(perfare squadra) Mattoncini Lego, cucina e arte Il team

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(perfare squadra) Mattoncini Lego, cucina e arte Il team
GIOCHIAMO
(perfare squadra)
IN AZIENDA
Mattoncini Lego, cucina e arte
Il team building per le imprese
esce dall'aula e diventa interattivo
I primi esempi? Già nel Medioevo
C
he sia con i mattoncini Lego, con
tempere e pennelli, con i giochi di
ruolo o facendo rafting lungo un torrente, la parola chiave è team building. Ovvero, per chi ancora l'inglese
non lo mastica bene, la capacità di
fare gruppo. Le tecniche sono varie, meglio se
fantasiose e creative, gli ambiti di applicazione
altrettanto ampi. Si fanno attività di team building in azienda, per non litigare tra vicini di
scrivania, ha due società che si sono appena fuse, a scuola per rendere più unito il corpo insegnanti, in università. Come si possa portare collaborazione e armonia in ufficio facendo giocare insieme capi e dipendenti, ce lo spiega Dario
Villa, responsabile della formazione manageriale di Trivioquadrivio: «Proponiamo ai nostri
clienti attività diverse, a seconda delle esigenze.
Tra queste ce Lego Serious Play». Le costruzioni con i mattoncini colorati sono sfruttate come
sistema metaforico per lavorare sulla coesione
e la collaborazione, n metodo è stato inventato
da Imd, la business school di Losanna, assieme
a Lego. E nel 2003 proprio a Billund, dove ha sede Lego, Dario e gli altri formatori di Trivioquadrivio sono andati a imparare, per importare in
Italia la formazione a colpi di cubetti. Dal 2010 il
sistema è stato liberalizzato e, oltre alla società
milanese, si è creata una rete di formatori — in
contatto tramite il sito seriousplaypro.com —
che utilizzano i mattoncini colorati.
Ma come si passa dalla costruzione di una casetta all'essere colleghi affiatati? «Dividiamo i
partecipanti—spiega Villa — in piccoli gruppi
di 5-7 persone. Si sceglie un tema sul quale lavorare. I Lego sono utilizzati come facilitatore,
per coinvolgere tutti e far sì che nessuno resti
escluso». Dopo un certo scetticismo di fondo
nei primi approcci, le persone si lasciano catturare dal gioco e dalla manualità. Alla fine del la-
ASFOR
boratorio, un'intera giornata in cui si ritorna
bambini per imparare a fare gli adulti, il grappo
ha appreso le tecniche utili a lavorare in sinergia con i colleghi.
Le metodologie di apprendimento attivo non
sono una novità. Già nel Medioevo, alla Sorbona, negli studi di legge si usava mettere in pratica dei casi di processi per far capire ai futuri avvocati come comportarsi. Un'idea che nei secoli
successivi prende piede anche in altre università e si applica soprattutto al team building.
«Abbiamo sperimentato le costruzioni per la
formazione già dagli anni Settanta» racconta
Rossella Cappetta, direttore della divisione master di Sda Bocconi, la scuola di direzione
aziendale dell'ateneo milanese. «Proponiamo
alle imprese pacchetti di formazione piuttosto
lunghi, anche di cento giorni». I programmi
prevedono un mix tra metodologie seminariali
e apprendimento attivo. «Utilizziamo giochi di
ruolo, laboratori di cucina, di cinema e arte».
Così, ai manager che scelgono di continuare a
«studiare» si chiede, ad esempio, di farsi un autoritratto per riflettere sulla propria identità
personale e professionale. Oppure, di cucinare
un dolce con il proprio capo. «I metodi attivi —
continua Cappetta — sono più difficili da usare, ma sono necessari per catturare l'attenzione». Funzionano perché l'esperienza è il metodo di apprendimento tipico dell'adulto.
«Oggi possiamo sfrattare anche la tecnologia — spiega Maria Luisa Ortini, che in Sda Bocconi cura i progetti formativi su misura per le
imprese — creiamo dei casi istantanei da affrontare in diretta». A Milano sono centinaia le
istituzioni che «fanno scuola» alle aziende,
molte delle quali riunite in Asfor. Secondo l'ultimo report stilato dall'associazione, oltre il 50
per cento delle attività programmate perle im-
prese si svolge con modalità di docenza attiva, il
30 per cento sfratta le potenzialità di Internet.
Come priorità degli interventi, c'è la formazione di una leadership solida.
Non sempre però costruzioni e corsi di cucina sono la chiave per far svoltare l'azienda. Per
Mauro Meda, segretario generale di Asfor, «bisogna fare attenzione all'abuso delle metodolo-
gie attive, soprattutto quando sono proposte da
personale non qualificato. Non sono mai attività fini a se stesse, è necessario far capire la metafora del gioco e separarla dalla realtà dell'ambiente lavorativo». Per nonritrovarsil'ufficio in
subbuglio, dopo che un capo è finito in cucina a
pelare patate.
Sara Bettoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Proposte
• Sono
centinaia
le istituzioni
formative
per le aziende
a Milano
• Le attività
per fare team
building
usano metodi
interattivi
• Tra le varie
proposte,
corsi di cucina,
di cinema,
costruzioni
con i Lego
ASFOR