Kineo 3 - Fabrizio Bonomo

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Kineo 3 - Fabrizio Bonomo
A R E E D I S O S TA
COLLEGAMENTI
ARTE SULLE AUTOSTRADE
DI FRANCIA
Un modo originale di concepire le aree di sosta autostradali viene dalla Francia, dalla rete
gestita dalla Autoroute du Sud de la France dove, oltre a numerosi svaghi e servizi, anche
l’arte contribuisce a rendere gradevoli e accoglienti questi spazi
Alla irriconoscibilità, formale e tipologica, si somma
spesso all’assenza di servizi apparentemente aggiuntivi,
che rispondano a esigenze differenti da quella di rifornirsi di carburante, ristorarsi, soddisfare i propri bisogni fisiologici.
L’esempio di un approccio più ampio alla tipologia
delle aree di sosta, e alle necessità degli utenti di una
rete autostradale, viene dalla Francia, dalla rete gestita
dalla Autoroute du Sud de la France. Sulla A54, che da
Arles va sino a Nîmes, abbiamo la fortuna di fermarci
nell’area “de Caissargues”; oltre a fare benzina e ristorarci potremmo visitare un piccolo museo di arte romana, i resti delle colonne del teatro di Nîmes, e passeggiare nel giardino archeologico. Percorrendo la
A61, da Carcassone a Bordeaux, e fermandoci nella
“Aire de Port Lauragais”, potremo svolgere attività subacquee all’interno di un ampio bacino artificiale ricavato dagli scavi effettuati per la realizzazione di alcuni
tronchi autostradali, oppure fermarci all’hotel e approfittare del piccolo porto che, collegato ad un canale
del XVIII secolo, ci permette di effettuare delle escursioni all’interno del territorio. Se verso sera ci troviamo a passare per la A9 che da Carcassone va oltre Le
© ASF - YANNICK COLLET
Nel 1929 Le Corbusier, in alcuni studi urbanistici per
l’America del Sud (Rio de Janeiro e Buenos Aires), aveva ipotizzato una strada che, stabilendo delle gerarchie
all’interno delle linee di circolazione automobilistica,
individuasse e caratterizzasse ampie superfici per le diverse funzioni della città. Da questi progetti quasi utopistici siamo arrivati ai nostri giorni dove la strada ad
alto scorrimento è una striscia d’asfalto indefinita, senza una precisa identità. Sulle reti autostradali, ad esempio, dove emergono solo pochi punti di riferimento: caselli d'ingresso e luoghi di ristoro. Questi ultimi, che
nell’immaginario collettivo alludono a qualcosa di più
ampio di un edificio, a un sistema che unisca degli spazi chiusi ad una serie di elementi di servizio aperti e indispensabili al funzionamento di quello che è, in sostanza, un luogo di riferimento, e non un manufatto. La
grande diversificazione di forme che li caratterizza, dai
tetti spioventi tipo fattoria, alle grandi vetrate, ai piccoli chioschi a tetto piano porta alla considerazione di
una mancanza di identità formale, individuabile, con la
risoluzione di tali aree
lasciata unicamente
alla casualità esterna
e alla definizione
fantasiosa degli
spazi interni.
Veduta dell'area di
sosta “des Suchères”, nei
pressi di Thiers, sulla A72
fra Clermont-Ferrand e
Saint-Etienne.
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COLLEGAMENTI
© ASF - SAUTERET
A R E E D I S O S TA
© ASF - PHILIPPE GUIGNARD
trasporto, le stazioni delle metropolitane in particolare, per rendere riconoscibili i singoli punti attraverso
immagini differenti, e quindi mettendo in secondo piano l'insieme della linea (contro l'altra teoria che, punta
a dare risalto e carattere al percorso in generale attraverso l'uniformità formale delle sue strutture.
Quello che emerge sulle aree della ASF è piuttosto il
tentativo di dare un servizio più ampio all’utente, avvalendosi dell’aiuto di progettisti e sociologi, andando
ben oltre il minimo indispensabile, cercando di creare
degli spazi che, oltre all’originalità degli interventi, siano anche stimolanti e piacevoli senza dimenticare i servizi necessari per un corretto funzionamento di tali
aree. Siamo davanti a strutture concettualmente più vicine ai complessi turistici che alle tradizionali aree di
sosta, che sono sicuramente il frutto di una ricerca attenta ottenuta attraverso indagini e studi capillari. In
sostanza, la formazione di tali aree di sosta va senza
dubbio ricondotta a una logica di pianificazione urbanistica, che tiene conto della qualità della vita e del rispetto del territorio, intervenendo con progetti di buona architettura, mirati al servizio e all’immagine.
Giancarlo Conti
© ASF - JEROME CHATIN
© ASF - YANNICK COLLET
© ASF - PHILIPPE GUIGNARD
Perthus, all’area “Frontaliere du Perthus”, rimarremmo certamente colpiti dal fascino suggestivo della
grande piramide disegnata da Riccardo Bofill
(un’omaggio all’arte Azteca) in cima alla quale si domina una vista suggestiva.
Trovandoci sulla A72, nella valle della Loira, e all’area
“des Suchères”, un senso di disequilibrio ci pervade; la
risposta l’abbiamo guardando attentamente l’opera degli artisti Anne e Patrick Poirier: la “Colonne Brisée”,
una colonna di 5 metri di diametro e 40 metri di altezza, di cemento rivestito di marmo che, a pezzi, parzialmente cade verso terra e in parte rimane in equilibrio
precario, creando l’illusione di un spazio al di fuori del
tempo. Questi sono solo alcuni degli esempi presenti
sulla rete della ASF, che mostrano appunto come si
possa affrontare il tema delle aree di sosta con un approccio sicuramente più profondo, dando spazio all’arte, all’architettura, alla cultura, allo svago, al divertimento e al riposo in un senso più compiuto.
Le innovazioni del resto non sono riducibili all'arte in
quanto tale, perché è abbastanza comune nel nord
Europa vedere affidato ad artisti o progettisti diversi la
definizione dei vari punti di riferimento di una linea di
In alto, schema della
rete autostradale della
ASF con indicata la
posizione delle principali
aree di sosta.
Vista dell'area
“d'Hastingues”, sulla
A64. Sopra, “l'aire de
Caissargues”, sulla A54,
presso Nîmes.
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L'area “du Perthus”,
sulla A9 Narbonne - Le
Perthus, nei pressi del
confine spagnolo. Sopra,
vista dell'area di Port
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Lauragais, sulla A61
Narbonne - Toulouse, nei
pressi di Castelnaudary.
In alto, il casello di
Lançon de Provence (A7).