Giugno 2009 Anno 3 Numero 4 a cura dell`ITC

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Giugno 2009 Anno 3 Numero 4 a cura dell`ITC
Giugno 2009
Anno 3 Numero 4
a cura dell’ITC Majorana
Giornale bilingue
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E così anche quest’anno siamo
giunti all’ultimo numero del
giornalino. E’ stato bello
lavorarci, ci auguriamo sia
stato bello leggerlo; anche se
faticoso è stato divertente e
ricco di soddisfazioni.
Abbiamo cercato di raccontare
la vita del nostro Istituto, cosa
pensiamo noi studenti, le visite
aziendali, le gite, cosa si può
imparare da uno spettacolo
teatrale o cinematografico;
abbiamo cercato di capire cosa
ci aspetta “fuori”
con il
diploma in tasca. Allo stesso
modo anche in questo ultimo
numero
raccontiamo
le
vicende della nostra scuola,
con una novità: si presenta il
“Gruppo
Genitori”
che
avvicinerà maggiormente le
famiglie alla vita del nostro
istituto e farà sentire la sua
voce, oltre che nelle sedi
istituzionali,
anche
dalle
colonne del nostro giornale.
Cogliamo questa occasione
per congratularci con i
vincitori della Borsa di studio
“I.I.S. E. Majorana in memoria
del Prof. Romano Secchi”,
Letitia Munteanu 4ª B e Gimi
Beligan 1ª A, premiati Sabato
6 Giugno in Aula Magna.
Ringraziamo tutti i giornalisti
che hanno collaborato, perché
grazie a loro il giornale è
andato migliorando sempre
più.
Vi informiamo, infine, che
dall’anno prossimo Chiara
Gianusso
1ª
C
sarà
Caporedattore del giornale
mentre la Prof.ssa Cristina
Brazzi ne sarà Responsabile; il
giornale sarà, come sempre,
aperto al contributo di tutti gli
studenti.
La Redazione
1
Uscite…
Pag 3 4 5
Iniziative al Majo
Pag 6 7 8 9
Visite aziendali e
traduzione
Pag 10 11
Un nuovo forum per il
Majomagazine
Pag 12
Interviste agli ex-allievi
Pag 13 14 15
Spazio GG
Pag 16
Angolo della posta
Pag 17
Corso di disegno
Pag 18
Giochi
Pag 19 20
2
Un giorno tra mare e storia
O zi intre la mare si historie
Ci troviamo alle sette e mezza davanti a scuola; il tempo
non è dei migliori, è prevista pioggia in tutto il Piemonte
ma la nostra voglia di andare al mare è talmente forte che
nemmeno il maltempo ci può fermare. Alle 7:45 siamo sul
pullman, il viaggio dura due ore, che trascorriamo
allegramente cantando e chiacchierando fino all’arrivo al
mare; contrariamente alle previsioni, come per magia c’è
il sole. Scesi dal pullman godiamo di una vista panoramica
che svolta sul mare con tutte le varie sfumature del blu;
sembrano gli occhi della
terra riflessi nel sole. Con
gli zaini a tracolla, ci
avviamo
verso
un
ristorante dove poter
andare
in
bagno
dopodiché iniziamo la
visita. La prima cosa che
vediamo sono le antiche
mura di Noli ed i vicoli
rimasti come una volta,
quindi ci rechiamo a
visitare
le
chiese;
interessante quella di San Paragorio, intitolata a un santo
Nord-Africano. L’edificio romanico dell’ XI secolo è stato
restaurato dall’architetto Alfredo D’Andrade dopo i danni
subiti nel terremoto del 1887, e dichiarato monumento
nazionale nel 1890. All’una ci dirigiamo verso una
panetteria per comprare la focaccia ligure; abbiamo un’ora
di tempo per mangiare e riposarci. Il pomeriggio lo
passiamo in spiaggia; questo è certamente il momento più
bello della gita con quel profumo dell’acqua salata e
quelle piccole onde che si infrangono sulla spiaggia, che
invitano me e le mie amiche ad entrare in mare.
Accettiamo con entusiasmo l’invito senza pensare alle
conseguenze; naturalmente ci troviamo con gli abiti
bagnati. I professori si arrabbiano perché sta minacciando
di piovere e c’è il pericolo che ci prendiamo un accidente.
Rimaniamo in quella beatitudine e dopo un’ora ce ne
andiamo perché il tempo sta cambiando. Rieccoci sul
pullman a riprendere il viaggio verso Torino. Durante il
tragitto facciamo una piccola sosta in autogrill a Spotorno,
dieci minuti e prendiamo la via del ritorno. Con canti e
chiacchierate facciamo trascorrere il tempo sino alle 18
circa quando arriviamo a Torino. La gita si conclude con
grande soddisfazione di tutti noi, studenti di 1ª B, 2ª B, 3ª
B, 2ª A.
Ne intalnim la sapte jumatate in fata scolii; timpul nu e din
cei mai buni, se prevede ploaie in tot Piemonte dar cheful
nostru de a merge la mare a asa de tare incat nici timpul
urat nu ne poate opri. La ora 7.45 suntem in autocar,
calatoria dureaza doua ore, pe care le petrecem cantand si
vorbind pana cand ajungem la mare; contrar la previziuni,
ca magic era soare. Coborand din autocar avem o
priveliste pe mare cu toate nuante de albastru; par ochii
Pamantului
reflexi
in
soare.
Cu rucsacurile, mergem inspre un restaurant unde putem
merge la baie dupa care incepem vizita. Primul lucrul care
le vedem sunt vechii pereti de la Noli si aleiele ramase ca
pe timpuri, dupe mergem sa vizitam bisericile; interesanta
aceea de San Paragorio, intitulata unui sfant nord-african.
Cladirea romana din secolul XI a fost restaurat de
architectul Alfredo D'Andrade dupa deteriorile in
cutremurul din 1887, si declarat monument national in
1890. La ora unu ne indreptam inspre un magazin de paine
pentru a cumpara "focaccia ligure"(pizza alba, tipica din
Liguria); avem o ora de timp pentru a manca si pentru a se
odihni. Dupa-amiaza il petrecem pe plaja; asta e
momentul cel mai frumos din excursie cu acel parfum de
apa sarata si acele valuri mici de apa care se imprastie pe
plaja, si ne invita pe mine si pe prietenele mele sa intram
in
mare.
Acceptam
cu
entuziasm
invitul fara sa ne
gandim la ce se
poate intampla
dupa; natural ca
ne regasim cu
hainele
ude.
Profesorii
se
supara pentru ca sproape incepe sa ploua si este pericolul
sa ne imbolnavim. Ramanem in acea atmosfera frumoasa
si dupa o ora plecam pentru ca timpul se schimba. Ne
urcam din nou in autocar sa ne intoarcem inspre Torino.
Pe strada de intoarcere ne oprim la un autogrill in
Spotorno, zece minute si reluom strada de intoarcere. Cu
cantece si discursuri facem ca timpul sa treaca pana la ora
18 cand ajungem la Torino. Excursia se inchide cu mare
satisfactie de toti noi, studenti den 1^ B, 2^ B, 3^ B, 2^ A.
Danca Chiprian 1ª B
Piras Alessia 1ª B
3
Alle 7 e mezza del mattino siamo davanti a scuola,
pronti a partire per Chambery; c’è emozione perché è
la nostra prima uscita di classe. Decisi i posti, dopo
l’appello...partenza per la Francia; le tre ore di
viaggio passano scattando foto, parlando, insomma
divertendoci. Sono necessarie due soste, delle quali
una
imprevista
per il malore
di una nostra
compagna
claustrofobica
e l’altra per
poter
fare
colazione.
Siamo felici
di andare in
un Paese dove quasi la metà di noi non è mai stata; un
tunnel della “durata” di dieci minuti di pullman ci
separa dalla Francia. Arrivati a Chambery alle 10:30
circa, iniziamo il giro per la città. La Prof.ssa di
Francese, nostra accompagnatrice, ci mostra quello
che era il suo paese d’infanzia; tutti fanno foto ai
palazzi d’epoca ed ai monumenti. Verso mezzogiorno
ci viene concessa un’ora e mezza di pausa pranzo
durante la quale ognuno di noi sceglie di girovagare
per la città; l’appuntamento è per le 2 meno un quarto
alla “Fontaine des Éléphants” perché alle 2 ci
aspettano le guide. La visita al palazzo dei Savoia è
approfondita e la camminata nella città interessante:
passiamo nelle vie più strette che assomigliano a corte
gallerie. Visitiamo poi l’interno di un palazzo
decorato con “trompe-l’oeil” moderni, una cultura
artistica molto sviluppata a Chambery; termina a
questo punto la passeggiata insieme alla nostra guida.
E’ il momento più divertente della gita. Al ritorno
verso il pullman, riceviamo un foglietto con alcune
parole in francese delle quali chiedere il significato
alle persone che passano; è una sorta di
“lasciapassare” per tornare a casa. La cosa divertente
è che non sappiamo parlare bene il francese e quindi
per farci capire e per capire i francesi ai quali ci
rivolgiamo, ci vuole un po’ di tempo. Come in tutte le
gite che si rispettino, sulla via del ritorno alcuni
compagni si perdono e la professoressa è costretta ad
andare a cercarli. Sul pullman molti di noi sono
sfiniti, ma il ricordo di questo giorno ci seguirà per
molto tempo. 6 Aprile 2009
Daniela Trifan e Martina Marrese 1ª C
La 7 jumatate dimineata suntem in fata scolii, gata sa
plecam spre Chambery; avem emotii pentru ca este
prima noastra excursie cu clasa. Stabilite locurile,
dupa presenza…plecare spre Franta; cele trei ore de
calatorie trec facand poze, vorbind, pe scurt
distrandune. Sunt necesare doua opriri, dintre care
una neprevazuta pentru ca o colega de a nostra
claustrofobica s-a simtit rau, iar cealalta pentru a face
micul dejun. Suntem fericiti pentru ca mergem intr-o
tara in care aproape jumatate din noi n-a mai fost; un
tunel ce dureaza 10 minute de autocar ne desparte de
Franta. Ajunsi la Chambery la 10:30 circa, incepe
turul prin oras. Profesoara de franceza, insotitoarea
noastra, ne arata locul natal in care si-a petrecut
copilaria; toti fac poze la constructiile de epoca si la
monumente. Spre amiaza ni se ofera o ora jumatate de
pauza de pranz in timpul careia fiecare dintre noi
alege sa se plimbe prin oras; intalnirea e stabilita la 2
fara un sfert la “Fontaine des Éléphants” pentru ca la
2 ne asteapta ghidurile. Visita la palatul Savoia este
aprofundita, iar plimbarea prin oras interesanta:
trecem pe strazile cele mai stramnte ce seamana cun
niste galerii. Dupa aceea visitam internul unui palat
decorat cu “trompe-l’oeil” moderne, o cultura artistica
foarte avansata la Chambery; se termina la acest punct
plimbarea impreuna cu ghidul nostru. Este momentul
cel mai amuzant al excursiei. La intoarcerea spre
autocar, primim o foicica cu niste cuvinte in franceza
ale caror sens trebuie sa-l cerem la perso anele ce trec;
e un fel bilet de trecere ca sa ne intoarcem acasa. Ce-i
amuzant este ca nu stim sa vorbim bine franceza si
deci ne ia un pic de timp ca sa ne facem intelesi si
pentru
a
intelege
francezii cu
care vorbim.
Ca in toate
excursiile
care
se
respecta, spre
drumul
de
intoarcere
unii colegi se
pierd si profesoara este constransa sa se duca sa-i
caute. In autocar multi dintre noi sunt distrusi, dar
amintirea acestei zile o sa ne urmareasca pentru mult
timp.
Tradotto da Radu Lupascu Alexandru 3ª B
4
GITA AL LAGO DI COMO
Camminavo e pensavo, camminavo e riflettevo, melodie splendide, il fruscio dei campi di fiori
camminavo e non mi accorgevo che la strada che venivano mossi da un leggero movimento
scorreva come un fiume in piena; non sentivo il del vento.
Tutto questo accadeva mentre io e i miei
compagni percorrevamo 17 chilometri, per
arrivare lì, nella rocca dell’Innominato, situata
su una collina dalla quale, una volta arrivati, si
apre un panorama spettacolare sui riflessi del
sole, nell’acqua del lago di Como, mentre monti
e colline sembrano proteggerlo con la loro
statura imponente. Eravamo stremati, ma dopo
aver visto la natura concederci tutto ciò,
avemmo l’impressione che fosse valsa la pena
camminare tutto il giorno per raggiungere tale
posto. Dopo esserci sdraiati sul prato per
riposarci, venne l’ora del ritorno verso Torino…
peso della fatica sul mio corpo e non volevo Salutata Laura, la guida, salimmo sul pullman,
fermarmi per paura di perdere i miei pensieri dove una volta occupati i posti, si scatenò la
che camminavano con me.
musica degli I-Pod dei ragazzi, e sulle note di
Già … quei pensieri che nella vita di tutti i “Forse Forse”, alle ore 21,15, si concluse la
giorni non osi tirare fuori, perché ti fanno paura, giornata; una gita fantastica resa tale dai ragazzi
perché li vuoi ignorare, perché sei consapevole della 1ª C , della 1ª B e dalle professoresse che
che ci sono ma non vuoi darci peso.
ci hanno regalato tutto ciò.
Rossella Campagna 1ª C
Proprio lì, mentre ero immersa nella natura,
cominciai a pensare, pensare e pensare, senza
accorgermi delle voci che mi giravano intorno;
ogni tanto mi prendevo una pausa, aspettando i
miei compagni stremati dal caldo del sole e dal
percorso molto faticoso. In sette ore di
camminata ho lasciato spazio alle mie riflessioni
che non finivano più, continuavano a “parlare”
nella mia testa perché quella era l’unica
occasione per tirarle fuori senza che nessuno
potesse interromperle; in quei momenti eravamo
solo io, il bosco, l’odore della natura, il rumore
dei ruscelli e degli uccellini che cantavano
5
Baracche e Burattini: insegnamenti da uno spettacolo
teatrale
Incontro con il TRES
Chi fosse venuto al Majorana la mattina del 27 Maggio
non avrebbe trovato nessuno; eravamo tutti al teatro
Agnelli ad assistere ad uno spettacolo della Compagnia
Teatrale Cantagallo realizzato in collaborazione col
Cepim-Torino. A luci
spente siamo stati
accolti dal regista Luca
Nicolino,
che
si
presentava con una
buffa acconciatura stile
“Caparezza”;
interpretava anche la parte del “capo gruppo”, persona con
un carattere stressato ed ansioso. Era lo spettacolo di una
compagnia musicale che, durante le soste nel viaggio per
arrivare a Mosca dove avrebbe avuto un importante
provino, si esibiva in canti e danze. In questi spettacoli
nello spettacolo, i ragazzini down mettevano in pratica
tutta la loro capacità di esporsi davanti ad un numeroso
pubblico di ragazzi. Si esibivano con capriole, piramidi
umane, salti in aria e tante altre meraviglie che non tutti
avrebbero saputo fare. I balli erano di tutti i tipi, si partiva
dal tango sino al classico ballo dance e con in mezzo
anche un divertente spogliarello da parte dei ragazzi! La
cosa che mi ha affascinata di più era la loro capacità di
saper ricordare le battute e soprattutto di saper recitare ed
entrare nella parte così bene. Erica, una delle attrici,ha
fatto un bellissimo discorso sull’essere e rimanere se
stessi, sul non vergognarsi di quello che si è, perché si è
tutti diversi e la diversità non può che essere un pregio:
l’essere unici è la cosa più bella che esista. Non ci
dobbiamo abbattere se, di noi, le persone guardano solo la
superficie; questo anzi ci deve dare la forza per mostrare
al mondo quanto siamo importanti e quante cose possiamo
fare. Questa esperienza è stata per noi tutti molto
importante e ricca di insegnamenti!
Sapete tutti a cosa si fa riferimento quando si parla di
TURISMO RESPONSABILE? Ebbene noi della 1^ C non
conoscevamo il significato del termine fino a qualche
settimana fa, quando un ragazzo del CeSeDi (Centro
Servizi Didattici) della provincia di Torino, ce ne ha
parlato. Nel primo incontro con Davide, esperto del TRES
(Turismo Responsabile e Solidale), abbiamo simulato una
vacanza verso Gamwana, un’immaginaria isola del
Pacifico. In questo gioco a squadre, per vincere si doveva
rispondere correttamente ad alcune domande sulle
possibili attività della vacanza, per totalizzare più punti
possibili. Non tutti sono riusciti ad entrare nello spirito del
vero turista responsabile, cioè di colui ad esempio che
sarebbe capace di rinunciare ad una visita in una singolare
grotta per salvaguardare l’ambiente: questa incapacità ha
comportato la loro sconfitta nell’ambito del gioco.
Nella successiva attività, dovevamo ricreare una
conferenza alla quale partecipavano la piccola comunità di
un’isola, il rispettivo governo, alcuni investitori stranieri
ed una O.N.G..La comunità si trovava costretta a scegliere
tra diverse proposte per risollevare l’economia del Paese
in grave difficoltà. Dopo un’ampia discussione, la
comunità ha optato per la proposta degli investitori
stranieri, appoggiati dal governo, che intendevano
acquistare una parte dell’isola per sviluppare diverse
attività, rispettose dell’ambiente, incrementando così
l’affluenza dei visitatori e la crescita del turismo. E’ stato
accolto anche il suggerimento per una maggiore diffusione
dei prodotti tipici dell’isola. L’attività, molto utile, si è
conclusa con la visione di due videoclip che
sintetizzavano il concetto di Turismo Responsabile. Il
Turismo Responsabile fa riferimento ai Paesi del Terzo
Mondo e a quelli in via di sviluppo perché è in quella
parte del pianeta che si concentra la parte essenziale del
patrimonio ambientale. Viaggiare responsabilmente
significa appunto avere la consapevolezza di sé e delle
proprie azioni, anche solo nella scelta della meta, della
stanza nella quale dormire durante la vacanza o
nell’acquisto di un semplice souvenir. Questi piccoli
accorgimenti fanno sì che viaggiando si vada incontro alla
natura, alla gente ed ai Paesi di destinazione con rispetto e
disponibilità.
Irene Bolognesi 1ª B
Zaffino Serena 1ª C
6
Il torneo di calcetto, competizione partita all'inizio
dell'anno, è stato organizzato dall’insegnante di
Educazione Fisica, Prof.ssa Paola Delgrosso, con la
collaborazione del Prof. Paolino Iacono e dagli studenti
dell’Istituto.
Hanno partecipato tutte le classi che avevano un minimo
di 5 studenti per formare la squadra; le classi, che non
hanno raggiunto questo numero di “calciatori”, sono state
aggregate come nel caso della 1ªC e 5ª B. Giovedì 11
giugno si disputerà la partita di spareggio tra 3ª B e 4ª B.
Questa iniziativa è stata utile per i ragazzi che hanno
giocato e per i docenti che hanno svolto il ruolo di arbitro.
Adesso sia ai ragazzi che ai docenti spettano le meritate
vacanze. Il prossimo anno scolastico si ripeterà il torneo
con nuovi “acquisti sul mercato”.
Amodei Andrea e Bussi Maurizio 3ª B
Si sta
concludendo la prima fase, quella
organizzativa, degli stage in azienda per l’anno
scolastico corrente; la seconda, quella che vedrà gli
allievi del Majorana al lavoro, prenderà il via il 16
giugno 2009 e durerà tre settimane .
Gli allievi impegnati saranno sedici, in varie
tipologie
di
aziende(studio
commercialista,
assicurazione, alberghi, agenzia di viaggio, comune
di Orbassano , Agenzia delle entrate, banca, impresa
di installazione e promozione).
A settembre ci sarà la terza fase: quella di
monitoraggio e valutazione delle esperienze fatte.
Prof.ssa Maria Luisa Pizzolo
Il 30/4/2009 le varie classi si sono attivate per
organizzare la cogestione: ne sono usciti 5 laboratori di
cui 4 a scelta ed 1 dell’ultima ora, obbligatorio. Tra i 4
laboratori “facoltativi” i ragazzi dovevano sceglierne due,
di due ore ciascuno ai quali partecipare. Gli argomenti
erano : “comunicazione di massa” tenuto dal progetto
Scu.Ter. in cui si è discusso dei reality e di come
influiscono sulla nostra vita; “il popolo della notte”
guidato dal prof. Forgione che ci ha parlato del mondo
notturno in cui in un modo o nell’altro viviamo tutti
quanti ma di cui non conosciamo perfettamente i
“retroscena”; lo“sport” in cui sono intervenuti alcuni
alunni e professori raccontando la propria esperienza
sportiva, chi a livello agonistico, chi a livello amatoriale;
il prof Cinque ci ha fatto riflettere su “integrazione e
disabilità” facendoci assistere ad un film su questo tema;
il quinto laboratorio è stato sulla musica, con diversi
professori ed alunni che si sono divertiti a cantare tutti
insieme le più belle canzoni di ieri e di oggi. Alcuni
laboratori come quello sullo sport ed il popolo della notte
hanno avuto maggiore affluenza ma, sentire esprimere
soddisfazione dai ragazzi che hanno partecipato agli altri
due laboratori, mi ha fatto molto piacere. Nonostante sia
stato impegnativo e non siano mancati i problemi
organizzativi, sono rimasta soddisfatta: da questa
esperienza ho capito che non sono importanti la quantità
di partecipanti e nemmeno le critiche ricevute, ma ciò che
si costruisce ed i sentimenti che se ne ricavano.
Nei pomeriggi tra marzo, aprile e maggio, la nostra classe
1° C è stata coinvolta nella realizzazione di un simpatico
ed interessante cortometraggio. Ognuno di noi ha
ricoperto un ruolo differente ed importante nella
costruzione della pellicola: vi erano registi, attori
(principali, secondari...), scenografi, costumisti ed infine
il fonico, un ruolo a tutti sconosciuto, ma importante
nell'ambito delle riprese cinematografiche.
continuo aumento che può provocare, come si vedrà nel
video, problemi comportamentali e psicologici, fino ad
arrivare all'annullamento della personalità. Dopo aver
realizzato insieme la sceneggiatura, si sono definiti i ruoli
dei vari personaggi: il protagonista Matteo, il suo
migliore amico Fabio, Sofia, la ragazza per cui perde la
testa ed altri personaggi come le amiche di Sofia e varie
comparse. Successivamente abbiamo iniziato le riprese ed
ognuno di noi , con i suggerimenti di esperti registi, ha
provveduto a fornire il materiale necessario per
l'allestimento della scenografia. Man mano che il video
prendeva forma, entravamo sempre più nelle parti a noi
assegnate, divertendoci sempre più.
La colonna sonora del cortometraggio è stata prodotta
appositamente per questo video da Elia Tedesco che, per
motivi di salute, non ha potuto partecipare sovente. È
stata comunque un'esperienza fantastica che ci ha fatto
sicuramente capire la difficoltà di quella che è la
costruzione di un film, ma è bello anche vedere lo spirito
di squadra con cui hanno collaborato tutti i partecipanti.
Buona visione dunque, sperando che anche a voi piaccia.
Elia Tedesco e Christian Ziggiotti 1ª C
Abbiamo iniziato scrivendo la trama, una storia
sull'adolescenza e sui problemi che la riguardano. Il tema
da noi scelto è stato l'alcolismo, fenomeno in
Sara Falanga 4ª B
7
Uno stage del Progetto Leonardo da Vinci
Uno dei miei più grandi desideri è sempre stato
quello di trascorrere un anno all’estero; immaginate
la gioia quando mi è stato comunicato che ero stata
scelta per un breve stage in Danimarca.
I giorni prima della partenza sono stati
interminabili, il mio stato d’animo pieno di
contraddizioni: da un lato ero triste e preoccupata
perché per molto tempo non avrei visto persone
care, dall’altro ero molto determinata perché la
consideravo una sfida alla mia timidezza, la
possibilità di giovarmi di un ambiente nuovo per
crescere professionalmente e personalmente.
Ora, ad un passo dal mio sogno, non mi sentivo più
pronta per fare una esperienza del genere: prima di
partire avevo pensato molte volte – forse troppe! –
che non avrei mai potuto farcela, che avrei trovato
difficoltà, ma ormai era fatta, l’8 Settembre alle 8
del mattino è iniziata l’avventura. C’era trepidazione
nell’aria e anche un po’ di sonnolenza; salutati i
genitori il viaggio si è svolto nel migliore dei modi,
dopo aver fatto scalo a Berlino, la comune avventura
aveva reso noi ragazzi un po’ più amici.
A Copenaghen siamo stati accolti da Grethe, la
nostra tutor, che ci ha accompagnati a Roskilde, la
cittadina dove avremmo vissuto per cinque
settimane. L’ostello in cui eravamo ospiti era un
edificio piacevole e nel suo insieme accogliente. La
prima notte non ho dormito tanto ero ansiosa di
conoscere le meraviglie della Danimarca e di
iniziare un mese di totale indipendenza: si doveva
provvedere autonomamente alla spesa, in quanto
l’ostello non ci avrebbe fornito alcun pasto, ma
avevamo a disposizione una cucina, dove avremmo
cucinato(nota dolente).
Un'altra nota dolente è stato il bucato :confesso di
aver usato la lavatrice solo una volta e di aver lavato
il resto a mano. Per diffidenza o incapacità, ho
preferito non usare l’ asciugatrice e la scala del letto
a castello unita al termosifone ha supplito a questa
mancanza.
L’ostello ci ha fornito settimanalmente lenzuola ed
asciugamani puliti, ma abbiamo dovuto provvedere
autonomamente alla pulizia delle camere con
pessimi risultati, tanto da essere superati in questo
dai maschi.
A Copenaghen il giorno successivo, abbiamo potuto
visitare la città e vedere i nostri posti di lavoro; per
me c’era un posto da receptionista in un ostello,
mestiere da me mai minimamente sfiorato, che avrei
dovuto svolgere da sola mentre tutti gli altri
lavoravano in coppia. Se all’inizio ero preoccupata,
in seguito ho capito che quella era una cosa a mio
favore, lavorare da soli non è poi così male, anzi, ti
costringe ad imparare più cose perché non ti puoi
basare sulle conoscenze del tuo collega e sei
costretta a mettere molta più serietà e responsabilità
nelle cose che fai.
Fin dal primo giorno di lavoro sono stata trattata
come una collega già pratica del settore; il lavoro è
stato sempre vario stimolante intenso, al punto che,
finito lo stage, è stato veramente triste abbandonare
impegni, responsabilità e, soprattutto, colleghi. Non
tutto è sempre andato a meraviglia: il mio problema
maggiore è stata la lingua, ma sono stata
estremamente fortunata perché sia i miei colleghi
che i clienti sono stati molto pazienti e comprensivi,
correggendomi e facendomi notare gli errori.
8
Il lavoro mi è piaciuto sin dall’inizio per il
contatto con i clienti; sono subito entrata nel
ruolo imparando rapidamente il mestiere e
giorno dopo giorno ho acquistato sempre più
sicurezza migliorando in modo significativo il
mio inglese.
Le settimane si sono susseguite senza intoppi
ad una velocità impressionante.
Nelle ore libere visitavo Copenaghen, andando
a vedere ogni volta un posto diverso, mai sazia
di curiosare, sicura che ogni luogo avrebbe
lasciato in me un ricordo indelebile.
Copenaghen è una città assolutamente
compatibile con ogni mia abitudine. Io amo
tantissimo la natura e la capitale danese è un
luogo pieno di spazi verdi che i cittadini
affollano facendo ogni tipo di sport praticabile
all’aperto. I laghi della capitale, veramente
fantastici, sono stati lo sfondo perfetto per
tantissime foto. Il centro è vasto e pieno di
turisti che passeggiano per le vie piene di
negozi. Le serate si prolungavano sempre fino a
tarda notte, spesso in un pub o a giocare a
biliardo; il venerdì e il sabato sera si andava a
ballare. La sera i danesi diventano
incredibilmente meno timidi e mi è capitato di
parlare con chiunque di qualsiasi cosa. Un
particolare che adoro di questo paese è la
conoscenza che ogni persona ha dell’inglese;
non ricordo nessuno che non lo abbia saputo
parlare.
Il 12 Ottobre un triste ritorno: ho avuto come
l’impressione di lasciare casa mia, e, scesa
dall’aereo, mi sono sentita spossata. Non ero
ancora arrivata a casa e già il mio pensiero fisso
era “voglio tornare in Danimarca”!
L’esperienza dello stage ha di molto superato le
mie aspettative, è stata a dir poco entusiasmante.
Ogni ricordo che conservo di quel mese è
stupendo: il bel rapporto costruito e maturato
con gli altri ragazzi italiani, le meravigliose
persone conosciute all’ostello e infine gli
interminabili
tragitti
da
Roskililde
a
Copenhagen, tutto ha acquistato una nota di
magia.
E’ un esperienza che un giovane deve fare
perché offre l’opportunità di acquisire un
bagaglio di conoscenze utili per un futuro
professionale, oltreché, naturalmente una prova
di vita.
Ad ogni persona che voglia intraprendere
un’avventura di questo genere ed ai futuri
beneficiari di questa borsa di studio, consiglio di
non sprecare neanche un istante dal momento
della partenza fino ai giorni successivi al rientro
in Italia: ogni emozione provata é uno scalino
verso la crescita personale e verso il
miglioramento del rapporto con gli altri. Io ho
seguito una salita che continua a portarmi in
alto ancora adesso,a mesi dal ritorno.
Infine voglio esprimere la mia stima per le
organizzazioni che permettono l’avverarsi di
queste emozioni.
Sabina Paraschi 4ª A
9
Ferrero e Miroglio
A chi non piace il cioccolato? L’ 8/4/09 la 4ªB e la
5ªA del Majorana sono andate a visitare ad Alba la
Ferrero e la Miroglio. Al mattino abbiamo visitato per
prima la ditta che si occupa di tessuti.
Lo stabilimento raggiunge le dimensioni di 60 campi
di calcio ed è diviso in “isole” in ognuna delle quali
viene realizzato un prodotto diverso. Nonostante ci
fossero molti impianti fermi, abbiamo potuto vedere
l’imbottigliamento della Nutella, la produzione delle
Fino a pochi anni fa, il cotone veniva filato all’interno barrette ai cereali e dei “Ferrero Rocher”.
dello stabilimento. Per questo motivo si può dire che
l’azienda si è “trasformata”: la sua attività principale è
diventata la stampa di tessuti. Questo è uno degli
ultimi processi che la stoffa deve subire. Infatti , il
primo passaggio è il lavaggio del tessuto con soda
caustica che rende la superficie più ruvida per
permettere il maggior assorbimento del colore. Il
secondo è il disegno, creato in precedenza dagli stilisti
su carta, al computer “semplificandolo”, per ottenere
lo stesso risultato con solo 10 colori. Questo viene
fatto perché la macchina che stampa può riprodurre
soltanto quel numero di tinte. Il terzo passaggio
consiste nel motivo del disegno su un cilindro di
nichel incidendolo. Solo ora si può procedere con la
stampa del tessuto. Successivamente, la stoffa viene
lavata ed asciugata. Adesso
è pronta per la vendita. La prima viene inserita nel vasetto, prodotto anche
Questa avviene, oltre che in questo nello stabilimento, e controllato da una
tutta Italia, anche in buona macchina che scarta i prodotti anche con il minimo
parte dell’ Europa. Durante difetto; le barrette ed i Ferrero Rocher, in caso di
la visita qualche compagno imperfezioni, sono scartati o automaticamente o da un
riusciva a “rubacchiare” addetto alla qualità. La produzione giornaliera è tanta,
qualche pezzo di stoffa tantissima, e lo spreco è proporzionale. Chili e chili di
grezza fin quando la guida cioccolato non “perfetto”, messo in sacchi senza
essere riciclato,
sacchi che sono direttamente
stessa non ha cominciato a regalarceli.
buttati…spreco…perché a questo punto non donarlo a
Infine, dopo i rispettivi saluti ci siamo recati con il persone meno fortunate? E’ stata una visita molto
pullman nella cittadina di Alba per il pranzo e nel interessante poiché ci ha permesso di capire meglio,
pomeriggio… la Ferrero, terza azienda dolciaria nel divertendoci anche, come funziona un’azienda.
mondo per quanto riguarda la capitalizzazione, dopo
Nestlè e Mars. I suoi prodotti sono conosciuti ed
esportati ovunque. Nella visita allo stabilimento,
Sara Falanga
siamo stati avvolti, come in una nube, da un intenso
Paula Grigoras
profumo di cioccolato, come se avessimo annusato un
Roberto Brancale
barattolo di Nutella. Nella visita, ci hanno
Letizia Munteanu
accompagnato tre ex-dipendenti tuttora affezionati
Eleonora Boffa
4ª B
alla azienda.
1
In questo numero abbiamo intervistato: Noemi Vasino, Nilde Cardo, Irene Loi, Andrea Picca e Elvira Galati.
In quale anno ti sei diplomato/a?
NOEMI
2006
NILDE
2003
IRENE
2000
ANDREA
2007
ELVIRA
2002
Che genere di lavoro stai facendo?o quale università stai frequentando?
NOEMI
Lavoro come impiegata amministrativa in una casa editrice di Torino e studio
alla Facoltà di Economia
NILDE
Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Professioni Contabili, ho iniziato a
lavorare a gennaio 2009 come praticante Dottore Commercialista in uno Studio
Associato di Professionisti. Svolgo principalmente attività legata alla consulenza
fiscale e tributaria.
IRENE
Lavoro dal 2001 nello studio di un commercialista come impiegata e svolgo
mansioni di segretariato e di contabilità.
ANDREA
Svolgo la funzione di shop-manager (direttore) presso alcune agenzie di
scommesse avente come proprietario la multinazionale Ladbrokes e frequento il
secondo anno di giurisprudenza a ciclo unico, quindi con unica laurea al termine
dei 5 anni.
ELVIRA
Ho trovato lavoro come commessa.
La preparazione scolastica ricevuta è sufficiente?
NOEMI
Per quanto mi riguarda , la sola preparazione scolastica non è sufficiente in
1
quanto la scuola si limita a dare una informazione teorica, ma nel campo
lavorativo serve anche tanta pratica.
NILDE
Il percorso che ho seguito mi ha fornito le basi. Ogni giorno ho a che fare con
argomenti a me familiari, ma su cui ho ancora molto da imparare.
IRENE
La preparazione e’ proprio una base fondamentale perchè ti dà una certa
elasticità mentale che ti permette di apprendere più
facilmente nuove nozioni che, soprattutto all’inizio,
sono tante e che solo col tempo si imparano veramente.
Sicuramente la scuola che ho fatto mi ha fornito
un’ottima “infarinatura” per il tipo di lavoro che ho
intrapreso, ma non sufficiente per saper lavorare senza
l’assistenza di un’altra persona.
ELVIRA
Sì.
Se lavori, quali sono stati i principali problemi di inserimento?
NOEMI
Problemi di inserimento non ne ho avuti, ma forse l’ unica difficoltà è stata nel
dovere imparare tante cose tutte insieme. Tuttavia sono riuscita a raggiungere
abbastanza in fretta una buona autonomia.
NILDE
Non ho avuto nessun particolare problema.
IRENE
L’uso di un programma software sconosciuto per la gestione della
contabilità.…L’ambiente nuovo,nuovi colleghi…, ma per fortuna ho trovato
persone disponibilissime..
ANDREA
Fortunatamente aiutato dal mio carattere non ho avuto grossi problemi di
inserimento. Tuttavia i problemi possono crearsi nel momento in cui si entra in
un ambiente già formato, in cui sei il più piccolo e, vuoi o non vuoi, all'inizio sei
sempre un po’ sfruttato. Quando utilizzo la parola "sfruttamento" mi riferisco
unicamente agli orari di lavoro più scomodi, nulla di più.
L'inserimento nel mondo del lavoro, a mio parere, deriva quasi esclusivamente
dalla passione che metti in quello che fai. Se dimostri di essere in gamba e di
fare quanto meno quel che ti viene richiesto dai tuoi superiori, non avrai
problemi ad inserirti in nessun ambiente. In caso contrario verrai visto con occhi
diversi e tutto sembrerà più difficile.
ELVIRA
Il maggior problema è stato trovare un lavoro.
Quali ritieni siano gli aspetti positivi e quelli negativi della formazione ricevuta in funzione del
lavoro?
NILDE
L’aspetto maggiormente negativo è la poca praticità degli studi, quello positivo
è la tipologia di formazione che ho ricevuto: insegnanti a cui piace il loro lavoro
che mi hanno trasmesso la loro passione per la materia.
IRENE
Positivi : capacità di relazionarmi con gli altri, termini contabili già sentiti e
utilizzati, utilizzo del PC con programmi come Excel e word fondamentali per
gli studi professionali.
1
negativi: conoscenza minima delle lingue straniere e poca conoscenza a livello
normativo in ambito di finanza e gestione bilancio.
ANDREA
In linea di massima la preparazione scolastica è sufficiente. Anche se
ovviamente sono più preparato in alcune materie rispetto ad altre.
ELVIRA
Purtroppo non svolgo il lavoro per cui ho studiato, quindi per ora non posso dire
che ci siano aspetti positivi.
Che suggerimenti ti senti di dare per migliorare il rapporto scuola-lavoro?
NOEMI
La possibilità di fare stage è sicuramente un aspetto positivo della scuola. Io ne
ho fatto uno a fine 3^ al Ministero delle Finanze e l’ altro in 4^ in una piccola
azienda grafica. Sono state 2 esperienze diverse, ma interessanti. Tra gli aspetti
negativi, invece, c’è la mancanza di una preparazione pratica. Gli esercizi del
libro non bastano , bisogna esaminare da vicino fatti concreti.
NILDE
Sarebbe opportuno, a mio parere, inserire dei periodi di stage obbligatori.
IRENE
Fare più stage in studi professionali alternando scuola/lavoro per un po’ di mesi
magari da marzo a giugno….e conoscere di più la realtà ad esempio analizzando
e capendo la finanziaria che cambia ogni anno vedendo anche nel concreto con
esempi reali come influisce nella vita di ognuno.
ANDREA
Be’, la formazione scolastica non credo abbia risvolti negativi in un eventuale
inserimento nel mondo del lavoro.
Credo sia totalmente positiva in
quanto,
con
un’
attenzione
adeguata, ti può dare una cultura
adatta a sostenere ogni eventuale
discorso in ambienti lavorativi
diversi. Probabilmente l'aspetto
negativo
può
derivare
dall'atteggiamento
che
alcuni
insegnanti (pochi in realtà) hanno
all'interno della scuola e con i
propri allievi.
Le faccio un esempio banale: se
tutti insegnassero con coscienza, qualsiasi ragazzo vivrebbe meglio l'ambiente
scolastico e a mio parere una volta diplomato utilizzerebbe il giusto
atteggiamento sia per laurearsi sia per entrare nel mondo del lavoro.
Un insegnamento più superficiale, invece, ha secondo me un risvolto negativo
nel futuro dei ragazzi, perché questi prenderebbero in modo superficiale tutto ciò
che viene loro detto e di conseguenza tutto ciò che poi faranno. E purtroppo la
superficialità nel lavoro non porta da nessuna parte.
ELVIRA
Secondo me si dovrebbe rafforzare il rapporto della scuola con i posti di lavoro
per permetterci di inserirci in un ambiente che ci possa formare senza perdere
troppo tempo nel cercare un lavoro adeguato.
1
Sei soddisfatto del lavoro che stai svolgendo, e quali sono le
tue aspettative nell’immediato e per il futuro?
NOEMI
Sono soddisfatta del lavoro che sto svolgendo, ma ho ancora molte cose da
imparare e spero che il tempo e l’esperienza mi aiutino a acquisire sempre
maggiori conoscenze e capacità in modo da raggiungere un livello
professionale più elevato.
NILDE
Sono molto soddisfatta della mia scelta. Ho voluto provare la strada del
Dottore Commercialista ora che sono giovane, in modo da accorgermi al più
presto se è ciò che fa per me.
IRENE
Sì, anche se in questo lavoro i cambiamenti annuali della finanziaria e delle
normative rendono il lavoro dinamico , a volte difficile da seguire…
ANDREA
Sì, sono soddisfatto del lavoro che sto facendo. Mi porta alcune volte anche a
visitare altri posti. Per il mio immediato futuro mi vedo ancora a fare questo
tipo di lavoro con la speranza che la laurea mi porti a crescere ulteriormente
e ad affrontare il futuro in maniera migliore, anche economicamente.
ELVIRA
Sono soddisfatta del mio lavoro perché mi dà molte soddisfazioni anche se
mi porta via tutta la giornata e non mi fa godere appieno di tutte le festività,
comunque nell’immediato va bene così, nel futuro si vedrà.
Come ti è sembrato il mondo del lavoro?
NOEMI
Il mondo del lavoro mi è sempre sembrato un mondo un po’ difficile
confermato con l’esperienza fatta con gli stage e successivamente con
l’attuale lavoro. Devi stare molto attento a non commettere errori perchè i
colleghi sono pronti a criticarti e a puntarti il dito contro, anche perché sei
l’ultimo arrivato.
NILDE
È ancora presto per dare dei giudizi poiché ho iniziato da pochi mesi, ma mi
è sembrato interessante. Nell’ambiente in cui lavoro il lavoro di gruppo è il
punto di forza ed è sempre gradevole avere qualcuno con cui confrontarsi.
IRENE
Curioso, dinamico e dà un’ indipendenza organizzativa non indifferente.
ANDREA
Il mondo del lavoro è un mondo duro, in cui hai sempre responsabilità, e devi
fare sempre attenzione a ciò che fai e a come ti muovi. E non hai la
autonomia che hai quando vai a scuola purtroppo. Io mi ritengo comunque
fortunato perché sul posto di lavoro ho trovato anche degli amici e questo ti
porta a vivere meglio le tue giornate.
ELVIRA
È difficile entrarci e molto impegnativo restarci ma ti porta a crescere e
maturare. Tutto questo, insieme al proprio impegno, può portare ad una vita
lavorativa soddisfacente e perché no anche più remunerativa.
1
… è nato il
“GRUPPO GENITORI”
Il giorno 6 maggio 2009, un piccolo gruppo di •
genitori del primo anno scolastico ha partecipato
all’assemblea
informativa
riguardante
l’organizzazione e la gestione dell’Istituto Tecnico
Majorana.
Questo incontro aveva lo scopo di far incontrare più
genitori possibili degli allievi già frequentanti e dei
nuovi iscritti per avere la possibilità di conoscerci e
parlare insieme degli obiettivi cui devono tendere i
nostri ragazzi. Ci guardavamo curiosi all’interno
dell’aula di informatica. Qualcuno si conosceva, ma
i più erano estranei tra loro. Eravamo tutti lì, un
gruppetto sparuto di genitori uniti dal solo fatto che i
nostri figli sono gli studenti dell’Istituto
Commerciale “Ettore Majorana”. In silenzio
aspettavamo che si iniziasse a parlare di scuola, e
dopo aver ascoltato e commentato quanto illustrato
nel programma, abbiamo sentito l’esigenza di
formare un gruppo di genitori per cercare di
comprendere meglio le esigenze degli studenti e il
loro rapporto con i professori. Il nostro gruppo non
appartiene a nessuna organizzazione politica,
sindacale o religiosa e si ispira all’ideale di una
Scuola pubblica, capace di offrire ai suoi studenti
forti motivazioni allo studio, all’arricchimento
umano e culturale, ad una formazione civile, morale
e sociale basata sui principi del rispetto per l’uomo e
per l’ambiente e sui valori della Costituzione
Italiana con la finalità di:
•
•
favorire e sviluppare la partecipazione di tutti i
genitori alla vita della scuola, in modo che
offrano un utile contributo di idee, di proposte e
di iniziative;
favorire lo scambio di informazioni tra genitori,
rappresentanti di classe e docenti;
collaborare e sostenere la Scuola per il
conseguimento dei suoi obiettivi didattici ed
educativi, stimolando tutti i genitori perché si
adoperino per incoraggiare l’impegno scolastico
e la correttezza dei comportamenti sociali, civili
e personali dei figli;
• sensibilizzare e sollecitare sia l’Istituto
scolastico relativamente alle necessità logistiche
e strutturali della Scuola, nonché al
funzionamento della stessa;
• promuovere attività, incontri, dibattiti e
confronti tra i genitori, anche con la
collaborazione di tutti coloro, privati ed
organismi pubblici, che possano contribuire al
completamento e al miglioramento dell’opera
educativa; e che tali iniziative costituiscano
occasioni di aggregazione, di informazione e di
formazione dei genitori, nonché di formulazione
di proposte.
I nostri ragazzi e la scuola hanno bisogno di una
maggiore partecipazione da parte di noi genitori
per fare vivere al meglio la vita scolastica ed umana
dei nostri figli ed abbiamo il dovere di aiutarli a
inserirsi in futuro nella realtà lavorativa e sociale.
Nella speranza che questa iniziativa riesca a
raggruppare il maggior numero possibile di genitori,
alcuni dei rappresentanti saranno lieti di rendervi
partecipi
all’organizzazione
del
GRUPPO
GENITORI.
Potete aderire all’iniziativa chiamando su cellulare o
inviando una e-mail ai seguenti indirizzi:
cell. 3496496393 (Antonio Tedesco) – e-mail:
[email protected]
cell. 3286854750 (Stefania Musso) – e-mail:
[email protected]
Antonio Tedesco, Stefania Musso rappresentanti
1ª C
1
In merito alle dichiarazioni di qualche politico del
nostro paese, sul fatto di respingere i barconi di
Immigrati, vorrei dire che mi sento in imbarazzo dal
momento in cui il mio credo religioso mi impone
l’accoglienza e l’aiuto a queste persone che cercano
fortuna mentre, la mia ragione dice che difendere le
nostre coste dall’arrivo continuo di persone clandestine
sia doveroso.
Perché? Beh il nostro Paese oggi non è in condizione
di accogliere tutti, indistintamente, senza fissare delle
regole di accoglienza.
Gli immigranti sono e saranno sicuramente una
ricchezza, ma se a questi ultimi non vengono imposte
delle leggi affinché chi sta nel nostro paese lo fa per
lavorare e non delinquere, si finisce che si fa
dell’immigrato il capro espiatorio di tutti i mali. Il
mancato rispetto della legge crea paura nella gente, che
si difende
discriminando e isolando gli immigrati. Sicuramente
questo non è giusto,ma è l’unica cosa che vedo fare e
che sento dire dalle persone più grandi.
Se ci fossero leggi chiare sull’immigrazione credo
sarebbe tutto più semplice per chi vuole cercare fortuna
in Italia (ammesso che la trovino). L’Italia non è più il
paese dei balocchi, in compenso abbiamo tanti asini
che pensano che la loro tranquillità sia messa in
pericolo da tutto ciò che è diverso da loro. Certo
bisogna combattere chi sfrutta questo fenomeno e
dobbiamo disciplinare l’entrata nel nostro paese ma
qualunque legge non fermerà mai i flussi migratori.
Ecco perché se la gente cercasse di capirli e di aiutarli
tutta l’Italia avrebbe fatto un passo avanti, ma io da
qualche anno ho smesso di credere al “vissero felici e
contenti”.
Debora Magazzù 3ª B
REDAZIONE
Capo redazione: Boffa Eleonora 4ª B
Aiuto capo redazione: Chiara Gianusso 1ª C
Giornalisti: Piras Alessia e Irene Bolognesi
1ª B, Daniela Trifan, Zaffino Serena, Rossella Campagna,
Elia Tedesco Christian Ziggiotti e Martina Marrese 1ª C,
Amodei Andrea, Guido Ndile, Debora Magazzù,
Giordano Simona e Bussi Maurizio 3ª B, Sabina
Paraschi 4ª A, Sara Falanga, Paula Grigoras, Roberto
Brancale, Letizia Munteanu e Eleonora Boffa 4ª B
Traduttori: Grigoras Paula 4ª B, Danca Chiprian 1ª B,
Radu Lupascu Alexandru 3ª B
Ex-allievi intervistati: Noemi Vasino, Nilde Cardo,
Irene Loi, Andrea Picca e Elvira Galati.
Gruppo genitori: Antonio Tedesco, Stefania Musso
rappresentanti 1ª C
Responsabile redazione: prof.ssa Vignali
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Soluzioni
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