Accademia 137 - Accademia Italiana della Cucina
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C I V I L T À D E L L A T A V O L A L’INVENZIONE DEL SALAME he i salumi siano molto antichi, non vi è alcun dubbio, ma quando e dove sono stati inventati? Probabilmente la gran varietà dei salumi d’oggi non deriva da una sola invenzione, avvenuta in un unico e preciso posto, ma è molto più attendibile che il tutto sia avvenuto in un periodo abbastanza lungo e in una vasta area. In linea di massima oggi si pensa a un periodo che va da 1.400 a 500 anni prima dell’era corrente e all’area del Mediterraneo. Tre sono le testimonianze di maggior rilievo che, in ordine cronologico e geografico, individuano tre radici dell’invenzione e sviluppo dei salumi. Si tratta della radice egiziana (1.166 anni a. C.), della radice omerica (circa 1.000 anni a. C.) della radice etrusca (circa 600 - 500 anni a. C.) e della successiva radice romana. La prima immagine di una serie di salami è forse quella che si trova in una cucina egizia, raffigurata nella tomba, scavata a Tebe, del faraone Ramsete III della ventesima dinastia (1166 a. C.). In una chiara immagine sono rappresentati degli insaccati del tipo salsicce - salami e non delle molto improbabili candele. La cosa non deve stupire, pensando che in Egitto il pesce salato era una consuetudine ben più antica e largamente diffusa. Tuttavia non sappiamo con che carni fossero confezionati i salami di oltre tremila anni fa, ma è certo che il maiale era presente in Egitto e largamente mangiato dalle classi povere, soprattutto in ben precise ri- C correnze, e proibito solo ai sacerdoti e ad altre classi più abbienti. Per questo non dobbiamo aspettarci una descrizione dei salami nelle tombe dei faraoni o degli alti dignitari egizi. Nell’“Odissea” di Omero abbiamo la prima immagine letteraria di un insaccato. Nel libro ventesimo, versi 25 e seguenti (traduzione di G. A. Privitera), il poeta, riferendosi a Odisseo nella sua reggia d’Itaca, presenta la seguente descrizione di una salsiccia di sangue o sanguinaccio. “Come un uomo, su molto fuoco che arde, rigira / Un budello ripieno di grasso e di sangue / Da una parte e dall’altra e desidera che presto sia cotto”. L’insaccato descritto, con che budello, grasso e sangue era confezionato? L’ipotesi più probabile è che fosse una preparazione di maiale, dato che quest’animale, selvatico e domestico, era largamente presente nella Grecia settentrionale e in particolare a Itaca. Il maiale d’ogni età era molto apprezzato dai ceti abbienti, come i Proci che insidiavano Penelope, ed era mangiato appena macellato. Quanto descritto dal poeta e riferito a Ulisse ancora mascherato da mendicante, può far supporre che insaccati “poveri” confezionati con grasso e sangue (sanguinaccio) fossero un cibo da poveri, come peraltro sono rimasti fino a pochi anni fa, prima della loro scomparsa. Si ritiene che il poeta dell’“Odissea”, convenzionalmente identificato come Omero, abbia redatto il poema nel GLI ASSAGGIATORI DI SALUMI Il gusto del cibo nasce da un piacere che non si ferma al palato, ma coinvolge tutti i sensi, svelando un’armonia di sensazioni che distinguono i prodotti d’eccellenza da quelli di scarso valore. Così, per imparare a conoscere e apprezzare sempre al meglio i migliori prodotti eno-gastronomici della penisola, nascono i corsi per assaggiatori di salumi organizzati da Onas (Organizzazione nazionale assaggiatori salumi). Recentemente uno di questi corsi ha avuto luogo a Parma: tra i partecipanti che alla fine hanno ottenuto un attestato di tecnico assaggiatore, anche l’Accademico di Salsomaggiore Terme, Antonio Battei. Durante il corso, strutturato in lezioni pratico-teoriche, i frequentanti hanno acquisito conoscenze specifiche sulle varie fasi, dall’allevamento dei suini fino alla stagionatura dei salumi, nozioni fondamentali per potere verificare la qualità del prodotto. Inoltre, la parte pratica del corso prevedeva delle vere e proprie degustazioni guidate, nelle quali mettere in pratica ed esercitare la propria abilità e le proprie competenze di assaggiatore, “testando” non solo prodotti del nostro territorio, come salame Felino, spalla cotta di San Secondo, prosciutto di Parma, ma anche salumi provenienti da altre realtà territoriali. La consegna degli attestati, dopo avere superato l’esame teorico-pratico, si è svolta nella sala “Du Tillot” della Camera di commercio di Parma, alla presenza dell’assessore provinciale Albino Ivardi Ganapini, del presidente della Camera di commercio Andrea Zanlari, del presidente dell’Associazione produttori del salame Felino, Carlo Ferrari, e di Bianca Piovano e Giacomo Toscani, presidente nazionale e responsabile per la provincia di Parma di Onas. Così, alla fine del corso, si può ben dire che i partecipanti conoscono tutti i “segreti” dell’arte dei salumi. (Roberto Tanzi) L ’ A C C A D E M I A 2 0 0 3 • N . 1 3 7 • PA G . 9 C I V I L T À D E VII – VIII secolo a. C. raccogliendo materiali e soprattutto moduli espressivi e immagini (come quella della cottura della salsiccia a fuoco vivo) di epoche precedenti. Ci si avvicina quindi al periodo della raffigurazione egiziana. Molte immagini indicano infine che gli Etruschi mangiavano il maiale, ma non ne abbiamo che rappresentino insaccati, come non abbiamo descrizioni letterarie, in una lingua che in gran parte non era scritta. Abbiamo, invece, un interessante reperto archeologico nell’area etrusca padana e che riguarda il prosciutto. Infatti un’importante, anche se indiretta, testimonianza di carni suine salate (prosciutti o proto-prosciutti) si ricava dalle indagini archeologiche d’Olivieri Del Castillo a Forcello (Bagnolo S. Vito di Mantova) e riguarda un insediamento etrusco del V secolo a. C. Tra le numerosissime ossa di maiale ritrovate (circa 30.000 reperti) sono sorprendentemente rare quelle degli arti posteriori. Questo fatto non può esser casuale e fa ritenere che le cosce del maiale fossero utilizzate altrove e quindi esportate, ovviamente dopo essere state salate. Non è escluso che questi protoprosciutti fossero esportati fino in Grecia, dove erano noti. Infatti, indizi sulla conoscenza del prosciutto nella Grecia antica li ricaviamo anche dai termini usati di “kolia” (salsiccia) e “perna” (gamba o coscia o prosciutto) (Aristofane: “Plutus”. Luciano: “Lessifane” XXXIV, 6). I Romani non fecero che raccogliere l’eredità etrusca, ma è interessante notare che gli insaccati erano da loro denominati “lucaniche”, vale a dire provenienti dalla Lucania, quindi da un’area mediterranea vicina alla Grecia e all’Egitto. È Apicio il primo, in “De re coquinaria”, a lasciarci una ricetta sufficientemente precisa del salame: per confezionare la “lucanica” pestare nel mortaio pepe, comino, santoreggia, ruta, prezzemolo, condimenti, bacche d’alloro, “garum”, aggiungendo la carne ben macinata e triturando di nuovo tutto nel mortaio e, dopo aggiunto il “garum”, il pepe in grani, abbondante quantità di grasso e pinocchi, riempire un budello lungo e molto sottile. Per avere un’altra ricetta del salame (o salsiccia) di maiale bisogna aspettare circa mille anni, con il Maestro Martino da Como, che opera a metà del XVI secolo. È stato affermato che il più antico insaccato italiano di maiale sarebbe il salame di Sant’Angelo di Brolo, in Sicilia, quindi in piena area mediterranea. Un’affermazione di cui non ci si dovrebbe stupire, considerando le radici egiziane e omeriche, e che il padre d’Odisseo, Laerte, è curato da una donna sicula. Ancor oggi, studiando i salumi tipici italiani, è possibile individuare cinque zone nelle quali i prodotti tradizionali sono preparati con sistemi e modi che rivelano radici antichissime. Tra queste zone vi sono l’area greca e quella punico-fenicia. L L A T A V O L A DELEGAZIONE DI LONDRA PROGRAMMA 2003 Data Ristorante e Simposiarca 28 aprile da definire Pio Trippa 22-27 maggio Escursione in Sardegna Coordinatrice Sidney Ross 23 giugno da definire Pina Ranzini 12 luglio Summer party/Cambridge Sidney Ross/Keith Hill 20-24 agosto Escursione estiva a Siracusa Coordinatrice Sidney Ross 23 agosto Serata gastronomica nel limoneto di Tommaso e Luisa Sessa a Ognina (Siracusa) 15 settembre da definire Carmelo Mazza 16 ottobre Cena ecumenica del cinquantennale Rosella Middleton “Neal Streeet” di Antonio Carluccio 26-30 novembreEscursione annuale a Londra degli Accademici italiani 29 novembre “The Dorchester” Gala dinner Nicolò e Susan Pignatelli GIOVANNI BALLARINI Presidente del Centro studi “Franco Marenghi” See International Summary page 77 L ’ A C C A D E M I A 2 0 0 3 • N . 1 3 7 • PA G . 1 0