documento pdf - Città Metropolitana di Napoli
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Cicciano Crocevia di grande importanza nell'epoca romana, il territorio comunale, attraversato dalla via Popilia, fu teatro di uno scontro tra le legioni del console Claudio Marcello e i cartaginesi di Annibale, che furono sconfitti. In epoca medievale il borgo visse all'ombra del castello, eretto per sbarrare la strada ai saraceni che, sbarcati presso Mondragone, devastarono città e villaggi. Nel corso del XIII secolo i templari prima e i cavalieri di Malta dopo entrarono in possesso del feudo, che in seguito passò agli Orsini. Verso la fine del XIII secolo nel Casale di Cicciano si stabilirono con una loro domus i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. L’insediamento diventò Commenda e Commenda Magistrale nel secolo successivo. Nacque, così, il Castrum - il Castello o Casa-fortezza – residenza ufficiale dei Cavalieri, costruito nella località chiamata Lo Ponte. Il termine Castrum deve essere inteso non come castello in senso stretto, quanto piuttosto come uno spazio chiuso dotato di una forma di difesa. Nel 1528 il borgo fu confiscato e venduto a Girolamo Pellegrino; successivamente appartenne a Girolamo Colonna, ai Carafa, agli Spinelli, a Cristoforo Grimaldi e infine ai Nucci. L’abitato era raccolto attorno al castello, suddiviso in contrade o quartieri: • La Morata, Casale Novo e Ponte Vecchio, immediatamente a ridosso del lato orientale del fossato; • Li Vinti e Curano, ancora più ad est; • Li Marenda e La Palmentella, a nord; • Li Sappierti, La Plaza e Li Rosci, ad ovest. Porta del quatiere Castrum La popolazione era organizzata in Universitas. Organi ufficiali dell’Università erano il Parlamento ovvero l’assemblea popolare - e il Reggimento, formato dal sindaco e un numero variabile di eletti. L’origine del toponimo Cicciano è da ricercarsi nella forma citianum o cittianum, riconducibile, secondo il Capolongo, al nome romano Citius o Cittius, trasformatosi successivamente in cicianum o ciccianum. Analoga origine va indicata per Curano (Curianum, Coriarium) e Cutignano (Cutinianum, Cutilianum). Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Il patrimonio architettonico annovera alcuni edifici di notevole interesse, tra cui la chiesa di San Giacomo Apostolo, la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che si fregia di dipinti di Angelo Mozzillo, e la parrocchiale di San Pietro, in cui. Chiesa di San Pietro ovvero la Chiesa Madre, completamente riedificata nel 1646, dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631, dal commendatore Girolamo Branciforti. L’evento eruttivo diede semplicemente il colpo di grazia, in quanto la chiesa, per le ingiurie del tempo, già si presentava diruta e cadente. I resti del primo edificio sono ancora oggi visibili. Sotto il secondo altare sul lato sud c’è una piccola cappella affrescata con un altro altare di fabbrica spoglio. Sulla parete frontale è dipinta una Madonna con Bambino e due santi in atto di pregare, uno dei quali è Sant’Antonio Abate.All’interno è custodita un'acquasantiera e un fonte battesimale con una delle tipiche croci dei cavalieri di Malta. Chiesa dell’Immacolata Concezione originariamente dedicata a San Barbato. Cambiò denominazione all’inizio del seicento a seguito della collocazione di un quadro della Santissima Concezione sull’altare. Oggi sullo stesso altare vi è un altro quadro della Santissima Vergine Immacolata, opera del pittore Filippo Falciatore del 1763. Chiesa del Corpo di Cristo costruita tra il 1582 e il 1617 nella località Li Rosci. A seguito della costruzione di questo edificio di culto, la località venne chiamata La strada del Corpo di Cristo. Chiesa dell’Annunziata detta anche La Nunziatella, anch’essa costruita tra il 1582 e il 1617 nella località Li Marenda (l’odierna via Giacomo Matteotti). Nella chiesa si conservava una tavola dell’Annunciazione del 1594 del pittore Giovanni Antonio Ardito, oggi collocata nella Chiesa di San Pietro. Chiesa di Sant’Anna eretta nel 1670 dal commendatore Girolamo Branciforti. Nella chiesa si esercitava la Congregazione dei Beati Morti, fondata dallo stesso Commendatore. Vi si conservava una tela raffigurante Sant’Anna e la Vergine del XVII secolo, di autore sconosciuto, oggi provvisoriamente collocata nella Chiesa di San Pietro. Chiesa di San Giacomo costruita nel 1763 dal Patrizio di Ravello e Signore di Cutignano Antonio Fusco. Sull'altare maggiore vi è una tela del pittore Paolo de Majo del 1774 raffigurante l'Immacolata tra i Santi Giacomo e Giovanni Battista. Sugli altari laterali vi sono due tele: una Visione di Santa Francesca Romana, opera del pittore Giovan Battista Vela del 1772, e La Sacra Famiglia, opera del pittore Paolo de Majo del 1771 Santuario della Madonna degli Angeli Negli inventari dei Commendatori gerosolimitani, a partire da quello del 1515 e fino a quello del 1646, è sempre citata una chiesetta o cappella che sorgeva fuori del paese, nella località chiamata Sopra Fellino o Pedj Monte, conosciuta come Santa Maria Nova. Nella chiesetta vi era dipinta su muro l’immagine della Beatissima Vergine col suo bambino circondata da angeli. Era antichissima e al tempo della peste nel 1656 fu meta di pellegrinaggi da molti Paesi per chiedere grazie. La chiesa è stata dedicata alla Madre di Dio Regina degli Angeli - Deiparae Angelorum Reginae - solamente nel 1661, a seguito della sua ricostruzione e ampliamento per interessamento del commendatore Girolamo Branciforti. Nel Santuario, oltre all’affresco della Madonna, si conserva anche un secondo affresco del 1770 raffigurante l’Arcangelo Michele opera del pittore Angelo Mozzillo. Chiesa di Sant'Antonio Abate riedificata tra il 1707 e il 1733 sulle rovine di una primitiva Cappella, a sua volta eretta nel 1617-1618. San Barbato è il Santo Patrono di Cicciano. Vescovo della chiesa cattolica, la sua commemorazione viene celebrata il 19 febbraio Curiosità: un santo Patrono senza la chiesa. Cicciano, infatti, non ha una Chiesa, una Cappella, un Altare dedicati al Patrono e Protettore, per essere precisi fino all’inizio del Novecento il Santo Protettore di Cicciano ha avuto una sua chiesa. La prima Chiesa dedicata al Santo, di cui si ha notizia, è quella che oggi porta il titolo della Immacolata Concezione. Quando sia sorta tale Chiesa è impossibile stabilire; la sua antichità, però, è certa, dal momento che venne rifatta nel 1505 come conferma un marmo sormontato dallo stemma della famiglia Vitale, un tempo esistente sul muro orientale di detta Chiesa. Verso la fine del XVII secolo venne eretta e fondata nel rione Curano l’ultima Chiesa dedicata al Santo per opera della famiglia Di Nardo. Nel 1707 si ha notizia che nella chiesa vi è anche una statuetta di legno indorato a mezzo busto piccola con la reliquia del Santo. Verso la fine del 18° secolo, dalla famiglia Di Nardo, la Chiesa passò in patronato alla famiglia De Ciutiis. Ma nel 1824 era sommersa dal fango al punto che il vescovo ordinò che la Statua del Santo fosse trasportata nella Chiesa Madre ed ivi rimanesse fino a quando non si fosse provveduto a ripulirla. Nel 1874 la chiesa “ha tale bisogno di riparazioni e di sacri arredi che da parecchi anni è chiusa”; all’inizio degli anni 1930 la chiesa, ormai in rovina, diventa proprietà della moglie di un imprenditore locale. Nel 1935 la chiesa è già trasformata in un edificio per uso civile e, durante l’esecuzione dei lavori, probabilmente a causa di errori di progettazione, si verificarono dei cedimenti nelle fondamenta che indussero la popolazione a pensare che tali eventi fossero dovuti ad interventi di S. Barbato, irato per aver visto abbattere la sua Chiesa. L’edificio fu preso in affitto dal Comune per utilizzarlo come scuola che tutti chiamavano comunemente “Scuola S. Barbato” e tale rimarrà fino al terremoto del 1980. Abbandonato per alcuni anni, l’edificio viene abbattuto nel 1991 e, dopo i lavori di rifacimento, viene riaperto al pubblico come Sede del Comune nel 1992. Le Masserie Le Masserie sono, secondo la definizione dell’architetto Luigi Ponticiello, una cultura dell’abitare materializzatasi in un determinato momento storico in un luogo specifico. Lo studioso ne descrive tre, tutte ubicate nella zona occidentale del territorio comunale. La Masseria Ravelli, ricostruita nel 1869 ma già citata nel catasto onciario del 1746, si distingue per due elementi fondamentali: la torre merlata che caratterizza il corpo di fabbrica destinato ad appartamenti, e il grande palmento con la cantina sottostante … la restante parte del complesso è destinata a stalla, locali di deposito e locali di servizio in generale. La Masseria Ordella, costruita nel 1810, è impostata intorno ad una piccola corte … non esistono locali legati alla produzione del vino (palmenti) né locali interrati … notevoli sono invece le dimensioni della stalla in rapporto al resto della costruzione … sono presenti un pozzo, un lavatoio e un forno … sul lato opposto al portale d’ingresso, in un angolo della corte, c’è l’ingresso di un piccolo giardino murato nel quale si trovano vari alberi da frutta. La Masseria Serraglio si differenzia dalle prime per la presenza di una cappella dedicata a San Silvestro il cui portale d’ingresso affianca quello principale che conduce nella corte … l’affaccio verso la strada e non solo verso la corte di alcune grosse stanze ubicate al piano superiore … una grossa ala separata dal resto della fabbrica e destinata a servizi … l’ingresso di un grande cellaio caratterizzato da una struttura ad archi impostati su grossi pilastri. Le Cantine sono l’altra faccia della passata vocazione vinicola del paese. Nate come cave di materiale edilizio per la costruzione degli edifici sovrastanti, come scrivono Armando Miele e Carlo Piciocchi, vennero successivamente utilizzate per la conservazione del vino.