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Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale CONSIGLI PER PRINCIPIANTI Documenti di lavoro per il Forum 2007 INTRODUZIONE Contrariamente al cinema professionale, nel cinema indipendente o amatoriale, solitamente lavorano delle troupes ridotte che si autofinanziano. Per questo motivo la produzione di un film amatoriale costituisce un’eccezione tutt’altro che frequente. Il video digitale ha valorizzato tecnicamente il cinema amatoriale. La progressiva diffusione del formato in alta definizione HDV ha dato un contributo sostanziale. Ma sul piano formale e contenutistico gli errori sono rimasti gli stessi. Molte contraddizioni sono evitabili, quando si lavora con spirito critico. Nelle pagine seguenti vi propongo alcuni consigli, così come mi sono stati trasmessi e così come li ho applicati nella mia esperienza pratica. Da sempre questi semplici insegnamenti mi sono stati di grande aiuto. Questa documentazione considera la produzione di un progetto di documentario o di film a soggetto, dall’idea al montaggio finale dell’opera. Berna, giugno 2007 Filippo Lubiato Traduzione: Roberto Pomari Indice 1 2 3 Sceneggiatura e pianificazione La realizzazione Il montaggio CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 1 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale 1. SCENEGGIATURA E PIANIFICAZIONE Il cinema amatoriale svizzero gode di una certa reputazione per la pianificazione e per l’organizzazione delle sue produzioni. Già prima delle riprese la maggior parte di noi sa esattamente cosa riprendere, in quale luogo e con quale attrezzatura. Alcuni dei nostri autori non indietreggiano anche davanti ad importanti lavori di ricerca. Ma purtroppo il film amatoriale elvetico presenta spesso delle debolezze nella drammaturgia. 1.1 Sceneggiatura e pianificazione del film a soggetto I film amatoriali svizzeri a soggetto sono sovente riconoscibili per le loro idee ingenue e per i messaggi ingombranti. I festival più selettivi nel campo del cinema amatoriale raramente presentano nei loro programmi i film a soggetto svizzeri, anche se ben realizzati. Hanno ragione, perché un’eccellente idea è sicuramente più importante di una tecnica raffinata. Non basta che il pubblico sia confrontato con una situazione iniziale che ha come unico obiettivo la dissimulazione di quella che sarà l’apice conclusivo. Questa soluzione si applica nel migliore dei casi alle barzellette filmate o ad uno spot pubblicitario. La durata di queste barzellette filmate non supera di regola il limite dei cinque minuti e sono quindi molto brevi. In un film a soggetto più lungo devono essere rispettate determinate condizioni. Il guru degli sceneggiatori Syd Field, consiglia di definire nel primo quarto del film la situazione iniziale, presentando il profilo dei personaggi principali. Com’é, ad esempio, la personalità del protagonista prima che qualcosa lo contrasti, oppure com’é la situazione prima che qualcosa la trasformi ? Segue la parte centrale, o principale, del racconto che narra le gioie e le tristezze che caratterizzano i personaggi presentati nella prima parte del film. Naturalmente non é facile arricchire di contenuti interessanti questa fase, solitamente molto tesa. Ma è anche vero che colui che si é impegnato a fondo nel definire il tema ed i personaggi del film, non avrà difficoltà nel trovare delle idee interessanti. A circa tre quarti del film accade nuovamente un cambiamento decisivo, che introduce la conclusione del film. La tabella allegata illustra le strutture di film a soggetto, lunghi o brevi, efficaci e di sicuro successo. 1.2 Sceneggiatura e pianificazione del documentario Molte produzioni che vengono definite documentari sono dei film di viaggio o, nel migliore dei casi, dei reportages. Mentre un reportage mostra una situazione esistente (v. i contributi per i notiziari), il documentario s’impegna a rappresentare e a confrontare situazioni passate e presenti. Particolarmente significative per il documentario (e anche per il reportage) sono le interviste. Un commento può raccontare una storia, ma l’intervista porta l’autenticità nel racconto. Chi vuole pianificare delle interviste con gente del luogo, conferisce una buona dose di credibilità al suo film. Nella preparazione si devono approfondire temi e soggetti. Le informazioni possono essere raccolte grazie a contatti telefonici con la popolazione locale, le verifiche devono essere fatte con l’ambasciata, ecc. Documenti scritti o materiale audiovisivo possono aiutare a conoscere la storia, la cultura, la lingua, la religione e la fauna dei luoghi in cui si svolgono le riprese del documentario. Nei film di viaggio succede che ci innamoriamo di un luogo o di un tema. Ne deriva che a volte trascuriamo diversi altri temi. Ma anche i documentari ed i reportages hanno una loro drammaturgia. La seguente tabella mostra una struttura efficace. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 2 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale Visione schematica della drammaturgia (diversi esempi) “Swimming Pool” “Looping” “Calicot” Documentario con elementi di film a soggetto (7 Min + titoli di coda) Lavoratori di colore raccolgono in condizioni difficili il cotone in una piantagione e lo portano al centro di accettazione. All’accettazione i superiori (anche loro di colore) sono molto critici sul raccolto e non lo accettano completamente. Il cotone arriva in fabbrica. Viene trattato, raccolto e tessuto come stoffa per le successive lavorazioni. I lavoratori di colore portano delle mascherine di protezione per evitare che la polvere sottile venga inspirata. Successivamente il rotolo di stoffa è trasportato in un negozio asiatico, dove il tessuto viene tagliato e cucito. Con abilità e velocità tipicamente asiatiche si produce e si rispedisce il tessuto lavorato. Il trasportatore (benestante con una grande casa) lo consegna ai clienti . In mezzo alla notte s’accende la luce nella casa. L’uomo viaggia con la merce verso un punto d’incontro segreto e consegna gli abiti di cotone. L’immagine cambia e mostra in una totale con i clienti : si tratta del Ku Klux Klan che si è procurato dei nuovi abiti rituali. Atto Scopo Barzelletta (1 Min) Spot, breve film a soggetto (30 Sec.) 1 Introduzione e prima caratterizzazione Un ragazzo sale sull’ottovolante con un bicchiere pieno di Coca Cola PP1 Primo punto cambiamento Gerhard Schröder, Pascal Couchepin e George W. Bush muoiono di sete nel deserto Arriva un angelo con a piscina dei desideri 2 Parte principale ! Gerhard Schröder sale sul trampolino, si tuffa e desidera una birra. Si immerge in una piscina piena di birra che berrà. Dopo arriva sul trampolino Pascal Couchepin e desidera un tuffo nel latte. Godendo, si disseta con il latte della piscina. Poi sale sul trampolino George W. Bush…. L’ottovolante parte. Sale e scende a piena velocità, poi prende le curve. Con molta abilità il giovane mantiene il bicchiere nella giusta angolazione, evitando che la Coca trabocchi. In questo modo supera anche una serie di loopings. Quando l’ottovolante si arresta, i suoi amici lo guardano con stupore. di I rapporti con la nuova situazione, le diverse reazioni dei personaggi, dell’ambiente ed i diversi punti di vista. Affrontare gli ostacoli. I suoi amici non gli danno nessuna possibilità. Secondo punto di cambiamento ...scivola... PP2 Appare una ragazza piena d’ammirazione che chiede l’ora al ragazzo 3 Apice/Conclusione ... e urla „shit !“ Il ragazzo guarda l’orologio e rovescia inavvertitamente il bicchiere. „Looping“ termina con un back-flash: tutti I ragazzi salgono sull’ottovolante con i bicchieri colmi di Coca Cola. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 3 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale 2. REALIZZAZIONE La fase di realizzazione di un film è il momento in cui a volte dobbiamo fare i conti con le maggiori sorprese. Le condizioni meteo sono mutevoli oppure il viaggio è stato annullato. Gli attori non arrivano puntualmente alle riprese, oppure qualcuno si è ammalato. Gli accumulatori non „tengono“ la carica oppure la cassetta registrata presenta dei drop outs.... 2.1 Le riprese di un film a soggetto E’ vivamente sconsigliato affrontare le riprese di un film a soggetto “in solitario” con gli attori. Per alcune inquadrature può funzionare, ma ricordiamoci che nelle scene più impegnative, con i dialoghi e con le luci, la concentrazione può andare perduta. E’ necessaria almeno una persona che ci aiuti per l’installazione, per le luci e per la ripresa sonora. I solitari si concentrano sulla tecnica, quindi danno ai loro attori delle indicazioni di regia essenziali e molto tecniche. Istruzioni di regia riferite ai contenuti e alla recitazione sono ridotte al minimo indispensabile. Alcuni accusano il peso di tutte queste responsabilità e continuano a lamentarsi per le condizioni difficili della loro situazione. Questa situazione implica che sul set delle riprese non si percepisce l’ambientazione della storia, ma lo stress del realizzatore. E dobbiamo riconoscere che questa situazione si riflette sempre sul prodotto finito! Questi film sono efficaci solo sul piano tecnico. In un team di due persone, una può dedicarsi alla tecnica mentre l’altra cura la recitazione, gli attori e le atmosfere del racconto. Proprio nel lavoro con i giovani e con i dilettanti che hanno poca dimestichezza con la telecamera, è necessario un accompagnamento (coaching degli attori). La messa in scena di una ripresa è una faccenda personale. Comunque si consiglia di provare „a secco“ la scena. Così gli attori avranno la possibilità di recitare completamente la loro parte sul set delle riprese. In quel momento vale maggiormente l’improvvisazione e la libertà nei dialoghi che la sterile attenzione al copione. Come prima inquadratura la totale è molto utile (ad es. come entrata o uscita dalla scena). Una mezza totale su un attore (ev. sopra la spalla del collega in controcampo) è utilizzata nella tecnica „campo-controcampo“. Un primo piano del volto è molto interessante per mostrare le reazioni personali. Quando consideriamo i dettagli, questi dovrebbero essere ripresi come tali. Il film amatoriale svizzero colpisce purtroppo per la recitazione teatrale! Come per le recite sul palcoscenico, tutto risulta eccessivo. Una gestualità troppo enfatica e la mimica esagerata risultano comiche nelle riprese cinematografiche e si addicono nel migliore di casi alle parodie. Se aggiungiamo la grossolanità (influsso dialettale) del linguaggio, l’impressione di pressapochismo sarà inevitabile. Il „Method acting“ dagli aiuta nella gestione della recitazione, in modo che cinematograficamente risulti più naturale e quindi più credibile. I metodi di recitazione integrano le esperienze personali degli attori nella costruzione delle emozioni dei loro personaggi. Nei primi piani l’emozione deve trasparire negli sguardi degli attori. 2.2 Le riprese di un documentario Una premessa importante. Nel reportage sono consentite le immagini leggermente traballanti o non esposte in modo ottimale. In un documentario queste imperfezioni non sono tollerate. Chi dovesse dimenticare il treppiedi a casa, è meglio che si faccia venire qualche idea o che rispedisca la telecamera a casa per godersi le vacanze senza troppi fastidi. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 4 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale Nella composizione dell’immagine è preferibile non riprendere gli oggetti nel centro del campo visivo. Forse a sinistra si trova una bandiera che equilibra la composizione con l’edificio che si trova sulla destra dell’immagine. Quando si muove la cinepresa (panoramiche dal treppiede o zoom) prestiamo una particolare attenzione al valore espressivo dell’ immagine iniziale e finale di ogni movimento, lasciandole immobili per qualche secondo sullo schermo. Nelle interviste definiamo per prima cosa l’angolazione della ripresa e lo sfondo. Come sfondo non sono idonee le finestre o le pareti chiare. Preferibilmente illuminiamo lo spazio e la persona. Di regola la luce più accentuata va sul volto della persona di fronte alla telecamera. In esterni possiamo giocare con la luce solare. Nel caso di più persone intervistate si lavora sull’angolazione. Osserviamo la visione generale e la prospettiva di due interviste diverse: Le sorgenti di luce sono efficaci quando irradiano il soggetto dall’alto con un angolo di circa 30°. Un riflettore laterale riutilizza il 66% della luce principale e la luce di separazione e il 33%. Nel caso di sorgenti di luce equivalenti s’interviene sulla distanza tra soggetto e sorgente luminosa. Il lavoro sul suono è altrettanto importante. Un microfono esterno alla telecamera è sempre vantaggioso, in particolare nelle interviste. Non vi è nulla di più irritante delle voci degli intervistati che sono “coperte” dai rumori dell’ambiente o dal ronzio della telecamera. Molti documentaristi viaggiano da soli e si affidano alla telecamera per definire le inquadrature. La fiducia è una buona cosa, ma il controllo occasionale delle immagini e dei suoni può essere determinante. Solo in questo modo possiamo assicurarci che tutto è veramente ok. Inoltre il visionamento stimola nuove idee per il montaggio e per le riprese mancanti. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 5 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale 3. MONTAGGIO Per le scienze della comunicazione visiva, il montaggio, il suono e la musica sono degli strumenti drammaturgici. Significa che dobbiamo sfruttare queste possibilità per creare un film che alla fine risulti interessante. Alcuni citano una regola secondo cui un film amatoriale dovrebbe durare semplicemente la metà di un analogo film professionale. Significa quindi che non dobbiamo abusare delle idee, delle sorgenti d’ispirazione e del materiale ripreso. Le ripetizioni tematiche devono essere evitate e il materiale semplicemente “bello”, ma privo di collegamenti con il tema del film, va conservato per il “making of” della nostra produzione. 3.1 Il montaggio del film a soggetto Il film a soggetto amatoriale in Svizzera è condizionato spesso da un montaggio convenzionale. E’ evidentemente un desiderio dei nostri videoamatori dimostrare che padroneggiano le tecniche della continuità e delle transizioni „pulite“. Ma questa pulizia tecnica, se estesa per tutta la lunghezza del film, risulta sterile e noiosa. Un buon montatore mostra in ogni passaggio d’immagine le sue capacità, nel senso che non si limita a tagli puliti sulla continuità dell’azione. “Straight cut” (riduzione dei tempi e dello spazio all’interno di una scena) e “Jump cut” (salti d’immagine mirati) rafforzano notevolmente il film. Nella finzione cinematografica non dobbiamo mostrare come una persona viaggia con l’auto verso casa e poi cammina attraverso il giardino fino alla porta di casa, senza che accada o che venga mostrato qualcosa di particolare (anche i titoli del film). Basta effettivamente che la persona attraversi il giardino e che nell’inquadratura successiva sia già davanti alla porta di casa. I tagli che abbreviano i tempi possono essere collegati con suoni o dialoghi spostati. All’interno di queste possibilità vi sono innumerevoli soluzioni ed effetti che conducono il pubblico nella direzione giusta o sbagliata. Proprio negli ultimi anni il montaggio alternativo fa parte della produzione, nel senso che il montaggio si adatta al tema del film e lo caratterizza con la sua particolarità. I film con questa caratteristica appaiono più focalizzati sul racconto del tema di fondo. Così come nel documentario, anche nel film a soggetto possiamo avere dei tagli irregolari o volutamente trascurati. Anche i celebri “salti d’asse” hanno un senso, se utilizzati con finalità specifiche nella nostra produzione (!!!!). Altri tagli, che non hanno una coerenza con il tema del film, irritano lo spettatore e generano confusione. Gli interventi drammaturgici che sono resi possibili dal montaggio, devono essere sfruttati. A volte le incertezze di una storia poco chiara si possono salvare con il montaggio. A volte basta un semplice accorgimento: togliere! Quando non basta quest’espediente, non dobbiamo temere l’impegno di rigirare una scena o un dettaglio. Registi di grand’esperienza sanno benissimo che ogni produzione deve pianificare delle riprese integrative. Con questo non si dimostrano incapaci, ma danno prova di flessibilità e di capacità di miglioramento della produzione. La musica è la stampella che sopperisce alla mancanza d’ambientazione di una scena e, come nel documentario, dev’essere utilizzata con parsimonia e, soprattutto, in modo mirato. Il film a soggetto autorizza dei giochi grafici con i caratteri. Solitamente un carattere basta. Inoltre i titoli non dovrebbero essere in una lingua diversa dai dialoghi dello stesso film. Ad esempio i titoli inglesi in un film dialettale appaiono come un maldestro tentativo d’imitazione di Hollywood. Non funzionano, a meno che non siano intesi come una sottolineatura ironica. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 6 Nichtprofessioneller Schweizer Film Film non-professionnel suisse Film svizzero non professionale 3.2 Il montaggio del documentario Nel documentario una gran parte della storia nasce al montaggio. Immagini esistenti e nuove conoscenze comportano inevitabilmente un cambiamento dell’idea originale. Ai fini di un crescendo drammaturgico fino all’apice finale, ogni autore ha la possibilità di poter rielaborare l’idea iniziale. A volte ci si innamora del viaggio, ma se vengono tralasciati gli apici narrativi nella prima metà del film, è probabile che la seconda parte perda d’interesse. Questo significa far crescere gli apici narrativi verso il finale del film. Non deve essere sempre un tramonto. Ma non basta nemmeno quando l’apice è lasciato al commento esplicativo, senza il supporto dell’immagine. Una persona crede all’80% di ciò che essa vede. Se mancano quindi le immagini, diventa difficile. Contrariamente ai filmati promozionali o informativi, nel documentario (e nel reportage) non risuona continuamente una musichetta di sottofondo, ma si utilizza una musica collegata con il tema principale, che sottolinea certi punti significativi del racconto. Senza una pausa la musica perde il suo effetto emozionale. Evidentemente la scelta delle musiche è basata sulle immagini. Una musica aperta e “rotonda”, accompagnata ad immagini in primissimo piano (immagini ravvicinate di dettagli), non funziona. Tra l’altro il ritmo della sequenza d’immagini deve adattarsi al tempo della musica: ad es. una penetrante musica techno esige dei tagli rapidi (a meno che l’accostamento non voglia mostrare un contrasto). Non vi è nulla di più autentico dei rumori originali. Nei casi estremi vi sono collezioni di CD dedicati a questi effetti sonori. Sono deplorevoli i passaggi d’immagine frivoli o inutili. Vi è solo il taglio secco. E’ paragonabile alla chiusura delle palpebre e non disturba nessuno. Si può utilizzare una dissolvenza incrociata nel caso di un concatenamento d’immagini tranquille. Questo è un effetto meditativo simile ad una pausa di „microsonno“. Molti videomatori cercano invece di portare tranquillità nelle immagini con le dissolvenze. Ma se l’immagine in dissolvenza presenta un accentuato movimento interno (zoom veloce, panoramiche rapide) l’effetto è irritante. Se il documentario utilizza deliberatamente tagli irregolari e trascurati, allora è necessario un legame con il tema del racconto e deve essere assunto consapevolmente come elemento espressivo (stile del film). 3.3 Il montaggio finale Nella realizzazione di cassette master o da inviare ai festival, i professionisti registrano sui primi 60 secondi di nastro le barre colore e un suono di riferimento (1 KHz, livello analogico 0dB, livello digitale -9dB). Seguono 50 secondi di nero fino al conto alla rovescia, detto start, della produzione. Consigliamo ai videoamatori di seguire quest’esempio per il primo minuto di registrazione sulle loro cassette e di segnalare questa registrazione sulle etichette dei loro prodotti. CONSIGLI PER PRINCIPIANTI – FORUM TICINO 2007 – FILIPPO LUBIATO 7