La classificazione della normativa comunitaria - "G. Deledda"

Transcript

La classificazione della normativa comunitaria - "G. Deledda"
LA CLASSIFICAZIONE DELLA NORMATIVA
COMUNITARIA IN MATERIA DI ALIMENTI
La normativa in materia di alimenti comprende provvedimenti
promulgati sia dalle Autorità statali sia da quelle comunitarie.
L'appartenenza dell'Italia all’Unione Europea ha portato negli anni ad
una sempre maggiore importanza delle normative emanate dalle
Autorità comunitarie: si pensi al Regolamento (CE) 178 del 2002, che
indica tra l'altro gli obiettivi delle normative alimentari, e ai
Regolamenti (CE) 852, 853 e 854 del 2004 che tendono a fornire basi
comuni per la legislazione alimentare. Questi atti avviano un
processo di rinnovamento delle normative, armonizzandone sia i
principi base sia le procedure di applicazione.
La presenza di normative italiane e comunitarie ha provocato a lungo
situazioni di incertezza regolamentare, risolte da una sentenza della
Corte costituzionale (n. 170 del 5-8 giugno 1984), che ha sancito la
prevalenza del diritto comunitario su quello dei singoli stati.
Questa prevalenza opera non abrogando la normativa nazionale
discordante, ma rendendola non applicabile.
Esistono diversi tipi di normative comunitarie, solo alcuni dei quali
vincolanti: i Regolamenti, le Direttive, le Decisioni. Questi
provvedimenti entrano in vigore venti giorni dopo la pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (GUCE), salvo
diversa indicazione.
I Regolamenti sono atti normativi delle Comunità Europee emanati
dal Parlamento Europeo congiuntamente con il Consiglio, o dal solo
Consiglio o dalla sola Commissione europea. Sono applicabili
direttamente nei Paesi dell'UE e non necessitano di leggi nazionali di
recepimento, hanno valore generale, e sono obbligatori in tutti i loro
elementi.
Le Direttive si rivolgono ad uno o più Stati membri, e richiedono una
norma di recepimento all’interno dello stato (es. Decreto Legislativo
in Italia) poiché i diversi Paesi sono obbligati ad attuarle, ma possono
scegliere con quali mezzi. Non hanno quindi efficacia diretta.
Tuttavia, le Direttive che impongono al destinatario un
comportamento negativo, oppure ribadiscono obblighi già previsti
dai Trattati, o sono dettagliate in modo tale da escludere qualsiasi
discrezionalità degli Stati per l'attuazione, possono essere applicate
direttamente.
Le Decisioni sono atti emanati dalla Commissione Europea anche se,
quando sono indirizzate agli Stati membri, possono essere emanate
dal Consiglio dell'Unione Europea. Oltre che ai Paesi dell'UE, le
Decisioni possono essere rivolte ad imprese o a cittadini,
relativamente a situazioni particolari. Vanno notificate ai destinatari
per renderne obbligatoria l'applicazione e possono non essere
pubblicate nella GUCE.
Le Raccomandazioni ed i Pareri sono atti normativi non vincolanti,
e possono quindi essere utilizzati in maniera indifferente. Le
Raccomandazioni vengono rivolte da un'Istituzione comunitaria ad
un singolo Stato per richiamarlo a determinati comportamenti.
Attraverso il Parere, un'Istituzione intende far conoscere al
destinatario, che può essere un'altra istituzione, uno Stato membro o
un privato, la propria opinione in modo da orientarne il
comportamento. Le Raccomandazioni ed i Pareri, poiché non
vincolanti, possono essere utilizzati anche quando i Trattati non lo
prevedano espressamente.
a cura del prof. Carlo Aprile
ITS Deledda, Lecce