Il punto di vista Royal Canin... La gestione nutrizionale della
Transcript
Il punto di vista Royal Canin... La gestione nutrizionale della
Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS IL PUNTO DI VISTA ROYAL CANIN Gestione nutrizionale della nefropatia cronica felina Jonathan Elliott, MA, Vet MB, PhD, Cert SAC, Dipl. ECVPT, MRCVS Denise Elliott, BVSc (Hons), PhD, Dipl. ACVIM, Dipl. ACVN Royal Veterinary College, Londra, Regno Unito Comunicazione scientifica, Royal Canin, Stati Uniti (Vedere a pagina 8 per la biografia dell'autore) Denise Elliott ha ricevuto la laurea in medicina veterinaria con lode alla University of Melbourne nel 1991. Dopo il completamento di un internato in medicina e chirurgia dei piccoli animali presso la University of Pennsylvania, Denise ha completato un residency in medicina interna dei piccoli animali e nutrizione clinica presso la University of California a Davis. Denise ha ricevuto il diploma dell'American College of Veterinary Internal Medicine nel 1996 e dell'American College of Veterinary Nutrition nel 2001. Ha quindi ricevuto il PhD in nutrizione dalla University of California-Davis nel 2001, per il suo lavoro sull'analisi dell'impedenza bioelettrica multifrequenza nei gatti e cani sani. Denise è attualmente direttore per la comunicazione scientifica presso Royal Canin Stati Uniti. PUNTI CHIAVE Gli obiettivi del trattamento dietetico nella nefropatia cronica dipendono dallo stadio IRIS: ± Nello Stadio 2 e nello Stadio 3 iniziale, le modifiche alimentari servono a contrastare gli adattamenti scorretti che conducono al danno renale intrinseco, nel tentativo di rallentare la progressione - Trattamento dell'iperfosfatemia mediante restrizione alimentare del fosfato - Trattamento della proteinuria - Trattamento dell'ipocaliemia - Trattamento dell'ipertensione ± Negli stadi più avanzati della nefropatia cronica (Stadio 3 avanzato e Stadio 4), dare priorità alle modifiche che correggono gli squilibri all'origine della sindrome uremica e influenzano la qualità di vita dell'animale. Queste includono: - Minimizzare l'azotemia - Limitare l'iperfosfatemia mediante restrizione alimentare e uso di chelanti il fosfato intestinale - Combattere l'anoressia per mantenere un apporto energetico sufficiente - Trattare l'acidosi metabolica Introduzione La composizione della dieta è importante per mantenere l'omeostasi nei gatti che soffrono di una nefropatia cronica e aiuta a migliorare la qualità di vita dell' animale. In alcuni casi, le misure dietetiche possono prevenire la progressione della nefropatia cronica allo stadio in cui lo sviluppo diventa fatale a meno che non si effettui un trattamento sostitutivo renale. Le raccomandazioni per il trattamento dietetico e altre forme di terapia medica e terapia di supporto andrebbero adattate alle necessità di ogni paziente, in base alla presentazione clinica e ai risultati dei Vol 18 No 2 / / 2008 / / Veterinary Focus / / 39 Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS IL PUNTO DI VISTA ROYAL CANIN test di laboratorio. La nefropatia cronica è progressiva e dinamica, ed è quindi necessario condurre visite cliniche e analisi di laboratorio regolari, e adattare il trattamento alle variazioni osservate perché questo resti efficace. Combattere l'anoressia e mantenere un consumo energetico sufficiente Negli stadi avanzati della nefropatia cronica, l'elevato accumulo di prodotti di scarto azotati ha un effetto irritante sulle mucose. Il gatto soffre per nausea e vomito e tende a perdere l'appetito. Se questa situazione persiste per un certo tempo, l'animale va incontro a un decremento ponderale maggiore e la sua aspettativa di vita viene ridotta (Figura 1). Motivi per la limitazione dell'apporto proteico nella nefropatia cronica Vi sono due ragioni per limitare il livello proteico nelle diete formulate per le nefropatie: • Minimizzare l'azotemia/uremia: più appropriato per i gatti con nefropatia cronica in Stadio 3 e Stadio 4. • Ridurre la proteinuria mediata dall'iperfiltrazione glomerulare, una risposta da incapacità di adattamento alla nefropatia cronica che contribuisce alla lesione renale progressiva. Questo è il motivo per ridurre l'apporto proteico negli Stadi 2 e 3 della nefropatia cronica. L'apporto energetico dell'animale andrebbe adattato ai suoi fabbisogni ed è quindi opportuno valutare regolarmente il peso e il punteggio della condizione corporea. I gatti, richiedono solitamente valori compresi fra 50 e 60 kcal/kg/die. Dato che i lipidi forniscono circa il doppio dell'energia dei carboidrati, per grammo consumato, essi aumentano la densità energetica del cibo e ciò rende possibile ridurre il volume della razione riducendo così i rischi di nausea e vomito. Una volta raggiunta la fase uremica della nefropatia cronica (fine dello Stadio 3/inizio dello Stadio 4 della classificazione IRIS), si raccomanda di ridurre l'apporto proteico per garantire che il benessere del gatto non venga influenzato troppo gravemente dall'uremia. Misurare il rapporto urea/creatinina plasmatica è utile per valutare la risposta dell'animale alla restrizione proteica (ridotta produzione dei prodotti di scarto azotati). Nel cane, sono stati raccomandati valori di riferimento in base all'apporto proteico, ma nessun valore è stato pubblicato per il gatto. Può essere necessario tentare numerose diete differenti prima di trovare quella preferita dal gatto. Talvolta, vale la pena di riscaldare il cibo (nel caso di una dieta umida) e fornirlo all'animale in piccole quantità a intervalli molto regolari. L'appetito del gatto può essere anche stimolato aggiungendo sostanze aromatizzanti alla dieta di base. L'efficacia associata alla riduzione dell'apporto proteico, come trattamento della proteinuria, è molto controverso nel gatto e nel cane. Negli studi sperimentali sul ratto, questa strategia ha mostrato di aiutare a rallentare la progressione delle lesioni renali (3), cosicché la restrizione proteica è stata raccomandata anche per le altre specie. Studi Tasso di sopravvivenza (%) 100 Condizione corporea ottimale (n=878) 80 Gatti emaciati (n=222) 60 40 Gatti cachettici (n=38) 20 Anni 1 40 / / Veterinary Focus / / Vol 18 No 2 / / 2008 2 3 4 Figura 1. Punteggio della condizione corporea e aspettativa di vita nel gatto (1). Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS GESTIONE NUTRIZIONALE DELLA NEFROPATIA CRONICA FELINA Concentrazione plasmatica dell'ormone paratiroideo (pg/ml) Concentrazione plasmatica di fosfato (mmol/l) Introduzione della dieta a contenuto limitato in fosfato 500 3.0 2.5 400 2.4 300 1.4 200 1.0 100 0.5 0 È importante osservare che, mentre la concentrazione plasmatica di fosfato si stabilizza molto rapidamente, la concentrazione plasmatica del PTH continua a ridursi per arrivare eventualmente ai livelli normali (da 2,5 a 20 pg/ml) dopo circa 400 giorni della dieta appropriata. 00 0 Giorno 0 200 300 400 500 Tempo (giorni) Figura 2. Impatto della dieta renale sulla concentrazione plasmatica di fosfato (punti rossi) e sul PTH plasmatico (punti blu) in un gatto con nefropatia cronica (2). analoghi sono stati condotti nel gatto, ma i soggetti il cui apporto proteico è stato limitato maggiormente (2,7 g/kg/die), hanno presentato segni di malnutrizione proteica e riduzione dell'albuminemia al termine dello studio (4). Un successivo studio non è riuscito a evidenziare alcun effetto benefico della restrizione proteica (5,2-5,3 g/kg/die) quando l'azotemia era limitata (Stadio 1 o 2 della nefropatia cronica secondo l'International Renal Interest Society o classificazione IRIS) (5). Sembra chiaro dagli studi sui modelli felini pubblicati che evitare le diete iperproteiche, soprattutto quelle formulate con proteine animali, sarebbe consigliabile nel gatto con nefropatia cronica. Un altro approccio dietetico per limitare la proteinuria è l'integrazione alimentare con acidi grassi omega-3. Nei cani con nefropatia cronica, la somministrazione di una dieta fortemente arricchita con acidi grassi polinsaturi (PFA) omega-3 rallenta la progressione del deterioramento nella VFG (velocità di filtrazione glomerulare) (6). Sebbene siano necessari altri studi per stabilire l'impatto dei PFA omega-3 sulla progressione della nefropatia nel gatto, è senza dubbio molto importante fornire all'animale un apporto di PFA omega-3 a catena lunga (acido eicosapentenoico [EPA] e acido docosaesaenoico [DHA]), dato che i gatti sono carenti in delta-6- desaturasi, che ne compromette la sintesi. Si dovrebbero quindi integrare con olio di pesce gli alimenti per i gatti con nefropatia cronica. Prevenzione dell'iperparatiroidismo renale secondario mediante controllo dell'iperfosfatemia Quando la VFG si riduce, se il consumo di fosforo resta lo stesso, si produce una discrepanza tra la quantità di fosfato escreto giornalmente nell'urina e la quantità consumata; di conseguenza, il fosfato si accumula nel corpo, promuovendo così l'iperparatiroidismo e la progressione delle lesioni renali. Inizialmente, il compito è di ridurre il consumo alimentare di fosforo per mezzo di una dieta appropriata per controllare la secrezione di PTH (Figura 2, Tabella 1). Allo Stadio 3/4, è tuttavia improbabile che una dieta renale felina sia sufficiente a raggiungere questo obiettivo e può valere la pena di introdurre agenti chelanti il fosforo intestinale (Tabella 2) per ridurre la biodisponibilità del fosforo alimentare. Gli agenti chelanti il fosforo interagiscono con l'alimento ed è quindi importante mescolarli al cibo per la massima efficacia. Gli effetti indesiderabili collegati alla restrizione del fosforo alimentare sono rari. Si raccomanda di misurare regolarmente le concentrazioni plasmatiche di fosfato e di calcio del gatto (preferibilmente, il calcio ionizzato) una volta ogni due o tre mesi. Sono stati riportati occasionalmente casi di ipercalcemia (7). Adattamento dei livelli di sodio al rischio di ipertensione La maggior parte delle diete destinate ai gatti con nefropatia cronica contiene meno sodio rispetto alle diete di mantenimento per i gatti adulti (Tabella 3). Vol 18 No 2 / / 2008 / / Veterinary Focus / / 41 Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS IL PUNTO DI VISTA ROYAL CANIN Tabella 1. Livelli tollerabili della concentrazione plasmatica di fosfato a seconda dello stadio della nefropatia cronica • Durante lo Stadio 2 della nefropatia cronica, la concentrazione plasmatica di fosfato post-trattamento deve essere inferiore a 1,45 mmol/l (4,5 mg/ dl), ma non inferiore a 0,8 mmol/l (2,5 mg/dl). Tabella 2. Agenti chelanti il fosforo attualmente disponibili • Carbonato di alluminio • Idrossido di alluminio • Ossido di alluminio • Per lo Stadio 3 della nefropatia cronica, il valore ideale post-trattamento è <1,61 mmol/l (5 mg/dl). Nei casi in Stadio 3 avanzato, può essere necessario combinare gli agenti chelanti il fosforo intestinale con una dieta a contenuto limitato in fosforo per ottenere il valore desiderato. • Per lo Stadio 4 della nefropatia cronica, la concentrazione plasmatica di fosfato posttrattamento dovrebbe restare a <1,93 mmol/l (6 mg/dl) ed è improbabile che questo risultato possa essere ottenuto semplicemente limitando l'apporto alimentare di fosforo. • Carbonato di calcio (± chitosano) • Calcio acetato • Carbonato di lantanio • Sevelamer idrocloruro (poliallilamina idrocloruro idrogel polimerico) Intervalli raccomandati secondo IRIS Questa formulazione si basa sull'ipotesi che con una massa renale funzionalmente ridotta, è più difficile mantenere l'omeostasi del sodio e la ritenzione di quest'ultimo può aumentare la pressione sanguigna arteriosa sistemica. Tuttavia, alcune osservazioni hanno sollevato dubbi sul valore della restrizione sistematica del sodio alimentare nei gatti con nefropatia cronica spontanea: • I gatti che soffrono di nefropatia cronica tollerano un aumento nel cloruro di sodio ingerito fino a 200 mg/kg/giorno di peso corporeo per 7 giorni (alimento contenente 1,27% di sodio, cioè 2,8 g di sodio per 1000 kcal) senza alcun aumento della pressione sanguigna arteriosa (8). • Nei modelli sperimentali dell'ipertensione, una riduzione del consumo di sodio causa un aumento nelle perdite urinarie di potassio e una leggera ipocaliemia con l'attivazione più marcata del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) (Figura 3); l'attivazione patologica del RAAS può avere effetti nocivi sulla funzione renale e aggravare la fibrosi renale in alcuni modelli della nefropatia felina (9). Si dovrebbero condurre studi per stabilire se la riduzione nel sodio ingerito aiuti a minimizzare il lieve aumento cronico nella pressione sanguigna arteriosa sistemica rilevato nella maggior parte dei gatti che soffrono di nefropatia cronica, e se la restrizione alimentare di sodio abbia un effetto positivo nei gatti che ricevono farmaci antipertensivi in termini di grado di controllo ottenuto sulla pressione sanguigna. Tabella 3. Apporto alimentare di sodio nei gatti adulti durante il mantenimento Requisiti raccomandati (mg) Requisiti minimi (mg) (mg/kg MS) (mg/1000 kcal EM) 650 160 (National Research Council, 2006) (mg/kg peso corporeo0,67) 16 (mg/kg MS) (mg/1000 kcal EM) 680 170 (mg/kg peso corporeo0,67) Limite di sicurezza superiore (g/kg sulla materia secca) >15 g 16,7 mg/kg MS: Quantità per kg di materia secca, ipotizzando una densità energetica alimentare di 4000 kcal di energia metabolizzabile/kg peso corporeo: Peso corporeo: i valori per le quantità in base al peso corporeo0,67 sono calcolati a partire da un gatto magro con apporto energetico di 100 kcal per kg di peso corporeo0,67 EM: Energia metabolizzabile 42 / / Veterinary Focus / / Vol 18 No 2 / / 2008 Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS GESTIONE NUTRIZIONALE DELLA NEFROPATIA CRONICA FELINA Stadio 4 iniziale della nefropatia cronica. La parte giocata dall'acidosi metabolica nella patologia ossea associata alla nefropatia cronica è ben nota nella medicina umana, ma non sono stati ancora effettuati studi nel gatto. Angiotensinogeno Renina Angiotensina I Enzima di conversione dell'angiotensina Angiotensina II Aldosterone Ritenzione di sodio e d'acqua Effetto vasocostrittore Arginina vasopressina (ADH) Effetto vasocostrittore Ritenzione d'acqua Figura 3. Attivazione del sistema renina-angiotensinaaldosterone (RAAS). Prevenzione dell'ipocaliemia L'associazione fra nefropatia cronica e ipocaliemia è relativamente specifica per il gatto. (Nel cane o nell' uomo, la perdita di nefroni funzionali determina un rischio maggiore di ipercaliemia). Nel 20-30% dei gatti con nefropatia cronica, l'adattamento funzionale dei nefroni funzionanti residui determina perdite eccessive di potassio nell'urina e conseguente ipocaliemia (10). Correggere queste anomalie elettrolitiche, soprattutto quando la concentrazione di potassio plasmatico è inferiore a 3 mmol/l, è clinicamente utile. L'ipocaliemia grave e la miopatia associata possono essere evitate nei gatti non somministrando diete acidificanti e garantendo la somministrazione di una dieta piena di potassio e magnesio. Per la maggior parte dei gatti con nefropatia cronica, se è possibile somministrare una dieta formulata per la malattia renale, l'uso di integratori di potassio non è probabilmente necessario quando il problema iniziale dell'ipocaliemia è stato trattato e il gatto sta di nuovo alimentandosi correttamente. Combattere contro il rischio dell'acidosi metabolica I segni obiettivi dell'acidosi metabolica si manifestano solitamente nello Stadio 3 avanzato e nello Il trattamento dell'acidosi metabolica è centrato sulla somministrazione di un agente alcalinizzante per via orale. La risposta dell'animale al trattamento può essere monitorata mediante misurazioni ripetute della concentrazione di bicarbonato plasmatico che dovrebbe idealmente rientrare negli intervalli fisiologici. La scelta dell'agente alcalinizzante dipende da numerosi parametri: la sua appetibilità, la possibile presenza di ipertensione (nel qual caso l'integrazione con sodio è controindicata), ipocaliemia (per cui sono raccomandati i sali di potassio) e iperfosfatemia; in quest' ultimo caso, si possono prescrivere sali di calcio per la loro capacità di legarsi al fosforo nel cibo e nelle secrezioni intestinali. L'acidosi metabolica aumenta il rischio di ipocaliemia: in questo caso, è indicato un trattamento che utilizzi gluconato di potassio o citrato di potassio. Altre strategie alimentari per rallentare la progressione delle lesioni renali La disfunzione delle cellule endoteliali è coinvolta nella patogenesi della nefropatia cronica. In medicina umana, un campo in cui si conducono attivamente ricerche per combattere la disfunzione delle cellule endoteliali, alcune strategie indicate sotto si sono dimostrate proficue. Resta da stabilire se le misure siano utili nel gatto con nefropatia cronica, e quando vadano applicate. • Arricchimento della dieta con antiossidanti (vitamina E, vitamina C, taurina, luteina, licopene, betacarotene, ecc.) per minimizzare lo stress ossidativo, che contribuisce alla progressione delle lesioni causate dalla nefropatia cronica. I flavonoli, per esempio, possono avere un ruolo protettivo nelle aree necrotiche dei glomeruli, per i periodi altalenanti di ischemia e riperfusione dovuti ai problemi circolatori che accompagnano la nefropatia cronica. • Integrazione con L-arginina per stimolare la produzione dell'ossido nitrico (NO), che promuove la vasodilatazione locale. Vol 18 No 2 / / 2008 / / Veterinary Focus / / 43 Published in IVIS with the permission of the editor Close window to return to IVIS GESTIONE NUTRIZIONALE DELLA NEFROPATIA CRONICA FELINA Ruolo delle fibre Le fibre fermentescibili sono apparse di recente nel trattamento dietetico della nefropatia cronica. Rappresentano una fonte di carboidrati per i batteri gastrointestinali, che usano l'urea come fonte di azoto per il loro accrescimento. Dato che l'escrezione di azoto nelle feci aumenta in base alla massa batterica, è stato proposto che un aumento di quest'ultima possa aiutare a ridurre l'uremia. Tuttavia, le classiche tossine uremiche, a differenza dell'azoto ureico, sono molecole di medie dimensioni, troppo grandi per passare facilmente attraverso la barriera di membrana. È quindi improbabile che queste tossine possano essere utilizzate dai batteri per risolvere i loro fabbisogni di azoto. Al contrario, gli effetti benefici delle fibre fermentescibili possono aiutare a regolare i disordini digestivi che accompagnano la nefropatia cronica. Conclusione La dieta ha un ruolo importante da giocare nel trattamento della nefropatia cronica felina. È fondamentale adattare la dieta ai fabbisogni dell'animale e comprendere gli obiettivi che stanno dietro al trattamento dietetico nei vari stadi della malattia. Stadi iniziali (Stadi 2 e 3 della nefropatia cronica)*, i principi che stanno dietro al trattamento dietetico sono: • Minimizzare l'apporto di fosforo: ciò previene il rischio di ritenzione anormale di fosforo e rallenta la progressione delle lesioni renali. • Limitare la proteinuria evitando l'ingestione di elevate quantità di proteine da fonti animali e integrazione alimentare con omega-3. Gli effetti benefici dell'integrazione con omega-3 nel gatto devono essere ancora studiati, ma la base teorica di questo approccio è solida. • Integrazione con potassio: necessaria nei gatti con ipocaliemia. Stadio 3 avanzato e Stadio 4 della nefropatia cronica*, la dieta punta soprattutto a migliorare la qualità di vita del gatto durante la fase uremica. • L'apporto proteico deve essere minimizzato ulteriormente per ridurre l'accumulo di prodotti di scarto azotati. È importante considerare la fonte proteica: le proteine molto digeribili minimizzano il rilascio di bioprodotti azotati nel sangue. • Gli agenti alcalinizzanti possono aiutare a prevenire l'acidosi metabolica, che contribuisce all' osteodistrofia renale secondaria (che determina dolore osseo) e alla disappetenza dell'animale. • Può essere necessario trattare l'ipocaliemia con integratori di potassio. • L'uso degli agenti chelanti il fosforo intestinale aiuta a minimizzare gli effetti extrarenali dell' iperfosfatemia e dell'iperparatiroidismo, soprattutto osteodistrofia renale e calcificazione vascolare, che influenzano la qualità di vita dell'animale. * Consultare il sistema di stadiazione IRIS a pagina 21. RIFERIMENTI 1. Doria-Rose VP, Scarlett JM. Mortality rates and causes of death among emaciated cats. J Am Vet Med Assoc 2000; 216: 347-351. 2. Barber PJ. Parathyroid hormone in the ageing cat. PhD Thesis 1999; University of London. 3. Brenner BM, Meyer TW, Hostetter TH. Dietary protein intake and the progressive nature of kidney disease: the role of hemodynamically mediated glomerular injury in the pathogenesis of progressive glomerular sclerosis in aging, renal ablation and intrinsic renal disease. N Engl J Med 1982; 307: 652-659. 4. Adams LG, Polzin DJ, Osborne CA, et al. Effects of dietary protein and calorie restriction in clinically normal cats and in cats with surgically induced chronic renal failure. Am J Vet Res 1993; 54: 1653-1662. 5. Finco DR, Brown SA, Brown CA, et al. Protein and calorie effects on progression of induced chronic renal failure in cats. Am J Vet Res 1998; 59: 575-582. 44 / / Veterinary Focus / / Vol 18 No 2 / / 2008 6. Brown SA, Brown CA, Crowell WA, et al. Beneficial effects of chronic administration of dietary omega-3 polyunsaturated fatty acids in dogs with renal insufficiency. J Lab Clin Med 1998; 13: 447-455. 7. Barber PJ, Rawlings JM, Markwell PJ, et al. Hypercalcemia in naturally occurring feline chronic renal failure. J Vet Intern Med 1998; 12: 223 (abstract 102). 8. Buranakarl C, Mathur S, Brown SA. Effects of dietary sodium chloride intake on renal function and blood pressure in cats with normal and reduced renal function. Am J Vet Res 2004; 65: 620-627. 9. Mathur S, Brown CA, Dietrich UM, et al. Evaluation of a technique of inducing hypertensive renal insufficiency in cats. Am J Vet Res 2004; 65: 1006-1013. 10. Elliott J, Barber PJ. Feline chronic renal failure: clinical findings in 80 cases diagnosed between 1992 and 1995. J Small Anim Pract 1998; 39: 78-85.