusi gli agriturismi con annesso
centro estetico e cure termali. Molte strutture si
15
SPECIALE
AGRICOLTURA
attrezzano, soprattutto in estate, per offrire
soggiorni ai ragazzi, che vengono seguiti nelle
varie attività da personale esperto e si offre la
possibilità di effettuare escursioni, passeggiate
oppure praticare equitazione e golf.
Ovviamente gli agriturismi al mare sono
strutturati diversamente rispetto a quelli che si
trovano per esempio in collina o in montagna.
In montagna come accade in Trentino Alto
Adige si offrono indimenticabili vacanze in
agriturismo nei pressi di piste sempre
perfettamente innevate e moderni impianti di
risalita; in posizione incantevole su una qualche
collina per esempio sopra il lago d'Iseo
l'agriturismo da cui si gode un suggestivo
paesaggio, sarà perfetto per una vacanza in
pieno relax, con un ritmo di vita naturale. Al
mare, come accade in Puglia l'agriturismo è
visto proprio come filosofia di vacanza e di
vita, vicino alle spiagge e a diretto contatto con
la vita e il lavoro dei campi dove magari avviene
una discreta produzione di olio extra vergine
che può essere degustato dagli ospiti, e la vite
viene coltivata e dopo la vendemmia l’uva viene
conferita ad una qualche azienda locale che
produce un buon vino da tavola.
Il ristorante tipico dell’agriturismo è per lo più a
conduzione familiare: scegliere di trascorrere
una
vacanza
in
agriturismo
significa
riappropriarsi di gesti semplici e autentici, come
per esempio mangiare cibo genuino e non
contraffatto, cibarsi dei frutti che la natura offre
16
SPECIALE
AGRICOLTURA
senza il rischio che siano contaminati.
L'agriturismo infatti si basa su un'agricoltura
sostenibile utilizzando tecniche agricole in
grado di rispettare l'ambiente e la
biodiversità,
si basa sulla ultra-moderna
agricoltura biodinamica cioè quella forma di
agricoltura che accresce e mantiene la fertilità
della terra, e produce alimenti che rafforzano il
metabolismo umano; infine si basa sui principi
dell'agricoltura biologica cioè un'agricoltura in
cui non si utilizzano concimi, diserbanti,
anticrittogamici,
insetticidi:
l’obiettivo
ambientale degli agriturismi consiste nel fatto
che l’agriturismo tende a valorizzare l’ambiente
e alla salvaguardia del territorio. Anche
l’obiettivo occupazionale è importante: essendo
un’attività imprenditoriale, mira a conservare
i posti di lavoro esistenti e a crearne di nuovi nel
campo
della
ricettività
turistica
e
dell’agricoltura. Non da ultimo bisogna
considerare
l’obiettivo
economico
dell’agriturismo: questo tipo di azienda tende a
realizzare profitti economici, e a migliorare le
condizioni di vita dell’imprenditore e di chi
lavora con lui; infine, l'agriturismo si propone
anche un obiettivo socio–culturale che consiste
nel garantire la tutela delle tradizioni e lo
sviluppo
dell’eno-gastronomia.
L'agriturismo, in conclusione, è un luogo ove
trovare un ambiente familiare, accoglienza
informale e genuina, cibo buono ed una pace
che altrove è difficile trovare.
17
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’AGRITURISMO IN LOMBARDIA
agrituristici, camere del commercio e altri enti
riconosciuti dalla Regione Lombardia.
In Lombardia l’apertura e la gestione di un
agriturismo sono regolate dalla legge regionale
n. 31 del 5 dicembre 2008. A questa si associa
il regolamento regionale di attuazione 4/2008,
che dà agli operatori gli strumenti pratici per
aprire l’attività agrituristica.
Per avviare l’attività è necessario innanzitutto
essere in possesso di un Certificato di
abilitazione, rilasciato dalla Provincia di
riferimento solo e soltanto a coloro che hanno
frequentato con esito positivo un corso di
formazione e
preparazione
all’esercizio
dell’attività agrituristica (art. 153 legge
regionale 31/2008). I corsi sono organizzati da
provincie, organizzazioni professionali, consorzi
COME DEVE ESSERE STRUTTURATO
IL CORSO DI FORMAZIONE PER
APRIRE UN AGRITURISMO
IN LOMBARDIA?




Il corso è così strutturato:
Durata: 40 ore, organizzate anche in più moduli;
Obbligo di frequenza: almeno il 75% delle ore
previste;
Esonero: possono essere esonerati da moduli
specifici i frequentanti che siano in possesso di
un titolo di studio nelle materie oggetto del
modulo, fermo restando l’obbligo di frequenza;
Materie: metodi e procedure per la
preparazione e somministrazione al pubblico di
18
SPECIALE
AGRICOLTURA
alimenti e bevande, anche con riferimento alla
tradizione enogastronomica locale, norme
regolamentari,
fiscalità
e
contabilità
dell’azienda agrituristica, attività agricola e sua
multifunzionalità, territorio, ambiente, turismo
e marketing territoriale.
Assieme al Certificato di abilitazione,
l’agriturismo dovrà essere in possesso
del Certificato di connessione dell’attività
agrituristica con quella agricola. Questa
certificazione è rilasciata dalla provincia nel cui
territorio si svolge l’attività agricola previa
presentazione di una richiesta che contenga
(secondo l’articolo 5 del regolamento
attuativo):

Specificazione della tipologia e dei servizi
offerti;

Dimostrazione analitica che il volume di lavoro
agricolo è prevalente rispetto a quello
agrituristico;

Specificazione della produzione agroalimentare
che l’azienda può destinare all’attività di
somministrazione di pasti e bevande o di
degustazione;

Specificazione dei fabbricati a disposizione
dell’azienda
da
destinare
all’attività
agrituristica, con identificazione catastale dei
fabbricati,
destinazione
urbanistica
e
rappresentazione grafica;
19
SPECIALE
AGRICOLTURA

Breve
relazione
programmata.
descrittiva
dell’attività
Una volta in possesso del certificato di
abilitazione (che permette l’iscrizione all’elenco
provinciale degli operatori agrituristici) e
del certificato di connessione dell’attività
agrituristica con quella agricola, sarà possibile
presentare la Dichiarazione di Avvio Attività
(DAA) al comune di riferimento.
La DAA contiene la descrizione dettagliata delle
attività proposte, con le indicazioni delle
caratteristiche aziendali, dell’attività e delle
aree adibite a uso agrituristico, della capacità
ricettiva, dei periodi di esercizio dell’attività e
delle
tariffe.
Alla DAA sono allegati:


Il certificato di connessione dell’attività
agrituristica con quella agricola;
Il certificato di iscrizione all’elenco degli
operatori agrituristici;

L’avvio della procedura di registrazione ai sensi
del regolamento CE n.852/2004 del Parlamento
Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004
relativo all’igiene dei prodotti alimentari, e
dell’articolo 5 della legge regionale 2 aprile
2007, n.8 (Disposizione in materia di attività
sanitarie e socio-sanitarie);

L’autocertificazione
relativa
ai
requisiti
soggettivi di cui all’articolo 6 comma 1 della
legge nazionale 96/2006.
20
SPECIALE
AGRICOLTURA
La DAA, previa verifica del comune entro 60
giorni dal suo ricevimento, consente l’avvio
immediato dell’attività agrituristica.
A questo punto, bisogna segnalare che la
Regione Lombardia distingue tra due differenti
tipologie di agriturismi (regolamento attuativo,
art. 3):
1. Agriturismi in forma familiare: ospitalità
per
un
max
di
10
persone
all’interno dell’alloggio
dell’imprenditore
agricolo o dei fabbricati aziendali; ospitalità in
spazi aperti e attrezzati per il camping per un
max di 10 ospiti al giorno in roulotte, tende,
camper; preparazione e somministrazione di
pasti e bevande in fabbricati aziendali
(compresa l’abitazione dell’imprenditore) per
un max di 40 pasti al giorno;
2. Agriturismi in forma aziendale: alloggio in
camere/unità abitative indipendenti e alloggio
in spazi aperti attrezzati per un max di 60 ospiti
al giorno; preparazione e somministrazione di
pasti e bevande per un max di 160 pasti al
giorno. Per quanto riguarda la conduzione
dell’agriturismo, segnaliamo le seguenti
peculiarità relative alla Regione Lombardia:
Definizione: la Regione Lombardia include nelle
attività agrituristiche – oltre a quelle previste
dalla legge nazionale – anche le attività di
ittoturismo; le attività agri-turistico-venatorie,
purché la selvaggina sia utilizzata ai fini
dell’allenamento e dell’addestramento dei cani
da caccia e del prelievo venatorio previsto dalle
21
SPECIALE
AGRICOLTURA
normative vigenti e, per concludere, le attività
mirate alla cura e alla salute del corpo,
utilizzando prodotti fitoterapeutici di propria
produzione (NB: per lo svolgimento di questa
attività gli operatori devono essere in possesso
di idonei attestati di qualifica).
Classificazione: il logo adottato per identificare
il livello qualificativo degli agriturismi è il
quadrifoglio; le strutture agrituristiche sono
classificate con un numero da uno a tre
quadrifogli. I parametri da utilizzare per definire
la classificazione dell’azienda sono definiti con
provvedimento della Giunta regionale con
riferimento a specifiche indicate all’art. 4 del
regolamento attuativo. Il marchio di
riconoscimento dell’azienda e i corrispettivi
quadrifogli devono essere apposti all’ingresso
della struttura.
Pasti e bevande: è prevista la possibilità, per
agriturismi associati in consorzi o cooperative,
di utilizzare per la preparazione dei pasti
prodotti dei soci, se prodotti nelle aziende
associate. È obbligo di mettere a disposizione
dei clienti informazioni riguardanti la
provenienza dei prodotti offerti secondo le
modalità specificate nell’art.10 comma 5 del
regolamento attuativo. Il numero massimo dei
pasti offerti stabilito dal certificato e dalla legge
regionale può essere derogato per un massimo
di 15 giorni o 15 eventi programmati, previa
comunicazione al Comune di riferimento.
22
SPECIALE
AGRICOLTURA
Per la preparazione di pasti e bevande semplici
e di pronto consumo possono essere utilizzate
la cucina dell’imprenditore e zone di cottura
poste all’esterno dell’edificio.
Lavori edili/restauro: devono essere adibite ad
attività agrituristiche strutture pre-esistenti. Gli
immobili di particolare pregio storico e artistico
sottoposti a vincolo di non modificabilità o gli
immobili ubicati in montagna possono subire
modifiche previa deroga comunale che
garantisca le idonee condizioni igienicosanitarie. Le strutture ricettive ad alloggio o
unità abitative indipendenti devono possedere i
requisiti previsti per gli alberghi. Le strutture
ricettive con camere devono possedere i

requisiti previsti per le camere d’albergo. In
particolare:
Se non sono previsti servizi igienici a uso
esclusivo, deve essere previsto un bagno ogni 6
posti letto o frazione di sei superiore a due;

Devono essere garantiti: pulizia dei locali e
cambio della biancheria a ogni cambio di cliente
e almeno una volta a settimana, nonché la
fornitura di energia elettrica, acqua calda e
fredda e riscaldamento;

La dotazione minima delle camere è di: un letto,
una sedia e un comodino per persona, un
armadio e un cestino rifiuti;

È possibile ospitare max 12 persone nella stessa
stanza, rispettando i requisiti previsti per le case
per ferie e con i limiti igienici previsti;
23
SPECIALE
AGRICOLTURA

I servizi sanitari e i servizi lavanderia non
possono essere realizzati in strutture precarie
mobili;
Per la tipologia di agriturismi in forma familiare i
requisiti richiesti devono essere quelli relativi
agli alloggi di civile
abitazione.
Nell’agriturismo è possibile edificare nuove
strutture dedicate all’adeguamento tecnico per
la realizzazione di servizi igienici, dei volumi
tecnici e di piccoli impianti sportivi
polifunzionali ricreativi, a condizione che le
stesse siano comprovate da motivate criticità
strutturali e siano ben mitigate nel contesto
rurale. Possono essere realizzati impianti
sportivi se ben inseriti nel contesto rurale. Lo
stesso vale per la costruzione di una piscina.


Accesso a persone diversamente abili:
Negli agriturismi in forma familiare devono
essere accessibili alle persone diversamente
abili almeno una camera o un appartamento o
una unità di soggiorno e un bagno;
I locali destinati alla somministrazione dei pasti
negli agriturismi in forma aziendale devono
essere accessibili alle persone diversamente
abili e devono essere dotate di almeno un
servizio igienico accessibile.
L’autorizzazione ad esercitare l’agriturismo è
riservata ai lavoratori autonomi dell’agricoltura
che a qualunque titolo e forma esercitano
attività di impresa: ciò vale per tutti gli
imprenditori agricoli (di cui all’art.2135 del
Codice Civile), senza distinzione tra imprenditori
24
SPECIALE
AGRICOLTURA
a titolo principale o a titolo parziale, per tutti i
familiari (di cui all’art. 230-bis del Codice Civile),
purché siano partecipi dell’impresa agricola a
conduzione familiare, ad ogni forma di
imprenditoria agricola associata.
Dal punto di vista degli investimenti per le
forme di ospitalità esiste un’estrema varietà di
situazioni:



l’affitto di appartamenti
l’affitto di camere (con almeno
prima colazione)
ristorante rurale nel quale gli
ingredienti dei pasti offerti
devono
provenire

prevalentemente dalla stessa
azienda
agricampeggio
N.
B:
l’opportunità è riservata alle
azienda agricole con superficie
complessiva maggiore di 5
ettari, (2 ettari nelle zone
svantaggiate
e
montane
identificate dalla direttiva CEE
n. 268/75)
Si ricorda che nell’esercizio della ospitalità
agrituritica, negli alloggi si applicano le norme
igienico sanitarie previste dalla legge quadro sul
turismo (n.217 del 17 maggio 1983) che
stabilisce i requisiti minimi in un servizio
igienico ogni 10 posti letto, un lavabo con acqua
25
SPECIALE
AGRICOLTURA
corrente calda e fredda per ogni camera, un
locale ad uso comune e impianti tecnologici e
numero di addetti adeguati e qualificati al
funzionamento della struttura. Le legge
consente che l’organizzazione di attività
ricreative sia offerta dallo stesso imprenditore
agricolo nel quadro della diversificazione del
suo
lavoro.
Anche per queste attività vale il principio della
connessione
e
complementarietà
con
l’agricoltura, se sono esercitate in forma
imprenditoriale con rilevanza economica, quali
il maneggio, la pesca sportiva, i corsi di
formazione o specializzazione nelle tecniche di
produzione, conservazione e trasformazione dei
prodotti agricoli ecc. Alcune di queste attività
richiedono il rispetto di apposite norme di
sicurezza e la concessione di autorizzazioni
igienico
sanitarie.
La
ristorazione
nell’agriturismo è legata alla prevalente
utilizzazione di prodotti propri e della zona.
La
produzione,
la
preparazione,
il
confezionamento e la somministrazione di
alimenti e bevande sono soggetti alle
disposizioni di cui alla legge n.283 del
30/4/1962 e successive modifiche ed
integrazioni.
Le
norme
in
questione
subordinano tali attività all’autorizzazione
sanitaria e dettano le condizioni di esercizio e i
requisiti igienico – sanitari dei locali e delle
attrezzature.
Le condizioni favorevoli
dell’agriturismo sono:
allo
sviluppo
26
SPECIALE
AGRICOLTURA
Contesto territoriale: prossimità di fiumi, laghi,
boschi praticabili, mare, alta montagna, parchi e
riserve naturali, prossimità di poli di attrazioni
turistica con presenze articolate in almeno 90
giorni all’anno; utile la sopravvivenza di fiere e
sagre tradizionali e la conservazione di antichi
attrezzi e di testimonianze storiche locali, la
persistenza delle lavorazioni artigianali tipiche
della zona, con particolare riferimento a quelle
alimentari.
Infrastrutture e servizi: indispensabili luce,
acqua e telefono; importante la vicinanza di
abitati con servizi commerciali e sanitari di base
e le comunicazioni con i trasporti pubblici;
necessaria una buona viabilità secondaria; utile
la presenza di sentieri tracciati per
escursionismo.
Conduzione aziende agricole: qualsiasi, purché
l’imprenditore risieda prevalentemente sul
posto o disponga sul posto di collaboratori con
ampia autonomia organizzativa. Per fruire delle
facilitazioni previste dalla legge quadro
sull’agriturismo si deve possedere la qualifica di
imprenditore agricolo.
Gli immobili che possono essere utilizzati nelle
attività agrituristiche sono:
- i locali siti nell’abitazione dell’imprenditore
agricolo ubicata nel
fondo;
- i locali siti nell’abitazione dell’imprenditore
agricolo ubicata nei centri abitati, individuati
per mezzo del Piano di indirizzo di cui alla legge
regionale
sull’agriturismo,
qualora
l’imprenditore agricolo svolga la propria attività
27
SPECIALE
AGRICOLTURA
in un fondo privo di fabbricati sito nel
medesimo Comune o in un Comune
limitrofo;
- gli altri edifici o parti di essi, esistenti sul fondo
e non più necessari alla condizione dello stesso;
- i volumi derivanti da interventi di
ristrutturazione urbanistica o da trasferimenti di
volumetrie.
Gli edifici utilizzati per attività agrituristica
mantengono la loro destinazione d’uso a fini
agricoli.
Il restauro e l’utilizzazione degli immobili deve
avvenire nel rispetto dei materiali costruttivi
tipici,
delle
tipologie, degli
elementi
architettonici e decorativi caratteristici dei
luoghi, con l’esclusione di tipologie riferibili a
monolocali.
La realizzazione di opere ed impianti di
pertinenza ai fabbricati ad uso agrituristico
nonché delle aree per la sosta degli ospiti
campeggiatori, dovrà avvenire nel corretto
rispetto di un loro inserimento nel paesaggio
circostante, con particolare cura per la
sistemazione e gli arredi esterni, e garantendo
un efficace sistema di smaltimento dei rifiuti e
di dotazione idrica.
28
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’AGRI-DIDATTICA
Da qualche anno in campagna si può assistere a
un fenomeno particolare: alla consueta
operosità contadina si aggiungono la vivacità e
la curiosità di bambini e ragazzi, intenti ad
esplorare un mondo a loro sconosciuto.
Secondo un recente censimento, in Italia circa
900 aziende agricole (ma il numero sta
rapidamente crescendo) hanno aperto le porte
alle scuole e a chiunque si voglia avvicinare al
mondo rurale, affiancando agli usuali processi
produttivi la funzione di centri culturali e di
formazione. Le aziende agricole propongono a
insegnanti e studenti itinerari alla scoperta
dell’agricoltura e delle tradizioni culturali,
storiche, ambientali, gastronomiche, con un
approccio
originale
e
concreto
all’alimentazione. Nascono così le fattorie
didattiche. Le motivazioni che hanno spinto gli
agricoltori ad intraprendere questo tipo di
iniziative sono sia di carattere economico sia di
carattere sociale: da un lato c'è la necessità di
promuovere le produzioni aziendali e di trovare
forme di reddito supplementari (alle classi è
richiesto un contributo per la visita e per il
servizio di guida), dall'altro si sente il bisogno di
colmare la profonda frattura culturale ed
emotiva che si è venuta a creare tra i cittadini e
la realtà rurale.
Le proposte educative sono molteplici: in
azienda i ragazzi entrano in contatto con le
diverse filiere produttive (il latte, la carne, i
cereali), possono vedere gli animali domestici,
29
SPECIALE
AGRICOLTURA
imparano a riconoscere le piante ed i fiori,
comprendono che nel terreno c’è vita,
diventano testimoni di tradizioni che stanno
ormai scomparendo.
Negli spazi meglio
organizzati è proposto un modello educativo
attivo, legato all'arte del fare: sono gli studenti
che trasformano il latte in formaggio, il mosto in
vino, la farina in pane. Spesso la visita alla
fattoria didattica rientra in un percorso
pedagogico, proposto alle scuole da parte di
Enti pubblici, associazioni o cooperative, che
prevede incontri in classe preparatori all'uscita.
La didattica in agricoltura negli altri Paesi
europei è variamente diffusa: si passa dalle
1400 fattorie didattiche in Francia, suddivise in
77 reti locali o Nazionali, alle 300 in Spagna.
Anche le forme con le quali essa viene proposta
sono diverse: si va dalle city farm, riproduzioni
di aziende agricole in area urbana dove gli
aspetti legati alla fornitura di servizi
(organizzazione di corsi, visite, laboratori, etc.)
sono molto più importanti rispetto a quelli
produttivi, alle fattorie di animazione, a quelle
di scoperta, storiche, didattiche. Nel 1990 le
varie federazioni e gruppi nazionali si sono
riuniti sotto una rete europea, la E.F.C.F.
European Federation of City Farm. In Italia
l’offerta delle fattorie didattiche tende a
strutturarsi per reti locali.
Il raggiungimento degli obiettivi della strategia
di conservazione ecoregionale legati alla
gestione del territorio rurale possono essere
30
SPECIALE
AGRICOLTURA
raggiunti
solo
attraverso
una
convinta partecipazione
del
mondo
agricolo (imprenditori, associazioni di categorie,
ecc.) supportato sinergicamente da altri
soggetti quali le Associazioni Ambientaliste, Enti
Pubblici,
ecc.
La soluzione è la multifunzionalità: definita
come diversificazione delle funzioni svolte
dall’imprenditore
agricolo:
produttiva,
ambientale, paesaggistica, ricreativa, educativa,
culturale,
ecc.).
Si ritiene che l’azienda agricola multifunzionale
sia una via preferenziale per promuovere e
realizzare pratiche di lavoro basate sulla tutela
e la valorizzazione dell’ambiente, definendo e
realizzando nuovi servizi , focalizzati su azioni
nel settore della tutela e della fruizione dell’
ambiente
e
valorizzando
il
ruolo
dell’aziende
agricole multifunzionali nel
mercato del turismo di qualità e dei servizi
pubblici.
Promuovere la multifunzionalità nel PSN e nei
PSR: un’altra opportunità per promuovere la
multifunzionalità delle aziende agricole è
offerta dalle misure previste dai prossimi
Programmi di Sviluppo Rurale operativi nel
periodo 2007 – 2013. In particolare le misure
dell’Asse II” Miglioramento dell’ambiente e
dello spazio rurale? e quelle dell’Asse 3 “Qualità
31
SPECIALE
AGRICOLTURA
della vita nelle zone rurali e diversificazione
dell’economia rurale” prevedono azioni ed
interventi
per
la
promozione
della
conservazione della biodiversità, recupero,
tutela e valorizzazione del paesaggio rurale,
formazione e divulgazione, didattica e ricettività
rurale. La maggior parte dei PSR hanno previsto
azioni di riferimento per la tutela della
biodiversità, la riqualificazione ecologica ed il
turismo rurale/naturalistico, con priorità per le
aziende agricole ricadenti all’interno di aree.
Un aspetto di fondamentale importanza per la
promozione della multifunzionalità è la
diffusione su scala territoriale delle pratiche
connesse
all’erogazione
delle
funzioni
dell’agricoltura nelle singole unità produttive.
Tale considerazione è particolarmente evidente
per alcune funzioni ambientali, come la
valorizzazione del paesaggio, la tutela della
biodiversità e il mantenimento dell’equilibrio
idrogeologico,
dove
l’azione
di
una
singola impresa non raggiunge un impatto
significativo.
Essa è comunque valida anche per funzioni di
carattere socio-economico, dove la diffusione
su larga scala delle iniziative consente di
amplificare i vantaggi che si avrebbero per
iniziative a carattere individuale. D’altra parte, il
rafforzamento della dimensione territoriale
implicherebbe anche il riconoscimento di un
soggetto capofila del programma integrato
(individuabile, per esempio, nelle associazioni di
produttori o nelle cooperative) al quale
32
SPECIALE
AGRICOLTURA
indirizzare il sostegno che, altrimenti,
continuerebbe a seguire una logica basata sulla
negoziazione a livello individuale con il singolo
imprenditore. Va da sé, che la pubblica
amministrazione
abbia
comunque
più
dimestichezza nel gestire una politica diretta
alle singole imprese, piuttosto che promuovere
progetti di carattere territoriale. In questo
contesto, il rafforzamento di un approccio
territoriale richiederebbe una notevole
attenzione
alla
formazione
di
figure
professionali in grado di coordinare progetti di
carattere territoriale e di integrare i diversi
strumenti disponibili a livello delle politiche per
lo sviluppo rurale. Un altro aspetto essenziale
per la promozione della multifunzionalità è dato
dalla caratterizzazione del territorio sulla base
della diversa attitudine dell’agricoltura a
realizzare la produzione dei servizi di tipo
ambientale e sociale. Per il raggiungimento
dell’obiettivo di massima valorizzazione della
multifunzionalità
agricola
è
infatti
indispensabile disporre di strumenti di selezione
in grado di distinguere le diverse agricolture, in
modo da poter indirizzare il sostegno sulla base
delle caratteristiche territoriali. In questa
prospettiva, la zonizzazione del territorio, al fine
di definire contesti relativamente omogenei in
termini di “valore” delle singole produzioni non
di mercato, è un aspetto fondamentale per la
corretta messa a punto degli strumenti di
politica
agraria
in
relazione
alla
multifunzionalità. Allo stesso modo, il sostegno
all’imboschimento dei terreni agricoli è
33
SPECIALE
AGRICOLTURA
indirizzato
prioritariamente
ad
aree
caratterizzate da bassa copertura boschiva o
che superano una determinata pendenza.
Sempre in relazione all’importanza di orientare
il sostegno alla multifunzionalità rispetto alle
caratteristiche
territoriali,
attraverso
il
riconoscimento di una certa discrezionalità ai
soggetti locali nella realizzazione delle misure
del PSR, essa favorisce l’attivazione di percorsi
mirati rispetto alle specifiche attitudini del
territorio.
Si
deve
riconoscere
alla
diversificazione aziendale un ruolo strategico
nel processo di valorizzazione commerciale
delle funzioni non tradizionalmente di mercato
dell’agricoltura.
Tale
importanza
viene
sostenuta nell’ambito degli obiettivi della
misura 311 in cui si afferma che è proprio
attraverso la differenziazione che si può
“esaltare il ruolo multifunzionale delle aziende
agricole, creando nuove opportunità di reddito
e di occupazione”. Il rilievo che deve essere
attribuito alla diversificazione viene confermato
dallo stesso ammontare di risorse destinate al
sostegno di questa attività, da considerarsi
elevato sia in termini assoluti, sia in relazione
agli stanziamenti delle altre regioni
italiane.
Gli agriturismi, oltre a fornire una importante
integrazione al reddito degli agricoltori,
favoriscono la valorizzazione dei prodotti
agricoli, attraverso la loro associazione
all’immagine dei luoghi e del territorio che i
visitatori si trovano ad apprezzare durante il
soggiorno in azienda.
34
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’AGRINIDO
Un agrinido è quindi un asilo realizzato in un
azienda agricola. Il 78% dei genitori pensa che il
proprio figlio dovrebbe stare a contatto con la
natura e oltre 3 su 4 di loro, sognano di farlo
crescere in un agrinido: un ambiente semplice,
familiare e
naturale.
L'idea nasce dalla carenza dei servizi di asili
pubblici. Donne e mamme imprenditrici, che
lavorano in aziende agricole, hanno pensato di
trasformare questi posti in asili nido immersi
nella natura. Gli agrinidi sono in rapida
diffusione. Tutti questi sono spazi a contatto
con la natura e gli animali, fruibili dai
bambini. Ambienti
educativi
meno
formalizzati ma liberi e spontanei, che hanno il
vantaggio di far crescere i bimbi al ritmo
naturale delle stagioni e a stretto contatto con
la terra e i suoi prodotti.
Le classi sono formate da meno bambini
rispetto a un asilo nido tradizionale. Sono
garantite tutte le cure quotidiane da parte
dell'educatore (pranzo, sonno, cambio). La vera
differenza sta nel tempo trascorso all'aria
aperta ed a contatto con la natura, una sorta di
"palestra verde" dove coltivare le piante,
socializzare con gli animali, imparare a
conoscere i loro ritmi e i principi di
un'alimentazione
sana.
35
SPECIALE
AGRICOLTURA
Se il metodo migliore per acquisire conoscenze
teoriche è quello di fare esperienze pratiche,
l'agrinido si avvantaggia del legame con il
mondo rurale, un mondo organizzato sull'arte
del fare e sull'uso delle mani. La possibilità di
accedere ai servizi degli agrinido è prevista
anche per tempi più brevi rispetto alla
frequenza scolastica, grazie al fatto che alcune
strutture si sono organizzate per ospitare feste
di compleanno nella natura o servizi di baby
parking, per bambini che vanno dai 13 mesi ai 6
anni di età, per un tempo massimo di
permanenza che non può essere superiore alle
sei ore giornaliere. Il metodo educativo in un
agrinido prevede l'avvicinamento dei bambini a
un ambiente agricolo, in forma innovativa e
alternativa rispetto all`offerta educativa di un
asilo nido tradizionale, con i piccoli ospiti che
interagiscono quotidianamente con la natura.
Le esperienze che possono offrire gli agriasilo
sono molteplici, dal teatro nella natura fino
all'agriludoteca, un posto magico dove sono
realizzati giochi di fantasia con il solo uso di
prodotti
naturali.
Oltre al classico metodo educativo degli asili
nido, in un agrinido vengono integrate altre
attività: laboratori di riciclo creativo,
preparazione del pane e della pasta, l'orto,
lezioni sulla filiera del farro, aromaterapia e
fitoterapia.
Altra
componente
portante
del
metodo
36
SPECIALE
AGRICOLTURA
educativo degli agrinido è l'applicazione
della pet therapy e l'attivazione dell'orto
sensoriale e didattico per insegnare il senso del
tempo, della pazienza e la capacità di ascolto
della natura. Prima di avventurarsi nell’apertura
e nella gestione di un agrinido o unagriasilo è
bene effettuare un’approfondita indagine di
mercato, studiando il contesto territoriale in cui
si desidera avviare la propria attività. In questo
modo è possibile raccogliere dati utili per un
potenziale riscontro sulla riuscita dell’attività,
impostando al meglio un proprio piano d’affari
integrato con la normale attività agricola svolta
già all’interno dell’azienda.
servizi educativi per l’infanzia, per valutare la
corrispondenza
della bozza
di
idea
imprenditoriale con i parametri richiesti.
Occorrerà quindi verificare che i locali
dell’azienda, pensati per ospitare l’agrinido o
l’agriasilo, siano idonei in termini di struttura,
di sicurezza e di igiene. Altrettanto importante
sarà la valutazione degli spazi aperti intorno ai
locali, che avverrà utilizzando gli stessi
parametri già adottati per i locali chiusi. Andrà
inoltre considerata anche la quantità e qualità
di personale necessario per poter svolgere in
maniera corretta tale attività, in modo da
costituire un’equipe professionale il più
possibile idonea e valida.
Successivamente è opportuno individuare
la normativa giuridica regionale, riguardante i
37
SPECIALE
AGRICOLTURA
Nel caso degli agrinido, in particolare, gli
standard qualitativi minimi da rispettare
riguarderanno:

i criteri sull’età minima e massima dei
piccoli ospiti;

gli orari di entrata e uscita;

la ricettività delle strutture;

i requisiti degli assistenti e degli
educatori, il loro numero in rapporto a
quello dei bambini, l’esistenza di un
coordinatore;

l’approvazione delle tabelle dietetiche (
ovvero i menù della mensa) da parte
dell’ASL;

il rispetto delle norme vigenti in materia
di architettura, urbanistica, sicurezza
dei locali e degli impianti;

la definizione di un progetto
pedagogico,
sottoposto
alla
supervisione di un coordinatore;

percorsi di formazione permanente per
gli educatori;

assicurazione per bambini e assistenti.
38
SPECIALE
AGRICOLTURA
COME EDUCARE I BAMBINI
6 anni. Pedagogia naturale. Una inversione di
tendenza sta interessando le attività ludico-
Bambini che giocano con materiali naturali e
costruiscono da sé i propri strumenti, piccoli
chef in erba che preparano la merenda al nido
con i prodotti appena raccolti nell’orto,
laboratori di erbe aromatiche e di utilizzo delle
farine. Ognuno ha nel proprio armadietto non
solo colori e quaderni, ma anche zappa,
galosche e rastello per coltivare l’orto. Queste
solo alcune delle proposte didattiche dei servizi
educativi infantili destinati ai bimbi da 3 mesi a
didattiche che riguardano la prima infanzia. I
banchi di scuola si spostano all’aperto, nell’orto,
in spazi appositi dove i bambini possono
seminare, curare, raccogliere e poi mangiare gli
alimenti che hanno autoprodotto. Pomodori,
zucchine e piselli: tutti assaggiano con gusto e
curiosità, orgogliosi di aver fatto crescere le
piantine, di aver estirpato le erbe infestanti, di
aver messo un lombrico nella terra o visto una
coccinella posarsi nell’orto.
39
SPECIALE
AGRICOLTURA
In classe poi le maestre insegnano ai piccoli
dimensioni, stoffe e cartelloni colorati, angoli
a distinguere le piante, ad utilizzare le spezie
morbidi dove rilassarsi e angoli di “vita pratica”
nella maniera corretta: annusano il profumo del
dove sperimentare le azioni degli adulti. Tanti
basilico fresco, preparano la pizza per la
giochi di legno e bambole di stoffa. I
merenda
l’origano
pannolini che utilizzano sono biodegradabili e
farine
vengono accolti anche quelli lavabili. Passano
e
la
oppure impastano
condiscono
con
ciambelloni con
integrali e zucchero di canna.
tanto tempo nell’orto e ad osservare le stagioni
che cambiano, le rondini che vanno e vengono e
I bambini da 3 mesi a 3 anni vengono
gli animali che razzolano negli spazi riservati. I
incoraggiati
mondo
bambini da 3 a 6 anni sperimentano la semina,
attraverso materiali poveri e non strutturati:
la cura e la raccolta dei prodotti ortofrutticoli,
giocano con carte e cartoni di tutte le forme e
sanno
a
scoprire
il
tutto
sugli animali che popolano
40
SPECIALE
AGRICOLTURA
l’agriscuola,
danno
loro
da
mangiare
e
beneficiano del loro contatto diretto seguiti da
personale esperto. Preparano conserve con la
frutta fresca e sono in grado di elencare i
benefici dei fiori e delle piante. In classe
seguono una programmazione didattica basata
sul saper fare e saper essere e non solo sul
sapere nozionistico.
Agrinido e agriasilo indicano le strutture per la
prima infanzia che si trovano all'interno
degli agriturismi, delle fattorie didattiche e
delle aziende agricole. L'agrinido, come un
normale asilo nido, accoglie i bambini fino ai tre
anni di età, mentre l'agriasilo è dedicato ai
bambini più grandi, dai 3 ai 6 anni. In rapida
diffusione su tutto il territorio nazionale, si
contano già più di cento agrinido concentrati in
particolar modo in Veneto, Piemonte, Trentino
e Friuli. Ma cosa si fa in un
agrinido?
In un agrinido i bambini giocano e imparano allo
stesso tempo, vivendo però al ritmo della
giornata di campagna e osservando da vicino il
lavoro che si svolge in una fattoria. I primi
progetti sono nati dalla mancanza di servizi di
asilo nido pubblici. Queste iniziative offrono un
ambiente didattico informale, dove sono
esaltate la libertà e la spontaneità dei bambini,
e hanno il grande vantaggio di far crescere i
bimbi a stretto contatto con la natura. In un
agrinido le classi sono formate da un numero
limitato di bambini rispetto a un asilo nido
41
SPECIALE
AGRICOLTURA
tradizionale, da cui si differenza principalmente
per il tempo trascorso all`aria aperta e con gli
animali svolgendo sia attività pratiche
(laboratori di riciclo, preparazione del pane,
orto…) che cognitive. Gli asili in fattoria
rappresentano una naturale evoluzione della
fattoria didattica e diffondono ai bambini una
cultura di attenzione alla qualità della vita e alla
sostenibilità ambientale. Non vanno poi
dimenticati i vantaggi per quanto riguarda
la qualità degli alimenti offerti dall'agrinido,
tutti rigorosamente provenienti da agricoltura
biologica e
prodotti
all'interno
dell'agriturismo/fattoria/azienda agricola. Tutta
salute, verrebbe da dire, ed è proprio vero: gli
studi confermano che i bambini che
frequentano
gli
agrinido crescono
più
sereni, più sani e più forti, essendo non solo
meno soggetti ad infezioni alle vie respiratorie
(raffreddore, tosse e mal di gola), ma anche
meno predisposti a problemi comportamentali
come l'iperattività o le sindromi da deficit di
attenzione. L'agriasilo è una nuova formula
imprenditoriale per coniugare economia,
educazione e riscoperta della natura. Si tratta
infatti di offrire servizi educativi per l'infanzia in
un'azienda agricola.
Quindi, per agriasilo si intende una struttura di
accoglienza realizzata all’interno di una azienda
agricola per bambini dai tre ai sei anni, a
differenza dell’agrinido che coinvolge invece
piccoli fino a tre anni di età. Si tratta spesso di
classi di dimensioni contenute, alle quali
42
SPECIALE
AGRICOLTURA
vengono garantite tutte le appropriate cure
quotidiane (pranzo, sonno, cambi) ma con più
tempo all’aria aperta, a contatto con la natura,
in una sorta di “palestra verde” dove coltivare le
piante, socializzare con gli animali, imparare a
conoscere i ritmi della natura e i principi di una
alimentazione sana. Le opportunità didattiche
degli agriasilo variano ovviamente in funzione
dell’attività produttiva svolta dall’azienda in cui
ci si trova.
L’iniziativa è vincente per tutti i soggetti
chiamati in causa: l’imprenditore agricolo trova
nuove occasioni di reddito nella gestione
dell’asilo (ma anche nel potenziale indotto
derivante
dalla
vendita
dei
prodotti
dell’azienda); i bambini hanno accesso ad
un progetto educativo specificamente studiato
per favorirne l’interazione con l’ambiente
naturale, i ritmi e i valori del mondo rurale; le
famiglie risolvono i problemi legati alla carenza
delle strutture esistenti, alla necessità di offrire
ai propri figli un’alimentazione sana, nonché al
basso livello di soddisfazione che una famiglia
su due dichiara nei confronti dell’offerta attuale
di nidi o scuole materne.
I fattori di successo sono
identificabili:
1) nella localizzazione dell’attività in aree in cui
l’offerta di servizi per l’infanzia, da parte di
strutture pubbliche e private, è carente e
insufficiente;
2) nella capacità di offrire un servizio innovativo
e di qualità rispetto alla concorrenza.
43
SPECIALE
AGRICOLTURA
L’agriasilo è
una
forma
di diversificazione dell’attività
agricola.
E’
necessario pertanto che sia attivato nell’ambito
di una azienda agricola, già avviata o da avviare.
Dal punto di vista legislativo, alcune regioni
hanno già provveduto ad emanare norme
specifiche per tale tipo di attività, nelle altre
occorre far riferimento alla normativa vigente
per i servizi all’infanzia. In ogni caso, come ha
stabilito il Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali, l’autorizzazione può
essere rilasciata da Comuni, Regioni o altri
organismi tecnici.
Oltre all’orto con le sue attività di semina e
raccolto, a disposizione dei bambini ci sarà un
ampio parco in cui poter giocare in serenità.
Verranno allestiti i classici giochi per bambini
come scivoli, altalene dondoli oltre ad una
sabbiera. Passare del tempo all’aperto è
importante per i piccoli poiché, quando escono
dal nido, soprattutto durante l’inverno quando
fa buio presto, non hanno la possibilità di
giocare
all’aria
aperta.
Osservare
il
cambiamento delle stagioni attraverso le
attività in giardino, raccogliere le foglie che
cadono in autunno o i fiorellini che crescono in
primavera, farà parte della loro quotidianità e
cresceranno con la consapevolezza del rispetto
della natura. I benefici della pet therapy, intesa
non solo come cura per i disturbi veri e propri,
ma come consapevolezza negli animali quali
esseri viventi con sentimenti, per poterne
44
SPECIALE
AGRICOLTURA
godere della vicinanza, del calore e della loro
conoscenza. Piccoli animali da cortile vengono
introdotti in appositi spazi studiati per far fronte
alle loro necessità: oche, paperelle, galline e
coniglietti avranno parte integrante nella vita
della comunità dell’agrinido. Poter vedere gli
animali, capire dove vivono, cosa mangiano, le
loro abitudini, insegnerà ai bambini il rispetto di
tutti gli animali.
All’interno dell’agrinido si prediligono giocattoli
in materiali naturali. Ci si avvale di giochi
precostituiti (solo quelli adatti al gioco simbolico
come cucine di legno etc) ma, la maggior parte
dei giocattoli viene autoprodotta dai bambini
insieme alle insegnanti. Tutti gli oggetti
vengono arredati, gli ambienti sono composti di
materiali naturali quali il legno, la gomma, il
cotone. Attraverso la sperimentazione e la
manipolazione degli oggetti di origine naturale i
bambini possono sperimentare sensazioni tattili
particolari che non potrebbero essere apprese
con i classici giochi “luce-suono-colore”. I bimbi
quindi imparano a fare di una scatola di cartone
un’astronave, di una ciotolina di acciaio un
piattino per la bambola, e vengono stimolati
alla creazione di giocattoli e all’utilizzo della
fantasia.
45
SPECIALE
AGRICOLTURA
LE FATTORIE DIDATTICHE
Fattoria didattica è una definizione usata per
descrivere
delle aziende
agricole o agrituristiche nelle quali viene svolta
attività di accoglienza ed educazione di gruppi
scolastici e nelle quali viene offerta
l'opportunità di conoscere le attività
dell'azienda. La qualifica di Fattoria Didattica
viene
assegnata
solitamente
dall'amministrazione regionale sulla base
dell'accettazione da parte dell'azienda agricola
di alcuni standard definiti da una "carta della
qualità", in particolare l'azienda deve
impegnarsi da un lato al rigoroso rispetto delle
normative di sicurezza che comprendono la
messa in sicurezza di materiali e sostanze
pericolosi, la copertura assicurativa dei
visitatori, la presenza di personale addestrato
nel primo soccorso, la corretta segnalazione di
eventuali aree ad accesso limitato dall'altro lato
l'azienda deve presentare una proposta
educativo/formativa
legata
all'effettiva
produzione agricola o animale.
La
Fattoria
Didattica
rimane
quindi
principalmente un'azienda agricola nella quale
viene anche proposta un'attività educativa
"attiva", i piccoli visitatori vengono spesso
coinvolti nell'attività di realizzazione di un
"prodotto" tipico dell'azienda (produzione
di formaggio, partecipazione alla raccolta di
prodotti
ortofrutticoli,
attività
legate
all'apicoltura ecc).
46
SPECIALE
AGRICOLTURA
Una visita in una Fattoria Didattica non è una
normale "gita in campagna", viene solitamente
preceduta da un incontro di preparazione con il
personale docente durante il quale viene
concordato il programma e la proposta
formativa, talvolta vi è anche un incontro
propedeutico in classe. All'interno della fattoria
i piccoli visitatori vengono accolti da operatori
che hanno frequentato appositi corsi abilitanti
per l'attività di animazione didattica, durante o
dopo il percorso didattico viene di solito lasciato
del tempo per il gioco in spazi adatti e delimitati
e spesso viene offerta una merenda a base di
prodotti dell'azienda agricola. L’obiettivo della
fattoria didattica è diffondere la conoscenza
sulle attività svolte in fattoria, coinvolgendo gli
ospiti (bambini, ragazzi e anche adulti) nella
realizzazione di un "prodotto" tipico o in altre
attività agricole, come la raccolta di prodotti
ortofrutticoli. Le Fattorie
didattiche creano
contatti fra mondo urbano e rurale. Aprono al
pubblico le fattorie attraverso la promozione e
l’educazione.
Diffondono
nelle
nuove
generazioni e nella società tradizioni e usanze
della cultura contadina. Ancor più importante,
le fattorie didattiche valorizzano i mestieri e la
manualità artigianale con l’esperienza diretta.
La valenza educativa del progetto e la possibilità
di riqualificare le attività agricole come fonte di
reddito
complementare e strumento
di
marketing contribuiscono alla sempre maggiore
popolarità dell’iniziativa in Italia e nel mondo. Il
Decreto legislativo 228 del 18 maggio 2001,
47
SPECIALE
AGRICOLTURA
“Orientamento e modernizzazione del settore
agricolo”, indica le attività ricreative e
didattiche che mirano a una migliore
conoscenza del territorio tra le attività
multifunzionali dell’imprenditore
agricolo.
La
modernità,
l’urbanizzazione
e
l’industrializzazione ci hanno resi poco attenti
alle attività delle campagne, ai prodotti locali e
alle trasformazioni che questi devono subire
prima di arrivare al supermercato e poi alla
nostra
tavola. Le fattorie
didattiche rappresentano il luogo ideale in cui
osservare di persona la natura e il lavoro
agricolo.
Con la guida di operatori qualificati, adulti e
bambini imparano a conoscere meglio
l’ambiente rurale, le piante, gli animali e i
prodotti della terra. Si cimentano in attività
agricole tipiche e in antichi mestieri. Una visita
alla fattoria didattica rappresenta un’occasione
per un contatto caldo e diretto con gli animali,
le piante, gli spazi aperti, i mestieri degli
agricoltori ed
il
mondo
delle tradizioni
rurali dense di emozioni, per un viaggio alla
scoperta della vita nel mondo contadino. Un
valore aggiunto non di poco conto, nella
programmazione di un soggiorno in agriturismo.
Sono ormai finiti i tempi in cui, complice il boom
economico, il progresso tecnologico ed
industriale, tanti bambini, nati e cresciuti in città
e cittadine, erano convinti che la frutta nascesse
sui banchi del supermercato e le uova fossero
48
SPECIALE
AGRICOLTURA
fabbricate chissà
procedimento.
secondo
quale
strano
Oggi, mentre gli adulti riscoprono il benessere
del contatto con la natura con una
permanenza in agriturismo, per i bambini c’è
l’opportunità di fare il pane, di vedere gli
animali da cortile, o di partecipare, magari,
alla raccolta di frutta o verdura.
Una fattoria didattica è una vera e propria
azienda agricola ed agrituristica che si apre al
pubblico ed ospita nelle loro cascine attività
didattiche
per
ragazzi, bambini e scolaresche (dagli asili nido
sino alle classi di scuola media). Guidati da
veri agricoltori, i più piccoli imparano
a conoscere la campagna e ad entrare in
contatto con gli animali della fattoria; i più
grandi a conoscere i valori della cultura
contadina e l’importanza delle tradizioni e
delle produzioni tipiche legate al territorio.
Le attività svolte all’interno delle fattorie
didattiche cambiano in base all’ubicazione
della struttura e al susseguirsi delle diverse
stagioni e molto spesso è possibile, previo
accordo fra struttura e ospiti, concordare
diverse tipologie di attività, anche in
relazione all’età dei piccoli ospiti. Queste
aziende agricole offrono alle scuole la
possibilità di approfondire la propria
conoscenza sulla salvaguardia delle tradizioni
contadine attraverso diverse attività:
laboratori nei campi, corsi di educazione
ambientale, passeggiate e giochi all’aria
49
SPECIALE
AGRICOLTURA
aperta, il tutto rispettando la natura e
l’ambiente circostante. Non solo per bambini:
anche per i più grandi, le fattorie didattiche
sono i luoghi sono ideali per imparare a dare
il giusto valore alla semplicità ed alla serenità
della vita contadina e a gustare i sapori
genuini dei prodotti della terra.
Le fattorie didattiche coinvolgono i ragazzi,
tramite laboratori, giochi ed esperienze
pratiche e li fanno incontrare con gli animali
della fattoria, il suolo, le piante coltivate e
selvatiche,
accrescendo
il
rispetto
dell’ambiente.
La storia delle fattorie didattiche comincia
all’inizio del ventesimo secolo. Le prime fattorie
dove si insegna la vita della campagna a chi vive
in città si diffondono ai primi del Novecento, in
diverse forme, soprattutto nei paesi scandinavi,
in particolare in Norvegia, Danimarca e Svezia.
L’idea di creare fattorie per fare attività
didattica si propaga, poi, secondo una direttrice
Nord-Sud e raggiunge i paesi europei del mar
Mediterraneo (e quindi l’Italia) attorno agli anni
Settanta. Qui il progetto di un gruppo
permanente di fattorie didattiche nasce
con Alimos, una società senza fini di lucro
composta da agronomi e agrotecnici, che opera
dal 1967 nel nostro Paese. Nel 1997 Alimos e
diversi imprenditori agricoli nella provincia di
Forlì-Cesena hanno costituito Rete delle fattorie
didattiche romagnole. L’anno seguente, il 1998,
la Regione Emilia-Romagna e le sue nove
Province hanno avviato il progetto Fattorie
50
SPECIALE
AGRICOLTURA
Aperte e Fattorie Didattiche. Un’iniziativa che
oggi conta oltre 300 fattorie accreditate, che
hanno sottoscritto la Carta della Qualità e
hanno personale che ha frequentato corsi di
formazione specialistici.
Il soggiorno in agriturismo è già, di per sé, un
modo di affacciarsi alla vita rurale. Se, poi, gli
agriturismi si organizzano in fattorie
didattiche, si hanno tante opportunità in più,
come, ad esempio, seguire corsi di
preparazioni alimentari (conserve, pane,
insaccati,
formaggi,
gastronomia),
di osservazione ecologica e educazione
ambientale, di produzione agricola (visita
all’azienda e illustrazione delle diverse fasi del
ciclo produttivo di ciascuna coltivazione, o
allevamento).
La visita in fattoria è generalmente seguita da
una discussione in aula con gli ospiti, da
alcune semplici esercitazioni pratiche, utili a
far partecipare attivamente i ragazzi al
processo di apprendimento, e anche da
proiezioni che integrino l’esperienza diretta
vissuta in azienda.
COME FUNZIONA
LA FATTORIA DIDATTICA
Avremo così fattorie didattiche che illustrano
la produzione del frumento, la sua
trasformazione in farina e la preparazione del
pane; se i ragazzi restano a pranzo, è offerta
loro la possibilità di preparare la pasta
lievitata, cuocere il proprio pane e gustarlo a
tavola.
51
SPECIALE
AGRICOLTURA
Altre
fattorie
didattiche
presentano
la produzione del latte e del formaggio,
facendo visitare la stalla, assistere
all’alimentazione e alla mungitura degli
animali e, infine, alla preparazione artigianale
del formaggio. A questo fine, quanto appreso
in azienda può essere completato dalla visita
a un vicino caseificio e dalla degustazione del
latte e dei prodotti caseari. Allo stesso modo,
la fattoria didattica può presentare
l’allevamento delle api, con la produzione del
miele e della pappa reale, o la coltivazione del
frutteto, con la preparazione di succhi di
frutta e marmellate; il frantoio e la
produzione di olio extravergine di oliva;
oppure può organizzare un’escursione per il
riconoscimento di alberi, piante officinali,
uccelli e altri animali selvatici.
Le fattorie didattiche sono delle vere aziende
agricole che accolgono scuole e gruppi di
interesse e nascono sia dalla necessità di
comunicazione diretta fra l'agricoltore e il
cittadino, sia di trovare forme di reddito
supplementare. Esse rappresentano un
momento di collegamento tra città e campagna,
per far conoscere, alle giovani generazioni, la
vita degli animali, l'origine dei prodotti che
consumiamo, stimolare lo spirito critico e la
curiosità.
L'interesse dello strumento fattoria è che esso
offre dei legami con la natura ma anche con le
dimensioni sociali, economiche, tecniche,
52
SPECIALE
AGRICOLTURA
politiche e culturali dell'ambiente. Diverse sono
le finalità possibili da raggiungere:
1. valorizzare la relazione città-campagna
2. creare interesse per la scoperta
dell'ambiente e dell'attività agricola
3. conoscere piante e animali della fattoria
4. sensibilizzare al rispetto dell'ambiente e
al ritmo della natura
5. conoscere l'origine dei prodotti
alimentari e il percorso dal campo alla
tavola
6. educare al consumo consapevole
attraverso la comprensione delle
relazioni esistenti tra sistemi produttivi,
consumi
alimentari,
dell'ambiente.
salvaguardia
7. consolidare l’occupazione nelle aree
rurali e creare nuovi posti di lavoro
attraverso
la
diversificazione
dell’attività aziendale
Il D.D.G. 9 febbraio 2005 definisce le
disposizioni per l’accreditamento e le
verifiche delle aziende o fattorie
didattiche.
L’accreditamento viene rilasciato, su
proposta della Commissione competente,
dall’Assessorato Regionale Agricoltura e
Foreste con decreto a firma del Dirigente
del Servizio IV del Dipartimento Interventi
Strutturali. Tutte le aziende agricole
53
SPECIALE
AGRICOLTURA
interessate,
per
conseguire
l’accreditamento, devono risultare conformi
a specifici requisiti; in particolare, si è posta
l’attenzione sugli aspetti igienico-sanitari, di
sicurezza, accessibilità e sulla qualità
dell’accoglienza dei visitatori, che devono
poter usufruire di proposte didattiche
adeguate, preventivamente concordate fra
l’imprenditore agricolo e il personale
docente
delle
scuole
interessate.
Naturalmente uno degli aspetti principali è
quello relativo alla prevenzione di eventuali
infortuni durante le visite, considerato che i
fruitori sono essenzialmente bambini e
ragazzi in età scolare, nei cui confronti è
necessario garantire condizioni di assoluta
sicurezza. A riguardo, i requisiti obbligatori
prevedono anche la stipula di una polizza
assicurativa a favore dei visitatori.
Per
il
rilascio
dell’accreditamento,
l’imprenditore agricolo interessato è tenuto
a frequentare una specifica azione
formativa: i corsi hanno la durata di
quaranta ore e sono curati dal Servizio XI
del Dipartimento Interventi Infrastrutturali.
Con l’attivazione della Misura 331 dell’Asse
3 del PSR, desinata alla ”formazione e
informazione”, sarà possibile procedere alla
preparazione della figura professionale
del “fattore
didattico”.
E’opportuno
precisare
che
il
termine “fattoria didattica” è riservato alle
aziende zootecniche, per le quali è previsto
anche l’obbligo di detenzione di capi
54
SPECIALE
AGRICOLTURA
appartenenti ad almeno una razza
autoctona,
riconosciuta
dall’Unione
Europea in pericolo di estinzione. E’ facile
intuire che l’adeguamento delle strutture e
delle attrezzature aziendali agli standard di
qualità
richiesti
dall’Amministrazione,
comporta un onere a carico dell’impresa
agricola che, in alcuni casi, può assumere
dimensioni rilevanti. Per tale motivo è stata
attivata l’azione D della misura POR 4.15,
nell’ambito degli interventi previsti da
Agenda 2000, che ha consentito di
abbattere notevolmente i costi in
questione.
La nuova programmazione, il Piano di
Sviluppo Rurale 2007 – 2013, nell’ambito
dell’Asse 3, Misura 311, azione c prevede la
realizzazione di nuove strutture e la
qualificazione di quelle già esistenti con lo
scopo di realizzare, fra l’altro, attività
didattiche.
Gli interventi ammissibili ad aiuto
consistono essenzialmente nelle nuove
realizzazioni e nell’adeguamento di
fabbricati o locali aziendali esistenti per
finalità didattiche, nonché nell’acquisto di
attrezzature specifiche quali supporti visivi
e multimediali, cartelloni, mini laboratori da
campo, kit didattici etc.
Inoltre, possono essere richiesti contributi per
gli arredi, l’allestimento di locali e spazi per la
degustazione e l’assaggio di prodotti tipici,
laboratori del gusto, giardini botanici di essenze
55
SPECIALE
AGRICOLTURA
tipiche e la realizzazione di minizoo di razze
animali autoctone utili per la salvaguardia della
biodiversità.
In particolare, possono essere effettuati
investimenti
destinati
all’acquisto
di
attrezzature info-telematiche
e per la
produzione di energia da fonti rinnovabili.
COSA FA L'OPERATORE DI FATTORIA DIDATTICA
È necessario capire, innanzitutto, quali sono gli
obblighi e le conoscenze che spettano ad un
operatore di fattoria didattica. Oltre alle
competenze agricole, il titolare della fattoria
deve riuscire ad assumere buone capacità di
gestione e di coordinamento e deve
saper elaborare in continuo progetti che
qualifichino la propria azienda, per assicurarsi
un buon margine di vantaggio sulla concorrenza
del
mercato.
Dunque, durante il corso vengono trattati
argomenti “lontani dal mondo agricolo”, come
la
pianificazione
aziendale,
la gestione
d’impresa e le dinamiche tipiche dei mercati di
prossimità. E non si può certo trascurare
la conoscenza delle normative fiscali ed
amministrative e quella delle norme igienicosanitarie e di sicurezza dei
prodotti.
Il percorso formativo per diventare operatore di
fattoria didattica fornisce competenze di tipo
progettuale e gestionale per l’accoglienza di
visitatori, soprattutto le scolaresche, ed al
56
SPECIALE
AGRICOLTURA
contempo dedica attenzione agli strumenti per
l'analisi conoscitiva del contesto della fattoria
stessa, al fine di individuare quali sono i punti
forti da valorizzare e quelli deboli da correggere
per sviluppare al meglio le piene potenzialità
della fattoria. Le fattorie didattiche sono realtà
sempre più conosciute (e ricercate) sia per il
loro ruolo educativo all'interno di programmi
scolastici mirati, sia per i numerosi progetti
paralleli che spesso offrono a favore di gruppi
più vasti: famiglie, persone socialmente
svantaggiate, ma anche anziani e diversamente
abili. Molte regioni italiane rilasciano
la certificazione di fattoria didattica solo a
quelle aziende agricole o agrituristiche che
dimostrano di avere al loro interno figure
professionali specializzate in questo ambito:
gli operatori di fattoria didattica.
Per ottenere la qualifica di operatore di fattoria
didattica è necessario frequentare appositi corsi
organizzati dalle regioni stesse o da altri enti.
Per gli imprenditori agricoli, gli operatori
agrituristici e in ogni caso per i possessori di
lauree attinenti al mondo agricolo, è possibile
richiedere
il riconoscimento
di
crediti
formativi validi ai fini dell'assolvimento
dell'obbligo di frequenza dei corsi. In
alternativa si può richiedere la certificazione
diretta, percorso da seguire per chi può
dimostrare di aver svolto l'attività di animazione
didattica in fattorie agricole.
57
SPECIALE
AGRICOLTURA
Le fattorie didattiche sono regolamentate a
livello regionale, perciò a seconda del territorio
le disposizioni normative in materia possono
cambiare notevolmente, sia per quanto
riguarda gli obblighi di legge sia per quanto
riguarda le modalità per ottenere il certificato.
È necessario capire, innanzitutto, quali sono gli
obblighi e le conoscenze che spettano ad un
operatore di fattoria didattica. Oltre alle
competenze agricole, il titolare della fattoria
deve riuscire ad assumere buone capacità di
gestione e di coordinamento e deve
saper elaborare in continuo progetti che
qualifichino la propria azienda, per assicurarsi
un buon margine di vantaggio sulla concorrenza
del
mercato. Dunque, durante il corso
vengono trattati argomenti “lontani dal mondo
agricolo”, come la pianificazione aziendale,
la gestione d’impresa e le dinamiche tipiche dei
mercati di prossimità. E non si può certo
trascurare la conoscenza delle normative fiscali
ed amministrative e quella delle norme igienicosanitarie e di sicurezza dei
prodotti.
Il percorso formativo per diventare operatore di
fattoria didattica fornisce competenze di tipo
progettuale e gestionale per l’accoglienza di
visitatori, soprattutto le scolaresche, ed al
contempo dedica attenzione agli strumenti per
l'analisi conoscitiva del contesto della fattoria
58
SPECIALE
AGRICOLTURA
stessa, al fine di individuare quali sono i punti
forti da valorizzare e quelli deboli da correggere
per sviluppare al meglio le piene potenzialità
della fattoria.
Le fattorie didattiche sono un importante
strumento di valorizzazione dell'agricoltura e
dei prodotti agroalimentari del territorio.
Promuovono la crescita della consapevolezza
del ruolo sociale e multifunzionale del mondo
rurale e, in una logica di sviluppo integrato, la
valorizzazione
delle
risorse
storiche,
archeologiche e culturali del territorio.
Rappresentano, di fatto, un mezzo efficace di
educazione alimentare ed ambientale e uno
spazio naturale da utilizzare a scopo didattico.
In tale ottica le aziende agricole sono sedi ideali
dove organizzare centri di promozione al
consumo
consapevole
dei
prodotti
agroalimentari, in particolare di quelli
tradizionali e tipici della nostra regione che
trovano in questi luoghi le loro origini.
L’AGRICOLTORE MULTIFUNZIONALE
Si intendono comunque connesse le attività,
esercitate dal medesimo imprenditore agricolo,
dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione,
commercializzazione
e
valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti
59
SPECIALE
AGRICOLTURA
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo o del bosco o dall’allevamento di animali,
nonché le attività dirette alla fornitura di beni o
servizi mediante l’utilizzazione prevalente di
attrezzature o risorse dell’azienda normalmente
impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi
comprese le attività di valorizzazione del
territorio e del patrimonio rurale e forestale,
ovvero di ricezione ed ospitalità come definite
dalla legge”.
l codice civile italiano definisce la figura
di imprenditore agricolo all'articolo 2135:
« È imprenditore agricolo colui che esercita
un'attività diretta alla coltivazione del fondo,
alla silvicoltura, all'allevamento di animali e
attività connesse. Si reputano connesse le
attività dirette alla trasformazione o
all'alienazione dei prodotti agricoli, quando
rientrano
nell'esercizio
normale
dell'agricoltura. »
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e
per allevamento di animali si intendono le
attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un
ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che
utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco
o le acque dolci salmastre o marine.
60
SPECIALE
AGRICOLTURA
Il dlgs 228/2001 (legge 57/2001) ha modificato
il precedente art. 2135. In passato recitava: «È
imprenditore agricolo chi esercita un'attività
diretta alla coltivazione del fondo, alla
silvicoltura, all'allevamento del bestiame e
attività connesse» specificando poi che «si
reputano connesse le attività dirette alla
trasformazione o alienazione dei prodotto
agricoli, quando rientrano nell'esercizio
normale dell'agricoltura.»
La distinzione tra attività agricole propriamente
dette e attività connesse all'attività agricola è
stata mantenuta anche dopo la riforma del
2001. Viene chiarito che si può avere attività
agricola anche prescindendo dalle attività di
cura e sviluppo di un ciclo biologico o di una sua
fase necessaria (animale o vegetale),
direttamente legate al fondo, al bosco, alle
acque dolci, salmastre o marine. Questo
significa che la cura e lo sviluppo del ciclo
biologico o di una sua fase necessaria (animale
o vegetale) che è l’essenza della attività agricola
può essere sganciato dallo sfruttamento del
fondo, bosco o dalle acque. Rientrano quindi fra
le attività agricole anche l'orticoltura, la
floricoltura, l'allevamento di animali in batteria,
l’allevamento di cavalli o animali da pelliccia,
l'attività cinotecnica, l'acquacoltura. Il termine
bestiame del vecchio art. 2135 che è
61
SPECIALE
AGRICOLTURA
direttamente legato alla terra è stato sostituito
con il concetto di animali molto più flessibile e
non direttamente legato alla terra.
Consideriamo, in primo luogo la portata della
precisazione introdotta dal nuovo secondo
comma dell'art.
2135;
Facendo espresso riferimento al "ciclo
biologico"
come
oggetto
dell'attività
dell'imprenditore agricolo, relativo a specie
"vegetali o animali" si è chiaramente voluto
ritenere imprenditore agricolo non solo chi si
curava dell'allevamento del bestiame o alla
coltivazione tradizionale del fondo, ma anche
chi si occupa di acquicoltura, della coltivazione
di fiori anche se svolta in serre o vivai;
insomma è imprenditore agricolo chiunque nel
rispetto della regola fondamentale dell'articolo
2082 c.c. svolga tali attività e questo ( e qui c'è
la novità più importante) indipendentemente
dei mezzi che usa per svolgerle; di conseguenza
sarà pur sempre imprenditore agricolo chi si
dedica all'allevamento del pesce, anche se
impiega ingenti capitali, come ad es. grosse
vasche, capannoni etc. o chi ricorre a estesi
vivai per la coltivazione di fiori. È chiaro che
considerando come imprenditori agricoli ( e non
commerciali) anche tali soggetti si è voluta
favorire l'agricoltura e la cura delle campagne
evitandone (o per lo meno limitando)
l'abbandono e lo spopolamento.
62
SPECIALE
AGRICOLTURA
Approfondendo il concetto di attività connessa,
notiamo che la connessione deve essere
fondamentalmente di due tipi:
1. connessione soggettiva, poiché le
attività connesse devono essere svolte
da chi è già imprenditore agricolo;
2. connessione oggettiva, poiché vi deve
essere un legame tra l'attività connessa
e quella agricola; non si tratta di un
legame
qualsiasi,
ma
di
un
collegamento dove l'attività agricola è
pur sempre prevalente rispetto a quella
connessa;
Questa prevalenza si specifica sia nel senso che
quando l'attività è rivolta alla manipolazione,
conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione dei
prodotti dell' impresa agricola, debba avere ad
oggetto prodotti che prevalentemente siano
ottenuti dalla coltivazione del fondo o del
bosco
o
dall’allevamento
di
animali
dell'impresa, e sia nel senso che quando si tratti
di fornire beni e servizi, sarà necessario
utilizzare prevalentemente attrezzature o
risorse dell’azienda normalmente impiegate
nell’attività agricola esercitata.
Non bisogna quindi commettere l'errore di
mettere in rapporto l'attività agricola e quella
connessa e vedere quali tra le due sia
"prevalente" quasi nel senso di metterle su una
63
SPECIALE
AGRICOLTURA
bilancia e vedere quale pesa di più, ma bisogna
vedere se nella attività connessa vi sia una fetta
prevalente di " attività propria dell'imprenditore
agricolo" rispetto a quella
connessa;
se quindi il nostro imprenditore coltiva patate e
apre un negozio dove vende in gran parte
patate, ma anche l'olio per friggerle, che non
produce lui, l'attività sarà oggettivamente
connessa, ma se oltre all'olio comincia a
vendere anche pomodori, mortadella, birra
etc, etc, non prodotti da lui, si sarà spezzata la
connessione oggettiva, e il nostro agricoltore
sarà
diventato
(anche)
imprenditore
commerciale per l'attività connessa.
IL PRODOTTO AGRICOLO
Per quanto attiene le norme per la
commercializzazione dei prodotti agricoli si fa
riferimento alle norme generali sulla
commercializzazione nonché ad alcune norme
specifiche relative al comparto agricolo (Dlgs
228/2001).
Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale
del Lazio per il periodo 2007/2013 gli interventi
finalizzati a favorire la commercializzazione
sono quelli finanziati con la Misura 1.2.1 “
Ammodernamento delle aziende agricole” e la
Misura 1.2.3 “Accrescimento del valore
aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”.
In particolare la misura 1.2.3. introduce un
64
SPECIALE
AGRICOLTURA
regime di sostegno per le imprese che operano
nel
settore
della
trasformazione
e
commercializzazione di prodotti agricoli
favorendo, in particolare, lo sviluppo di nuovi
prodotti e l’introduzione di tecnologie
innovative, in una logica di riduzione degli
impatti ambientali.
Per trasformazione di un prodotto agricolo si
intende:
- qualunque trattamento di un prodotto
agricolo dell’Allegato I al Trattato, in esito al
quale il prodotto rimane comunque un prodotto
agricolo dell’Allegato I al Trattato(es. la
macellazione di animale da
carne).
Per commercializzazione di prodotti agricoli si
intende:
- la detenzione o l’esposizione ai fini della
vendita, la messa in vendita, la consegna o
qualsiasi altra modalità di immissione sul
mercato di un prodotto agricolo dell’Allegato I
al Trattato (es. imballaggio, porzionatura e
confezionamento).
Possono accedere ai benefici previsti le micro,
piccole e medie imprese come individuate ai
sensi della Raccomandazione della commissione
2003/362/CE, titolari di imprese che operano
nel campo della lavorazione,trasformazione e
65
SPECIALE
AGRICOLTURA
commercializzazione dei prodotti agroalimentari di cui all’allegato I del trattato, con
esclusione dei prodotti della pesca, che
prevedono una serie di investimenti realizzabili
su tutto il territorio regionale coerentemente
con
le
finalità
della
misura.
La misura, inoltre, dovrà contribuire a sostenere
l’integrazione dei soggetti operanti nella filiera,
aumentando il valore aggiunto delle produzioni
locali ed i benefici economici per i produttori di
base. Tale misura,infine, si articola in 2 fasi:
Azione 1:Accrescimento del valore aggiunto dei
prodotti agricoli
Azione 2: Accrescimento del valore aggiunto dei
prodotti forestali.
La misura 1.2.1 riguarda il sostegno alle
imprese
agricole,tra
l’altro,
per
la
commercializzazione anche in forma diretta al
consumo dei propri prodotti. E’ consentita la
vendita anche di produzioni in misura
minoritaria provenienti da altre aziende
agricole. Sono finanziabili locali linee di
lavorazione
e
confezionamento,
celle
frigorifere, macchine per la movimentazione del
prodotto etc, per il conferimento delle
66
SPECIALE
AGRICOLTURA
richiamate
finalità.
La misura 1.23. è rivolta a quegli imprenditori,
invece, che lavorano e commercializzano
prodotti ottenuti in prevalenza da altre aziende
agricole. In questo caso non è ammissibile
all’aiuto la commercializzazione diretta al
consumo dei prodotti agricoli. Pertanto la
vendita dei prodotti lavorati e conservati nei
locali finanziati nell’ambito di questa misura è
consentita verso i commercianti attraverso vari
canali.
La trasformazione
agroalimentare è
un
processo tecnologico ed economico che
crea
un valore aggiunto ad un prodotto agricolo
consentendone l'utilizzazione in forma e
condizioni differenti rispetto a quelle originarie
al momento della raccolta. Sotto l'aspetto
economico si definiscono tre tipi di
trasformazione:

Trasformazione fisica: il prodotto agricolo
subisce manipolazioni meccaniche, fisiche,
chimiche e biochimiche che ne modificano
l'aspetto, lo stato fisico, la consistenza, la
struttura,
la
composizione
nutritiva,
le proprietà
chimico-
organolettiche,
la digeribilità, al fine di migliorarne le
caratteristiche
intrinseche
come
bene
67
SPECIALE
AGRICOLTURA
alimentare o, in caso estremo, renderlo un
assume denominazioni specifiche secondo
bene alimentare a tutti gli effetti. La
la natura del trattamento.
trasformazione fisica prende denominazioni


Trasformazione nello spazio: il prodotto
specifiche secondo la natura e la tipologia
agricolo subisce manipolazioni di natura
di prodotto sia grezzo, sia trasformato.
meccanica e una movimentazione in massa
Trasformazione nel
prodotto
al fine di renderlo commercializzabile in
agricolo subisce manipolazioni meccaniche,
mercati fisicamente distanti dalle stazioni di
fisiche, chimiche e biochimiche che ne
raccolta. La trasformazione nello spazio è
migliorano la resistenza all'alterazione, in
detta genericamente commercializzazione.
modo
da
tempo:
permetterne
il
il
consumo
dilazionato nel tempo o il trasporto a
distanza. La trasformazione nel tempo è
detta
La distinzione fra le differenti tipologie di
trasformazione, in molti casi, è puramente
formale in quanto si possono fra loro integrare,
come succede, ad esempio, per la
genericamente conservazione e
68
SPECIALE
AGRICOLTURA
trasformazione fisica e la conservazione, oppure
per la conservazione e il trasporto, rendendoli
talora inscindibili.
Ad esempio, i processi di produzione dei latticini
(formaggio, yogurt, ecc.) sono al tempo stesso
di trasformazione fisica e conservazione a carico
del latte. Allo stesso modo, il trasporto
comporta, nella generalità dei prodotti
deperibili, processi di conservazione più o meno
blandi che ne garantiscono la durata fino al
momento della vendita.
I componenti chimico-nutritivi dei prodotti
alimentari grezzi o trasformati sono soggetti a
trasformazioni di varia natura: fisica, fisicochimica, chimica, biochimica e microbiologica. Il
quadro complessivo è eterogeneo, in relazione
alle caratteristiche intrinseche del prodotto, alle
condizioni operative, agli intervalli di tempo che
intercorrono. Una qualsiasi modifica che rientri
in questo quadro è una trasformazione o, per
distinguerla dalla trasformazione nel tempo e
nello
spazio, trasformazione
fisica (o
trasformazione propriamente detta).
Le trasformazioni fisiche spontanee che
rientrano negli obiettivi del processo
trasformativo
sono
positive
perché
costituiscono un risultato desiderato; se invece
portano ad esiti imprevisti, se non addirittura
dannosi, sono allora dette alterazioni. Le
trasformazioni si svolgono spontaneamente,
con o senza il controllo dei parametri ambientali
ed operativi, oppure artificialmente, creando le
condizioni affinché si indirizzino i fenomeni
69
SPECIALE
AGRICOLTURA
verso il risultato desiderato. Le alterazioni si
svolgono sempre spontaneamente; possono
essere "fisiologiche", se fanno capo a fenomeni
integrati nel ciclo della sostanza organica,
oppure essere indotte da particolari condizioni
ambientali od operative errate o non ottimali.
In ogni caso si interviene per prevenire,
arrestare o rallentare lo svolgimento di tali
processi quando sono indesiderati.
Uno stesso fenomeno o processo può
rappresentare, secondo il contesto specifico,
una trasformazione o un'alterazione. Questo si
può verificare su prodotti diversi o anche sullo
stesso prodotto. Basti pensare, ad esempio,
alla fermentazione acetica: è un processo di
alterazione se il vino è il prodotto finale, una
trasformazione voluta se invece il vino è un
prodotto intermedio da trasformare in aceto.
Nel primo caso si creano le condizioni per
prevenire la fermentazione acetica, nel secondo
per far sì che si svolga in modo ottimale.
Nella maggior parte dei casi le trasformazioni
comportano il concorso di più fenomeni e più
vie metaboliche, parallele o consecutive, di cui
una o più assumono le prerogative di
trasformazione principale e le altre quelle di
processi complementari secondari. I primi sono
alla base della tecnologia che identifica
genericamente il prodotto trasformato (es.
la fermentazione alcolica nella vinificazione, la
coagulazione della caseina nella caseificazione).
I processi secondari, invece, rientrano nei
fenomeni
connessi
alla
maturazione,
fondamentali per il conferimento delle
70
SPECIALE
AGRICOLTURA
proprietà organolettiche che tipicizzano le
varianti del prodotto (bouquet, aroma,
consistenza, ecc.). I processi fondamentali sono
in generale ben conosciuti nella loro dinamica al
punto che in alcune tecnologie si possiede un
livello di conoscenza tale da poter guidare la
trasformazione con il controllo rigoroso dei
parametri ambientali, dello stato fisico e
strutturale, della composizione chimica, degli
organismi coinvolti, ecc.
La maggior parte delle trasformazioni è di
natura
biochimica,
per
l'azione
di enzimi endogeni o esogeni. Sono endogeni gli
enzimi propri dell'organismo da cui deriva
l'alimento, sono esogeni quelli prodotti da
organismi
che
vengono
a
contatto,
accidentalmente o meno, con l'alimento. In
quest'ultimo caso si parla per lo più di
trasformazioni microbiche in quanto i processi
enzimatici
sono
prodotti
da batteri,attinomiceti e funghi. Questi ultimi
rientrano in genere nelle categorie delle muffe.
I principali processi trasformativi a carico
dei glucidi sono riconducibili ai seguenti:
1. idrolisi
dell'amido e
di
altri polisaccaridi alimentari;
2. ossidazione
completa
degli zuccheri (respirazione cellulare)
3. fermentazione.
71
SPECIALE
AGRICOLTURA
L'idrolisi dell'amido è un processo enzimatico
attuato da amilasi endogene, con formazione di
disaccaridi
(maltosio)
e
monosaccaridi
(glucosio). Si svolge spontaneamente nel corso
della maturazione della frutta, oppure è un
processo attivato artificialmente per ottenere
substrati fermentescibili da prodotti amilacei
(cereali, patate) per la produzione di bevande
alcoliche.
La respirazione è il complesso di reazioni che
comprende la glicolisi, la decarbossilazione
ossidativa del piruvato, il ciclo di Krebs ed la
fosforilazione
ossidativa.
Comporta
l'ossidazione totale degli zuccheri con
produzione di anidride carbonica e acqua. È un
processo desiderato quando deve condurre ad
una
moltiplicazione
dei
microrganismi
(fermenti). Si verifica, ad esempio, durante la
prima fase della vinificazione (fermentazione
tumultuosa) e durante
la lievitazione nella panificazione. In generale,
però, la respirazione è un processo negativo in
quanto riduce le proprietà nutritive ed
organolettiche dell'alimento (es. riduzione del
tenore zuccherino nella frutta) o le proprietà
tecnologiche del prodotto agricolo (es.
riduzione
della
resa
in
zucchero
delle barbabietole). È quasi sempre di natura
endogena perché rientra nei processi metabolici
fisiologici delle cellule ed è favorita dalle
temperature ambientali alte e dall'aerazione.
La fermentazione,
a
differenza
della
respirazione, è un processo ossidativo
incompleto che si svolge in condizioni
72
SPECIALE
AGRICOLTURA
di anaerobiosi.
Le
fermentazioni
sono
generalmente operate da Batteri e Lieviti,
genericamente detti fermenti. Le fermentazioni
degli zuccheri seguono, almeno in parte, la via
metabolica della glicolisi e si differenziano
fondamentalmente dalla respirazione nella
trasformazione che subisce l'acido piruvico. I più
importanti processi fermentativi a carico degli
zuccheri sono la fermentazione alcolica,
la fermentazione omolattica e la fermentazione
eterolattica.
L’IMPRESA AGRICOLA
nella vita di ogni giovane imprenditore. Si tratta
infatti di una scelta che richiede impegno e
dedizione, ma soprattutto tanta curiosità e
voglia di entrare in una realtà imprenditoriale
molto differente dalle altre.
Chi decide di intraprendere questo percorso,
quindi, oltre a rispettare una serie
di adempimenti burocratici, deve conoscere
eventuali criticità e disporre delle strategie
migliori per trasformare l’idea in un progetto di
successo. In particolare, se volessimo
sintetizzare l’intero processo in pochi semplici
passi, è possibile individuare dieci mosse
fondamentali per aprire un’azienda agricola.
Decidere
di aprire un’azienda
agricola rappresenta un passo molto importante
73
SPECIALE
AGRICOLTURA
1. Avere un’idea d‘impresa intorno alla quale
costruire un progetto di sviluppo.
qualità, agroenergie,
didattica, ecc.
agriturismo,
fattoria
Ciò vuol dire che ancora prima di cominciare è
utile avere le idee ben chiare sulla tipologia di
imprenditore che si intende diventare. Che si
scelga
la
strada
dell’imprenditore
agricolo “tradizionale”,
specializzato
nella
produzione in uno specifico comparto, o quella
dell’imprenditore agricolo “multifunzionale e
pluriattivo”, si andrà incontro a opportunità e
scenari normativi piuttosto differenti. Inoltre,
avendo un’idea d’impresa ben precisa, è
possibile valutare in maniera preventiva tutte le
eventuali leve strategiche da attivare:
innovazione, vendita diretta, reti, territorio,
2. Analisi delle caratteristiche e delle
potenzialità aziendali tramite l’osservazione del
territorio, del mercato, dei concorrenti e delle
normative vigenti. L’intuizione da sola non è
sufficiente a decretare il successo di
un’attività.
Un’idea d’impresa, se pur
apparentemente
vincente,
va
sempre
accompagnata, prima, dopo o durante
l’elaborazione, da un’analisi del mercato e della
concorrenza. E’ inoltre altrettanto opportuno
valutare componenti esterne all’azienda sul
piano:
74
SPECIALE
AGRICOLTURA
- Istituzionale (normativa
di
riferimento,
esistenza di reti formalizzate come consorzi,
cooperative, strade del vino,ecc).
- Territoriale (dotazione
infrastrutturale
materiale e immateriale, disponibilità di servizi
alle imprese agricole).
Dopo la fase di analisi e l’elaborazione dell’idea
d’impresa, comincia la progettazione vera e
propria. Una volta definiti gli obiettivi da
raggiungere e i risultati attesi, occorrerà
individuare le risorse da utilizzare e le strategie
da implementare.
- Commerciale (canali
distributivi
locali,
caratteristiche della domanda e dell’offerta).
- Competitivo: struttura della concorrenza e
grado di concentrazione dell’offerta.
3. Trasformazione dell’“idea” in un progetto di
sviluppo imprenditoriale.
75